1-13-Portoediportogennaio2013

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also in english POR TO & diporto IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ Seatec 2013 T ariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO IX - N. 1 - Gennaio 2013 - Costo singola copia € 2,50

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magazine di approfondimento economico su shipping traporto e logistica

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PORTO& diporto

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Seatec 2013

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2 - maggio 2012

editoriale / porto&diportoQUALITEC

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sommario / porto&diporto

SEATEC4 - Seatec total business oriented6 - La nautica guarda al futuro8 - MYDA premia i progetti più innovativi10 - YARE 2013 esalta la leadership della cantieristica italianaARMAMENTO12 - Grimaldi, prima pietra del nuovo terminal nel Porto di Barcellona14 - COECLERICI S.p.A. nuova acquisizione in USASHIPPING15 - Il Gruppo Rina si afferma nel settore dello shipping arabo16 - Riforma dei porti: sogno o realtà?18 - Soddisfacenti risultati per Contship Italia INFRASTRUTTURE20 - Porto di Venezia, volano per l’economia del Veneto22 - Taranto costruisce un “ponte” fra Asia ed Europa24 - Lo shipping triestino punta allo sviluppo dei traffici26 - Containers e gateway ferroviario il successo di Gioia Tauro28 - Rivalta Scrivia investe nel freddoRICERCHE30 - Check-up Mezzogiorno, con la crisi persi 24 mld di pilTRASPORTI32 - Port Package in arrivo dall’Europa34 - Il mercato dell’autotrasporto sceglie Transpotec Logitec35 - Con “Jamme card” ricarichi da casa e viaggi con UnicoCampania36 - Trasporto urbano green il made in Italy per ViennaFORMAZIONE38 - L’imprenditore alato PROPELLER40 - La primavera araba e le strategie

diplomatiche e commerciali italianeFORUM42 - Aspettando il Forum (e non Godot)NAUTICA 43 - ASSOMARINAS “Friendly Relations”44 - Al prossimo Salone Nautico “Sapore di Mare” per evitare la deriva46 - Trofeo Campobasso la vela a Napoli cresce e supera ogni aspettativa48 - Il Nord Adriatico punta sul turismo marittimo50 - Certificare il refitting per rilanciare l’usatoAZIENDE51 - Tradizione artigianale per un “must” del ben vestire52 - 2013: ottime prospettive per la moda italiana55 - Cerreto Sannita un suggestivo borgo fucina di giovani impreseTURISMO56 - Il turismo in Germania da gennaio a ottobre 201258 - Lavoro: nuove opportunità come consulenti di viaggioEVENTI60 - “Motor Gallery” in mostra auto e moto d’epocaLIBRI 62 - La forza dell’amoreENGLISH SUMMARY63 - GRIMALDI GROUP NAPLES NEW BARCELONA TERMINAL63 - RINA IN ABU DHABI63 - TRIESTE DISAPPROVES OF GASIFYING PLANT64 - GIOIA TAURO CONTAINERS AND RAIL GATEWAY64 - RIVALTA SCRIVIA INTERPORT INVESTS IN COLD STORAGE64 - INTERNATIONAL CULTURE FORUM FOR NAPLES THIS SPRING

Anno IX - N°1 - Gennaio 2013Direttore responsabile

Antonio De Cesare

Direttore editorialeMaurizio De Cesare

Hanno collaborato a questo numero:

Massimo Bernardo - Sabrina Bertini Cosimo Brudetti - Eduardo Cagnazzi

Giacomo Canarsa - Francesco D’Episcopo Fabrizio De Cesare - Michela Fanis

Patrizia Lupi - Paola MartinoAlberto Medina - Italo Merciati

Stefano Meroggi - Sandro MinardoLorenzo Policardo - Riccardo Russo

Alessandra Schettino - Stefania VerganiTraduzioni a cura di Angus Urquhart

Amministrazione e abbonamentiPaola Martino

[email protected]@portoediporto.it

Costo abbonamentoItalia € 30, estero € 90

esclusivamente con versamento suCCP n. 81627671 - AM editori srlPiazzale Immacolatella Vecchia

80133 NapoliPubblicità e marketing

[email protected] e specifiche tecniche

www.portoediporto.itProgetto e realizzazione grafica

AM editori srl

StampaMorconia PrintMorcone (BN)

Il magazine Porto&diportoè proprietà di

AM editori srl - Tel 081 6581974Tel/Fax 081 5592332

[email protected]

Autorizzazione Tribunale di Napolin. 17 del 15 febbraio 2006Periodico associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi

altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

Questa edizione sarà presente all’undicesima edizionedi Seatec - Carrara 6/8 febbraio 2013

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seatec / porto&diporto

Seatec prosegue il suo impegno per favorire l’incontro com-merciale fra operatori stranieri

e aziende italiane che partecipano al salone che si svolge a CarraraFiere dal 6 all’8 febbraio.

La formula utilizzata per fare si che il salone si confermi ulteriormente come momento di stimolo per un settore che in questa fase fatica a individuare nuovi partner nel segmento dell’alta qualità è quella Business-to-Business, dell’in-contro diretto fra domanda e offerta nel contesto commerciale per definizione che è quello del salone specializzato.

“Proseguiamo un percorso che ha sempre caratterizzato la nostra attività - sottolinea il direttore di CarraraFiere Paris Mazzanti anticipando i dettagli or-ganizzativi - perché siamo convinti che

Seatectotal business oriented

L’edizione 2013 della rassegna di tecnologie, subforniture, design per imbarcazioni, yacht e navi mette al centro i rapporti commerciali fra specialisti e organizza incomingdi operatori stranieri

attraverso l’incontro diretto possono nascere nuove opportunità e scambi interessanti. Abbiamo lavorato per se-lezionare operatori stranieri che pre-sentano un profilo di estremo interes-se per i nostri espositori che avranno la possibilità di incontrarli in fiera in un contesto creato per favorire questo tipo di interazione che richiede aziende in grado di esprimere un livello di offerta adeguato alla domanda di qualità”.

Gli incontri B2B si svolgeranno in un’area allestita appositamente fra gli espositori e gli operatori invitati se-condo specifici profili aziendali. Fra gli espositori di Seatec sono stati coinvolti cantieri nautici, cantieri navali, importa-tori/distributori di accessori, designer, installatori mentre per gli interlocutori stranieri sono stati individuati profili

aziendali che hanno ruoli decisionali di-retti come Direttore/Responsabile tec-nico, Direttore/Responsabile acquisti, Ingegnere, Designer, Amministratore delegato. Si tratta di figure in grado di assumere direttamente decisioni anche nel corso di una trattativa complessa e, proprio per questo interlocutori privile-giati. Sono stati invitati Decision Ma-kers europei che provengono da Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Ger-mania, Turchia, Malta, Spagna, Paesi dell’ex Jugoslavia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Polonia. Un’altra quota di operatori provengono da un mercato importantissimo come quello degli Emirati Arabi.

Anche fra gli espositori di Compo-tec sono stati invitati a partecipare agli incontri B2B operatori del settore

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gennaio 2013 - 5

Con YARE eventi ad altissima specializzazioneguardando al Green

Nel solco di una visione moderna delle attività e dei comparti interessati Seatec - Compotec esprimono anche nel 2013 un’attenzione particolare alla sostenibilità con GREENTEC, un pro-cesso di comunicazione e valorizzazio-ne delle aziende che possono segna-lare i propri prodotti “verdi” progettati e realizzati all’insegna dei criteri più evo-luti dell’ecosostenibilità.

Con GREENTEC si realizza un pro-cesso di comunicazione, anche visiva, creando un percorso virtuoso all’inter-no della rassegna dove gli Espositori che si caratterizzeranno per la “foglio-lina verde” ben visibile nello stand, consentiranno di individuare i prodotti rispondenti a criteri di sostenibilità: bio-degradabili, prodotti con materiali rici-clabili, con forte riduzione delle sostan-ze pericolose per la salute e l’ambiente o presentati con packaging in materiali riciclati. Anche le fasi della produzione realizzata in condizioni di basso consu-mo energetico, con l’impiego di energie rinnovabili, a basso livello di emissioni e con minore uso di acqua potranno fregiarsi di un simbolo che è già diven-tato elemento caratterizzante delle pro-duzioni più evolute.

La risposta delle Aziende, oggi più che mai attente e interessate a coniu-gare sviluppo e qualità del prodotto con il rispetto ambientale è stata molto in-teressante e sono in molti ad avere se-gnalato prodotti innovativi e rispettosi dell’ambiente. Nel mondo della nautica i produttori più interessati si sono di-

mostrati quelli che operano nel campo della propulsione e della dissalazione segnalando prodotti e sistemi innova-tivi innovativi.

Per avere informazioni e dettagli gli interessati possono consultare il sito ufficiale del salone www.sea-tec.it che viene aggiornato in tempo reale con le segnalazioni che gli espositori inoltrano alla segreteria organizzativa.

Proprio per le loro caratteristiche sono molti gli espositori di Compotec che segnalano le loro innovazioni Gre-entec che sono visibili nella nuova di-slocazione di Compotec all’interno del padiglione D, insieme all’area riservata ai Materiali & Applicazioni del Seatec, una sinergia che farà dell’intero padi-glione un punto di eccellenza per ciò che riguarda i materiali, le lavorazioni, la costruzione e l’innovazione.

Per coinvolgere maggiormente gli operatori dei vari settori saranno rea-lizzati i Compotec Days, giornate di ap-profondimento appositamente dedicate ai settori Edilizia, Automotive, Techno-logy, Technology Transfer, Marine, Gre-en Solutions. Il calendario è pubblicato, con aggiornamenti in tempo reale, sul sito di Compotec (http://www.compo-tec.it).

Per rendere la manifestazione più dinamica, saranno attivate le LIVE DEMO: le aziende espositrici potranno disporre, a titolo gratuito, di uno spazio per una dimostrazione teorica o pratica dei loro prodotti e delle loro tecnologie durante la rassegna.

dell’Edilizia, Automotive, Aeronautica, Nautico, Trasporto di massa (ferrovia e bus), Energia eolica, Design, Attrez-zature Sportive che avranno come in-terlocutori decision makers nei ruoli di Direttore/Responsabile tecnico, Diret-tore/Responsabile acquisti, Ingegnere, Designer, Amministratore Delegato.

Con l’organizzazione di Navigo sono stati invitati comandanti italiani e stra-nieri che avranno incontri diretti con gli espositori di YARE.

Agli operatori selezionati per gli in-contri B2B si aggiungono ulteriori grup-pi di operatori stranieri coordinati dalla Camera di Commercio di Lucca, Ca-mera di Commercio Tunisino-Italiana, CCIAA del Marocco in Italia e CCIAA dell’Egitto in Italia.

REDMAR

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6 - gennaio 2013

seatec / porto&diporto

Sarà un’edizione dinamica e innovativa quella che Seatec celebrerà a CarraraFiere con

tante nuove iniziative di carattere tecni-co e commerciale oltre che con l’appro-fondimento di temi che da ormai undici edizioni sono una caratteristica della rassegna.

Prima di tutto gli elementi che ca-ratterizzeranno Seatec che si tiene in contemporanea con e YARE, salone del refitting e Compotec, che ospita aziende, produttori istituti di ricerca impegnati nel vastissimo comparto dei materiali compositi ormai elemento es-senziale non solo per la nautica.

CarraraFiere è impegnata a so-stenere lo sviluppo commer-ciale degli espositori orga-nizzando iniziative di inco-ming di selezionatissimi

Innovazione, approfondimenti tecnici e designper la Rassegna Internazionale di Tecnologie

per la Subfornitura e il Designper Imbarcazioni, Yacht e Navi

La nautica guarda al futuro

Flessibilità dell’approccio per un’effetti-va riduzione dei costi, tecnologie, ma-teriali, sistemi, i più consoni al processo di produzione seriale, basso impatto, risparmio energetico, riciclo o smalti-mento a fine uso saranno gli argomenti affrontati da autorevoli esponenti del mondo accademico, della nautica, dell’industria e del design. Seguirà la presentazione dei progetti vincitori del-la decima edizione del concorso MYDA – Millennium Yacht Design Award che consacra i migliori progettisti a livello internazionale. I progetti vincitori sa-ranno esposti in una mostra allestita nell’area design (padiglione E) in pa-rallelo all’area Qualitec dove saranno esposti i prodotti/servizi presentati ai concorsi Qualitec Technology (decima edizione) e Qualitec Design, alla quinta edizione, premi riservati alle aziende espositrici.

Entrambi i premi hanno lo scopo di valorizzare quelle aziende che, all’in-

segna della creatività, funzionali-tà e sicurezza, forniscono un

contributo sostanziale allo sviluppo e all’innova-

zione del settore sia con nuovi prodotti o

servizi sia oggetti, componentistica e arredo che me-glio concorrono, nell’eccellenza del design, alla qualità della vita a bordo.

La partner-ship consolidata

ATENA - Ascomac Unimot proporrà (nella giornata di aper-tura) un Workshop di grande interesse tecnico” Utilizzo del LNG in impianti na-vali: prospettive, problematiche, oppor-tunità” durante il quale sarà affrontato un tema di grande interesse e attualità legato all’utilizzo del LNG in campo na-vale, nei diversi aspetti che riguardano la progettazione di nuove unità, la re-alizzazione di motori ed impianti che utilizzano questo tipo di combustibile, la realizzazione di depositi portuali. Sa-

operatori stranieri che parteciperanno a incontri B2B con gli espositori duran-te le giornate di fiera.

Anche i convegni e le iniziative di approfondimento che sono da sempre un elemento caratterizzante di Seatec-Compotec, si ispireranno alle scelte di attenzione verso il nuovo all’insegna del risparmio e della riduzione dei costi e dei consumi.

Così nell’ambito di Abitare il Mare (promosso da CarraraFiere e cura-to da Decio G.R. Carugati), nel po-meriggio del 6 febbraio, si svolgerà il conve- gno “Design: la

barca come progetto di riqualifica-zione della piccola di-

mensione”.

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ranno affrontati temi di carattere tecni-co/progettuale assieme alle opportuni-tà economico/ambientali che possono nascere dallo sviluppo di questa nuova tecnologia. I temi trattati riguarderanno in particolare la progettazione e realiz-zazione di unità navali con impianti di propulsione a gas, i motori marini ibridi, il risparmio energetico e contenimento delle emissioni gas oltre che la sicurez-za e l’impatto ambientale delle unità a navali

Fra le Associazioni di categoria l’Isti-tuto Italiano della Saldatura, partner storico, propone il convegno “Evolu-zione delle tecnologie di saldatura e di giunzione” mentre Asso.N.A.T. organiz-za un’iniziativa legata ai porti turistici, Assonautica con “Dopo la crisi, il doma-ni del comparto mare nella provincia di Massa Carrara”, AIAS con “Sistema di gestione sicurezza delle marine da di-porto”.

La Federazione Italiana Motonau-tica punta al coinvolgimento di nuove utenze con il convegno “Rilancio e va-lorizzazione dell’immagine della moto d’acqua...partendo dalla formazione giovanile” mentre nell’area Unimot de-dicata al mondo della propulsione e dei motori si terranno workshop e dibattiti con gli operatori.

Nell’Area Vela sono in programma l’attesa conferenza curata da Navi-meteo, con le ultime novità in tema di meteorologia marina, e il convegno “Design, Ricerca, Formazione, Innova-zione” realizzato nell’ambito di Mille e Una Vela Cup.

Compotec, la rassegna Internaziona-le dei Compositi e Tecnologie correlate, si svolgerà ancora in contemporanea con Seatec mantenendo il focus non soltanto sulla nautica, ma anche sui numerosi settori verso cui è indirizzata: aeronautico, automobilistico, nautico, edile, medicale, design e sport.

La duttilità del materiale permette infatti di dare forma e realtà a proget-ti complessi e audaci e la ricerca ha permesso, nel corso degli anni, di mu-tuare esperienze da un settore all’altro trasferendo modalità e soluzioni così applicabili in ambiti diversi.

L’edizione 2013 si caratterizzerà per la dislocazione di Compotec nel padi-glione D, insieme all’area riservata ai Materiali & Applicazioni del Seatec cre-ando una sinergia che farà dell’intero padiglione un punto di eccellenza sia per i materiali e le lavorazioni sia per la costruzione tout court.

Per coinvolgere maggiormente gli operatori dei vari settori sono state pro-

grammati i Compotec Days, giornate di approfondimento dedicate ai settori Edilizia, Automotive, Technology, Tech-nology Transfer, Marine, Green Solu-tions.

Le aziende espositrici avranno a di-sposizione gratuitamente uno spazio LIVE DEMO per una dimostrazione teorica o pratica dei prodotti e delle tec-nologie.

Di grande interesse le iniziative già programmate a Compotec: il 7 febbraio si svolgerà “Design e Materiali Compo-siti: lo stato dell’arte” a cura di Decio Carugati e CarraraFiere che affronterà i temi della progettazione e produzione nell’ambito dei compositi con il contri-buto di autorevoli esponenti del design di differenti ambiti operativi, nautica, aeronautica, automotive.

Assomotoracing proporrà un conve-gno e un’area espositiva sui compositi mentre POLITO propone “Progetto di Strutture sottili in materiale composito avanzato: aspetti teorici, sperimenta-li e della produzione”, AICO terrà una serie di appuntamenti sui Compositi per l’edilizia, CETMA “Soluzioni out of autoclave per il settore dei compositi”, Università di Perugia

Cosimo Brudetti

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A nche per l’edizione 2013 la giuria che assegna il Millen-nium Yacht Design Award,

premio che viene assegnato a proget-tisti che hanno firmato imbarcazioni già realizzate o che siano autori di proget-ti, si è riunita per valutare gli elaborati emettendo un verdetto raggiunto dopo un’attentissima valutazione dei progetti in concorso.

Il bando del MIDA 2013 prevedeva la partecipazione in due categorie di-stinte, quella dei professionisti e quella degli esordienti; entrambe le categorie potevano presentare progetti in tre di-verse sezioni: “Nuovi progetti”, “Dream

seatec / porto&diporto

MYDA premia i progettipiù innovativi

Sostenibilità e innovazione per i progetti presentati da studi prestigiosi e giovani designer per aggiudicarsi il

Millennium Yacht Design Award 2013

autori – ha commentato Decio Carugati al termine dei lavori – perché abbiamo tenuto conto oltre che del materiale vi-sivo e delle schede tecniche anche di una valutazione dei lavori alla luce del-le tendenze progettuali, dei contenuti innovativi rispetto al mercato al quale si rivolgono oltre che delle caratteristiche del layout esterno e dell‘innovazione tecnologica e produttiva dell’imbarca-zione presentata in concorso”.

Boat” e “La Barca a misura d’uomo” .Il lavoro di scelta è stato affidato a un

gruppo di “giurati” che vantano specifi-che competenze nel campo della nauti-ca: Valerio Cometti, Roberto Franzoni, Mario Ivan Zignego, Christian Grande e Simon Mastrangelo che hanno indi-viduato come presidente Decio Caru-gati.

“É stato un lavoro impegnativo per-ché la commissione, dopo una prima visione generale, ha esaminato e di-scusso le caratteristiche dei progetti anche nei dettagli formali oltre che nel-le motivazioni progettuali fornite dagli

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A conclusione dei lavori la giuria ha emesso il suo verdetto proclamando vincitore Alessandro Comuzzi nella sezione “Professionisti” per la catego-ria Nuovi progetti l’imbarcazione a vela per crociera e regata in quanto “Propo-sta con interessanti spunti per la ma-nifattura e la soluzione progettuale e apprezzando la scelta del legno come materiale”.

Molto più ricchi ed articolati i risulta-ti della categoria esordienti che nella sezione “A” ha avuto come vincitore Camillo De Gaspari con il progetto Fast Day Commuter, concept di imbarca-zione a motore con carena a triciclo rovescio scelto perché considerato una “stimolante rilettura di imbarcazione ad alte prestazioni che coniuga il compor-tamento sportivo con la vivibilità degli spazi durante la sosta”.

La giuria ha assegnato anche una menzione speciale a Ferrari Yacht De-sign - ABDesign di Andrea Bocchin per il progetto di “Haus Boot”, considerato come “interessante sperimentazione nel settore delle house boat con pre-gevoli spunti nel layout e nella distribu-zione interna, nonché nel trattamento delle superfici e nel decor”.

Nella sezione Dream Boat il primo premio è andato alla coppia di proget-tisti Domenico Musilli - Emanuela Gal-lerani, che hanno firmato il Concept di imbarcazione con ruota a pale perché

“interpretazione audace e formalmente interessante di un elemento propulsivo del passato in contrasto con le linee fi-lanti e futuribili dell’insieme”.

Menzione speciale nella sezione è andata a Diego Amadei per il progetto IED 40’, un Fast cruiser ecocompatibile con armo a profilo alare semirigido rite-nuto dai giurati “Non sogno impossibile ma una futuribile visione con pregevoli spunti progettuali.”

Nella sezione “C”, La barca a misura d’uomo, il primo premio è andato ai fin-landesi Toni Sokura - Aslak Siimes per il progetto Aukea 32 per la “pregevole e personale distribuzione degli spazi, con l’esaltazione del concetto abitativo in rada, rispetto alla dinamicità, al mero spostamento dell’unità navigante. Si esprime apprezzamento per il riuscito equilibrio tra volume di poppa e la prua attraverso l’elemento orizzontale che include il tendalino”.

Fra i progetti in concorso nella se-zione riservata alla “barca a misura d’uomo” sono state attribuite anche due menzione speciali: la prima a Edo-ardo Pitton per il progetto “Sloop 999” per “l’apprezzabile stile e la caratteriz-zazione delle linee esterne arricchiti da alcuni elementi funzionali come il bompresso e la timoneria basculante. Ben risolto – secondo la Giuria - il posi-zionamento della zattera di salvataggio all’estrema poppa”.

La seconda menzione è andata a Studio Landini Micelli per il proget-to HABIT 32 con uno Scow Cat “con-vincente interpretazione di una nuova tipologia di carena: scow. Ricerca apprezzabile mirata allo sfruttamen-to della volumetria interna attraverso soluzioni flessibili all’uso. Economicità e semplicità della costruzione. Ben ri-solto il posizionamento della zattera di salvataggio all’estrema poppa.”

“Come ogni anno ci siamo trovati a valutare tanti progetti che, per nume-ro e qualità testimoniano una grande creatività ma anche la chiara volontà di proporre imbarcazioni oggettivamente cantierabili e con una forte propensio-ne all’innovazione – è la considerazio-ne finale di Roberto Franzoni, architet-to e ben conosciuto per la sua attività di critico e giornalista del settore – ma con questa edizione sono emersi con evidenza alcune tendenze importanti: una forte attenzione verso la vela e un grande impegno nell’individuare solu-zioni che favoriscono la riduzione dei costi di esercizio e l’impatto ambienta-le. Avremo modo di approfondire questi aspetti nel corso di SEATEC quando, nel corso della premiazione (prevista per il 6 febbraio) avremo modo di ascol-tare direttamente dai vincitori le carat-teristiche e le motivazioni progettuali dei lavori che abbiamo scelto”.

Stefania Vergani

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10 - gennaio 2013

seatec / porto&diporto

YARE 2013 esalta la leadershipdella cantieristica italiana

Un nuovo modo di comunicare e promuovere business per l’aftermarket della Yachting Industry

Già alla fine dell’edizione 2012 era nata l’esigenza di configu-rare YARE come uno strumen-

to utile alle imprese per analizzare la do-manda dei mercati esteri, inquadrare le specializzazioni imprenditoriali e porre a confronto le aziende con la domanda dei principali operatori internazionali. Obietti-vo, connotare l’evento come modello in-ternazionale della realtà produttiva e del refit dei grandi yacht forte della leader-ship mondiale del nostro Paese. In tale senso Viareggio e la Toscana in genere, con YARE interpretano le nuove oppor-tunità grazie alla connotazione molto mirata verso il grande yacht che questo territorio mostra ormai a livello genetico. La strategia che questa forma innovativa di evento per il settore si è posto, si può sintetizzare lungo le seguenti linee:

Coinvolgere operativamente i princi-•pali stakeholders nazionali del setto-re.

