1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed...

67
1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo Merluzzi

Transcript of 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed...

Page 1: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

1

La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli

interventi(RISK MANAGEMENT)

principi ed elementi metodologici di base

AA 2011-2012Docente Riccardo Merluzzi

Page 2: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

2

DEFINIZIONI DEFINIZIONI

Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni;

 

Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione

Page 3: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

3

DEFINIZIONI DEFINIZIONI

Valutazione del rischio: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza

Page 4: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

4

1. Il datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attività dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, valuta tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonchè nella sistemazione dei luoghi di lavoro.

2. All'esito della valutazione dei rischi il datore di lavoro elabora un documento contenente:

a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;

b) l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione ;

c) Il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.

IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHIDEI RISCHI

Page 5: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

5

d) l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;

e) l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;

f) l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.

La scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l’idoneità quale strumento operativo

IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI:DEI RISCHI:

Page 6: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

6

quelli cioè igienistico-occupazionali,

per ciò che attiene

quelli cioè di natura infortunistica,

per ciò che attiene

Rischi per la sicurezza

Rischi per la salute

Luoghi di lavoro Strutture

Macchine/attrezzature Sostanze pericolose ElettricitàIncendio

Agenti chimici Agenti fisici Agenti biologici Ergonomia Stress da lavoro

Page 7: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

7

FASI OPERATIVE DELLA FASI OPERATIVE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIOVALUTAZIONE DEL RISCHIO

1. Verifica della conformità normativa (N)

2. Identificazione delle sorgenti di rischio

3. Individuazione dei rischi di esposizione

4. Stima dei rischi di esposizione

5. Definizione di un piano degli adeguamenti

Page 8: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

8

VERIFICA DELLA VERIFICA DELLA CONFORMITÀ NORMATIVACONFORMITÀ NORMATIVA

VERIFICA DOCUMENTAZIONE: controllo della esistenza e della esaustività delle tipologie di documenti richiesti dalla legislazione

ANALISI DI CONFORMITÀ: esame della “conformità” o “rispondenza” dei contenuti dei documenti alla legislazione

VERIFICA ISPETTIVA/SOPRALLUOGO: controllo della corrispondenza tra la documentazione e la realtà operativa

Page 9: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

9

analisi del ciclo lavorativo e del processo

analisi degli impianti, delle macchine e delle attrezzature

analisi delle sostanze impiegate, degli intermedi, dei

prodotti, dei rifiuti e degli effluenti

analisi dell'organizzazione del lavoro

analisi delle strutture e degli ambienti

analisi del comportamento delle persone;

IDENTIFICAZIONE DELLE IDENTIFICAZIONE DELLE SORGENTI DI RISCHIOSORGENTI DI RISCHIO

Page 10: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

10

finalità delle lavorazioni o delle operazioni, con la descrizione

del processo tecnologico, delle macchine, degli impianti, delle

apparecchiature utilizzate e delle sostanze impiegate e

prodotte;

caratteristiche del luogo di lavoro e grado di interazione ed

interferenza con l'attività svolta;

numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o alle

operazioni svolte in quell'ambiente di lavoro e loro possibile

esposizione alle sorgenti di rischio individuate.

DURANTE LE ANALISI DURANTE LE ANALISI VENGONO ESAMINATE:VENGONO ESAMINATE:

Page 11: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

11

modalità operative seguite per la conduzione della

lavorazione (es. manuale, automatica, strumentale) ovvero

dell'operazione (a ciclo chiuso, in modo segregato o

comunque protetto, etc.);

entità dell'esposizione in funzione dei tempi impiegati e

delle quantità di materiali utilizzati nell'arco della giornata

lavorativa o del periodo ritenuto significativo.

INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONEINDIVIDUAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONE

Page 12: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

12

organizzazione dell'attività (tempi di permanenza nell'ambiente di

lavoro, contemporanea presenza di altre lavorazioni, etc.);

presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione e

protezione (schermatura, segregazione, protezioni intrinseche,

ricambi d’aria, isolamento, segnaletica di pericolo, etc.) nonché

degli ulteriori interventi di protezione quali l'uso di mezzi, o

dispositivi di protezione individuale.

INDIVIDUAZIONE INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONEDEI RISCHI DI ESPOSIZIONE

Page 13: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

13

quantitativo semiquantitativo qualitativo

R = P x G

R = f (A,……,N)

STIMA DEI RISCHI STIMA DEI RISCHI DI ESPOSIZIONEDI ESPOSIZIONE

I metodi sono molteplici e specifici in funzione

del fattore di rischio analizzato:

Page 14: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

14

Ad esempio RISCHIO =N x f (C, P, G) N= conformità normativa

C= probabilità di contattoP= probabilità che un evento si verifichiG= gravità

RISCHIO = f (P,D,T)P = probabilità che un evento si verifichiD = gravità del danno provocatoT = tempo di esposizione

RISCHIO = f (P,D,T,K)

K = “fattore umano di consapevolezza e di capacità di gestione rischio”, in cui si tiene conto della formazione e informazione operata presso i lavoratori

ed anche…..

