0,95 EURO DEL PREZZO DI QUESTO GIORNALE RESTANO...

20
NUMERO 156 OTTOBRE/NOVEMBRE 2008 0,95 EURO DEL PREZZO DI QUESTO GIORNALE RESTANO AL VENDITORE EURO 2,10 Poste Italiane Spa. Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma1, DCB Piacenza -45 Non potete mancare Adolescenti affascinati dall’Islam, separati che tornano a fare i bamboccioni, borghi abbandonati che si ripopolano. E poi ci siamo noi. Vi presentiamo un’Italia in trasformazione.

Transcript of 0,95 EURO DEL PREZZO DI QUESTO GIORNALE RESTANO...

NUMERO 156OTTOBRE/NOVEMBRE 2008

0 ,95 EURO DEL PREZZO DI QUESTO GIORNALE RESTANO AL VENDITORE EURO 2 ,10

Poste Italiane Spa. Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma1, DCB Piacenza-45

Non potete

mancare

Adolescenti affascinati dall’Islam,

separati che tornano a fare i bamboccioni,

borghi abbandonati che si ripopolano.

E poi ci siamo noi.

Vi presentiamo un’Italia

in trasformazione.

Il Senatore Cappelli èalto un metro esessanta e ha duebaffi biondi. Era ilgrano più diffuso inItalia fino agli anni‘50 ed è statoabbandonato per farposto a varietà chegarantivano unamaggior resa perettaro, quando la

pasta è diventato un prodotto industriale. Altreconomia è andata alla riscoperta dellapasta italiana, quella prodotta da grano diqualità, biologico, essiccato a bassatemperatura. Pasta che difficilmente trovaposto sugli scaffali del supermercato. Almondo dell’amianto, invece, è dedicatal’inchiesta, firmata da Mario Portanova: unviaggio dalle miniera dal Canada agli slumindiani, passando per l’Italia. Solo sulla

carta, nel nostro Paese, l’amianto èfuorilegge dal 1992. Infine, un serviziodedicato alla filantropia delle fondazioni.

Pago con c.c. postale n. 42235200 intestato a: Cart’Armata edizioni, gestione “Terre di mezzo”, via Calatafimi 10, 20122 Milano (spedire o faxare, allegando la ricevuta del versamento)

Mandaci il modulo con i dati e la ricevuta del pagamento postale per posta o tramite fax

COMPILARE E SPEDIRE A “TERRE DI MEZZO”: VIA CALATAFIMI 10, 20122 MILANO FAX: 02-83.39.02.51 - PER INFORMAZIONI WWW.TERRE.IT - TEL. 02-83.24.24.26

DESIDERO ABBONARMI A TERRE DI MEZZO:

OFFERTA SOSTENITORI ABBONAMENTI STANDARD CONVENZIONI EDITORIALIA B

(riservato ai soci Arci)

ABBONAMENTO A TERRE 20 euro

sono socio di...........................................................

n° tessera................................................................

prodotto editoriale scelto ......................................

.................................................................................

C

NOME .......................................................................................................................

COGNOME ................................................................................................................

VIA ..................................................................................... CAP.................................

CITTÀ ......................................................................................... PROV .....................

Desidero iscrivermi alla mailing list, il mio indirizzo è:

.....................................................................................................................................

e abbono un amico (per l’offerta “Passaparola”):

NOME .......................................................................................................................

COGNOME ................................................................................................................

VIA ..................................................................................... CAP.................................

CITTÀ ......................................................................................... PROV .....................

CAMPAGNA ABBONAMENTI 2008

Il nome del giornale l’abbiamo scelto avendo in mente quei luoghi desolati, eppure talvolta splendidi, che dividono due nazioni, due modi di essere, due culture.

Terre di mezzo. Terre di nessuno. Le attraversi veloce, dopo aver varcato un confine. Ti senti un poco straniero. Nessuno si ferma.

Ce ne sono tante di queste “terre di mezzo” nella vita, frontiere invalicate, luoghi ed esperienze attraversati in fretta, senza quasi alzare lo sguardo; spazi dove l’altro non solo è uno straniero ma forse anche un nemico.

Incominciare ad abitare le terre di mezzo, e farle ridiventare terre di tutti. È il nostro augurio.

IL PERCHÉ DEL NOME

Terre di mezzo è tra i promotori di

www.street-papers.org

N. 156 OTTOBRE/NOVEMBRE 2008

InternationalNetwork ofStreet Papers

FAVORISCA I DOCUMENTI! (N. 17)

RICHIEDENTE ASILO 50 euro

PERMESSO DI SOGGIORNO 100 euro

CARTA DI SOGGIORNO 200 euro

CLANDESTINO 25 euro

PASSAPAROLAAbboni te e un amico 45 euro

GEMELLAGGIOTerre + Altreconomia 46 euro

GEMELLAGGIOTerre + Volontari per lo sviluppo 46 euro

ESTERO 38 euro

B C

Ecco gli abbonamenti standard diTerre di mezzo: dal Clandestino a 25euro, al Passaparola, con cui abbonite e un amico al prezzo convenientedi 45 euro. Con il Gemellaggio tiaggiudichi Terre e Altreconomia a soli46 euro oppure, seconda possibilità,ricevi Terre e Volontari per losviluppo, sempre per 46 euro.

ECCO LE OFFERTE DA NON PERDERE!Un’occasione per accaparrarsi il primo giornaledi strada italiano, con formule e possibilitàdiverse. Un trattamento speciale per i nostri“sostenitori”. E solamente per soci Arciun’offerta unica: l’abbonamento a 20 euro e uno sconto su altri prodotti editoriali

Solamente per i soci Arci, unaconvenzione davvero speciale.L’abbonamento a Terre di mezzo a soli 20 euro! In più un’occasioneunica: su tutti i prodotti editorialiscelti si effettuerà il 15 per centodi sconto. Fatevi avanti!

CONVENZIONI EDITORIALIABBONAMENTI STANDARDOFFERTA SOSTENITORI

Chi diventa sostenitore di Terre ha diritto al 15 per cento di sconto su tutti i libri e prodottieditoriali di Terre, e ha il “diritto di precedenza” per le futureiniziative di partecipazione di Terre.

A

LA RUBRICA PER CONOSCERE I VENDITORI CHE VI FERMANO PER STRADA

Nome: Mouhamadou

Cognome: Ka

Data di nascita: 1961

Luogo di nascita: Ndande (Senegal)

Stato civile: libero (2 figli)

In Italia dal: 1990

Professione: venditore di Terre

(circa 30 giornali al mese)

Luogo di lavoro: Lecco, centro città

Cibo preferito: riso con pesce, pasta

Squadra preferita: Inter

"Vendere Terre di mezzo

mi piace perché posso

guadagnare qualcosa

stando a contatto con le

persone. A volte c'è

qualcuno che mi tratta

male, ma io non gli

rispondo e me ne vado".

REDAZIONEAndrea Rottini e Dario Paladinie-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEElena Parasiliti e-mail: [email protected]

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROAntonella Carnicelli, Francesco Abiuso, Laura SilviaBattaglia, Laura Bellomi, Eleonora De Bernardi, MichelaGelati, Piero Magri, Ida Palisi, Annamaria Scaramuzzino,Ilaria Sesana, Ornella Sinigaglia, Ilaria Tavasci,l’associazione Insieme nelle Terre di mezzo onlus,l’Agenzia Redattore Sociale.

[email protected]

MAGAZZINO ROMATania Rossi e-mail: [email protected]

PUBBLICITÀSisifo Italia, via don Soldà 8, 36061 Bassano del Grappa(VI). Tel.: 0424.50.52.18 Fax: 0424.50.81.36Skype: sisifoitalia; e-mail: [email protected] Sito: www.sisifoitalia.it

DIREZIONE E REDAZIONEvia Calatafimi 10, 20122 MilanoTel.: 02.83.24.24.26; Fax: 02.83.39.02.51Sito: www.terre.it Registrazione Tribunale di Milano n.566 del 22 ottobre 1994

STAMPASTEM EDITORIALE SPAVia Brescia 22, 20063 Cernusco S/N Naviglio MilanoTel. 02.92104710Spedizione in a.p.45%. Art. 2, comma 20/B - legge 662/96.Filiale di Milano

ALTRECONOMIA 98HASTA LA PASTA

IN COPERTINAFoto Corbis

Sabato 15 novembre, dalleore 17, alla Casa della Pacedi Milano (via Ulisse Dini, 7)verranno proiettati idocumentari del premio Ilaria Alpi (ingresso libero).L’iniziativa è dell’associazionePolifemo, in collaborazionecon Terre di mezzo. Info: www.polifemo.org

PREMIATE LE FATICHE DI SISIFO Sisifo Italia, agenzia di comunicazione dipubblicità responsabile (raccoglie leinserzioni anche per Terre di mezzo), èstata premiata con lo standard di Valoresociale, certificazione che misura l’impattoetico delle imprese. La consegna dellacertificazione è avvenuta nell’ambito diSana, Salone del naturale che si è svolto aBologna dal'11 al 14 settembre.

I LIBRI DI TERRE PER LEVOSTRE BOMBONIEREAuguri a Luana Canedoli, nostracollaboratrice, che il 3 ottobre sisposa. Siamo felici per lei e perStefano, ma anche per noi vistoche ha avuto la bella idea diomaggiare amici e parenti con ilibri di Terre. E non ha preso unlibro uguale per tutti, ma hascelto per ogni invitato il titolopiù adatto. Chi volesse copiarel’idea di Luana può scrivere [email protected].

Ottobre/Novembre 2008CONVERSIONIIN ATTESA DI FUTURO

3

alla Palestina con orgoglio. So-no in arrivo in Italia, con settedate confermate, i Ramallah

Underground, gruppo hip hop palestine-se che combatte con le parole in rima ilsenso di disperazione e la tentazione dicedere alla violenza che dilagano neiTerritori occupati. Sono stati invitati dal-l’associazione “Jalla - Sport sotto l’asse-dio”. Il loro è un messaggio di speranza:“È dalle persone oppresse che arriverà laspinta al vero cambiamento”. Nell’attesa, li abbiamo intervistati.

Cosa significa per voi fare musica aRamallah?È un modo per resistere alle disumanecondizioni in cui viviamo -raccontaAswatt (in arabo “suono”), una delle trevoci della band, 25 anni-. I giovani pa-lestinesi oggi sono disperati: non possia-mo uscire dalle nostre città, siamo conti-nuamente braccati e controllati. Nonpossiamo fare progetti sul nostro futuro.La musica è un modo per contrastare isentimenti di violenza e frustrazionedentro di noi. È un modo per sfogarci eparlare delle vite quotidiane, delle que-stioni politiche, sociali e culturali che ciriguardano. Ma alla fine è anche, sem-

plicemente, un’occasione per coinvolge-re e divertire chi ci ascolta.

Cavalcate rap, intermezzi arabeg-gianti, basi elettroniche, bassi potentialternati a liriche acute. Il vostro la-voro è eclettico e originale.Prendiamo ispirazione da ciò che vedia-mo e viviamo quotidianamente in Pale-stina -afferma Boikutt, 22 anni (nometratto da “boycott”, boicottare e “cut”,tagliare, relativo alle tracce musicali)-.La nostra musica è un misto di Hip hop,Downtempo, Trip Hop, Glitch, accom-pagnati da un profondo senso di appar-tenenza alla cultura locale.

E da Internet.Sì -continua Stormtrap, terzo cantante

della band, nato a Nablus 21 anni fa (ilsuo nome d’arte in inglese significa“bocca di tempesta”, ma per lui non haun senso, è nato per caso)-: RamallahUnderground era il nome di un sito webche abbiamo fondato nel 2003, per darespazio a tutti gli artisti palestinesi seri einnovativi, dai fumettisti ai giovani regi-sti, dai fotografi ai musicisti. Da quelcollettivo è poi nata anche la band.

Cosa pensate se vi dico “pace”?“Sì grazie!” risponde Boikutt. “Giusti-zia” pensa Aswatt. “Non arriva gratis”dice Stormtrap.

E se vi dico “perdono”? Boikutt: “Perchè no?”. Aswatt: “Sì, masenza dimenticare”. Stormtrap: “Quandosarà il suo tempo”.

E “religione”?Boikutt: “No, grazie”. Aswatt: “È un fat-to privato e separato dallo Stato”. Storm-trap: “Sì, è qualcosa di personale”.

Da chi vi aspettate possa arrivare unasoluzione al conflitto che segna le vo-stre vite, quello israelo-palestinese?Crediamo che la scossa, per essere effi-cace, debba partire da noi palestinesi, diogni parte del mondo -spiega Boikutt-.Non pensiamo invece che ci possa esse-re un dialogo con l’attuale società israe-liana. È tra gli oppressi che nascono i se-mi del cambiamento.

Cantano la frustrazione dei Territori occupati e sognano lapace per il loro popolo. Ma non credono nel dialogo con l’at-tuale società israeliana. ELEONORA DE BERNARDI

D

RAMALLAH RAPGiovani, impegnati, palestinesiQuello

che saràI sognatori, per natura, non sono gelosi.Né delle proprie idee né delle persone che in-contrano. Sanno che i progetti audaci posso-no crescere e riuscire solo se condivisi.Anche noi apparteniamo a questa categoria:irriducibili sognatori. E questa volta ci per-mettiamo di condividere con voi il futuro no-stro e di questo giornale.Quello che siamo già lo sapete. Terre è un giornale di strada, scritto da gior-nalisti professionisti e distribuito nelle piazzee lungo le strade da venditori di origine se-negalese. Nelle sue pagine si leggono in-chieste sociali e articoli di servizio.Quello che diventeremo, per ora potete soloimmaginarlo. Terre diventa “grande”: un ma-gazine, anzi uno street magazine.Sì, perché alla strada non rinunciamo, maproviamo a osservarla e raccontarla ancoradi più nella sua complessità. Come luogo diincontro e relazione, scambio e partecipazio-ne. Come sempre senza pietismi. Cresceremo, nel numero delle pagine, maanche nelle rubriche e nelle firme che ci ac-compagneranno.Il nostro personale conto alla rovescia que-sto mese segna -45.Quarantacinque giorni al nostro prossimo ap-puntamento: il 15 novembre quando vi invi-tiamo a cliccare su www.terre.it e a condivi-dere con noi il futuro di questo giornale. Questa volta, non vi chiediamo solo di leg-gerci, ma di far parte della nostra storia. Difondare con noi il nuovo Terre di mezzo.Perché la libera informazione possa ancorasegnare la strada.

Elena Parasiliti

A OTTOBRE IN ITALIA

Le date del tour dei Ramallah Underground:10 ottobre: all’Aq16 di Reggio Emilia; l’11 alTpo di Bologna; il 14 al Pedro di Padova; il 15al Baraonda di Segrate (Mi); il 16 al PaciPaciana di Bergamo; il 17 al Newrotz Pisa eil 18 allo Strike di Roma.www.myspace.com/rucollective www.ramallahunderground.com

eans, polo o camicia, ben ra-sati, al massimo un pizzetto.Non ricalcano certo l’icona

del musulmano integralista i gio-vani italiani, circa una trentina,che frequentano la moschea di viaMeda a Milano, gestita dalla Co-munità religiosa islamica italiana(Coreis). Alcuni di loro si sonoconvertiti che erano ancora mino-renni, poco più che adolescenti. Lisegue un imam di 25 anni, AndreaCocilovo, milanese, di professio-ne musicista, che per questa nuo-va vita ha scelto anche un nomemusulmano: Adam Abd as-Sa-mad. Adam è il primo profeta isla-mico, mentre il resto significa“Servo dell’Assoluto”. Pur essendo così giovane, AdamAndrea ha già guidato la preghie-ra del venerdì (incluso il sermo-ne). La sua conversione è nata infamiglia. “Eravamo tutti alla ri-cerca di una pratica religiosa chedesse senso alla nostra vita -rac-

conta-. Studiando le varie religio-ni, abbiamo incontrato l’Islam e laCoreis, e dopo un po’ di tempo cisiamo convertiti”. Valeria Aisha (“Piena di vita”)Lazzerini, un dottorato di ricercain Diritto canonico all’Universitàcattolica, è diventata musulmananell’anno sbagliato, il 2001. Ave-va 20 anni. “Dopo solo due mesie mezzo c’è stato l’attentato alleTorri gemelle di New York -ricor-da-. I miei genitori, cattolici prati-canti, temevano che fossi stataplagiata. Credevano di avere incasa un’integralista”. Col tempohanno capito che la figlia avevafatto solo una scelta di fede. “Og-gi prima di pranzare prego conmia madre, lei recita una preghie-ra cattolica e io una musulmana”,dice. Indossa il velo solo in mo-schea. “L’Islam è sottomissione aDio, non c’entra nulla la segrega-zione che subiscono le donne inalcuni Paesi”.

