1 Guinea Guinea Equatoriale Guinea Bissau Guinea (Guinea-Conakri) Papua Nuova Guinea.

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Guinea

Guinea EquatorialeGuinea Bissau

Guinea (Guinea-Conakri)Papua Nuova Guinea

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Tribù dei Fore

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Nel 1953, una giovane ragazza del gruppo Fore consumò una porzione del cervello di sua nonna, appena defunta. La donna era morta a seguito di una malattia caratterizzata dai seguenti sintomi: 1) tremore degli arti, 2) perdita di coordinazione, 3) paralisi, e 4) demenza.

Nel 1953, una giovane ragazza del gruppo Fore consumò una porzione del cervello di sua nonna, appena defunta. La donna era morta a seguito di una malattia caratterizzata dai seguenti sintomi: 1) tremore degli arti, 2) perdita di coordinazione, 3) paralisi, e 4) demenza.

Quattro anni più tardi la ragazza cominciò ad esibire gli stessi sintomi della donna di cui aveva consumato il cervello. Nello stesso periodo, un giovane virologo di nome Carleton Gajdusek raggiunse il villaggio dei Fore negli altopiani orientali della PNG e stabilì una connessione tra il partecipare ai riti funerari ed esserne il protagonista principale!

Quattro anni più tardi la ragazza cominciò ad esibire gli stessi sintomi della donna di cui aveva consumato il cervello. Nello stesso periodo, un giovane virologo di nome Carleton Gajdusek raggiunse il villaggio dei Fore negli altopiani orientali della PNG e stabilì una connessione tra il partecipare ai riti funerari ed esserne il protagonista principale!

Quando divenne chiaro che mangiare materia cerebrale era la causa di una qualche forma di infezione, la pratica (nota come kuru) venne abbandonata.Quando divenne chiaro che mangiare materia cerebrale era la causa di una qualche forma di infezione, la pratica (nota come kuru) venne abbandonata.

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Daniel Carleton Gajdusek(1923-2008)

Stanley B. Prusiner (1942-)

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Carleton Gajdusek, premio Nobel per la medicina (1967).Gajdusek dimostrò che il fattore caratterizzante del kuru è costituito dallo sviluppo di replicatori parassitari. Notò la presenza di placche anomale nel tessuto cerebrale delle persone vittime del kuru. Postulò l’idea di un nuovo tipo di virus (la cui strategia è di long-term dormancy), ma dopo vent’anni di ricerca attiva sul kuru la comunità scientifica non riuscì a isolare il virus ipotizzato da Gajdusek.

Stanley Prusiner, premio Nobel per la medicina (1997).Prusiner produsse una seconda spiegazione per il kuru e per le patologia ad esso relazionate (Encefalite Bovina Spongiforme e morbo di Creutzfeldt-Jakob). Ipotizzò l’esistenza di un nuovo tipo di replicatori: i proni (“particelle protinacee infettive”). I proni non sono formati da acidi nucleici (DNA o RNA)!a)l’evoluzione dei proni è totalmente diversa da quella dei virus;b)non c’è codifica genetica;c)i proni possono trasferirsi rapidamente da un ospite di tipo A (es. vacca) ad un ospite di tipo B (es. essere umano);d)una nuova specie può diventare infetta se raggiunta da una quantità sufficiente di queste molecole proteiche (vd. morbo “mad cow”: “sheep scrapie” > “mad cow” > human CJD)e)conseguemente, agenti anti-virali sono inutili;

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Thomas & Charles

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Nel 1838, un giovane uomo di nome Charles, appena rientrato da un lungo viaggio in mare, è divorato dalle idee di un altro uomo di nome Thomas. Thomas non è più in vita, ma ha pubblicato le sue idee in un libro, ed è questo libro che innescherà nella mente di Charles una tra le più importanti rivoluzioni del pensiero della storia dell’umanità.

Nel 1838, un giovane uomo di nome Charles, appena rientrato da un lungo viaggio in mare, è divorato dalle idee di un altro uomo di nome Thomas. Thomas non è più in vita, ma ha pubblicato le sue idee in un libro, ed è questo libro che innescherà nella mente di Charles una tra le più importanti rivoluzioni del pensiero della storia dell’umanità.