Interessare anche i più •importanti attori interna-

zionali del m o n -

do del grande yacht, con una presenza convegnistica o di visita all’evento

Interpretare pa-•riteticamente i quat-tro macro settori del comparto dei grandi yacht: cantieristica, sub-fornitura, portuali-tà, servizi operativi allo yacht. Settori che trova-no nel nostro Pae-se l’eccellenza mondiale

Essere •par tec ipa to attivamente dai media di settore ed economici per assicurare la più ampia pro-mozione del settore.

L’organizzazione che fa capo a Penta, polo per l’eccellen-za nautica toscana, ed in particolare a Navigo, centro servizi

viareggino per l’innovazione e lo svi-luppo della nautica toscana, si è posta l’obiettivo di far incontrare i comandanti dei grandi yacht, i broker, i managers e surveyor, i registri di classe, con i cantie-ri e le aziende della filiera e le aziende accessoristiche.

Questi gli appuntamenti di Yare 2013:

YARE Exhibition Pavilion Route al Seatec, che giunto alla sua 11° edizio-ne, per la prima volta ospiterà un’area interamente dedicata al mondo del refit e all’aftermarket dei grandi yachts. Le aziende partecipanti avranno l’occasio-ne di prendere parte agli incontri B2B con la delegazione di Comandanti che

anche quest’anno Yare inviterà numerosi a partecipare all’evento e che organizze-

rà in tavoli dedicati nel corso delle tre giornate. Di grande interesse

per i suoi contenuti, sarà inol-tre il convegno di apertura

promosso da Penta, il polo dell’eccellenza nauti-

ca .To-

s c a n a , mentre sono previ-sti anche piacevoli eventi “social” colla-terali.

YARE Crystal Fac-tory Tour - La tosca-

na è un distretto unico al mondo nella nautica

da diporto, che si con-figura come una fabbrica

trasparente, di cui Viareggio è il suo cuore operativo. Visitare il

distretto, darà l’opportunità di vede-re concretamente il processo di costru-

zione di uno yacht, le novità produttive e di design, le tendenze del mercato. Imprese e labo-

ratori aperti, daranno la possibilità di ricevere visite di una seconda delegazione, dopo quella prevista per il Seatec, di comandanti internazionali, accompagnati in visita o che sce-glieranno specifici incontri B2C in un’apposita area dedicata.

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gennaio 2013 - 11

La concomitanza con l’Italian Superyacht Forum organizzato dal Superyacht Group darà inoltre, alle imprese partecipanti, la possibilità di discu-tere del futuro del settore ed esplorare i modi migliori di fare business. Anche durante queste tre giornate sono previsti piacevoli momenti di svago e di networking informale.

YARE Italian Superyacht Forum è un evento che pone la sua attenzione sugli aspetti salienti e pertinenti che hanno influenzato e continue-ranno ad influenzare la crescita e la stabilità dell’ industria degli yachts di grandi dimensioni in Italia. Panels misti aperti a tutti gli operatori, che includeranno i principali attori del Settore, parteciperanno nel corso di questa edizione a intensi dibattiti, discussioni e avranno occasione di scambiare esperienze e contatti direttamente, senza alcun costo di registrazione. La situazione contingente focalizzerà, in particolare, argomenti quali: la panoramica sul settore, le prospettive del comparto dell’aftermarket e del refit e le ri-cadute economiche sull’industria del turismo co-stiero nazionale, la ricetta per sviluppare ancor più qualitativamente il turismo nautico d’eccel-lenza lungo le nostre coste.

YARE 365 All Year Round - Obiettivo di Yare sarà quello di dare continuità alla propria attività anche al di fuori dei due eventi espositivi pianifi-cati. Sotto il marchio Yare si susseguiranno nel corso dell’anno dibattiti, workshop e convegni di varia natura che coinvolgeranno operatori del settore e non, cui Yare fornirà un percorso coordinato strategico. In realtà l’interscambio di informazioni, di contenuti e di opinioni nel mondo moderno ed internazionale avviene sempre più tramite la rete, i social network (Facebook - Twit-ter - Linkedin) e blog dedicati particolarmente ai comandanti. Yare intende proporre un approccio coordinato, grazie ad un opportuno ed approfon-dito scouting, di tutte le fonti più autorevoli ed utili in materia di normative, informazioni tecniche, aggiornamenti e scambio di opinioni fra stakehol-ders, oggi reperibili soltanto in maniera frammen-tata e non facilmente accessibile. Un progetto ambizioso di carattere estremamente innovativo e di grande utilità per tutti gli operatori.

Lorenzo Pollicardo

Le motivazioni di un evento legato al business del refit e

dell’aftermarket del grande yachtLa rinnovata leadership della nostra cantieristica a livello mondiale, la flotta globale che si attesta su numeri di grande interesse e che conferma una forte presenza lungo le nostre coste, l’eccellenza qualitativa della filiera della subfornitura e dell’accessoristica italiana, costituiscono le principali motivazioni di una sempre maggior attenzione a questo business, capace di creare enormi ricadute economiche ed occupazionali lungo le nostre coste.

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12 - gennaio 2013

Si è tenuto14 gennaio scorso al Muelle Costa nel porto di Barcellona la cerimonia per

la posa della prima pietra del nuovo terminal del Gruppo Grimaldi nel capo-luogo catalano. Grazie a questo inve-stimento, la compagnia di navigazione italiana consolida il suo forte impegno nel rendere Barcellona epicentro delle proprie attività di trasporto marittimo a corto raggio nel Mediterraneo Occiden-tale. Alla cerimonia hanno partecipato varie autorità tra cui Santi Vila, Consi-gliere per il Territorio e la Sostenibilità della Generalitat de Catalunya, Guido Grimaldi, Corporate Truck & Trailer Commercial Director del Gruppo Gri-maldi, nonché Mario Massarotti, ammi-nistratore delegato di Grimaldi Logisti-ca España.

Il Gruppo Grimaldi si è aggiudicato la concessione di 15 anni rinnovabili per altri sette per la gestione del nuovo terminal Muelle Costa nel porto di Bar-cellona. Guido Grimaldi ha affermato che questo investimento “dimostra la volontà di offrire livelli di servizio sem-pre più alti in base alle esigenze dei no-stri clienti. Il nostro obiettivo è quello di migliorare ulteriormente la vasta rete di autostrade del mare, rafforzando il ruo-lo di Barcellona come scalo strategico per i servizi dedicati ai passeggeri e alle merci offerti dal Gruppo Grimaldi.”

La nuova struttura, che si chiame-rà Grimaldi Terminal Barcellona, sarà composta da un edificio di tre piani per un totale di 3.750 metri quadrati, un piazzale pavimentato e una passerella con tre finger per l’accesso dei passeg-geri ai traghetti direttamente dal termi-nal. Il tutto su una superficie totale di 63.000 metri quadrati. Il terminal pas-seggeri potrà ospitare contemporanea-mente 1.800 passeggeri all’imbarco e 1.800 allo sbarco, 1.000 metri quadrati di uffici, circa 350 metri quadrati di spa-

armamento / porto&diporto

Grimaldi, prima pietradel nuovo terminal

nel porto di BarcellonaGrimaldi Terminal Barcelona sarà la nuova sede del

Gruppo partenopeo nel capoluogo catalano Previsti investimenti di circa 20 milioni di euro

zi commerciali, un ristorante e una sala conferenze.

Il nuovo terminal ospiterà i vari colle-gamenti per passeggeri e merci offerti dal Gruppo Grimaldi da e per Barcel-lona nonché di altri operatori marittimi. Attualmente il Gruppo Grimaldi collega ogni giorno Barcellona con Civitavec-chia con l’impiego dei cruise-ferry Crui-se Roma e Cruise Barcelona (nel perio-do estivo il servizio viene esteso anche a Porto Torres). Il Gruppo offre inoltre un collegamento settimanale per pas-seggeri e merci per i porti di Livorno e di Tangeri nonché un collegamento tri-settimanale per sole merci per i porti di Livorno e Savona.

Fabrizio De Cesare

Nella foto, a sinistra Guido Grimaldi, Corporate Truck and Trailer Commercial Director del Gruppo Grimaldi, e a destra Santi Vila, Consigliere

per il Territorio e la Sostenibilità della Generalitat de Catalunya.

Il Gruppo Grimaldi ha sede a Napoli, controlla una flotta di ol-tre 100 navi e ha circa 10 mila di-pendenti. Facente capo alla fami-glia Grimaldi, il Gruppo è uno dei più grandi operatori di navi Ro/Ro nel mondo. Nel 2011 ha traspor-tato oltre 3 milioni di automobili, circa 1,52 milioni di trailer e TEU e oltre 2,8 milioni di passegge-ri. Nel settore passeggeri, oltre a Grimaldi Lines, il Gruppo controlla Finnlines, leader nel Mar Baltico, e la greca Minoan Lines, leader in Adriatico tra Italia e Grecia non-ché tra il Pireo (il porto di Atene) e l’Isola di Creta.

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gennaio 2013 - 13

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14 - gennaio 2013

armamento / porto&diporto

Il Gruppo Coeclerici - uno dei principali operatori nella fornitura di servizi integrati per l’approv-

vigionamento delle materie prime per il mondo dell’industria siderurgica ed energetica - diventa azionista di con-trollo al 51% di Coeclerici Coal Network LLC, attraverso l’acquisizione nel mer-cato statunitense delle attività di Coal Network Inc.

Coal Network Inc., con un fatturato annuo di circa 90 milioni di USD e un organico di 16 persone, è una società del gruppo Coal Equity Inc., ha sede a Mason, Ohio, e opera nel mercato del trading di carbone negli USA nella re-gione dei fiumi Ohio e Mississippi.

Il Gruppo Coeclerici entra quindi in un nuovo importante mercato sia dal lato della domanda sia in quanto i bacini carboniferi americani rappre-sentano una delle fonti più consistenti dell’offerta mondiale, mettendo a frutto e arricchendo la propria consolidata esperienza nella movimentazione via mare di materie prime, e in particolare di carbone, dove opera a livello interna-zionale da oltre un secolo. L’operazio-ne, conclusa attraverso la società ame-ricana del Gruppo, Coeclerici Americas LLC, prevede inoltre la possibilità per

COECLERICI S.p.A.nuova acquisizione in USA

Il Gruppo genovese entra nel mercato americano del trading di carbone nella regione dei fiumi Ohio e

Mississippi acquisendo la Coal Network Inc.Coeclerici di acquisire entro cinque anni un ulteriore 35%, portando la pro-pria partecipazione all’86%.

A seguito dell’operazione, il fondato-re di Coal Network Inc., Ramesh Mal-hotra, resterà Chairman e azionista di minoranza della nuova società, così come l’attuale Presidente Jerry Quitter e Bill Graybeal, Deputy Chairman di Coeclerici Americas LLC.

“E’ con grande soddisfazione che annunciamo questa operazione - ha affermato Paolo Clerici, Presidente del Gruppo Coeclerici - che rappresenta un ulteriore conferma della capaci-tà del nostro Gruppo di muoversi nel contesto competitivo internazionale e di individuare nuovi spazi di crescita. Il rafforzamento della nostra presenza negli Stati Uniti - ha continuato Paolo Clerici – conferma il rapporto solido e di lunga data che vantiamo su quel mer-cato, consolidatosi durante un secolo di importazioni di carbone americano in Italia, quali agenti esclusivi di Con-sol Energy. Attraverso questa acqui-sizione, che rafforza la sede di Miami di Coeclerici Americas LLC, il Gruppo Coeclerici diventa un attore di ancor maggior rilievo in un mercato importan-te come quello americano”.

Questo nuovo rafforzamento nel set-tore del trasporto e commercializzazio-ne del carbone fornirà un’ulteriore spin-ta al programma di ritorno nel settore armatoriale, anche se insieme ad un importante gruppo armatoriale italiano: si prevede di investire nell’acquisto di due nuove navi per il trasporto di carico secco, intorno alle 80mila tonnellate, da ordinare ad un cantiere asiatico con consegna tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015.

Michela Fanis

L’attività del Gruppo Coeclerici, fondato a Genova nel 1895, con un fatturato 2012 di 600 milioni di Euro e 1.000 dipendenti, si svolge attraverso la divisione Mining che si occupa dell’estrazione di carbone energetico da miniere di proprietà, la divisione Trading operante principal-mente nella commercializzazione di materie prime quali carbone, antra-cite, coke, minerale di ferro; la divi-sione Logistica che opera nel settore della logistica integrata, dall’attività di cabotaggio a quella di trasporto e trasbordo, la divisione Armatoriale che opera a servizio della divisione trading attraverso navi in contratto di time-charter.

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gennaio 2013 - 15

Il Gruppo RINA - società privata di classificazione internazionale e membro dell’International Asso-

ciation of Classification Society (IACS) - si è aggiudicato il prestigioso incari-co per l’attività di consulenza volta alla creazione di Tasneef, il primo ente pub-blico di classificazione navale del mon-do arabo che avrà sede ad Abu Dhabi (UAE).

Il Registro navale degli Emirati sarà partecipato da società governative de-gli Emirati e, per intraprendere la pro-pria attività, ha scelto di avvalersi del supporto del RINA che lo seguirà nella fase di sviluppo dei servizi e dei setto-ri di attività in cui andrà a operare. Tra gli obiettivi di Tasneef quello di arriva-re a fornire servizi di classificazione a livello internazionale, grazie al rispetto dei requisiti richiesti dall’industria na-zionale marittima, dalla bandiera UAE e dallo Shipping mondiale. La partner-ship tra il Gruppo RINA e Tasneef avrà una durata minima di tre anni e il valore dell’accordo stipulato in questi giorni è

shipping / porto&diporto

Il Gruppo Rina si affermanel settore dello shipping arabo

Al via la partnership per far nascere “Tasneef”, il primo registro di classificazione navale del mondo arabo.

di circa 3,5 milioni di USD.Andrea Di Bella, General Manager

per il Medio Oriente del Gruppo RINA, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di es-sere stati scelti per affiancare Tasneef lungo il proprio percorso di crescita, in seguito ad una gara che ha visto coin-volte le principali società di certificazio-ne internazionali. Il ruolo del Gruppo RINA sarà quello di supportare tecni-camente la neonata società di classi-ficazione permettendole di sviluppare servizi e competenze adatte alle richie-ste del mercato interno e internaziona-le, mettendo a disposizione la propria esperienza e lavorando fianco a fianco su nuovi progetti oltre che su navi già in attività”.

Rashed Alhebsi, Presidente del Co-mitato Esecutivo di Tasneef, ha dichia-rato: “Abbiamo scelto il Gruppo RINA come partner per questa importante avventura poichè conosciamo bene il valore delle competenze tecniche che è in grado di offrire. Il processo di sviluppo di Tasneef non è la prima

occasione di confronto con il RINA: in passato sono state finalizzate alcune collaborazioni di successo per la defi-nizione del programma di costruzione di alcune unità (classe corvette) per gli Emirati”.

“Confidiamo che l’alleanza con il Gruppo RINA si riveli sempre più stra-tegica e di lungo termine, portando entrambe le società a soddisfare la domanda di servizi di classificazione in settori diversi in questa area geografi-ca, nota per le sue risorse” ha concluso Rashed Alhebsi.

A sostengno della decisione di pun-tare sugli Emirati da parte del Grup-po RINA e di Tasneef il fatto che oltre il 60% dei trasporti via mare mondiali passano per questa regione, sopratut-to in seguito all’inaugurazione nel 2012 del nuovo porto Khalifa di Abu Dhabi. Nel 2013 saranno oltre 44 i progetti di classificazione seguiti dalle due società che andranno dalle nuove costruzioni alle navi già in servizio.

Paola Martino

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16 - gennaio 2013

shipping / porto&diporto

A utostrade del Mare, ma non solo. Il trasporto marittimo va assumendo una rilevanza

sempre maggiore sia in termini di costi che di salvaguardia ambientale. Anche la Commissione Europea sta preparan-do una nuova direttiva per le politiche marittime del Vecchio Continente in un’ottica di “filiera” dove i trasporti ter-restri sono sinergici a quelli via mare o su ferro e dove i porti diventano solo un anello della catena del trasporto. In questi mutati scenari la portualità italia-na viene a svolgere un ruolo determi-nante anche nel disegnare lo sviluppo logistico del Paese. E servono nuove regole. Finalmente è stato approvato al Senato, il 12 settembre scorso, il dise-gno di legge di riforma della legge 84/94 ma con un testo non ampiamente con-diviso. Accanto ad alcune significative innovazioni, permangono forti criticità e carenze di soluzione rispetto a que-stioni nodali emerse nella ormai quasi ventennale esperienza applicativa del-la legge 84. Ne parliamo con Tommaso Affinita, attualmente presidente di Ram - Rete Autostrade Mediterranee che è stato anche Presidente del Porto di Bari e di Assoporti.

Quali sono gli elementi positivi della nuova normativa che saltano agli occhi?

Il primo è lo snellimento delle pro-cedure e delle tempistiche per l’appro-vazione dei Piani regolatori portuali:

sarà finalmente rimosso un fattore di pesante ritardo nella pianificazione, ma la vera rivoluzione è nel ruolo delle Autorità portuali che diventano veri e propri players della logistica integrata, in grado cioè di operare fuori dalla cinta doganale dei porti giocando un ruolo importante di coordinamento dei diver-si attori presenti sul territorio. Un nuovo articolo inserito nel corpo della legge 84 prevede infatti che le Autorità portuali, d’intesa con le Regioni e gli enti loca-li, possano promuovere la costituzione di sistemi logistico - portuali, ai fini del coordinamento delle attività di più porti e retroporti appartenenti ad un mede-simo bacino geografico o al servizio di uno stesso corridoio transeuropeo.

Finalmente si pianifica seguendo logiche di sistema, ma rimane il pro-blema dell’ultimo miglio.

La nuova Legge affronta anche il nodo dell’ultimo miglio cioè della più agevole connettività tra gli scali portuali e le reti stradali e ferroviarie che è ri-masto finora un fattore di congestione e di imbottigliamento dei flussi di traf-fico, condizionando negativamente lo stesso sviluppo delle Autostrade del mare. L’autotrasporto ha infatti bisogno di tempi operativi assolutamente certi e quindi di una piena fluidità nell’ac-cesso e nella uscita dai porti. È stata dunque prevista l’istituzione di un ap-posito Fondo per il finanziamento delle connessioni ferroviarie e stradali con

gli scali portuali, alimentato da un ac-cantonamento nella misura del 5 per cento delle risorse statali che verranno conferite per gli investimenti all’ANAS ed a Rfi spa.

E per quanto riguarda la tanto ri-chiesta autonomia finanziaria delle Autorità portuali?

Mancando la certezza della copertu-ra il disegno di legge evita la questione. Rimane perciò soltanto la timida novità, introdotta dal recente Decreto “Svilup-po” del giugno scorso, che ha previsto un’autonomia finanziaria limitata all’1% del gettito delle entrate erariali prodotte nei porti e comunque entro il tetto an-nuale di 70mln di Euro che - come po-tete immaginare - può servire al massi-mo a finanziare una nuova banchina in qualche nostro scalo.

Come fare, allora, per trovare ri-sorse per i porti?

Si deve auspicare un circuito virtuo-so che consenta alle Autorità portuali un adeguato volume di investimenti infrastrutturali, alimentando la crescita dei traffici, che a loro volta alimentano il gettito erariale e conseguenti maggiori investimenti. Ci vuole un approccio in-novativo che superi vecchie imposta-zioni legate al solo investimento pubbli-co per gli interventi di infrastrutturazio-ne e metta in campo strumenti nuovi, dai project-bond al partenariato pub-blico - privato attraverso il quale il ca-pitale privato – avvalendosi anche del

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gennaio 2013 - 17

Riforma dei porti:sogno o realtà?

Intervista al Presidente Ram, Tommaso Affinita

sostegno di grandi istituzioni finanzia-rie internazionali come la BEI - investa nei porti, trovando le sue convenienze nella gestione a lungo termine delle in-frastrutture realizzate, meglio ancora se si tratta di vere e proprie piattaforme logistiche integrate.

E per quanto riguarda le conces-sioni?

Ci sono novità rispetto al regime ed alla durata delle concessioni nel ten-tativo di coinvolgere i terminalisti nella effettuazione di nuovi investimenti. Non va dimenticato tuttavia che l’interesse degli operatori portuali è prevalente-mente orientato verso investimenti ope-rativi (le grandi gru di banchina, attrez-zature, magazzini) piuttosto che verso impegnativi interventi infrastrutturali (banchine, ante-murali, dragaggio dei fondali), per cui rimarrà sempre impor-tante l’iniziativa delle Autorità portuali che devono essere perciò finanziaria-mente irrobustite.

Vi sono altri punti di debolezza nella Legge?

Vi sono altre criticità, come il manca-to “dimagrimento” dei Comitati portuali, la cui composizione rimane invariata. Li definirei pletorici “parlamentini” por-tuali, vere e proprie camere di compen-sazione e di mediazione tra i diversi interessi corporativi presenti in ambito portuale, sicuramente una zavorra ver-so quella evoluzione della gestione in senso manageriale che era stata da più parti sollecitata. Rimane anche irrisol-

ta la questione di una nuova disciplina dei servizi tecnico-nautici che pesano, a loro volta, sulla economicità e quindi sulla competitività dei nostri scali; su questo punto non si può non condivi-dere le preoccupazioni e le proposte espresse, in un recente documento, dagli armatori che operano nel settore delle “Autostrade del mare”.

Cosa lamentano?Le autostrade del Mare toccano gli

stessi porti per centinaia di volte. La normativa, pur ispirata a motivi di sicu-rezza della navigazione, ha finito con il garantire forme striscianti di mono-polio e di protezionismo all’interno dei porti determinando un aggravio di costi quantificato in circa 100 milioni di Euro all’anno, una “tassa” che – bisogna dir-lo – finisce con il ribaltarsi sulle tariffe e quindi, in definitiva, sugli operatori dell’autotrasporto che usufruiscono delle “Autostrade del mare”. Occorrerà allora affrontare questo nodo - che ri-guarda come sappiamo le operazioni di rizzaggio degli automezzi, il pilotaggio, l’ormeggio - aprendo finalmente a for-me di auto-produzione e comunque di attenuazione delle regole stringenti per cui un comandante, che pure conosce a menadito un porto per il fatto di sca-larlo centinaia di volte all’anno, non può tuttavia essere dotato di un certificato di esonero dall’assistenza del pilota, come accade invece all’estero.

E per quanto riguarda il ruolo dei Presidenti delle Autorità Portuali?

Se da una parte, nel nuovo testo dell’articolo 8 del disegno di legge, si cerca il modo di rafforzare i poteri di iniziativa e coordinamento del Presi-dente, cercando di emanciparlo dai condizionamenti del Comitato portuale, non si registra quel salto di qualità che pure era stato auspicato, cioè la tra-sformazione in senso manageriale del ruolo del Presidente per farne davvero una sorta di Amministratore delegato dell’Azienda-porto, sulla falsariga delle migliori esperienze europee.

A questo scopo andava incisivamen-te rivista la procedura di nomina dei Presidenti, liberandola dagli impacci del campanilismo e delle beghe politi-che del territorio, per cui la scelta del candidato, invece di orientarsi verso il meglio esistente sul mercato della ma-nagerialità, finisce con il rispondere a logiche meramente spartitorie; la solu-zione adottata, a mio avviso, acuisce questo rischio giacché conduce ad una sorta di “regionalizzazione” della figura del Presidente, non più scelto in una terna di designati ma indicato dal Presi-dente della Regione, sia pure a seguito di una preventiva concertazione con gli enti locali. Rimane inoltre quel mecca-nismo dell’intesa, questa volta a parti rovesciate, con il Ministro delle Infra-strutture che, come ben sappiamo, ha fin qui alimentato non pochi contenziosi e conseguenti lunghi commissariamen-ti di varie Autorità portuali.

