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MEMOTAC Reg. Trib. Roma n. 157/7.4.2003 n. 134-135 Direttore Responsabile Giuseppe Ottone Edizione Edimanager S.r.l. Via del Viminale, 38 00184 Roma Tel. 06 4746219 [email protected] [email protected] Stampa: AGR - Arti Grafiche Roma s.r.l. Gennaio Febbraio 2015 memotac Sinadi 1 A cura della Federazione Intersindacale Dipendenti Credito Cooperativo BASTA, BASTA, BASTA!!! È difficile distinguere tra le varie concause che hanno, in questi giorni, trascinato nell’occhio del ciclone il mondo del Credito Cooperativo, le nostre Casse Rurali. Abbiamo, in passato, denunciato con forza, ma purtroppo soli, la scelta politica di voler essere “Banche” togliendo gli abiti dimessi di servitori delle piccole e abbandonate comunità locali, per prendere quelli delle serate di gala. Non più crediti, ma finanza, non più Amministrazioni espressione di buon senso, ma pseudo professionisti in cerca di lustro. Una vera e propria rottamazione di principi, valori, uomini, considerati superati, il tutto con l’interessata presunzione di rilanciare il Credito Cooperativo verso il futuro!! Ma quale futuro? Forse, ma senza forse, quello di trasforma- re le nostre gloriose piccole-grandi “Casse” in “potenti strumenti creditizi” trampolini per politiche clientelari o per comode poltrone e congrue gettoniere. Ora siamo alla resa dei conti in quanto coloro i quali sono riusciti ad evitare questo tsunami, grazie all’ancoramento delle loro aziende a sane radici e ad una gestione in piena sintonia con le proprie funzioni, hanno deciso di alzare la voce. Basta mescolare le carte! Basta con il far pagare la mala gestio a coloro che si sono sempre comportati correttamente e hanno mirato non a posizioni e rendite di potere, ma semplicemente e più modestamente, a sostenere le finalità sane ed il vero spirito cooperativistico. Milioni di euro seminati in terreni aridi e contaminati a favore di spregiudicate gestioni al fine di coprire Controllati e Controllori. Euro presi dalle tasche dei probi per regalarli agli scialacquatori. Anche per chi crede nella Giustizia terrena e divina è arrivato il momento di dire Basta! Con le buone o con le cattive; per noi, per le nostre famiglie e, soprattutto, per la parte sana della Società. Foglio informativo riservato agli iscritti Meglio l'autoriforma che la riforma? Il contributo di due Direttori di Bcc, Michele Albanese e Antonio Marino Molto probabilmente dalla Banca Centrale Europea sono arrivate spinte su Banca d'Italia e Governo italiano per una riforma del Credito Cooperativo che porti ad una maggiore concentrazione delle quasi 400 BCC. Solo un paio di giorni fa il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato: “Si deve riconoscere francamente che di BCC ce ne sono troppe e, quelle che ci sono, sono troppo piccole, si dovrebbe procedere con un'autoriforma di settore”. Non capiamo questo repentino movimentismo a proposito del Credito Cooperativo, quel segmento del panorama bancario italiano che oggi viene unanimemente considerato dall'opinione pubblica quasi come un'isola felice. Il tentativo sistematico di confondere il Credito Cooperativo nel mare magnum del sistema bancario è un esercizio miope. Le BCC sono banche differenti e non per slogan. Sono piccole banche legate al territorio, uniche nel loro genere ed inimitabili, che procurano utilità e vantaggi economici e sociali a soci e clienti nonchè allo stesso sistema bancario. Nessuno, comunque, vuole sfuggire alla ricerca di una maggiore efficienza che deve investire anche il Credito Cooperativo. La Federazione Nazionale ha proposto di studiare una autoriforma che allontani l'intervento legislativo e capace di evitare dannose ingerenze e migliorare il sistema. Ci permettiamo, in quest’ottica, di dare un nostro modesto contributo di idee individuando alcuni punti che, se attuati, potrebbero dare nuovo impulso alle BCC e preservarne quell'autonomia che tanto ci sta a cuore: 1. prevedere un numero massimo di 3 mandati per i componenti degli organi di governance; 2. disporre di un'adeguata dotazione di Fondi Propri; 3. affidare l'amministrazione degli organismi di secondo livello esclusivamente ai rappresentanti delle BCC che presentano Bilanci d'esercizio più virtuosi; 4. affidare ad un board competente e condiviso dalle Bcc il Fondo di Garanzia Istituzionale ; 5. eliminare i costi superflui attraverso economie di scala e sinergie affidando le società partecipate a direttori o amministratori delegati che rispondano direttamente ad un Organismo centrale ; 6. caratterizzare il concetto di Banca locale . Nessuno può dire di avere la bacchetta magica, tantomeno la BCE. Michele Ferrero, recentemente scomparso, ebbe a dire che “la fabbrica è per l'uomo e non l'uomo per la fabbrica”. Le BCC sono, da sempre, come la “fabbrica” di Ferrero, non si sono mai allontanate dall'uomo. Chi pensa oggi di risolvere il tutto con l'ingegneria normativa e finanziaria, a nostro avviso, pone in essere un divorzio dalla realtà.