La parola d’ordine fra i giovanidella Coreis è discrezione, anchein famiglia. Mustafa Martino, 20anni, convertito a 17, per ora nonha confessato la sua scelta neppu-re ai nonni. “Voglio fare la vo-lontà di Dio e vivere secondo isuoi insegnamenti -spiega-. Daconvertiti vediamo le cose da unpunto di vista diverso e siamo piùattenti alla sensibilità degli altri”.Con i coetanei non incontranoquasi mai grossi problemi. “Citroviamo però più in sintonia conchi è credente, cattolico o ebreoche sia -aggiunge Adam-, piutto-sto che con chi non professa nes-suna fede”. I giovani convertiti, almeno in viaMeda, non rinnegano il loro pas-sato di cattolici. “La nostra non èuna scelta presa contro il Cristia-nesimo -aggiunge Martino-. Soloabbiamo capito che Dio ha riser-vato per noi la via dell’Islam”.Nei centri islamici non esistonostatistiche o registri dei converti-ti. Chi decide di diventare musul-mano non deve sottoporsi a pro-cedure o formalità, né ricevere ilconsenso degli altri fedeli. Per l’I-slam, infatti, è sufficiente aver

pronunciato, anche da soli e conprofonda intenzione, la shahâdah,la formula di professione di fede,per essere considerati musulmani:“Non c’è Dio all’infuori di Dio eMuhammad è l’inviato di Dio”.Solo quando la shahâdah avvienein moschea il convertito è accom-pagnato da due testimoni della co-munità. Secondo una ricerca con-dotta da Stefano Allievi, sociolo-go dell’Università di Padova, leconversioni di italiani all’Islamsono in media 400 ogni anno. Imusulmani italiani sono in tutto,ad oggi, circa 10-15mila e in co-stante aumento. Ma una domanda resta: perché unitaliano, per di più giovane, si sen-te attratto dall’Islam? “Da noivengono in molti, in particolareuniversitari: vogliono studiare ilCorano -spiega Ali Abu Shwaima,responsabile del centro islamicodi Segrate-. Il messaggio dell’I-slam poi è molto semplice: nonavrai altro padrone che il tuoCreatore. Il musulmano è quindiun uomo libero dalle schiavitù delmondo. Per questo molti italianidecidono di convertirsi”. I giovani italiani musulmani non

si ritrovano solo in moschea, masi danno appuntamento anche suforum, chat e blog. Come quellogestito da Umar Andrea Lazzaro,genovese, 21 anni, convertito dadue. All’indirizzo http://islam.fo-rumup.it ha pubblicato una sua fo-to con la barba lunga, che lo fa as-somigliare a un arabo (ha creatoanche un sito antiamericano e fi-lopalestinese, ndr). Decine di ra-gazzi inviano al suo blog messag-gi in cui raccontano come e per-ché sono diventati musulmani op-pure chiedono chiarimenti sul Co-rano. “Ho cercato rifugio nellaChiesa, ma non vi ho trovato unmessaggio soddisfacente -scrivenel suo post Fatima, 20 anni-. Maperché mai un fedele deve accet-tare che altre persone (i preti) sifrappongano fra lui e Dio? L’I-slam invece ha inondato di luce lamia mente ed il mio cuore”. Alima si è convertita a 14 anni, af-fascinata dallo stile di vita di duesue amiche, musulmane. I genito-ri l’hanno cacciata di casa. “Oggi,dopo cinque anni, con i miei ho dinuovo un buon rapporto. Le miesorelle, di 17 e 13 anni, sono an-che loro ‘tornate’ all’Islam”.

Ottobre/Novembre 20084 CONVERSIONIRELIGIOSE

Viaggio tra le baby conversioni

I NUOVI FIGLI DI ALLAH Adolescenti italiani in cerca di fede. La trovano nelCorano. A Milano, nella moschea di via Meda, sonogià una trentina. DARIO PALADINI

JPa

olo

Poce

/ E

mbl

ema

In questa foto e nella pagina a fianco, fedeli italiani nella moschea Al-Wahid di via Meda a Milano, dove è nato anche un gruppo giovanile.

Paolo Pellizzari, cinquantenne im-piegato in un’industria chimica,da tre anni è il presidente del Cen-tro islamico di Brescia, frequenta-to ogni settimana da 7-10mila mu-sulmani stranieri. Si è convertito10 anni fa e da allora si fa chia-mare anche Ismail. “Il Centro isla-

mico è giuridicamente un’associa-zione -spiega-. Il Presidente, elet-to ogni due anni da un consigliogenerale a sua volta eletto da chifrequente la moschea, ne è il rap-presentante legale, è il responsa-bile dell’amministrazione, tiene irapporti con le istituzioni e colla-

bora alle scelta degli imam chevengono a predicare”. Sebbene siano ancora pochi (tra i10 e i 15mila, ndr), gli italiani mu-sulmani stanno pian piano assu-mendo un ruolo sempre più im-portante all’interno delle moscheesparse nella penisola.

Sono italiani, per esempio, il vice-presidente del Centro islamico diSegrate, il presidente della grandemoschea di Roma (l’ex ambascia-tore in Arabia Saudita, MarioScialoja), il portavoce della mo-schea di Ferrara, il vicepresidentedei musulmani a Bologna. “Comeitaliani conoscono meglio dichiunque altro musulmano il fun-zionamento delle istituzioni e leleggi -spiega Paolo Branca, do-cente di Islamistica all’Universitàcattolica di Milano-. Svolgono in-somma un ruolo di intermediari,fra la società italiana e quella mu-sulmana composta ancora in pre-valenza da immigrati”. “Nelle comunità musulmane siviene giudicati per come ci sicomporta -aggiunge Ismail PaoloPellizzari-. Se una persona dimo-stra che è un buon musulmano ot-tiene la fiducia degli altri fedeli edè per questo che io, italiano equindi minoranza, sono stato elet-to da musulmani stranieri”. Uno dei fondatori dell’Unionedelle comunità islamiche in Italia(Ucoii) è Hamza Roberto Piccar-do, che ne è stato segretario peroltre 10 anni. Nato ad Imperia nel1952, si è convertito poco più cheventenne. Ha fondato una casaeditrice, Al Hikma, che traduce ilCorano e altri libri della tradizioneislamica. “Ai musulmani spie-ghiamo l’Italia e agli italiani cer-

chiamo di spiegare cos’è l’Islam”,sottolinea Piccardo. L’Ucoii viene spesso accusata diessere fondamentalista, soprattut-to dopo che nell’agosto del 1996ha acquistato spazi pubblicitari sualcuni quotidiani per pubblicareun appello in difesa del Libano, incui Israele veniva paragonato allaGermania nazista. “È stato un er-rore -precisa Piccardo-. Ma dasempre paghiamo il fatto di esserefilopalestinesi”.Paolo Gonzaga, invece, è il diret-tore dell’Islamic Relief Italia, ongnata nel 1984 a Londra e che pos-siamo equiparare alla Caritas del-la Chiesa cattolica. Oggi è presen-te in 30 stati con progetti di svi-luppo “che mirano ad aiutare tutti,senza distinzione di religione enon solo in Paesi arabi”, precisaPaolo. La sezione italiana di Isla-mic Relief raccoglie ogni annocirca 500mila euro. “Troviamosostenitori soprattutto al di fuoridelle moschee, anche fra chi nonè musulmano”, aggiunge. La Comunità religiosa islamicaitaliana (Coreis), frequentata daitaliani (circa 5mila sparsi in 11sedi, in sette regioni), dal 2004 or-ganizza corsi di formazione perimam. “Partecipano anche figli diimmigrati -spiega Yahya SergioPallavicini, vicepresidente del Co-reis-. Per ora hanno concluso ilcorso 20 giovani”.

Sempre più connazionali dirigono moschee e centri islamiciDove gli italiani fanno carriera

Ottobre/Novembre 2008 5CONVERSIONIRELIGIOSE

n via Bramante, a Pavia, ba-sta un passo e sei in due mon-di diversi. Il fatto è che la dif-

ferenza non è tanto quella tra lacittà dei sinti, che sta nel sottopas-saggio, e quella di tutti gli altri,che si allunga sopra, ad appenacinque minuti dalla stazione. Ladifferenza è proprio nel campo, lì,tra i sinti, dove non la vedresti maise non guardassi bene, se non ve-dessi che il villaggio è proprio di-viso in due da uno steccato. In un paesaggio che è quello tipi-co, con le roulotte, le automobili, ipanni stesi, i bambini vocianti, inuna delle due parti c’è un prefab-bricato più lungo degli altri. Sullaporta la scritta: “Venite a me, voitutti che siete affaticati e oppressi,e io vi darò riposo”. Intorno un viavai di gente. E un uomo biondoche parla con un libro sottobrac-cio. Lui è Valentino “Pone” Vi-notti, pastore della Missione evan-gelica zigana dal 1998: è un sinto

che porta in giro la parola di Dio.“Al di là dello steccato ci sono glialtri, quelli che non credono”, av-verte Yuri, 39 anni, cinque figli,un passato di droga e divertimen-ti, “folgorato sulla via di Dama-sco” da una predicazione di Va-lentino. “La verità vi farà liberi” èla frase evangelica che Yuri prefe-risce ripetere durante il giorno perricordarsi che, oggi, è un uomosereno. Convertiti come lui, ce ne sonomolti altri, qui: per lo più giovaniadolescenti, in prevalenza ragaz-ze. E poi donne di tutte le età. So-no loro che riempiono la sala dipreghiera nella riunione del gio-vedì sera. Come Sarah “Samoa”Adamo, trentenne, separata, bat-tezzata da tre anni. Samoa vienesempre qui con i suoi due bambi-ni e dice: “Questi tre anni sonostati i più felici della mia vita”. Nella sala ci sono posti per un’ot-tantina di persone e stasera sono

tutti pieni. Predica Christian, chericorda a tutti, nella serata dedica-ta ai giovani, che “Gesù è il libe-ratore”. I canti e le testimonianze si susse-guono per due ore. Sefora, David,Debby, Terry non hanno vergognaa raccontare in pubblico comehanno incontrato Cristo e quantoabbia trasformato le loro vite. “Ilnostro desiderio -dice ErasmoFormica, tesoriere della missioneevangelica dal 1994, di originenon zigana ma diventato giostraiodopo il matrimonio con una sinta-è quello di fare conoscere quanto

bene può fare una missione evan-gelica in un campo nomade”. La Missione evangelica zigana èuna chiesa pentecostale con mis-sioni stabili e itineranti. Al Nordfa proseliti nei campi di Biella,Dorno, Pavia, Limbiate, Brughe-rio, Ivrea. In tutta Italia conta 2mi-la persone e ha anche una pubbli-cazione, “Vita & Luce”. Il rappresentante nazionale è Da-vide “Denus” Casadio e con lui lamissione è riuscita a dialogare colgoverno Prodi e a proporsi comeun soggetto con cui interloquire,per tutte le questioni che riguarda-

no la comunità zigana in Italia, siasinti che rom. “Le prime conver-sioni dei sinti all’Evangelo risal-gono al 1981, proprio a Milano-racconta Casadio-. Quando unacomunità zigana aderisce alla fe-de evangelica testimonia la ricercadi un nuovo stile di vita”. Non èfacile per tutti, però, percorrereuna strada “di vera conversione”perché, secondo Casadio, “nontutti riescono a rompere con levecchie abitudini”. Rinnegare le proprie radici e lapropria cultura non si può e non sideve. Per questo i 45 predicatori,tutti sinti, provenienti dai campi odal mondo dei giostrai, chiedonodi essere riconosciuti dalle prefet-ture per il loro lavoro sociale con irom. Chiedono ai governi di fi-darsi, insomma, e di non fare ditutta l’erba un fascio. “Noi predicatori evangelici ci sia-mo per questo -dice Casadio- perprevenire scelte sbagliate”. Perchédove si sente parlare di Vangelo cisi può sentire più sicuri. “E noinon vogliamo predicare bene erazzolare male -chiosa Casadio-.Quello che predichiamo vogliamoviverlo”.

Predicatori nei campi rom

MISSIONI GITANEBibbia alla mano, 45 pastori evangelici parlano diDio in mezzo a roulotte e baracche. Con un occhioal Governo. LAURA SILVIA BATTAGLIA

I

Luci

o C

avic

chio

ni

Gio

rgio

Gar

bi

Il campo rom di via Bramante, a Pavia

a casa è la stessa di un tempo, mala cameretta ti appare infinitamen-te più piccola. Sarà anche per

quello sguardo che un giorno ti ha apertola porta di casa interrogativo: “Come maiqui?”. C’è stata la separazione, ecco tutto.E tra le tante, ha avuto anche questa con-seguenza. Conti alla mano, l’“ex” figlio appena se-parato si è visto costretto a ritornare suipropri passi, fino alla casa lasciata perconvolare ad infelici nozze. Ospitalità ri-chiesta agli “ex” genitori in cambio di unaparte del proprio stipendio già decimato.“Che altro avrei potuto fare -dice Adalber-to, allargando tanto di braccia-. A chi nonci è mai passato può sembrare che la sepa-razione accada un po’ per volta. Invece ar-riva anche così. Il nido che ti eri costruitoresta, ma tu non ci puoi più entrare”.Quando un matrimonio si spezza, far qua-drare i conti è l’ultimo dei problemi. Mapoi il quesito si presenta, e in fretta. “Se aun impiegato che guadagna 1.400 euro almese ne togli un terzo per la rata del mu-tuo, altrettanto per pagare l’affitto, e ci ag-giungi anche la quota da versare all’exmoglie per il mantenimento, alla fine, checosa gli resta?”, dice Gian Ettore Gassani,presidente dell’Associazione matrimonia-listi italiani.Meno male che c’è la famiglia, verrebbe dadire. “Nei Paesi scandinavi -sostiene Stefa-no Mazzuco, demografo dell’Università diPadova- accade di rado che i separati si ri-ducano in povertà; in Inghilterra o in Olan-da è diverso, ma nessuno accetterebbe mail’idea di tornare da mamma e papà”.In Italia, invece, la famiglia mette una pez-za dove il sistema pubblico fallisce. Nonabbiamo lo stato sociale della Svezia, maper fortuna farsi aiutare dai genitori da noinon è mai stato un tabù. E poi non è sem-

pre detto che la nuova convivenza noncontenga un vantaggio per entrambi. “Miamadre è meno autosufficiente di un tempo-dice Adalberto-, mi occupo io di lei. Conla sua pensione e il mio stipendio riuscia-mo a permetterci anche una collaboratricedomestica”.Tornare in famiglia, anche a 40-50 anni,capita a tanti: “Più o meno a 500mila per-sone -censisce Mazzuco-. Nel nostro Pae-se i separati sono circa due milioni: unquarto di questi, almeno per i primi mesi,torna a vivere con i genitori, anche se peril 61 per cento dei casi le donne restano avivere con i figli nell’ex casa coniugale”.La statistica ha i suoi limiti: una mediapiena di stereotipi sembra scordarsi di unarcipelago di situazioni molto distanti fraloro. Tra tante donne che restano single coifigli, c’è anche qualcuna che torna a vive-re con i genitori, e non soltanto per econo-mia. “Mi sono separata ed ero a pezzi, conmia figlia di appena tre mesi -racconta An-gela, 36enne milanese-. È stata mia madrea dirmi: rialzati, la vedi quella bambina?Ha bisogno di te. Lei abitava in affitto, ioavevo una casa senza ascensore in cui ognigiorno era un calvario salire con il passeg-gino e i sacchetti della spesa. Così ci sia-mo dette: ‘Chi ce lo fa fare?’. Ho vendutoe assieme ci siamo trasferite in un bel bi-locale, pieno di luce”. Due mamme e una figlia. Un uomo, unadonna anziana, e una badante. La vita pro-segue e parlare di ritorno al passato, infondo, sarebbe sbagliato. A patto di saper-la accettare anche quanto ti porta incontroa inaspettate giravolte: “Sai -aggiunge An-gela-, ci siamo messe anche a cercareun’altra casa. Se trovassi un nuovo com-pagno, mia madre che farebbe?”. Guardaun po’. Potrebbe toccare a lei, presto, sen-tirsi terribilmente “bambocciona”.

