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OPERA OMNIA DI

LUIGI STURZO

TERZA SERIE

SCRITTI VARI

VOLUME TV- 5

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PUBBLICAZIONI A CURA DELL'ISTITUTO LUIGI STURZO OPERA OMNIA - TERZA SERIE - VOLUME IV - 5

Luigi Sturzo a Londra: carteggi e documenti

A cura e con introduzione di Giovanna Farrell-Vinay

Prefazione di Gabriele De Rosa

Traduzioni dalltnglese di Clara De Rosa

Rubbettino

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Il volume è stato realizzato con il contributo dell'Edizione Nazionale dell'opera Omnia di Luigi Sturzo,

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Uficio Centrale per i Beni Librari, le Istituzioni Culturali e I'Edtoria

O Proprietà letteraria riservata Istituto Luigi S t u m

O 2003 - Rubbettio Editore 88049 Soveria Mannelli -Viale Rosario Rubbenino, 10 - Tel. (0968) 662034

www.mbbettino.it

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PIANO DELL'OPERA OMNIA DI LUIGI STURZO PUBBLICATA A CURA DELL'ISTITUTO LUIGI STURZO

PRIMA SERIE: OPERE

I - L'Italia e il fascismo (1926)

I1 - La comunità internazionale e il diritto di guerra (1928)

111 - La società: sua natura e leggi (1 935)

IV - Politica e morale (1938). - Coscienza e politica. Note e suggerimenti di politica pratica (1953)

V-VI - Chiesa e Stato (1939)

VI1 - La vera vita. - Sociologia del soprannaturale (1943)

VI11 - L'Italia e l'ordine internazionale (1944)

M - Problemi spirituali del nostro tempo (1945)

X - Nazionalismo e internazionalismo (1946)

XI - La Regione nella Nazione (1 949)

XII - Del metodo sociologico (1 950) - Studi e polemiche di sociologia (1 933-1 958)

SECONDA SERIE: SAGGI - DISCORSI -ARTICOLI

I - L'inizio della Democrazia in Italia. - Unioni professionali. - Sintesi sociali (1900-1906)

I1 - Autonomie municipali e problemi amministrativi (1902-1 9 15)

- Scritti e discorsi durante la prima guerra (1915-1918)

I11 - I1 partito popolare italiano: Dall'idea al fatto (1 9 19) - Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

IV - I1 partito popolare italiano: Popolarismo e fascismo (1924)

V - I1 partito popolare italiano: Pensiero antifascista (1924-1925)

- La libertà in Italia (1925) - Scritti critici e bibliografici (1923-1926)

VI - Miscellanea londinese (1926-1940)

VI1 - Miscellanea americana (1 940- 1945)

VI11 - La mia battaglia da New York (1943-1946)

IX-XIV - Politica di questi anni. - Consensi e critiche (1946-1959)

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TERZA SERIE: SCRITTI VARI

I - I1 ciclo della creazione - Versi. - Scritti di letteratura e arte

I1 - Scritti religiosi e morali

III - Scritti giuridici

IV - Epistolario scelto: 1. Lettere a Giuseppe Spataro (1922-1959) 2. Luigi Sturzo - Mario Scelba. Carteggio (1923-1956) 3. Luigi Sturzo -Acide De Gasperi. Carteggio (1920-1953) 4. Luigi Sturzo - Maurice Vaussard: Carteggio (1 9 17-1958) 5. Luigi Sturzo a Londra: carteggi e documenti (1925-1946)

V - Scritti storico-politici (1926-1 949)

Vi - Lamafìa

Vi1 - Bibliografìa. - Indici

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Prefazione

1. "Un'amicizia di lavoro", nel senso inglese dell'espressione, quella che si delinea nel carteggio fra Luigi Sturzo, in esilio a Londra, e Wickham Steed, principe del giornalismo britannico negli anni fra le due guerre mondiali. Una stupenda convergenza di interessi intellettuali e politici strinse l'amicizia fra questi due intellettuali europei,,che mai prima dell'esilio di Sturzo si erano conosciuti. Ma quando Steed lesse sulla stampa francese il discorso che il 30 marzo 1925 Sturzo pronunciò a Parigi sul fascismo e i rischi per la libertà in Europa, non ebbe esitazioni, lo fece tradurre in inglese e lo pubblicò per intero nella sua rivista "The Review of Reviews", con sorpresa dello stesso Sturzo che così scrisse al suo amico:

"Ho visto su 'The Review of Reviews' i tratti della mia conferenza, riuniti in un articolo; ed è superfluo dirle quanto la cosa mi abbia fatto piacere, sia per l'importanza della Rivista, sia per il modo come il mio pensiero risulta chiaro e genuino. Di ciò vivamente ringrazio Lei, che si è data la pena di leggere e ridurre e dare forma inglese alla mia ben lunga Conferenza. Potrei venire da Lei a casa, sabato o lunedi in qualsiasi ora. La prego quindi di fissarmi l'appuntamento".

Che cosa colpi Steed della Conferenza del suo amico Luigi Sturzo, che da questo momento divenne per lui, anche nelle questioni di politica internazionale, un interlocu- tore privilegiato ed un collaboratore prezioso? Dalla loro profonda "amicizia di lavoro" scaturì una strategia politica, diremmo noi oggi, mediatica, di iniziative ed interventi ai livelli non solo di un'opinione pubblica media, ma anche di tentativi di coinvolgimento - dei governi, delle democrazie europee, dei Ministeri, dei più influenti e prestigiosi uomi- ni di cultura. Sturzo aveva sgomberato nella Conferenza di Parigi uno dei luoghi comuni più correnti in Inghilterra: che merito del "pugno di ferro" di Mussolini e della sua milizia sarebbe stato di avere messo ordine in un'Italia turbolenta, indisciplinata, "dove occorre la sferza, la minaccia, la privazione delle libertà per mettere un po' d'ordine ed un po' di regola". L'altro punto della Conferenza di Sturzo, che non poteva non incontrarsi con le convinzioni di Steed, era che il fenomeno fascista non poteva "essere impostato" solo come problema italiano: esso rientrava in una valutazione ben più grave come rischio europeo, rischio di una "lotta fra democrazia e regime, che affiora dopo la guerra, ripren- de gli spiriti umani e fa riaprire non solo da noi (da noi solo in modo più grave), bensì in tutta l'Europa del secolo XX, un dibattito politico che si vedeva già chiuso nel secolo m.

2. Dunque, non solo Parigi, con gli amici Maurice Vaussard, Jacques Maritain, Fran- cisque Gay, Marce1 Prélot sarebbe stata la tribuna per una lotta politica aperta contro il fascismo e le debolezze della democrazia, ma ora anche Londra, che non sarebbe stata più da questo momento solo la sede del suo soggiorno di esule, un po' appartato, impegnato a combattere per trovare un editore per le sue opere, ed un musicista per il tormentato

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Ciclo della creazione: "È molto seccante per me - confessava a Steed - dover fare il giro di parecchi editori con il manoscritto sotto il braccio come a domandare l'elemosina" (lette- ;a del 30 ottobre 1931). E dietro questa vicenda, la premura, l'assiduità, la straordinaria sensibilità delle donne: Barbara Barclay Carter, Bertha Pritchard, "l'angelo dei profughi", Miss Marshall. Certo Londra non gli prospettava una grande platea di ascolto, però, tra- mite Steed, egli fu, per così dire, immesso, nel ruolo di collaboratore, dentro una strategia politica più sottile, che mediava con il potere, che rivelava - come scrive la Farrell-Vinay - "l'aspetto meno pubblico di Steed, quello connesso all'intelligence", lo spionaggio e la propaganda sotterranea, una connessione che risaliva ai tempi della prima guerra mon- diale e che Steed manteneva con l'assenso del Foreign Ofice e del War Ofice.

Steed non dette solo spazio agli articoli e alle lettere di Sturzo sulla sua rivista, ma gli - - aprì la strada anche sui più autorevoli quotidiani inglesi. Le opere che Sturzo scrisse du- rante l'esilio, erano riviste da Steed prima di passare alla tipografia: rivedeva le traduzioni inglesi di Barbara, consigliava correzioni e modifiche. Naturalmente si rilesse pagina per pagina Italy and facismo, dove trovò "poco o niente da correggere". Mandò a Sturzo un breve messaggio con un bel "Bravo!" (lettera del 12 aprile 1926). Sottoscrisse l'antifasci- smo di Sturm pienamente, e può capirsi: se in Inghilterra negli anni Venti c'era un antifa- scista intransigente, per nulla incline ad avallare la politica del "pugno di ferro" di Musso- lini, questi era Wickham Steed. La sua avversione al fascismo arrivò al punto da tradursi in ripugnanza fisica. Lui stesso raccontò a Sturzo di una cena nella quale si trovò al tavolo accanto a quello dell'ambasciatore di Mussolini a Londra, Dino ~ r a n d i , che pur nutriva qualche simpatia per l'Inghilterra: "Abbiamo avuto il piacere alquanto dubbioso di avere accanto alla nostra tavola nella sala da pranzo la Signora e i bambini Grandi. Sua Ec- cellenza lo Squadrista viene di tempo in tempo. Non mi accorgo della sua presenza e tan- to meno della sua assenza. Difatti egli e i suoi non esistono per me". (lett. del 16 agosto 1935).

3. I1 carteggio Sturzo-Steed è tutto particolare; lettere per lo più di poche righe, rapi- de, che non si aprono a excursw culturali, a confessioni e rivelazioni di stati d'animo, car- teggio rivelatore di un rapporto molto intenso di lavoro sulle grandi questioni della pace e della guerra: al centro l'attività del Comitato britannico per la pace civile e religiosa in Spagna, nel quale Sturzo riversò cuore, speranze e coraggio fino all'ultimo. Non che si facesse illusioni sulla disponibilità di Franco, ma che si potesse arrivare alla soppressione dei bombardamenti sulle città, questo sì, riteneva possibile. I rapidi accenni a questo o a quell'aspetto delle difficoltà e degli impegni del Comitato, trovano spiegazione nella scru- polosa e densa annotazione della Farrell-Vinay, e nella documentazione sulla Spagna, annessa al Carteggio, una documentazione in buona parte inedita, estratta dagli archivi di Londra e dell'Istituto Sturzo.

Utilissima la brillante biografia che la Farrell-Vinay ha scritto di Wickham Steed, un personaggio sorprendente, che, come lo ricordò il "Times" "pareva pervenire dall'epoca della cavalleria e v'era infatti non poco del cavaliere errante nella sua generosa, sensibile e provocatoria personalità". Sorprendente per la viva stima e amicizia che nutrì, lui, peral- tro non cattolico, verso un personaggio così lontano da lui per formazione, mentalità, cultura, sensibilità, tutto un altro mondo. Eppure, fu vicino a S t u m quando da Roma il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri, d'intesa con il cardinale Bourne, gli faceva

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sapere che non era bastato che egli si fosse ritirato dalla dirigenza del Partito Popolare e avesse lasciato Roma; avrebbe dovuto dichiarare pubblicamente di non occuparsi più di politica italiana. Come rispondere? Sturzo mi raccontò a viva voce questo episodio, fra i più tristi della sua vita, che gli creò anche angoscia perché fu costretto a lasciare l'alloggio che a Londra gli avevano concesso i Padri Serviti, ricattati a loro volta dal governo Musso- lini. Apparteneva alla loro congregazione, difatti, la chiesa di S. Marcello a Roma, per la quale avevano chiesto alcuni sussidi al governo. La risposta fu un no, perché la congrega- zione ospitava a Londra un nemico del regime, Luigi Sturzo. Per consiglio Sturzo si recò a Parigi dove incontrò il fratello Mario, vescovo di Piazza Armerina, e la sorella gemella Nelina. Alla vigilia della partenza Steed scriveva all'amico: "Faccia un buon viaggio ed abbia cura di sé. L'importante è di guadagnare tempo senza permettere alla gente miope di intravedere che, aumentando la pressione e trasformandola in persecuzione religiosa, possono ottenere il loro scopo". I1 commento della Farrell-Vinay è molto acuto e bello: "Non c'era bisogno di scrivere di più. Sturzo e Steed avevano probabilmente avuto modo di discutere il problema. A noi resta l'eco di quelle conversazioni in quelle poche frasi ter- se e scarne, che ancor oggi lasciano indovinare l'angoscia di quei giorni. L'amico, che sa e intuisce più di quanto non ritenga necessario mettere per iscritto, e che, pur non essendo cattolico, nutre un intenso interesse per la Chiesa e le sue vicende, indica, con semplicità, la via: 'guadagnare tempo', non lasciar trapelare l'angoscia per impedire alla 'gente miope' di awalersi appieno dell'arma che tiene in mano".

Questa partecipazione di Steed alle ansie di Sturzo non poteva che rafforzare la stima e la reciproca amicizia. Che fosse così, ce lo dice la fiducia con la quale Sturzo, quando lasciò Londra per gli Stati Uniti, rimise nelle mani di Steed la questione del suo testamen- to e la gestione dei suoi risparmi, dei titoli e dei depositi londinesi.

Poche le lettere dagli Stati Uniti, solo sedici, più estese però, molte dedicate alle prati- che per il trasferimento delle sterline a New York, ma non mancano le valutazioni sulla politica interna americana in rapporto alla guerra. Scrive dall'ospedale di Jacksonville, dove è ricoverato: "Ciò che è allarmante è il pacifismo dei Metodisti, il pro-fascismo dei cattolici di origine italiana e tedesca, e il sentimento anti-britannico degli irlandesi. Ma quello che si deve fare qui è di organizzare i cattolici democratici in un gruppo politico simile al People and Freedom, e di controllare la propaganda degli altri. Questo mi era sembrato possibile alcuni mesi fa. Ma la mia malattia in primo luogo, seguita dalle insi- nuazioni fasciste contro di me anche (credo) nei quartieri ecclesiastici hanno diminuito il mio entusiasmo" (lett. del 5 sett. 1941). Insomma, nemmeno negli Usa i "quartieri eccle- siastici" gli davano pace, sempre per la solita storia, che le idee del prete Sturzo potessero essere interpretate come espressione di un sotterraneo, se si vuole, consenso, della Santa Sede. I1 famoso articolo di Sturzo Le vie della Provvidenza ("The Commonweal", New York, 2 1 novembre 1941) trova qui, in queste annotazioni mandate all'amico Steed, la sua motivazione di fondo. Nell'articolo Sturzo rompe gli indugi, mette da parte i "quar- tieri ecclesiastici", per sostenere la politica di Roosevelt. L'intervento dell'esercito ameri- cano accanto a quello sovietico è per Sturzo un'occasione provvidenziale da utilizzare per condurre la Russia a riconoscere, attraverso l'adesione alla Carta atlantica, che essa potrà trovare la salvezza nella libertà civile e religiosa.

Fra le ultime lettere da New York, quella del 9 novembre 1944 rivela l'ansiosa preoc- cupazione di Sturzo sul destino di Trieste: "In tale ipotesi [quella delle zone d'influenza],

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l'affare di Trieste diviene di un'importanza europea. Se in mano jugoslava, Trieste sarà la testa di ponte della Russia nell'Adriatico, e quindi nel Mediterraneo, e del controllo russo sulle attività economiche del Centro Europa, che graviteranno su Trieste come sbocco naturale. Se Trieste sarà attribuita all'Italia (e questa farà parte della Sfera dell'ovest) essa servirà gli interessi del blocco occidentale. La sistemazione dell'economia europea e la funzione commerciale del Mediterraneo dovranno contare qualcosa per la Gran Breta- gna: in tal caso Trieste dovrebbe essere dell'Italia e l'Italia dovrebbe essere trattata dall'In- ghilterra come Paese amico".

4. Solo un'ombra discese sulla storia di questa straordinaria "amicizia di lavoro" quan- do nel 1942 Steed raccomandò sulla "Contemporary Review" di applicare anche all'Ita- lia, come alla Germania, una pace punitiva, una tesi che era l'opposto di quanto Sturm sosteneva e che continuò a sostenere fino alla firma del Trattato di pace. Si rividero Sturm e Steed alla fine della guerra?

Questo carteggio, breve, di appunti e richiami quotidiani, per lo più, con numerosi riferimenti e allusioni a fatti, a nomi, a progetti su cui vorremmo saperne talvolta di più, acquista una propria corposità con il lavoro metodico svolto dalla Farrell-Vinay, che ha sciolto in un racconto puntuale i dubbi, le incertezze, i vuoti che lo percorrono. La rin- graziamo per questo rilevante contributo che ella ci ha dato in occasione dei cinquant'an- ni dalla fondazione dell'Istituto Sturzo. Lode anche a Clara De Rosa, che ci ha assicurato una valida traduzione in lingua italiana dei testi inglesi.

Gabriele De Rosa

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Ringraziamenti

Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo volume. Innanzitutto la mia gratitudine va al Professor Gabriele De Rosa per avermi affidato

la cura del carteggio Luigi Sturzo - Henry Wickham Steed, dandomi l'opportunità di svolgere una ricerca affascinante, e per le buone parole che egli ha per me nella prefazio- ne. I1 mio lavoro è stato agevolato in ogni maniera dal personale dell'Archivio Storico Luigi Sturzo - in particolare dalla Direttrice, dottoressa Concetta Argiolas - sempre solle- cita e cortesissima nell'assistenza, nelle ricerche d'archivio e nella preparazione del ma- noscritto finale. Ringrazio inoltre Maria Grazia Spinedi che ha corretto le bozze di stam- pa con alta precisione e intelligenza, e Clara De Rosa per le traduzioni.

Grazie infine al Professor Lawrence Gray, a Maria del Puy e Ana Garcia della Biblio- teca Central dell'universidad Pontificia Comillas di Madrid, al personale della British Li- brary, deila Biblioteca del London School of Economia, della biblioteca dell'università di Londra (Senate House), del Public Record Office, dell'Archivio del "Times" (Times News Limited), News International plc., del Churchill College, Carnbridge, Churchill Archives, al Professore Lorenzo Bedeschi per avermi concesso visione delle Carte Sabatier nel Centro Studi per la Storia del Modernismo, Università di Urbino e alla signora Mag- dalen Goffin per avermi concesso visione della corrispondenza relativa a Luigi Sturzo conservata fra le carte di E.I. Watkin.

Giovanna Farrell-Vinay Londra, marzo 2003

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Introduzione *

L'immenso patrimonio epistolare di Luigi Sturzo esce a poco a poco dall'oscurità del suo archivio, rivelando le tessere di un mosaico a molte dimensioni: umana, affettiva, politica, spirituale, filosofica, devozionale, che cercano di trovare la loro strada per ricom- porsi e lasciarci riscoprire la storia d'una vita straordinaria. All'interno delle singole lettere - le diverse dimensioni talvolta si intersecano e allora la lettera diventa un prisma che si lascia attraversare dalla luce di un episodio e al contempo la cattura scomponendola in un fascio di raggi colorati: sono i colori della vita di Sturzo, rimasti impigliati fra la carta e l'inchiostro.

Accanto agli aspetti qualitativi vi sono quelli quantitativi. Forse più prosaici, ma anch'essi importanti: in un'epoca in cui scrivere lettere non era un fatto raro come oggi, la frequenza dei rapporti epistolari era un indicatore primario, se non esclusivo, della vitalità dei sottesi rapporti umani. Fra il 1925 e il 1927 le lettere scambiate fra Sturzo e i compa- gni di partito rimasti in Italia diventano sporadiche, fino a cessare quasi completamente e lo si nota nei carteggi finora pubblicati'.

A collegare l'esule con l'Italia rimangono, fili sottili tesi attraverso le cartoline postali, fragili eppure sorprendentemente tenaci, gli scambi con il fratello Mario e con la sorella Nelina. Non conosciamo i contenuti del secondo, ma quelli del primo, duemilacentoven- ti 'pezzi' pubblicati, aprono squarci e spiragli sull'esilio londinese. Gli squarci sugli aspetti più intimi, spirituali e intellettuali della vita interiore dell'esule sono ampi e prowedono una documentazione di prima mano indispensabile a individuare la genesi delle opere scritte durante l'esilio: I'Essai de Sociologie, Chiesa e Stato, La Era I/ita2. Gli spiragli che il carteggio fra i due fratelli apre sulla vita quotidiana dell'esule, sulla sua salute, sui suoi spostamenti e le sue attività sono invece sporadici, esili e sfuggenti, ma si rivelano spesso sia fonti preziose di informazione sia strumenti di riscontro di altre fonti. Nel settembre del 1940 Luigi va in Arnerica3. A quella partenza, così gavida di significati simbolici,

* Awertenza: si forniscono in nota a questa introduzione i cenni biografici dei personaggi che non com- paiono nel carteggio o nelle appendici. I1 profilo di Steed Q? presentato separatamente, per rendere la dovuta attenzione al personaggio senza deviare dai temi centrali del carteggio.

Cfr. G. De Rosa, Luigi Sturw, UTET, 1977, p. 298. Per un campionario delle lettere del primo periodo dell'esilio cfr. SI, 2. 11 carteggio con Scelba (due lettere nel 1924, nove nel 1925, sei nel 1926, quattro nel 1927, una nel 1928, una nel 1932 e una nel 1938) offre un esempio del rarefarsi dei contatti con gli esponen- ti del popolarismo, anche se va ricordato che Scelba era in regolate contatto con Mario e Nelina Sturzo. Cfr. L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio (1923-1956), a cura di G. Fanello Marcucci, Istituto L. Sturzo, Roma, 1994, pp. 26-28,47-114.

2 G. De Rosa, Introduzione, in Luigi Sturzo-Mario Sturzo, Carteggio (in seguito: LS-MS) , I, 1924-1928, Edizioni di Storia e Letteratura-Istituto Sturzo, Roma, 1985, pp. VII-XCII.

3 Le ultime lettere pubblicate nel carteggio sono quelle di Luigi a Mario da New York, 15 ottobre e 1 novembre 1940. Cfr. LS-MS, IV.

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segue nel novembre dell'anno successivo la morte di Mario. Intanto la guerra procede e reca novità ali'esule. Dopo il 1943 il suo epistolario pian piano si ripopola di lettere da e verso l'Italia e all'orizzonte si profilano tempi e temi nuovi, che lasciano &orare radici lontane e ramificate.

Per il lettore che sull'onda delle lettere di Sturm ne ripercorre la storia, restano irrisol- ti molti interrogativi sul periodo londinese. La riscoperta degli ambienti appena intravisti in un balenio sfuggente nel carteggio dei due fratelli deve awalersi della corrispondenza con altri personaggi, estranei sia alla famiglia, sia all'universo del popolarismo e della poli- tica italiana: Barbara Barclay Carter e Cicely Mary Marshall, le muse domestiche; Bertha Pritchard, l'angelo dei profughi4 e del Ciclo della Creazione; Angelo Crespi e Edward Watkin, i compagni delle discussioni filosofico-religiose, Henry Wickham Steed, i'uomo di mondo dai mille interessi culturali e politici e dai mille contatti, che fiuta in Sturzo il politico di razza e lo accoglie con eleganza, senza parere e senza pesare, sotto le sue ali. Dopo quelle letture molti indizi disseminati nel carteggio fra Luigi e Mario acquisteran- no spessore e vita. La ricerca è complessa e deve procedere gradualmente, come un lavoro di scavo archeologico, da eseguire esaminando strato dopo strato le accumulazioni lascia- te dal tempo. Partire dalla corrispondenza con Steed per iniziare gli scavi è senz'altro opportuno.

Il carteggio copre, con lacune, ventun anni, dal 1925 al 1946, quasi l'intero periodo dell'esilio. Le lettere di Steed sono per lo più in italiano. Solo durante la guerra, quando Sturzo è in America, egli scrive in inglese, per facilitare le cose con la censura. Tuttavia, a partire dal dicembre del 1926, Steed scrive talvolta in inglese: dal novembre del 1926 Sturzo ebbe vicine Barbara e Cicely che lo potevano aiutare e probabilmente era comun- que ormai in grado di leggere senza difficoltà. Sturzo usa quasi sempre l'italiano, ma ogni tanto l'inglese fa capolino, come nella lettera 23 del 15 agosto 1928. Essa lascia supporre che, dopo quattro anni in Inghilterra, Sturzo comprendesse l'inglese scritto. Infine la lettera 1 12 del 5 settembre 1941, scritta in inglese non perfetto da Jacksonville, dove Sturzo non aveva assistenti bilingui, consente di affermare che Sturzo se la cavava egregiamentes.

Le due estremità del carteggio sono esili e lasciano intuire, più di quel che rivelino esplicitamente, sugli inizi e sulla conclusione d'un rapporto ventennale. La parte centrale del carteggio non è temporalmente uniforme ma illumina parecchi awenimenti e getta sprazzi di luce sulla rete di rapporti fra i due protagonisti e gli altri personaggi, noti e meno noti, che entrano ed escono rapidamente dalla scena, lasciando a volte tracce riper- corribili. La natura delle lettere del periodo londinese è essenzialmente pratica e contin- gente: Steed e Sturzo abitavano a circa quindici minuti di cammino l'uno dall'altro e non avevano bisogno di ricorrere alle lettere per conversare. Proprio per questo motivo vi sono alcune lettere che non contengono 'agganci' e restano inesplicabili6. Qualche altra offre agganci intuitivi e speculativi, sorretti da coincidenze cronologiche7. Le lettere del perio-

4 Cfr. De Rosa, Luigi Scum, cic., pp. 394-398. 5 Ciò corregge l'affermazione di G. La Bella, L u i ~ S t u m e Ié~ilio negli Stati Uniti, Morcelliana, Brescia,

1990, p. 10, che Scum non conosceva l'inglese ail'arrivo in America. 6 In$&, lettere 8, 16,55. 7 Infia, lettere 3,43,47,48.

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do americano sono meno frequenti e più ricche di contenuto, ma condizionate dalla guerra e dalla preminente preoccupazione di Sturzo per il futuro dell'Italia. Di conse- guenza, per entrambi i periodi, non possiamo penetrare attraverso il carteggio negli aspet- ti più intimi del rapporto, anche se proprio le lettere del periodo americano dimostrano sia la robustezza della fiducia di Sturzo in Steed, sia la scrupolosa onestà di Steed nei con- fronti di Sturzo.

I1 carteggio consente di affermare che l'amicizia con Steed fu fondamentale nella stra- tegia di soprawivenza intellettuale e politica attuata da Sturzo. Ciò che scorgiamo attra- verso le lettere k un'amicizia di lavoro, nel senso migliore dell'espressione, basata sulla comunanza di interessi intellettuali e politici e su un rapporto di rispetto e fiducia reci- proci che rispettava l'autonomia dei due protagonisti i quali si collocavano in posizioni ben precise l'uno rispetto all'altro. Di particolare interesse, riguardo alla reciproca fiducia dei due amici sono le lettere 95-98, 102-103, 106-107, 1 10-1 14, 117-1 18 e la 43. Delle prime, relative agli affari finanziari che Sturzo affidò completamente a Steed prima di andare in America, trattiamo più avanti. Le circostanze della lettera 43 del 18 maggio 1934 sono spiegate in nota nel carteggio. Qui notiamo soltanto che in quell'occasione Steed, in possesso di notizie dawero scottanti, ne fece parte a Sturzo prima di renderle pubbliche. Si trattava della rivelazione che durante il cancellierato di ~ r i n i n ~ il ministero della guerra tedesco aveva cominciato i preparativi tecnici e scientifici per lanciare attac- chi aerei chimici e batteriologici contrò le capitali europee. La letteia implicitamente testimonia l'aspetto meno pubblico di Steed, quello connesso all"'intel1igence" - lo spio- naggio e la propaganda sotterranea. Era una connessione che risaliva ai tempi della prima guerra mondiale e che Steed manteneva con l'assenso del Foreign OEce e del War Offìce. Questa connessione emerge in maniera più esplicita nel 19388, quando il War Offlce pro- getta di organizzare un giornaletto clandestino da far circolare in Itaiia. Karl Otten, un fuoriuscito tedesco con cui Steed è in contatto, è stato incaricato della cosa, ma non sa a chi rivolgersi e chiede l'aiuto di Sturzo. Sulle prime questi pare disponibile, poi rinuncia per motivi di salute.

Steed, awiato alla carriera finanziaria nella City, dopo qualche anno di tirocinio ave- va cambiato strada per dedicarsi al giornalismo. Fu una svolta radicale che preoccupò gra- vemente il suo datore di lavoro, Sir Cuthbert Quilter, il quale tuttavia gli diede una lette- ra di presentazione per un'agenzia stampa. Per i1 giovane Steed, ambizioso e intelligente, il giornalismo era "something larger than the getting and the publication of news [. . .] I looked for and found in it a means of working out and applying a philosophy of life, a chance to help things fonvard on the road I thought right.. ."9. Le occasioni di dare 'spin- te' agli avvenimenti al momento opportuno non gli erano mancate: egli fece pieno uso delle opportunith che gli si offersero. All'età di cinquant'anni la carriera di Steed si era spezzata. Anche a lui la porta si era chiusa in faccia in maniera crudele. Ma i contatti

8 Infia, lettera 73. Per un altro indizio delle attività segrete di Steed, con riscontro da fonte indipendente, cfr. Appendice Spagna, Parte I, n. 14; Parte 11, n. 4.

9 H. W. Steed, Through Thiny Ears - 1872-1722. A PersonafNarrative, Heinemann, London, 1724, vol. I, pp. 1-4, citazione da p. 1: "qualcosa di più della raccoita e pubblicazione di notizie [.. .] In esso cercavo e trovai il mezzo per costruire e applicare una filosofia di vita, la possibilità di aiutare le cose a procedere nella direzione che ritenevo essere quella giusta.. ."

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intessuti in trent'anni di attività e l'approfondita conoscenza della scena politica interna- zionale maturati durante quegli anni di lavoro erano rimasti.

Steed non era il tipo che esce di scena: operatore accorto e intelligente, egli fu capace di contare ancora nel mondo politico e culturale di Londra. "The Review of Reviews" fu la piattaforma che per sette anni, dal 1923 al 1930, gli permise di rimanere sulla scena. Quando dovette abbandonare la rivista a causa dei costi eccessivi, già aveva l'incarico al King's College per l'insegnamento della storia dell'Europa centrale;-quando tale incarico cessò, nel 1938, rimasero le trasmissioni radiofoniche del servizio mondiale della BBC, iniziate sin dal 1933. Dopo una lunga stagione di servizio fedele e a volte frustrante, dopo il viaggio dalla gavetta del corrispondente estero, prima non pagato e poi malpagato, attraverso l'esperienza della guerra di propaganda e dei negoziati di pace di Parigi, fino alla poltrona non meglio remunerata di direttore del "Times", era venuta per Steed la sta- gione dell'indipendenza. Meno potere immediato ed evidente, ma pur sempre potere, con la libertà di proteggere e aiutare, con tocco signorile, un esule politico di grande valo- re. Quando si protegge qualcuno si esercita potere, ma la sostanza del potere espresso in un rapporto di natura protettiva si esprime attraverso lo stile e la delicatezza delle forme. Le lettere di Steed a Sturzo, come molte di quelle dei suoi interlocutori del mondo cultu- rale e politico, offrono uno squisito campionario della tradizionale cortesia, precisa e asciutta, attenta e premurosa, in uso fra i 'gentlemen'. La 'crosta', composta di concisione ed eleganza linguistica, si fonde perfettamente con la schietta praticità dei contenuti. Sono lettere simili a panini croccanti, leggeri, semplici e perfettamente lievitati, che si assaporano con piacere e si assimilano senza fatica.

Sturzo era l'uomo della grande visione politica e spirituale, della fede e dell'obbedien- za alla Chiesa. Il potere lo aveva sfiorato per una breve stagione conclusasi tragicamente. A 53 anni era praticamente solo in un paese di cui si industriava ad apprendere la lingua. La maggior parte dei vasti contatti intessuti in trent'anni di lavoro si stava già rarefacen- do, le opportunità di farsi sentire diminuivano di giorno in giorno. Ma neppure Sturzo era uomo da uscire di scena per mettersi in un angolo. C'erano ancora troppe cose impor- tanti da dire, perciò occorreva creare una nuova scena ed operare attraverso di essa. Occorreva ripartire da zero, trovare nuovi contatti, creare agganci, intrecciare nuove rela- zioni. L'essenziale era stare all'erta, lavorare, cominciare a dire ciò che andava detto e tenersi al corrente, pronto a lanciare i messaggi giusti nelle direzioni giuste. In Sturzo alla dignità e alla consapevolezza del valore delle proprie idee si accompagna sempre l'umiltà. Bussare a porte estranee, chiedere aiuto quando se ne ha bisogno, appoggiarsi a chi gode di potere e può esercitare influenza, non crea senso di umiliazione in chi è libero da falsi orgogli. Così Sturzo, l'uomo spogliato di tutto, si appoggiò a Steed, e per suo tramite, riuscì a stabilire rapporti con parecchi personaggi di rilievo. Scorgiamo attraverso le lette- re le figure di intellettuali quali Gilbert Murray, John Murray e Lawrence Pearsall Jacks, di diplomatici, quali Sir Robert Vansittart e Lord Howard of Penrith, di personalità poli- tiche e militari quali Sir Harold Nicolson e il Maggiore Generale Pope-Hennessylo.

I1 carteggio si apre con una minuta del 15 aprile 1925 in cui Stuno ringrazia Steed per "leggere e ridurre e dare forma inglese alla mia ben lunga Conferenza". L'articolo, fir-

10 Per i cenni biografici si veda infa, carteggio, ad vocrm.

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mato da Sturzo, era apparso nel "The Review of Reviews" di aprile-maggio 1925 con il titolo The Doctrine ofliberty. A Second Italian Risorgimento ed era una sintesi del discorso pronunciato da Sturzo a Parigi il 30 marzo sul tema "La liberth in Italia". La risposta di Steed 2 in italiano: laconicamente invita Sturzo 'a colazione'. Erano i primi passi di un rapporto destinato a fiorire. Sturzo e Steed, pur così diversi fra loro nella comunanza d'in- teressi, camminarono vicini per un lungo tratto, finché venne la guerra a separarli.

Dalle lettere successive traspaiono la denuncia dei crimini fascisti e il sostegno alle vittime: Steed aveva pubblicato un'esauriente analisi e denuncia del fascismo sin dall'ot- tobre del 1923, un mese dopo aver acquistato "The Review of Reviews" e nell'estate del 1924 aveva pubblicato un circostanziato articolo sull'assassinio di Matteottill. Nel giu- gno del 1925 c'è traccia di una lettera a Vittorio Emanuele I11 in occasione del suo giubi- leo, di cui si trova riscontro nel "The Review of Reviews"l2 e del lavorio del cenacolo antifascista riunito intorno a Steed per raccogliere le firme a sostegno di Salvemini che era stato arrestato a Roma all'inizio del mesel3.

L'imperituro odio del regime verso Sturzo emergerà più tardi nel carteggio, nel 1931 e nel 193614. I1 primo incidente fu serio per i suoi effetti pubblici; retrospettivamente, esso giustifica appieno l'ansia costante di Sturzo di chiarire a fondo, con libri, articoli e - - rettifiche, sia le circostanze dei rapporti fra il Partito Popolare e il regime, sia la sua posi- zione politica e personale rispetto a tale rapporto. I1 "Daily Express", che seguiva con vivo e quasi folcloristico interesse la crisi fra il regime e il Vaticano's, il 5 giugno 1931 pub- blicò un articolo pieno di rivelazioni tanto false quanto sensazionali. Dietro il conflitto, riferiva il 'corrispondente speciale' C. J. Ketchum, si celava un prete siciliano calvo dalla lunga barba grigia, attualmente residente in un convento di gesuiti in Inghilterra, un intrigante dai misteriosi poteri carismatici di nome Sturzo che nel 1919 era comparso come d'incanto sulla scena politica italiana. In men che non si dica questo ammaliatore delle masse aveva raccolto nientemeno che un seguito di 300.000 adepti allo scopo di asservire l'Italia alla Chiesa. Per il pubblico bene il Papa e Mussolini l'avevano scacciato dal paese e "dopo una serie di scontri sanguinosi i fascisti trionfarono. Il partito di Sturzo fu ridotto in frantumi". Tuttavia il movimento era rimasto vivo sotto la superficie, tra- sformandosi in una società segreta i cui membri "si batterono disperatamente per aumen- tare il loro potere e la loro influenza nei più alti circoli vaticani". Dopo la firma dei Patti Lateranensi, presentendo la propria fine, il movimento di Sturzo era riemerso alla luce del sole "nella sua forma più attiva" e , sotto I'egida dell'Azione Cattolica, aveva formato asso- ciazioni politiche e religiose. Ketchum concludeva spiegando ai suoi innocenti lettori che la crisi fra regime fascista e Vaticano era dovuta anche alla debolezza del segretario di stato

11 W. Steed, The Quintessence ofFascism, in "The Review of Reviews", n. 405, ottobre 1923, pp. 201- 206; Idern, Farcism andMurder, Ibidem, n. 414, luglio-agosto 1924, pp. 19-24. L'azione di critica e denuncia del fascismo prosegui in maniera regolare in seguito.

12 Tbe Conscience of a King A Letter to His Majessty Kctor EmmanueliiI From Wzckham Steed, in "The Review of Reviews", n. 425, giugno-luglio 1925, pp. 498-505. Maggiori ragguagli in nota alla lettera 3.

13 Infia, lettera 4. l4 i n & , lettere 28,5 1,54. 15 Cfr. "Daily Expressn, 1-6- 193 1 : The Ilatican Not to be Siknced; 2-6- 193 1 : Mwsolini Muzzlcs the Press -

The Pope Restricts Actiuities of Bishops - Peace Moues in I tah 4-6- 193 1 : Mwsolinii Warning to the Pope; 6-6- 193 1 : 6-6- 193 1 : Grave Italian Conjlict Auerted - Secret Peace Talks in Rome.

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Pacelli, influenzato da mons. Pizzardo, e che era improbabile che una simile impasse si sarebbe verificata se al Segretariato di stato vaticano ci fosse stato mons. Gasparrilc. È un articolo che tuttora puzza di ratti e di fogne, sotto l'ombra proiettata dalla figura miste- riosa e sinistra del prete-incantatore rintanato in un oscuro monastero di gesuiti. Dietro quella figura scorgiamo lo stereotipo del pifferaio di Hamelin fuso con quello del minac- cioso ebreo errante e il pensiero corre lontano, verso la Germania e la Polonia dove presto si sarebbero riaccesi i roghi. Potere sottile della stampa quotidiana, specialmente quand'è di bassa lega. La rettifica ci impiegò dodici giorni ad essere pubblicata, tanto che Sturzo informò il "Daily Express" che:

. . . se non andavo in tribunale era per mostrare di non voler approfittare di una falsa informa- zione data da un fascista (come seppi allora) per farmi liquidare una forte somma; però esigevo che insieme alla rettifica il giornale mandasse 50 sterline (allora più di 6.000 franchi francesi) alla par- rocchia cattolica dei Serviti di Fulham Road da darsi ai poveri. Così fece il Daily EXpress e mi mandò a ringraziare di non aver voluto fare querela per diffamazione e chiedere i dannil7.

I1 secondo incidente, forse meno vistoso ma ugualmente subdolo, awenne nel 1936 a proposito di un articolo pubblicato da Steed in "The Nineteenth Century & After", una rivista che già nel 1933 aveva preferito un articolo di parte fascista a uno di Sturzol8. In Whither Europe? Steed aveva analizzato e criticato il patto Hoare-Laval, sostenendo che, se esso fosse stato dettato dalla preoccupazione di mantenere al potere Mussolini per timore d'una rivoluzione comunista in caso di collasso del regime fascista, tale preoccupa- zione era infondata. In Italia vi erano altre alternative e le democrazie europee,avrebbero dovuto fare di tutto per favorirle invece di puntellare il regime di Mussolini che era in grave crisi economica, finanziaria, morale e intellettuale. Il crollo del fascismo avrebbe senza dubbio aperto una grave crisi, ma la sua sopravvivenza avrebbe certamente condot- to l'Europa alla guerra's. I1 direttore del "Nineteenth Century" sollecitò i commenti di Luigi Villari, figlio di Pasquale Villari e apologeta del fascismo, il quale colse la palla al balm scrivendo fra l'altro:

. . . Sono gli amici del signor Steed, quali il signor Nitti, il professor Salvemini, don Luigi Sturzo, ecc., che egli vuol vedere al potere in Italia - ritornati, senza dubbio, sotto la scorta deile baionette straniere, proprio come i Borboni di Napoli, il potere temporale del Papato, il gran duca di Toscana e i duchi di Modena e Parma furono restaurati dopo la rivoluzione del 184849. Allora il signor Steed potrebbe riesumare il suo ruolo di Consigliere Generale e Grande Lord Controllore. Ma passato quasi un secolo da tali awenimenti e simili interventi oggi non sono più in voga ...*O.

La lettera di Sturm riprodotta nel carteggio21 non comparve sul "Nineteenth Cen- t u q ' che invece pubblicò nel numero di marzo sia la replica di Steed, sia una dichiarazio-

16 Cfr. "Daily Express", 5-6-193 1: Ewih in an English Monmtcy. Drama of Confzict with Mursolini. Priest Who Ltd a Party of 300,000.

17 ML, 4, pp. 14-17: La d ~ f f a ~ o n e in Inghilterra ("L'Auben, 26-3-1937), citazione da p. 15. 18 In& lettere 41 e 42. 19 Steed, W h i h Europr?, in "The Nineteenth Cenrury & After", n. 707, vol. C m , gennaio 1936, pp.

1-14. 20 Corrcspondencc - 'Whithn Europe?', in "The Nineteenth Cenniry & Afier", n. 708, vol. CXK, feb-

braio 1936, pp. 264-269. 21 Infra, lettera 5 1.

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ne di Villari. Nella sua replica Steed dichiarava che, per quanto concerneva se stesso, avrebbe preferito ignorare i'attacco di Villari con cui non aveva nulla da spartire. Rispon- deva soltanto per sottolineare come l'intervento di Villari confermasse il deterioramento morale e intellettuale verificatosi in Italia sotto il fascismo e a causa dei

suoi deliberati insulti a uomini d'onore che hanno respinto i favori del fascismo. Quando egli attribuisce ad esuli politici quali don Luigi Sturzo, il professor Salvemini e altri, che sono in esilio a motivo della libertà, il desiderio di tornare in Italia 'sotto la scorta delle baionette straniere' egli scrive deliberatamente il falso. Generazioni future di Italiani nuovamente riscattati terranno in grande stima il nome di questi uomini per aver ben meritato del loro paese a causa della loro fedeltà ai veri ideali italiani.

Villari rispose negando d'aver inteso attribuire a Sturzo e alle altre persone da lui menzionate il desiderio di tornare in Italia sotto la scorta delle armi straniere, erano piut- tosto " i loro troppo zelanti amici non italiani che potrebbero desiderare una simile riso- luzione." Assicurava Sturzo di non dubitare del desiderio suo e dei suoi amici di raggiun- gere i loro obiettivi con mezzi puramente italiani e concludeva:

. . . non avevo mai inteso suggerire diversamente. Le mie osservazioni erano dirette al signor Wickham Steed e mi spiace che si siano prestate a un simile malinteso.

In una nota il direttore del "Nineteenth Century" si associò laconicamente alle scuse espresse da Villari22.

La prima cospicua impresa in cui Sturzo coinvolse Steed fu la revisione della tradu- zione di Italy and Fmcismo. La traduzione era stata eseguita da Barbara, che già da un anno almeno assisteva Sturzo in questo genere di lavori. A volte non vi era nulla da ecce- pire: "Il Capitolo D< è eccellente. Poco o niente da correggere"; a volte l'occhio acuto di Steed coglieva delle pecche di stile dovute alla mancanza di esperienza: "La sua traduttrice è rimasta troppo fedele alla sua frase italiana - una frase troppo lunga e parentetica per essere resa facilmente in inglese". Era la primavera del 1926. L'editore aveva acconsentito a prorogare la consegna dei manoscritto alla fine di marzo, ma ormai era aprile, ed egli incalzava, minacciando multe. Ma non era quella la maggiore preoccupazione di Sturzo. Ben altro lo incalzava. I Padri Serviti presso cui alloggiava gli avevano fatto intendere che doveva sloggiare e il cardinal Bourne gli aveva scritto che l'essersi ritirato dal partito popolare non bastava: bisognava dichiararlo pubblicamente. L'implicazione, non espressa apertamente da Bourne nella lettera, ma esplicitata chiaramente in giugno dal cardinal Gasparri tramite Del Giudice, era che Sturzo doveva dichiarare pubblicamente di non occuparsi più di politica italiana23. Sturzo si trovava fra Scilla e Cariddi: presto sarebbe

22 Correspona5nce - 'Wbitber Eumpe?: in "The Nineteenth Century & After", n. 709, vol. OUX, mano 1936, p. 399-400.

23 Cfr. G. De Rosa, S t u m mi disse, Morcelliana, Brescia, 1982, pp. 100, 132-133; SI, 2, p. 128: Bourne a Sturzo, 18 marzo 1926: "[ ...l from information which reaches me from sweral quarters I feel certain that both in your own interest and still more in the interest of the Church, it is necessary for you not only to retire from the Partito Popolare, as you assure me that you have already done, but to make it quite public that you have done so. Although I have no oficial mission to communicate this to you, I am hlly persuaded that my advice is in accordance with che wishes of the Holy See. I beg God to bless and advise you in your anxious and delicate position." S t u m rispose il 20 marzo chiedendo a Bourne un'udienza: Sulla lettera di Del Giudi- ce cfr. la nota 27.

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stato senza dimora, a meno di mutilare la propria libertà di pensiero e di parola. Doveva forse ribellarsi per seguire la propria coscienza? Che ne sarebbe stato di quella coscienza, senza l'obbedienza alla Chiesa? Ma si trattava veramente di obbedienza o ribellione? Egli risolse di recarsi a Parigi dove incontrò Mario e Nelina per un consiglio di famiglia24. Chiese anche a De Gasperi di recarvisi, offrendo di rimborsargli le spese25.

Alla vigilia della partenza Steed gli scriveva: "Faccia un buon viaggio ed abbia cura di sé. L'importante è di guadagnare tempo senza permettere alla gente miope di intravedere che, aumentando la pressione e trasformandola in persecuzione religiosa possono ottene- re il loro scopo"26. Non c'era bisogno di scrivere di più. Sturzo e Steed avevano probabil- mente avuto modo di discutere il problema. A noi resta l'eco di quelle conversazioni in quelle poche frasi terse e scarne, che ancor oggi lasciano indovinare l'angoscia di quei giorni. L'amico, che sa e intuisce più di quanto non ritenga necessario mettere per iscrit- to, e che, pur non essendo cattolico, nutre un intenso interesse per la Chiesa e le sue vicende, indica, con semplicità, la via: "guadagnare tempo", non lasciar trapelare l'ango- scia, per impedire alla 'gente miope' di avvalersi appieno dell'arma che tiene in mano. Steed è acuto nella sua osservazione: la 'miopia' cui allude è la pretesa che Sturzo rilasci una dichiarazione 'spontanea' senza far riferimento a un preciso ordine ricevuto dai suoi superiori. Agli ordini espliciti si deve obbedire. Ma un ordine ambiguo e segreto, che vuole essere eseguito facendo finta di non esistere, è davvero un ordine? Sappiamo che lo scioglimento amorevole di quella crisi, i cui termini concreti si delinearono meglio dopo il ritorno da Parigi, non provenne da Steed, ma è lui che, mettendo nero su bianco quelle poche frasi, quasi un pro-memoria, ci ha lasciato un frammento di specchio in cui ritro- vare, attraverso la sua intuizione, la tensione drammatica di quei giorni di prova e la chia- ve logica del loro superamento.

Sturzo rimase fermo al centro della bufera e non si lasciò distruggere dall'angoscia. Come Steed gli aveva raccomandato, prese tempo, soppesò le alternative e si consigliò con i suoi cari Mario e Nelina. In giugno, quando l'offerta liberticida di Gasparri si preci- sò - un posticino da cappellano in un convento di monache a Chiswick dove ci sarebbe stato anche posto per Nelina e tutto l'occorrente per vivere e studiare in pace: tutto insomma, purché smettesse di impicciarsi di politica italiana e lo dichiarasse in maniera pubblica, preferibilmente sulla "Civiltà Cattolica", senza però alludere alla volontà supe- riore che gli richiedeva il sacrificio - Sturm andò a visitare il posto con Nelina e il giorno

24 Cfr. iS-MS, I, 1924-1928, p. 142, Luigi a Mario, 13-3-1926: "I1 mio pensiero è di andare a Parigi 1'8 di aprile e starvi fino al 20 o anche fino al 25, secondo la possibilità di altri impegni. Tu dovresti venire in quel periodo. Mi vuoi dare meno di dieci-quindici giorni? Sarebbe un peccato, dopo sì lungo viaggio. [. . .] Ho tanto bisogno dei moi consigli e suggerimenti". Il carteggio fra i due fratelli conferma che Mario si era recato a Pari- gi. Cfr. Ibidcm, p. 151, Luigi, Parigi, 2-8-1926, a Mario: "ieri sera siamo arrivati a Parigi, e alloggiati all'H6tel S. Marie. Sramane ci hanno date le stanze n. 19 e 20. Quanti ricordi! Mi sembra di dover entrare nel n. 21 e venire a parlare con te! Mi sembra che i tre mesi passati (dal maggio ali'agosto) non siano passati." Altri riferi- menu a quell'incontro si trovano nel 1928: p. 237, Luigi a Mario, 2-4-1928: "Sainte Marie vuol sapere quando la rivedrai, in aprile! In maggio? oppure più in l%?"; p. 239: Luigi a Mario, Pasqua 1928: Spero mi darai rispo- sta per S.ce Marien; p. 240, Luigi a Mario, 154-1928: "intanto aspetco tua risposra per S.te Marie"; p. 242, Luigi a Mario, 214-1928: "S.te Marie è dolente, ma comprende bene la ragione. Accetta il rimando in autun- no, di sicuron. Ii caneggio non registra incontri fra Luigi e Mario nell'autunno del 1928.

25 Cfr. SI, 2, p. 129: S t u m a De Gasperi, 21-3-1926. 26 Cfr. infja, carteggio, lettera 1 1.

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dopo rispose a Bourne con la famosa lettera dei 'tre desideri della S. Sede'27. A quel punto il peggio era passato. L'obbedienza era salva, delimitata e definita dai dati di fatto, e salva rimaneva la libertà di coscienza, in casa di Cicely.

Si apriva ora una nuova fase: incipit vita nova, et ardua. Per pubblicare i suoi articoli, Sturzo doveva trovarsi committenti fiori deli'Italia. In base alla Miscellanea Londinese, che non raccoglie tutti gli articoli pubblicati fra il 1925 e il 194028, corroborata dai dati degli Scritti storico-politici e da un primo spoglio delle riviste inglesi, escluse quelle cattoli- che ed escluse le recensioni, dei quarantadue fra articoli, lettere, interviste e recensioni del 1925, uno comparve in Belgio, cinque in Francia, sei in Gran Bretagna e trenta su fogli italiani, di cui dodici sul "Bollettino bibliografico di scienze sociali e politiche", fondato da Sturzo nell'estate del 1923, dopo le dimissioni da segretario politico del Partito popo- lare29. Nel 1926 gli articoli pubblicati in Italia scesero a dieci, di cui tre sul "Bollettino bibliografico"; poi più nulla.

I1 'mercato' giornalistico italiano era chiuso, ma quello estero non si apri automatica- mente. Dopo il grande interesse per le vicende di Sturzo, alimentato dal discorso di Pari- gi, nel 1926 troviamo tre pezzi pubblicati in Francia, due in Gran Bretagna, due in Ger- mania e due negli Stati Uniti. I1 1927, in base alla Miscellanea, fu un anno molto magro: due lettere su giornali francesi, (una sul "Bulletin Catholique International" di Vaussard e una sul "Mouvement des faits et des idées" dell'Abbé Lugan), un articolo in Germania e due articoli e una lettera in Gran Breragna. Ma le riviste inglesi fanno salire il conteggio di tre interessanti articoli30. Nel 1928 la Miscellanea e gli Scritti storico-politici ci informa- no di un articolo su "Politique" di Parigi, una lettera al "Mouvement des faits et des

27 Cfr. LS-MS, I, 1924-1928, pp. 144-146; SI, 2, pp. 140-143: Sturzo a Bourne, 15 giugno 1926; Del Giudice a Sturzo, 18 giugno 1926. Va sottolineato che conosciamo gli esatti termini dell'offerta di Gasparri grazie alla lettera di Del Giudice, ma che Sturzo scrisse a Bourne prima di averla ricevuta. Del Giudice pro- babilmente non aggiungeva nulla di nuovo a quanto Sturzo già sapeva direttamente da Bourne, con cui aveva avuto un incontro a fine maggio o il 1 giugno, ma gli comunicava l'opinione di De Gasperi - non rilasciare alcuna dichiarazione - e quella di Gronchi - possibilista. Del Giudice condivideva il parere di Gronchi.

28 Notiamo che J. Cornwell, Hitkrj. Pope. Tbc Secrer Hktory of Pius XiI, Viking, 1999, pp. 190 e 398 nota, segnala un articolo pubblicato su "La Cité Nouvelle" di Bruxelles il 15 settembre 1938, non riprodotto nella MUcellanea Londinese, dove S t u m riferiva il discorso in cui Pio XI, il 6 settembre 1938, rivolgendosi a un gruppo di pellegrini belgi, sottolineò la comune origine spirituaie degli Ebrei e dei Cristiani, affermando l'incompatibilità fra antisemitismo e cristianesimo. Secondo Cornwell fu merito di Stuno se la memoria del discorso di Pio XI non si perse. Erroneamente dunque G. Lewy, Tbe Catholic Cburcb and Nazi Germany, Da Capo Press, 2000 ( l a ed. 1964), p. 297, sostiene che il primo giornale a pubblicare la notizia fu il parigino "La Croixn del 17 settembre 1938. Sturzo, in Nationalism andInrermationafism, Roy Publishers, New York, 1946, p. 47 nota, rammenta che il discorso di Pio XI fu riportato non solo da giornali cattolici belgi ma anche da "La Vie Intellectuelle" di Parigi il 10 febbraio 1939 e dal "Catholic Record", di London, Ontario, Canada, .il 7 gennaio 1939 nell'articolo Tbe Cburcb andAnhremitLm2. Per l'articolo de "La Vie Inteilectuelle", che cita un brano da "La Cité Nouvelle", cfr. L. Sturzo, Scritti storico-politici (1926-1749), a cura di L. Bru- nelli, Cinque Lune, Roma, 1984, cit. pp. 163-179. I1 tema delle radici ebraiche della spiritualità cristiana rie- merse in "People & Freedom", ad es. nell'editoriale del n. 46, 15 aprile 1943: Tbe Devilj Gospel.

29 Sulla fondazione del "Bollettino bibliografìco di scienze sociali e politiche" cfr. F. Malgeri, Luigi Stur- m, Edizioni Paoline, 1993, p. 167.

30 L. Stuno, Tbe Mo& Conscience and the Right of War, in "The Hibbert Journal", vol. XXV, n. 4, luglio 1927, pp. 583-594; Idem, Italian Opera, in "The Contemporary Review", vol. CXXXII, luglio 1927, pp. 66-74; Idem, A& "The Ring"- A Call to Genius, in "Music & Lettersn, vol. VIII, n. 4, ottobre 1927, pp. 4 18-424.

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idées"; e un articolo più due recensioni in Gran Bretagna, ma dobbiamo aggiungervi altri due articoli in riviste inglesi31.

La carriera giornalistica di Sturzo si consolidò durante la prima metà degli anni '30. Nel maggio del 1929 egli aveva iniziato a scrivere per il quotidiano "E1 Mati" di Barcello- n32: otto articoli che salirono a sedici l'anno successivo. Nel 193 1 tale collaborazione si interruppe - se la Miscellanea non mente - ma riprese nel dicembre del 1932 con due articoli, continuando in maniera cospicua fino al marzo del 1936: ventiquattro articoli nel 1933, altrettanti nel 1934, ventisette nel 1935 e quattro nel primo trimestre del 1936. La foltissima produzione per "Res Publica", culminata nel 1932 con undici articoli e sedi- ci recensioni, si interruppe bruscamente l'anno successivo con la morte dell'amico Ferra- ri, un fatto che il carteggio registra svelando la generosità e la delicatezza di Steed33. Dopo la morte di Ferrari, Stuno cominciò a contribuire a "L'Aube" di Parigi: due articoli nel 1933, sette nel 1934, dieci nel 1935, sei nel 1936, quindici nel 1937. Nel 1938, quando la collaborazione a "L'Aube" diminuì sensibilmente - quattro articoli nel 1938 e tre nel 1939 - quella con "Popolo e Libertà" di Bellinzona era ormai ben stabilita: tredici articoli nel 1936, undici nel 1937, quindici nel 1938 e nove nel 1939. In quell'anno Sturzo pub- blicò anche sette articoli su "I1 Lavoro" di Lugano e altrettanti a Bruxelles: un'intervista e un articolo su "La Cité Nouvelle" e quattro articoli su "L'Avant-Garde", cui già aveva contribuito con tre articoli nel 1938 e due nel 1937. Insomma, nella seconda metà degli anni '30 gli articoli di Sturzo erano apprezzati e il suo campo di lavoro era ampio - la bre- ve rassegna quantitativa di cui sopra non include varie dozzine di articoli comparsi con minore frequenza su altri fogli francesi, belgi, inglesi e americani.

Superare l'isolamento dei primi anni dell'esilio dovette essere durissimo: il fatto che Sturzo parlasse raramente delle proprie difficoltà non le elimina. In quel momento aspro Steed lo introdusse al pubblico inglese con l'articolo basato sul discorso di Parigi, recensì Italy and Fascismo in modo ampio e molto favorevole34, pubblicò sulla sua rivista vari articoli e recensioni di Sturzo35, ma soprattutto fece da tramite con i direttori di altre riviste.

I1 carteggio rivela alcuni di questi contatti mediati da Steed, a volte fruttuosi, a volte frustranti, come succede a tutti gli autori. Ad esempio nel 1927 troviamo la corrispon- denza con Lawrence Pearsall Jacks, direttore del "Hibbert Journal", rivista di amplissimo dibattito filosofico-religioso che ospitava modernisti, mistici e poeti non cristiani, psica- nalisti e femministe. A The modern conscience and the right of war, pubblicato sul "Hib-

31 L. Sturzo, The Right of Reslrtance to the State, in "The Contemporary Review", vol. CXXXIV, sertem- bre 1928, pp. 312-320; Idem, The Inner MoraliyofArt, in "The Hibben Journal", vol. XXVII, n. 1, ottobre 1928, pp. 55-62.

32 I1 quotidiano "E1 Mati" uscì dal 1929 agli inizi della guerra civile, quando fÙ chiuso a causa delle sue posizioni sgradite ai fronte rivoluzionario. Era vicino alle posizioni dell'unione Democratica Caralana, fon- data dai leader cattolico autonomista Manuel Carrasco y Formiguera nei primi anni '30. Cfr. Diccionarid'Hi- stdria dr Catalunya, diretto da Jesiis Mestre i Campi, Ediciones 62, Barcelona, 1992, pp. 197,672.

33 Inja, lettera 32. Ferrari pubblicò due articoli su riviste inglesi: A w h a and the Peacc of Europe. Symp- toms and Tendencies, in "The Review of Reviews", vol. LXXX, n. 480, 15 gennaio 1930, pp. 41-44; Tbc Chri- stian Workm'lntemational, in "The Contemporary Review", vol. CXLI, aprile 1932, pp. 493-501.

34 Cfr. W. Steed, In a Changing World. Freehm on &l. Looking Backwardr ami Forwardr, in "The Review of Reviews", n. 442, novembredicembre 1926, pp. 1015-1026.

35 Un articolo nel 1925, uno nel 1926, un articolo e una lettera nel 1927, un arricolo e due recensioni nel 1928, due articoli e due recensioni nel 1929, un articolo e tre recensioni nel 1930.

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bert Journai" nel 1927, seguirono nel 1928 The Inner Morality ofArt, nel 1929 The Pro- b l m ofEuropean Minorities, nel 1936 Maurice Blondelj La Penste. The Philosophy of 'T$- lan Spirituel" e nel 1937 The Nemesis of Political Immorality36. Nel 1927 troviamo anche un inaspettato scambio di lettere con il musicologo Arthur H. Fox-Strangways, critico musicale dell"'0bserver" e direttore del periodico "Music & Letters". Egli accettò un arti- colo dove Sturzo esponeva il 'programma' e le ragioni musicali e poetiche del Ciclo della Creazione37. La soddisfazione di Sturzo nel vedere pubblicato quell'articolo probabilmen- te eguagliò la delusione causatagli dai continui rifiuti degli editori inglesi quando il poe- ma fu completato. I1 carteggio registra la reazione al 'no' di Gollancz: "È molto seccante per me dover fare il giro di parecchi editori con il manoscritto sotto il braccio come a domandar l'elemosina"38. fi raro che Sturzo si lamenti di questo tipo di difficoltà ed 6 significativo che il lamento gli sfugga a proposito di queii'opera, che gli era la più cara, "il mio testamento spiritualen39, e che non trovò casa, né in Inghilterra né in Germania o in Svizzera, a dispetto degli sforzi di Bertha Pritchard40.

Intanto, assestatosi nella sua nuova condizione, Sturzo aveva lavorato alacremente a un progetto di ampio respiro, The International Community and the Right of War, che diede luogo non solo a difficoltà con I'editore, per risolvere le quali egli si rivolse come sempre fiducioso all'amico, ma anche a una controversia con lo statista romeno Titule- scu che lo costrinse a difendere i propri diritti intellettuali. In un discorso pronunciato il 6 maggio 1929 davanti al Reichstag tedesco e poi pubblicato da Steed sul "Review of Reviews", Titulescu, all'epoca ambasciatore a Londra, si era valso di concetti formulati da Sturzo in The International Community and the Right of War senza dargliene credito. Nella trascrizione del carteggio non sempre le cancellature e le correzioni presenti nelle minute di Sturzo sono state notate, ma nel caso della minuta della lettera con cui egli

36 Si vedano i dettagli in nota alla lettera 19. Suli'articolo Maurice Blondeli La Pende. The PhilosopiSy of "L'&n Spirituel': in "The Hibbert Journal", vol. XXXIV, n. 3, aprile 1936, pp. 341-356, cfr. De Rosa, Intro- duzione, in LS-MS, I , 1924-1928, pp. XXX-XXXI, nota.

37 L. Sturzo, Afer "The Ring"- A Callto Genius, in "Music & Letters", vol. VIII, n. 4, ottobre 1727, pp. 418-424.

38 Cfr. infa, carteggio, lettera 29. 39 Cfr. ALS, f320A, C. 100: Sturzo, Hotel Maritima, La Plage d'Hyères, 15 agosto 1932, a Barbara: "For-

se io non vedrò nulla di quel che desidero per la Tetralogia. Ma sono rassegnato. Il lavoro deve essere riguar- dato come il mio Testamento spirituale. Spero che gioverà al lettore semplice e non viziato dalla letteratura sensuale. Desidero anime che sentano il bisogno di un'espressione artistica del mistero della vita e della mor- te, del pensiero e dell'amore, dell'uomo e di Dio".

40 La corrispondenza su questo argomento è molto ampia. Basterà ricordare che nel 1932 Bertha Prit- chard aveva tradotto il testo in tedesco e aveva interpellato molti editori e produttori sia per la pubblicazione in Germania, sia per musicarla e rappresentarla al festival di Salisburgo. L'opera fu musicata da Darius Milhaud, che Sturzo visitb nell'estate del 1934. La rappresentazione teatrale richiedeva 4500-5000 sterline, una cifra proibitiva. Bertha Pritchard trovò un editore tedesco disponibile, ma con l'avvento del nazismo tale via si chiuse. Nel 1935, grazie ai suoi contatti con la famiglia Imbusch, la Pritchard trovb un editore in Lus- semburgo interessato a pubblicare la versione tedesca ma neppure cib andò in porto e nel 1739 essa ancora cercava di piazzare il Ciclo della Creazione in Germania o in Svizzera. Cfr. De Rosa, Introduzione, in LS-MS, I , 1924-1928, pp. LMMI-LXXXIV; ALS, f. 456 (edizione tedesca in Germania, 1932); f. 463 (tentativi di tro- vare editori e produttori, 1934); f. 464 (tentativi di rrovare editori e produttori per Salisburgo, 1935), in par- ticolare: C. 1 11: Sturzo, 32 Chepstow Villas, 23-12-1935, a Mons. Onger (minuta a mano in italiano e minu- ta dattiloscritta in francese), richiedente il nulla-osta della Curia per la pubblicazione in tedesco in Lussem- burgo; f. 553, cc. 8-13: Pritchard, Londra, 104 Hereford Road, 23 e 29-7-1939, 4, 12, 15 e 18-10-1939, a Sturzo. L'opera fu poi eseguita, in forma di oratorio, il 21 maggio 1986 al Palazzo del Quirinale.

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reclamava giustizia, è parso importante rilevarle, tralasciando solo quelle di natura pura- mente stilistica41.

È una minuta tormentata, le cui difficoltà di stesura lasciano trasparire qualcosa deila psicologia di S t u m e del suo costante lavorio di autodisciplina interiore. Egli è convinto di aver subito un torto, ma tende istintivamente ad essere generoso verso il trasgressore del suo diritto, e due volte deve correggere la tendenza all'eccessiva modestia e generosità. Si tratta di un plagio, ma S t u m di primo getto scrive "Niente di meraviglia in ciò; a me sarebbe bastato che egli avesse accennato al mio libro o ne avesse citato qualche passo". Si accorge però che si sta danneggiando e rettifica eliminando l'apertura troppo generosa che quasi legittima la prevaricazione: conviene attenersi ai fatti. La frase diventa: "Che non si tratti di semplici coincidenze, basta a dimostrarlo l'accenno al trinomio: Legge Potere e Forza, sul quale è basa- ta una parte non indifferente del mio cap. 2", il quale e nella forma e nelle idee può dirsi schiettamente originale". Ma ecco che i'eccessiva modestia rispunta due frasi più in là, al momento di proporre una rettifica, quando scrive: "Per cui, io non desidero altro che S. E. Titulescu trovi una qualsiasi occasione per scrivere una lettera d a R of R . . ." e di nuovo riaggiusta il tiro, sicché il desiderio modesto, troppo modesto, che si appiglia a un'occasione qualsiasi, si trasforma in dignitosa concessione: "E sotto questo aspetto io potrei accettare l'i- dea che S. E. Titulescu.. .". La protesta ha finalmente trovato il suo equilibrio: niente giusti- ficazioni a Titulescu, e nessuna implorazione. Ma gli equilibri tendono all'instabilità: ora la - penna si lascia trascinare dall'entusiasmo. Dopo aver chiarito "Come Lei vede, in questo sta- dio di trattative amichevoli, io arrivo a non domandare nessun riferimento esplicito al discorso di S. E. Titulescu" ribadisce "ed è una concessione", ma la mano si ferma e cancella subito: mai stravincere o eccedere in durezza. I1 necessario stato detto chiaramente, è ora di concludere su una nota di fiducia nella decenza dell'offensore e neli'abilità mediatrice dell'a- mico. M a fine, come si apprende da un appunto scritto un anno dopo, Tituiescu andò da S t u m e vi fu un chiarimento a quattr'occhi di cui non sapremo probabilmente mai i parti- colari. Sul "Review of Reviews" non comparve la rettifica che egli aveva richiesto.

Oltre ai retroscena di libri e articoli, il carteggio ci presenta un piccolo campionario dei tanti esuli che si rivolsero a S t u m per aiuto. Intorno al 1935 sfilano davanti al lettore figure sconosciute o parzialmente note. La signorina Nitti, che spera nell'appoggio del direttore dell'Istituto di Studi orientali; il dottor Luigi Saetta, disoccupato intellettuale esule, ridotto d o stremo dal vendicativo ostracismo fascista: un 'esperto coloniale' bandito dal mercato del lavoro belga, di cui l'impero britannico non ha bisogno; il giovane Giulio Pasquini che la generosissima Miss Marshd aveva acconsentito a prendersi in casa, a titolo di vailetto personale di don Stum. Forse Vaussard aveva ragione: solo S t u m avrebbe saputo influen- zare positivamente quella testa calda, ma 1'Home Office pose il veto: "it is not the policy of the Department to issue permits for the employment in a domestic capacity of male forei- gners from abroad"42. Pasquini fu poi accolto dai coniugi Vaussard, finché li ridusse ali'esa-

41 Ck. in ja , carteggio, lettera 25. 42 Cfr. infia, carteggio, lettera 60. I1 rifiuto opposto dall'Home Office a Scaena esemplifica I'applicazio-

ne di normative risalenti al 1920 tese alla difesa dei lavoratori indigeni. Tali normative consentivano agli 'alie- ni' di lavorare in Gran Bretagna come domestici o apprendisti, ma il caso di Pasquini esemplifica la loro applicazione restriniva. Sulla normativa britannica in materia d'immigrazione cfr. L. London, i%itPhaU and the Jews. British Immigratiun Policy and the Holocaust, Cambridge University Press, 2000, pp. 16-21.

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sperazione e scomparve neil'autunno del 1938 nel variegato mondo dell'emigrazione antifa- scista di Parigi, dove Vaussard gli aveva procurato un permesso di lavoro43.

Con la guerra di Spagna il ritmo del carteggio diventa affrettato. Nei suoi articoli Sturzo mantiene un atteggiamento di equilibrato distacco che rifletteva le sue principali preoccupazioni: evitare che lo spirito di parte avvelenasse l'opinione pubblica europea e dimostrare l'infondatezza della interpretazione che legittimava la ribellione franchista e la presentava come una crociata religiosa44. Dietro questo distacco si cela un'attività prodi- giosa e instancabile per organizzare il British Committeefor Civil and Religious Peace in Spain (BCRPS) e farlo funzionare. Non fu facile.

Sturzo agiva di concerto con l'amico Alfredo Mendidbal, che a Parigi organizzò un comitato per la pace fra i fuoriusciti spagnoli e, con l'aiuto di Maritain, un comitato di francesi45. Quando tali comitati ebbero raggiunto una sufficiente consistenza, Sturzo entrò in azione scrivendo una lettera al "Times"46 che gli servì per focalizzare l'attenzione di autorevoli personaggi cui subito dopo si rivolse47. Steed e i professori George Peabody Gooch, Gilbert Murray e Edwyn R. Bevan aderirono d'invito di Sturzo; Lord Howard of Penrith, Arnold Toynbee, dell'Institute for Foreign Affairs e Wilson Harris, direttore dello "Spectator", non aderirono. Fritz Saxi48, direttore del Warburg Institute, accettò ma poi si ritirò e fu sostituito dal professor Robert William Seton Watson, amico di lunga data di Steed. L'adesione di Lord Ceci149 fu merito di Gilbert Murray che aveva sollecitato

43 Cfr. Luigi Stuno-Maurice Vaussard, Carteggio 1917-1958, a cura di E. Serra, Gangemi, Roma, 1999, pp. 97, 105-106, 108, 110. . .

44 Su Sturzo e la guerra di Spagna, oltre al IV volume della Miscellanea Londinese, cfr. G. Campanini, Una battaglia per la libertà della Chiesa. Luigi Sturzo e la guerra di Spagna, in I cattolici italiani e la guerra di Spagna. Studi e ricerche, a cura di G. Campanini, Morcelliana, Brescia, 1987, pp. 167-190; J. Tusell, G. G. Queipo de Llano, E1 Catolicismo mundial y la guerra de Ejpafia, Biblioteca de Aurores Cristianos, Madrid, 1993, pp. 21 8-235; F. Malgeri, Sturw e la Spagna negli anni Trenta, in AA.VV., Universalità e cultura nelpen- siero di Luigi Stuno, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2001, pp. 403-415; G. Campanini, Sturw e la guestione basca negli anni della guerra civile spagnola, Ibidem, pp. 417-423. Sulle posizioni delle chiese Anglicana e Metodista e dei cattolici inglesi cfr. T. Buchanan, Britain and the Spanish Civil War, Cambridge University Press, 1997, pp. 169-188, dove si accenna alle iniziative di Stuno.

