04luglio2017 · di che rispecchiano il modus ope-randi, atroce, del più famigerato assassino della...

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

04luglio2017

Pagina I

Iniziative ed eventi

04/07/2017 p. 19 Ciak, ecco la piazza del cinema Cercasi le comparse diBenigni

Nazione Arezzo 1

Segnalazioni

04/07/2017 p. 10 Dagli Usa (via tv) fra misteri e serial killer «Criminal Minds» sulle orme del Mostro

Giovanni SpanoNazione Firenze 2

04/07/2017 p. 12 E con Monicelli debuttò nella commedia (prima della sagaFantozzi)

Marco LuceriCorriere Fiorentino 4

04/07/2017 p. 14 Dall'amicizia con Faber al set con Fellini il talentodell'intellettuale prestato alla comicità

Paolo D'AgostiniRepubblica 5

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GLI EVENTI FILM, OSPITI ED HAPPENING FINO A DOMENICA

Ciak, ecco la piazza del cinemaCercasi le comparse di BenigniUNA MOSTRA e 4 giorni di ap-puntamenti curiosi e particolariin piazza Grande: così Arezzoomaggia il grande cinema dallesue origini pioneristiche fino a"La vita è bella", capolavoro diRoberto Benigni che quest'annocompie 20 anni. Estata inaugura-ta "Il cinema ritrovato- tra emi-grazioni e ritorni". La mostra visi-tabile fino al 20 agosto grazie alComune, è un singolare percorsoespositivo che racconta la vita diFrancesco (Frank) Bernasconi ve-ro pioniere del cinema muto cheemigrato in America agli inizi del`900, rientra nel 1914 in Italia por-tando con sé la passione per il ci-

nema e una serie di macchinariper proiezioni. Da domani al 9 lu-glio piazza Grande si trasforma incinema all'aperto per ospitare "Ci-nema in piazza", una mini rasse-gna-evento. E' dedicato ad Arez-zo e ai suoi tesori l'appuntamentoinaugurale della rassegna che do-mani alle 22.15 proporrà "La leg-genda della vera Croce", docu-mentario di Alessandro Perrellache offre una lettura innovativadell'opera di Piero della France-sca. Giovedì alle 21.30 la piazzatornerà ai primi anni del `900 conuna proiezione di cinema mutoche verrà realizzata proprio comesi faceva allora: la macchina da

proiezione Pathè del 1903 illumi-nerà occhi e cuori degli spettatoricon inedite immagini dell'archi-vio Bernasconi accompagnate damusiche live di docenti e allievidel Liceo Musicale Petrarca. Traqueste un filmato girato nelle trin-cee dell'esercito italiano "Conqui-sta di Cima Valbella - I GuerraMondiale". Venerdì alle 21.30Arezzo rende omaggio a France-sco Nuti con la proiezione di "Ma-donna che silenzio c'è stasera".Gran finale domenica alle 21, "Lavita è bella" torna in piazza Gran-de. Prima della proiezione Vitto-rio Martinelli autore del volume"Arezzo la vita è bella" introdurràla serata raccontando le curiositàlegate alla realizzazione del film.

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Dagli Usa (via tv) fra misteri e serial killer«Criminal Minds» sulle orme del MostroI delitti dei compagni di merende rivivono nellafiction in onda su Rai Due

TU CHIAMALE, se vuoi, analo-gie. La Firenze nera dei delittimostruosi, e puntualmente irrisol-ti (lunga è la serie) forse perché ce-lano verità indicibili, e responsa-bilità inconfessabili, è stata ripro-iettata per una sera sugli schermitelevisivi. Domenica scorsa alle21.05 su Raidue sono andati in on-da i primi tre episodi della secon-da stagione di «Criminal Minds:Beyond Borders». La serie narrale vicende investigative della squa-dra internazionale profilerdell'Fbi, guidata dal capitanoJack Garett (interpretato da GarySinise). La squadra deve aiutare icittadini americani all'estero in si-tuazioni di pericolo, o uccisi. Sitratta di una serie a episodi, il se-condo dei quali - in questa primaassoluta - è significativamente in-titolato «Il mostro». L'unità Fbi èchiamata a indagare su due omici-di che rispecchiano il modus ope-randi, atroce, del più famigeratoassassino della storia italiana, ov-verosia il Mostro di Firenze: 16vittime, alcune vittime `collatera-li' decenni di indagini su quelloche molti esperti hanno definito«il caso più lungo e più controver-so della cronaca nera italiana».