Ottobre/Novembre 20086 CONVERSIONISULLA SOGLIA DI CASA

Un separato su quattro va a vivere con i genitori

A VOLTE RITORNANOLa casa natale si rivela un rifugio prezioso per sopportare il peso(economico) di un’unione spezzata. E così in 500mila bussano al-la porta di mamma e papà.

LFRANCESCO ABIUSO

Eido

n/D

onat

ella

Gia

gnor

i

L’ultima a ricordarsene è statal’assessore alle Politiche socialidel Comune di Milano, Marioli-na Moioli. A un pranzo per i sen-za dimora, organizzato dai CityAngels all’inizio di settembre, habuttato lì la proposta: “Vorrei rea-lizzare una casa di accoglienzaper i padri separati, che magarilasciano la casa alle mogli con ibambini e rimangono sulla strada

perché hanno difficoltà economi-che e nessun aiuto”.Anche Milano, metropoli tra lepiù ostili a chi si trova in ristret-tezze economiche, sembra in-somma essersi accorta di una ve-ra questione sociale pronta adesplodere: il disagio economicovissuto da chi è reduce da una se-parazione. La capitale morale è in ritardo: in

altre parti d’Italia sono in dirittu-ra d’arrivo leggi articolate cheprevedono diverse forme di so-stegno, mentre iniziative privatesono avviate già da anni.A Bolzano, un’abitazione per se-parati esiste dal 2004. L’ha fon-data l’Associazione separati e di-vorziati. L’Ipes, istituto che ge-stisce le case popolari in provin-cia di Bolzano, ha messo a di-

sposizione due alloggi, e i volon-tari ne hanno ricavato cinquestanze. “Cucina e soggiorno so-no in comune -spiega Elio Ci-rimbelli, presidente dell’associa-zione-, ma qui i separati possonoportare anche i propri figli. Il ca-none mensile è di 200 euro. Ser-virebbero molte più strutture,perché il numero di separati è inaumento”. Cirimbelli potrebbe essere prestoaccontentato. Un emendamentoalla legge sulla casa della provin-cia autonoma, presentato dal con-sigliere Mauro Minniti (An), ag-

giunge i separati assieme a stra-nieri e disabili fra le categorie dipotenziali beneficiari dei postinelle case-albergo, strutture abi-tative comuni a canone sociale. Segue a ruota la Liguria, prima inItalia per numero di separazioni:7,5 coppie separate ogni mille.Una proposta di legge presentatain primavera dal consigliere re-gionale Alessio Saso (An) preve-de la creazione di Centri di assi-stenza e mediazione familiare,sostegno psicologico e legale achi si lascia e alloggi per padriseparati.

Dopo l’esperienza di BolzanoAnche Milano sogna un residence per padri soli

Tocca spesso ai padri lasciare il tetto coniugale dopo la separazione.

INSERTO DI TURISMO

E TEMPO LIBERO,

CULTURA DELLA TERRA

E NUOVI CONSUMI

Console tossicheCHI L’HA

DETTO CHE

ESISTE SOLO

IL FAST FOOD? OGGI

IN STRADA SI POSSONO

TROVARE ANCHE I SAPORI DI

UNA VOLTA: MADE IN ITALY.

IN QUATTRO

UNIVERSITÀ

ITALIANE

PRENDONO IL VIA I MASTER

PER MANAGER DEL CONSUMO

CRITICO. UN LAVORO CHE

UNISCE ECONOMIA E IDEALI.

DEL TANGO CI

S’INNAMORA

SUBITO

E FA BENE ALLA COPPIA.

A ROMA E MILANO I CORSI

PER NOVELLI “TANGUEROS”

SONO SEMPRE ESAURITI.

Inserto al numero 156 di “Terre di mezzo”, ottobre novembre 2008

Occhio alla console per videogiochi che avete in casa. Se èSony, Microsoft o Nintendo contiene sostanze chimichetossiche. Non c’è pericolo per la vostra salute mentregiocate, ma sarà inquinante per la terra e l’acqua il giorno incui deciderete di disfarvene e finirà in qualche discarica.Greenpeace ha acquistato un campione di ciascuna delle treconsole, le ha analizzate trovandoci diverse sostanze nocive(in particolare bromo e ftalati). Le tre multinazionalidell’elettronica potrebbero facilmente sostituirle conalternative più verdi, per questo Greenpeace ha deciso dilanciare la campagna “La battaglia dei videogiochi” e invita ipossessori di console a scrivere alle tre grande aziende unalettera (scaricabile da www.greenpeace.it/console), in cui sichiede l’eliminazione delle sostanze tossiche e una miglioreorganizzazione dello smaltimento dei rifiuti elettronici.

[email protected]

Hanno collaboratoFrancescco Abiuso

Laura BellomiEleonora De Bernardi

Michela Gelati

Pubblicità Sisifo Italia

[email protected]

“Il tango fa innamorare. Quasi piùdegli uomini”, sorride Tania co-steggiando la pista da ballo doveuomini in camicia e donne con itacchi alti ballano questa danzasensuale e malinconica, nata neiquartieri degli immigrati a BuenosAires a fine Ottocento. A Roma, inun centro sportivo lungo il Teve-re, si tengono le serate di Rosso-Tango, scuola di ballo fondata dal-la ballerina Antonella Mazzetti.Tania ci è arrivata dopo anni pas-sati a ballare salsa. “Mi ha portatail mio ragazzo al primo appunta-mento. Ma mi sono innamoratadel tango prima che di lui”.Gli allievi hanno dai 25 ai 60 an-ni. I corsi di RossoTango, dove siregistra sempre il tutto esaurito,sono strutturati in tre livelli di dif-ficoltà e prevedono, oltre alla le-zione di ballo di un’ora e mezzauna volta a settimana, anche unadomenica pomeriggio al mese dipratica di due ore e mezza e corsidi approfondimento su folklore edanze tipiche argentine.Antonella sta insegnando la cha-carera, che si balla in gruppo, uo-mini da una parte in fila e donnedall’altra. “È una danza di corteg-giamento in cui la donna deve av-vicinarsi all’uomo ma anche vol-targli le spalle” spiega. Anche iltango rappresenta una sensualitàperduta. “Dentro il tango c’è tuttala vita -continua Antonella-. Leorigini della relazione di coppia,la femminilità della donna e lamascolinità dell’uomo”. Lo spie-ga Aldo, 60 anni, accompagnatodalla moglie: “È l’unico ballo che

a una coppia fa provare questo”.Congiunge le mani: “Ti fa sentireuna cosa sola”. Ma ai corsi ci sipuò iscrivere anche singolarmen-te e si balla con altri del gruppo ocon gli assistenti dell’insegnante.Le lezioni iniziano a metà settem-bre e durano nove mesi, ma ci sipuò iscrivere anche a corso ini-ziato. Il costo è di 40 euro al me-se, a cui si aggiungono 3 o 5 europer le domeniche di ballo. I semi-nari di folklore, che si tengono nelweek-end, costano 10 euro.E sempre tango, e con un nome

che sa di unione tra culture, è ilprogetto Tango Tano (“tango ita-liano”), organizzato a Milano dal-la Comuna Baires, compagniateatrale fondata da un gruppo diargentini fuggiti da Buenos Airesnegli anni della dittatura militare.I corsi sono un viaggio a tuttotondo nella cultura argentina. Lelezioni si tengono ogni lunedì se-ra, dalle 19 alle 22.15, mentre ilvenerdì ci sono seminari sulla sto-ria e le tecniche del tango o con-certi. Sempre il venerdì, la seratardi, lo spazio della Comuna Bai-

res si trasforma in una milonga,un locale tipico di Buenos Airesdove si balla tutta la notte anchese non si è iscritti ai corsi. E sen-za farsi scappare una cena argen-tina al ristorante dell’associazio-ne: dalla carne alla griglia alleempanadas. Il pacchetto da diecilezioni di Tango Tano costa 120euro, la singola lezione 15 euro,mentre per la serata di ballo delvenerdì si pagano 6 euro. Posso-no iscriversi al massimo 50 per-sone, e non è indispensabile veni-re in coppia. E per chi il tango non lo dimenti-ca nemmeno in ferie, l’associa-zione Argentino Tango di Romaorganizza vacanze-studio in Italiae all’estero. Per l’autunno/inver-no 2008/2009 sono in programmauna tre giorni a Volterra (360 eu-ro), lezioni di Capodanno a 400euro (dal 30 dicembre al 2 gen-naio, luogo da definire) e a mag-gio una crociera danzante da Ve-nezia a Istanbul. Unico requisito,essere perdutamente innamorati.Del tango.

MICHELA GELATI

QUALCUNO LO SCOPRE AL

PRIMO APPUNTAMENTO,

ALTRI CI ARRIVANO

ALL’ETÀ DELLA PENSIONE.

UNITI DALLA STRUGGENTE

SENSUALITÀ DEL SIMBOLO

DELL’ARGENTINA, I

“TANGUEROS” DI CASA

NOSTRA RIEMPIONO

LE SCUOLE DI BALLO.

8 TERRITORI

LIGURIA. Tre giorni in compagnia dei pescatori, alla ricercadi saraghi, mormore e orate. Il viaggio prevede un’uscita inbarca a partire del borgo di Framura, nelle Cinque Terre. Perconoscere i segreti più antichi della pesca. Costo: 170 euro.Info: www.viaggisolidali.it.

17 - 19 OTTOBRE

CAMERUN. Foreste, deserto e tribù. Dai mercati di Mokolo eMakénéné al palazzo del Sultano di Foumban, dallatraversata in piroga del fiume Tiko al trekking sul MonteCamerun, in realtà un vulcano. Costo: 1.200 euro. Info: www.viaggiemiraggi.org.

24 OTTOBRE - 7 NOVEMBRE

KOSOVO. Da Pristina verso Sud, per poi risalire a Pejë etornare nel capoluogo. Viaggio nel Paese circondato daiBalcani, dimenticando i conflitti per scoprire le bellezzenaturalistiche e la ricchezza di storia e culture. Costo: 950 euro. Info:www.planetviaggi.it.

1 - 6 NOVEMBRE

Il te

mpo LIB

ER

ATO

Amore al primo passo

PER INFORMAZIONI

RossoTango (Rm) tel. 3476251495, www.rossotango.com.Comuna Baires (Mi) tel. 0289121317, www.comunabaires.it.Argentino Tango (Rm) tel. 3339449790,www.argentinotango.com.

Roma, NotteBianca 2007:

tangoargentino in

piazza SantaMaria di

Loreto.Sotto, una

lezione diDanceability

Se pensate che il tango sia fatto di uomini all’antica edonne-burattino, è ora dicambiare idea. Perché la danzaargentina è una perfetta terapiaper la coppia. “Il tango non è peruomini-macho”, dice TizianaManusardi, ballerina edanzaterapeuta. “L’uomo deveguidare lasciando però alladonna alcuni spazi di creatività.È una metafora della relazione”.Non esistono ancora corsi ditangoterapia per coppie in crisi,

però questo tipo di ballo puòaiutare a prendere coscienzadella qualità del rapportoesistente fra un uomo e unadonna. A volte permette diriscoprire antichi ruoli. “La donnaora ha più potere e parità equesto è giusto -continuaManusardi-. Ma è bello qualchevolta farsi guidare, liberarsi delleresponsabilità e perdere il doveredi controllare tutto e tutti”. Attenzione però: se è vero che iltango riesce a far superare la

gelosia ballando anche con altripartner, spesso la coppia“scoppia” perché si evidenzianotensioni e problemi, “macambiare partner nel ballorafforza il rapporto”. Non ci sonoetà giuste per il tango. “InArgentina lo ballano anche ibambini”, racconta Manusardi.“Però il tango è malinconia,distanza, struggimento deimigranti che ricordano la patrialontana: forse per questo lecoppie più mature riescono acapirlo più a fondo”. Perché ècome una storia d’amore, “duratre minuti, ma è intensissima”.Per questo fa emergere emozioniinconsce nella coppia. “E a volteè più facile ballare con unosconosciuto che con il partner”.

Negli Stati Uniti, dove è statafondata dal danzatore ecoreografo Alito Alessi, lachiamano contact improvisation:si balla in gruppo, su una basecomune, poi tutto è lasciatoall’immaginazione. E ci si muovea ritmo di musica anche se si èsempre pensato di non poterlo

fare. Perché è proprio questa laparticolarità della danceability,non terapia ma tecnica di balloimportata in Italiadall’associazione “Ottavogiorno” di Padova: far ballare chinon potrebbe perché non vede, simuove solo su sedia a rotelle o èaffetto da autismo o sindrome diDown. “Si balla in coppia, megliose formata da un disabile e unnormodotato -spiega MarinaGiacometti, danzatriceprofessionista che si occupa delprogetto per la cooperativa-. Siparte da una base comune dipassi e figure, ma poi la danza sisviluppa con l’improvvisazione equello che ognuno riesce a fare”. Per esempio, chi sta su una sediaa rotelle userà le braccia e ancheil movimento della sedia, i nonvedenti usano molto il tatto persentire il compagno. E chi soffre

di autismo riesce a trovare unaltro modo di esprimersiattraverso il linguaggio del corpo.Il gruppo ideale è misto. Per idisabili, “è un modo di aprirsi, diuscire dai soliti ambienti, discoprire di poter fare cose eesprimere potenzialità che non sipensava nemmeno di avere”. Allelezioni partecipano anche attorie ballerini professionisti, perchéla danceability permette diritrovare il valore dei singolimovimenti. I corsi dellacooperativa Ottavo giorno, a cuipuò partecipare un massimo di40 persone, si svolgono danovembre a maggio, un sabatoal mese per cinque ore, dalle14.30 alle 19.30. Costo: 50 euro a incontro o 200euro per l’intero corso annuale.Per info e prenotazioni,www.ottavogiorno.net/laboratori.

Sim

ona

Cal

eo /

Eid

on

L'accordo è stato firmato a Brasilia dai ministri degli Esteri dientrambi i Paesi: Brasile e Mozambico collaboreranno nellaproduzione di farmaci contro l’Aids. L’intesa prevede un’ampiacollaborazione tra africani e sudamericani in campo medico, masoprattutto prevede l’impegno congiunto a portare a Maputo, capitaledel Mozambico, un centro per lo studio e la produzione di medicinalianti-retrovirali e di farmaci generici. Il Mozambico è tra le nazionipiù colpite dall’Aids. Sieropositivo, secondo l’Unicef, è il 16,2percento della popolazione nella fascia tra i 15 e i 49 anni (per il 70%sono donne), mentre i bambini colpiti dal virus dell’Hiv sono 92mila.

CARACAS, UNA PISTOLA PER UN PALLONEUn pallone o una bicicletta a ogni bambino in cambio della suapistola giocattolo. Un gesto educativo a ogni latitudine, maancora più importante se accade in uno dei quartieri piùpericolosi al mondo: il barrìo Petare, periferia di Caracas.L'iniziativa è della squadra anticrimine della Polizia. “Vogliamoistruire i bambini sulla pericolosità delle armi e richiamare lecoscienze dei loro genitori -ha dichiarato Edwin Rojas, direttoredel Centro de prevencion de Crimines-. Troppo spesso laviolenza si genera all'interno dei nuclei familiari, e i figli di genteviolenta abituata a possedere armi rischiano di crescere allostesso modo”. Il progetto sta avendo successo, a giudicare dallefile di bambini in attesa dello scambio. È stato così deciso diestenderlo anche ad altri quartieri e città del Paese.

