06.00. Perspectiva Pictorum et Architectorum- La diffusione

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La fortuna della Perspectiva pictorum et architectorum è atte-stata non solo dalle edizioni romane che dall’Anno Santo 1700si succedettero a breve distanza l’una dall’altra, ma ulterior-mente dalle traduzioni nelle maggiori lingue europee. Quantoalle ristampe dell’edizione in latino ed italiano, esse venneroeseguite dallo stampatore Komarek negli anni 1700, 1717,1723, 1737, 1764 e 1798. Komarek curò anche l’edizione in lati-no e francese del 1700 (06.02), nonché quelle in latino e tede-sco in Augusta (06.03) del 1706 e 1719, ridotte rispetto all’ori-ginale. Questo fu pure il caso della versione belga del I tomo:Eerste Deel van de Perspective der Schilders ender Bauw Meesters:basata sulla versione latino-tedesca, con incisioni di JohannBoxbarth, venne eseguita ad Augusta nel 1708 e distribuita aBruxelles dallo stampatore-libraio François t’Serstevens (s.d.,fol. 2 voll.). Parimenti l’edizione in latino e inglese (Roma1700, Londra 1707), è limitata al primo tomo. È nota pureun’edizione in neo-greco conservata presso la Biblioteca Mar-ciana di Venezia. Se la maggior parte delle traduzioni del trat-tato non presenta maggiori divergenze rispetto al suo prototi-po, salvo che per eventuali riduzioni, nel caso delle versioniportoghesi e cinesi, si nota un diverso grado di appropriazioneed interpretazione testuale. La nuova tipologia di resa prospet-tica dello spazio pittorico attraverso la quadratura era stataintrodotta in Portogallo dall’artista fiorentino Vincenzo Bache-relli (1672-1745), attivo in quel paese dal 1701/1702 al 1720,favorendo, in tal modo, la ricezione del trattato da parte degliartisti portoghesi. Le copie manoscritte sino ad oggi rinvenutee discusse nella scheda 06.04 dimostrano che si trattava di tra-duzioni ad uso per così dire ‘interno’, riservate cioè alla con-sultazione della sola parte testuale, da parte degli artisti cheintendessero verificare l’esattezza di una spiegazione, avendo aloro disposizione le incisioni del trattato originale. Ciò spie-gherebbe perché esse fossero carenti di illustrazioni e non ven-nero mai date alle stampe. Questa particolare situazione siinnestava in un contesto nel quale l’ottica, intesa come diottri-ca e prospettiva lineare, si situava nell’ambito dell’insegnamen-to della matematica tenuto nell’aula de esfera del collegio deigesuiti di Santo Antão, presso il quale dimoravano i missionaridella Compagnia destinati alle missioni in Asia. Proprio invirtù del suo speciale statuto epistemologico, trattandosi infat-ti di un corso disgiunto da quello di filosofia, l’insegnamentodella matematica aveva potuto godere dell’apporto di eminentilettori provenienti dal Collegio Romano, quali ChristophGrienberger (lettore dal 1599 al 1602) e Paolo Lembo (lettoredal 1614 al 1617)2. Il gruppo dei missionari destinati alle mis-sioni in Asia era essenzialmente costituito di gesuiti non porto-

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informazioni e misure che essi trasmisero in Europa”. La speci-ficità della situazione lusitana, ove l’insegnamento teorico pos-sedeva anche chiari connotati tecnico-operativi, agì dunque inmodo diretto sulla qualità delle conoscenze matematiche, otti-che e prospettiche, trasmesse in Cina da missionari che, comeMatteo Ricci (1552-1610), Johann Adam Schall von Bell (1591-1666) o Giuseppe Castiglione (1688-1766), soggiornarono ecompletarono la loro formazione in Portogallo. Nell’anticalibreria dei gesuiti a Pechino, ubicata presso la chiesa di Bei-tang, vennero raccolti i volumi utilizzati dai missionari nellediverse sfere che caratterizzavano la loro attività in Cina, dal-l’arrivo di Matteo Ricci nel 1583 sino alla soppressione dellaCompagnia di Gesù nel 1773. Cresciuta intorno ad un primo