45 Cfr. ALS, f. 499, cc. 26 e 28: Mendizibal, 10-4 e 20-4-1937, a Sturzo; C. 27: Sturzo, 13-4-1937, a Mendizibal. Sui comitati spagnolo e francese, sul ruolo di Maritain e sul dibattito in Francia e in Inghilterra cfr. J. Tusell, G. G. Queipo de Llano, El Catolicismo mundialylaguerra defiparia, cit., pp. 96-157,241-296.

46 Cfr. "The Tirnes", 25-5-1937: Truce in Spain - A Give-and-Zke S e t t h e n t ( M L , 4, pp. 57-60: L'opi- nionepubblica e iuguerra di Spagna).

47 Per questa corrispondenza cfr. ALS, f. 506; notizie complementari in: CCC, D- C- R, REND, 1214: The People and Freedom Group, Report of Meeting, May 26, 1937 e Nov. 26, 1937; Monthly Report, Nov. 27, 1937. Cfr. anche ML, IV, pp. 1 19-1 24 (Lbpinione inglese e iu guerra di Spagna), 124- 127 (Ancora in tempo per una pace attraverso la conciliazione), 172- 176 (Franco, la mediazione e noi).

48 Fria Saxl (Vienna, 1890 - Londra, 1948). Di religione ebraica, ottenne il dottorato in storia dell'arte intorno al 1912. Bibliotecario presso il Warburg Institute di Amburgo dal 1913, servì nell'esercito durante la prima guerra mondiale. Nel dopoguerra ottenne una cattedra di storia dell'arte nell'università di Amburgo e assunse la direzione del Warburg Institute. Nel 1933 in seguito all'awento al potere di Hitler, organizzò il tra- sferimento a Londra del Warburg Institute che continuò a dirigere fino alla morte. Cfr. International Bio- graphical Dictionary of Central European Emigrés 1933-1945, a cura di H. A. Strauss e W. Roder, K. G. Saur, Munchen-New York-London-Paris, 1983, vol. 11, parte I, p. 1018.

49 Edgar Algernon Robert Gascoyne, visconte Cecil di Chelwood (1864-1958). Terzo figlio del terzo marchese di Salisbury, fu educato a Eton e a Oxford, dove si laureb in legge. Fu giudice e deputato parlamen- tare. Entrato a far parte del Privy Council nel 1915, fu vice-segretario del ministro degli esteri, Lord Balfour. Partecipò alla conferenza di pace di Parigi, fu uno degli ideatori del patto della Società deile Nazioni e uno dei suoi maggiori organizzatori ed esponenti. Presidente dell'unione della Società deile Nazioni dal 1923 al

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senza successo anche l'adesione di Lord Allen di Hurtwood. Dorothy Scott-Stokes, bar- rister, attivista del Gruppo People & Freedom e segretaria del Comitato fino all'ottobre del 1937, aveva invitato quattro personalità cattoliche: Theobald Matthew, il neuropsi- chiatta dottor Eric Benjamin Strauss, il deputato laburista Richard Stokes e Sir Charles MacDonagh, ottenendo l'adesione dei primi tre. Gli altri aderenti erano il sociologo austriaco dottor Franz Borkenau, autore di The Spanish Cockpitro, il famoso ispanista professor William Entwistlesl, il deputato laburista Harold Nicolson, vice-presidente

1945, organizzò il 'peace ballot' del 1934-35. Fu il principale esponente britannico alla conferenza per il di- sarmo di Ginevra nel 1926-27; negli anni '30 sostenne senza successo l'adozione di misure forti da parte della Societi delle Nazioni contro le aggressioni alla Manciuria e all'Abissinia e fu fra i pochi che in parlamento votarono contro il patto di Monaco nel 1938. Ricevette il Nobel per la pace nel 1937. Cfr. i? Noel-Baker, ad vocem, in Dictionary ofNational B i o p p b , 1951-1960, a cura di E. T. Williams e H. M. Palmer, Oxford Uni- versity Press, 1971, pp. 199-201.

50 Franz Borkenau (Vienna, 15 dicembre 1900 - Zurigo, 18 maggio 1957). Discendente d'una famiglia della burocrazia imperiale, era mezzo ebreo ma ricevette una rigida educazione cattolica nel gesuita Schot- tengymnasium. Intorno al 1918 era membro del Jugendkultur, il movimento giovanile più radicale di Vienna. Nel 1921 aderì al partito comunista tedesco e nel 1924 si laureò in storia e filosofia a Lipsia. Divenne ricercatore nella sezione del Comintern diretta a Berlino dail'economista ungherese in esilio Eugene Varga, occupandosi dei partiti socialdemocratici europei; al contempo, sotto falso nome, era il leader del movimento giovanile comuni- sta tedesco. Richard Lowenthal ne divenne discepolo politico e ne rimase amico fino alla morte. Alla fine del 1929 Borkenau fu espulso dal Comintern per il suo crescente dissenso verso la linea ufficiale che individuava il principale nemico nel partito sociai democratico tedesco proprio quando l'influenza del partito nazionalsociali- sta stava aumentando. A differenza di Lowenthal che, uscito contemporaneamente da Comintern per i medesi- mi motivi, divenne un leader socialdemocratico, Borkenau abbandonò la politica per la ricerca storica e sociolo- gica. Ottenuta una borsa di studio dai "Insticut fur Sozialforschung" (la nota "Scuola di Francoforte") si dedicò allo studio dell'origine delle categorie del pensiero borghese in occidente alla fine del medioevo. Ne nacque un libro, pubblicato a Parigi nel 1934. In seguito dl'awento al potere di Hider, Borkenau si rifugiò brevemente a Vienna e quindi a Parigi, ma per guadagnarsi da vivere accettò una cattedra annuale a Panama. Nel 1936 si sta- bilì a Londra. Nell'agosto-settembre del 1936 e nel gennaio del 1937 visitò la Spagna repubblicana, raccoglien- do materiale per The Spanish Cockpit, un libro scritto di getco come reportage di viaggio, con una conclusione analitica, che ebbe immediato successo. In questo periodo entrò in contatto con Snirzo e collaborò al BCRPS. Fra i libri successivamente pubblicati a Londra, notevole successo riscosse The Communist Intemutional, basato sulla sua intima conoscenza del Comintern. The Totulitarzan Enemy ebbe meno fortuna. Durante la guerra h internato quale 'enemy alien' e deportato in Australia Nell'immediato dopoguerra tornò nella Germania occu- pata per incarico di un'agenzia stampa americana. Accettò una cattedra di storia all'università di Marburgo, ma presto tornò d a condiione di studioso indipendente. Per due anni diresse la rivista finanziata dall'herica "Ost-Probleme" e nel 1953 pubblicò European Communism, dove analizzava il sistema totalitario sovietico. Queste attività gli davano da vivere, ma era la storia delle civilti che gli stava a cuore. Partendo da una valutazio- ne critica sia deUe teorie di Oswald Spengler, che ipotizzava un andamento ciclico di fioritura e declino deUe civilti senza rapporti d'influenza fra di esse, sia di quelle di Arnold J. Toynbee, che invece ipotizzava rapporti d'apparentamento e filiazione univoci fra una civiltà in declino e quella seguente, Borkenau sviluppò una teoria originale che ipocizzava complesse reti d'apparentamento e filiazione fra le civiltà, per cui una civiltà nascente poteva essere influenzata da più di una civiltà declinante. Sviluppò tale modello specialmente in relazione alle origini dell'occidente post-romano. Alla sua scomparsa, awenuta per attacco cardiaco in un hotel di Zurigo, la maggiorpane di tale lavoro era inedita. Nel 1977 un artiwlo su Borkenau di Daniel Bel1 deU'Università di Har- vard sui "Times L i te rq Supplement" suscitò l'interesse di John D. Moore della Coiumbia University e condus- se alla pubblicazione nel 1981 dei manoscritti inediti di Borkenau da parte di Richard Lowenthal, cui la vedova li aveva &dati. Cfr. F. Borkenau, End and beginning. On thegenerationr of cuitures and the ori+ of the west, a cura e con introduzione di R Lowenthal, Coiumbia Universiry Press, New York-Guildford, 1981, pp. VI-IX, 1-29; Biographisches Handbuch a h Deunchprachigen Emigracion nach 1933, Band I , Politik, Wirtschaff, ~ffendi- che5 Leben, a cura di W. Roder e M. A. Strauss, K G. Saur, Munchen-New YordLondon-Paris, 1980, p. 80.

51 William James Ennvistle (1895-1952). Nato in Cina da una coppia di missionari, si laureb in lettere classiche presso l'università di Aberdeen nel 1916. Dopo il servizio nella prima guerra mondiale si specializzò in lingua e leneratura spagnola, cataiana e portoghese. Insegnò presso le università di Manchester e Glasgow e

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del Foreign Affairs Committee ai Comuni, la dottoressa Letitia Fairfield, Virginia Mary Crawford52. Barbara Barclay Carter funse da segretaria dopo le dimissioni a motivo di eccessivo lavoro della Scott-Stokes.

I1 BCWS fu presieduto dal Maggiore Generale Pope-Hennessy dal luglio al novembre del 1937. Vi fu una prima riunione il 15 ottobre, cui parteciparono solo quattro persone. Tirava aria di crisi: Pope-Hennessy riteneva che, senza un presidente di grande prestigio, il BCRPS non avrebbe avuto alcuna cbance. Si decise di offrire l'incarico all'ex-viceré d'In- dia, Lord Willingdon. Quando questa idea si rivelò sterile, Pope-Hennessy si ritirò, dichiarando che il BCRPS era nato morto. Sturzo non demorse: Pope-Hennessy era stato un ingombro. Prese di nuovo contatto con Lord Howard of Penrith, che non si lasciò convincere. Quando anche le speranze riposte in Lord Cecil sfumarono, Steed accettò di presiedere il BCRPS, che si costitui in maniera definitiva nella riunione dell'l l gennaio 193853. Fu un buon presidente, attento alle istruzioni di Sturzo, sempre pronto a scrivere sollecitamente a Vansittart o Halifax trasmettendo loro gli appelli degli spagnoli, anche se forse non si illudeva su una reale possibilità di successo. Nella sua interpretazione della guerra di Spagna, Steed metteva in primo piano le mire della Germania, dell'Italia e della Russia e la loro influenza nella preparazione dell'insurrezione franchista. Nel contesto europeo, l'avventura spagnola rappresentava secondo lui non solo la prova generale del-

nel 1932 ottenne la cattedra 'Re Alfonso XiII' in studi ispanici ad Oxford, che dal 1928 era stata ricoperta da Salvador de Madariaga, che era poi tornato all'attività politico-diplomatica. Studioso geniale e autore fecon- dissimo, Ennvistle divenne un'autorità anche nel settore delle lingue slave. Cfr. i? E. Russell, ad vocem, in Dic- tionary ofNationalBiographj 1951-1960, cit., pp. 336-338.

52 V. M. Crawford (20-1 1-1863 - 19-10-1948). Convertitasi ai cattolicesimo nel 1888 dopo un tempe- stoso divorzio che causb la rovina politica del delfino di Gladstone, Charles Wennvorth Dilke, fu discepola prediletta del Cardinal Manning, di cui continub l'opera di diffusione della dottrina sociale cattolica. Conob- be i leaders della democrazia cristiana europea e nel 1897 visitb le organizzazioni sociali cattoliche belghe, intervistb l'abate Pottier di Liegi e altri e raccolse materiaie per articoli pubblicati sul "CarholicTimes" e "The Month". Nel 1909 con il gesuita Charles Plater fondb a Oxford la Catholic Social Guild e ne fu segretaria fino al 1916. Fra le prime aderenti della Catholic Women's Suffrage Society, fondata nel 191 1 (dal 1923: St. Joan's Social and Political Alliance), fu una delle maggiori esponenti del femminismo cattolico inglese. Negli anni '20 partecipò a varie iniziative di Marc Sangnier. Membro del partito laburista, fu per quattordici anni consigliera del borough londinese di Marylebone e una dei 'guardians' di quel 'Poor Law Board'. Nel 1936, su suggerimento di Sturzo, fu scelta come presidente del gruppo People & Freedom, cui contribui fino a pochi mesi dalla morte. Era in contatto con il benedettino Bede Grifiths, ai cui esercizi spirituali partecipava. Pubblicò una dozzina fra libri e opuscoli, completando la sua ultima opera, su Ozanam, all'età di 82 anni. Collaborb alla "Review of Reviews" e moltissimo su "Studies" di Dublino, "The Fortnightly Review", "The Contemporary Review", "Cosmopolis", "The Month", "The Christian Democrat", "The Catholic World" di New York, "The Dublin Review", "The Catholic Times", "The Catholic Herald", "The Catholic Suffragist" (dal 1918: "The Catholic Citizen"), "People & Freedom". Cfr. CCC, D- C- R, REND 1217: Quaderno d'appunti di V.M.C., 1889- 189 1; 1211 111 : raccolta miscellanea di articoli; 1213: lettere a V.M.C. di A. Pottier, Liegi, 26-8, 5 e 25-10-1 897; Pierre Verhaegen, Ghent, 15-4,30-10 e 11-1 1-1897; P&F n. 108, nov.- dic. 1948: Vìrginia Crawford (Barclay Carter).

53 ALS, f. 506, C. 63: Barbara Barclay Carter, 27-7-1937, a Sturzo; C. 78: Pope-Hennessy, ottobre 1937, a Sturzo; C. 79: BCRPS, programma della prima riunione, 15-10-1937; f. 507, C. 17: S tum, appunto, 29-10- 1937; C. 25: Srurzo (minuta), a Mendizibal, 3-1 1-1937; C. 36: Sturzo, appunto, 9-1 1-1937; C. 45: Srurzo, 16-1 1-1937, a Mendizibal; C. 53: Sturzo, 25-1 1-1937, a Pope-Hennessy; C. 58: Pope-Hennessy, 29-1 1-1937, a Sturzo; C. 62: S ~ r z o , appunto, 1-12-1937 ("scritto a Mendizabal che si continua il lavoro senza Pope-Hen- nessy che 6 stato un ingombro"); C. 75: Lord Howard of Penrith, 21-12-1937, a Sturzo; C. 92: Sturzo, 4-1- 1938, a Mendizibal; f. 505, C. 12: BCRSP, programma della riunione, 11-1-1938; C. 21: Sturzo, 12-1-1938, a Mendizibal; CCC, D-C-R, REND, 1214: B. Baday Carter, P&FG, 27-7-1937 a Letitia Fairfield e infia, car- teggio, lettere nn. 63,64,65,68,69.

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l'efficacia degli armamenti tedeschi, ma anche quella della strategia di penetrazione tota- litaria. I1 metodo dell'insurrezione antidemocratica, seguito dail'intervento dei dittatori a sostegno degli 'insorti' non bilanciato dalla libertà dei legittimi governi sotto attacco di difendersi acquistando armi, se concluso con successo in Spagna, sarebbe stato ripetuto - awertiva Steed - nell'Europa centrale, dove la democratica Cecoslovacchia ostacolava l'espansione tedesca. In questa lungimirante visione di Steed le ragioni interne della guer- ra civile spagnola restavano un po' schiacciate, a differenza che nelle analisi di S tum, Mendidbal e Madariaga54.

Il carteggio documenta il difficile decollo del BCWS, i retroscena di varie lettere al "Times" e due iniziative del BCWS: l'appello al Comitato di Non-Intervento del dicem- bre 193755 e l'appello del febbraio del 1938 al cardinale Hinsley p e r ottenere il suo auto- revole aiuto allo scopo di far cessare in Spagna i bombardamenti aerei sulle popolazioni non combattenti" e " ... far conoscere al Cardinale Primate di Spagna quale è il sentimen- to comune del popolo inglese, per la immediata cessazione dei bombardamenti aerei, poi- ché egli prema sul Generale Franco ..." e per far sì che i giornali cattolici smettessero di giustificare i bombardamenti nazionalisti56. Parecchie altre iniziative si intravedono attra- verso le lettere di Sturzo e Steed, ma esse acquistano pieno significato solo se messe in - relazione ad altri documenti che non fanno parte del carteggio. Per questo motivo si offre al lettore l'Appendice Spagna' che integra documenti dell'tirchivio Sturzo con documenti del Foreign Office. Le lettere 67, 70, 78-81, 83 andrebbero lette parallelamente ai docu- menti dell'appendice ad esse connessi. CAppendice Spagna' consente inoltre di collocare le iniziative dei comitati spagnolo, inglese e francese per la pace civile e religiosa in Spa- gna nel contesto complessivo del tema 'mediazione in Spagna'.

Le origini del BCWS si intrecciano ai tentativi di salvare la vita del leader cattolico cata- lano ~ a n u e l Carrasco y Formiguera, catturato da Franco nel marzo del 1937, condannato a morte il 28 agosto 1937 e fucilato a Burgos il 9 aprile 193857. Deiie tante tragedie della guerra civile spagnola, questa è una delle più emblematiche, in quanto sintetizza la cieca intransigenza dei nazionalisti e il.settarismo che dominava il campo repubblicano, dove la sorte di Carrasco y Formiguera non suscitò sulle prime eccessiva preoccupazione, salvo poi trasformarsi in affronto gravissimo a esecuzione awenuta. Ail'impegno repubblicano, autonomista e democratico, in Carrasco si univa la difesa degli ordini religiosi. Ciò lo ave- va reso inviso alla Federazione Anarchica di Barcellona, inducendolo a trasferirsi con la famiglia in Biscaglia. Durante la traversata da Bayona a Bilbao egli era stato catturato con la moglie e sei degli otto figli dai nazionalisti ai primi di marzo del 1937. Per Franco Carra- sco y Formiguera era un ostaggio di primaria importanza, un simbolo di ciò che andava distrutto: l'autonomismo regionale unito all'impegno democratico nel rispetto dei diritti religiosi. Erano valori la cui difesa non era al centro degli interessi repubblicani: quando, nel luglio del 1937, tre docenti della facoltà di medicina di Barcellona, fra cui un fratello del prigioniero, perorarono la sua causa presso il presidente Azafia, questi commentò nel

54 Cfr. Steed, The Europcan War in Spain, in "The Contemporary Review", vol. CLII, luglio 1937, pp. 21-29.

55 Cfr. infii2, carteggio, lettere 67,70 e Appendice Spagna, Parte I, documenti 3-7. 5' Cfr. i n f i , carteggio, lettera 72, cui si rimanda per ulteriori informazioni. 57 Per i cenni biografici cfr. infia, carreggio, in nota alla lettera 66.

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suo diario che Carrasco, "hombre de derechas y muy exaltado catalanista", probabilmente non rischiava la morte, grazie ai suoi buoni rapporti con la Chiesa58.

Sturzo, avvisato dall'amico MendizAbal e consigliato dal generale Pope-Hennessy e da Steed, si era mosso sin dall'ottobre del 1937 per convincere il governo spagnolo a proporre lo scambio di Carrasco con un ostaggio nazionalista in mano governativa. A fine ottobre Pablo de Azcirate, l'ambasciatore spagnolo a Londra, promise a Sturzo di occuparsi della questione durante la sua prossima visita a Valenza, ma al ritorno, ai primi di novembre, gli fece sapere di non aver concluso nulla, suggerendo che se ne occupasse Ossorio, l'ambascia- tore spagnolo a Parigi59 Finalmente in gennaio emerse un candidato per lo scambio: Mons. Pedro Lisbona Alonso, ciambellano segreto del Papa, amico del cardinal Gemi e ex vice- direttore del "Correo Catalan", condannato a trenpanni di reclusione nel carcere di Figue- ras. A meta febbraio l'ambasciata spagnola a Londra chiese l'assistenza del Foreign OfFice. Sir Robert Hodgson, il rappresentante britannico presso Franco - il cui quartier generale faceva capo a Salamanca fino all'agosto 1937, quando si trasferì a Burgos - discusse il caso con il rappresentante della Croce Rossa nazionalista, marchese del Rialp, il quale dichiarò di credere che Formiguera fosse ritenuto "troppo importante per essere scambiato". Al Foreign Ofice interpretarono questa risposta nel senso che Formiguera non era in immediato peri- colo e all'ambasciata spagnola si misero il cuore in paceco.

Nel carteggio l'esecuzione di Carrasco y Forrniguera è adombrata in una lettera del 12 aprile di Azcdrate al 'sr Sturzo': era troppo tardi per salvarlo, ma a Londra nessuno ancora lo sapeva. Sturzo telegrafò a Steed che telefonò subito a Vansittart. Al Foreign Offìce Walter Roberts si irritò con Steed, per aver telefonato "dalla campagna" e con Azcdrate, che aveva scomodato direttamente Sir George Mounseybl. Ma le conseguenze - di questa esecuzione non tardarono a manifestarsi:

58 Cfr. H . Raguer, Divendres de Passib. Kah i mortde Manuel Carrasco i Formipera, Publicacions de l'A- badia de Montserrac, 1984, p. 362.

59 Cfr. ALS, f. 506, C. 77: Pepe-Hennessy 4-10-1937, a Sturzo; f. 507, C. 6: Mendizibal, 23-10-1937, a Sturzo; C. 9: Pope-Hennessy 27-10-1937, a Sturzo; C. 12: Sturzo, appunto, 28-10-1937; C. 14: Stuno (minu- ta in francese), a Serrarens - Utrecht, 28-1-1937; C. 25: Sturzo (minuta), a Mendizibal, 3-11-1937; C. 32: Sturzo, 8-1 1-1937, all'Ambasciatore spagnolo a Londra; C. 53: Sturzo, 25-1 1-1937, a Pope-Hennessy. Molti tentarono di salvare Carrasco. La moglie Pilar, che con i figli aveva riottenuto la libertà grazie allo scambio con i membri della famiglia Lopez-Pinto, era in costante contatto con il cardinal Gorni per salvare il marito. La Santa Sede intervenne il 15 marzo 1937 tramite il cardinal Gomi e il 30 ottobre tramite rnons. Antoniuc- ti, delegato apostolico in Spagna dalla fine di luglio del 1937 e Chargé dlAffaires Vaticano presso i nazionali- sti a partire dal 21 settembre. Mendizibal interessò il cardinal Verdier nel febbraio del 1938 (ALS, f. 505, C. 39). La Croce Rossa Internazionale propose uno scambio nel gennaio del 1938 e dal Belgio vi furono inter- venti da parte dell'awocato Ancoine Colens. Cfr. Raguer, Divendres de Parsid. Kah i mort de Manuef Carrasco i Formipera, cit., pp. 356-364. Ampi ragguagli sull'attività di Sturzo e Mendizibal per salvare Carrasco in A. Botti, La liberacibn de Manuef Carrasco i Formipera a través de la correpondencia entre A @ e h Mendidbaly Luigi Sturw (1937-38), in Ciudad de 10s hornbrer ci& de Dios: homenaje a Alforno Aivarez Bolado, S.].., a cura di X. Quinzi LLe6, J. J. Alemany, Universidad Pontificia Comillas, Madrid, 1999, pp. 499-5 13.

60 Cfr. infia, carteggio, lettere 65, 66, 73-77; PROIF0371/226191W2137/25141: memorandum dell'am- basciata spagnola, Londra, 14-2- 1938; D. D. Maclean, FO, 14-2- 1938 a Hodgson; W276 112514 1 : Hodg- son, Salamanca, 23-2-1938, a FO; Pollock, FO, 10-3-1938 a Don José Plaza, Ambasciata Spagnola, Londra; Plaza, 11-3-1938, a FO. Sulla rappresentanza diplomatica britannica in Spagna durante la guerra civile cfr. infia, carteggio, nota alla lettera 66. Va precisato che Hodgson si trasferì da Salamanca a Burgos nel 1938, intorno ai primi di marzo.

61 Cfr. PROIF03711226191W4825/25/41: Azdrate, Londra, 12 aprile 1938, a Sir G. Mounsey e sua rispo- sta ad Azdrate, 19-4-1938; nota di Miss A. Dougherty, 13-4-1938 e commento di W. Roberts, 13-4-1938.

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Se l'esecuzione ha avuto luogo, si tratta dawero d'un atto folle che, stando ai commenti di un membro del governo, pub causare serie rappresaglie

telegrafava John Leche, il Chargé d'maires britannico presso il governo repubblicano spagnolo, a Hodgson, e aggiungeva:

Inoltre ho fondato motivo di credere che vi saranno ripercussioni sulle decisioni del governo di Barceilona rispetto all'accettazione delle proposte di uno scambio generale di prigionieri avan- zate dal governo britannico. Infatti quest'esecuzione, accompagnata da continue esecuzioni di Baschi pare indicare che Salamanca, mentre ostenta il desiderio di effettuare questo scambio, in realtà vuole farlo fallire. Se sono sinceri, devono immediatamente far cessare le esecuzioni, per quanto sanzionate da tribunali regolarmente costituiti62.

Verso la fine del 1937 i nazionalisti avevano suggerito alla Gran Bretagna di nomina- re un intermediario britannico accetto alle due parti per facilitare uno scambio generale di prigionieri. Nel gennaio del 1938 il governo spagnolo aveva acconsentito in linea di principio. Le trattative per la nomina erano iniziate in marzo, procedendo con grande difficoltà. L'intermediario proposto dalla Gran Bretagna era Sir Philip Chetwode, milita- re di carriera e conservatore di fama filo-franchista. La sua nomina era stata approvata dai nazionalisti a metà marzo, ma le voci che circolavano sul suo conto avevano causato riser- ve e ritardi da parte repubblicana. I1 28 marzo Leche comunicava al Foreign Office che il governo spagnolo, compresi i comunisti, era incline a lasciar cadere le obiezioni alla nomina di Chenvode e che solo Prieto rimaneva ostile, sostenendo che affidare l'arbitrato per lo scambio dei prigionieri a uno straniero equivaleva a una deroga al principio di sovranità. Dopo l'esecuzione di Carrasco y Formiguera le trattative si arrestarono per poi riprendere ed arenarsi di nuovo in maggio a causa della richiesta del governo spagnolo di istituire una commissione internazionale63. Chetwode comincib a operare in Spagna nel settembre del 1938, con risultati molto limitati64 a causa di una situazione che egli descri- veva senza mezze parole:

[. . .] posso a malapena descrivere i'orrore che ho concepito per la Spagna dal momento del mio colloquio con Franco tre giorni fa. È peggio dei Rossi e non sono riuscito a impedirgli di giustiziare i suoi disgraziati prigionieri. [. . .] Franco oggi ha detto che bloccherà qualsiasi evacuazione di stranieri a meno che non gli riconosciamo i diritti di belligeranza. Spero in nome del cielo che non lo facciamo. Non ne è degno [. . .l65

62 PROIF0371/22608/W4904/9/41: Leche, Barcelona, 15 aprile 1938, telegramma n. 51 a Burgos, ripetu- to al Foreign Office, n. 284 e a Hendaye, n. 168.

63 Cfr. PRO/F0371/22659: W172186141: telegramma a Leche, Hodgson e Thompson, 25-1-1938 (appen- dice Spagna, n. 9); 22606/W3593/9/41: Hodgson, Burgos, 19 m a m 1938, telegramma n. 51 a FO; W4087/9/41: copia di nota del ministero nazionalista degli affari esteri, 16 marzo 1938, n. 35; W3848/9/41: commenti di Pollock, Mounsey, Buder, Cadogan e Halifax; W3852/9/41: Leche, Barcelona, 23 mano 1938, telegramma n. 191 a FO e commenti di PoUock, Mounsey, Buder, Cadogan e Halifax; P. de Adrate, Embajada de Espaiia, London, 21 aprile 1938 a Sir G . Mounsey, FO; W4055/9/41: Leche, Barcelona, 28 mar- zo 1938, telegramma n. 210 a FO; 22607/W4801/9/41: Leche, Barcelona, 25 marzo 1938 a Sir G . Mounsey, FO; 22659/W6192/9/4 1: nota di Sir G. Mounsey, 19-5- 1938.

64 Cfr. J. Edwards, The British Governmtand thespanish Civil War, 19361939, Macmillan, 1979, pp. 201-204. Su Chetwode cfr. infia, appendice Spagna, parte 11, n. 29, nota.

65 PROIF0371/22661/W15124/86/41: Chetwode, Pau, 14-1 1- 1938, a Halifax.

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l'ex ministro Janssen, Pierre Seigneur, direttore de "L'Avant-Garde" e gli avvocati l? Struye e Louis Delvaux72. L'attività dell'autunno del 1938 e dell'inverno del 1939 è docu- mentata nella prima parte dell'Appendice Spagna73.

Siamo alla vigilia della guerra. I1 carteggio registra gli effetti del patto di Monaco che sanzionò l'occupazione tedesca dei Sudeti per evitare il conflitto europeo74. Sturzo non era stato tenero verso i cattolici dei Sudeti per aver appoggiato in grande maggioranza il par- tito fdonazista di Henlein, ma aveva accolto con sollievo la notizia deila formazione di un "partito tedesco boemo" opposto alla secessione, formato di "tedeschi-sudeti cattolici, socia- listi, agrari e liberali75". L'effetto dell'occupazione nazista dei Sudeti fu immediato: decine di migliaia di profughi si riversarono in Cecoslovacchia. Ce n'erano di varie categorie. Cechi, tedeschi-sudeti antinazisti, militanti o no, altre minoranze etniche ed ebrei. Questi erano i più disgraziati: in Cecoslovacchia non li volevano, l'antisemitismo aumentava. Ma neppure i tedeschi erano benvenuti, mentre la nuova amministrazione dei Sudeti ne esigeva il ritorno a casa dove molti rischiavano rappresaglie. Agli inizi di dicembre un rapporto di R. J. Stop- ford, l'ufficiale di collegamento a Praga incaricato di controilare come il governo ceco spen- deva il prestito di dieci milioni di sterline concesso alla Cecoslovacchia daiia Gran Bretagna dopo Monaco, valutava che i rifugiati fossero circa 127.000: 96.000 cechi, 8.000 tedeschi, 400 polacchi, 1.600 d'altre nazionalità e 21.000 ebrei, ma awertiva che il numero reale degliLebrei si aggirava probabilmente sui 31.000, data la loro riluttanza a registrarsi per timore di essere espulsi e costretti a rifugiarsi nel "no-manS land", i lembi di territorio fra le frontiere dove gli accampamenti di ebrei senza patria crescevano. Sturzo si trovò così a doversi occupare di cinquemila profughi cattolici tedeschi per i quali il padre Reichenberger cercava sistemazione. Non si peritò di interpellare, tramite i soliti buoni uffici di Steed, l'ex governatore generale e comandante in capo del Commonwealth dell'Australia, Lord Sto- nehaven. Le richieste di questo genere alle amministrazioni dei dominions - Australia, Nuova Zelanda e Canada - erano massicce, le procedure complicate, le prospettive incerte: nessuno era disponibile ad accogliere aila cieca masse di emigranti e a sobbarcarsene il man- tenimento. Si dovevano valutare le singole richieste e selezionarle in base aiie qualifiche pro- fessionali: gli ostacoli erano immensi, anche se la buona volontà da parte delle organizzazio- ni caritatevoli e del partito laburista non mancava76. Di questo' particolare intervento di Sturzo purtroppo non siamo riusciti ad appurare l'esito.

Sturzo aveva scritto nel gennaio del 1937:

72 ALS, f. 509, C. 24: Sturzo (minuta), 7-9-1938, a Mendidbal. 73 Cfr. in&, Appendice Spagna, Parte I, documenti 30-32,35-41. 74 Infia, lettera 87. 75 ML, 4, pp. 177- 179: La crisi dei cattolici tedeschi-suhti ("Popolo e Libertà", Bellinzona, 2 1-9-1 938). 76 PR01F03711215881C15388111896112, fogli 321-329: R J. Stopford, 7-12-1938, Memorandum reviming

allaspects of the refugesituation in &choshvakia. Cfr. anche PROIF0371121583; 21 584; 21585; 21586; 21587. In 21 583/C12240/11896/12, fogli 231 -236: The probkm of the non-Nazi Sudeten Gennan refigees, 13-

10-1938 (memorandum interno preparato per Halifax e Buder in vista di visite di deputazioni di profughi); 21588/C15238/11896/12, fogli 280-289: Sto ford, 5-12-1938, a R. M. Makins, FO; 21588IC15238111896/12, fogli 351-360: Ilrprc ly M n M ~ N schmo&a, mamgeress of uHicem" R a p e , on ber visii to thr camp a t Misch- dorfnear Bratishva on Novmbpr27&, 1938, and othrr reportsfiom no-mani hnd. Oltre alla drammatica situa- zione complessiva, queste carte documentano anche le interpellanze di Jaksch, leader del partito sociaidemo- cratico sudeto, per mettere in salvo circa 20.000 profughi aderenti o simpatizzanti della sua organizzazione, esposti a persecuzione se costrerti a tornare nei Sudeti. Cfr. anche London, Whitehall and the Jews 1933- 1948, cit., pp. 142-168.

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È terribile vivere con l'incubo di una tragedia imminente, più o meno vicina. Si sente il biso- gno di evaderne o fuggirne lontano, ovvero divenire di proposito ottimista. Un amico qualche mese fa, mi diceva di lasciare l'Europa e di andare in America; là almeno non si sente imminente la guerra, come un fato, come una nemesi inevitabile. Solo pochi potranno lasciare l'Europa per andare a vivere in America; anche se lo potessi, io non mi sento di lasciare il piccolo posto di com- battimento che ancora tengo; vorrò parlare di pace finché vivrò e finché avrò forze, non di una pace falsa, ma di quella annunziata e cantata a Bethlem "agli uomini di buona volontà"77.

La sua inquietudine Saggravò nell'estate del 1939. Era rimasto in Inghilterra, sog- giornando in luglio presso il convento di St. Anthony a Shanklin sull'isola di Wight e poi nell'abbazia benedettina di Buckfast. I1 carteggio conferma non solo le ansie che lo trava- gliarono allo scoppio della guerra, tanto da spingerlo a incaricare l'amico dell'esecuzione delle sue ultime volontà e ad &dargli i suoi risparmi, ma consente anche di capire meglio i motivi per cui egli tornò a Londra da Buckfast verso la metà di agosto, recandosi poi nuovamente nell'abbazia benedettina, dove probabilmente si sentiva più al sicuro, il 20 settembre. In quel mese trascorso nella capitale Sturzo mise in ordine i propri affari, per tutte le evenienze: è possibile che sin d'allora egli stesse cominciando a considerare il trasferimento in America, anche se esso avvenne solo quando "il piccolo posto di combat- timento" divenne impossibile da tenere. Come si evince dalla lettera 95, del 4 settembre 1939, Sturzo aveva già redatto il proprio testamento, ma evidentemente non era sicuro di dove esso si trovasse e temeva che potesse andare perso. Inoltre il trasferimento a Steed dei suoi risparmi richiedeva nuove disposizioni. Dattiloscritto in ottimo inglese, il documen- to ci dà un'idea precisa delle persone e delle questioni che per Sturzo erano le più vicine e le più importanti. Barbara, Cicely, la signora Pritchard, il dottor Sicca, Angelo Crespi, l'avvocato Del Giudice e il padre Corato dei Serviti di Fulham Road sono indicati come le persone fidate in grado di reperire il testamento, le carte, i documenti e i manoscritti, che si trovavano in parte in casa, in parte in deposito nell'adiacente Convento delle Suore di Sion, e in parte accompagnavano Sturzo nelle sue peregrinazioni. Le persone cui egli desidera lasciare delle somme sono Barbara, la sua traduttrice e segretaria, la vedova e i figli di Francesco Ferrari, che Sturzo mai cessò d'aiutare durante ~'esgio, e il poeta Manuel Altolaguirre che con la signora Pritchard aveva tradotto in spagnolo il Ciclo deIh Creazio- ne. Le cose che gli stanno a cuore sono tre libri, che vuole siano pubblicati in inglese: il Ciclo della Creazione, 1'Ersai de Sociologie e La Vera D a . I1 resto del denaro era destinato a opere di carità e di pietà. Forse un indizio della fretta con cui fu stilato questo documento è la mancanza di indicazioni sulla destinazione delle carte e dei manoscritti che, come si sa, in parte precedettero Sturzo in America, in parte rimasero a Londra e arrivarono in Italia dopo la guerra78.

Le lettere che fanno da contorno a questo 'testamento d'emergenza' e le successive del periodo americano che trattano di argomenti finanziari sono di particolare interesse, in quanto illuminano le strategie finanziarie attuate da Sturzo durante l'esilio negli Stati Uniti. Si sa che egli arrivò a New York con dieci sterline in tasca, il massimo consentito

77 ML, 4, p. 3: La Prossima Guerra, pp. 3-8 ("L'Auben, 16 e 23-1-1937), citato in De Rosa, Luigi Sturzo, cit., p. 398.

78 Cfr. la prefazione di F. Malgeri a SI, 3, p. VI; L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio (1923-1756), cit., p. 130 nota.

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dalle autorità. La Piana lo aiutò con un prestito di cinquanta dollari, altri cinquanta gli arrivarono da mons. Cioffi e venticinque da Mario Einaudi79. Da una lettera di mons. Lardone a S t u m del dicembre 1940 apprendiamo inoltre che Lardone aveva a disposi- zione la somma necessaria per la retta deli'ospedale di JacksonvillegO. Se è vero che Sturzo non dovette pagare la retta a Jacksonville, dove rimase fino alla primavera del 1944, in America egli non visse di pura carità: da questa sezione del carteggio emerge una realtà complessa.

Durante l'esilio londinese Sturzo non si era arricchito, ma era stato prudente, accu- mulando dei risparmi che ammontavano a circa 1.375 sterline, equivalenti all'incirca a 6.253 dollari dell'epoca e a 52.445 sterline attualis'. I1 gruzzolo di Sturzo, depositato presso la National Provincial Bank di Notting Hill Gate, era in piccola parte liquido (120 sterline) e per il resto investito in titoli del prestito di guerra (880 sterline) e in National Savings Certificates (375 sterline). I1 30 agosto del 1939 Sturzo trasferì a Steed il liquido e i titoli del prestito di guerra. I1 carteggio non documenta il trasferimento dei certificati di risparmio, ma lo implicagz. Steed custodì e amministrò il denaro, trasferendo a Sturzo le somme da lui richieste. Il carteggio documenta due trasferimenti, uno richiesto nel novembre del 1940 ed effettuato in dicembre e uno concordato nel settembre del 1941 ed effettuato nel gennaio del 194283. La prima volta Steed vendette titoli del prestito di guerra per il valore di 300 sterline, trasferendone 250 a Sturzo e versandone 50 a Miss Marshall per il pagamento delle traduzioni che Barbara continuava a eseguire per Sturzo. Anche la seconda vendita fruttò circa 300 sterline, di cui 200 furono versate direttamente a Sturzo e il resto a Miss Marshall. I1 carteggio non documenta altri trasferimenti e ci informa che alla fine della guerra S t u m possedeva ancora 280 sterline in titoli del presti- to di guerra. Nel settembre del 1945 egli istruì l'amico tramite Miss Marshall di vendere e versare il ricavato alla medesima, sul cui conto erano anche stati versati regolarmente gli interessi. Queste istruzioni coincidono cronologicamente con l'impegno preso con Bar- bara di finanziare il "Christian-Democratic International Information Centre" (CDIC) che essa organizzò a Londra e che durò circa tre annig4. La vendita fu eseguita nel marzo del 1946, fruttando quasi 295 sterline. Di quel che successe al resto del gruzzolo londine- se di Sturzo - 120 sterline liquide e 375 in certificati di risparmio - la corrispondenza con Steed non ci informa: non è da escludere che notizie in merito possano emergere in futu- ro dalle viscere dell'immenso archivio del sacerdote siciliano.

Ciò che sappiamo è che in America Sturzo ebbe a propria disposizione 450 sterline derivanti direttamente dai propri risparmi e che, secondo la sua stima, la prima somma di 250 sterline, ricevuta alla fine del 1940, gli sarebbe bastata fino alla fine del 1941. I1 fatto

79 Cfr. SI, 3, pp. 1-3; La Bella, Luigi Stuno e lésifio negli Stati Uniti, cit., p. 9. 80 Cfr. Si, 3, pp. 8-9: Lardone a Snim, Washington, 4-12-1940. Presumibilmente mons. Lardone si

riferiva d a retta per un anno, ma ho appreso dal Professor Lawrence Gray, che qui ringrazio, che l'intero sog- giorno nel SI. Vincent Hospital di Jacksonville fu a carico delle autorità ecclesiastiche.

81 Al cambio del 4 gennaio 2001, 1.375 sterline del 1939 valevano 78.279 dollari e 161 milioni di lire. 82 Cfr. in&, carteggio, letrere 94 e 1 1 1 . 83 Di queste due transazioni si trova riscontro in Luigi Sturzo-Mario Einaudi, Corrispondenza Americana

1940-1944, a cura e con introduzione di C. Malandrino, Olschki, Firenze, 1998, pp. 3,94. 84 Cfr. ALS, f26OA, C. 95: Barbara, Chepstow Villas, 11-9-1945 a Sturzo; cc. 94, 96, 98, 102: Snirzo,

Brooklyn, 18-9-1945; 20-9-1945; 19-1 1-1945; 26-1 1-1945 a Barbara; P&F, n. 78, genn. 1946: Christian- Demorrutic Internutional lnformation Centre.

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che per il successivo trasferimento si accontentò di 200 sterline e che in seguito non richiese altri trasferimenti, fa supporre che la sua intensa attività di giornalista e scrittore gli procu- rasse altre entrate, necessarie aile spese non coperte dalla retta dell'ospedale, quali quelle di copiatura a macchina dei manoscritti e le spese postali. Ne troviamo cenno in una lettera del 1942 dove Sturzo parla di due lavori per l'università cattolica che gli fruttarono circa 300 dollari85. Abbondanti informazioni sugli introiti da libri e articoli si trovano inoltre nella corrispondenza con Mario Einaudi86. Va pure notato, nella medesima lettera, l'accen- no ai 195 dollari ricevuti a favore di "People and Freedom" e ai 250 in conto di una tradu- zione commissionata a Barbara. Come sievince dai carteggio inedito del periodo america- no Sturzo-Barclay CarterIMarshall, invece di trasferire in Inghilterra i compensi per le tra- duzioni eseguite da Barbara e le sottoscrizioni ed offerte che gli arrivavano in continuazione e d a spicciolata per il giornale e il gruppo londinese, cosa che avrebbe comportato tempi lunghi, complicazioni e perdite in commissioni bancarie, Sturzo usava in loco i dollari rice- vuti e ne rendeva regolarmente nota nella corrispondenza con le due donne, autorizzandole a prelevare l'equivalente dai conto messo a loro disposizione e controllando che i rendiconti delle offerte pubblicati su "People & Freedom" riflettessero precisamente le offerte a lui pervenute. Ricostruire esattamente la minuta contabilità disseminata in quel carteggio sarà impresa ardua, se non impossibile a causa delle lacune, ma quel che resta di quelle lettere e cartoline postali, straripanti di informazioni che ancora attendono di essere districate, dovrebbe fornire sufficienti particolari su questo sistema di scambio, all'apparenza arruffato ma sostanzialmente trasparente, nonché a disperdere l'impressione che Sturzo fosse eccessi- vamente generoso verso Barbara e Cicely. Di conseguenza, le 445 sterline derivanti dalla vendita dei buoni del prestito di guerra, non riscosse da Sturzo ma messe a disposizione di Miss Marshall, vanno considerate come spese da Sturzo durante il soggiorno in America, o per traduzioni eseguite da Barbara nell'arco di sei anni, o per il finanziamento del CDIC a partire dalla fine del 1945; a detta somma vanno probabilmente aggiunte le 120 sterline liquide affidate a Steed nell'agosto del 1939. Se si accetta questo ragionamento, ne conse- gue che durante l'esilio americano Sturzo spese circa mille sterline (4.548 dollari), owero poco meno di tre quarti dei propri risparmi, equivalenti, in termini odierni, a 38.142 sterli- ne, 56.930 dollari o 117 milioni di lire87. A questi costi accertabili dei sei anni trascorsi negli Stati Uniti andrebbero aggiunti gli esborsLdi somme derivanti da altri eventuali cespi- ti in dollari, indipendenti e non riconducibili al sistema di scambio di cui sopra.

Va infine sottolineato che le operazioni di trasferimento durante la guerra erano tutt'altro che semplici, date le severe restrizioni imposte dal governo inglese all'esporta- zione di capitali. Steed si sobbarcò le complicazioni con la solita eleganza, rivelandosi amico solido, fidato, scrupoloso fino al centesimo. Dai suoi precisi resoconti delle transa- zioni finanziarie emerge di nuovo il gentleman che tiene fede agli impegni presi indipen- dentemente da altri fattori che possono intervenire a raffreddare i rapporti.

L'analisi delle finanze di Sturzo in America ci ha allontanato dal momento in cui egli, sistemati gli affari, tornò a Buckfast nel settembre del 1939. La lettera 99 conferma e

85 Cfr. in ja , lettera 1 13. 86 Cfr, Luigi Snirzo-Mario Einaudi, CorrLrpondPnm Americana, cit., passim. 87 In moneta odierna, queste cifre equivalgono a circa 1 milione e 625.000 lire ai mese, owero 790 dol-

lari o 530 sterline.

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chiarisce i motivi del trasferimento dall'abbazia benedettina al convento di suore di Tei- gnmouth e rinforza l'impressione che S tum, per quanto ansioso o preoccupato potesse essere in certi momenti particolari, non mancava mai di reimmergersi nel presente e nelle mille cose che lo interessavano e lo occupavano. Il problema del momento erano i deleteri effetti della censura sia sulla corrispondenza con i familiari di Sicilia, sia sull'attività gior- nalistica, che per lui era un cespite importantess. La risposta di Steed ci lascia immaginare la confusione in cui avvenne, al livello dell'amministrazione civile, la transizione dallo stato di pace a quello di guerra: Sturzo non era l'unico a trovarsi confuso e magari più di un censore fu messo in difficoltà dalla sua calligrafia e dai suoi riferimenti alla filosofia mistica, cui Steed raccomandava caldamente di rinunciare. L'ultima lettera del periodo londinese del carteggio è di nuovo una lettera di sostegno a un fuoriuscito, Carlo Petrone, che necessitava d'un documento d'identità per recarsi in Olanda. Steed come al solito aiuta, tuttavia apprendiamo in seguito le sue riserve sostanzialmente condivise da Sturzo e da Sforza su questo giovane generoso e fattivo ma forse un po' troppo impulsivo. Sono le medesime difficoltà illustrate con abbondanza di particolari dalle lettere pubblicate negli Scritti Ineditiss, che qui riemergono di striscio e di riflesso.

La corrispondenza dell'esilio americano riflette gli effetti dell'allontanamento fisico e delle nuove condizioni di vita dell'esule. Le lettere sono poche ma ricche di contenuto - Steed non era più facilmente raggiungibile a voce tramite una telefonata o una passeggiata. Nelle lettere del 1940-4 1 è viva la preoccupazione di Sturzo di convincere Barbara a trasfe- rirsi per lavorare alla diffusione di "People and Freedom" in America e riprendere quelle funzioni di traduttrice e assistente che per l'esule erano vitali e gli avevano permesso di tra- sformare l'isolamento dell'esilio londinese in un periodo intensamente produttivo sul piano intellettuale e pubblicistico. Era un progetto impraticabile: sia Steed, in queste lettere, sia Barbara, in lettere inedite, obiettano in maniera chiara a questo desiderio la cui improbabile realizzazione avrebbe posto fine a "People and Freedom" a Londra, che dipendeva in lar- ghissima misura da Barbara, senza peraltro garantirne la diffusione e il radicamento in Ame- rica. Ma bisogna leggere fra le righe: dietro quella richiesta vi erano non soltanto un pro- gramma politico, ma un uomo anziano e solo, sradicato per la seconda volta dopo sedici anni durante i quali aveva con immenso coraggio e fatica ricostruito la propria esistenza e affondato radici. Del resto, non v'è dubbio che un'assistente abile e versatile come Barbara gli sarebbe stata necessaria negli Stati Uniti, dove la corrispondenza si accumulava inevasa e la stanchezza cresceva. Le traduzioni erano fonte di particolari difficoltà: S t u m dipendeva da persone che solo occasionalmente erano a sua disposizione "queste due mi fanno penare tanto [...l la revisione delle cattive traduzioni mi da una fatica che mal sopporto e una specie di malessere che mi tormenta per vari giorni. Ero abituato ai lavori svelti e ben fatti di Miss Carter, e ancora non riesco a rassegnarmi ..."so. I1 bravo Mario Einaudi comprese e trovò un suo studente che sapeva battere a macchina e al quale poteva dettare le traduzionisl. I1 siste- ma funzionava, ma v'era un altro ostacolo Con cui Sturzo si dibatteva nel suo isolamento di

8s Cfr. ad es. ALS, f. 413, cc. 20 e 22 (1933); f. 414, C. 76 (1934). 89 Cfr. le lettere intercorse fra Petrone e S m m in SI, 2, pp. 500-505,510-526 e SI, 3, pp. 39; 42; 86-88,

105-106. 90 Luigi Sturzo-Mario Einaudi, CorrLrpondPnza Americana, cit., pp. 57-58, S m m a Eiaudi, 3 settembre

1941. 91 Ibidrm, p. 60, Einaudi a Smrzo, 21 settembre 1941, p. 61; Sturzo a Einaudi, 24 settembre 1941.

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Jacksonviile: la mancanza di biblioteche, il pane quotidiano dell'intellettuale. Era costretto a chiedere riscontri e libri a Mario: penoso, ma non v'era altro da fare. Dal loro carteggio emerge chiaramente che senza la sollecitudine affettuosa dell'amico molte delle opere dell'e- silio americano di Sturzo non sarebbero state possibili. Corrado Malandrino nella sua intro- duzione al carteggio nota che Mario Einaudi assunse nei confronti di Sturzo le funzioni che Barbara Barclay Carter aveva svolto a Londra, e "forse qualcosa in più"92.

Dal gennaio del 1942 al marzo del 1943 non vi sono scambi di lettere fra Sturzo e Steed. La difficoltà per Sturzo di sbrigare da solo la corrispondenza e il resto rende in par- te ragione di ciò, ma vi è anche un cambiamento nel rapporto con Steed. Al distacco fisi- co era seguito quello delle interpretazioni e dei disegni politici: fra i due amici cala il velo dell'incomprensione. La lettera di Sturzo del 29 marzo 1943 fu preceduta da sondaggi affidati a Barbara, a Miss Massey e a Sforza e fu stesa con grande precauzione. Nel luglio del 1942 Steed aveva espresso sul "Contemporary Review" gravi dubbi sulle prospettive future della leader&+ di Sforza e Sturzo nell'Italia postfascista e aveva raccomandato di punire duramente i'Italia, quanto e come la Germania. La punizione doveva essere tale da indurre nei due popoli un vero cambiamento di mentalità e opinioni; la convinzione, dif- fusa ormai fra le nuove generazioni, che non ci fosse in fondo nulla di sbagliato nel siste- ma fascista andava sradicata; le giuste rivendicazioni delle vittime dei crimini di guerra dovevano essere rispettate93. C'era un risvolto specifico nella posizione di Steed: sulla scia della sua esperienza nella prima guerra mondiale, egli si era legato agli esponenti del governo jugoslavo in esilio che nell'aprile del 1944 fu poi eliminato dalla scena a favore di Tito. Forse il riemergere, durante la guerra, di antiche amicizie e lealti e il rinnovarsi della prospettiva di passare alla storia come la levatrice d'una Jugoslavia unita e democratica, spiega il cambiamento di posizione di Steed rispetto al 1939, quando aveva duramente stigmatizzato i leaders britannici e francesi per aver puntellato Mussolini9*, critica che del resto non era nuova alla penna di Steed, e rispetto al 1941, quando aveva affermato che la Gran Bretagna aveva sbagliato a non favorire "la formazione di un gruppo o centro di ita- liani liberali e patriottici la cui guida sarebbe di inestimabile valore per la definizione della politica britannica" limitando le raccomandazioni di punizione ai leaders del fascismo95. Nella simpatia di Steed per le rivendicazioni jugoslave e nel suo conseguente indurimento verso l'Italia vi erano forti echi del passato e probabilmente anche fattori contingenti: Sturzo, Sforza e Salvemini erano oltre oceano, gli amici jugoslavi erano a Londra. Del resto anche Sturzo - e Sforza - si angustiavano per le voci del passato, come quelle messe in giro da Otto d'hburgo e dal deputato inglese Stephen King-Hall.

Nella visione di Sturzo lo sviluppo della democrazia italiana era indissolubilmente legato a quello della democrazia in Europa: il trattamento prescritto da Steed per I'Italia sarebbe stato un ostacolo alla crescita dello spirito e delle istituzioni democratiche in Ita- lia con vaste ripercussioni oltre i suoi confini. Trieste per lui si trovava sull'anello più fra- gile della connessione fra le zone d'influenza sovietica e anglo-americana, la cui logica

92 I b i h , p. XII. 93 Cfr. Steed, What ofthe Enemy?, in "The Contemporary Rwiew", vol. C W I , luglio 1942, pp. 1-7. Le

parti sull'ltalia (pp. 3, 5-6) sono riprodotte nella premessa allX't\ppendice Sforza". 94 Steed, What ofltaly?, in "The Contemporary Review", vol. CLV, n. 881, marzo 1939, pp. 257-266. 95 Steed, U%atofItayl, in "The Contemporary Review", vol. CLIX, n. 903, marzo 1941, pp. 241-250,

cit. p. 249.

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rischiava di stravolgere la rinascita democratica dell'Europa96. Mancano le risposte di Steed, sia alla lettera del 29 marzo 1943, sia a quelle del 9 novembre 1944 e del 12 set- tembre 1745. Forse, più che dissenso o ostilità, il silenzio di Steed indica una prudente sospensione di giudizio. Negli articoli successivamente pubblicati sul "Contemporary Review" egli non parlò più deii'Itaiia o delle rivendicazioni jugoslave97. Menzionò di nuovo l'Italia, senza esprimere giudizi, solo nel settembre del 1945, parafrasando e ripro- ducendo tratti del brano del rapporto della conferenza di Potsdam che ne riconosceva il merito di essere stato il primo paese dell'hse a rompere con la Gerrnaniasg.

L'ultima lettera di Steed, del marzo 1946, scritta a mano e in italiano, ricorda lo stile delle lettere degli anni '20 e '30: 'Caro Amico ... Aff:mo Suo'. Con il suo tocco elegtnte Steed suggerisce di non parlare di politica: "La situazione cambia di un giorno al altro, e minaccia di diventare inestricabile". Quando S t u m arriverà a Londra, in primavera "Potre- mo parlare di politica allora". Come un tempo, quando Sturzo andava a trovare Steed per il pranzo o per il thè nella sua beiia casa che si affacciava su Holland Park. Allora le lettere ser- vivano per lo più a comunicazioni brevi ed essenziali, le cose importanti si dicevano a voce. C'è un'aria leggera di promessa e di anticipazione, mischiata a riserbo, nelle frasi di Steed, ma dietro di esse aleggia l'ombra della consapevolezza che il passato non si ripete. Nel viag- gio di ritorno in Italia l'esule non fece tappa a Londra, anche se aveva a lungo desiderato rivedere gli amici che per sedici anni erano stati un rifugio e un sostegno indispensabile. L'anticipazione di Steed forse era solo un delicato espediente per evitare argomenti spinosi.

Sturzo rimase teso ai presente, anzi, al futuro. L'ultimo documento del carteggio con- siste di due appunti scritti in fretta: un'esortazione a Steed, affinché si adoperi ad ottenere modifiche della posizione inglese su Trieste, ultimo baluardo dell'Occidente contro I'in- fluenza sovietica, e istruzioni a Barbara di mobilitare sui medesimi argomenti il laburista Morgan, l'unico deputato ai Comuni legato a "People and Freedom"99.

I1 carteggio si chiude così, su una nota di perseveranza incrollabile, di attività incessante -- per ottenere progressi minimi, o persino improbabili. Non ci sono né un ritrovarsi, né un addio. È una conclusione nuda, quasi aspra. In realtà Sturzo aveva detto il suo addio a Steed il 4 settembre 1939 quando, a conclusione delie sue ultime volontà, aveva scritto:

In che modo potrò mai ringraziarla, mio caro amico? Tutti i miei auguri per la vittoria dell'In- ghilterra, della Francia e della Polonia che stanno combattendo per il diritto, per la giustizia, per il cristianesimo ed anche per la libertà dei popolil00.

Giovanna Farrell-Vinay

96 Cfr. F. Traniello, L'Italia spiegata agli americani, in L. Scurzo, Litalia e i'ordine internazionale, a cura di F. Traniello, Il Segnalibro Editore, Torino, 2000, pp. XV-XIX, XXIV-XXX

97 Steed, The Frontiers of Deliverance, in "The Contemporary Review", vol. CWII, n. 925, gennaio 1943, pp. 1-6; Idem, The Outlines of Virtory, Ibidpm, vol. CWV, n. 931, luglio 1943, pp. 1-7; Idem, In the Hour ofDeliverance, Ibidem, vol. CLXVI, n. 946, ottobre 1944; Idem, hlfilment, IbUiem, vol. CLXVII, n. 951, marzo 1945, pp. 129-134.

98 Sceed, New Perspectives, in "The Contemporary Review", vol. CLXVIII, n. 957, settembre 1945, pp. 129-135.

99 Sulla genesi del Trattato di pace italiano cfr. C. Seton Watson, Il trattato dipace italiano. Laprospetti- va inghe, in "Italia contemporanea", 182, mano 199 1, pp. 5-26; A. Varsori, Il trattato dipare italiano. Le ini- ziativepolitirhc e diplomatiche lirliitalia, ibidem, pp. 27-50.

'W Lettera 95.

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Elenco delle lettere e coilocazione d'archivio*

1) Sturzo a Steed 2) Steed a Sturzo 3) Steed a Sturzo 4) Steed a Sturzo 5) Steed a Sturzo 6) Steed a Sturzo 7) Steed a Sturzo 8) Steed a Sturzo 9) Sturzo a Steed

IO) Steed a Sturzo 11) Steed a Sturzo 12) Steed a Sturzo 13) Sturzo a Steed 14) Steed a Sturzo 15) Steed a Sturzo 16) Steed a Sturzo 17) Steed a Sturzo 18) Direttore del ((Manchester Guardian))

a Steed 19) L. P. Jacks a Steed 20) Steed a Sturzo 2 1) Sreed a Sturzo 22) A. H. Fox-Strangways a Steed 23) Sturzo a Steed 24) Steed a Sturzo 25) Sturzo a Steed 26) L. P. Jacks a Steed 27) Steed a Sturzo 28) Una rettifica 29) Sturzo a Steed 30) Steed a Sturzo 31) V Gollancz a Steed 32) Steed a Sturzo 33) Sturzo a H. de ~eril l is 34) H. de Kerillis a Steed 35) Steed a Sturzo 36) J. Murray a Steed 37) j. Murray a Steed

15 aprile 1925 16 aprile 1925 2 giugno 1925 19 giugno 1925 27 giugno 1925 4 luglio 1925 Lunedl 1 febbraio 1926 30 marzo 1926 Venerdi sera [2 aprile 19261 13 aprile 1926 Giovedi [l 5 aprile 19261 17 giugno 1926 22 dicembre 1926 Domenica 28 gennaio 1927 7 aprile 1927 28 marzo 1927

5 aprile 1927 9 giugno 1927 6 agosto [l 9271 5 agosto 1927 15 agosto [l9281 18 agosto [ l 9281 23 giugno 1929 5 giugno 1931 17 giugno 193 1 senza data 30 ottobre 193 1 4 novembre 193 1 3 novembre 1931 3 marzo 1933 18 marzo 1933 23 marzo 1933 20 aprile 1933 19 aprile 1933 l l maggio 1933

f. 409, C. 27 f. 409, C. 32 f. 409, c.. 33 f. 409, C. 34 f.441, C. 26 f. 441, C. 27 f. 441, C. 136 f. 412, C. 7 f. 474, C. 9 f. 474, cc. 2 e 3 f. 460, C. 12 f. 460, C. 13 f.. 460, C. 14 f. 480, C. 27 f. 31 4, C. 3 5 f. 314, C. 38 f. 314,c. 49 f. 314, C. 50 f . 3 1 4 , ~ . 113

* La corrispondenza Sturzo-Steed conservata nell'Archivio Storico dell'Istituto Luigi Sturzo, Fondo Luigi Sturzo, qui per comodità di lettura abbreviato in: F,U.

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38) Steed a J. Murray 39) J. Murray a Steed 40) H. R Wesnvood a Steed 4 1) C. R. S. Harris a Steed 42) Steed a S t u m 43) Steed a S t u m 44) Steed a Edouard Herriot 45) Steed a S. Grumbach 46) Steed a Vladimir d'ormesson 47) Steed a S t u m 48) Steed a S t u m 49) Steed a Sturzo 50) Steed a Sturzo 5 1) S t u m ai direttore del "Nineteenth

Century and After" 52) E. W. Lloyd a Steed 53) E. W. Lloyd a Steed 54) Steed a Sturzo 55) Steed a Sturzo 56) Steed a Sturzo 57) Sturzo appunto 58) Steed a Sturzo 59) Steed a S t u m 60) Morrison a Steed 61) Sturzo a Steed 62) Steed a Sturzo 63) Sturzo a Steed 64) Steed a Stuno 65) Steed a S t u m 66) Vansittart a Steed 67) Sturzo a Steed 68) Steed a Sturzo 69) Sturzo a Steed 70) Leigh a Steed 71) Sturzo a Steed 72) Sturzo a Hinsley 73) Steed a Vansittart 74) Howard a Steed 75) Barclay Carter a Steed 76) Steed a Howard 77) Howard a Steed 78) BCRPS, convocazione riunione 79) Steed a Sturzo 80) S t u m a Steed 8 1) Steed a S t u m 82) De A h a t e a S t u m 83) Steed a S t u m 84) MendizAbal a Barclay Carter 85) Stuno, appunto 86) Steed a S t u m

12 maggio 1933 13 maggio 1933 22 settembre 1933 1 novembre 1933 2 novembre 1933 18 maggio 1934 8 mano 1935 8 m a m 1935 8 m a m 1935 21 giugno 1935 23 luglio 1935 16 agosto 1935 23 dicembre 1935 13 febbraio 1936

24 febbraio 1936 28 febbraio 1936 28 febbraio 1936 23 dicembre 1936 22 maggio 1937 25 maggio 1937 27 luglio 1937 19 agosto 1937 16 agosto 1937 28 ottobre 1937 5 novembre 1937 6 novembre 1937 8 novembre 1937 l l novembre 1937 9 novembre 1937 24 dicembre 1937 27 dicembre 1937 3 l dicembre 1937 31 dicembre 1937 20 gennaio 1938 s.d. [post 10 febbraio 19381 25 gennaio 1938 4 febbraio 1938 8 febbraio 1938 9 febbraio 1938 21 febbraio 1938 25 febbraio 1938 4 marzo 1938 9 marzo 1938 5 aprile 1938 12 aprile 1938 13 aprile 1938 16 agosto 1938 19 agosto 1938 8 settembre 1938

f. 314, C. 114 f. 314, c.. 115 f. 413, C. 45 f. 413, C. 65 f .413 ,~ . 64 f. 320, C. 34 f. 324, C. 50 f. 324, C. 51 f. 324, C. 52 f . 4 1 6 , ~ . 67 f. 489, C. 24 f. 326, C. 41 f. 327, C. 35 f. 418, C. 23

f. 494, C. 10 f. 494, C. 11 f. 494, C. 9 f. 419, C. 63 f. 506, C. 20 f. 506, C. 20 f. 331, C. 36 f. 332, C. 21d f. 332, C. 21e f. 507, C. 15 f. 507, C. 28 f. 507, C. 28 f. 507, C. 34 f. 507, C. 38 f. 5 1 1 , ~ . 1 f. 507, C. 79 f. 507, C. 83 f. 507, C. 87 f. 511,c. 4 f. 505, C. 23 f. 505, C. 34 f. 511,c.5 f. 511, C. 6 f. 511,c.7 f.511,c.8 f. 511,c. 11 f. 508, C. 18 f. 508, C. 8 f. 508, C. 18 f. 508, C. 37 f . 5 1 1 , ~ . 13 f. 508, C. 47 f. 509, C. 20 f. 509, C. 20 f.. 509, C. 25

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87) Stonehaven a Steed 88) Sturzo, appunto 89) Steed a Sturzo 90) Steed a Home Ofice 91) Sturzo, appunto 92) Home Office a Steed 93) Steed a Sturzo 94) Steed, ricevuta 95) Sturzo a Steed 96) Harold W. Roberts a Steed 97) Steed a Sturzo 98) Sturzo, appunto 99) Sturzo a Steed

100) Steed a Sturzo 101) Sturzo a Steed 102) Steed a Sturzo 103) Sturzo a Steed 104) Steed a Sturzo 105) Steed a Home OfFice 106) Steed a Sturzo 107) Sturzo a Steed 108) Sturzo, appunto 109) Sturzo a Steed 110) Sturzo a Steed 11 1) Steed a Sturzo 112) Sturzo a Steed 113) Sturzo a Steed 1 14) Steed a Sturzo 1 15) Sturzo a Steed 1 16) Sturzo a Steed 1 17) Sturzo, appunti 1 18) Steed a Sturzo 119) Sturzo, appunti

5 dicembre 1938 s.d. [febbraio 19391 I giugno 1939 s.d. [ l giugno 19391 2 e 5 giugno 1939 20 luglio 1939 18 agosto 1939 30 agosto 1939 4 settembre 1939 8 settembre 1939 9 settembre 1939 s.d. [circa 9 settembre 6 ottobre 1939 8 ottobre 1939 24 ottobre 1939 4 dicembre 1939 7 dicembre 1939 3 maggio 1940 3 maggio 1940 8 novembre 1940 18 dicembre 1940 14 febbraio 1941 25 aprile 1941 2 giugno 1941 5 agosto 1941 5 settembre 1941 3 gennaio 1942 19 gennaio 1942 29 marzo 1943 9 novembre 1944 12 settembre 119451 8 marzo 1946 1 giugno [l9461

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Nota redazionale

Le lettere sono state riprodotte integralmente e fedelmente dagli originali, lasciando invariate anche le citazioni bibli~~rafiche non sempre uniformi (ad es. le riviste). È stato posto in nota o omesso solo ciò che alterava I'omogeneith del testo (data, indirizzo, intesta- zione della carta del mittente).

Le lettere sono state numerate dal curatore seguendo l'ordine cronologico. Nei casi in cui H. Wickham Steed trasmette a Luigi Sturzo una lettera a lui indirizzata e relativa agli interessi di Sturzo, è parso però opportuno invertire l'ordine cronologico esterno per rispettare quello logico e cronologico interno allo scambio epistolare.

Le lettere qui pubblicate di H. Wickham Steed sono quelle ritrovate tra le carte di Sturzo fino ad oggi inventariate.

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15 aprile 19252

Dear Sir, Ho visto su The Review of Reviews3 i tratti della mia conferenza, riuniti in un

articolo4; ed è superfluo dirle quanto la cosa mi abbia fatto piacere, sia per l'importanza della Rivista, sia per il modo come il mio pensiero risulta chiaro e genuino.

Di ciò vivamente ringrazio Lei, che si è data la pena di leggere e ridurre e dare forma inglese alla mia ben lunga Conferenza.

Desidero, pertanto, vederla. Potrei venire da Lei a casa, sabato o lunedi in qual- siasi ora. La prego quindi di fissarmi l'appuntamento.

Mi creda, con i più vivi omaggi

[L. S.]

1 Awertenza sui criteri seguiti nelle note. Se non indicato altrimenti, lettere e minute sono datate da Londra, senza intestazione. Si riportano in nota le intestazioni particolari o la mancanza di indicazione del luogo di provenienza. Le date desunte dal testo sono poste fra parentesi quadre. Per l'intestazione delle lettere di Steed si veda in@, nota 5. Per le lettere che recano solo il nome del giorno della settimana si è risaliti alla data quando sufficienti riferimenti interni lo consentono. Per ogni lettera si indica se manoscritta o dattilo- scritta e la lingua dell'originale. Per le minute si sottintende che siano manoscritte. Quando si tratta di mano- scritto, l'assenza della notazione 'a matita' indica che lo scritto è a penna.

2 Minuta in italiano intestata a mano: London 15 aprile 1925 St. Mary's Priory - 264, Fulham Road, S. W. 10. Giunto a Londra il 27 ottobre 1924, Sturzo fu ospite di Angelo Crespi per due settimane, trascorse qualche mese presso gli Oblati di S. Carlo nel quartiere di Bayswater e poi si trasferi nel priorato di Sr. Mary, la casa dei padri Serviti adiacente alla chiesa omonima in Fuham Road. Nella primavera del 1926 i Serviti gli fecero capire che doveva trovare altra sistemazione e furono esercitate su di lui gravi pressioni da parte del Cardinal Gasparri tramite il Cardinal Bourne e I'awocato Del Giudice, affinché rinunciasse in maniera pub- blica e 'spontanea' a qualsiasi interessamento nelle vicende politiche italiane. In cambio gli si offriva un confortevole posto di cappellano in un convento di Chiswick (zona ovest di Londra), ove avrebbe potuto vivere con la sorella gemella Nelina. La grave crisi fu risolta grazie alla comprensione di Nelina e alla genero- sità di Cicely Mary Marshall e di Barbara Baday Carter che accolsero Stuno come pensionante nel novern- bre del 1926. Tale sistemazione durò fino al settembre del 1940, quando Sturzo si trasferì in America. Nel luglio del 1933 Cicely, Barbara e Sturzo si trasferirono dall'alloggio sito al numero 213b di Gloucester Terra- ce ad una casa di nuovo acquisto sita al numero 32 di Chepstow Villas. Cicely Mary Marshall era una signori- na della medesima età di Sturzo e viveva con Barbara, che era nata nel 1900 e aveva perso il padre all'età di un anno e mezzo e la madre all'età di dodici anni. Sturzo aveva conosciuto Barbara tramite la St. Joan's Alliance - organizzazione femminista cattolica autonoma dalla gerarchia ecclesiastica - e cominciò servirsi di lei come traduttrice sin dal dicembre del 1924. Cfr. Ricordi difigure scomparse, in Luigi Sturzo, Sm'tti Storico-Politici (19261949), Opera Omnia, Terza Serie, Volume Quinto, Edizioni Cinque Lune, Roma, 1984, pp. 241- 242; De Rosa, Sturw mi disse, Morcelliana, Brescia, 1982, p. 100 e G. Farrell-Vinay, Sturw e Iinghilterra in AA.VV., Universalità e cultura nelpensiero d i Luigi S tum, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2001, pp. 18 1-223.

3 Su "The Review of Reviews" si veda il profilo biografico di Steed. 4 L. Sturzo, The Dortrine o f l i b w . A Second Italian Risorgimento, in "The Review of Reviews", n. 423,

aprile-maggio 1925, pp. 311-318. Come si evince dalla lettera, l'articolo era una versione in inglese del discorso pronunciato da S t u m a Parigi il 25 marzo 1925.

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16 aprile 19255

Caro don Sturzo, Sono contento che la mia versione della sua Conferenza le abbia piaciuto. Saremmo lieti di vederla a colazione Sabato alla una e mezza se Ella fosse libero.

Pregherò anche l'amico Rezzini6 di venire. Dev.mo Suo

Wickham Steed

2 giugno 19257

Caro don Sturzo, Ecco quattro esemplari della letterag. Uno è già partito, indirizzato al Primo

Aiutante di Campo di S. M. con preghiera di farlo vedere al Re. Un altro è stato spedito ad Aibertinis. Mi faccia sapere se avrà bisogno di altri esemplari.

Non ho ancora notizia della mia conferenza parigina. Dev.mo Suo

Wickham Steed

5 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Lansdowne House 7, Holland Park, W. 1 1 , Telepho- ne, Park 2347. Se non indicato diversamente, le lettere di Steed recano questa intestazione, che in seguito non sarà ripetuta nelle note.