IL TEAM di investigatori ameri-cani collabora con le autorità ita-liane e i colleghi italiani, guidatida un commissario, per scoprirese uno dei più famosi serial killerè tornato a colpire. In particolare,due coppie di cittadini americanitrovati morti a Firenze. Impres-sionanti certe analogie. I riferi-menti continui a Calenzano, luo-

LE ANALOGIENell'episodio ci sono moltesimilitudini con vicendelegate alla nostra città

go di uno dei primi duplici delit-ti; le indagini su un ricco medico,il dottor Scarpa, inizialmente con-dotte da una procuratrice, la dot-toressa Tafani, che tanto ricordaSilvia Della Monica, il magistratoinquirente che nel settembredell'85 ricevette una busta da lette-ra contenente lembi di seno diNaudine Mauriot, la donna fran-cese massacrata agli Scopeti con ilsuo più giovane compagno e con-

nazionale. Entrambe vicine allasoluzione, entrambe fuori dalle in-chieste, entrambe a rischio dellapropria incolumità. Nella serie te-levisiva s'indaga su una serie diomicidi (14...) e gli uominidell'Fbi riescono a dare scacco aall'assasino quando ricostruisco-no un rapporto incestuoso avutocon la sorella.

RAPPORTO dal quale è nato unfiglio, un tal Onario Alighieri, di21 anni al momento culminantedella vicenda noir, uscito da pocoda un riformatorio dov'era statorecluso poiché a 15 anni aveva uc-ciso, annegandola, una compagnadi classe. Il dottor Scarpa sembra

aver sempre alibi inattaccabili. Egli ultimi delitti, pur recando lamedesima `firma', sembrano diffe-rire in alcuni particolari. Come sela mano non fosse proprio la stes-sa mano... Qualcuno degli investi-gatori intuisce che per Scarpaquel figlio nato da un suo rappor-to incestuoso con la sorella, po-trebbe rappresentare l'«erede», de-stinato a perpetrare i delitti anchenegli anni a venire. Finale positi-vo e risolutivo, è chiaro: con lamagistrato che ha l'onore di porta-re in carcere il Mostro. Ai fiorenti-ni resta la domanda: dove la fanta-sia supera la verità. E dove la veri-tà (inconfessata) ha superato lafantasia...

giovanni spano

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Giogoli , 1983: il mostro ha colpito. Forseha sbagliato . Vittime due giovani tedeschi,uno coi capelli lunghi scambiato per una donna

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Lui e la Toscana

E con Monicelli debuttònella commedia(prima della saga Fantozzi)

Ora che Paolo Villaggio se n'èandato, la carriera di uno deipiù straordinari attori/autoriitaliani del secondo Novecentosarà tutta da ripensare. A co-minciare dal rapporto che ebbecon la Toscana, che, a dispettodi quanto si pensi, ha contatotantissimo nella formazione enel successo di un talento che sivorrebbe racchiudere nel trian-golo Genova-Milano-Roma.