M = stato di manutenzione S= stress lavoro correlato

I = fattori individuali

Page 15: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

15

N° eventi accaduti /anno

IP=

N° esposti × N° operazioni/anno

Il livello di IP può essere assegnato attraverso una valutazione quantitativa delle variabili sopra indicate o confrontando la

situazione da valutare con alcuni criteri a cui sono associati dei livelli in una scala semiquantitativa che mette in correlazione il

numero degli eventi accaduti in un anno e il numero degli esposti

INDICE DI INDICE DI PROBABILITA’PROBABILITA’ PP

Page 16: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

16

4 FrequentePotrebbe accadere facilmente

MOLTE VOLTE

3 ProbabilePotrebbe accadere facilmente

QUALCHE VOLTA

2 PossibilePotrebbe accadere POCO PROBABILE

1 Remoto

4 LIVELLI 4 LIVELLI SEMIQUANTITATIVI DI SEMIQUANTITATIVI DI

PP

Potrebbe accadere raramente IMPROBABILE

Page 17: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

17

CLASSIFICAZIONE DEI LIVELLI DI PROBABILITÀ DI ACCADIMENTO P

DEFINIZIONI/CRITERI LIVELLOVALOREPotrebbe accadere facilmente molte volte Casi analoghi sono noti e si sono già verificati fatti analoghi; l’evento è certamente prevedibile;può dipendere da più eventi indipendenti che producono lo stesso effetto, anche se poco probabili (più catene incidentali indipendenti, “Tipo OR”);il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore in azienda.

Frequente 4

Potrebbe accadere qualche volta.Sono noti casi analoghi;l’evento dipende da una causa probabile;il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una moderata sorpresa in azienda.

Probabile 3

Potrebbe accadereI casi noti sono rari;l’evento dipende da una sola causa o da eventi dipendenti tra loro o da più eventi indipendenti ma probabili (una catena incidentale con più elementi che devono accadere simultaneamente, “Tipo AND”);il verificarsi del danno susciterebbe grande sorpresa.

Possibile 2

Potrebbe NON accadere.Non sono noti casi analoghi;l’evento è correlabile solo alla concomitanza di più eventi indipendenti e improbabili;il fatto non è credibile;il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.

Remoto 1

Page 18: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

18

INDICE DI GRAVITA’ INDICE DI GRAVITA’

Per la stima dell’indice di gravità vanno considerate le

dimensioni possibile del danno derivante da un determinato

rischio, in termini di una gamma di conseguenze. L’indice di

gravità - G - può essere graduato secondo una scala

semiquantitativa che fa riferimento alla reversibilità del danno.

GG

Page 19: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

19

IV Rilevante Infortunio o episodio con EFFETTI LETALI O INVALIDANTI

GRAVI

III Grave

Lesioni/patologie gravi con EFFETTI IRREVERSIBILI E/O

INVALIDANTE

II SerioLesioni/disturbo di modesta entità

con EFFETTI REVERSIBILI

ILesioni/disturbo lievi con EFFETTI RAPIDAMENTE

REVERSIBILI

4 LIVELLI SEMIQUANTITATIVI 4 LIVELLI SEMIQUANTITATIVI DI GDI G

Lieve

Page 20: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

20

STIMA DEL RISCHIOSTIMA DEL RISCHIO

La stima del rischio R per ciascuno dei fattori di rischio analizzati è

rappresentata dal prodotto dei livelli di probabilità P e gravità G,

attraverso la matrice di seguito inserita. In caso di eventi che

possono avere diverse probabilità e/o diverse gravità devono essere

verificati ciascuno per proprio conto.

RR

Page 21: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

21

Entità del possibile danno

Rilevante Grave Serio Lieve

Probabilità di accadimento

4 3 2 1

Probabile 4 16 12 8 4

Possibile 3 12 9 6 3

Improbabile 2 8 6 4 2

Remoto 1 4 3 2 1

Page 22: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

22

Classi di RISCHIO

Livello RischioPriorità di

azione

R > 9 1 "intervento immediato"

Alto immediato

5< R ≤ 9 2 "pericolo"Medioalto

breve termine

2 < R ≤ 5 3 "guardia"Mediobasso

medio termine

R ≤ 2 4 "attenzione" Bassolungo termine

Page 23: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

23

STIMA DEL RISCHIOSTIMA DEL RISCHIO

Il rischio viene articolato in quattro Livelli di rischio.

In prima approssimazione i livelli di rischio possono essere considerati anche come Livelli di priorità di intervento ovvero livelli di priorità basati esclusivamente su considerazioni di tipo stocastico/ storico documentato.

In realtà le priorità di intervento vengono individuate valutando non solo il livello di rischio ma anche altre variabili

RR

Page 24: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

24

Livello Rischio Priorità di azione

Procedure di intervento

4 "intervento immediato"

Rilevante immediato programmazione degli interventi

di adeguamento in modo urgente e prioritario

3 "pericolo"

Grave

(non moderato)

breve termine

inadeguatezza dei requisiti di sicurezza

programmazione degli interventi sul breve termine

2 "guardia" Serio

(moderato)

medio termine

attuazione del controllo e programmazione sul medio

termine degli interventi per la riduzione del rischio

1 "attenzione" Lieve

(irrilevante)

lungo termine

mantenimento e miglioramento del controllo del livello di rischio e programmazione delle misure di adeguamento e miglioramento

sul lungo termine.