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MEMOTAC

Reg. Trib. Roman. 157/7.4.2003

n. 134-135

Direttore ResponsabileGiuseppe Ottone

EdizioneEdimanager S.r.l.

Via del Viminale, 38 00184 Roma

Tel. 06 4746219

[email protected]

[email protected]

Stampa:

AGR - Arti Grafiche Roma s.r.l.

GennaioFebbraio

2015

memotacSinadi

1

A cura della Federazione Intersindacale Dipendenti Credito Cooperativo

BASTA, BASTA, BASTA!!!È difficile distinguere tra le varie concause che hanno, in questi giorni, trascinato nell’occhio del ciclone il mondo del Credito Cooperativo, le nostre Casse Rurali. Abbiamo, in passato, denunciato con forza, ma purtroppo soli, la scelta politica di voler essere “Banche” togliendo gli abiti dimessi di servitori delle piccole e abbandonate comunità locali, per prendere quelli delle serate di gala. Non più crediti, ma finanza, non più Amministrazioni espressione di buon senso, ma pseudo professionisti in cerca di lustro. Una vera e propria rottamazione di principi, valori, uomini, considerati superati, il tutto con l’interessata presunzione di rilanciare il Credito Cooperativo verso il futuro!! Ma quale futuro? Forse, ma senza forse, quello di trasforma-re le nostre gloriose piccole-grandi “Casse” in “potenti strumenti creditizi” trampolini per politiche clientelari o per comode poltrone e congrue gettoniere. Ora siamo alla resa dei conti in quanto coloro i quali sono riusciti ad evitare questo tsunami, grazie all’ancoramento delle loro aziende a sane radici e ad una gestione in piena sintonia con le proprie funzioni, hanno deciso di alzare la voce. Basta mescolare le carte! Basta con il far pagare la mala gestio a coloro che si sono sempre comportati correttamente e hanno mirato non a posizioni e rendite di potere, ma semplicemente e più modestamente, a sostenere le finalità sane ed il vero spirito cooperativistico. Milioni di euro seminati in terreni aridi e contaminati a favore di spregiudicate gestioni al fine di coprire Controllati e Controllori. Euro presi dalle tasche dei probi per regalarli agli scialacquatori. Anche per chi crede nella Giustizia terrena e divina è arrivato il momento di dire Basta! Con le buone o con le cattive; per noi, per le nostre famiglie e, soprattutto, per la parte sana della Società.

Fog l i o i n fo rma t i vo r i se r va to ag l i i s c r i t t i

Meglio l'autoriforma che la riforma? Il contributo di due Direttori di Bcc, Michele Albanese e Antonio Marino

Molto probabilmente dalla Banca Centrale Europea sono arrivate spinte su Banca d'Italia e Governo italiano per una riforma del Credito

Cooperativo che porti ad una maggiore concentrazione delle quasi 400 BCC. Solo un paio di giorni fa il Ministro dell'Economia Pier Carlo

