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REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIAPROVINCIA DI PORDENONE

COMUNE DI CANEVA

Michele Per. Ind. Modolo

Lino Per. Ind. Gerolin

AMMINISTRAZIONE

Piazza Martiri Garibaldini, 833070 - Caneva (PN)

COMUNALE DI CANEVA

PIANO REGOLATORE DELL'ILLUMINAZIONECOMUNALE (PRIC) 1602

MM MM10/02/2017 00 Emissione

1602TAV181RELTE

MM

-

1.8.1dell’inquinamento luminosoRegolamento di attuazione del Piano per il contenimento

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 1

1. Normativa e leggi di ri ferimento .................................................................................................... 2 2. Definizione del PRIC .................................................................................................................... 4 3. Applicazione del PRIC ................................................................................................................. 6 4. Classificazione illuminotecnica...................................................................................................... 7 5. Scelta delle sorgenti luminose ...................................................................................................... 9 6. Corpi illuminanti e impianti ...........................................................................................................10 7. Illuminazione sportiva..................................................................................................................10 8. Illuminazione architetturale e decorativa .......................................................................................11 9. Illuminazione delle insegne..........................................................................................................11 10. Il progetto illuminotecnico ........................................................................................................11 11. Dimensioni e forma di sostegni e apparecchi ............................................................................13 12. Dimensioni e forma di sostegni e apparecchi illuminanti ............................................................14 13. Siglatura dei sostegni ..............................................................................................................14 14. Ripristino e smantellamento degli impianti esistenti ..................................................................14 15. Prescrizioni progettuali generali ...............................................................................................14 16. Caratteristiche dei materiali .....................................................................................................17 17. Materiali per impianti elettrici di illuminazione pubblica ...............................................................19

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 2

1. Normativa e leggi di riferimento

Le modalità di svolgimento, posa e installazione, i dimensionamenti e le caratteristiche tecniche dei materiali dovranno essere conformi al Codice della strada ed alla normativa nazionale ed internazionale p ubblicata dal CEI, CEN e dall 'UNI, in particolare:

LEGGI

- Direttiva europea 2005/32/CE del 6 luglio 2005 “relativa all 'istituzione di un quadro per l 'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia e recante modifica della direttiva 92/42/CEE del Consiglio e delle direttive 96/57/CE e2000/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio”;

- Direttiva europea 2006/32/CE del 5 aprile 2006 “concernente l 'efficienza degli usi finali dell 'energia e i servizi energetici”;

- Risoluzione approvata all’Assemblea Generale dell’Unione Astronomica Internazionale, e richiamata nel Protocollo di Kyoto, sul mantenimento e la salvaguardia dell’oscurità;del cielo notturno, anche ai fini della riduzione dei relativi consumi energetici;

- D.Lgs. n. 285 del 30/04/1992 Nuovo codice della Strada e ss.mm.ii;

- D.P.R. 495/92 Regolamento di esecuzione e di attuazione del D.Lgs. n. 285 del 30/04/1992;

- L. 186/1968 Regola dell’arte;

- D.lgs. 163/2006 Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, ser vizi e forniture e ss.mm.ii;

- DECRETO 23 DICEMBRE 2013 IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE (G.U. n. 18 del 23/01/2014) “Piano d'azione per la sostenibil ita' ambientale dei consumi della pubblica amministrazione» (PAN GPP) “Cri teri Ambientali Minimi per l 'acquisto di lampade a scarica ad alta intensita' e moduli Led per Il luminazione Pubblica, apparecchi di i l luminazione per Il luminazione Pubblica e per l 'affidamento del servizio di progettazione di impianti di Il luminazione Pubblica” - aggiornamento 2013

- Legge Regionale n. 15 del 18 giugno 2007 “Misure urgenti in tema di contenimento dell 'inquinamento luminoso, per i l risparmio energetico nelle i l luminazioni per esterni e per la tutela dell 'ambiente e dell 'attività svolta dagli osservatori astronomici”.

NORME CEI

- Norma CEI EN 60598-1: - Apparecchi di i l luminazione - Requisiti generali;

- Norma CEI EN 60598-2-3: - Apparecchi di i l luminazione stradale;

- Norma CEI EN 61547: - Apparecchiature per i l luminazione generale - Prescrizioni di immunità EMC;

- Norma CEI 64-8: - Impianti elettrici util izzatori a tensione nominale non superiore a 100 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua;

- Norma CEI 11-4: - Esecuzione delle l inee elettriche aeree esterne;

- Norma CEI 11-17: - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo;

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 3

- Norma CEI 34-48: - Alimentatori per lampade a scarica;

- Norma CEI 34-21: - Apparecchi d’i l luminazione;

- Norma CEI 34-46: - Dispositivi d’innesco;

- Norma CEI 34-63: - Condensatori per circuiti con lampade a scarica;

- Norma CEI 70-1: - Gradi di protezione degli involucri - Codice IP;

- Norma CEI 34-21: - Apparecchi di i l luminazione - Parte 1: Prescrizioni generali e prove;

- Norma CEI 34-33/V1/05: - Apparecchi di i l luminazione - Parte 2-3: Prescrizioni particolari – Apparecchi per l’i l luminazione stradale;

- Progetto di Norma CEN TC 169/226 - Road lighting.

NORME UNI CEN

- Norma UNI EN 40 - Sostegni per l’i l luminazione: dimensioni e tolleranze;

- Norma UNI 11248-2016: - Il luminazione stradale;

- Norma UNI 12464: - Il luminazione posti di lavoro all’aperto;

- Norma UNI 13201-2015 parte 1: - Il luminazione stradale - Parte 1: Selezione delle categorie i l luminotecniche (2004);

- Norma UNI 13201-2015 parte 2: - Il luminazione stradale - Parte 2: Requisiti prestazionali;

- Norma UNI 13201-2015 parte 3: - Il luminazione stradale - Parte 3: Calcolo delle prestazioni;

- Norma UNI 13201-2015 parte 4: - Il luminazione stradale - Parte 4: Metodi di misurazione delle prestazioni fotometriche;

- Norma UNI 10819 - Requisiti per l imitazione dispersione verso l 'alto del flusso luminoso;

- Tabelle UNI 35023: - Cavi per energia isolati con gomma o con materiale termoplastico aventi grado di isolamento non superiore a 4 - Cadute di tensione;

- Tabella UNI 35026: - Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali di 1000 V c.a. e 1500 V c.c. - Portate di corrente in regime permanente per posa interrata;

- Norma DIN 5044 - Requisiti i l luminotecnici delle strade con traffico motorizzato.

- Pubblicazione CIE n. 17.4 - International Lighting Vocabulary;

- Pubblicazione CIE n. 27 - Photometry luminaries for street l ighting

- Pubblicazione CIE n. 30.2 - Calculation and measurement of luminance and il luminance in road lighting;

- Pubblicazione CIE n. 31 - Glare and uniformity in road lighting installation;

- Pubblicazione CIE n. 68 - Guide to the l ighting of exterior working areas;

- Pubblicazione CIE n. 88 - Guide for the l ighting of road tunnels and underpasses (1990);

- Pubblicazione CIE n. 92 - Guide to the l ighting of urban areas (1992);

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 4

- Pubblicazione CIE n. 115 - Recommendations for the l ighting of roads for motor and pedestrian traffic (1995);

- Pubblicazione CIE n. 121 - The photometry and goniophotometry of luminaires;

- Pubblicazione CIE n. 126 - Guidelines for minimizing sky glow;

- Pubblicazione CIE n. 136 - Guide to the l ighting of urban areas (2000);

- Pubblicazione IEC 1231 - International Lamp Coding System (ILCOS).

2. Definizione del PRIC

Il Piano regolatore dell’i l luminazione comunale, di seguito PRIC, è uno strumento che integra gli strumenti urbanistici a disposizione dell’Amministrazione e fornisce le l inee guida generali per la realizzazione degli impianti di i l luminazione pubblica e privata e per l’adeguamento di quelli esistenti alla data di entrata in vigore.