PRIORITÀ DI INTERVENTOPRIORITÀ DI INTERVENTO

Page 25: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

25

CONSIDERAZIONI SULL’ALGORITMO CONSIDERAZIONI SULL’ALGORITMO DI VALUTAZIONE CLASSICODI VALUTAZIONE CLASSICO

Approccio "assicurativo" per il quale è equivalente la perdita

dovuta al ripetersi frequente di molti eventi poco dannosi rispetto

a pochi eventi di gravità elevata: R = P X G

Limiti dell’approccio assicurativo nell’applicazione agli ambienti di

lavoro:

non è conforme alle moderne linee di prevenzione, che

privilegiano nella valutazione gli aspetti legati al danno

rispetto alla probabilità di accadimento

è insensibile alle istanze sociali legate alla gestione di

sicurezza e salute del lavoro

Page 26: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

26

CONSIDERAZIONI SULL’ALGORITMO DI CONSIDERAZIONI SULL’ALGORITMO DI VALUTAZIONE CLASSICOVALUTAZIONE CLASSICO

Può portare ad una sopravvalutazione di rischi molto diffusi ma al limite del disagio rispetto a casi isolati di lesioni gravi e permanenti

potrebbe essere carente di informazioni per una corretta prevenzione

Page 27: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

27

CONSIDERAZIONI SULL’ALGORITMO DI CONSIDERAZIONI SULL’ALGORITMO DI VALUTAZIONE CLASSICOVALUTAZIONE CLASSICO

Possono essere utilizzati schemi di valutazione troppo poveri di informazioni, seppur corretti metodologicamente, (ad esempio metodi semiquantitativi a due variabili con assegnazione di due o tre livelli ciascuna (ad esempio il documento sull’Applicazione del D.Lgs. 626 della Conferenza delle Regioni)

in altri casi i metodi trascurano il contatto tra pericolo ed operatore

Page 28: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

28

DEFINIZIONI DELLE DEFINIZIONI DELLE VARIABILI PER LA VDRVARIABILI PER LA VDR

CONFORMITÁ NORMATIVA (N) : tiene conto dell’attuazione

delle misure preventive e protettive individuate dal legislatore a

valle di una VdR sulla situazione STD. N renderà il rischio massimo

se c’è una non conformità normativa ai requisiti minimi di

sicurezza ed igiene.

PROBABILITÀ (P) : Probabilità del verificarsi di una situazione di

pericolo in grado di causare un danno in determinate circostanze.

CONTATTO (C) : Probabilità che si verifichino le circostanze che

permettono al pericolo di trasformarsi in un danno per il contatto

tra il pericolo e le persone e/o le cose e/o l’ambiente.

GRAVITÀ O MAGNITUDO (G) : La gravità presunta del danno

Page 29: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

29

CRITERI DI ASSEGNAZIONE CRITERI DI ASSEGNAZIONE DEI VALORI ALLE VARIABILIDEI VALORI ALLE VARIABILI

Le variabili in questione possono assumere dei valori discreti riportati nelle tabelle successive oppure negli schemi usuali di altri metodi di valutazione semiquantitativi. Conformità Normativa N

Probabilità P e contatto CNel caso di rischio igienistico, la probabiltà P è data dal confronto con gli STD delle concentrazioni rilevate quantitativamente;La probabilità di contatto dipende invece dalla rilevanza dell’esposizione in termini temporali rispetto all’intervallo di tempo di riferimento (8 ore, 15 min, ecc)La probabilità complessiva (P*C) può essere stimata conseguentemente dal confronto con gli standard di riferimento delle concentrazioni opportunamente ponderate per il tempo di esposizione.

Definizioni/Criteri dei livelli della variabile N Livello Valore

Piena conformità normativa SI 0

Esistenza di elementi specifici che violano la Normativavigente, cioè per i quali è evidente la inesistenza dei requisitiminimi di sicurezza stabiliti dalle norme cogenti. NO 1

Page 30: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

30

CRITERI DI CRITERI DI ASSEGNAZIONE DEI ASSEGNAZIONE DEI

VALORI ALLE VARIABILI VALORI ALLE VARIABILI P e CP e C

P Probabilità del verificarsi dell’evento

in relazione al danno

C Probabilità di contatto dell’agente di

rischio con il recettore del danno

Livello

Valore

Non dovrebbe accadere. Concentrazione dell'inquinante < 0,1 STD.

Non dovrebbe accadere. Il tempo di esposizione ad agenti nocivi è considerata irrilevante.

Improba-bile

0

Potrebbe accadere. Concentrazione dell'inquinante è compresa tra 0,1 e 0,2 STD

Potrebbe accadere. L'esposizione ad agenti nocivi si può considerare saltuaria.

Poco probabile

1

Potrebbe accadere qualche volta. La concentrazione dell'inquinante è compresa tra 0,2 e 0,5 STD

Potrebbe accadere facilmente qualche volta. L'esposizione ad agenti nocivi si può considerare frequente nell'arco delle 8 ore o è protratta per circa 8 ore nell'arco di periodi lunghi (settimana, mese, anno).

