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2. Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
2.1 L’apertura dei cantieri d’opera; 2.2 La struttura organizzativa; 2.3. Le fasi del percorso;
2.4. Il bilancio dell’esperienza
La strategia che ha orientato gli organi direttivi rispetto ai processi attivati per la predisposizione del Piano di
Zona è di tipo inclusivo, ed ha previsto il coinvolgimento di un gran numero di soggetti afferenti sia al comparto
pubblico, che al privato sociale, fin dal momento della sua ideazione.
L’integrazione intersettoriale, interistituzionale e interprofessionale avviata è stata il simbolo di un lungo
percorso che ha accompagnato e attraversato tutte le fasi per la predisposizione del Piano di Zona.
Al di là degli aspetti formali, la concertazione ha richiesto uno sforzo da parte di tutte le risorse in campo atto
a riconoscere il punto di vista dell’altro, attraverso l’ascolto dei bisogni, dei desideri, delle preoccupazioni. In
questa prospettiva il dialogo è divenuto un elemento necessario per approfondire, fare delle ipotesi, delle
prefigurazioni e la condivisione essenziale per costruire un Piano di Zona comune e non un mero assemblaggio.
Accanto alla condivisione è stato necessario sviluppare la capacità di negoziazione, il “saper” stare nel
conflitto e il “saper” cooperare. Nella concertazione si sono infatti scontrati i poteri delle diverse agenzie
rappresentate; tuttavia, oggi possiamo affermare che l’esplicitazione dei conflitti e la successiva negoziazione
sono stati la sine qua non per arrivare ad un Piano di Zona che consideriamo condiviso e concertato, d’altra parte,
quanto più si esplicitano i conflitti e si negozia, tanto più diventa possibile compiere delle scelte condivise e
cooperare per realizzarle.
2.1 L’apertura dei cantieri d’opera
Il percorso di costruzione del Piano di Zona nel territorio dell’Ambito Sociale Sud n. 6.3 prende avvio nel
febbraio 2005, con una iniziale fase di consultazioni tra i soggetti istituzionali territoriali (Ente Gestore,
Amministrazioni comunali, Azienda per i servizi Sanitari, n. 6 “Friuli Occidentale”; Distretto sanitario Sud)
coinvolti. Il Piano di Zona, come previsto dalla Legge 328/2000, appartiene ai Comuni che lo gestiscono in forma
associata; dato che nel territorio dell’Ambito esiste già la gestione associata dei Servizi Sociali, il medesimo
Ambito, ne ha coordinato i lavori e l’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale ha approvato all’unanimità,
con la deliberazione dell’Ente Gestore n. 57 del 24 marzo 2005, il “Documento di lavoro per la predisposizione
del Piano di Zona dell’Ambito Sociale Sud n. 6.3 per il triennio 2006 – 2008”: si apre così formalmente il cantiere
d’opera per la realizzazione partecipata del Piano di Zona 2006-2008.
In particolare, l’Assemblea dei Sindaci ha deliberato di:
• promuovere la definizione del Piano di Zona dando applicazione all’art. 19 della legge 328/2000;
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• richiedere al Direttore del Distretto Sanitario di pertinenza di inserire, all’interno del programma delle attività
territoriali del distretto (PAT), l’attività relativa alla definizione del Piano di Zona;
• costituire un Tavolo Tecnico preposto alle attività di coordinamento, pianificazione, programmazione e
progettazione.
Recepite le linee d’indirizzo politico dell’Assemblea dei Sindaci, nel mese di febbraio 2005, l’Ufficio di
Piano ha dato luogo ad alcune riunioni organizzative di preparazione, volte a:
• definire il percorso per la stesura del Piano di Zona (pianificazione lavori e tempi – Diagramma di Gantt);
• individuare i rappresentanti dell’Azienda per i Servizi Sanitari, dei Servizi Sociali dei Comuni, della Provincia
che parteciperanno al Tavolo Tecnico;
• individuare i rappresentanti dei soggetti territoriali, pubblici e del privato sociale, che parteciperanno al
processo programmatorio all’interno dei 6 tavoli d’Area individuati;
• stabilire i criteri per il coinvolgimento e le convocazioni dei soggetti che saranno chiamati a partecipare ai
lavori per la costruzione del Piano di Zona.
2.2 La struttura organizzativa
Di seguito si illustra in maniera schematica la composizione e le funzioni del Tavolo di Coordinamento
Politico e dell’Ufficio di Piano. Nelle pagine successive vengono presentati anche i componenti dei 6 tavoli
tematici di concertazione.
Il processo programmatorio del PDZ 2006-2008 ha individuato la struttura organizzativa delineata nel grafico
n. 1 sottostante.
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Assemblea dei Sindaci
Assemblee comunali
Tavolo Tecnico
Consulente esterno
Area Adulti
Area Anziani
Area Diversamente Abili
Area Giovani e genitorialità
Area Minori e genitorialità
Area Migranti
Ufficio di Piano
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Struttura organizzativa
per la realizzazione partecipata del Piano di Zona 2006-2008
Grafico 1: “struttura organizzativa per la realizzazione partecipata del Piano di Zona 2006-2008”
2.2.1.Tavolo Politico
Coincide con l’Assemblea dei Sindaci ed identifica il soggetto politico di riferimento dell’intero processo
programmatorio e individua al proprio interno, per ogni tavolo di area, due componenti. I membri del tavolo
politico sono altresì responsabili delle convocazioni delle assemblee comunali nei rispettivi Comuni.
Funzioni:
a. definisce l’ampiezza del processo programmatorio;
b. nomina i membri del tavolo tecnico e dell’ufficio di piano;
c. stabilisce gli obiettivi e le priorità del PDZ;
d. individua i momenti di partecipazione e informazione dei cittadini e delle formazioni sociali;
e. individua i punti di forza e di debolezza nonché i punti di sviluppo per aree di intervento, come previsto dal
Piano Nazionale;
f. dispone l’allocazione delle risorse;
g. esamina e approva la proposta di Piano di Zona;
h. valuta i risultati raggiunti;
i. sottoscrive l’accordo di programma con i soggetti individuati.
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2.2.2. Tavolo Tecnico
Il tavolo tecnico è lo strumento operativo dell’organo politico ed ha funzioni di coordinamento e raccordo
tecnico-istituzionale.
Funzioni:
a. svolge funzioni di supporto al tavolo politico per la scelta degli indirizzi e delle priorità;
b. propone indicazioni gestionali tese ad attuare i programmi definiti dal tavolo politico;
c. propone i soggetti da coinvolgere nei tavoli tematici;
d. cura l’implementazione di tutte le fasi della costruzione del piano;
e. concorre all’individuazione dei punti di forza e di debolezza nonché delle linee di sviluppo per aree di
intervento, come previsto dal Piano Nazionale;
f. formula proposte al tavolo politico;
g. cura la stesura della bozza del Piano di Zona sulla base degli obiettivi e delle priorità scelte dal tavolo politico;
h. supporta il tavolo politico nella fase di allocazione delle risorse;
i. collabora all’individuazione degli strumenti di valutazione dei risultati;
j. coordina i tavoli tematici di area.
E’ supportato operativamente dall’Ufficio di Piano.
Componenti del Tavolo Tecnico
Il tavolo tecnico è composto da:
• Responsabile tecnico-amministrativo, con funzioni di coordinamento;
• Amministrative di Ambito con funzione di verbalizzazione;
• Coordinatore area minori di Ambito;
• Responsabile del Settore Servizi Sociali del Comune capofila;
• Numero 2 Responsabili dei Servizi Sociali dei Comuni facenti parte dell’Ambito: Comune di Pasiano di PN e
Comune di Prata di PN;
• Direttore del Distretto Sanitario Sud – Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale”;
• Coordinatore Sociosanitario Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 “Friuli Occidentale”;
• Referente Provincia di Pordenone.
Il tavolo tecnico potrà essere integrato, se necessario, da ulteriori componenti (personale dell’Ufficio di Piano,
ente di consulenza ed eventuali esperti).