ghesi e si aggiunse ai due gruppi, l’uno di studenti laici, l’altrocomposto da gesuiti che avevano seguito il corso di filosofia aCoimbra ed Évora e che, per volere dei superiori, erano desti-nati a sviluppare specifiche competenze matematiche. Il fattoche i missionari gesuiti destinati alle missioni in Asia agisserosotto gli auspici del padroado portoghese, li obbligava ad imbar-carsi su vascelli che, da Lisbona, salpavano alla volta di Goa,per poi raggiungere Macao ed infine la Cina. Questi, in attesadella stagione propizia, avevano così modo di completare laloro formazione presso i centri di istruzione gesuitica di Coim-bra ed Évora. Come ha giustamente rilevato Ugo Baldini, que-sta particolare circostanza “fece dell’aula de esfera il punto d’o-rigine di interessi di ricerca portati in Asia dai missionari gesui-ti, come anche il punto d’arrivo di molte delle osservazioni,

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nucleo di volumi raccolti presso la Nantang, residenza deigesuiti portoghesi, la libreria vantava due edizioni del trattato:Perspectiva pictorum et architectorum Andreae Putei e SocietateJesu… Romae, ex Typographia Antonii de Rubeis, 1702-23, 2voll., testo in latino e italiano. Tavv. II 62 e II 80 mancanti; rela-tive all’altare di san Luigi Gonzaga in sant’Ignazio (02.00) non-ché ad un altare realizzato a Montepulciano e Macerata (07.18),utilizzate per la progettazione dell’altare della chiesa di SanGiuseppe a Pechino, consacrata nel 1728 (cfr. fig. …); de Per-spectiva pictorum atque architectorum I [II] Pars… Augustae Vinde-licorum Impensis Jeremiae Wolffi Techniopolae, 1706-19, 2

voll., testo in latino e tedesco. Tavv. I 50, I 60, I 64, I 66, I 71eI 80, nonché II 22-24, II 46-48, II 53, II 60, II 81-82, II 87, II95, II 106-108, II 115-118 mancanti4. Esse riguardano sia detta-gli architettonici (capitelli, mensole, vasche, piedistalli), sia Tea-tri sacri per le Quarantore, nonché progetti più impegnativicome le fabbriche, la falsa cupola di S. Ignazio e le fortificazio-ni. La loro assenza allude significativamente ad un possibileimpiego delle tavole nelle diverse sfere nelle quali il talento deimissionari residenti nella capitale venne messo alla prova: nelcampo dell’architettura religiosa, mediante l’edificazione e ladecorazione delle chiese o l’allestimento di Teatri sacri; nelcampo dell’architettura civile, presso la corte Qing , attraver-so la progettazione degli edifici europei per la residenza impe-riale estiva Yuanmingyuan , come pure mediante alcuniprogetti di architettura militare (cfr. cap…“La fortuna del Trat-tato oltre i confini dell’Europa”. Il primo tomo del Trattatovenne parzialmente tradotto dal matematico, artista e soprin-tendente alla manifattura imperiale di porcellane, Nian Xiyao

(1671-1738). La traduzione, intitolata Shixue ,Scienza della visione, della quale apparvero due edizioni, nel1729 e nel 1735, venne fatta precedere da due introduzioni afirma del traduttore e accompagnare da una serie di tavoleaggiuntive, prive di spiegazioni, originariamente non contenu-te nel Trattato e forse da intendersi come suggerimento perulteriori esercitazioni pratiche. Durante il periodo di servizio acorte, Nian Xiyao aveva appreso l’arte della pittura prospetticadapprima dagli allievi del quadraturista Giovanni Gherardini(1655-1723?) attivo alla corte di Kangxi dal 1699 al 1704 e suc-cessivamente da Giuseppe Castiglione ( 1688-1766), Fra-ter Coadiutor SJ, che nelle sedi gesuitiche di Milano ebbe mododi assimilare l’eredità artistica di Andrea di Pozzo. Dichiaran-dosene discepolo, ne volle addirittura imitare il successo incampo editoriale, proponendo al Preposito Generale dellaCompagnia, Michelangelo Tamburini, la realizzazione di unvolume di incisioni tratte dai cartoni preparatori dei dipintieseguiti a Pechino, con rami intagliati dal confratello Ferdi-nando Bonaventura Moggi SJ (1684-1761), “il quale servisse inEuropa d’alcun aiuto a principianti nell’arte della pittura”, ed icui proventi da destinarsi “ in benefitio di questa Missione”(cfr. cap… “La fortuna del Trattato oltre i confini dell’Europa”).La traduzione cinese del trattato ebbe un cospicuo impatto siasul piano teorico che su quello tecnico-pratico. L’analisi del les-sico utilizzato dal traduttore rivela la riscoperta di una termi-nologia matematica da tempo desueta in Cina, in sintonia conla rivalutazione della tradizione matematica che l’aveva genera-ta; echi delle teorie prospettiche espresse dal trattato si ritrova-