COMMERCIONUCLEARE:ALLARME PER L’INDIAComunità internazionalepreoccupata dopo larevoca dell’embargo sulcommercio nucleare conl’India decisa l’8 settembredal “Nuclear suppliers

group”, i 45 Paesi fornitori di materiale nucleare. Il provvedimentoè stato promosso dagli Stati Uniti: nel 2006 George Bush e ilprimo ministro indiano, Manmohan Singh, hanno firmato unaccordo di cooperazione nucleare. Un solo voto sarebbe bastatoa bloccare la decisione, ma i 45 componenti dell’organismo, natonel 1974 proprio dopo i test nucleari indiani di Pokharan, hannodetto tutti sì. Per Jayantha Dhanapala, ex SottosegretarioGenerale dell’Onu, ci sono state “pressioni brutali edinaccettabili” esercitate sui pochi Stati che si opponevano. Adifferenza di altri 178 Stati, l’India non ha mai firmato il ‘Trattatodi non proliferazione nucleare’ (Tnp) del 1968 e il ‘Trattato per lamessa al bando delle sperimentazioni’ (Ctbt) del 1996.

CalendarioOceani

TERRITORI

NOTIZIE DAL MONDODELLA NONVIOLENZAPACIFICI

9RAJASTHAN (INDIA). Lo Stato più grande dell’India è pieno di arte,palazzi principeschi, ma anche di natura e varia umanità. Previstauna visita al progetto “Mesh” di artigianato per disabili che sicontribuisce a finanziare con il viaggio. Costo: 1950 euro. Info: www.ramviaggi.it.

20 OTTOBRE - 6 NOVEMBRE

MALI. Alla scoperta di Bandiagara, falesia abitata dai Dogon, il“popolo delle stelle”. Visita a Djenne, con la moschea in argilla epaglia più grande al mondo, e ai villaggi Dogon, sospesi nel vuotofra baobab e case a palafitta. Costo: 270 euro (volo escluso).Info: www.boscaglia.it.

31 OTTOBRE - 9 NOVEMBRE

Ballare senza barriere

Quando il tango fa bene alla coppia

Ste

fano

Val

lin

Da cliente a corresponsabiledella bottega. Fabiana Pozzolini,27 anni e un incarico al negozioChico Mendes di via CesareCorrenti a Milano, l’interesse peril terzo settore l’aveva sempreavuto. Così, dopo la laurea inScienze della Comunicazione,Fabiana spedisce il curriculum aCtm Altromercato, uno deiconsorzi di commercio equo.

CCoommee aannddòò iill ccoollllooqquuiioo??Non come desideravo: mi disserochiaramente che cercavanoqualcuno con un’esperienzapregressa, una persona giàformata.

IInn pprraattiiccaa uunn pprrooffeessssiioonniissttaa??Esatto. Non ottenni il lavoro e mibuttai in un’esperienzalavorativa all’estero.

SSeemmpprree ccoonn uunn ppeennssiieerroo aallccoommmmeerrcciioo ccrriittiiccoo??Tenevo d’occhio tutte leopportunità e quando nel 2005uscì il bando per il master“Commercio equo e solidale,gestione e certificazione etica ebiologica dei sistemi agroalimentari” all’Università diBologna, partecipai allaselezione. Fui ammessa ecominciarono sei mesi di lezioniin aula due giorni la settimana epoi tre mesi di stage.

DDoovvee hhaaii ffaattttoo iill ttiirroocciinniioo??Nelle botteghe della cooperativa

Chico Mendes, a Milano. È stataun’esperienza positiva efortunata, tant’è che finiti i mesidi pratica sono rimasta alavorare nel settorecomunicazione.

QQuuaannttoo hhaa iinncciissoo iill mmaasstteerr nneellppeerrccoorrssoo llaavvoorraattiivvoo??Dal punto di vista dellaformazione moltissimo. I docentierano professionisti del settore:ci hanno illustrato gli scenariinternazionali della BancaMondiale come del Wto (Worldtrade organization). Poi lapratica ha completato laformazione.

QQuuaannttoo gguuaaddaaggnnii??Circa mille euro al mese, nonproprio uno sproposito. Ma c’èda considerare anche la politicadella cooperativa, che per sceltanon prevede stipendi dacapogiro. Comunque l’obiettivol’ho raggiunto: ho trovato lavorodove volevo.

Una laurea triennale e il desideriodi conciliare i valori etici e socia-li con la scienza economica. Sonoquesti i presupposti richiesti a chivuole iscriversi ad uno dei masterattivati per gli aspiranti managerdel consumo critico. Corsi seme-strali o annuali, preparazione teo-rica e pratica. Perché se in Italiapiù di 12 milioni di consumatoriconoscono i prodotti del commer-cio equo, è necessario che a gesti-re filiere, scambi e vendita chegenerano movimenti economiciper 50 milioni di euro l’anno, sia-no veri e propri professionisti. Edè così che laureati, ma anche ope-ratori del settore, tornano sui ban-chi con un obiettivo preciso: ac-quisire i fondamenti di finanzaetica, certificazione sociale, bi-lanci sociali e commercio interna-zionale. Di solito i posti disponi-bili sono sempre esauriti. A cinque anni dall’avvio dei cor-si, il primo venne attivato dallaUniversità di Urbino nel 2003, idocenti assicurano che a fine ma-ster i partecipanti sono in grado dioperare in autonomia all’internodi istituzioni, organizzazioni noprofit e del commercio equo. Iltutto grazie alle lezioni di econo-mia, sociologia, comunicazione ediritto. E ancora, management efinanza, progettazione e marke-ting. “Uno degli obiettivi è affina-re le capacità di analisi, organiz-zazione, gestione e promozionedelle attività -spiega Cesare Za-nasi che nel 2005 ha guidato ilmaster in ‘Commercio equo e so-

lidale, gestione e certificazioneetica e biologica dei sistemi agroalimentari’ di Bologna-. Una buo-na formazione non solo è utile maè anche necessaria per gestire l’at-tività, il 90 per cento dei nostristudenti trova occupazione in am-biti congruenti: lo scopo ultimodei corsi è formare i quadri”.Una formazione interdisciplinarefatta di lezioni frontali ma anchestage in cooperative, fondazioni eimprese sociali, in Italia come al-l’estero, utili per mettere alla pro-va le nozioni apprese sui libri: “Ilnostro corso prevede tre settima-ne fra Sri Lanka, Argentina e Ma-li per toccare con mano le situa-zioni locali e imparare a gestirerapporti con persone e realtà mol-to diverse -spiega Ilaria Urbinati,docente del master ‘Finanza perlo sviluppo’ dell’Università diParma-. Oltre alla preparazioneteorica, quella pratica è altrettantoimportante, bisogna conoscerebene le lingue e saper tenere i rap-porti: due cose che si imparanosolo sul campo”. Come dire chela sinergia fra il mondo accade-mico e le aziende permette ai ra-gazzi di uscire dalla nicchia dellapreparazione teorica. Prima di buttarsi nel mondo dellavoro gli studenti devono pre-sentare una tesi di laurea. “Si trat-ta di un elaborato da 6 crediti percui sono previste 150 ore di lavo-ro -spiegano dalla segreteria ma-ster di Urbino-. Il tema in generesi concorda, ma sono molto gra-diti gli approfondimenti sociolo-

gici o gestionali delle politicheper il no profit. Oppure, un’anali-si a partire dall’esperienza di sta-ge”. Gli atenei che quest’anno sisono attrezzati per attivare i ma-ster sono quattro: “Non sono tan-tissimi ma bisogna considerareche il mercato non è ancora cosìvasto, i posti per manager delconsumo critico non sono illimi-tati -conclude Cesare Zanasi- perquesto motivo a Bologna ci siamopresi una pausa e il master, in ver-sione internazionale con lezioni ininglese, verrà riproposto nel 2010.Una cosa però è certa: fra gli stu-denti entusiasmo e afflato eticonon mancano certo”.

Una passioneche diventa lavoro

FA’ L

A CO

SA G

IUST

A!Come è nato questo progetto?Siamo un’associazione che si occupa di fotografia e ci interessavaapprofondire uno degli aspetti meno noti della cultura senegalese: il fotoritratto. Fin dagli anni ’50,infatti, il ritratto fotografico di studio ha conosciuto un grandissimosuccesso. Oggi lascia il posto alle più moderne istantanee a colori, ma la tradizione del ritratto rivestetuttora in quel Paese africano una grande importanza.

Come siete riusciti a raccoglieretante immagini?Grazie alla collaborazione delleassociazioni senegalesi Sunugal,Asmp e Fasni abbiamo incontratouomini e donne immigrate in Italia eabbiamo chiesto loro di mostrarci eraccontarci le fotografie che hannoportato con sé dal Senegal. Dallaselezione di questo materiale è natala mostra.Quali sono i soggetti più ricorrenti?Sono immagini scattate soprattutto

durante battesimi, matrimoni e festereligiose. Inoltre, molti senegalesi cihanno portato le foto dei genitori,per i quali in genere hanno unprofondo rispetto. Ci sono poi scatti realizzati in Italia.

Quale messaggio volete lanciarecon questa mostra?È l’occasione per conoscere lacultura e la vita di una delle comunità di immigrati presentia Milano, la nostra città. Ogni foto è accompagnata da unabreve didascalia, in cui la stessapersona che ce l’ha donata descrivele circostanze in cui è stata scattatal’immagine ed eventuali aneddoti. È quindi una mostra che si basa sullamemoria dei migranti. Le fotorealizzate in Italia invece cipermettono di capire qualcosa di piùsu come vivono qui e quale rapportohanno con la nostra società.

BUONE PRATICHE PER VIVERE MEGLIO

20O8

Ogni migrante parte con un tesoro: sono le foto dei propri familiari. Alla “Fabbricadel vapore” di Milano, per tutto il mese di ottobre, è possibile visitare la mostra,"Ritratti dal Senegal”, con 120 foto cedute da alcuni senegalesi all’associazioneFototracce. Ne parliamo con Melissa Nicolini, una delle curatrici della mostra.

Ricordi dal Senegalnelle foto di famiglia

ROMA E URBINOIl master “Lavorare nel non profit”viene organizzato congiuntamentedalla facoltà di Economia e sociologiadell'Università Carlo Bo di Urbino edalla facoltà di Economiadell'Università degli studi di Roma TorVergata. Le lezioni iniziano anovembre. Per info: www.uniurb.it ewww.fad.economia.uniroma2.it.

MILANONel capoluogo lombardo inizieranno,sempre a novembre, e siconcluderanno dopo 12 mesi i modulidi “Economia civile e non profit”, il

master nato in Bicocca come corso diperfezionamento e da quest’annotrasformato in master di II livello. Per info:www.masterecocivile.altervista.org.

PARMAGrazie a una collaborazione fra lafacoltà di Economia dell’Universitàdegli studi ed Etimos, il consorzio cheraccoglie risparmio in Italia a sostegnodi esperienze microimprenditoriali neiPaesi in via di sviluppo, da gennaio sipotrà studiare per diventareprofessionisti del microcredito. Perinfo: http://finanzaperlosviluppo.it.

CalendarioLaboratori

11TERRITORI

INNOVAZIONIRETI, MOVIMENTISOCIALI

FAVOLE E RACCONTI SUL FAIRTRADES’intitola “Lontano ma vicino. Il commercio equo e solidale” ilnuovo libro pubblicato da Giunti, per spiegare ai bambini comearrivano sulle nostre tavole cioccolata, banane, caffè e tantialtri cibi. Il libro racconta il lungo viaggio di questi prodotti, daiPaesi d’origine al nostro frigorifero. Scopo del volumetto, curato da Michele Mingrone assieme allaong “Gvc” e a Fairtrade Italia, è far comprendere ai ragazzinidagli 8 ai 14 anni quanto le scelte di consumo quotidianopossano incidere sulla vita di milioni di persone. Le spiegazionisono accompagnate da alcuni divertenti quiz per mettere allaprova il proprio grado di “equità solidale”.

LAURA BELLOMI

SEMESTRALI O ANNUALI,

I CORSI POST LAUREA IN

CONSUMO CRITICO SONO

SEMPRE GETTONATI.

GLI IDEALI AIUTANO NELLO

STUDIO, MA PER

AFFERMARSI BISOGNA

CONOSCERE BENE LE

LINGUE E SAPER GESTIRE

I RAPPORTI UMANI.

Diet

ro

10 TERRITORI

I C

ON

SU

MI

PARMA. “Kuminda”: festival del cibo equo e sostenibile.Espongono botteghe, centrali di importazione, associazioni dicooperazione allo sviluppo impegnate nel consumo critico,nella finanza etica e nel turismo responsabile.Info: www.kuminda.it.

12 - 13 - 14 OTTOBRE

GUBBIO. “Altrocioccolato”: ottava edizione della festa delcacao equo e solidale. Informazione sul consumo critico,momenti di festa e musica, spettacoli teatrali, confronti conl'associazionismo, tutto con lo slogan “Equalizziamoci”. Info: www.altrocioccolato.org.

16 - 19 OTTOBRE

SCHIO (VI). “La montagna in città”: fiera dei prodotti agricolitipici e biologici della montagna vicentina organizzata dallaComunità Montana Leogra Timonchio. Info: www.cmleogratimonchio.it.

18 - 19 OTTOBRE

LEGNANO (MI). “Tuttonatura”: mercato di prodotti alimentaribiologici, esposizioni di artigiani, associazioni, prodotti del suddel mondo. Organizzato dal Circolo Fratellanza e pace. Info: www.circolone.it.

19 OTTOBRE

ITALIA. “Io faccio la spesa giusta”: oltre 3mila ristoranti e puntivendita aderiscono alla settimana promossa da Fairtrade Italia.Incontri, concerti, cene, degustazioni, promozioni e reading perscoprire il commercio equo e solidale. Info: www.equo.it.

18 - 26 OTTOBRE

UN CONDOMINIO “SOLIDALE” A PISTOIAA Pistoia sta per nascere il primo condominio solidale della città.Sarà composto da 53 appartamenti e in questi andranno avivere anziani rimasti soli o piccoli nuclei familiari. A realizzarlosarà l’Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia. I lavori dicostruzione partiranno entro la fine dell’anno o all’inizio del2009. Gli appartamenti saranno dotati di ogni confort. Ilcomplesso abitativo sarà all'interno del Parco della Vergine,sulla via Bonellina. Gli ospiti della struttura potrannocontinuare a svolgere la propria vita in piena autonomia,potendo contare in caso di necessità sull'assistenza medica equella infermieristica. Previsto anche il servizio di spesa a casa, el’accompagnamento in città per commissioni.

Tutti i masterdel commercio critico

Manager equi e solidali

Dopo la confisca ai clan mafiosi, dueimmobili di Palermo sono stati donati dalComune ad altrettante associazioni attivenell’assistenza ai più deboli: la onlus“Nuova era a viso aperto onlus”, che sioccupa di volontariato ospedaliero, el’associazione “Futuro semplice”, cheassiste persone con gravi disabilità.“Stiamo lavorando per offrire un alloggioalle famiglie che arrivano a Palermo percurarsi” ha spiegato l’assessore alleRisorse immobiliari, Pippo Enea.

Milano, Parma, Roma e Urbino. Sono quattro gli atenei italiani che per il prossimo annoaccademico propongono master sul commercio critico. Numero chiuso in tutte leuniversità -per ogni corso i posti disponibili oscillano fra i venti e venticinque-, retteche raggiungono anche 3mila euro e borse di studio per i più meritevoli. Alcuni bandisono già online: condizione necessaria, in tutti gli atenei, il diploma di laurea.

Age

nzia

Fot

ogra

mm

a

Fabiana Pozzolini

Giovani in visita ai partner delSud del mondo e al lavoro in

bottega (Archivio Chico Mendes)

Arc

hivi

o C

oop.