Charles Darwin Thomas Malthus

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Di ritorno dal suo viaggio a bordo del Beagle, Darwin fu profondamente influenzato dalle idee di Thomas Malthus: il tema della competizione tra individui per l’acquisizione di una quantità limitata di risorse e il problema del cambiamento nella composizione della popolazione nell’arco del tempo, attrassero l’attenzione di Darwin e stimolarono la connessione all’idea di ereditarietà, e quindi alla teoria dell’evoluzione tramite selezione naturale di tratti alternativi. Ben presto Darwin iniziò ad abbozzare The Origin of Species.

Di ritorno dal suo viaggio a bordo del Beagle, Darwin fu profondamente influenzato dalle idee di Thomas Malthus: il tema della competizione tra individui per l’acquisizione di una quantità limitata di risorse e il problema del cambiamento nella composizione della popolazione nell’arco del tempo, attrassero l’attenzione di Darwin e stimolarono la connessione all’idea di ereditarietà, e quindi alla teoria dell’evoluzione tramite selezione naturale di tratti alternativi. Ben presto Darwin iniziò ad abbozzare The Origin of Species.

competizione ereditarietàselezione

darwinismo neo-darwinismo

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Michelangelo(e il ragazzo di Cincinnati)

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6 marzo 19926 marzo 1992

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codice del virus Michelangelo

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PRONIPRONI IDEEIDEE PROGRAMMIPROGRAMMI

pacchetti d’informazione di natura non genetica:proni, idee e codici informatici possono essere duplicati, ma sono essi stessi dei replicatori?

Secondo la teoria classica della comunicazione, l’organizzazione dell’interazione sociale e delle informazioni scambiate durante tale interazione (anche tramite artefatti come libri e computer) dipende esclusivamente dalle parti coinvolte. La trasmissione sociale presuppone che le persone siano gli unici agenti del passaggio d’informazioni. E’ Darwin che, leggendo Malthus, avvia il processo di duplicazione – e manipolazione dell’informazione duplicata.

Secondo la teoria classica della comunicazione, l’organizzazione dell’interazione sociale e delle informazioni scambiate durante tale interazione (anche tramite artefatti come libri e computer) dipende esclusivamente dalle parti coinvolte. La trasmissione sociale presuppone che le persone siano gli unici agenti del passaggio d’informazioni. E’ Darwin che, leggendo Malthus, avvia il processo di duplicazione – e manipolazione dell’informazione duplicata.

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Il processo di replicazione implica la presenza di una forza causale addizionaleindipendente dalla volontà dei comunicatori

Il processo di replicazione implica la presenza di una forza causale addizionaleindipendente dalla volontà dei comunicatori

L’ipotesi dell’esistenza di entità corrispondenti alla nozione di meme è proprio questa: esiste un replicatore soggiacente alla comunicazione ignorato dall’approccio tradizionale. Tale replicatore dirige il processo di comunicazione e consente la propagazione delle informazioni.

QUALI FORZE CAUSALI DIRIGONO LA COMUNICAZIONE DI INFORMAZIONI?

I MEMI?

QUALI FORZE CAUSALI DIRIGONO LA COMUNICAZIONE DI INFORMAZIONI?

I MEMI?

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EVOLUZIONEBIOLOGICA

EVOLUZIONECULTURALE

IL PRINCIPIO DELL’EVOLUZIONE

a)ereditarietà: entità di tipo A danno origine a entità di tipo A, entità di tipo B a entità di tipo B, ecc.b)variazione: l’ereditarietà non è esatta – A può dare origine a B, ecc. Ogni prodotto evolutivo (copia esatta o variazione) ha la capacità di promuovere copie di se stesso.c)adeguatezza [fitness]: la variazione deve essere associata a differenze relazionate alla probabilità di sopravvivenza a fini riproduttivi– su tali differenze agisce la selezione. Per fitness si intende la capacità di un tratto di propagarsi in una popolazione ed è misurato dalla sua affermazione nel corso delle generazioni a discapito di altri tratti concorrenti.