Ai fini delle presenti norme il PRIC è costituito dai seguenti elaborati:

TAV. 1.1.1 Relazione introduttiva al Piano Regolatore dell’Il luminazione Comunale (PRIC). Analisi delle specifiche del Comune, della sua collocazione, delle caratteristiche storico-ambientali e delle zone di particolare destinazione o interesse

TAV. 1.1.2 Relazione descrittiva dello stato di fatto dell’i l luminazione pubblica e privata

TAV. 1.1.3 Relazione tecnica sulla modalità di classificazione e sulla progra mmazione degli interventi

TAV. 1.2.1 Analisi dei consumi elettrici per la pubblica i l luminazione esistente

TAV. 1.3.1 Schede riassuntive caratteristiche, ubicazione e stato di conservazione quadri elettrici

TAV. 1.3.2 Abaco caratteristiche, ubicazione e stato di conservazione centri luminosi e l inee elettriche

TAV. 1.3.3 Abaco conformità alla L.R. 15/07 e prestazioni i l luminotecniche centri luminosi i l luminazione pubblica

TAV. 1.4.1 Schede particolareggiate delle classificazioni i l luminotecniche delle strade e degli ambiti particolari

TAV. 1.5.1 Report verifiche strumentali e analitiche dei parametri i l luminotecnici degli impianti esistenti in base alla classificazione effettuata - Casi tipo

TAV. 1.5.2 Calcoli i l luminotecnici con proposte di adeguamento degli impianti esistenti in base alla classificazione effettuata - Casi tipo

TAV. 1.6.1 Analisi dei rischi corpi i l luminanti, sostegni e l inee elettriche. Linee guida di intervento

TAV. 1.6.2 Pianificazione puntuale interventi su corpi i l luminanti, s ostegni e l inee elettriche. Caratteristiche e pianificazione interventi, priorità puntuali e tempistiche su quadri elettrici.

TAV. 1.7.1 Stima dei costi di intervento, dei risparmi energetici ottenibil i . Esempi di piani economici con tempi di rientro degl i investimenti

TAV. 1.8.1 Regolamento di attuazione del Piano per i l contenimento dell’inquinamento luminoso

TAV. 1.9.1 Proposta di integrazione del Regolamento Edil izio per gli impianti di i l luminazione pubblica e privata

TAV. 2.1.1 Tavola di inquadramento territoriale

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 5

TAV. 2.2.1 Tavola di individuazione parcheggi, piazze, aree di verde pubblico, centri sportivi, emergenze architettoniche e zone di particolare destinazione o interesse – ZONA SUD

TAV. 2.2.2 Tavola di individuazione parcheggi, piazze, a ree di verde pubblico, centri sportivi, emergenze architettoniche e zone di particolare destinazione o interesse – ZONA CENTRALE

TAV. 2.2.3 Tavola di individuazione parcheggi, piazze, aree di verde pubblico, centri sportivi, emergenze architettoniche e zone di particolare destinazione o interesse – ZONA NORD

TAV. 2.3.1 Tavola di individuazione zone territoriali omogenee ai fini i l luminotecnici – ZONA SUD

TAV. 2.3.2 Tavola di individuazione zone territoriali omogenee ai fini i l luminotecnici – ZONA CENTRALE

TAV. 2.3.3 Tavola di individuazione zone territoriali omogenee ai fini i l luminotecnici – ZONA NORD

TAV. 2.4.1 Tavola generale quadri elettrici i l luminazione pubblica ed estensione linee asservite

TAV. 2.5.1 Tavola generale punti luce conformi e non conformi alla L.R. 15/07

TAV. 2.5.2 Tavola generale di individuazione delle prestazioni i l luminotecniche degli impianti

TAV. 2.6.1 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC01, QC21, QC22, QC23, QC24 e punto luce fotovoltaico, con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.6.2 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC02 e QC03 con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.6.3 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC04 e QC05 con caratterist iche centri luminosi

TAV. 2.6.4 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC06, QC07, QC08 (SQ08b), QC19, QC25, QC26 con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.6.5 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC08 (QC08 e SQ08a), QC09, QC10, QC11, Q20 e punti luce ENEL con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.6.6 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC12 e QC13 con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.6.7 Tavola di dettaglio quadri elettrici di i l luminazione pubblica QC14, QC15, QC16, QC17, QC18 e punto luce ENEL via Emigranti con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.6.8 Tavola di dettaglio quadro elettrico semaforico QS01 con caratteristiche centri luminosi

TAV. 2.7.1 Tavola generale di individuazione delle tipologie di coppe dei corpi i l luminanti

TAV. 2.8.1 Tavola generale di individuazione dello stato di conservazione dei corpi i l luminanti

TAV. 2.8.2 Tavola generale di individuazione dello stato di conservazione dei sostegni

TAV. 2.8.3 Tavola generale di individuazione dello stato generale di conservazione delle l inee elettriche e dei quadri elettrici

TAV. 2.9.1 Schemi unifi lari dei quadri elettrici

TAV. 2.10.1 Tavola classificazione stradale

TAV. 2.10.2 Tavole zonizzazione e classificazione il luminotecnica. Il luminazione stradale - Categorie i l luminotecniche M

TAV. 2.10.3 Tavole zonizzazione e classificazione il luminotecnica. Ambiti particolari - Categorie i l luminotecniche C e P

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 6

TAV. 2.11.1 Tavola generale di individuazione degli interventi sui corpi i l luminanti

TAV. 2.11.2 Tavola generale di individuazione degli interventi sui sostegni

TAV. 2.11.3 Tavola generale di individuazione degli interventi sulle l inee elettriche e sui quadri elettrici

TAV. 2.12.1 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminanti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC01, QC21, QC22, QC23, QC24 e punto luce fotovoltaico

TAV. 2.12.2 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminanti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC02 e QC03

TAV. 2.12.3 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminanti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC04 e QC05

TAV. 2.12.4 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminanti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC06, QC07, QC08 (SQ08b), QC19, QC25, QC26

TAV. 2.12.5 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminanti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC08 (QC08 e SQ08a), QC09, QC10, QC11, Q20 e punti luce ENEL

TAV. 2.12.6 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminanti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC12 e QC13

TAV. 2.12.7 Tavola di dettaglio individuazione degli interventi di ammodernamento degli impianti su corpi i l luminan ti, sostegni, l inee elettriche e quadri elettrici QC14, QC15, QC16, QC17, QC18 e punto luce ENEL via Emigranti

TAV. 2.13.1 Tavola generale di individuazione delle priorità di intervento sui corpi i l luminanti

TAV. 2.13.2 Tavola generale di individuazione delle priorità di intervento sui sostegni

TAV. 2.13.3 Tavola generale di individuazione delle priorità di intervento sulle l inee elettriche e sui quadri elettrici

TAV. 2.14.1 Tavola di proposta di accorpamento linee elettriche

Oltre a contenuti di carattere prescrittivo le presenti norme espongono proposizioni di carattere direttivo, orientando l’operato dell’Amministrazione e dei soggetti chiamati alla progettazione e all ’esecuzione degli stralci esecutivi .

Le presenti norme sono conformi alla Legge Regionale n° 15/2007, i cui articoli citati si intendono integralmente compresi.

3. Applicazione del PRIC

Il PRIC si attua per stralci esecutivi , determinati da progettazione ai sensi della legislazione vigente e redatti secondo il programma dell’Amministrazione Comunale.

Sono tenuti al rispetto delle presenti norme tutti i soggetti pubblici e privati che intendano predisporre nel comune di Caneva impianti di i l luminazione pubblica e privata.