Patrizia Lupi

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18 - gennaio 2013

Il Gruppo Contship Italia ha chiuso il 2012 con risultati ope-rativi soddisfacenti rispetto al contesto macroeconomico, grazie ad un’accelerazione che ha caratterizzato il secondo

semestre dell’anno; migliorano i porti specializzati nel trashipment a Gioia Tauro e Cagliari mentre calano i volumi nei gateway di La Spezia, Ravenna, e Salerno.

Nel business del trasporto intermodale, Oceangate Italia, la so-cietà di trazione ferroviaria per il trasporto dei container (presenta-ta lo scorso 28 Marzo) ha operato un totale di 817.000 treni – km. Si consolidano inoltre i volumi trasportati dalla Sogemar e dalla Hannibal, gli operatori multimodali del Gruppo.

I risultati del 2012 sottolineano le performance di Medenter Con-tainer Terminal (MCT) a Gioia Tauro, che chiude l’esercizio con un incremento del 18% ottenuto nella seconda parte dell’anno. In aumento anche i volumi movimentati da Cagliari International Container Terminal (CICT) che crescono del 4%. CICT non solo conferma il proprio ruolo strategico di hub per il network dei servizi dei propri clienti ma incrementa i traffici in import ed export sardi.

In linea con il contesto macroeconomico i risultati dei porti Ga-teway di destinazione finale. La Spezia Container Terminal (LSCT) e Terminal Container Ravenna (TCR) in particolare registrano una flessione del 9% e del 4% rispettivamente a causa di una generale diminuzione dei volumi in importazione.

Al 31 dicembre 2012 i volumi trasportati dal network intermo-dale nazionale ed internazionale della Sogemar e della Hannibal rimangono sostanzialmente stabili rispetto al 2011 con oltre 3900 treni blocco operati. Oceanogate Italia la nuova società di trazione ferroviaria per il trasporto dei container (presentata lo socrso 28 Marzo) chiude il suo primo anno di attività con oltre 817.000 treni – km.

“Il 2013 sarà un anno ancora più complesso di quanto visto negli anni precedenti quando gli effetti della crisi hanno iniziato a mani-festarsi – ha dichiarato Cecilia Eckermann Battistello presidente del Gruppo Contship Italia – in Italia il Gruppo prosegue il pro-prio piano di sviluppo in tutti i terminal marittimi e nel settore del trasporto intermodale e auspichiamo una maggiore attenzione da parte delle istituzioni verso un settore che genera lavoro e sviluppo da molti anni. Un settore che sostiene la competitività del tessuto economico nazionale con ingenti investimenti”.

Dopo cinque anni di assenza tornano sulle banchine del La Spe-zia Container Terminal le navi operate direttamente dalla “K” LINE nell’ambito del servizio MD1 dall’Estremo Oriente verso il Medi-terraneo. Nel corso di questi anni, “K” LINE ha comunque mante-nuto i propri traffici nel terminal ligure attraverso diversi accordi di partnership.

Per sottolineare l’importanza del primo arrivo della portacon-tainer M/V Helsinki Bridge, Carlo Besozzi, Presidente e Ammini-stratore Delegato di “K” LINE ITALIA, ed alcuni dei suoi principali clienti italiani hanno visitato il La Spezia Container Terminal. In occasione della consegna ufficiale della targa ricordo al capitano della portacontainer da 8.500 TEUS, Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale di La Spezia e Michele Giromini, General Manager di LSCT hanno presentato il piano di sviluppo del porto container spezzino a seguito del rinnovato accordo di concessione siglato il 29 ottobre 2012.

Risale, infatti, al 1° agosto 2007 la data in cui l’ultima nave, la M/V Akashi Bridge (220 mt. di lunghezza e 32 mt. di larghezza) del-

Cecilia Battistello

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gennaio 2013 - 19

shipping / porto&diporto

Soddisfacenti risultatiper Contship Italia

Risultati operativi 2012 del Gruppo Contship ItaliaLe navi “K” LINE tornano al terminal Contship di La Spezia

la “K” LINE aveva attraccato a La Spezia. Attualmente la portacon-tainer Helsinki Bridge (335 mt. di lunghezza e 46 mt. di larghezza) riflette il cambiamento che ha visto il Mar Mediterraneo “ospitare” navi di sempre maggior tonnellaggio. L’attracco di quest’ultima ed il ritorno delle navi “K” LINE nel terminal spezzino LSCT conferma la capacità delle sue infrastrutture in grado di ospitare le navi di ultimissima generazione. I dati indicati qui di seguito evidenziano la tendenza alla crescita dimensionale (lunghezza) registrata a La Spezia in questi ultimi anni:

Lunghezza Nave (m) Inferiore a 200 200-250 250-300 300-350 Superiore a 3502008 12% 32% 40% 16% 0% 2010 13% 19% 54% 14% 0% 2012 13% 8% 47% 20% 12%

“Due anni fa abbiamo iniziato un programma di ammoderna-mento delle gru di banchina - ha commentato Michele Giromini - e oggi siamo l’unico terminal contenitori nel Nord del Mar Tirreno in grado di lavorare contemporaneamente su due navi da 14.000 TEUs e da oltre 9.500 TEUs grazie alla presenza di 5 gru per 20 file localizzate sulla parte Est del Molo Fornelli e 4 gru per 18 file più 1 per 6 file sulla parte Ovest del Fornelli, dove continuerà il pia-no di ammodernamento delle gru nel corso del 2013 con l’obiettivo di poter soddisfare sempre di più le necessità dei nostri clienti. La dimensione delle navi “K” LINE è cresciuta in breve tempo e que-sta nuova opportunità ci permette di sottolineare a questo impor-tante cliente che il nostro terminal è già oggi in grado di ospitare il futuro. Se “K” LINE dovesse impiegare navi di ulteriore maggiore stazza allora La Spezia potrà divenire una scelta naturale”.

“Nell’ultimo anno, considerando le navi operate all’interno dell’al-leanza CKYH, abbiamo incrementato i nostri volumi a La Spezia di oltre il 30%. - ha commentato Carlo Besozzi, Presidente e Ammi-nistratore Delegato di “K” LINE ITALIA - L’elevata qualità ed affi-dabilità dei servizi offerti fanno di La Spezia la scelta obbligata per soddisfare i nostri clienti che ci conoscono e ci apprezzano per la cura dei servizi che dedichiamo loro in Italia. I nostri clienti posso-no, infatti, beneficiare delle numerose connessioni ferroviarie che rendono il terminal di La Spezia il porto a minor impatto ambientale tra i principali gateway nel Sud Europa”

“Già nell’ultima parte del 2012 avevamo avvertito i segnali di una ripresa di vivacità e di interesse per il nostro porto e per il terminal LSCT, in particolare. Nel dicembre scorso, infatti, la movimenta-zione ha segnato una inversione di tendenza con una crescita del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2011 – ha dichiarato infine il presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri - Confidiamo che il 2013 segni l’avvio di una progressiva ripresa economica così come testimoniato da questo nuovo importante servizio K LINE”.

Il servizio MD1 scalerà i seguenti porti: Quingdao, Shanghai, Ningbo, Yantian, Hong Kong, Shekou, Singapore, Suez, Piraeus, La Spezia, Genoa, Barcellona, Valencia, Piraeus, Suez, Singapo-re, Hong Kong.

Sandro Minardo

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20 - gennaio 2013

infrastrutture / porto&diporto

I porti dell’Alto Adriatico, fino ad oggi penalizzati rispetto ai “cugini” dell’area tirrenica, vanno assumendo un ruolo sempre più determinante negli equilibri mediterranei. Venezia ne è un esempio, con alcuni numeri che fanno riflette-

re. Non solo nel settore crociere e passeggeri dove si conferma al secondo posto in Italia. Nel 2012 sono stati quasi 430 mila i container movimentati posizionando la città lagunare al secondo posto tra i porti NAPA, dopo Capodistria. Un risultato positivo soprattutto se letto all’interno di uno scenario critico per i traffici a livello mondiale. L’alleanza adriatica di Venezia, Trieste, Ravenna, Capodistria e Fiume sembra funzionare e i teus raggiunti complessivamente sfiorano 1.8 milioni men-tre le merci arrivano a ben 118.7 milioni di tonnellate. Una ottima performance che ha quadruplicato la movimentazione rispetto al 2004 e che sottolinea ancora una volta come il “fare sistema” sia la strategia vincente per mantenere e attirare nuovi traffici.

Quello che favorisce una regione fortemente export-oriented come quella nor-destina, spiega Silvia Oliva, economista e segretario alla ricerca della Fondazio-ne Nord Est, è la presenza e la qualità delle infrastrutture, fattore di competitività in gradodi agire come volano per la crescita dellaricchezza e del benessere del territorio,permettendo alle imprese di intraprenderele proprie strategie di sviluppo fuoridai confini nazionali, pur mantenendo saldamente la loro presenza locale con inevitabili benefici anche per l’occupazione. Inoltre la possibilità di avere nel Nord Est un sistema (già) ricco e (non) integrato di infrastrutture – aeroporti, interporti, porti, ferrovie – permetterebbe di sfruttare appieno le potenzialità della colloca-zione geografica di questo territorio posto come cerniera naturale tra l’Europa e un Est che sta mostrando grandi capacità di crescita e che rappresenta un bacino dimercato e di internazionalizzazione straordinario e imperdibile. Infatti, a fronte di una Europa Occidentale che procede con ritmi di crescita molto differenziati (Germania +1,5%, Francia +1%, Regno Unito +2%, Svezia +2,3%, Spagna 0,1%, Italia -0,3%), nei mercati dell’Europa Orientale la crescita per il 2013 si prospetta pari al 3,2%, in Turchia al 3%, in Romania e nei mercati Extra Europei al 4%, in Corea all’8,8%, in Cina al 7,3%, in India al 6,2%, nei paesi Asean -5%. L’essere snodo dei movimenti di merci e saper gestire flussi di beni, servizi, persone tra Est e Ovest e tra Nord e Sud, non solo favorisce il commercio delle imprese locali, ma permette anche di mantenere sul territorio la ricchezza proveniente dall’insieme di catene internazionali del valore che nel Nord Est si incrociano e si ramificano verso i diversi contesti internazionali.

Ne parliamo con Claudia Marcolin, Segretario Generale dell’Autorità Portuale.Come si è chiuso il 2012 per il porto? Se guardiamo ai numeri complessivi si registra un leggero calo (-3.6%) nel

tonnellaggio complessivo – in linea con i principali scali mondiali - e un sostan-ziale mantenimento dei traffici di rinfuse liquide e solide con picchi positivi nella movimentazione di petrolio grezzo (+4.6%), carbone (+50%) e minerali (+3.1%). La gestione dei prodotti siderurgici e dei project cargo (carichi eccezionali) di cui il porto di Venezia – grazie alla particolare configurazione delle banchine e alle pro-fessionalità esistenti - detiene l’esclusività del trasporto nell’alto Adriatico fanno segnare un +1.5%. Nel settore passeggeri la crisi greca ha causato un forte calo per quella destinazione mentre si mantengono più stabili le Crociere.

Quali sono le prospettive per il 2013? I segnali sono positivi. Da ottobre dello scorso hanno abbiamo registrato una

crescita del +10,4% del tonnellaggio complessivo delle merci, +18.6% per le rin-fuse liquide e +26.6% le rinfuse solide, bene le rinfuse siderurgiche (+32,7%),

Porto di Venezia, volanoper l’economia del Veneto

Ne parliamo con Claudia Marcolin, Segretario Generale dell’Autorità Portuale e socia Wista

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gennaio 2013 - 21

+88% il petrolio grezzo, +55% il carbone, +130% i cereali. Se-gnali positivi anche in attesa della cer-tificazione dei nuovi pescaggi prevista per inizio marzo e alcune disposizioni in merito alla navigazione notturna.

Quali prospettive per il terminal Offshore? Cosa ne pensano gli operatori?

Il Presidente Paolo Costa ha incon-trato a Ginevra a fine anno, Gianluigi Aponte, presidente del gruppo MSC, per condividere con lui le strategie di sviluppo e presentargli il progetto del terminal offshore. Un incontro pro-ficuo al quale ha partecipato anche Payam Foroudi, Amministratore dele-gato di Halcrow, la società inglese di ingegneria che ha curato lo sviluppo tecnico dello scalo. Il progetto del ter-minal d’altura è avanzato tecnologica-

mente ed è un progetto competitivo – in termini di resa – rispetto ai principali porti mondiali e in grado di rispondere – grazie a 20 metri di fondale e banchine da almeno 1 chilometro – al trend dello shipping mondiale. Ma la novità è rap-presentata dall’integrazione fra offshore, sistema di chiatte e terminali a terra, che consentirà di sfruttare le vie fluviali, come già avviene in altri casi, come ad esempio ad Anversa.

Quali sono le ricadute occupazionali delle attività portuali?Secondo una recente ricerca condotta dall’Autorità Portuale insieme al Comu-

ne sono 1.178 le imprese e 16.886 gli occupati per attività connesse al porto. La rilevazione dei dati, che si basa su due criteri: uno geografico ed uno funzionale, misura la dimensione del porto all’interno del sistema economico locale, attra-verso la definizione del parametro occupazionale. Sono state individuate tutte le imprese che si situano in ambito portuale – Marghera e Marittima – e sono state classificate in base alle attività svolte e al loro rapporto con la funzione portuale. Dai dati risulta evidente l’evoluzione occupazionale che ha interessato l’area di Porto Marghera dove si assiste ad una progressiva diminuzione delle lavorazioni industriali, compensata in parte da un aumento dei traffici commerciale.

A porto Marghera infatti ci sono 4.298 occupati in attività portuali, 1.654 in atti-vità industriali che fanno uso delle banchine, 1.736 occupati in attività industriali senza uso di banchine e 1.348 occupati in attività non esclusivamente collegate alla portualità. A questi si aggiungono 1.468 occupati in attività portuali che la-vorano in sedi al di fuori dell’ambito portuale (Comune e Provincia di Venezia, Regione Veneto ed Italia).

In Marittima si contano 1.618 occupati in attività portuali, frutto della specializ-zazione funzionale dei traffici che ha eliminato da quest’area tutte le attività indu-striali. Stiamo conducendo uno studio per la valutazione dell’impatto economico delle attività portuali nell’economia veneziana. Con l’aiuto di Veneto Lavoro infine contiamo di realizzare anche il censimento dell’indotto connesso alle attività por-tuali.

Patrizia Lupi

Claudia Marcolin, 36 anni, padovana, laureata in Giurisprudenza all’Uni-versità di Padova ha conseguito un Master in Diritto ed Economia dell’Inte-grazione europea. Parla correntemente inglese e spagnolo, per il passato ha lavorato presso il Gruppo Autostrade Brescia-Padova Spa per cui cura-va le attività tecnico-legali per la realizzazione di nuove autostrade secondo le procedure di finanza di progetto. Tra il 2005 e il 2008 ha ricoperto il ruolo di policy advisor presso la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo dedicandosi a numerosi dossier tra cui: sicurezza marittima e delle infrastrutture stradali, direttiva “Eurovignette”, regolamento finanziario delle reti TEN-T, affrontando tutte le fasi legislative previste a livello comunitario. Dal settembre 2008 dirige lo Staff del Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia occupandosi del coordinamento delle direzioni dell’ente nelle atti-vità strategiche. E’ membro di WISTA Italia (Women’s Iternational Shipping & Trading Association), l’associazione delle donne attive nel settore marit-timo.

Claudia Marcolin

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22 - gennaio 2013

infrastrutture / porto&diporto

Furono gettate la scorsa estate le fondamenta del “ponte”ideale fra Taranto e l’Oriente quan-

to il porto ionico si presentò alla fiera “Transport Logistic China 2012” dove incontrò la Port Authority di Shanghai ed operatori di rilevanza internazionale nel settore dello shipping come Chi-na Shipping (CSCL). Una occasione ghiotta per presentare le potenzialità dello scalo ad operatori cinesi ed in-ternazionali, resa ancora più appetibile dal precedente accordo di cooperazio-ne avviato da Taranto con il porto di Rotterdam.

Proprio per favorire le relazioni tra Taranto e l’area di Shanghai furono sta-biliti accordi con SMTPA – Shanghai Municipal Transport and Port Authority, l’ente pubblico di governo del porto e il SIPG – Shanghai International Port Group, l’operatore privato, di rilevanza internazionale, che gestisce terminal in tutto il mondo ed investe nei settori in via di espansione.

In quella occasione fu firmato un Pro-tocollo di Intesa con il SISI – Shanghai International Shipping Institute. L’obiet-tivo dell’accordo era quello di svilup-pare progetti comuni nel campo ac-cademico, industriale e commerciale. In particolare, il protocollo prevedeva il miglioramento delle relazioni con i rispettivi Governi e con gli operatori

Taranto costruisceun “ponte” fra Asia ed Europa

commerciali e le industrie per accre-scere il ruolo del SISI e dell’Autorità Portuale di Taranto nello shipping in-ternazionale. Prevista anche la realiz-zazione di ricerche e momenti formativi a favore del management, nonché l’or-ganizzazione di eventi quali occasione di confronto tra docenti universitari di assoluto livello ed esperti delle istitu-zioni, del commercio e dell’industria. Il Protocollo d’Intesa mirava, infine, alla realizzazione, sia in Cina che in Italia, di un network nel settore del trasporto marittimo e in quello dei porti che pro-muova lo scambio di informazioni e la condivisione di risorse.

Il SISI è il più importante istituto di ricerca ed indirizzo specializzato nel trasporto marittimo e nella portualità, una diretta emanazione della Shanghai Maritime University (Università Marit-tima di Shanghai) che contempla tra gli affiliati enti pubblici e privati come China Shipping, COSCO, Shanghai International Port Group (SIPG), China Port Association, Shanghai Municipal Transport and Port Authority, eccete-ra. La caratteristica peculiare di questa istituzione pubblica cinese è il rappor-to osmotico con gli operatori e con le istituzioni portuali e logistiche: di fatto presentarsi al SISI significa promuo-versi presso tutto il mondo imprendito-riale e istituzionale marittimo e portuale

di Shanghai, la città più popolosa del mondo. Importantissimo quindi il fatto che il SISI abbia inserito lo scalo jo-nico e l’AP nel proprio network al fine di costruire un solido asse Cina-Italia che potesse costituire il ponte per tutti i traffici commerciali sulla rotta Asia-Europa.

Il SISI, interessato all’attività di do-cenza universitaria del Presidente dell’Authority pugliese, Sergio Prete, avvocato specializzato in diritto della navigazione, in virtù di un gemellaggio fra le Università, gli propose di parte-cipare direttamente all’attività di ricerca scientifica dell’Istituto. La proposta non è rimasta sulla carta e Sergio Prete, in occasione di una sua recente visita su invito del SISI in Cina, ha tenuto una serie di workshop, lezioni e conferenze durante i quali ha presentato al SISI, nonché ai rappresentanti imprenditoria-li ed istituzionali di Shanghai, il Porto di Taranto e il suo Piano Operativo trien-nale 2012-2014, evidenziando come il suo utilizzo, rispetto ai porti di Anversa e Amburgo, già oggi possa consentire agli operatori cinesi un notevole rispar-mio di tempo e di denaro per far arriva-re le loro merci a Monaco in Germania. E’ stato, inoltre, presentato al SISI un suo approfondito studio comparativo sulle normative che regolano, in modo eterogeneo, la proprietà e l’impiego

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delle aree portuali nel mondo, con par-ticolare riferimento al confronto tra la normativa italiana e quella cinese.

Infine, il Logistics and Maritime Tran-sport Working Group, della Camera di Commercio Europea di Shanghai, unitamente alla Camera di Commercio Italiana in Cina, ha organizzato un me-eting riservato agli operatori del settore all’interno del quale è stato presentato il Porto di Taranto e le sue potenzialità quale hub europeo per lo shipping e la logistica.

Al termine della sua visita in Cina Ser-

gio Prete è stato nominato membro del “Comitato degli Esperti” del Shanghai International Shipping Institute, primo europeo a ricevere questo importante riconoscimento. Gli esperti del SISI, nell’ambito dell’International Coope-ration Department, hanno individuato l’Autorità Portuale di Taranto, quale partner occidentale, dell’area mediter-ranea con il quale instaurare rapporti di collaborazione finalizzati anche ad in-dividuare le opportunità di investimento di capitali cinesi in Europa nel settore dello shipping. Tali relazioni potranno generare opportunità di investimenti e incrementare i traffici marittimi tra i porti cinesi e lo scalo ionico.

Nel prossimo mese di marzo alcuni membri del SISI faranno parte della de-legazione cinese che sarà in visita in Puglia, ed in particolare presso il porto di Taranto, nell’ambito del programma di promozione dell’internazionalizza-zione dei sistemi produttivi locali, setto-re logistica, organizzato dalla Regione Puglia. L’invito alla missione di inco-ming in Puglia sarà esteso anche ad alcuni componenti del SIPG (Shanghai International Port Group) nonché alle Autorità Portuali di Shanghai e Shen-zhen.

Sabrina Bertini

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Sergio Prete

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24 - gennaio 2013

Un record senza precedenti per il Porto di Trieste: 411.247 i Teu movimentati nel 2012 con

un +4,6% sul 2011 e un aumento che supera il raddoppio rispetto ai 201.290 Teu del 2005. Con questa comunica-zione del presidente Marina Monassi è iniziato il recente Comitato Portuale tenuto agli inizi di Gennaio, particolar-mente importante in cui i traffici nava-li, le movimentazioni delle merci e dei passeggeri in continua crescita e con un esponenziale sviluppo previsionale, sono stati alla base dell’adozione della deliberazione sul Terminale di rigassifi-cazione di GNL localizzato nel Porto di Trieste, località Zaule della società Gas Natural Rigassificazione Italia Spa.

Il Comitato Portuale ha approvato con 14 sì (tra i quali quelli di Provincia, Comuni di Trieste e Muggia, Camera di Commercio, Spedizionieri, Autotra-sportatori, Terminalisti, rappresentanti dei lavoratori delle Imprese portuali e il rappresentante del ministero delle In-frastrutture e dei Trasporti-Opere marit-time per il Fvg), due astenuti e un voto contratrio la delibera che adotta le os-servazioni contenute nello studio “Porto

infrastrutture / porto&diporto

Il rigassificatore di Zaule non compatibile con le previsioni di sviluppo del porto di Trieste

di Trieste – Compatibilità della doman-da di trasporto al 2020” di dicembre 2012; in particolare ritiene il progetto del terminale di rigassificazione pre-sentato dalla società Gas Natural nel comprensorio di Zaule non compatibile con le previsioni di sviluppo del Porto di Trieste, così come delineate nel Piano Regolatore Portuale già adottato dal Comitato Portuale nel mese di maggio 2009.

Si è deliberato quindi di dare manda-to al presidente dell’Autorità Portuale o a un suo delegato di esprimere parere non favorevole al progetto del terminale di rigassificazione presentato dalla so-cietà Gas Natural in sede di conferenza dei servizi presso il ministero dello Svi-luppo economico e in tutte le ulteriori sedi competenti e di avviare le azioni di tutela delle aree demaniali marittime e patrimoniali dell’Autorità Portuale con-tro il procedimento di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle stesse. Si è stabilito infine di rendere presupposto della delibera la lettera del “Ministero delle Infrastrutture e Tra-sporti - Ufficio tecnico per la regione Friuli Venezia Giulia e Opere marittime

per il Fvg” a firma del dirigente, ing. Giorgio Lillini.

La lettera dell’ing. Giorgio Lillini rile-va, tra le altre considerazioni di merito espresse, come “La fattibilità tecnica del rigassificatore è inscindibilmente connessa a quella del metanodotto da Trieste, Grado e Villesse”. Interventi considerati “inseparabili da un punto di vista tecnico e amministrativo”. Per quanto concerne il procedimento rela-tivo al metanodotto, l’ing. Lillini ha rile-vato come “il tracciato del metanodotto attraversa un canale marittimo e tutti gli specchi acquei dal canale navigabile alle dighe foranee, con una sicura in-terferenza con la navigazione portuale e con la sicurezza delle aree a terra limitrofe”.