Chi

co M

ende

s

“Portalé yuu Senegal/Ritratti dalSenegal”, dal 5 al 26 ottobre, allaFabbrica del vapore, via Procaccini 4 a Milano. Ingresso libero.www.fototracce.it/ritrattidalsenegal

Da cliente a corresponsabiledella bottega. Fabiana Pozzolini,27 anni e un incarico al negozioChico Mendes di via CesareCorrenti a Milano, l’interesse peril terzo settore l’aveva sempreavuto. Così, dopo la laurea inScienze della Comunicazione,Fabiana spedisce il curriculum aCtm Altromercato, uno deiconsorzi di commercio equo.

CCoommee aannddòò iill ccoollllooqquuiioo??Non come desideravo: mi disserochiaramente che cercavanoqualcuno con un’esperienzapregressa, una persona giàformata.

IInn pprraattiiccaa uunn pprrooffeessssiioonniissttaa??Esatto. Non ottenni il lavoro e mibuttai in un’esperienzalavorativa all’estero.

SSeemmpprree ccoonn uunn ppeennssiieerroo aallccoommmmeerrcciioo ccrriittiiccoo??Tenevo d’occhio tutte leopportunità e quando nel 2005uscì il bando per il master“Commercio equo e solidale,gestione e certificazione etica ebiologica dei sistemi agroalimentari” all’Università diBologna, partecipai allaselezione. Fui ammessa ecominciarono sei mesi di lezioniin aula due giorni la settimana epoi tre mesi di stage.

DDoovvee hhaaii ffaattttoo iill ttiirroocciinniioo??Nelle botteghe della cooperativa

Chico Mendes, a Milano. È stataun’esperienza positiva efortunata, tant’è che finiti i mesidi pratica sono rimasta alavorare nel settorecomunicazione.

QQuuaannttoo hhaa iinncciissoo iill mmaasstteerr nneellppeerrccoorrssoo llaavvoorraattiivvoo??Dal punto di vista dellaformazione moltissimo. I docentierano professionisti del settore:ci hanno illustrato gli scenariinternazionali della BancaMondiale come del Wto (Worldtrade organization). Poi lapratica ha completato laformazione.

QQuuaannttoo gguuaaddaaggnnii??Circa mille euro al mese, nonproprio uno sproposito. Ma c’èda considerare anche la politicadella cooperativa, che per sceltanon prevede stipendi dacapogiro. Comunque l’obiettivol’ho raggiunto: ho trovato lavorodove volevo.

Una laurea triennale e il desideriodi conciliare i valori etici e socia-li con la scienza economica. Sonoquesti i presupposti richiesti a chivuole iscriversi ad uno dei masterattivati per gli aspiranti managerdel consumo critico. Corsi seme-strali o annuali, preparazione teo-rica e pratica. Perché se in Italiapiù di 12 milioni di consumatoriconoscono i prodotti del commer-cio equo, è necessario che a gesti-re filiere, scambi e vendita chegenerano movimenti economiciper 50 milioni di euro l’anno, sia-no veri e propri professionisti. Edè così che laureati, ma anche ope-ratori del settore, tornano sui ban-chi con un obiettivo preciso: ac-quisire i fondamenti di finanzaetica, certificazione sociale, bi-lanci sociali e commercio interna-zionale. Di solito i posti disponi-bili sono sempre esauriti. A cinque anni dall’avvio dei cor-si, il primo venne attivato dallaUniversità di Urbino nel 2003, idocenti assicurano che a fine ma-ster i partecipanti sono in grado dioperare in autonomia all’internodi istituzioni, organizzazioni noprofit e del commercio equo. Iltutto grazie alle lezioni di econo-mia, sociologia, comunicazione ediritto. E ancora, management efinanza, progettazione e marke-ting. “Uno degli obiettivi è affina-re le capacità di analisi, organiz-zazione, gestione e promozionedelle attività -spiega Cesare Za-nasi che nel 2005 ha guidato ilmaster in ‘Commercio equo e so-

lidale, gestione e certificazioneetica e biologica dei sistemi agroalimentari’ di Bologna-. Una buo-na formazione non solo è utile maè anche necessaria per gestire l’at-tività, il 90 per cento dei nostristudenti trova occupazione in am-biti congruenti: lo scopo ultimodei corsi è formare i quadri”.Una formazione interdisciplinarefatta di lezioni frontali ma anchestage in cooperative, fondazioni eimprese sociali, in Italia come al-l’estero, utili per mettere alla pro-va le nozioni apprese sui libri: “Ilnostro corso prevede tre settima-ne fra Sri Lanka, Argentina e Ma-li per toccare con mano le situa-zioni locali e imparare a gestirerapporti con persone e realtà mol-to diverse -spiega Ilaria Urbinati,docente del master ‘Finanza perlo sviluppo’ dell’Università diParma-. Oltre alla preparazioneteorica, quella pratica è altrettantoimportante, bisogna conoscerebene le lingue e saper tenere i rap-porti: due cose che si imparanosolo sul campo”. Come dire chela sinergia fra il mondo accade-mico e le aziende permette ai ra-gazzi di uscire dalla nicchia dellapreparazione teorica. Prima di buttarsi nel mondo dellavoro gli studenti devono pre-sentare una tesi di laurea. “Si trat-ta di un elaborato da 6 crediti percui sono previste 150 ore di lavo-ro -spiegano dalla segreteria ma-ster di Urbino-. Il tema in generesi concorda, ma sono molto gra-diti gli approfondimenti sociolo-

gici o gestionali delle politicheper il no profit. Oppure, un’anali-si a partire dall’esperienza di sta-ge”. Gli atenei che quest’anno sisono attrezzati per attivare i ma-ster sono quattro: “Non sono tan-tissimi ma bisogna considerareche il mercato non è ancora cosìvasto, i posti per manager delconsumo critico non sono illimi-tati -conclude Cesare Zanasi- perquesto motivo a Bologna ci siamopresi una pausa e il master, in ver-sione internazionale con lezioni ininglese, verrà riproposto nel 2010.Una cosa però è certa: fra gli stu-denti entusiasmo e afflato eticonon mancano certo”.

Una passioneche diventa lavoro

FA’ L

A CO

SA G

IUST

A!

Come è nato questo progetto?Siamo un’associazione che si occupa di fotografia e ci interessavaapprofondire uno degli aspetti meno noti della cultura senegalese: il fotoritratto. Fin dagli anni ’50,infatti, il ritratto fotografico di studio ha conosciuto un grandissimosuccesso. Oggi lascia il posto alle più moderne istantanee a colori, ma la tradizione del ritratto rivestetuttora in quel Paese africano una grande importanza.

Come siete riusciti a raccoglieretante immagini?Grazie alla collaborazione delleassociazioni senegalesi Sunugal,Asmp e Fasni abbiamo incontratouomini e donne immigrate in Italia eabbiamo chiesto loro di mostrarci eraccontarci le fotografie che hannoportato con sé dal Senegal. Dallaselezione di questo materiale è natala mostra.Quali sono i soggetti più ricorrenti?Sono immagini scattate soprattutto

durante battesimi, matrimoni e festereligiose. Inoltre, molti senegalesi cihanno portato le foto dei genitori,per i quali in genere hanno unprofondo rispetto. Ci sono poi scatti realizzati in Italia.

Quale messaggio volete lanciarecon questa mostra?È l’occasione per conoscere lacultura e la vita di una delle comunità di immigrati presentia Milano, la nostra città. Ogni foto è accompagnata da unabreve didascalia, in cui la stessapersona che ce l’ha donata descrivele circostanze in cui è stata scattatal’immagine ed eventuali aneddoti. È quindi una mostra che si basa sullamemoria dei migranti. Le fotorealizzate in Italia invece cipermettono di capire qualcosa di piùsu come vivono qui e quale rapportohanno con la nostra società.

BUONE PRATICHE PER VIVERE MEGLIO

20O8

Ogni migrante parte con un tesoro: sono le foto dei propri familiari. Alla “Fabbricadel vapore” di Milano, per tutto il mese di ottobre, è possibile visitare la mostra,"Ritratti dal Senegal”, con 120 foto cedute da alcuni senegalesi all’associazioneFototracce. Ne parliamo con Melissa Nicolini, una delle curatrici della mostra.

Ricordi dal Senegalnelle foto di famiglia

ROMA E URBINOIl master “Lavorare nel non profit”viene organizzato congiuntamentedalla facoltà di Economia e sociologiadell'Università Carlo Bo di Urbino edalla facoltà di Economiadell'Università degli studi di Roma TorVergata. Le lezioni iniziano anovembre. Per info: www.uniurb.it ewww.fad.economia.uniroma2.it.

MILANONel capoluogo lombardo inizieranno,sempre a novembre, e siconcluderanno dopo 12 mesi i modulidi “Economia civile e non profit”, il

master nato in Bicocca come corso diperfezionamento e da quest’annotrasformato in master di II livello. Per info:www.masterecocivile.altervista.org.

PARMAGrazie a una collaborazione fra lafacoltà di Economia dell’Universitàdegli studi ed Etimos, il consorzio cheraccoglie risparmio in Italia a sostegnodi esperienze microimprenditoriali neiPaesi in via di sviluppo, da gennaio sipotrà studiare per diventareprofessionisti del microcredito. Perinfo: http://finanzaperlosviluppo.it.

CalendarioLaboratori

11TERRITORI

INNOVAZIONIRETI, MOVIMENTISOCIALI

FAVOLE E RACCONTI SUL FAIRTRADES’intitola “Lontano ma vicino. Il commercio equo e solidale” ilnuovo libro pubblicato da Giunti, per spiegare ai bambini comearrivano sulle nostre tavole cioccolata, banane, caffè e tantialtri cibi. Il libro racconta il lungo viaggio di questi prodotti, daiPaesi d’origine al nostro frigorifero. Scopo del volumetto, curato da Michele Mingrone assieme allaong “Gvc” e a Fairtrade Italia, è far comprendere ai ragazzinidagli 8 ai 14 anni quanto le scelte di consumo quotidianopossano incidere sulla vita di milioni di persone. Le spiegazionisono accompagnate da alcuni divertenti quiz per mettere allaprova il proprio grado di “equità solidale”.

LAURA BELLOMI

SEMESTRALI O ANNUALI,

I CORSI POST LAUREA IN

CONSUMO CRITICO SONO

SEMPRE GETTONATI.

GLI IDEALI AIUTANO NELLO

STUDIO, MA PER

AFFERMARSI BISOGNA

CONOSCERE BENE LE

LINGUE E SAPER GESTIRE

I RAPPORTI UMANI.

Diet

ro

10 TERRITORI

I C

ON

SU

MI

PARMA. “Kuminda”: festival del cibo equo e sostenibile.Espongono botteghe, centrali di importazione, associazioni dicooperazione allo sviluppo impegnate nel consumo critico,nella finanza etica e nel turismo responsabile.Info: www.kuminda.it.

12 - 13 - 14 OTTOBRE

GUBBIO. “Altrocioccolato”: ottava edizione della festa delcacao equo e solidale. Informazione sul consumo critico,momenti di festa e musica, spettacoli teatrali, confronti conl'associazionismo, tutto con lo slogan “Equalizziamoci”. Info: www.altrocioccolato.org.

16 - 19 OTTOBRE

SCHIO (VI). “La montagna in città”: fiera dei prodotti agricolitipici e biologici della montagna vicentina organizzata dallaComunità Montana Leogra Timonchio. Info: www.cmleogratimonchio.it.

18 - 19 OTTOBRE

LEGNANO (MI). “Tuttonatura”: mercato di prodotti alimentaribiologici, esposizioni di artigiani, associazioni, prodotti del suddel mondo. Organizzato dal Circolo Fratellanza e pace. Info: www.circolone.it.

19 OTTOBRE

ITALIA. “Io faccio la spesa giusta”: oltre 3mila ristoranti e puntivendita aderiscono alla settimana promossa da Fairtrade Italia.Incontri, concerti, cene, degustazioni, promozioni e reading perscoprire il commercio equo e solidale. Info: www.equo.it.

18 - 26 OTTOBRE

UN CONDOMINIO “SOLIDALE” A PISTOIAA Pistoia sta per nascere il primo condominio solidale della città.Sarà composto da 53 appartamenti e in questi andranno avivere anziani rimasti soli o piccoli nuclei familiari. A realizzarlosarà l’Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia. I lavori dicostruzione partiranno entro la fine dell’anno o all’inizio del2009. Gli appartamenti saranno dotati di ogni confort. Ilcomplesso abitativo sarà all'interno del Parco della Vergine,sulla via Bonellina. Gli ospiti della struttura potrannocontinuare a svolgere la propria vita in piena autonomia,potendo contare in caso di necessità sull'assistenza medica equella infermieristica. Previsto anche il servizio di spesa a casa, el’accompagnamento in città per commissioni.

Tutti i masterdel commercio critico

Manager equi e solidali

Dopo la confisca ai clan mafiosi, dueimmobili di Palermo sono stati donati dalComune ad altrettante associazioni attivenell’assistenza ai più deboli: la onlus“Nuova era a viso aperto onlus”, che sioccupa di volontariato ospedaliero, el’associazione “Futuro semplice”, cheassiste persone con gravi disabilità.“Stiamo lavorando per offrire un alloggioalle famiglie che arrivano a Palermo percurarsi” ha spiegato l’assessore alleRisorse immobiliari, Pippo Enea.

Milano, Parma, Roma e Urbino. Sono quattro gli atenei italiani che per il prossimo annoaccademico propongono master sul commercio critico. Numero chiuso in tutte leuniversità -per ogni corso i posti disponibili oscillano fra i venti e venticinque-, retteche raggiungono anche 3mila euro e borse di studio per i più meritevoli. Alcuni bandisono già online: condizione necessaria, in tutti gli atenei, il diploma di laurea.

Age

nzia

Fot

ogra

mm

a

Fabiana Pozzolini

Giovani in visita ai partner delSud del mondo e al lavoro in

bottega (Archivio Chico Mendes)

Arc

hivi

o C

oop.

Chi

co M

ende

s

“Portalé yuu Senegal/Ritratti dalSenegal”, dal 5 al 26 ottobre, allaFabbrica del vapore, via Procaccini 4 a Milano. Ingresso libero.www.fototracce.it/ritrattidalsenegal

Non solo panini. Se si vuole man-giare velocemente e a prezzi con-tenuti non è necessario sceglierepiatti poco elaborati: anche il ci-bo di strada può essere ricco e cu-rato. Parola di Slowfood, l’asso-ciazione che da vent’anni si battecontro l’omologazione dei saporie che quest’anno, per la primavolta, dedica ai pasti on the roadun’intera sezione del Salone delgusto (www.salonedelgusto.it),una delle più autorevoli fiere delcibo di qualità (a Torino dal 23-27ottobre 2008). Dai più noti come la focaccia ge-novese e la piadina romagnola, aquelli più circoscritti a livello lo-cale come il lampredotto (trippafiorentina), il pesce fritto veneto,le bombette pugliesi, le panelle egli arancini siciliani, fino alle spe-cialità di Kurdistan e Cina. Macome mai l’associazione nata inrisposta all’invasione dei fastfood difende un modo di mangia-re rapido ed economico? “Biso-gna fare dei distinguo -spiegaWalter Bordo di Slowfood-: nontutto il fast è sinonimo di scaden-te. Molte specialità di strada han-no una storia millenaria e di velo-ce hanno solo il consumo”. La preparazione, infatti, spesso èmolto lunga. “Per il lampredottofiorentino ci vuole almeno un’oradi cottura” spiega Leonardo Tor-rini, trippaio con orgoglio da oltre15 anni. Si prepara prima un bro-do di verdure. Quando bolle si ag-giunge il lampredotto, un tipo ditrippa, e si fa andare a fuoco bas-sissimo per almeno tre quarti d’o-ra. Infine si serve la carne a pic-coli pezzi su un panino imbevutodi brodo, con salsa verde o pic-cante (vietato chiedere maioneseo ketchup!). “Fino a quarant’annifa c’erano ancora i carretti che lovendevano in giro per la città -racconta-. Al mio chiosco, allaperiferia di Firenze (in viale Gian-notti, ndr), servo ogni giorno finoa 200 lampredotti. E il bello è chepiacciono anche agli immigrati,arabi e cinesi compresi”. Altrettanto elaborata è la prepara-zione degli arancini siciliani cheprevede ben tre fasi: si cuoce il ri-so con zafferano, sugo (di solito abase di pomodoro), carne e pisel-li. Poi si fanno le polpettine conun dadino di formaggio cacioca-vallo al centro e, infine, si impa-nano e friggono ad una ad una.Un bel lavoro insomma, chel’Antica focacceria San Francescodi Palermo porta avanti dal 1834,testimoniando così la tradizionesecolare di questo cibo di stra-da. “Solo in questo locale sifriggono ogni giorno mi-gliaia di arancini e altrettante panelle(frittatine di

farina di ceci)”, raccontano al ne-gozio, gestito dai fratelli Fabio eVincenzo Conticello. Altrettanto diffuso e storico è ilcartoccio di pesce di laguna fritto(calamari, ma anche sarde, alici,canestrelli) che si mangia sul li-

torale veneto. Ma non tutti gli street food diqualità hanno una storia secolare.Tra le scoperte del XX secoloc’è, ad esempio, la bombetta pu-gliese, una specie di fagottino dicapocollo di maiale, con all’in-

terno prezzemolo, sale, pepe eformaggio. “La bombetta -rac-conta Francesco Biasi, responsa-bile pugliese di Slowfood- è nataa Martina Franca meno di 40 an-ni fa dalla sperimentazione di unmacellaio, Franco Vito detto U’salvasod, e si è diffusa presto intutta la Murgia per la sua bontà. Il formaggio, fondendosi, sigillaquesto gomitolo di carne, che inbocca scoppia letteralmente, libe-rando un’esplosione di sapori”.Insomma, per godere della buonacucina a volte basta davvero unattimo.