IL PRINCIPIO DELL’EVOLUZIONE

a)ereditarietà: entità di tipo A danno origine a entità di tipo A, entità di tipo B a entità di tipo B, ecc.b)variazione: l’ereditarietà non è esatta – A può dare origine a B, ecc. Ogni prodotto evolutivo (copia esatta o variazione) ha la capacità di promuovere copie di se stesso.c)adeguatezza [fitness]: la variazione deve essere associata a differenze relazionate alla probabilità di sopravvivenza a fini riproduttivi– su tali differenze agisce la selezione. Per fitness si intende la capacità di un tratto di propagarsi in una popolazione ed è misurato dalla sua affermazione nel corso delle generazioni a discapito di altri tratti concorrenti.

EVOLUZIONE CULTURALE:la cultura utilizza replicatori o esibisce ereditarietà

(duplicazione senza replicazione)?

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COS’E’ LA CULTURA?

Visione olistica: la cultura è tutto.Edward Tylor (antropologo, 1832-1917) includeva nella nozione di cultura artefatti, sistemi di parentela e di matrimonio, rituali e credenze religiose.

Visione olistica: la cultura è tutto.Edward Tylor (antropologo, 1832-1917) includeva nella nozione di cultura artefatti, sistemi di parentela e di matrimonio, rituali e credenze religiose.

Rivoluzione cognitivista (’60): la cultura composta da ‘mentefatti’ [mentifacts]. La cultura è composta da cose presenti esclusivamente nalla mente degli appartenenti ad un determinato gruppo: idee, valori, credenze, ecc.

Rivoluzione cognitivista (’60): la cultura composta da ‘mentefatti’ [mentifacts]. La cultura è composta da cose presenti esclusivamente nalla mente degli appartenenti ad un determinato gruppo: idee, valori, credenze, ecc.

La visione cognitivista ha posto le basi per la nozione di cultura sviluppata nei decenni successivi. La cultura è concepita come un set coerente e coeso di rappresentazioni mentali che viene riprodotto di generazione in generazione.

Una definizione più operativa di cultura usa l’espressione ‘cultura del momento’: l’insieme di idee, credenze e valori che possono essere astratti dagli individui in un dato momento e considerati come pool di informazioni produttive in seno alla popolazione

La visione cognitivista ha posto le basi per la nozione di cultura sviluppata nei decenni successivi. La cultura è concepita come un set coerente e coeso di rappresentazioni mentali che viene riprodotto di generazione in generazione.

Una definizione più operativa di cultura usa l’espressione ‘cultura del momento’: l’insieme di idee, credenze e valori che possono essere astratti dagli individui in un dato momento e considerati come pool di informazioni produttive in seno alla popolazione

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Pratica o idea?

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“Apprendimento” e “Natura”La definizione cognitivista tende a separare determinismo genetico e apprendimento. L’essere umano è una specie culturale: la lunga fase di dipendenza dei neonati, l’esposizione a norme culturali e comportamentali e l’estrema plasticità dell’apprendimento possono neutralizzare predisposizioni genetiche.

Tuttavia i tratti culturali si evolvono. Le questioni sono: A.In che modo? B.Qual è la relazione tra il nostro stato di natura (biologico, genetico) e l’apprendimento (apprendimento sociale, imitazione, ecc.)?

“Apprendimento” e “Natura”La definizione cognitivista tende a separare determinismo genetico e apprendimento. L’essere umano è una specie culturale: la lunga fase di dipendenza dei neonati, l’esposizione a norme culturali e comportamentali e l’estrema plasticità dell’apprendimento possono neutralizzare predisposizioni genetiche.

Tuttavia i tratti culturali si evolvono. Le questioni sono: A.In che modo? B.Qual è la relazione tra il nostro stato di natura (biologico, genetico) e l’apprendimento (apprendimento sociale, imitazione, ecc.)?