Ai sensi della Legge Regionale 15/2007 sono da considerarsi in deroga gli impianti di i l luminazione esterna: (art. 8 comma 4)

a) le sorgenti di luce internalizzate e quindi non inquinanti, quali gli impianti di i l luminazione sotto tettoie, portici, sottopassi, gallerie e strutture similari con effetto totalmente schermante verso l 'alto;

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 7

b) le sorgenti di luce facenti parte di installazione temporanea, cioè che vengano rimosse entro un mese dalla messa in opera, che vengano spente entro le ore ventuno nel periodo di ora solare e entro le ore ventidue nel periodo di ora legale;

c) gli impianti accesi per meno di dieci minuti da un sensore di presenza o movimento dotati di proiettori ad alogeni, lampadine a fluorescenza compatte o altre sorgenti di immediata accensione;

d) i porti, gli aeroporti e le altre strutture non di competenza statale, l imitatamente agli impianti e ai dispositivi di segnalazione strettamente necessari a garantire la sicurezza della navigazione marittima e aerea;

e) le strutture in cui vengono esercitate attività relative ai servizi sanitari, all'ospitalità alberghiera, all 'ordine pubblico e all 'amministrazione della giustizia;

f) gli impianti con emissione complessiva al di sopra del piano dell 'orizzonte non superiore ai 2.250 lumen, costituiti da sorgenti di luce con flusso totale emesso in ogni direzione non superiore a 1.500 lumen cadauna, quali a esempio lampade a fluorescenza compatta o sistemi d'i l luminazione a led che rientrano nei suddetti l imiti.

f ter) gli impianti di i lluminazione riproducenti simboli religiosi e simboli legati alle tradizioni religiose, quando sono util izzati all'esterno degli edifici di culto e nelle prossimità di questi nel periodo delle ricorrenze e festività religiose. I richiedenti, entro i 30 giorni antecedenti all 'installazione o util izzo degli impianti, devono inviare al Comune nel quale deve essere attivato l 'impianto medesimo, una comunicazione contenente l 'ubicazione e i dati dell 'impianto, nonché il nominativo dei responsabili addetti al suo util izzo.

4 bis. In relazione agli impianti di i lluminazione inseriti in ambiti di elevato pregio storico, culturale e architettonico, di cui all 'abrogata lettera f bis) del comma 4, sono fatti salvi e, conseguentemente, non necessitano di intervento alcuno di adeguamento alla normativa:

a) i progetti già approvati;

b) i progetti in fase di esecuzione;

c) gli impianti già realizzati..

L’i l luminazione di grandi aree con torri faro deve essere realizzata in modo tale da non irradiare oltre 0 cd per 1.000 lumen a 90° e oltre, privilegiando proiettori con ottica asimmetrica, ai sensi dell’art. 8 comma 6 della L.R. 15/07.

E’ vietato l’util izzo di fasci di luce fissi o roteanti anche se temporanei; è altresì vietata l’i l luminazione di elementi del paesaggio naturale (art. 8 comma 9 L.R. 15/07).

Tutti i capitolati relativi all 'i l luminazione pubblica e privata devono essere conformi alle disposizioni della presente legge e le gare d'appalto devono privilegiare criteri di valutazione di favore per le soluzioni che garantiscano maggior risparmio energetico, manutentivo, minori potenze installate e minor numero di corpi i l luminanti, a parità di area da i l luminare e di requisiti i l luminotecnici.

4. Classificazione illuminotecnica

Classificazione delle strade e delle zone

La classificazione delle strade riportata nel presente Piano e coerente con le indicazioni adottate dalla norma UNI 11248 e sulla base del codice della strada.

Per l’applicazione delle disposizioni contenute negli articoli successivi, le strade del territorio comunale sono

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 8

raggruppate, per tipologia e caratteristiche, attraverso l’indicazione della classe e del gruppo.

Le strade vengono classificate in base all’importanza e a quanto riportato nella normativa UNI 11248/201 6, sia per quanto riguarda i l tipo di strada, che la categoria i l luminotecnica d i ingresso.

Negli elaborati

TAV. 2.10.2 Tavole zonizzazione e classificazione il luminotecnica. Il luminazione stradale - Categorie i l luminotecniche M

TAV. 2.10.3 Tavole zonizzazione e classificazione il luminotecnica. Ambiti particolari - Categorie i l luminotecniche C e P

è riportata la classificazione di progetto ai fini del PRIC.

I professionisti titolari dei futuri incarichi di progettazione degli impianti di illuminazione dovranno

obbligatoriamente eseguire in base al capitolo 7 della norma 11248 la classificazione relativa allo stralcio esecutivo

oggetto di progetto, effettuando l’analisi puntuale dei rischi e modificando qualora necessario la classificazione di

progetto su menzionata.

Per quanto attiene alle determinazioni di dettaglio e ai requisiti rispondenti a ciascuna categoria i l luminotecnica, si farà riferimento alla normativa UNI EN 13201 parte 2 che descrive e determina in modo esaustivo le condizioni di i l luminazione tipiche di ciascuna categoria e zona contigua, sia in termini di Luminanza (L), che di abbagliamento debilitante (TI) e che di i l luminazione di contiguità (SR).

Nella redazione dei progetti esecutivi di esecuzione del PRIC, per l’i l luminazione delle strade del territorio comunale, devono essere rispettate le prescrizioni dettate dalla definizione espressa nella seguenti tabelle.

Nella tabella si riportano le definizioni delle aree identificate dal PRIC ricavate dalle informazioni contenute nel P.R.G.. Le strade e le zone il luminotecniche ricadenti all ’interno delle aree oltre che alla classificazione effettuata in base alla UNI 11248, dovranno rispondere ai parametri qualitativi di resa del colore (Ra) e temperatura di colore (°K) indicati.

ZTO DESTINAZIONE PRG TIPO DI TRAFFICO AI FINI

ILLUMINOTECNCI

A Zone di interesse storico e artistico, centri storici , area di salvaguardia del castello Traffico misto (veicolare/pedonale)

B Aree residenziali Traffico veicolare a bassa densità

C Aree miste (residenziale/presenza attività commerciali/presenza di attività artigianali e uffici)

Traffico veicolare di media densità in tratti di collegamento tra punti diversi del

territorio

D Aree industriali/artigianali/direzionali/estrattive

Traffico veicolare a media o alta densità, anche di tipo pesante, con flussi di traffico

variabil i a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana

(feriale o festivo)

E Zone agricole o di interesse agricolo paesaggistico o di interesse storico - ambientale

Traffico veicolare a bassa densità, anche di tipo pesante, con flussi di traffico

variabil i a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana

(feriale o festivo), traffico ciclabile

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 9

F Zone di tutela ambientale Traffico prevalentemente pedonale

G Zone con attività ricettive e di ristorazione Traffico veicolare a bassa densità, traffico ciclo-pedonale

H Zone commerciali

Traffico veicolare a media o alta densità, con flussi di traffico variabili a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana (feriale o festivo), traffico ciclo-

pedonale

Per le aree e strade relative alle zone particolari contigue (parcheggio, pista ciclabile, incrocio rotatoria, passaggio pedonale) del territorio comunale ricadenti in un’area definita secondo il P.R.G. e direttamente in relazione con il PRIC, si fa riferimento alla tavola TAV. 2.10.3.

I professionisti titolari dei futuri incarichi di progettazione dovranno attenersi alle disposizioni sulla trattazione delle zone contigue o adiacenti come indicato nella norma UNI 11248 cap. 9.7.

5. Scelta delle sorgenti luminose

Nella redazione dei progetti esecutivi degli stralci di esecuzione del PRIC si dovrà tenere conto, oltre che della classificazione delle strade, anche delle caratteristiche di zonizzazione il luminotecnic a. Si dovranno util izzare sorgenti luminose con diverse prestazione dal punto di vista della resa cromatica (Ra) e temperatura di colore secondo quanto indicato nella tabella sottostante:

ZTO DESTINAZIONE PRG TEMP. DI COLORE INDICE Ra NOME

A Zone di interesse storico e artistico, centri storici, area di salvaguardia del castello MAX 3000° K >80* LED**

IOD**

B Aree residenziali 2800° K – 3000° K Ra > 20 SAP LED IOD

C Aree miste (residenziale/presenza attività

commerciali/presenza di attività artigianali e uffici)

2800° K – 3000° K Ra > 20 SAP LED IOD

D Aree industriali/artigianali/direzionali/estrattive 2800° K – 3000° K Ra > 20 SAP LED IOD

E Zone agricole o di interesse agricolo paesaggistico o di interesse storico - ambientale MAX 3000° K Ra > 80*

LED** IOD**

F Zone di tutela ambientale MAX 3000° K Ra > 80* LED** IOD**

G Zone con attività ricettive e di ristorazione *** *** ***

H Zone commerciali 2800° K – 3000° K Ra > 20 SAP LED IOD

* Temperature di colore più elevate fino a 4000 °K sono ammesse per piccoli dettagli architettonici le cui caratteristiche cromatiche lo richiedano e per vie a traffico veicolare esterne ai centri abitati qualora i progettisti degli stralci esecutivi lo ritengano migliorativ o per la sicurezza.