Quando il passaparola dell’invito a cena è girato un po’ troppo, quando realizzi che permoltiplicare la ricetta della nonna per tutti i tuoi ospiti dovresti disporre di un calcolatore dellaNasa, non ti preoccupare: Terre di mezzo ha qualcosa per te. Si tratta di “Cen’è per tutti, librodi ricette per 60 persone o più”. Il risultato è garantito dall’associazione di volontariato “Cena dell’Amicizia” che da 40 anni li sperimenta nella sua cucina e li offre ai suoi amici,persone senza dimora, anziani ed emarginati.

Tagliate grossolanamente le verdure. Scaldate unpo’ d’olio nel pentolone, dopo qualche minutoaggiungete le verdure, fate cuocere per 5/10 minuti,se necessario aggiungete un po’ di acqua. Versate ifagioli (in ammollo dalla sera prima) nel pentolone,aggiungete le cotenne e riempite con abbondanteacqua calda. Aggiungete l’alloro, sale e pepe elasciate cuocere un’oretta. Quindi tuffate anche isalamini, lasciateli cuocere ancora un’ora. Prelevatemetà dei fagioli e frullateli, riversate il compostocremoso nel pentolone, mescolate bene e dopo unquarto d’ora spegnete, lasciando riposare 10 minutie servite, magari con del pane tostato.

Pelletta, Lecchini, Acanfora Cen’è per tuttiTerre di mezzo Editore, 7 euro www.terre.it, www.cenadellamicizia.it

CHI L’HA DETTO CHE

MANGIARE VELOCEMENTE

PREGIUDICA I SAPORI?

TRA PIADINE, ARANCINI

E PANINI ALLA TRIPPA,

LO STREET FOOD MADE

IN ITALY RISCUOTE UN

GRAN SUCCESSO. E LE

OCCASIONI PER PROVARLO

SI MOLTIPLICANO.

ELEONORA DE BERNARDI

PARMA. Corso per la costruzione di un edificio autoportante:lezioni dedicate all’intonaco. Il ciclo di incontri prevede lacostruzione di una struttura di un piano con balle di paglia eintonacatura in calce e terra cruda. Costo: 135 euro. Info: [email protected].

10 - 12 OTTOBRE

MILANO. Corso per la progettazione di impianti solarifotovoltaici in Conto energia. Lezioni di tecnologia solare,sulle procedure amministrative per la realizzazione diimpianti; con visita a un impianto. Costo: 500 euro. Info: www.casasoleil.it.

23 - 25 OTTOBRE

ROMA. “Klimahouse Roma 08”: prima fiera-congresso nellaCapitale dedicata all’efficienza energetica e all’ediliziasostenibile. Al Palazzo dei Congressi dell’Eur intervengonoesperti di risparmio energetico.Info: www.klimahouse-roma.it.

23 - 24 OTTOBRE12 TERRITORI

Cult

ura

DELL

A T

ER

RA

La zuppa di MarioIngredienti per 60 persone: 10 gambi di sedano, 7 cipolle, 10/15 carote, 3 kg di fagioli conl’occhio, 120 salamini freschi,

2 kg di cotenne pulite, alloro,sale, pepe, un bicchiere

di olio di oliva. Pentolame: un pentolone

del diametro di 55 cm,

altezza 60 cm, un frullatore a immersione.

LARI

CETTA

Sulle strade del gusto

Il Festival di Cesena La città romagnola propone ogni anno, afine settembre, il Festival del cibo di strada: tre giorni pertuffarsi nelle più gustose tradizioni gastronomiche italiane estraniere (le immagini si riferiscono all’edizione 2007, ndr).

Involtini primavera, kebab,burritos e piadine di ognigenere. Passando in rassegna leculture culinarie del mondosembra che ognuna abbia lasua versione “da strada”. “Le differenze sono molte -mette in guardia il giornalista‘gastronomade’ VittorioCastellani, alias chef Kumalé,curatore della sezioneinternazionale di “Territori inFestival” (3-5 ottobre,Montecatini Terme)-. Alcunereligioni, come l’ebraismo el’induismo, considerano lastrada un luogo non adatto permangiare: anche se si possonocomprare cibi cotti in giro, nonsi consumano in piedi. Altresocietà, come quella tailandesedove si mangia cinque volte algiorno, hanno sviluppato almassimo la cucina ambulante.Così tutti i paesi caldi,dall’America Latina passandoper l’Africa, hanno una diffusa

tradizione di pasti on the road:le case piccole di gran partedella popolazione e il clima mite spingono le persone astare all’aperto”.(www.gastronomade.com)A Pechino c’è una ampia areapedonale, intorno alla via WangFu Jin, interamente dedicataalle bancarelle di cibo. “Ci si puòpranzare trovandodall’antipasto al dolce”,racconta Kuang Sung, titolareda 25 anni del ristorante ZhengYang a Torino. Al Salone delGusto (Torino, 23-27 ottobre),Sung porterà tre specialità distrada del suo paese: gli spiedinidi pollo o di agnello alla griglia,speziati con semi di cumino epeperoncino, della cucinaUyguri (i cinesi mussulmani), egli spiedini di gamberetti con lasalsa saté, ai semi di arachide.Ma non mancherà neanche ilpiù noto involtino primavera,sfoglia fritta ripiena di verdure.

“Pochi sanno che in Cina nascecome street food”, spiega Sung. Il Salone del Gusto celebreràanche il kebab e il falafel, cibidiffusi in tutto il Medio Orientee ormai noti anche in Italia.“Hanno entrambi una storiamillenaria di cui si sono perse letracce”, spiega Rahman Fouadche a Torino gestisce il Kirkukcafé, ristorante di cucina curda.Kebab è una parola iraniana esembra che lì sia nata l’idea dimangiare carne di agnello omontone arrosto in una sorta dipiadina o pane, accompagnatoda insalata e salse piccanti.“Ma sono stati poi i turchi ainventare il doner kebab, cioè ilgirarrosto verticale orautilizzato in tutti i take away -continua Fouad-. I falafel(polpettine a base di ceci eaglio, ndr) sono invece nati inEgitto, ma lì si facevano con lefave. Pare siano stati gli Ebrei autilizzare per primi i ceci”.

CalendarioCulture

13TERRITORI

CONTAMINAZIONICULTURALI JAMMIN’

ROMA. “Festival internazionale audiovisivo della biodiversità”.Quinta edizione con documentari inediti su ambiente, biodiversitàe sovranità alimentare, dibattiti e performance. Info: www.croceviaterra.it.

24 - 25 OTTOBRE

SAN GIULIANO MILANESE (MI). “Le coltivazioni arboree: frutteto,bosco, siepi, giardino”: seminario su come realizzare un fruttetocon ecosistemi naturali, e sul bosco “produttivo”. Costo: 240 euro(più 10 euro di iscrizione). Info: www.scuoladipratichesostenibili.it.

25 - 26 OTTOBRE E 1 - 2 NOVEMBRE

ACCUSA IL RE: IN CARCERE BLOGGER MAROCCHINODue anni di carcere e una multa di 5mila dirham. Tanto ècostato a un blogger marocchino¸ Mohamed Erraji, avereaccusato il proprio sovrano di “incoraggiare il popolo allapigrizia” dalle pagine telematiche del quotidiano on lineHespress.com.Erraji è stato condannato dal tribunale di prima istanzad’Agadir per “mancanza di rispetto dovuto al re”. Nell’articolo incriminato, Mohamed Erraji critica il re delMarocco Mohammed VI per la tradizionale pratica dellaconcessione delle licenze (in Marocco dette “grima”),autorizzazioni che permettono di saltare molti obblighiburocratici. Dopo la condanna, il marocchino è stato portatoal carcere di Inzeggane. La famiglia ha annunciato il ricorso in appello, e ha chiesto l’intervento delle organizzazioni didifesa dei diritti dell’uomo.

IN VIAGGIOCON I CONSIGLIDEI NOSTRIAMICISTRANIERIViaggiare in Paesiesotici, con le prezioseindicazioni fornite dachi è immigrato inItalia. Notizie su usi ecostumi, mete e

itinerari insoliti dei Paesi d’origine degli stranieri presenti inItalia, sono a disposizione online su www.immigrazioneoggi.it. Il servizio è gratuito e realizzato da un gruppo di immigrati edai circa 300 interpreti del Consorzio Itc di Roma (Interpreti etraduttori consorziati), provenienti da ogni angolo delpianeta, con un’ampia conoscenza della nostra lingua e delpatrimonio storico, culturale e naturalistico dell’areageografica di provenienza. “È una sorta di ‘biglietto diringraziamento’ -spiega Raffaele Miele, direttore diImmigrazioneoggi.it-, firmato idealmente dai volontari delservizio che, anche a nome di tutti gli immigrati che vivono inItalia, vogliono ricambiare l’accoglienza mettendo adisposizione un poco del loro tempo per far conoscere lemeraviglie dei loro Paesi”. Per ora sono disponibili indicazioni turistiche di 22 Paesi, mal’obiettivo, entro fine anno, è di arrivare a 80 nazioni.

Dai computer italiani non è più possibile accedere a “The pirate bay”,il motore di ricerca che permette di scaricare musica, giochi, film.Procedendo per violazione del diritto d’autore, il gip di Bergamo,Raffaella Mascarino, ha ordinato a tutti i provider italiani di impedirel’accesso al sito. Si tratta di un sequestro preventivo che tra gliesperti di diritto ha suscitato molto allarme: secondo Andrea Monti,presidente dell’Associazione per la libertà nella comunicazioneelettronica interattiva, “è una pistola alla tempia di qualsiasifornitore di contenuti su Internet, anche di Google o di siti di notizieche potrebbero trovarsi oscurati solo in base a un semplicesospetto, prima del processo”. Applaude, invece, la Federazionedell’industria musicale italiana: “Pirate Bay viola le norme penaliitaliane sulla proprietà intellettuale, per questo era necessariobloccarlo ed indagare i titolari”.

UN FREE PRESSARABO ALL’OMBRADELLA MADONNINAÈ nato il primo giornale freepress in lingua araba di

Milano. Si chiama Al Jarida, si occupa di attualità e cultura e ha una redazione multietnica composta da italiani, libanesi,egiziani, libici, marocchini, palestinesi. Il mensile è statoinventato da alcuni mediatori culturali arabi e italiani,sostenuti dell’associazione “Medinaterranea”. Scritto per metà in arabo e per metà in italiano, Al Jarida hal’obiettivo di favorire l’inserimento della comunità araba nelcontesto milanese. Il giornale è rivolto sia agli operatori che allemigliaia di stranieri che pur non conoscendo l’italiano chiedonosempre più informazione. Un modo di integrarsi nella comunitàlocale e fare valere i propri diritti. Il sito web del giornale è www.aljarida.it.

Esotiche alternative

LE BR

EVI IL FEDERALISMO:

A TAVOLA CONVIENESe sugli scaffali dei supermercati, neiristoranti e nelle mense ci fossero piùprodotti locali, si potrebbe risparmiare finoa cinque miliardi di euro. È quanto sostienela Coldiretti, secondo la quale il“federalismo a tavola” permetterebbe allefamiglie di spendere molto meno quandofanno la spesa, visto che sul prezzo finaledei prodotti il trasporto arriva a incidere percirca un quarto, con punte fino al 35 percento. Per l’ortofrutta fresca in alcuni casi sispende più per il trasporto che per ilprodotto.In Italia l’86 per cento delle merci viaggia sustrada ed è stato stimato che un pastomedio percorre più di 1.900 chilometri sucamion, nave o aeroplano prima di arrivaresulla tavola.Spesso ci vogliono più calorie in terminienergetici per portare gli alimenti alconsumatore di quanto il pasto stessoprovveda in termini nutrizionali. Per importare un chilo di frutta dal Cile conmezzi aerei si emettono 22 chili di gas aeffetto serra e si consumano 7,1 chili dipetrolio.

IN 15 REGIONI CACCIA SENZA REGOLE La Legge italiana prevede che lastagione della caccia sia aperta a partiredalla terza settimana di settembre. Maben 15 Regioni su 20 quest’anno hannopensato bene di anticipare il via alledoppiette, in deroga alla leggenazionale, ai primi di settembre. “Le Regioni stanno sfidando i principifissati dalle norme italiane e dalledirettive comunitarie, le cui decisionisull’abbattimento della fauna sonoregolate da precise ragioni scientifiche,soprattutto in un periodo come la tardaestate in cui la fauna selvatica èparticolarmente vulnerabile”, sostieneFulco Pratesi, presidente onorario delWwf Italia. La caccia in questa stagioneè particolarmente dannosa: moltespecie infatti sono ancora in fase dinidificazione e in alcuni casi i piccolidevono essere svezzati.

a Calabria non è solo ‘ndranghe-ta e peperoncino, ma è prima ditutto terra d’accoglienza”. Un’af-

fermazione che è una vera e propria scuola dipensiero per Domenico Lucano, sindaco diRiace, 1.700 anime tra il centro storico sullacollina e la contrada marinara che si affacciasullo Ionio. Da qualche anno le sue coste so-no un approdo sicuro per i profughi che sullecarrette del mare solcano il Mediterraneo incerca di fortuna. Riace vecchia si è infatti ri-popolata di afgani, eritrei, curdi e romeni: lecase diroccate e ormai abbandonate da annidai riacesi scesi alla marina o emigrati persempre, sono state ristrutturate e assegnate a60 fra rifugiati politici e richiedenti asilo. Il Comune paga l’affitto ai proprietari delleabitazioni, mentre gli stranieri usufruisconodi borse lavoro della Regione Calabria. I lorofigli frequentano la scuola e d’estate sono at-tivi corsi di italiano e professionali sia per iragazzi che per gli adulti. Negli ultimi tempisono stati avviati alcuni laboratori artigianali(vedi box sotto, ndr) che hanno consentitoagli immigrati di lavorare e a Riace di man-tenere vive alcune tradizioni, come la tessitu-ra della ginestra. La storia della rinascita del vecchio borgo incollina inizia nel 1998. Sulla spiaggia di Ria-ce marina sbarcano circa 200 curdi, che ven-gono accolti nella Casa del pellegrino. Alcu-ni giovani del paese si danno da fare per as-sisterli. Li ospitano per quasi un anno. Dai lo-ro racconti emerge la nostalgia per la terrache sono stati costretti ad abbandonare. Per igiovani di Riace è una lezione di vita: ancheloro, come i curdi, sono spesso tentati di emi-grare, ma capiscono che non può essere la so-luzione. E decidono che devono darsi da fareper salvare la loro amata Riace. “Ho semprecreduto che i valori dell’accoglienza potesse-ro costituire fattori di sviluppo per l’interaCalabria -sottolinea Domenico Lucano, che

allora era uno di questi giovani volenterosi-.Il nostro è un territorio che ha vissuto lo spo-polamento causato dall’emigrazione e ora vi-ve il fenomeno dell’immigrazione clandesti-na. È da questo paradosso che abbiamo volu-to ripartire per trovare una nuova identità”. Nel 1999 fondano l’associazione “Città futu-ra G. Puglisi”, ottengono un prestito da Ban-ca etica di circa 50mila euro e iniziano la ri-strutturazione delle prime case. Dal 2002

Riace vecchia è entrata a far parte del “Siste-ma di protezione d’accoglienza per rifugiatie richiedenti asilo” (Sprar), che in Italia coin-volge altri 93 comuni e 7 province. In questi anni i giovani di Città futura hannofatto molta strada. Domenico Lucano è di-ventato sindaco e l’antico borgo si è trasfor-mato in un “albergo diffuso”: d’estate le caseristrutturate accolgono anche i turisti (un cen-tinaio i posti letto, divisi in una ventina di ap-partamenti). A villeggiare a Riace (www.cittafuturaria-ce.it) sono soprattutto italiani, tedeschi e ame-ricani, affascinati dalla bellezza del paesag-gio e dal borgo con le sue botteghe e le suecase caratteristiche, senza trascurare la buo-

na cucina tipica della taverna di “Donna Ro-sa”, gestita sempre dagli immigrati. Città fu-tura ha coinvolto altre associazioni della zo-na, creando “una rete solidale” che continua aprodurre sviluppo e aprire cantieri. Oggi al-meno una decina sono in piena attività per ilrecupero urbanistico e architettonico del vec-chio borgo in collina. Il sindaco di Riace, in-sieme ai suoi colleghi dei vicini comuni diCaulonia e Stignano, ai primi di settembre hadato la sua disponibilità ad accogliere altriprofughi provenienti dai centri di permanen-za di Crotone e Lampedusa o dai continuisbarchi. Un fenomeno di grave emergenzache le coste ioniche del reggino registranoquasi con frequenza quotidiana.