In conseguenza di queste decisioni sono state inviate al ministero dell’Am-biente le integrazioni richieste per la riapertura della procedura di VIA e il 21 gennaio prossimo il ministro Corrado Clini incontrerà in Prefettura le ammi-nistrazioni locali per verificare quanto da loro predisposto nell’ambito della riapertura del procedimento.

FDC

Lo shipping triestino puntaallo sviluppo dei traffici

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gennaio 2013 - 25

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infrastrutture / porto&diporto

A Gioia Tauro, si chiude l’anno con un importante traguardo che va oltre le aspettative. I

dati sono chiari e registrano una cresci-ta pari al 18,5%, con una movimenta-zione che supera i 2 milioni e 700 mila teus. Si tratta di un dato rilevante che conferma Gioia Tauro il primo porto italiano nel settore dei container e atte-sta, soprattutto, che lo scalo calabrese ha avuto la maggiore crescita tra tutti i grandi scali italiani di settore. Proiet-tandosi, così, in una posizione centrale nel circuito del Mediterraneo. Contra-riamente, quindi, ai dati mondiali diffusi da “Container Trades Statistics” (CTS), sull’andamento globale del traffi-co containerizzato via mare, che ha regi-

Containers e gateway ferroviarioil successo di Gioia Tauro

strato un generale calo, a Gioia Tauro si chiude l’anno in positivo. Il traffico con-tainer ha, infatti, chiuso il 2012 con circa 2.720.000 teus, rispetto all’anno prece-dente concluso con una movimentazio-ne pari a 2.300.000. E una differenza in positivo di circa 420 mila teus. Stesso andamento al rialzo è stato registrato nel settore delle auto che ha chiuso l’anno con 145.121 vetture movimen-tate, rispetto al 2011 fermo a 108.367 autovetture, e con un conseguente aumento percentuale del 33,92% che, in termini assoluti, ammonta a 36.754 movimenti in più. L’immagine dei traffi-ci internazionali, invece, a livello com-

plessivo, è offerta dallo studio del Cts che analizza il calo del traffico merci a livello mondiale, relativo al secondo semestre del 2012. In base al report, “il mese di ottobre si è rivelato essere un mese negativo (il quinto consecutivo) per le compagnie di navigazione che operano servizi di linea. Il commercio italiano via mare di merci containeriz-zate, avendo totalizzato un volume complessivo pari a 10.466.000 teus, ha infatti registrato un deterioramento del 1,5% rispetto allo scorso settembre e una contrazione pari al 6,5% rispetto al picco di 11.193.600 teus dello scor-so maggio, nonché una diminuzione

26 - gennaio 2013

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gennaio 2013 - 27

del 5,5% rispetto al volume dell’otto-bre 2011”. Si tratta di uno scenario di crisi che però a Gioia Tauro non trova riscontro, vista la sua decisa ripresa. Nel primo porto italiano di tranship-ment, infatti, l’asticella dell’andamento del traffico merci ha ripreso a proiettarsi verso l’alto. E si tratta di una tendenza consolidata ormai da diversi mesi. Un ottimo risultato che pone fine al periodo buio che ha segnato, negli ultimi anni, la vita della scalo calabrese. A contri-buire a risalire la china sono stati gli ottimi dati registrati sia nel settore con-tainer che in quello delle auto. Si tratta di dati importanti che fanno recuperare al porto di Gioia Tauro la centralità nel trasporto delle merci nel Mediterraneo. Alla base della ripresa vi è senz’altro l’entrata della Msc di Aponte (tramite la sua associata Til) che ha messo radi-ci a Gioia Tauro, dopo aver acquisito il 33% delle azioni della Medcenter Con-tainer Terminal (Mct). Da quel giorno, la presenza, in banchina, della Mediterra-nean Shipping Company s’è fatta no-

tare, con un aumento costante e mensile delle

sue navi.

Non è un caso, quindi, se l’accordo, a ben presagire, fu salutato con interes-se dal presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi. “Da oggi - disse in quell’occasione Grimaldi - si potrà guardare con spirito positivo agli sviluppi dei traffici e, quindi, alla crescita del nostro scalo portuale che, infrastrutturalmente, ha tutte le carte in regola per ritornare a guidare la le-adership del circuito internazionale del transhipment nel Mediterraneo”. A dare man forte al clima positivo sono stati gli addetti allo scalo, grazie alla loro rico-nosciuta professionalità, che hanno re-cuperato con caparbietà la necessaria produttività. A testimoniare l’alto livello di infrastrutturazione del porto di Gio-ia Tauro, a luglio scorso, la presenza in banchina, contemporaneamente, di tre mega portacontainer del grup-po armatoriale Mediterranean Ship-ping Company (MSC) che sono state caricate e scaricate, anche in questo caso contemporaneamente, dalle gru del terminal. Si tratta delle Ultra Large Container Carrier (ULCC) “MSC Kali-na”, che è lunga 366 metri e ha una ca-pacità di carico pari a 13.798 container teu, “MSC Katrina”, lunga 365,8 metri e

della capacità di 12.967 teu e “MSC Teresa”, che può caricare

14.0364 teu ed è lunga 365,5 metri. Ma

non finisce qui. Ol-

tre

ad intensificare i traffici via mare, e quindi il settore del transhipment, l’Au-torità portuale ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. La sua nuova scommessa è passata attraverso la pubblicazione del bando di gara internazionale per la realizzazione del gateway ferroviario. Gioia Tauro punta ad essere così un corridoio intermodale comunitario che andrebbe ad inserirsi nell’asse trans-europeo Helsinki - La Valletta. L’obiet-tivo è quello di intercettare i traffici tra l’Estremo Oriente e l’Europa. “Grazie allo sviluppo dell’intermodalità, - ha spiegato con soddisfazione il presiden-te dell’Autorità portuale ing. Giovanni Grimaldi - che è il naturale completa-mento del servizio di transhipment del nostro scalo, e vista la sua centralità nel Mediterraneo, Gioia Tauro potreb-be, così, essere uno strategico corrido-io intermodale europeo ed, altresì, un nodo di rilevanza nazionale, in quanto assume il ruolo di crocevia di diverse modalità di trasporto”.

La realizzazione dell’infrastruttura parte, al momento, da un finanziamen-to di 20 milioni di euro che giungono dall’Unione Europea. Gli altri 20 do-vranno essere garantiti dal promotore privato. Del resto, le specifiche pecu-liarità del gateway ferroviario risultano essere in linea con i maggiori terminal europei. Il suo buon biglietto da visita è dato dalla centralizzazione delle ope-razioni ferroviarie che saranno affidate ad un unico gestore, appunto quello privato che vincerà la gara internazio-nale, e che poi potrebbe anche gestire il tratto di raccordo con la rete ferrovia-ria nazionale. Alla base della sua fun-zionalità vi è l’assenza di rotture di cari-co aggiuntive e le distanze del terminal adeguate agli standard.

Italo Merciati

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28 - gennaio 2013

infrastrutture / porto&diporto

Nato nel 1963 con l’obiettivo di realizzare il “porto secco” di Genova per velocizzare le

procedure di smistamento delle merci e aumentare la produttività del porto del capoluogo ligure, l’Interporto di Rivalta Scrivia è oggi una realtà consolidata, una struttura operante non solo come retroporto di Genova ma anche come snodo a vocazione internazionale. La costante evoluzione della struttura e dei servizi offerti lo pongono costante-mente all’attenzione degli operatori del settore da tutta Europa. In particolare, sullo sviluppo dei servizi offerti al set-tore alimentare Porto&diporto ha in-tervistato l’AD della struttura, Roberto Arghenini.

“Strategicamente abbiamo crea-to per il settore dell’alimentare e dei prodotti a temperatura controllata una specifica business unity: oltre al setto-re delle commodities, dove eravamo già presenti, al settore dell’alimentare a secco, a temperatura ambiente, e al settore di largo consumo, abbia-mo creato anche quest’ultimo settore, che è quello in cui abbiamo investito maggiormente in questi anni perché

riteniamo ci sia ancora spazio per una sua riorganizzazione e perché c’è della domanda importante. Riteniamo che nel settore delle merci a temperatu-ra controllata si avrà una crescita nei prossimi anni; infatti i prodotti freschi, come anche i prodotti surgelati e la loro conservazione nel rispetto delle proce-dure e normative sempre più vincolanti per la gestione dei prodotti alimentari, avranno una sempre maggiore diffusio-ne sui mercati di consumo”.

Quale è stata la risposta della do-manda?

Devo dire che siamo stati anche pre-miati, sia dai clienti dalla grande distri-buzione sia dai clienti dell’industria per-ché effettivamente il tema della materia prima alimentare e del prodotto fresco è abbastanza acerbo, c’è ancora spa-zio a far crescere l’offerta.

Il vostro mercato da quali flussi è caratterizzato?

Siamo storicamente presenti su tutti i prodotti e merci dell’interscambio in-ternazionale quindi sulle materie prime in importazione e sul prodotto finito in esportazione perché evidentemente il mantenimento del prodotto fresco in

import è vincolato a tematiche di ser-vizio rivolto alla materia prima e vuole una gestione di quest’ultima a supporto delle attività di produzione e distribu-zione.

La produzione avviene durante pic-chi dell’anno a seconda della matura-zione dei diversi prodotti, ma poi la di-stribuzione avviene durante tutto l’anno e quindi c’è la necessità di mantenere inalterate le caratteristiche qualitative per tutta la durata di un ciclo produtti-vo.

Possiamo dimensionare l’attività?Noi oggi siamo sulla materia prima

alimentare con una quota di trecento-mila tonnellate l’anno e di queste qua-si un terzo si muovono a temperatura controllata, ovvero hanno l’esigenza di dover essere gestite e mantenute a un livello qualitativo elevato fino al loro in-gresso in una catena produttiva.

E su che area operate?Oggi la materia prima elementare

impegna quasi 80mila mq di magazzi-no e la parte a temperatura controllata impegna circa 60mila metri cubi che si sviluppano su circa 8mila mq di magaz-zino.

Rivalta Scriviainveste nel freddo

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Numeri importanti, che investi-menti vedono?

In termini di investimento dobbiamo dire che quelli più importanti fatti in questi anni sono stati rivolti alla gran-de distribuzione, alle piattaforme orto-frutta, salumi, latticini, carne e pesce surgelato che hanno impegnato molte risorse. Consideri che noi oggi com-plessivamente su una superficie di 450mila mq di magazzino dedichiamo il 20 percento alla temperatura control-lata che va da + 8 a – 25 gradi.

Un grande sforzo, ha riscontro?Riteniamo che sul mercato naziona-

le ci sia lo spazio per creare una rete logistica e distributiva per le merci che devono viaggiare e temperatura con-trollata: è una tipologia di merce dove c’è un’offerta inferiore alla domanda di mercato al contrario di quello che si re-gistra per le merci tradizionali dove in alcune aree geografiche si registra un eccesso di offerta.

Quante strutture offrono questa tipologia di servizio?

Di infrastrutture generaliste come la nostra non ce ne sono tantissime per-ché è un mercato abbastanza nuovo, mentre molte aziende della grande di-stribuzione si sono organizzate in hou-se per avere dei centri propri per gesti-re questi prodotti. A livello di operatori logistici non sono tanti, ma soprattutto non sono tanti ad aver queste dimen-sioni. Ci sono altri interporti che hanno

investito nel settore offrendo strutture significative, però nell’ambito di una of-ferta di servizi logistici questa è quella che ha vissuto una crescita della do-manda abbastanza significativa negli ultimi anni.

Potrebbe essere un modello da esportare?

Credo che il modello organizzativo di Rivalta sia un modello organizzativo esportabile tant’è che i belgi che hanno appena comprato il pacchetto di mag-gioranza lo hanno fatto in funzione del fatto che esiste un modello organizza-tivo di loro gradimento: hanno apprez-zato soprattutto il fatto che ci sia questa prevalenza di offerta nei settori in cui loro credono, che sono appunto le ma-terie prime alimentari, le commodities, i prodotti alimentari in genere sui quali loro vorrebbero crescere.

Come è composta la proprietà dell’interporto di Rivalta?

La società è oggi controllata per il 90 percento dalla Katoen Natie multi-nazionale che opera nel settore della logistica con un modello organizzativo simile al nostro, proprietaria di grandi infrastrutture e che offre servizi aven-do la proprietà dell’infrastruttura come sua caratteristica peculiare; il secondo socio, che ha una parte del 10 percen-to residuale, è il gruppo Gavio, poi altri piccoli soci storici che sono rimasti nel-la compagine.

Maurizio De Cesare

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30 - gennaio 2013

ricerche / porto&diporto

L’economia del Mezzogiorno è ancora nel mezzo della “tem-pesta perfetta” e i principali

indicatori sono ancora ben al di sotto dei livelli pre-crisi. Secondo i dati del Check-up Mezzogiorno pubblicato da Confindustria e SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, tra il 2007 e il 2011 il PIL del Mezzogiorno, in termini rea-li, ha subito una riduzione di quasi 24 miliardi di euro (-6,8%); più di 16 mila imprese hanno cessato di esistere (0,9 % del totale imprese del Sud) sebbene siano aumentate le società di capitali (+7.400 solo nell’ultimo anno). Il nume-ro di occupati si è ridotto di circa 330 mila unità (quasi la metà della riduzio-ne ha interessato la sola Campania) e il tasso medio di disoccupazione dei primi due trimestri nel 2012 è salito al 17,4% rispetto al 13,6% registrato nel-

Check-up Mezzogiornocon la crisi persi 24 mld di pil

Confindustria - SRM: necessario concentrare risorse su impresa, lavoro e condizioni di vita

lo stesso periodo del 2011, anche per effetto dell’aumento delle persone in cerca di lavoro.

Il principale segnale positivo viene dall’export, l’unica variabile che è tor-nata al di sopra dei valori pre-crisi: dal primo semestre 2011 al secondo se-mestre 2012 le esportazioni nel Mez-zogiorno sono aumentate del 7%, il doppio del Centro-Nord. Il persistere della crisi è causa e effetto del forte calo degli investimenti pubblici e priva-ti. La spesa in conto capitale si è ridot-ta, dal 2007 al 2011 di circa 7 miliardi di euro. Nello stesso periodo, gli Inve-stimenti Fissi Lordi nel 2011 sono diminuti di 8 miliardi di euro (-11,5%) e particolarmente rilevante è stata la ca-duta degli investimenti nelle costruzioni (-42,5%) e nell’industria in senso stret-to (-27,8%). La quota di imprese mani-

fatturiere che hanno investito è andata progressivamente calando, dal 37,4% nel 2008 al 23,6% nel 2011. Il calo dell’occupazione e le crescenti difficol-tà economiche delle famiglie stanno determinando una vera “emorragia di capitale umano”. Sono sempre di più, infatti, quelli che decidono di lasciare il Mezzogiorno per andare a vivere nel Centro-Nord o all’estero (110 mila nel solo 2010). Peraltro il Mezzogiorno non utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni che non stu-diano o non lavorano nel Mezzogiorno rappresentano il 33% del totale, contro il 25% registrato in Italia.

Questi dati indicano che è neces-sario non disperdere risorse e con-centrare gli interventi per il Sud su tre direttrici: in primo luogo l’impresa, per

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favorire la ripresa degli investimenti, il superamento del limite dimensionale, l’export, e l’innovazione; in secondo luogo il lavoro, con l’adozione di misure urgenti per frenare l’emorragia di capi-tale umano; e in terzo luogo, le condi-zioni di vita dei cittadini del Mezzogior-no. La ripresa passa necessariamente dalla costruzione delle condizioni affin-ché nel Mezzogiorno si possa restare e vivere bene. In quest’ottica il pieno utilizzo delle risorse europee è decisi-vo. Con il Piano d’Azione Coesione è stata posta una base importante per migliorare l’efficacia degli interventi, ed è fondamentale che tali risorse entrino al più presto nel circuito economico per sostenere investimenti e occupazione. La ripresa dell’intero Paese è legata a doppio filo alla capacità di reazione del Sud.

Europa – segnali di ripresa?SRM (Centro Studi collegato al Grup-

po Intesa Sanpaolo) presenta il nuovo numero della rivista “Dossier Unione Europea”, dedicato all’analisi dei set-tori e dei territori che stanno mostran-do dinamismo e voglia di uscire dalla crisi economica, ma che soprattutto si caratterizzano per spiccata capacità innovativa e di internazionalizzazione. Riflessioni e testimonianze sono state

infatti raccolte nell’ambito del turismo, comparto che SRM segue con atten-zione, e del settore high-tech dell’ae-ronautica, con un’intervista ad un big player internazionale quale Alenia. Al trasporto marittimo, settore strategico per il nostro Paese e per l’intera Eu-ropa, è poi dedicata un’intera rubrica con analisi sugli scenari internazionali e interviste agli operatori: dai rappre-sentanti dei porti adriatici di Trieste e Koper ai vertici di Maersk Line e MSC, carrier leader mondiali del trasporto marittimo.

Tra i partner europei e competitor dell’Italia, il Dossier guarda alla Slo-vacchia, Paese in crescita nonostante la crisi in termini di PIL, export e molto dinamico in termini di attrazione di inve-stimenti esteri. Questi i temi dell’intervi-sta con l’Ambasciatrice in Italia, Maria Krasnohorska.

Ad arricchire poi gli approfondimenti di questo numero: le collaborazioni con l’EPEC-European Public-Private Part-nership (PPP) Expertise Centre (ema-nazione della Banca Europea per gli Investimenti e della Commissione Eu-ropea), il Ministero degli Affari Esteri e Confindustria con un saggio sulla pro-grammazione comunitaria 2014-2020.

«Dossier Unione Europea – spiega Massimo Deandreis Direttore Generale di SRM e responsabile della rivista – in-tende guardare alle migliori esperienze e testimonianze europee, offrendo un valido supporto agli operatori econo-mici e uno stimolo al confronto con la dimensione europea, per ricordare che lo sviluppo dell’Italia e del Mezzogior-no non può prescindere dal contesto comunitario e mediterraneo del quale siamo parte integrante».

Alberto Medina

Il Dossier Unione Europea è una rivista semestrale di carattere tecnico-operativo, rea-lizzata da SRM per il monitoraggio delle politiche europee a favore dello sviluppo e della competitività di imprese e infrastrutture. Nato nel 1993 come veicolo interno di informa-zione e autoformazione aziendale, ha riscosso nel tempo larghi consensi tra gli operatori pubblici e privati, trasformandosi nel 1999 in una rivista registrata. Il Dossier U.E. propone articoli, analisi, dati e interviste che approfondiscono le tematiche del mondo delle impre-se, quello delle infrastrutture e delle politiche pubbliche, dal punto di vista comunitario e dell’impatto sullo sviluppo locale, con un’attenzione particolare ai fondi europei. Proprio su questo tema, offre un servizio online, realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Eurodesk, e dedicato ai bandi europei: uno “scadenziario” costantemente aggiornato, e disponibile sul nostro sito web, per fornire in modo semplice e concreto un aiuto alle im-prese e agli operatori che desiderano accedere ai finanziamenti offerti dall’UE.

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trasporti / porto&diporto

I trasporti, si sa, sono al centro dell’attenzione della Comunità Europea che fonda la sua ragion

d’essere sul libero scambio di merci e persone. Sono dell’ottobre 2011 le nuo-ve linee guida per lo sviluppo delle reti di trasporto trans-europee Ten-t, defi-nite dalla Commissione Europea nella proposta al Consiglio e al Parlamento Ue. La rete centrale, il core network, dovrà essere conclusa entro il 2030 sulla base di dieci principali corridoi di trasporto. Quali i nodi che la costitui-scono? Sono state individuatele infra-strutture che movimentano il maggior volume di merce cercando di creare un ambiente favorevole per la com-petitività, progettando la realizzazione di adeguate infrastrutture materiali e implementando i sistemi di intercon-nessione con le reti ditrasporto. Sono stati individuati 80 porti europei che sono le principali porte di accesso per oltre il 70% della merce in entratae in uscita dal continente Europeo. Il com-prensive network, che sarà realizzato entro il 2050, coprirà quasi interamente il territorio comunitario soddisfacendo l’esigenza di una totale coesione tra gli Stati Membri.

Da tempo si parla del port package ma il momento è critico per la storia dell’Unione Europea. Non ci sono cer-tezze di ripresa e sembra inverosi-mile riuscire ad uniformare sotto una direttiva comunitaria tu t te

Port Packagein arrivo dall’Europa

le specificità di ogni porto. La paura della recessione pesa sulle prospettive di crescita degli Stati Membri ed ogni Paese intende garantirsi uno spazio di autonomia all’interno del libero merca-to.

Molte sono le domande che si pongo-no gli addetti ai lavori. Il Finanziamento pubblico è da considerarsi un aiuto di Stato? Cosa significa liberalizzazione del lavoro portuale? Vanno liberalizzati anche i servizi tecnico nautici? Come considerare il self handling? Accade che l’esigenza di apertura al mercato portata avanti dalla Commissione si scontri con le specificità nazionali del-le realtà portuali: i pool di manodope-ra variano, nella composizione e nella natura, come è diversa la natura delle Autorità Portuali. C’è come un gap nor-mativo tra l’Europa e gli Stati Membri, per cui non tutte le questioni possono essere risolte richiamandosi al Tratta-to istitutivo della Comunità Europea. A Bruxelles si sostiene che esistono delle pratiche restrittive che condizionano negativamente la capacità operativa di molti porti e che le regole devono essere uniformate. Ma la settima legislatura è in sca-den-

za, c’è tempo fino a febbraio 2014. Ci prova Dimitrios Theologitis, il di-

rigente dell’unità Porti e Navigazione fluviale della Direzione Mobilità e Tra-sporti (DG Move) della Commissione Europea. In una recente intervista alla newsletter dell’Autorità Portuale di Li-vorno, PortNews, Theologitis ha rias-sunto quanto fatto nell’attuale legislatu-ra: «Abbiamo individuato un percorso chiaro e definito, inquadrato i problemi che affliggono la portualità europea e compreso quali siano i fattori che li hanno influenzati. Ora ci siamo final-mente dati degli obiettivi e li abbiamo analizzati assieme agli stakeholder durante la recente conferenza sulla re-visione della politica portuale. I risultati raggiunti – confessa Theologitis – sono ancora parziali e c’è pericolo di scon-tro all’interno dell’Unione Europea. ”La Germania insiste perché l’Ue imponga ai paesi in difficoltà impegni di natura contrattuale che li spingano a varare le riforme strutturali necessarie e l’enne-simo richiamo all’austerity da parte dei

paesi rigoristi (Finlan-dia, Svezia, Olanda) potrebbe avere delle conseguenze sulla po-

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litica Ten-T e sul Connecting Europe Facility, il nuovo piano di investimenti di 50 miliardi di euro destinato a infra-strutture, energia e digitale. Insomma, il rischio è che le politiche sui trasporti siano penalizzate a favore di altri set-tori, come agricoltura e coesione.

Espo, l’associazione dei porti eu-ropei, ha chiesto di non toccare i 32 miliardidi euro destinato all’infrastrut-turazione della Comunità, essendo le uniche risorse per rendere più compe-titivo il Sistema Europa grazie anche alle reti Ten-T. Fra l’altro sono solo una parte delle risorse necesarie che do-vrebbero essere recuperate attraverso forme come il project financing o altri strumenti di finanza innovativa

La Commissione, nel frattempo, ha aperto una seconda consultazione fra operatori, armatori, terminalisti, autori-tà portuali. Theologitis sa bene, come gli operatori del settore, che esiste un secondo aspetto rilevantissimo per il funzionamento delle connessioni ed è la “semplificazione”. La Port Po-licy, sostengono a Bruxelles, non si esaurisce con le TenT. E’ necessario promuovere iniziative tese alla sempli-ficazione delle procedure di controllo, favorendo lo short sea ship-ping e le Autostrade del Mare. Quali gli strumenti? Ad

esempio il Blue Belt project, che dà alle autorità doganali la garanzia che una nave che dichiari di trasportare merci intra comunitari e abbia effettivamente visitato solo iporti dell’Ue. In questo modo il carico amministrativo viene ri-dotto notevolmente.