2.2.3. L’Ufficio di Piano
Per quanto concerne il presente paragrafo, si rinvia a quanto descritto nel Capito 1, paragrafo n. 1.3.4
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2.2.4. I “Concertatori” territoriali attori della “concertazione”: i partecipanti ai processi
In linea generale, rispetto alla scelta dei soggetti territoriali da convocare e coinvolgere nel processo di
programmazione partecipata, l’Ambito ha provveduto a designare, di concerto con le Amministrazioni comunali,
sia i diversi referenti istituzionali afferenti ai diversi servizi territoriali, che non istituzionali, afferenti per lo più al
settore della cooperazione sociale e dell’associazionismo, attivi nel territorio dell’Ambito Distrettuale Sud 6.3.
Il processo programmatorio ha coinvolto circa 100 attori territoriali che, a seconda del rispettivo settore di
pertinenza, sono stati suddivisi in 6 Tavoli d’Area tematica. Quest’ultimi sono divenuti i contesti in cui non solo si
sono trovate soluzioni per la predisposizione del Piano, ma si sono realizzati anche i meccanismi di lavoro
coordinato che hanno accompagnato la realizzazione del presente Piano secondo metodologie di convergenza.
I soggetti coinvolti, dotati di specifiche competenze, appartengono ai seguenti enti/organizzazioni
Comuni
Azienda per i servizi
sanitaria “Friuli
Occidentale”, n. 6
Istituzioni Pubbliche Privato sociale
Amministratori Referenti Distretto Referenti Provinciali Referenti Scuole Private
Responsabili Servizi Sociali Referenti Consultorio
Familiare
Referenti Ministero della
Giustizia
Referenti Cooperative
Sociali
Amministrativi Referenti CSM Referenti della Questura Referenti Agenzie
formative
Operatori ADEST Referenti SERT Referenti Istituti Scolastici Referenti Case di riposo
Referenti Centro Diurno Referenti SNPI Referenti C.T.P. Referenti “La nostra
Famiglia”
Referenti Progetto Giovani Referenti SET Referenti C.R.O Referenti C.R.I.
Referenti Informagiovani Referenti SIL Volontari delle
Associazioni di
volontariato
Operatori Servizi Socio
Educativi
MMG Referenti Sindacati
Polizia Municipale Pediatri Parrocchie
2.2.5. I Tavoli d’Area
Nella fase di avvio della pianificazione e della programmazione locale, l’Ambito ha provveduto a costituire i
tavoli di lavoro interistituzionali e partecipati chiamati “Tavoli d’Area”, misti (costituiti da operatori provenienti
da diversi settori, organizzazioni e con differenti profili professionali, amministratori, etc.) e rappresentativi di
tutti i soggetti chiamati in causa dalla legge.
I Tavoli d’Area
I Tavoli d’Area, declinati sulla base delle indicazioni espresse nella Legge 328/00 e delle specifiche esigenze
del territorio, vengono di seguito enunciati:
• Tavolo Area Adulti;
• Tavolo Area Anziani;
• Tavolo Area Diversamente Abili;
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• Tavolo Area Giovani e genitorialità;
• Tavolo Area Infanzia e genitorialità;
• Tavolo Area Migranti
I criteri adottati per l’individuazione dei componenti dei tavoli di area
In fase di individuazione e selezione dei partecipanti si è tenuto conto della valenza operativa che i Tavoli
d’Area avrebbero assunto; non si è trattato di una scelta facile, tuttavia l’Ambito si è dato una serie di linee
guida/criteri atte/i a facilitarne l’individuazione, che di seguito vengono riportate:
• limitare il numero dei partecipanti ai Tavoli ad un massimo di 15-20 persone, per consentire una reale operatività
e confronto tra i partecipanti. Il punto di partenza è stata la consapevolezza che ampliare il contesto avrebbe
comportato il rischio della non governabilità del gruppo;
• favorire la presenza delle risorse istituzionali presenti sul territorio (sanitarie, provinciali, aziendali, etc.), al fine
di promuovere e garantire un’effettiva integrazione tra le diverse politiche (del lavoro, dell’educazione, della
formazione, abitative, culturali, etc.);
• assicurare la presenza di interlocutori afferenti al privato sociale (cooperazione e associazionismo) attivi nel
territorio dell’Ambito (in particolare che abbiano delle collaborazioni in atto con i Comuni dell’Ambito e/o con
l’Azienda per i servizi sanitari) e portatori di un’esperienza significativa;
• favorire la partecipazione soprattutto dei soggetti territoriali caratterizzati da una dimensione sovracomunale,
capaci cioè di portare, ai tavoli di lavoro, visioni non meramente particolaristiche o campanilistiche, ma a
valenza per quanto possibile di Ambito.
I partecipanti ai Tavoli d’Area
I partecipanti selezionati, che hanno successivamente partecipato attivamente ai processi avviati, sono di
seguito elencati per Tavolo di appartenenza.
Tavolo Area Adulti
n. 2 amministratori individuati in sede di Assemblea dei Sindaci
n 1 operatore del Servizio Inserimento Lavorativo ASS. n. 6
n. 1 operatore del Dipartimento di Salute Mentale ASS. n. 6
n. 1 operatore del Dipartimento per le Dipendenze ASS. n. 6
n. 1 operatore ADEST
n. 1 operatore del Servizio Sociale età Adulta Ministero della Giustizia
n. 1 rappresentante delle Stazioni dei Carabinieri
n. 1 Medico di Medicina Generale
n. 1 rappresentante delle Cooperative Sociali
n. 1 rappresentante Associazioni ACAT
n. 1 rappresentante dei Sindacati
n. 1 rappresentante dell’Associazione Piccole e Media Imprese di Pordenone
n. 1 rappresentante Agenzie formative
n. 1 rappresentante del Centro per l’Impiego
n. 1 rappresentante ATER
n. 1 rappresentante Consorzio del Mobile
n. 2 assistenti sociali coordinatrici del tavolo
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Tavolo Area Anziani
n. 2 amministratori individuati in sede di Assemblea dei Sindaci
n. 1 rappresentante ADEST
n. 2 rappresentanti assistenza domiciliare integrata ASS n. 6
n. 2 rappresentanti delle Case di Riposo
n. 1 rappresentante Centri Diurni
n. 1 Medico di Medicina Generale
n. 1 rappresentante Sindacato Pensionati
n. 1 rappresentante Patronati
n. 1 rappresentante Associazione San Pietro Apostolo – CUPTA - Azzano Decimo
n. 1 rappresentante Università della Terza Età
n. 2 rappresentanti Parrocchie
n. 1 rappresentante Cooperativa ACLI di Pordenone
n. 2 assistenti sociali coordinatrici del tavolo
Tavolo Area Diversamente Abili
n. 2 amministratori individuati in sede di Assemblea dei Sindaci
n. 1 operatore del Servizio Educativo Territoriale ASS. n. 6
n. 1 operatore del Servizio Inserimento lavorativo ASS. n. 6
n. 1 operatore del Servizio di Neuropsichiatria Infantile Ass. n. 6
n. 1 rappresentante dell’Associazione “La Nostra Famiglia”
n. 1 rappresentante dell’Associazione “ANFASS” – O.N.L.U.S.