1.SOCIOBIOLOGIA2.PSICOLOGIA EVOLUTIVA3.SELEZIONISMO CULTURALE

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SOCIOBIOLOGIA

E.O. Wilson. 1975. Sociobiology

Prima teoria moderna ad affrontare secondo una prospettiva evolutiva cultura e società.•il comportamento umano può esser compreso in termini di propensione all’apprendimento e calcolo razionale geneticamente acquisiti;•il comportamento è di natura fenotipica (ovvero attiene all’insieme di tratti di un organismo) ed è un modo per rendere più flessibili le nostre risposte all’ambiente che ci circonda;•l’apprendimento di nuovi comportamenti rientra in questo tipo di plasticità fenotipica;•il solo principio necessario per spiegare i comportamenti degli organismi, Homo sapiens incluso, è l’ottimizzazione dell’adeguatezza [fitness maximization];

E.O. Wilson. 1975. Sociobiology

Prima teoria moderna ad affrontare secondo una prospettiva evolutiva cultura e società.•il comportamento umano può esser compreso in termini di propensione all’apprendimento e calcolo razionale geneticamente acquisiti;•il comportamento è di natura fenotipica (ovvero attiene all’insieme di tratti di un organismo) ed è un modo per rendere più flessibili le nostre risposte all’ambiente che ci circonda;•l’apprendimento di nuovi comportamenti rientra in questo tipo di plasticità fenotipica;•il solo principio necessario per spiegare i comportamenti degli organismi, Homo sapiens incluso, è l’ottimizzazione dell’adeguatezza [fitness maximization];

Come spiegano i sociobiologi il fatto, ad esempio, che un membro del gruppo Pirahã (Amazzonia) si comporta diversamente rispetto a un Tuareg del Niger? Non si tratta di una differenza prettamente culturale?La cultura, dicono i sociobiolgi, non è rilevante – e non è nemmeno necessaria. Le differenze di comportamento sono dovute alla variazione del tipo di stimoli a cui sono sottoposti i gruppi umani nelle diverse regioni del globo.

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• la cosiddetta ‘variazione culturale’ è dovuta all’interazione dei geni con l’ambiente;

• nella sua visione più morbida, la sociobiologia ammette l’esistenza della trasmissione sociale dell’informazione, ma suggerisce che questa può essere ignorata poiché non produce alcuna nuova dinamica evolutiva;

• la sociobiologia rifiuta l’esistenza di un replicatore culturale: a) esisteva un mondo senza cultura, un mondo precedente alla comparsa di Homo sapiens, da cui noi deriviamo; b)

La sociobiologia rifiuta l’esistenza di un replicatore culturale: perché?a)esisteva un mondo senza cultura, un mondo precedente alla comparsa di Homo sapiens, da cui noi deriviamo; b)la cultura si è formata a seguito di un processo biologico, poiché i nostri predecessori (come del resto gli altri membri del regno animale) ne erano sprovvisti;c)non c’è motivo di pensare che essere dotati di cultura sia in qualche modo diverso dal possedere qualsiasi altro tratto frutto del processo evolutivo;d)cultura e apprendimento sociale sono dunque ricondotti alla normale attività di selezione operante sui geni;

La sociobiologia rifiuta l’esistenza di un replicatore culturale: perché?a)esisteva un mondo senza cultura, un mondo precedente alla comparsa di Homo sapiens, da cui noi deriviamo; b)la cultura si è formata a seguito di un processo biologico, poiché i nostri predecessori (come del resto gli altri membri del regno animale) ne erano sprovvisti;c)non c’è motivo di pensare che essere dotati di cultura sia in qualche modo diverso dal possedere qualsiasi altro tratto frutto del processo evolutivo;d)cultura e apprendimento sociale sono dunque ricondotti alla normale attività di selezione operante sui geni;

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PSICOLOGIA EVOLUTIVAUn po’ di contesto: l’esperimento di John GarciaUn po’ di contesto: l’esperimento di John Garcia

OBIETTIVO: indurre avversione per certi tipi di cibo

1)procuratevi un numero significativo di topi2)munitevi di un’apparecchiatura in grado di produrre radiazioni a raggi X3)bombardate di raggi X i topi mentre stanno consumando un certo tipo di cibo, in modo tale che i ratti associno la sensazione di dolore a quel tipo di cibo;4)prima di nutrire i ratti con il cibo per il quale si vuole creare avversione, avvisateli dell’imminente pericolo attivando dei segnali luminosi (ad es. flash)5)spingetevi oltre: quando attivate i segnali luminosi, elettrizzate i topi, e poi offrite loro il cibo