«Nel 2015 – sostiene Theologitis su PortNews – le comunicazioni tra i porti e le navi saranno esclusivamente elettroniche. Anche per questo motivo il nostro prossimo obiettivo è quello di adottare in tutta Europa un modello co-mune di single window. I benefici sa-rebbero immediati, a cominciare dalla eliminazione della documentazione cartacea. Non dimentichiamo, inoltre, che la decisione E-customs del 2008 prevede che i paesi membri si adope-rino per rendere operativa una struttura di servizi a interfaccia unica: sarebbe bello che il sistema di controllo della merce fosse lo stesso per tutte le mo-dalità di trasporto».

Infine la questione dell’accesso al libero mercato che riguarda gli aiuti di stato, servizi Tecnico nautici e mercato del lavoro. Le risorse statali, secondo Bruxelles, dovrebbero servire per rea-

lizzare interventi di infrastrutturazione generale, per garantire accessibilità a tutti e affidata tramite gara d’appal-to. Di solito la Commissione approva opere che servono al raggiungimento di obiettivi di comune interesse come la sicurezza o la protezione ambienta-le. Negli altri casi si deve valutare se il fondo pubblico non costituisca un in-debito vantaggio per un solo soggetto o se alteri la concorrenza all’interno di un porto. Per quanto riguarda la libera-lizzazione dei servizi tecnico-nautici si fanno dei distinguo sui diversi servizi. Il pilotaggio, per esempio, può conside-rarsi indispensabile e considerarsi un servizio pubblico, per le esigenze di si-curezza della navigazione. Il rimorchio ha caratteristiche economiche e tecni-che diverse e potrebbe prefigurarsi una sana competizione tra più operatori all’interno di un singolo porto. La que-stione è delicata, come quella del mer-cato del lavoro. Molte le divergenze tra gli Stati Membri e c’è il rischio di ripete-re gli errori commessi nella precedente legislatura dalla De Palacio con i due tentativi falliti di riforma della politica

portuale. Rimane ancora un anno per vedere i risultati concreti della Port Policy europea.

Patrizia Lupi

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Transpotec Lo-gitec, il salone organizzato da

Fiera Milano dedicato ai trasporti e alla logistica che si terrà a Veronafiere dal 28 febbraio al 3 marzo 2013, continua ad arric-chirsi di occasioni di inte-resse ed opportunità esclusive per tutti gli operatori.

Il mercato italiano dell’autotrasporto sceglie di investire e supportare la filiera, nonostante la fase di crisi che sta attra-versando. A conferma di ciò la presenza diretta in manife-stazione delle case costruttrici, tra cui IVECO e MAN, che presenteranno al Salone i loro modelli di ultima generazione. Iveco avrà a Transpotec un’importante area espositiva inter-na ed una esterna adibita alle prove veicoli dell’intera offerta prodotto. Dopo il significativo investimento che ha portato alla nascita del Nuovo Stralis Hi-Way, già apprezzato dal merca-to e premiato International Truck of the Year 2013, questa sarà per Iveco un’occasione importante per incontrare i propri clienti e partner.

La casa tedesca MAN presenterà, invece, i nuovi mezzi Euro 6 e i servizi studiati per rendere più competitiva l’attivi-tà degli autotrasportatori in una grande area espositiva, con l’obiettivo di sostenere con la sua presenza lo sviluppo del settore a livello europeo. Oltre alle case produttrici, anche le componenti della filiera offriranno in mostra numerose occa-sioni di incontro e business, dando la possibilità agli autotra-sportatori di informarsi valutare strumenti e servizi innovativi e vantaggiosi. Alla manifestazione saranno presenti anche i maggiori rimorchisti, con la loro ampia gamma di prodotti, quali rimorchi, semirimorchi, bighe, porta-container, cisterne alimentari, per carburanti e materiale chimico/infiammabile e molto altro. Non mancherà l’offerta di furgoni isotermici,

centinati e soluzioni in-novative per trasportare ogni genere di materiale. Grande spazio verrà dato anche a tecnologie e com-ponentistica con assalisti e produttori di ralle, oltre ad una vasta scelta in ambito di aftermarket, grazie a im-

portanti produttori di ricambi, componenti ed allestimenti per motrici e trailer. Molti mezzi e tecnologie, a Transpotec, ma anche prodotti indispensabili quali carburanti e additivi, offerti dai maggiori player del mercato.

Numerosi sono anche i servizi dedicati agli autotrasportato-ri, le cui esigenze sono al centro del progetto espositivo: carte carburante, carte pedaggio e le opportunità dalle borse di ca-rico. Inoltre, uno spazio di 3000 mq ospiterà Tracky Village, una “fiera nella fiera” organizzata da FAI Service, importante cooperativa di servizi per l’autotrasporto e partner strategico della manifestazione, che attraverso i suoi associati propor-rà assistenza fiscale, servizi finanziari ed assicurativi, servizi dedicati all’attività dell’autotrasportatore su autostrade, vali-chi italiani ed europei, navi, treni navetta e traghetti, oltre al pronto intervento ambientale e molto altro.

A Transpotec, inoltre, i visitatori avranno l’opportunità di scoprire live e provare direttamente gli ultimi modelli dei veicoli di tutte le principali case costruttrici in aree esterne appositamente attrezzate grazie alla collaborazione siglata con tuttoTrasporti, main, media partner della manifestazione. Inoltre, per risparmiare sul biglietto di ingresso, sarà presto possibile per tutti registrarsi on line. A partire da metà gen-naio sul sito www.transpotec.com si potrà infatti richiedere il proprio biglietto a soli 4 euro, invece di 12.

Stefano Meroggi

trasporti / porto&diporto

Nuove occasioni di incontro ed opportunità di businessConfermata la presenza delle case costruttrici

Il mercato dell’autotrasportosceglie Transpotec Logitec

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trasporti / porto&diporto

Basta file agli sportelli e perdi-te di tempo per acquistare un abbonamento di bus e treni.

Adesso c’è Ticket@home e consente di ricaricare l’abbonamento mensile per bus e treni con Jamme card, stan-do seduto comodamente in poltrona a casa o in ufficio ed evitare lunghe file agli sportelli. E’ il rivoluzionario proget-to messo a punto da UnicoCampania, il primo in Italia di ricarica del titolo di viaggio in tempo reale.

L’iniziativa è resa concreta grazie alla collaborazione con la società Neu-ral engineering spa. La procedura è semplicissima: l’utente Jamme card inserisce nel proprio computer il dispo-sitivo Usb che il Consorzio mette a di-sposizione in comodato d’uso gratuito, segue le istruzioni per procedere alla ricarica dell’abbonamento e, in ma-niera del tutto sicura, acquista on line il titolo di viaggio, utilizzando la propria carta di credito. Il presidente del Con-sorzio, Claudio Cicatiello, assicura che nessun’altra operazione è richiesta: l’utente potrà servirsi, da subito, della card che avrà proceduto, lui stesso, a ricaricare. Per i promotori dell’iniziativa i vantaggi sono diversi: nessuna coda agli sportelli, nessun orario di apertura

Con “Jamme card” ricarichi da casae viaggi con UnicoCampania

o di chiusura degli esercizi commerciali da rispettare, nessun bisogno di ave-re a disposizione danaro contante. Il progetto è realizzato in collaborazione con la veneziana Neural engineering, società di alta tecnologia, che si occu-pa della progettazione e produzione di sistemi elettronici ed informatici e che ha implementato un proprio sistema hardware – firmware - software che consente la scrittura da remoto delle card elettroniche. “L’innovazione tec-nologica è supporto imprescindibile per la tariffazione integrata. Ecco perché -spiega il direttore del Consorzio, An-tonietta Sannino- già nel 2011 l’ente è stato tra le prime realtà italiane ad in-trodurre le smart card contactless per gli abbonamenti annuali sviluppando, nello stesso tempo, un sistema sicuro e aperto ai diversi fornitori di apparati di bigliettazione: validatrici, terminali di ri-carica e di controllo. Il servizio Ticket@home è pertanto un ulteriore tassello che si va ad aggiungere in questa di-rezione, nell’ottica di ampliare le pos-sibilità di scelta dell’utente e, in ultima analisi, di semplificargli la vita”.

La Neural engineering è stata creata nel 2002 da Oreste Venier, esperto in elettronica ed informatica, con laurea in

Fisica conseguita presso l’università di Pisa. Attualmente la società sta avvian-do un processo di fusione con un’azien-da di famiglia più grande, la Eraclit Venier, attiva dal 1925 nel settore indu-striale. L’obiettivo è sviluppare i campi di ricerca applicativa dell’azienda verso l’integrazione on-board di funzioni di calcolo ed elaborazione prima appan-naggio esclusivo di sistemi esterni alle schede stesse per la grande potenza di calcolo richiesta.

Fanno parte oggi del Consorzio Uni-coCampania l’Air (area servita Napoli, Avellino e provincia), Amts (servizio urbano di Benevento), Anm (Napoli e provincia), Circumvesuviana (provincia di Napoli e di Avellino), Clp (area caser-tana), Cti/Ati (servizio urbano di Avelli-no), Cstp (area di Salerno), Ctp (area metropolitana di Napoli e di Caserta), Eavbus (area napoletana e casertana), MetroCampaniaNordest (provincia di Napoli, Benevento e Caserta), Metro-napoli (rete metropolitana di Napoli), Sepsa (area Flegrea, con le due linee Cumana e Circumflegrea), Sita (provin-ce di Napoli, Avellino e Salerno) e Tre-nitalia con la rete ferroviaria regionale fino a Salerno e a Capua.

Eduardo Cagnazzi

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trasporti / porto&diporto

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Da Passignano sul Trasimeno, la tecnologia italiana del tra-sporto green arriva a Vienna,

città per tradizione attenta alla mobilità sostenibile. Tanto da essere votata per la quarta volta come città più vivibile al mondo. Dall’autunno scorso, infatti, sono in dotazione alla Wiener Linien, l’azienda che ha in gestione il servizio tramviario e su gomma locale, i primi bus elettrici con pantografo realizzati dalla società umbra Rampini. I bus cor-reranno lungo i viali del centro storico dove una volta circolavano le carrozze della principessa Sissi e di suo marito, l’imperatore Francesco Giuseppe. Si tratta dei primi veicoli di una commessa di dodici, realizzati da Rampini, da oltre 65 anni leader nella progettazione e re-alizzazione di mezzi speciali e bus ur-bani. Muniti di pantografo, i veicoli sono tra i primi autobus di serie di medie dimensioni (Midibus) completamente elettrici prodotti in Europa per un’intera linea del centro città. Prodotti in serie, dispongono di un impianto di batterie di bordo in grado di coprire l’intero fabbi-sogno energetico compreso aria condi-zionata e riscaldamento. Tra i principali vantaggi, rispetto ai tradizionali bus ali-mentati a carburante diesel o a gas, si annoverano un fabbisogno energetico

Trasporto urbano greenil made in Italy per Vienna

che si riduce di circa il 25%, costi di ma-nutenzione minimi ed un funzionamento ad emissioni zero. Nella città viennese saranno impiegati sulle linee 2A e 3A. Il veicolo è dotato di pianale ribassato, con due porte provviste di sistema anti-schiacciamento ed è conforme agli ele-vati standard dell’intera flotta viennese. Al suo interno il midibus è in grado di ospitare 26 passeggeri in piedi e altri 13 a sedere. E’ inoltre dotato di spazio sufficiente ad accogliere una sedie a ro-telle. Altra novità è lo chassis: di conce-zione moderna, si compone di un telaio costituito da una struttura autoportante in tubolari elettro-saldati, sabbiati, ver-niciati e sigillati; mentre la carrozzeria esterna è realizzata con materiali alta-mente resistenti alla corrosione. “Con queste soluzioni - commenta Giusep-pe Lepore, amministratore delegato Marketing dell’azienda - si è raggiunto questo significativo obiettivo: dispor-re di un autobus totalmente elettrico, compreso l’impianto di riscaldamento e condizionamento per il conducente ed i passeggeri”. La trazione del bus è assicurata da un motore Siemens in grado di erogare la potenza continua di 85 kW. Ma, mentre i tradizionali motori diesel sono in grado di offrire un’effi-cienza pari a circa il 25%, l’efficienza di

questo motore trifase si innalza fino a circa il 90%. L’impianto frenante è inol-tre concepito di tipo rigenerativo: non appena il conducente solleva il piede dall’acceleratore si attiva il primo stadio di recupero dell’energia e il motore agi-sce da generatore. Azionando il pedale del freno, il recupero di energia subisce un incremento nel corso del primo ter-zo della corsa del pedale; i successivi due terzi della corsa hanno la funzione di attivare il sistema pneumatico. Le batterie installate a bordo hanno una capacità di 96 kWh e la ricarica avviene presso le fermate capolinea: il panto-grafo, montato sul tetto del bus, assor-be corrente elettrica dalla linea aerea e la convoglia al caricabatterie. ”Grazie ai nuovi autobus elettrici -afferma il vice sindaco di Vienna, Renate Brauner- la nostra città ha compiuto un importante passo avanti diventando così una del-le poche al mondo ad utilizzare questo tipo di mezzi per il normale servizio di linea. I nuovi autobus diventano quindi anche per i nostri ospiti stranieri una dimostrazione del fatto che Vienna di-spone di una delle linee di trasporto più moderne nell’ottica dell’ecocompatibili-tà ambientale”.

Eduardo Cagnazzi

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Nel 2006 a seguito di un decreto ministeriale e dall’intuizione di Danilo Iervolino, classe 1978,

nasce l’Università Telematica Pegaso; sei anni fa non poteva sapere che quel suo cavallo di strada ne avrebbe fatta davvero tanta: cinquantamila studenti laureati, oltre duecento dipendenti, cin-que splendide sedi sul territorio nazio-nale (Napoli, San Giorgio a Cremano, Roma, Torino, Palermo), una sede nuo-va di zecca a Palazzo Zapata, nel cuore di quella Napoli borbonica, stella del Me-diterraneo, di cui re Carlo III di Borbone si innamorò, quando incontrando con lo sguardo il mare che si culla nel golfo più bello del mondo, esclamò: “un pezzo di cielo caduto sulla terra”. Soffermiamoci su questo patrimonio di bellezza, in par-ticolare sulle sedi d’esame che quest’im-prenditore ha scelto in Campania: il Chiostro della Basilica di Santa Chiara, primo monumento partenopeo per numero di visitatori, il Chiostro di Santa Maria la Nova e Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano. La categoria della bellezza utile permea la filosofia del giovane Presidente, anche perché ci troviamo in una delle regioni italiane con la maggiore con-centrazione di beni culturali, eppure una delle più martoriate sotto il profilo dell’illegalità e della recessione economica. E allora la sfida ad un certo punto per lui deve essersi prefigura-ta con chiarezza: fare qualcosa per questa regione, per i suoi abitanti, partendo da un’idea che un decreto ministe-riale rese attuabile: studiare, abbattendo i vincoli im-posti dalle università tradizionali – vincoli spaziali e temporali. Dal 2006 studiare con un’università telematica significa formarsi in un’uni-versità senza barriere, apprendere, sviluppare competenze dovunque e a qualsiasi ora del giorno e della notte. Una rivoluzione copernicana che ovviamente in prima battuta ha interessato i lavoratori desiderosi di completare gli studi o ap-profondire la conoscen-za di alcuni settori e che oggi comincia a registrare l’interesse anche dei giova-nissimi che hanno grande dimestichezza con la tecnologia, i cosid-detti nativi digitali, che dunque sono portati con naturalezza a scegliere l’apprendimento via web. Va sottolineato che l’offer-ta formativa dell’Università Telematica Pegaso, pur essen-do realizzata a distanza, è con-tinuamente integrata da incontri in presenza, come testimonia la vivacissima attività convegnistica del recente periodo, senza contare che lo stesso Ateneo è in attesa di

autorizzazione da parte del Ministero per altri sette corsi di laurea con re-lativi seminari in presenza, oltre i due corsi di laurea già attivi, giurispruden-za e scienze umanistiche. Un impegno professionale forte, sorretto dalla con-vinzione che si può lavorare con suc-cesso, anche laddove le altre istituzioni sono attraversate da dissesti di ogni tipo e le risorse umane sono disperse e invisibili a causa di un sistema per nul-la meritocratico. L’attività della Pegaso recepisce con lucidità le istanze socio-economiche del territorio, talvolta anco-ra inespresse: ad esempio, l’iniziativa relativa all’Accademia Forense, corsi post laurea destinati agli avvocati, che di fatto ha anticipato la norma introdotta dal legislatore, che obbliga gli avvocati a specializzarsi ulteriormente per poter

continuare ad operare. Una progettualità universitaria che guarda con favore alla correlazione economia-territorio, inte-so come spazio fisico e bacino economico di produttori e con-sumatori, elemento moltiplicatore delle potenzialità di un’area e fattore di promozione di una comunità nel suo complesso. Danilo Iervolino e la sua squadra hanno saputo testimoniare con l’operato quo- tidiano che si può fare impresa anche in assenza di fi- nanziamenti statali, partendo da una buona idea, realizzandola con un lavoro tenace, tenendo sempre un comportamento etico che

è un prerequisito per la fidelizzazione a lungo termine, poiché beni imma-

teriali come reputazione, fidu-cia, creatività, attenzione,

partecipazione di men-te e cuore sono i

pilastri che ma-teriano la

vera e

sana competitività. Beni che concorrono sì alla redditività di un’azienda ma rinsaldano anche

alleanze di lunga durata, pro-muovendo un pensiero

sistemico che p r e s u p -

formazione / porto&diporto

L’imprenditore alato

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pone innumerevoli attori, coinvolti in un processo di costruzione di una cultura aziendale improntata alla reciprocità, allo sviluppo di un autentico senti-mento di appartenenza. Gli imprenditori visionari, e grazie a loro ve ne sono di eccellenze azienda-li all’ombra del Vesuvio, possiedono antenne ben orientate verso l’esterno: il fattore prossimità che promuove la cooperazione tra soggetti eterogenei si rivela cruciale nella messa a punto di interventi sinergici, tesi alla costruzione di reti formative ed economiche, che le trasformano in una sorta di le-arning area. Zygmunt Bauman, che il Presidente di quest’ateneo ama spesso citare, ha scritto di recen-te: “Se il dibattito sul modello di una società giusta ha perso gran parte del suo fervore e del suo slan-cio, è soprattutto per la mancanza di un soggetto credibile in grado di agire con la volontà e la capa-cità di portare avanti un tale progetto”. L’Universi-tà Telematica Pegaso rappresenta una minuscola

parte di società ma sta lì a testimoniare ogni giorno di più che gli imprenditori coraggiosi possono concepire e rea-lizzare ponti verso l’immortalità, che hanno il pregio di non cedere al tempo che passa, ma soprattutto riescono a ricucire lo strappo tra il nucleo dolente degli atteggiamenti illegali, conniventi, disperanti e i modelli di civiltà e di cit-tadinanza attiva. E d’altronde, dove se non nei luoghi eminenti dell’istruzione e della formazione può trovare posto mi-gliore una fucina che concorra al futuro di un paese? Con i piedi ben saldi nel presente per trasformare gli studenti in gestori anziché gestiti, soggetti attivi e creativi, anche a partire da micro realtà che sappiano dar voce e far emergere chi ha davvero qualcosa da dire, mi-cro realtà con una valenza territoriale

superiore perché specifica, distanti anni luce dallo scorante scenario contemporaneo di crisi, da cui si può uscire solo me-diante consistenti cambiamenti culturali che non possono che precedere sempre e comunque quelli strutturali. Abbiamo un bisogno pressante di reti virtuose, di filiere formative e pro-

duttive all’insegna della distintività culturale, anche nell’ot-tica dell’internazionalizzazione, reti in grado di ampliare la dimensione del mercato del lavoro locale, che non siano incompatibili per insufficienze strutturali, con il mercato eu-

ropeo e globale. Non è facile moltiplicare gli interlocutori e, di pari passo, non snaturarsi. Lo sforzo di Danilo Iervolino

va infatti costantemente in una direzione: costruire una pre-cisa fisionomia in linea con la propria mission, promuovendo l’identità dell’ateneo ben oltre i confini nazionali - tanti sono gli accordi anche con università estere. La comunicazione social che il Ministero dell’Istruzione, Ricerca e Università i n - coraggia sembra dirci “esprimetevi, fateci conoscere

le vostre idee, dateci uno spunto di riflessione”. Il paese si aspetta che i giovani si facciano avanti per reiventarlo. Beh, qui in Campania uno che è giovane

e che ha liberato le sue energie creative, lo abbia-mo. Uno che è convinto che un’impresa sana possa

restituire qualcosa non solo agli azionisti, bensì anche al territorio sul quale opera e alla comunità che in quel luogo

è radicata. Alessandra Schettino

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propeller / porto&diporto

“La primavera araba e i proble-mi del Medio Oriente. Quale futuro per i traffici commer-

ciali e crocieristici per i porti adriatici associati al NAPA”: questo il tema del meeting organizzato presso la Venezia terminal Passeggeri dall’International Propeller Club Port of Venice al quale, oltre a numerosi operatori e imprendi-tori, hanno partecipato i rappresentanti dei Clubs di Ravenna, Monfalcone e Trieste mentre brillava l’assenza dei re-sponsabili degli enti portuali impegnati nel far decollare il “Sistema portuale dell’Alto adriatico” con i porti di Raven-na, Venezia, Trieste, Capodistria e Fiu-me associati nel NAPA.

I paesi delle sponde Sud ed Est del Mediterraneo hanno mantenuto, in me-dia, nel 2011, un tasso di crescita su-periore al 4% con punte fino al 7,6% come è stato per la Turchia. Un trend questo che dovrebbe continuare an-che nell’anno in corso. Si tratta di un mercato di oltre 600 milioni di consu-matori che ha registrato un incremen-to del 12% per un valore di circa 320 miliardi di euro nell’interscambio con i paesi dell’Unione europea nel 2011. La quota dell’Italia è di 60 miliardi di euro e rispetto al 2010 si è registrato nel 2011 un incremento di quasi l’8%. Tra le regioni italiane la sola Lombardia con oltre 14 miliardi di euro nel 2011 rappresenta un quarto dell’intero inter-scambio nazionale.

“Se da una parte siamo di fronte ad uno scenario in costante evoluzione, dall’altra in Europa - ha esordito apren-do i lavori il presidente del Port of Ve-nice Massimo Bernardo - siamo impe-gnati in progetti comunitari, come le reti TEN ed in particolare il corridoio n. 1, il n. 5 e quello balcanico progettati per riequilibrare quel flusso di traffici che

La primavera arabae le strategie diplomatiche

e commerciali italianesempre più interessa l’area mediterra-nea, quella occidentale ma, ancor più, quella orientale di questo mare nell’or-mai necessaria razionalizzazione dei flussi tra il Nord ed il Sud Europa”.

E’ in questo contesto che si inserisce anche l’iniziativa transnazionale deno-

minata NAPA che mira alla realizzazio-ne di un vero e proprio range portuale del Sud Europa nel quale si inserisce anche il progetto di porto offshsore vo-luto non solo dal presidente dell’Autori-tà Portuale di Venezia che con grande lungimiranza l’ha proposto, ma dalla

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stessa Unione europea che in parte ne ha finanziato lo studio.