n. 2 operatori Distretto Sanitario ASS. n. 6
n. 2 rappresentanti delle Associazioni dei familiari
n. 1 rappresentante del Centro Diurno di Poincicco – ASS. n. 6;
n. 1 rappresentante della Cooperativa Sociale a.r.l. “Il Ponte”
n. 1 rappresentante della Cooperativa Itaca
n. 1 rappresentante Scuole Pubbliche
n. 2 assistenti sociali coordinatrici del tavolo
Tavolo Area Giovani e genitorialità
n. 2 amministratori individuati in sede di Assemblea dei Sindaci
n. 1 operatore del Servizio Sociale per i minorenni del Ministero della Giustizia
n. 1 operatore del Consultorio Familiare ASS. n. 6
n. 1 operatore del Servizio di Neuropsichiatria Infantile ASS. n. 6
n. 1 rappresentante dell’Informagiovani
n. 1 rappresentante dei Progetti Giovani
n. 1 rappresentante delle scuole medie (Scuole ed Istituti Comprensivi)
n. 1 rappresentante delle Agenzie Formative
n. 1 rappresentante dei Consigli Comunali dei Ragazzi
n. 1 rappresentante delle Pastorali Giovanili
n. 2 rappresentanti delle Associazioni Sportive
n. 1 rappresentante Centro di Orientamento Regionale
n. 1 rappresentante dell’Ufficio di Polizia Municipale
n. 2 assistenti sociali coordinatrici del tavolo
Tavolo Area Infanzia e genitorialità
n. 2 amministratori individuati in sede di Assemblea dei Sindaci
n. 1 rappresentante Ufficio Minori della Questura
n. 1 operatore del Consultorio Familiare ASS. n. 6
n. 1 operatore del Servizio Neuropsichiatria Infantile ASS. n. 6
n. 1 scuola materna, n. 2 scuole dell’obbligo e n. 1 rappresentante per le scuole private (Scuole ed Istituti
Comprensivi)
n. 1 rappresentante del Laboratorio Scuola di Azzanello
n. 1 rappresentante della Cooperativa Sociale Melarancia
n. 1 operatore dei Servizi Socio-Educativi del territorio di Ambito
n. 1 pediatra
n. 2 assistenti sociali coordinatrici del tavolo
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Tavolo Area Migranti
n. 2 amministratori individuati in sede di Assemblea dei Sindaci;
n. 1 rappresentante Azienda Sanitaria n. 6 “Friuli Occidentale”
n. 1 rappresentante dell’Ufficio Stranieri della Questura
n. 1 rappresentante Uff. Polizia Municipale
n. 1 rappresentante Associazione Cerco Casa/Vicini di Casa
n. 1 rappresentante Caritas Diocesana
n. 1 rappresentante ATER
n. 1 rappresentante Associazione Immigrati di Pordenone
n. 1 rappresentante della Comunità ROM Chions
n. 1 rappresentante CTP - Centro Territoriale Permanente – Prata di Podenone
n. 1 rappresentante della Comunità SIK Pasiano di Pordenone
n. 2 assistenti sociali coordinatrici del tavolo
L’adozione delle linee, quali criteri di selezione dei partecipanti ai Tavoli d’Area, ha comportato la necessità
di individuare delle rappresentanze ristrette per alcune categorie di soggetti. Tuttavia la partecipazione estesa ai
processi, secondo il principio di sussidiarietà orizzontale, appare comunque rispettato. In previsione di un
coinvolgimento esteso della cittadinanza, le Assemblee comunali, quali occasioni d’incontro della popolazione dei
singoli contesti territoriali, costituiranno la sede necessaria per la diffusione e la partecipazione allargata.
La Mission dei Tavoli d’Area
Le funzioni a cui sono stati preposti i partecipanti ai Tavoli d’Area, sono le seguenti:
a. mettere in rete dati, informazioni e i rispettivi Know how conoscitivi ed esperienziali necessari alla
realizzazione di una diagnosi comunitaria condivisa e concertata (analisi e lettura congiunta dei dati –
demografici, di servizio, analisi dell’offerta territoriale e dei bisogni comunitari);
b. effettuare in forma congiunta l’analisi SWOT al fine di individuare i punti di forza, di debolezza dell’attuale
sistema dei servizi territoriali e le intrinseche opportunità esistenti;
c. partecipare alla scelta degli obiettivi, delle priorità e delle possibili linee progettuali d’intervento;
d. concorrere alla diffusione delle informazioni prodotte nel processo programmatorio;
e. stabilire le risorse (umane, strutturali ed economiche) che i diversi soggetti, per quanto di loro competenza,
possono e/o intendono mettere a disposizione per la realizzazione degli obiettivi del Piano.
Modalità organizzative per non rendere aleatoria e disperdere la partecipazione ai Tavoli
Al fine di evitare dispersione nella partecipazione, sono state individuate le seguenti modalità organizzative:
• Iscrizione dei partecipanti
Per garantire la continuità del lavoro all’interno dei tavoli e dunque la partecipazione costante dei soggetti
individuati, l’Ufficio di Piano ha richiesto agli stessi una formale iscrizione, effettuata attraverso un apposito
modulo, che prevedeva da un lato l’indicazione del soggetto territoriale rappresentato, dall’altro il nominativo
della persona che avrebbe effettivamente partecipato. Il fine è stato quello di evitare avvicendamenti che
avrebbero potuto rallentare i lavori in corso d’opera.
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• La calendarizzazione degli incontri
Ogni Tavolo d’Area ha stabilito le regole per la gestione delle proprie finalità: calendario, tempistiche e
investimenti orari complessivi. Gli impegni assunti sono stati generalmente rispettati in tutti i tavoli d’Area;
nonostante le difficoltà di conciliazione tra agende sovraccariche di impegni. Il giorno calendarizzato ha assunto
le sembianze di “un giorno fisso per concertare, programmare, progettare (…)” per tutti i partecipanti che si sono
messi in gioco.
• La modulistica: registro presenze e verbali
L’Ufficio di Piano per presidiare le attività avviate, sia dal punto di vista dei processi, che dei contenuti ha
richiesto, per ogni incontro, la compilazione del registro presenze e del verbale delle attività svolte, predisponendo
a tal fine due appositi moduli preventivamente consegnati ai coordinatori dei Tavoli d’Area.
Il registro presenze ha avuto la valenza di mettere tempestivamente in luce la dispersione o meno dei
partecipanti ai Tavoli d’area; dall’analisi degli stessi si rileva una positiva partecipazione da parte dei soggetti
coinvolti nel processo e nelle attività avviate.
La compilazione dei verbali d’attività è avvenuta con modalità diverse nei Tavoli d’Area: alcuni verbali sono
stati compilati ad opera di uno dei due coordinatori; altri da verbalizzanti designati a “turno”; altri ancora da un
soggetto verbalizzante “stabile” scelto tra i partecipanti al Tavolo. Il verbale si è dimostrato un utile strumento di
documentazione del lavoro svolto, ha consentito la realizzazione di un archivio attivo in Ambito (documentazione
dell’esperienza), rendere possibile l’aggiornamento dei partecipanti che non hanno potuto presenziare ad un
incontro.
I verbali così redatti all’interno dei Tavoli d’Area, generalmente sono confluiti dai coordinatori al personale
dell’Ufficio di Piano, che dopo averne curato l’elaborazione su supporto informatico, ha provveduto di volta in
volta, ad inoltrarli a tutti i partecipanti ai tavoli d’area.
• Stili, strumenti comunicativi e messa in rete delle informazioni
Per mettere in rete i diversi attori territoriali e favorire la circolarità delle informazioni in senso bidirezionale
– dall’Ufficio di Piano verso i partecipanti e dai partecipanti verso l’Ufficio di Piano – l’Ufficio di Piano ha
costituito una mailing list d’Ambito suddivisa per Tavoli d’Area, che ha permesso una rapida circolazione delle
comunicazioni (inviti), dei materiali via, via predisposti (schede raccolta dati, verbali, documenti di sintesi, etc.) e
un confronto e uno scambio d’informazioni in itinere; è stato inoltre costituito un indirizzario contenente i recapiti
di ciascun partecipante (n. telefono, n. cellulare, n. fax, etc.).
La posta elettronica, infatti, non è stato l’unico canale di comunicazione, il telefono e il fax sono stati di utile
supporto nei casi in cui i diversi attori territoriali fossero sprovvisti dell’indirizzo mail.
Infine, il supporto con il materiale cartaceo, è stato garantito dai coordinatori dei Tavoli d’Area a tutti i
partecipanti ad ogni incontro calendarizzato, quale base di partenza per le discussioni in divenire.
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La regia e il coordinamento dei Tavoli d’Area
L’Ufficio di Piano ha provveduto, per ogni Tavolo d’Area, all’individuazione di due coordinatori e di almeno
un rappresentante politico.