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no pure nell’opera di artisti e trattatisti attivi alla corte Qingcome Tang Dai (1661- dopo il 1752) e Zou Yigui (1686-1772)5. Sul piano figurativo, la significativa domanda diopere jiehua , lett. pittura architettonica, deve essere valuta-ta in rapporto all’interesse espresso dalla committenza Qing,nonché dall’intellighenzia del tempo, nei confronti della pittu-ra prospettica introdotta dagli artisti gesuiti attivi nella capita-

le6. La pittura jiehua, sino a quel momento considerata alla stre-gua di un genere minore dall’estetica tradizionale, perse così ilruolo accessorio al quale era stata relegata, per acquisire pienaautonomia e dignità in quanto forma simbolica della culturaartistica cinese del Settecento.

Note1 SCHLOSSER MAGNINO 1996, p. 626; FILIPPI 2002, pp. 45-52; PALMER,

FRANGENBERG 2003, pp. 157-213.2 BALDINI 2000, p. 72.3 BALDINI 2000, p. 166. 4 VERHAEREN 1949, col. 737. 5 CORSI 2004.6 CHUNG 2004.

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06.01.Andrea Pozzo, Rules and Examples of Perspective properfor Painters and Architects, etc. In English and Latin: Containing a most easie and expeditiousMethod to delineate in Perspective All Designs relating to Architecture after a New Manner, Wholly free from the Confusion ofOccult Lines: by that Great Master Thereof, Andrea Pozzo, Soc. Jes. Engraven in 105 ample folio plates, and adorn'd with 200Initial Letters to the Explanatory Discourses: Printed from Cop-per-Plates on best Paper by John Sturt. Done into English from the original printed at Rome 1693 in Latin and Italian.

By Mr. John James of Greenwich,London: printed by Benj. Motte: sold by John Sturt in Golden-Lion-Court in Aldersgate-Street, 1707Firenze, Museo di Storia della Scienza, ……

La versione inglese del solo primo volume è opera di John Jamesof Greenwich (m. 1746), architetto, assistente, tra gli altri, di Sir Cri-stopher Wren (1632-1723), al quale l’opera è dedicata. Il titolo inten-de fornire immediatamente al lettore i connotati dell’opera e la suanovità, ponendo l’accento sulla semplicità e scioltezza di ciò che sidefinisce New Manner. James è autore di altre due traduzioni, questavolta dal francese, di importanti trattati dell’epoca: A Treatise of theFive Orders of Columns in Architecture, di Claude Perrault (1708), conincisioni dello stesso John Sturt, e The Theory and Practice of Gardening,Wherein is handled all that relates to Fine Gardens, di J. B. Alexandre LeBlond (1709), con incisioni di Vandergucht et al. L’edizione londine-se del Trattato vanta una “Approvazione” a firma di Sir ChristopherWren, Sir John Vanbrugh (1664-1726) e Nicholas Hawksmoor (1661-1736), che certamente contribuì a sancire il successo commerciale del-l’impresa.

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Bibl.: SOMMERVOGEL 1895, tomo VI, coll. 1144-1146; DNB, XXIX, pp. 213-215; WRIGHT 1985, p. 175.

06.02. Andrea Pozzo, La Perspective propre des peintres et architectes …Perspectiva pictorum et architectorum par André Pozzo de la Compagnie de Jésus. Seconde Partie. Dans la quelle on enseigne une methode courte & facile de representer tous les Dessins d’Architecture à Rome l’Année du Jubilé 1700 Roma, Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana,Mag. 502 P 100 (7).