RISULTATI

1)i ratti impareranno ad associare gli elettroshock ai segnali luminosi;2)i ratti impareranno ad associare il dolore (es. nausea causata dalle radiazioni) al consumo di certi tipi di cibo;3)i ratti non impareranno ad associare i segnali luminosi al cibo offerto dopo la loro attivazione;

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Perché i ratti ignorano i segnali luminosi che li dovrebbero mettere in guardia?Perché segnali luminosi di quel tipo non rientrano nella storia evolutiva dei ratti, ovvero sono del tutto innaturali. Il ratto non può quindi associare quel tipo di evento alla sensazione di nausea - un’esperienza naturale - causata dalle radiazioni.

Questa conclusione fu osteggiata dalla scuola comportamentista: secondo il behaviorism, allora dominante, i cervelli sono formati dall’esperienza e non c’è necessità di invocare una qualche struttura interna per spiegare il comportamento.

Il comportamentismo andò declinando e la ricerca iniziò a concentrarsi sulla necessità di prendere in considerazione la biologia degli organismi, e in particolare di riconoscere le condizioni evolutive soggiacenti al lavoro del complesso cerebrale.

La psicologia evolutiva considera l’organismo come un semplice “esecutore adattivo” limitato da quello che può apprendere in base alle strutture innate del cervello.

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Psicologia evolutiva: punti teorici

1. il comportamento, inteso come evento accidentale, non può essere il focus delle forze selettive;

2. la selezione agisce sul cervello: è il cervello il target della selezione. Gli attributi della mente responsabili della produzione di comportamenti di successo sono premati da un punto di vista selettivo;

3. il cervello umano consiste di una serie di meccanismi prodotti attraverso la selezione naturale. Tali meccanismi sono atti a risolvere problemi adattivi, gli stessi problemi che i nostri antenati ancestrali affrontarono con una certa frequenza nel corso della storia evolutiva della nostra specie.

4. questi meccanismi vanno rintracciati nella nostra storia, e gran parte della storia evolutiva della nostra specie è stata spesa vivendo in piccoli gruppi di cacciatori raccoglitori (Plio-pleistocene, iniziato milioni d’anni fa e terminato da soli 10000 anni);

5. procurarsi il cibo, evitare i predatori, cercare opportunità riproduttive attraverso la scelta di partner appropriati, proteggere il patrimonio riproduttivo con una efficace cura genitoriale, ecc.

6. i meccanismi di cui disponiamo sono modulari: circuiti neurologici distinti sono impiegati nella risoluzione di problemi distinti, ogni meccanismo essendo capace di rispondere solo ad un certo tipo di stimolo.

1. il comportamento, inteso come evento accidentale, non può essere il focus delle forze selettive;

2. la selezione agisce sul cervello: è il cervello il target della selezione. Gli attributi della mente responsabili della produzione di comportamenti di successo sono premati da un punto di vista selettivo;

3. il cervello umano consiste di una serie di meccanismi prodotti attraverso la selezione naturale. Tali meccanismi sono atti a risolvere problemi adattivi, gli stessi problemi che i nostri antenati ancestrali affrontarono con una certa frequenza nel corso della storia evolutiva della nostra specie.

4. questi meccanismi vanno rintracciati nella nostra storia, e gran parte della storia evolutiva della nostra specie è stata spesa vivendo in piccoli gruppi di cacciatori raccoglitori (Plio-pleistocene, iniziato milioni d’anni fa e terminato da soli 10000 anni);

5. procurarsi il cibo, evitare i predatori, cercare opportunità riproduttive attraverso la scelta di partner appropriati, proteggere il patrimonio riproduttivo con una efficace cura genitoriale, ecc.

6. i meccanismi di cui disponiamo sono modulari: circuiti neurologici distinti sono impiegati nella risoluzione di problemi distinti, ogni meccanismo essendo capace di rispondere solo ad un certo tipo di stimolo.