“Allora - ha continuato Bernardo - viene subito da chiedersi quale sarà la nuova geografia dell’economia e, in particolare quella del trasporto nel Me-diterraneo tenendo anche conto della globalizzazione dei mercati, tradizionali ed emergenti che ne condizioneranno lo sviluppo senza dimenticare che, per esempio, la Cina ha acquistato termi-nal importanti come Pireo e Salonicco, quest’ultimo per gestire i suoi commerci da e per l’Europa balcanica o, per fare un altro esempio la nascita di altri gran-di hub nei porti del Nord Africa? Viene da chiedersi se i nostri porti, ed in parti-colare quelli adriatici, saranno destinati a ruoli di mero cabotaggio e feederag-gio oppure, se, in questo nuovo con-testo economico, potranno competere ospitando anche navi commerciali o crocieristiche di ultima generazione? Conseguentemente, visto quanto ora-mai sta già succedendo nel campo delle cosiddette “economie di scala” sempre più necessarie ed applicate per la crisi economica in atto, quale sarà il futuro di tutti quei “transitari” come spedizionieri e agenti marittimi sempre meno coinvolti per il sempre più stretto rapporto tra compagnie di navigazio-ne e terminalisti? Come poi superare la guerra tra poveri, quella che, come si è recentemente visto in Assoporti, contraddistingue i rapporti tra Autorità portuali dei due nostri mari agevolan-do intese trasversali come avvenuto tra Genova e Ravenna e in tempi passati tra Genova e Trieste sempre a scapito di Venezia? Quale poi sarà il ruolo dei porti cosiddetti minori nel sistema alto adriatico, quelli di Monfalcone, Por-tonogaro, Chioggia e Portolevante? Quale sarà, infine, il ruolo dell’Interna-

tional Propeller Club che rappresenta proprio per le diverse appartenenze imprenditoriali, il vero catalizzatore del mondo dell’impresa nel vasto cluster dell’economia del trasporto? Proprio da qui – ha concluso Bernardo - do-vrebbe partire lo “start up culturale”, frutto dell’esperienza di chi vive questa economia ponendosi ogni giorno a con-fronto diretto su questa nobile, quanto complessa frontiera, per dare indica-zioni e strategie credibili e possibili per costruire un sempre più stretto dialogo tra politica e mondo dell’impresa supe-rando sterili campanilismi, esternazioni autoreferenziali o traguardi irraggiungi-bili, comportamenti questi non in linea con quanto la nuova globalizzazione impone a cominciare dalla conoscenza della cultura e degli indelebili postulati di vita dei nostri interlocutori siano essi libici, egiziani, libanesi, siriani, cinesi o indiani, solo per citarne alcuni”.

Questa dovrebbe essere la vera pri-mavera italiana: da una parte un nuovo modo di fare impresa dall’altra l’apertu-ra di una nuova armoniosa percorribile “rotta” per ridare credibilità e successo internazionale al cosiddetto “Sistema Paese” probabilmente ancora ignaro di quale possa essere il ruolo dell’Italia e forse della stessa Europa rispetto a questo grande cambiamento epocale che sta interessando le sponde del Me-diterraneo.

“Il cambio di direzione nella politica estera della Francia dopo la caduta di Sarkozy, la contrazione delle risorse pubbliche in Europa ed in Italia desti-nate alle attività di supporto all’inter-nazionalizzazione per le imprese e le cosiddette primavere arabe, con il rela-tivo cambio di interlocutori istituzionali nei Paesi della sponda Sud e le guerre in Medio Oriente – ha replicato il prof.

Arduino Paniccia dell’Istituto Italiano di Studi Strategici e docente all’Università di Trieste – hanno creato, come conse-guenza, la fuga dell’Europa dal Medi-terraneo. Il nostro Paese con le sue im-prese di media dimensione, flessibili e altamente specializzate, i suoi porti e la sua importante posizione logistica, ha le potenzialità e la capacità di coprire tutte le necessità e gli aspetti tecnici, industriali di forniture e di formazio-ne necessari per un corretto sviluppo dell’area mediterranea. Ma a fronte di un export italiano verso l’U.E. pari nel 2011 al 60% dell’intero commercio estero nazionale, che diventa con gli al-tri Paesi europei non U.E. oltre il 70%, le esportazioni in Africa settentrionale oggi rappresentano un misero 2,9% del totale e quelle verso l’intero continen-te africano un modestissimo 1,5% . E’ chiaro - ha concluso il relatore - che vi è un’assoluta necessità da parte dell’Ita-lia di invertire questa tendenza. Il dia-logo Euro Mediterraneo e l’Unione del Mediterraneo – tutti tesi all’obiettivo di creare un’area comune di libero scam-bio – sono regrediti o scomparsi. Ma proprio qui deve entrare in scena l’Italia con una nuova strategia diplomatica di supporto e commerciale”.

“Certamente la Primavera araba comporta nel breve periodo una insta-bilità che crea problemi sia al traffico delle merci che, ancor più, al traffico crocieristico – ha affermato con una sua nota il presidente dell’International Propeller Club Umberto Masucci - ma, a medio termine, sono certo che i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo sa-ranno (ma già lo sono) partners impor-tantissimi dell’Italia e i traffici marittimi si svilupperanno con effetti molto posi-tivi anche sui nostri porti”.

Italo Marciati

A sinistra Massimo Bernardo e Arduino Paniccia

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forumculture / porto&diporto

Si avvia a compimento il tor-mentato iter che porterà il Forum Universale delle Cul-

ture a Napoli nella primavera/estate del 2013. Dopo innumerevoli lanci e altrettanti tonfi, la manifestazione fi-nalmente vedrà la luce. Quando l’Or-ganizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) decise nel lontano 1997 di dare vita a questo evento, nacque un progetto che intendeva andare a risvegliare il genius loci delle sedi prescelte per celebrarvi l’identità de-gli abitanti e le diversità dei popoli. A Napoli si parlerà di pace, solidarietà, sviluppo sostenibile e soprattutto del grande patrimonio culturale di que-sta città, crocevia del Mediterraneo. La candidatura partenopea verte sul tema della riqualificazione di Napoli, e si propone di esportare idealmente i vertici culturali toccati in questa cit-tà, dato che gli aspetti negativi sono già noti e spesso demagogicamente propagandati. Il Forum dunque in un luogo tramato da un passato che a volte a noi, autoctoni contemporanei, sembra imprigionato in un fermo im-magine di una delle tante splendide tele di Hackert. La prima edizione del Forum si tenne a Barcellona nel 2004,

durò 141 giorni, dal 9 marzo al 26 set-tembre: dialoghi, mostre, concerti e le più disparate forme di espressione culturale e artistica costituirono l’ossa-tura di quella manifestazione nel suo complesso. La rivista che ci ospita e l’Università Telematica Pegaso hanno l’ambizione di elaborare un tassello della imminente kermesse parteno-pea, una tessera seppur piccola di un mosaico molto più vasto che rap-presenterà la città. Gli eventi saran-no ospitati nei suggestivi spazi della Basilica di Santa Chiara e di Palazzo Zapata e coinvolgeranno protagonisti eterogenei per far emergere piacevol-mente il tipico e l’essenziale del loro contributo e per dimostrare agli scetti-ci che con la cultura si può mangiare. Andiamo nell’ordine e partiamo dalla rivista Porto&diporto che si occuperà di preparare e diffondere un nume-ro speciale dedicato al Forum, regi-strando gli interventi calendarizzati nell’ambito della rete tenuta insieme dalla Università Telematica Pegaso, che ha affidato a chi scrive il coordina-mento della stessa e il ruolo di mode-ratore durante gli incontri; il professor Jean Noel Schifano, che non ha certo bisogno di presentazioni, con la sua eloquenza travolgente ci parlerà della

storia scuntraffatta della sua amata Napoli; il professor Franco Rendano, stimato chirurgo e convinto assertore delle potenzialità di una parte della città esclusa dai circuiti turistici tradi-zionali, su Porta Capuana - il suo sarà un intervento di archeologia industria-le poiché al di sotto del complesso del lanificio borbonico sito proprio a Porta Capuana, è stata ritrovata la fonte del mitico fiume Sebeto; due case editri-ci, Intra Moenia di Attilio Wanderlingh, imprenditore illuminato che in questo momento si trova in Kenia a lavorare per i bambini ed ancora la casa edi-trice La Conchiglia di Capri, animata dagli indimenticabili Ausilia e Riccar-do Veneruso. Tutti stanno già da mesi lavorando alacremente per l’occasio-ne; il professor Mico Capasso, ide-atore e direttore del Festival Grand Tour – viaggio in Italia (Scala, Costa d’Amalfi), tra gli autori del Museo Ar-cheologico Virtuale (MAV). Infine, non possiamo dimenticare che gli eventi saranno introdotti dai consoli onorari dell’Albania e del Belgio, dai dottori Claudio Panarella e Giuseppe Geno-vese. Vi aspettiamo numerosi per il primo appuntamento a metà febbraio. Seguiteci!

Alessandra Schettino

Aspettando il Forum(e non Godot)

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gennaio 2013 - 43

nautica / porto&diporto

Internazionalizzazione e fidelizzazione. Sono questi gli obiettivi perseguiti da Assomari-nas (L’Associazione Italiana dei Porti Turi-

stici - aderente a UCINA Confindustria Nautica e a Federturismo - che associa circa un centinaio di imprese turistico-nautiche dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia passando per la Sicilia) che lan-cia il suo programma fieristico per il 2013, anno che, per l’economia del nostro Paese e di quella nautica in particolare, si presenta ancora come complesso per porti e diportisti anche se, grazie alla revisione del Redditometro e ad altri incentivi, si annunciano deboli segnali di ripresa per quanti hanno puntato, industria nautica e turistica di set-tore, su ricerca, innovazione e riqualificazione dei servizi.

In questo contesto la strategia promozionale di Assomarinas punta a recuperare, senza ov-viamente dimenticare quello italiano che vedrà l’Associazione presente al prossimo Big Blu di Roma, quei mercati esteri tradizionalmente legati all’offerta nautica del “bel Paese” ricca di eccellenze non solo culturali ma anche di opportunità imprenditoriali e ludiche dall’enogastronomia alla ristorazione. Da qui la presenza ai due grandi eventi in-ternazionali con stand collettivo e imprenditori della portualità turistica italiana: il Boot di Duesseldorf e il M.I.B.S. di Mosca per rispondere ad una domanda che, se dal centro Europa mira a consolidare la presenza stanziale nei nostri porti e nell’immobiliare ad essi collegato, dal mondo balcanico ha invece il sapore di una nuova conquista di quanto, in termini di eccellenze, sa ancora offrire il nostro Paese, porti turistici compresi.

Prima a Duesseldorf, poi a Mosca, dunque, dove in “ami-

chevoli riunioni conviviali” saranno “ospiti d’onore” di Asso-marinas i giornalisti delle più qualificate testate di settore per renderli consapevoli “che in Italia si sta fortunatamente rile-vando da parte delle forze politiche impegnate nella prossima campagna elettorale una particolare attenzione, fino ad oggi poco evidente, per il comparto nautico, oggi finalmente in li-nea con i programmi europei di sviluppo del turismo costiero e per l’incentivazione al rilascio dei visti per i cittadini di paesi emergenti che, secondo le valutazioni comunitarie - spiega il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio - potrebbero determinare un incremento fino a 60 miliardi di Euro del PIL dell’eurozona”.

Da Assomarinas, “Welcome on board”, dunque, nella por-tualità turistica italiana oggi impegnata nella realizzazione di

nuovi 23.500 posti barca e nella riqualificazione dei molti già realizzati ora pronti ad offrire una miglio-re ricettività grazie anche agli incentivi sui servizi già introdotti a tutto vantaggio di quel diporto in-ternazionale che sceglierà le coste italiane sia per il transito che per trovare un sicuro ed attrezzato ormeggio stanziale.

Perfettamente in linea con UCINA e FEDER-TURISMO Assomarinas porterà oltralpe questo importante messaggio, quello dei tanti imprenditori italiani che, nonostante la crisi in atto, hanno sa-puto rimboccarsi le maniche e investire credendo nell’ormai certa ripresa del dopo crisi. Internazio-nalizzazione e fidelizzazione restano, dunque, i “must” di questa importante missione all’estero alla quale hanno già aderito i rappresentanti dei più qualificati “motori del turismo nautico italiano”.

Massimo Bernardo

ASSOMARINAS“Friendly Relations”

Le imprese che aderiscono all’Associazione fanno squadra perché i prossimi Saloni Nautici di Duesseldorf e Mosca

rappresenteranno il palcoscenico privilegiato per rafforzare la fiducia e la scelta dell’offerta turistico-nautica italiana.

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nautica / porto&diporto

“La cri-

si brucia le speran-ze delle nostre azien-de. Bisogna fare squadra per fronteggiare l’emergenza sviluppando l’Associazione an-che con l’allargamento della base associativa peraltro già avviato”. Anton Albertoni presidente di UCINA Confindustria Nautica all’Assemblea generale convocata presso la presti-giosa Fondazione del Corriere della Sera a Milano non va per il sottile: “Lo scenario sullo stato del com-parto è drammatico e non ha prece-denti nella sua storia. Dobbiamo fare squadra e tracciare le linee guida del nostro futuro associativo trovando numeri adeguati”.

Già 34 aziende si sono dissocia-te, vuoi per ristrutturazioni, vuoi per cessata attività mentre la situazione ricalca quella di 12 anni fa. Lievi in-crementi nell’export e costante con-trazione del mercato interno con un fatturato globale che segna un -57% (-82% per il mercato domestico) con -42% degli addetti.

Bastano questi numeri, dunque, per capire l’entità della crisi che ha colpito il comparto. Una crisi alla quale bisogna poter e saper rispon-dere con terapie adeguate, con nuove strategie ma soprattutto con l’impe-gno di tutti: non solo quelli del mondo imprenditoriale ma, soprattutto quel-

lo d i

una poli-tica non suffi-cientemente presente per rilanciare il comparto.

Altro “busillis” è il Salone Nauti-co Internazionale di Genova che per l’UCINA rappresentava circa il 60% delle sue entrate ma nella scorsa edizione si è registrata una perdita di circa il 40%.

Quali sono, dunque, le strade da battere per ridare slancio e più forte visibilità alla nautica italiana?

Si procede per gradi: da una parte avvicendando nella giunta esecutiva di UCINA Giovanna Vitelli (Azimut-Benetti) e Francesca Radice (Sessa Marine) che restano nel direttivo, con Massimo Perotti (San Lorenzo) e An-drea Razeto (F.lli Razeto-Casareto) e Andrea Pirro (SNO Yachts) quale delegato regionale per la Sardegna mentre si allarga il direttivo con altri due membri Barbara Amerio (Perma-re) per il gruppo Unità rigide a motore e Maurizio Selva (Selva Marine) per il gruppo Produzione di motori marini,

dall’al-tra presentan-do a grandi linee le strategie per il nuovo Salone supportate da atten-te analisi e studi di Cermes Bocconi, dell’Osservatorio Nautico nazionale e dell’Università di Genova che sarà “ristrutturato” in linea con le mutate condizioni di mercato sia riguardo alla durata che agli spazi espositivi privilegiando il lato mare.

Ed in questo senso il rendering progettato dallo studio Caliari e Associati di Milano profuma già di mare e, se realizzato, rivoluzionereb-be gran parte dell’attuale waterfront fieristico lanciando così una vera e propria sfida mirata al rilancio inter-nazionale della nautica italiana che a Genova, non fosse altro che per tra-dizione, ha la sua migliore vetrina.

Il progetto prevede la valorizzazio-ne del lato mare con l’ampliamento di

Al prossimo Salone Nautico“Sapore di Mare”

per evitare la deriva

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s u -perfici esposi-

tive e preallestite per circa 15.000 mq., lo spostamento verso ponente del flusso principale dei visitatori con la creazione di un nuovo percor-so fronte mare attraverso pontili gal-leggianti, la collocazione dei motor-yacht nell’area della nuova Marina, dove saranno disponibili soluzioni allestitive anche a due livelli su ban-china e un corrispondente spazio su pontile galleggiante.

Ma il vero obiettivo di UCINA è la riduzione dei costi di partecipazio-ne per gli espositori, sia diretti che indiretti e l’adozione di soluzioni tecniche infrastrutturali per rendere le aree espositive sempre più acces-sibili.

Un’assemblea “fiume” nella re-

gione più affollata di im-

prenditori nautici nel pa-ese contraddistintasi dal “sapore di mare per evitare la deriva”. Relazio-ni e interventi e votazioni a raffica senza soste dalle 10 del mattino fino al tardo pomeriggio per cerca-re da una parte la giusta terapia per risanare le ferite (n.d.r. anche finan-ziarie dell’Associazione), dall’altra per adottare nel complesso bilancio preventivo nuove “economie di sca-la” tentando di salvaguardare i posti di lavoro, ma con tanti pesanti segni meno nelle varie voci di spesa.

Prioritario su tutto, però, per UCI-NA che, malgrado tutto ha chiuso il bilancio in pareggio, resta il proble-ma di far “cassa” e qui il discorso si fa complicato a fronte della pesante crisi che ha colpito le aziende asso-ciate e non. Un problema ancor più grave nel clima natalizio che però non è riuscito a rasserenare gli animi dei

tan-ti im-

p r e n d i -tori presenti

probabilmente, come tanti altri “colle-

ghi” di altri comparti, ves-sati da una pesantissima pres-

sione fiscale, dall’eccessivo costo della manodopera ma, soprattutto, dalla stagnazione del mercato.

Da qui si spegne l’euforia delle tan-te gioiose assemblee degli anni pas-sati lasciando il passo a meno sor-risi e ai tanti, troppi interrogativi ai quali oggi l’industria nautica italiana dovrà saper rispondere per restare a galla quando il Salone nautico inter-nazionale di Genova, rinnovato nelle strutture e nella ospitale gestione di espositori e pubblico, potrebbe rappresentare l’unico “salvagente” in un mare sempre più tempestoso dove a tracciare la rotta della ripresa non può essere certamente il solo “Comandante” Albertoni con il suo bravissimo team, ma il “mercato”, oggi incorrompibile “giudice” che è in grado di sancire, senza fare scon-ti, la fine o la rinascita della nautica italiana.

Massimo Bernardo

Fuori dagli schemi e con pochi sorrisi l’Assemblea Generale dell’UCINA affronta i grandi temi della crisi: si rinforza il Consiglio, si avvicenda la Giunta esecutiva, si progetta il nuovo Salone genovese, ma per gli imprenditori restano pesanti gli interrogativi sul futuro del mercato.

gennaio 2013 - 45

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nautica / porto&diporto

Un vento di tramontana di in-tensità pari a 6 – 7 nodi ha permesso lo svolgersi di tre

prove per la categoria Juniores e due per i Cadetti nella terza ed ultima gior-

Trofeo Campobassola vela a Napoli cresce

e supera ogni aspettativaDopo la terza e decisiva giornata di regate vince un austriaco nella categoria under 16 e un polacco nella categoria cadetti.

Il concorrente più lontano arriva dalla Russiala categoria Cadetti hanno decretato infine i vincitori 2013 premiati nella tra-dizionale Cerimonia del Circolo Savoia svoltasi alle 17 nella Sala delle Colon-ne del Reale Yacht Club Canottieri Sa-

Vecchia sia per il successo della ma-nifestazione, decretata dall’incredibile partecipazione di concorrenti, sia per l’ottimo lavoro svolto da tutto il persona-le del Circolo a partire dai marinai che hanno prestato una impeccabile assi-stenza a mare sino al personale di sala che ogni giorno si è preso cura delle centinaia di ospiti. “La ventesima edi-zione del Trofeo Marcello Campobasso si è svolta nel migliore dei modi, con un vento - nell’ultima giornata - finalmente presente sulla rada di Santa Lucia. Sia il numero di partecipanti che quello di nazioni iscritte hanno battuto tutti i re-cord delle precedenti edizioni e questo risultato ci ha dato un’enorme soddi-sfazione. Come sempre un grazie ai nostri sponsor: Banco di Napoli S.p.A., Berna, Ferrarelle, MN Metropolitana di Napoli S.p.A. e Original Marines sen-za i quali tutto questo non sarebbe mai stato possibile”.

Ecco dunque il podio per la catego-ria Under 16: a portarsi a casa il Trofeo Marcello Campobasso è David Lucan (AUT 1080) dell’Union Yacht Club Brei-tenbrunn. Balzo in classifica per la Sviz-zera. Si posiziona inaspettatamente al secondo posto Damian Suri (SUI 1618) dello Swisse Sailing Team e al terzo Athanasopoulos-Yogo Telis (GRE 202) del N.A.O.V. Podio tutto al maschile dunque e duello “in rosa” tra Mara Tu-rin (SLO 228) e Paula Igual (ESP 1919) per la conquista della Targa d’argento Irene Campobasso. A spuntarla è la Campionessa europea che si posizio-na al quarto posto. Al quinto la spagno-la. Bisogna arrivare all’ottavo posto per leggere il primo nome italiano, quello di Arianna Passamonti del Tibi Sail. Non bene per i portacolori del Circolo Savo-ia: tutti concludono purtroppo lontano dai primi posti. Questo invece il podio per la categoria Cadetti: primo posto per Abramowicz Pawel (Mos Ssw Ila-

nata del Trofeo Marcello Campobasso. La classica regata internazionale ad in-vito del Circolo Savoia organizzata nel Golfo di Napoli, riservata alla Classe Optimist, ha visto coinvolto, in questa straordinaria edizione, oltre trecento tra le più forti giovani promesse della scena sportiva della vela italiana ed estera provenienti da 28 nazioni. Non ci sono stati sostanziali capovolgimen-ti in testa alle classifiche delineate nei primi due giorni di gara. Le quattro pro-ve per la categoria Juniores e le tre per

voia alla presenza dell’Assessore allo Sport del comune di Napoli Giuseppina Tommasielli. L’Assessore ha ribadi-to l’importanza della vela, in una città come Napoli: “La vela è uno sport puro, portatore di valori sani; uno strumento importante per questa città, lo sport è unione, caduta delle barriere e arricchi-mento. Per questo motivo il Comune di Napoli punta su questo sport ed è stato felice di patrocinare questa manifesta-zione”. Soddisfatto e orgoglioso il Pre-sidente del Circolo Savoia Pippo Dalla

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wa), piccola promessa della vela po-lacca che si era posizionato al quarto posto in classifica provvisoria. Al suo debutto al Campobasso il concorrente austriaco ha sconfitto i 44 concorrenti balzando al primo posto dopo le due ottime prestazioni dell’ultimo giorno di regate. Secondo posto tutto italiano con Gabriele Centrone (Centro Velico 3V); lo segue sul terzo gradino del po-dio Laszlofy Levente (Sve) che confer-ma la posizione delle gare precedenti. Premiati anche i due concorrenti più giovani tra i Cadetti: Cengizhan Ozcan (Bodrum Spor Kulbu) della Turchia per gli uomini e Giorgia Cingolani (Club Nautico Senigallia), “baby velista” tra le donne. Vince il premio intitolato alla me-moria del giudice internazionale Branko Stancic, per il concorrente proveniente dal club più lontano, il russo Konstantin Neiman di Chelyabinsk (Russia), un pa-esino a confine con il Kazakistan. Nei-man per presenziare al Trofeo Marcello Campobasso ha percorso 3.763 km. Il Presidente Dalla Vecchia ha poi chiuso con un monito per la prossima edizio-ne: “Questa manifestazione cresce di edizione in edizione; ci ritroviamo a su-perare ogni anno le nostre aspettative ma, alla luce delle difficoltà affrontate per ospitare gli oltre 300 concorrenti, è evidente che nel 2014 è necessario per l’organizzazione trovare una solu-zione alternativa al porticciolo di Santa

Lucia e la sua struttura, Circolo Savoia compreso, per questo Trofeo, ad oggi uno degli eventi di punta del calendario internazionale della vela napoletana. Abbiamo un lasso di tempo conside-revole davanti a noi per prendere una

decisione a riguardo”. Cosi saluta i 308 partecipanti il Presidente Dalla Vecchia fissando l’appuntamento per la prossi-ma edizione del Trofeo Campobasso.