** Ammesse lampade al sodio ad alta pressione nelle aree in cui il PRIC preveda la sostituzione di apparecchi esistenti con altri di recupero conformi o nel completamento di impianti esistenti con lampade al sodio ad altra pressione già conformi.

*** Prescrizioni in base alla zona omogenea adiacente prevalente per estensione e/o per prescrizioni

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 10

6. Corpi illuminanti e impianti

Nella redazione dei progetti esecutivi degli stralci di esecuzione del PRIC, le caratteristiche dei corpi i l luminanti dovranno rispondere ai seguenti requisiti , ai sensi della Legge Regionale 15/2007 (art. 8 comma 2):

a) costituiti da apparecchi i lluminanti, aventi un'intensi tà luminosa massima di 0 cd per 1.000 lumen a 90° e oltre, con un rendimento di almeno il 55 per cento;

b) equipaggiati di lampade al sodio ad alta e bassa pressione, ovvero di lampade con almeno analoga efficienza in relazione allo stato della tecnologia e dell 'applicazione e una temperatura di colore massima pari a 4000 K;

c) realizzati in modo che le superfici i l luminate non superino i l l ivello minimo di luminanza media mantenuta o di i l luminamento medio mantenuto previsto dalla CEN/TR 13201-1, o, in assenza di norme di sicurezza specifiche, non superino 1 cd/mq; i valori minimi di sicurezza possono venire superati con una tolleranza del 15 per cento;

d) provvisti di appositi dispositivi in grado di ridurre, entro le ore ventitre nel periodo di ora solare ed entro le ore ventiquattro nel periodo di ora legale, l 'emissione di luci degli impianti in misura non inferiore al 30 per cento rispetto al pieno regime di operatività; la riduzione non va applicata solo qualora le condizioni d'uso della superficie i l l uminata siano tali che la sicurezza ne venga compromessa; la riduzione di luminanza in funzione dei l ivell i di traffico è obbligatoria per i nuovi impianti d'i l luminazione stradale.

Sono considerati, altresì, impianti antinquinamento luminoso e a ridotto c onsumo energetico i lampioni fotovoltaici autoalimentati che util izzano pannelli aventi rendimento pari o superiore al 10 per cento e comunque corrispondenti alle caratteristiche indicate nel presente articolo e conformi ai requisiti i l luminotecnici da soddisfare (art. 8 comma 3 L.R. 15/07).

Eventuali deroghe ai punti precedenti, comunque nell’ambito dei progetti esecutivi , potranno essere autorizzate su richiesta degli interessati, previo parere dell’U.T.C. (Ufficio Tecnico Comunale).

7. Illuminazione sportiva

Per gli impianti sportivi all ’aperto si dovrà fare riferimento alla norma UNI EN 12193 e alle specifiche norme delle rispettive federazioni, in particolare per la scelta della classe di i l luminazione si riporta, nelle tabelle sottostanti, una guida attraverso la quale e possibile per ciascun impianto sportivo individuare la classe in funzione del l ivello di competizione. L’individuazione della classe, consentirà al progettista di conoscere le caratteristiche i lluminotecniche dell’impianto da realizzare per ciascuna tipologia di sport.

Di seguito si riporta la tabella di partenza per la classificazione degli impianti:

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Nell’i l luminazione di impianti sportivi deve essere resa possibile la parzializzazione degli impianti in funzione del loro util izzo, impiegando soluzioni tecniche idonee ad evitare fenomeni di dispersione anche al di fuori dei suddetti impianti, ai sensi dell’art. 8 comma 7 della L.R. 15/07.

8. Illuminazione architetturale e decorativa

L’i l luminazione di edifici di interesse storico, architettonico o monumentale deve essere realizzate possibilmente attraverso sistemi i l luminanti che i l luminino dall’alto verso i l basso; quando ciò non sia possibile, i l fascio luminoso deve essere contenuto entro un metro al di sotto del bordo superiore dell’edificio, ai sensi dell’art. 8 comma 10 della L.R. 15/07).

9. Illuminazione delle insegne

Per quanto riguarda l’i lluminazione delle insegne non dotate di i l luminazione propria, ai sensi dell’art. 8 comma 5 della L.R. 15/07, deve essere realizzata util izzando apparecchi che i l luminino dall 'alto verso i l basso; quelle dotate di luce propria devono invece avere un’emissione luminosa contenuta entro i 3000 lumen in ogni direzione. In ogni caso tutti i tipi di insegne luminose non preposte alla sicurezza e ai servizi di pubblica util ità devono essere spente entro le ore ventiquattro e al più tardi alla chiusura dell 'esercizio.

10. Il progetto illuminotecnico

Il progetto i l luminotecnico relativo agli impianti di i l luminazione esterna e pubblicitari è redatto da un professionista appartenente alle figure professionali dello specifico settore, iscritto agli ordini o collegi professionali, con curriculum specifico e formazione adeguata.

Il progetto i l luminotecnico, sviluppato nel rispetto delle norme tecniche vigenti del Comitato elettrotecnico italiano (CEI) e dell 'ente nazionale di unificazione (UNI). Deve essere accompagnato da una certificazione del progettista di rispondenza dell 'impianto ai requisiti della presente legge.

Sono esclusi dal progetto i l luminotecnico gli impianti di modesta entità o temporanei e gli altri impianti di cui all’ art. 8 comma 4 lette a), b), c), d), e), f), f-ter) e richiamati all ’art. 3 delle presenti norme; inoltre sono esclusi per i quali è sufficiente i l deposito in comune della dichia razione di conformità ai requisiti di legge ri lasciata dall 'impresa installatrice, quali ai sensi della L.R. 15/07 art. 6 comma 2:

b) quelli di rifacimento, ampliamento e manutenzione ordinaria di impianti esistenti con un numero di sostegni inferiore a cinque;

c) quelli relativi a impianti di private abitazioni di potenza complessiva non superiore a 500 watt;

d) le insegne pubblicitarie di esercizio non dotate di i l luminazione propria, come indicate all 'articolo 23 del decreto legislativo 285/1992, e successive modifiche, e al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada), e successive modifiche, e quelle con superfici comunque non superiori a 6 metri quadrati, installate con flusso luminoso in ogni caso diretto dall 'alto verso i l basso, realizzate come prescritto dall 'articolo 8, commi 2 e 3;

e) gli apparecchi di i l luminazione esterna delle superfici vetrate, in numero non superiore a tre per singola vetrina, instal lati con flusso luminoso comunque diretto dall 'alto verso i l basso, realizzati come prescritto dall 'articolo 8, commi 2 e 3;

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f) le insegne a i l luminazione propria, anche se costituite da tubi fluorescenti;

g) le installazioni temporanee per l 'i l luminazione di cantieri comunque realizzate come prescritto dall 'articolo 8, commi 2 e 3.