Probabile 2

Potrebbe accadere facilmente molte volte. Concentrazione dell'inquinante è superiore a 0,5 STD

Potrebbe accadere facilmente molte volte. L'esposizione ad agenti nocivi è pressoché continua nell'arco delle 8 ore lavorative.

Molto probabile

3

Page 31: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

31

CRITERI DI CRITERI DI ASSEGNAZIONE DEI ASSEGNAZIONE DEI

VALORI ALLA VARIABILE VALORI ALLA VARIABILE GG Lieve= effetto rapidamente reversibile, valore = 1

Serio = effetto reversibile sul breve - medio termine, valore = 2 Grave = effetto parzialmente irreversibile, valore = 3 Gravissimo = effetto irreversibile (letale, invalidante) valore = 4

si può fare riferimento alle tabelle riportate in letteratura e, nel caso di valutazioni igienistico-occupazionali, si può far riferimento ad esempio allo schema proposto da Renna et al.[cfr bibliografia].

Per quanto riguarda la gravità del danno occorre precisare i seguenti aspetti:

la valutazione della gravità è presuntiva, pertanto bisognerà valutare la gravità più probabile, e non quella massima, che viceversa può essere sempre gravissima;

nei casi in cui le conoscenze scientifiche, tossicologiche, epidemiologiche non premettono di presumere un livello di gravità, dovrà prevalere l'aspetto cautelativo, e il livello di gravità dovrà essere pari al danno maggiore ipotizzabile;

Page 32: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

32

CONDIZIONI PER LA CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE DELLA DEFINIZIONE DELLA

FUNZIONE DI RISCHIOFUNZIONE DI RISCHIO

Per quanto riguarda la probabilità di accadimento dell’evento indesiderato, questa sarà data dalla probabilità combinata P x C. Si possono riclassificare i livelli di probabilità seguendo lo schema riportato nella tabella

Classe P*C Probabilità di accadimento

Confronto della Concentrazioneespositiva CE ponderata nel

tempo con lo STD(IE = CE/STD)

1 0 Evento estremamente improbabile IE < 0,1

2 1, 2 Evento al massimo possibile 0,1 < IE < 0,2

3 3, 4, 5 Evento tra possibile e probabile 0,2 < IE < 0,5

4 6, 7, 8 Evento almeno probabile IE > 0,5

Page 33: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

33

CONDIZIONI PER CONDIZIONI PER LA DEFINIZIONE LA DEFINIZIONE

DELLA FUNZIONE DELLA FUNZIONE DI RISCHIODI RISCHIO

Anzitutto, in corrispondenza di una non conformità normativa, il valore di R nella sua accezione di priorità di intervento deve assumere il livello massimo (che nello schema proposto è 4).

In caso di evento per il quale si può ipotizzare un danno mortale (G = 4), il rischio (e quindi la priorità di intervento) deve essere massimo (l'azione immediata) già in corrispondenza di una probabilità remota (P x C = classe 2); per eventi che comportino effetti gravi e permanenti (G = 3) R sarà massimo già per gli eventi di classe 3; per eventi con G = 2 invece, R è massimo già per eventi di classe 4; infine per eventi che comportano danni lievi (G = 1) il livello di rischio non è mai massimo, tranne nel caso in cui l’evento abbia caratteristica di certezza (classe 5).

Page 34: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

34

M ISUREDI EMERG ENZA

Inte rve ntisul c ic lo

la vora tivo

Inte rve ntisug li

im pia nti

Inte rve ntisul p osto d i la voro

e sull'a mb iente

A zione sug liop e ra tori

RIDUZIO NEDEI RISC HI

Sostituzione di c iòc he è p e ric o loso

c on c iò c he non lo è

ELIM INA ZIO NEDEI RISC HI

INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Page 35: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

35

Re g o la re ma nutenzione a m bie nti,m a c c hine e d imp ia nti c on

p a rtic o la re rigua rdo a i d ispositivi d i sic ure zza

Lim ita zione utilizzo di a g enti c him ic ifisic i e b iolog ic i sul p osto d i la voro

Sostituzione d i c iò c he è p iù p e ric o losoc on c iò c he non lo è

Interve nti sulC ic lo La vora tivoRIDUZIONE DEI

RISCHI

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Page 36: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

36

Re g o la re ma nute nzio ne a mb ie nti,ma c c hine e d imp ia nti c o n

p a rtic o la re rig ua rd o a i d ispo sitivi d i sic ure zza

Pro te zio ne c o lle ttiva

Inte rve nti a lla fo nte

Interventi sug liIm pia ntiRIDUZIONE DEI

RISCHI

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Page 37: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

37

Re g o la re ma nute nzio ne a mb ie nti,ma c c hine e d imp ia nti c o n

p a rtic o la re rig ua rd o a i d ispo sitivi d i sic ure zza

Uso d i se g na li d i a vve rtime nto ed i sic ure zza

M isure ig ie nic he

Risp e tto d e i p rinc ip ie rg o no mic i

Interve nti sulPosto d i La voro e sull'A m b ie nte

RIDUZIONE DEI RISCHI

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Page 38: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