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Steven Pinker: I MODULI SONO ISTINTI

Esempio: riconoscere la faccia di una persona7.il riconoscimento avviene tramite una sequenza di eventi mentali inconsci;8.riconoscere qualcosa o qualcuno sembra facile ed evidente, ma è un’operazione molto complessa la cui apparente facilità è dovuta al fatto che applichiamo il meccanismo in maniera del tutto inconscia – ovvero non esercitiamo alcun controllo;9.l’esistenza di meccanismi “invisibili” – di cui noi non ci rendiamo conto – è il risultato di un percorso adattivo: riconoscere un essere pericoloso senza pensarci consente all’uomo di reagire in tempi tali da consentirgli la sopravvivenza;10.non tutti i moduli sono “istinti”. Tra i meccanismi di base isolati dalla scuola che fa capo a Pinker ricordiamo i seguenti: a) interpretare il comportamento degli oggetti (causalità fisica), b) riconoscere esseri viventi in base al movimento, c) riconoscere diversi tipi umani e d) motivazioni e idee altrui (Theory of Mind)

Steven Pinker: I MODULI SONO ISTINTI

Esempio: riconoscere la faccia di una persona7.il riconoscimento avviene tramite una sequenza di eventi mentali inconsci;8.riconoscere qualcosa o qualcuno sembra facile ed evidente, ma è un’operazione molto complessa la cui apparente facilità è dovuta al fatto che applichiamo il meccanismo in maniera del tutto inconscia – ovvero non esercitiamo alcun controllo;9.l’esistenza di meccanismi “invisibili” – di cui noi non ci rendiamo conto – è il risultato di un percorso adattivo: riconoscere un essere pericoloso senza pensarci consente all’uomo di reagire in tempi tali da consentirgli la sopravvivenza;10.non tutti i moduli sono “istinti”. Tra i meccanismi di base isolati dalla scuola che fa capo a Pinker ricordiamo i seguenti: a) interpretare il comportamento degli oggetti (causalità fisica), b) riconoscere esseri viventi in base al movimento, c) riconoscere diversi tipi umani e d) motivazioni e idee altrui (Theory of Mind)

Siamo tutti caratterizzati dalla stessa struttura mentale: ogni differenza psicologica esistente tra gli individui è causata dalle condizioni idiosincratiche delle vite individuali.

Siamo tutti caratterizzati dalla stessa struttura mentale: ogni differenza psicologica esistente tra gli individui è causata dalle condizioni idiosincratiche delle vite individuali.

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11. la nozione di ‘universali psicologici’ – punto centrale della psicologia evolutiva – lascia intendere che la variazione di performance, compresa la variazione culturale, può essere ignorata

12.come risolve la psicologia evolutiva il conflitto tra questa ‘ unità psichica del genere umano’ e le evidenti differenze culturali e individuali? La psicologia evolutiva non sostiene che tutti gli esseri umani si comportano allo stesso modo in ogni tempo e in ogni dove: tutti gli esseri umani condividono meccanismi psicologici comuni che generano differenze di comportamento in risposta a specifiche circostanze storiche e di sviluppo dei gruppi umani.

13. la variazione osservabile tra diverse culture e tra individui non è il risultato di un adattamento psicologico, quanto piuttosto un set di norme universali applicate in diverse fasi della vita; tali norme rispondono in modo contingente a nuovi set di stimoli.

11. la nozione di ‘universali psicologici’ – punto centrale della psicologia evolutiva – lascia intendere che la variazione di performance, compresa la variazione culturale, può essere ignorata

12.come risolve la psicologia evolutiva il conflitto tra questa ‘ unità psichica del genere umano’ e le evidenti differenze culturali e individuali? La psicologia evolutiva non sostiene che tutti gli esseri umani si comportano allo stesso modo in ogni tempo e in ogni dove: tutti gli esseri umani condividono meccanismi psicologici comuni che generano differenze di comportamento in risposta a specifiche circostanze storiche e di sviluppo dei gruppi umani.