Il progetto i l luminotecnico deve essere corredato dalla seguente documentazione obbligatoria:

I) RELAZIONE TECNICA La relazione tecnica è una parte indispensabile per legge in quanto giustifica ciascuna scelta progettuale evidenziando le relative conformità di legge in particolare: indica i riferimenti legislativi e normativi adottati, riporta le caratteristiche elettriche dell’impianto, delle sorgenti luminose util izzate e le caratteristiche

i l luminotecniche degli apparecchi i l luminanti util izzati nel progetto, descrive le scelte tecniche progettuali anche in termini di ottimizzazione e di efficienza dell’impianto, realizza un bilancio energetico dell’impianto che evidenzi le scelte in termini di ottimizzazione e di efficienza

ed i risultati che avranno permesso di ottenere, valuta i risultati i l luminotecnici conseguiti, identificando il rispetto dei criteri tecnici della L.R. 15/07. Per gli impianti in cessione al Comune quale opere di urbanizzazione, le scelte tipologiche dovranno essere conformi al PICIL, concordate preventivamente con il competente Ufficio Comunale gestore degli impianti di i l luminazione pubblica; dovranno essere calcolati gli oneri di gestione (in particolare, i consumi stimati dell’energia elettrica ed i costi conseguenti) derivanti dal nuovo impianto.

II) TAVOLE PLANIMETRICHE Le tavole planimetriche hanno il compito di identificare per l’installazione dei punti luce i lavori da eseguire e devono essere costituiti in l inea di massima da: posizionamento dei punti luce con indicazione della potenza della lampada, i l tipo di armatura stradale e

l’eventuale regolazione del portalampade all’interno del vano ottico dell’apparecchio, sezioni stradali per i l corretto posizionamento del punto luce e disegno tecnico quotato del supporto (palo,

braccio, mensola ecc..), indicazione del tipo e sezione dei conduttori, posizione del quadro elettrico (nuovo o esistente), particolari tecnici/installativi in scala adeguata, indicazione degli eventuali punti di giunzione con impianti esistenti. Per gli impianti in cessione al Comune quale opere di urbanizzazione, le planimetrie dovranno essere integrate con gli schemi elettrici dei quadri e dei riduttori di flusso e loro dimensionamento e calcolo di verifica secondo normativa vigente, ove previsti, nonché dal piano di manutenzione.

III) RISULTATI DEL CALCOLO Tale parte riporta i risultati di calcolo e si compone dei seguenti elaborati e documenti necessari ed imprescindibil i nella verifica del la regola dell’arte e dell’applicazione della L.R.15/07: - Dati riassuntivi di progetto:

1. caratteristiche geometriche dimensionali della strada o di altro ambito, 2. classificazione, 3. identificazione del corpo il luminante, delle sue caratteristiche e della tabell a fotometrica,

- Risultati i l luminotecnici: 1. Tabella riassuntiva dei risultati di calcolo congruenti con il tipo di progetto: in ambito stradale (Lm, Uo, Ul,

Ti) in ambito pedonale (Em, Emin, Ue, etc..), 2. In ambito non stradale: tabelle e curve isolux a seconda delle richieste della specifica norma adottata.

IV) ULTERIORI REQUISITI NORMATIVI

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Gli impianti realizzati in conformità alla L.R. 15/07 e alle norme UNI 11248, EN13201, ecc. sono realizzati a “regola dell’arte”. Per contro è necessario chiarire che la rispondenza degli impianti alle norme è condizione necessaria ma non sufficiente per la conformità alla L.R. 15/07. La norma UNI 11248 vigente e quindi di conseguenza la 15/07, richiede inoltre che i l progetto contenga: una chiara individuazione della zona o zone di studio e di progetto; l ’analisi del rischio per la corretta classificazione della strada/ambito (zona) da i l luminare, verificando le

conseguenze sul progetto dei parametri di influenza, pesando e giustificando la scelta dei valori adottati per la definizione delle categorie i l luminotecniche di progetto e di esercizio ai fini di un declassamento;

la griglia ed i parametri di calcolo quali i parametri di riflessione della pavimentazione stradale; un piano per la manutenzione per garantire i l mantenimento dei requisiti i l luminotecnici di progetto; i l rispetto delle norme CEI in vigore applicabil i per garantire la sicurezza elettrica degli impianti.

V) DATI FOTOMETRICI

Dovranno essere allegati: la misurazione fotometrica dell 'apparecchio (i), sia in forma ta bellare numerica su supporto cartaceo, sia

sotto forma di fi le standard normalizzato, tipo i l formato "Eulumdat" o analogo; la stessa deve riportare la dichiarazione del Responsabile tecnico di laboratorio o di Enti certificatori terzi, riconosciuti, circa la veridicità delle misure;

le istruzioni di installazione ed uso corretto dell’apparecchio (i) in conformità alla legge. Si veda al riguardo il facsimile di dichiarazione di cui all ’Allegato C) riportato sotto.

DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ PROGETTO

Il progettista dovrà ri lasciare apposita dichiarazione di conformità del progetto ai dettami della L.R. 15/07.

11. Dimensioni e forma di sostegni e apparecchi

Le dimensioni e la forma dei pali e delle mensole devono essere conformi alle prescrizioni della Norma UNI EN 40/2 "Pali per i l luminazione dimensioni e tolleranze". I pali devono essere certificati dal costruttore mediante calcolo o prove secondo le norme UNI -EN 40/8 "Verifica del progetto del palo mediante prove".

I sostegni devono essere zincati a caldo ed eventualmente successivamente verniciati.

Nel caso di util izzo di sostegni in acciaio zincato e verniciato, la sezione di incastro nel blocco di fondazione dovra essere opportunamente protetta dall’ossidazione tramite opportuni accorgimenti (ad esempio gu aina in materiale termorestringente); dovra inoltre essere garantita una manutenzione ad intervall i costanti per prevenire fenomeni di corrosione soprattutto alla base dei pali.

Le altezze nominali consentite per i pali normalizzati dovranno essere determi nate dai progetti esecutivi , l ’altezza deve tenere conto della larghezza della strada da i l luminare, risultante da un compromesso tra migliore i l luminazione e geometria dell’impianto. Dovranno comunque essere rispettate le altezze minime stabil ite dal la norma CEI 64-7, salvo deroga da parte dell’U.T.C..

I sostegni normalizzati ad eccezione dei sostegni di tipo decorativo, devono essere esclusivamente di sezione circolare, forma conica, diritti e senza rastremature.

I sostegni di tipo decorativo dovranno essere concordati e approvati dall’U.T.C.

La colorazione dovra essere concordata con l’U.T.C. , la vernice dovra essere tale da resistere all’aggressione di soluzioni saline, derivate dallo spargimento del sale nei mesi invernali.

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12. Dimensioni e forma di sostegni e apparecchi illuminanti

Le dimensioni e la forma dei pali e delle mensole devono essere conformi alle prescrizioni della Norma UNI EN 40/2 "Pali per i l luminazione dimensioni e tolleranze". I pali devono essere certificati dal costruttore mediante calcolo o prove secondo le norme UNI -EN 40/8 "Verifica del progetto del palo mediante prove".

I sostegni devono essere zincati a caldo ed eventualmente successivamente verniciati. Nel caso di util izzo di sostegni in acciaio zincato e verniciato, la sezi one di incastro nel blocco di fondazione dovra essere opportunamente protetta dall’ossidazione tramite opportuni accorgimenti (ad esempio guaina in materiale termorestringente); dovra inoltre essere garantita una manutenzione ad intervall i costanti per prevenire fenomeni di corrosione soprattutto alla base dei pali.

Le altezze nominali consentite per i pali normalizzati dovranno essere determinate dai progetti esecutivi , l ’altezza deve tenere conto della larghezza della strada da i l luminare, risultante da un compromesso tra migliore i l luminazione e geometria dell’impianto.

Dovranno comunque essere rispettate le altezze minime stabil ite dalla norma CEI 64 -7, salvo deroga da parte dell’U.T.C.

I sostegni normalizzati ad eccezione dei sostegni di tipo decorativo, devono essere esclusivamente di sezione circolare, forma conica, diritti e senza rastremature.

I sostegni di tipo decorativo dovranno essere concordati e approvati dall’U.T.C.