I Tavoli d’Area sono stati generalmente coordinati dalle Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito che –
legittimate dal ruolo e autorevoli per esperienza – si sono poste al di sopra delle parti e hanno guidato le
dinamiche tra i diversi operatori verso un punto di equilibrio ottimale.
2.3. Le fasi del percorso
Il percorso avviato nel territorio dell’Ambito Sud 6.3 per la predisposizione partecipata del Piano di Zona
2006-2008, può essere scandito temporalmente in tre fasi convenzionali, le cosiddette “3 P” – Pianificazione,
Programmazione e Progettazione, che di seguito vengono presentate.
Fase avvio: la Pianificazione
Periodo di riferimento: novembre 2003 - aprile 2005
L’Ambito ha attivato, in tale fase temporale, le seguenti azioni:
a. Verifica dell’adeguatezza organizzativa del Servizio Sociale dei Comuni e sua riorganizzazione;
b. Avvio dell’Ufficio di Piano e definizione dei suoi compiti;
c. Partecipazione della componente politica, tecnica ed amministrativa alla formazione in materia:
Politici: “L. 328/2000 e Piani di Zona” 8 novembre 2003 giornata tenuta dal dott. Francesco Vernò e
organizzata dall’Ambito Sociale Sud n. 6.3.;
“I programmi delle attività territoriali e i Piani di Zona” 15 marzo 2005, Convegno
organizzato dalla Regione F.V.G.;
“Gestire il Piano di Zona: il ruolo dell’Amministrazione locale” 19 marzo 2005, Convegno
organizzato dalla Regione F.V.G e Federsanità A.N.C.I.;
Tecnici: “Introduzione legge 328/2000 e Piani di Zona”, 23 gennaio 2004, 6 febbraio 2004, 20
febbraio 2004 e 5 marzo 2004, organizzato dalla CIVIFORM. scarl – Centro Formazione
Professionale Cividale;
“Scenari e prospettive di politica sociale a quattro anni dall’approvazione della legge
328/2000 tra dimensione locale e nazionale” 21 ottobre 2004, organizzato dall’I.R.S.Se.S
Trieste
“I programmi delle attività territoriali e i Piani di Zona” 15 marzo 2005, Convegno
organizzato dalla Regione F.V.G.;
4 cicli formativi congiunti PAT/PdZ, organizzati dall’Agenzia Regionale della sanità, che si
sono tenuti tra maggio e dicembre 2005
Amministrativi: “Piani di Zona e partecipazione dei soggetti comunitari: culture, organizzazione e processi”
20 ottobre 2003 organizzato dall’I.R.S.Se.S Trieste;
“Piani di Zona: Accordi di programma e forme di gestione dei servizi alla persona” 17
novembre 2003 organizzato dall’I.R.S.Se.S Trieste;
“Metodi e tecniche per la gestione dell’Ufficio di Piano”, marzo-giugno 2005, al quale hanno
partecipato tre operatori d’Ambito (e per alcuni incontri anche il Responsabile Tecnico-
Amministrativo dell’Ambito). Si è trattato di un corso di formazione organizzato dalla
Regione, in collaborazione con il centro di Formazione professionale (CIVIFORM) e
finalizzato a fornire ai partecipanti strumenti di informazione, conoscenza e competenza
comuni, utili al processo di definizione e attuazione dei Piani di Zona.
Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona Piano di Zona 2006-2008
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d. definizione degli organismi e delle modalità di regia ed indirizzo del processo pianificatorio;
e. individuazione delle aree di intervento prioritarie e degli obiettivi generali da raggiungere;
f. organizzazione di incontri con il Direttore del Distretto Sud e il Coordinatore sociosanitario dell’Azienda
per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” per definire le modalità di collaborazione, finalizzate alla
programmazione sociosanitaria integrata;
g. attivazione organismi politici e tecnici a livello di Ambito Distrettuale:
• incontri presso ogni Comune con Sindaci, Assessori alle Politiche Sociali, Responsabili Settore Servizi
Sociali;
• incontri Equipe Assistenti Sociali;
h. organizzazione di incontri al fine di individuare i soggetti dei Comuni referenti per le aree “sociali” non
assistenziali:
• Informagiovani, Progetto Giovani ed Educatori dei Servizi educativi dell’Ambito, 21 marzo, 2005.;
• Uffici di Polizia Municipale, 21 marzo, 2005;
• Assistenti Domiciliari, 22 marzo, 2005;
i. organizzazione di incontri al fine di individuare i soggetti istituzionali e non del territorio:
• incontri con le Associazioni: 14 marzo Comune di Prata di Pordenone; 16 marzo Associazione San Pietro
Apostolo – CUPTA di Azzano Decimo; 21 marzo Comune di Chions; 22 marzo Comune di Zoppola; 30 marzo
Comune di Fiume Veneto e i restanti Comuni entro i primi giorni del mese di aprile 2005;
• Vicari della Forania, 16 marzo 2005;
• Cooperative Sociali operanti nell’Ambito: ITACA, ACLI/FAI, Melarancia, Il Seme, 17 marzo 2005;
• Agenzie Formative: Villaggio del Fanciullo, IAL, ENAIP, 17 marzo 2005;
• Dirigenti scolastici, 21 marzo 2005;
• Carabinieri, 21 marzo 2005;
• Sindacati e Patronati, 21 marzo 2005;
• Associazione ACAT e Club del territorio dell’Ambito 22 marzo 2005;
• Associazioni Famigliari diversamente abili 24 marzo 2005;
• Associazioni Immigrati, Caritas Diocesana, Nuovi Vicini, Cerco Casa, 24 marzo 2005
j. Approvazione da parte dell'Assemblea dei Sindaci del “Documento di lavoro per la predisposizione del Piano
di Zona dell’Ambito Distrettuale Sud 6.3 per il triennio 2006-2008” – deliberazione Ente Gestore, n. 57 del 24
marzo 2005 –.
Il processo di costruzione partecipata del Piano di Zona prende ufficialmente avvio con l’Assemblea plenaria
del 9 aprile 2005, alla quale erano presenti le rappresentanze istituzionali (Comuni, ASS6; Distretto Sud, Provincia,
Questura, Prefettura, Scuole, Organizzazione Sindacali, (…) etc.) e del Terzo Settore (cooperative, associazioni culturali, sportive,
volontariato, (…), etc.).
La Plenaria ha visto il susseguirsi di tre momenti salienti:
1. illustrazione da parte de Responsabile Ambito, del Coordinatore Socio-Sanitario dell’Azienda n. 6 e del
Direttore del Distretto Sanitario Sud 6.3 del percorso di lavoro finalizzato alla redazione del Piano di Zona
(PdZ) e del Programma delle Attività Territoriali (PAT), evidenziando che l’Assemblea dei Sindaci aveva
Piano di Zona 2006-2008 Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
Ambito Distrettuale Sud 6.3
26
già istituito, a tal fine, due strumenti fondamentali: il Tavolo Tecnico di indirizzo e coordinamento;
l’Ufficio di Piano, che si occupa della stesura del Piano e di monitorare l’attuazione dello stesso;
2. iscrizione dei partecipanti ai relativi Tavoli d’Area di pertinenza (già individuati negli incontri tenuti dal
Responsabile Tecnico Amministrativo dell’Ambito Sud 6.3 dal 16 marzo – al 24 marzo, 2005);
3. avvio del primo incontro/confronto nei Tavoli d’Area.
La giornata del 9 aprile ha portato a compimento la fase di Pianificazione territoriale e ha segnato l’inizio di
quella Programmatoria, concertata tra tutti i soggetti coinvolti.