38

Uso d i seg na li d i a vve rtim e nto ed i sic urezza

Risp e tto d e i Princ ip iErg o no m ic i

A llo nta na me nto d e l la vo ra to red a ll'e sp o sizione a risc hio ,

p e r m otivi sa nita ri

A zio nesug li o pe ra to ri

V isite M e d ic he

Lim ita zione d e l nume rod i op e ra to ri e sp o sti

a l risc h io

Pro tezio ne Ind ivid ua le

RIDUZIONE DEI RISCHI

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Page 39: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

39

L’ANALISI L’ANALISI MULTICRITERIA NEL MULTICRITERIA NEL

SUPPORTO ALLE SUPPORTO ALLE DECISIONIDECISIONI

Tradizionalmente utilizzata per valutare progetti alternativi o misure eterogeneeConsente di prendere in considerazione più fattori contemporaneamentePermette di considerare le opinioni dei diversi soggetti coinvolti nel processo di decisione o di attuazionePuò essere utilizzata sia prima che dopo l’attuazione degli interventiE’ un’indagine di tipo quali-quantitativoL’utilizzo è relativamente semplicePermette di sintetizzare opinioni espresse da diversi soggetti, di determinare una scala di priorità, di analizzare situazioni di conflitto, di formulare raccomandazioni e suggerimenti operativi.

Page 40: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

40

LE FASI LE FASI DELL’ANALISI DELL’ANALISI

MULTICRITERIAMULTICRITERIA

Definizione delle alternativeDefinizione delle conseguenze o effettiIndividuazione dei criteri di valutazioneAssegnazione dei punteggiDefinizione di un sistema di pesi/ponderazioniAnalisi dell’impatto delle azioni rispetto ai singoli criteri (aggregazione finale utilizzando il metodo dell’analisi della concordanza)Aggregazione dei punteggi e ottimizzazione (analisi dei risultati)

Page 41: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

41

DEFINIZIONE DEFINIZIONE DELLE DELLE

ALTERNATIVEALTERNATIVE

In tale fase si analizza la problematica in esame e sulla base delle informazioni acquisite si avanzano proposte di azioni risolutive (misure di tutela).Dovranno essere individuate le diverse possibilità di intervento e quindi stabilite le possibili misure di tutela.Per ciascuna delle misure di tutela devono essere valutati i gradi di tutela introdotti sulle rispettive variabili che attengono alla valutazione dei rischi (N, P, C, G), ed in base a tali risultati devono essere valutati nuovamente i rischi residui.

Page 42: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

42

IL LIVELLO DI IL LIVELLO DI RISCHIO ED IL RISCHIO ED IL

RISCHIO RESIDUORISCHIO RESIDUO

Al fine di poter valutare compiutamente le priorità di intervento e la qualità degli interventi è necessario valutare il livello di rischio prima dell’adozione della misura di tutela, per stabilirne la rilevanza, e dopo l’adozione della misura, per verificarne l’efficacia.

La valutazione del Rischio Residuo deve avvenire sia su base ipotetica , stimando gli effetti della misura di tutela (MDT), sia dopo l’effettiva adozione delle misure, per verificare la veridicità della previsione.

Page 43: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

43

DEFINIZIONE DELLE DEFINIZIONE DELLE CONSEGUENZE OD CONSEGUENZE OD

EFFETTIEFFETTI

Si individueranno i possibili effetti di ciascuna delle alternative proposte stabilendo una gerarchia tra di esse a partire dal soddisfacimento del o degli obiettivi principali che rappresentano lo scopo del provvedimento stesso.La differenza di un metodo classico rispetto a questo risiede proprio nelle diverse modalità di definizione degli obiettivi

Page 44: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

44

3- DEFINIZIONE DEI 3- DEFINIZIONE DEI CRITERI DI VALUTAZIONECRITERI DI VALUTAZIONE

RARA- rilevanza aziendale del rischio analizzato

TITI - tipologia di intervento

ANAN - adempimento normativo ed il punto di vista degli organi di controllo

RERE - rilevanza economico/patrimoniale degli interventi

GIGI – parametro legato all’immagine aziendale

ISIS - Impatto dell’intervento sul SGS

Page 45: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

45

RA LA RILEVANZA RA LA RILEVANZA AZIENDALE DEL AZIENDALE DEL

RISCHIO ANALIZZATORISCHIO ANALIZZATO

La variabile della rilevanza aziendale del rischio (RA)

contiene informazioni relative all’estensione della

popolazione soggetta al rischio, all’eventuale

coinvolgimento di fattori ambientali, sociali (abitudini,

differenze di genere, ecc) e di percezione del rischio

E’ condizionata dalle affinità con le politiche aziendali ed

eventuali benefit e fattori di scala

Page 46: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

46

LA VALUTAZIONE LA VALUTAZIONE DELLA DELLA

TIPOLOGIA DI TIPOLOGIA DI INTERVENTO (TI)INTERVENTO (TI)

Nel corso delle varie fasi di valutazione del rischio devono essere

individuate, per ogni fattore di rischio esaminato, le misure correttive

di volta in volta ritenute adeguate. Le misure di prevenzione e

protezione individuate saranno, come suggerito anche dalle

normative, di tipo tecnico, organizzativo e procedurale.