La colorazione dovrà essere concordata con l’U.T.C. , la vernice dovrà essere tale da resistere all’aggressione di soluzioni saline, derivate dallo spargimento del sale nei mesi invernali

13. Siglatura dei sostegni

Tutti i sostegni dovranno essere completi di marcatura indicante i l numero progressivo, posta alla base con vernice, sono escluse in ogni caso targhette di qualsiasi tipo riportate sul palo con rivettatura, saldatura o altri procedimenti di applicazione. La numerazione dovrà essere così composta: numero quadro comando /numero punto luce. Es. (1/12).

14. Ripristino e smantellamento degli impianti esistenti

Nelle zone dove previsto lo smantellamento degli impianti esistenti, per quanto possibile, sarà completato solo ad avvenuta ultimazione ed entrata in funzione dei nuovi impianti, in modo tale da assicurare anche in fase tra nsitoria l ’i l luminazione delle zone interessate dai lavori.

15. Prescrizioni progettuali generali

Alimentazione e punto di consegna energia

Il punto di consegna deve essere definito di volta in volta in accordo con la Società Distributrice dell 'energia; generalmente sarà collocato in un apposito contenitore (realizzato in resina poliestere rinforzata con fibre di vetro, calcestruzzo, ecc.), destinato a contenere i l gruppo di misura.

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A valle del punto di consegna, in un contenitore separato fisicamente di anal oghe caratteristiche (collocato in luogo sicuro, protetto da atti vandalici e da eventi atmosferici eccezionali e facilmente accessibile), dovranno essere installate le apparecchiature di comando, sezionamento e protezione previste in Elenco prezzi.

Apparecchiature di sezionamento, comando, protezione

All'inizio dell 'impianto deve essere installato un interruttore onnipolare (compreso il neutro) avente anche caratteristiche di sezionatore, associato alla protezione contro le sovracorrenti. Deve essere sempre garantita l’interruzione del conduttore neutro. Particolare cura deve essere posta nell 'adozione di mezzi idonei per prevenire la messa in tensione intempestiva dell 'impianto di i l luminazione. E' vietato mettere in opera dispositivi di protezione che possano interrompere i l neutro senza aprire contemporaneamente i conduttori di fase.

Rifasamento

L'impianto deve essere rifasato ad un fattore di potenza > 0,9 mediante equipaggiamento di ciascun centro luminoso con condensatori di adeguata capacità.

Gruppi di regolazione e/o stabilizzazione

Le apparecchiature di regolazione e/o stabil izzazione e/o telecontrollo devono essere conformi alle relative Norme tecniche di riferimento e protette contro i radiodisturbi e le perturbazioni nelle reti di alimentazion e, in conformità con il Decreto Legislativo 12 Novembre 1996, n. 615.

Inoltre i Regolatori di flusso luminoso oltre specifiche norme di prodotto dovranno essere installati secondo le indicazioni della norma UNI 11431 “Applicazione in ambito stradale dei dispositivi regolatori di flusso luminoso”.

Protezione contro l'ingresso di corpi solidi e di acqua

Le parti accessibil i da terzi degli involucri contenenti componenti elettrici, ove non precisato dal progettista, devono

avere grado di protezione almeno pari a IP 43.

Per i componenti da incassare nel terreno il grado minimo deve essere IP67.

Protezione contro le lesioni meccaniche

I componenti degli impianti esposti al pericolo di prevedibil i lesioni meccaniche devono essere adeguatamente protetti.

Gli accorgimenti costruttivi sono da studiarsi caso per caso; in particolare è richiesta una protezione meccanica per i cavi fuori terra disposti a meno di 3 m dal suolo e per i cavi installati a portata di mano rispetto ai piani di calpestio de i luoghi ordinariamente percorsi da persone.

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Distanziamento degli impianti dal piano viabile e dai limiti della carreggiata

La distanza minima dei sostegni e di ogni altra parte dell 'impianto dai l imiti della carreggiata, fino ad un'altezza di 6 m dal piano della pavimentazione stradale, fermo restando il rispetto di quanto prescritto dal Codice della Strada e dai Regolamenti locali, deve essere:

Per strade urbane dotate di marciapiedi con cordonatura: 0,5 m netti

In ogni caso occorre che la posizione del palo sia scel ta in modo da assicurare un passaggio della larghezza minima di 0,9 m verso i l l imite esterno della sede stradale; per i marciapiedi di larghezza insufficiente, i l sostegno va installato, per quanto possibile, al l imite della sede stradale.

Per strade extraurbane e urbane prive di marciapiedi con cordonatura: 1,4 m netti

Distanze inferiori, previo benestare dell’ente proprietario della strada possono essere adottate nel caso che la configurazione della banchina non consenta i l distanziamento sopra indicato; distanze maggiori devono essere adottate nel caso di banchine adibite anche alla sosta dei veicoli.

Distanziamento degli impianti dai conduttori di linee elettriche

Le distanze dei sostegni e dei relativi apparecchi di i l luminazione dai conduttori di l inee elettriche aeree (conduttori supposti sia con catenaria verticale sia con catenaria inclinata di 30° sulla verticale, nelle condizioni indicate nel D.M. 21/03/1988), in accordo con la Norma CEI 64-8/7, allegato A, Art. A.3.1, non devono essere inferi ori a:

- 1 m dai conduttori di l inee di classe 0 e l; i l distanziamento minimo sopra indicato può essere ridotto a 0,5 m quando si tratti di l inee con conduttori in cavo aereo ed in ogni caso nell 'abitato;

- (3 + 0,015 U) m dai conduttori di l inee di classe I I e III, dove U è la tensione nominale della l inea espressa in kV.

Il distanziamento può essere ridotto a (1+ 0,015 U) m per le l inee in cavo aereo e, quando ci sia l 'accordo fra i proprietari interessati, anche per le l inee con conduttori nudi.

I distanziamenti sopraindicati si riferiscono unicamente al corretto funzionamento dell’impianto. Distanziamenti maggiori sono, in genere, necessari per tenere conto della sicurezza degli operatori addetti alla manutenzione.

Distanziamento degli impianti da altre opere

Le distanze da rispettare da altre opere circostanti o componenti di altri servizi tecnologici sono riepilogate nella tabella A (come indicato nel D.M. 21/03/1988).

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 17

Parallelismi ed incroci con altre condutture interrate

I parallelismi e gli incroci con altre condutture interrate, con tubazioni metall iche, con serbatoi contenenti gas o l iquidi infiammabili devono essere eseguite secondo quanto stabil ito dalla norma C.E.I. 11 -17.

I parallelismi ed incroci tra cavi di energia e metanodotti devono es sere eseguiti secondo quanto stabil ito dal Decreto Ministeriale del 17-04-2008;" Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con densità non superiore a 0,8”.

Protezione degli impianti contro le sovracorrenti

Gli impianti devono essere protetti solo nei confronti dei cortocircuiti.

Tenendo conto dei dati forniti dalla Società distributrice per ogni punto di alimentazione, i l potere d'interruzione deve tenere conto dell’impedenza di guasto dei relativi interruttori generali

Protezione contro i contatti diretti ed indiretti

Contro i contatti diretti:

Mediante confinamento dei quadri d'alimentazione entro locale o armadio accessibile solo con chiave o utensil e; e mediante protezione di tutte le parti attive accessibil i con involucri di idonea robustezza meccanica.

Contro i contatti indiretti

Senza interruzione automatica del circuito, mediante l 'impiego di componenti di Classe II

Con interruzione automatica del circuito, mediante sistema TT (componenti di classe I)

16. Caratteristiche dei materiali

Blocchi di fondazione

Nell’esecuzione dei blocchi di fondazione per i l sostegno dei pali devono essere mantenute le caratteristiche dimensionali e costruttive indicate nei disegni di progetto.