Padoan ha dichiarato: “Si deve riconoscere francamente che di BCC ce ne sono troppe e, quelle che ci sono, sono troppo piccole, si dovrebbe

procedere con un'autoriforma di settore”. Non capiamo questo repentino movimentismo a proposito del Credito Cooperativo, quel segmento

del panorama bancario italiano che oggi viene unanimemente considerato dall'opinione pubblica quasi come un'isola felice. Il tentativo

sistematico di confondere il Credito Cooperativo nel mare magnum del sistema bancario è un esercizio miope. Le BCC sono banche differenti

e non per slogan. Sono piccole banche legate al territorio, uniche nel loro genere ed inimitabili, che procurano utilità e vantaggi economici e

sociali a soci e clienti nonchè allo stesso sistema bancario. Nessuno, comunque, vuole sfuggire alla ricerca di una maggiore efficienza che

deve investire anche il Credito Cooperativo. La Federazione Nazionale ha proposto di studiare una autoriforma che allontani l'intervento

legislativo e capace di evitare dannose ingerenze e migliorare il sistema. Ci permettiamo, in quest’ottica, di dare un nostro modesto contributo

di idee individuando alcuni punti che, se attuati, potrebbero dare nuovo impulso alle BCC e preservarne quell'autonomia che tanto ci sta a

cuore:

1. prevedere un numero massimo di 3 mandati per i componenti degli organi di governance;

2. disporre di un'adeguata dotazione di Fondi Propri;

3. affidare l'amministrazione degli organismi di secondo livello esclusivamente ai rappresentanti delle BCC che presentano Bilanci

d'esercizio più virtuosi;

4. affidare ad un board competente e condiviso dalle Bcc il Fondo di Garanzia Istituzionale ;

5. eliminare i costi superflui attraverso economie di scala e sinergie affidando le società partecipate a direttori o amministratori delegati che

rispondano direttamente ad un Organismo centrale ;

6. caratterizzare il concetto di Banca locale .

Nessuno può dire di avere la bacchetta magica, tantomeno la BCE.

Michele Ferrero, recentemente scomparso, ebbe a dire che “la fabbrica è per l'uomo e non l'uomo per la fabbrica”. Le BCC sono, da sempre,

come la “fabbrica” di Ferrero, non si sono mai allontanate dall'uomo.

Chi pensa oggi di risolvere il tutto con l'ingegneria normativa e finanziaria, a nostro avviso, pone in essere un divorzio dalla realtà.

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LA NOSTRA VOCE

Rinnovo Ccnl Credito Cooperativo - Linee programmatiche

Il 22 gennaio 2015 è stato sottoscritto da Sinadi e Federcasse un verbale che legittima la partecipazione del nostro Sindacato a rappresentare i propri iscritti in occasione dei prossimi confronti contrattuali. Questa intesa ha comportato, da parte nostra, una revisione delle relazioni sindacali avute negli ultimi anni. In partico-lare, è stata convenuta la sospensione degli accordi in essere a carattere regionale e provinciale con l'obiettivo di rinegoziarne, a livello nazionale, i contenuti nell'ambito di un riordino e di una ristrutturazione di tutta la materia contrattuale.