La fase di programmazione
I fase: 9 aprile - 25 luglio, 2005
Il processo programmatorio avviato nell’Ambito Distrettuale Sud 6.3 si è configurato come una modalità di
coordinamento e di sostegno alla progettualità locale. In questa prospettiva:
• la predisposizione e la gestione del Piano di Zona si è configurata più come processo – di interconnessione, di
coinvolgimento, di confronto – che in termini di accordo contrattuale;
• la progettazione diviene un processo partecipativo diffuso che coinvolge il complesso dei soggetti della politica
sociale;
• vi è una centratura più sulle relazioni tra servizi e comunità che sul coordinamento dei servizi;
I mesi intercorrenti tra marzo e luglio 2005, sono stati scanditi da un intenso susseguirsi di incontri (da un
minimo di 5 ad un massimo di 9 a seconda del gruppo) e di attività territoriali: i 6 Tavoli d’Area si sono infatti
incontrati con una frequenza settimanale o bisettimanale, al fine di effettuare una lettura congiunta della realtà
territoriale. Il calendario degli incontri, proposto dall’Ufficio di Piano, ha previsto il confronto sui seguenti
oggetti:
• I incontro: analisi demografica del contesto territoriale di Ambito;
• II incontro: analisi dell’offerta territoriale (sia pubblica che privata) effettuata attraverso l’analisi SWOT;
• III incontro: individuazione e valutazione dei bisogni afferenti allo specifico target;
• IV incontro: lettura incrociata tra il dato emerso dall’analisi dell’offerta territoriale e il dato emerso dai bisogni
espressi (silenti o manifesti) afferenti al target analizzato;
• V incontro: individuazione dei 3 bisogni prioritari per area d’analisi e individuazione delle possibili linee
d’intervento sociale.
La metodologia di lavoro
Le metodologie proposte dall’Ufficio di Piano, ai coordinatori dei tavoli d’area, si sono dimostrate un utile
strumento per avviare percorsi di lettura comuni e indispensabili per garantire l’omogeneità al processo
complessivo.
Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona Piano di Zona 2006-2008
Ambito Distrettuale Sud 6.3
27
Le metodologie consigliate tuttavia non sono state imposte come un vincolo all’efficacia delle attività dei
singoli Tavoli di lavoro, consci del fatto che la complessità sociale non può essere sempre imbrigliata entro
categorie rigide o metodologie di sorta; per tale ragione sì è optato per lasciare ampia discrezionalità al conduttore
del gruppo, sia in relazione alle specifiche esigenze (del gruppo), sia alle rigidità intrinseche e/o estrinseche che
caratterizzavano lo stesso. In altre parole la metodologia è stata concepita come al servizio della diagnosi
comunitaria e non viceversa.
Ciascun tavolo ha infatti conseguito un suo particolare percorso (secondo un filo conduttore comune), ma
scandito in fasi, spazi e modalità via, via negoziati con i partecipanti medesimi, al fine di garantire il
raggiungimento dell’obiettivo metodologico sotteso: la realizzazione di una diagnosi comunitaria il più possibile
oggettiva ed esaustiva.
Le attività degli incontri
Nelle analisi e riflessioni maturate all’interno di ciascun Tavolo d’Area il primo passo è stato quello di
delimitare l’oggetto di rilevazione e di studio: il territorio, la comunità, il contesto del gruppo sociale al quale ci si
riferiva (adulti, anziani, soggetti portatori d’handicap, giovani, minori, migranti).
La fase dell’analisi della situazione territoriale ha rappresentato il presupposto alla programmazione e ha
posto le fondamenta sulle quali edificare il Piano; in questo senso l’analisi della situazione ha rappresentato la fase
pre-progettuale.
L’analisi della situazione di partenza si è articolata in quattro dimensioni:
• la prima, è stata quella relativa alla condizione demografica della popolazione afferente all’Ambito;
• la seconda, ha riguardato l’analisi del sistema di partenza costituito dall’insieme di strutture e di
meccanismi che influenzano la vita dei cittadini ed in particolare di quelli in stato di bisogno; infatti l’analisi
del modo in cui i servizi operano al presente permette di stabilire quali cambiamenti siano necessari e/o
auspicabili;
• la terza, ha riguardato l’analisi del bisogno che rimane insoddisfatto, disatteso, nonostante l’esistenza di
servizi ed interventi specifici rivolti alla popolazione target di riferimento;
• infine, la quarta dimensione, ha riguardato l’analisi dei servizi e degli interventi territoriali. La descrizione
dei servizi i modi con cui i bisogni vengono soddisfatti nell’attuale sistema espongono infatti i gap esistenti
tra bisogno soddisfatto e bisogno disatteso.
Una volta analizzato il problema da un punto di vista quantitativo e qualitativo ogni Tavolo d’Area ha
proceduto all’analisi della cause dei fenomeni analizzati. Si rileva che i problemi sono raramente generati da una
singola causa e che la multi-causalità delle questioni da affrontare rimandano ad approcci integrati, compositi,
spesso multi-settoriali.
Questo sforzo ha permesso il passo successivo che è stato quello della formulazione della “diagnosi
comunitaria” che ha portato in evidenza da un lato, l’originale e irripetibile profilo della comunità; dall’altro ha
costituito la base di partenza per la definizione e la scelta degli obbiettivi.
Piano di Zona 2006-2008 Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
Ambito Distrettuale Sud 6.3
28
L’analisi della situazione da un lato e gli obiettivi dall’altro, hanno così delimitato l’area dell’azione.
La prima fase di programmazione dell’Ambito Distrettuale Sud 6.3 si è conclusa con l’Assemblea Plenaria
del 15 luglio 2005, ove è stato presentato un documento di Sintesi contenente le riflessioni/analisi sviluppate
all’interno dei singoli Tavoli d’Area e successivamente elaborate e sintetizzate dall’Ufficio di Piano.
In dato 25 Luglio, 2005, il suddetto Documento di Sintesi “Restituzione delle analisi e delle riflessioni del
percorso dei Tavoli d’Area – Dossier aree problematiche e ipotesi d’intervento” è stato valutato e approvato
dall’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale. Tale documento ha fornito alla medesima Assemblea dei
Sindaci importanti indicazioni per scegliere quali interventi attuare nelle diverse aree tematiche; infatti tale scelta
non può che essere politica, dovendo confrontarsi con le logiche di bilancio, i vincoli normativi e strutturali, le
priorità generali che l’amministrazione di un dato territorio si dà.
Il Documento di Sintesi, validato interamente da parte dell’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale e
dell’Ufficio di Piano, diventa parte costituente del Piano di Zona.
La fase Progettuale
La fase di progettazione degli interventi e servizi territoriali nell’Ambito Distrettuale Sud 6.3, può essere
simbolicamente suddivisa in due momenti: la prima fase che va dal 26 ottobre al 30 novembre e che vede
protagonisti i Tavoli d’Area, ma non solo (in questa fase risulta infatti determinante anche il lavoro di indirizzo e
coordinamento svolto sia dall’Ufficio di Piano, che dal Tavolo Tecnico); la seconda, intercorrente tra i mesi di
Ottobre e la fine di Dicembre, 2005 caratterizzata principalmente dalle attività e dell’operatività dell’Ufficio di
Piano e del Tavolo Tecnico.
I fase: 26 ottobre – 30 novembre, 2005
Nel periodo intercorrente tra settembre-ottobre 2005, il Tavolo Tecnico, recepito l’indirizzo dell’Assemblea
dei Sindaci, si è riunito due volte al fine di:
• monitorare lo stato avanzamento lavori per la predisposizione del Piano di Zona;
• suddividere gli obiettivi progettuali designati in fase programmatoria in obiettivi esclusivamente a valenza
sociale e a valenza socio-sanitaria (obiettivi integrati PdZ/PAT – materie ad alta integrazione socio sanitaria);
• stabilire le linee e gli orizzonti progettuali da un punto di vista meramente tecnico;
• discutere sull’opportunità di coinvolgimento dei soggetti territoriali (Tavoli d’Area) in fase progettuale.
Dalle riflessioni e analisi maturate all’interno del Tavolo Tecnico è emersa l’importanza e la necessità del
coinvolgimento degli attori territoriali nella fase di progettazione degli interventi/servizi, da un lato, al fine di
preservare il principio di sussidiarietà orizzontale; dall’altro di favorire la realizzazione di un Piano di Zona
territoriale il più possibile partecipato e concertato; quest’ultimo, principio guida di tutte le azioni intraprese. Per
tale ragione, il Tavolo Tecnico ha proceduto all’elaborazione di un set di criteri atti a selezionare/designare gli
obiettivi oggetto delle progettazioni rispettivamente dei Tavoli d’Area e del Tavolo Tecnico.