6 Probabilmente Oreste Rezzini, nato a Schio nel 1880, corrispondente londinese del "Corriere della Sera" sin dal 192 1 . Redattore del medesimo quotidiano dai 1907, era stato corrispondente da Parigi durante la conferenza di pace. In una lettera a Gobetti, Angelo Crespi lo definì 'un mediocrissimo cervello'. Cfr. Con animo di liberale. Piero Gobetti e ipopohri. Cartem' 1918-1926, a cura di B. Gariglio, Centro Studi I> Gobet- - - ti, Franco Angeli, Milano, 1997, 102-103, nota.

7 Lettera manoscritta in idiano. 8 Presumibimente una lettera a Vittorio Emanuele 111. Cfr. The Conscience ofa King. A Lener to His Maje-

sty Victor Emmanutl 111. From Wickham S d , in "The Review of Reviews", n. 425, giugno-luglio 1925, pp. 498-505. Datata 7 giugno, festa dello Statuto e 25O anniversario dell'ascesa al trono di Vittorio Emanuele 111, la lettera prendeva le mosse dagli eventi del 1898 e dall'assassinio del re Umberto per esaminare in profondità la crisi in cui 1'Itaiia si dibatteva e fare appello al re quale garante delle libertà costituzionali perchi facesse w, dei suoi poteri per ripristinare la legalità e l'ordine. Dicendosi sicuro che l'Italia liberale sarebbe rinata, Steed poneva "un interrogativo fatale e sinistro . . . se questo secondo Risorgimento trionferà con o senza il nome di Vittorio Emanuele." Il "Times" commemorò il giubileo con un micolo del corrispondente da Roma che invece lodava Vittorio Emanuele per non aver firmato l'ordine della corte marziale nell'ottobre del 1922, evitando così una guerra civile e consentendo ai regime fascista di "cominciare su una base costituzionale". Cfr. "TheTimes", 6-6- 1925: The King oflrab Iubike to-morrou Dall'Italia il 6 luglio Gilardoni scriveva a Snuzo: "Nessuno di noi ha uascuraro l'articolo di Steed nella Review of Reviews e l'editoriale del T i e s n (cfr. SI, 2, p. 72).

9 Luigi Albertini (1871-1941), direttore del "Corriere della Sera" dal 1900 al novembre del 1925. Cfr. la

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19 giugno 192510

Caro amico, Le mando le poche righe che ho potuto scrivere per Salveminill. Non ne sono

soddisfatto, ma è tanto difficile di trovare degli argomenti che non gli farebbero più male che bene. In ogni modo, se questo "pensiero" non va, me lo dica e cercherò altra cosa.

La Lady Colefaxl2, che conosce il Salvemini, non è a Londra; ed il Nevinsonl3 che è a Londra non lo conosce. Faccio pratiche in altre direzioni, e, se avranno un risulta- to, non mancherò di farglielo sapere.

Dev.mo ed &.m0 Suo

Wickham Steed

voce curata da G. De Caro in Dizionario biograjco degli italiani, vol. 1, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1960, pp. 728-734. Aibertini aveva modellato "I1 Corriere della Sera" sul "Times", sia per il formato e la tecnologia, sia per l'orientamento. Egli e Steed si conoscevano bene. In una lettera a Salvemini del 1942 Sturzo allude a un pranzo con Albertini in casa Steed intorno al 1938. Simile allusione in una lettera a Mario Einaudi. Cfr. SI, 3, p. 69, Sturzo a Salvemini, 8 febbraio 1942, ma si vedano anche le lettere precedenti e suc- cessive, pp. 66-72; Luigi Sturzo-Mario Einaudi, Corrbpondenza Americana 1340-1944, a cura di C. Malan- drino, Olschki, Firenze, 1998, p.76, Sturzo a Einaudi, 16 gennaio 1942.

'0 Lettera manoscritta in italiano. 11 Gaetano Salvemini (1873-1957) era stato arrestato 1'8 giugno 1925 a Roma, per il suo coinvolgimen-

to nel giornale clandestino "Non Mollare", in seguito alla delazione di un tipografo già sotto arresto. I1 fatto ebbe larga risonanza. Ai Comuni vi fu una riunione per promuovere una campagna d'opinione a suo favore. Sturzo, Crespi e Steed raccolsero dichiarazioni di esponenti del mondo politico e culturale e Steed ne pub- blicò alcune su "The Review of Reviews". Salvemini fu processato in luglio e rilasciato prowisoriamente. in attesa della sentenza del suo accusatore. In ottobre sfuggi alla morte durante la campagna di terrore scatenata delle squadre fasciste fiorentine e prese la via dell'esilio che trascorse prima a Parigi e poi negli Stati Uniti, dove dal 1934 ricoprl una cattedra di storia a Harvard. Cfr. Gariglio, Con animo di liberale, cit., pp. 105-106; TheArrest ofProfesor Salvemini, in T h e Review of Reviews", n. 426, luglio-agosto 1925, pp. 42-44; Cuihn- ce by Faccism, Ibidem, n. 427, agosto-settembre 1925, pp. 140-143; G. Salvemini, The Terror in Florence. A Frucist Object Lesson, Ibidgn, n. 430, novembre-dicembre 1725, pp. 402-408.

12 Sybil Halsey, moglie di Sir Arthur Colefax. I1 suo era uno dei più importanti salotti politico-letterari di Londra.

l3 Henty Nevinson (1856-1941) fu corrispondente estero del "Daily Chronicle", del "Daily News" e del "Manchester Guardian", distinguendosi per i suoi servizi sulla guerra boera nel 1897 e per quelli sulla schia- vitù in Angola, pubblicati nel 1706 sotto il titolo A Mo& Slavey. Con la moglie Margaret partecipb al movimento suffragista e nel 1907 fondb col collega Henry Brailsford la Men? Leaguefor Wornenj Sufiagc. Nel 1909 Nevinson e Brailsford si dimisero dal "Daily Newsn quando il direttore del giornale rifiutò di condan- nare la pratica dell'alimentazione forzata delle suffragiste che facevano lo sciopero della fame. Escluso per le sue opinioni radicali dal gruppo dei sei corrispondenti ufficiali di guerra, si recò al fronte ugualmente, restan- do ferito durante lo sbarco di Gallipoli. Il suo reportage dell'evacuazione di Sulva Bay nel dicembre del 191 5 fu bloccato dalla censura per quattro mesi. Autore di molti libri, alcuni dei quali autobiografici, nel 1939 divenne presidente del Councilfor the Defence of Civil Liberties. Il figlio Christopher (1889-1946), pittore, si distinse come artista di guerra nei due conflitti mondiali. Cfr. The Encyclopedia ofthe British Press 1422-1772, a cura di D. Grifiths, Macmillan, 1992, p. 434.

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27 giugno 192514

Caro Amico, Ho scritto a Gardinerls per dargli il suo indirizzo ed anche per invitarlo a far

colazione con noi martedì venturo alla 1.15. Non so se potrà venire. Ma, in ogni modo, venga Lei. Ci sarà anche l'avvocato Mandic di Trieste, già segretario del comitato Jugo- slavol6, vecchio amico nostro e uomo fido. Conosce bene le condizioni laggiù ed intrat- -- tiene eccellenti relazioni cogli italiani ragionevoli.

Aff-rno Suo

Wickham Steed

'4 Lettera manoscritta in italiano. 15 Alfred George Gardiner (1865-1946). Direttore del quotidiano liberale "Daily News" dal 1902 al

1919. I1 "Daily News" era stato acquistato nel 1901 da George Cadbury che introdusse nuovi macchinari e ridusse il prezzo del giornale. Sotto la direzione di Gardiner la circolazione giornaliera sali da 30.000 copie nel 1902 a 800.000 nel 1915. Nel maggio del 1919 Gardiner fu costretto a dimettersi a causa del suo atteg- giamento critico verso il primo ministro Lloyd George. Dopo le dimissioni continuò a scrivere come giornali- sta indipendente. Nel 1923 pubblicò The Life of George Cadbuly. Cfr. The Encyclopedia of the British Press, cit., pp. 138,259.

16 I1 comitato jugoslavo, come quello cecoslovacco, era stato costituito a Londra nel 1915 su suggeri- mento di Steed in consultazione con il capo commissario di polizia, Sir Edward Henry e con l'assenso del Foreign Office. Lo scopo di questi comitati era da un iato il controllo degli emigrati slavi, e dall'altro il rafforzamento delle correnti favorevoli allo smembramento dell'impero austro-ungarico e alla formazione di governi democratici nazionali sulle sue rovine. Il comitato jugoslavo, presieduto dal croato Ante Trumbitch, nel luglio 191 7 negoziò con i leaders del governo serbo in esilio la dichiarazione di Corfù, che prevedeva la formazione d'un governo jugoslavo unitario. Nel dicembre del 1917, sotto gli auspici di Steed e W. R. Seton Watson si svolse a Londra una serie di incontri fra Trumbitch e altri membri del comitato jugoslavo e il generale Mola e altri italiani, fra cui Guglielmo Emanuei, il corrispondente londinese del "Corriere della Sera", allo scopo di superare l'impasse rappresentata dal trattato segreto di Londra del 1915. Tali incontri e i buoni uffici di Steed spianarono la via a negoziati semi-ufficiali fra rappresentanti del comitato jugoslavo e diplomatici itaiiani. Un accordo fu firmato il 7 marzo 191 8: l'Italia riconosceva la legittimità delle aspirazio- ni unitarie della Jugoslavia, e i due paesi si impegnavano alla cooperazione pacifica nell'Adriatico. Orlando e Sonnino durante la conferenza di pace di Parigi sconfessarono gli impegni presi. Seri dissensi sorsero poi fra il comitato jugoslavo e il consiglio nazionale jugoslavo, anch'esso presieduto daTrumbitch, e il primo mini- stro serbo, Pasitch, che non intendeva riconoscere pari diritti alle nazionalità non serbe in Jugoslavia. Uno spinoso compromesso fu raggiunto nel dicembre del 1918, quando Trumbitch fu nominato ministro degli esteri del governo di coalizione serbo-jugoslavo. Cfr. H. W. Steed, Through Thirty Eals - 1872-1922. A Per- sonal Narrative, Heinemann, London, 1924, vol. 11, pp. 41, 50-65, 94-101, 124-131, 165-185, 230-244, 261-263,266-281,325-335; C. Seton Watson, Czerhs, Pohs and Yugosslavs in London 1914-1918, in remi- gration politique en Europc aux XIXC et XX' siècks, (Rome, 3-5 mars 1988), Ecole Franpise de Rome, 199 1, pp. 277-293.

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4 luglio 1 92517

Caro amico, Mi permetto di presentarle il Signor Lacoste, amico nostro, che desidera veder-

la pel conto del suo giornale L'Echo & Paris. Egli vorrebbe eventualmente "intervistarla" sulla situazione in Italia e, in questo caso, le sottometterebbe il testo del suo articolo pri- ma di spedirlo a Parigi's.

Secondo le mie informazioni, le cose in Italia tornano abbastanza male pel "Duce". La situazione finanziaria e sovratutto quella bancaria diventa sfavorevolissima~~. In questo riguardo avrò forse ulteriori ragguagli fra giorni.

Dev.mo e aKmo Suo

Wickham Steed

Caro amico, Può venire a colazione domani (martedì) alla 1. e 30 ? Non ho avuto un

momento in questi ultimi giorni e non vedo la possibilità di vederla prima di giovedì se non può venire domani.

Ci dia una telefonata Aff.mo Suo

17 Lettera manoscritta in italiano. 18 Cfr. Mi., I , pp. 63-67. Cintemista, non pubblicata da "L'Echo de Parisn, comparve su "I1 Popolo" di

Roma il 22 luglio 1925. 19 Il ministro delle finanze e del tesoro De Stefani aveva perseguito il risanamento del bilancio dello stato

e una politica finanziaria, fiscale e salariale tesa ad incrementare la produttività e le esportazioni. Ne consegui una crescente dipendenza dail'importazione di materie prime che incise negativamente sulla bilancia dei pagamenti e sulla stabilità monetaria, incoraggiando la fuga dei capitali italiani ed esteri. In luglio Mussolini licenziò De Stefani e lo sostimì con Volpi di Misurata. Cfr. l'anicolo di S n i w citato nella nota precedente e D. Veneruso, LItalia farcista, Bologna, Il Mulino, 1996 (2a ed.), pp. 40-42,82-87.

20 Lettera manoscritta in italiano. A matita sul testo: 4/10.

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1 febbraio 192621

Caro amico, Ho parlato stasera colla persona. Egli ha combinato la cosa in modo che tutto

sarà in ordine domani. M . m o Suo

30 marzo 192622

Caro Amico, Ieri ho dato a Mr. Dingle la prima parte del libro23, con le sue correzioni dicen-

do che fra giorni avrei dato il resto. Egli si mostrò con me molto preoccupato per le pre- mure ed esigenze dell'editore, dicendo anche che questi era in diritto di applicarmi una multa. La cosa mi parve non solo esagerata, ma inesatta, anche ai termini del contratto, perché l'editore aveva consentita la proroga a fine marzo; e un piccolo ritardo di giorni non può avere alcun valore.

Mr. Dingle conchiuse che avrebbe parlato con l'Editore e se occorreva, avrebbe anche telefonato a Lei. Ho creduto opportuno riferirle l'accaduto per sua norma, dolente che io procuro a Lei (così buono e cortese con me) delle noie e del lavoro.

Ella mi saprà scusare.

2' Lettera manoscritta in italiano. 22 Minuta in italiano nella cailigrafìa di Luigi Smrzo, non firmata, senza indicazione di luogo. 23 L. Sturzo, Italy and facLrmo, translaced by B. Barclay Carter, with a preface by Gilberc Murray D.

Lin., London, Faber & Gwyer, 1926.

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Venerdì Sera [2 aprile 1926124

Caro amico, Bravo! finora. I1 Capitolo IX è eccellente. Poco o niente da correggere. Vado

avanti cogli altri. Faccia presto a ristabilirsi. M . m o Suo

Wickham Steed

13 aprile 192625

Caro amico, Eccole il Cap. X. Spero di poter mandare gli altri due alla Miss Carter prima di

Venerdì. Faccia un buon viaggio ed abbia cura di sé. L'importante è di guadagnare tem-

po senza permettere alla gente miope di intravedere che, aumentando la pressione e tra- sformandola in persecuzione religiosa, possono ottenere il loro scopo.

M.mo

Giovedi [l 5 aprile 1926126

Caro don Sturzo, Ecco i due capitoli corretti. La sua traduttrice è rimasta troppo fedele alla sua

frase italiana - una frase troppo lunga e parentetica per essere resa facilmente in inglese. Ne parleremo al suo ritorno.

Buon viaggio. In fretta M . m o Suo

H. W. Steed

24 Lettera manoscritta in italiano. A matita, sull'angolo superiore sinistro uno scarabocchio sbarrato nel- la grafia di Stuno, interpretabile come "telefn (telefonare o telefonato).

25 Lettera manoscritta in italiano. Per il contesto cfr. l'introduzione, pp. 9-1 1. 26 Lettera in italiano a matita.

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17 giugno 192627

Caro Amico, Le mando un mio studio sul diritto di guerra28. Se crede che (ridotto in quelle

parti che giudicherà superflue o eccessive) possa trovar posto nella sua Rivista, sarei lieto di vederlo pubblicato in Inghilterra. In ogni caso, mi interessa avere la sua opinione sul- l'argomento, che formerà il tema di un mio più largo lavoro.

Arrivederla martedì. Auguri distinti

22 dicembre 192629

Caro amico, Sono appena tornato da Berlino30. Riceverà due copie del Review of Reviews31

domani. Se mi telefona domani pomeriggio possiamo fissare un appuntamento. Che fa durante le feste natalizie?

M . m o Suo,

Wickham Steed

27 Minuta in itaiiano non firmata. 28 L>articolo fu poi pubblicato in "The Hibbert Journal" (in+, lettere 17 e 19). Cfr. per le versioni fran-

cese e tedesca: LS-MS, I, 1924-1928, p. 161, nota; Luigi Stum-Maurice Vaussard, Carteggio 1917-1958, a cura di E. Serra, Gangemi, Roma, 1999, pp. 8 e 41; L. Stum-M. Scelba, Cartegio (1923-1956, a cura di G. FaneUo Marcucci, Istituto L. S tum, Roma, 1994, pp. 95, 107.

29 Lettera dattiloscritta in inglese, eccetto "Caro amico" e "M.mo Suon. 30 Nel settembre del 1926, subito dopo l'adesione della Germania alla Società delle Nazioni, il dottor

Kiep, capo del dipartimento stampa della Cancelleria tedesca, tramite l'ambasciata tedesca a Londra, invitò Steed a pronunciare un discorso all'università di Berlino. Giunto a Berlino, Steed apprese che Kiep era stato nominato console a New York e che il suo successore, dottor Zechlin, non riteneva opportuno permettere a "un uomo pericoloson come Steed di parlare liberamente a Berlino. Di conseguenza Steed pronunciò il discorso in tedesco nel club privato 'Deutschen Gesellschaft' e in inglese nel dipartimento d'inglese dell'uni- versità. I1 discorso fu poi pubblicato integramente dopo la fine della seconda guerra mondiale dallo "Zei- tungn con un preambolo da cui derivano le notizie sopra riferite. I1 preambolo concludeva: "Questo discorso è di grande rilevanza politica. Il signor Wickham Steed compie un atto di grande gentilezza verso lo "Zei- tung" permettendoci di pubblicare queste pagine, ingiallite nella carta ma non nel contenuton. Cfr. mi. Archive, HWS1311926: Germany a d thefiture of Europe. Speech w r i m for delivey in the Great Hall, Berfin Universit): but nevu cklivucd. Dec. 1926(dattioscritto in inglese su carta di recupero che sul retro contiene dispacci d'agenzia stampa in tedesco e inglese relativi ad awenimenti militari tedeschi dell'escate del 1944).

3' " The Review of Reviewsn, n. 442, 15 nov. - 18 dic. 1926: In a Changing World. Freehm on Trial

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Caro amico, Venizelos33 vorrebbe fare la sua conoscenza. Ha letto la Review ofRevim34, ha

comperato il suo libro, e desidera parlarne con l'autore. Mi telefoni domattina se potrà venire a pranzo martedi sera verso le 8 - 8.15,

oppure giovedl a colazione, o giovedì sera. Allora combinerò con Venizelos. M . m o Suo

Wickham Steed

28 gennaio 192735

Caro amico, Le lettere mi sono state ritornate stamane. Le accludo. Promette di fare il possi-

bile benché le sue relazioni col suo antico ufficio siano necessariamente declinate. Deside- ra però che la stampa venga informata, da Lei e da altri, dimodoché ci possa essere un'ap- parenza almeno di opinione pubblica. Lavoriamo dunque.

Aff.mo Suo,

Wickham Steed

Looking Backwardc and Forward, dove Steed recensiva FrfS Years ofparliament dell'Earl di Oxford e Asquith, edito da Casse11 e Itdy and Fasrismo di Sturzo.

32 Lettera manoscritta in italiano. A penna, nella grafia di Sturzo, sull'angolo superiore sinistro: "telef" (telefonare o telefonato).

33 Eleuthérios Venizélos (Kania, Creta, 1864 - Parigi, 1936). Figlio di un rivoluzionario cretese deporta- to dal governo ottomano sull'isola di Siros, si laureò in legge ad Atene. Fu membro dell'assemblea nazionale cretese, leader di quel partito liberale e partecipò alla rivolta filo-greca del 1897, in seguito alla quale Creta ottenne l'autonomia. Fu ministro della giustizia (1899-1901) e varie volte leader del governo cretese. Nell'a- gosto 1910 fu eletto deputato del parlamento greco e nell'ottobre divenne primo ministro. Fautore dell'e- spansione territoriale della Grecia, nel 1912 formò la Lega balcanica, preliminare alle guerre balcaniche del 1912-13 che segnarono l'espulsione dei turchi dall'arcipelago egeo e dalla penisola balcanica. Allo scoppio della prima guerra mondiale Venizélos, favorwole all'intervento greco a fianco degli alleati, entrò in conflitto con re Costantino, filo-tedesco e anti-interventista. Nel 1917, in seguito a una rivolta militare organizzata da Venizélos, Costantino fu costretto all'esilio e la Grecia entrò in guerra a fianco degli alleati. Alla conferenza di pace di Parigi Venizélos ottenne notevoli ingrandimenti territoriali per la Grecia e per sé fama internazionale. Nel dopoguerra subì ripetute sconfitte, sia da parte del partito monarchico, sia da parte deU'da estrema del partito repubblicano. Tornato al potere nel 1928, fu sconfitto alle elezioni del 1932 e nel 1935 il fallimento di una rivolta anti-monarchia lo costrinse all'esilio a Parigi dove mori l'anno successivo.

34 Cfr. supra, lettera 14. 35 Lettera manoscritta in italiano.

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7 aprile 192731

Mio caro Sturzo, Sfortunatamente, il "Manchester Guardian" ha respinto il suo bozzetto37. In

compenso, il dott. L.l? Jacks38 pubblicherà il suo lungo articolo nel Hibbert Journal39, come può constatare dalla lettera allegata40. Ho chiesto al dott. Jacks di inviare le bozze di stampa direttamente a lei.

Cordiali saluti Suo,

Wickham Steed

28 marzo 192741

Caro Signore, Le siamo molto grati per averci inviato l'articolo di don Sturzo. Siamo sempre

lieti di prendere in considerazione i suoi scritti, ma questo non è adatto per l'ultima pagi- na del nostro giornale e, sebbene si tratti di un pezzo interessante, l'argomento trattato non è così attuale da poter essere incluso nelle attualità.

Cordialmente

I1 D' irettore pp. W. l? C.

36 Lettera dattiloscritta in inglese. 37 Cfr. la lettera successiva, 18. 38 Lawrence Pearsall Jacks (1860-1955). Dopo la laurea e il master conseguiti presso l'università di Lon-

dra, h pastore della chiesa Unitaria dal 1887 al 1903, quindi docente di filosofia presso il Manchester Colle- ge, Oxford, e rettore del medesimo College dal 191 5 al 1931. Diresse "The Hibbert Journal" dalla sua fonda- zione nel 1902 al 1947. Era amico di Paul Sabatier ed era in contatto con modernisti, riformatori religiosi e mistici indiani. Fu autore di numerossimi libri e articoli, nel 1948-50 tradusse le opere neo-testamentarie di Alfred Loisy. Cfr. Carte Sabatier, Centro Studi per la Storia del Modernisrno, Università di Urbino (in segui- to: CS-Urbino): B. 23, f. 5: Jacks, 22-5-1903, a Sabatier (chiede un articolo su S. Francesco); B. 37, E 2 (gen- naio 1907); B. 76, f. 4: Sabarier, 1-10-1920, a Jacks (ringrazia per ospidità a Oxford dove prese parte a un 'Summer School'); L. k Garrard, ad vocem, in Dictionary ofNationa1 Biograpb 1351-1960, a cura di E. T. Williams e Helen M. Palmer, Oxford Universiry Press, 1971, pp. 538-539; Who w a Who, vol. V, 195 1-1960, A.& C. Blacks, London, 1961, p. 574.

39 "The Hibbert Journal" era una rivista trimesuale di dibattito filosofico, teologico e religioso di ampio respiro. Fra gli autori ospitati negli anni 1920-30 vi erano M. D. Petre, A. Xi, R Murri, R Tagore, R Assaggioli, C. G. Montefiore, Aldous e Julian Hwley, G. Murray, R G. Collingwood, S. Pankhurst.

40 Cfr. la lettera 19. 41 Lettera damiloscritta in inglese su carta intesta= The Manchesrer Guardian, 3 Cross Street, Manchester.

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5 aprile 192742

Caro Sig. Wickham Steed, Ho letto l'articolo di don Sturzo con molto interesse e lo giudico di grande

valore. Sarò lieto di pubblicarlo nell'Hibbert e la ringrazio per avermelo inviato43. Presu- mo che l'autore sia lo stesso don Luigi Sturzo che fondò un partito politico in Italia. È estremamente chiaro nel presentare le sue idee.

Non ero a conoscenza del fatto che fosse in Inghilterra. Lo informerà lei a que- sto punto?

Cordiaimente L. E Jacks

9 giugno 192744

Caro amico, Ho parlato con il Sig. Colles, il redattore musicale del Times. Secondo lui, l'u-

nica rivista che potrebbe pubblicare il suo articolo è un periodico, il "Music and Letters," diretto dal Sig. A.H. Fox-Strangways, il critico musicale dell'Observer45. Colles ha trova- to affascinante la sua idea e ne parlerà al Sig. Fox-Strangways. Quando l'articolo sarà stato tradotto sarà meglio che mi faccia vedere la versione inglese prima di inviarla al periodico. Potrei cosl allegarvi una lettera di raccomandazione.

Aff.mo Suo

Wickharn Steed

42 Lettera manoscritta in inglese su carta intestata: The Hibbert Journal, Headington, Oxford, Editor: L. i? Jacks.

43 L. Sturzo, The modcrn conscience and the right of war, in "The Hibbert Journaln, vol. XXV, n. 4, luglio 1927, pp. 583-594. I1 22 febbraio 1927 Sturzo aveva tenuto una conferenza a Londra sul diritto di guerra. Cfr. LS-MS, I, 1924-1928, pp. 167, 174-175, 178. Sul "Hibbert Journai" Sturzo pubblicò in seguito: The Inner h4oruIig ofArt (vol. XXVII, n. 1, ottobre 1928, pp. 55-62); The Probkm ofEuropean Minorities (vol. XXWII, n. 1, ottobre 1929, pp. 136- 148); Maurice Blondeli La PensPe. The Philosopby of ' '~Élan Spirituel" (vol. XXXTV, n. 3, aprile 1936, pp. 341-356); TheNemesii ofPoliticuIImmorality (vol. XXXVI, n. 1, ottobre 1937, pp. 14-30). 4 Lettera dattiloscritta in inglese, eccetto "Caro amico" e "AEmo Suon. 45 Arthur H. Fox-Strangways (1859-1948). Dopo gli studi presso il Wellington e il Balli01 College,

Oxford, studiò pianoforte alla Hochschule di Berlino. Dal 1884 al 191 0 insegnò presso il Dulwich College e il Wellington College. Lasciato l'insegnamento, viaggiò in India, scrivendo in seguito l'autorwole opera Thr Music ofHindostan. Fu critico musicale dell'"0bserver" dal 1925 al 1939, dopo essere stato assistente di H. C. Colles, critico musicale del "Times". Nel 1920 fondò la rivista "Music & Lerrers" e la diresse fino al 1936.

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6 agosto [ 1927146

Caro amico, Al momento di partire, ricevo l'acclusa letterina del Sig. Fox-Strangways diret-

tore della rivista musicale. Egli accetta l'articolo47 ma non sa come descrivere la sua perso- na in modo da far impressione sui suoi lettori apolitici. Ci pensi, e eventualmente gli scri- va. Gli ho detto che lo chèque va indirizzato a lei che farà la parte giusta alla traduttrice.

Saluti rispettosi alla Sua gentilissima Sorella48. In fretta e furia Suo Aff.mo

5 agosto 192749

Caro Sig. Wickham Steed, Mi piacerebbe molto pubblicare l'articolo inviatomi da lei, ma credo che i

musicisti raramente si occupino di politica e che il nome 'Sturzo' significherà poco per loro e, se anche significasse qualcosa, essi subito escluderanno la possibilità che si tratti del leader popolare italiano poiché l'articolo compare in una pubblicazione musicale in Inghilterra - e per giunta in un inglese così buono. Potrebbe suggerirmi qualcosa da aggiungere al nome dell'autore che dia loro un'idea della sua identità e che sia, al tempo stesso, di suo gadimento? Potrei anche avere il nome dell'eccellente traduttore, dato che

Tradusse i leader di Schuben, Schurnann, Brahrns, Wolf e Strauss e contribuì cospicuamente alla terza edizione del Grovei Dictionary ofMusic and Musicians. Cfr. S. Wilson, ad vocem, in Dictionary ofNationa1 Biograpb 1941-1950, a cura di L. G. Wickham Legg e E. T. Williarns, Oxford Universicy Press, 1959, pp. 847-848.

46 Lettera manoscritta in italiano. 47 Si veda la lettera seguente. 48 Nel luglio del 1927 Nelina si recò in Inghilterra e soggiornò presso i Crespi (Woodend, Abbots Lan-

gley, Watford, Hertfordshire). A metà luglio Luigi e Nelina andarono in Cornovaglia. La vacanza estiva in Inghilterra non fu più ripetuta a causa del vento e del mare freddo e dal 1928 i due gemelli andarono in vacanza nel sud della Francia. Cfr. LS-MS, I, 1924-1928, pp. 197-205, lettere 138-155, in particolare la 138, in cui Luigi istruisce Mario di indirizzare le lettere per Nelina alla signora Crespi fino al 12 luglio, e la 146 a p. 201 (Luigi, Trescore, St. Merryn, Padsrow, 17-7-1927, a Mario, con scritto di Nelina).

49 Lettera manoscritta in inglese su cartoncino intestato: From A. H. Fox-Strangways, 38, Lansdowne Crescent, W. 11. Tel. No.: Park 4823 - Music & Lerters.

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di solito lo pubblico50? Quando sarà il momento invierò a lei l'assegno con il compenso, che potrà dividere come pensa sia giusto, a meno che non mi dica prima come dividerlo.

Cordialmente suo

A. H. Fox-Strangways Owiamente riceverà una copia della bozza.

15 agosto [l928151

Caro Amico, Posso disturbarla durante i suoi pochi giorni di riposo? Me lo perdoni: ma que-

sta volta non posso proprio farne a meno. Mi scrive Mr. Scadey Unwin quanto segue: [...l Pertanto nel sharing ~rofi ts Agreement [contratto di condivisione degli utili]

egli ha fissato per il 1 settembre prossimo la data "to deliver the Manuscript of the work ready for the publisher" [di consegna del manoscritto pronto per la pubblicazione].

Io ho risposto che non posso obbligarmi a tale data sia perché devo aggiungere la parte che riguarda il Patto Kellogg e sia perché è in revisione presso il Signor Steed. Ho soggiunto che Lei sarà a Londra la prossima settimana, e che sarà bene mettersi di accor- do con Lei stesso per la consegna (anche parte a parte) del Ms.

Ho inoltre qualche difficoltà con il contratto: 1) N. 4 suona così - (4. net profits ecc.). Date le difficoltà di vendita affacciate dall'unwin, io credo che ci ho poco da spe-

rare per il mio lavoro personale. Ma non vorrei per giunta pagare in perdita la traduzione, altre spese di dattilografia, libri ecc.; cosi ho chiesto ad Unwin che mi garantisca 50 pounds.

Io non so se cib sarà ossi bile e in ogni caso desidero il suo parere. 2) Inoltre nel N. 3 è detto che il publisher have the exclusive licence to print

and publish the work, or any part thereof, in the English language throughout the world

50 Cfr. L. Stuno, Ajer "The Ringn- A Callto Genius, in "Music & Letters", vol. VIII, n. 4, ottobre 1927, pp. 418424. L'articolo, pubblicato senza notizie sull'autore o sul traduttore, partiva dal1'"Anello dei Nibe- lunghi" di Wagner ed esponeva le ragioni musicali e poetiche di un'epica drammatico-musicale del ciclo biblico e cristiano. Sturzo faceva appello a un compositore di genio e al tempo stesso esplicitava la struttura e l'ideazione del Ciclo dplh Creazione. Dal carteggio fra Luigi e Mario apprendiamo che il 10 marzo 1927 Luigi si era recato a Cambridge "per una conferenza sulla musica", dove pronuncib un discorso. Forse esso era all'o- rigine dell'articolo. Cfr. LS-MS, I, 1924-1928, p. 183, lettere 117 e 118, Luigi a Mario, 10 e 13 marzo 1927. Nel 1927 Sturzo pubblicb un altro articolo di argomento musicale: Italian Opera, in "The Contemporary Reviewn, vol. CXXXII, luglio 1927, pp. 66-74.

51 Minuta in italiano non firmata, senza indicazione di luogo, ma scritta a Hyères. Si riferisce a L. Stur- zo, The International Community and tbc Right ofWar, Scanley Unwin, London, i 929.

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[l'editore ha il diritto esclusivo di stampare e pubblicare il lavoro, o quaisiasi parte di esso, nella lingua inglese ovunque nel mondo].

Io vorrei togliere la frase or anypart thereof - e vorrei riserbarmi gli Stati Uniti di America.

Non ho scritto ciò a Mr. Scadey Unwin, perchd prima desidero il suo parere. Purtroppo non sono molto fortunato con questo mio lavoro, ma riconosco che in parte è colpa mia, e per il soggetto e per il modo di svolgerlo. Sarò contento che si pubblica.

Io sono con mia sorella qui al bel sole, bel caldo, bel mare, bella pineta - un vero incanto; (La Plage d'Hyères) - spero che tutto ciò mi giovi un poco a rifarmi in salu- te. Noi contiamo restare qui sin d a fine di agosto - o ai primi di settembre. Mia sorella la saluta tanto e si unisce a me nel ringraziarla per le cortesie affettuose di che mi colma. Ella desidera essere ricordata a Madame Rose52 in particolare.

Mi creda aff.mo

18 agosto [l928153

Caro amico, Bisogna ch'io parli con Scanley Unwin prima di darle un consiglio. Lo farò

appena tornato a Londra mercoledì o giovedì venturo. Può darsi ch'egli voglia accettare la sua proposta per le 50 pounds ma dubito che accetti nello stesso tempo l'esclusione degli Stati Uniti. Sarà impossibile di dargli il manoscritto pel lo Settembre; senza un capitolo sulla proposta Kellogg il suo libro sarebbe monco. E siccome c'è poca speranza di lauti guadagni, non vedo il vantaggio di in fretta e furia. In ogni modo le scriverò dopo aver visto Unwin, o proverò di combinare qualche cosa prima della mia partenza per Ginevra il 5 Settembre.

52 Clémence Rose. Si veda il profilo biografico di Steed. 53 Lettera manoscritta in italiano da L'Arcouest, localicà della Bretagna dove Steed usava andare in

vacanza (l'intestazione solita 6 posta fra parentesi). Appunto di Sturzo sotto la firma di Steed: "2118 scritto a Steed - trascrivendo la lettera di Scanley Unwin". The International Community and the Right of War uscì il 5 aprile 1929 (vedi lettera successiva). Da tre lettere di S t u m a Barbara (ALS, t320A, cc. 39; 34; 36: 213b Gloucester Terrace, 1 ottobre [1928], 17 ottobre 1928,23 ottobre 1928) apprendiamo che S t u m si era in seguito impegnato a consegnare il manoscritto definitivo all'editore il 1 novembre 1928. Le modifiche e le aggiunte ammontavano a circa 5000 parole. Ai primi di ottobre Barbara era in Germania, in visita al suo cucore americano ed era impegnata col suo libro su Dante, quindi Sturzo, non osando disturbarla mandan- dole il manoscritto, le chiese di autorizzarlo ad usare un'altra traduttrice, Miss Einthoven. La traduzione fu rivista da Steed. S t u m notava che l'amico a volte faticava ad afferrare le sfumature del suo pensiero, ma quando Scum gli era vicino e spiegava, andava tutto bene. L'abilità linguistica di Barbara era apprezzata: "...le debbo aggiungere con piacere che tanto Scanley Unwin quanto mr Steed hanno trovato la traduzione molto buona, salvo a rivedere con Steed alcuni punti e certe frasi tecniche.. ." (m, f32OA, C. 39.: 1 ottobre [1928]).

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Siamo lieti di aver notizie così buone delle sue vacanze e di saperlo accanto alla carissima sorella. La salutiamo affettuosamente. Anche qui abbiamo avuto bel tempo e ci siamo riposati. Ne avevamo veramente bisogno.

M . m o Suo

Wickham Steed

23 giugno 192954

Carissimo Amico, Ho riletto il discorso55 di S. Ecc. Titulescu56 e mi sono convinto che egli prima

di scriverlo abbia letto il mio libro (almeno in parte) e ne abbia utilizzati qua e là idee e frasi57.

Che non si tratti di semplici coincidenze, basta a dimostrarlo l'accenno al tri- nomio: Legge Potere e Forza, sul quale è basata una parte non indifferente del mio cap. 2", il quale e nella forma e nelle idee può dirsi schiettamente originale.

Ciò non ostante, io non credo in questo primo stadio della vertenza, di discute- re la cosa in pubblico, ma di trattarla amichevolmente. E sotto questo aspetto io potrei accettare l'idea58 che S. E. Titulescu trovi una qualsiasi occasione per scrivere una lettera alla R. of R. - nella quale abbia un benevolo accenno al mio libro e all'originalità di certe vedute in esso contenute, riguardo la Comunità Internazionale, la guerra e il diritto di natura. M'interessa in modo speciale che o dal contesto della lettera o da una nota della Rivista venga a mettersi in luce che il mio libro è apparso il 5 aprile U.S.

Come Lei vede, in questo stadio di trattative amichevoli, io arrivo a non domandare nessun riferimento esplicito al discorso di S. E. Titulescu59. Ho fiducia che

54 Minuta in italiano intestata a mano: 213 B Gloucester Terrace London W2. 55 Cfr. N. Titulescu, The Dynamics ofPeace in "The Review of Reviews", n. 473, 15-6-1929, pp. 468-

477. Era la versione inglese di un discorso pronunciato da Titulescu nel Reichstag tedesco il 6 maggio 1929. 56 Nicolae Titulescu (Craiova, Romania, 1882 - Parigi, 1936). Laureatosi in legge a Parigi, fu docente

presso le università di Iasi e Bucarest. Eletto deputato del parlamento romeno nel 1912, fu ministro delle finanze (1917, 1920-21), ministro degli esteri (1927-28, 1932-36), ambasciatore a Londra (1929) e presi- dente dell'Assemblea generale della Società delle Nazioni (1930 e 1931). Fu fra i negoziatori del trattato di Trianon e uno degli architetti della Piccola intesa e dell'Intesa balcanica. In seguito all'awicinamento della Romania d a Germania di Hitler, nel 1936 Titulescu fu costretto a dimettersi e si ritirb in Francia dove morl dopo breve tempo.

57 Segue una frase cancellata: "Niente di meraviglia in cib; a me sarebbe bastato che egli avesse accennato ai mio libro o ne avesse citato quaiche passo. Da parte mia sono convinton.

5s La frase originale, cancellata era: "Per cui, io non desidero altron. 59 Cancellato: "ed è una concessione".

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questo mio contegno venga convenientemente apprezzato; poiché io spero che Lei60 tro- verà modo di risolvere la vertenza, amichevolmente e onoratamente per entrambi.

Ringraziamenti e cordiali saluti Dev.mo e &.m0

5 giugno 193162

Caro Sig. Wickham Steed, Mi dispiace molto che don Sturzo pensi di avermi offeso. Santo cielo, no! Era sola-

mente una brutta giornata. Siamo sommersi da articoli non richiesti e rifiutiamo in conti- nuazione quelli buoni. Owiamente è una faccenda spiacevole, ma alquanto inevitabile.

Secondo ciò che ricordo, l'articolo di don Sturm era uno di quelli buoni che non potevano essere inseriti. Quando lo vede, sia così gentile da riferirglielo. Con i mi- gliori saluti

Cordialmente Suo

L. I? Jacks

17 giugno 193163

Caro Amico, Eccole il documento che il Signor Marriott volle che accettassi. Lo tenga nel

suo archivio. M. mo Suo

60 Cancellato: "come amico comune". 61 Sotto la firma, l'indirizzo londinese di Steed; sul primo foglio della minuta un appunto: "Giugno

1930 Titulescu ebbe con me un colloquio e si giustificb perchi non aveva citato il mio libro dai quale aveva tratto alcuni elementi."

62 Lettera manoscritta in inglese su cara intestata: Great Stones, Headingron, Oxford. 63 Lettera dattiloscritta in itaiiano.

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Una rettifica64

A pagina 2 del nostro numero dello scorso venerdi, 5 giugno, abbiamo pubbli- cato un comunicato del nostro Inviato Speciale a Roma, il Sig. C.J. Ketchum, sotto il titolo:

ESILIATO IN UN MONASTERO INGLESE. DRAMMA DEL CONFLITTO CON MUSSOLINI. PRETE CHE CAPEGGIO UN PARTITO DI 300.00065.

Ci rammarichiamo di dichiarare che questo comunicato travisava gravemente i fatti, come abbiamo in seguito appurato, e conteneva infondate calunnie sul Rev. don Luigi Sturzo, i'ex leader del Partito Popolare Italiano.

In particolar modo, non è vero che don Sturzo viva o abbia vissuto in "solitario ritiro in un monastero Gesuita in Inghilterra"; non è vero che don Sturzo sia "l'uomo più di tutti responsabile dell'attuale pericoloso impasse tra il Vaticano e Mussolini"; non è vero che "con l'ingresso di don Sturzo nella scena politica Italiana nel 1919 sia realmente iniziato il conflitto che da allora si è scatenato a fasi alterne nonostante il Concordato tra Chiesa e Stato"; non è vero che dopo il trionfo del Fascismo "il movimento di Sturzo ... divenne una società segreta"; non è vero che, dopo il Concordato, il movimento di don Sturzo "venne allo scoperto e, sotto la protezione dell'organizzazione religiosa Azione Cattolica, formò associazioni per scopi sia religiosi sia politici"; non è vero che don Sturzo sia stato partecipe di alcun "intrigo" portato avanti all'interno del Vaticano.

D'altra parte è vero che don Sturzo entrò nella vita politica italiana, sia munici- pale sia provinciale, sin dal 1899; che fondò il Partito Popolare nel 1919 e ne fu a capo fino a quando il partito fu sciolto dal governo fascista nel 1926; che nel 1921 non meno di 107 deputati della Camera Italiana appartenevano al Partito Popolare; che l'intero per- corso politico di don Sturzo è stato caratterizzato dalla franchezza, e privo di ogni tipo d'intrigo; ch'egli si dimise dall'Azione Cattolica nel 1918, prima di fondare il Partito Po- polare, e da allora non ebbe più alcun rapporto con l'Azione Cattolica; che don Sturzo non {intromise nelle questioni tra il Vaticano ed il governo Fascista; che in Inghilterra don Sturzo è stato ed è attualmente impegnato in lavori letterari, e ciò è dimostrato dai suoi articoli pubblicati da riviste inglesi e dai suoi libri "Italy and Fascism" e "The Inter- national Community and the Right of War".

64 Due documenti sostanzialmente identici: una minuta nella grafia di Steed, su carta non intestata, e una copia dattiloscritta, entrambe in inglese, senza data intestazione, firma o luogo di stesura. Nel dattilo- scritto, la parola 'Cattolica', diventa 'Catholica'. Una ritrattazione non identica nella forma ma sostanzial- mente uguale nella struttura e nel contenuto fu pubblicata nel "Daily Express" del 17 giugno 1931: Vaticun Shugqle with Musolini. A Correction. In ALS vi è un altro dattiloscritto, in inglese, su carta semplice senza data, intestazione, firma o luogo di stesura, sul medesimo argomento (f. 474, c.6). Esso contiene errori di fat- to ed è sostanzialmente dissimile dalla ritrattazione pubblicata nel "Daily Express" del 17 giugno 193 1. Per tali motivi non è stato incluso in questa raccolta. Cfr. anche ML, 4, pp. 14-17: La dzffamazionc in Inghilterra ("L'Auben, 26-3-1937). L'episodio è raccontato nell'Introduzione.

65 Cfr. UDaily Express", 5-6- 193 1 : &i&d in an Englib Monastny. Drarna of confin with Mussolini. Priest Who Leda Pany of 300,000. By C.J. Ketchum, "Daily Express" Special Correspondent.

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I1 Daily ExpressG desidera affermare questi fatti ed offrire le proprie scuse a don Sturzo per aver inawertitamente gettato immeritevoli calunnie su di lui.

30 ottobre 193 167

Dietro sua presentazione portai a V. Gollancz68 il mio poema drammatico dal titolo "The cycle of Creation" proponendo una edizione di lusso, numerata, con il testo italiano da un lato e la traduzione inglese dall'altra, con delle illustrazioni in margine o intercalari, fatte dall'artista G. Hynes69.

Gollancz rispose il 13 Luglio con lettera diretta a G. Hynes (nella mia assenza) così formulata.

[...l Compresi che la crisi che veniva sull'Inghilterra da una parte e forse la troppo

ambiziosa idea di pubblicare i due testi con le illustrazioni dall'altra fecero dichiarare impossibile l'affare. Oggi ho cambiato idea.

Pubblicherò il testo italiano con una prefazione in francese fatta da un noto scrittore, a Parigi presso Bloud et Gay; e qui pubblicherò solo la traduzione inglese, con o senza illustrazioni, secondo potrà convenirsi con un editore.

Sotto questo nuovo profilo vorrei ripresentare la cosa a V. Gollancz. (Nessun altro fin oggi ha visto il mio lavoro).

Può Lei farmi il favore di interpellarlo, prima che io tenti qualche altro editore? È molto seccante per me dover fare il giro di parecchi editori con il manoscritto

sotto il braccio come a domandar l'elemosina.

66 I1 "DaiIy Expms" era stato fondato nell'aprile del 1900 da C. Arthur Pearson. Nel 1910 Pearson si ritirò e il direttore, Blumenfeld, ottenne aiuti finanziari da Max Aidcen (poi Lord Beaverbrook) per salvare il quotidiano dala bancarotta. Beaverbrook acquistò il controllo completo del "Daily Express" nel 1917; nel 1919 lanciò il "Sunday Express" e nel 1923 acquistò ll"Evening Standard, creando un impero editoriale riva- le di quello dei fratelli Harmsworth che controllavano il "Times", il "Daily Mail", il "Daily Mirror", 1'"Eve- ning News", il "Weekly Despacth" e 1'"Observer". Alla morte di Beaverbrook nel 1964 il "Daily Express" andò in declino ma soprawive tuttora. Cfr.: The Encyclopedia of the British Press, cit., pp. 183,292-293.

67 Minuta in italiano senza indicazione di luogo. 68 Fondata nel 1928, la casa editrice Victor Gollana contò fra i suoi autori Daphne Du Maurier, George

Orwell, Ivy Compton-Burnett, Dorothy L. Sayers, Franz Kafka, A. J. Cronin, H. G. Wells, Karl Polanyi. Rimase indipendente fino al 1992, quando fu acquisita dalla casa editrice Cassell, fondata nel 1848.

69 Gladys Hynes, amica di Barbara Barclay Carter, cirara spesso nelle lettere di Smrzo a Barbara. In una lene- ra a E. I. Watkin del 10 dicembre 193 1 Barbara parla di una magnifica illustrazione in bianco e nero eseguita da Gladys e di un fidico tentativo con l'editore Dent. Un altro tentativo con l'editore cartolico Sheed & Ward, cui Barbara accennava nella medesima lettera, andò pure a vuoto, come si apprende da una lettera del 14 settembre 1932 in cui S m chiedeva a Warkin di parlare del Cicb &h mazione nel "DubEn Review". (Le suddette lettere h o parte dell'archivio privato di E.I. Watkin. Ringrazio Magdalen Goffin di averniene concesso visione).

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4 novembre 193170

Caro amico, Ecco quello che mi scrive Gollancz. Bisogna dunque cercare altrove. M. mo Suo

Wickham Steed

3 novembre 193171

Caro Sig. Wickham Steed, Molte grazie per la sua lettera. Temo tuttavia di non essere grandemente attrat-

to dai Poema e, anche se non c'è niente di più facile a questo mondo che sbagliare su una cosa di questo genere, non fu tanto la forma proposta quanto il poema stesso a farmi arri- vare alla mia decisione.

Con molti ringraziamenti Cordialmente

V. Gollancz

3 marzo 193372

Caro Amico, Torno all'istante da Parigi et trovo la sua lettera colla tristissima notizia della -

morte del povero Ferrari73. Temevo che il suo stato fosse disperato, che telefonai merco-

70 Lettera dattiloscrina in italiano. 71 Lettera dattiloscrina in inglese su carta intestata: Victor Gollancz, Ltd., 14 Henrietta Street, Covent

Garden, W. C. 2, London. La frase "I was not myself vev gready attracted to the Poem" sottolineata a mati- ta, probabilmente dalla mano di Sturzo.

72 Lettera manoscritta in italiano. 73 Su F. L. Ferrari cfr. Dizionario storico delmovimcnto cattolico in Italia, 1112, pp. 201-205. Sturzo aveva

appreso la notizia della sua morte per telefono il 2 m a m . Cfr. Barbara Barclay Carter, 213b, Gloucester Ter-

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ledì al dott. Salentani per chiedere il permesso di fare una visitina all'arnmalato, ed egli mi disse che sarebbe cosa impossibile, non avendo potuto il Ferrari sopportare neanche la presenza della moglie nella sua stanza. Pregai dunque il Salentani di informarlo subito. Disgraziatamente doveva essere l'annuncio della morte.

Scriverò d a Signora. Se crede che alcune centinaia di franchi possano essere di qualche utilità in queste tristi circostanze sarei contento di fare quel che posso. Ma preferirei mandare il piccolo sussidio a Lei piuttosto che d a povera moglie. Mi telefoni domani.

M. mo Suo

Wickham Steed

18 marzo 193374

Monsieur, Je crois que c'est pour rehausser les tons que dans votre article d'hier (du 17

mars) "En voilà assez!" que vous vous etes servi de la phrase suivante: "LItalie à cette +o- que (après la guerre) était trèspeu dP chose: une nation pauvre, sans ressources, financières ni économiques, sans rayonnement".

Je me permets de vous rappeler que 1'Italie d'avant-guerre avait su surmonter ses crises financières et économiques et qu'elle possédait une monnaie qui faisait prime sur l'or: que malgré la pauvreté de ses ressources, elle s'était créé une industrie et une agri- culture qui travaillaient pour l'exportation. Ce fut avant la guerre qu'elle gagna ses colo- n i e ~ africanes, au prix de sacrifices de sang et d'argent, et nonobstant I'hostilité francaise. Ce fut alors qu'elle surmonta son isolement diplomatique par moyen de la Triple-Allian- ce, tout en conservant et en consolidant I'amitié et I'entente avec l'Angleterre et la France. Ainsi pendant plusieurs années I'Italie fut un élément d'équilibre en Europe, comme la France put constater à plusieurs reprises, et surtout à la Conférence d'Algésiras.

Quand I'équilibre fut rompu, au mois de juillet 1914, 1'Italie n'hésita pas de briser ses liens avec 1;s Empires ~ e n i r a u x et à proclaAer cette neutralité si bienveillante envers la France, qu'elle lui permit de concentrer toutes ses forces armées sur le front

race, 28 febbraio 1933, con post-scriptum datato 'Thursday" (giovedì 2 marzo), a E. I. Watkin (Archivio pri- vato E. I. Watkin). Steed aveva pubblicato sul "Review of Reviews" un articolo di Ferrari: Aur& and the Pea- ce ofEurope. Symptomand Tendencies (vol. m, n. 480, 15-1-1930, pp. 41-44). Un aitro articolo di Ferra- ri: The Chnhian Workers' Intmational fu pubblicato in "The Contemporary Reviewn, vol. CXLI, aprile 1932, pp. 493-501.

74 Lettera dattiloscritta in francese non firmata, con intestazione dattiloscritta: 213B, Gloucester Terra- ce, London, W. 2., con correzioni a penna nella grafia di Steed. Sul margine in aito a sinistra un appunto manoscritto: "Copia corretta della lettera mandata. HWS." Si tratta deUa 'Lettre ouverte a H. de KeriUU, pubblicata su "La libertà", Parigi, 13 aprile 1933. Cfr. ML, 2, pp. 196-201. Vi sono alcune discrepanze fin- guisciche fra il testo del damloscritto e quello riprodotto nella Miscellanea Londinese.

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nord-est et du nord, et ainsi de tenir en échec I'arrnée allernande. Et ce fut cette meme Italie, que vous qualifiez cornrne "très peu de chose", qui entra en guerre à c6té de 1'En- tente, qui eut plus d'un demi-rnillion de rnorts et plus d'un million de blessés, et qui put dépenser presque cent rnilliards de lires. Et sans cette "très peu de chose" est-il bien cer- tain que la France serait restée, comrne vous écrivez, "la grande nation victorieuse de 1919".

Cette rnerne Italie pre-Fasciste accornplit ainsi son unification, en portant ses frontières au Brenner et au Mont Nivoso; elle conclut le Traité de Rapallo avec la Yougo- slavie, et elle obtint la parité navale avec la France à Washington.

Quant à la visite de Mac Donald à Rorne qui vous irrite tant, je me perrnets de vous rappeler que dans d'autres temps (sans parler de l'empereur allernand du tsar des Russies) le Président Loubet alla i Rorne, rnalgré les protestations du Vatican et le mécon- tentement des catholiques francais. Du reste, les visites des ministres sont devenues une pratique normale des gouvernernents. Cornbien de fois M. Mac Donald n'a-t-il pas été à Paris? Et M. Lavai, n'alla-t-il pas à Washington? Et M. Briand à Berlin? Tant M. Briand que M. Tardieu seraient allés à Rome si la politique de M. Mussolini avait rendu oppor- tuns leurs voyages. Et les visites à Rorne seront nécessaires aussi longtemps que M. Mus- solini maintienne le ferme propos de ne pas sortir de I'Italie.

Que la politique de i'Italie, et avant et après la guerre, soit étroitement liée à celle de lYAngleterre, voilà une nécessité réciproque, et pour l'une, et pour l'autre - néces- sité dont la France devrait se rendre compte -, que M. Mussolini ou un autre soit au pou- voir. Veuillez agréer, monsieur, mes sentiments dévoués.

23 inarzo 193375

Cher Monsieur, Je rn'excuse d'&re si en retard à vous renouveler rnes remerciernents pour l'ad-

mirable conférence que vous avez fait au Cours d'orateurs, qui a tant intéressé mes jeu- nes camarades et qui a causé dans beaucoup de rnilieux de Paris un très vif intéret.

75 Lettera dattiloscritta in francese su carta intestata: Centre de Propagande des Républicains Nationaux - Pour la lutte contre le Socialisme et le Communisme - Direction à "L'Echo de Paris" - 6, Place de l'Opéra - Services Generaux, 102, Rue Amelot, Paris IX. Sul margine inferiore a sinistra, un appunto a penna nella gra- fia di Steed: "Ecco la "risposta" da Kerillis. HWS".

Henri Adrien Calloc'h de Kérillis (1889-1958). Si distinse come aviatore nella prima guerra mondiale. Iniziò l'attività politica nei ranghi della destra negli anni '20, assumendo la direzione de "L'Echo de Paris" e fondando il Centre dr Propagad &s RPpublicainsNatianaudlo scopo di unire la destra nazionale e liberale. Presentatosi senza successo alle elezioni del 1926 e del 1932, nel 1936 Fu eletto deputato di Neully-sur-Seine. Denuncib il pericolo nazista nel libro Franpis, voici la guerre! del 1936, difese l'indipendenza cecoslovacca alla Camera e sul giornale "L'Époquen sin dal 1937, sostenne il riarmo e la necessità di un'alleanza con l'Unio- ne Sovierica. Nel 1938 fu l'unico deputato di destra che non vorb a favore del trattato di Monaco. Nel 1940

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Je me permets de vous envoyer ci-joint la lettre que m'a ecrite le Ministre des Postes et Télégraphe à la suite de I'enquète qu'il a prescrite pour définir les conditions dans lesquelles la transmission de votre conférence avait été retardée. Cette lettre appelle des reserves sur lesquelles je n'ai pas besoin d'insister.

En ce qui concerne la lettre que vous m'avez transmise de M. Luigi Sturzo, j'en ai donné communication au Directeur de 1'Echo de Paris. Je doute toutefois qu'elle soit publiée malgré I'importance de I'auteur. Je n'ai rien écrit qui puisse blesser un Italien. Bien au contraire puisque j'ai signalé, dans mon article, le redressement considérable de 1'Italie depuis dix ans. Une discussion pour connaitre la mesure de ce redressement est inutile et sans intértt. Le seul fait qu'il existe importe.

Encore une foie, cher Monsieur, je vous redis mes sentiments de très vive sym- pathie at je vous prie de croire à toute ma reconnaissance.

Henri de Kerillis

20 aprile 193376

Caro Amico, Ecco la risposta di Sir John Murray77. Converrebbe, credo, rifare le prime pagi-

ne dell'articolo in modo di impostarlo diversamente, e di introdurre l'argomento in una maniera più generale. Pei lettori inglesi è importante di spiegare le cose le più elementari.

Aff.mo Suo

Wickham Steed

appoggiò la nomina di De Gaulle nel governo Reynaud. Nel 1942 si rifugiò negli Stati Uniti e nel 1943 rup- pe con De Gaulle, abbandonando l'attività politica. Morì a New York Cfr. Ph. Masanet, ad vocem, in Dic- tionnaire dr I'HLrtoire dr France, diretto da J.-F. Sirinelli e D. Couty, Armand Colin, 1999, p. 853. Era fra i fir- mami del "Manifesto" pubblicato da Maritain nell'estate del 1942. La cosa disturbò S t u m che era poco convinto della difesa che gliene fece Maritain, cfr. Luigi Stum-Mario Einaudi, Cor+po&m Americana, cit., p. 157, S t u m a Einaudi, 25 luglio 1942.

76 Lettera manoscritta in italiano. n Sir John Murray (1884-1967). Direttore del "Quarterly Review", discendente dell'edinburghese John

Murray Senior (1745-93), fondatore dell'omonima casa editrice tuttora esistente, e di suo figlio John Murray Junior (1778-1843), che fondò "The Edinburgh Reviewn e "The Quanerly Review". Cfr. Who was Who, vol.VI, 1961-1970, A& C. Blacks, London, 1972, p. 818; ThrEncyclopedia ofthcBritishPress, cit., p. 431.

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19 aprile 193378

Caro Sig. Steed, Grazie per la sua lettera di ieri riguardante l'articolo di don Luigi Sturzo. Un

articolo veramente buono che illustri il parallelo tra il fascismo italiano e l'hitlerismo tedesco potrebbe certamente interessare i nostri lettori, ma ovviamente non posso aggiungere altro finché non l'avrò visto. Se l'autore lo farà tradurre in inglese, e purché non superi le 5.500-6.000 parole, saremo pih che lieti di prestargli la più attenta conside- razione.

Cordialmente

John Murray

1 l maggio 193379

Caro Sig. Steed, Mille grazie per la sua lettera di ieri con accluso l'articolo di don Luigi Sturzo

che trovo interessante e credo lo sarà anche per i nostri lettori. Saremo lieti di pubblicarlo, purché ci sia concesso di dare una "rifinitura" al

testo. Speriamo di pubblicarlo a luglio o al massimo ad ottobre80. Cordialmente

John Murray

A chi devono essere mandate le bozze di stampa?

78 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: The Quarterly Review, Founded 1809, 50, Albemar- le Street, London, W. 1.

79 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata come quella della lettera precedente. La domanda finale è manoscritta.

80 Cfr. L. Sturzo, Facism and Nazinn, in "The Quarterl~ Review", n. 5 17, luglio 1933, pp. 162-176. Sturzo ricevette 14 sterline come compenso. Cfr. ALS, f. 413, C. 20: J. Murray a Sturzo, 10-7-1933.

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12 maggio 193381

Caro Sir John Murrayg*, Sono lieto che lei trovi interessante l'articolo di don Luigi Sturzo e che abbia

intenzione di accettarlo. Egli certamente non avrà alcuna obiezione riguardo ad una rifi nitura del testo,

a patto sempre che il significato non venga alterato. Tutto ciò ch'egli scrive è soggetto ad essere letto con la lente d'ingrandimento sia dal quartier generale Fascista che dal Vatica- no. Presumo che la rifinitura verrà fatta prima della composizione tipografica e che le bozze di stampa rappresenteranno la versione finale. Magari sarà meglio mandare una copia delle bozze a me e un'altra a lui, così che io possa assisterlo nelle correzioni che egli volesse fare ed evitare ritardi.

Se lei non potesse pubblicare l'articolo a luglio, ovviamente potrebbe essere necessario apportare dei cambiamenti in modo da mantenerlo aggiornato il più possibile.

Molto cordialmente

13 maggio 193383

Caro Sig. Steed, Molte grazie per la sua lettera di ieri. Posso assicurarle che le rifiniture finali

non altereranno in alcun modo il significato del testo - esse saranno fatte nel dattiloscritto così che le bozze mostreranno esattamente ciò che apparirà nel Quarterly.

Farò in modo che una copia della bozza sia mandata a lei, e un'altra a don Luigi Stuno.

Cordialmente

John Murray

81 Copia di lettera dacciloscrina in inglese su carta semplice, non firmata. 82 Sir John Murray era Knight Commander of che Royal Vicrorian Order, Disringuished Service Order. 83 Lettera dattiloscritta in inglese su cam intestata: The Quarterly Review, ecc.

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40.

22 settembre 193384

Caro Sig. Steed, Le sono molto riconoscente per aver portato alla mia attenzione l'articolo scrit-

to da don Sturzo per una rivista belga e per il suo suggerimento di mettere in una buona forma inglese qualcosa di questo genere per il Fortnightly. Non credo, tuttavia, di poter approfittare della sua offerta. Ad eccezione di due o tre articoli politici d'attualità su argo- menti che dobbiamo assolutamente trattare, il nostro spazio per novembre è interamente impegnato e, al momento, non mi sento di guardare oltre tale mese per quanto riguarda gli articoli politici.

Cordialmente

H. R. Westwood Direttore Associato

1 novembre 193385

Caro Signore, Le sono molto riconoscente per la sua lettera in cui mi offre un articolo di don

Sturzo, che già ho avuto occasione di conoscere. La mia difficoltà sta nel fatto che mi sono già mezzo impegnato con un altro articolo di parte fascista. Magari potrebbe essere una buona idea, in caso decidessi di pubblicare l'altro articolo, se mandassi una bozza a don Luigi così ch'egli potrebbe rendere almeno parte del suo articolo una replica al pri- mo. Spero non le dispiacerà aspettare ancora un po' per una risposta definitiva, ma io devo prima rileggere l'articolo e vedere se sono disposto ad accettarlo.

Distinti saluti

C. R. S. Harris Editor86

Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: The Fortnightly Review, 13 Buckingham Street, London, W. C. 2, Editorial Office. Sul margine inferiore a sinistra, un appunto a penna nella grafia di Steed: "Ecco quello che scrive la Fomightly. Vuol che provi altrove? HWSn. "The Fortnightly Review" era un mensi- le d'attualità politica e culturale diretto da F. L. Hammond, Richard E. Grainger e H. R. Wesrwood.

8s Lettera manoscritta in inglese su carta intestata The Nineteenth Cenrury & Afier Ltd., 10 & 12, Orange Street, Leicester Square, W. C. 2. "The Nineteenth Century & After" era stata fondata nel 1877 da James Knowles. Era un mensile di politica e attualità culturali varie.

86 Charles Harris (18961979). Compiuti gli studi presso il Corpus Christi College di Oxford, h Fellow

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2 novembre 193387

Caro Amico, Ecco la risposta del Nineteenth Century. Aspetterò dunque la decisione defini-

tivag8. Affamo Suo

Wickham Steed

18 maggio 193489

Caro Amico, Perdoni il ritardo con cui le mando il testo in tedesco. Ho dovuto farvi allusione

negli articoli che stavo preparando ed ero troppo occupato per mandarglieloYo. È importan- te che nessuna allusione ad esso venga fatta in Inghilterra nei prossimi dieci giorni.

Aff.mo Suo

dell'All Souls CoUege, Oxford, e Visiting Fellow dell'università di Princeton, conseguendo dottorati presso entrambi. Dal 1925 al 1935 diresse la rivista "The Nineteenth Century & After" e scrisse per il "Times" e per 1"'Economisr". Nel 1935 abbandonò il giornalismo e divenne direttore generale delle ferrovie argentine, azienda in cui rimase fino ai 1959. Durante la seconda guerra mondiale fu colonnello nella Commissione di controllo alleata in Italia. In seguito ricoprì ruoli accademici presso l'università australiana di Adelaide. Cfr.: The Encyciopedia of the British Press, cit., p. 295.

87 Lettera dartiloscritta in italiano. 88 Non ci sono articoli di Sturzo in "The Nineteenth Century & After". 89 Lettera dattiloscritta in inglese, eccetto "Caro Amicon e "Aff.mo Suo". 90 Steed d u d e probabilmente a documenti segreti a lui pervenuti dalla Germania tramite vari canali

d'informazione e da lui in parte resi pubblici a fine giugno 1934. Cfr. Steed, Aerial Warfare: Secret G e m n Pkzns, in "The Nineteenth Century & Afiern, vol. CXVi, n.

689, luglio 1934, pp. 1-1 5; "L'Echo de Paris", 30-6-1934: Les Idées et ies Faits - Les réuekztions de M. Wickham Steed; Pertinax, Les réuekztions JHenry Wickham Steed sur ies pr+arat$ allemandc de g w e bactérioiogique, IbidPm, 30-6-1 934 (Pertinax era lo pseudonimo di André Géraud, redatrore diplomatico de "L'Echo de Parisn fino al 1939. Cfr. ML, 3, p. 158, nota; i due articoli de "L'Echo de Parisn sono in ALS, f. 381, cc. 67,68). Nel- l'articolo del "Nineteenth Century & Aftern Steed rivelava, presumibilmente con l'approvazione del War OKce - come notava Pertinax - che il Reichswehministerium (ministero della guerra tedesco) aveva commis- sionato a vari fabbricanti di aerei e a laboratori chimici e biologici l'esecuzione di snidi ed esperimenri sulla fattibilità della disseminazione rramire aerei di gas venefici (mustard gas) e batreri nei sistemi delle metropoli- rane europee sin dal 1931, durante I'amminisrrazione B ~ n i n g . Gli esperimenti avevano proseguito a ritmo

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8 marzo 193591

Cher Monsieur le Président, Je me permets de vous présenter, et de recommander A votre bienveillante cour-

toisie, mon ami don Luigi Sturzo, l'éminent fondateur du Parti Populaire en Italie, et l'un des esprits les plus libéraux de I'Europe contemporaine.

Si, au milieu de vos multiples occupations, vous pouvez trouver un instant pour le recevoir, je suis sur que vous ne le regretterez pas, car vous ferez la connaissance d'un homme politique italien qui a bien mérité de la cause démocratique et d'un ardent défenseur de la liberté humaine.

Très respecteusement et cordialement A vous

Mickham Steed

accelerato dopo l'awento al potere di Hitler, ma la loro natura offensiva e il disegno di effettuare attacchi aerei batteriologici e chimici "contro importanti centri militari e industriali e, soprattutto, anche contro le popola- zioni civili delle grandi città" per owiare alla difficoltà di abbattere con attacchi di fanteria e di artiglieria "le gigantesche fortificazioni francesi sulla nostra frontiera occidentale" erano già stati chiaramente definiti a fine luglio 1932, durante l'amministrazione von Papen, dal dipartimento segreto del Reichswehministerium "L.G.A." (Luft-Gas-Angriff - Air Gas Attack). I documenti pubblicati consistevano nella corrispondenza inter- corsa fra il dipartimento "L.G.A." e le aziende incaricate di svolgete gli studi (193 1-33); rapporti sulle misura- zioni della circolazione dell'aria nelle metropolitane di Amburgo, Berlino, Parigi e Londra (1931-32); rapporti sui risultati di misurazioni iniziate il 18 agosto 1933 in varie stazioni della metropolitana di Parigi. Agenti segreti in automobile avevano irrorato di bacilli del tipo Micrococn~prodigios21r (un bacillo innocuo che esperi- menti commissionati dal "L.G.A." a fine luglio 1932 avwano dimostrato essere adatto a questo genere di ope- razione) certi punti prescelti in base a precedenti misurazioni della circolazione dell'aria nelle gallerie e avevano poi controllato e riportato i risultati ottenuti nei piattini di coltura predisposti in punti strategici.

In una nota al fondo dell'articolo il direttore del "Nineteenth Century & After", Charles Harris, confer- mava che prima di pubblicare i documenti Steed li aveva sottoposti a esperti che ne avevano accertato la cre- dibilità scientifica e la coerenza interna. Steed confermò a un intervistatore francese di aver pubblicato, d'ac- cordo con i tecnici consultati, solo una parte dei documenti di cui era venuto in possesso e di aver deciso di rendere pubblica la cosa dopo altre consultazioni, essendosi convinto che la piena pubblicità per risvegliare la coscienza mondiale al pericolo era l'unico rimedio per fermare i preparativi tedeschi di guerra aerea chimica e batteriologica. Le rivelazioni di Steed fecero enorme scalpore sulla stampa francese. "L'Homme Libre" scrive- va: ". . .il ne s'agit plus là ni d'Hitler ni de Papen, ni d'itat major. La priparation révilée par Steed a com- menck en 1931, au rnornent meme où le papelard chancelier Bruning venait benoitement s'agenoullier en jésuitique ostentation dwant le tabernacle de Notre-Dame-des-Victoires. Pouvait-il l'ignorer? Non. Alors ils se valent tous et tous son la honte du genre humain.. ." (riportato in "L'Echo de Paris", 30-6-1934: Les IdPes et ICS Faits - Les rivelations a2 M. Wickham Steed.

91 Lettera manoscritta in francese. La busta reca l'indirizzo: Monsieur Edouard Herriot, Ancien Prési- dent du Conseil à La Chambre des Députés, Paris. Edouard Herriot (1872-1957), nel 1905 divenne sindaco di Lione, che governò per più di cinquant'anni trasformandone l'aspetto in collaborazione con l'architetto Tony Garnier. Nel 1916 fu ministro nel governo Briand. Nel 1919 diventò leader del partito radicale e nel 1924, in seguito alla vittoria del cartello delle sinistre, divenne presidente del Consiglio. I1 suo governo cadde nell'aprile del 1925 a causa della crisi finanziaria. Nel 1926 fu ministro dell'istruzione nel governo Poincari e poi ministro in vari governi di destra dal 1934 al 1936, quando fu eletto presidente della Camera dei deputa- ti. Fu contrario al patto di Monaco, sostenne Reynaud nel tentativo di salvare la 111 repubblica e si astenne durante la votazione dei pieni poteri al maresciallo Pétain il 10 luglio 1940. Durante l'occupazione tedesca

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8 marzo 193592

Mon cher Grumbach, Vous ne connaissez pas, je crois, mon ami don Luigi Sturw, I'éminent fonda-

teur du Parti Populaire Italien. Je vous en donne I'occasion, et vous rn'en saurez gré. C'est un gand ésprit et un grand coeur. Vous le comprendrez.

Bien cordialement à vous

Wickham Steed

8 marzo 193593

Cher Monsieur le Comte, Je me permets de donner ce mot de présentation à mon ami don Luigi Sturzo,

qui désire faire votre connaissance personelle. Depuis longtemps il vous lit, et vous avez meme, je crois, échangé des lettres

avec lui. C'est un esprit vraiment discingué, et il est le plus clairvoyant de tous les hom- mes politiques italiens contemporains.

Ce serait donc dommage que vous ne le connaissiez pas. Bien cordialement à vous

Wickham Steed

mantenne un contegno esitante e non si awicinò a De Gaulle. Nell'agosto del 1944 fu esiliato in un sanatorio a Berlino. Nel 1945 tornò a fare il sindaco a Lione e il presidente onorario del partito radicale. Fu presidente dell'Assemblea nazionale dal 1947 al 1954. Cfr. B. Cabanes, ad uocem, in Dictionnaire de I'Histoire de France, cit., p. 741.

92 Lettera manoscritta in francese. La busta reca l'indirizzo: Monsieur S. Grumbach, ancien député, à La Chambre des Députés, Pariis.