Ottobre/Novembre 2008 15CONVERSIONIDALL’ESTERO ALL’ITALIA

Il comune di Riace (Rc) si ripopola con gli immigrati

LUNGA VITA AL BORGOI 1.700 abitanti del piccolo centro sulla costa calabrese hanno de-ciso di ristrutturare le case disabitate del paese e di renderle di-sponibili per migranti e turisti.

“LMARIA SCARAMUZZINO

Sono ceramisti, vetrai, tessitoriVolti nuovi per antichi mestieriJanet ha 23 anni, è originariadell’Eritrea e fila la ginestra con unamanualità da vera esperta. Issah,afgano, ha messo su una bottegadi ceramista, riuscendo in un lavoroche non aveva mai fatto erealizzando manufatti artisticimolto apprezzati. Simona èromena e lavora il vetro, un’arteche le piace “perché è creativa”. E poi c’è Abeba, anch’essa eritrea,che ha imparato a ricamare e aconfezionare preziosi capi dicorredo. Issah è arrivato a Riace nel2002, Janet invece solo da pochimesi, ma entrambi non parlanovolentieri del loro passato. “Stobene qui, mi trovo bene con lagente del posto. Lavoro e non mimanca nulla”, questa la frase di rito

che ripetono tutti. Hanno voglia diguardare avanti e di chiudere colpassato: ricordare è doloroso eparlarne fa ancora troppo male.Sono questi i nuovi riacesi chehanno ripopolato l’antico borgo,immigrati regolarizzati che nellacittà dei Bronzi vivono e lavoranoda cittadini a tutti gli effetti. Lariscoperta di antiche tradizioniartigiane ha anche dato nuovovigore a due grandi feste: quelladella ginestra e “Riac... cendi ilborgo”. La festa della ginestra sitiene ai primi di luglio, quandofinisce la fioritura: migliaia dipersone e artigiani da tutta Italiaaccorrono per un appuntamentoche unisce ora culture diverse.“Riac... cendi il borgo” riscopre

invece antichi balli e canti popolarie culmina nel “ballo du camiddu” (ilballo del ciuccio), durante il qualeun uomo, nascosto sotto lasagoma di un asinello colma difuochi di artificio, danza al ritmodei tamburi e della tarantella.La sede dell’associazione Cittàfutura, artefice della rinascita diRiace, è poi “invasa” ogni giornodai bambini del borgo, chepartecipano a laboratori ludico-ricreativi. Sui loro disegni ci sonospesso grandi spiagge lambite da un mare azzurro intenso,solcato da tante imbarcazioni:sono i grandi “barconi” su cui tuttisono arrivati, un simbolo per la memoria collettiva delletante etnie presenti a Riace.

Il Sindaco di Riace tiene in braccio il piccolo Hanij, eritreo, davanti alla sede di Città futura

Abeba,immigrataeritrea,impegnataal ricamo

lfieri Fontana è uno smi-natore molto speciale, per-ché lui, prima, le mine le

costruiva. Fino al 1996, infatti, era iltitolare della Tecnovar di Bari, azien-da di famiglia che dava lavoro a circa250 persone, fra personale dipenden-te e indotto. Ora è in Bosnia Erzego-vina, responsabile dei progetti di smi-namento della ong Intersos. Ingegnere, sposato, due figli, quandoinizia a raccontare la sua storia lo faricordando le ore al tavolo di dise-gno: “Il meccanismo che s’instauranella testa quando progetti una minaè tremendo -dice-. Studi come ren-derla letale anche quando chi la cal-pesta, per esempio, sta correndo. So-lo a pensarci adesso sto male”. Eracomunque un lavoro che non gli pia-ceva. “Ma all’inizio ho cercato diconciliare il conflitto morale con ildovere di portare avanti l’azienda difamiglia”.I primi passi che lo portano a cam-biare vita risalgono al 1991: gli affa-ri non vanno molto bene e Fontanamedita di cambiare produzione. Ri-mane nel campo degli armamenti einizia a fabbricare razzi illuminanti.In quegli anni, nel frattempo, in Italiaun nutrito gruppo di associazioni ave-va lanciato la Campagna per la mora-toria delle mine antiuomo. Nel 1993 ipromotori della Campagna fanno ilgiro dei tre stabilimenti italiani (oltrealla Tecnovar, la Valsella e la Misar)che le producono. Fontana è l’unicoa riceverli e dare ascolto alle loro ra-gioni. Il colloquio si trasforma in unrapporto di amicizia con Pax Christi,una delle associazioni che si batteva-

no per la moratoria. “Non sono riu-scito a conoscere don Tonino Bello.Era malato da tempo, ma mi avevamolto impressionato sapere che ave-va pregato i suoi di organizzare un in-contro con me”, racconta. Sul frontedegli affari, però, le cose non vannobene: la riconversione non dà i fruttisperati e nel 1996 la Tecnovar chiudei battenti. Le mine però continuano a condizio-nare la vita di Fontana. Nelle stessoanno alcune TS-50 riconducibili allaTecnovar vengono ritrovate in unostock di armi confiscato ai combat-tenti Hutu in Ruanda. Quelle mine,come dimostrato da un’inchiesta in-ternazionale, erano arrivate nel Paesedelle mille colline dall’Egitto, al cuiministero della Difesa la Tecnovaraveva fornito (“in assoluto rispettodelle regole”, precisa l’ingegnere) icomponenti per produrle. Il fatto,però, lascia in lui una ferita profonda.La svolta arriva un anno dopo: la se-zione italiana della Campagna controle mine lo contatta per partecipare al-la conferenza diplomatica di Oslo,dove diventa assistente di Jody Wil-liams, coordinatrice della Campagnainternazionale, e partecipa alla stesu-ra del Trattato sulla moratoria dellemine. L’Italia, nel frattempo (il 29 ot-tobre, circa due mesi prima dell’ap-provazione del Trattato), emana unalegge che ne vieta la produzione e ilcommercio. “Ci fu chi scelse di di-ventare un trafficante, trasferendo laproduzione in Paesi come Singaporeche non hanno sottoscritto il trattato,e chi di adattarsi alle nuove regole”. Fontana non ha dubbi sul suo futuro.

Parte, nel 1999, per il Kossovo e ini-zia la sua vita da sminatore. Tre annidopo è la volta della Bosnia Erzego-vina e da allora ci passa buona partedell’anno per dedicarsi a un’operache richiederà decenni prima di esse-re portata a termine. Perché con oltre200mila ordigni la Bosnia Erzegovi-na è il Paese più minato d’Europa.“La gente fa acrobazie pur di coltiva-re un pezzo di terra: sanno di rischia-re la vita, ma continuano a farlo”, rac-conta Fontana. Già poco fuori Sa-rajevo i cartelli rossi con il teschio ela scritta “Pazi, mine” (Attenzione,mine) segnalano il pericolo lungostrade tortuose e dissestate. Ognigiorno, però, almeno un ettaro di queiterreni torna a essere libero.

Ottobre/Novembre 200816 CONVERSIONIDI PACE

Prima le produceva, ora libera i terreni in Bosnia

UNA VITA SULLE MINEZittiva la coscienza in nome dell’azienda di famiglia.Poi ha incontrato un gruppo di pacifisti e per Alfieri èstata la svolta. ORNELLA SINIGAGLIA

A

Arc

hivi

o In

ters

os

Trasformare una caserma in un condo-minio ecologico e “solidale”: è l’ideadell’associazione romana E-co-abitare,nata nel 2007 con l’intento di realizza-re in uno dei tanti edifici militari ormaidismessi della capitale un’area residen-ziale a basso impatto ambientale e conspazi condivisi per i servizi (micronidi,palestre, officine, cucine comuni). L’a-rea dove far sorgere il Villaggio ecoso-stenibile (Ves) non è ancora stata defi-nita, ma i 24 ecohouser romani hannogià il loro modello di riferimento. AVauban, alla periferia di Friburgo inBrisgovia, città al crocevia tra Franciae Svizzera, una caserma francese co-struita durante la seconda guerra mon-diale e sgomberata nel 1992 è diventa-ta una solida realtà di ecohousing, gra-zie al forum di cittadini che facendopressione sul municipio hanno ottenu-

to che venisse trasformata in un quar-tiere eco-sostenibile. Al gruppo di E-co-abitare l’idea di Vauban è piaciutacosì tanto che il loro slogan è “Romacome Friburgo”. A marzo l’associazione ha presentatoall’Agenzia del demanio la richiesta diassegnazione di una delle ex aree mili-tari della capitale. “Non conosciamol’elenco delle aree in disuso né possia-mo visitarle -spiega Susy Pirinei, presi-dente di E-co-abitare e ‘mente’ dell’ini-ziativa insieme al suo compagno-, maabbiamo messo gli occhi su un ex de-posito di munizioni tra Trastevere e Te-staccio, è interessante perché molto vi-cino al centro”. Per ora di certo c’è solo che la proget-tazione sarà fatta ascoltando le istanzedei futuri abitanti e con la consulenzadell’HousingLab dell’Università “La

Sapienza” di Roma, con il quale E-co-abitare condivide l’obiettivo di diven-tare progetto pilota per il laboratorio dicohousing sostenibile urbano. “Il prin-cipio di partenza è la riqualificazione -dice Susy Pirinei-. Vorremmo che unterzo dell’area sia al coperto e che tuttigli spazi, condivisi e abitativi, sianoflessibili, multifunzionali e adattabili aseconda delle esigenze. Pensiamo aunità abitative componibili da 40, 80 o120 metri quadri adatti a single, coppiee famiglie con bambini”. In attesa di avere risposta dall’Agenziadel demanio, E-co-abitare punta a otte-nere il sostegno dei cittadini e dell’am-ministrazione locale: “Sarà fondamen-tale ottenere l’appoggio del Campido-glio -precisa la presidente-, perché ilComune ha la priorità nell’assegnazio-ne delle aree demaniali”.

In un ex deposito militare di RomaDalle munizioni al villaggio ecologico

Riunione di condominio e un’eco-casa in Canada

Paletti rossi e nastrogiallo delimitano unpezzo di terrenominato. Sotto, AlfieriFontana in Bosnia

Arc

hivi

o E-

co-a

bita

re

el campo di Ferramonti, in pro-vincia di Cosenza, è rimasto solol’edificio che ospitava gli uffici.

A Visco (Udine), invece c’è ancora tutto. AFerramonti la memoria è viva e viene at-tualizzata con incontri nelle scuole in cui siparla anche di ‘ndrangheta, a Visco ci vo-gliono costruire un centro commerciale.Destini diversi per due dei 48 “campi delDuce” per l’internamento dei civili cheaprirono i battenti nei primi anni della Se-conda guerra mondiale (giugno 1940 - set-tembre 1943). Oggi di tutte queste struttureè rimasto molto poco e nella maggior partedei casi neppure il ricordo. Ferramonti è stato uno dei campi d’interna-mento più grandi: nell’agosto 1943 arrivò aospitare oltre 2mila detenuti. Occupava unasuperficie di 16 ettari su cui sorgevano 92baracche e alcuni piccoli edifici in muratu-ra. “Una delle ultime baracche è stata ab-battuta dieci anni fa da dei contadini -spie-ga Carlo Spartaco Capogreco, storico e pre-sidente della Fondazione Ferramonti, primaistituzione del genere in Italia-. Sul pocoche è rimasto, edifici in muratura dov’eraalloggiata la direzione, il Comune ha av-viato un progetto di ristrutturazione”. Malgrado la distruzione, il ricordo di quel-lo che è successo non è stato cancellato, an-zi viene valorizzato attraverso la ricercastorica e attualizzato. “Non vogliamo fossi-lizzarci sul passato -spiega Capogreco-. Enon potevamo che guardare alla realtà at-tuale, compresa la piaga della ‘ndrangheta”.Per questo la Fondazione Ferramonti orga-nizza attività nelle scuole e incontri con igiovani per “insegnare loro a riconoscere igermi del sopruso sul nascere”. “Il fascismodi Hitler e Mussolini è scomparso, ma nonc’è garanzia che queste cose non torninopiù”. L’obiettivo è spiegare ai giovani che

ci si deve ribellare ai soprusi, anche quandovengono commessi con l’avvallo delle au-torità. Diversa la sorte del campo di Visco. Tutti(o quasi) ignorano il fatto che nella grandecaserma Sbaiz che sorge alla periferia delpaese vennero rinchiusi più di 3mila civilijugoslavi. “Nel 1996 il Comune ha acquisi-to dal Demanio la caserma (120mila metriquadri) e l’ex dogana austriaca -spiega lostorico Ferruccio Tassin-. L’obiettivo del-l’amministrazione comunale sembra esserequello di far cassa e permettere la realizza-

zione di una nuova area con industrie e ser-vizi”. Subito è partita la protesta di associazionilocali (fra le quali Acli, Istituto di storia so-ciale e religiosa di Gorizia e “Concordia etPax”) che hanno presentato esposti alla So-vrintendenza ai beni culturali per dimostra-re quali erano i reali confini del campo,bloccare il progetto e trasformare la caser-ma in un museo. Ma la questione è ancorain sospeso. L’associazione italo-slovena“Concordia et Pax” si batte per la realizza-zione di luoghi “dove ricordare tutti i mor-ti e chiedere una conversione -spiega unodei fondatori, don Renzo Boscarol, parrocoa Ronchi dei Legionari-. Perché salvaguar-dare i luoghi in cui si è scatenato l’odiovuol dire promuovere la riconciliazione trale persone”.