Page 47: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

47

MIGLIORE TECNOLOGIA MIGLIORE TECNOLOGIA DISPONIBILE ED DISPONIBILE ED

APPLICABILEAPPLICABILE

La valutazione della variabile TI permette di premiare le MDT che garantiscono una maggiore efficacia ed efficienza nell’abbattimento del rischio in relazione alle conoscenze ed al progresso della tecnica, e svantaggerà quelle soluzioni sorpassate tecnicamente, anche perché, a parità di protezione iniziale, non danno sufficienti garanzie nel lungo termine. Dunque si privilegerà l’economicità delle soluzioni, l’ aumento dell’efficienza o la diminuzione dei costi di gestione e quindi di manutenzione, cioè aumentando l’affidabilità e la disponibilità.

Page 48: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

48

TEMPI DI TEMPI DI REALIZZAZIONEREALIZZAZIONE

La variabile che tiene conto della tipologia di intervento deve anche considerare i tempi di realizzazione che hanno dei riflessi notevoli sulla sicurezza e la salute dei lavoratori perché influiscono:

sulle possibili esposizioni acute nella fase di realizzazione durante la temporanea rimozione delle protezioni, sia pure ritenute inidonee, durante l’aggiornamento di queste;

sull’aumento del rischio durante le fasi di intervento, legato all’interazione con le altre attività e le lavorazioni in condizioni non standard, e perciò più rischiose a priori, aumento tanto maggiore tanto più si estende il periodo di realizzazione;

sui tempi di permanenza del livello di rischio indesiderato, e dunque sulle probabilità che si verifichi il danno.

Page 49: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

49

L’ADEMPIMENTO L’ADEMPIMENTO NORMATIVO ED IL PUNTO NORMATIVO ED IL PUNTO DI VISTA DEGLI ORGANI DI VISTA DEGLI ORGANI

DI CONTROLLO (AN)DI CONTROLLO (AN)

Le MDT più in generale possono essere valutate in base alla loro

maggiore o minore aderenza alle osservazioni degli organi di

controllo, qualora espresse o facilmente intuibili dall’analisi di

esperienze precedenti o similari.

Il punto di vista degli organi di controllo può riproporre su scala

territoriale i parametri utilizzati per la rilevanza aziendale (fattori

ambientali, sociali, abitudini di vita, ecc.)

Affinità con le politiche degli amministratori locali

Page 50: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

50

VARIABILI DI GESTIONE VARIABILI DI GESTIONE AZIENDALE E RILEVANZA AZIENDALE E RILEVANZA ECONOMICO/PATRIMONIAECONOMICO/PATRIMONIA

LE DEGLI INTERVENTI LE DEGLI INTERVENTI (RE)(RE)

Rilevanza economica degli interventi

La stima della rilevanza economica dell’intervento deve essere fatta

in rapporto a quanto l’azienda tipicamente spende per la

sicurezza (rilevabile dall’analisi dei bilanci e dai dati del controllo

di gestione), e rispetto al budget previsionale di spesa per la

sicurezza nel periodo di riferimento per l’intervento (considerando

quindi gli ammortamenti, le rateizzazioni, le agevolazioni ed i

contributi o incentivi, ecc.).

Page 51: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

51

VARIABILI DI GESTIONE VARIABILI DI GESTIONE AZIENDALE (GI)AZIENDALE (GI)

Immagine aziendale e problemi di Immagine aziendale e problemi di comunicazionecomunicazioneTali aspetti possono riguardare elementi internielementi interni, quali eventuali conflitti con i lavoratori e le organizzazioni sindacali e le eventuali ripercussioni in termini di giorni di fermo per scioperi o manifestazioni, oltreché una stima sia pure indicativa del calo di produttività dovuta all’inasprirsi dei rapporti ed all’aumentare della tensione all’interno dell’azienda.

Gli effetti possono riguardare inoltre l’immagine esternal’immagine esterna dell’azienda con riflessi sul consumo o sull’orientamento del mercato verso concorrenti meglio attrezzati o con un’immagine legata anche alla gestione della sicurezza e dell’igiene del lavoro più solida e confortante.

Page 52: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

52

IMPATTO SUI SISTEMI DI IMPATTO SUI SISTEMI DI GESTIONE DELLA GESTIONE DELLA

SICUREZZA E DELL’IGIENESICUREZZA E DELL’IGIENE

Si riportano gli elementi del sistema di gestione che sono maggiormente attinenti e devono essere passati in rassegna per la valutazione degli impatti che la MDT ha sul SGSIL:

Politiche, strategie e gerarchie generaliRisorse umane e strumentaliGestione documentaleManutenzioneFormazione ed informazione

Page 53: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

53

MATRICE DI VALUTAZIONE MATRICE DI VALUTAZIONE AZIONI /CRITERIAZIONI /CRITERI

Si è già detto che esiste una relazione tra le alternative (azioni), i criteri utilizzati ed i giudizi.

Alternative Criteri

1 2 3 4 5

I

II

III

IV

V

Page 54: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

54

ATTRIBUZIONE DEI ATTRIBUZIONE DEI PESI AI CRITERIPESI AI CRITERI

l’attribuzione dei pesi consente di esprimere l’importanza relativa tra i criteri.