93 Lettera manoscritu in francese. La busta reca l'indirizzo: Monsieur le Comte Vladimir d'orrnesson, Au Figaro, Rond Point des Champs-Elysées, Paris. Amico dei cardinali Tisserant e Maglione, Vladimir d'Or- messon lasciò la redazione del "Figaro" nel giugno del 1940, quando Reynaud lo nominb ambasciatore presso la S. Sede in sostituzione di Charles-Roux, nominar0 ministro degli esteri. Richiamato in patria da Pkcain, d'ormesson lasciò Roma d a fine di ottobre 1940 e fu sostituito da Uon Btrard. Quando la Francia di Vichy fu invasa, d'ormesson, ricercato dalla Gestapo, visse in clandestinità. Riassunse la carica di ambasciatore francese presso la S. Sede dal 1948 al 1956. Cfr. O. Chadwick, Britain and the I/atican during the Second WorU War, Cambridge University Press, 1986, pp. 121 -140.

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21 giugno 193594

Caro Sturzo, Le scrivo in inglese per risparmiare tempo. A mio parere non esiste alcuna possibilità di pubblicare il suo articolo95 in

alcun quotidiano londinese, neanche con la sua firma. Innanzitutto, tutti i nostri giornali ora sembrano inclini a parlare della Germania in modo positivo. Inoltre, qualsiasi diretto- re, eccetto quello di un giornale cattolico, probabilmente vorrebbe sapere perché il Vati- cano non ha difeso l'onore di Klausener96, e di altri cattolici tedeschi assassinati, almeno quanto il Reichswehr difese l'onore di Schleicher97. So che esiste una risposta a questa domanda, ma non è tale da riuscire a vincere lo scetticismo di un direttore che non voles- se pubblicare il suo articolo - e non conosco alcun quotidiano londinese che voglia pub- blicarlo.

Se le fa piacere venire a pranzo mercoledì prossimo saremo lieti di vederla. Mi faccia sapere.

Affamo Suo

94 Lettera dattiloscritta in inglese, eccetto "M.mo Suon. 95 Si tratta probabilmente dell'articolo pubblicato su "L'Aube" del 30 giugno 1935. Cfr. ML, 3, pp. 169-

3 7- l/L.

96 Eric Klausener era il capo dell'azione cattolica tedesca e direttore generale del ministero delle comuni- cazioni. Nonostante la sua attitudine conciliante verso il regime hitleriano, fu ucciso il 30 giugno 1934 nel corso della purga contro le SA di Rohm che eliminb un migliaio di persone, fra cui Adalbert Probst, capo del- le organizzazioni giovanili sportive cattoliche, Fria Gerlich, ex direttore di "Der Gerade Weg" e Fritz Beck, capo della gioventù studentesca cattolica. Cfr. ML, 3, pp. 57-58,GO-62 e note; G. Lewy, The Catholic Church andNazi Germany, Da Capo Press, 2000 ( l a ed. 1964), pp. 169-171, 177.

97 I1 generale Kurt Von Schleicher fu anch'egli vittima della purga del 30 giugno 1934. Nel dopoguerra era stato uno degli organizzatori dei Freikorps, le squadre d'assalto anti comuniste, ed era salito ai vertici del nuovo esercito tedesco, dei cui servizi segreti assunse il controllo nel 1928. Fu cancelliere del Reichstag per breve tempo nel dicembre del 1932 dopo le dimissioni di von Papen. Cfr. Mi, 3, pp. 57-58; J. Cornwell, Hitkrj Pope. The Secret Hirtory ofPiw XII, Viking, 1999, pp. 118, 127-132.

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23 luglio 193598

Caro Amico, Eccovi la versione inglese. È migliore del francese99. M . m o

16 agosto 1935l00

Caro Amico, La Signorina Carter mi domanda a nome vostro se ho avuto notizia della pro-

posta Imbusch. Ho avuto soltanto una risposta del Comart che mi dice che la proposta si studia seriamente ma che le circostanze complicate rendono difficile una decisione rapi- da. La risposta insomma non è molto incoraggiante.

Siamo qui da dieci giorni, tempo bello con "ondate" di caldo e di vento fresco. In ogni modo si riposa.

Abbiamo avuto il piacere alquanto dubbioso di avere accanto alla nostra tavola nella sala da pranzo la Signora ed i bambini Grandi. Sua Eccellenza lo Squadrista viene di tempo in tempolo'. Non mi accorgo della sua presenza e tanto meno della sua assenza. Difatti egli ed i suoi non esistono per me.

98 Lettera manoscritta in italiano. Sotto la sigla di Steed un appunto di Stum: "2317 - Spedito a Lord Howard of i?" Si riferisce a Esme William Howard (1863-1939), primo barone di Penrith. Negli anni 1880- 90 ricoperse cariche in Irlanda e nelle ambasciate di Roma e Berlino, fu segretario di stato per gli affari esteri nel 1894-95, quindi partecipò alla guerra anglo-boera. Nel 1903 fu secondo segretario onorario presso I'am- basciata di Roma, dai 1903 ai 1906 fu console generale a Creta e dal 1906 al 1908 consigliere presso l'amba- sciata di Washington, quindi fu console generale in Ungheria (1908-191 l ) , Svizzera (191 1-13) e Svezia (1913-1919). Fece parte della missione inglese aila conferenza di pace di Parigi e fu ambasciatore a Madrid dal 1919 al 1924 e a Washington dal 1924 al 1930. Fu creato barone nel 1930; si era convertito al carrolicesi- mo nel 1898, anno in cui sposò Lady Maria Isabella, figlia del principe Sigismondo Nicholas Giustiniani- Bandini, ottavo conte di Newburgh. Cfr. A. Cochrane, ad vocm, in Dictionary ofNational Biography, 1931- 1940, a cura di L. G. Wickham Legg, Oxford Universit~ Press, 1949, pp. 454-455; Who wm Wbo, vol. 111, 1929-1940, A& C. Blacks, London, 1941, p. 669.

99 Si tratta probabilmente di un appello relativo alla questione abissina. Non vi è traccia di questo scric- to nella Miscefkznea Londinese, ma in una lettera a Barbara da Bruxelles, del 30 luglio 1935, S m m dice d'aver ricevuto lettera con copia degli appelli in francese, di cui ringrazia Barbara e Steed (ALS, 020A, C. 125).

100 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Branksome Tower Hotel, Branksome Park, Bourne- moudi, W.

101 Dino Grandi, sottosegretario agli interni e agii esteri dal 1924 al 1929, ministro degli esteri dal 1929

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Speriamo che, accanto alla vostra cara sorella, godete di un po' di caldo stabile. Le porga, vi prego, i miei rispettosi saluti ed i nostri ferventi auguri per la rovina di colui che rovina 1'Italia.

Aff.mo Vostro

23 dicembre 1935102

Caro Amico, Eccovi la lettera del Sir E. Denison Ross, direttore della Scuola di Studi Orien-

tali. In ogni modo egli non si disinteressa del caso della Signorina Nitti. Aff.mo Vostro

Wickham Steed

13 febbraio 1936103

Signore, Nello spazio dedicato alla corrispondenza del Nineteenth Centtlry and Aper di

questo mese lei pubblica l'affermazione che Wickharn Steed "vuole vedere al potere in Italia riportati, senza dubbio, sotto la scorta di baionette straniere i suoi amici quali il Signor Nitti, il Professor Salvemini, don Luigi Sturzo, ecc."I04.

al 1932, ambasciatore a Londra dal 1932 al febbraio 1939, quindi ministro della giustizia e presidente della camera dei fasci e delle corporazioni fino al 1943. Cfr. D. Veneruso, L'Italia fascista, Bologna, I1 Mulino, 1996, p. 1 17.

102 Lettera manoscritta in italiano. 103 Lettera dattiloscritta al direttore del "Nineteenth Century and After" in inglese su carta intestata: 32

Chepstow Villas, W. 1 1. Bayswater 0403. 104 Cfr. Correzpona5nce - 'Whither Europc?', in "The Nineteenth Century & After", n. 708, vol. CXIX,

febbraio 1936, pp. 264-269. Si tratta di una lettera al direttore dell'apologeta del fascismo Luigi ViUari, che era stato invitato dal direttore della rivista a commentare l'articolo di Steed Whither Europe? ("The Nine- reenth Century & After", n. 707, vol. CXIX, gennaio 1936, pp. 1-14). I1 "Nineteenth Century" ~ubblicò nel numero di marzo sia la replica di Steed, sia una dichiarazione in cui Villari rinnovava l'attacco a Steed ma si scusava con Sturzo e le altre persone offese. In calce allo scritto del Villari il direttore faceva le sue scuse.

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L'implicazione logica di questa affermazione è che tali amici del Sig. Steed sono disposti ad essere "riportati" sotto "la scorta di forze straniere." Questa supposizione, non importa come insinuata, e sebbene non espressa direttamente ma presentata come idea altrui, risulta ad ogni modo offensiva per l'onore degli interessati. Personalmente richiedo un'immediata e totale rettifica sia da parte sua in quanto direttore della rivista, in quanto lei non solo ha accettato, ma ha sollecitato tale corrispondenza, sia da parte dell'autore della lettera.

Distinti saluti

Luigi Sturzo

24 febbraio 1936105

Caro Sig. Wickham Steedlo6, La ringrazio per la lettera del 21 febbraio riguardante il dottor Luigi Scaetta,

l'esperto coloniale italianolo7. Farò delle indagini per accertarmi se esiste qualche possibi- lità di usufruire dei servizi del dottor Scaetta in relazione a qualche missione coloniale. Le farò sapere qualcosa il più presto possibile.

Cordialmente,

E. W. Lloyd

Cfr. Correspondence - 'Whither Europe?', in "The Nineteenth Century & Afier", n. 709, vol. CXTX, marzo 1936, p. 399-400. L'episodio è raccontato nell'Introduzione. Ricordiamo qui che nel 1929 Sturzo aveva recensito in maniera tagliente il libro di Luigi Villari Italy , Ernest Benn Ltd., 1929. Cfr. Books of the Month, in "The Review of Reviewsn, n. 475, agosto 1929, pp. 144-145; ML, 1, pp. 349-352.

105 Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice senza indicazione di luogo. 106 La lettera è diretta a: "H. Wickham Steed, Esq., LL.D." che è la sigla per la laurea di primo grado in

legge. 107 Luigi Saetta, capitano di fanteria pluridecorato durante la prima guerra mondiale, possedeva due

lauree, in scienze agronomiche e naturali, un'eccezionale esperienza in campo meteorologico e fito-geografico aveva anche numerose pubblicazioni e incarichi accademici. Dal 1919 al 1925 aveva diretto il dipartimento agricolo in Cirenaica. Avendo rifiutato il giuramento d i fedeltà al regime fascista era stato licenziato. Aveva poi lavorato per circa un anno presso la stazione di agricolnira sperimentale di Stoccolma e nel 1927 era stato assunto dal ministero belga delle colonie per cui svolse missioni scientifiche in Congo, Uganda, Kenya, Tan- ganika, Egitto, Palestina, Algeria, Marocco e in Scandinavia. Nel 1935 il governo belga non rinnovò il con- tratto: correvano voci di pressioni esercitate dal governo itaiiano. Sturzo si adoperb in ogni maniera per aiuta- re Scaetta che era sposato e aveva un f d i o appena nato. Scrisse al ministro belga Rubbens e, quando il gover- no britannico oppose il netto rifiuto di cui alla lettera seguente, si rivolse a Gilbert Murray e a numerosi altri accademici inglesi. Alla fine del 1936 Scaetta era ancora disoccupato. Cfr. ALS, f. 494, in particolare cc. 1,6, 7, 15 e43 .

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28 febbraio 1936108

Caro Sig. Wickham Steed, Sono ora in grado di scriverle più estesamente rispetto ai dottor Scaetta e alla

possibilità di impiegarlo in qualche missione o inchiesta coloniale. I1 dottor Scaetta appare altamente qualificato per tale impiego grazie ai suo

tirocinio ed alla sua esperienza. Il problema, tuttavia, sta nel fatto che l'assunzione di uno straniero per tale servizio non è giustificata a meno che non ci sia disponibilità di perso- nale britannico, ed è quasi impossibile che cib si verifichi. Sono sicuro che lei compren- derà quanto sia difficile assumere un italiano (Fascista o n0)109 nelle attuali circostanze.

Cordialmente,

E. W; Lloyd

28 febbraio 1936110

Caro Amico, Disgraziatamente la risposta del Colonial Offìce è negativa. Non so quali

influenze l'hanno ispirata, ma non mi fido del Segretario di Stato. Ha visto la Nineteenth Centurylll. Villari assolve completamente Lei, Salve-

mini e Nitti - per dar addosso a me! Povero me! Ne rimango addirittura schiacciato! Aff. mo Suo

108 Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice senza indicazione di luogo. 109 Scaetta avwa scritto direttamente al segretario di stato per le colonie, Sir Thomas, parlando del pro-

prio antifascismo e delle pressioni esercitate contro di lui dal governo belga. Ciò avwa ~robabilmente com- promesso le sue già magre chances presso il governo britannico. Cfr. AU, f. 494, C. 6: Scaetta a Sir Thomas, s.d.; C. 15: Sturzo a G. Murray, 19-4-1936.

110 Lettera manoscritta in italiano. 1 1 1 Cfr. supra, lettera 51 e l'Introduzione.

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23 dicembre 1936112

Caro Amico, Le mando la lettera della B.B.C. Ho detto loro che non sarà possibile di fare il

necrologio prima di Natale. Mi rimandi la lettera col manoscritto. I nostri migliori augurii per le feste. Possano almeno non regalarci un turba-

mento maggiore della povera "pace"! Aff.mo Suo

22 maggio 19371 '3

Caro Amico, Legga questa versione inglese e mi dica se può andare. Non ne ho che una

copia. Aff.mo

112 Lettera manoscritta in italiano. 113 Lettera manoscritta in idiano. Si veda la lerrera successiva per comprendere di che si tram.

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25 maggio 1937114

Times pubblica la Lettera115 spedita copia a Mendizdballl6 (per farla ripubbli-

'14 Appunto manoscritto sul retro della lettera precedente, senza indicazione di luogo. 115 Cfr. "The Times", 25-5-1937: Tnrce in Spain - A Give-and-Take Settlement (riprodotta in ML, 4, pp.

57-60 sotto il titolo: L'opinionepubblica e laguerra di Spagna). Questa lettera, datata 23 maggio e recante l'in- dirizzo di casa di Stuno, gli fruttò numerose lettere di consenso, fra cui una del vescovo di Gibilterra. Essa segnò l'inizio dell'organizzazione del Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in Spagna. Subito dopo la pubblicazione nel "Times", Sturzo scrisse infatti alle personalità che intendeva coinvolgere, riferendo- si ad essa per focalizzare l'attenzione. Cfr. ALS, f. 506, dove si trovano il ritaglio del "Times" (C. 19), la prima stesura a mano, quelle dattiloscritte in italiano e in inglese (cc. 16, 17, 18) e la corrispondenza relativa.

116 Alfredo Mendizibal Villalba (1897-1981) insegnava filosofia del diritto all'universiti di Oviedo, aderiva al Segretariato Internazionale dei partiti democratici d'ispirazione cristiana, fondato nel 1925 a Pari- gi, era membro dell'Istituto internazionale di filosofia del diritto, segretario del gruppo spagnolo dell'unione Cattolica di Studi Internazionali, collaboratore de "La Vie Intellectuelle" e "Cruz y Raya". Nel 1937 presentò al congresso londinese del Consiglio cattolico per i rapporti internazionali una relazione sul dovere dei cattolici di prevenire la guerra. Nella guerra civile spagnola mantenne una posizione di doppio rifiuto: l'insurrezione era incompatibile con la dottrina cattolica del rispetto del governo legittimamente costituito, ma la violenza perse- cutoria di parte repubblicana era egualmente inaccettabile. I1 dilemma 'fascismo o comunismo' era falso. In ALS si conserva una folta corrispondenza fra Stuno e Mendidbal. Nel 1932, Mendizibal, che era stato incaricato dalla 'Sociedad de Estudios Politicos, Sociales y Economicos' (SEPSE) di tradurre La comunità internazionale e il diritto diguerra, comunicò a Sturzo che la SEPSE per difficoltà finanziarie doveva rinunciare a pubblicare il libro. Mendidbal aveva già tradotto vari capitoli e chiedeva a Sturzo d'autorizzarlo a cercare un altro editore e a tratta- re con esso. L'editore non si trovò, ma Mendizibal collaborò a "Res Publica" e Sturzo a "Cruz y Raya", che nel 1934 pubblicò il suo saggio Fascio Lictorio C m Grammadz. Nel 1936 Mendidbal si ritrovò esule suo malgrado. Era arrivato ad Anvena il 19 luglio. Aveva tentato subito di rientrare per stare vicino alla madre e alle sorelle che vivevano a Madrid, ma trovò la frontiera chiusa e rimase bloccato a Hendaye per vari mesi, in gravi strettezze economiche. Intorno al novembre del 1936 si trasferì a Parigi, dove divenne l'anima del Comitato spagnolo per la pace civile. Nel mano 1940, ancora a Parigi, fu uno degli organizzatori de1l"'Union des Professeurs Universi- taires à l'Étranger". Nel 1942, aiutato da Maritain e da Horkheimer, emigrò negli Stati Uniti, dove fece parte dell'Ecole libre des Hautes Etudes di New York; in seguito visse in Cile. Fra le opere di Mendidbal spiccano un trattato sul diritto naturale, scritto insieme al padre, Louis, che insegnava diritto all'università di Madrid, studi sulla dottrina della giustizia nella Summa Teologica, sulla teoria giuridica nel pensiero di Domenico Soto e sulle dottrine politiche di Francisco Suarez. I1 suo Aux origines d'une tmgédie. Lapolitique espagnole de 1723 à 1936, Desclte de Brouwer et Cie, Parigi, s.d. ma 1937, nel 1938 fu pubblicato a Londra da Geoffrey Blés-The Cente- nary Press, a New York da C. Scribner's Sons (The Martyrhm of Spain. Origtgtm ofa civil war) e in svedese (Spa- nienr Matryrium, Bokforlaget Natur Och Kultur, Stoccolma, prefazione di Karin Alia). Cfr. ALS, f. 444, cc. 26, 28 e 30: Mendidbal, 4 e 16-5,s-6-1932 a Sturzo; cc. 27 e 29: Sturzo, 8 e 20-5-1932 a Mendizibal; f. 314, C.

123: Mendizibal, 12-5-1 933 a Sturzo e minuta di Smno sul retro, 24-5- 1933; f. 32 1, C. 55: Mendiibal, 26-6- 1934 a Sturzo; f. 463, cc. 12 e 40: S t w a Mendizibal (minute), 30-5 e 26-7-1934; f. 499, cc. 3,4,6, 16,2G: Mendizibal, 25-7, 18 e 27-9-1936 (da Hendaye), 19-1 1-1936 e 10-4-1937 (da Parigi); f. 554, C. 22: Mendizi- bal, Parigi, 15-3-1 940, a Barbara Barclay Carter. Si vedano inoltre la prefazione di Maritain a The Matryrhm of Spain. C :$m ofa civil war, pp.. 2-3; Bibli~~raJageneral sobre (a Guerra de Erpaiìa (17361337) y W antecedentes histdricos, a cura di R. De la Cterva e M. Del Carmen Garrido, Ediciones Arie], iMadrid-Barcelona, 1968, p. 416; J. Tusell, G. G. Queipo de Llano, Ei Catolicirmo mundialy Lzgu~t~a de Eiparia, Biblioteca de Autores Cri- stiano~, Madrid, 1993, pp. 105, 115; S. Tnnchese, L'internazionaie dpmomatico-rrutiana a t t r a v m la coniyon- &M di E: L. Ferrari, in U n i v d i t 2 d e cultura nelpensim d i Luigi Stuno, cit., p. 342; A. Botti, La fiberuidn de Manuel Carrmo i Formiguera a travk de la correspondència entrelilfeh Mendinibaly Luigi S t u m (1737-38), in Ci& & hs hombrcs, ci&& Dios: homemje a &finso Alvares Bok.6, S.J, a cura di X QuinA LLe6 e J. J. Alemany, Univenidad Pontificia Comillas, Madrid, 1999, pp. 499-513, specialmente pp. 502-503.

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care dail'Aube etc) e a José M. de Semprtin Gurreal'7 a La Haye.

L.S.

27 luglio 1937118

Caro Amico, Ho scritto ai Ministero per chiedere il permesso a favore del Pasquinill9, senza

far allusione aila lettera di Miss Marshall. Appena avrò una risposta ve la comunicherò. Per la Spagna non si può far nulla finchd la sorte delle proposte inglesi non sarà

decisal20; ed intanto c'è la grande battaglia davanti a Madrid!l21 Affamo vostro

Wickham Steed

117 Jost? Maria de Semprhn y Gurrea insegnava diritto all'università di Madrid, apparteneva al partito conser- vatore e per molti anni aveva contribuito alla rivista cattolica spagnola "Cruz y Raya". Allo scoppio della guer- ra civile si schierò a favore del governo repubblicano. Un suo articolo pubblicato in "Esprit" nel novembre del 1937, che analizzava la guerra civile da un punto di vista cattolico anti-franchista, fu ripubblicato a Londra sia dall'uficio stampa dell'ambasciata spagnola, sia dal partito laburista (Cfr. A Catholic looks at Spain, Labour Publications Dept., 1937) e in Olanda. Nei tardi anni '50 pubblicò due opere negli Stati Uniti: Espafia en la encruciiaak, Edic. Ibérica, New York, 1956 e Una repziblica para EspaGa, Edic. Ibérica, New York, 1961. Cfr. Bibliograpa genera1 sobre la Guerra d p Espafia (1936-1939) y su antecedentes histdricos, cit., p. 617; Tusell, Queipo de Llano, E1 Catolicismo mundialy laguerra IkEspafia, cit., p. 11 5.

118 Lettera dattiloscritta in italiano. 119 Giulio Pasquini era stato segretario della federazione giovanile d'Azione cattolica fiesolana ed era arri-

vato in Francia nel febbraio del 1936. Da due sue lettere a Sturzo del luglio 1938 si deduce che Pasquini lo conobbe in Italia e lo rivide poi in Francia. Nell'agosto del 1937 Pasquini fu accolto dai coniugi Vaussard. Sulle prime le cose andarono liscie, ma nell'ottobre del 1938 Maurice Vaussard fu costretto a licenziarlo, dopo parecchi episodi spiacevoli.'Nel novembre di quell'anno, grazie all'interessamento di Vaussard, Pasquini ottenne un permesso di lavoro semestrale che gli avrebbe consentito di trovare lavoro a Parigi. (Cfr. SI, 2, pp. 494-500 e Luigi Stum-Maurice Vaussard, Carteygio 1917-1958 cit., pp. 97,105-1 06, 108, 110).

120 Si riferisce al piano britannico per il ritiro dei 'volontari' stranieri approvato dal Comitato di Non-Inter- vento il 5 luglio 1938. I1 governo spagnolo lo accettò il 26 luglio. Franco tergiversò fino al 16 agosto, quando rispose domandando il riconoscimento del diritto di belligeranza prima che si fosse effettuato da ambo le parti il ritiro minimo richiesto dal Comitato di Non-Intervento di diecimila uomini per parte. (Secondo il diritto inter- nazionale il riconoscimento del diritto di belligeranza conferiva il diritto di bloccare i porti awersari e confiscare i carichi di armi ad essi diretti.) I1 21 settembre il primo ministro repubblicano Negrin annunciò a Ginevra il ritiro completo dei volontari stranieri. Da parte di Franco ci fu un parziale ritiro di truppe italiane in ottobre, compensato dali'invio di aerei e armamenti. I1 braccio di ferro fra la Gran Breragna e Franco sulla questione riti- ro degli stranieri-concessione del diritto di belligeranza continuò, senza esito, fino al 27 febbraio 1939, quando la Gran Bretagna e la Francia riconobbero il governo di Franco - senza che la concessione del diritto di bellige- ranza fosse mai stata fatta. Cfr. A. Beevor, The Spanish Civil War, Casseli, London, 2001 (3a ed.), pp. 354-358; J. Edwards, The Brituh Govemmentand the Spanish Civil War, 1736-1739, Macmillan, 1979, pp. i 84-210.

'21 Si riferisce alla battaglia di Bmnete (6-26 luglio 1937). Dopo il fallito attacco nazionalisra a Guada- lajara (8-18 marzo 1937), le forze governative avevano lanciato un'offensiva per rompere l'assedio di Madrid, conquistando Brunete, ma furono poi respinte alle posizioni di partenza da un contrattacco nazionalista. Cfr. Beevor, The Spanish Civil War, cit., pp. 286-295.

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19 agosto 1937122

Caro Amico, Disgraziatamente il Home Office rifiuta. Acclusa la lettera. Sono delle bestie. Aff.mo Suo

Wickham Steed

16 agosto 1937123

Signore, Faccio riferimento alla sua lettera del 27 luglio in cui richiede che al reverendo

don Luigi Sturzo sia concesso di assumere Giulio Pasquini, un italiano proveniente dall'e- stero, come suo servitore personale.

In risposta a questa richiesta sono tenuto a spiegarle che la politica del Diparti- mento non prevede il rilascio di permessi per l'assunzione di stranieri di sesso maschile provenienti dall'estero come domestici. Abbiamo prestato particolare attenzione alle istanze fatte nella sua lettera, ma in base alle informazioni fornite ci rincresce comunicarle che il Dipartimento non può fare un'eccezione in questo caso.

Rimango, Signore, il Suo obbediente Servitorel24,

C. Morrison

122 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Branksome Tower Hotel, Branksome Park, Bourne- mouth, W

123 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: Ministry of Labour, Metropole Buildings, Northumberland Avenue, London, W.C.2, ref. A.R. 1187911937. La lettera è indirizzata a Wickham Steed.

'24 "Your obedient Servantn & stato tradotto letteralmente per conservare il sapore dell'originale. Nella tradizionale concezione inglese l'impiegato statale è il 'civil servant', il servitore del cittadino.

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28 ottobre 1937125

Caro Mr. Steed, . La mia proposta di ieri126 sarebbe concepita nei seguenti termini: "A nome del Comitato di non-intemenzione e delle Potenze ivi rappresentate,

domandare ai capi dei due fronti combattenti, di sospendere ogni bombardamento aereo sulle città e villaggi durante il periodo che le due Commissioni si recheranno in Spagna per la valutazione dei volontari stranieri intervenuti a favore deli'una e dell'altra parte e che dovranno ritirarsi."

La motivazione di tale proposta è la seguente: 1) che il numero stragrande degli aviatori in Spagna è dato da stranieri 2) che il significato del ritiro dei volontari stranieri (per quanto riguarda la Spa-

gna) è doppio: quello di lasciare agli spagnuoli la responsabilità e l'esito della guerra e quello di evitare ulteriori danni alla popolazione non combattente.

A questi due fini, la sospensione dei bombardamenti aerei corrisponde a pieno. Auguro che il suo pranzo presso Eden per questo scopo venga bene accolto e

abbia successo~27.

5 novembre 1937128

Caro Amico, Ho tradotto e mandato la sua lettera al Times ieri sera. La nebbia mi ha causato

un tale ritardo mercoledì sera che non sono riuscito ad arrivare in tempo per la posta di Londral29.

'25 Minuta non firmata, in italiano, senza indicazione di luogo. 126 Si tratta della lettera al "Timesn pubblicata il 6 novembre. Cfr. le lettere 62 e 63. 127 Cfr. ALS, f. 507, C. 17: S t u m appunto: "29 ottobre 1937 -ore 10.30. W. Steed mi telefona da Witney

che il suo appuntamento con Eden (un pranzo en amitié con diversi del Comitato di Freedum andpeace) 6 sta- to rinviato ad altro giorno perché Eden andrà a Bruxelles." Steed era presidente del F0~sf.r the Defnce ofFree- dom a d Peace, un gruppo di pressione cui aderivano Sir Winston Churchill, Lady Violet Bonham-Carter, il comandante Locker-Lampson, Sir Robert Mond, Sir Robert Waley-Cohen e Sir Archibald Sinclair. Focus, che era finanziato da Eugen Spier, un uomo d'affari ebreo tedesco, mirava a rilanciare Churchill sulla ribalta politi- ca, invertire la politica dell'appemmt, radunare sono un unico ombrello gmppi affini, raccogliere e dissemi- nare informazioni sul riarmo redesco e diffondere materiale di propaganda democratica sul continente, special- mente in Germania. Cfr. E. Spier, Focus. A Foonzote to the History of the Thirties, Owald Wolff (Publishers) Ltd, London, 1963; N. Thompson, The Anti-Appearm. Consmative Opposition to Appearement in the 1930s, Oxford University Press, 1971, pp. 126-133. Maggiori ragguagli nel profilo biografico di Steed.

128 Lertera dattiloscritta in inglese, eccetto "Caro Amico" e il posc scriptum, manoscritto in italiano. Su carta intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon.

'29 Intende l'ultima levata serale della posta, verso le 18.

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Pope-Hennessy130 può venire a pranzo martedì, Nicolsonl31 non può. Nicol- son propone di rimandare il nostro incontro a una data per lui possibile. Mi faccia sapere per favore che ne pensa.

Detto fra noi, dubito che faremo grandi progressi con Pope-Hennessy da solo. D'altro lato, Nicolson sarà disponibile solo fra due settimane. Io preferirei attendere Nicolson; ma se lei desidera avere una discussione con Pope-Hennessy, il pranzo di mar- tedi può andare bene.

Sempre suo,

Wickham Steed P.S. Sarò qui fino a lunedl mezzogiorno.

6 novembre 1937132

. . . Grazie assai di quel che ha fatto per la mia lettera al Times, che è comparsa sul NQ di oggil33. Spero che vi sarà qualche altra lettera sullo stesso tema.

Io amerei incontrarmi con Pope-Hennessy per chiarire con lui gli equivoci che ci hanno messo in difficile posizione.

Vorrei arrivare alla costituzione definitiva del nostro Comitato per la pace civile e religiosa in Spagna, per potere poi di accordo con i Comitati di Parigi (lo spagnuolo e il francese) preparare un piano per la mediazione. Quando verrà il tempo opportuno si pas- serà dalla fase preparatoria e di studio a quella dell'azione. I1 Comitato Spagnuolo di Pari- gi conta iniziare la pubblicazione di un Bollettino per la Pace in Spagna.

130 Maggiore Generale Ladislaus Herbert Richard Pope-Hennessy (1875-1942). Partecipò d a prima guerra mondiale in Francia e Mesopotamia. Era cattolico, pubblicò articoli d'argomento militare su1l'"Edin- burgh Review" e sul "Quarterly Review", tradusse Colin, Transformationr of War. Cfr. Who was Who, vol. N, 1941-1950, A.& C. Blacks, London, 1952, pp. 926-927.

131 Sir Harold George Nicolson (1886-1968). Dopo gli studi presso il Balli01 College, Oxford, entrò nel semizio diplomatico, ricoprendo varie cariche a Madrid, Costantinopoli, Teheran, Berlino. Fece parte della missione britannica alla conferenza di pace di Parigi e nel 1919 aderì alla Socied delle Nazioni. Si dimise dal servizio diplomatico nel 1929. Nel 1930 fu assunto come giornalista dall'"Evening Standardn. Fu deputato parlamentare per il collegio elettorale di Leicester Ovest dal 1935 al 1945, segretario parlamentare presso il ministero dell'informazione nel 1940-41 e governatore della B.B.C. dal 1941 al 1946. Nel 1913 sposò la scrit- trice Victoria M q Sackville-Wesr. Fu autore di numerose opere letterarie e politiche. Cfr. Who was Who, vol. VI, 1961-1970;A.& C. Blacks, London, 1972, p. 835.

132 Minuta in italiano scritta sul verso della lettera precedente, senza indicazione di luogo. l33 Cfr. "The Tirnes", 6 novembre 1937: A Tmre to Aerial Bombardment - To the Editor of The Emes,

riprodotta in M L , 4, pp. 87-88 (erroneamente datata 3 novembre 1937). La lenera riproduceva in forma discorsiva gli argomenti schemarizzati da Stuno nella lettera 61. Essa fu anche pubblicata su "rAuben del 5 novembre con un prearnbolo datato Londra 3 novembre 1937 (cfr. ALS, f. 505, C. 6).

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Se a Lei non dà troppo disturbo, un primo colloquio martedì potrà essere utile a decidere il Gen. Pope-Hennessy a convocare il Comitato (o Gruppo come egli lo chiama).

Resto in attesa di sua definitiva risposta. Cordialmente suo

L.S.

8 novembre 1937134

Caro Amico, Sta bene. Anche Pope-Hennessy preferisce venir domani (Martedì) ail'una e

mezzo. Aff. m0

1 i novembre 1937'35

.Caro Amico, Le accludo una lettera ricevuta testé dai Vansittartl36. Dimostra almeno che se

ne sono occupati. M . m o

1% Lettera dattiloscritta in itaiiano su carta intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon, Telephone Freeland 254.

135 Lettera dattiloscritta in icaliano su carca intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon, Telephone Freeland 254.

1% Robert Gilbert Vansittart (1881-1957). Frequentb Eton e entrb nel servizio diplomatico nel 1903, ricoprendo varie cariche a Parigi, Teheran e al Cairo. Fu primo segretario alla conferenza di pace di Parigi, segretario privato del segretario di stato, Lord Curzon, dal 1920 al 1924 e nel 1928-29 segretario privato dei primi ministri Baldwin e Ramsay MacDonald. Dal 1930 al 1938 fu sottosegretario permanente del Foreign Office. Condivideva i sentimenti anti-germanici di Steed, fu un convinto anti-appeaser e fautore del riarmo ma i suoi consigli Eurono ignorati. Neville Chamberlain lo considerava un ostacolo d a sua politica pacificato- ria con Hirier e Mussolini: ai primi di gennaio del 1938 lo rimosse, sostituendolo con Sir Alexander Cadogan.

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9 novembre 1937137

Mio caro Steed, Abbiamo esaminato il caso di Don Manuel Carrasco-Formigueral38, di cui si

pensa sia stato condannato a morte nel territorio del Generale Franco, come lei ha afFer- mato nella sua lettera del 26 ottobre. Abbiamo riscontrato che il nostro ambasciatore a Hendayel39 è intervenuto in suo favore quando fu catturato lo scorso marzo.

Per Vansittart fu creato ad hoc il posto di Ehief diplomatic adviser to the government'. Vansittart rimase in tale carica di poca importanza fino al 1941, quando si dimise e fu creato barone. Continuò la sua lotta politi- ca nella Camera dei Lords, battendosi per una dura punizione della Germania. Fu autore di romanzi, com- medie e libri di poesie e di una autobiografia, The Mist Procession, pubblicata nel 1958. Cfr. N. Bland, ad vocem, in Dictionaty of National Biographj 1951-1960 cit., pp. 1005-1006.

137 Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: Foreign Office, S. W. 1. 138 Manuel Carrasco y Formiguera (Barcellona, 1890 - Burgos, 1938). Era laureato in lettere e filosofia e

awocato specializzato in diritto commerciale, materia che insegnava nella Scuola di Studi superiori commer- ciali di Barcellona. Militante della Lega regionalista, nel 1920 era stato sindaco di Barcellona e nel 1922 aveva fondato la Azione Catalana, partito nazionalista d'ispirazione liberale. Nell'agosto del 1930 rappresentò I'A- zione Catalana alla riunione dei leaders repubblicani svoltasi a San Sebastian da cui ebbe origine l'omonimo Patto che riconosceva il diritto dei catalani a costituzione e governo autonomi in cambio del sostegno catala- no a un governo spagnolo repubblicano. Consigliere delle comunicazioni nel governo della Repubblica cata- lana e consigliere di sanità e beneficenza nel primo governo della Generalità, nel 1931 fu eletto deputato del- l'assemblea costituente nel collegio elettorale di Girona. Fu uno dei principali portavoci dell'autonomia cata- lana ma si batté anche per i diritti degli ordini religiosi e nei primi anni '30, per distanziarsi dalla linea laicista assunta dall'hione Catalana, fondò l'Unione Democratica Catalana. Nel 1936, quando era assessore giuridi- co del consiglio delle finanze della Generalità, fu ostracizzato dalla Federazione Anarchica di Barcellona a causa del suo impegno a favore dei diritti degli ordini religiosi. Nominato delegato commerciale del governo catalano presso quello basco, con la numerosa famiglia si recò in Francia a Bayona e di lì il 4 marzo 1937 s'imbarcò sul GaMamés alla volta della Biscaglia, dove intendeva stabilirsi, al riparo dall'anticlericalismo che gli rendeva impossibile continuare a vivere a Barcellona. Durante la traversata il GaMamés fu catturato dai nazionalisti che arrestarono lui e la sua famiglia. Dispersi in vari carceri nazionalisti, la moglie e i figli di Manuel si salvarono grazie allo scambio con i membri della famiglia L6pez-Pinto, ma a nulla valsero i molti tentativi di organizzare lo scambio del leader cattolico catalano che fu condannato a morte il 28 agosto 1937 e fucilato il 9 aprile 1938 a Burgos. Cfr. H. de la Souchère, Guerre et Réligion, Editions des Archives Espagno- les (s.d., ma 1938), pp. 17-21; H. Raguer, Divendres de Passi6 Kab i mort de Manuel Carrasco i Formiguera, Publicacions de I'Abadia de Montserrat, 1984; Diccionari d'Histdria de Catalunya, diretto da Jesus Mestre i Campi, Ediciones 62, Barcelona, 1992, pp. 6, 197,969; F. Dlaz-Plaja, L~s~randesprocesos de la G u e m Civil Ejpaiiok, Plaza & Janks Editores, S. A., Barcelona, 1997, pp. 155-179; I! Preston, Comrds! Portraits f*om the Spanish Ciuil War, Fontana Press, London, 2000, p. 324.

139 La rappresentanza diplomatica britannica in Spagna era complicata. L'ambasciatore britannico a Madrid, Sir Henry Chilton, allo scoppio della guerra civile si trovava a S. Sebastian, dove il corpo diplomari- co britannico usava trascorrere i mesi estivi. I repubblicani scortarono Chilton senza troppi riguardi da S. Sebastian a Zaraus. I1 1 agosto egli fu poi prelevato da una nave britannica e condotto a St. Jean de Luz, in Francia. Chilton si sistemò quindi nella vicina Hendaye, in un piccolo ufficio presso il ponte internazionale. Tecnicamente egli rimaneva l'ambasciatore accreditato presso il governo repubblicano, l'unico ufficialmente riconosciuto dalla Gran Bretagna, ma il trattamento subito lo rese favorevole ai nazionalisti, con cui mante- neva intensi contatti. A Madrid, e in seguito a Barcellona, i rapporti con il governo repubblicano erano man- tenuti dal British Chargé d'maires George Ogilvie Forbes che fu sostituito nell'aprile del 1937 da John Leche. I contatti diplomatici con il governo nazionalista erano mantenuti dall'agente commerciale A. J. Pack cui subentrò, nel dicembre del 1937, Sir Robert Hodgson. Per quanto Hodgson mantenesse il titolo di agente

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In ogni caso stiamo scrivendo a Sir Henry Chiltonl40 riferendogli della presun- ta condanna a morte e chiedendogli di fare, uficiosamente, ciò che a suo giudizio sia pos- sibile per evitare l'esecuzione della condanna.

La terrò owiamente informato di qualsiasi sviluppo della situazione. Cordialmente

Robert Vansittart

24 dicembre 1937141

I Comitati di Parigi (il Francese e lo Spagnuolo) per la pace in Spagna, hanno indirizzato al Presidente del Com.@ di Non-Intervenzione un esposto per ottenere la sospensione dei bombardamenti aerei durante la permanenza in Spagna delle Commis- sioni Internazionali per il ritiro dei volontari, e allo stesso tempo lo studio di un possibile armistiziol42. Essi domandano che il Comitato Inglese faccia pervenire il loro esposto al detto Presidente. Fo di nuovo appello a Lei, caro amico, per una così opportuna iniziati- va, (che corrisponde ai nostri sentimenti), dolente che il nostro Comitato Inglese per la Pace in Spagna non sia in condizioni di funzionamento regolare.

Non le spedisco il documento, per timore che possa smarrirsi in questo periodo .

di posta così affollata e con personale awentizio. Credo che potrei attendere la sua venuta in Londra, il 30 di questo mese; la

prego di darmi un appuntamento lo stesso giorno. Nel caso che Lei crederà sia meglio spedire subito l'Esposto dei due Comitati di

Parigi, la prego di mandarmi una sua lettera per Sir Vansittart; io curerò di farla arrivare al Foreign Ofice martedì stesso.

I miei passi con Lord Howard of Penrithl43 non sono valsi a fargli mutare awiso.

commerciale fino ai febbraio del 1939, quando fu nominato charge d'affaires, nel 1937 la sua nomina equi- valse a un riconoscimento di fatto del governo nazionalista e corrispose al riconoscimento ufficioso del Duca d'Alba quale rappresentante diplomatico di Franco a Londra. Cfr. Eiiwards, The British Government and the Spanish Civil Warcit., pp. 4-8,69-70, 136, 182, 188-193.

140 Sir Henry Getty Chilton (1877-1954). Entrò nel servizio diplomatico nel 1902. Dopo aver ricoperto il ruolo di attache presso le ambasciate di Vienna, Copenhagen, I'Aja, Bruxelles e Berlino, fu ambasciatore presso la S. Sede (1928-30), quindi ambasciatore in Cile (1930-33), Argentina (1933-35) e Spagna (1935- 38) Cfr. nota 139. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nel ministero della guerra economica e in quello dell'inforrnazione. Cfr. Who wac Who, vol. V, 1951-1960 cit., p. 207.

141 Minuta in italiano senza indicazione di luogo, con I'annocazione: a Mr. W. Steed. Eynsham Hall. 142 Si veda i n - , Appendice Spagna, Parte I , documenti 3-7. 143 Su Lord Howard of Penrich cfr. supra, lettera 48, nota. S m m ne aveva sollecitato l'adesione al BCRPS

nel giugno del 1937, ma questi aveva declinato, ritenendo controproducente l'intervento mediatori0 delle potenze europee. In seguito alla decisione del generale Pope-Hennessy di ritirarsi dalla presidenza del BCRPS,

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L'opinione mia e dei miei amici è che Lei accetti di essere il nostro Presidente. Le invio un mio ultimo articolo, che precisa le posizioni dei promotori di tali Comitati per la Pace.

Rinnovo gli auguri.

27 dicembre 1937144

Caro Amico, Venga a prendere il thè giovedi alle cinque. Sarò a Londra per poche ore. Ha notato quel passo nel discorso di Winston Churchill del 21 nel quale disse

che l'influenza dell'Inghilterra dovrebbe esercitarsi costantemente per promuovere un accomodamento fra le due parti in Spagnal45?

Mi ha suggerito l'idea che forse lui potrebbe accettare la presidenza del Comita- to. Se l'accettasse sarebbe un gran guadagno.

M . m o Suo

Wickham Steed

69.

3 1 dicembre 1937146

Le spedisco: le minute preparate da Miss Barclay Carter 1) della lettera d'invito per la riunione dell'l 1 Gennaio

ai primi di dicembre, Sturzo 'ercb di convincere Lord Howard of Penrith ad accertare la carica, ma questi rifiutb argomentando che solo un'iniziativa diretta degli spagnoli poteva avere successo. Cfr. ALS, f. 506, C. 56: Howard of Penrith, 10-7-1937, a Sturzo; f. 507, C. 58: Pope-Hennessy, 29-1 1-1937, a Sturzo; f. 507, C.

62: appunto di Sturzo, 1-12-1937; f. 507, C. 75: Howard of Penrith, 21-12-1937, a Sturzo. l44 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Eynsham Hall, Wimey, Oxon, Telephone Freeland 254. 145 Anche in un intervento ai Comuni del 14 aprile 1937 Churchili aveva auspicato la mediazione interna-

zionale in Spagna, ma questi due interventi e il suo sostegno alla neutralità del governo britannico si collocano in un contesto più ampio e ambiguo che va dalla difesa degli insorti al progressivo riconoscimento dei pericoli insi- ti nella vittoria nazionalista. Cfr. Thompson, The Anti-Appeacm. Conservative Opposition to Appeasement in the 1930s, cit., pp. 122-125; C. Ponting, Churchill, Sinclair-Stwenson, 1994, pp. 390-391. L'intervento del 14 apriie 1937 6 citato in due appelli d a mediazione conservati in PR01F03711226591W4668186141: J. H. Humph- reys a Halifax, 23-3-1938 e W53041914 1, Harvey a Halifax, 13-4- 1938.

146 Minuta in italiano senza indicazione di luogo.

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2) dell'agenda 3) delle Risoluzioni

e l'elenco dei 15 indirizzi degli aderenti alla nostra iniziativa. Abbiamo creduto tenerci sopra un tono modesto che riesce più realistico e più accetto. Lei modifichi come crede meglio.

Gradisca i nostri auguri per domani Capo d'Anno. Cordialmente

31 dicembre 1937147

Caro Sig. Wickham Steed, Sir Robert Vansittart è assente in quanto si trova all'estero, ma trasmetterò al

presidente del Comitato di Non-Intervento gli allegati della sua lettera del 30 dicembre. Distinti saluti

R. G. Leigh

20 gennaio 1938148

Caro Steed,

Le mando uno schizzo per la lettera a Timesl49. Non ha stile di lettera, né ha carattere definitivo.

147 Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: Foreign Ofice, S. W. 1. Copia della medesima lettera si trova in PROIF0371/22659/W477/81141. Si veda supra, lettera 67 e infia, Appendice Spagna, Parte I, documento 6.

148 Minuta in italiano senza indicazione di luogo. 149 Cf, "The Times", 1 1-2-1938: Letters to the Editor. The War in Spain. Casefor Peare by Conciliation.

La lettera parlava deUa recente formazione del BCRi'S, delle iniziative dei comitati francese e spagnolo e solle- citava il sostegno dell'opinione pubblica a un'iniziariva d'armistizio da parte del Comitaro di Non-Interven- to. Era firmata da Sreed, Encwistle, Gooch, G. Murray, Nicokon, Manhew, Sturzo, Fajrfield, Srokes, Crawford, Scort-Stokes, Strauss, Seron Watson, Barclay Cartec Non compare nella Miscelkznea Londinese.

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Mi sono voluto limitare solo al tema della pace di conciliazione e dell'armisti- zio, come tema di orientazione dell'opinione pubblica. Ho tralasciato gli altri punti del programma fissato dal Comitato Francese (di cui Lei ha già una copia); per non dare l'im- pressione di volere fare molto senza averne la possibilità e i mezzi.

Per la stessa preoccupazione ho sfumato le varie affermazioni, ed ho taciuto del- lo stesso C.Q Francese, mettendo solo in rilievo la iniziativa degli spagnuoli. Cosi a spie- gare le ragioni del mio testo.

Sarò per diversi giorni fuori di Londra: ho lasciato il mio dossier a Miss Carter, - la quale conosce molto bene le iniziative prese dai vari comitati. Lei potrà telefonarle quando viene a Londra.

Cordialmente suo

[senza data] 150

A nome del Br. Com. for C. and Rel. Peace in Spain mi permetto indirizzarmi all'Em. za Vostra per ottenere il suo autorevole aiuto allo scopo di far cessare in Spagna i bombardamenti aerei sulle popolazioni non combattentil51.

150 Minuta in italiano senza indicazione di luogo, posteriore al 10 febbraio 1938, indirizzata "A sua Emi- nenza il Cardinale Arthur Hinsley Westminster House S. W. 1". È stata collocata a questo punto della raccolta per mantenere la coerenza tematica.

Arthur Hinsley (1865-1943). Laureatosi presso l'università di Londra nel 1889 e presso la Gregoriana di Roma, era stato ordinato sacerdote nel 1893. Fu insegnante e parroco in Inghilterra fino al 1917 quando fu nominato rettore dell'English College di Roma, che riorganizzò con successo. Nel 1927 fu inviato come visita- tore apostolico in Africa e nel 1930 fu nominato delegato apostolico permanente. Nel 1934 un attacco di feb- bre tifoidea lo costrinse a tornare a Roma, dove gli fu assegnato un posto da canonico di S. Pietro. Nel 1935 la nomina al soglio di Westminster in seguito alla morte del card. Bourne lo strappò dalla quiete del pre-pensio- namento. Hinsley si distinse per lo sforzo di introdurre in Inghilterra i'hione Cattolica, per la condanna del- l'aggressione italiana ali'Abissinia e per la disapprovazione di quei cattolici che aderirono ai partito fascista di Oswald Mosley. Tuttavia egli sosteneva i nazionalisti spagnoli e teneva una foto con autografo di Franco sulla scrivania. Nel 1940 lanciò The Sword of the Spirit, un movimento d'opinione e informazione interdenomina- zionale a difesa della libertà. Ne era segretaria Barbara Ward, membro di People and Freedom. Cfr. J. C. Hee- nan, Cardinal Himky, Burns Oates & Washbourne, London, 1944; D. Newton, ad vocem, in Dictionary of National BiographJ 1341-1950, cit., pp. 394-395; S. Gilley, Theyears ofequipoise 1892-1943, in From Without the Flaminian Gare. I50 Ears ofRoman Catholicism in England and Waks 1850-2000, a cura di V. A. McClel- land e M. Hodgetts, Darton, Longman and Todd, London, 1999, pp. 52-55; J. Pereiro, 'Who are the Lziry?: IbidPm, pp. 173-178; M . J. Walsh, Catholics, society andpopuhr culture, IbidPm, pp. 362-364; Peopk 8- Free- &m, (in seguito: P&F), n. 14, ag. 1940: The Sword of the Spirit; n. 46, apr. 1943: Cardinal Himky (Crawford).

151 J . Tusell, G. G. Queipo de Llano, E1 CatolicLrmo mundial~ laguerra df ipaf ia, cit., p. 279, riferiscono, in base a documenti spagnoli, che nel febbraio del 1938 una rappresentanza del comitato britannico per la pace civile e religiosa in Spagna fece visita al duca d'Alba, il rappresentante di Franco a Londra, per protestare contro i bombardamenti delle popolazioni civili. L'iniziativa era appoggiata dal cardinal Hinsley, il quale pure fece visita al duca. Questi nel suo rapporto descrisse i membri del comitato come "tan rojos en sus ideas y tan claros sus contactos con el enemigo que non ofrece duda ninguna estin detris de tan escandalosa campaiia''.

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Tale iniziativa fu presa nel mese di dicembre scorso dal Comitato Spagnuolo per la Pace civile residente a Parigi - presidente il Prof. k Mendidbal - insieme al Comi- tato Francese per la l? C. e r. en Esp. (Presidente il Prof. Jacques Maritain); e io stesso fui felice presentare le loro proposte al Foreign Oficel52, e nella riunione dell'l l Genn. del nostro Comitato Britannico, dare piena adesione.

Ora che il Ministro della Difesa del Governo Spagnuolo residente a Barcellona, ha fatto pubblica (il 28 Gennaio) l'offerta di cessare da ogni bombardamento, e con deci- sione del 4 febbraio ha dato ordine di sospendere ogni raid aereo al di là della zona effetti- va e attuale delle operazioni di guerra, si aspetta che dal lato del Governo di Franco si fac- cia un simile passo.

E mentre l'opportuna iniziativa del governo Francese, appoggiato subito dal nostro Governo, di ottenere per via diplomatica un sì felice risultato è da noi seguita con simpatia per un rapido successo, pensiamo anzitutto che meno difficile sarà il risultato quanto più unanime è il popolo britannico ad appoggiare il passo del governo.

Ricordiamo, io e i membri di questo Comitato, la Sua alta parola nella lettera che 1'Em.za V. inviò al Times dove diceva che "i bombardamenti aerei erano da condan- narsi da qualsiasi parte essi venivano"l53. Così ora è il momento di applicare questa sua parola onde anche i giornali cattolici inglesi diano il loro appoggio e sostengano la cessa- zione di così barbari e distruttivi sistemi, contro le popolazioni non combattenti e inermi, donne vecchi e fanciullil5*.

Ma poiché si possa arrivare al completo successo, mi permetto sottoporre alla sua considerazione l'idea di far conoscere al Cardinale Primate di Spagna quale è il senti-

'

mento comune del popolo inglese, per la immediata cessazione dei bombardamenti aerei, poiché egli prema sul Generale Franco e lo muova a consentire alla proposta dei Governi Francese ed Inglese.

L'Em.za Vostra è pregata di accettare insieme ai ringraziamenti del nostro comi- tato, il nostro più profondo omaggio.

152 Cfr. injkz, Appendice Spagna, Parte I, documenti 3-7. I53 Cfr. "The Times", 10-2- 1938; "The Manchester Guardian", 10-2- 1938: Air Horror. BritirhMmonal

to Spunish Le&s; ML, 4 , pp. 109-1 11. Era un appello alle due parti in guerra per la cessazione dei bombar- damenti deUe popolazioni civili. Era stato promosso da Lord Cecil ed era stato Firmato dai capi delle chiese, inclusi Hinsley e il capo Rabbino, Dr. J. H. Hera, e dai maggiori dignitari della Gran Bretagna. Fu consegna- to il 9 febbraio a Chamberlain, al duca d'Alba e all'ambasciatore spagnolo, Pablo de M a t e .

154 Agli inizi di febbraio S m m avwa scritto ai cattolico "The Universen criticandone la mancata wn- danna dei bombardamenti aerei ed era stato arraccato sulle colonne di quel giornale dal rw. Novd. Cfr. ML, 4, pp. 107-1 11.

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25 gennaio 1938155

Mio caro Vansittart, Lei è stato tanto gentile, qualche tempo fa, da trasmettere a chi di dovere il sug-

gerimento di far qualcosa per salvare le vita di Don Carrasco Formiguera, il leader cattoli- co catalano che è stato condannato a morte e che ancora si trova in prigione a Burgos. Le - -

informazioni che mi giungono ora da una fonte attendibile indicano che ~ o r m i ~ u e r a potrebbe essere scambiato con uno dei personaggi di rilievo che si trovano nelle mani del governo spagnolo; e mi viene suggerito che il più probabile sarebbe il monsignor Pedro Lisbona Alonso, un ciambellano segreto del Papa, precedentemente vice-direttore di un giornale Carlista "E1 Correo Catalan." È un caro amico del cardinale GomA ed ora è in prigione a Figueras nella provincia di Gerona, dove sconta una pena di 30 anni. Un'altra persona potrebbe essere il capitano D. José L6pez Pinto che sta scontando una pena di 20 anni a Murcia. È uno dei figli del generale L6pez Pinto, la cui famiglia fu scambiata con la famiglia dei Formiguera. -

Il mio informatore mi comunica che sia il nostro rappresentante a Salamanca sia Sir Henry Chilton hanno fatto il possibile, nei mesi di settembre ed ottobre, per arri- vare ad uno scambio a favore di Carrasco Formiguera, ma inclusero il suo nome in una lista di persone meno illustri. Lo scambio non fu concesso, ma è stato affermato semi- ufficialmente che, nel caso di Formiguera, la sentenza di morte sarebbe stata commutata in una di 30 anni di reclusione.

I1 mio informatore aggiunge che la liberazione di Formiguera è una questione di una qualche urgenza dato ch'egli ha duramente sofferto in prigione a causa del freddo intenso e dello stato d'isolamento.

Le sarei grato se potesse passare queste informazioni a chi di dovere. Molto cordialmente

4 febbraio 1938156

Caro Sig. Wickharn Steed, Sir Robert Vansittart mi ha inoltrato la sua lettera del 25 gennaio riguardante la

possibilità di organizzare uno scambio per Don Carrasco Formiguera.

'55 Copia di lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice, non firmata. L'originale si trova in PROIFO371/22618/W1223/25/41.

'56 Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: Foreign Office, S. W. 1. In alto a sinistra: (W 1223125141). Copia in PRO1F0371/22618/W1223/25141.

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Sebbene le nostre recenti informazioni tendano ad indicare che le autorità di Salamanca non sono propense ad accettare scambi individuali, abbiamo inoltrato alla nostra ambasciata a Hendaye le informazioni che lei così gentilmente ha fornito riguardo la linea d'azione che essi potrebbero attuare a favore di Don Carrasco.

Cordialmente

D. F. Howard M.C.157

8 febbraio 1938158

Caro Sig. Wickham Steed, Il Sefior RocaI59 del Comitato spagnolo per la Pace Civile, nella lettera di cui

Le ho parlato al telefono, dice che il Governo Repubblicano Spagnolo ha ufficialmente autorizzato l'Ambasciata Spagnola di Parigi a proporre lo scambio del Sefior Carrasco y Formiguera con Monsignore Pedro Lisbona Aionso, come suggerimmo il mese scorso.

L'Ambasciata Spagnola di Parigi ha scritto all'Ambasciata di Londra in modo che questa proposta possa essere comunicata a Salamanca tramite il Foreign Office. Ai contempo, il Comitato spagnolo implora che i nostri "sforzi a favore del Sefior Carrasco continuino," e di sollecitare il Foreign Office ad ottenere al più presto una risposta da Salamanca, dato che lo stato di salute del Sefior Carrasco richiede urgenza.

Le allego copia della sua lettera del 25 gennaio sulla questione per suo riferi- mento.

Con i migliori auguri da parte mia e di don Sturzo, Molto cordialmente

Barbara Barclay Carter

'57 M. C.: Military Cross, titolo onorifico militare. 158 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata British Comrnittee for Civil and Religious Peace in

Spain, 7 Lansdowne House, Lansdowne Road, W. 1 1 . '59 Joan Baptista Roca y Caball, fondatore con Carrasco y Formiguera del partito nazionalista cattolico

Unione Democratica di Cadogna. Come Carrasco, agli inizi della guerra civile l'ostilità della Federazione Anarchica Iberica lo costrinse all'esilio che egli trascorse a Parigi. Ck. Preston, Comrade! Pormitsfiom the SpanLrh C ' War, cit., pp. 323-324.

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9 febbraio 1938160

Caro Sig. Howard, Dopo aver ricevuto la sua lettera del 4 febbraio ho avuto notizia dal signor

Roca del Comitato spagnolo per la Pace Civile di Parigi che il Governo Repubblicano Spagnolo ha ufficialmente autorizzato l'ambasciata spagnola di Parigi ad inoltrare la pro- posta di scambio di Don Carrasco y Formiguera con monsignor Pedro Lisbona Alonso.

Mi pare di capire che l'ambasciata spagnola di Parigi abbia scritto all'ambascia- ta di Londra in modo che questa proposta possa essere comunicata a Salamanca tramite il Foreign Office. Lei potrebbe aver ricevuto qualche comunicazione riguardo questa que- stione da parte dell'ambasciata spagnola di qui, ma il signor Roca mi chiede di informarla personalmente dato che le condizioni di salute di Don Carrasco richiedono una risoluzio- ne urgente.

La ringrazio molto per il suo disturbo. Molto cordialmente,

Wickham Steed

21 febbraio 1938161

Caro Sig. Wickham Steed, La ringrazio per la sua lettera del 9 Febbraio riguardante Don Carrasco y For-

miguera. L'ambasciata spagnola di Londra ci ha ora contattato avanzando delle proposte

per uno scambio, come Lei mi ha suggerito che avrebbero fatto, e noi abbiamo inoltrato i dettagli al nostro agente a Salamanca per la linea di condotta che lui può intraprendere in questa faccendal62.

Cordialmente

D. F. Howard

160 Copia di lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. In alto a sinistra: Ref. W1223/25/41. L'origi- nale si trova in PROIF0371/22619N[rl949/25/41.

161 Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: Foreign Office, S. W. i. In alto a sinistra: (W 1949/25/4 1). Copia in PRO/F0371/22619/W1949/25/41.

162 Cfr. PRO/F0371122619~2137/25/41: memorandum dell'ambasciata spagnola, Londra, 14 febbraio 1938; D. D. Maclean, FO, 14 febbraio 1938 a Hodgson.

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25 febbraio 1938163

Caro alle 4 del pomeriggio di martedì 8 marzo si terrà una riunione del Comitato, al

n. 7 di Lansdowne House. Ordine del giorno

1. Relazione del Presidente 2. Relazione del Segretario onorario 3. Esame dello schema preparato dal Comitato spagnolo per una conferenza su

eventuali proposte di pace164 4. Situazione finanziaria 5. Varie ed eventuali Cordialmente

4 marzo 1938165

Caro amico, Accludo l'originale ed una copia della traduzione della sua propostalG6. Ne ho

mandato una copia a Gilbert Murrayl67. Aff. m0

163 Lettera circolare dattiloscritta in inglese su carta intestata: British Committee for Civil and Religious Peace in Spain, 7 Lansdowne House, Lansdowne Road, W. 1 1. Una copia identica, ma diretta a Miss Fairfield e firmata da Steed in Churchill College, Cambridge: Churchill Archives, Dilke - Crawford - Roskill Collec- tion (in seguito: CCC, D-C-R), REND 1214.

Si vedano il programma prowisorio e quello definitivo della conferenza nell'Appendice Spagna, Par- te I, documenti 10 e 21.

'15 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon. Cfr. infra, Appendice Spagna, Parte I, documento 9.

167 George Gilbert Aimé Murray (1866-1957). Nato a Sidney, Australia, da genitori irlandesi, fu educato a Londra presso la scuola Merchant Taylors e a Oxford, St. John's CoUege. Ricoprì la cattedra di greco d'uni- versità di Glasgow dal 1889 al 1899 e fu regius professor di greco a Oxford dal 1908 al 1936. Le sue traduzioni dei classici rimangono famose e fra le sue numerossime opere spiccano The Rise of the Greek Epic (1907) e Five S~ages of Greek ReIigion (1925). Profondamente impegnato neila causa della pace, fondò e presiedetre l'Unione della Società delle Nazioni (1923-1938) e fu presidente dell'Associazione delle Nazioni Unite (1945-49). Fu delegato per il Sud Africa presso la Società delle Nazioni a Ginevra dal 1921 al I923 e membro, con Einstein, Paul Valkry e Madame Curie, del Comitato internazionale per la cooperazione intellettuale (192840). Scrisse

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9 marzo 1938168

Caro Mr. Steed, Ecco il nuovo testo del Draft per l'armistizio e le trattative di pacelG9. Quando l'avrà reso definitivo, vuole l'aiuto di Miss Barclay Carter per spedirlo

al Primo Ministro, a Lord Halifax e al Comitato di Non Intervenzione a mezzo di Sir Vansittart? Non ha che telefonare.

Ne vorrei tre copie, una per me, una per il Comitato spagnuolo e I'altra per il Comitato francese, da presentare al Quai d'Orsay.

La prego di combinare un appuntamento con Mr. Wilson Harrisl70 (per la prossima settimana) per ottenere da lui l'appoggio dello Spectator per diffondere l'idea di una pace di conciliazionel71.

5 aprile 1938172

Caro amico, Ho mandato la proposta di Mendidbal a Vansittartl73. Mi si dice che Halifax

non si occupa di proposte di questo genere e le manda subito ai suoi subordinati. I1 ''Draft Plan" al contrario mi pare del tutto intempestivo. Non aggiunge nulla di pratico (in questo

le prefazioni al primo libro di Sturzo pubblicato in Inghilterra, Italy and Fficismo, e all'ultimo, Italy and the New World Order. Cfr. M . I . Henderson, ad vocem, in Dictionary ofNational BiograpLy 1351-1960, cit., pp. 757-761; Who was Who, vol. V, 1951-1960 cit., p. 801-802.

168 Minuta in italiano scritta sul retro della lettera n. 79, senza indicazione di luogo. 169 Cfr. in ja , Appendice Spagna, Parte I, documento 9. 170 Henry Wilson Harris (1883-1955). Dopo la laurea conseguita a Cambridge, St. John's College, e un

periodo di pratica legale, nel 1908 iniziò la carriera giornalistica nel liberale "Daily News" che era diretto da George Alfred Gardiner. Fu, successivamente, redattore, editorialista e corrispondente diplomatico. Nel 1919 seguì la conferenza di pace di Parigi per il suo giornale e negli anni '20 svolse notevole attività pubblicistica a favore della Societi delle Nazioni. Nel 1932 successe a Sir Evelyn Wrench nella direzione del settimanale "The Spectatorn, da cui si ritirò nel 1953. Fu deputato parlamentare indipendente dell'università di Cam- bridge dal 1945 al 1950. Cfr.: The Encyclopedia ofthe British Press, cit., p. 295.

171 Sturzo aveva scritto a Wilson Harris nel maggio del 1937, dopo la lettera pubblicata nel "Tirnes", per convincerlo a partecipare al BCRPS. Harris si era detto d'accordo con le idee di Sturzo, ma espresse dubbi sul- l'utilità del Comitato. Cfr. U, f. 506, C. 28: Harris, 27-5-1937, a Sturzo.

172 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata. 173 Cfr. infia, Appendice Spagna, Parte I, documenti 16-18: PROIF0371122608lW5276I9I41.

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momento) al piano che abbiamo già mandatol74. È sì molto importante che noi non ci facciamo prendere per dei visionari. Altrimenti perderemmo ogni eventuale influenza.

M . m o

Wickham Steed

12 aprile 1938175

Caro Sr. Sturzo, Ho ricevuto da una fonte molto sicura l'inquietante notizia che esiste un

rischio reale che il Sr. Carrasco Formiguera possa venire giustiziato a Burgos. Non appena ho ricevuto questa notizia ho esposto la questione al Foreign Ofi-

ce, chiedendo al governo di esprimere la sua forte disapprovazione di tale crimine176. Le menziono questo fatto in quanto sono a conoscenza del suo interesse per la questione; le farò sapere se avrò ulteriori notizie.

Cordialmente

13 aprile 1938178

Caro amico, Ricevuto il suo telegramma ho telefonato subito a Vansittart che ha promesso

di prendere la cosa in manol79.

174 Cfr. infia, Appendice Spagna, Parte I, documento 9. 175 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: Embajada de Espaiia. Al fondo, un appunto a mati-

ta di Stuno: "Steed Eynsham Witnpy (Oxon) Spanish Ambassador informs Carrasco Formiguera danger of execution please insist intewention Foreign Ofice Sturzo". Si tratta del testo del telegramma cui fa riferi- mento la lettera successiva: cfr. PRO/F037i122619AV4825/25/41: nota di Miss A. Dougherry, 13-4-1938 e commento di W. Roberts, 13-4-1938.

176 Cfr. PRO/F0371/22619AV4825/25/41: Adrate , Londra, 12 aprile 1938, a Sir G. Mounsey, FO e sua risposta ad Adrate , 19-4-1 938.

177 Pablo de Azdrate y Flores, ambasciatore spagnolo a Londra dalla fine di agosto 1936 alla conclusio- ne della guerra civile. Il suo predecessore, Mpn Olivh si era dimesso poco dopo lo scoppio deiia guerra civi- le. Mentre Olivh avwa poca simpatia per ambo le parti, Azdrate era un genuino rappresentante del governo repubblicano. Cfr. Edwards, The British Gouernmentand the Spanish Civil War, cit., p. 183.

178 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon. 179 Cfr. PRO/F0371/226191W4825/25/41: nota di Miss k Dougherty, 13-4-1938 e commento di W.

Roberts, 13-4-1938. Maggiori ragguagli nell'Introduzione.

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Acclusa una lettera che mi giunge da Lord Halifax180. Sarò a Londra per poche ore nel pomeriggio di domani. Aff. m0

16 agosto 1938181

Cara Sig.na Carter, Le accludo copia d'una lettera che ho ricevuto dal Sig. T. Edmund Harvey, il

deputato inglese 182. Gli avevo scritto dopo aver letto la sua lettera al direttore nel "Man- chester Guardian"l83, che suppongo anche lei abbia letto. Dato che il Sig. Harvey vorreb- be mettersi in contatto con il Comitato Britannico, mi prendo la libertà di suggerirle di comunicare con lui. Vedo che il "Manchester Guardian'' sta portando avanti una forte campagna sulla guerra spagnola e sulle possibilità di ristabilire la pacel84.

Lei che cosa deduce dal comportamento del Gabinetto Inglese riguardo il ritiro dei combattenti stranieri e l'eventuale sospensione delle ostilità? Credo che nei mesi a venire dovremmo intensificare i nostri sforzi, dato che potrebbero presentarsi molte opportunità di poter avanzare il nostro punto di vista.

La prego di trasmettere i miei più cari saluti a don Sturzo. Molto cordialmente

Alfredo Mendizabal

'80 Cfr. inja, Appendice Spagna, Parte I, documento 15. '81 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: Comité Espagnol pour la Paix Civile, Bureaux: 419-

421 - 30, Rue de Gramont - Paris, 2e. 182 Thomas Edmund Harvey (1875-1955). Quacchero, originario di Leeds, frequentb le università di

Oxford, Berlino e Parigi. Conseguito il Master in letteratura a Oxford, dal 1900 al 1904 fu assistente al British Museum. Ricopri varie cariche negli organismi politici locali di Londra; dai 1910 al 1918 fu deputato parla- mentare liberale per il collegio elettorale di Leeds ovest e dal 1923 al 1924 per quello di Dewsbury. Dai 1937 al 1945 fu deputato progressista indipendente per il collegio elettorale delle Università inglesi unite. Durante la prima guerra mondiale aveva partecipato alle operazioni di soccorso organizzate in Francia nelle zone di guerra dal War Victims' Relief Comrnittee della quacchera Società degli Amici. Fu autore di opere sulla storia dei quaccheri e di argomento religioso e spirituale. Era amico di Paul Sabatier. Nell'aprile del 1938 scrisse ad Haii- fax suggerendo la mediazione in Spagna. Cfr. CS-Urbino: B. 33, f. 14, Harvey a Sabatier, 21-6-1906; B. 79, f. 2: Sabatier a Harvey, 9-2-1922; Harvey a Sabatier, 14-2-1922, e passim; PROIF0371/22659Nlr5304/9/41, Har- vey a Halifax, 13-4-1938 cit.; Who wm Who, vol. V, 1951-1960 cit., p. 494.

183 Cfr. "The Manchester Guardian", 28-7-1938: Letien to the Editor. Spain? Agony. An Armistice the Fir- st Step to Peace (T. E . Harvey, 25 luglio).

184 La lettera di Harvey prendeva spunto da un editoriale del "Manchester Guardian" del 25 luglio, inutola- to A A d in cui si sosteneva l'opportunità che il governo britannico lanciasse un appello agli spagnoli in vista delle rovinose conseguenze del prouani della guerra. L'editoriale A Truce? e la lettera di Harvey suscitarono ampio consenso di pubblico: nell'agosto del 1938 il "Manchester Guardian" pubblicb almeno dodici lettere a sostegno della mediazione e di un armistizio. Cfr. '"e Manchester Guardian", 1,3, 11, 16, 17,22,25 agosto 1938.

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Aja, 19 agosto 1938185

Ho scritto a Steed per Harvey. Egli tornerà a Londra a fine agosto. Miss Carter è in Italia diriga le lettere a me. Al mio ritorno riprenderò i contatti per un lavoro pratico.

Sono all'Aja per il Congresso sulla Pacel86. Le relazioni sono buone salvo qual- che riserva. Vedremo il concreto delle decisioni.

8 settembre 1938187

Caro amico, Ho scritto al Home Office per domandare il visa pel Dr. Himmelschein. Spero

che verrà accordato. Non so se sarò a Londra la settimana ventura. Ho molto lavoro urgente qui. Le

scriverò fra poco a proposito della Spagna. Ho letto la lettera188 di Madariagal89. Affamo Suo

Wickharn Steed

185 Appunto manoscritto in italiano, scritto sul verso della lettera precedente. 186 Sturzo parla di questo convegno privato nell'introduzione a La mia battaglia dz New York, Garzanti,

1949, l a ed., p. VII. Cfr. anche De Rosa, Luigi Sturzo, cit., p. 400. 187 Lettera dattiloscritta in italiano su carta intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon. 188 In un'intervista all'agenzia stampa Havas, panialmente riportata nel "Times" del 30 agosto (Genera1

Franco and Britisb Plan - "A Solution not Unattainabk'), Franco, dopo aver criticato il piano britannico per il ritiro dei volontari stranieri, aveva dichiarato che i sostenitori della mediazione favorivano una Spagna divisa, soggiogata, impoverita e materialistica e facevano il gioco dei comunisti. Nella sua lettera ("The Times", 3-9- 1938: Civil War in Spain - Tbe "Real" End - Costs of War and fictory) Madariaga ribatteva sostenendo che la mediazione era l'unico modo per porre fine alla divisione, al soggiogamento alle potenze straniere e all'impo- verimento. Egli sottolineava che gli awersari di Franco non erano dei materialisti, anche se si credevano tali e concludeva facendo appello alla generosità di Franco e al buon senso delle parti che erano entrambe troppo forti per essere annientate "per cui la guerra è non solo crimine, ma follia". Anche S t u m rispose a Franco, in maniera più ampia, basandosi sul testo rilasciato dall'agenzia Stefani: cfr. ML, 4, pp. 172-176: Franco, kz mediazione e noi ("Popolo e libertà", Bellinzona, 13-9-1938). LI medesimo articolo apparve su "L'Avant-Gar- den di Bruxelles il 7-9-1938 e anche su "L'Auben. Cfr. AiS, f. 509, C. 24: S m m , 7-9-1938, a Mendiibal (minuta).