Riccardo Russo

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nautica / porto&diporto

Offrire agli operatori legati ai comparti crociere, traghetti e nautica (vela e motore) che

hanno nell’Adriatico la sola o una delle proprie aree di attività un’occasione di incontro, dibattito e approfondimento sul turismo via mare dell’area dando un contributo concreto allo sviluppo delle loro attività. E ancora, contribuire ad assegnare all’Adriatico quel ruolo di protagonista tra le zone geografiche a forte vocazione turistica in Europa che esso merita in virtù della presenza di oltre 150 destinazioni costiere interes-sate da movimenti turistici.

Questi, in sintesi, gli obiettivi prin-cipali di Adriatic Sea Forum, il nuovo evento annuale internazionale dedicato al turismo via mare nell’Adriatico legato

Il Nord Adriatico puntasul turismo marittimo

Al via il 21 e 22 marzo 2013 a Trieste la prima edizione di Adriatic Sea Forum, evento annuale internazionale

dedicato al turismo via mare nell’Adriaticoai settori crociere, traghetti e nautica (vela e motore) ideato da Risposte Tu-rismo - società di ricerca e consulenza a servizio della macroindustria turistica fondata e presieduta da Francesco di Cesare - in programma giovedì 21 e venerdì 22 marzo 2013 presso il Palaz-zo dei Congressi della Stazione Maritti-ma di Trieste. Francesco di Cesare ha illustrato a Porto&diporto rispondendo ad alcune domande.

Un format innovativo per un even-to internazionale dedicato ad una macro regione, come nasce l’idea dell’Adriatic Sea Forum?

“L’Adriatico è uno straordinario teso-ro di eccellenze paesaggistiche, natu-rali, storico-artistiche. Un comprenso-rio che dovrebbe essere in testa nelle

classifiche mondiali per destinazione dei flussi turistici, ma che ancora non riesce ad esprimere completamente il suo potenziale a causa di una lunga serie di disattenzioni. Nell’Adriatico sono presenti numerose forme di turi-smo via mare: barche a vela e a moto-re, crociere, traghetti e aliscafi. Tuttavia non esistono occasioni di approfondi-mento e di incontro a disposizione de-gli operatori – pubblici e privati – impe-gnati nell’organizzazione e gestione di attività legate alla domanda turistica in tale spazio: porti, società di navigazio-ne, amministrazioni pubbliche, cantieri, società di charter, agenzie marittime, tour operator e agenzie viaggi, consor-zi di promozione turistica. Adriatic Sea Forum vuole pertanto colmare questo

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vuoto ed essere un’occasione di ag-giornamento, di crescita professionale, di confronto tra colleghi ed operatori di ciascun comparto oggetto del Forum. L’obiettivo è quello di offrire una lettura internazionale della destinazione turi-stica adriatica che possa individuare le chiavi giuste per promuovere tale area nell’interesse collettivo di operatori e Governi di tutti i Paesi bagnati da que-sto mare”.

Ritiene che dalla due giorni di Trie-ste possano scaturire indicazioni per una promozione più incisiva sui mercati internazionali?

“È senz’altro uno degli obiettivi del Forum, peraltro al centro della ses-sione plenaria di apertura. Ragionare, cioè, su quale sia l’approccio migliore per promuovere l’area e puntare ad ottenere risultati alla portata e migliori di quanto finora acquisito: da un lato lasciando a ciascun Paese e singola località una totale autonomia nell’am-bito di un gioco competitivo, dall’altro definendo fin dove possibile linee co-muni d’azione che, nel rispetto delle li-nee d’azione di ciascuno nonché di una sana competizione, possano consenti-re di attirare in Adriatico una nuova do-manda, nuovi investimenti, nuove op-portunità. La scelta di mettere al centro del Forum le diverse forme di fruizione turistica via mare apre ad un numero considerevole di temi da affrontare, ad alcuni dei quali è stata data priorità per

questa prima edizione, lasciandone per le prossime molti altri. La presenza di relatori internazionali con diversa espe-rienza contribuirà ad arricchire il valore della discussione che speriamo anime-rà la due giorni di lavori, e proprio sui temi della promozione, della concor-renza, della fiscalità, degli investimen-ti, dell’attenzione dell’Europa a quanto avviene e potrà avvenire in Adriatico siamo certi potranno prodursi riflessioni e ragionamenti particolarmente utili e in grado di ripagare i presenti della scelta di seguire i lavori del Forum”.

Adriatic Sea Forum è organizzato quest’anno in partnership con Turi-smoFVG, l’agenzia regionale preposta allo sviluppo turistico del Friuli Venezia Giulia, che sta portando avanti un pro-getto legato alle Stazioni nautiche della regione, forma di accoglienza ulteriore per i turisti che arrivano dal mare, e con la collaborazione di Trieste Terminal Passeggeri.

Adriatic Sea Forum sarà il primo ap-puntamento a riunire in un’unica occa-sione tutte le forme di turismo via mare dell’Adriatico, affrontando tematiche trasversali a sette nazioni (Albania, Bo-snia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Italia e Slovenia), per un totale di 25 regioni che insistono sulle due sponde dell’Adriatico.

Nel corso della due giorni di lavoro verranno affrontati temi quali le poli-tiche di promozione turistica legate al

mare attuate da ciascun territorio coin-volto, l’andamento dei traffici passeg-geri generati dal passaggio di navi da crociera e traghetti nei principali scali dell’area, così come dal turismo nauti-co, gli investimenti in corso in ciascuno dei comparti analizzati e le dinamiche e le ricadute economiche e occupaziona-li sui rispettivi territori.

L’evento consentirà inoltre a tutti i partecipanti di aggiornare le proprie co-noscenze ed informazioni sui fondi e i progetti europei a supporto dell’econo-mia turistica in Adriatico e di rafforzare la propria azione di networking entran-do in contatto con nuovi operatori in un contesto internazionale.

Il programma del forum prevede due giorni di studio e confronto con ses-sioni plenarie dedicate ad alcuni dei grandi temi legati al turismo via mare nell’Adriatico e sessioni parallele di ap-profondimento su specifiche tematiche di interesse.

All’interno di Adriatic Sea Forum ver-rà inoltre presentato e consegnato a tutti i partecipanti Adriatic Sea Tourism Report, il primo report di ricerca tra-sversale ai settori crociere, traghetti e nautica da diporto dedicato al turismo via mare dell’Adriatico e verrà presen-tato il nuovo portale nautico del Friuli Venezia Giulia ideato dall’Agenzia Tu-rismoFVG.

FDC

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50 - gennaio 2013

nautica / porto&diporto

La forte e perdurante crisi del mercato nautico non vede schiarite all’orizzonte e di riflesso è entrato in crisi anche quello dei posti barca. Quando sono stati

progettati i porti marina che oggi compongono l’offerta nazio-nale dei posti barca vi era una richiesta di gran lunga superio-re all’offerta. Oggi che sono realizzate le infrastrutture, ed al-tre ancora sono in fase di realizzazione, esempi significativi in Campania sono Marina di Vigliena a Napoli e Marina d’Arechi a Salerno, non solo manca il flusso di nuove immatricolazioni ma non si riesce ad intercettare la clientela delle altre mari-ne in quanto cresce la tendenza di tenere le barche a secco per lunghi periodi. Ma per invertire la tendenza e rimettere in moto l’economia nautica il jolly potrebbe essere il parco usato parte del quale passerebbe dai rimessaggi terrestri al mare con beneficio per tutto il settore. Porto&diporto ne parla con Salvatore De Angelis, AD di Sorrento Yachting Services.

Secondo lei il mercato è fermo anche per la questione fiscale?

Assolutamente si. Si potrebbero auspicare dei migliora-menti della normativa o quantomeno degli alleggerimenti per quanto riguarda le barche di una certa età, la vetustà del bene attualmente viene considerato fattore che determina il lusso, discorso ugualmente delicato è quello dei posti barca.

Tornando al mercato: quasi calma piatta. Ma è fermo, anche quello dell’usato?

La crisi investe tutto il settore. Ma si potrebbero pensare nuove strategie per rimettere in moto le cose. Prima di tutto dare il giusto valore alle barche usate. Ogni barca dovrebbe essere periziata in modo opportuno per darle un valore reale e concreto in relazione agli anni trascorsi, alla tipologia e di come è stata usata l’attrezzatura, solo da un’attenta anali-si completa si può dire il reale valore di una barca. Quanto più ci si avvicina al valore reale della barca tanto più si può trovare una fascia di persone disposta ad investire su una imbarcazione datata, logicamente non parliamo delle barche storiche.

Attualmente esiste un meccanismo di certificazione per i lavori di refitting?

No. In realtà ci si è sempre basati sul concetto che nel-

la vita dell’imbarcazione e quindi anche dopo operazioni di ricondizionamento, l’imbarcazione subisce i soliti controlli di routine, ma ciò non basta ovviamente ad evitare sorprese ad un possibile acquirente.

Qui entra in azione la vostra attività di controllo e cer-tificazione?

Vede uno delle più diffuse opinioni è quella secondo la qua-le i soldi spesi per una barca usata non si riprenderanno mai più. Niente di più sbagliato. In presenza di un meccanismo di certificazione del valore non solo si “calmierebbe” il mercato ma il prezzo rimarrebbe un punto di riferimento per valuta-zioni future. Ovviamente l’operazione diventa interessante se considerata nel suo complesso. Con una squadra di giovani ingegneri formati ad hoc seguiamo le operazioni di refit con molta attenzione in modo da poter certificare anche la qualità dei lavori effettuati. Ci occupiamo scrupolosamente di tutte le fasi. Iniziando dal cantiere che dovrà effettuare i lavori, que-sto dovrà avere precisi requisiti in quanto con noi operano solo strutture certificate e che hanno particolare attenzione all’ambiente. Poi per tutta la durata del refit garantiamo la supervisione dei nostri ingegneri nel cantiere. Infine tutto vie-ne certificato da un Ente accreditato. In questo modo i soldi spesi in cantiere diventano patrimonio della barca!

Quindi qualità e sicurezza della barca sono garantite da un Ente di Certificazione?

Esatto. La certificazione sia dei soldi spesi sia dell’attenta analisi del percorso fatto per il refit, può essere di garanzia e tutela di chi compra. Ma i benefici della certificazione sono più immediati dell’ipotesi di vendita. Fare un’assicurazione su una barca che è stata ricondizionata ma controllata duran-te il refit chiaramente può avere il vantaggio di determinare l’esatto valore da assicurare e perché no, semmai spuntare condizioni vantaggiose.

Quale Ente emette le certificazioni?L’Ente che effettua il controllo sulla qualità dei lavori effet-

tuati e sulla nostra supervisione certificando il tutto è il Quality & Security, il secondo ente per numero di certificazioni dopo il RINA.

mdc

Certificare il refittingper rilanciare l’usato

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aziende / porto&diporto

che però non vuole chiudere gli occhi di fronte alle mutazioni del gusto di una clientela internazionale.

Quali tecniche adottate?Le cravatte Ulturale sono tagliate e

confezionate a mano con la cura e la meticolosa precisione proprie dell’anti-ca, quanto attuale, scuola sartoriale na-poletana. La qualità dei tessuti insieme all’accurata manifattura rigorosamente realizzata nei quattro, talvolta cinque o anche sei passaggi a mano, ne fanno oggetti esclusivi, di altissimo prestigio e valore, prodotti in numero limitato an-che su misura, con la scelta diretta del-le stoffe, sia per il tradizionale modello tre pieghe che per le raffinate sette, dieci e dodici pieghe.

Perché le cravatte Ulturale sono diventate un “must”?

L’alta qualità dei tessuti in seta jac-quard, garza di seta, seta stampata e kashmire, vengono selezionati tra le più antiche e prestigiose tessiture e stamperie italiane ed inglesi. Dal rica-mo in oro alle soluzioni più discrete, dal tessuto speciale ai dettagli nascosti. Per eventi, club, aziende, Ulturale è la

cravatta giusta per esprimere uno stile, una tradizione. Astucci, scatole raffina-te, pratici ed eleganti shoppers, com-pletano un’attenzione particolarmente curata e sobria, nonché adeguata allo stile del target di riferimento.

Quanto incide la “napoletanità” sulla vostra filosofia?

La “Tiè!”, una delle nostre collezioni più apprezzate in assoluto, è frutto pro-prio della nostra attenzione alla tradizio-ne partenopea. Si tratta di una cravatta settepieghe in pura seta, realizzata da esperti artigiani che al suo interno cela un amuleto portafortuna in prezioso corallo. Questo accessorio ha saputo sin dal suo lancio conquistare consen-si anche tra i più scettici, ma sempre patiti dell’eleganza. Ad ottobre, invece, abbiamo lanciato la “TriKorno”, di altis-simo profilo artigianale che, mediante un preziosissimo cornetto tricolore in materiali pregiati, intende richiamare ai valori della coesione e dell’unità na-zionale in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo attra-versando.

Eduardo Cagnazzi

Tradizione artigianaleper un “must” del ben vestireEspressiva, coerente, scara-

mantica. Dal taglio alla cucitu-ra ogni passaggio tiene conto

della curata e meticolosa tradizione sartoriale partenopea. Tanto da essere riconosciuta nel 2009 da Class come migliore cravatta al mondo. E adesso Ulturale, con i tre, sette, dieci e dodici pieghe, si prepara a sbarcare sui mer-cati emergenti, come la Corea del Sud ed i paesi iberici, grazie a El Corte In-glés, la più importante catena di grandi magazzini in Spagna, presente anche in Portogallo. Porto&diporto ne parla con Giancarlo Auriemma, presidente e responsabile commerciale di Ulturale.

“Il raggiungimento di questa intesa con una delle più importanti catene al mondo rafforza la nostra presenza all’estero e premia la politica di interna-zionalizzazione del brand. Oggi siamo presenti in diversi Paesi tra l’Europa e l’Asia, in punti vendita esclusivi che già ci stanno dando grandi soddisfazioni da un punto di vista commerciale. Visto il gradimento riscontrato dalle nostre produzioni dalla clientela estera, pro-seguiremo con la nostra strategia certi di entrare in nuovi e importanti mercati esteri”.

Quale è la chiave del vostro suc-cesso?

Il nostro brand è il frutto di oltre mez-zo secolo di esperienza nel settore del-la moda maschile e della volontà fare di una cravatta “oggetto del desiderio” da parte di cinque amici: io, Enzo Ulturale, Sergio Crispino, Ciro Esposito e Massi-mo Massaccesi.

Come nascono le vostre produzio-ni?

Creare cravatte che si fanno notare, apprezzare, senza mai eccedere, ben consapevoli di rappresentare il primo biglietto da visita dell’uomo, rimanen-do fedeli ai principi di uno stile italiano

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aziende / porto&diporto

Dall’analisi dei risultati di bor-sa delle Aziende della Moda e del Lusso quotate a livello

mondiale nel 2012 e dall’analisi degli indici Pambianco Fashion in Europa, USA e Asia, emergono alcuni risultati scontati ed altri sorprendenti.

Scontato è che l’indice che è cre-sciuto di più è il Pambianco Fashion Asia, con uno scoppiettante +98,6%. Sorprendente è che il secondo indice per crescita sia il Pambianco Fashion Europe, nonostante la crisi perduran-te in Europa, con un +13,1%. L’indice Pambianco Fashion USA, infine avan-za del 4,3%. In termini comparativi, rispetto agli indici generali, il lusso nel 2012 ha sovraperformato in Asia, con un +98,6% rispetto al +22,9% dell’indi-ce Hang Seng.

Anche in Europa l’indice fashion ha fatto meglio rispetto all’Eurostoxx 50: +13,1% contro +11,2%.

Solo negli USA ha fatto peggio, con un +4,3% rispetto al +7,3% del Dow Jones. Sorprendente è anche che due delle prime quattro azioni che hanno fatto registrare la migliore performance nel 2012 siano italiane. Prada è prima

2013: ottime prospettiveper la moda italiana

Analisi sull’andamento della moda in Borsa 2012: l’Asia e il lusso italiano dominano i listini

con un +112,7%, Michael Kors è se-conda con un +88%, Movado è terza con +72,9% e subito a ruota Brunello Cucinelli con un +72,4%.

Migliori e peggioriin Europa

Miglior titolo in Europa è proprio Bru-nello Cucinelli dall’alto del suo +72,4%. Segue a ruota Inditex (+66,9%) e Sal-vatore Ferragamo con un +60,5%. Fa un po’ specie vedere che dei primi tre titoli in Europa in termini di performance due siano aziende italiane ed una spa-gnola, i paesi che probabilmente hanno maggiormente sofferto la crisi nell’ulti-mo anno. La verità è che in termini di business queste aziende sono ormai globali e poco baricentrate sui mercati domestici che stanno soffrendo. Peg-giori titoli in Europa Mulberry, con un -20,2% e Antichi Pellettieri (-14,3%).

Migliori e peggioriin USA

Miglior titolo americano è Michael Kors (+88%) che nel 2012 ha messo a segno risultati davvero clamorosi in termini di crescita e utili. Per il 2012 l’Azienda si aspetta ricavi tra 1,86 e

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1,96 miliardi di $, rispetto ai 1,3 miliardi del 2011 e un utile per azione compre-so tra 1,48 e 1,50$ rispetto agli 0,79$ di un anno fa. Medaglia d’argento per Movado (+72,9%). L’Azienda con sede a Paramos, New Jersey, è cresciuta nel 2012 trainata dalle collezioni a marchio proprio Movado Bold, Sport Chronogra-ph e Series 800 e dai marchi in licenza Coach, Hugo Boss, Tommy Hilfiger e Lacoste. L’utile per azione si è attestato a 1,40$ contro gli 1,15$ di un anno fa e gli 1,27$ stimati dagli analisti. Podio per GAP (+69,5%) che beneficia del la-voro del nuovo Ceo Glen Murphy, che ha tagliato i negozi poco performanti, si è focalizzato sul prodotto puntando sul “dna Gap” e ha beneficiato della limita-ta esposizione in Europa (solo il 6% dei ricavi) a fronte di una forte crescita

in Cina. Tutto ciò condito anche da un aumento dei dividendi per gli azio-nisti.

Menzione speciale per PVH Corp. (+56,1%) che possiamo ormai consi-derare a tutti gli effetti un nuovo polo del fashion globale. Dopo le acquisi-zioni di Calvin Klein e Tommy Hilfiger, infatti, nel 2012 il gruppo ha acquisito anche Warnaco, candidandosi a diven-tare uno dei gruppi leader nel fashion oltreoceano. La performance del titolo dimostra come anche gli investitori ap-

prezzino la strategia di crescita di que-sto nuovo polo. Peggiori titoli in Ameri-ca Guess (-12,8%) e Tiffany (-12,4%). Su Guess pesa la forte presenza nel mercato europeo mentre su Tiffany le stime al ribasso per il 2012, guidate da un mercato americano ancora in con-valescenza.

L’Asia trascinail Mondo

Star del 2012, come visto, è Prada, con una performance straordinaria (+112,7%). L’Azienda guidata da Pa-trizio Bertelli, d’altronde, continua a inanellare risultati strabilianti: nel ter-zo trimestre 2012 ha ancora una vol-ta stracciato le stime degli analisti con una crescita del fatturato del 33% a 792 milioni di € e un utile in aumento del 57%.

Molto bene anche Fast Retailing (+59,2%). Il colosso giapponese conti-nua nello shopping oltre confine. A fine anno ha rilevato dal fondo Star Avenue Capital l’Azienda di jeans wear ame-ricana J Brand. Oggi il portafoglio del gruppo annovera, oltre a Uniqlo, anche i marchi Helmut Lang, Theory, Com-ptoire de Cotonniers, Princesse Tam-Tam ed appunto J Brands.

ProspettiveIl 2012 è stato dominato da due dri-

ver fondamentali: l’Asia con i suoi con-sumatori che fungono da motore dei consumi e i Marchi del Lusso Europei, con gli italiani Prada, Cucinelli e Ferra-gamo sugli scudi. Anche per il 2013 il binomio Asia – Marchi del Lusso euro-pei dovrebbe continuare.

I consumatori asiatici continueranno a trainare i consumi, sempre più anche attraverso il turismo.

I Marchi del Lusso dal canto loro do-vranno avere sempre più una geogra-fia delle vendite bilanciata, in modo da non essere violentemente esposte alle oscillazioni di questo o quel mercato, ma dovranno anche dotarsi delle op-portune risorse finanziarie per cogliere le opportunità di un mercato globale. In questo senso gli esempi dei neo-quota-ti Prada, Cucinelli, Ferragamo, Michael Kors, che sono state le star della Borsa nel 2012 sono esempi più che significa-tivi. In rampa di lancio ci sono Moncler e Pianforte Holding (Yamamay e Carpi-sa) con Borsa Italiana che si appresta a diventare fulcro per la Moda e Lusso a livello mondiale.

Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa

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turismo / porto&diporto

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Città d’arte con le sue dimore storiche e le sue bot-teghe ceramiche. Città legata all’enogastronomia e all’olivicoltura di qualità. Una meta per gli amanti

della cultura e delle arti, ma allo stesso tempo aperta città aperta alle nuove tendenze ed a quelle emozioni che scaturi-scono dai cinque sensi quando ci si lascia attraversare dalle sensazioni e dagli stimoli che la Valle del Titerno offre. Unica città, Cerreto Sannita, dove hanno sede un museo della ce-ramica tradizionale, quella dell’arte contemporanea, dell’arte sacra, dell’arte contadina e prossimamente perfino dell’ar-cheologia. Una città medioevale rasa al suolo dal terremoto del 1688 e ricostruita con strade a maglia a scacchiera che la fanno somigliare al centro storico di Torino; una peculiarità, coniugata all’accoglienza turistica e alle sue radici storiche, che ha reso possibile l’assegnazione della Bandiera Arancione rilasciata dal Touring Club che l’ha inserita tra i borghi più suggestivi d’Italia. Un territorio dove la ga-stronomia è l’espressione della ricca tradizione culinaria che per secoli hanno costituito il cibo di pastori e conta-dini e gli oliveti, ricor-da Caterina Meglio, responsabile della Camera di commer-cio italiana in Canada e delegata al Marke-ting territoriale del comune di Cerreto, trovano l’habitat idea-le per una produzione di qualità. E per tale motivo, un paesag-gio olivicolo da tute-lare come patrimonio dell’Umanità, sotto-linea Pasquale San-tagata, sindaco della città che ha ospitato il mese scorso l’uni-ca tappa campana di Girolio, la manifesta-zione ideata dall’As-sociazione nazionale città dell’olio non solo per promuovere e valorizzare i territori olivetati di qualità del Paese e ad avvicina-re l’extravergine al grande pubblico ma, soprattutto, per sensi-bilizzare gli organi na-

zionali ed europei, deputati a definire le politiche economiche del comparto, a salvaguardare un patrimonio di assoluta ec-cellenza e un alimento che rappresenta il principale protagoni-sta della cucina italiana. “Il nostro olio è il frutto prezioso della passione e del lavoro, seguendo tradizioni che si tramandano da secoli”, afferma Antonio Parente, presidente dell’Olivicola Titerno ed imprenditore alberghiero. “Noi scegliamo il meglio che la terra ci dona, gocce d’oro che profumano di campa-gna, che si sposano agli svariati piatti tipici del territorio e che formano un connubio di sapori insuperabili”. Anche per questo negli ultimi anni - affermano Antonio Bello e Giuseppe Borzano, rispettivamente amministratore e socio del Frantoio Oleario Sannita - si moltiplicano gli sforzi per promuovere una migliore conoscenza dell’autentico extravergine, un “prodotto

che, purtroppo, trova difficoltà ad imporsi su un mer-cato saturo contrassegnato da prezzi alla

portata delle tasche dei consumatori e pertanto di qualità inferiore”. Qual

è dunque la strada da seguire per non disperdere questo

immenso patrimonio che produce reddito anche

per l’indotto che vi sta attorno? “Certamente l’innovazione dei pro-cessi per una produ-zione certificata e l’in-ternazionalizzazione, oggi indispensabile per competere e dare valore alla qualità del-la vita” aggiunge Pa-squale Giordano, gio-vane amministratore dell’Oleificio Sant’An-na, che nell’azienda di famiglia porta anche il valore aggiunto del ri-sultato cui perviene la sua tesi di laurea sul-le tecnologie dei cicli produttivi dell’olio. E’ proprio la qualità della vita dei cittadini che sta spingendo l’ammi-nistrazione comunale ad investire sulla pro-mozione del territorio: arte, tradizioni, ga-stronomia e cultura, un unico filo per un turismo di qualità tutto l’anno.