*****Prima di esporre, in un panorama sintetico, quanto ci apprestiamo a fare per far fronte all'attuale situazione, sicuramente complessa, riteniamo doveroso ricordare, innanzitutto, i motivi che hanno spinto la nostra Organizzazione ad essere assente dal dialogo sindacale-contrattuale con Federcasse interrottosi, peraltro, dopo un lunghissimo periodo in cui ci si era adoperati, congiuntamente, per la costruzione di regole contrattuali e comportamentali rispondenti alla logica del nostro mondo cooperativo.Ed è stata, appunto, la compromissione di questa logica - attraverso la sottoscrizione del famigerato Protocollo d'intesa del 4 giugno 1997 e del successivo Accordo Quadro del 28 febbraio 1998 - che la nostra Organizzazione si è rifiutata di condividere. Infatti, l’applicazione di tali accordi, ammesso che fosse consona al sistema bancario ordinario, mortificava, senza dubbio alcuno, competenze e ruoli di quanti operavano nel Credito Cooperativo, non tenendo in alcun conto quanto fossero diversi da quelli delle altre banche e quanto diverso era, ed è tuttora, lo spirito di coinvolgimento. Le conseguenze più aberranti di quel triste periodo furono, certamente, lo scivolamento dei Funzionari nel Contratto impiegatizio, con il conseguente appiattimento di responsabilità e funzioni, l'apposizione di un pesante coperchio allo sviluppo delle carriere nonchè la cancellazione delle tutele previste in caso di licenziamento. Diritto questo che non era un privilegio di casta, bensì una legittima garanzia - come fu, successivamente, sancito dalla stessa Corte di Cassazione - in particolare per il settore del Credito Cooperativo.Altrettanto negativa fu la posizione della nostra Organizzazione sindacale nei confronti di chi si era arrogato il diritto di condurre gli Organismi collaterali, quali il Fondo Pensione Nazionale e la Cassa Mutua, permettendo fra l'altro l'ingresso di sindacati non rappresentativi, a discapito di chi ne era stato fautore e fondatore, e mortificando, in ogni caso, le rappresentanze minoritarie.La nostra Organizzazione che prescinde, da sempre, da perverse logiche politiche e da compromessi interessati, nasce e si gestisce all'interno del Credito Cooperativo con l'unico obiettivo di esaltare le peculiarità di quanti in esso operano attraverso il giusto riconoscimento dei loro diritti, sia sul piano delle regole che su quello retributivo, a fronte degli impegni e delle responsabilità ad essi demandati, e la tutela dei loro ruoli professionali, siano essi di massima responsabilità o di mera esecutività. Ed è stato fondamentale, comunque e sempre, il principio che non è assolutamente equiparabile il mondo bancario ordinario a quello della Cooperazione di credito come pure di chi in essa opera con professionalità e spirito di Gruppo.In questa ottica abbiamo, tra l’altro, sostenuto con forza e determinazione la presenza, ai Vertici amministrativi delle nostre Banche, di Colleghi che, dopo lunghi anni di militanza e una lunga e brillante carriera, hanno voluto continuare a porsi a disposizione delle loro Aziende, a dispetto di una politica che ha cercato di frapporre barriere statutarie a professionalità che molti ci invidiano, proprio perchè rappresentano valori propri della Cooperazione, in generale, e, in particolare, di quella del Credito.

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I pro e i contro di un Collega che ha responsabilità ed esperienza

A proposito della paventata riforma delle Bcc, è difficile credere che non sia già stato tutto deciso e che l’intervento del Governo, che fa seguito alle sollecitazioni della BCE, non sia il primo atto di una commedia già scritta con il beneplacito dei nostri Vertici. È paradossale che BCE ed EBA si preoccupino così tanto del Credito Cooperativo, quando poi le ragioni della crisi del sistema bancario, a detta di tutti, risiedono altrove. Tutti riconoscono il ruolo economico e sociale delle Bcc e ne apprezzano la mission profondamente radicata nel locale grazie alle proprie autonomie; eppure la diagnosi è severa: senza un trapianto, ossia un’anima nuova, il Credito Cooperativo è destinato a morte certa! Non tanto e non solo perché la concorrenza è feroce, perché c’è la crisi e i margini giustificano solo economie di scala, ma anche e soprattutto perché il meccanismo unico di Vigilanza impone dei parametri di patrimonializzazione che soffocano le banche cooperative, le quali non possono ricorrere al mercato per aumentare il proprio capitale. Quindi, per aumentare il patrimonio si dice: ...faranno delle fusioni!! Ma quasi mai vale l’equazione: debolezza + debolezza = forza.

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In sintonia con questi principi incontestabili occorre, tuttavia, tener anche conto delle esigenze di oggi e della necessità di riformulare regole che, senza alcuna possibilità di equivoci, definiscano responsabilità e ruoli e non mettano in discussione ma, anzi, facciano prevalere, il comune principio di essere “differenti”.

*****L'attuale Commissione sindacale del Sinadi (Organizzazione nella quale sono confluiti di recente, per Statuto e per progetti, sia il Silcco che l'Area Quadri) - incaricata a rappresentare le singole aree contrattuali - sarà chiamata, a breve, a proporre, discutere e definire le problematiche dei prossimi Contratti sia dei Dirigenti che dei Quadri Direttivi e Aree Professionali. Tale Commissione, che sta già predisponendo le due piattaforme attraverso una profonda revisione ed un necessario ammodernamento dei contenuti delle intese già esistenti, sarà impegnata, nel contempo, a renderle compatibili, il più possibile, con le peculiari esigenze del nostro sistema, tenendo, peraltro, conto dell'attuale situazione critica e non trascurando, ovviamente, l'obiettivo di un rilancio del Gruppo; i contenuti, in ogni caso, siamo certi, non potranno che essere coniugati con positivi risultati. Da parte nostra, nessuna preclusione, ma la volontà di proporci per un lavoro di costante collaborazione e di reciproco rispetto. Presupposti, questi, che hanno portato, e non poteva essere diversamente, dopo copiosa corrispondenza ed opportuni chiarimenti, alla firma ed alla formalizzazione della già citata intesa del 22 gennaio u.s.