La stamperia romana del boemo Giovanni Giacomo Komarek, dàalle stampe, nel 1700, oltre al secondo tomo del trattato, anche le pri-me traduzioni del medesimo volume in italiano, tedesco e francese.L’aver fatto coincidere l’uscita del volume che completava il Trattatoe le sue prime traduzioni, con l’Anno Santo, evento indicato anchesul frontespizio delle diverse edizioni, può essere stato ritenuto dallostampatore di buon auspicio ai fini del successo commerciale dell’o-pera, successo che verrà a breve sancito da una sua vasta circolazionesia in originale che nelle diverse traduzioni.

ECBibl.: KERBER 1971, p. 207.

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06.03. Andrea Pozzo, Der Mahler und Baumeister PerspectivZweyter Theil Worinn die allerleichteste Manier wie man was zur Bau-Kunst gehörig ins Perspectiv bringen solle, berichtet wird tomo II edizione latino-tedesca, Augsburg (Joachim FriderichProbst, Jeremiae Wolffs seel. Erb 1709Roma, Bibliotheca Hertziana, Gh-POZ 9867-3080 raro

Le edizioni latino-tedesche di Vienna e di Augusta videro la lucenel 1706 e vennero curate rispettivamente da Johann Boxbarth e

Konrad Bodenter. Il successo del trattato in Germania fu tale che l’o-pera di Pozzo ispirò in modo tangibile la composizione del più impor-tante trattato in lingua tedesca della prima metà del Settecento: il Für-stlicher Baumeister di Paulus Decker (Augusta, 1711). Anche nel casodel trattato di Decker, ci troviamo in presenza di un’opera ad altocontenuto pratico più che teorico, nella quale le citazioni pozzianesono a volte letterali. Anche il trattato di Decker costituì un ampio

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nella carriera artistica del pittore benedettino. Dopo la morte diquesti, il manoscritto, semplicemente denominato Andre Poso, veni-va acquisito dalla Biblioteca del monastero benedettino di Lisbona.A seguito della soppressione degli ordini monastici occorsa nel1834, il testo passava alla collezione dei libri rari della BibliotecaNacional ove veniva rilegato insieme ad altri manoscritti in un volu-me intitolato Papéis Vários dos Séculos XVII e XVIII (Cópias diversas)ed è ivi reperibile ancor oggi ai ff. 69-108.

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Bibl.: SMITH 1968, p. 85; MORALES MELLO 1998, pp. 235-238; MORALES MEL-LO 2001, pp. 53-55; 67-77; 130-131; MORALES MELLO 2002, pp. 389-397.

regesto di spunti da imitare, il cui impatto raggiunse la Polonia, pae-se ove l’influenza del maestro italiano fu significativa, anche in virtùdella mediazione dei suoi allievi Kacper Baz.anka e Carlo Antonio Bay(vedi 08.00).

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Bibl.: KERBER 1971, p. 207; BÖSEL 1996, p. 225; CARTA-MENICHELLA 1996, p. 230; CHIPPS-SMITH 2002, pp. 133, 192.

06.04. Andrea Pozzo, Libro de Prespectiva e tamben de Architectura Perspectiva Pictorum et Architectorum, versione portoghese:Este libro (...) de Andre Poso. Relegiozo da Companhia de Jezus esam dous belumes de folio grande feito em Latin, è Italiano; eagora vertido, ou traduzido, em Portuges, pelo P.P. Fr. Francisco deSam Jozé, de Pibidens, Para me aproveitar da sua lição me vali do ditoP[adre] asima mensionado ano de 1768. Do uzo do Fr. Jozé de St.o Antonio Villaça. Tibaens, Agosto do dito anno.Sul piatto della legatura appare l’annotazione: Faltan as imagenes citadas. Lisbona, Biblioteca Nacional, ms. Reservados, COD. 4414.