Saranno inoltre rispettate le seguenti prescrizioni:

- Esecuzione dello scavo con misure adeguate alle dimensioni del blocco;

- Formazione del blocco in calcestruzzo dosato a 250 kg di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto; durante i l getto del calcestruzzo deve essere evitato qualsiasi smottamento di terreno delle pareti; la superficie superiore del blocco deve essere sagomata da quattro spioventi per favorire l’allontanamento dell’acqua;

- Esecuzione della nicchia per l’incastro del palo, con l’impiego di cassaforma;

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 18

- Fornitura e posa, entro i l blocco in calcestruzzo, di spezzone di tubazione in plastica del diametro esterno di almeno 80 mm per i l passaggio dei cavi;

- Riempimento eventuale dello scavo con materiale di risulta, se r itenuto idoneo dalla Direzione Lavori, o con ghiaia naturale costipati; trasporto alla discarica del materiale eccedente;

- Sistemazione del cordolo in pietra eventualmente rimosso;

- In caso di getti a basse temperature esterne è consigliabile l ’impiego nel c onglomerato cementizio di adeguato l iquido antigelo.

E’ permessa la posa di blocchi di fondazione prefabbricati (ove la posa lo consenta) purchè rispettanti le caratteristiche previste dal progetto.

I fori lasciati nei blocchi di fondazione per l’infissione dei pali devono essere prontamente coperti, è onere dell’appaltatore provvedere alla guardiania e alla pronta riesecuzione della copertura in modo fisso del foro, non sono ammessi tavole in legno, massi per tale scopo. Potranno essere provvisoriamente (con tale termine si intende in giornata) segnalati con cartell i indicatori o biri l l i catarifrangenti.

L’eventuale rimozione dei cordoli del marciapiede è compresa nell’esecuzione dello scavo del blocco.

Per tutte le opere elencate nel presente articolo è previsto dall’appalto i l ripristino del suolo pubblico.

Pozzetti

Pozzetti con chiusino in ghisa

Nell’esecuzione dei pozzetti saranno tenute le caratteristiche dimensionali e costruttive, in conformità alla Norma UNI-EN 124; nonché l’ubicazione, indicata nei disegni di progetto. Saranno inoltre rispettate le seguenti prescrizioni:

- Esecuzione dello scavo con misure adeguate alle dimensioni del pozzetto;

- Formazione di uno spessore di 10 cm circa di materiale drenante sotto la platea di calcestruzzo;

- Formazione di platea in calcestruzzo dosato a 200 kg di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto, con fori per i l drenaggio dell’acqua;

- Formazione della muratura laterale di contenimento, in mattoni pieni o semipieni e malta di cemento;

- Conglobamento, nella muratura di mattoni, delle tubazioni in plastica interessate dal pozzetto; sigil lature con malta di cemento degli spazi fra muratura e tubo;

- Formazione, all ’interno del pozzetto, di rinzaffo in malta di cemento grossolanamente l isciato;

- Fornitura e posa, su letto di malta di cemento, di chiusino in ghisa, completo di telaio, con eventuale scritta dell’utenza sul coperchio;

- Riempimento del vano residuo con materiale di risulta, se approvato dalla Direzione Lavori, o con ghiaia naturale costipati; trasporto alla discarica del materiale eccedente.

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 19

E’ consentita, in alternativa, l ’esecuzione in calcestruzzo delle pareti laterali dei pozzetti interrati con chiusino in ghis a. Lo spessore delle pareti e le modalità di esecuzione devono essere preventivamente concordati con la Direzione Lavori.

E’ altresì compreso l’onere per l’estirpazione di piccole piante o per la rimozione del materiale di qualsiasi natura, che si trovassero in loco.

Pozzetto prefabbricato interrato

E’ previsto l’impiego di pozzetti prefabbricati ed interrati, comprendenti elementi a cassa, con fori di drenaggio, ed un chiusino rimovibile.

Detti manufatti, di calcestruzzo vibrato, avranno sulle pareti laterali la predisposizione per l’innesto dei tubi in materiale plastico, costituito da zone circol ari con pareti a spessore ridotto.

17. Materiali per impianti elettrici di illuminazione pubblica

I materiali inerenti a questa sezione dovranno corrispondere a quanto descritto in seguito e a quanto descritto dalle specifiche tecniche allegate o alle prescri zioni date dalla DD.LL. in corso d’opera.

Tubazioni in P.V.C

I tubi protettivi in PVC sia rigidi che flessibil i , per la formazione del tubo passacavi, dovranno, a seconda delle dimensioni e del tipo, rispondere alle norma CEI n. 23-14 /1971 e successive varianti, alla tabella UNEL 37127, alle norma CEI n. 23-8/1973 e successive varianti, tabella UNEL 37118, alla norma cei 23 -29/1989 od alle norme UNI 7443/75 tipo 302.

Inoltre detti tubi dovranno essere contrassegnati con il Marchio di Qualità, e riportare stampigliato ogni pezzo che sia conforme alle norme.

Il tipo rigido deve essere dotato di giunto a bicchiere per favorire la giunzione mediante incollaggio.

Pali in acciaio

Fermo restando le prescrizioni indicate dal progetto e dai particolari e specific he tecniche allegate, i pali in acciaio che sia del tipo conico o rastremato monolitico, dovranno essere conformi alla Sezione 1 delle Norme UNI -EN 40.

Essi devono essere dei seguenti tipi:

Pali di acciaio di qualità almeno pari a Fe 360 grado B, secondo Norma UNI-EN 10025, di sezione e forma definite nei disegni di progetto, comunemente del tipo:

- A sezione poligonale (ottagonale) con profilo tronco piramidale

- A sezione circolare con profilo conico

- A sezione circolare con profilo rastremato, saldati

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- A sezione circolare con profilo rastremato, trafi lati a caldo senza saldature

Rispondenti al Decreto Ministeriale 16/01/1996 «Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e dei sovraccarichi».

Per la protezione di tutte le parti in acciaio è richiesta la zincatura a caldo secondo la Sezione 4 delle Norme UNI EN 40, salvo applicazioni particolari.

Pali di caratteristiche diverse (ad es. in alluminio o in vetro resina), purché equivalenti.

Tutte le caratteristiche dimensionali ed i particolari costruttivi saranno indicati a parte, ove necessario. I sostegni in ghisa per gli apparecchi per Arredo Urbano sono esclusi dalle successive prescrizioni.

Per i l fissaggio dei bracci o dei codoli devono essere previs ti sistemi che evitino la rotazione degli stessi per effetto del vento e di urti accidentali.

Nei pali devono essere praticate due aperture: un foro ad asola della dimensione di circa 150 x 50 mm per i l passaggio dei conduttori ed una finestrella d’ispezione di adeguate dimensioni (Vedi Norme UNI EN 40) Nell’ipotesi che non venga adottata la finestrella di ispezione (in quanto la connessione elettrica è realizzata mediante giunto sotterraneo), questa prescrizione è annullata.

La chiusura della finestrella d’ispezione deve avvenire mediante un portello realizzato in pressofusione di alluminio, lamiera zincata o in resina rinforzata, a fi lo palo, con bloccaggio mediante chiave triangolare; oppure, solo nel caso sussistano difficoltà di collocazione della morsettiera e previo benestare del Direttore dei Lavori, con portello in ri l ievo, adatto al contenimento di detta morsettiera, sempre con bloccaggio mediante chiave triangolare.

Il portello deve comunque essere montato in modo da soddisfare i l grado minimo di p rotezione interna. La finestrella d’ispezione deve consentire l’accesso all’alloggiamento elettrico.

Il percorso dei cavi nei blocchi e nell’asola inferiore dei pali deve essere protetto tramite uno o più tubi in materiale isolante flessibile serie pesante diametro 50 mm, posato all’atto della collocazione dei pali stessi entro i fori predisposti nei blocchi di fondazione medesimi.

Corpi illuminanti

Fermo restando le prescrizioni indicate dal progetto e dai particolari e specifiche tecniche allegate, gli a pparecchi di i l luminazione devono essere in tutto conformi alle Norme CEI -EN relative, al Decreto Legge 15 Novembre 1996, n° 615 ed essere certificati da Ente Terzo appartenente all’ambito CCA - CENELEC Certification Agreement – (Marchio ENEC, IMQ o equivalente).