189 Salvador de Madariaga (1886-1978). Laureatosi nel 191 1 in Francia in ingegneria mineraria, si impiegb presso una compagnia ferroviaria. Contemporaneamente scriveva per giornali e riviste e frequentava gli ambienri intellettuali madrileni di cui facevano parte il filosofo Jod Ortega y Gasset, Manuel Azaiia, il leader socialista Fernando de 10s Rios, lo storico Américo Castro e lo scrittore Luis Araquistain. Su raccomandazione di

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5 dicembre 1938190

Mio Caro Wickham Steed, Sono pronto ad aiutare, se ci riesco, i tedeschi Sudeti cattolici e liberali a cui lei

si riferiva nella lettera del 1" corrente e sarei lieto di incontarmi con il loro leader insieme a don Sturzol91. La cosa migliore sarebbe che quest'ultimo mi telefonasse in modo da poter organizzare un incontro.

Nel frattempo mi metterò in contatto con Australia Housel92 e mi accerterò della reazione australiana riguardo al suggerimento.

Cordialmente

quest'ultimo nel 1916 fu reclutato dal Foreign Office come scrittore di articoli di propaganda pro-alleata diretti alla Spagna. Alla fine della guerra tornò a Madrid e all'ingegneria mineraria, ma nel 1921 entrò nell'uf- ficio stampa della Società delle Nazioni a Ginevra, dove diresse la Sezione Disarmo dal 1922 al 1927 quando si dimise e assunse la cattedra di studi spagnoli 'Alfonso XIII' a Oxford, dove aveva già pubblicato Shellq, and Calderdn (1920) e The Geniw ofspain (1923). Dal 1931 al 1936 fu ambasciatore a Washington e Parigi, rico- perse brevemente due cariche ministeriali e rappresentò la Spagna nella Società delle Nazioni, battendosi con- tro l'invasione della Manciuria e l'occupazione dell'Abissinia. Esule a Londra dopo lo scoppio della guerra civile, fu instancabile nel promuovere la mediazione e la conciliazione. Durante la dittatura franchista fu par- te di numerosi progetti di restaurazione democratica in Spagna e fattivo fautore dell'unità europea. Tornb in Spagna, ricevuto con tutti gli onori, nel 1976, due anni prima della morte. Cfr. Preston, Saluador de M a h - riaga and the Questfor Liberty in Spain. Taylorian Special Lecture. 3 Novernber 1986, Clarendon Press, Oxford, 1987; Idem, Comrades!Portraits j k m the Spanish Civil War, cit., pp. 141-165.

190 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: 37, Bryanston Square, W. 1. 1st Si riferisce al leader del partito cattolico cecoslovacco, padre Reichenberger, che si era recato a Londra

per negoziare la sistemazione nell'impero britannico di cinquemila tedeschi dei Sudeti che erano fuggiti di fronte all'avanzata nazista e non potevano restare in Cecoslovacchia. I1 gruppo PeopL and Freedom incontrò Reichenberger il 20 novembre 1938. Cfr. "P&Fn n. 3, genn.-marzo 1939; ML, 4, pp. 245-248: Gli ideali di libertà e democrazia del "People andFreedom Groupndi Londra, pubblicato su "Popolo e Libertà" di Bellinzo- na, l l maggio 1939. Sui cattolici tedeschi-sudeti e sulla crisi di Monaco cfr. ML, 4, pp. 177-1 90. La situazio- ne dei profughi dei Sudeti è descritta brevemente nell'Introduzione.

192 La sede londinese dell'alta commissione per l'Australia. I Dominions, paesi membri del Com- monwealth britannico, sono tuttora muniti di questa istituzione che equivale a tutti gli effetti a un'amba- sciata.

193 John Lawrence Baird Stonehaven, dal 1938 primo Visconte di Ury (1874-1941). Educato a Eton e Oxford ricoprì numerose cariche nel corpo diplomatico. Fu deputato parlamentare conservatore dal 1910 al 1925 e presidente dell'organizzazione del partito conservatore dal 1931 al 1936. Durante la prima guerra mondiale fu Intelligente Oficer, membro parlamentare dell'Air Board e sotto-segretario di stato per le forze aeree. Nel primo dopoguerra fu sottosegretario di stato agli interni (1919-22) e minisrro dei trasporti e dei lavori pubblici (1922-24). Dal 1925 al 1930 fu governatore generale e comandante in capo del Com- monwealth dell'Australia. Cfr. Who was W o , vol. IV, 1941-1950, A.& C. Blacks, London, 1952, pp. 11 12- 11 13.

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Senza data [febbraio 19391 l94

Leggere lettera Mendizdball95 e proporre a Steed per telefono, invece di rinvia- re al 15, una lettera al Foreign Office per persuadere il Governo di Negrin a riconoscere la disfatta militare e a domandare un armistizio del quale Francia e Ingh. si farebbero pro- motori e mediatori. Se egli lo domanda, potremo mandare un Draft.

L.S.

1 giugno 1939l96

Caro amico, Ho scritto la lettera (copia acclusa) al Home Office perché non potevo raggiun-

gere Mr. Cooper per telefono. Pare che non sia a Londra. M . m o

Wickham Steed

194 Appunto manoscritto in italiano senza indicazione di luogo, con l'annotazione: Urgente. Per Steed. 195 AU, f. 509, C. 81: Mendizibal, Parigi 9-2-1939, a Sturzo: "[ ...l Bien que Negrin annonce la conti-

nuation de la résistance, tout le monde s'accorde à croire que celle-ci est devenue impossible, non seulement à cause des difficultés de ravitaillement et du petit nombre de fabriques militaires dans la zone centro-sud, mais aussi parce que les troupes n'ont plus aucun enthousiasme pour poursuivre une lutte dont le résultat est malheureusement déjà décidé. C'est pourquoi il me semble que prolonger la guerre n'est qu'infliger à I'Espa- gne de nouveaux sacrifices inutiles. I1 est certain que I'attitude que nous avons toujours soutenue en faveur d'une médiation et d'une paix sans vainqueur, s'avkre maintenant impossible. Mais une médiatisation de la victoire italo-franquiste, de la part des pays démocratiques, me parait trks opportune. Vous jugera quelle possibilités d'action s'offrent au Comité britannique. Pour notre part, nous suivont ici artentivement le mou- vement diplomatique frangais et, par l'intermédiare de nos amis, nous essayons de faire pervenir au Quai d'Orsay nos sentiments er nos dbirs [...ln. Mendidbal allegava copia della lettera inviata il 5 febbraio 1939 al presidente spagnolo Azaiia dal Comitato spagnolo per la pace civile (ibidem, C. 82), in cui si suggeriva che il governo spagnolo riconoscesse la sconfitta e chiedesse l'assistenza della Francia e della Gran Bretagna per sti- pulare immediatamente un armistizio.

I1 suggerimento di Mendiibal ad Azafia era già stato superato dagli eventi. A fine gennaio i nazionalisti avevano conquistato Barcellona, confiscando grandi quantità di armi. Negrin ne aveva richieste altre, ma sin dal 3 febbraio Azafia aveva sollecitato la mediazione francese e britannica. I1 7 febbraio anche Negrin ammise la sconfitta e offerse la resa a condizione che Franco garantisse formalmente la completa indipendenza della Spagna, la libertà per gli spagnoli di scegliere il proprio governo, la assenza di rappresaglie e l'evacuazione dei leaders repubblicani. Franco rispose richiedendo la resa senza condizioni. I negoziati si concentrarono sull'as- senza di rappresaglie e si complicarono per la difficoltà di localizzare Negrin. I1 27 febbraio la Gran Bretagna e la Francia riconobbero il governo di Franco. Cfr. in ja , Appendice Spagna, premessa e parte 11, doc. nn. 24 e 25; Edwards, The British Goummentand thr Spani~h Civil War, 193Ci-1939, cit., pp. 206-210.

1% Lettera manoscritta a matita in italiano su carta intestata.

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senza data [l giugno 19391 '97

Caro Signore, Mi risulta che la Segretaria del Comitato Britannico per la Pace Civile e Reli-

giosa in Spagna, la Sig.na Barbara Barclay Carter, l'abbia informata del caso di un giovane Professore spagnolo, il Sig. Sugranyes de Franch198, cui pare sia stato rifiutato il permesso di sbarcare a Folkestone. Come Presidente del Comitato Britannico desidero sostenere la sua istanza e sarei lieto che si prendessero provvedimenti per garantire il permesso di sbar- co al Professor Sugranyes.

Anche se non ho mai incontrato il Professor Sugranyes, ho comunque indagato sulla sua posizione, sul suo passato e sulle sue frequentazioni, e sono sicuro che non ci possa essere alcuna valida obiezione alla sua entrata in questo paese. Sono anche un cono- scente della signorina Marshall, che gli mandò un invito.

Sin dal trionfo del generale Franco in Spagna199 il Comitato Britannico, natu- ralmente, ha sospeso i suoi sforzi per promuovere un accordo tra i due partiti contendenti in Spagna; ma durante la sua attività esso si tenne costantemente in contatto con il Forei- gn Office, che spesso ha preso iniziative in seguito ai suoi suggerimenti. Il comitato non ha avuto, e tuttora non ha, carattere politico.

Molto cordialmente

Telef. Home OAice. Risposto che l'affare è under consideration. 516 scritto a Sugranyes

197 Copia di lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice, non firmata, cui si riferisce la lettera prece- dente.

198 Alcune lettere intercorse fra Sturzo e Sugranyes de Franch si trovano in SI, 2, pp. 446-453. 199 Le ostiliti erano cessate il 1 aprile 1939. 200 Appunto in italiano scritto nella grafia di Sturzo sul verso della lettera n. 90, senza indicazione di

luogo.

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20 luglio 1939201

Egregio Signore, In risposta alla sua lettera del 1" ultimo scorso ho ricevuto istruzioni da parte

del Segretario di Stato di farle sapere che egli si rammarica di non poter autorizzare il rila- scio del permesso d'entrata nel Regno Unito al Sig. Ramon de Franch-Sugranyes, come era stato proposto.

Rimango, Signore, Il Suo obbediente Servitore

I? Coulan

18 agosto 1939202

Caro amico, Dopo avermi seguito attraverso mezza Inghilterra l'acclusa lettera del Home

Office mi raggiunse pochi giorni fa in un piccolo albergo del Norfolk. Questa è la quinta volta che il Home OKce mi rifiuta qualche cosa. Fanno pagare agli altri poveri disgraziati la mia opposizione ai governo.

Intanto mi giunge, per via indiretta, da altri circoli ufficiali, una proposta che la riguarda. Un tedesco, non-ebreo, che aiuto da un pezzo, fa per conto di certa gente al War OfEce un giornaietto clandestino che circola segretamente in Germania. Questa gente vorrebbero far fare un giornaletto simile per l'Italia, e hanno pregato il mio tedesco di prendere la cosa in mano. Egli però non sa dove trovare collaboratori italiani, ed ha sug- gerito alla sua gente che Lei dovrebbe essere consultato in proposito. I1 suggerimento è stato ben ricevuto; ed il mio tedesco vorrebbe entrare in rapporti con Lei, sia personal- mente, sia per mezzo di una terza persona. L'affare è confideniialissimo.

Ho promesso di scriverle in proposito, e ho dato il suo indirizzo ai mio tedesco che si chiama Karl Otten203, 58 Hampstead Way, N. W. 11. Nel caso ch'egli, o qualche- duno per lui, le scriva o le telefoni, saprà dunque di che cosa si tratta.

201 Lenera dattiloscritta in inglese, indirizzata a Sreed, su carta intestata: Horne Ofice, Cleland House, Page Street, London, S.W. I., prot. S. 2981 7.

202 Lettera manoscritta in italiano su carta intestata: Eynsham Hall, Witney, Oxon. In margine al primo foglio due appunti di Stuw: "2218-39 risposto che K. 0. non si è fatto vivo. Dico dell'inv. ir. desidero sapere quando verrà a Londra." "2418-39 Consegnata la lettera del giornalista tedesco a Steed non posso occupar- mene perche poca bene".

203 Karl Otren (Oberkriuchten, Aachen, 1889-Locarno, 1963). Studib sociologia e storia dell'arte nella

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Sto qui per alcuni giorni ancora, riposandomi un tantino e lavorando quanto posso. Non so precisamente quando sarò di nuovo a Londra. Sarà meglio dunque di scri- vermi qui.

M . m o Suo

Wickham Steed

30 agosto 1939204

Ricevo dal Rev. don Luigi Sturzo la somma di centoventi sterline da custodire per suo beneficio o a disposizione del suo fiduciario fino ad ulteriori comunicazioni.

Ricevo anche due ricevute di capitale azionario che coprono rispettivamente cinquecento-ottanta sterline, sei scellini e cinque pence, e trecentotto sterline, sedici scel- lini e tre pence del Prestito di guerra al £3-10-0 %, che devono essere tenute a disposizio- ne del Rev. don Luigi Sturzo o del suo fiduciario fino ad ulteriore notifica.

H. Wickham Steed

università di Monaco, Bonn e Strasburgo ed ebbe come amici e compagni di studio Frank Wedekind, Franz Marc e August Macke. In contatto con molti espressionisti, fu redattore del periodico "Die Neue Kunst" nel 1913-14 e contribui ad altri periodici fra cui "Die Action" e "Revolution". Pacifista, durante la prima guerra mondiale fu arrestato per antimilitarismo. Nel dopoguerra fu redattore di "Der Friede" (1918) e "Der Gegner" (1919-22) e scrisse sulla stampa liberale ("Beliner Tageblatt", "Vossische Zeitung", "Frankfurter Zei- m n g , "Das Tage-Buch", "Die Literarische Welt"). Pubblicb un libro di successo, Dey Schwarze Napokon e sceneggib il film di G. W. Pabst, Karneradccha~. Nel febbraio del 1933 andb in esilio in Spagna e nel settem- bre del 1936 si recb a Londra, dove collaborò all'intelligence e fu soggettista per la BBC. Steed lo aiutava. Per- se la vista nel 1944 e nel 1958 emigrb in Svizzera. Autore di molti romanzi, commedie e testi sul teatro e la poesia espressionisti, nel 1956 ricevette il premio letterario Albert Schweitzer. In inglese pubblicò A Cornbine ofAggression: Masses ElirPs and Dictatorship in Gennany (London, 1942). Cfr. Intemational Biograjical Dictio- n a y of Central European Emigrés 1933-1945, a cura di H. A. Strauss e W. Roder, K. G. Saur, Munchen-New York-London-Paris, 1983, vol. 11, parte I, p. 881; S. Pross, In London treffen wir uns w i e h , Eichborn, Berlin, 2000, pp. 26-27; R Dove, Journty of No Retum. Five German Literary Exiks in Great Britain 1933-1945, Libris, London, 2000; pp. 23-27, 102-1 18, 165-167, 170-172, 197-202,239-247,262-263.

204 Ricevuta dattiloscritta in inglese su carta intestata munita di bollo da due pennies, annuilato dalla fir- ma di Steed. All'epoca un penny rappresentava un centoventesimo di sterlina.

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4 settembre 1939205

Mio caro amico, Posso approfittare ancora della nostra vecchia amicizia? Nell'eventuaiità del mio decesso prima che io abbia disposto delle somme e dei

titoli che le ho affidato, desidero che lei se ne occupi nel modo seguente: (1) Informi la Sig.na C. Marshall e la Sig.na B. Barclay Carter il cui domicilio

presente è Chez Madame Kempf, Les Hautes Belles, Brain-sur-Ailonnes (Maine et Loi- re), Francia206;

il dottor Angelo Crespi, Woodend, Abbots Langle~, Watford, Herts (telefono Kings Langley 7212);

il Padre L. Corato, 264, Fulham Road, S. W. 10 (telefono Flaxman 6965); il dottor M. Sicca, 12, Gower Street, W. C. 1 (telefono Museum 0624); il signor E Del Giudice, 45, Bedford Mansions, W. C. 1 (telefono Museum 7221); la signora B. Pritchard, 104, Hereford Road, W. 2. (telefono Bayswater 2538),

così che possano cercare e trovare il mio testamento, i miei scritti, i documenti e mano- scritti che sono o in mio possesso in quel momento oppure al n. 32, Chepstow Villas, o al Convento di Sion, n. 36, Chepstow Villas, W. 11.

(2) Nel caso nessun altro lo avesse già fatto, gentilmente provveda al pagamen- to o al rimborso delle spese della mia malattia, a un funerale cattolico e alla sepoltura in un cimitero con riti cattolici.

(3) Se, dopo un sufficiente lasso tempo dalla mia scomparsa, il mio testamento non fosse stato trovato (dovrebbe trovarsi o in mio possesso o al n. 32 Chepstow Villas, in una scatola di zinco insieme ad altri documenti e manoscritti) consegni all'arcivescovo di Westminister, o a chiunque io decida di nominare in una lettera htura, la parte residua del mio denaro e dei miei titoli dopo aver dedotto le seguenti somme nel caso vengano trovati i beneficiari, vale a dire:-

(a) £32 sterline, l'ammontare di un regalo ricevuto per pagare il concorso "Pre- mio Luigi Sturzo" indetto dalla rivista "Aube" di Parigi207, questa somma deve essere pagata al direttore di quel giornale ai n. 3, Rue Garancière, Parigi (VI);

205 Lettera dattiloscritta in inglese, firmata, su carta semplice recanre l'intestazione dattiloscritta: 32, Chepstow Villas, London, W. 11. Nell'angolo superiore a sinistra, nella grafia di Srurzo: "Copia".

206 Cicely e Barbara erano in vacanza. Allo scoppio della erra tornarono precipitosamente a casa; a metà sertembre stavano facendo rinforzare la casa. Cfr.: C. ~ a r s h f a Sturzo, in ALS, f339, cc. 30 e 43: Les Hautes BeUes, Brain sltulonnes, Maine et Loire, 24-8-39 e 1-9-1939; C. 12: 32, Chepstow ViUas, 22-9-1939.

207 Cfr. "P&Fn, n. 2, ottobre 1938: Prix Sturzo: "Some democratic Caholics, acting in concerr with "L'Aube", have founded a Sturw PrizP of the value of 5000 francs, for a Book 'From O' Connell to Briining - an historical and critica1 snidy of the tendencies and activities of Catholics, liberal, democrar and social, from the beginning of che XD( cenni to the presenr day'. Entries must be wrirten in French and be sent by Jan. 1, 1940". TBF'', n. 18, aprile 1 9 z : Thr Peopb andFreedom Group - 7rhAnnunl Rqom "h the only candidate entering [or che cornpetition had not complered h r ms. when the collapse of Frane supeniened, Don Smm, to whom che sum had been entrusted, was assured thar the donor's wishes would be met if he passed it to "Peo- gle and Freedom", on condiuon thar the pa er ublished a series on che theme in question (hence the series Democrauc Parcies of Chrisrian lnspintionr) w!e he has made arrangements for che candidate to receive an

equivalent sum should her work, after che war, be cansidered of suflicient merit fora publicarion".

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(b) £100 sterline alla Signora Lina Ferrari, vedova del mio amico Francesco Ferrari, che ora risiede al n. 59, Rue des Morillons, Parigi (XV), spiegandole che £50 ster- line sono per le esigenze familiari e le rimanenti £50 per i suoi quattro figli, nel seguente ordine: £20 per il mio figlioccio Gian Luigi, e £10 a testa per Domenico, Marisa e Teresa;

(C) £100 sterline alla Sig.na Barbara Barclay Carter con i miei più caldi ringra- ziamenti per il suo aiuto come segretaria e traduttrice;

(d) £10 sterline alla Signora Pritchard cosi che possa dare questa somma al Professor Altolaguirre208 o a sua moglie se il loro indirizzo può essere rintracciato.

Quando consegnerà il resto dei miei soldi e dei miei titoli all'arcivescovo di Westminister (o alla persona che io avessi nominato in seguito) gli chieda di organizzare la pubblicazione in inglese, tramite i buoni uffici della sig.na B. Barclay Carter oppure, nel caso di sua incapacità, di un'altra persona competente, dei seguenti tre miei lavori:-

(1) I1 Ciclo della Creazione (~ubblicato in Italiano e gih tradotto in Francese); (2) Essai de Sociologie (pubblicato in Francese); (3) La Vita Vera (Saggio di Sociologia del Soprannaturale) di cui una parte è

finita e una parte è abbozzata. Richieda all'arcivescovo di trasferire qualunque residuo delle somme e dei titoli

menzionati sopra al vescovo di Caltagirone, in Sicilia; oppure, se questo non fosse possi- bile, di utilizzarli in parte in opere di carità e in parte per delle messe per la mia anima e per le mie intenzioni.

In che modo potrò mai ringraziarla, mio caro amico? Tutti i miei auguri per la vittoria dell'hghilterra, della Francia e della Polonia che stanno combattendo per il dirit- to, per la giustizia, per il cristianesimo ed anche per la libertà dei popoli.

Affettuosamente suo,

Luigi Sturzo

8 settembre 1939209

Caro Sig. Wickharn Steed, Con ulteriore riferimento alla richiesta di trasferire £880.6.5d al 3 112% del

Prestito di Guerra Nominativo210, siamo stati informati che le nuove istruzioni della Ban-

20s Il poeta spagnolo Manuel Altolaguirre tradusse insieme alla signora Pritchard il Ciclo &lla Creazione. Egli aveva offerto a Sturzo i suoi servizi a tale scopo sin dal 1934. Cfr. ALS, f. 463, C. 30: Altolaguirre, 59 Wanvick Road, Earl's Court, London SW5, a Sturzo, senza data, ma 1934; C. 40: Srurzo a Mendidbal, 26-7- 1934 (minuta: Sturzo parla del suo incontro con Altolaguirre e chiede all'amico se egli lo conosca); L. Sturzo, E1 ciclo & la rreacidn: tetralogia cristiana. Poema dramatico m un prologo y nratro acciones. Traduciòn directa del italiano por Manuel Altolaguirre y Berta Pritchard, Buenos Aires, Tiempos Nuevos, 1940.

209 Lettera dattiloscritta in inglese su carta intestata: National Provincial Bank Limited, Notting Hill Gate Branch, 8&10 Notting Hill Gare, London, W. 11. (prot.: ARCIGB).

210 Non siamo in grado di spiegare la discrepanza di 8 sterline, 16 scellini e 3 pence fra la cifra dichiarata

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ca d'Inghilterra sono che, invece della solita procura per i titoli nominativi, ora richiedo- no e agiranno unicamente su un Atto di Trasferimento. Dunque gliene accludo uno per la compilazione da parte del Rev. Luigi Sturzo e da parte sua; se mi rispedisse l'atto al più presto, sarò lieto di inoltrarlo a chi di dovere.

Cordialmente

Harold W. Roberts Manager

9 settembre 1939211

Caro Amico, Vuol firmare l'accluso documento e mandarlo alla banca dopo aver fatto atte-

stare la sua firma? M . m o

Wickham Steed

senza data [circa 9 settembre 1739]212

Firmato da H. Wickham Steed e Witness - Dorothy F. Jones (Spinster) 9 Pley- del1 Avenue London W. 6 Secretary (of Steed).

6 ottobre 19392'3

Caro amico, Non le ho scritto fin oggi perché ero in dubbio se restare a Buckfast o no; mi

sono deciso a venire qui in questa abazia di monache, dove ci sono due stanzette libere nel

in questa lettera e la somma delle due cifre dichiarare nella lettera 94. La lettera 102 conferma però che la cifra dichiarata dal direttore della banca & quella giusta.

211 Lettera dattiloscritta in italiano su carta intestata. 212 Appunto di Sruno senza indicazione di luogo, scritto sul verso della lertera precedente. 213 Minuta in itaiiano senza indicazione di luogo ma scritta nel convento di Teignmouth. 11 primo foglio

reca sul margine inferiore l'intestazione rovesciata: Sc. Mary's Abbey BuckFast, Devon.

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Presbiterio e con più conforto e assistenza che in una troppo grande Abazia, e per giunta non ancora riscaldata per modifiche nell'impianto centrale214.

Pel momento le scrivo solo per dirle che sono preoccupato che la mia corri- spondenza con il fratello e la sorella in Sicilia non va avanti. L'ultime mie cartoline (io scrivo sempre in cartoline) che essi hanno ricevuto sono del 28 e 29 agosto. Dopo io ho mandato 13 cartoline ciascuno, in italiano s'intende, dicendo loro che sto bene, dando l'indirizzo di Buckfast, parlando di qualche affare di famiglia o di preghiere a Dio. Solo in una cartolina a mio fratello scrivevo di filosofia mistica215.

Io penso che la Censura non ha sufficiente personale che legga l'italiano, o che quello che c'è non sa leggere la mia calligrafia o che ha qualche errata impressione di tale corrispondenza.

A chi rivolgersi? che cosa fare? È triste questa situazione. Altra questione: - nessuno mi sa dire come spedire articoli all'estero. Fin oggi

ho avuto pubblicati dei miei articoli, due nel Belgio e uno in Svizzera216. È tutto: degli altri non so se sono arrivati. Ora mi dicono che bisogna spedirli dattilografati, in doppio, alla censura di Liverpool. Ma io non scrivo a macchina e qui non ho nessuno che mi batte italiano. A chi spiegare tutto ciò? Devo cessare di fare il giornalista?

2'4 Sturzo trascorse l'estate e l'autunno del 1939 in Inghilterra, in mezzo ad ansie e preoccupazioni. In luglio aveva soggiornato presso il convento di St. Anthony a Shanklin sull'isola di Wight, poi era andato a Buckfast ed era tornato a Chepstow Villas a metà agosto. Il 20 settembre tornò a Buckfast, ma l'abbazia, ai margini del Dartmoor Forest, era fredda e scomoda. Il panico per i bombardamenti che si temevano immi- nenti - in realtà iniziarono un anno dopo -suggeriva di sistemarlo più confortwolmente, ma lontano da Lon- dra. Miss Marshall suggeriva Bornemouth, in Dorset, o Tarrant Keynston House, la grande casa di sua sorel- la, vicino a Blandford, ma i parenti ebbero la precedenza. Ai primi d'ottobre Sturzo si trasferì in un convento di suore a Teignmouth, sempre in Dwon, ma sulla costa, dove il clima era più mite. Ai primi di novembre trascorse a Londra qualche giorno "per diversi affari", quindi tornò aTeignmouth e verso il 10 di novembre il cuore peggiorò. Il medico del convento prescrisse riposo assoluto, il dottor Sicca consigliava di tornare a casa. Ai primi di dicembre la superiora suggerì una 'nursing home', Sicca insisteva che tornasse a Londra: voleva averlo sotto gli occhi. Finalmente Sturzo migliorò e a metà dicembre tornò a Chepstow Villas. Sicca proibl che prendesse freddo o salisse scaie; il cardinal Hinsley concesse la dispensa di dire la messa in casa. Cfr.: C. Marshall a Sturzo: ALS, f339, cc. 30 e 43: Les Hautes Belles, Brain sIAllonnes, Maine et Loire, 24-8-39 e 1- 9-1939; cc. 12 e 9: 32, Chepstow Villas, 22-9 e 4-10-1939; cc. 62 e 61: Tarrant Keynston House, Blandford, 22 e 30-1 1-1939; ALS, f349, C. 24: 32, Chepstow Villas, 4-12-39; Pritchard a Sturzo: ALS, mX553, cc. 10- 13: 4, 12, 15 e 18-10-1939; LS-MS, IV, 1935-40, pp. 341-349; 357-368; 380; De Rosa, Luigi Sturw, UTET, 1977, pp. 395-396.

215 Cfr. LS-MS, IV, 1935-40, p. 359, Luigi a Mario, 26-9-1939: "...dal 29 ad oggi ti ho inviato 8 cartoli- ne e questa 6 la nona.. ."

216 In base alla ML, 4, Sturzo pubblicò 35 articoli o recensioni nel 1939, di cui 7 in Belgio (5 su1l"'Avant-Garde" e 2 su "La Cité No'uvelle"), 1 su "L'Aube" di Parigi, 16 in Svizzera (7 su "Il Lavoron di Lugano e 9 su "Popolo e Libertà" di Bellizona), 8 su "People & Freedomn di Londra (3 articoli e 5 recensio- ni) e 3 su "I1 Mondon di New York. Secondo la medesima fonte gli articoli pubblicati fuori dell'Inghilterra dopo l'inizio della guerra hrono: 2 su "La Cité Nouvelien, a fine settembre e a fine dicembre; 1 su "Popolo e Libertàn a fine settembre, 1 su "Il Lavoron a fine novembre, 3 su "Il Mondon, in ottobre, novembre e dicem- bre.

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8 ottobre 1939217

Caro amico, Pel momento non posso rispondere alle sue questioni. I1 caos alla Censura e al

Ministero "delle Informaiioni" è tale che nessuno sa ancora a chi rivolgersi per schiari- menti. Appena saprò la sezione del Ministero o della Censura che si occupa di manoscrit- ti italiani mi informerò. Temo che la sua calligrafia sarà un ostacolo ad un pronto regola- mento, a meno che Lei possa trovare modo di far copiare i suoi articoli alla macchina.

Quanto alle cartoline, scriva sopra il meno possibile, e con la massima chiarez- za. Ed eviti in ogni modo di fare allusioni alla filosofia mistica. Sarebbero prese per mes- saggi in una lingua convenzionale.

Le cartoline per l'Italia o dall'Italia dovranno passare attraverso tre censure diverse - l'italiana, la francese e l'inglese. Può darsi che alcune arriveranno con cinque o sei settimane di ritardo.

Ho appreso ieri un dettaglio interessante. Le autorità italiane lasciano passare senza difficoltà tutti i soldati polacchi che s'erano rifugiati in Rumania e vogliono rag- giungere la legione polacca in Francia!

Appena saprò qualcosa I'awertirò. Torno a Londra domani. M . m o Suo

Wickham Steed

24 ottobre 1939218

Gli scrivo che ho avuto notizie di mio fratello e mia sorella. Non ho ancora regolato l'affare della collaborazione ai giornali. Mi fu scritto da

Miss Carter d'inviare gli articoli attraverso il Min dell'Inf. dirigendola al Deputy Chief Censor in London.

Così ho fatto per 5 articoli accompagnandoli con lettera al detto Deputy. Nella prima ho indicato il nome suo e quello di G. E Gooch219 come persone che potevano dare assicurazioni su di me. Non ho avuto risposte né so la sorte degli articoli.

217 Lettera manoscrirra in iraliano su carta intestata: Eynsham Hd, Witney, Oxon. 218 Minuta in italiano senza indicazione di luogo, ma scritta nel convento di Teignmouth (cfr. supra, let-

tera 100). 219 George Peabody Gooch (1873-1968). Frequentò i l Kings College di Londra e il Triniry Coliege di

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La prego di telefonare (se può) a Lord Camrose per informarsi del caso e dirmi quale la migliore via.

Dovrei mandare d'urgenza due articoli uno a New York e l'altro a Buenos Aires.

L. S.

4 dicembre 1939220

Mio caro amico, Ho ricevuto un credito d'interessi che ammonta a £1 5-8-1 sul suo titolo di £880-

6-5 al £3-10-0% del Prestito di guerra che lei ha messo sotto il mio nome. È stato accredita- to nella mia banca, ma se lo desidera le posso far avere un assegno per quella somma.

Sorge una difficoltà. L'interesse su questo titolo del prestito di guerra non è stato "tassato alla fonte," vale a dire l'imposta sul reddito non è stata dedotta. Quindi, quando farò la mia dichiarazione dei redditi dovrò includere questa somma e pagare su di essa il 7% di tasse a meno che le autorità dell'imposta sul reddito mi diano istruzioni di trattarla come parte del suo reddito. Ha mai pagato finora l'imposta sul reddito? Se non l'ha fatto sarebbe più saggio che io paghi l'imposta su questo e ogni altro interesse che potrebbe ricevere.

AfEmo Suo,

Wickham Steed

7 dicembre 193922'

Mille grazie dell'Our war aims222 e della affettuosa dedica.

Cambridge, studiando anche a Parigi e Berlino. Deputato liberale per il collegio elettorale di Bath nel 1906- 10, non fu rieletto alle elezioni del 19 10. Diresse il "Contemporary Review" dal 19 1 1 al 1960; Fu presidente dell'Historical Association dal 1922 al 1925, del National Peace Council dal 1933 al 1936, dell'English Goethe Society e dell'Institute of Sociology. Pubblicb numerosissime opere di storia moderna europea e di storia diplomatica; fu co-direttore del Cambridge Histoly of Britisb Foreign Policy e del British Docurnents on the Orzgiins of rhe Wac 1898-1914. A lui si deve la prefazione a The International Community and the Right of War (1929). Cfr. Who was Who, vol.VI, 1961-1970 cit., p. 436.

220 Lettera dattiloscritta in inglese. 221 Minuta in italiano scritta sul verso della lettera precedente, senza indicazione di luogo, ma prove-

niente dal convento di Teignmouth. 222 H. W. Steed, Our mrAimr, Secker & Warburg, London, 1939.

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È la quarta settimana che sono a letto oggi sto meglio e appena potrò ritornerò a Londra.

Circa l'affare della tassa, io mai ne ho pagato, perché le mie entrate annuali non arrivano al minimo di legge. Vedrà quel che potrà farsi.

Accetti i miei ringraziamenti vivissimi e i più cord. Suo

3 maggio 1940223

Caro Amico, Le scrivo in fretta perché faccio una vita impossibile in questi giorni. Non ho

avuto un momento di libero dopo il mio ritorno dalla Francia. Ho scritto al Home Office come desidera. Copia acclusa. Appena potrò farò un

salto da Lei. Sono contento di sapere che sta un po' meglio. AfF.mo

Wickham Steed

3 maggio 1940224

Egregio Signore, Se non vi sono gravi ostacoli, a me ignoti, le sarei grato se potesse far rilasciare

un documento d'identità per viaggiare all'estero per il dottor Carlo Petrone225 abitante al

223 Lettera manoscritta in italiano. 224 Copia di lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice, non firmata, indirizzata ai sottosegretario

di Stato ai Ministero degli Interni. 225 Carlo Petrone (Saierno, 1899 - Roma, 1961) era awocato, attivista del partito popolare e organizza-

tore di leghe contadine. Dopo difficoltà con le autorità fasciste e varie vicende fra cui quasi due anni trascorsi in Vaticano, agli inizi del 1939 arrivò in Gran Bretagna. Con l'aiuto di S t u m ottenne un posto d'insegnante d'itaiiano prima in una casa religiosa maschile a Shrigley Park, vicino a Manchescer, quindi presso la Berlia School a Londra. Ebbe difficoltà d'inserimento e visse poveramente. Barbara attribuiva le sue difficoltà a una leggera mania di persecuzione. Nel 1940 Petrone fondb a Londra Frcc Italy. Egli desiderava fondare un'asso- ciazione democratica dell'emigrazione itaiiana, in Inghilterra o in Francia, fin dal 1939: cercò di coinvolgere Sturzo, ma questi gli consigliò di cercarsi prima un lavoro e gli proibì di usare il suo nome per qualificare il

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n. 52 di Cromwell Road, S. W. 7., il quale desidera un permesso per recarsi in Olanda come rappresentante legale di un noto medico italiano a Londra, il dottor Sicca, abitante in Gower Street.

I1 dottor Carlo Petrone è un anti-fascista italiano, appartenente ai Partito Popo- lare Cattolico, costretto a rifugiarsi in Inghilterra a causa della persecuzione fascista nel gennaio del 1939. Possiede un passaporto italiano, che è scaduto, e un certificato di regi- strazione britannico, rilasciato a Wilmslow, con il numero 683053. Ho motivo di ritener- lo completamente fidato.

Cordialmente,

[Wickham Steed]

8 novembre 1940226

Caro don Sturzo, Su richiesta della Sig.na Barbara Barclay Carter ho fatto domanda al Diparti-

mento del Ministero del Commercio che si occupa delle transazioni con paesi nemici per il trasferimento di £250 sterline del suo denaro a lei a New York. La mia domanda è stata accettata a condizione che vengano rispettate le vigenti disposizioni della Difesa (Finan- ziaria) e che si ottenga il consenso dalla Banca d'Inghilterra per l'esportazione delle sterli- ne all'estero.

I1 direttore della National Provincial Bank di Notting Hill Gate ha ottenuto ora il consenso della Banca d'Inghilterra e sta disponendo che l'equivalente di £250 sterli- ne le venga pagato tramite I'Arnerican Express Co. di New York. I1 denaro le sarà pagato in dollari secondo il tasso di cambio ufficiale, che le dovrebbe essere più favorevole del tasso a cui ha cambiato i soldi che si era portato. Questo tasso di cambio è lo stesso sia a New York sia a Londra.

Per poter coprire questa rimessa sto dando istruzioni ai Direttore della National Provincial Bank di vendere £300 delle sue A880 al 3112 % del Prestito di guerra che è a mio nome; e di accreditare sul conto bancario della Sig.na Marshall qualunque residuo

progetto. In una lettera a Sforza del 1941 Steed esprimeva dubbi su Peuone e riferiva che Paolo Treves e Bertha Pritchard gli erano ostili. S t u m si mantenne estraneo alle iniziative di Petrone, ma lo aiutò di tanto in tanto per le necessità personali, anche dall'AmeBca tramite Barbara. Nel dopoguerra Petrone ricoperse cariche im- portanti nella D C e fu eletto deputato nel 1948. Propose una legge sulle incompatibilità parlamentari che se- gnò il suo declino politico. Cfr. N. Oddati, Carlo Petrone: un cattolico in esilio 1939-1944, Edizioni Cinque Lune-Istituto S t u m , Roma, 1980, pp. 9-26; De Rosa, Luigi Sturw, cit., pp. 396-398; Dizionario storico k l movimmto cattolico in Italia, 11112, ad vocm, pp. 654-655; inja, lettere 108 e 109; ALS, f260A, C. 7 : S t u m a Barbara, Jacksonville, 26-1-1943; cc. 17, 24, 77: Barbara a Sturzo, Chepstow Villas, 12-4-1943; 30-5-1943; 13-4-1944; scambio epistolare Petrone-Stum in SI, 2, pp. 500-505,510-526 e SI, 3, pp. 39; 42; 86-88.

226 Lettera dattiloscritta in inglese.

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possa rimanere del capitale di £300 dopo averle trasferito £250 sterline. La Sig.na Carter mi dice che parte di quei soldi saranno necessari per pagare i costi delle traduzioni, etc. e che lei l'ha autorizzata a chiedermi di prelevare il denaro dai suoi titoli che rimangono a mio nome.

Sono contento di sapere che è arrivato sano e salvo negli Stati Uniti. Non sareb- be fattibile, in questo momento, disporre che la Sig.na Carter la raggiunga, anche se potrebbe essere possibile più avanti se lei ancora lo desidera.

Con i miei più cari saluti, Molto cordialmente,

Wickham Steed

18 dicembre 1940227

Carissimo Amico, Ho ricevuto l'awiso dell'arrivo delle 250 sterline inviatemi dalla N. Pr. Bank ed ho

fatto oggi l'applicazione per il cambio in dollari. Spero non vi saranno dficoltà. Il ritardo nel ricevere I'awiso è stato dovuto all'errato n." di casa: era scritto 1 176, invece di 1776228.

Come ringraziare Lei per tutto il disturbo preso? Ora sono tranquillo almeno per il 1941. Dopo penserà Dio. Fra giorni partirò per Jacksonville, nel Florida, e passerò un lungo periodo di riposo al St. Vincent's Hospital. Intanto lavoro un po'. Ho dato interviste, ho scritto articoli. Se fossi in buona salute avrei da lavorare giorno e notte. Per- ché non mandano Lei qui come ambasciatore? Sarebbe ideale. Peccato, che W. Churchill non ci ha pensato.'

La venuta di Miss Carter sarebbe utilissima alla causa inglese, io potrei rendere più efficiente il mio lavoro, dato che Ella conosce bene il mio pensiero e il mio sistema. E credo (modestia a parte) di riuscire più utile di certi inglesi che sono qui. Ma Miss Carter mi ha scritto che essa non intende venire, almeno per ora. Forse in primavera. Sta bene che Lei ha lasciato un fondo per la traduzione che Miss Carter sta facendo. Le accludo una nostra lettera al N. York Tirnes229. È bene che Lei la tenga per le quattro firme che ci

227 Minuta in itaiiano scritta in parte sul verso e in parte in margine alla lettera precedente, senza indica- zione di luogo, ma da Brooklyn.

228 La somma (1005 dollari) fu accreditata a Stum il 20 dicembre. Cfr. Luigi Scurzo-Mario Einaudi, CoApondenzaAmericana cit., p. 3, Scurzo a Einaudi, 29 dicembre 1940.

229 Cfr. "The New York Times", 1 1 dicembre 1940, p. 26, L c m to the Itmes: Itays Prowess D.fendPd. Count Sforza Points to Recovery ofMoralP After Collape of laporetto, firmata da Sforza, Stum, Sicca e Tarchia- ni, datata New York, 9 dicembre 1940. Sulle irritate reazioni icaliane che verosimilmente influirono sulla decisione di relegare Sturzo a Jadrsonville, cfr. Luigi Sturzo-Mario Einaudi, CorXpondenza A m k a n a cit., pp. X X X V I I I - m .

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sono insieme. Io credo che il momento vada maturando per una collaborazione di italiani all'estero con il governo Britannico. Ci pensi. Tornerò presto a scriverle. Intanto accetti gli auguri pel Natale e pel nuovo anno.

14 febbraio 1941230

"Un certo Carlo Petrone, seguace di Sturzo, sta tentando di mettere in piedi un Comitato per l'Italia Libera in Inghilterra. Non mi fido molto di costui e ho udito sfavo- revoli resoconti sul conto del suo socio Antonio Zannetti, che non conosco personalmen- te. Dirò a Petrone che dovrà ottenere un' immediata approvazione da lei e Sturzo prima che io lo possa pubblicamente sostenere in alcuna maniera. La Signora Pritchard e Paolo Treves sono molto ostili nei suoi confronti."

Risposto a Sforza che231

25 aprile 1941232

Mio caro Amico Le presento il Signor Serafino Romualdi, uno degli Editori del Mondo di New

York, e organizzatore operaio nelle Trade Unions di italiani. Persona seria e degna di fidu- cia. Egli viene costà per svolgere un lavoro di propaganda presso i prigionieri italiani. La prego di aiutarlo, dandogli consigli e indirizzi, presentazioni a persone autorevoli, e aiuti come Lei sa fare quando si è convinti della bontà e utilità di una proposta233.

Io penso che l'America dentro l'anno sarà in guerra. La situazione è tale che tutto il mondo vi sarà coinvolto. Io sono ancora qui a Jacksonville. La mia salute sarebbe migliorata abbastanza, circa la debolezza del cuore, ma da un mese ho delle febbrette noiose che non riesco a vincere. Aspetto il gran caldo.

230 Appunto incompleto, in inglese con i'annotazione: "Da Steed a Sforza", su carta intestata: St. Vin- cent's Hospirai, Jacksonville, Florida.

231 Manca il seguito, ma lo si pub dedurre dalla lettera successiva. 232 Minuta in italiano su carta intestata: St. Vincent's Hospital, Jacksonville, Florida. 233 Come si apprende da lettera di Lupis (direttore de "Il Mondo") a Sturzo, 19-7-1941, in SI, 3, pp. 36-

37, Romuaidi non andb a Londra perché era stato mandato in missione in Sud America.

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Sforza le ha risposto circa la mia posizione vis-à-vis di Free Italy. Simpatia ma non corresponsabilità, essendo così lontano234. Spero che Lei riuscirà ad appianare le dif- ficoltà. Ma oggi majorapremunt. Sempre suo &.m0

Luigi Sturzo

2 giugno 194 1235

Come vede, mi trovo ancora, da più di cinque mesi in questo ospedale. Dal 2 aprile una noiosa e misteriosa febbretta è venuta a visitarmi e fin oggi tutte le arti mediche sono riuscite vane a farla andar via. Per fortuna, dalle varie e ripetute analisi del sangue etc. non risulta alcuna infezione. Tutti mi dicono che con la buona stagione la febbre pas- serà: la stagione è già calda (fin troppo per me abituato a Londra) e la febbre è là.

Debbo intanto pensare a quel che dovrò fare. Fino a tutto il 1941 ho tanto da prowedere alle spese (occorre sempre tenere qualche cosa da parte per tutte le evenienze). È prudente pensare fin da ora per il dopo.

Crede che il governo inglese permetterà che mi si faccia avere un certo numero di sterline?

Io non preciso la cifra: lascio a Lei di trattare e combinare. Quel che Lei potrà farmi avere sarà per me il ben arrivato! Credo che potrà ricavare tutto dai war Loans.

Nello stesso tempo le confermo quel che scrissi altra volta: se Miss B. Barclay Carter avrà la buona occasione di venire in America, I'autorizm prowedere sul mio conto il necessario per le spese del viaggio (Lisbona-New York) e per quelle che dovrà fare a Londra avanti di partire e per la moneta che le sarà permesso di avere per attendere a Lisbona il piroscafo.

Intanto ho dato a Miss Carter altro lavoro da fare fino a tutto Agosto. Per que- sto credo che basti il conto corrente in banca. Se occorre supplirò.

2% Nel settembre del 1942 Sforza scriveva a S t u m adombrando la possibilità che Petrone, pur in buona fede, si prestasse ai gioco di agenti fascisti intenci a diffamare Sforza come ostile alla Chiesa per preparare I'a- scesa al potere nelllIcalia del dopoguerra d'un regime di tipo franchista: "Non pensa ia i con terrore ad un'Ita- lia governata da dei Grandi, Fedemni, Volpi ecc. - tutti irreligiosi ma tutti sorreggenti una Chiesa preparante in Italia una nuova Spagna, una Chiesa che li benedirebbe? [...l I1 sig. Petrone non ha capito che non è la Chiesa che si difende, ma una oligarchia economica che della Chiesa si ride e cui non importa affatto di com- prometterla [...l (ALS, f. 321A, C. 44: Sforza a Sturzo, New York, 24-9-1942). In seguito Srum espresse a Barbara la sua disapprovazione delle polemiche antisforziane alimentace da Petrone e gli scrisse consigliando- gli moderazione. Cfr. ALS, f260A, C. 7: S t u m a Barbara, Jacksonville, 26-1-1943; cc. 17, 24, 77: Barbara a S m m , CV 12-4-1943; 30-5-1943; 13-4-1944; SI, 3, pp. 39; 42; 86-88, 105-106 (nella lettera 50 del 28-5- 1942, pp. 86-88, Petrone spiegava a S t u m i motivi della sua awersione a Sforza).

235 Minuta in i ta i i io su carra semplice senza indicazione di luogo ma scrina a Jacksonville.

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Qui ogni giorno più l'America sembra meglio disposta ad affrontare dei rischi per aiutare l'Inghilterra. Non mancano la propaganda tedesca e la italiana, che non sono sufficientemente controbattute; né manca quella comunista che fa il servizio alla Germa- nia e all'Italia, pur dicendosi anti-nazista e antifascista.

I1 campo cattolico è diviso. L'affare della coscrizione in Irlanda del Nord ha avuto qui delle ripercussioni sensibili. Ho cercato di fondare un american People and Freedom Group, ma parte per la mia salute e parte per prevenzioni anti-britanniche, ancora non ci sono riuscito. Ho però buone adesioni e se la salute me lo permetterà, qual- che cosa arriverò a fare. Le ho fatto spedire il no di Aprile di New Europe, dove c'è un mio articolo su Italy of tomorrow236, che credo sia basilare.

Se Miss Carter venisse qui, ci sarebbe molto da fare, ma perché essa possa girare su e giù per gli Stati Uniti non credo che si troverebbero i mezzi qui presso i cattolici, i quali sono ostinatamente diffidenti di tutto quel che ha l'apparenza di favorire la guerra. Tra di loro vi è solo una minoranza che pensa senza rincrescimento ad una vittoria della Germania; la gran maggioranza desidera la vittoria dellYInghilterra; ma non è ancora abile a sentire che oggi tre quarti della responsabilità per la vittoria pesano sugli Stati Uniti.

Le accludo un foglietto per Miss Carter, con la quale parlerà di questa mia. Presenti i miei omaggi alla Signora. Con i più vivi ringraziamenti e con gli auguri più fervidi per l'Inghilterra e più

che altro per la civiltà cristiana di oggi e di domani.

5 agosto 194 1237

Mio caro Amico, Le scrivo in inglese in modo da semplificare il lavoro di un eventuale censore e

anche perché desidero tenere una copia della mia lettera. Ho incontrato la Sig.na Carter pochi giorni fa, ed ella conveniva con me che le

difficoltà di ottenere il permesso di andare negli Stati Uniti, in vista delle incertezze sul tipo di lavoro che potrebbe svolgere lì, le rendono praticamente impossibile di venire ad assisterla nelle presenti circostanze.

Esistono anche alcune difficoltà riguardo il trasferimento dei suoi fondi. Lei parla di "un certo numero di sterline." Ho chiesto alla banca e mi è stato detto che ora è menofacile ottenere un permesso rispetto all'anno scorso, ma che se faccio domanda per

236 L. S tum, Italy of Emorrow, in "New Europe. Monthly Review of International Affairsn, New York, vol. 1, n. 5, aprile 1941, pp. 122-125.

237 Lettera dattiloscritta in inglese. I1 post scripturn & a mano.

105

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ottenere il permesso per mandare una somma precisa potrebbe essere favorevolmente pre- sa in considerazione.

L'unica domanda è: Quanto? Lei dice di aver abbastanza per l'anno 194 1. Io ho ancora in custodia per lei £580-6-5 del Prestito di Guerra oltre a £375 in Certificati di Risparmio Nazionale. Il direttore della banca mi dice che lei deve una piccola somma alla sig.na Marshall per spese fatte per conto suo. Se richiedo il permesso di mandarle £200, probabilmente dovrò vendere £250 del suo Prestito di Guerra e versare la somma residua, dopo2verle mandato £200, sul conto della sig.na Marshd.

La prego di farmi sapere a quale indirizzo devo mandare i soldi nel caso dovessi ottenere il permesso. Mi ricordo che I'ultima volta c'è stato un ritardo proprio a causa del recapito.

La situazione, in generale, sembra molto più promettente di qualche mese fa. Spero che lei possa ritornare sano e salvo in Inghilterra, se non addirittura in Italia, prima che finisca un altro anno.

Affino Suo,

Wickham Steed

P.S. La prego di scusare il mio ritardo nel risponderle. Non stavo bene e ho dovuto smet- tere di lavorare per un mese.

5 settembre 1941238

Mio caro Sig. Steed, La ringrazio molto per la sua cordiale lettera del 5 agosto che ho ricevuto molto

presto. Le rispondo con questo ritardo in quanto non mi sono sentito molto bene. Ora sto meglio.

Sono d'accordo con la sua proposta di inviarmi £200 dal Prestito di Guerra e di - *

mettere il resto a disposizione della sig.na Marshd. Desidero essere in grado di poter rimanere qui tutto il prossimo anno (1942) senza preoccupazioni.

I1 mio domicilio è ancora qui, ma ho nominato a New York, come mio procu- ratore per tutti gli affari, Mario Einaudi, Chappaqua, New York La.mia banca è "Manu- facturers Trust Company" 149 Broadway, New York e il numero del mio conto è 4263.

Spero lei stia bene. Penso che una sua visita in America sarebbe molto utile. La situazione qui è molto confusa. Un uomo come lei potrebbe capire quale potrebbe essere la via verso una cooperazione migliore e più intensa tra l'Inghilterra e l'America.

238 Minuta in inglese, con qualche errore, su carta incestata: Sc. VincenrS Hospid, Jacksonville, Florida.

106

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Credo che gl'inglesi autorevoli dovrebbero evitare le pubbliche esortazioni che incitano l'America ad entrare in guerra. Solo per l'Inghilterra la guerra è impopolare. La guerra per l'America (se necessaria) sarà. popolare. Ma gli americani non amano essere influenzati dall'estero nella loro opinione pubblica. Questo è un sentimento molto gene- ralizzato. Non so se lei legge i giornali americani: l'attuale sentire è molto doloroso sul morale nell'esercito.

Ciò che è veramente allarmante è il pacifismo dei Metodisti, il pro-fascismo dei cattolici di origine italiana e tedesca, ed il sentimento anti-britannico degli irlandesi. Ma quello che si deve fare qui è di organizzare i cattolici democratici in un gruppo politico simile al Peoplp and F~eedom, e di controllare la propaganda degli altri. Questo mi era sembrato possibile alcuni mesi fa. Ma la mia malattia in primo luogo, seguita dalle insi- nuazioni fasciste contro di me anche (credo) nei quartieri ecclesiastici, hanno diminuito il mio iniziale entusiasmo. Per questo motivo le avevo scritto riguardo una visita da parte della Sig.na Barclay Carter in qualità di Segretaria del I? e Fr. e la I. Ch.D. Union239, non a scopo di propaganda filo-britannica, che sarebbe inutile e irritante come certe afferma- zioni di un parlamentare inglese che'si trovava qui e che parlò in maniera estremamente volgare contro il senatore Whelan ed il col. Lindberghuo.

I1 sig. Donald Hall un inglese, non ricordo se del Ministero dell'Informazione o del Foreign Office, venne qui lo scorso giugno per vedermi. Gli spiegai questa idea e mi promise di scrivere alle autorità inglesi, non ho avuto notizie da allora e non ho più insi- stito con lui.

Le ho scritto questo solo per spiegare le mie idee, per comunicare questa lettera alla Sig.na Barcley Carter in modo da evitare incomprensioni.

La sig. Pritchard mi ha chiesto di darle un indirizzo nella Francia non occupata per aiutare la povera sig. Ferrari ed i suoi quattro figli. I1 miglior indirizzo è quello della sig.na Marple - Quackers Boulevard du Bon Repos - Toulouse - Haute Gar. È americana e si tiene in contatto epistolare con la sig. Ferrari. La prego di mandare questa notizia alla signora Pritchard (104 Hereford Road London W. 2)

Grazie etc.

239 L'International Christian-Democratic Union (ICDU) era stata costituita nel gennaio del 1941 a Lon- dra per iniziativa di P&F. Vi erano rappresentati il Belgio, il paese basco, la Catalogna, la Cecoslovacchia, la Francia libera, la Gran Bretagna, l'Olanda e la Polonia. Presidente dell'ICDU era l'esule olandese Veraart, ex- rettore dell'università di Delft; i vicepresidenti erano Stuno, il polacco Haller e il cecoslovacco Sramek; face- vano parte del consiglio V. M. Crawford, il cecoslovacco mons. Hala, il polacco Kwiatkowski, il basco can. Onaindia, il catalano Batista Roca, la francese M.lle de la Souchère e il barone Eughne de Waha-Baionville, presidente della Croce Rossa belga. Cfr. "P&Fn, nn. 16, 17, 18, 19 (1940); n. 20, febbr. 1941: Some Princi- plrs on Dernorra~y (Veraart) (Address given at the Inaugura1 meeting of the ICDU on january 28, 194I); n. 22, apt. 1941: The White International (Stuno); n. 36, maggio 1942: ICDUSupphmt - Constitution.

240 Charles Augustus Lindbergh (1902-1974). Nel 1927 compì il primo volo transatlantico senza scalo da Parigi a New York in 33 ore e rnaza. Visse dal 1935 al 1938 in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Nel 1938 suscitò scalpore accettando un riconoscimento del governo nazista e nel 1940-41 h uno dei leaders del movi- mento neutralista e isolazionista 'America First'. In seguito prestò servizio nell'aviazione statunitense parteci- pando a 50 voli di combattimento nel Pacifico e dopo la guerra svolse funzioni consultive omenendo il grado di brigadiere generale nella riserva aerea. Cfr. ad vocem, The International Dictionary of 2@h Cmtury Bio- graply, a cura di E. Vernoff e R Store, Sidgwick & Jackson, London, 1988, p. 421.

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[Aggiunta sul margine superiore del primo foglio]: La prego di consegnare la lettera acclusa alla signorina Carter - e l'altra per la

signora Pritchard - La ringrazio ancora e mi creda molto amichevolmente suo

L. S.

3 gennaio 1942241

Mio caro Amico Anzitutto i più caldi auguri per Lei e Signora: che Dio vi protegga e vi dia grazia

di fare del bene sempre e a tutti. Le raccomando la povera Italia che Lei tanto ha amato. Le scrissi il 5 settembre: non ho ancora avuto sua risposta. Penso che le di%-

coltà siano molte e quasi insormontabili. Non vorrei insistere. Se può, va bene; se non può, Dio provvede.

Fortunatamente ho ricevuto 195 dollari da mandare a Miss Barclay Carter pel People and Freedom. Le ho scritto di farseli dare da Miss Marshall. Ho pure ricevuto 250 dollari per un lavoro di traduzione che dovrebbe fare Miss Barclay Carter; e io dovrei pagarla man mano che arrivano qui i capitoli tradotti. Ho scritto pure a Miss Marshall di passarle tre sterline per capitolo. Lei resti inteso di ciÒ242. HO anche scritto due lavori per la Catholic University e dovrei avere (non so quando) circa 300 dollari.

La mia salute è andata male dopo la notizia della morte di mio fratello (Nov. 13). Ora sto un po' meglio e posso lavorare; ma resto ancora all'ospedale.

Quante volte ho desiderato Lei qui in America in questo tragico periodo. Solo Lei avrebbe potuto far capire il pericolo Giapponese imminente e serio. Forse non ogni male viene per nuocere; ora l'America è decisa a fondo ed anche unita. La visita di Chur- chiil ha fatto molto bene243.

Sempre suo aff.mo

241 Minuta in italiano su carta intestata: St. VincentS Hospitai, Jacksonville, Florida. Neli'angolo supe- riore destro del primo foglio: "20 Grnn. Cartolina ringr. delle somme ricevute. Scriverb. LSn.

242 Si trattava della traduzione, per conto della St. Antony's Guild di Paterson e sotto la guida di S tum del volume di V. Mangano, LOpera scientifca di Giuseppe Tonioh, Roma, Smdium 1940. Cfr. Luigi Sturzo- Mario Einaudi, Comjpondcnzu Americana, cit., pp. 90-91, S m m a Einaudi, 24 dicembre 1941.

243 Si riferisce a i primo incontro fra Churchill e Roosevelt dell'agosto 1941, da cui emerse I'Atlanuc Charter. Cfr. W. S. Churchill, The Srcond World War, vol. 111, The Grand Alliancr, Cassell & CO. Ltd., Lon- don, 1950, pp. 379-400.

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19 gennaio 1942244

Mio caro Amico, Ancora prima che le arrivi questa lettera potrebbe già aver saputo dal suo rap-

presentante, o dalla sua banca a New York, che ho trasferito £200 del suo denaro nel suo conto lo scorso mese245. Prima che potessi ottenere il permesso dalla Bank of England e dalle altre nostre autorità di vendere £300 del suo 3112% del Prestito di Guerra, di cui £200 rappresentano una parte, le trattative sono state lunghe e difficili. I1 permesso non fu rilasciato prima della fine di dicembre anche se esistevano già le disposizioni per ven- dere il capitale nella prima metà di novembre. È stato venduto al 101% e ha prodotto £303-9-0 nette. Di questa cifra, £200 sono state mandate nel suo conto di New York e il resto è stato accreditato alla sig.na Marshall per coprire le spese già fatte, o che devono ancora essere fatte, per conto suo da parte della signorina Barclay Carter. I1 dividendo di £10-3-1 pagato sul suo capitale il primo dicembre è stato anche accreditato alla sig.na Marshall per conto suo, anche se in seguito una parte di esso fu chiesta dal compratore del capitale di £300.

Avevo intenzione di informarla di queste transazioni nel momento in cui diedi le istruzioni alla banca di vendere il suo capitale. Ma non mi è stato possibile farlo fino a che non ho saputo se il trasferimento sarebbe stato autorizzato. Avevo cosl tanto lavoro che non potevo scriverle.

Sono molto rattristato dalla notizia della perdita di suo fratello Mario, in Italia. Avevo sperato che potesse ancora rivedere tutti i membri della sua famiglia al suo ritorno nel suo amato Paese, dopo la caduta del fascismo. Posso solo esprimerle la mia profonda comprensione.

Con ogni speranza per una fine vittoriosa della grande battaglia e del riconosci- mento del suo lavoro prima che si chiuda un altro anno, mi creda, come sempre,

M . m o Suo,

Wickham Steed

244 Lettera dattiloscritta in inglese. Nell'angolo superiore sinistro: ''l 8 Febbr Grazie. data di ricevimento delle somme 24dic. 1941 prog. cond. Fasi di guerra - iniziativa e inazione LS".

245 Cfr. Luigi Sturzo-Mario Einaudi, ComjpondPnza Americana, cit., p. 94, Sturzo a Einaudi, 16 gen- naio 1942: "Steed mi ha ottenuto il passaggio di altre 200 sterline, e la iMan[ufacrurers] Trust Co. ha già incassato la corrispondente somma di 804 ddlari".

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29 marzo 1 943246

Mio caro amico, È tanto tempo che non le scrivo: mi ci sono messo più volte ed ho finito con

rimandare la lettera a miglior momento. La ragione è semplice. Da Miss Massey247 seppi delle sue idee circa l'Italia: revisione dei confini e perdita delle colonie come punizione per la ingiusta guerra.

So quanto Lei è diritto nella sua coscienza di uomo e di pensatore; se crede così non è certo per cedere ad altri né per secondare risentimenti fuori luogo.

Mi permetto solo di pregarla di considerare che una punizione (se di punizione si dovesse parlare) si meriterebbero anche l'Inghilterra di Baldwin, MacDonald e Cham- berlain, la Francia dei radicali e dei socialisti, eTperfino l'America da Wilson in poi. E poi- ché non si possono punire i popoli, né i loro Leaders costituzionali, sarà più congruo limi- tare le punizioni ai dittatori e loro complici diretti, come responsabili primi ed effettivi; perdoniamo aila memoria di Chamberlain perché non arrivò mai all'uso della ragione248.

Circa il territorio italiano e le colonie, ho esposto il mio punto di vista su Forei- gn Affairs di Aprile249. Ho accennato al suo articolo250, solo come punto di riferimento. Mi pareva doveroso scriverglielo. Appena avrò degli estratti, gliene spedirò una copia.

La nostra lunga e inalterata amicizia, della quale mi onoro, mi ha dato ardire a scriverle la presente.

246 Minuta in italiano su carta semplice senza indicazione di luogo. Vicino alla data: "Inviato F.A. 81IV". Questa lettera fu preceduta da richieste a Barbara perche s'informasse sulle idee di Steed e si procurasse I'arti- colo di Steed What of the Enemy? nel "Contemporary Review" del luglio 1942. Nella medesima estate vi era stato lo scambio fra Sforza e Steed riprodotto neli' 'Appendice Sforza'. Anche il deputato liberale Sir Stephen King-Hall preoccupava Sturzo: egli voleva far tornare l'Italia ai confini pre-1914 e assegnare i'Istria alla Jugo- slavia e il Trentino all'Austria, ove auspicava la restaurazione di Otto d'Asburgo. Cfr. ALS, f. 260A, cc. 4, 5,7, 10: Sturzo a Barbara, 28-12-1942, 12-1-1943, 26-1-1943, 15-2-1943; C. 17, Barbara a Sturzo, 12-4-1943; SI, 3, pp. 70-71, n. 41, Salvemini a Sturzo, 11-2-1942 pp. 84-85, n. 49, Sforza a Sturzo, 27-5-1942. La restaurazione in Austria degli Asburgo pare fosse favorita anche da Pio XII. Cfr. Chadwick, Britain and the Kztican during the Second World War cit., p. 304.

247 Si conservano in ALS varie lettere di Miss Isabelle M. Massey, da cui si evince che viveva a Londra e conosceva S t u m fin dal novembre del 1926. Da alcune lettere del 1933 e del 1934 si apprende che essa face- va da tramite fra S t u m e Stefano Jacini. Questi le scriveva in inglese chiamando Sturzo "our good missione? ed essa rispondeva in base alle istruzioni di Stum. Sturzo e la Massey si scambiavano anche informazioni a proposito di analisi politico-economiche e di conratti con la stampa cattolica inglese. Cfr. ALS, f. 303, cc. 73, 74,75, 134; f. 305, C. 14; f. 30612, C. 119; f. 322, cc.1,65; f. 323, cc. 8,33,45; f. 436, C. 18; f. 480, C. 56.

248 Steed aveva duramente stigmatiuato le responsabilità dei leaders britannici e francesi rispetto a Mus- solini nell'arricolo What ofltaly?, in "The Contemporq Review", vol. CLV, n. 881, m a m 1939, pp. 257- 266.

249 La versione italiana dell'articolo, fu pubblicata ne "Il Mondon di New York nel maggio 1943 con il titolo Litalia di domani, e si trova, con il titolo L'ltalia dopo Mussolini, in L. Sturzo, La mia battaglia ah New Yorkcit., pp. 108-1 19.

250 Steed, What of the Enemy?, in "The Contemporary Reviewn, vol. C W I , n. 919, luglio 1942, pp. 1- 7. Le pani sull'Iralia (pp. 3,5-6) sono riprodotte nella premessa all'"Appendice Sforza".

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Io desidererei che un'autorità come Lei sia al centro come punto di convergenza fra gl'interessi italiani e quelli dei paesi limitrofi, concorrendo cosi ad impedire che nuovi e più profondi risentimenti avvelenino per lunghi anni futuri la vita politica italiana.

Con una cordiale stretta di mano. Mi creda sempre Suo aff.mo

L. Sturzo

9 novembre 1944251

Tanto tempo che non scrivo. Trepidante per i Robots252. Speravo rivederlo ma la mia venuta a Londra tarda per varie ragioni.

Ignoro le sue idee circa la sistemazione europea dopo la guerra e mi piacerebbe tanto conoscerle, perché sempre sono così antiveggenti.

A me l'idea delle zone d'influenza preoccupa per due ragioni: prima, per l'effet- to contrario a quel che si vorrebbe che sia, nella zona che cadrà sotto l'Inghilterra, perché desterebbe così facile reazione nelle masse, sì da far detestare gli inglesi e orientare verso la Russia. Secondo perché preparerebbe il terreno adatto per una terza guerra, europea e anche mondiale.

In tale ipotesi (quella delle zone d'influenza), l'affare di Trieste diviene di un'importanza europea253. Se in mano Jugoslava, Trieste sarà la testa di ponte della Russia nell'Adriatico (e quindi nel Mediterraneo) e del controllo russo sulle attività economiche del Centro Europa, che graviteranno su Trieste come sbocco naturale. Se Trieste sarà attri- buita all'Italia (e questa farà parte della sfera dell'ovest) essa servirà gli interessi del blocco occidentale. La sistemazione dell'economia europea e la funzione commerciale del Medi- terraneo dovranno contare qualcosa per la Gran Bretagna; in tal caso Trieste dovrebbe essere dell'Italia e l'Italia dovrebbe essere trattata dall'Inghilterra come paese amico.

Se l'Inghilterra crede di prendere in Jugoslavia il posto che dopo la la guerra vi ebbe la Francia, si illude enormemente: la Jugoslavia è chiaramente nella sfera d'influenza russa, nonostante tutti gli accordi che Churchill abbia potuto fare o farà con Stalin. Desi- dero sentire la sua opinione su questo.

Spero avere buone notizie da Lei, della sua salute, della Signora e dei suoi lavo- ri. Mi conservi la sua stima e mi creda Aff.mo

L. S.

251 Minuta in italiano su carta semplice senza indicazione di luogo. 252 Riferimento ai V2. L'attacco iniziò 1'8 settembre 1944 e cessò a fine marzo 1945. Londra fu colpita

da circa metà dei 1054 V2 che caddero sulla Gran Bretagna. Cfr. i? Ziegler, London at War, Sinclair-Steven- son, 1995, pp. 295-307.

253 In merito a Trieste e alla Jugoslavia, si veda lo scambio epistolare del 1942 fra Sforza e Steed riprodot- to in appendice.

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12 settembre [l9451254

A Mr. Wickham Steed - London (spedisco a Miss Marshall per consegnarla)

Accenno alla mia partenza per l'Italia255 - alla nostra amicizia - ai convegno dei 5 ministri a Londra - d'Italia etc. Poi aggiungo: 'Le mando questa con Miss Cicely Mar- shail per pregarla di far sì che il resto dei miei War Savings siano realizzati in moneta cor- rente e depositata la somma corrispondente a disposizione di Miss Marshall e di Miss B. Carter per lavori a quest'ultima affidati.'

A Miss Cicely M. Marshdl 32 Chepstow Villas London

Mando la lettera diretta a Steed pregandola "di combinare con lui la realizzazio- ne delle somme dei War Savings da depositarsi come le scrissi a disposizione sua e di Bar- bara per quel che io ho già scritto a Lei stessa e a Barbara in precedenza. Quando saprò quanto sia la somma totale potrò aggiungere altre indicazioni utili per l'impiego di tali somme".

8 marzo 1946256

Caro Amico, Ho venduto oggi il resto del suo War Loan (£280:6:5 nominale) e ne ho ricava-

to la somma di £294:6:9 che è stata trasferita al conto di Miss Marshall. Ogni sei mesi l'interesse sul suo War Loan è stato pagato ugualmente a Miss Marshall. Coll'odierna vendita cessa la mia funzione di gerente responsabile dei suoi averi in Inghilterra.

Ha fatto bene di non venire in Europa questo inverno. I1 tempo è stato, ed è ancora, pessimo. Spero di vederla in buona salute quando arriverà in primavera.

Potremo parlare di politica allora. Scriverne oggi sarebbe ozioso. La situazione cambia di un giorno al altro, e minaccia di diventare inestricabile. Io personalmente trovo

254 Appunti in italiano su carta semplice senza indicazione di luogo e di anno, che è turcavia deducibile dai riferimenti.

255 Partenza che non awenne. 256 Lettera rnanoscrirca in iraliano.

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che Winston Churchill ha avuto ragione di parlar chiaro alla Russia. La paura non è mai una buona politica.

M m o Suo

Wickham Steed

1 giugno [l9461257

Invoco il suo aiuto perché il governo inglese (che si dice secondo I'U. P258 ten- tenni su Trieste) stia fermo e non ceda. - I1 governo italiano non firmerà. La Costituente non appr. il trattato - agitazione che potrà portare a un colpo comunista o a una coalizio- ne di destra. Se gl'inglesi che han sopportato le cond. dell'Irlanda - India - Palestina - etc. non si interessano di quel che può accadere in Italia, tengano conto che Trieste è i'ultimo baluardo dell'ovest - poiché Vienna e Praga non lo sono più.

Contro l'idea dell'internazionalizzazione in punto debole - Balcani e Trieste. A B. B. Carter Bordighera259 perché scriva a Morgan260 su Trieste e alto Adige etc.