13. la variazione osservabile tra diverse culture e tra individui non è il risultato di un adattamento psicologico, quanto piuttosto un set di norme universali applicate in diverse fasi della vita; tali norme rispondono in modo contingente a nuovi set di stimoli.

La sociobiologia considera l’idea di cultura come non necessaria. Qual è l’approccio della psicologia evolutiva? Cos’è la cultura?

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CULTURAEPIDEMIOLOGICA

CULTURAEVOCATA

• apprendimento sociale• propagazione ‘virale’ della cultura

• informazione innata• informazione espressa in modo

diverso a seconda delle condizioni ambientali, storiche, ecc.

Informazioni apparentemente apprese vanno intese come conoscenza evocata da stimoli ambientali. Il ‘deposito di informazioni’ – il luogo da cui noi prendiamo i pezzi di conoscenza da usare – è situato nel nosro cervello ed è un deposito di fabbricazione genetica.

Informazioni apparentemente apprese vanno intese come conoscenza evocata da stimoli ambientali. Il ‘deposito di informazioni’ – il luogo da cui noi prendiamo i pezzi di conoscenza da usare – è situato nel nosro cervello ed è un deposito di fabbricazione genetica.

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Psicologia evolutiva estrema

• nasciamo con tutte le informazioni di cui avremo bisogno nel corso della nostra vita;

• non apprendiamo nulla dall’ambiente: richiamiamo le informazioni dalla nostra memoria evolutiva;

• culture simili non condividono ‘memi’ o unità di trasmissione culturale di successo (pezzi di informazione duplicata e propagata): esse sono semplicemente evocate da stimoli ambientali simili;

• nasciamo con tutte le informazioni di cui avremo bisogno nel corso della nostra vita;

• non apprendiamo nulla dall’ambiente: richiamiamo le informazioni dalla nostra memoria evolutiva;

• culture simili non condividono ‘memi’ o unità di trasmissione culturale di successo (pezzi di informazione duplicata e propagata): esse sono semplicemente evocate da stimoli ambientali simili;

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L’ipotesi del jukebox in cifre (Robert Aunger. 2002. The Electric Meme)

• il genoma umano consiste di 1.5 miliardi di paia di nucleotidi;• questo numero di nucleotidi occupa 150 MB di informazione;• il 97.5% del nostro genoma è uguale a quello degli scimpanzè, il che

significa che è il rimanente 2.5% a definire la nostra specie;• il 2.5% del nostro genoma equivale a 3.75x107 paia di nucleotidi, ovvero una

quantità di informazioni corrispondente a 4 MB (1 bit = 1 paio di nucleotidi, 8 bits = 1 byte)

• gli scimpanzè hanno cultura, ma non tanta quanto gli esseri umani;• se gli psicologi evolutivi hanno ragione, tutti dischi del nostro jukebox

dovrebbero essere contenuti in quei 4 MB

• il genoma umano consiste di 1.5 miliardi di paia di nucleotidi;• questo numero di nucleotidi occupa 150 MB di informazione;• il 97.5% del nostro genoma è uguale a quello degli scimpanzè, il che

significa che è il rimanente 2.5% a definire la nostra specie;• il 2.5% del nostro genoma equivale a 3.75x107 paia di nucleotidi, ovvero una

quantità di informazioni corrispondente a 4 MB (1 bit = 1 paio di nucleotidi, 8 bits = 1 byte)

• gli scimpanzè hanno cultura, ma non tanta quanto gli esseri umani;• se gli psicologi evolutivi hanno ragione, tutti dischi del nostro jukebox

dovrebbero essere contenuti in quei 4 MB

• Human Relations Area File (HRAF): database etnografico• 1 milione di pagine, voci per 365 culture• 5 bit per lettera - parola media di 5 lettere (25 bit, circa 3 bytes) – 700 parole

per pagina... 2000 MB di informazioni!

• Human Relations Area File (HRAF): database etnografico• 1 milione di pagine, voci per 365 culture• 5 bit per lettera - parola media di 5 lettere (25 bit, circa 3 bytes) – 700 parole

per pagina... 2000 MB di informazioni!