*****Le Piattaforme saranno, successivamente, oggetto di Referendum tra tutti gli iscritti al fine di riceverne l'avallo ed il conforto di aver corrisposto, almeno nei temi, alle aspettative e speranze di tutti.Alcune linee generali dovranno, comunque, caratterizzare il lavoro della nostra Organizzazione sindacale e non si dovrà prescindere da esse. Ci riferiamo alla presa d'atto dell'evoluzione stessa del nostro sistema: alle specificità locali ed alla diversa regolamentazione di alcune Bcc che, per dimensioni, articolazione e necessità gestionali, si pongono, di fatto, fuori dalla generalità dei casi.Come pure dovrà essere definito il concetto di mobilità, in particolare, a seguito di fusioni ed incorporazioni; in termini di immediatezza, occorre rivedere e regolamentare la partecipazione sia al Fondo Pensione Nazionale che alla Cassa Mutua e individuare nuovi flussi e nuovi servizi attraverso travaso di risorse economiche, peraltro oggetto di improprie destinazioni ovvero in misura sproporzionata rispetto alle motivazioni a loro sostegno.Inoltre, dovrà essere concordata, sempre nell'interesse di tutti, una efficace regolamentazione della Formazione e degli stages propedeutici all'ingresso nel mondo del lavoro. Nel primo caso occorre un costante aggiornamento e, nell'altro, la necessità di una preparazione che sia in linea con le mutevoli e specifiche esigenze del mondo bancario e, meglio ancora, del Credito Cooperativo. Una revisione drastica dovrà essere posta, al tavolo delle trattative, per quanto riguarda gli Organismi Centrali e Collegati in considerazione dei particolari ruoli svolti e regolamentati attualmente solo in parte e solo in alcune realtà.Infine, occorre porre attenzione al delicato problema dei Contratti di solidarietà, che spesso colpiscono lavoratori che nulla hanno a che fare con le cattive gestioni che li hanno prodotti.

*****

Questa nota ha, naturalmente, carattere informativo ed il fine precipuo di richiamare l'attenzione di quanti, spesso con motivazioni pretestuose, non hanno supportato le nostre difficili battaglie a loro difesa.Ora non è più tempo di distrazioni o personalismi.Occorre stare tutti insieme senza più alibi e sostenere l'unica Organizzazione Sindacale la cui ragion d'essere è quella di garantire il presente ed il futuro a chi lavora nel mondo del Credito Cooperativo.

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del quale condividiamo la puntualità e l’acutezza delle osservazioniE allora l’unica soluzione rimane il modello Credit Agricole? Pare proprio di sì. I nostri Vertici sembrano orientati al gruppo bancario quale unico strumento per mantenere i propri privilegi, con buona pace del vero Credito Cooperativo, così meritevole per aver sostenuto in tanti anni gli interessi dei più deboli, da meritare, al massimo, un requiem comme-morativo “con i fiocchi.” Una soluzione c’era; ma forse è troppo tardi. Pretendere dall’UE il riconoscimento dei meriti pubblicamente riconosciuti e l’applicazione di quel criterio di proporzionalità, sempre richiamato come àncora di salvataggio per le piccole banche - oggi spregevolmente classificate come less significant - e mai di fatto applicato nel contesto regolamentare. La proporzionalità potrebbe concretizzarsi attraverso l’applicazione limitata della normativa sul patrimonio per le Bcc, collegata a vincoli prudenziali ed operativi che le Bcc dovrebbero realisticamente accettare come clausole di salvaguardia. Avrebbe significato un ridimensionamento dei sogni di grandezza di qualcuno all’interno del nostro Movimento, ma avrebbe regalato un futuro al Credito Cooperativo. Giovanni Livi - Emilbanca (BO)

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GennaioFebbraio

2015

memotac

A c u r a d e l l a Federazione Intersindacale Dipendenti Credito Cooperativo

Sinadi

In ricordo

di alcuni amici

e colleghi che

ci hanno lasciato

Sono recen temente scomparsi due Colleghi Dirigenti dell’Iccrea di Ro-ma e fra i pionieri del Si-nadi, Giovanni Castaldi e Vincenzo Di Molfetta. Quest’ultimo, in particola-re, è stato uno dei fonda-tori della nostra Organiz-zazione sindacale nella quale, per molti anni, ha ricoperto la carica di Te-soriere. Ai familiari desi-deriamo esprimere il no-stro cordoglio e ricordarli a quanti li hanno cono-sciuti ed apprezzati.