257 Appunti in italiano su carta semplice senza indicazione di luogo e di data, peraltro deducibile dai riferimenti. In capo alla lettera: "A Steed (air m. mezzo Mrs Clausen)". Hilda Clausen era una profuga ebrea tedesca accolta da Miss Marshdl nel giugno del 1939. Durante la guerra visse al n. 32 di Chepstow Villas occupandosi della casa e collaborando sia al Gruppo People and Freedom sia alla redazione del foglio omoni- mo, diretto da Barbara. Quando essa si dimise nel 1948, Hilda Clausen, insieme a Conrad Bonacina, Neville Braybrooke, AE. R. Dunne e James Langdale, entrb a far parte del comitato di redazione che diresse il foglio fino alla cessazione nel 1953. Nel 1943 Hilda Clausen tradusse con Barbara dal tedesco un libro di Carl Spiecker sulla Germania per la serie Cross-Roads di MacDonald in cui uscirono anche Italy and the New Worid Order (ripubblicato poi a New York da Roy Publishers sotto il titolo Italy and rhe Coming Worid e da Einaudi nel 1945 come Litalia e l'ordine internazionale) e altri undici titoli su altrettanti paesi europei più uno sulla Cina. Cfr. EW: Barbara, 11-12-[l9401 a Watkin; ALS, f. 260A, cc. 34 e 104: Barbara a Sturzo, 2-8- 1943; [8-12-19451; C. Spiecker, Germany-fiom Dpfeat to Dpfeat ... AmplgfEing notes by Dr. Karl Myer, Mac- donald & Co., Cross-Roads Series, London, 1944; P&F, n. 106, luglio-agosto 1948: EdirorialAlterations e le annate 1949-1953.

25s United Press, agenzia stampa americana. 259 Apprendiamo da lettere di Sturzo a Scelba che Barbara partecipò al primo Congresso della Democra-

zia Cristiana (Roma, 24-27 aprile 1946) e si recò in seguito a Bordighera. Cfr. Fanello Marcucci, L. Sturzo- M. Scelba, Carteggio (1923-195C;) cit., pp. 263-267. Miss Marshall possedeva una casa a Bordighera, Villa S. Agnese, dove nell'anteguerra trascorreva con Barbara buona parte delle vacanze estive. Lì Barbara morì di cancro nel settembre del 1951. Cfr. Farrell-Vinay, Srurw elTnghiIterra, cit., pp. 188-189.

260 Hyacinth Bernard Wenceslaus Morgan (1885-1956). Medico chirurgo, specializzato in medicina industriale, membro del consiglio generale del Trade Union Congress, membro di P&F, deputato laburista dei collegi elettorali di Rochdale (1940-50) e Warrington (1950-55). Cfr. Who was Who, vol. V, 1951-1960 cic., p. 787; P&F, n. 1 4, agosto 1940.

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Profilo biografico di Henry Wickham Steed'

Quando Steed fece capolino nell'ufficio della sotto-redazione estera del "Times" - ri- cordava Hugh Mac Gregor nel 1956 -vi fu un movimento di sorpresa:

Fu come l'apparizione di un hidaigo spagnolo che avesse fatto visita a Saville Row. La barba appuntita e ben curata, i ba f i arricciati ad arte, il viso reso perfetto daile soppracciglia e dai capelli, la statura alta e la corporatura elegante. A parte il vestito, avrebbe potuto essere uno degli avversari di Hawkins o di Drake2.

Un altro contemporaneo lo defini 'quest'uomo pittoresco che sembra uscito da un dipinto di Velasquez"3; un altro si diffuse a descriverne nel necrologio la presenza distinta, le maniere squisite, i gusti raffinati, le abilità culinarie*. Lo storico Enrico Serra, che lo conobbe quando aveva ormai superato gli ottant'anni, parla di eleganza spontanea e di modi da rifinito gentiluomo, paragonandone "il viso pallido e con la barbetta a punta" e la complicata personalità a quelle di un uomo del Rinascimentos. Nel necrologio del "Times" leggiamo che "pareva provenire dall'epoca della cavalleria e v'era infatti non poco del cavaliere errante nella sua generosa, sensibile e provocatoria personalitàn6.

Henry Wickham Steed era il secondo figlio di Joshua George Steed e di sua moglie Fanny Wickham. Nacque nel 1871 a Long Melford, in Suffolk, dove il padre era notaio. Compi gli studi presso la Grammar School - equivalente al ginnasio-liceo - nella vicina Sudbury. Era destinato alla carriera statale (civil service), ma alla vigilia dell'esame di

1 Long Melford, Suffolk, 1871 - 1956, Wootton-by-Woodstock, Oxfordshire. Se non indicato diversa- mente in nota, le fonti usate sono: H. W. Steed, Through Thirty Ears - 1892-1922. A PersonalNarrative, Hei- nemann, London, 1924, 2 voll.; Idem, Paul Sabatier. An Appreciation, in "The Review of Reviews", n. 459, aprile-maggio 1928; "The Times", 14-1-1956: Obituary Mr. Wickbam Steed. Former Editor of "Tbe Times"; E. Serra, Ricordo d i Henry Wickbam Steed, in "Nuova Antologia", aprile 1956, pp. 575-582; A. P. Robbins, Steed, Henry Wickham, in The Dictionary ofNational Biograpby 1951-1960, a cura di E. T. Williams e H. Pal- mer, Oxford University Press, 1971, pp. 921-923; The Encydopedia of the British Press, 1422-1992, a cura di D. Grifiths, Macmillan, 1992, p. 533.

2 TNL Archive, HWS13lgennaio 1956: Hugh Mac Gregor, Cameos of Wickham Steed (dattiloscritto). Saville Row t la strada di Londra dove si trovano i laboratori dei sarti famosi. Hawkins e Drake erano pirati inglesi dell'epoca di Elisabetta I. Mac Gregor, ex-collega di Steed in pensione, scrisse l'articolo poco dopo la morte di Steed su richiesta di J. Maywood, direttore del "House Journal", una pubblicazione interna del "Times" . La direzione del "Times" decise di non pubblicare lo scritto di Mac Gregor perché infarcito di indi- screzioni e di particolari che avrebbero potuto offendere troppe persone. Cfr. Ibidem: Maywood a Mac Gre- gor, 20 e 26-1-1956; Mac Gregor a Maywood, 21,22 e 27-1-1956; W H a Maywood, 26-1-1956.

3 T N L Archive, HWS1311905-1976, Newspaper cuttings about HWS: "The Newspaper World, 9-12- 1922: Henry Wickham Steed. A Great S m n t of the Times.

4 TNL Archive, HWSl3: J. J. Mathews, Wickham Steedas a Foreign CorrepondPnt, in "Journaiism Quar- terlyn, vol. 33, n. 2, primavera 1956.

5 Serra, Ricordo di Henry Wickbam Steed, cit., p. 576. 6 "The Times", 14-1-1956: Obituary, cit.

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ammissione il giovane Steed cadde da una bicicletta molto alta, slogandosi i polsi. Dopo una breve e deludente esperienza in una compagnia d'assicurazione, accettò un posto nel- la City offertogli da un amico di suo padre, il deputato parlamentare per il Suffolk occi- dentale Sir Cuthbert Quilter. Non era il lavoro ideale, ma gli insegnò cose che tornarono utili in seguito, quali la capacità di leggere bilanci finanziari complessi, mentre I'ossewa- zione dei commerci di Sir Cuthbert con i maggiori finanzieri dell'epoca gli risvegliò l'at- trazione verso il vasto mondo del potere. Sir Cuthbert, che aveva affari in Sud America e nella telefonia, lo spronò a studiare lo spagnolo, la stenografia e l'elettricità. Steed seguì il consiglio. Per fare pratica di stenografia prese a frequentare conferenze scientifiche, politi- che e letterarie e gradualmente nacque in lui il desiderio di scrivere e di approfondire la conoscenza degli &ari correnti. Nel 1891 la pubblicazione nel "Pall Mal1 Gazette" d'un suo reportage su una conferenza del giornalista A. J. Spender7 sulle pensioni di anzianità lo convinse a intraprendere la carriera giornalistica.

Nel giugno del 1892 Steed annunciò la decisione di lasciare la City per completare gli studi in Germania e in Francia. Sir Cuthbert inorridì, ma gli diede una lettera di presen- tazione per l'agenzia stampa Dalziel in cui aveva interessi finanziari. Dalziel munì Steed di lettere per il proprio rappresentante a Berlino e per Valentine Chirol, il corrispondente del "Times" da Berlino. In luglio Steed si sistemò a Jena, dove si immerse nell'apprendi- mento del tedesco e seguì alcune lezioni di economia politica del professor Pierstoff. Nel- l'autunno si trasferì a Berlino con l'intenzione di seguire i corsi di Adolf Wagner e Gustav Schmoller, luminari dell'economia politica e del metodo storico, ma li trovò aridi. Consi- gliato da studenti più esperti, modificò il suo piano di studi frequentando le lezioni di Friederich Paulsen (filosofia e pedagogia), Ebbinghaus (psicologia), Jastrow (scienze poli- tiche), Teitsche (politica, storia, funzioni dello stato), Zeller (filosofia greca) e Pleifderd (filosofia della religione). I1 docente che esercitò su Steed la maggiore influenza e con cui si stabilì un rapporto personale fu Paulsen, un filosofo non molto in voga ma insegnante di valore. Al centro del sistema di Paulsen stavano due concetti: l'identità fra la sfera morale e quella sociale da cui derivava il corollario della relatività della legge morale, in quanto riflesso di una realtà sociale in continuo mutamento; e l'esistenza, al di sopra della legge morale socialmente determinata, di un'aspirazione individuale a comportamenti sociali e personali più evoluti di quelli prevalenti nell'immediato contesto storico-sociale. Quest'aspirazione era la chiave, socialmente conflittuale, del progresso morale. La visione di Paulsen di una moralità superiore presentava una superficiale somiglianza con quella di Nietzsche, ma in realtà nei due sistemi i termini erano invertiti. Il motto di Nietzsche suonava: "Aliis si non licet, tibi licet"; quello di Paulsen: "Aliis si licet, tibi non licet"8. Steed avrebbe voluto restare a Berlino per completare la laurea in filosofia, ma doveva guadagnarsi da vivere e nel suo programma la prossima tappa era la Francia, dove intuiva

7 John Alben Spender (1862-1942). Direnore del "Eastern Morning News" (1886-1891), redanore e poi direttore (1896-1922) del "Westminster Gazene". Cfr. The Enryclopedia of the British Press 1422-1992 . .

iit., pp. 526-527. 8 Senza suggerire derivazioni di pensiero di cui manca l'evidenza, notiamo che Luigi S tum in una lette-

ra del 1927 al fratello Mario, commentando il iV Congresso Internazionale di moralità (Roma, 28 settembre - 2 ortobre 1926), parla del codice morale relativo espresso da ogni società e civiltà e della necessità di "...eli- minare il relativo e attenersi ad un dato comunissimo e in questo dato occorre mettere come elemento fonda- mentaie i rapporti dell'uomo con Dio.. .". Cfr. LS-MS, I, 1924-1928, p. 176: Luigi a Mario, 14-2-1927.

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che avrebbe arricchito il bagaglio di esperienze e di contatti necessari alla carriera giornali- stica che aveva in mente. Nel settembre del 1893, dopo aver trascorso l'estate visitando Jena, Zurigo, Heidelberg, Strasburgo, Nancy e Troyes, Steed arrivò a Parigi dove si sistemò nel quartiere latino.

Parigi, dove rimase dall'autunno del 1893 alla primavera del 1896, fu il trampolino di lancio nella carriera giornalistica, ma sulle prime la Sorbona lo deluse rispetto all'efi- ciente organizzazione tedesca dei corsi di studio, e il francese si rivelò più arduo del tede- sco. Scelse i corsi che gli parevano insegnati con maggiore serietà: storia (Ernest Lavisse e Charles Seignobos), letteratura medievale francese (Gaston Paris) e psicologia fisiologica (Jules Soury). Steed cominciò ad apprezzare Ia cultura francese e perse la convinzione del- la superiorità di quella tedesca solo quando fu introdotto nel rinomato ed esclusivo salot- to di Madame Rolland9.

Durante il soggiorno a Berlino Steed aveva cominciato ad inviare corrispondenze al "Times" e all'agenzia Dalziel. Nel novembre del 1892 assistette al secondo congresso del partito socialdemocratico tedesco a Erfurt, dove conobbe Wilhelm Liebneckt, August Bebel, Paul Singer e von Vollmar. Dopo la vittoria socialista alle elezioni politiche del giu- gno 1893 intervistò Liebneckt - l'articolo fu pubblicato dal "Westminster Gazette". Nel- l'agosto del 1893 conobbe Engels durante il congresso internazionale socialista e laburista di Zurigo. Nel 1894 tornò in Germania per il congresso socialista di Francoforte e assi- stette al dibattito fra il riformista von Vollmar e il marxista Bebel che condusse alla divi- sione del movimento socialista tedesco.

Nel medesimo anno Steed cominciò a scrivere per giornali francesi e pubblicò in "Harper's Weekly" uno studio sul movimento socialista in Germania, Francia e Inghilter- ra. In occasione della crisi di governo seguita all'assassinio del presidente Carnot, nel gen- naio del 1895 intervistò Millerand (Clemenceau lo aveva respinto malamente). Pubblica- ta sul "Westminster Gazette", l'intervista riscosse molto interesse, servì da base a un edi- toriale del "Daily Chronicle" e attirò l'attenzione di Ballard Smith, il direttore europeo del "World di New York che lo ingaggiò come corrispondente politico ed economico da Parigi. I1 dibattito sulla parità aurea e sul bimetallismo che ferveva in Francia si stava diffondendo negli Stati Uniti: nel gennaio del 1896 Steed intervistò sette importanti per- sonalità del mondo politico e finanziario'o. I1 suo servizio giornalistico, scritto senza l'aiu- to d'appunti, impressionò Joseph Pulitzer, il proprietario del "World", che gli chiese di ripetere il servizio in Germania. Recatosi a Berlino nell'aprile del 1896 per eseguire l'inca- rico, Steed si trovò di fronte alla scelta decisiva. I1 "Times" gli offriva il posto di assistente di Chirol a Berlino e poi di assistente di Stillman a Roma a partire dal 1897. Pulitzer lo voleva con sé a New York e gli offriva tre volte la remunerazione offerta dal "Times". Steed scelse l'Europa e il prestigio del "Times".

9 Fra le personalità frequentate da Steed nel salotto della Rolland vi erano lo storico Seignobos, di cui seguiva le lezioni, lo specialista di storia e letteratura tedesca Charles Audler, il bibliotecario dell'École Nor- male Supkrieure Lucien Herr, l'eminente ellenista e poi senatore Victor Bérard e il bibliotecario della bibliote- ca Mazarine, U o n Cahun.

10 I bimetallisti sostenevano l'uso dell'argento al posto dell'oro come riserva e garanzia della moneta circo- lante. I personaggi intervistati da Steed erano Loubet, vice presidente del Senato e poi presidente della Repub- blica; Uon Say, economista e statista; Edmond Théry, direttore de "L'Economiste Européen"; De Fovde, direttore della zecca; Ives Guyot; Paul Leroy Beauiieu, economista; Miline, grande proprietario terriero.

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Così, nel giugno del 1896, all'età di 25 anni, Steed entrò a far parte dello staff del "Times", che sarebbe stato la culla dei suoi successi e il teatro della sua caduta. Rimase a Berlino fino agli inizi del 1897, quando fu trasferito a Roma, dove divenne corrisponden- te a pieno titolo nel 1898 in seguito al pensionamento di Stillman. Nel novembre del 1902 fu trasferito a Vienna dove rimase fino al luglio del 1913. Tornato a Londra, assunse il posto di capo-redattore straniero nel gennaio del 1914, con ampie responsabilità nella riorganizzazione del giornale, che poi diresse dal marzo del 19 19 al dicembre del 1922.

Nei sei mesi trascorsi a Berlino prima del trasferimento a Roma Steed si distinse per aver correttamente intuito e pubblicato sul "Times" l'identità dell'autore di un articolo comparso il 24 ottobre 1897 su un giornale di provincia, 1'"Hamburger Nachtrichten", che rivelava il patto segreto di contro-assicurazione che era esistito dal 1884 al 1890 fra la Germania e la Russia. I1 patto garantiva la reciproca neutralità dei due paesi contraenti in caso di attacco all'uno o all'altro da qualsiasi parte e quindi indeboliva la Triplice Allean- za. L'autore dell'articolo era Bismarck: solo Steed l'aveva capito. Fu un colpo giornalistico che aumentò il suo prestigio. Durante quel soggiorno a Berlino Steed si convinse:

... che la Germania che credevo di conoscere - e che amavo - nel 1892-93, era morta e che solo la Pan Germania degli Hohenzollern sopravviveva, con un odio mortale per I'Inghilterral*.

Col tempo e in seguito all'esperienza di Vienna questa convinzione si rafforzò e divenne l'elemento centrale della vkione europea di tee ed.

Con l'arrivo a Roma nel gennaio del 1897 si aprì per il giovane giornalista il periodo più piacevole e gatificante della sua carriera di corrispondente estero. L'italiano fu più difficile da dominare del francese e del tedesco:

La ricchezza del suo vocabolario, la sottigliezza del fraseggio, proprio la sua capacità di espri- mere le più delicate sfumature di significato rendono I'idiano elusivo in maniera singolare; gli stranieri non possono conoscere l'Italia finché non imparano a parlarlo e a scriverlo con un discre- to grado di accuratezzal2.

Steed acquistò una padronanza perfetta della nostra lingua, ma alle radici della sua profonda conoscenza della cultura e della politica italiana troviamo anche una donna: l 'da- scinante Clémence Rose, corrispondente dell'americano "Morning Post". Di origine italiana - il padre era stato amico di Cavour - eccezionale conoscitrice della storia italiana e degli affa- ri internazionali, essa aiutò Steed ad impadronirsi rapidamente dei segreti della politica italia- na, lo introdusse negli ambienti che contavano e lo assisté nella stesura della voce "Italia" per l'Enciclopedia Britannica. Madarne Rose, come tutti la chiamavano, incluso Steed nelle let- tere agli amici, era molto più anziana di lui, tuttavia la loro unione durò fino d a morte di lei. Era Madarne Rose che si sobbarcava gran parte del lavoro per il "Review of Reviews" negli anni '20 e che faceva gli onori di casa ai distinti ospiti, diplomatici, politici, intellettuali e giornalisti, che si riunivano il sabato pomeriggio nel salotto di Steed a Lansdowne House. S m e Nelina la conobbero e di ciò vi è una tenue traccia in una lettera di Sturzol3.

11 Bricish Library, Departmenr of Manuscriprs, Londra (in seguito BL, MSS), Evelyn Wrench, vol. V, 191 3-1944 - 59545 630E: Steed, 25-3-1940, a Wrench.

12 Steed, Through Thirty kn, cit., vol. 1, p. 103. '3 Cfr. Carteggio StumSteed, lettera 23. I1 nome completo era Clémence Rayer-Rose de Corps-Billiow.

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A Roma avvenne anche, nel 1898, un altro incontro importante, quello con Paul Sabatier. Steed e Clémence furono in contatto con i Sabatier fino alla morte, awenuta nel marzo del 1928, del pastore protestante francese che aveva svolto un ruolo centrale nella riscoperta della figura di san Francesco &Assisi e nella diffusione delle idee moderniste. Era in'amicizia e familiare: Clémence inviava regali natalizi ai f gli, alla moglie e alla cognata di Sabatier e durante l'estate i due giornalisti visitavano spesso i Sabatier ad Assisi, a Chambéry e più tardi in Ardèche. Vi era però anche un elemento 'professionale' in questa amicizia. A Sabatier interessava diffondere sulla stampa notizie sul movimento religioso in cui aveva tanta parte e che altrimenti sarebbero rimaste prerogativa di circoli ristrettil4. A un giornalista come Steed un po' d'intrighi e qualche notizia in esclusiva non potevano dispiacere: egli funse da diffusore delle informazioni che Sabatier gli comunica- va sin dall'autunno del 189815. Allo studioso del modernismo la corrispondenza fra i due amici rivelerebbe particolari che sono al di là della competenza dei non addetti ai lavoril6. Inoltre Steed e Sabatier condividevano la convinzione dell'estrema pericolosità del pan- germanesimo e Steed fece molto per calmare le acque in Alsazia-Lorena dopo la prima guerra mondiale - cosa che stava molto a cuore a Sabatier. I meriti di Steed furono rico- nosciuti dall'università di Strasburgo, dove Sabatier era stato nominato professore di sto- ria ecclesiastica nel 19 19, con il conferimento nel 1928 della laurea Honoris Causa".

L'interesse di Steed per gli affari religiosi, certamente stimolato dalla frequentazione di Sabatier, non si limitava alla diffusione delle notizie passategli dali'amico. Egli aveva una sua teoria sulla Questione Romana: in seguito ai moti del '98 il Vaticano aveva messo da parte l'obiettivo di destabilizzare i Savoia e lo stato liberale perché i rischi per la Chiesa sotto un regime repubblicano sarebbero stati peggiori di quelli presenti. Tuttavia, sostene- va Steed, il Vaticano continuò a mantenere l'apparenza del Papa prigioniero e della asso- luta necessità della restaurazione del potere temporale per motivi economici e strategici. I1 mantenimento della finzione serviva ad estrarre dai fedeli stranieri il più possibile tra- mite l'Obolo di San Pietro, unico cespite del Vaticano che aveva rifiutato le i29.000 lire offerte dalla legge delle Guarentigie; e ad evitare l'ascesa nelle gerarchie vaticane di ele- menti stranieri. Grazie alla Questione Romana la Chiesa continuava ad essere percepita

14 Su quest'aspetto dell'attiviti di Sabatier, sgradita a Houtin, cfr. Corrispondenza Gambaro-Houtzn (1911-1926), a cura di L. Bedeschi, in Centro studi per la storia del modernismo, Fonti e documenti, VI11 Fascicolo, Istituto di Storia deli'università di Urbino, 1979, p. 349, nota.

l5 BL, MSS, Add. 74124, C. 1: Sabatier, Assisi, 28-10-1898, a Steed, Roma: "Si votre article soulève des polémiques dans la presse du Vatican, auriez vous la bonté de me le signaler d'un mot. Je pense que se voyant pris, ils se tairont."

16 Oltre alle lettere di Steed e Clémence Rose conservate nelle Carte Sabatier presso il Centro Studi per la Storia del Modernismo deli'università di Urbino (in seguito: CS-Urbino), in BL, MSS, Add. 74124 vi sono circa 180 lettere e cartoline postali di Sabatier a Steed e viceversa, che coprono, con lacune, il periodo 1898- 1928. Esse rivelano, ad esempio, che Steed aveva conosciuto don Brizio Casciola tramite Sabatier [BL, MSS, Add. 74124, cc. 18-19: Sabatier, St. Michel-de-Chabrillanou par Les Ollikres (Ardèche), 13-8-1901, a Steed; C. 39: Sabatier, La Maisonnette par St. Saveur-de-Montagut (Ardèche), 24-7-1 9 13, a Steed].

17 L'università di Strasburgo aveva deciso di conferire a Steed la laurea Honoris Causa intorno alla metà del 1927 ma Steed trovò il tempo d'andarla a ritirare soltanto nel novembre 1928. Cfr. BL, MSS, Add. 74128, cc. 23-24: C. Rose, 25-10-1928 a persona non identificata (copia); C. 25: il rettore, Académie de Strasbourg, 31-10-1928, a Steed; C. 38: Capitano Townroe (segretario delle "United Associations of Great Britain and France"), 26-1 1-1938, a Steed; C. 41: Steed, 1-12-1928, a J. Gaster (copia); cc. 60-61: Steed, 10-1-1929, a Townroe (copia).

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sbagliato. Througb Tbirty Years, in cui Steed espone queste idee e quelle sulla Questione Romanal9, fu pubblicato nel 1924 e non ci è dato di sapere se egli modificò le sue opinio- ni dopo aver conosciuto Sturzo.

A Roma Steed aveva instaurato ottimi rapporti con Visconti Venosta e con Sonnino: - - il disaccordo con lui rispetto alla Jugoslavia sorse durante la guerra. I1 trasferimento a Vienna fu causato da dissapori con il ministro degli esteri Prinetti. Un grave scontro fra i due era avvenuto nel novembre del 1901 a proposito di una disputa sui diritti di pro- prietà di un terreno fra la legazione italiana a Pechino e quel corrispondente del "Times", Morrison, ma c'era un generale clima d'antagonismo: Steed e Clémence Rose erano rite- nuti responsabili da Prinetti di danneggiare con i loro reportages gli interessi italiani in Asia e in Africa. Secondo quanto Steed raccontò a Enrico Serra, Prinetti aveva del rancore personale nei confronti di Clémence in seguito a un incidente verbale salottiero in cui Prinetti aveva avuto la peggio.

Quando la direzione del "Times", nel settembre del 1902, gli ordinò di trasferirsi a Vienna - un posto pih importante e meglio pagato ma meno attraente di Roma - Steed aveva protestato vivacemente ma non c'era stato nulla da fare. Gli fecero una mezza pro- messa di trasferirlo a Parigi dopo qualche anno. Si prospettava anche, oltre alla separazio- ne dai molti amici italiani, quella da Clémence Rose. Un grave attacco di febbre malarica, che secondo i medici rendeva necessario un cambiamento di clima, e i buoni uffici di Steed presso il direttore del "Morning Post", di cui era amico, fecero si che anche Clé- mence fosse trasferita a Vienna20. Specialmente nei primi anni, Steed si trovò male in Austria: il clima era inclemente, la gente ottusa, il tedesco degli austriaci suonava male alle sue orecchie, i servizi erano inefficienti e la rigidezza dell'etichetta sociale rendeva dif- ficile introdursi negli ambienti politici e diplomatici. Rimpiangeva tutto dell'Italia e non ne faceva mistero. Per Steed Vienna era una città irreale: la sua bellezza, un guscio vuoto; la passione dei viennesi per la musica, l'arte e il teatro, il mero effetto delle manovre diver- sive degli Asburgo affinché i sudditi non partecipassero alla vita pubblica. I1 contrasto con l'appassionata e nostalgica celebrazione di Stefan Zweig della vita artistica e intellettuale della Vienna imperiale non potrebbe essere più completo21. Steed si dedicò allo studio dell'ungherese e ai viaggi nei territori asburgici, per penetrare meglio i segreti di quell'am- ministrazione. Acquisl dimestichezza con i problemi delle nazionalità dell'Europa centra- le e sud-orientale e prese specialmente a cuore la causa dell'indipendenza cecoslovacca e jugoslava, stringendo amicizia con Masaryk e con i croati Supilo e Trumbitch. Le osserva- zioni, le esperienze e i dati raccolti in quegli anni furono la base del libro sulla monarchia austro-ungarica pubblicato nel 1913, in cui si trova anche un'ampia esposizione delle idee antisemite di Steed22.

Prima di partire per Vienna Steed era stato ospite di Visconti Venosta nel suo castello in Valtellina. Lo statista gli aveva chiesto di adoperarsi a staccare l'Austria dalla Germania

19 Through Thirty Yean, cit., vol. l , pp. 25; 133-146; 260-261; vol. 2, pp. 11 1-1 16. 20 CS-Urbino, B. 21, E 3: Steed, Roma, 5-10-1902, a Sabatier. 21 CS-Urbino, B. 23, E 1: Steed, Vienna, 25-1-1903, a Sabatier; Steed, The Haps6urgMonarchy, Consta-

ble and Company Ltd., London, 1914,3a ed., pp. 202-206; Through Thirty Yean, cit., vol. 1, pp. 191-192, 195-198; S. Zweig, The World of Yesterday, Cassell, 1953, pp. 12-20.

22 Steed, The Hapsburg Monarcly, cit., pp. 145-194.

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per facilitare un'intesa Italo-Austriaca in seno alla Triplice in hnzione antitedesca. Steed riscosse un certo successo in tal senso dal 1904 al 1906, essendo riuscito a stabilire buoni rapporti con il ministro degli esteri austro-ungarico, il polacco Goluchowski. Pessimi inve- ce furono i rapporti con il barone von Aehrenthal, che aveva preso il posto di Goluchowski nel 1906 e che Steed riteneva al servizio degli interessi tedeschi. Fu invece in buoni rappor- ti con gli ambasciatori italiani a Vienna - prima il conte Nigra, poi il duca Avarna - con il ministro degli esteri russo, Isvolski, con il primo ministro bulgaro GeshoK con l'amba- sciatore britannico Goschen ed entrò nella confidenza del re Edoardo VII.

Tanta era, secondo Steed, la preoccupazione causata in Germania dal "Times" con la sua efficace opposizione alla politica estera tedesca, che nel 1908, in occasione della ristrutturazione finanziaria e proprietaria del quotidiano londinese, vi h un tentativo tedesco di acquistarne il controllo. Secondo altre interpretazioni, le voci della manovra tedesca servirono a facilitare a Lord Northcliffe l'acquisto del pacchetto di maggioranza23.

L'entrata in scena di Northcliffe, uomo geniale ma imperioso e megalomane, che già possedeva il "Daily Mail", il "Daily Mirror" e una mezza dozzina d'altri giornali, fu forie- ra per Steed di cospicue novità sul lungo periodo, anche se sulle prime non si verificarono cambiamenti di nota. Sin dal maggio del 1908 Steed aveva espresso al manager del "Times", Moberly Bell, la sua intenzione di dimettersi; in ottobre la comunicò al nuovo proprietario. Quando Northcliffe espresse il suo rammarico, Steed espose le sue lamente- le. Era mal pagato, gli era stato promesso il trasferimento a Parigi, posto per il quale era pienamente qualificato, più dei colleghi, poi gli era stato negato con la scusa che, all'età di 38 anni, era troppo giovane. Per dodici anni aveva servito il "Times" indefessamente ma i riconoscimenti dei suoi meriti era rimasti puramente verbali24. Erano argomenti molto simili a quelli che troveremo più tardi negli angosciati memoriali scritti nell'ottobre del 1922 durante la crisi che pose fine alla sua carriera nel "Times". Northcliffe invitò Steed a trascorrere qualche giorno nella sua residenza di campagna e lo convinse a rimanere facendogli intravedere eccitanti prospettive di collaborazione nella riorganizzazione del giornale25. Sin dal 1910 Northcliffe ricorse sempre più a Steed per definire la linea di politica estera del "Times", ma lo lasciò a Vienna fino al luglio del 19 13.

Steed rientrò a Londra nel novembre del 1913, dopo un soggiorno a Costantinopoli. A metà gennaio del 1914 Northcliffe, che condivideva la sua preoccupazione per la cre- scente influenza austro-tedesca sul governo e sulla stampa britannica, lo nominò capo- redattore estero al posto di Sir Valentine Chirol che era andato in pensione. Aila notizia

23 Cfr. J. Lee Thompson, Northclzffe. Press Baron in Politics 1865-1922, John Murray, London, 2000, pp. 140-159. Alfred Charles William Harmsworth era nato il 15 luglio 1865 a Chapelizod, vicino a Dublino da famiglia umile; morì il 14 agosto 1922 a Londra. Nel 1905 fu creato barone Northcliffe dell'isola di Tha- net e nel 1917 divenne visconte. Fece la sua prima fortuna insieme al fratello Harold con una serie di giornali popolari ("Answers", "Comic Cuts" e "Forget-Me-Notn). Nel 1894 acquistò il moribondo "London Evening News" e ne fece un successo. Quindi acquistò due giornali scozzesi che hise nel "Glasgow Daily Record". Nel 1896 fondb i l "Daily Mail", un altro gran successo, quindi acquistò il "Weekly Dispatch", nel 1903 fondb il "Daily Mirror", che rivaleggiava per la circolazione con il "Daily Mail" e nel 1905 acquistò I'"Observern. L'ac- quisizione del "Times" nel 1908 coronò il suo impero editoriale.

24 BL, MSS, ADD 622464A, Northcliffe Papers: Steed a Northcliffe, 23- 10- 1908 e 13-3-1 909; Northclif- fe a Steed, 8-1-1909.

25 BL, MSS, ADD 622464A, Norrhcliffe Papers: Northcliffe a Steed, 23-7-1909; Steed a Northcliffe, 25- 7-1909 e 26-8-1909.

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dell'attentato di Sarajevo Steed ne percepi subito il pericoloso potenziale e, d'accordo con Northcliffe, fece sì che il "Times" svolgesse opera di prudente preparazione alla guerra dell'opinione pubblica, che in quel periodo era soprattutto preoccupata dalla questione irlandese.

Gli anni della guerra furono densissimi di attività per Steed che ormai era diventato il braccio destro di Northcliffe. Nel febbraio-marzo del 1916 lo accompagnò a visitare il fronte di Verdun e quello della Champagne, approfittando dell'occasione per tenere a Parigi, Besancon e Lione conferenze organizzate dai gruppo "Foi et Vie" intese a risolleva- re il morale e a tranquillizzare i francesi sugli scopi bellici e post-bellici della Gran Breta- gna. Nell'agosto del 1916 Northcliffe e Steed visitarono il fronte italiano dove conversa- - - rono con Vittorio Emanuele 111. Poi proseguirono per Roma, dove discussero a lungo con Sonnino senza riuscire a smuoverlo dalla sua caparbia difesa del Patto di Londra e torna- rono a casa attraverso la Svizzera, la Spagna settentrionale e la Francia. Nel gennaio del 1917 Steed tenne un altro ciclo di conferenze nel sud della Francia ed ebbe consultazioni confidenziali con il primo ministro Briand e un gran numero di politici, diplomatici e comitati governativi e privati per stornare gli effetti della propaganda tedesca che a suo dire era molto attiva e stava diffondendo l'idea d'una pace separata fra la Francia e la Ger- mania.

L'assetto europeo del dopoguerra era al centro delle preoccupazioni di Steed: la guerra di cui era testimone doveva essere l'ultima, ma non lo sarebbe stata a meno che gli alleati non riuscissero a concordare un programma di riassetto tale da prevenire le tensioni e le conflittualità che rischiavano di trasformare il dopoguerra nell'anticamera di scontri ancora più pericolosi. Di tutte le questioni che minacciavano il futuro dell'Europa quella delle nazionalità dell'impero austro-ungarico era, secondo Steed, la più grave, e in quella direzione egli applicò le sue energie. Nel 191 5 egli suggerì al capo commissario di polizia, Sir Edward Henry, di formare a Londra dei comitati di cecoslovacchi, polacchi, jugoslavi e italo-austriaci per controllare i fuoriusciti di quei paesi, favorire la coagulazione di forze democratiche nazionali in grado di riempire il vuoto che sarebbe seguito al crollo della monarchia austro-ungarica e prevenirne l'occupazione tedesca. Con l'amico Robert Wil- liam Seton Watson curò specialmente il comitato jugoslavo, i cui elementi chiave erano i croati Supilo e ~ r u m b i t c h e quello cecoslovacco che-ruotava intorno a Masaryk, Benes e Stefanik. Dei due comitati il primo fu il più problematico: la dichiarazione di Corfù del - - 20 luglio 1917, con cui il governo serbo si impegnava a costituire uno stato democratico multinazionale h raggiunta con molta fatica e con l'opposizione dell'Itaiia. Nell'ottobre del 1916 il dibattito sul futuro dell'Europa centrale trovò sede nella rivista "New Euro- pe", fondata da Steed, Seton Watson, Masaryk, il professor Ronald Burrows, rettore del KingS College di Londra e A. F. Whyte. I1 medesimo gruppo, con raggiunta di Lord Cro- mer, Ronald McNeill, Lord Treowen e H. M. Hyndman fondò la "Serbian Society of Great Britain", aperta solo ai cittadini britannici, allo scopo di diffondere l'idea d'una nazione jugoslava unitaria26.

26 Cfr. Steed, Trough Thirty Ears, cit., vol. 2, pp. 4 1-55, 123-1 3 1; C. Seron Watson, Gechs, Poies and Yugoslavs in Lona'on 1914-1918, in L'Emigration politique en Europe auxXIXe etXXe siPcies, (Roma, 3-5 mano 1978), Ecole Frangaise de Rorne, 1991, pp. 277-293.

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Queste iniziative suscitarono un vespaio a causa dei forti interessi filo-asburgici all'o- pera, secondo Steed, in Gran Bretagna, ma l'ostacolo principale al successo dei piani per la Jugoslavia restava il Patto di Londra che aveva trasformato l'Italia, agli occhi dei croati e degli sloveni, in una nemica peggiore dell'Austria. Dopo la rotta di Caporetto Steed riuscì a organizzare a casa sua una serie di conversazioni informali fra membri del comitato jugoslavo e rappresentanti italiani a Londra con la partecipazione di Sir Arthur Evans e del professor Seton Watson27. Con molta difficoltà si raggiunse un primo accordo alla fine di dicembre 1917 cui seguì l'apertura a Londra di negoziati semi-ufficiali che con- dussero alla firma il 7 marzo di un accordo fra l'onorevole Torre, rappresentante del comi- tato parlamentare italiano e Trumbitch, rappresentante del comitato jugoslavo:Contro- firmato dal corrispondente del "Corriere della Sera", Emanuel, da Steed e da Seton Wat- son, l'accordo era la base per il superamento del Patto di Londra, in quanto riconosceva i diritti all'indipendenza delle popolazioni slave della Jugoslavia che si impegnavano, insie- me agli italiani, alla collaborazione reciproca, alla risoluzione pacifica delle controversie e alla comune difesa delllAdriatico. Esso prese poi il nome di Patto di Roma in seguito al congresso dei rappresentanti delle nazionalità slave dell'Austria-Ungheria svoltosi a Roma il 7 aprile 19 1828.

Nel frattempo, in febbraio, Northcliffe e Steed erano stati reclutati da Lloyd George nell'Istituto di propaganda di Crewe House. I1 documento programmatico stilato da Steed per Northcliffe puntava a indebolire la coesione interna dell'Austria-Ungheria fomentando le aspirazioni indipendentistiche delle nazionalità slave. Su queste linee Steed e Seton Watson compirono una missione in Italia in marzo per impedire un attacco austriaco che si prevedeva per il 10 aprile. Strappato a fatica e all'ultimo momento I'as- senso dei governi britannico, francese e italiano, Steed diede il via all'ufficio italiano di propaganda al fronte per la diffusione dei volantini nelle varie lingue slave che nel frat- tempo Badoglio aveva fatto stampare. I volantini recavano le dichiarazioni di indipen- denza stilate a Parigi dai comitati nazionali dei popoli dell'impero asburgico. Per ottimiz- zare gli effetti dell'operazione si ricorse anche alla diffusione tramite altoparlanti degli inni nazionali. Lo scompiglio sull'altro lato del fronte fu tale da causare il ritiro delle truppe slave e la loro sostituzione con truppe austriache e ungheresi. I1 temuto attacco del 10 aprile non si verificò. Quando tornò dalla sua faticosa missione in Italia, Steed trovò a Crewe House una situazione non del tutto confacente alle sue aspettative: un collega del "Times", Stuart Campbell, era entrato nelle grazie di Northcliffe e aveva occupato la posi- zione direttiva che Steed aveva pensato spettasse a lui. Non gli restò che assumere il ruolo di coordinatore.

Steed fu accreditato presso la missione britannica alla conferenza della pace a Parigi e, con Seton Watson, influì sulla stesura del trattato di Trianon. Si adoperò anche per il su-

27 Gli italiani erano: il generale Mola, incaricato militare presso l'ambasciata italiana; il capitano Vicino Pallavicino, suo assistente; il maggiore Filippo De Filippi, capo dell'uficio italiano di propaganda a Londra; Guglielmo Emanuel, corrispondente del "Corriere della Seran. Gli jugoslavi erano: i croati Trumbitch e Gazzari; 10 sloveno Gregorin di Trieste; lo scultore dalmata Mestrovitch; I'istriano Trinaestitch e il serbo Banjanin.

Cfr. Sreed, Eough Thirty Ears, cit., vol. 2 , pp. 165-1 85; P. Pieri, L'Italia nellaprima guerra mondiaie (1915-1918), Einaudi, Torino, 1968, pp. 18 1-1 82.

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peramento delle differenze fra la delegazione italiana e quella jugoslava, ma Orlando e Sonnino furono irremovibili. I1 lavoro preparatorio che aveva portato alla firma del Patto di Roma era stato vano. Nel marzo del 1919 Steed divenne direttore del "Times". In feb- braio i dissapori fra Northcliffe e Geoffrey Dawson29, che si erano andati accumulando da tempo, erano culminati con le dimissioni di quest'ultimo e Steed aveva accettato di prenderne il posto, con uno stipendio molto inferiore. I1 "Daily Express" notava che egli arrivava alla direzione in et i avanzata rispetto alla norma ma prediceva che sotto la sua direzione il "Times" avrebbe raggiunto "vette più alte di quelle mai raggiunte sinora"30. I1 commento del "Manchester Guardian" rifletteva più accuratamente il pensiero di molti nel mondo del giornalismo:

La nomina del signor Wickham Steed aila direzione ai posto del signor Geoffrey Dawson comporta un canibiarnento nella tradizione del Times più profondo d i quanto appaia. Egli e, cre- do, il primo direttore del Emes che non ha frequentato una scuola pubblica inglese o Oxford. [. . .] Gli studi del signor Wickham Steed si sono svolti per la maggiorparte nel continente alle univer- sità di Jena, Berlino e Parigi. [. . .] I1 commento dei cinici sulla sua nomina che, siccome I'interes- se del signor Steed vette soprattutto sulla politica estera, Lord Northcliffe potrà controllare com- pletamente la politica interna in una maniera che gli era evidentemente impossibile durante la direzione d i Dawson31.

I1 compito di Steed non fu facile. I1 governo era in grave dificolti in Irlanda, dove c'era uno stato di guerra non dichiarata, mentre in Gran Bretagna si diffondevano le agi- tazioni salariali, specialmente fra i minatori. Il "Times" condusse una campagna instanca- bile per una composizione pacifica in Irlanda che fu raggiunta nel dicembre del 1921, con la separazione delle sei province settentrionali dalle ventisei province meridionali che ottennero lo stato costituzionale di dominion, al pari del Canada, della Nuova Zelanda, dell'Australia e del Sud Africa. Molti riconobbero a Steed il merito di aver contribuito in maniera importante alla composizione del conflitto: la soluzione raggiunta in dicembre non era identica a quella suggerita da Steed sul "Times" in luglio, ma era stata la sua pro- posta a spingere il governo verso un compromesso pacifico32. Tuttavia, durante la crisi irlandese la circolazione del "Times" era calata e sin dal febbraio del 1921 Northcliffe ave- va cominciato a dubitare delle capacità direttive di Steed. Aggravata dalla cattiva salute, la megalomania di Northcliffe, che controllava in maniera ossessiva i suoi giornali per

29 George Geoffrey Dawson (1 874-1944). Nato Robinson, era figlio di un banchiere. Nel 19 17 assunse il cognome d'una zia che gli aveva lasciato una grossa eredità. Frequentb Eton e il Magdalen College, Oxford, nel 1898 fu eletto Fellow di Ail Souls. Nel 1901 divenne assistente segretario privato di Joseph Chamberlain, ministro delle colonie e fu mandato in Sud Africa ad assistere quell'Alto Commissario, Lord Milner. Nel 1905 assunse la direzione del "Johannesburg Star" e dal 1906 fu anche corrispondente sudafricano del "Timesn. Tornato a Londra nel dicembre del 1910, entrb nella redazione del "Timesn nella primavera del 191 1 e nel luglio del 1912 fu nominato direttore. Dopo le dimissioni nel 1919 tornò a Oxford in qualità di amministratore di Al1 Souls e riprese i suoi interessi in Sud Africa. Tornò a dirigere il "Tirnes" nel 1923, riti- randosi nel 1941 per motivi di salute. Amico di Sranley Baldwin, Leo Amery, Lord Halifax e molti altri uomini politici, apparteneva ai migliori clubs di Londra e fu uno dei pilastri della politica di appearement dei dittatori. Cfr. Tbc Encyclopcdia ofthe British Press 1422-1992, cit., pp. 193-194.

30 TNL Archive, HWS/3/1905-1976, Newspaper Cuttings about HWS: "The Daily Express", 26-2- 1919: The Editor of the "Times': Mr. Wickham Steed andhk work.

3.1 Ib&: "The Manchester Guardian", 26-2-1919: The Editorship of tbc "Times7 Mr. Wickham Steed. 32 Cfr. Through Thirty Ears cit., vol. 2, pp. 340-362; Thornpson, Northclfle, cit., pp. 328-334.

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imporre la sua volontà al governo, complicava le cose e creava un clima di costante insta- bilità fra i giornalisti. Forse per Northcliffe il direttore giusto del "Times" non poteva esi- stere. Iniziò per Steed un periodo di incertezza gravissima. Aveva goduto per molti anni di un rapporto speciale con Northcliffe ma ora si sentiva soppiantato da Stuart Campbell, amministratore delegato dal settembre del 1920: Northcliffe, che era senza figli, per un certo tempo aveva contemplato di nominarlo suo erede anche se poi nel testamento gli lasciò solo una piccola somma. Correvano voci che Steed fosse finito come direttore e che la vendita del "Times" fosse imminente. I maligni dicevano che Steed era agli ordini di Madame Rose, cui faceva rapporto ogni sera, ricevendone direttive che capovolgevano le decisioni prese di giorno dal comitato di redazione. I1 direttore del "Times" si trovava sul- le sabbie mobili e cominciò a vedere complotti contro di lui in ogni angolo, forse non del tutto a torto33.

La crisi raggiunse il culmine nell'aprile-maggio del 1922 durante la conferenza eco- nomica di Genova, cui Steed avrebbe preferito non partecipare ritenendola, correttamen- te, destinata al fallimento. Northcliffe, che ormai aveva deciso di rimuoverlo dalla dire- zione e rimetterlo a capo della redazione estera, insistette che partecipasse. Durante la conferenza venne pienamente alla luce il dissenso fra la Francia, rappresentata da Barthou, che pretendeva un'applicazione rigida delle sanzioni alla Germania, e Lloyd George, che propendeva per un ammorbidimento per consentire alla Germania di ripren- dersi. I1 dissenso si aggravò sulla questione della compensazione per le proprietà confisca- te dal governo sovietico: Lloyd George era favorevole, Barthou, che era tornato a Parigi a prendere istruzioni da Poincaré, era contrario in solidarietà con il Belgio. Steed, che era alloggiato insieme ai giornalisti francesi, ne ricevette informazioni dettagliate sulle accese discussioni intercorse in merito fra la delegazione inglese e quella francese e le pubblicò sul "Times" suggerendo che Lloyd George era sul punto di rompere l'intesa con la Fran- cia. Vi erano delle inesattezze nel resoconto di Steed, dovute all'imprecisione dei suoi informatori, ma la sostanza era corretta. Lloyd George e Barthou negarono pubblicamen- te la fondatezza delle sue afFermazioni34.

Al ritorno da Genova, a fine maggio, Steed trovò l'assistente-direttore George Brumwell installato al suo posto35. Dichiarò che avrebbe ripreso le sue funzioni di diret- tore e sfoderò quello che credeva fosse il suo asso nella manica, una lettera che Northcliffe gli aveva scritto il 5 giugno 1919, prima di sottoporsi a un'operazione in gola. In essa l'imperioso magnate, preso dai rimorsi e timoroso di morire con la coscienza fuori posto, riconosceva che lo stipendio accordato a Steed come direttore del "Times" (3.750 sterline nette all'anno più mille sterline per rimborso spese) era di molto inferiore agli stipendi pagati in passato ad altri direttori e certamente indecoroso e gli prometteva degli aumenti

33 TNL Archive, HWS1311922: Memoriale dattiloscritto, 31-10-1922 'Confidential wichout prejudice. Note for Mr. Withers' (Withers era I'awocato di Sceed); noce manoscritte a matita, senza data. Entrambi i documenti descrivono gli intrighi di Campbell per spingere Steed alle dimissioni e gli incidenti fra Steed e Northcliffe da lui provocaci; Ibidem, HWSfilgennaio 1956: Mac Gregor, Cameos of Wickham Steed, cit.; Thompson, Northclzffe, cit., pp. 345346,350-351.

3 Cfr. Through Thirty hn, cit., vol. 2, pp. 380-384; Wilson Harris, Life so Far, Jonathan Cape, Lon- don, 1954 (la ed.), pp. 153-158; Thompson, No~~hclzffc, cic., pp. 387-389.

35 TNL Archive, HWS/3/1922: Sceed, 17-6-1922, a George Sutton (segretai-io privato e factotum d'affari di Northcliffe).

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annuali non specificati con la garanzia di conservargli il posto di direttore per cinque anni. Se, passato quel periodo, Steed avesse deciso di ritirarsi, gli assicurava una pensione pari ai due terzi dell'ultimo stipendio. L'amministrazione e i co-proprietari del "Times" non sapevano nulla della lettera della cui validità legale dubitavano36.

Da Northcliffe, ormai avviato verso la follia e la morte, non si poteva cavar nulla di coerente: subito aveva approvato l'articolo che Steed aveva inviato da Genova, quindi, in seguito alla smentita di Lioyd George aveva dato ordine di rimuoverlo dalla direiione, poi aveva di nuovo cambiato idea. Alla fine di maggio, già delirante, si era messo in viaggio per raggiungere la moglie a Evian. Verso il 10 giugno aveva telegrafato da Parigi a Steed ordinandogli di raggiungerlo. I1 viaggio in treno da Parigi a Evian era stato un incubo. Senza l'assistenza prestatagli da Steed, Northcliffe non sarebbe arrivato vivo37. Da Evian lo riportarono a Londra dove morì in agosto. Steed, la cui situazione era rimasta in limbo fra maggio e giugno, aveva poi ripreso le sue funzioni. Negli ultimi tre mesi e mezzo in cui diresse il "Times" scrisse più di cento editoriali, assicurando la vittoria al conservatore Bonar Law nelle elezioni del novembre 1922. A fine ottobre, poco dopo l'acquisizione del "Times" da parte di John Jacob Astor, il co-proprietario, John Walters, aveva comuni- cato a Steed che doveva andarsene e che l'amministrazione non riconosceva la validità della lettera di Northcliffess. Fra le carte di Steed vi è un memoriale da cui trasudano angoscia e delusione:

. . . Sono stato uno dei loro corrispondenti esteri più brillanti e dai momento del mio ritorno a Londra ho preso pochissimi giorni di vacanza. Lo stesso signor Walters ammette che non mi sono mai risparmiato in alcun modo. Oggi la mia carriera è stata distrutta nel momento in cui era allo zenit senza colpa dz parte mia. Oggi lascio il giornale con una circolazione molto più alta che in giugno. . .39

Questo e altri memoriali in cui riversò la sua pena rimasero privati. Da Through Thirty Ears, in cui Steed disse solo bene di Northcliffe e dei suoi colleghi del "Times", nulla traspare.

Steed lasciò il "Times" in dicembre: gli awocati avevano raggiunto un accordo defini- tivo che prevedeva una buonuscita di 17.750 sterline e una pensione mensile non indiciz- zata, vita natural durante, o finché Steed non rompesse i patti, di mille sterline all'anno a partire dal luglio 1924. I patti erano che Steed sarebbe stato libero di pubblicare articoli ovunque ma non sui quotidiani di Londra, dove il "Times" manteneva l'esclusiva4o.

36 Ibia'em: lettere di Steed: 5-6-1922 a Wilmott Lewis (minuta); 8-6-1922 a Lints-Smith, manager del "Times"; 17-6-1922, a George Sutton; John Walters, 30-5-1922, a Steed; memoriale dattiloscritto senza data che riassume la situazione e riproduce la lettera di Northcliffe a Steed (5-6-1919) e la risposta di Steed (6-6- 1919).

37 Cfr. Through Thirty Ears, cit., vol. 2, pp. 384-385; Thompson, Nortbclz~e, cit., pp. 388-398. 38 TNL Archive, HWS/3/1922: Memoriale dattiloscritto con corraioni nella grafia di Steed, 24-10-

1922. 39 Ibidem: Memoriale manoscritto a matita, senza data o titolo ma databile 24 ottobre 1922 dal riferi-

mento a Walters che aveva comunicato a Steed il licenziamento. Alla partenza di Steed in dicembre la circola- zione giornaliera del "Timesn era di 184.166 copie, la più alta dal 1914. Cfr. The Encyclopedia of the Bn'tish Press 1422-1992, cit., p. 533.

40 TNL Archive, HWS/3/1922: Heads of Agreement between MI. Wickham Steed and the Times Publi- shing Co. Ltd., 22-12-1922.

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A quel punto Steed avrebbe potuto facilmente sparire, immediatamente o nel giro di pochi anni, accontentandosi di pubblicare articoli qua e là, ma era deciso a rimanere in vista sulla scena londinese. Gli ci voleva una piattaforma. Nel settembre del 1923 acqui- stò "The Review of Reviews"41, un mensile illustrato di attualità e cultura fondato nel 1890 da W, T. Stead42. Dopo la pagina dell'indice e una pagina di pubblicità, la rivista si apriva con la fotografia di un personaggio della politica o della cultura cui seguiva una rassegna politica di una decina di pagine intitolata "The Progress of the World", seguita dal "Diario del mese"43. Poi vi erano 8-10 pagine di vignette satiriche seguite da una deci- na d'articoli di politica, cultura e attualità. L'ultima parte del volume conteneva le rasse- gne: "Leading Articles in the Reviews"; "The Reviews Reviewed, una rassegna di una decina di riviste inglesi e straniere; e infine "Books of the Month". Steed apportò a questa struttura solo alcune modifiche marginali ma migliorò il livello generale dei contenuti. Contro I'acquiescienza diffusa nella stampa inglese, Steed denunciò vigorosamente Mus- solini e il fascismo sin dall'ottobre del 192344, un mese dopo aver acquistato la rivista, continuando poi a tenere informati i lettori sugli sviluppi della situazione italiana, spe- cialmente sull'assassinio Matteotti, dando spazio a Sturzo, Salvemini, Fausto Nitti ed altri fuoriusciti.

Acquistando "The Review of Reviews" Steed aveva salvato dall'estinzione un mensile che era stato popolarissimo ma era andato declinando dopo la morte del suo fondatore. Nel 1923 la circolazione era di mille copie al mese; nel 1927 Steed e Madame Rose l'ave- vano portata a novemila. Tuttavia, dietro quest'operazione brillante dal punto di vista culturale e politico, si celavano gravi difficoltà finanziarie. La rivista perdeva circa 165 sterline al mese. Per owiare al deficit sarebbe stato necessario raggiungere una circolazio- ne di almeno 15.000 copie al mese, che avrebbe garantito sufficienti introiti pubblicitari. Nel febbraio del 1928 si studiarono varie soluzioni, quali un'ulteriore riduzione del prez- zo di copertina, una campagna pubblicitaria tramite circolari per attrarre nuovi abbonati, oppure appoggiarsi per la stampa e la pubblicità a un giornale di maggiori mezzi ma non concorrente. Le prime due soluzioni erano troppo costose, mentre lo "Spectator", il

41 Cfr. "The Review of Reviews", vol. IXVIII, n. 405, ottobre 1923. Alla fine del 1927 il capitale versato ammontava a poco meno di diecimila sterline. Cfr. BL, MSS, Add. 74135, cc. 127-129: Hicks, Walters & Co., Chartered Accountanrs, 15 George Street, Mansion House, London E C 4, 16-2-1928: Rapporto finan- ziario per l'anno finito il 31 dicembre 1927.

42 William Thomas Stead (1849-1912), direttore del "Northern &hon di Darlington (1871-1880), e poi del "Pall Mal1 Gazette", in cui aveva introdotto innovazioni pionieristiche. Stead perì nel disastro del Titanic. Stravagante, puritano non-conformista, inventò il giornalismo di sensazione per sostenere le cause che gli scavano a cuore. Contò fra i suoi successi la campagna contro le atrocità bulgare (1876-77) e quella contro la prostituzione infantile (1885) che lo condusse in prigione in seguito a un clamoroso processo e accelerò l'approvazione del Criminal Law Arnendment Act che alzò l'età del consenso da 13 a 16 anni e ina- spii le misure a n t r o la prostituzione. Cfr. Steed, "An Impossibl Felhw." The Life of W T. S d , in "The Review of Reviews", vol. W I , no. 431, dicembre 1925-gennaio 1926, pp. 520-526; Tbc Encychpedia oftbe British Press 1422-1992 cit., p. 532.

43 Prima di Steed il 'Diario del mese' era suddiviso in hvenimenci principali' e 'Necrologi'. Steed lo articolò in: 'Awenimenti correnti', 'Discorsi politici', 'Necrologi' e 'Novità teatrali'. Nel 1924 il 'Diario del mese' fu spostato alla fine del volume e furono aggiunte due altre rubriche di 3-4 pagine l'una: 'Il mese in Par- lamento' e 'Lo Sport del mese'.

44 Thc Quinrcssencc of Fascism, by Vidi, in "The Rwiew of Reviews", vol. LXVII, no. 405, ottobre 1923, pp. 201-206.

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periodico più adatto all'accostamento, fece un'offerta da capestro. In aprile Burrow, il tipografo che gestiva anche la pubblicità, offrì di stampare 18.000 copie al mese al costo di 320 sterline mensili contro le 295 richieste fino ad allora per 11.000 copie. La rivista soprawisse cosl fino al 1930, quando il mercato pubblicitario crollò proprio nel momen- to in cui si stava raggiungendo il pareggio. In agosto Steed cedette il controllo del "Re- view of Reviews" ai "Fortnightly Review", un periodico direttamente concorrente. Man- tenne un certo grado di controllo editoriale fino d a fine dell'anno, ma nel 1931 la tra- sformazione già in atto negli ultimi mesi del 1930 fu completa: "The Review of Reviews" diventò un 'Literary Digest', un pot-pourri di opinioni di seconda mano. Steed si ritirò: un mensile di quel tipo non gli interessava45. In seguito gli articoli di Steed trovarono ospitalità oltre che nel "Times", ne1l"'Observer" e nel "Journal des Nations", sul "Con- temporary Review" di George Peabody Gooch, sul "Fortnightly" e, più raramente, sul "Nineteenth Century and After".

Gli ultimi 40 anni della vita di Steed furono operosi. Nel 1937 sposò Violet Sybille Mason, cui apparteneva Eynsham Hall a Witney e che per parte materna era nipote di Sir Ronald Lindsay, ambasciatore a Washington4G. Oltre a pubblicare una nutrita serie di libri, inaugurata nel 1924 da Through Thirty Years, dal 1925 al 1938 Steed insegnò storia dell'Europa centrale al King's College e dal 1933, anno in cui la BBC inaugurò le trasmis- sioni a onde corte, al 1947 curò un programma di affari internazionali trasmesso ogni venerdi in nord America, Africa, Asia e Australia47.

Accanto a queste attività regolari e redditizie vi era posto per missioni di natura semi- diplomatica. Nell'autunno del 1927, durante un giro di conferenze negli Stati Uniti su invito del "World Alliance for the promotion of International Fellowship through the Churches", Steed incontrò il presidente americano Coolidge e gli suggerì l'idea di una 'American Peace Doctrine' sulle medesime linee della Dottrina Monroe. Pare che dalla discussione Coolidge avesse tratto ispirazione per la formulazione del patto Briand-Kel- logg del 192848. Oltre a partecipare alle assemblee della Società delle Nazioni, Steed era molto impegnato come conferenziere della League of Nations Union (LNU). Non era un pacifista a tutti i costi e disapprovò della debolezza con cui la Società delle Nazioni reagl all'invasione giapponese della Manciuria e alla questione Abissina. Scriveva a Lord Cecil nel novembre del 1932:

45 BL, MSS, Add. 74135, cc. 127-129: Hicks, Walters & Co., . . . 16-2-1928: Rapporto finanziario per l'anno finito il 31 dicembre 1927 cit.; C. 130, Steed a Lord Riddell, 17-2-1928; cc. 134-135, Steed a P. Chal- mers Mitchell, 17-2-1 928; C. 159: Steed a Chalmers Mitchell, 17-4-1928; cc. 149-155: Memorandum - Confidential (allegato alla lettera precedente); cc. 120-121: Steed a H. Valder, 22-10-1930; C. 166: Steed a "My Dear John", 16-2-1931. Nonostante il cambiamento di proprietà la rivista, che nel frattempo era diven- tata "The World Review of Reviews", nel 1936 rimaneva in perdita. Cfr. Ibiu'em, cc. 168-174.

46 Figlia di James Francis Mason e di Lady Evelyn Margaret Lindsay. James Francis Mason (1861-1929) era stato presidente di Mason & Barry e direttore del Great Western Railway e di Dorrnan, Long & Co. Lady Evelyn Margaret Lindsay era figlia del 260 visconte di Crawford. Violet Sybille Mason morì nel 1970. Cfr. Who was W o , vol. 3, 1929- 1940, Adam & Charles Black, London, 194 1, p. 9 1 1.

47 Cfr. TNL Archive, HWSl3: "London Calling", 13-2-1941: The Man Behind the Voice. Wickham Steed, by hirnself; Steed, Wordc on theAir, 1738-1345, Christopher Johnson, London, 1946, vol. I, 1938-40, pp. 1- 6; su una serie di lezioni di Steed cfr. ML, 11, pp. 357-369.

48 Steed, Ktal Peace. A S d y ofRisks, Constable & Co. Ltd., London, pp. 182-196, 198-204.

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Non sono un oratore ortodosso [...l I1 mese scorso a Colchester mi chiesero di pronunciare un energico appello per nuovi membri -e lo feci a modo mio. Consigliai al mio numeroso pubblico di non entrare nella LNU se credevano che l'esserne membri significasse votare pie risoluzioni o firmare petizioni o appelli a questo e quell'altro paese affinché disarmino al livello tedesco, senza insistere che il prezzo del disarmo è la sicurezza collettiva, o senza essere individualmente convinti che la ricerca della pace senza assunzione di responsabilità è del tutto futile. Li invitai a iscriversi alla LNU usandola come un mezzo per ottenere risultati se erano pronti a combattere per una pace creativa, e non solranto per il disarmo e la non-guerra, e se erano pronti a seccare a morte i parla- mentari per costringere il governo a smettere di vacillare su questioni quali la sicurezza in Manciu- ria. Altrimenti era meglio che ne stessero fuori perché sarebbero stati solo d'irnpiccio49.

L'idea centrale sviluppata da Steed agli inizi degli anni '30era l'incompatibilità fra neutralità e rinuncia del ricorso alla guerra come mezzo per risolvere i disaccordi fra le nazioni. In tale ottica sia il patto della Società delle Nazioni, sia il patto Briand-Kellogg di non aggressione multilaterale, cui avevano aderito una sessantina di nazioni, vincolavano gli stati contraenti a intervenire militarmente contro i trasgressori degli accordi, escluden- do la scappatoia della neutralità50.

Su questa base egli sostenne il programma di riarmo accelerato raccomandato da Churchill facendosi promotore del suo rilancio sulla scena politica. Nel 1933 si era for- mato 1'Anti-Nazi Council, con l'adesione del laburista Hugh Dalton e di Sir Walter Citri- ne, presidente del Trade Unions Congress. Nel 1935 il segretario dell'Anti-Nazi Council, A. R. Richards, aveva abbordato Eugen Spier, un uomo d'affari ebreo tedesco, allo scopo di trovare finanziamenti per un gruppo che assunse il nome Focusfor the Defence ofFree- dom and Peace. Ne facevano parte Churchill, Steed, Lady Violet Bonham-Carter, il comandante Locker-Lampson, Sir Robert Mond, Sir Robert Waley-Cohen e Sir Archi- bald Sinclair. Fra i sostenitori vi erano Lord Cecil, Norman Angell, premio Nobel per la pace nel 1933, Gilbert Murray e - dietro le quinte - Anthony Eden. Spier accettò di fi- nanziare il gruppo; Richards ne fu il segretario e Steed presiedette il comitato che formulò il programma. I1 manifesto del Focus, partendo dall'incompatibilità fra neutralità e rinun- cia del ricorso alla guerra, riqualificava il concetto della sicurezza collettiva, legittimando l'uso della forza e insistendo sulla difesa dei valori democratici quale prerequisito per una pace costruttiva. L'obiettivo era di stimolare un movimento d'opinione sufficientemente robusto da rilanciare Churchill sulla ribalta politica e invertire la politica dell'appease- ment, radunare sotto un unico ombrello i gruppi affini, come il New Commonwealth, che erano la risultante della crisi della Società delle Nazioni, e far penetrare queste idee in Europa e specialmente in Germania, tramite l'introduzione di materiale di propaganda da parte di agenti esterni e di contatti interni. Il Focus fu lanciato il 3 dicembre 1936 allYAlbert Hall in un raduno presieduto da Sir Walter Citrine con la partecipazione sul palco di venti deputati fra cui il laburista Arthur Henderson, il conservatore Austen Chamberlain e il liberale Archibald Sinclair. Churchill fu l'oratore principale. I1 comizio all'Albert Hall coincise con l'abdicazione di Edoardo VIII. Essa deviò l'attenzione pubbli-

49 BL, MSS, 51 156, Cecil Papers: Sreed a Cecil, 3-1 1-1932; Cecil rispose approvando: "Non c'è dubbio che l'adesione alla Società delle Nazioni possa diventare un mero oppio morale e impedire qualsiasi azione efficace per la pace" ( I b h , 4- 1 1-1932).

50 Sreed, Vital Pcacc. A Study of Rhks, cir., pp. 197.204-2 12.

130

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ca dal lancio del Focus, mentre Churchill con il suo maldestro tentativo di salvare Edoar- do VI11 si alienò la simpatia del parlamento. I1 Focus, osteggiato dalla stampa, special- mente dal "Times", spiazzato al momento del lancio e con Churchill indebolito politica- mente, riscosse qualche successo in provincia51.

Steed non si arrese. Nell'estate del 1937 il Foreign Ofice negò a Churchill il permes- - - so di compiere una missione anti-tedesca in Jugoslavia ma concesse a Steed di visitare gli Stati Uniti allo scopo di far conoscere il Focus e smuovere l'opinione pubblica americana. I1 viaggio si svolse dal 2 al 15 ottobre 1937. Oltre a incontrare i maggiori esponenti della politica e della cultura e parlare a numerose adunanze pubbliche e private a Boston, New York e Washington, il 12 ottobre Steed incontrò Roosevelt e il segretario di stato Cordell Hull. L'incontro, facilitato dal fatto che la signora Steed era la nipote dell'ambasciatore britannico a Washington, era stato organizzato dal corrispondente del "Times", Sir Will- mott Lewis. Roosevelt e Hull dimostrarono di apprezzare l'iniziativa e concordarono in via di principio sulla linea del Focw - pochi giorni prima Roosevelt aveva pronunciato il discorso di Chicago - ma Roosevelt disse fermamente a Steed che il governo britannico doveva evitare di forzargli la mano e non doveva aspettarsi da lui una leadership mondiale che egli non era in gado di assumere a causa dell'opinione pubblica americana. Del resto Steed aveva constatato ripetutamente durante la sua missione il radicato isolazionismo e l'incertezza anche delle persone più colte e preparate di fronte a idee nuove. Nonostante l'ottimismo di Steed, le prospettive di esportare oltre Atlantico il Focwfor the Defence of Freedom and Peace erano debolissime. I1 Foreign Office ringraziò Steed e prese nota dei commenti di Roosevelt52.

Forse non era stato tutto fiato sprecato. 11 12 gennaio 1938 il Foreign O%ce ricevette quattro telegrammi segretissimi: Roosevelt, preoccupato del rischio di una guerra che avrebbe potuto coinvolgere gli Stati Uniti, offriva di indire una conferenza internazionale in cui discutere i problemi economici che secondo lui erano alla base delle tensioni mon- diali. Alla conferenza gli Stati Uniti avrebbero proposto un meccanismo d'accesso alle materie prime in ragione della limitazione degli armamenti e in cambio dell'accettazione di norme di condotta internazionale. I1 piano era stato preparato da Sumner Wells, l'assi- stente di Cordell Hull. Roosevelt chiedeva l'appoggio immediato della Gran Bretagna per

51 Cfr. N. Thornpson, The Anti-Appeasers. Conservative Opposition to A p p e m e n t in the 1930s, Oxford University Press, 1971, pp. 126- 133; Spier, Focui. A Footnote to tbe History of the Thirties, Oswald Wolff (Publishers) Ltd., London, 1963, pp. 1-99; M. Gilbert, Churchill. A life, Minewa, 1992, pp. 563-564, 568; C. Ponting, Churchrll, Sinclair-Stevenson, 1994, pp. 380-382,390; R.A.C. Parker, Chamberkzin andAppease- ment. British Poliry andthe Coming ofthe Second World War, Macmillan, 1993, pp. 32 1-323; ML, vol. 111, pp. 262-266 (Pace con libertà), 285-288 (Difesa hIkz libertà e delkzpace); vol. IV, pp. 20-30 (Lettera da Londra), 80-86 (Lopinionc inglese e hrganizzazione delkzpace); BL, MSS, 5 1 156, Cecil Papers: 'Objects and Principles - Defence of Freedorn and Peace', inviato a Cecil il 28-10-1937 da A. R. Richards; PRO, F0371120704: Steed a Leeper, 17-3-1937 (con accluso Memorandum ofpolicy e opuscolo Need there be War? Manchesterj call to the Nation); Leeper a Steed, 24-3-1937; Steed a Leeper, 25-3-1937 (comunica, l'introduzione in gran quantità di traduzioni francesi e tedesche del Manifesto del Focus nei rispettivi paesi).

52 BL, MSS, 51 156, Cecil Papers: Steed a Cecil, 24-10-1937 con allegati 'Confidential - Notes on Ame- rican visit - October 2-15, 1937'; PRO, F0371120663: Steed a Vansittart, 13-10-1937 (telegramma in cifra spedito da Mallet, consigliere dell'ambasciata britannica a Washington); Vansittart a Steed, 19-10-1937 e note di Vansittart e altri funzionari. La posizione di Roosevelt fu confermata verbalmente a Eden dall'amba- sciatore americano a Lpndra, Bingham ( I b i h , Eden a Sir R. Lindsay, ambasciatore britannico a Washing- ton, 28-10-1937, minuca).

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poter cogliere di sorpresa l'opinione pubblica americana con l'annuncio inaspettato della sua mossa anti-isolazionista. Sir Ronald Lindsay appoggiò caldamente la proposta ma, all'insaputa di Eden che era in vacanza, Chamberlain e Cadogan, che ai primi di gennaio aveva sostituito Vansittart, rifiutarono di aderire. Awertito quando il telegramma era già stato inviato, Eden tornò precipitosamente dalla Francia e tentò di invertire la rotta, ma era troppo tardi. Churchill, stigmatizzando duramente l'azione di Chamberlain, nelle sue memorie parlò della "perdita dell'ultima fragile speranza di salvare il mondo dalla tiranni- de evitando la guerra"53.

Anche dopo la fine della prima guerra mondiale e la chiusura di Crewe House, Steed mantenne rapporti con i servizi segreti. Essi sono ardui da documentare, a causa della segretezza che ancora circonda questo tipo di archivi in Gran Bretagna, ma il carteggio con Sturzo ne reca testimonianza54. Quale fosse il livello e l'importanza degli informatori di Steed non si può dire con esattezza, ma pare fuori dubbio che i suoi scambi con il 'mondo delle spie' avvenissero con cognizione e approvazione del Foreign Office e del War Off~ce. La dimestichezza con il mondo diplomatico, con quello del giornalismo e con quello dei servizi segreti spiega certe caratteristiche della sua visione storica. In essa prevalgono l'influenza diretta sugli avvenimenti degli uomini politici e delle loro idee, gli aspetti manipolatorii della stampa nella formazione dell'opinione pubblica, cui sottostan- no i grandi interessi finanziari, e l'azione sotterranea delle organizzazioni di propaganda e di spionaggio. La spontaneità degli individui, la forza dei principi religiosi'e morali, o comunque ideali, le aspirazioni economiche, sociali e nazionali delle masse, pur trovando posto nella 'storia raccontata da Steed', tendono a essere mediati dai tre fattori accennati sopra, non godono di una loro autonomia. Se il fattore unificante della visione storica di Sturzo, è la coscienza individuale e la sua espansione quale punto di raccordo, al contem- po unico e molteplice, fra il fluire del tempo, rifratto attraverso la percezione della coscienza individuale, e il silenzio dell'eternità in cui tutto è presente e tutto è risolto, la chiave di lettura di Steed è il potere, articolato nel gioco delle forze umane che se lo con- tendono. Anche questo è un fattore unificante, ma si colloca a un livello più distante dal- la radice dell'essere e di conseguenza la luce che esso getta sul divenire storico è meno intensa.