Eduardo Cagnazzi

aziende / porto&diporto

Cerreto Sannitaun suggestivo borgo

fucina di giovani imprese

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turismo / porto&diporto

A nche nel 2012 l’Italia ha con-tinuato a essere per la Ger-mania un mercato incoming

dagli sviluppi molto positivi. Secondo le statistiche governative ufficiali, nei primi dieci mesi dell’anno appena terminato i pernottamenti degli italiani in Germania hanno fatto registrare un nuovo record, con un aumento del 6,6 per cento ri-spetto allo stesso periodo del 2011. Considerando che i viaggi all’estero de-gli italiani, come segnala IPK Internatio-nal, sono purtroppo calati globalmente del 5 per cento e aumentati invece del 4 per cento verso la Germania, si può dedurre che la destinazione Germania nel 2012 si è ulteriormente consolidata sul mercato italiano.

La crescita è stata generata princi-palmente dai viaggi per vacanze. Come indicano i dati relativi ai singoli Länder tedeschi, soprattutto le mete statistica-mente più frequentate dai viaggiatori italiani hanno potuto registrare aumenti consistenti. La sola capitale Berlino tra gennaio e ottobre 2012 ha visto aumen-tare del 12,3 per cento i pernottamenti degli ospiti italiani. Anche la Baviera, il Land tedesco percentualmente più visi-tato dagli italiani, archivia una crescita nei pernottamenti del 5,7 per cento. Nel Baden-Württemberg, cui appartengono la Foresta Nera e città intensamente frequentate come Stoccarda, Friburgo o Baden-Baden, nel periodo conside-rato si è registrato un aumento degli italiani nella misura del 5,5 per cento, mentre l’Assia con Francoforte, metro-poli sempre più popolare tra i viaggiato-

ri, ha generato una crescita dei pernot-tamenti italiani pari al 7,8 per cento. Ot-timi i risultati complessivi per il turismo verso la Germania.

In generale, il turismo verso la Ger-mania sta conoscendo uno sviluppo positivo come non mai. I dati statisti-ci ufficiali indicano che nei primi dieci mesi del 2012 le strutture ricettive con più di 10 letti hanno registrato un totale di 59,8 milioni di pernottamenti di ospiti stranieri, equivalenti a una crescita del 8,3 per cento rispetto allo stesso perio-do dell’anno precedente. Questo signi-fica che la Germania anche nel 2012 si conferma come una destinazione molto apprezzata dai visitatori di tutto il mon-do. Già a ottobre i pernottamenti degli ospiti stranieri avevano quasi raggiunto la soglia dei 60 milioni, un successo mai registrato fino ad oggi.

Trend dinamico dall’Europa I dati più recenti diffusi da IPK Inter-

national indicano che la destinazione Germania sta conoscendo uno svilup-po particolarmente positivo rispetto ad altre mete di viaggio. Nel quadro euro-peo, l’evoluzione dell’incoming tedesco rivela una crescita fortemente dina-mica. Infatti il numero dei viaggi degli europei in Germania, secondo le stime

Il turismo in Germaniada gennaio a ottobre 2012 Forte aumento dell’incoming dall’Italia nei primi dieci mesi del 2012

di IPK International, nei primi otto mesi del 2012 risulta incrementato del 7 per cento, mentre globalmente i viaggi all’estero degli europei sono aumentati soltanto del 2 per cento.

Crescita costante dai Paesi confi-nanti

Dopo i record registrati dall’incoming tedesco nel 2010 e 2011, anche i primi dieci mesi del 2012 hanno conosciuto un ottimo sviluppo, tanto che per la de-stinazione Germania si profila un nuo-vo primato di pernottamenti per l’intero 2012. Circa il 75 per cento dell’incoming tedesco è generato dal forte mercato europeo, al quale da gennaio a ottobre 2012 vanno ascritti quasi 45,3 milioni di pernottamenti. Gli aumenti più con-sistenti derivano dai Paesi confinanti, primo tra tutti l’Olanda. Il mercato più importante per l’incoming tedesco fa registrare un aumento costante del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente e nei primi dieci mesi del 2012 ha ge-nerato poco meno di 9,9 milioni di per-nottamenti. Sulla base dei trend attuali, IPK International ha riscontrato che i viaggi in Germania degli olandesi sono aumentati del 4 per cento, mentre com-plessivamente i loro viaggi con destina-zione estero hanno fatto registrare una

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p e r cento. Cina e Russia sono an-che al primo posto per i viaggi motivati dallo shopping nella destinazione Germa-nia. Da gennaio a set-tembre 2012 i viaggiatori provenienti da questi due Paesi hanno contribuito per il 54 per cento circa al totale del fatturato di vendite duty-free. Per la prima volta, anche i visitatori provenienti dagli Stati arabi del Golfo sono aumentati sensibilmente, facen-do registrare una crescita del 29,4 per cento con oltre un milione di pernotta-menti nei primi dieci mesi del 2012. I viaggiatori provenienti da questa re-gione del mondo si distinguono per lo

in o r -d i n e d ’ i m p o r -tanza per l’inco-ming tedesco, continua a svilupparsi molto bene e contribuisce all’aumento del volume dei pernotta-menti in Germania con un significativo 9,6 per cento.

Cospicui aumenti dall’Europa set-tentrionale

Ai successi dell’incoming tedesco ha contribuito anche la Gran Bretagna, alla quale va attribuita una crescita dei pernottamenti in misura del 5,1 per cento. Secondo i dati di IPK Internatio-nal, i viaggi degli inglesi con destinazio-ne Germania sono aumentati del 5 per cento, assai più della crescita generica dei viaggi all’estero compiuti dai cittadi-ni britannici che rispetto all’anno prece-dente non supera +1 per cento. Note-vole anche l’apporto della Danimarca, che si conferma un mercato dai volumi consistenti con un aumento del 10 per

spiccato potere d’acquisto. Secondo il World Travel Monitor di PK Internatio-nal, nel 2011 ciascuno di loro ha speso per il viaggio in Germania una media di 3.850 Euro, a fronte dei 511 Euro spesi mediamente dai viaggiatori europei.

Per il 2013 le prospettive appaiono positive a livello mondiale e prevedono un’ulteriore crescita della propensione ai viaggi. Un sondaggio svolto da IPK indica che il 28 per cento delle persone interpellate intende compiere almeno un viaggio all’estero nel corso dell’an-no, possibilmente anche più di uno. Ciò equivale a un aumento del 5 per cento circa rispetto ai dati del 2012.

Chi siamo La DZT (Deutsche Zentrale

für Tourismus) è l’Ente Nazio-nale Germanico per il Turismo (ENGT). La sua sede principa-le è a Francoforte sul Meno. Su incarico del Ministero dell’Economia e della Tec-nologia (BMWi) si occupa di rappresentare la Germania in quanto meta turistica, e a questo scopo il Parlamento tedesco ne ha decretato il finanziamento da parte del Ministero. L’ENGT sviluppa e diffonde strategie e prodot-

ti per estendere ulteriormente l’immagine positiva delle de-

stinazioni turistiche tedesche all’estero e per promuovere i flussi turistici verso la Germania,

avvalendosi anche delle sue 30 sedi di rappresentanza

a livello mondiale.Fabrizio De Cesare

crescita del 2 per cento. Ciò significa che la Germania nel 2012 ha ulterior-mente consolidato il suo primato come meta estera più amata dagli olandesi, attestandosi per la sesta volta come destinazione principale per il merca-

to outgoing dell’Olanda. Anche la Svizzera, secondo

mercato

cento nei primi dieci mesi del 2012; in tale periodo i pernottamenti danesi in Germania sono stati circa 2,5 milioni.

Ancora crescite sovraproporzionali dai Paesi BRIC e dagli Stati del Golfo

Gli aumenti più significativi sono sta-ti quelli fatti registrare dalla Russia e

dalla Cina. Per entrambi i mercati si parla di

una crescita superiore

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turismo / porto&diporto

Uno sbocco nuovo e inusuale per i laureati in materie uma-nistiche, in particolare per gli

archeologi. È il settore dei viaggi, o meglio dei Viaggi nel Tempo, la nuo-va linea di itinerari tematici dedicati al turismo culturale promossa da CartO-range – Viaggi su Misura, azienda della vendita diretta che cerca candidati con un curriculum incentrato in materie sto-riche, che abbiano tanta passione per i viaggi.

«Conoscere bene la storia e i suoi segreti è per noi un elemento prefe-renziale, anche se non l’unico, per di-ventare consulente di viaggio – afferma Gianpaolo Romano, ad di CartOrange - Compito dei consulenti CartOrange

Lavoro: nuove opportunità come consulenti di viaggio

Da Cartorange - Viaggi su Misura, una proposta inconsueta per dare nuovo slancio al turismo culturale

è proporre itinerari cuciti su misura in base alle esigenze dei clienti, per sco-prire luoghi insoliti o per rivederne altri già noti con occhi diversi». Si tratta, in-somma, di un’opportunità professiona-le interessante per i laureati in materie umanistiche: una strada di certo poco battuta per chi sceglie questo percor-so di studi, ma che sembra essere una risposta alla crescente difficoltà nel tro-vare un impiego. Il quadro lavorativo in Italia, come fotografato anche nell’ulti-mo rapporto Censis di dicembre 2012, è tutt’altro che roseo, soprattutto per i neo-laureati in materie umanistiche. Nei primi sei mesi dell’anno il numero degli occupati ha registrato una fles-sione dello 0,3%. E a risentirne sem-

brano essere soprattutto i giovani: tra il 2010 e il 2011, mentre l’occupazione in Italia cresceva, anche se di poco, il numero dei lavoratori con meno di 35 anni diminuiva del 3,2%, segnando una contrazione di 200mila unità. Per il 2012 il quadro peggiora, visto che solo nel primo semestre sono stati bru-ciati più di 240mila posti di lavoro de-stinati a giovani (-4% rispetto all’anno precedente). Le situazioni più critiche, secondo l’Istat, sono proprio quelle dei laureati nei corsi triennali e biennali di lettere e filosofia, con tassi di disoccu-pazione superiori al 40%. CartOrange vende viaggi su misura e il suo bilancio è in attivo, in controtendenza rispetto al settore, grazie a proposte di qua-

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lità. Dopo aver chiuso il 2012 con un aumento del giro d’affari del 5%, ripar-te con slancio nel 2013 per migliorarsi ancora. «La figura del consulente di viaggio, che CartOrange ha portato in Italia nel 1999, è la naturale evoluzione del tradizionale agente – spiega Roma-no- Grazie alla formazione della Travel Academy, scuola interna a CartOrange, i nostri Consulenti sono costantemente informati ed aggiornati su tutti gli aspet-ti dell’attività, affinché possano avere una preparazione completa, un’ottima conoscenza del settore viaggi, delle destinazioni e delle ultime normative in materia turistica». Da quest’anno è stata attivata, all’interno della Travel Academy, la nuova qualifica “Specialist Viaggi del Tempo”, con corsi dedicati ad approfondire la conoscenza degli iti-nerari culturali, che prevedono non solo viaggi accompagnati da un archeologo, ma anche lezioni preparatorie via web da casa. Un passo ulteriore per i laure-ati in materie umanistiche che diventa-no consulenti di viaggio è l’opportunità di progettare, a loro volta, nuovi Viaggi del Tempo, magari per gli argomenti o le zone che conoscono meglio. «Ma prima è importante conoscere la nostra filosofia e il nostro modus operandi,

poi si diventa autori e accompagnatori di nuovi itinerari alla scoperta di luoghi poco conosciuti o per vedere quelli già noti sotto una luce diversa» aggiunge Romano.

CartOrange - Viaggi su misura. Car-tOrange (www.cartorange.com) è la più grande azienda di Consulenti per Viag-giare®, attiva in Italia da oltre dieci anni con più di 400 professionisti e svariate

filiali sul territorio nazionale. Conoscen-za approfondita del viaggiatore, studio minuzioso di ogni destinazione, visite periodiche presso le strutture alber-ghiere e formazione costante sono al-cuni degli ingredienti che permettono ai Consulenti per Viaggiare® di CartOran-ge di proporre ai viaggiatori esperienze uniche e su misura.

Stefania Vergani

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eventi / porto&diporto

60 - gennaio 2013

Due e quattro ruote rigorosa-mente dal passato e tutte italiane al 100%. Ferrari,

Maserati, Lamborghini, moto Mori-ni, Bugatti, De Tomaso, Ducati, oltre a collezioni di auto e moto d’epoca come quelle di Mario Righini, Pani-ni, Stanguellini, Best Auto: sono solo alcuni degli espositori che saranno presenti alla prima edizione di “Mo-tor Gallery”, a ModenaFiere il 25 e 26 maggio, per presentare il meglio di un grande patrimonio, tutto made in Italy.

Non poteva essere che Modena, la Capitale dei motori, con il suo contesto

motoristico unico al mondo a ospitare un’iniziativa come “Motor Gallery”: una mostra mercato di auto e moto esclusi-vamente italiane, con circa 350 espo-sitori, su 25.000 mq espositivi. Musei storici e musei ufficiali di case auto-mobilistiche, oltre alle più importanti collezioni di privati saranno a Mode-naFiere per dare sfoggio della storia e della bellezza di decine di auto e moto di prestigio.

Club privati e scuderie, oggettistica, stampe, quadri, modellismo e cime-li, registri d’auto, ricambisti di auto e moto, e ancora spazi dedicati ai singoli per vendita ed esposizione: questo e

tanto altro a “Motor Gallery” 2013. In contemporanea, sempre a Modena-Fiere, si svolgerà il “Mercatino vendo-scambio”, dove collezionisti e compra-tori potranno fare affari su oltre 15.000 mq di spazio open.

Fino al 2 giugno, all’interno di Motor Gallery, sarà poi possibile ammirare la grande mostra “SS9, Via Emilia, la strada dei motori” dedicata alla Motor Valley dell’Emilia Romagna. In un pa-diglione di 1500 mq verranno esposte per la prima volta le migliori auto e moto realizzate in Emilia Romagna, da Piacenza a Misano Adriatico, fino ai giorni nostri: Ferrari, Maserati, Lambor-

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gennaio 2013 - 61

ghini, moto Morini, Bugatti, De Tomaso, Pagani, Dallara, Ducati e altre ancora.

Sono inoltre previste diverse mostre collaterali, tra cui una di auto Barchetta che hanno fatto la storia dell’automobi-lismo italiano.

“Motor Gallery” si svolge grazie all’importante sostegno di Promo e della Camera di Commercio di Mode-na, mentre la collaborazione con l’APT Emilia Romagna è volta a promuovere l’evento all’estero.

La mostra scambio si colloca poi nell’ambito della quattordicesima edi-zione di “Modena Terra di Motori”, la più importante manifestazione automobili-stica italiana “en plein air”, a Modena

dal 23 marzo al 2 giugno: una serie di esposizioni e iniziative nelle piazze del centro storico e il Memorial Banca Po-polare dell’Emilia Romagna, con gare di regolarità su parte del percorso che fu il circuito storico cittadino di Mode-na. Inoltre il Museo Casa Natale Enzo Ferrari sarà location di una sezione della mostra e favorirà la promozione dell’evento.

“Motor Gallery” mette in mostra la produzione italiana, fatta di aziende, di tecnici, designer e imprenditori che hanno costruito l’immagine del nostro paese nel mondo e continuano a farlo.

La mostra scambio ha scelto Mode-na come sede in quanto capitale mon-

diale dei motori, città che ha dato i na-tali a uomini come Vittorio Stanguellini, Scaglietti, Enzo Ferrari - alla cui Casa Natale è stato dedicato il Museo inau-gurato lo scorso anno - oltre al Museo Ferrari di Maranello.

Un patrimonio protagonista di uno scenario internazionale, in grado di ri-chiamare la presenza di collezionisti e compratori stranieri, perché l’interesse del mercato estero nei confronti delle auto e delle moto italiane rimane molto forte anche in questo periodo di reces-sione. Modena con Motor Gallery vuole diventare il salotto buono del motori-smo storico italiano.

Giacomo Canarsa

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62 - gennaio 2013

libri / porto&diporto

Non c’è nulla di più bello della vita e nulla di più sacro quando essa è fecondata dall’amore, l’unico, vero sentimento che ancora può salvare e santificare il

mondo. Ne sono prova, avida ed avvolgente, questi racconti, ora

rapidi e folgoranti, ora lenti e decantanti, che assecondano i ritmi delle stagioni, dei sogni, dei desideri, racchiusi nello scrigno segreto del proprio cuore. Non c’è nessuno spazio, nessun tempo, che non possa essere illuminato dall’amore, anche se questo sentimento richiede continuamente di esse-re alimentato, di essere messo alla prova, perché non è mai definitivamente acquisito. Allora intervengono gli anni, che po-trebbero dirsi di prima linea nella vita, che aiutano, insegnano a capire. E questo è, nella sua sostanza più profonda, un libro che vuole aiutare a vivere, senza però alcuna condizionante pretesa pe-dagogica: la scuola è quella che s’impara vivendo, ma-gari con l’aiuto e il sostegno di chi quella vita continua a provarla e riprovarla con la passione e la meraviglia che essa sempre richiede a chi voglia davvero coglierla per intero. Questi racconti si propongono, allora, come compagni di viaggio e di av-ventura di un’esperienza, da condividere nel nome di un comune destino, che merita di essere assecondato sem-pre, per il bene di tutti quei valori positivi che rendono la vita davvero degna di esse-re vissuta.

Molti di questi racconti sono esplicitamente dedi-cati all’amore, all’incontro di due persone che sentono nascere dentro di loro que-sto sentimento così ineffa-bile ed intenso da non poter essere controllato dalla luci-da freddezza della ragione. L’autrice ama raccontare la scoperta dell’amore, quel momento straordinariamen-te poetico in cui tutto si an-nulla e si esalta nella felicità dello stare insieme. Allo stesso tempo, tuttavia, ella non rinuncia a rappresentare il risvolto, si direbbe, talvolta prosastico che la passione assume, quando rischia di essere ingabbiata in una struttura che non le ap-partiene, perché la sovrasta senza senso, facendole perdere intensità e profondità. E sono, invece, soprattutto questi due elementi che si ricercano in una vita in due, di cui la Coccia si sofferma, con accattivante penetrazione, a cogliere le pause, le riprese nel respiro restituito del proprio uomo. Si tratta, in fondo, di quella quotidianità, che non va respinta bensì vissu-ta in ogni minimo momento, nella preziosità di un attimo, che può divenire miracolosamente eterno.

Un contrappunto centrale di questo libro è rappresen-tato da un episto-lario, che l’autrice sente di dover de-dicare al dio della sua vita: quell’amo-re vissuto, perduto; quell’amore di altri tempi; quell’amore ancora da vivere fino in fondo; ma

anche quell’amore, che ha nome amicizia, sentimento vivo e durevole che la nostra scrittrice prova e condivide e al quale dedica alcune delle pagine più intime del suo epi-stolario, nel segno di una com-plicità, che non riguarda solo le creature femminili viventi ma si estende naturalmente alle donne baciate dal sacro fuoco dell’arte e della poesia: Elisabeth Barret Browning, Emily Dickinson, Alda Merini.

Gli ultimi racconti sono de-dicati alla Scuola, passione di una donna, che le ha dedi-cato tutta l’attenzione e tutto l’amore possibili, soprattutto nello scambio di quell’energia vitale che solo i giovani, gli studenti, sanno regalare a chi sa veramente capirli e istruir-li per la vita. Riaffiorano così momenti indimenticabili, legati a personaggi, a situazioni, tal-volta difficili, talvolta amabili, che rinviano a un vissuto che non potrà mai essere rimosso ma che continuerà invece a far parte di un’esperienza ir-ripetibile e carica di significati insospettabili. A volte, noi pro-

fessori, oltre che insegnare, impariamo e ci nutriamo di quella forza che i giovani sanno trasmettere, sempre ricordando che anche noi siamo stati un po’ come loro.

Ed è, alla fine, una primavera del corpo e della mente che questi racconti intendono soprattutto custodire e trasmette-re a una umanità, che rischia spesso di sprofondare in una prematura vecchiezza dello spirito. La Coccia riesce così a raggiungere il suo scopo grazie alla forza di quella parola, che, se fosse più ascoltata e letta, potrebbe davvero aiutare il mondo a vivere, risarcendolo di quella parte di esistenza che talvolta manca.

Francesco D’Episcopo

La forza dell’amore

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novembre 2011 - 63

English summary

RINAIN ABU DHABI

RINA has won the contract to set up and advise Tasneef the first public clas-sification entity in the Arab world which will be based in Abu Dhabi.

The three contract has a value of 3,5 million US$ although it is expected to be the first step in a long term cooperation. 60% of the world’s sea transport passes through the region. RINA and Tasneef will carry out 44 classifications for new builds and existing vessels.

TRIESTE DISAPPROVESOF GASIFYING PLANT

Port traffic continued to grow in all sec-tors in 2012 with 411,247 teu handled, 4,60% more than in 2011. The Trieste Port Authority has not approved the con-struction of a gasifying plant to be built in the port. Government institutions, unions, other authorities and port operators mem-bers of the authority also disapproved. The Minister for the Environment will now decide if the necessary connecting gas pi-peline will interfere with shipping.

GRIMALDI GROUP NAPLESNEW BARCELONA TERMINAL

The foundation stone of Grimaldi Naples new terminal was laid at Muelle Costa in the port of Barcelona on January 14. The terminal will have a 15 year concession with the possibility of a further 7 year extension. The 63,000 sq. meter terminal will consist of a 3 floor 3,750 sq. meter building, a pavemented open area and three fingers for dis-embarking passengers from ship to terminal. The terminal will be able to handle 3,600 passengers at the same time. Offices, shops and a restaurant are included. The terminal will support Grimaldi’s ser-vices to and from Barcelona and especially those of “motorways of the sea”.

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64 - maggio 2012

English summary

GIOIA TAUROCONTAINERS AND RAIL

GATEWAYGioia Tauro is once again Italy’s

most important container port handling 2,720,000 teu in 2012, an 18,5% in-crease over 2011. The port also handled 145,121 vehicles, 33,92% more than 2011. The port’s increased business re-sults mainly from further MSC calls with ULCCs. Gioia Tauro has now asked for tenders for building a rail gateway at a cost of 40 million euros financed 50/50 by the private sector and EU which will

make the port part of the Helsinki/Valetta European corridor.

RIVALTA SCRIVIAINTERPORT INVESTSIN COLD STORAGE

The Interport at Rivalta Scrivia has in-vested in a cold storage food facility to complement the already existing storage of dry goods, room temperature storage and products destined for supermarkets. The Interport believes that the food sec-tor including frozen food will expand over the next few years. Currently the Interport handles 300,000 tons of food products and occupies 80,000 square meters of stores of which 60,000 meters is dedicat-ed to maintained temperatures which oc-cupy 20% of the stores and maintain tem-peratures which vary from +8° to -25°.

INTERNATIONAL CULTURE FORUM FOR NAPLES THIS SPRING

Finally after many years Naples, is to stage its UNESCO forum dedicated to the city’s cultural heritage and patrimo-ny in addition to peace, solidarity and environmental friendliness. The events will be held at Santa Chiara and at the Zapata palace. Our own Porto&diporto in collaboration with Università Telema-tica Pegaso will produce and distribute a special publication.

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