Sono state individuate tre traduzioni portoghesi manoscritte deltrattato, delle quali la prima risale approssimativamente al 1732 evenne curata dal padre João Saraiva per il primo volume e dal pit-tore José de Figueiredo Seixas (? -1773) per il secondo. Il periodo dielaborazione della prima traduzione coincide, secondo quanto è sta-to rilevato da Magno Moraes Mello, con gli affreschi della volta del-la chiesa di Santa Cruz de Ribeira, eseguiti da António SimõesRibeiro (? – 1755). Essi rivelano una diretta dipendenza dalle costru-zioni architettoniche illustrate nel trattato. Dato che l’artista operòsuccessivamente alla decorazione della biblioteca dell’antico colle-gio dei gesuiti di San Salvador de Bahia in Brasile, la sua opera con-tribuì significativamente alla diffusione del trattato e della tecnicaprospettica in esso enunciata, negli spazi extra-europei. La secondatraduzione risale all’ultimo quarto del XVIII secolo; ancorché diautore anonimo, è stata ascritta all’ambiente gesuita di Santarém edalle decorazioni pittoriche per il Seminario Maggiore di quella città,eseguite dal quadraturista Luis Gonçalves de Sena (1713-1790).António Simões Ribeiro è inoltre citato alla fine della traduzione aproposito del modo di disegnare la cornice di una volta in prospet-tiva. L’ultima traduzione risale invece al 1768 ed è quella presentatain catalogo. Fu composta dal benedettino Fr. José António FerreiraVilaça (1731-1809), il quale “por una petiçao me consedeo Cap.°G.ª [Capitulo General] na Junta licensa p.ª em minha vida uzar.”Manca ancora uno studio che metta in luce l’influsso del Trattato

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06.05.

(Breve Instruttione per dipingere à fresco di Andrea Pozzo, tradotta da Panagiotis Doxaràs)ms. del 1720, dedicato a Cristina di Svezia Venezia, Biblioteca Marciana, ms. G.u.IV L (1117)

Si tratta della traduzione in neogreco del breve testo pubblica-to da Andrea Pozzo in margine al tomo II del suo trattato. La

traduzione si trova insieme ad un corpo di traduzioni mano-scritte di opere di Leonardo e Leon Battista Alberti, delle qua-li si riporta la descrizione che appare sull'antiporta:

(Arte della pittura, di Leonardo da Vinci, recentemente apparsa, dopo lamorte dell'autore raccolta da Raphaël Du Fresne. Si aggiungono ancora altritre libri sulla pittura, molto belli, di Leon Battista Alberti, editi postumi. Inol-tre, alla fine del presente libro si trova un piccolo e preciso trattato sulla pit-tura murale ad opera di Andrea Pozzo, della Compagnia di Gesù, architettoe pittore, assieme al catalogo dei pittori moderni ed antichi raccolti da diversilibri, tradotti dall’italiano nella nostra lingua volgare dall’umile cavalierePanagiotis Doxaràs, pittore peloponnesiaco, e da questi umilmente dedicateal Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo. Nell’anno di Salvezza 1720).

La miscellanea era originalmente conservata nell’antica bibliotecaNaniana di Venezia. Il più antico riferimento ad essa si trova nell’o-pera di Mingarelli, Graeci Codices, Bologna, 1784. Panagiotis Doxaràs,oriundo del Peloponneso, è ritenuto il fondatore di una scuola pitto-rica conosciuta come scuola eptanese.

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Bibl.: SCHLOSSER MAGNINO 1996, p. 626; DAMIANAKI 2003.

06.06. Nian Xiyao , Shixue (La scienza della visione)2a edizione, Pechino, 1735, seconda antiporta. Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Sin-160....

La prima versione del trattato venne composta da Nian Xiyao(1671-1738) nel 1729 col titolo di Shixue jingyun , L’essenzadella scienza della visione, preceduta da un’introduzione, bianyan .La seconda edizione risale invece al 1735, intitolata semplicementeShixue , La scienza della visione, alla quale viene aggiunta un’altraintroduzione nella quale l’autore narra la sua esperienza di studio del-la prospettiva lineare come discepolo di Giuseppe Castiglione (LangShining ). L’opera comprende in totale 142 figure, delle qua-li le prime 98 riguardano diverse costruzioni prospettiche e quadra-ture, corrispondenti al trattato eccetto talune interpolazioni; le figure

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tivamente “cateto e ipotenusa” e “concavo e convesso”, sono mutuatidalla più antica tradizione matematica cinese che risale al Zhoubisuanjing , Il classico aritmetico dello gnomone e delle orbite cir-colari del cielo (circa 300 a.C.), testo che, come recita il titolo, si occu-pa principalmente di calcoli astronomici, senza tuttavia tralasciareuna introduzione alle proprietà del triangolo rettangolo (gougu) eall’uso delle frazioni.