Abbiamo abbozzato a grandi tratti la vita e la carriera di Steed, ma la sua essenza rimane difficile da afferrare. I1 suo aspetto più inquietante è l'antisemitismo, che passò da una fase acuta nel primo anteguerra ad una più moderata verso la metà degli anni '20, fi- no a trasformarsi durante la seconda guerra mondiale in un atteggiamento distaccato che dava comunque l'antisemitismo e il timore d'un ritorno alla supposta supremazia ebraica in Europa come dati di fatto ineludibili nel dopoguerra.

Nel primo anteguerra le disquisizioni di Steed sugli ebrei tradiscono, nel ricorso ad argomenti disparati, mai congegnati e contraddittori, una pervasiva irrazionalità amman- tata di pseudo-logica. A queil'epoca l'anti-germanesimo di Steed era intriso d'antisemiti- smo, come pure il suo anti-bolscevismo: in Europa gli ebrei erano troppi e di troppo. Nella sua simpatia per il programma sionista si annidava i'idea della superfluità del popo-

53 Cfr. Parker, Chamberlain andAppcarrrnrnt. British Poli9 and tbc Coming of tbc Srcond World War, cit., pp. 114-118.

54 Cf, Carteggio Stum-Steed, lettere 43 e 93; Appendice Spagna, Parte I, n. 14; Parte 11, n. 4.

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lo ebraico in Europa, punto d'innesto dell'antisemitismo totalitario sul tronco di quello - tradizionale. Fu l'ossessione sui supposti disegni ebraici di dominazione mondiale Che lo spinse nel maggio del 1920 alla pubblicazione del "Protocolli degli Anziani di Sion" un falso cui il prestigio del "Times" attribuì immensa influenza, favorendone la dihsione nell'Europa occidentale. In Germania già circolavano scritti che mettevano in dubbio l'autenticità dell'opuscolo, ma Steed li ignorò e solo nell'agosto del 1921 il "Times" ammise che si trattava di un falso. Forse a tale "cantonata" va ascritta la maggiore modera- zione dei giudizi espressi in T'rough Thirty Ears, cui segui, nel 1927, una riqualificazione in tre articoli nel "Review of Reviews": riscattate la genialità e la spiritualità ebraica, rima- neva però intatta l'idea dell'origine ebraica del bolscevismo che da tale fonte avrebbe rice- vuto l'indelebile impronta d'un fanatismo cerebrale dedito alla dominazione dell'uma- nità. Sul piano personale, negli anni '30 Steed contava fra i suoi amici Ernst Toller, di cui recensl favorevolmente l'autobiografia, e collaborb con l'ebreo tedesco Spier, fìnanziatore del Focus. Inoltre, stando a una testimonianza inedita, era stato solidale con colleghi del "Times" che Northcliffe aveva emarginato perché ebrei55.

Negli articoli scritti durante la seconda guerra mondiale, per quanto lo sterminio degli ebrei occupi un posto marginale, si notano ulteriori evoluzioni. Nell'ottobre del 1939 egli dichiara che "Hitler [...l rappresenta le dottrine e le ambizioni del pan-germa- nesimo estremo, decorate di mistiche idiozie sulla 'razza ariana"'56; nel 1943 parla del "destino di almeno un milione di ebrei polacchi [...l tanto orrendo che il governo polacco esita a rendere pubblico ciò che esso sa"57 e nel 1944 affronta a modo suo la questione dell'eredità di Hitler: "Il massacro degli ebrei dell'Europa centrale da parte di Hitler, la deliberata distruzione di milioni di essi, hanno gettato la questione ebraica in primo pia- no nelle preoccupazioni degli Alleati". Un ritorno allo status quo ante non sarebbe stato possibile, non solo perché difficilmente gli ebrei lo avrebbero desiderato, ma perché "qualsiasi soluzione di controllo organizzativo imposta alla Germania dagli Alleati sareb- be ostacolata fin dal principio se una delle sue caratteristiche fosse il rimettere .gli ebrei in - posizione d'autoritd o di associarli in maniera preminente nell'amministrazione. Ciò [...l potrebbe dar credito in retrospettiva al nazismo e contribuire al diffondersi del sentimen- to che, nonostante tutta la sua inumana barbarie, Hitler non aveva avuto del tutto torto". L'idea che di ebrei da piazzare in posizioni preminenti non ce ne fossero rimasti, non pareva sfiorare l'immaginazione di Steed. Gli premeva invece sottolineare l'indistruttibi- lità dell'antisemitismo cui si doveva "gran parte della tolleranza verso le diatribe e i

55 Cfr. Steed, The HapsburgMonarc& cit., pp. 145-194; "TheTimesn, 8 May 1920: The Jewish Peril. A Disturbing PamphLt: A Callfor Inquiry; Steed, Through Thiny Years, cit., vol. 1, pp. 32,60-61,302-305, vol. 2, pp. 390-393; Idem, On Jews. Some notable books, in "The Review of Rwiews", n. 449, giugno-luglio 1927, pp. 529-538; Idem, On Jews. I/. The Disraefi Tradition, I b i h , n. 450, luglio-agosto 1927, pp. 17-27; Idem, On Jms. III. The GosprlAccording to Mam. A Communist Religion, Ibidem, n. 451, agosto-settembre 1927, pp. 119-132; Idem, The G m a n Enigma, in "The Nineteenth Century and Aftern, aprile 1934, pp. XVII- XVIII; R. Finzi, Anti-Semitisin. From its European roots to the Holocaust, The Windrush Press, Gloucestershi- re, 1999, pp. 61-67; R. Dove, Journey ofNo Return. Fiue German-speaking Euiles in Britain, 1933-1945, Libris, London, 2000, pp. 101-102; J. Kristeva, Hannah Arendt, Columbia University Press, 2001, pp. 122- 143; TNL Archive, HWS/3/gennaio 1956; H. Mac Gregor, Cameos of Wickham Steed, cit.

56Steed, Foregroundand background, in "The Fortnightly Review", ottobre 1939, p. 361. 57 Idem, The outlines of uictoq, in "The Contemporary Review", vol. C m , luglio-dicembre 1943, n.

931,p. 6.

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misfatti di Hitler prima della guerra"; esso permaneva in Gran Bretagna ed era virulento in certe parti dell 'herica del nord e nel Canada francese. Come in passato, per Steed il programma sionista rimaneva i'unico capace di risolvere la questione ebraica e di ciò era il governo britannico che doveva farsi carico, date le speciali responsabilità da esso assunte rispetto al sionismo58.

Quali potevano essere i punti profondi di contatto fra Steed, che aveva organizzato la propria esistenza in funzione del potere, e Sturzo, cui il potere di per sé non interessava e nel quale ad una intelligenza, ad una onestà e ad una generosità profondissime si univa una spiritualità scevra di ambizioni? Un indizio possibilmente rivelatore si trova in due lettere intime.

Alla fine del 1925 Marguérite Stotz, la cognata di Sabatier, si era ammalata grave- mente. Normalmente era Clémence Rose che scriveva le lettere 'leggere' ai Sabatier, men- tre le lettere di Steed all'amico vertevano su questioni meno frivole. Ma in questa occasio- ne fu Steed a prendere la penna in mano nel tentativo di suscitare la voglia di vivere in una persona che la stava perdendo. Egli scrisse a 'Colinette' una lettera commovente. La sgridava per avere poca cura di se stessa e la invitava a trascorrere le prossime vacanze esti- ve insieme a lui e a Clémence a i'hcouest, in Bretagna. Le descriveva le danze locali, le prelibatezze culinarie, la gioia di vivere che egli si proponeva di far rinascere in lei. Cerca- va di farle capire in maniera scherzosa che la cura del corpo è anche la cura deli'anima59. Nell'estate del 1926 Marguérite Ston morì. Steed e Clémence appresero la notizia duran- te un viaggio in Polonia. Nella sua lettera ai coniugi Sabatier, Steed andò oltre le condo- glianze più affettuose, esprimendo un'aspirazione spirituale sincera:

Parrni les Etres que nous avons airné de tout notre coeur - et ils ne sont pas nornbreux - Mar- guérite tenait une des prernières places. Malgré sa faiblesse phisique, son ?une était si forte et si ensoleillée.qu'elle répandait la lurnière et la gaieté autour d'elle. On ne peut pas concevoir qu'une telle ?une ne continue pas son existence dans une sphère où le pur esprit trouvera enfin la véritable vie, et où les forces de la bonté qui I'ont soutenue et lui ont perrnis de soutenir les autres pendant son passage sur la terre, pourront se déployer dans toute leur plénitude. Plus je vis, plus je suis con- vaincu que I'esprit est la seule réalité, et que la matiere n'est qu'une forme de la pensée divine60.

Sturzo entrò nella vita di Wickham Steed, come in quella di Angelo Crespi, al termi- ne della loro frequentazione dell'universo modernista. È un parallelo interessante, anche se le rispettive posizioni e hnzioni di Crespi e di Steed rispetto a quell'universo hrono diverse fra loro, come diversi furono i loro rapporti personali con Sturzo.

5s Idern, In the hour of&fiverancc, in "The Conremporary Review", vol. CLXVI, lugliodicembre 1944, n. 946, pp. 18-1 9.

59 CS-Urbino, B. 87, E 1: Sreed, Londra, 1-1-1926, a 'Colinetre'. 60 CS-Urbino, B. 88, f. 1 : Steed, Varsavia, Hotel Europejski, 15-7-1926, a 'bien chers amis'.

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APPENDICE DI DOCUMENTI

CORRELATI AL CARTEGGIO

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Appendice Spagna

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I1 carteggio Sturzo-Steed documenta i tentativi di salvare Manuel Carrasco y Formi- guera, le origini del Comitato britannico per la pace civile e religiosa in Spagna (BCRPS) ed alcune sue iniziative, ma ne lascia in ombra buona parte dell'operato. E parso pertanto opportuno offrire al lettore una selezione di documenti che non pretende di esaurire il complesso tema della mediazione in Spagna ma integra i documenti del carteggio e con- sente di tratteggiare a grandi linee sia il percorso delle iniziative di Sturzo, Steed, Men- didbal e dei comitati britannico, francese e spagnolo a favore di una pace di conciliazio- ne, sia il contesto in cui esse si collocano. I documenti provengono dalla corrispondenza generale del Foreign Off~ce, dall'hchivio Luigi Sturzo e dai Churchill Archives presso il Churchill College di Cambridge.

La mediazione, invocata da molti, tentata in maniera zoppicante e velleitaria dalla - - diplomazia britannica, non riuscì a 'decollare'. Impigliata fra le complicate trattative per gli scambi di prigionieri e l'impotente ambiguità del Comitato di Non-Intervento che riuniva sotto l'egida del controllo e dell'eliminazione dell'intewento militare straniero paesi che non intervenivano a favore del governo spagnolo e paesi che intervenivano direttamente a sostegno degli insorti nazionalisti, non voluta né dai leaders delle due parti né da Mussolinil, la mediazione in Spagna rimase una di quelle possibilità mancate che fanno parte del vissuto storico di popoli e individui ma che raramente riemergono a pie- no titolo nella coscienza storica, come in quella individuale. Con la sua determinazione a favore della trasparenza, anche quando si tratta di "cause perse" agli occhi del mondo, don Sturzo ci induce a sostare su questi documenti e a rendere conto di episodi che all'e- poca assorbirono l'attenzione di molti, non solo ai margini del mondo politico-diploma- tico, ma nel cuore stesso del Foreign Office.

La diplomazia britannica e h mediazione

La Gran Bretagna, pur negando a Franco il riconoscimento del diritto di belli- geranza2, di fatto facilitò la vittoria nazionalista. Da un lato una Spagna comunista era meno preferibile di una Spagna fascista, dall'altro lato, il Mediterraneo e Gibilterra erano essenziali per l'accesso veloce delle navi britanniche verso l'Egitto, l'habia, l'India e la Cina e quindi conveniva non esacerbare il conflitto latente con l'Italia, continuando a

1 J. Edwards, The BritUh Governmtnt a d the Spanish Civil War, 1936-1339, MacmiUan, 1979, pp. 203- 207; G. Ciano, Diario 1937-1743, a cura di R. De Felice, Rizzoli, Milano, 1998, pp. 27-273, passim e partic. 74-75, 150-151, 153,201,237.

2 Cfr. Carteggio Sturzo-Steed, lettera 58 e Appendice Spagna, Parte I, documenti 35 e 36 per approfon- dimenti suiia questione della concessione del diritto di belligeranza a Franco.

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inseguire a tutti i costi la sempre sfuggente intesa con Mussolini, nel vano intento di distoglierlo dall'abbraccio di Hitler3. I1 favore effettivamente accordato a Franco si intrec- ciò però a vari tentativi di mediazione che risultarono sterili, sia a causa dell'arnbiguità della politica di non-intervento nel cui contesto si collocavano, sia a causa della rigidezza delle due parti contendenti. Dietro i fallimenti dei tentativi di mediazione si scorge una contraddizione di fondo: la diplomazia delle democrazie e queila dei regimi totalitari, sot- to la patina delle forme tradizionali, partivano da premesse antitetiche, usavano parame- tri reciprocamente incompatibili e parlavano linguaggi reciprocamente estranei. Questa contraddizione, già insita nell'ambiguità della composizione del Comitato di Non-Inter- vento, venne pienamente alla luce nel corso dei tentativi di mediazione che illustrano bene la mentalità dell'appeasement cbe permeava le reazioni e le azioni dei funzionari del Foreign Office. Era una mentalità fatta di buona volontà frenata da circospezione, di rea- lismo fondato su premesse irreali. Dietro questo atteggiamento mentale vi era la consape- volezza del rischio che non si doveva assolutamente correre: la parola d'ordine sia dello Stato maggiore dell'esercito, sia del Tesoro, era di ridurre al minimo i potenziali nemici della Gran Bretagna*, per cui si doveva agire 'come se' Grandi, Ciano, Mussolini e Hitler fossero persone d'onore ed esseri ragionevoli. Leggendo i documenti dell'Archivio Sturzo e del Foreign Office è difficile sfuggire alla sensazione che coloro i quali, come Sturzo, Mendizdbal, Maritain e Madariaga, si accanirono a perseguire la chimera della mediazio- ne, svolsero una funzione maieutica rispetto a questa contraddizione 'strutturale' del sistema politico europeo degli anni '30. Forse questo fu uno dei loro principali ruoli e meriti.

Dallo scoppio della guerra civile alla fine dei 1937 vi furono proposte di carattere internazionale. Nell'estate del 1936 I'Uruguay propose all'unione Panamericana una riu- nione di rappresentanti diplomatici per concordare un'azione mediatrice. Gli Stati Uniti, l'Argentina, il Brasile, il Messico e Panama ritennero che il momento non fosse opportu- no, il Cile, Cuba e il Perù espressero riserve, Costa Rica non rispose e gli altri governi del- l'Unione si dissero d'accordo. La cosa non ebbe seguito5. Nell'ottobre del 1936 il presi- dente repubblicano spagnolo, Manuel Azaiia, all'insaputa del suo governo, incaricò un suo inviato, Bosch Gimpera, di convincere il governo britannico ad iniziare la mediazio- ne. L'ambasciatore spagnolo a Londra, Pablo de Azcdrate, era contrario, data l'illegalità dell'iniziativa: di nuovo la cosa non ebbe seguito6. Seguì, nel dicembre del 1936, una pro- posta francese di ricerca di un accordo di massima fra i paesi aderenti al Comitato di Non Intervento al fine di rendere effettivo il controllo del flusso di armi e volontari alla Spa- gna, eliminare l'intervento straniero, porre fine al conflitto e addivenire a una consulta-

3 Cfr. R A C . Parker, Chambmhin andAppeasemrnt. British p o l i ~ and tbc coming of thc second world war, Macmillan, 1993, pp. 80-155; E. Moradiellos, The Allics and thc Spanirh Ciuil War, in Spain and the Great Powen in the Twentieth Cenmry, a a r a di S. Balfour e I? Preston, Routledge, London, 1999, pp. 96- 126, par- tic. pp. 105-108, 1 14-122; k Beevor, Thc Spanish Ciuil War, Casseil, London, 2001 (3a ed.), pp. 158-168.

4 Cfr. C. Poncing, 1740. Myth andRrali9, Sphere Books, London, 1990, pp. 20-42; Parker, Chambcr- hin andAppcasmnt cic., p. 103.

5 Cfr. k Marquina Barrio, Phnes internacwnuies dr mcdiacion durante h g u m a ciuil, in "Revisca de Estu- dios Internacionaies", vol. 5, n. 3, luglio-settembre 1984, p. 570.

6 Ibidon, p. 570; i? de Azdrate, Mi mbajaah cn Londrcs durante h gwrra rivi1 cspa tioh, Aricl, Barcelo- na, 1976, pp. 61 -64.

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, zione elettorale nazionale per definire l'assetto da dare al paese una volta ottenuta la paci- ficazione. I1 Foreign 0fic; appoggiò la proposta che fu approvata a Ginevra dalla società delle Nazioni. L'Italia, la Germania e il Portogallo sollevarono obiezioni e l'Unione sovie- - tica diede un appoggio tiepido. Gli Stati Uniti, le cui forniture di petrolio, veicoli e arma- menti assicurarono a Franco la vittoria, augurarono successo reiterando però la loro intenzione di non interferire. Il Vaticano, pur promettendo il suo appoggio, faceva nota- re, tramite l'"Osservatore Romano", le difXcoltA dovute al carattere religioso assunto dal conflitto. Dal canto loro le autorità spagnole d'ambo le parti erano contrarie7.

Cadute le speranze di un accordo fra i paesi membri del Comitato di Non-Intervento, i sondaggi e i tentativi continuarono. Fra i baschi, i catalani e i francesi prese forma i'idea di una federazione basco-catalana; nell'aprile del 1937 Churchill rilanciò l'idea dell'inter- vento collettivo da parte del Comitato di Non-Intervento; in maggio Azaiia inviò a Lon- dra un altro emissario, Julidn Besteiro, con istruzioni segrete di convincere Eden a iniziare la mediazione; contemporaneamente il Vaticano, tramite rnons. Pizzardo, propose un pia- no simile a quello del dicembre del 1936 che fu accolto con ostilità dai nazionalisti. In ottobre una nuova iniziativa del governo cubano si scontrò con I'isolazionisrno statuniten- se e con la divisione delle opinioni dei paesi dell'America centrale e meridiondeg.

Dal gennaio all'aprile del 1938 il Foreign Office abbandonò gli schemi internaziona- li, decidendo di far da sé e puntare sul potenziale insito nel lavoro umanitario per gli scambi di prigionieri. Alle origini di questa 'svolta' troviamo la discussione di una lettera inviata il 31 dicembre 1937 da Salvador de Madariaga a Anthony Eden9. Personalità bril- lante e poliedrica, Madariaga prima della guerra civile aveva rappresentato la Spagna pres- so la Società delle Nazioni, dove aveva fatto amicizia con Eden, ed era stato ambasciatore a Washington e a Parigi. Sin dallo scoppio della guerra egli si era dissociato da ambo le parti e, pur nutrendo una certa fiducia iniziale in Franco, si era dedicato alla disperata Impresadi portare i contendenti al tavolo dei negoziatilo.

7 Marquina Barrio, PLznes internacionales ..., cit., pp. 570-575. Sul contributo americano alla vittoria nazionalista cfr. Beevor, The Spanhh Civil War, cit., pp. 166-167,296.

8 Marquina Barrio, Phnes internarionah.., cit., pp. 576-580. Su Besteiro cfr. P. Preston, Comradps!Por- traitsfiom the Spanish Civil War, Fontana Press, London, 2000, pp. 167-192; sulla sua missione a Londra cfr. zbidpm, pp. 177-178. Sull'iniziativa cubana dell'ottobre 1937 e il rifiuto opposto dagli Stati Uniti cfr. ALS, f. 509, C. 73: Department of State, Press Release, 1 novembre 1937.

9 Cfr. inza, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 1 e 2. Su Madariaga dr, suupra, carteggio, lettera 86, nota 189. '0 Già nell'agosto del 1936 egli aveva proposto a Eden un comitato formato da Gran Bretagna, Messico

e Argentina che organizzasse l'intervento umanitario e ristabilisse la pace facendo accettare alle due parti in lotta un governo neutrale; nel novembre aveva ripresentato un piano simile. Il Foreign Ofice non aveva rite- nuto fattibili tali proposte. Cfr. I! Preston, S a l v d r d r Maclrzriagaand the Questfor L i b w in Spain. Taylorian Special Lecture. 3 Nwember 1786, Clarendon Press, Oxford, 1987, pp. 16-21. Madariaga fu latore al Foreign Offìce anche di altre proposte. Ad esempio il 24 maggio 1938 egli suggeri a Cadogan di persuadere la Francia a ottenere dal governo di Barcellona l'eliminazione del personale ~ s s o : la Francia avrebbe assunto la respon- sabilità di proteggere la repubblica. Quindi far pressione sull'Italia per convincere Franco a negoziare. Cado- gan obiettb che il successo dello schema dipendeva interamente daila volontà russa e che vi era il rischio di ritrovarsi col negoziato bloccato nel bel mezzo di un conflitto aperto fra Francia e Germania sul territorio spagnolo. Madariaga ribatté che Bonnet, cui aveva sottoposto l'idea, era favorevole. Madariaga non ottenne il desiderato colloquio con Halifax, ma Leche, l'agente britannico a Barcellona, confermò che la proposta riflet- teva i desideri di Azaiia, di Martinez Barrio, di Prieto, dei baschi e dei catalani. Egli awertiva tuttavia che, nonostante la diminuita presenza dei russi, la loro influenza rimaneva forte e non vi era speranza di elimi- narla rapidamente. Cfr. PROIF0371/226591W6934/86/41: Cadogan, memorandum, 24-5-1938 e commenti;

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Dalla discussione della lettera di Madariaga, di cui fu valorizzato il suggerimento di partire dall'azione umanitaria per creare un'atmosfera favorevole all'armistizio, emersero la decisione unanime che la Gran Bretagna dovesse muoversi da sola in assoluta segretezza e un compromesso fra posizioni contrastanti rispetto all'azione necessaria. Nel dicembre del 1937 il Foreign Ofice aveva deciso di non prendere iniziative prima che Franco aves- se lanciato l'offensiva. I1 momento di suggerire a Franco un compromesso sarebbe venuto quando e se l'offensiva nazionalista non avesse prodotto risultati decisivi. Quel momento ora era arrivato, argomentava il funzionario Walter Roberts il 12 gennaio: le forze gover- native avevano conquistato Teruel e si erano notevolmente riorganizzate. Il contrattacco di Franco era fallito e le due parti non parevano per il momento in grado di compiere altri sforzi militari decisivi. Conveniva consultare i rappresentanti diplomatici in Spagna e, purché le risposte non fossero completamente negative, avviare approcci mediatori. Era un'opinione vicina a quella del premier francese Uon Blum, ma l'assistente sotto-segreta- rio di stato, Sir George Mounsey, interpretava la situazione militare in maniera opposta: di sicuro Franco non intendeva fermarsi ora e scendere a compromessi. I1 momento non era propizio alla mediazione e tutti, persino i baschi, raccomandavano di evitare mosse intempestive che avrebbero avuto il solo risultato di irritare ulteriormente i contendenti. Mounsey partiva da un'interpretazione restrittiva del non-intervento e non era propenso alla mediazione, tuttavia, pur gettando abbondante acqua sul fuocherello tenuto acceso da Eden, Pollock e Roberts, suggerì un compromesso. Erano in corso trattative fra Franco e il governo spagnolo per uno scambio su vasta scala di prigionieri e profughi; uno scarn- bio preliminare di duecento individui per parte pareva imminente. In novembre Franco aveva suggerito che la Gran Bretagna nominasse un negoziatore per facilitare tali scambi e di recente il governo spagnolo aveva acconsentito in linea di principio. Se tale iniziativa avesse avuto successo, argomentava Mounsey, la Croce Rossa Internazionale, appoggiata dai rappresentanti diplomatici britannici in Spagna avrebbe potuto suggerire, nell'immi- nenza dello scambio generale dei prigionieri, un cessate il fuoco temporaneo che avrebbe potuto a sua volta dare luogo a ulteriori sviluppi, se le due parti fossero state inclini al compromesso. Mounsey non si aspettava grandi risultati. Dei due sotto-segretari di stato parlamentari, Plymouth dubitava della fattibilità della mediazione e Cranborne non cre- deva che le due parti si sarebbero lasciate condurre al negoziato politico partendo da pre- messe umanitarie. Tutti comunque concordarono di sondare i tre rappresentanti in Spa- gna sia sulla situazione militare, sia suile prospettive di una mediazione agganciata allo scambio dei prigioneri. I1 25 gennaio 1938 fu inviato in Spagna un telegramma esplorati- vo che condensava il succo della discussione~~.

Le risposte dei tre rappresentanti britannici in Spagna concordavano su due punti: le masse popolari erano stanche della guerra, mentre i leaders non erano inclini al compro- messo. La valutazione della possibilità di sfruttare a fine di mediazione politica le trattati-

W7 16318614 1: Leche, Barceiiona, 3 1-5-1 938, telegramma a FO; The Diaries of Sir A h n d e r Cahgan, O. M., 1938-1945, a cura di D. Dilks, Cassell, London, 1971, p. 80.

1 1 PROIF037 1122659/W172/8614 1, discussione, 7- 18 gennaio 1938, fogli 1 1-22 e infia, Appendice Spa- gna, Parte 11, doc. 3. Sulla battaglia di Teruel cfr. Ciano, Diario 1937-1943 cir., pp. 74-75, 88-89; Beevor, Tbe Spanish Civil War, cit., pp. 315-322. Sulla rappresentanza diplomatica britannica in Spagna durante la guerra civile cfr. supra, carteggio Stum-Steed, lertera 66, nota.

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ve per gli scambi di prigionieri differiva. Leche, da Barcellona, pur ammettendo che le trattative per gli scambi di baschi andavano di male in peggio, era favorevole, purché nul- la trapelasse presso le due parti dei fini reconditi dello schemal2. Da Salamanca Hodgson era critico. Non erano i tedeschi e gli italiani, secondo lui, a premere per una soluzione militare senza compromessi, ma Franco e i suoi generali. Le trattative per gli scambi di prigionieri andavano continuate ed era possibile che esse contribuissero a creare il deside- rio di pace, ma sperare di trasformarle in mediazione politica era poco realistico e certa- mente non era il momento di tentare. Sarebbe piuttosto convenuto tenersi in contatto con Roma e Berlino, non per ottenerne la collaborazione in un'eventuale mediazione, ma perché la pace era nel loro interesse, ora che l'influenza comunista nel governo di Barcel- lona andava scemando: se tenuti informati, i tedeschi e gli italiani probabilmente non avrebbero ostacolato le trattativel3. Critico era pure Thompson, da Hendaye. Egli era contrario a mischiare il lavoro umanitario con quello politico. Un negoziatore incaricato di trattare gli scambi poteva sondare le opinioni, ma il suo lavoro, estremamente lento e complicato, andava tenuto nettamente separato dalla mediazione politica. Thompson suggeriva invece un'iniziativa pubblica, tramite un discorso in parlamento, tale da impri- mersi non solo nell'opinione pubblica internazionale, ma anche nella coscienza degli spa- gnoli. L'estremismo stava scomparendo tra i governanti di Barcellona, ma solo quei pochissimi nazionalisti che passavano la frontiera se ne rendevano conto: era necessario rompere il muro della propaganda settaria e risvegliare le coscienze alla realtà con un'ini- ziativa inaspettata e autorevole, che focalizzasse l'attenzione sulle sofferenze delle masse per creare, sia in Spagna che fuori, un clima favorevole alla mediazionel4.

I1 suggerimento di Thompson avrebbe'rialzato i cuori di Mendizdbal e di Sturzo, ma non fece grande impressione al Foreign Offìce. I1 funzionario Pollock, riassumendo le posizioni dei tre rappresentanti diplomatici, notava che il 'British Committee for Civil and Religious Peace in Spain' stava montando una campagna d'opinione a favore della mediazione e che presto le interrogazioni al governo sarebbero fioccate numerose, dando l'opportunità di agire nella maniera indicata daThompson, se le proteste per i bombarda- menti aerei e le trattative per gli scambi di prigionieri non avessero dato risultati apprez- zabili, ma Mounsey liquidò la proposta di Thompson come "policy of despair" da tenere magari di riserva come ultima risorsa. Halifax, Plymouth, Cadogan e Mounsey concorda- rono di proseguire con le trattative per lo scambio di prigionieri, tenendo d'occhio nel frattempo la situazione militare. Sul suggerimento di Hodgson di tener informate Roma e Berlino si decise di non agire in quanto prematurol5.

Halifax approvò questa linea attendista appena fu nominato ministro degli esteri. Agli inizi di gennaio Sir Robert Vansittart, l"anti-appeaser', era stato rimosso dalla carica di sotto- segretario permanente al Foreign Office e sostituito da Sir Alexander Cadogan. Eden si

12 PROIF0371/22659/W1585/86141: Leche, Barcellona, 1-2-1938, telegramma n. 55 a FO (copie aThom- pson, n. 52 e a Hodgson, n. 21).

13 Ibidem, W1445186141: Hodgson, Salamanca, 28-1-1938, lettera a FO; W1652186141: Hodgson, Sala- manca, 1-2-1938, telegramma n. 22 a FO; W2134186141: Hodgson, Salamanca, 12-2-1938, lettera 83 (1 B17138) a Eden.

14 Ibidem, W15 16186141: Thompson, Hendaye, 1-2-1938, telegramma n. 1 Saving a FO. 15 Ibidem: discussione, 15-23 febbraio 1938, fogli 47-50; W2134186141: discussione, 16-24 febbraio

1938, fogli 65-66.

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dimise il 21 febbraio. Già in gennaio, mentre egli era in vacanza, Chamberlain aveva respin- to senza consultarlo una proposta di Roosevelt che mirava a controbilanciare I'influenza dei dittatori in Europa e a rafforzare l'influenza delle democrazie, preparando al contempo un - - ammorbidimento deli'isolazionismo statunitense. Poco dopo questo grave episodio era venuta la goccia che fece traboccare il vaso. Mussolini premeva per il riconoscimento britan-. nico del possesso italiano deli'hissinia quale pre-condizione per I'applicazione dell'accordo Anglo-Italiano firmato nel gennaio del 1937 e insisteva per aprire subito coiloqui a Roma. Eden non intendeva muoversi prima di aver ricevuto un impegno preciso da parte di Musso- lini circa le proposte britanniche per il ritiro dei 'volontari' italiani d d a Spagna. Grandi nic- chiava e Chamberlain, preoccupato delle cattive relazioni con il Giappone e impaziente di concludere un accordo &n ~ G s o l i n i a qualunque costo, nell'illusion~di indurlocosì a resi- stere d e mire di Hitler suli'Austria, gli teneva bordone, permettendo nel frattempo alla pro- pria cognata di minare la posizione di Eden esibendosi a Roma in una diplomazia salottiera tramite la quale Mussolini sventolava in maniera ricattatoria il fantasma austriaco. Emargi- nato nelle riunioni di gabinetto del 19 e 20 febbraio, il 21 Eden uscì di scena. In Italia la notizia fu accolta con giubilol6. L'accordo Anglo-Italiano fu poi f inaii i to il 16 aprile 1938: l'Italia prometteva di ritirare truppe d d a Libia, di astenersi dalla propaganda ostile d a Gran Bretagna verso il Medio Oriente, di non tentare di modificare lo s tam quo nel Mediterra- neo e di attenersi al piano britannico per il ritiro dei "volontari" e del materiale bellico dalla Spagna. La Gran Bretagna si impegnava a facilitare il riconoscimento della conquista italiana deli'Abissinia. L'entrata in vigore dell'accordo Anglo-Italiano rimaneva subordinata all'attua- zione degli impegni italiani circa la soluzione della questione spagnolal7.

Già prima delle dimissioni di Eden il suo desiderio di promuovere la mediazione politica in Spagna era stato annacquato dal Foreign Ofice e progressivamente trasforma- to in una vaga possibilità a lungo termine's. Durante le trattative per la finalizzazione del- l'accordo Anglo-Italiano la Spagna fu accantonata. In marzo, nel momento in cui la rapi- da avanzata nazionalista verso la Catalogna attraverso 1'Aragona faceva temere la caduta di Barcellona, si scartò una proposta di mediazione ventilata dai francesi su ispirazione del governo spagnolol9. Tale richiesta di mediazione del resto non ebbe seguito a causa dell'eiiminazione di Prieto dal governo e del rafforzamento della componente comunista, mentre Franco non sfruttò il vantaggio ottenuto e non puntò su Barcellona, cercando invece in maggio e giugno di allargare il corridoio verso il Mediterraneo dal lato sud20.

16 Cfr. Parker, Chamberlain and Appeasement, cit., pp. 93- 18 1; The Eden Memoirs. Facing the Dictators, Cassell, London, 1962, pp. 547-606. Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 71-72, 81, 92, 100-102. Lord Cranborne, sottosegretario di stato parlamentare, si dimise insieme a Eden. Fu sostituito da R k Butler.

17 Cfr. Wm. Laird Kleine-Ahlbrandt, The Poliry of Simmering. A Stuu) ofBritish Poliry during the Spanish Ciuil War 1936-1339, Martinus NijhoK L'Aia, 1962, pp. 117-124; The Diaries of Sir Alexandpr Cadogan, O.M., 1938-1945, cit., p. 68; Ciano, Diano 1937- 1943, cit., pp. 12 1- 126.

1s Verso la fine di gennaio 1938 Eden incontrò il ministro degli esteri francese Delbos a Parigi e a Gine- vra. Nelle sue memorie egli non dice di aver discusso la mediazione in Spagna con Delbos, possibilità adom- brata altrove, ma la questione del ritiro dei Yoloncari' italiani in cambio del riconoscimento britannico del possesso deU'Abissinia Fu al centro deiie conversazioni dei due ministri. Cfr. Tbe ICAm Memoin. FFang the Dictators cit., pp. 569-571; PROIF0371/22659/W172/86/41, fogli 20-22, 14-18 gennaio 1938.

19 PROIF0371/22659AV3363/86141: discussione, 17-18 marzo 1938, fogli 81-84 e telegrammi da e a Phipps, 15 e 25-3-1938, riprodotti in Appendice Spagna, Parte 11, doc. 4 e 5.

20 Ck. Beevor, Tht Spanish Civil War, cit., pp. 323-339.

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Ciononostante, I'immobilismo della diplomazia britannica in quel momento è significa- tivo.

Com'era prevedibile, gli scambi di prigionieri non si rivelarono utili alla mediazione politica. Le trattative per l'accettazione da ambo le parti di Sir Philip Chetwode, il nego- ziatore proposto dalla Gran Bretagna, andavano a rilento e precipitarono in seguito all'e- secuzione il 9 aprile da parte di Franco del leader catalano cattolico Carrasco y Formigue- ra, arenandosi poi in maggio sulla richiesta del governo spagnolo di trasformare lo sche- ma d'arbitrato in una commissione internazionalezl. Era evidente che quella carta non era quella buona, mentre l'impasse in cui si trovava il Comitato di non-intervento non faceva ben sperare.

Intorno al 10 aprile, quando ancora la Catalogna sembrava condannata a un rapido crollo e in prossimità della conclusione delle trattative sull'accordo Anglo-Italiano, Hali- fax, Cadogan e Mounsey, abbandonando il principio stabilito in gennaio della mediazio- ne gestita esclusivamente dalla Gran Bretagna, cominciarono ad architettare qualcosa di più ardito: una mediazione concertata fra Gran Bretagna e Italia, legata all'ipotesi da un lato del miglioramento delle burrascose relazioni italo-francesi e dall'altro della volontà italiana di applicare I'accordo22. I1 23 aprile un telegramma di Hodgson parve confermare le ipotesi di Cadogan: l'ambasciatore italiano presso il governo di Franco segnalava che l'azione mediatrice della Gran Bretagna non sarebbe stata ostacolata. I1 30 aprile Negrin pubblicò i 13 punti programmatici, intesi a dimostrare la moderazione del governo repubblicano, ma quasi contemporaneamente Leche informava il Foreign Ofice che a Barcellona si intendeva combattere fino all'ultimo e che i colloqui Prieto-Fernandez Cue- sta non avrebbero approdato a nulla finché Negrin fosse restato al potere. A Londra il rappresentante dei baschi, Lisazo, cercava di convincere Mounsey, anche a nome dei cata- lani, non solo a negoziare di concerto con Francia, Italia e Germania, ma a ottenere per la Biscaglia e la Catalogna l'autonomia, garantita dalla Francia e dalla Gran Bretagna o dalla sola Gran Bretagna. Nel frattempo Osborne, il legato britannico presso la Santa sede, segnalava la disponibilità del Vaticano ad assistere la mediazione britannica in vista del crollo di Barcellona, facendo opera di persuasione su Franco, mentre il rappresentante di quest'ultimo a Londra, il duca d'Alba, dichiarava a Mounsey che qualunque tipo di mediazione era inaccettabile. Infine, sondato il governo franchista, il 14 maggio Hodgson confermò che non v'era nulla da fare23.

Nonostante l'incertezza, Halifax e Cadogan decisero di procedere con il loro piano: si trattava di chiedere agli italiani se dawero fossero decisi a sostenere Franco fino alla vitto- ria senza condizioni, con tutti gli orrori che essa avrebbe comportato, o se fossero disposti ad aiutare la Gran Bretagna a combinare un armistizio. Se la risposta alla seconda alterna- tiva fosse stata aermativa, la Gran Bretagna si sarebbe impegnata ad ottenere dalla Fran- cia, in caso di armistizio, la chiusura della frontiera con la Spagna per fermare il flusso di

2' Sulla vicenda Carrasco y Formiguera e sugli scambi di prigionieri cfr. supra, carteggio Stum-Steed, lettere 74-78, 83 e introduzione. Per i cenni biografici di Sir Philip Chenvode cfr. infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 1 1 , nota.

22 PRO/F0371/22659lV75304/86/41: discussione, fogli 106-1 12, 1 1-12 aprile 1938. 23 Cfr. infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 6-12 e PRO/F0371/22659/W5361/86/41: fogli 1 18-120:

discussione (3-4 maggio 1938); sui tredici punti di Negrin: Edwards, Tbe Britisb Government and tbe Spanisb Civd Wal; 1936-1937, cit., pp. 200-201; Bewor, TbtSpanisb Civil War, cit., pp. 339-340.

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armi verso Barcellona. I1 17 maggio Halifax informò Grandi che sondò Roma24. I1 risul- tato fi~ negativo: Franco voleva la vittoria al cento per cento e Mussolini non intendeva forzargli la mano. Come awertiva Pollock, le possibilità di successo erano pressochd inesi- stenti25.

Urgeva però 'fare qualcosa': in Gran Bretagna persino negli ambienti fìlofranchisti cresceva il disgusto per le continue atrocità e per i bombardamenti delle popolazioni civi- li; l'opinione pubblica era in fermento; le interrogazioni parlamentari si rnoltiplicavano~6. Cadogan e Halifax, sulla scorta delle valutazioni leggermente più possibiliste di Howard- Smith, decisero di procedere, benché Cadogan non si illudesse sui risultati. Halifax ebbe un promettente colloquio con Corbin, l'ambasciatore francese a Londra, e Sir Eric Phip- ps, l'ambasciatore a Parigi, ottenne dal ministro degli esteri Bonnet l'assenso alla chiusura delia frontiera francese in caso di armistizio; i francesi avrebbero preferito che la proposta all'Italia fosse preceduta da un sondaggio della disponibilità di Franco e dall'accordo defi- nitivo del Comitato di Non-Intervento sul piano di ritiro dei "volontari", ma queste era- no, secondo il Foreign Office, obiezioni minori27. I1 15 giugno il consiglio dei ministri discusse la questione28 e il 17 fu inviato un telegramma d'istruzioni a Lord Perth, l'amba- sciatore a Roma. Egli doveva ricordare a Ciano che la soluzione della questione spagnola era sempre stata la condizione posta dal governo britannico per l'entrata in vigore dell'ac- cordo Anglo-Italiano e che la mera accettazione del piano di ritiro dei volontari non era sufficiente. Ora che il governo italiano aveva ottemperato agli impegni presi in aprile, ritirando truppe dalla Libia e cessando la propaganda ostile alla Gran Bretagna in Palesti- na, era venuto il momento di risolvere la questione spagnola. Vi erano tre possibilità: l'e- secuzione del piano del Comitato di Non-Intervento; il ritiro immediato e unilaterale delle truppe italiane; un armistizio. La prima possibilità dipendeva dal consenso di ambo le parti in Spagna e non era realistico pretendere che ciò potesse effettuarsi velocemente; la seconda avrebbe causato considerevoli difficoltà all'Italia; la terza, al contrario, era nel- l'interesse di Franco, che non era in grado di vincere la guerra nel giro di poco tempo, pur essendo in posizione di vantaggio. La Francia era pronta a chiudere le frontiere. L'armisti- zio, accompagnato dal ritiro delle truppe italiane, avrebbe felicemente concluso la guerra di Spagna, dimostrando il valore della collaborazione Anglo-Italiana nella stabilizzazione e pacifìcazione dell'Europa29. I1 20 giugno Perth comunicò a Ciano quanto sopra e ne

24 PRO/F0371/22659/W6192/86/41: fogli 156-158, 17-19 maggio 1938. 25 PRO/F0371/22659/W7332/86/41, fogli 227-230: Memorandum, prepared jointh the Southern a d

Western Departments, on the possibility offurther action by His Majestyi. Government with a view to bringing about un armistice between the Spanisb contendingparcies (1 -6- 1938).

26 I1 "New York Herald Tribune", 4-6-1938: Spanish Tmce Dismissedh Propaganda, sosteneva di aver appreso da fonti vicine ai governo che l'iniziativa britannica era solo intesa a calmare l'opinione pubblica.

27 PRO/F0371/22659/W7332/86/41, fogli 223-226: memorandum di Howard-Smith (1-6-1938); fogli 219-222: note di Cadogan (2-6-1938) e Halifax (3-6-1938); fogli 231-232: resoconto deiia conversazione Hdifax-Corbin (3-6-1938); fogli 236-238: FO, 7-6-1938, a Phipps, telegramma n. 135; W7352186141, fogli 240-24 1 : Phipps, Parigi 8-6- 1938, a FO, telegramma n. 362; PROIF0371/226601W7666/86/4 1, fogli 250- 252: Phipps, Parigi 14-6-1938, a FO, telegramma n. 387; fogli 246-249: discussione (16-6-1938); fogli 255- 256: FO, 17-6-1938, a Phipps, telegramma n. 146; TheDiariPsofSirAkxandPr Cadogan, O. M., 1938-1945, cit., pp. 82-83.

PROlF0371/22660W7821/86/41, fogli 28 1-282: Exfractfiom Cabinct Conclusions 28 (38). ~5thjune, 1938.

29 PROlFO37i/2266OlW7666/86/41, fogli 257-261: FO, 17 giugno 1938, a Lord Perth, telegramma n.

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ricevette una delusione: Franco aveva avuto sentore di quanto si andava preparando e ave- va fatto sapere che avrebbe rifiutato l'armistizio30. Cadogan non si preoccupò ma gli ita- liani, per buona misura, intensificarono i bombardamenti delle navi britanniche nel Mediterraneo, causando una pioggia di interrogazioni parlamentari con grave imbarazzo di Charnberlain che rifiutava di reagire e non convinceva l'opposizione con le sue nebulo- se dichiarazioni31.

Ciononostante, la speranza si era riaccesa: i rappresentanti a Londra dei governi basco e catalano, Lisazo e Roca, inviarono memoriali simili al piano d'armistizio elaborato a Parigi dai tre Comitati per la pace civile e religiosa ed ebbero conversazioni a1 Foreign Ofice: per loro questa era l'occasione di svolgere una funzione di primo piano, sia nel convincere il governo repubblicano alla mediazione, sia nella gestione delle trattative, assicurando così piena visibilità alle rivendicazioni autonomiste della Catalogna e della Biscaglia32.

I1 2 luglio il piano architettato con tanta cura da Halifax e Cadogan crollò come un fragile castello di carte. Quella sera Ciano aveva convocato Perth e gli aveva consegnato una durissima nota di Mussolini. I1 Duce non solo escludeva l'arnmissibilità d'un armisti- zio in Spagna, a meno che i "Rossi" si arrendessero senza condizioni, ma accusava la Gran Bretagna d'inadempienza degli impegni presi il 16 aprile: aver facilitato a Ginevra il rico- noscimento del possesso italiano dell'Etiopia non bastava. L'Italia voleva il riconoscimen- to britannico. Inoltre il subdolo tentativo di subordinare l'attuazione dell'accordo anglo- italiano alla ripresa delle conversazioni italo-francesi era inaccettabile: esse non sarebbero riprese prima dell'entrata in vigore dell'accordo anglo-italiano. La soluzione della questio- ne spagnola sarebbe dipesa o dall'esecuzione delle decisioni del Comitato di Non-Inter- vento, o dagli sviluppi della guerra. Intanto l'accordo anglo-italiano sarebbe rimasto in

350 (infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 13). Nel suo diario Cadogan rivela che ci hirono fraintendimen- ti fra lui, Halifax e il Foreign Policy Committee circa il testo del telegramma d'istruzioni da inviare a Perth. Cadogan intendeva separare l'armistizio dal ritiro delle truppe italiane, mentre il testo preparato dal Foreign Policy Committee parlava di armistizio e ritiro delle truppe. Il telegramma, afferma Cadogan, fu modificato, ma la clausola del sostanziale ritiro di truppe italiane congiuntamente all'armistizio rimase. Cfr. The Diaries of Sir Alncander Cadogan, O.M., 1738-1745, cit., p. 83, citato per esteso in nota al doc. 13.

30 PROIF0371122660N(r8189186/41, fogli 296-306: Aide-memoire h$ with Count Ciano by Lord Perth on 2Oth]une, 1738. SubJert: Angh-Itafian Agreement and the Spanish question; W797718614 1, fogli 286-289: Lord Perth, 20-6-1938, a FO, telegramma n. 500 (infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 14); Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 150-151.

31 Cfr. The Diaries of Sir Alexander Cadogan, O.M., 1738-1945, cit., p. 83: "Wednesday 22 June. Our approach has been turned down by Ciano. Never mind - let that simmer: we may find Musso[lini] has something to suggest. Thursday 23 June. The House blew up about bombing of ships and I had to go down there about 7. But I refused to stay for debate and walked home ... ". Cfr. anche Laird Kleine-Ahlbrandt, The Policy ofsimmering. .. cit., p. 127; Ciano, Diario 1737-1743, cit., pp. 152-153; Sturzo, ML, IV, pp. 162-165: Chamberkzin in un vicolo cieco ("Popolo e Liberti", Bellinzona, 9-7-1938); "The Manchester Guardian", 22- 6- 1938: House of Commons. Bombing of British Ships. Premier Repeats His "Can Do Nothing"Statement; 23-6- 1938: Franco Tbrcatens High Seas Again. Destroyr Goes IO Help Ship. Steamer Fired on In Swaits of Gibraltar. Two More British Vesels Sunk, 28-6- 1938: Two More British Ships Bombed by Franco. Three Brihh Seamen Kil- led. Explanation of LustAttacks Not Et Received.

32 PROIFO3711226601W8557/86/41, fogli 317-324: Record of a conversation with Senor Batista i Roca, 22ndjune 1938; fogli 315-316: memorandum di W. Roberts sulla medesima conversazione (23-6-1938); W8558186141, fogli 325-326: Proposah ofthe Catakzn and Basques Govmments (discussione, 6-29 luglio 1938). Sulla conferenza parigina dei tre comitati per la pace cfr. infia questa premessa e Appendice Spagna, Parte I, doc. 9,20,23.

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limbo, non per colpa delllItalia. Ciano aggiunse che l'Italia si considerava libera di inter- rompere il ritiro di truppe d d a Libia e di riprendere la propaganda antibritannica in Medio Oriente. Mussolini intendeva rendere pubblico il contenuto dei memoriali recen- temente scambiati. A detta di Ciano, Perth rimase "letteralmente sconvolto". Al Foreign Office non restò che prendere atto del fallimento salvando per quanto possibile la fac- cia33. Copinione pubblica era rimasta all'oscuro: sulla stampa fervevano le supposizioni sui motivi della chiusura della frontiera francese e sui risultati delle conversazioni romane, ma il fd i to tentativo di mediazione non trapelòw.

I1 13 luglio Halifax informò i colleghi di gabinetto di aver considerato la possibilità di fare appello direttamente alle due parti esortandole a cessare i combattimenti. Forse se ne sarebbe discusso prima delle vacanze estive35. Si era così arrivati a contemplare la possibi- lità di quella che Mounsey aveva definito in febbraio "policy of despair". Fu soltanto un'i- potesi: il Foreign Office ritornò su posizioni di cauta attesa, mentre altre possibilità si for- mavano e disfacevano mese dopo mese.

Mentre i baschi e i catalani si affaccendavano per far accettare a Barcellona il piano di ritiro dei volontari stranieri approvato dal Comitato di Non-Intervento il 5 luglio e pro- ponevano metodi ingegnosi per trasformare le difficoltà di conteggiare i volontari in opportunità di fermare i combattimenti36, prese corpo l'ipotesi di una mediazione uma- nitaria da parte dei paesi scandinavi, sull'onda di una missione della Commissione Inter- nazionale nella Spagna repubblicana. Ai primi di luglio in un colloquio con il capo della missione, lo svedese Lilliehook, Negrin, si era dichiarato favorevole a un armistizio37, ma verso la fine del mese Azafia contattò Leche in segreto per indurre la Gran Bretagna a pro- muovere la mediazione, su linee simili a quelle proposte quasi contemporaneamente da Roca e Lisazo a Cadogan. Era in corso a Barcellona una lotta fra Negrin e i comunisti da un lato e gli elementi-moderati, sostenuti dai baschi e dai catalani,dall'altro. Azafia era convinto di poter presto riprendere le redini del potere e, come Leche ignaro dello scacco subito dalla diplomazia britannica poche settimane prima, confidava nella possibilità di un'azione di persuasione su Franco da parte di Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania.

33 PROIF0371/226GOIW9265I86I41, fogli 371-377: Perth, 2-7-1938, a FO, telegramma n. 133 (infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 15); fogli 378-382: FO, 7-7-1938, a Perth, telegramma n. 48; Laird Kleine- Ahlbrandt, The Poliry ofSimmering. .., cit., pp. 127-129; Ciano, Diario 1937-1943 cit., p. 155: "2 luglio. [...l Perth è sconvolto, letteralmente sconvolto dalla lettura dell'appunto di Mussolini e dalle mie dichiarazioni. Di solito arguto e pronto nella polemica, oggi invece &smarrito, vago nelle risposte, scarso di argomenti. Con termine di boxe, dovrei dire che è groggy. Molto soddisfatto Mackensen, cui, subito dopo, rimetto l'appunto e do notizie del colloquio [...I." (Hans Georg Mackensen era l'ambasciatore tedesco a Roma).

34 Cfr. "The Manchester Guardiann, 1 e 2-7-1 938; 4-7-1938: Premier on His Spanish Poliry, 6-7-1938: Senor &l Vay0 Sees French Foreign Minister; 8-7-1938: A Se t then t in Spain; 11-7-1938: Strained Reiations Between France and Italy; 13-7- 1938: The Premier and the Itaìian Pact.

35 PROIFO371/22660AV944618GI41, foglio 384: Ewnanfiom Cabinet Conclusions 3 2 (38)of the 13th J u b 1938 (inzzz, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 16).

36 PRO/F0371/2266O/W10248/86/41: conversazione di Roca e Lisazo con Cadogan e consegna memoriali (28-7- 1938).

37 PROlF0371/22660/W9537/86/41: M. de Liiiiehook, Evian, 9-7-1938: Memorandum au sujet de ma convmation aver k Dr. Ncgrin, à Barcciurze, k lundi 4juilkt 1938 ; W10363186141 : visita di Lilliehook al FO, 15-7-1738; W10356186141: estratto di conversazione fra Butier e Lilliehook, 17-7-1938; W1036318614 1 : Lil- liehook, 27-7-1738, a Halifax; W1061 7/86/41: Legazione Britannica, Stoccolma, 3-8-1938, a Halifax, n. 175 (76156138).

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I1 16 agosto il basco Manuel de Irujo e il catalano Artemio Ayguadé si dimisero dal gover- no Negrin, che rafforzò la propria posizione. Leche fu informato in settembre di quanto era successo a Roma agli inizi di luglio e Irujo andò a rinforzare il contingente della rap- presentanza basca a Londra38.

D'altronde agli inizi dell'autunno erano cominciate a circolare voci di disponibilith nazionalista alla mediazione, per quanto smentite da pesanti campagne stampa39. Sin dai primi d'agosto il contrattacco nazionalista sullJEbro si era trasformato in una estenuante battaglia di logoramento. I1 2 1 settembre Negrin annunciò a Ginevra il ritiro unilaterale dei combattenti stranieri e il 2 ottobre in una dichiarazione radiofonica affermò che gli spagnoli dovevano intendersi fra loro. Le truppe italiane erano stanche, notava Ciano il 20 settembre: "Le lettere anonime ed anche firmate nelle quali si chiede il rimpatrio abbondano. I segni di irrequietudine si accentuano". E il 22 aggiungeva: "I1 Capo 6 scetti- co sulla Spagna. Crede che Franco, il quale ormai ha perso la vittoria, arriverà ad un com- promesso con gli altri". Ai primi di ottobre Ciano annunciò a Perth il ritiro di diecimila 'volontari'4o. Le truppe italiane e tedesche erano anche impopolari, riferiva Sir Philip Chetwode ad Halifax a fine settembre, i soldati spagnoli fraternizzavano fra loro e se gli italiani e i tedeschi fossero stati tolti di scena i leaders nazionalisti sarebbero stati costretti dalle loro truppe a scendere a compromessi. Senza dubbio "se qualche potenza, o gruppo di potenze neutrali, potesse intervenire al momento giusto suggerendo una qualche for- ma di governo repubblicano moderato, riceverebbe forte sostegno da ambo le parti. Ma non è ancora venuto il momento"41.

A Monaco Chamberlain aveva suggerito che le 'Quattro Grandi Potenze' proponesse- ro un armistizio e offrissero la loro assistenza per negoziare una pace di compromesso. Mussolini si era dichiarato stanco della Spagna, dove aveva perso 50.000 uomini, mentre Franco aveva sciupato parecchie opportunità di assicurarsi la vittoria. Hitler aveva affer- mato di non avere interessi in Spagna a parte l'impedire che vi si stabilisse un regime

38 PROIF0371/2266OlW10667/86/41, fogli 423-429: Leche, Caldetas, 30-7-1938, a Mounsey; foglio 422: commenti di Maclean (10-8-1938) e Mounsey (12-8-1938); FO, 16-8-1938, a Leche, telegramma n. 262; W1 1601186141: Leche, Caldetas, 22-8-1938 a Halifax; FO, 12-9-1938, a Leche, telegramma n. 283; Row, Laguerre civile d'fipagne, Fayard, 1963, p. 253; Beevor, The Spanish Ciuil War, cit., pp. 35 1-352.

39 PROIF0371/22660lW12892/86/41, fogli 449-450: rapporto di W. Dupree su conversazione con Luis Calvo, corrispondente londinese di un giornale nazionalista (8-9-1938); fogli 450-452: opinione deli'ex Chargé d'Maires a Hendaye, G. Thompson, in servizio al FO (9-9-1938); Wl3051186141: Phipps, Parigi 30- 9-1938, a FO, telegramma n. 643 e 22661, W13429186141: Perth, Roma, 3-10-1938, a Mounsey (voci sparse da Quifiones de Léon, il rappresentante nazionalista a Parigi, sul desiderio di Franco di mediare); 22660, W13238186141: l'ambasciatore portoghese Monteiro fa visita a Mounsey e smentisce le suddette voci (1-10- 1938); 22661, W13500/86141: Leche, Barcellona, 10-10-1938, a FO, telegramma n. 543 (manca il cibo, voci di pace imminente crescono di giorno in giorno); W13538186141 e W13727186141: Hodgson, Burgos, 1 1-10- 1938, a FO (telegramma n. 233 e lettera: grande campagna di stampa contro la mediazione in coincidenza con l'arrivo di Hemming, capo-missione del Comitato di Non-Intervento per il ritiro degli stranieri); W14131186141: Hodgson, Burgos, 19-10-1938, a FO e W14772186141: Leche, Parigi, 9-1 1-1938, a FO (von Stohrer, ambasciatore tedesco a Burgos, parla di possibilità di mediazione).

40 Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 163-171, 173, 181; Row, L a y c civile d'fipagne, cit., pp. 254- 255; Laird Kleine-Ahlbrandt, The Policy ofsimmering. .., cit., p. 131.

4 ' PROIF0371/22661lW13298/86141, fogli 477-483: Chetwode, Pau, 27-9-1938, ad Halifax (injk, Appen- dice Spagna, Parte 11, doc. 17). Sd'impopolarità degli italiani e dei tedeschi cfr. anche 22660/W12892/8614 1, fogli 449-452, cit.

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comunista. Sull'armistizio i due dittatori non si erano sbilanciati, dichiarando vagamente - che avrebbero considerato la proposta42.

Allontanatasi la minaccia del conflitto europeo, ripresero i negoziati per l'entrata in vigore dell'accordo anglo-italiano, mentre in Spagna la situazione militare era in stallo ed era imminente l'arrivo a Burgos di Francis Hemming, il segretario del Comitato di Non- Intervento e capo della delegazione che avrebbe sovrinteso ai ritiro dei 'volontari'. I1 Foreign Office riconsiderò la mediazione. Perth fu istruito di sondare gli italiani in tal senso, badando bene però a non porre l'armistizio come condizione per l'attuazione del- l'accordo. Parve aprirsi uno spiraglio: il BCRPS ripropose il piano di maggio e L i sm e Roca presentarono nuovi memoriali, ma la valutazione di Perth, secondo cui prima del- l'entrata in vigore dell'accordo non conveniva assolutamente menzionare la mediazione, fu confermata sia da Azcirate, sia dal Duca d'Alba. I1 primo escludeva la possibilità di considerare l'armistizio prima del completo ritiro degli stranieri dalla Spagna; il secondo escludeva la possibilità di negoziare col governo Negrin. Magari un compromesso sarebbe stato possibile se un moderato come Besteiro avesse assunto il potere a Barcellona, ma Franco rimaneva ostile a qualunque tentativo mediatorio straniero. A Roma finalmente tutto andò liscio: l'accordo anglo-italiano entrò in vigore, per quel che valeva, il 16 novembre43.

Sulla necessità dell'intervento mediatorio straniero insistevano invece i baschi e i catalani che speravano di ammorbidire Negrin dall'esterno. Essi rinnovarono la pressione sul Foreign Off~ce in novembre alla vigilia delle conversazioni anglo-francesi a Parigi44, dopo la sconfitta subita dai repubblicani sull'Ebro, e in dicembre, in vista del viaggio di Chamberlain e Halifax a Roma, fissato per gli inizi di gennaio45. Verso la fine di novem- bre il ministro degli esteri belga Spaak discusse di mediazione e d'un comitato di soccorsi internazionale con il partito socialista belga e si dichiarò pronto ad aderire se una delle grandi potenze avesse preso l'iniziativa: Sturzo e gli spagnoli del Comitato per la pace civile non erano estranei alla cosa46. Questo movimento confluì ai primi di dicembre,

42 PRO/F0371/22661/W13353/86/41: Eutractfiom Mz Cbamberlainj ronversation witb Herr Hitier on tbe 30th Sept. 1938; Laird Kleine-Ahlbrandt, The Policy ofsimmering. .., cit., pp. 129-130; Ciano, Diario 1937- 1943, cit., pp. 188-189.

4 3 PRO/F0371/22661/W13473/86141: opinioni di Mounsey e Cadogan, 7 e 8-10-1938 e telegramma n. 459 a Perth, 12- 10-1 938 (infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 18); W1 3356186141 : Steed e Barclay Carter, 6-10-1938 a Hdifax (infia, Appendice Spagna, Parte I, doc. 29); W13617/86/41: Lisazo, 12-10-1938 a Hdi- fax e W13620186141: Roca, 12-10-1938 a Halifax; W13706186141: Perth, 14-10-1938, telegramma n. 672 e commenti di Pollock; Wi3924186141: memorandum di Mounsey su colloquio con Azdrate, 18-10-1938; W13957186141: memorandum di Mounsey su colloquio con il duca d'Alba, 18-10-1938; Laird Kieine-AH- brandt, The Poliry ofsimmering. .. cit., pp. 131-133; Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 190-193, 195, 203, 209,213.

44 PROIF0371/22662/W15584/86/41: visita di Manuel de Irujo a R k Butler, sottogrerario parlamenta- re, 22-1 1-1938 (infia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 19); Wl5614186141: memoriaie presentato da Roca, 22-1 1-1938; Wi5684186141: visita di Irujo, Lisazo e Bosch a Mounsey, 24-1 1-1938. Sul contemporaneo intervento del BCRPS cfr. znja, Appendice Spagna, Parte I, doc. 34.

45 PROlF0371/22662/W16288/86141: piano di pace sottoposto da Irujo, 7- 12-1 938; W16469186141: h j o , 9-12-1938 a W. Robem (infia, Appendice Spagna, Pane 11, doc. 20).

46 PROIF0371122662/W15694/86/41: "Daily Heraid," 21-1 1-1938: Bclgium to mdiate in Spainl; W167391 86/41: L'ambasciatore britannico, Bruxelles, 16-12-1938, a Hdifax; ALS, f. 509, C. 55: MendiAbal, Parigi, 24-1 1-1938, a SNIZO: U.. .Les nouvefies que vous nous donna concernant les bonnes dispositions de Spaak en faveur d'une initiative de mediacion concordent avec celles que vient de nous rapporter notre ami Roca à

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grazie all'intensa attività del Comitato spagnolo, in un'iniziativa di mediazione interna- zionale promossa dalla conferenza panamericana di Lima cui gli Stati Uniti guardavano con.favore, mentre il governo francese faceva passi presso il Vaticano per combinare una tregua natalizia47.

Quest'azione di pressione suscitò un eco nel Foreign Ofice. Ormai era chiaro che la missione di Hemming era fallita: Franco non acconsentiva al ritiro dei 'volontari' stranie- ri a meno che la Gran Bretagna gli riconoscesse il diritto di belligeranza, cosa molto improbabile. Il 16 dicembre, riesaminata la situazione, tenendo conto sia della favorevole disposizione della Francia e degli Stati Uniti ad appoggiare un appello alla tregua, sia delle valutazioni degli addetti militari britannici a Burgos e a Barcellona, che non prevedevano un crollo imminente della repubblica, Walter ~ o b e r t s propose una svolta radicale: Cham- berlain avrebbe dovuto invitare pubblicamente le due parti alla tregua. Era necessario 'amministrare uno shock' alle menti degli spagnoli, indurli a fermarsi e riflettere. P evi- dente dalla lettera di Irujo a Roberts del 9 dicembre che essi avevano già discusso l'idea fra loro, ma è significativo il fatto che nel suo memoriale Roberts non incluse la seconda par- te della proposta di Irujo: nonostante la sua simpatia per i baschi, Roberts ricordava lo scacco subito in luglio da Perth quando il Foreign O&ce aveva tentato qualcosa di ardito con Mussolini e non era probabilmente incline a farsi latore di proposte eccessivamente avventurose. Cadogan e Mounsey non si opposero al suggerimento d'un appello pubblico alle due parti e Halifax si disse favorevole -lo dichiarò anche a Corbin. C'era però la visi- ta di Chamberlain e Halifax a Roma in gennaio. Per non irritare Mussolini l'appello sarebbe venuto 'dopo'48. Alla vigilia della iisita le prospettive di mediazione furono di nuovo esaminate, ma le conversazioni romane non approdarono a nulla, come a nulla approdarono la visita di Chamberlain in Vaticano e una conversazione di Cadogan con Conde, il rappresentante di Franco a Roma49.

Ormai la fine della repubblica spagnola era imminente: se mai c'era stato un mornen- to giusto per fare appello agli spagnoli, esso era passato. I1 23 dicembre, invece della tre- gua natalizia era iniziata l'offensiva nazionalista in Catalogna50. Agli inizi di gennaio Azcarate, in vista del viaggio di Halifax a Roma, gli aveva rammentato che le sorti della guerra non erano ancora decise, che Franco per vincere necessitava di un ulteriore appor- to militare italiano e che una vittoria basata sull'intervento straniero sarebbe stata foriera di nuove lotte: la repubblica rappresentava l'unica garanzia di pace e stabilità non solo per

son retour d'un court voyage en Belgique. Nous prions nos amis belges (et tout sp6cialement "La Terre Wal- lonne") de faire un effort décisif pour la constitution du "Comité Belge pour la Paix en Espagne" et, en meme temps, d'essayer de se mettre en rapport avec Spaak. D'autre part, un ami de Roca résident 5 Bruxelles et per- sonellement li6 avec Spaak, se charge de lui transmettre la documentation que nous lui fournirons, ce qui n'empeche pas que nous nous adresserons aussi à lui directement.. .".

47 PROIF0371/22662lW15855/86/41: Sir R. Lindsay, Washington, 1-12-1938, a FO; ALS, f. 509, cc. 59, 60, 61,64, 69 (per maggiori dettagli cfr. in+, Parte I, doc. 37, nota).

48 Infra, Parte 11, doc. 20; PROIF0371122662~16452/86141: Perth, Roma, 5-12-1938 a Maurice Ingram, lettera 1231209138; W16754186141: minuta di telegramma a Phipps, 16-1 2- 1938; W1 678 118614 1, fogli 226- 243: memorandum di W. Roberts e discussione, 16-20 dicembre 1938; W17205186141, fogli 252-254: discussione di proposte BCRPS e Lisazo (tregua natalizia), 18-1 2- 1938.

49 Cfr. Edwards, The BritLrh Government and the Spanish Civil War, 1936-1939, cit., p. 205; Marquina Barrio, Planes internacionales ..., cit., p. 590; Ciano, Diario 1937-1943, cit., p. 238.

50 Beevor, The Spanish Civil War, cit., pp. 364-369.

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la Gran Bretagna ma anche per l'Italia51. Ma il 17 gennaio Manuel de Irujo fece visita al Foreign Office: chiedeva aiuti militari e finanziari, promettendo il completo ritiro dei russi. Dalla Spagna Hodgson e Stevenson consigliavano ancora di tentare il compromes- so, mentre da Hendaye O'Malley consigliava di lasciare che Franco vincesse. Halifax richiese un parere sull'opportunità per la Gran Bretagna di abbandonare il non interven- to. Soppesati i pro e i contro, il funzionario Coulson opinò che non conveniva cambiare direzione in prossimità della vittoria di Franco. Quel parere era datato 27 gennaio 1939. Il giorno prima i nazionalisti avevano conquistato Barcellona, confiscando enormi quan- tità di armamenti52.

Cominciò l'affannosa corsa per concordare la resa con un minimo di garanzie per i vinti. I1 conflitto fra Negrin e Azafia complicò le cose. I1 2 febbraio Negrin aveva comuni- cato a Stevenson, il Chargé d'maires britannico che teneva i contatti con i repubblicani, le sue condizioni di resa: Franco doveva garantire la completa indipendenza délla Spagna da ogni forma di dominazione o influenza straniera, la libertà degli spagnoli di decidere il loro governo e promettere di astenersi da rappresaglie. Negrin non intendeva porre queste condizioni direttamente a Franco sapendo che egli le avrebbe respinte e chiese a Steven- son che la Francia e l'Inghilterra le presentassero per lui. Ma il 4 febbraio Stevenson incontrò un emissario di Azaiia che invocava l'immediato intervento di Francia e Inghil- terra per la cessazione delle ostilità e proponeva condizioni di resa diverse da quelle di - - Negrin: eliminazione di tutte le truppe straniere e occupazione pacifica da parte di Fran- co del territorio repubblicano senza rappresaglie politiche. Il Foreign Office ignorò le condizioni di Negrin e il 5 febbraio comunicò quelle di Azaiia a Sir Robert Hodgson a Burgos, ordinandogli di ottenere insieme al collega francese una risposta immediata. Ste- venson fu informato dei passi fatti a Burgos e gli si richiese di verificare, insieme al suo collega francese, se Negrin fosse disposto a cessare le ostilità nel caso che Franco aderisse alle richieste di Azaiia53.

C8 febbraio Stevenson e l'ambasciatore francese si recarono in Spagna e informarono Negrin e del Vayo dei passi fatti a Burgos in base alle richieste di Azafia. Negrin ripeté le condizioni comunicate a Stevenson il 2 febbraio, richiedendo inoltre l'evacuazione sotto controllo internazionale di alcune migliaia di persone compromesse politicamente e mili- tarmente. Se Franco non avesse aderito, la repubblica avrebbe combattuto fino ali'ultimo. Nel frattempo Azaiia, Companys, Aguirre e altri membri del governo repubblicano erano fuggiti in Francia, dove quel governo non intendeva riconoscere loro l'autorità di un governo in esilio. Ciò annullava la validità delle condizioni di resa di Azafia. Per evitare di

51 PROIF037 1 /24147lW828/374/4 1: 4- 1-1 939, Aide-rnemoirr. Position du gouvernment espagno/sur /e pro- blhne dt la Medi tmannk W974137414 1: P. de M a t e , 9-1 - 1939, a Halifax (in+, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 21). Sul fondamentale contributo militare italiano alla vittoria di Franco cfr. Ciano, Diario 1937- 1943, cit., pp. 227,240-247,256,263.

52 PRO/F037i/24i47/Wi415/374/4i: parere di O' Malley su possibilità di armistizio, 7-1-1939; W9751 374141: conversazione di Manuel de Irujo con W. Roberts, 17-1-1939; Edwards, Thr British Govmzment and thr Spanish Civil War, 19361939, cir., pp. 205-207; Marquina Barrio, Planes i n t m c w n a k s ..., cit., p. 590; Ciano, Diario 1937-1943, cit., pp. 243,246,256.

53 PROIF0371124 147/W2014/374/4 1: Stevenson, Arnelie-les-Bains, 3-2-1 939 a FO, telegramma n. 94; W201 7/374/41: Scevenson, Amelie-les-Bains, 4-2-1939 a FO telegramma n. 99; FO, 5-2-1939 a Mr. Jerram, Burgos, telegramma n. 76; FO, 5-2-1939, a Stevenson, telegramma n. 40; FO, 5-2-1939, a Phipps, Parigi, telegramma n. 33; Edwards, The British Governrncntandthe SpanLrh Civil War, 19361939, cit., p. 207.

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porsi in una posizione falsa si decise di attendere la formale richiesta di Negrin che il Foreign Ofice informasse Franco delle sue condizioni di resa. I1 14 febbraio Azcdrate die- de conferma ufficiale delle condizioni di resa già comunicate da Negrin a Stevenson. Hodgson fu informato. Due giorni dopo Phipps da Parigi comunicò che ora Negrin era disposto alla resa con l'unica condizione che non ci fossero rappresaglie. I1 18 febbraio Mounsey convocò il Duca d'Alba perché sondasse Franco. I1 2 1 febbraio Hodgson comu- nicò la risposta: "La Spagna nazionalista ha vinto la guerra, i vinti devono arrendersi. sen- za condizionin54.