Peso Criteri

A La variabile è decisiva ed imprescindibile nell’individuazione della priorità di intervento e nella valutazione della tipologia di MDT individuata

B La variabile è importante nell’individuazione della priorità di intervento e nella valutazione della MDT

C Il contributo della variabile all’individuazione della priorità di intervento e della scelta della misura di tutela è modesto

Page 55: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

55

ANALISI DEI ANALISI DEI RISULTATIRISULTATI

Sulla base degli indici ottenuti dall’analisi si procede alla selezione

dell’alternativa ottimale.

La scelta finale dell’azione da intraprendere non sarà

determinata esclusivamente dai risultati analitici, ma anche

dal confronto dialettico tra tutti i soggetti coinvolti al fine di

verificare la fattibilità della scelta; non si escludono, pertanto,

eventuali revisioni e riformulazione degli elementi che hanno

determinato la scelta ovvero dei pesi attribuiti ai criteri.

Page 56: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

56

Esito negativo

Esito negativo

Esito positivo

Esito positivo

Dati aziendali relativi a Sicurezza ed Igiene del lavoro Organizzazione interna e SGSIL Priorità aziendali produttive Disponibilità finanziarie Contenziosi con organi di controllo

Individuazione dei fattori di rischio

Messa a punto delle check-list per fattori di rischio

Valutazione del rischioPer ciascun elemento della check-list

Elaborazione dei giudizi complessivi per ciascun fattoredi rischio individuato

Individuazione delle Misure di tutela(almeno 1 o più per ogni fattore di rischio)

Valutazione delle altre variabili:Variabili intrinseche dell’intervento Rilevanza normativa interventoRilevanza aziendale Gestione aziendale

Applicazione dell’AMC per Selezione delle misure di tutela complessivamente più idonee a alle esigenze aziendali Ordinamento secondo una scala assoluta delle priorità di intervento sui diversi fattori di rischio

Verifica della fattibilità del programma

Confronto con gli organi dicontrollo

Confronto con i soggetticoinvolti nel SGSIL:

Management, RLS, RSPP, MC

ADOZIONE DEL PIANO

Definizione concordata con i soggetti aziendali della prevenzione dei PESIda assegnare alle diverse variabili per l’elaborazione del programma complessivo di intervento

Page 57: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

57

Relazione sulla valutazione dei rischi

effettuata nei vari ambienti di lavoro dell’impresa, comprendente i criteri

adottati per la sua definizione

Descrizione delle misure di

prevenzione e protezione

attuate, in coerenza con i risultati della

valutazione del rischio

Programma di interventi

integrati di prevenzione e protezione

(tecnica, organizzativa e sanitaria )

che si intendono eventualmente attuare al

fine di completare e/o ottimizzare la tutela della sicurezza e della salute

Piano di utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale

(DPI) e delle altre iniziative a favore degli individui

DOCUMENTO CONCLUSIVODOCUMENTO CONCLUSIVO ELEMENTI ESSENZIALI (ex art. 4)

Page 58: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

58

Documento di Valutazione del Rischio e Piano degli interventi di

adeguamento

Check-up tecnico amministrativo

Sopralluoghi

Elaborazione dei dati

Relazione tecnica conclusiva

Acquisizione documentazione

Pianificazione sopralluoghi e

interviste

di rilevamento

di verifica

Individuazione e analisi dei rischi

• conformità normativa• elenco attrezzature• elenco impianti• elenco sostanze utilizzate/schede di sicurezza• elenco sostanze prodotte (finali/intermedie)• mansionario

• idoneità luoghi• idoneità delle attrezzature• idoneità impianti• verifica strumentale• verifica modalità operative• verifica idoneità DPI• idoneità misure di emergenza

• analisi dei risultati • scelta del metodo di valutazione• individuazione del livello di rischio• verifica dimensionale• verifica strumentale

• descrizione delle metodologie utilizzate• riepilogo della normativa di riferimento• risultati dell’elaborazione dei dati• individuazione delle priorità• pianificazione degli adeguamenti • pianificazione degli interventi di manutenzione

periodica• pianificazione attività di informazione e

formazione

Page 59: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

59

IL CONTROLLO NEL TEMPO IL CONTROLLO NEL TEMPO DELL’EFFICIENZA E DELL’EFFICIENZA E

DELL’EFFICACIA DELLE DELL’EFFICACIA DELLE MISURE ADOTTATEMISURE ADOTTATE

Il controllo può essere:

Occasionale

Sistematico

Page 60: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

60

CONTROLLI CONTROLLI OCCASIONALIOCCASIONALI

Sono svolti nell’ambito di sopralluoghi estemporanei (ad es.

conseguenti eventi incidentali, richieste dei lavoratori, ecc.)