Tre sono stati i criteri di selezione individuati:
Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona Piano di Zona 2006-2008
Ambito Distrettuale Sud 6.3
29
• il Criterio dei Livelli Istituzionali. Tale criterio ha consentito la suddivisione degli obiettivi in tre gruppi: 1)
obiettivi che investono esclusivamente il livello Tecnico a causa della forte complessità che intrinsecamente ed
estrinsecamente li caratterizza; 2) obiettivi che possono essere oggetto di progettazione territoriale (esplicitati
nelle attività dei Tavoli d’Area); 3) obiettivi ad alta integrazione socio-sanitaria (che prevedono un raccordo-
integrazione tra gli obiettivi del PdZ e del PAT e che per tale ragione prevedono il coinvolgimento delle figure
dirigenziali rispettivamente dell’Ambito e del Distretto Sanitario);
• il criterio dei Livelli Territoriali. Tale criterio ha consentito la selezione degli obiettivi in relazione al livello
territoriale a cui afferiscono. Si sono infatti rilevati obiettivi che contemplano progettazioni sovra-territoriali e
trasversali (si tratta di problematiche generalmente rilevate trasversalmente in tutti gli Ambiti Distrettuali
Territoriali della Provincia di Pordenone), che eludono cioè la progettualità al livello di singolo Ambito
Distrettuale. Si tratta delle cosiddette progettualità di Area Vasta – con particolare riferimento all’Area
Diversamente Abili, Minori, etc., – che coinvolgono trasversalmente il livello Provinciale, Aziendale,
Distrettuale e quello d’Ambito. Si precisa che per la progettazione dei suddetti obiettivi è stato formalmente
costituito (a livello provinciale) un Tavolo di lavoro denominato “Tavolo d’Area Vasta”, che vede il
coinvolgimento dei diversi partners istituzionali territoriali (i Responsabili Tecnici-Amministrativi dei 5 Ambiti
Distrettuali (Ambito Urbano, Ovest, Sud, Est, Nord), il Coordinatore Socio-Sanitario dei Servizi Sociali dell’Azienda
Sanitaria, n. 6 “Friuli Occidentale”, ed infine, i Direttori dei 5 Distretti Sanitari locali afferenti alla Provincia di
Pordenone); si tratta per lo più di un Tavolo di discussione e confronto tecnico ed è vocato alla condivisione di
criteri, scelte e strategie comuni (tra i 5 Ambiti-Distretti della Provincia) sulle materie definite d’Area Vasta, tra
le quali si annoverano: a) la delega all’Azienda sanitaria in materia di handicap; b) la realizzazione di strutture di
accoglienza a favore di minori a valenza anche terapeutica; c) la realizzazione di strutture di cura e assistenza a
categorie particolari di persone (disturbi alimentari, alcool correlati, etc.); d) la convergenza su progetti e
strutture di Area Vasta a valenza innovativa e/o sperimentale.
• il criterio dei vincoli temporali (ovvero i tempi concessi dalla Regione). La scadenza regionale per la
consegna dei documenti programmatori fissata al 31 dicembre 2005, ha determinato l’imposizione di un vincolo
temporale rigido per l’organizzazione delle singole attività oggetto della progettazione nei Tavoli d’Area. La
progettazione territoriale, infatti, è stata concentrata nel brevissimo periodo intercorrente tra ottobre e il 30
novembre, 2005.
Il Tavolo Tecnico, avvalendosi dei criteri individuati, ha successivamente provveduto alla designazione degli
obiettivi oggetto del lavoro in divenire nei Tavoli d’Area.
La seconda fase del processo programmatorio ha preso formale avvio con l’Assemblea Plenaria “Assemblea
d’avvio della seconda fase del processo per la predisposizione partecipata del PdZ/PAT, 2006-2008”, tenuta il 26
ottobre 2005.
La giornata è stata articolata in tre momenti:
• un primo, nel quale il Referente per l’Ambito e il Direttore del Distretto Sanitario Sud 6.3, hanno presentato
lo stato avanzamento dei lavori relativi alla predisposizione del Piano di Zona (PdZ) e del Programma della
Attività Territoriali (PAT);
• un secondo, ove il Referente per l’Ambito, ha presentato i criteri di selezione degli obiettivi per le attività di
progettazione da effettuarsi nei Tavoli d’Area e li ha formalmente attribuiti;
Piano di Zona 2006-2008 Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
Ambito Distrettuale Sud 6.3
30
• un terzo, nel quale le attività dei Tavoli d’Area hanno ripreso formale avvio dopo la pausa estiva: i
partecipanti ai processi, infatti, dopo l’assemblea plenaria, si sono riuniti nei rispettivi Tavoli d’Area di
pertinenza; si sono dati un’organizzazione (tempistiche, calendarizzazione degli incontri, investimenti orari,
etc.) ed hanno iniziato a delineare – a partire dalle priorità individuate nella prima fase del processo
programmatorio – le possibili linee d’indirizzo e d’azione.
Nel mese intercorrente tra ottobre-novembre 2005, ogni Tavolo d’Area ha effettuato da un minimo di due ad
un massimo di 6 incontri (a seconda del gruppo di lavoro) che hanno registrato un alto livello di partecipazione da
parte di tutti i soggetti chiamati al processo programmatorio.
La metodologia di lavoro
L’Ufficio di Piano, al fine di facilitare l’attività di progettazione all’interno dei Tavoli d’Area, ha fornito
preventivamente, a tutti i coordinatori dei Tavoli, una griglia sistematica detta “Scheda progetto”, frutto della
semplificazione dell’omologa Scheda Regionale. Il senso sotteso allo strumento è stato quello di agevolare e
orientare le riflessioni e/o elaborazioni dei partecipanti; in altre parole, un costrutto per non disperdere idee e/o
intendimenti ritenuti essenziali in fase di stesura definitiva della scheda medesima.
L’orientamento metodologico perseguito, in linea con le linee fornite nell’ambito della Formazione integrata
PAT/PdZ dall’Agenzia Regionale della Sanità, prevedeva uno schema tipo ad albero, che viene di seguito
sinteticamente illustrato nel grafico 2 sottostante.
Matrice ad Albero per l’analisi e l’elaborazione degli obiettivi progettuali
Grafico 2: Matrice ad Albero per l’analisi e l’elaborazione degli obiettivi progettuali”
A partire da ciascun obiettivo designato, ciascun Tavolo d’Area ha provveduto così via, via a definire
l’articolazione dei sotto-obiettivi progettuali, che insieme concorrono al raggiungimento del dato obiettivo e
all’individuazione delle linee d’intervento e/o macro-azioni ad essi collegati.
Obiettivo generale
Obiettivo specifico
Obiettivo specifico Obiettivo specifico
Linea d’intervento Linea d’intervento
Linea d’intervento
Linea d’intervento
Linea d’intervento
Linea d’intervento
Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona Piano di Zona 2006-2008
Ambito Distrettuale Sud 6.3
31
La metodologia perseguita all’interno dei Tavoli, in fase di progettazione, è stata ovunque omogenea; tuttavia
ha conseguito risultati diversi a seconda dei differenti contesti: alcuni Tavoli, infatti, hanno prodotto progettualità
che possono essere a ragione definite già allo stato “operativo”, per il livello di dettaglio e analisi raggiunto; altri
hanno elaborato una serie di ipotesi e/o linee d’intervento/strategie atte al conseguimento degli obiettivi, che sono
state successivamente ri-elaborate, analizzate ed integrate in sede di Tavolo tecnico.
Le attività degli incontri
Gli obiettivi progettuali, designati dal Tavolo Tecnico per le attività progettuali dei Tavoli d’Area, sono stati il
punto di partenza per la definizione delle le possibili strategie e linee d’intervento atte al raggiungimento degli
obiettivi medesimi.