C’è chi al posto delle baracche sogna un centro commerciale e chinei luoghi di tortura organizza incontri per parlare di ‘ndranghe-ta. Viaggio nel Paese dei ricordi. ILARIA SESANA

D

Ottobre/Novembre 2008 17CONVERSIONIIMMOBILIARI

Destini diversi per i campi d’internamento italiani

MEMORIEDISMESSEMEMORIEDISMESSE

La fondazione Talenti “ricicla” palazziBelle idee in cerca di affittoUn tempo era uno studentato,presto ospiterà un centro per igiovani, ma non solo. Nell’exconvitto di Palidano di Gonza-ga (Mantova) troveranno spazioanche una comunità residenzia-le per ragazzi, un servizio di so-stegno per le famiglie disponi-bili all’affido e l’housing socia-le. È la storia di una casa checercava un’idea per un suo nuo-vo uso e dell’idea di una coope-rativa che cercava una casa do-ve ampliare le proprie attività. La casa e l’idea si sono incon-trate grazie al sostegno dellaFondazione Talenti, costituitanel 2005 da Cism e Usmi (rap-presentanze nazionali delle con-gregazioni religiose maschili efemminili), dal consorzio di

cooperative sociali Cgm, daBanca Intesa, Fondazione Cari-plo e dal professor PellegrinoCapaldo, attuale presidente. Sirivolgono alla Fondazione so-prattutto le congregazioni reli-giose (in qualche caso anche lediocesi ed enti pubblici) grandiproprietarie di immobili in disu-so e organizzazioni sociali incerca di strutture per i loro pro-getti. L’obiettivo è promuovere l’usosociale dei beni ma, soprattutto,favorire le riconversioni dellestrutture e delle opere. I “Talen-ti” sono un richiamo alla para-bola di Matteo e alla responsa-bilità di far fruttare per il benecomune ciò che si ha, ma ancheun invito a mettere insieme

esperienze e “vocazioni” diver-se per risultati nuovi, coerenticon i bisogni della società.“Molte richieste -spiega Gio-vanni Rodelli, direttore genera-le della Fondazione- ci arrivanoda gruppi di famiglie, che chie-dono luoghi dove possano rea-lizzare attività di interesse co-mune. Noi li aiutiamo a trovarele strutture e a costituirsi in coo-perativa per gestirle. E i proget-ti più interessanti sono quelliche intrecciano religiosi e laici”.Come nel caso della scuola diSalerno in crisi per il calo de-mografico e la carenza di voca-zioni delle suore che l’hannofondata: ora la scuola è gestitada una cooperativa formata da-gli insegnanti, che hanno aperto

nuove attività per rilanciarla. “A Roma da una grande tenutacon immobili e terreni -aggiun-ge Rodelli- nascerà un centro diaccoglienza per ragazze madri,un luogo di vita di famiglie, diinserimento lavorativo di disa-bili nell’azienda agricola e di or-ganizzazione eventi”. A Torredel Greco (Napoli) c’è in can-tiere una casa per ferie la cui ge-stione sarà affidata a una coope-rativa sociale di persone svan-taggiate. I servizi della Fondazione sonogratuiti, mentre l’unico limitepare sia il tempo: gli immobilisono grandi e ci vogliono alme-no due anni perché un progettodiventi realtà.

Ida Palisi

Il campo di Visco e, sotto, ebrei rinchiusi a Ferramonti

(immagine tratta da: Carlo Spartaco Capogreco

“I campi del duce”, Einaudi 2004)

Isab

ella

Bal

ena

ino Rigoldi, 68 anni, è ilprete che si è convertitotre volte. La prima, a 18

anni compiuti: lavorava, era fi-danzato e non andava in chiesa.Poi si è fatto prete. La seconda, al suo primo incaricocome cappellano al Beccaria(1972), il carcere minorile di Mi-lano. “Volevo risolvere tutto dasolo. Ho capito che dovevo impa-rare a delegare, a collaborare, acapire che non ero onnipotentecome Dio”. La terza poco dopo la fondazionenel 1975 dell’associazione “Co-munità Nuova”, che ha comescopo l’inserimento lavorativo deiragazzi usciti dalla detenzione.“Quando fai tanto sociale, rischidi fare e di non pensare. Allora misono riconvertito alla lettura delVangelo, alla preghiera. Deve es-sere questo, per un prete e per uncristiano, il momento topico dellagiornata”.

Don Gino, lei ha scritto un li-bro, Il male minore, (Mondado-ri, 2007, pagine 110, euro 15,00)in cui racconta il suo incontrocon i giovani. Cos’è la conver-sione, lei che ne ha viste tante? La conversione è un cambiamen-to di vita. Accade quando una per-sona si rende conto di avere sba-gliato, comincia a pensare al malefatto, rifiuta il suo passato e pensaa un futuro nuovo. È un percorsopiuttosto lento, e si sviluppa comeun desiderio di felicità. Ma nonc’è conversione se non c’è azione.

Se, invece, il desiderio di felicitàsi attacca alla vita, ecco, lì può en-trare anche la parola di Dio.

Ci sono ragazzi che non hannomai voluto convertirsi a nuovavita, che hanno scelto volonta-riamente di “sbagliare”? Di solito non è una scelta piena-

mente volontaria. C’è la debolez-za, la paura di non farcela chespesso ha il sopravvento. Tra i miei ragazzi è successo piùvolte, sia tra i ragazzi meridiona-li, che arrivavano a Milano 40,30 anni fa, sia oggi tra gli immi-grati. Ma ci sono anche storie lodevoli:come quella di un ragazzo maroc-chino, molto religioso, ma che vi-veva in un contesto di microcri-minalità, di piccolo spaccio. Lui ce l’ha fatta: ha smesso, hainiziato a lavorare onestamente e

ha regalato alla madre, con il frut-to del suo lavoro, il sogno di unavita: 5mila euro per andare in pel-legrinaggio a La Mecca.

A chi o a cosa si dovrebberoconvertire la famiglie e la so-cietà per favorire la formazionedei giovani delle periferie?A lavorare insieme confrontandole esperienze, come suggeriamo aigenitori che si rivolgono alla no-stra comunità; a non delegare l’e-ducazione alle baby sitter e allativù. A dedicare più tempo ai figli

ma anche a riscoprire il dialogo dicoppia. Dopo viene lo Stato alquale chiediamo meno politichedi sicurezza e un’azione forte difraternità.

Ci sarà una quarta conversione,per lei, don Rigoldi?Invecchiando ci si inorgoglisce unpo’. Ecco, a questa età bisognaimparare di nuovo a far domandeagli altri e aspettare le rispostesenza pretendere di saperle già.Ma mi sto già convertendo, anchese è lei a farmi domande.

Ottobre/Novembre 200818 CONVERSIONIPER SAPERNE DI PIÙ

Don Gino Rigoldi, il cappellano del Beccaria

IL PRETE DALLE TRE VITEHa visto tanti adolescenti, rinchiusi in carcere, cam-biare. Ora tocca a lui. Per la quarta volta.

ELISABETH BADINTERLA STRADA DEGLI ERRORIIl pensiero femminista al bivioFeltrinelli, 2004Pagine 136. Euro 11,50

La donna è libertà,uguaglianza, fratellanza.Lo crede fermamenteElisabeth Badinter,fautrice del femminismorepubblicano. Per laBadinter, il sessofemminile, oggi, è unavera delusione e, daParis Hilton a SharonStone, i modelli con cui

una donna si identifica difettano non poco.Ecco la sua proposta: smettiamola di sentirciin competizione col maschio, mettiamo albando il vittimismo delle associazionifemministe, non cediamo a rivendicazionicensorie e moralizzanti. Per chi non vuole più sentirsi direfemminista, ma non ama l’esercizio delpotere.

AA.VV.DAL MILITARE AL CIVILELa conversione preventiva della baseUsaf di Avianoa cura di Andrea LicataKappaVu Edizioni, 2006Pagine 368. Euro 13,00

Libro collettivo, in sensoproprio. Natodall’esperienza delpercorso di analisi e dilotta del “ComitatoUnitario contro Aviano2000”, raccoglie gliinterventi del convegno“La conversionepossibile”, svoltosi nel

settembre 2005 a Pordenone. La tesi:dimostrare che la base di Aviano s’ha dacambiare. Senza fermarsi a un semplice no.Il libro, infatti, vuole essere propositivo ediscute il progetto di riuso delle aree e degliimmobili della base, prima che se ne decidala chiusura, ponendosi così come il primotesto sul tema della “conversione preventiva”. Per chi crede fermamente che no-global nonsia la parolaccia del secolo.

RODOLFO DONICONVERSIONEPagliai, 2008Pagine 336. Euro 13,00

Il male di vivere nellasocietà industriale. Ilrimorso e la colpa. Lafede, la redenzione. Il romanzo di RodolfoDoni mette in scena ildramma di un uomosenza qualità, ma che sifa prendere per i capellidal desiderio di non

cadere più in tentazione. Storia di Marco,industriale, con figlio illegittimo a carico emoglie infedele quanto lui. La degenza inospedale è l’occasione per riflettere su unacarriera inghiottita dalle abitudini, sulcapitalismo che aliena gli operai, sulleassenze e i silenzi verso il figlio segreto.Marco è cattolico e avrebbe voluto esseresenza colpe ma ha scelto l’inganno comescorciatoia per il mondo. Questa è l’ultimaoccasione. Per chi non sa scagliare la prima pietra.

LUCETTA SCARAFFIA RINNEGATIPer una storia dell’identità occidentaleLaterza, 2002Pagine 218. Euro 13,00

Quale fu la sorte dei cristiani che siconvertirono all’Islam, in un periodo che vadal Medioevo al 1600? L’autrice apre gli attidei processi istituiti nei tribunalidell’Inquisizione in Spagna. Le storie deicosiddetti “rinnegati”, mettono a confrontodue mondi: Cristianesimo e Islam, Occidentee Impero turco. Un esempio: se aCostantinopoli i bagni servivano a purgare ifedeli dai peccati, per i cristiani, invece,l’acqua era un pericolo per la salute. Unadifferenza che diventava un problemaideologico e pratico per i rinnegati, cheavrebbero dovuto adottare riti condannatidall’Inquisizione. Questo libro racconta come,nonostante usi diversi, nulla intaccò la lorovecchia identità. Per chi crede che ogni scelta imponga una rinuncia.

LAURA SILVIA BATTAGLIA

G

Lillo

Riz

zo /

Em

blem

a

Anche quest’anno Insieme nelle Ter-re di mezzo si sta preparando all’e-vento più importante e sentito: la Not-te dei senza dimora, il 17 ottobre, inoccasione della Giornata internazio-nale di lotta alla povertà indetta dal-l’Onu. La Notte è nata da un’idea deiredattori del nostro giornale nel 2000,il suo scopo è quello di sensibilizzarel’opinione pubblica sulla condizionedelle persone senza fissa dimora. L’in-vito rivolto ai cittadini è quello di dor-mire insieme una notte all’aperto, co-me forma di solidarietà e condivisionecon chi vive questa condizione sem-pre. Quest’anno viene organizzata a

Milano, Roma, Como, Rovigo, Ber-gamo, Foggia, Pavia, Bologna, Pisa,Voghera e... Tante altre città, proba-bilmente anche nella vostra! Man ma-no che si avvicina la data del 17 sonosempre più numerose le sedi che ade-riscono all’iniziativa. L’elenco ag-giornato delle Piazze Solidali della“Notte dei Senza Dimora 2008”, con icontatti dei referenti e i programmi, lotrovate sul sito di Terre alla sezione“Eventi”.Manifestazione di denuncia pacifica,la Notte negli anni è cresciuta sem-pre più: nell’edizione del 2007 oltre800 persone hanno dormito in 15

Piazze d’Italia. Promotrici della Not-te nelle varie Piazze Solidali sono as-sociazioni laiche e religiose, coope-rative, sindacati, botteghe del com-mercio equo; tutti uniti per dare unforte e unico messaggio: no alla po-vertà. Ognuno lo fa in maniera diver-sa organizzando incontri di ap-profondimento, mostre fotografiche,spettacoli o cineforum; ma soprattut-to, tutti scelgono una cornice festosae propositiva, per denunciare man-canze e proporre soluzioni.Una delle novità più interessanti diquesta edizione della Notte, è il week-end di turismo solidale organizzato aMilano, dal 16 al 18 ottobre, da Insie-me nelle Terre di mezzo con la colla-borazione dell’agenzia “Viaggi e mi-raggi”: tre giorni alla scoperta delmondo sommerso della grave emargi-nazione, a diretto contatto con opera-tori e associazioni che quotidiana-mente si occupano di senza dimora.Per il programma completo e permaggiori informazioni potete consul-tare il sito www.terre.it oppure telefo-nare al numero 02.58118328.

Ilaria Tavasci

19INSIEME NELLE TERRESPAZIO ASSOCIAZIONE

CERCANSIVOLONTARIL’associazioneInsieme nelle Terredi mezzo onlus,nata per dare unamano ai venditori di Terre, cheorganizza anche la“Notte dei senza dimora” e altri eventi, cercanuovi volontari.Ogni mercoledì ci si incontra in sede. L’indirizzo è via Calatafimi 10,Milano. Info:[email protected]

Anche a Roma ci si vede la sera del mercoledì allaBottega del mondoKinkelibà, via Macerata 54.Info: [email protected]

Insieme nelle Terre di mezzo e Viaggi e miraggi (agenzia di turismoresponsabile) ripropongono il viaggio in Senegal! Partenza il 23 dicembre erientro il 7 gennaio. L’itinerario di 16 giorni prevede tappe a Dakar, nellaverde regione della Casamance, passando per il Gambia e qualche giorno dimeritato relax al mare... Nella stagione migliore per visitare il Senegal!Scopriremo tradizioni, costumi e cultura di uno dei Paesi africani più belli ericchi di storia e conosceremo più da vicino la realtà sociale da cuiprovengono i venditori di Terre, per capire cosa li spinge ad allontanarsi permigliaia di chilometri da casa, abbandonando affetti ed abitudini. Info: 338.2587100 (Dario) oppure [email protected]

Insieme nelle Terre di mezzo hadeciso di aderire alla rete “Agirepolitico”, fondata da una trentinadi associazioni che si occupanodi solidarietà, giustizia e pace.Promossa da Alex Zanotelli,“Agire politico” è statapresentata in occasione dellaMarcia della giustizia diQuarrata (Pistoia) e vuole“costruire nuove modalità direlazione -si legge nell’appellosottoscritto dalle associazioni-,che ci diano più forza nellapressione verso le istituzioni edil sistema politico del Paese”. Inquesto modo si mira a garantirealla società civile il giusto pesonelle scelte politiche che leistituzioni compiono. Chi vuoleaderire alla rete Agire politicopuò inviare una mail [email protected]

Tutti in piazzasacco a pelo e solidarietà

Pescatori senegalesi

Destinazione Senegal

Foto

graf

ie d

i Luc

a Q

uagl

iato

A MILANO LA NOTTE DURA TUTTO L’ANNO La Notte dei senza dimora a Milano si svolgerà anche quest’anno in piazzaSanto Stefano: si cenerà insieme con un pasto caldo offerto dalleassociazioni che in città e provincia si occupano di grave emarginazione,sarà possibile visitare gli stand e assistere alle esibizioni degli artisti che sialterneranno sul piccolo palco allestito davanti alla Chiesa. E dopo lamezzanotte, tutti nel sacco a pelo per una notte all’addiaccio!A Milano, dall’edizione 2007, l’evento è organizzato da una cordata diassociazioni, “Quelli della Notte”, che si impegnano a dare continuità allamanifestazione con incontri culturali durante tutto l’anno. I capofila della retesono: Insieme nelle Terre di mezzo, Cena dell’amicizia, Ronda della carità,Croce rossa italiana - comitato provinciale di Milano e Casa di Gastone.

Città per città, ecco chi organizzala Notte e l’indirizzo e-mail perchiedere informazioni:

BERGAMOIl Pugno [email protected]

BOLOGNAFraternal [email protected]

COMOAss. [email protected]

CREMONACentro d'[email protected]

FOGGIAFratelli della [email protected]

MILANOInsieme nelle Terre di mezzo [email protected]

PARMAForum della solidarietà[email protected]

PISAProgetto [email protected]

ROMAInsieme nelle Terre di mezzo [email protected]

ROVIGOArcisolidarietà - Asilo notturnoArcobale [email protected]

PAVIA E [email protected]