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Bibl.: CORSI 2000, pp. 155-165; CORSI 2004, pp. 97-108; CORSI 2005, p. 245s.

06.07. Nian Xiyao , Shixue (La scienza della visione), Falsa cupola e soffitto in prospettiva2a edizione, Pechino, 1735, fig. 97Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Sin-160....

Si tratta di un’immagine non contenuta nel trattato ma che tut-tavia si rifà direttamente alle figure I 90-92, I 97-99 e II 49-59 della Per-spectiva, cioè alle architetture in prospettiva di sotto in su. Si tratta del-l'immagine numero 97 del Shixue, conclusiva di una serie (dalla fig. 93alla 97) che ne illustra dettagliatamente il metodo di costruzione.Documenti gesuitici conservati in archivi europei contengono riferi-menti alle false cupole dipinte da Giovanni Gherardini e da Giusep-pe Castiglione per le chiese di Pechino. Dato che nessuno di questidipinti è pervenuto e che le chiese, tuttora esistenti, hanno subitonotevoli alterazioni strutturali nel corso dei secoli, tali immaginicostituiscono una testimonianza particolarmente significativa.

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dalla 99 alla 104 illustrano la disposizione in prospettiva dei vari pia-ni dello scorcio e del fondale nelle scenografie, mentre l’ultimonucleo di immagini dalla 105 alla 142 illustra il modo di raffigurare leombre portate. In Cina esiste un solo esemplare integro del Shixue,quello conservato nella biblioteca dell’Istituto di scienze naturali del-l’Accademia delle Scienze sociali, mentre l’esemplare conservato pres-so la Biblioteca Nazionale di Pechino è incompleto. In Europa ne esi-stono quattro copie, conservate presso le seguenti biblioteche:Bibliothèque Nationale de France di Parigi (Shixue jingyun, 1729,incompleta, Oe 29, Pet. Fol.) inviato in Francia dal missionarioDominique Parennin SJ (1665-1741) nel 1733; India Office Library diLondra (Shixue, 1735, Chin H.31), esemplare inviato da Antoine Gau-bil SJ (1689-1759) intorno al 1755; Bodleian Library di Oxford(Shixue, 1735, Douce China b2), esemplare proveniente dalla biblio-teca di Francis Douce (1757-1834) e probabilmente inviato dallo stes-so Parennin. L’ultimo esemplare è conservato presso la Österreichi-sche Nationalbibliothek di Vienna (Shixue jingyun, 1729, Sin.160-C.Alt.Sin) e viene inviato, secondo una nota acclusa al testo, al con-fessore dell’imperatore autriaco, p. V.G. Tonneman SJ, dal missiona-rio austriaco Ernbert Xaver Friedel (Fridelli) SJ (1673-1743), espertotopografo e cartografo. In qualità di Superiore della residenza di SanGiuseppe, Friedel aveva supervisionato, negli anni venti del Settecen-to, i lavori di edificazione della chiesa omonima, decorata da affreschiillusionistici di Castiglione e intagli di Moggi, eseguendo, al contem-po, alcune carte su mandato imperiale. Tale condizione deve averglipermesso, mediante l’accesso a corte, di ottenere una copia della pri-ma traduzione del Trattato, forse dallo stesso Nian Xiyao. Il docu-mento che accompagna la copia austriaca del Shixue jingyun, definisceFriedel, significativamente, Sinarum Imperatoris Musæi MathematiciDirector.

Nian Xiyao si serve di tre termini per rendere il concetto di “pro-spettiva”, dei quali uno, xianfa , letteralmente “metodo dei fili”,è un neologismo, mentre gli altri due: gougu e aotu , rispet-