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ANTROPOLOGIA CULTURALE

Gli esseri umani devono essere considerati come formanti una specie totalmente dipendente dallo scambio di informazione sociale: siamo nati senza nessuna conoscenza fondamentale, apprendiamo tutto dal gruppo sociale in cui ci troviamo inseriti.

IL GRAFICO AD “ESSE”Consideriamo la diffusione di una nuova pratica all’interno di una popolazione di riferimento:1.nella fase iniziale, la diffusione dell’innovazione presenta una frequenza piuttosto bassa;2.l’innovazione, ovvero il tratto, inizia ad essere adottato da sempre più persone, con una velocità di diffusione sempre più alta3.la velocità di diffusione rallenta;4.il tratto non si diffonde quasi più;5.il tratto non si diffonde più (forse perché già acquisito dalla totalità della popolazione);

IL GRAFICO AD “ESSE”Consideriamo la diffusione di una nuova pratica all’interno di una popolazione di riferimento:1.nella fase iniziale, la diffusione dell’innovazione presenta una frequenza piuttosto bassa;2.l’innovazione, ovvero il tratto, inizia ad essere adottato da sempre più persone, con una velocità di diffusione sempre più alta3.la velocità di diffusione rallenta;4.il tratto non si diffonde quasi più;5.il tratto non si diffonde più (forse perché già acquisito dalla totalità della popolazione);

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ANALISI COSTI-BENEFICIPROVA-ERRORE

EMULAZIONE

Quale strategia impieghiamo nell’adottare un nuovo tratto?

La strategia adottata è quella della “trasmissione conformista”: emulare gli altri, copiare ciò che fa la maggioranza e/o i membri prestigiosi del gruppo.

La strategia adottata è quella della “trasmissione conformista”: emulare gli altri, copiare ciò che fa la maggioranza e/o i membri prestigiosi del gruppo.

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SELZIONISMO CULTURALE

La cultura è informazione capace di agire sui fenotipi degli individui. Acquisiamo fenotipi da altri individui per mezzo di un processo di apprendimento o imitazione.

A livello di popolazione, la cultura può essere considerata come un pool di informazioni che vengono modificate man mano che gli individui apprendono cose nuove.

Il luogo della selezione sono le abilità cognitive, esse producono variazione e diffusione di tratti culturali, non biologici.

La cultura è informazione capace di agire sui fenotipi degli individui. Acquisiamo fenotipi da altri individui per mezzo di un processo di apprendimento o imitazione.

A livello di popolazione, la cultura può essere considerata come un pool di informazioni che vengono modificate man mano che gli individui apprendono cose nuove.

Il luogo della selezione sono le abilità cognitive, esse producono variazione e diffusione di tratti culturali, non biologici.

GENI AMBIENTE CULTURA

SELEZIONISMO BIOLOGICO

GENOTIPO

FENOTIPO

SELEZIONISMO BIOLOGICO

GENOTIPO

FENOTIPO

SELEZIONISMO CULTURALE

IDEE

COMPORTAMENTO

SELEZIONISMO CULTURALE

IDEE

COMPORTAMENTO

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• i selezionisti culturali pensano che l’evoluzione culturale presenti le tre caratteristiche fondamentali del principio evolutivo: variazione, ereditarietà e selezione;

• la “rivoluzione darwiniana” attiene più alla trasmissione di un pool di informazioni nel corso del tempo che non al meccanismo specifico soggiacente a tale trasmissione (ad es. la selezione naturale)

La teoria dell’evoluzione, per essere valida sia in senso strettamente biologico che dal punto di vista della trasmissione culturale, dovrà essere formulata in modo generale. Essa diventa dunque un sistema per tracciare le informazioni diffuse nel corso del tempo con qualsiasi mezzo e interagendo con l’ambiente in qualsiasi modo

La teoria dell’evoluzione, per essere valida sia in senso strettamente biologico che dal punto di vista della trasmissione culturale, dovrà essere formulata in modo generale. Essa diventa dunque un sistema per tracciare le informazioni diffuse nel corso del tempo con qualsiasi mezzo e interagendo con l’ambiente in qualsiasi modo