Non hanno carattere di sistematicità

Sono utili per verificare eventuali situazioni “acute” di inefficienza

o inefficacia delle misure di prevenzione

Possono essere conseguenti o contemporanei a controlli di altra

natura o ad attività differenti

Page 61: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

61

IL PIANO DEI CONTROLLI IL PIANO DEI CONTROLLI SISTEMATICISISTEMATICI

Il piano di controllo si inserisce nel quadro generale della gestione

della sicurezza

È redatto dalla direzione aziendale con gli RSPP

Contiene i criteri ed i metodi di effettuazione delle verifiche e dei

controlli

Contiene una programmazione sincrona con la gestione della

prevenzione e della sicurezza

Comprende sia le verifiche tecniche che i controlli gestionali

operativi e di sistema

Page 62: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

62

CONDUZIONE DI UN AUDIT CONDUZIONE DI UN AUDIT SECONDO LA NORMASECONDO LA NORMA UNI EN ISO 190011 UNI EN ISO 190011

Inizio dell’audit•Definizione degli obiettivi, del campo e dei criteri dell’audit•Determinazione della fattibilità dell’audit•Presa di contatto con l’organizzazione oggetto dell’audit

Conduzione del riesame della documentazionePresa visione dei documenti pertinenti e determinazione

della loro adeguatezza

Preparazione delle attività di audit sul posto•Preparazione piano di audit (il piano dev’essere riesaminato e accettato dal DL prima che inizi l’attività di audit)

•Preparazione documenti di lavoro

Svolgimento delle attività di audit sul posto•Svolgimento riunione di apertura•Comunicazione durante l’audit•Raccolta e verifica delle informazioni•Elaborazione di risultanze e conclusioni dell’audit•Svolgimento della riunione di chiusura

Preparazione e distribuzione del rapporto di audit

Attuazione delle azioni successive

all’audit

Chiusura dell’audit

Page 63: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

63

NORMA ISO 19011 E NORMA ISO 19011 E SOPRALLUOGO EX SOPRALLUOGO EX

ART. 17ART. 17Inizio sopralluogo

Definizione obiettivi campo e criteri Determinazione della fattibilità del sopralluogo (sulla base di informazioni raccolte, disponibilità e collaborazione dell’organizzazione, tempo e risorse messe a disposizione)Presa di contatto iniziale con l’organizzazione per stabilire i canali di comunicazione adeguati e fornire le informazioni di massima sul sopralluogo (tempi, norme di sicurezza da adottare, disponibilità del personale)

Preparazione dell’attività sul postoAllestimento di un piano contenente informazioni su obiettivi, date, luoghi da visitare, tempi, risorse necessarie alla conduzione del sopralluogo (disponibilità del personale..), indicazioni per la logistica (spostamenti..)

Preparazione dei documenti di lavoro

Liste di riscontro

Piani campionamento

Moduli di registrazione

Page 64: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

64

Svolgimento dell’attività sul postoRiunione di apertura (con DL, RSPP, RLS..) per descrivere come si articolerà il sopralluogo e per assicurarsi che quanto è stato pianificato potrà essere rispettatoRaccolta delle informazioni attraverso opportuno campionamento e verifica delle stesse per assicurarne l’attendibilitàRielaborazione delle informazioni acquisite e confronto con i criteri iniziali per poter definire le conclusioni del sopralluogo

ChiusuraRiunione di chiusura (con DL, RSPP, RLS..) per divulgare le rilevazioni effettuate e per assicurare la possibilità di confronto con le altre figure coinvolte nella prevenzione

ReportStesura di un verbale di sopralluogo che fornisca una accurata e chiara descrizione delle attività svolte e dei riscontri effettuati nel corso della visita all’organizzazione

NORMA ISO 19011 E NORMA ISO 19011 E SOPRALLUOGO EX SOPRALLUOGO EX

ART. 17ART. 17

Page 65: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

65

CRITERI PER LA CRITERI PER LA PREDISPOSIZIONE PREDISPOSIZIONE

DEL PIANO DI DEL PIANO DI CONTROLLOCONTROLLO

COME:Svolgimento dei controlli ex-post con criteri comparabili con quelli utilizzati nelle valutazioni ex-ante;Identificazione degli obiettivi e criteri;Svolgimento di controlli estesi/a campione

QUANDO:Periodicamente;A seguito di interventi o modifiche;Casualmente;

CHI:Promosso da RSPP;Coinvolgimento di tutti i soggetti interessati;

DOVE:Nei luoghi di lavoroIn ambienti riservati che consentono di approfondire le analisi

Page 66: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

66

CRITERI PER LA CRITERI PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI CONTROLLOPIANO DI CONTROLLO

COSA:infortuni,quasi infortuni,anomalie,malattie professionali,i parametri chimici, fisici e biologici relativi alla valutazione delle condizioni ambientali di lavoro,documenti, certificazioni, autorizzazioni,registri dei controlli, della formazione, dei fornitori.

Page 67: 1 La Valutazione dei Rischi e la pianificazione degli interventi (RISK MANAGEMENT) principi ed elementi metodologici di base AA 2011-2012 Docente Riccardo.

67

GLI INDICATORIGLI INDICATORI

Per la valutazione dell’efficacia delle misure di prevenzione e protezione è utile definire degli indicatori di prestazione;

Gli indicatori possono essere:

“negativi” (ad es. IF, IG, livelli di concentrazione di agenti rischiosi) cioè più crescono più le misure di prevenzione e protezione sono inefficienti;“positivi” (ad es. ore di formazione, risultati dei test di apprendimento, investimenti in prevenzione, ecc.) cioè più crescono più le misure di prevenzione sono efficaci e/o efficienti.