All'inizio degli anni `70,quando Villaggio aveva appenaquattro piccoli film alle spalle,fu Mario Monicelli a farlo de-buttare al cinema in un ruoloprimario, quando il regista to-scano decise di girare Brancale-one alle Crociate (1970), seguitodel fortunato film L'armataBrancaleone (1966), al fianco diVittorio Gassman e Stefania

La vicenda

• All'iniziodegli anni '70Villaggiodebuttò nellacommediaitalianacon MarioMonicelli

• Un altroregistaimportante perlui fu l'alloragiovanissimoNeri Parenti,con cuiproseguì laserie diFantozzi

Sandrelli. A Villaggio venne af-fidato il ruolo di un soldato te-desco, l'infanticida Torz, e que-sta esperienza segnò per l'attoregenovese da una parte la possi-bilità di varcare la soglia dellacommedia all'italiana nellasua versione più grottesca e sur-reale dall'altra l'inizio del so-dalizio con Gassman, che dure-rà per ben tre anni (sia al cine-ma che in tv), con Villaggiosempre a fare da spalla, nel gof-fo tentativo di demolire la vana-gloria e la spacconeria dell'al-tro.

Entrare, grazie a Monicelli (idue si ritroveranno poi nel 1994per Cari fottutissimi amici),dalla porta principale nellacommedia all'italiana significòper Villaggio acquisire unamaggiore consapevolezza del

proprio essere attore (e autore)comico, che sarà poi fonda-mentale nel passaggio dellamaschera di Fantozzi dalla cartaal grande schermo. Non fu forseun caso che nella stesura delloscript del primo film della serie,venne affiancato dalla coppia disceneggiatori toscani Leo Ben-venuti e Piero De Bernardi, chetra le tante cose suggerirono al-l'attore anche l'inserimento nelfilm della voce fuori campo, alloscopo di narrare le singole se-quenze; recuperando una certa

PaoloVillaggiodurantele ripresedella puntatadello showCanzonissimacon i campionidella Fiorentinadel 1969

continuità con le precedentiesperienze televisive, Villaggiopoté così creare quei commentiche sarebbero poi diventati ce-lebri almeno quanto le terribilidisavventure del suo personag-gio.

Con lo straordinario succes-so del primo e del secondo epi-sodio (diretti da Luciano Salce)della saga fantozziana (con lamaschera del grottesco ragio-niere a rappresentare l'evoluzio-ne finale e «sfigata» dei «mo-stri» della commedia all'italia-na) e dopo la creazione del per-sonaggio televisivo di GianDomenico Fracchia, quando nel198o Villaggio decise il rilanciodi Fantozzi, affidò all'allora gio-vanissimo regista fiorentinoNeri Parenti il terzo film dellaserie, Fantozzi contro tutti; daallora Parenti diventerà il suoregista di riferimento: da Frac-chia la belva umana (1981) finoa Fantozzi: il ritorno (1996), perun totale di ben 20 film insie-me.

Alla fine degli anni `8o ci fuanche l'incontro con RobertoBenigni; i due lavorarono insie-me nell'ultimo film di FedericoFellini, La voce della luna(1989), e quando l'attore e regi-sta toscano prese in mano ilvec-chio progetto felliniano di fareun film dal Pinocchio di Collo-di, volle inizialmente scritturarenel cast anche Villaggio, nelruolo di Geppetto. L'accordoperò sfumò quasi subito: il filmuscì nel 2002, ma la parte delbabbo del burattino di legnoera andata a Carlo Giuffré.

Marco Luceri© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli studi a Genova, dove era nato nel 1 932L' impiego in azienda e l'esordio nel cabaret

Dall'amicizia con Faberal set con Felliniil talento dell'intellettualeprestato alla comicità

PAOLO D'AGOSTINI

Di BUONA famiglia borghese e di buonistudi, Paolo Villaggio (morto ieri a Ro-ma a 84 anni per complicazioni legate