Di seguito vengono riportati, suddivisi per Tavolo di riferimento, gli obiettivi oggetto delle specifiche attività
progettuali territoriali:
Tavolo Obiettivo progettuale
Adulti Sostegno alle reti familiari e sociali
Anziani Prevenire e ridurre i rischi involutivi legati al processo di invecchiamento
Diversamente Abili Realizzare percorsi di autonomia per il disabile giovane adulto
Giovani e genitorialità Realizzazione di spazi di ascolto per i giovani
Rendere gli utenti e gli operatori maggiormente orientati nell’utilizzo delle risorse
territoriali a favore delle fasce giovanili
Minori e genitorialità Realizzare una pianificazione di servizi e interventi a livello di Ambito
Avviare meccanismi e modalità di integrazione e coordinamento tra servizi pubblici e
privati (cooperative e volontariato)
Migranti Facilitare l’inserimento sociale degli extra-comunitari con particolare riferimento alle fasce
minorili e giovanili
II fase: Ottobre – 31 Dicembre, 2005
La seconda fase dell’attività progettuale ha visto i protagonisti il Tavolo Tecnico e l’Ufficio di Piano: le
progettualità maturate in seno ai Tavoli d’Area, filtrate e rielaborate dall’Ufficio di Piano, che ha attivamente
presìdiato sia da un punto di vista dei processi che dei contenuti l’elaborazione del presente Piano di Zona, sono
state riportate al Tavolo Tecnico che le ha analizzate, valutate e integrate. Nel periodo intercorrente tra ottobre e
dicembre, 2005, diversi sono stati gli incontri calendarizzato del Tavolo Tecnico finalizzati a:
• analizzare, valutare e integrare collegialmente le progettualità emerse dai Tavoli d’Area;
• stabilire le linee d’indirizzo per l’elaborazione delle progettualità residue (la progettazione di quegli obiettivi
che – a fronte del carattere meramente tecnico – sono state considerati di esclusiva pertinenza del Tavolo
Tecnico);
• avanzare proposte di ordine tecnico e contenutistico in relazione alle progettualità in divenire di pertinenza del
Tavolo Tecnico;
Piano di Zona 2006-2008 Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
Ambito Distrettuale Sud 6.3
32
• integrare le progettualità d’Ambito con proposte e/o iniziative in divenire a livello provinciale;
• coordinare le progettualità elaborate dall’Ufficio di Piano.
Parallelamente, numerosi sono stati anche gli incontri e i raccordi tra l’Ufficio di Piano e il Direttore del
Distretto Sanitario Sud, al fine di realizzare la coprogettazione degli interventi e/o servizi sulle materie ad alta
integrazione socio-sanitaria. Si è pertanto provveduto ad uniformare gli interventi e/o servizi contenuti
rispettivamente nel PAT e nel PdZ e per tale ragione, nei due documenti, risultano coincidenti.
La Progettazione (sia nella prima, che nella seconda fase) ha comportato un lavoro parallelo e sinergico tra i
Tavoli d’Area, il Tavolo Tecnico e l’Ufficio di Piano. Tra i tre livelli sono state instaurate delle comunicazioni
circolari che dai “Tavoli d’Area” sono generalmente confluite all’Ufficio di Piano e da quest’ultimo al “Tavolo
Tecnico” e viceversa.
La comunicazione circolare è stata in grado di influenzare i processi e modificare gli orientamenti in itinere
oltre che costituire occasione di confronto e dialogo positivo tra i diversi partners istituzionali e territoriali.
La fase conclusiva: dall’1 al 31 Dicembre, 2005
Le progettualità maturate nei Tavoli d’Area e nel tavolo Tecnico sono state successivamente elaborate ed
inserite, dall’Ufficio di Piano, nelle apposite Schede Progetto predisposte a tal fine dalla Direzione Regionale. Il
documento finale che racchiude le 24 Schede è stato avvallato dal Tavolo Tecnico (che ha analizzato tutte le
schede apportandovi le opportune rettifiche ed integrazioni) e approvato, insieme alla scheda finanziaria,
dall’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale in data 25 gennaio 2005.
Si conclude così il processo avviato per la predisposizione partecipata del Piano di Zona 2006-2008
dell’Ambito Distrettuale Sud 6.3. In conclusione, appare di fondamentale importanza che i Tavoli Tematici non
concludano la loro attività al varo del PdZ, ma continuino ad operare come organismi permanenti per la
realizzazione e l’implementazione progressiva del Piano, per il monitoraggio e la valutazione degli esiti delle
medesime azioni. Questa prospettiva comporta necessariamente investimenti rilevanti in termini di organizzazione
e disponibilità dei diversi Enti e delle differenti forze sociali (e dei relativi operatori), ma appare come l’unica
strada per assicurare la necessaria coerenza e congruenza tra pianificazione ed azione.
Di seguito vengono riportate, a titolo esemplificativo, le tappe salienti che hanno caratterizzato l’intero
processo.
Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona Piano di Zona 2006-2008
Ambito Distrettuale Sud 6.3
33
Fasi del percorso Fascia
temporale
Organo
istituzionale Descrizione sintetica
24 marzo,
2005
Assemblea
dei Sindaci
Approvazione “Documento di lavoro per la
predisposizione del Piano di Zona dell’Ambito
Distrettuale Sud 6.3 per il triennio 2006-2008” – delibera
Ente Gestore, n. 57, del 24 marzo, 2005
31 marzo
2005
Ufficio di
Piano
Invio alla Direzione Regionale della Sanità e delle
Politiche sociali della scheda “Monitoraggio del processo
di realizzazione dei PdZ”
fase avvio: la
Pianificazione
9 aprile
2005
Ufficio di
Piano
I Assemblea Plenaria del 9 aprile, 2005 – “Assemblea
d’avvio per la realizzazione del Piano di Zona
partecipato, 2006-2008”
aprile -
luglio 2005
Coordinatori
tavoli d’area
Incontri dei 6 tavoli d’area (analisi dati demografici,
mappatura delle risorse esistenti, analisi dell’offerta,
analisi dei bisogni, individuazione di obiettivi/interventi
prioritari e ipotesi di possibili linee d’intervento)
15 Luglio
2005
Ufficio di
Piano
II Assemblea Plenaria del 15 luglio, 2005 “I partecipanti
ai Tavoli d’Area s’incontrano” (Presentazione
25 Luglio
2005
Assemblea
dei Sindaci
Approvazione Documento di sintesi “Restituzione delle
analisi e delle riflessioni del percorso dei Tavoli d’Area”
fase di
Programmazione
(I fase)
31 Luglio
2005
Ufficio di
Piano
Invio alla Direzione Regionale della Sanità e delle
Politiche sociali della scheda “Monitoraggio del processo
di realizzazione dei PdZ”
26 ottobre
2005
Ufficio di
Piano
Assemblea plenaria d’avvio della seconda fase del
processo per la predisposizione partecipata del PdZ/PAT
fase Progettazione
(I fase)
ottobre-
novembre
2005
Coordinatori
tavoli d’area
Incontri dei 6 tavoli d’area (individuazione delle linee
d’intervento finalizzate al raggiungimento degli obiettivi
designati e alla risoluzione del problema indagato)
settembre-
dicembre
2005
Ufficio di
Piano –
Tavolo
Tecnico
Incontri di coprogettazione
fase di Progettazione
(II fase)
settembre-
dicembre
2005
Ufficio di
Piano –
Distretto
Sanitario
Incontri di coprogettazione Aree ad alta integrazione
(PdZ/PAT)
30
novembre
2005
Assemblea
dei Sindaci
Approvazione Documento di Programmazione delle
attività Territoriali del Distretto Sanitario Sud (PAT)
25 gennaio
2006
Assemblea
dei Sindaci
Approvazione delle Progettualità e dello schema
Finanziario triennale del Piano di Zona
31 gennaio
2006
Assemblea
dei Sindaci
Approvazione schema d’Intesa per le aree ad Alta
integrazione socio-sanitaria (Deliberazione giuntale n. 13
del 31 gennaio, 2006)
8 febbraio
2006
Ufficio di
Piano
Richiesta parere ai sensi dell’art. 12, comma 6, della L.R.