Gli Apparecchi di Il luminazione devono inoltre essere provvisti di documentazione fotometrica conforme al CAP. 9 della Norma UNI 10671 e Certificata da Ente Terzo, in base al Regolamento IMQ Performance. Fino al 31/12/2000, in via transitoria è accettata anche la sola documentazione del costruttore.

Per applicazioni speciali con util izzo di riflettori, lampade ed alimentatori non di serie, la Certificazione IMQ Performance non è richiesta.

Il costruttore degli Apparecchi deve essere dotato di Certificazione di Sistema di Qualità ISO EN 9002 o superiore.

Le armature del tipo a parabola, dovranno avere un dispositivo di attacco per testa palo e laterale, adatto per i l montaggio su pali di acciaio diritti, piegati o su braccio, avere le caratteristiche descritte nella corrispondente voce di

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 21

E.P. e rispondere ai seguenti requisiti:

a) Avere un vano di alloggiamento adatto a contenere ampiamente i l reattore, i l condensatore di rifasamento, l 'accenditore, e tale da garantire la protezione del reattore, del condensatore e dell 'accenditore dell 'acqua piovana. Dovrà inoltre essere provvisto di aperture tali da permettere un'efficiente aereazione del vano stesso e quindi un'efficace dispersione del calore prodotto dalle lampade.

b) Avere un dispositivo di attacco, molto solido tale da garantire una solida presa sulla testa del palo o dello sbraccio.

c) Avere una facile accessibil ità al vano di alloggiamento delle unità elettriche, per favorire la manutenzione, quindi deve essere provvisto di un dispositivo per la rotazione del corpo: in particolare sia le viti di bloccaggio che i ganci dovranno fare parte integrante delle armature ed essere innamovibil i da questo.

d) )Il corpo portante dell 'armatura dovrà essere inoltre verniciato con vernici epossidiche.

I materiali usati per la costruzione dei componenti i l corpo dell’apparecchio devono essere resistenti alla corrosione, secondo la Norma UNI ISO 9227;

I componenti realizzati in materiale plastico o fibre sintetiche devono essere sufficientemente robusti, preferibilmente non propaganti la fiamma e non devono, nel tempo, cambiare l’aspetto superficiale o deformarsi per qualsiasi causa;

Per gli accessori (cerniere, perni, moschettoni o viterie) esterni o comunque soggetti ad usura per operazioni di manutenzione è prescritto l’impiego di acciaio inossidabile, salvo siano realizzati in materiale plastico idoneo;

Gli accoppiamenti di diversi materiali, o di questi con i relativi trattamenti superficiali , non deve dar luogo ad inconvenienti causati da coppie elettrolitiche o differenti coefficienti di dilatazione;

Deve essere inoltre garantita la riciclabil ità dei materiali impiegati.

La parabola riflettente dovrà essere in alluminio anodizzato e bril lantato tale da garantire la perfetta conservazione della superficie riflettente, la quale dovrà essere garantita.

Le coppe se non diversamente specificato saranno in policarbonato, infrangibile, stabil izzato ai raggi ultravioletti resistenti e indeformabili al calore, dovranno presentare la massima trasparenza e dovranno es sere garantite; le coppe in vetro ottico al borosil icato.

Il vano ausil iari elettrici degli apparecchi e le parti non accessibil i da terzi degli involucri contenenti componenti elettrici devono avere Grado di Protezione minimo pari a:

- IP 43 per impianti di Il luminazione stradale funzionale

- IP 43 per impianti di i l luminazione di arredo urbano (IP 67 per incassi a terra)

- IP 65 per impianti in galleria

- IP 65 per impianti sportivi

Il vano ottico degli apparecchi di i l luminazione deve avere Grado di Protezione almeno pari a:

- IP 65 per impianti di Il luminazione stradale funzionale

- IP 54 per impianti di Il luminazione di arredo urbano (IP 67 per incassi a terra)

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- IP 65 per impianti in galleria

- IP 65 per impianti sportivi

In caso di restauro di corpi i l luminanti esis tenti (retrofit) tramite sostituzione di lampade e relativi gruppi di alimentazione con piastre a LED, dovranno essere util izzati dispositivi a LED per i quali i l costruttore, oltre a fornire la certificazione CE per i l proprio prodotto in modo indipendente, curi l ’inserimento e i l cablaggio del kit retrofit nella custodia dell’apparecchio esistente e fornisca anche la certificazione di conformità CE alle norme di prodotto applicabil i per l ’apparecchio completo con piastra a LED installata e cablata.

Nastro isolante

Il nastro isolante autoagglomerante per l 'esecuzione delle derivazioni dovrà avere elevato potere di agglomerazione, resistenza ed isolamento 1x106 mega ohm, rigidità dielettrica 1000 Volt - fattore di correzione 1.0.

Cavi elettrici

I cavi elettrici in rame elettrolitico dovranno essere di prima marca, essere isolati con gomma butil ica con grado di isolamento superiore a 3 norme CEI 20-13 ed. III 1965 e varianti V1/1966 e V3/1972 e tabelle UNEL 35355 -56-57-58/72. In genere le l inee dorsali di a limentazione, per posa sia sospesa che interrata, sono costituite da quattro cavi unipolari uguali.

I cavi per la derivazione agli apparecchi di i l luminazione sono bipolari o tripolari di tipo e sezione proporzionati al carico e agli impieghi dei suddetti (Vedi Norma CEI EN 60598-1).

I principali cavi per esterno sono identificati dalle seguenti sigle di identificazione:

- cavi unipolari con guaina, di sezione fino a 6 mm2 (UG7R 0,6 / 1 kV oppure FG7R 0,6 / 1 kV)

- cavi unipolari con guaina, di sezione superiore a 6 mm2 (RG7R 0,6 / 1 kV oppure FG7R 0,6 / 1 kV)

- cavi bipolari o tripolari di sezione 2,5 mm2 (UG70R 0,6 / 1 kV oppure FG7OR 0,6 / 1 kV)

- cavi multipolari di sezione superiore a 6 mm2 (RG70R 0,6 / 1 kV oppure FG7OR 0,6 / 1 kV)

I cavi saranno rispondenti alle Norme CEI 20-13 (1998) o equivalenti e devono disporre di certificazione IMQ od equivalente. Nelle planimetrie di progetto devono essere riportati i l percorso, la sezione ed i l numero dei conduttori; l ’Appaltatore deve attenersi scrupolosamente a quanto indicato nei disegni, salvo eventuali diverse prescrizioni della Direzione Lavori.

Per i cavi unipolari la distinzione delle fasi e del neutro deve apparire esternamente sulla guaina protettiva.

E’ consentita l’apposizione di fascette distintive su ogni derivazione, in nastro adesivo, colorate in modo diverso (marrone: fase R - bianco: fase S - nero: fase T - blu chiaro: neutro).

I cavi elettrici ad isolamento minerale realizzati tramite trafi latura dovranno essere di prima marca, costruiti in conformità alla norma CEI 20-39 e a marchio IMQ e resistente al fuoco secondo la norma CEI 20-36 composti da una

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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 23

guaina tubolare in rame nudo continua senza saldature con funzione di conduttore di protezione, isolante interno in ossido di magnesio e conduttori in rame ricotto. Se richiesto i l cavo dovrà essere di rivestimento supplementare conforme alla norma CEI 20-22 in guaina a base poliolefinica a bassa emissione di fumi opachi e gas cianoalogenidrici.

I cavi dovranno essere posati nel rispetto delle disposizioni date dal costruttore (raggi minimi di curvatura,

attestazioni, prove di isolamento in corso d’opera ecc.) e dotati di relativi accessori di attestazione e raccordo.

Scatole di derivazione

Dovranno essere a perfetta tenuta con grado di protezione minimo IP 56.

Giunzioni o derivazioni

Le giunzioni e le derivazione possono essere del tipo a resina colata.

La temperatura di impiego dei materiali deve essere coerente con il luogo d'installazione. Non sono ammesse

giunzioni in gel polimerico o a nastro.