al diabete) ha percorso tutta la sua strada ar-tistica tra due richiami. Il vezzo anarco-radi-cale di chi si compiace di ferire il gusto delpubblico a colpi di pessimismo cosmico: lasua parte di anima che l'ha fatto sentire cosìprossimo all'amico di gioventù Fabrizio DeAndré, ma poi anche ad altri amici scelti co-me il regista Marco Ferreri o, per la sua partedepressa in lotta con quella vitalistica, il gran-de Vittorio Gassman. Proprio quello che gliha fatto coniare per la sua autobiografia un ti-tolo come Vita morte e miracoli di un pezzodi merda. E poi lo snobismo autodenigrato-rio e altrettanto distruttivo di una pratica perlo più svolta, come tutti i grandi comici primadi lui ma quasi sempre e quasi tutti sprovvistidel suo stesso bagaglio culturale e intellettua-le, nell'intrattenimento più di massa e, nondi rado, più corrivo. Il punto di contraddizio-ne, cui neanche la sottile intelligenza di Vil-laggio si è sottratta, è nell'essersi sentito fi-nalmente riscattato e realmente valorizzatosolo quando a convocarlo sono intervenuti igrandi nomi a partire da Federico Fellini. Mala sua enorme fortuna, e lo sapeva molto be-ne, è venuta dalle creazioni originali, origina-lissime, di quei suoi personaggi e di quellesue formule offensivamente aggressive e/ocrudelmente servili verso il "Grand. Uff. Lup.Mann. Figl. di Putt." di turno, o le contesseSerbelloni Mazzanti Vien dal Mare con il pan-filo chiamato poteve opevaio.

Paolo Villaggio, genovese, nasce nel 1932e ha un gemello "genio", Piero. Fa il liceo e co-mincia l'università ma preferisce la bohèmeche l'accomuna al più giovane amico "Faber"che affianca a inizio carriera scrivendo o colla-borando alla scrittura di testi di canzoni, lapiù celebre Carlo Martello. Gli esordi da caba-rettista e intrattenitore risalgono agli anni50 ma solo dopo essere passato attraversoanonimi impieghi, uno dei quali presso un im-portante ditta genovese diventerà oro per lasua ispirazione iperbolica e deformante. Ilsuo talento viene "scoperto" e lanciato daMaurizio Costanzo. E siamo nella seconda me-tà degli anni 60 quando Paolo è già sui 35 an-ni. I personaggi, Kranz l'inetto e autoritarioprestigiatore accompagnato dai "cammellinidi peluche", gli impiegati Filini, Fracchia e in-fine Fantozzi con tutte le loro sfumature disottomissione e di cattiveria, trovano il lorobattesimo sul piccolo schermo. Dopo divente-ranno libri, e solo alla fine film.

Tutto comincia nel fatidico 1968 con il va-

rietà televisivo Quelli della domenica. Ci so-no Ric e Gian, ci sono Cochi e Renato, e c'è Vil-laggio, un cast innovatore. Da qui l'ascesa ir-resistibile. Il suo stile spiazza, perché violen-to e perché contiene un fondo di amarezzasenza speranza e perfino di cupezza strug-gente. Ma s'impone. Del 1971 è il primo libroFantozzi. Del 1975 il primo film, sotto la dire-zione di Luciano Salce che lo accompagna fi-no alla fine del decennio per lasciare poi il po-sto a Neri Parenti e agli sceneggiatori PieroDe Bernardi e Leo Benvenuti che via via inte-grano il materiale originario.

Anche se al grande schermo, prima del pri-mo Fantozzi, Paolo è già arrivato subito dopoi primi exploit, televisivo ed editoriale. ConMario Monicelli che gli affida il personaggiosostitutivo di quello di Gian Maria Volonténel sequel dell'Armata Brancaleone, Branca-leone alle crociate. Comincia la collaborazio-ne artistica con Gassman. Ferreri, sempre at-tento alla sperimentazione nel comporre isuoi cast, lo piazza in mezzo a Mastroianni eTognazzi, Piccoli e Noiret e non pochi altripezzi da novanta in Non toccare la donnabianca, surreale parodia del Little Big Horndel generale Custer.