23/2004 alla Consulta Regionale delle Associazioni dei
Disabili e all’Osservatorio regionale per l’Anziano
marzo 2006 Assemblea
dei Sindaci;
Approvazione del Piano di Zona 2006-2008
fase conclusiva
marzo 2006 Consiglio
comunali
Approvazione del Piano di Zona nei singoli Consigli
Comunali afferenti all’Ambito
Piano di Zona 2006-2008 Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
Ambito Distrettuale Sud 6.3
34
2.4. Il bilancio dell’esperienza: luci e ombre che hanno caratterizzato il processo
La realizzazione partecipata del Piano di Zona 2006-2008, nell’Ambito Distrettuale Sud 6.3, ha generato
un’ampia riflessione tra gli operatori territoriali del pubblico e del privato sociale, tra gli amministratori, i
programmatori locali e provinciali, gli specialisti, gli esperti e i volontari coinvolti nel processo. Nei diversi
Tavoli di lavoro è stata riconosciuta la positività generata dal vasto movimento programmatorio, progettuale e
operativo avviato nell’Ambito Distrettuale.
Il processo avviato, infatti, sul piano strategico-metodologico, ha rappresentato l’occasione per sperimentare
un “nuovo” metodo di lavoro che utilizzi al meglio le risorse esistenti sul territorio.
Indubbiamente l’ampia rete di rapporti che si è progressivamente costituita pur non senza difficoltà, sta a
significare che la macchina politico-amministrativa messa in moto, procede oramai in modo inarrestabile: il
processo avviato ha infatti favorito la costruzione di una fruttuosa collaborazione fra i vari enti/soggetti coinvolti.
Accanto alla mobilitazione di soggetti pubblici si è assistito ad un crescente coinvolgimento del privato
sociale nelle sue varie forme (associazioni, cooperative, volontariato sociale, etc.) che ha rappresentato un
interlocutore fondamentale per la realizzazione di gran parte delle azioni previste nell’ambito del presente Piano di
Zona.
Le figure professionali e le organizzazioni coinvolte nella progettazione si sono rese conto che è possibile
lavorare insieme, in sinergia e in rete e che ciò rappresenta un aspetto qualificante e necessario per poter incidere
efficacemente sulla complessità dei bisogni sociali. Certo, si è consapevoli che lo sviluppo di processi di
integrazione sul piano interprofessionale e inter-istituzionale, fra sociale, sanitario, educativo, pubblico e privato
sociale, richiede che ciò venga affidato non ai vincoli costrittivi di una legge (Legge 328/00), ma che diventi
patrimonio culturale e prassi operativa dei singoli e delle organizzazioni, attraverso la reciproca conoscenza e il
reciproco riconoscimento.
Sono dunque processi complessi e delicati in quanto coinvolgono persone con formazione, esperienze
professionale e aspettative diverse e una pluralità di organizzazioni, ciascuna portatrice di una propria storia,
cultura, di un proprio modello organizzativo e di lavoro specifico; in ultima istanza, si tratta di processi molto
lunghi poiché richiedono anzitutto un cambiamento culturale che si concretizza nella capacità o volontà di
cogliere e di valorizzare le singole identità di tutti i soggetti coinvolti.
A conclusione del presente capitolo, vengono di seguito riportati i punti di debolezza e di forza, che sono stati
individuati dallo staff dell’Ufficio di Piano, in merito ai processi attivati.
Si tratta di uno sguardo critico o meglio auto-critico, ma lo riteniamo comunque prezioso al fine di correggere
il tiro laddove risulti deviato e viceversa, perseverare lungo la strada delle positività laddove siano state rilevate.
I punti di debolezza del processo avviato
Dall’analisi dei processi avviati, sono emersi i seguenti nodi problematici:
• i coordinatori dei Tavoli d’Area hanno talora segnalato lo sviluppo di dissonanze comunicative difficilmente
gestibili che hanno rischiato di compromettere e/o condizionare il buon esito degli incontri. Talora infatti la
spinosità del dialogo ha toccato l’identità e la suscettibilità di alcuni professionisti che si sono ritenuti autonomi nel
Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona Piano di Zona 2006-2008
Ambito Distrettuale Sud 6.3
35
proprio ambito e talvolta persino sovrani nel territorio di pertinenza. Questo tipo di gelosia professionale si è
manifesta in varie forme di resistenza nei confronti della riflessione collettiva e di un apprendimento basato sullo
scambio tra soggetti alla pari. Si è trattato tuttavia di atteggiamenti isolati, contenuti e affievoliti nel corso dei
diversi incontri;
• alcuni nodi problematici attengono al permanere, per certi aspetti, di atteggiamenti autoreferenziali e settoriali,
con particolare riferimento ai professionisti afferenti ai diversi servizi territoriali;
• si osserva un timido raccordo e integrazione tra il livello provinciale e quello d’Ambito, che ha generato delle
discrasie e delle sovrapposizioni in ordine alle iniziative promosse e/o programmate rispettivamente nei due livelli
territoriali di riferimento;
• alcuni coordinatori dei tavoli d’Area hanno accusato inadeguatezze nell’applicare tecniche nelle quali non si
considerano sufficientemente competenti (Con particolare riferimento agli aspetti metodologici (di analisi,
formulazione degli obiettivi, …, etc.) e gestionali (gestione del gruppo di lavoro e delle conflittualità che possono
sorgere)). La scarsa formazione professionale in questo senso non `e stata neppure sopperita dall’accesso a
strumenti guida di pianificazione che fornissero indicazioni anche rudimentali;
• alcune criticità emergono anche in relazione alla formazione. In via generale le attività formative sono state
prevalentemente di tipo breve (convegni, seminari, . . . ) e di tipo continuo (corso articolato in moduli della durata
di più mesi). Se nella prima fase la formazione ha assunto un carattere primario per l’esigenza di formare i
Responsabili e i componenti dell’Ufficio di Piano, nella seconda fase, si ritiene che la formazione avrebbe dovuto
assumere un carattere decisamente più pratico e operativo e meno teorico;
• la brevità dei tempi concessi e la carenza delle risorse sociali interne a disposizioni sono stati fattori che hanno
rischiato di inficiare l’intero processo programmatorio.
I Punti di Forza del processo avviato
Dall’analisi dei processi avviati, sono emersi i seguenti punti di forza:
• la partecipazione ai Tavoli tematici ha consentito di valorizzare le conoscenze e i ruoli dei tanti soggetti presenti
sul territorio nella fase di predisposizione, elaborazione e successiva approvazione del Piano;
• ha favorito l’assunzione di atteggiamenti corresponsabili, attenti e consapevoli nei confronti delle diverse aree e
problematiche sociali e sociosanitarie affrontate;
• i Tavoli d’Area hanno promosso lo sviluppo di una comunità competente e la messa in rete di responsabilità,
competenze, risorse;
• i tavoli si sono generalmente configurati come uno strumento ideale per attivare progettazione di interventi in
rete e potenzialmente si configurano come agenti che possono favorire network territoriali, all’interno di un
contesto comune di riferimento;
• il coordinamento realizzato dalle Assistenti Sociali è stato percepito anche come un’occasione per un’ulteriore
valorizzazione professionale e l’opportunità di mettersi in gioco oltre i confini territoriali convenzionali
(l’Amministrazione di pertinenza);
• infine, i tavoli d’Area hanno assunto le sembianze di un luogo simbolico e organizzativo in cui i diversi attori
territoriali si riconoscono, depositano e fanno crescere una memoria, elaborano una cultura dell’intervento.
Piano di Zona 2006-2008 Capitolo 2 – Le procedure attivate per la costruzione del Piano di Zona
Ambito Distrettuale Sud 6.3
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In questa prospettiva e in conclusione, si può dunque affermare che la vera forza innovatrice del processo
attivato non è stata tanto o non è stata solo nell’attivazione di nuovi servizi e/o interventi, ma si è espressa anche
nel promuovere cambiamenti nei modi di pensare e nelle prassi di lavoro, introducendo la dimensione del
confronto, della messa in comune delle competenze come aspetti costitutivi e non contingenti o meramente
funzionali del lavoro sociale.