***Un sentimento di cordo-glio riteniamo di far giun-gere ai Colleghi ed ai familiari ma, in particola-re, al fratello Roberto - im-pegnato dirigente del Si-nadi - per la scomparsa del fratello Graziano Bu-sinarolo, funzionario del Servizio Audit della Fede-razione Veneta delle Bcc presso la quale lavorava dal 1988.

***Nei giorni scorsi è venuto a mancare anche il prof. Nicola Crisci, Docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di Salerno e, certamente, l’accademi-co più vicino al Sinadi di cui ha seguito l’attività, sin dai primi anni, for-nendo contributi qualifi-cati soprattutto in occa-sione dei rinnovi contrat-tuali e nei Convegni di studio in cui non è mai mancato il Suo apporto di profondo conoscitore della materia giuslavo-ristica.

ED INOLTRE...

- Auguri ai Colleghi recentemente andati in pensione: Josef Fauster (Cassa Raiffeisen Bassa Atesina), Salvatore Franchi (Emilbanca), Arduino Leonardi (Cr Adamello Brenta), Valter Padovese (Bcc Pordenone-se), Ivo Sanavio (Bcc Piove di Sacco) e Adriano Totolo (Assicra Veneto).

RETRIBUZIONE FISSA

E STRAORDINARIO

La Cassazione, con sentenza n. 4 del 5 gennaio u.s.,

ha ribadito che un compenso forfettario pagato quale

controprestazione allo straordinario effettuato dal la-

voratore, deve essere sempre considerato quale par-

te della retribuzione fissa, indipendentemente dalla

qualificazione formale attribuita dal datore di lavoro.

Licenziamento e reintegroCon la sentenza n. 23669 la Cassazione ha affermato che, in caso di licenziamento disciplinare, al fine del ri-conoscimento della tutela reintegratoria in alternativa a quella indennitaria, va accertata l’insussistenza del fatto posto a base del licenziamento nella sua compo-nente materiale, con esclusione di ogni dimensione soggettiva. Da ciò ne discende che la reintegra avvie-ne soltanto nel caso in cui il fatto che ha causato il licenziamento risulti inesistente.

BOLZANO: ISOLA... QUASI FELICEProseguono gli incontri fra la Delegazione Sinadi di Bolzano, composta dai colleghi Hermann Aichner, Josef Ortler e Thomas Pircher, e la Commissione Sindacale della Federazione provinciale, coordinata dal Vice Direttore Christian Tanner e dal responsa-bile dell’area sindacale Ralf Niederstaetter, per il rinnovo del Contratto provinciale per la Dirigenza. In particolare, sono all’esame i criteri per la classifi-cazione in fasce delle Casse Raiffeisen, in base alla quale vengono determinate le retribuzioni dei diri-genti. Inoltre, è in via di definizione la regolamen-tazione dell’Albo delle Alte Professionalità, con parti-colare riferimento ai criteri di calcolo per la determi-nazione dei crediti formativi.

NUOVO SITO WEB DEL SINADI

Per consentirci di trasmetterVi, in via telematica,

le comunicazioni , nonchè lo stesso “Memotac”,

Vi invitiamo a fornirci al più presto

la Vostra mail personale all’indirizzo

[email protected]

Vi informiamo che è in corso di realizzazione il nuovo sito web del Sinadi, la cui struttura verrà rinnovata con l’obiettivo di rendere facilmente consultabile la docu-mentazione e le informazioni relative alla storia del Sina-di e alla sua organizzazione a livello nazionale e locale nonchè i contratti e gli accordi sottoscritti. Sarà, inoltre, possibile consultare il notiziario “Memotac” e i principali articoli della Rivista “Dirigenza Bancaria”.

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