Da qui in poi, per i decenni 80 e 90, un dilu-vio di film comici, solo in parte rivisitazionidei suoi personaggi, che lo affiancano a tutti ibeniamini emergenti, anche in film a episodi- a ogni star il suo pezzetto di gloria - chesembrano la grande scoperta per sfondare albotteghino. Di pari passo procedono sia radio(Gran Varietà, il paradossale Paolo VillaggioQuiz un pó figlio del libro Come farsi una cul-tura mostruosa) che televisione. Dove la ri-proposizione del modello fantozziano a uncerto punto si arricchisce della fondamentalespalla di Gianni Agus nel ruolo del feroce ca-poufficio che vessa il sottoposto costringen-

Domani a Roma la cameraardente in Campidoglioe il ricordo laico con i familiari nelpomeriggio alla Casa del Cinema

dolo all'umiliazione della famosa poltrona asacco dalla quale il poveraccio scivola penosa-mente, impappinandosi ("mi ripeta la do-manda", "mi si sono intrecciati i diti") al co-spetto dell'inflessibile e isterico megadiretto-re seduto sulla poltrona in pelle umana. Frat-tanto però, a partire da fine Ottanta, inizioNovanta, s'intensificano le chiamate dal "ci-nema d'autore". Fellini lo vuole, assieme a Be-

La voce della luna. E poi, per un momento,sembra che con Villaggio il maestro riminesevoglia infrangere il tabu, destinato a rimane-re tale, del famoso Viaggio di G. Mastorna:del progetto qualcosa resta, il fumetto di Mol-lica-Manara che riproduce le fattezze di Vil-laggio. Subito dopo vengono Io speriamo chemela cavo con Lina Wertmüller, Il segreto delbosco vecchio con Ermanno Olmi, di nuovoMonicelli con il crepuscolare Cari fottutissi-mi amici. È in questa stagione (1992) che ri-ceve a Venezia il Leone d'oro alla carriera. Lasvolta del millennio segna una battuta d'arre-sto definitiva al cinema, un'intensificazioneletteraria, un ritorno sulle scene teatrali,un'accentuazione delle uscite polemico/poli-tiche attraverso ospitate tv o interviste (Vil-laggio ha tenuto molte collaborazioni giorna-listiche, ed è stato due volte candidato al Par-lamento: nell'87 per Democrazia Proletaria,nel '94 con Pannella), e qualche scelta inter-pretazione cinetelevisiva. Come il don Abbon-dio del Renzo e Lucia di Francesca Archibugi.

Sposato in giovanissima età con Maura,sua moglie da quasi sessant'anni, ha avutoda lei due figli: Piero e Elisabetta. Domani inCampidoglio la camera ardente dalle 9.30 al-le 16.30. Poi alle 18.30 il saluto alla Casa delCinema.

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FRACCHIA LA BELVA UMANANel 1981 dopo il boom di Fantozzicon Neri Parenti torna il personaggioFracchia accanto a Banfi

ROBERTO BENIGNI"È stato il più grandeclown della suagenerazione. Unbambino spietato,rivoluzionarioe liberatorio. Con luile persone anonimehanno trovatoil loro Signore"

BEPPE GRILLO"Un dolore sordo.Ho provato lo stessoquando mori Sordi.Due "ultraitaliani".Hanno mostratoil nostro peggio,e nel rappresentarcidavano la sensazionedi capirci"

ANNA MAZZAMAURO"È morta anche la miagiovinezza. Fantozziè stato l'unico uomoche mi abbiaveramente amata".Su Facebook l'attricesi firma Anna Silvani,ricordando il ruolonei film con Villaggio

LA VOCE DELLA LUNAPer il suo ultimo f Im nel 1990Federico Fellini chiamaVillaggioe Roberto Benigni

LA POLTRONA SACCOA destra, Federico Fellini conPaolo Villaggio al trucco per

"Mastorna". Sopra, Fracchia sullafamosa poltrona sacco

IO SPERIAMO CHE ME LA CAVOProtagonista per Lina Wertmüllerdel film del 1992 tratto dal casoletterario di Marcello D'Orta

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LEONE ALLA CARRIERANel 1992 alla Mostra del cinemadi Venezia con Ermanno Olmiriceve il Leone alla carriera

L'ULTIMO FANTOZZINel 1999 I'u ltimo f lm della sagadedicata al ragioniere è 'Fantozzi2000-La c fonazione' di Saverni

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