Per vari giorni Negrin non rispose ai telegrammi inviatigli da Parigi da del Vayo e solo il 26 febbraio Azcdrate comunicò ad Halifax la nuova posizione di Negrin: si sarebbe arre- so purché non ci fossero rappresaglie. Chiedeva aiuto alla Gran Bretagna per organizzare l'evacuazione delle persone chiave e proponeva una sospensione preliminare delle ostilità per "studiare le dichiarazioni di Franco". Il silenzio di Negrin era stato causato dal colpo di stato anti-comunista del generale Casado sostenuto da Besteiro: i repubblicani si stava- no ora dilaniando in una guerra civile all'interno della guerra civile. Casado stava nego- ziando per conto proprio, mentre la stampa nazionalista denunciava le democrazie che ora, con l'ultima grande manovra mediatrice volevano rendere incompleta la vittoria di Franco tarpandole le ali: "Franco non ha bisogno di patti o mediazioni per entrare a Madrid". I1 20 marzo Casado invocò l'aiuto del Foreign OEce per negoziare una tregua per le evacuazioni: il rifiuto fu netto. Il 27 febbraio la Gran Bretagna e la Francia avevano riconosciuto il governo di Franco55. A fine marzo Madrid capitolò, il lo aprile Franco dichiarò conclusa la guerra. La punizione dei vinti fu durissima: quasi 200.000 esecuzioni e assassinii politici fra il 1939 e il 1943. La sorte del mezzo milione di repubblicani che trovarono rifugio in Francia fu terribile56.

Lattività dei Comitatiper hpace civile e religosa in Spagna

Le proposte avanzate da singoli individui o da gruppi a favore della mediazione furono numerose: Sturzo, Steed, Mendizdbal, Roca, Maritain e Madariaga non erano gli unici.

54 PRO/F0371/24147/W22861374/41: Stevenson, Amelie-les-Bains, 8-2-1939 a FO, telegramma n. 107 (in&, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 23); discussione, 9-2-1939 (Maclean, Sargent, Cadogan); FO, 10-2- 1939, a Phipps, Parigi, telegramma n. 44 (injia, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 24); W21051374141; W21061374141; W27421374141: Aide-memoire deil'Ambasciata spagnola a Londra, 14-2-1 939; FO? 14-2- 1939, a Hodgson, Burgos, telegramma n. 115; W29041374141: Phipps, Parigi, 16-2-1939, a FO, telegramma n. 65; W31071374141: Hodgson, Burgos, 21-2-1939 a FO, telegramma n. 88; PROIF0371/24148/W3177/374/41: con- versazione Mounsey-Duca d'Alba, 18-2-1939; W32261374141: Hodgson, 22-2-1939 a FO, telegramma n. 9 1; W3227137414i: Hodgson, 22-2-1939 a FO, telegramma n. 92; Alvara del Vayo, Freedorn: Banle, William Heinemann, London, 1940, pp. 273-285; Edwards, The British Government and the Spanish Ciuil War, 1936- 1939, cit., pp. 207-208.

55 PROIF0371/24148/W32381374141; W35231374141; W35721374141: Azdrate, 26-2-1939 a Halifax; W38501374141: console britannico, Valenza, 4-3-1939, a FO, telegramma n. 68; W40321374141: Hodgson, 7-3- 1939 a FO, telegramma n. 135; W46751374141: console britannico, Valenza, 20-3-1939, a FO, telegramma n. 93; Bewor, The Spanish Ciuil War, cit., pp. 370-379; Edwards, The British Gmernment and the Spanish Ciuil War, 19361939, cit., pp. 208-209; Preston, Comrds! Portraiisf;orn theSpanish Ciuil War, cit., pp. 182-189.

56 Cfr. Bewor, Thc SpanLrh Ciuil War, cit., pp. 390408; G. Dreyfus-Arrnand, L'exil des r+ubblicains epagnoh en France. Delaguerre ciuilà la rnort l Franco, Albin Michel, Paris, 1999.

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Ricordiamo, a titolo d'esempio, le ripetute offerte del premier irlandese Eamon de Valera di far da tramite nella mediazione57; le proposte del vescovo anglicano di Gibilter- ra e di suo fratello, Charles Roden Buxton58; quella di Lord Cecil a nome dei filofranchi- sti "Friends of National SpainY'59; le proposte del marchese di Marianaolo, di Sir George Paish61, del signor Humphreys e del deputato Thomas Edmund Harvey62.

I1 Foreign Office non scartava a priori ciò che veniva suggerito tramite canali non ufficiali: se capitava al momento opportuno e conteneva idee utili, la proposta esterna era

57 Eamon de Valera offerse i suoi servizi al governo britannico il 26-6-1937, il 31-5-1938 e il 21-1-1939. Cfr. PROIFO371/24147/Wl339/374/41: A. E. Jones, 21-1-1939, a Halifax.

58 PRO/F0371/22659/W86/86/41: il vescovo di Gibilterra, 24-12-1937 al visconte Cranborne, FO; Memorandum on Spanisbsituation, 7-12-1937, di Charles Roden Buxton, dove si propone una federazione di quattro o più regioni; risposta di Cranborne, 25-1-1938; W51 13/86/41 : il vescovo di Gibilterra, 18-4-1938 a Howard, FO; risposta di W. Roberts, 5-5-1938. Charles Roden Buxton cooperò con S t u m alla stesura deile proposte presentate dal BCRPS alla conferenza di Parigi del 30 aprile-2 maggio 1938; compare come membro del BCRPS sulla carta intestata usata nella seconda metà del 1938. Aveva corrisposto con Paul Sabatier negli anni '20. Cfr. Carte Sabatier, passim, Centro Studi per la Storia del Modernismo, Università di Urbino (in seguito: CS-Urbino) e infra, Appendice Spagna, Parte I, doc. 8.

59 PRO/F0371/22659/W762/86/41: Lord Cecii, 14-1-38, a Cadogan. La proposta di Lord Cecil, come quella di Madariaga, presupponeva che nessuna delle parti potesse vincere e suggeriva un armistizio di tre anni durante il quale le due zone, congelate in base all'utipossidetis, sarebbero state governate dalle rispettive autorità con un re o presidente in comune e sotto il controllo di una polizia internazionale regolata dalla Società delle Nazioni. Si prevedevano elezioni dopo tre anni. Lord Cecil (cfr. i cenni biografici in nota ali'in- traduzione al carteggio Sturzo-Sreed) aderì ai Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in Spagna. "The Friends of National Spain" era presieduto da Lord Phillimore e formato dal capitano Victor Cazalet, Douglas Jerrold, Arthur F. Loveday, Sir Henry Lunn, il marchese Del Moral, Lord Newron, Sir N. Stewart- Sandeman, Lawrence Venn. Sir Henry Lunn (1859-1939) era anche uno dei principali promotori del filo- franchista "United Christian Front". Pastore metodista e medico chirurgo, nel 1887 era andato in India come missionario medico ma per motivi di salute era tornato presto in Inghilterra, dove si dedicò all'ecume- nismo. Nel 1891 fondò "The Review of the Churches". Dal 1892 al 1896 organizzò i convegni interdeno- minazionali di Grindelwald, dove conobbe Paul Sabatier con cui rimase in corrispondenza fino alla morte di quest'ultimo nel 1928. L'organizzazione di convegni lo portò all'acquisto di alberghi in Svizzera e altrove e alla creazione di un'azienda turistica tuttora esistente (Lunn-Poly). Cfr. A. Cochrane, ad uocem, The Dictio- nary ofNational Biography, 1931-1940, a cura di L. G. Wickham Legg, Oxford University Press, 1949, p. 550; T. Buchanan, Britain andthe Spanirh Ciuil War, Cambridge University Press, 1997, pp. 175-177; CS- Urbino, passim e partic. le lettere di Lunn a Sabatier in B. 83, f. 4: 16-4-1924; B. 83, f. 5: 3-5-1924; B. 84, f. 1: 29-7-1924. Sir Henry Lunn non va confuso con uno dei suoi figli, Sir Arnold Henry Moore Lunn (1888-1974), noto sciatore, alpinista e apologista cristiano. Convertitosi al cattolicesimo nel 1933, Arnold Lunn difese attivamente la causa franchista, promuovendone l'interpretazione di crociata religiosa e antico- munista con libri, articoli e conferenze. Cfr. J. Tusell, G. G. Queipo de Llano, El GItolicismo mund&fy la p r r a de Espaiia, Biblioteca des Autores Cristianos, Madrid, 1993, pp. 287-288, 290-291; ad uocem, The Dictionury of National Biograph, 1971-1980, a cura di Lord Blake e C. S. Nicholls, Oxford University Press, 1986, pp. 522-523. I1 filo-franchismo di Arnold Lunn è mascherato in senso opposto in certi profili biografici reperibili in Internet.

60 PROIF0371122659/W1945/86/41: marchese di Marianao, Parigi, 10-2-1938, a Eden. Propone una tre- gua di 5-10 anni con congelamento delle due zone, con libertà per gli spagnoli di vivere nella zona preferita e diritto di compensazione per i beni immobili rimasti nell'altra zona.

6' PROIF0371122659/W6767/86/41: Sir George Paish, 15-5-1938 a Halifax. Suggerisce il negoziato per ottenere la divisione in due zone per evitare che la Spagna cada completamente sotto influenza tedesca.

62 PROIF0371/22659/W4668/86/41: J. H. Humphreys, 23-3-1938 a Halifax e risposta di W. Roberts, 12- 4-1938; W5304/86/41: T. E. Hmey, 13-4-1938 a Haiifax e risposta del medesimo, 28-4- 1938. Entrambi era- no appelli generici alla mediazione che prendevano spunto dal discorso di Churchill ai Comuni del 14 aprile 1937, cui S t u m fa riferimento in ML, 4, p.36 (Unprimo amlrtizio, pp. 36-39, "CAuben, 274-1937). Come Sir Henry Lunn e Charles Roden Buxcon, anche T. E. Harvey era amico di Sabatier (cfr. i cenni biografici in nota carteggio s ~ m - S t e e d ) .

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presa in considerazione. Tuttavia le risposte del Foreign Office si mantenevano sul generi- co, anche quando esistevano, dietro le quinte, barlumi di opportunith: la discrezione t l'ingrediente precipuo della diplomazia63. Inoltre, indipendentemente dalla loro tempe- stività e utilità, le proposte esterne tendevano a rimanere sullo sfondo e a svolgere una funzione di coro rispetto all'azione diplomatica. La funzione di stimolo del gruppo di pressione è indubbia anche se difficile da quantificare, ma fra il diplomatico di professio- ne e l'individuo o il gruppo che cerca d'influenzarlo lo iato è generalmente profondo e si salda solo eccezionaimente, quando fra l'interlocutore esterno e il circolo diplomatico- politico interno esistono rapporti particolari, come nel caso di Madariaga e Eden.

È difficile valutare in quale misura i tre Comitati influenzarono il Foreign Ofice. La documentazione non consente di rispondere in maniera conclusiva, anche se è innegabile la coincidenza temporale fra la conferenza dei tre Comitati svoltasi a Parigi dal 30 aprile al 2 maggio 1938 e la spinta impressa da Cadogan e Halifax alla ricerca di una soluzione dell'impasse diplomatica, concretatasi fra l'aprile e il giugno del 1938 e penosamente naufragata agli inizi di luglio. Altre coincidenze sono anche interessanti. Presumibilmen- te, insieme alle campagne d'opinione e agli appelli provenienti da altre direzioni, la rego- lare pressione esercitata dai Comitati ebbe un effetto cumulativo sul governo di un paese dove l'opinione pubblica contava.

Ciò che distingue i Comitati britannico, spagnolo e francese per la pace civile e reli- giosa in Spagna sono l'intensità e la sistematicità dell'azione della pressione che li rese chiaramente visibili al Foreign Office. Ne fanno fede non solo i frequenti appelli lanciati da Mendizdbal a nome del Comitato spagnolo e gli appelli del BCRPS, ma soprattutto il lavoro preparatorio, in larghissima misura svolto da Sturzo dietro le quinteb4, per la con- ferenza parigina e il documento prodotto dalla medesima.

Attraverso il carteggio Sturzo-Steed abbiamo seguito la faticosa formazione del Co- mitato britannico, creatura di Sturzo, senza il cui indefesso lavoro non sarebbe né venuta alla luce, né rimasta in vita. I1 Comitato spagnolo e quello francese dovevano la loro esi- stenza a un altro lavoratore indefesso, il professar Alfredo Mendizdbal, un giurista dell'u- niversità di Oviedo, meno noto e scintillante di Madariaga, ma come lui alieno al settari- smo dei due campi in cui la Spagna si era divisa nel luglio del 193665.

Fra le prime fatiche di Mendizdbal troviamo un bollettino, "La Paix en Espagne", che uscì quattro volte dal febbraio al novembre del 193766. Intanto i due Comitati, spagnolo

63 La direttiva di mantenere segretezza assoluta e di rispondere alle indagini, in parlamento o fuori, che il governo non considerava il momento opportuno alla mediazione, fu specificata da W. Roberts il 14-1-1938 in una nota a Mounsey e Cranborne, approvata da Eden. Cfr. PROIF0371122659/W172/86/41.

64 Cfr. ili.5, & 505-509, specialmente 507 e 508. Su Mendizibal cfr. supra, carteggio, lettera 57, nota 116. 65 Cfr. m, f. 499, C. 26: Mendizibal, Parigi, 10-4-1937, a Sturzo: "Estarnos preparando aqui, con la

gran ayuda de Maritain un rnovimiento por la paz civil en Espafia. ... Tenernos ya un Cornité de Espagnols residentes en Francia y otro de Franceses y de otras nacionalidades tarnbien residentes aqui (Domenico Russo enrre elles)"; f. 506, C. 8: Documento programmatico del Comitato francese, senza data, preparato da Mari- tain col consenso di Etienne Borne, Claude Bourdet, Maurice de Candillac, OIivier Lacombe, Jacques Madaule, Gabriel Marcel, Domenico Russo, Yves Simon, Pierre van der Meer de Walcheren, Paul Vignaw, Louis Le Fur, Louis Rolland. Cfr. anche J. Tusell, G. G. Queipo de Llano, E1 Catolicismo mundialy la guerra a!e Ejpafia cit., pp. 96- 157,24 1-296.

66 "La Paix en Espagne - Bulletin rnensuel du Comité d'Action pour la Paix en Espagne" - 6 rue de la Paix, Paris 2e. Copie dei nn. 1 (febbraio 1937), 2 (aprile 1937) e 4 (novembre 1937) in ALS, f. 505, cc. 1,2, 5.

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e francese, si erano consolidati e nel dicembre del 1937 uscì il primo numero di "La Paix Civile", un bollettino più robusto del precedente che uscì sulle prime abbastanza regolar- mente e cessò le pubblicazioni nel maggio del 193967. Nell'aprile del 1938 Madariaga accettò di presiedere la delegazione spagnola alla conferenza di Parigi; in seguito fu presi- dente onorario del Comitato spagnolo e collaborò attivamente nella seconda metà del 1938, specialmente per la tregua nataliziacs.

Fu quasi sempre Steed a trasmettere gli appelli e le proposte dei Comitati al Foreign Office. In due occasioni egli espresse riserve sull'opportunità dei suggerimenti di Men- dizAbal69, ma adempì sollecitamente agli impegni che si era assunto come presidente del BCWS. Fino al maggio del 1938, tranne una volta, egli passò attraverso Vansittart di cui condivideva l'ostilità all'appement e che conosceva da lunga data: entrambi avevano partecipato alla conferenza di pace di Parigi nel 1919. Come 'contatto' Vansittart era un po' debole a causa della sua emarginazione all'interno del Foreign Office nel gennaio del 193870. Dall'autunno di quell'anno ci si rivolse invece direttamente ad Halifax, forse nel- la speranza di ottenere maggiore visibilità ed effetti più incisivi.

La raccolta si apre con una lettera, reperita fra le carte del Foreign Office, in cui Steed, senza nominare Sturzo, ne riportava le impressioni raccolte durante un soggiorno a Parigi agli inizi di marzo 1937. Al di là dell'interesse intrinseco di tali opinioni, soprattut- to riguardo alle pericolose implicazioni internazionali di una vittoria italo-tedesca-fran- chista, la lettera dimostra che Sturm cominciò ad adoperarsi per la mediazione molto pri- ma che i comitati spagnolo e francese fossero pienamente operativi. Durante l'intervallo che separa questo documento da quello successivo e che corrisponde alla travagliata gesta- zione del BCRPS, Steed trasmise un appello dei comitati spagnolo e francese a Lord Ply- mouth, non reperito fra le carte del Foreign Office71. Seguì l'appello del dicembre 193772.

La maggior parte dei documenti sono concentrati nel periodo marzo-maggio 1938, quando la Catalogna e Barcellona sembravano destinate a crollare in breve tempo. Dopo una pausa estiva gli appelli riprendono in settembre e si concentrano di nuovo nel perio- do della crisi finale della repubblica spagnola.

67 "La Paix Civile - Bulletin mensuel du Comiti Espagnol pour la Paix Civile" - 22 rue de St. Augustin, Paris. I primi numeri erano di 16 pagine; copie dei nn. 1 (dicembre 1737), 2 (gennaio 1738), 3 (marzo 1738), 4-5 (maggio-giugno 1738), 6 (ottobre 1738) in ALS, f. 505, cc. 7,32,48, 50, 51; l'ultimo numero fu aprile-maggio 1737 (cfr. ALS, f. 507, C. 85: Mendizibal, Parigi, 31-5-1739, a Stum).

68 Cfr. in&, Appendice Spagna, Parte I, doc. 20,27, 37; Tusell, Queipo de Llano, E1 Catolicismo mun- dialylaguprradeEipa&, cit., p. 147.

69 Infia, Appendice Spagna, Parte I, doc. 1 1 e 15. 70 Nonostante osteggiasse l'appeasement dei dittatori, Vansittart non rilevò le implicazioni strategiche di

una vittoria franchista fino alla metà del 1738. Cfr. Edwards, The British Gouernment and the Spanisb Ciuil War, 1936-1939, cit., pp. 2 1 1-21 2.

71 ALS, f. 505, C. 4: copia dattiloscritta di appello a "Monsieur le Président du Comiti de non-inre~en- tion, Londres", Parigi, 1 1-8- 1737, riprodotto in iu Puix Civile, n. 1, dicembre 1737: Message dressP à Lord Plymouth e menzionato da S m m in ML, W, p. 126 (lettera ai "Manchesrer Guardian", 18-3-1938). S m m , che si trovava a Parigi dal 20 luglio aila fine di agosto 1937, fu presente alla scesura del documento da parte dei comitati spagnolo e francese. Cfr. LS-MS, N, 1935-1740, pp. 213- 223; ALS, f. 506, C. 78: Pope-Hennes- sy, ottobre 1737, a S m m . Sull'appello di dicembre cfr. infia, Appendice Spagna, Parte I, doc. 3-7.

72 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 3-7.

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I1 percorso centrale della raccolta riguarda la conferenza svoltasi a Parigi nella primavera del 1938, che rappresentò il momento più intenso dell'attività dei tre Comitati73. La storia della conferenza è riassunta nel "Memoire Explicatif"74 che faceva da preambolo alla bozza di proposta d'armistizio presentata da Sturzo alla conferenza. I1 documento successivo75 è il primo piano di armistizio presentato dal BCRPS al Foreign Office in marzo con il consenso del Comitato spagnolo: il momento era tragico e urgeva fare qualcosa. I1 backgrounddi tale documento, fornito in nota al medesimo, dimostra però che questo piano non fu il frutto di un lavoro affrettato. Sturzo aveva concepito sin dal novembre del 1937 l'idea di una propo- sta specifica, ritenendo che fosse inutile ripetere gli appelli generici all'armistizio e alla mediazione. I1 documento altro non è che la traduzione in inglese con vari aggiustamenti di una bozza stesa a varie riprese da Sturzo. Nel carteggio Sturzo-Steed le lettere 79 e 80 si rife- riscono alla fase preparatoria. Una caratteristica saliente di questa prima proposta è che essa, come i due appelli dell'agosto e del dicembre del 1937, sull'onda della prima iniziativa anglo-francese di mediazione del dicembre del 1936, partiva dall'ipotesi di trasformare il Comitato di Non-Intervento in uno strumento di mediazione76. Sappiamo dalle note di discussione dell'appello di dicembre77 che il Foreign Office escludeva tale ipotesi: se ne può dedurre che Steed non fosse al corrente delle opinioni dei funzionari.

Possiamo quindi seguire il progresso dell'organizzazione della conferenza: se si con- frontano il programma prowisorio e quello definitivo della conferenza si scorge abba- stanza facilmente il processo attraverso il quale i temi, sminuzzati nel programma prowi- sorio, si ricomposero in relazioni su temi ampi nel programma definitivo78.

Fra il programma prowisorio e quello definitivo si apre nella raccolta un secondo percorso che emana direttamente dal Comitato spagnolo e ne illustra le preoccupazioni più immediate e contingenti, legate direttamente agli avvenimenti della guerra79. I1 14 marzo 1938 Steed trasmette una lunga lettera sul progettato scambio generale di prigio- neri con il suggerimento di neutralizzare alcune zone di passaggio fra i due fronti per faci- litare le operazioni di scambio; il 29 marzo, in relazione alla temuta caduta di Barcellona, Steed passa a Halifax i suggerimenti di Mendizibal per prevenire atrocità a carico delle popolazioni civili e ancora, il 5 aprile, il suggerimento di una tregua di quindici giorni per permettere le evacuazioni dei civili dalle zone maggiormente minacciate della Catalogna.

Mendizdbal non si illudeva sulle prospettive di una pace di compromesso. I1 28 marzo 1938, in una lettera in cui da un lato commentava la proposta di armistizio da presentare alla conferenza di Parigi e dall'altro pregava S t u m di adoperarsi per suggerire le-misure di protezione prontamente riferite da Steed a Halifax il giorno successivo, egli scriveva:

Nous pensons que, meme si I'on envisage les dew hypothèses: celle de la possibilité d'une paix et celle de la victoire absolue de Franco, tant qu'il y aura quelque espérance, tant que tout ne sera pas consideré comrne perdu, on ne doit utiliser que la première proposition.

73 Infra, Appendice Spagna, Parte I, doc. 8-1 0; 2 1-26. 74 In+, Appendice Spagna, Parte I, doc. 8. 75 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 9. 76 Cfr. "La Paix en Espagnen, n. l , febbraio 1937: Pour IArmisticc et la MCdiation m Ejpagne. 77 Infra, Appendice Spagna, Parte I, doc. 7. 78 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 10 e 2 1. 79 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 1 1-1 8.

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Néanrnoins, cornrne les nouvelles empirent chaque jour et que I'avancernent des troupes de Franco se fait dans des conditions d'immense supériorité de materiel, avec la protection de i'avia- tion italo-allernande et avec une artillerie lourde qui rnanque aux gouvernementaux, il faut se disposer à afFronter I'hypothbe de la catastrophe, et agir pour qu'au moment opportun, avant qu'elle ne se produise, les gouvernernents anglais et franpis, notamment le premier, interviennent énergiquernent pour essayer d'obtenir des conditions de reddition humaines, et pour éviter des répresailles ou une étape de terreur fasciste80.

Gli appelli ad hoc, stesi in fretta, a volte un po' oscuri, a volte improbabili, presentati anche in seguito da Mendizabal, vanno letti tenendo presente questa sua ansia costante di evitare il peggio ai suoi connazionali che lo spinge a tentare ogni strada, anche la meno probabile, per modificare seppure marginalmente il corso degli eventi ed attenuare la sof- ferenza e la distruzione.

Con i due documenti successivi ritorniamo al percorso centrale: il professor Gilbert Murray, ha promesso di partecipare alla conferenza - nel programma egli figura come partner di Madariaga nel discorso d'apertura - ma vorrebbe l'opinione di Vansittart. Questi non si allontana, nella sua risposta, dalle direttive generali di scoraggiare le speran- ze nella mediazione e di non lasciar trapelare nulla di quanto bolle in pentolagl. La lettera di Murray fa pensare a un tentativo di ottenere informazioni o conferme a voci che corre- vano. Quanto i membri del BCWS che si recarono a Parigi sapessero degli scambi in corso in quei giorni fra il Foreign Offìce e gli agenti britannici in Spagna e delle proposte che si stavano studiando a Londra, non sappiamo.

Neppure sappiamo se fosse casuale la coincidenza fra la conferenza parigina e la pub- blicazione il 30 aprile dei 13 punti di Negrin, che sono generalmente interpretati come un'ouverture alla mediazione e che includevano, come il piano dei tre comitati, il rispetto per le libertà civili, religiose e regionali, l'indipendenza da influenze straniere e l'amnistia politica82. I1 piano prodotto dalla conferenza derivava dalle bozze che Sturzo, in consulta- zione con il Comitato spagnolo, aveva preparato sulla base del suo piano di marzo. Que- sto faceva perno sul comitato di non intervento che avrebbe avanzato la proposta d'armi- stizio, indotto le due parti a nominare dei plenipotenziari e stabilito una commissione internazionale per assistere i plenipotenziari nei negoziati per la formazione di un gover- no provvisorio. I termini concreti dell'armistizio e il delicato passaggio ai negoziati di pace restavano nel vago: la proposta era ricca di suggerimenti, come il prestito internazio- nale per la ricostruzione e un corpo di polizia internazionale ma non faceva proposte sul futuro assetto del paese dopo la pacificazione. Era, come dichiarava Steed nella lettera introduttiva, solo una prima bozza.

I1 piano di maggio appare invece più organico e completo83. In esso non si parlava più del comitato di non intervento - idea inaccettabile al Foreign Offìce - ma di "powers working for peace" che avrebbero invitato le due parti a cessare le ostilità e a firmare un armistizio che avrebbe congelato i due governi allo statu quo, con pieni poteri ammini-

80 ALS, f. 508, C. 25: Mendizabal, Parigi, 28-3-1938, a Smno. 8' Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 19 e 20. 82 Sui tredici punti di Negrin cfr.: Edwards, The Britisb Gouernment and the Spanish Ciuil War, 1936-

1939, cit., pp. 200-201; Beevor, The Spanish Civil War, cit., pp. 339-340. 83 Infia, Appendice Spagna, Parte I, doc. 24.

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strativi nelle rispettive zone. L'armistizio sarebbe durato il tempo necessario per stabilizza- re le due zone, rimpatriare i combattenti stranieri, ristabilire la libertà di culto e di inse- gnamento, effettuare il disarmo dei civili e la cessazione di ogni ostilità e propaganda osti- le, garantendo la libera circolazione fra le due zone. Nel frattempo le potenze mediatrici avrebbero nominato una commissione internazionale che si sarebbe messa a disposizione delle due parti per facilitare le trattative di pace. In maniera non prescrittiva si suggeriva poi la formazione di un governo prowisorio guidato da un triumvirato: le due parti avrebbero nominato un triumviro ciascuna; i due triumviri avrebbero scelto il terzo che avrebbe rivestito funzioni presidenziali. I1 triumvirato, chiamato "commissione governa- tiva" nel piano, avrebbe nominato un governo prowisorio con il compito di redigere uno Statuto prowisorio che regolasse i rapporti fra le autorità statali e quelli fra i cittadini e lo Stato. Lo Statuto prowisorio si sarebbe basato su principi non totalitari e avrebbe garanti- to la piena libertà civile religiosa e politica dei cittadini. Alla preparazione dello Statuto prowisorio da parte del governo prowisorio assistito dalla commissione internazionale sarebbe seguita una consultazione elettorale e l'entrata in vigore di una costituzione per- manente con l'installazione di un governo unificato.

I1 piano elaborato a Parigi manteneva molti elementi in comune con quello di marzo, quali un prestito internazionale per la ricostruzione, l'amnistia e la garanzia dei confini del 1936, la neutralizzazione della Spagna, la sospensione della validità dei trattati stipu- lati durante la guerra, ma ne differiva sostanzialmente in quanto ridimensionava sensibil- mente il ruolo delle potenze mediatrici riducendolo ad una funzione consultiva, partiva dal congelamento delle conquiste militari delle due parti, prevedeva un periodo di durata imprecisata durante il quale i due governi avrebbero coesistito e avanzava proposte al- quanto specifiche per un governo prowisorio che avrebbe guidato la transizione ad un as- setto costituzionale definitivo.

La derivazione di queste idee è complicata da districare. Il piano di marzo è senza dubbio la base di quello di maggio, che però presenta forti somiglianze, nel meccanismo del passaggio dall'armistizio alla pace, con le idee esposte da Madariaga a Eden nel dicem- bre del 193784. Probabilmente fu il Comitato spagnolo ad agire da 'cinghia di trasmissio- ne' delle idee di Madariaga. Sappiamo che Sturzo il 22 marzo aveva inviato una bozza a Mendizibal con la preghiera di fargli pervenire le opinioni e le controproposte del Comi- tato spagnolo. Gli spagnoli, mentre reputarono sufficiente la parte relativa all'armistizio, avanzarono suggerimenti per la parte relativa all'organizzazione della pace, fra cui il triumvirato e lo statuto prowisorio, I'esclusione di un regime totalitario e garanzie relati- ve all'autonomia basca e-catalana85. In base a questi suggerimenti Sturzo rielaborò il pia- no, aggiungendo una parte sull'organizzazione della pace che fu solo parzialmente trasfe- rita nel piano definitivo. La parte che Sturzo aveva previsto e che non rientrò nel piano definitivo riguardava il Consiglio di stato ed i meccanismi per l'entrata in vigore della nuova Costituzione. Sturzo proponeva un Consiglio di stato di cinquanta membri pro- posti dal governo prowisorio e nominati dai triumviri, diviso in due sezioni: politico- amministrativa ed economico-sociale. Tale Consiglio di stato avrebbe avuto funzioni

84 Inja, Appendice Spagna, Parte 11, doc. 1 . 85ALS, f. 508, C. 22: Sturzo, 22-3-1938 a Mendidbal; C. 25: Mendizibd, Parigi, 28-3-1938 a Sturzo; C.

27: Note complknentaire à la Proposition faitepar Don Sturw au Britisb Comrnittee, en date du 22 mars 1738.

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consultive rispetto alla preparazione degli statuti prowisori, alla nuova costituzione e a tutte le questioni relative alla ricostruzione amministrativa, politica ed economica del paese. La bozza della nuova Costituzione, preparata dal governo prowisorio in consulta- zione con il consiglio di stato sarebbe stata resa pubblica e per tre mesi i cittadini sarebbe- ro stati invitati a presentare i loro desideri e suggerimenti di modifica sotto forma di peti- zioni. In seguito un'assemblea, eletta in base a criteri stabiliti dal governo prowisorio in consuitazione con il consiglio di stato e approvati dai triumviri, avrebbe deciso sulla for- ma da dare alla Costituzione definitiva e avrebbe indetto le elezioni politiche quando la situazione fosse sufficientemente tranquillag6. La maggior parte dei dettagli previsti da Sturzo rientrarono nel piano di maggio, ma l'esclusione delle parti relative al Consiglio di Stato, alla Costituzione e alla riforma agraria fa presumere che i rappresentanti convenuti a Parigi non fossero riusciti a mettersi d'accordo su aspetti che probabilmente molti rite- nevano forieri di divisioni se introdotti prematuramente.

La conferenza parigina fu seguita da una pausa nell'azione di pressione sul Foreign Office: in maggio-giugno la pressione nazionalista sulla Catalogna si allentò e le operazio- ni per l'allargamento a sud del corridoio verso il Mediterraneo non ebbero effetti dirom- penti grazie alla riorganizzazione delle forze repubblicaneg7. Tuttavia il lavorio per la pace proseguiva. Intorno alla metà di luglio 1938 i comitati spagnolo e francese valutarono se lanciare un nuovo appello al Foreign Ofice: Madariaga non lo riteneva opportuno e ci si limitò ad una lettera al "Manchester Guardian" che la mise in rilievo in un editoriale. La diplomazia britannica aveva appena subito lo scacco di cui noi sappiamo, ma di cui I'opi- nione pubblica era all'oscuro: il governo era in imbarazzo e rispondeva in maniera sibilli- na alle numerose interrogazioni parlamentari; si speculava sui termini discussi a Roma della 'soluzione della questione spagnola', ignorando che una proposta d'armistizio era stata avanzata e respinta in maniera umiliante88.

L'attività pubblica dei comitati riprese nell'autunno e coincise con le fasi salienti del- l'attività diplomatica britannica e della crisi finale della repubblica spagnola.

Alla fine di settembre, in coincidenza da un lato con la crisi che sfociò nella conferen- za di Monaco e dall'altro con le insistenti voci di possibilità di mediazione che circolava- no in Spagna sia in campo nazionalista, sia in campo repubblicano, il comitato spagnolo rivolse ai governi francese e britannico un circostanziato appello. In esso sono riscontrabi- li paralleli, nella valutazione della situazione delle due parti, con un contemporaneo rap- porto di Sir Philip Chetwode, alla cui missione per lo scambio dei prigionieri di guerra l'appello faceva esplicito riferimento come strumento per avviare le trattativegs.

86 Cfr. ALS, f. 508, C. 44: Drajphn far un Armistice in Spain and Scheme of Peace Preliminaries, proposed by the British Comrnitteefor Civiland Religious Peace in Spain to tbe International Confrrence promoted by tbc Comrnittees for Peare in Spain, for Apri1 30J) Mayla and2nd 1938.

87 Cfr. Beevor, The Spanish Civil War, cit., pp. 337-338,342-345. 88 Cfr. m, f. 509, C. 5: Mendizibal, Parigi 12-7-1938, a Sturzo; f. 509, C. 7: ritaglio dal "Manchester

Guardian", 21-7-1938: The War in Spain. Appealfor a Peace by Conciliation, firmato per i tre comitati da Steed, Baday Carter, Maritain, Bourdet, Mendizibal e Roca; f. 509, C. 8: ritaglio dal "Manchester Guar- dian", 21-7-1938: Thc Unknown "Setthcntn. Sul lavorio estivo cfr. ALS, f. 508, C. 86: Mendizibal, Parigi 3-6-1938, a Stum, con minuta di risposta del medesimo, 5-6-1938 e il fascicolo 509, specialmente cc. 1 . 24,26.

89 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 28; Parte 11, doc. 17.

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I1 BCWS giunse puntuale alla scadenza successiva, la riapertura dei negoziati a Roma per l'accordo Anglo-Italiano, con una lettera a Halifax che era stata preparata da Sturzo e con la ripresentazione del piano d'armistizio di Parigi. Questa volta la discussione fra i funzionari fu vivace. Walter Roberts, che due mesi più tardi avrebbe formulato, riecheg- - giando le idee espresse da Thompson in gennaio e sulla scorta delle opinioni di Mendid- bal e di Irujo, una chiara proposta di un appello pubblico agli spagnoli da parte del primo Ministro, suggeri di mostrare a Chamberlain il piano d'armistizio in quanto esso conte- neva gli elementi necessari ad effettuare la mediazione, e di.dare al BCRPS il credito dovu- to. ~ i u n s e ~ lo frenò, come avrebbe poi fatto in dicembre; Halifax, d'accordo con Moun- sey, suggerl di abbellire un po' la risposta90.

Quasi contemporaneamente troviamo un'estensione degli sforzi dei comitati negli Stati Uniti: prendendo lo spunto da una iniziativa del filosofo Ortega y Gasset, il 19 otto- bre Maritain scrisse a Roosevelt sollecitando il suo appoggio al piano d'armistizio del BCWS91. La risposta fu negativa, ma di li a due mesi anche gli Stati Uniti, sull'onda del movimento formatosi nell'unione Panamericana, si sarebbero dichiarati propensi a soste- nere la mediazione.

Alla vigilia delle conversazioni anglo-francesi di novembre il BCRPS intervenne di nuovo puntualmente con una lettera di Steed, anch'essa preparata da Sturzo, sulla conces- sione del diritto di belligeranza a Franco92: una questione che in quel torno di tempo si stava discutendo al Foreign Ofice, dove c'era chi propendeva per la concessione. La risposta di Halifax fu meno riservata del solito, forse perché proprio in quei giorni Chetwode, inorridito dalla crudeltà di Franco verso i prigionieri, gli aveva scritto racco- mandandogli di non cedere su quel punto93.

I1 penultimo intervento segnò l'ultima speranza: la tregua natalizia, che Mendizibal aveva lungamente caldeggiato mobilitando il Vaticano tramite il cardinal Verdier, gli ambasciatori delle repubbliche sudamericane e la stampa parigina94. L'ultimo interven- t095 era stato suggerito alla fine di gennaio da Mendizdbal che aveva scritto a Sturzo:

[. . .] Nous nous occupons de la question tr&s urgente d'obtenir que se constitue une zone de refuge pour la population civile dans la province de Gerona, sous la protection de la Croix Rouge et avec une garantie internationale. I1 serait très utile que le Cornité britannique appuie cette dérnarche aupr&s du Foreign Office [. . .]96.

Abbiamo detto all'inizio che uno dei ruoli e meriti principali di coloro che si impe- gnarono per la mediazione fu quello di svolgere una funzione maieutica rispetto alla con- traddizione 'strutturale' del sistema politico europeo degli anni '30: continuando ad agi-

90 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 30-32. 91 Infia, Appendice Spagna, Parte I, doc. 33 e 34. 92 Infia, Appendice Spagna, Parte I, doc. 35 e 36. 93 PROIF0371/22661/W15124/86141: Chetwode, Pau, 14-1 1-1938, a Halifax, citato nell'Introduzione ai

carteggio Sturzo-Steed. 94 I n h , Appendice Spagna, Parte I, doc. 37-39. 95 Infa, Appendice Spagna, Parte I, doc. 40-4 1 . 9GAi.5, f. 509, C. 75: Mendizibal, 25-1-1939, a Sturzo. Sul margine superiore destro della lettera si legge

nella grafia di Sturzo: "27-1-39 11 Presidente del Comitato ha scritto subito a Lord Halifax per la zona di rifu- gio [...I."

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tare la questione essi corroborarono l'azione dell'opposizione parlamentare, contribuendo a rendere meno agevoli e lineari le operazioni di appeasement che informavano la politica estera del governo britannico. A lungo andare essi forse agirono anche sulla coscienza di certi funzionari del Foreign Off~ce, incoraggiandoli a esprimere opinioni che, senza quel continuo stillicidio, avrebbero potuto rimanere inespresse, confinate fra i pensieri privati. Leggendo il memoriale scritto da Walter Roberts il 16 dicembre 1938 è difficile sfuggire a tale impressione97.

Se 'rivoltiamo' il precedente ragionamento e valutiamo dall'interno l'azione dei tre comitati e di coloro che di fronte alla tragedia spagnola rifiutarono di aderire alla visione settaria e selettiva dell'una o dell'altra parte e si adoperarono per la mediazione pur sapen- do di avere chances di successo minime, se non inesistenti, percepiamo la loro voce come quella della coscienza collettiva dei tardi anni trenta: un grillo parlante, minuscolo ma persistente, che continua imperterrito a dire ciò che va detto anche quando sembra che nessuno ascolti, o capisca, o voglia capire.

Nel 1963, a conclusione del suo capitolo sui tentativi di negoziato e di mediazione in Spagna, Georges Roux notava:

Notre epoque parait ne plus concevoir la conclusion d'une guerre autrement que par une capitulation pure et simple. Pour elle, il n'existe qu'un seul terme: la reddition sans conditions. Le rnot de Paix, au sens de paix discutée et negocii, comme au xVIIe ou au XVIIIe siècle, sernble aujourd'hui $tre rayg de notre vocabuiaire98.

Oggi, a quarant'anni di distanza da queste osservazioni, la guerra non è stata elimina- ta come metodo di risoluzione delle dispute interne alle nazioni e fra nazioni. Tuttavia, superata la svolta cruciale della seconda guerra mondiale, con il graduale e non ancora concluso dissolversi della pesante cappa della polarizzazione ideologica che condizionò ed estrernizzò i conflitti e le paci del XX secolo, il ricorso all'arbitrato e alla mediazione è entrato a far parte della prassi politica internazionale: dall'Irlanda a Israele, dalla ex Jugo- slavia a Sri Lanka. Forse le mot de Paix sta rientrando, con immensa fatica, nel nostro vocabolario.

Sessant'anni dopo la feroce conclusione della guerra di Spagna, Sturzo, Steed, Men- dizdbal, Roca, Maritain, Madariaga, Irujo, Lisazo e i tanti che lavorarono, con loro o in parallelo, per carpire la chimera della pace di conciliazione, ci appaiono come simbolo e modello di coloro che, in un conflitto, puntano ad una direzione diversa, non a compro- messi di comodo, o ad un pacifismo astratto e dogmatico, ma ad un modo alternativo di 'vedere' la realtà e dunque di condurre gli &ari nazionali e internazionali:

l'eliminazione della guerra dai mezzi legittimi di difesa del diritto, perché vi sono altri mezzi di tutela del diritto, come la comunità delle nazioni, l'arbitrato e il disarmo99.

97 PROIF0371122662/W 1678 118614 1, fogli 226-243: memorandum di W. Roberts e discussione, 16-20 dicembre 1938, di cui si i? parlato sopra nella parte sulla diplomazia britannica.

98 ROUX, Lagucrrc civile d'Espagne, cic., p. 256. 99 ML, IV, p. 132.

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La g u e m di Spagna negli archivi di Londra e dell'lstituto Sturzo

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I documenti sono suddivisi in due parti: nella prima sono riprodotti quarantuno documenti relativi ai Comitati per la pace civile e religiosa in Spagna, reperiti nell'hchivio Storico Luigi Stuno di Roma, neil'Archivio del Churchill College di Carnbridge e nel Public Record Ofice di Londra. I1 fine deila prima parte è la documentazione, completa per quanto possibile, dell'anività pubblica in Gran Bretagna dei Comitati per la pace civile e religiosa in Spagna. Va sottolineato che Stuno, pur essendo nominato raramente in que- sti documenti, collaborava sistematicamente con Alfredo Mendidbal, presidente del Comitato spagnolo ed era la fonte diretta degli appelli del British Committee for Civil and Religious Peace in Spain. In vari casi le minute di S t u m reperite nel suo archivio dimo- strano con sicurezza che egli era il reale autore delle lettere di Steed al Foreign Ofice.

Nella seconda parte sono riprodotti ventiquattro documenti del Foreign Office, scelti in base a tre criteri: la rilevanza riguardo ai tratti salienti delle iniziative diplomatiche bri- tanniche di mediazione; il parallelismo cronologico e le coincidenze con le iniziative dei Comitati per la pace civile e religiosa in Spagna; le contraddizioni interne al campo repubblicano rispetto alla disponibilità ai negoziati.

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Parte I - Sturzo, Steed e i Comitati per la pace civile e religiosa in Spagna

1) Steed a Vansittart 2) Vansittart a Steed 3) Steed a Vansittart 4) Comitato francese a

Lord Plymouth 5) Comitati francese e spa-

gnolo a Lord Plymouth 6) Leigh a Steed 7) EO., discussione 8) Memoire Explicatif 9) BCRSP piano armistizio

IO) Programma prowisorio conferenza di Parigi

1 1) Steed a Vansittart 12) Comitato spagnolo

a Lord Halifax 13) Vansittart a Steed 14) Steed a Lord Halifax 15) Lord Halifax a Steed 16) Steed a Vansittart 17) Appello del Comitato

spagnolo 18) Vansittart a Steed 19) Murray a Vansittar~ 20) Vansittart a Murray 2 1) Programma conferenza

di Parigi 22) Comitati britannico,

francese e spagnolo a Lord Halifax

23) F.O. a Comitato spagnolo 24) Steed a Vansittart e piano

d'armistizio 25) Caccia a Steed 26) F.O., discussione 27) Mendidbal al sotto-

segretario di stato 28) Comitato spagnolo

a Lord Halifax 29) Roberts a Mendidbal

14-3-1937 PRO/F0371/21327/W5466/7/41, fogli 283-287 6-4- 1937 PROlF0371/21327iW5466/7/4 1, foglio 288 30-12-1937 PROIF0371/22659/W477/86/41, foglio 36

20- 12- 1937 PRO/F0371/22659NG477/86/4 1, foglio 37

20-1 2- 1937 PROIF0371122659/W477/8614 1, fogli 38-39 3 1-1 2-1 937 PROIF0371/22659/W477/86/41, foglio 40 18119-1-1338 PROIF0371/22659/W477/86141, foglio 35 S. d. [mar. 19381 ALS, f. 508, C. 61 febbr.-mar. 1938 ALS, f. 508, C. 15 e CCC, D-C-R, REND 1214

marzo 1 938 CCC, D-C-R, REND 1214 20-3- 1938 PRO/F0371122606/W383119/41, foglio 26

14-3-1938 PRO/F0371/22606/W3831/9/41, fogli 27-33 30-3-1938 PROIF0371122606/W383 1/9/41, foglio 34 29-3-1 938 PROIF0371/22607/W4710/9141 12-4-1938 PROIF0371/22607/W47 101914 I 5-4-1938 PROIF037 1 /22608/W5276/9/41, foglio 10

30-3-1938 PRO/F037i/22608/W5276I9I41, fogli 11-12 12-4-1 938 PROlFO37 1/22608/W527619141, foglio 13 144-1938 PROlF0371122659/W5275/86/41, foglio 103 27-4- 1938 PROlF0371/22659/W5275/86/41, fogli 104- 105

aprile 1938 ALS, f. 508, C. 59

PROlF0371122659nX'5815/86/41, fogli 140-142 2-5-1938 e ALS, f. 508, C. 73 13-5-1938 PRO~F0371/22659/W5815186141, foglio 143

19-5-1938 PRO/F0371122659lW6689/86/41, fogli 167- 173 20-5-1938 PRO/FO371~22659/W6689/86141, foglio 174 13 e 19-6-1938 PROIF0371/226591W6689/86/41, foglio 166

28-9-1938 PROIF037 1122660/W13054/86141, fogli 457462 7-10-1938 PROlF037 1/22660/W13054/86/41, foglio 462%

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30) Steed e Barclay Carter a Lord Halifax

31) EO., discussione 32) Roberts a Steed 33) Maritain a Roosevelt 34) Assistente segretario

di stato a Maritain 35) Steed a Lord Halifax 36) Lord Halifax a Steed 37) Barclay Carter

a Lord Halifax 38) Mendizibal e Roca

a Lord Halifax 39) Caccia a Barclay Carter 40) Steed a Lord Halifax 4 1) Lord Halifax a Steed

PROlFO371122661/Wl335G/86/41, fogh 13-1 4A PROlFO371/22661/Wl3356/8G/41, foglio 12 PROIF0371/22661/W13356/86/4 1, foglio 15 ALS, f. 509, C. 71

ALS, f. 509, C. 72 PROIF0371122657/W15453/83/41, fogli 125-127 PR0/F0371122657/W15453/8314 1, foglio 128

PR0lF0371/22662/W16536/86/41, foglio 197

PRO/FO37l/22662/WlG536/86/41, foglio 198 PR01F0371122662/W16536186141, foglio 199 PROlF0371 124 136/W2097/66/4 1, fogli 242-243 PRO/FO371/24 136/W2097/66141, fogli 244-245

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14 marzo 19372

Mio caro Vansittart, Questo pomeriggio mi ha fatto visita un distinto sacerdote italiano che per

molti anni è stato in stretto contatto con circoli cattolici spagnoli. Egli mi ha riferito le sue impressioni derivanti da conversazioni avute la settimana scorsa a Parigi con esponen- ti cattolici di tutte le tendenze politiches. Il fatto che l'opinione cattolica spagnola sulla guerra in Spagna non sia per nulla unanime rende significative le opinioni che egli ha riportato da queste conversazioni.

Fra le persone da lui incontrate vi erano dei simpatizzanti di Franco, dei rap- presentanti dei baschi e dei catalani e un assortimento di sacerdoti filo-governativi. Tutti quanti furono d'accordo che la guerra è orribile, che è un disastro completo per la Spagna e che la gente ne è disgustata. Tutti, incluso il governo, accoglierebbero con sollievo una tregua, benché nessuna delle due parti sia disposta a proporla. Arnbo le parti la accette- rebbero se fosse proposta, e moralmente imposta, dall'esterno.

Mentre il mio informatore non diede molta importanza alla notizia della scon- fitta di una divisione italiana vicino a Madrid*, egli ammise che le truppe inviate in Spa- gna da Mussolini (che egli valuta siano 80.000) non sanno per che cosa stiano combat- tendo e potrebbero demoralizzarsi. Certamente il loro cuore non è coinvolto in questa faccenda sanguinosa. Ma Mussolini non può ritirarle senza una seria perdita di prestigio e potrebbe persino aumentarle, a dispetto degli accordi di non-intervento, a meno che da un'altra direzione non arrivi un'iniziativa energica.

L'opinione del mio informatore è che l'influenza delle dittature fascista e nazi- sta ha passato lo zenith. L'avventura spagnola è seriamente criticata sia in Italia sia in Ger- mania. Ma né Mussolini né Hitler possono permettersi un arretramento troppo ovvio. Mussolini, infatti, ha "inscenato" un trionfo in Libia come un'assicurazione personale contro un fallimento o un semi-fallimento in Spagna. Tuttavia, né Mussolini né Hitler potrebbero sopportare bene un'energica proposta britannica di una tregua, diciamo di tre mesi, in Spagna; e la Francia l'accoglierebbe volentieri.

Dal punto di vista ~olitico tale tregua avrebbe il merito di impedire una possi- bile e forse probabile vittoria italo-tedesca-franchista con le complicazioni internazionali che una tale vittoria comporterebbe. Dall'altro lato, essa potrebbe evitare ulteriori deva- stazioni e spargimenti di sangue in Spagna e allontanare le conseguenze di una possibile, anche se forse improbabile, vittoria "rossa" effettiva o virtuale. Inoltre essa farebbe au-

1 Se non specificato diversamente, gli originali di questi documenti sono in inglese. 2 Public Record Office, Foreign Ofice (in seguito PRO, FO) 371/21327iW5466/7/41, fogli 283-287: let-

tera manoscritta su carta intestata: Lansdowne House 7, Holland Park, W. 11. 3 Steed si riferisce ad un soggiorno di Luigi S t u m a Parigi che trova conferma nel carteggio dei fratelli

Stum: Luigi aveva scritto a Mario da Parigi il l o e il 5 marzo e da Bruxelles il 7. L'l 1 marzo gli scrisse da Lon- dra. Cfr. LS-MS, IV, 1935-1940, pp. 193-195.

4 Si riferisce alla ritirata italiana a Guadalajara.

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mentare enormemente l'influenza e il prestigio britannici in una situazione internaziona- le intricata e pericolosa.

In Francia il mio informatore riscontrò che la situazione si è notevolmente e inaspettatamente consolidata. I cattolici francesi, anche quelli di estrema destra, hanno abbandonato l'idea di una politica fascista e sostengono il governo Blum ritenendo che esso si atterrà a una linea moderata e non anticlericale di centro-sinistra. Persino i comu- nisti sembrano intenti ad una politica di solidarietà nazionale. L'unica nuvola all'orizzon- te costituita dal sospetto - rinfocolato dalla propaganda fascista italiana - che al nostro accordo dei Genrlemens con l'Italia sia affiancato un accordo segreto in base al quale noi fingeremo di non accorgerci deli'invio di rinforzi italiani a Franco. Questo sospetto è molto forte nella sinistra francese.

Riassumendo le sue impressioni il mio informatore osservò che le trattative per un nuovo "Patto Occidentale" sarebbero una cosa se condotte e forse concluse dopo la soluzione della questione spagnola, e tutt'altra cosa se la Spagna rimanesse una piaga aperta sul lato anglo-francese. Per tutte le ragioni da lui esposte egli è convinto che questo sia il momento per una energica iniziativa britannica e che le possibilità di pieno successo sarebbero maggiori se essa venisse attuata con la massima urgenza e fermezza.

Le trasmetto queste opinioni perché esse mi paiono importanti. Molto cordialmente

Wickham Steed

6 aprile 19376

Mio caro Steed, Mi spiace di non aver risposto prima alla sua lettera del 14 marzo a causa del

fatto che ero all'estero. L'ho letta ora con grande interesse. I suoi suggerimenti pratici saranno, naturalmente, tenuti presenti, ma, per una serie di ragioni che preferirei spiegar- le la prossima volta che ci vediamo, mi sembra che una simile mossa sarebbe prematura e non propizia in questo momento.

R. Vansictart

5 Altro nome dell'accordo Anglo-Italiano. 6 PROIF0371121327AV546617I41, foglio 288: Copia di lettera dattiioscritta su carta semplice. Intestazio-

ne dattiloscritta: Foreign Ofice, S. W. 1. La discussione dei suggerimenti contenuti nella lettera di Steed era stata ampia (cfr. zbidrm, fogli 280-282). Si concluse che non era il momento di proporre una tregua: ambo le parti si aspettavano molto dall'offensiva di primavera. Tuttavia Eden riteneva che, se tale offensiva avesse con- dotto allo stallo, sarebbe convenuto tentare la mediazione. Furono preparati due telegrammi per Sir Henry Chilton a Hendaye e Sir John Leche a Vaienza, raccomandando loro di awertire prontamente qualora rite- nessero che fosse venuto il momento di proporre una tregua, ma manca l'evidenza che tali telegrammi siano stati inviati (A. ibirirm, foglio 289).

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30 dicembre 17377

Mio caro Vansittart, Come richiesto dal Rev. Don Luigi Sturzo, il quale sta organizzando il corri-

spettivo Britannico di un autorevole Comitato Francese per la promozione di un accordo in Spagna, le mando due comunicati indirizzati dal Comitato Francese al presidente del Comitato di Non-Intervento e le sarei grato se gentilmente facesse in modo che arrivino nelle giuste mani.

Don Sturzo e altri attuali ed eventuali membri del Comitato Britannico, che sono in contatto con entrambe le parti in Spagna, sono convinti che stia giungendo rapi- damente, se non è già a portata di mano, il momento in cui un'iniziativa britannica o franco-britannica per promuovere un accordo in Spagna, potrebbe avere un'ottima possi- bilità di successo

Cordialmente

Wickham Steed

20 dicembre 19378

Le Comité Francais pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne ,

à M. Le Président du Comité De Non-Intervention

Nous avons I'honneur de vous addresser ci-inclus une note destinée a MM les membres du Comité de Non-Intervention, et dont nous vous serions reconnaissants de leur donner connaissance. Nous vous signalons que le Conseil de direction du Comité Francais pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne comprend les personalités suivantes: Mgr. Beaupin, Président du Comité fiancais de Caritas Catholica, Sécretaire du groupe franpis de 1'Union Catholique d'ktudes Internationales; Georges Duhamel, de YAcadémie Franpi- se; Dr. de Fresquet, sécretaire du groupe franpis de Caritas Catholica; Louis Gillet, de YA- cadémie Franpise; Daniel Halévy, Louis Le Fur, professeur à la Faculté de Droit; Jacques Madaule; Gabriel Marcel; Jacques Maritain, professeur à I'Institut Catholique de Paris;

7 PROIF0371/22659/W477/86/41, foglio 36: lettera dattiloscritta su carta intestata: 7, Lansdowne House, Lansdowne Road, W. 1 1.

8 PROIF0371/22659/W477/81141, foglio 37: lettera dattiloscritta in francese su carta intestata: Corniré Francais pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne, 47, Avenue d'Iéna, Paris XVI.

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Louis Massignon, professeur au Coliège de Frane; Francois Mauriac, de 1'Acadérnie Franpise; Ernrnanuel Mounier; Paui Vignaux, chargé de cours à I'École des Hautes Études.

Copie de la note ci-incluse est transrnise à M. le Ministre des Maires Etrangè- res de la République Franpise.

Pour le Cornité Franpis pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne

Le Sécretaire Claude Bourdet

20 dicembre 19379

Le Cornité francais pour la Paix civile et religieuse en Espagne et le Comité espagnol pour la Paix civile à Messieurs les Mernbres du Cornité de Non-Intervention

D'accord avec les initiatives qui se sont produites en Angleterre le Cornité espa- gnol pour la Paix civile et le Cornité francais pour la Paix civile et religieuse en Espagne addressent ensernble aux Gouvernrnents des pays représentés au Cornité de Non-Inter- vention les dernandes suivantes:

1" 11s dernandent que pour faciliter la &che des deux cornrnissions Internatio- nales qui doivent se rendre en Espagne afin d'évaluer les effectifs étrangers cornbattants, on signale aux autorités superieures de l'une et de l'autre zone la necessité de faire cesser tout bornbardernent aérien: ce serait d'ailleurs là la prernière preuve à donner de la volonté de préparer réellement le retrait des forces étrangères.

2" 11s émettent le voeu que la question de la pacification elle-rneme soit abordée, et que le retrait des contingents étrangers soit accornpagné ou suivi à bref delai de dispositions tendent à la cessation de la guerre, puisque l'étape de la non-intervention doit &tre norrnalernent le préface d'une oeuvre constructive d'acherninement vers la paix grate à une action internationale de conciliation.

Chaque jour apparait avec plus d'evidence la necessité d'arriver à la solution pacifique d'un conflit auquel la seule force des armes ne trouvera pas d'issue véritable. Depuis de plus de seize rnois, la population civile espagnole souffre des rnaux inouis, et une effroyable rnisère s'est abbattue sur de grandes parties du pays. En attendant que sur- vienne la fin de cette atroce guerre, nous dernandons, au norn des sentirnents d'hurnanité

9 PROlF0371122659/W477/86/41, fogli 38-39: lettera dadoscritta in francese su carta semplice con intesta- zione dadoscricra Comité Franpis pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne, 47, Avenue d'Iéna, Paris XVI - Comité Espagnol pour la Paix Civile, 30, me de Grarnont, Bureau 419, Paris 11. Questa lettera s'inseriva nella strategia di pressione aperta dalla lettera di S r w al "Timesn del 6 novembre 1937 (cfr. carteggio SmmSteed, lettere 61-63), cui aveva fatto seguito una risoluzione votata dal P&F Group. I1 BCRSP votò una risoluzione ana- loga neiia prima riunione deli'l l gennaio 1938. Cfr. G, f. 505, C. 12: programma della riunione 1 1-1-1938; cc. 13 e 14: bozze di risoluzione; C. 28: Contre k B o m b a r h t Atnor m li;pagne (Documenrarion).

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les plus élémentaires, que de maintenant soient suspendus les bombardements aériens qui menacent encore tant d'innocents et ont déjà detruit tant de vies humaines.

Aucun motif tecnique, aucune raison sttatégique ne saurait jamais justifier des bombardements effectués sur les villes et qui atteignent surtout la population civile. Les Comités francais et espagnol protestent avec la dernière energie et d'une manière absolu- ment !générale contte tous les bombardements de cette nature, quel que soit le camp qui les emploie, et qu'ils soient présentés comme un moyen de guerre, de represaille ou de prévention.

Pour le Comité francais Mgr. E. Beaupin

Jacques Maritain (Président) Claude Bourdet (Sécretaire)

Pour le Comité espagnol Alfred Mendizdbal y Villalba (Président)

Victot Montserrat Juan Roca

31 dicembre 193710

Caro Sig. Wickham Steed, Sir Robert Vansittart è assente in quanto si trova all'estero, ma trasmetterò al

Presidente del Comitato di Non-Intervento gli allegati della sua lettera del 30 Dicembre. Distinti saluti

R. G. Leigh

Discussione [ l8 e 13 gennaio 193811'

Lord Plymouth ha visto le note relative a W172186141, in cui si era convenuto che la causa della mediazione probabilmente non sarebbe stata avanzata per ora da uno

10 PROIF0371122659/W477/86/41, foglio 40: copia di lettera dattiloscritta su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: Foreign Ofice, S. W. l. L'originale di questa lettera è in ALS, f. 51 1, C. 4, cfr. supra, carteggio, ienera 70.

11 PROIF0371/22659/W477/86/41, foglio 35: due appunti manoscritti sull'apposito modulo che accom-

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sforzo internazionaie e che le migliori speranze in questa direzione si trovano in un'inizia- tiva interamente Britannica presa ali'insaputa delle altre Potenze.

In queste circostanze si potrebbe opinare che dal punto di vista del governo di Sua Maestà sarebbe preferibile che l'argomento mediazione non venisse discusso dal Comitato. Non so se Lord Plymouth pensi di aver l'obbligo di inviare questo documento ai membri del Comitato: se così non fosse, suggerisco che dovrebbe essere mandata una semplice ricevuta attestante che è stato preso atto dei contenuti etc. Non credo sia neces- sario far notare che la mediazione è, in ogni caso, al di fuori dell'area di competenza del Comitato.

WI-IM [Pollock] 1811

Sarebbe difficile per me confermare d'aver ricevuto questo senza spiegare per- ché non mi comporto come mi è stato chiesto. Dato che il Sig. Steed li ha senza dubbio informati che la loro lettera è stata passata ai Presidente del Comitato, non credo sia necessario un mio ulteriore intervento.

P[lymouth]. 1911 WHM [Pollock] 191 1

Memoire ExplicatiP*

Le projet de plan pour un armistice en Espagne et preliminaires de paix ci- joint, a l'historique suivant:

I) A son assemblée du 11 Janvier de cette année [1938], le Comité Britannique exprima l'idée d'une Conférence entre les Espagnols importants qui sont hors d'Espagne et des représentants des trois Comités pour la Paix en Espagne. L'idée fut acceptée par le Comité Espagnol, qui dressa un questionnaire concernant les sujets devant ;tre traités à la Conférence et le communiqua aux Comités Franqais et Britanniquels.

11) Pendant ce temps, la marche des évènements conduisit notre Comité Britanni- que, à son assemblée du 8 Mars, à prendre l'initiative de soumettre au Gouvernrnent Britan- nique une proposition d'armistice avec certaines suggestions au sujet des préliminaires de paix. Cette proposition, entièrement approuvée par le Comité Espagnol, fut envoyée par conséquence au Foreign Office, et au Comité Franpis pour ;tre soumise au Quai d'orsayl*.

papa i gruppi di documenti relativi alle singole pratiche e che raccoglie i commenti dei funzionari. Il modu- lo contiene a sinistra varie caselle per i riferimenti e aila sommità un breve sommario dattiloscritto dei docu- menti relativi alla pratica.

12 ALS, f. 508, C. 61: copia dattiloscritta in francese su carta semplice, senza data, ma presumibilmente marzo 1938.

13 Znfizl, doc. n. 10. 14 Znfia, doc. n. 9.

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111) A la meme assemblée, Don Sturzo se vit confier la tache de formuler des pro- positions concrktes au sujet du Questionnaire du Comité Espagnol, pour servir de base de discussion lors de la Conférence projetée. Mr. Buxtonls et Mr. Pollard hrent requis de l'ai- - ,

der en exposant leurs points de vue. Plus tard on décida de demander également le concours du Dr. BorkenaulG, car il avait été plus qu'une fois en Espagne pendant la guerre civile.

Ces propositions furent envoyées au Comité Espagnol, qui les étudia attentive- ment et suggéra quelques amendements et additions.

En tenant compte des observations qui furent faites et des suggestions du Comité Espagnol et de Mr. Pollard, Don Sturzo a rédigé maintenant le présent Projet de Plan, pour la Conférence proposée.

9.

Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in Spagna17

Per i motivi elencati in seguito il Comitato Britannico per la Pace Civile e Re- ligiosa in Spagna ha ritenuto opportuno stendere una bozza delle condizioni che, se accetta-

15 Charles Roden Buxton era fratello del vescovo anglicano di Gibilterra. Alla fine del 1937 aveva inviato una proposta di armistizio al Foreign Office (menzionata nella premessa a questa appendice); compare come membro del BCRPS sulla carta intestata usata nella seconda metà del 1938. Negli anni '20 aveva corrisposto con Paul Sabatier.

16 Se ne vedano i cenni biografici nell'Introduzione al carteggio. In ALS, f. 505 vi sono vari documenti che testimoniano l'importante contributo di Borkenau al BCRPS e a P&F.

17 ALS, f. 508, C. 15: copia dattiloscritta in inglese su carta semplice, senza data. In Churchill College, Cambridge: Churchill Archives, Dilke - Crawford - Roskill Collection (in seguito: CCC, D-C-R), REND 1214, si conserva una copia identica nel contenuto, datata 1 febbraio 1938 e dattiloscritta su carta intestata "British Committee for Civil and Religious Peace in Spain". Tale documento differisce da quello conservato in solo per il titolo, posto sotto la data: "Preliminary Peace Plan", dove "Preliminary" è correzione nella grafia di Steed del dattiloscritto "Initial". I1 testo inglese dello "Schema di proposta" era la traduzione quasi identica di un testo preparato da Sturzo. La lettera di Steed era un'elaborazione, con aggiunte, della premessa a rale testo (cfr. m, E 508, C. 7: Schema: copia dattiloscritta, con correzioni a mano nella grafia di Sturzo). Nel carteggio Sturzo-Steed le lettere 78 e 79 documentano gli scambi di bozze della proposta fra i due amici. Sturzo aveva cominciato a studiare un piano di conciliazione sin dal novembre del 1937 (cfr. ALS, f. 507, C. 36: Sturzo, appunto, 9-1 1-1937; C. 45: Sturzo, 16-1 1-1937, a Mendizabal; f. 505, C. 21: Sturzo, 12-1-1938, a Mendizabal; C. 38: Sturzo, 11-2-1938, a Mendizibal). I1 2 marzo 1938 Sturzo scriveva a Mendizabal: "Mi è sembrato, per varie conversazioni avute, che sia questo il momento per richiamate il Governo inglese e Lord Plymouth qual presidente del Non Intervention Committee, all'idea di una tregua o armistizio, in vista di una pace di conciliazione. Perch4 questo passo potrebbe, forse, essere tentato con L'Italia durante le conversa- zioni Anglo-Italiane, con qualche successo più che quello per il ritiro dei volontari. Mi sembra però (e Steed è d'accordo) che presentare un'altra istanza generica, non gioverebbe a fare un passo in avanti. e perciò che vor- rei che il nostro Comitato Britannico approvasse un esposto più concreto. Io ho buttato giù le mie idee, in questo schizzo che le mando. Mi risponda subito facendo le sue osservazioni, si da poterlo modificare prima della riunione de11'8 c.m." ( m , f. 508, C. 5). I1 22 marzo informava l'amico che: "I1 nostro schema di preli- minari di pace già presentato al Foreign Ofice ha dato luogo a un esame non indifferenten ( m , f. 508, C.

22). Non si conserva copia di questa proposta nel PRO. In base a ML, IV, p. 126 (lettera al "Manchester Guardian", 18-3-1938), alla corrispondenza fra Sturzo e Steed (carteggio, lettere 79-81), alle due lettere di Stuno a Mendizibal su citate e a quella di Steed a Halifax del 19 maggio 1938 (cfr. infia, n. 26), si può affer- mare che l'invio awenne fra il 2 e il 22 marzo. Va ricordato che i documenti resi disponibili al pubblico nel Public Record Office rappresentano solo una parte degli archivi originali.

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te dalle Potenze Interessate e raccomandate da esse d e parti contendenti in Spagna, potreb- be servire a facilitare un armistizio come primo passo verso una pace di conciliazione.

I motivi sono i seguenti: 1) Secondo informazioni ricevute dal Comitato Britannico, le tendenze a

favore di una pace di conciliazione stanno acquistando terreno tra gli spagnoli di ambe- due le parti, nonostante i dinieghi ufficiali di entrambe;

2) I1 proposto ritiro dei volontari, sebbene il suo successo sia largamente auspica- bile, difficilmente influenzerà gli interessi italiani e tedeschi a prevenire una vittoria repub- blicana, o gli interessi francesi e russi che le forze del Generale Franco non trionfino;

-

3) Durante gli imminenti colloqui tra la Gran Bretagna, l'Italia e la Germania, sarebbe opportuno considerare gli eventuali termini di un armistizio come preludio ad una pace tramite conciliazione sì da evitare frizioni tra gli stati che favoriscono il gover- no repubblicano e quelli che sostengono il Generale Franco.

La bozza acclusa presenta i punti di vista sia del nostro Comitato Britannico sia del Comitato Spagnolo per la Pace Civile di Parigi. La bozza non osa suggerire niente di nuovo al Governo di Sua Maestà o al Comitato di Non-Intervento. I1 suo scopo è semplicemente di presentare loro alcuni punti di vista che essi potrebbero essere interes- sati a tener presenti.

In modo particolare, riteniamo valido il suggerimento che la Spagna dovrebbe essere neutralizzata durante una prima fase di ricostruzione così da poter diminuire l'e- ventualità che entrino in gioco le influenze straniere, come succede ora nella guerra civile.

Pensiamo anche che l'offerta di un prestito internazionale per la ricostruzione potrebbe, con vantaggio, essere fatta subito in modo da attestare l'interesse internazio- nale al di sopra di quello dei singoli Paesi.

I1 nostro comitato è fiducioso che il Governo di Sua Maestà non mancherà di fare tutto ciò che è in suo potere in un momento come questo che sembrerebbe propizio per spingere i due schieramenti spagnoli a considerare una pace di conciliazione come l'u- nica pace che potrà essere duratura e costruttiva per la Spagna e propizia alla pacificazione Europea.

Cordialmente,

Wickham Steed Presidente

Bozza delle Proposte

Condizioni per l'adesione delle Potenze interessate

1) Che venga riconosciuta e garantita l'integrità del territorio Spagnolo quale era nel luglio 1936.

2) Che la forza vincolante dei trattati o degli accordi conclusi dai due Governi Spagnoli con terze parti durante la guerra civile, venga, consensualmente, sospesa fino a

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quando un futuro Governo Spagnolo deciderà, nell'esercizio della piena sovranità sulla Spagna, sulla loro validità.

3) Che durante l'armistizio e fino a che un Governo sovrano per l'intera Spa- gna sia stato costituito, gli stranieri saranno esclusi dall'attività politica o militare in Spa- gna.

4) Che la Spagna consentirà ad essere dichiarata neutrale, neutralità che sarà garantita dalle Potenze durante il primo periodo di ricostruzione nazionale, diciamo, per cinque anni, con il consenso della Società delle Nazioni per quanto riguarda le conven- zioni del Patto della Societi delle Nazioni.

5) Che la Spagna partecipi agli eventuali accordi tra le Potenze mediterranee così da trovarsi in condizione di tutelare i propri interessi che quelle Potenze si impegne- ranno a salvaguardare.

Condizioni per l'adesione della Spagna

1) Una proposta d'armistizio dovrebbe essere fatta dal Comitato di Non- Intervento con l'obiettivo di indurre le due parti contendenti a nominare dei plenipo- tenziari che definiscano i termini della pace. I plenipotenziari spagnoli dovrebbero essere assistiti da una Commissione Internazionale nominata dal Comitato di Non- Intervento.

2) Le funzioni di questa Commissione Internazionale cesseranno a partire dal- la formazione di un Governo Provvisorio Spagnolo accettabile a entrambe le parti.

3) I termini dell'armistizio devono includere il rilascio degli ostaggi; un'amni- stia per le offese politiche e di guerra (eccetto i crimini che competono ai tribunali civi- li), libertà di culto e rispetto per i diritti personali secondo le leggi spagnole in vigore dall'inizio di luglio 1936.

4) In attesa della costituzione di un regolare governo Spagnolo, verrà formata una forza internazionale di gendarmeria per mantenere l'ordine in Spagna. La Gran Bre- tagna, l'Olanda, il Belgio, la Svezia, la Norvegia, la Danimarca e il Lussemburgo saranno invitati ad inviare contingenti a questa gendarmeria. La partecipazione di un contingen- te britannico sarebbe indispensabile affinché gli altri Governi menzionati accettino l'in- vito.

5) Non appena l'ordine sarà stato ristabilito, al Governo Spagnolo sarà offerto e accordato, sotto particolari condizioni, per assicurarne l'uso appropriato, un prestito internazionale per la ricostruzione.

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Conferenza Internazionale privata per lo studio e l'eventuale proposta di un Piano in vista della pace in Spagna

Da tenersi a Parigi nel fine settimana dal 26 al 28 Marzo18

Organizzazione e Obiettivi della Conferenza

La conferenza sarà organizzata e diretta dai tre Comitati, Spagnolo, Francese e Britannico, con la cooperazione di personalità esterne a questi Comitati.

La Conferenza, si suggerisce, dovrebbe studiare le condizioni militari, politiche ed economiche per una tregua; poi un piano per la pacificazione e la ricostruzione econo- mica della Spagna.

I risultati dei suoi lavori saranno presentati come una bozza di proposta, che potrebbe venir consegnata ai governi non coinvolti nel conflitto e comunicata a persone importanti, in grado di esercitare un'influenza a favore del piano.

Una bozza di questo tipo, se ben concepita e ben pensata, non mancherà (come possiamo imparare da molti esempi nella storia) di avere una profonda influenza sui governi, se non subito, almeno nel momento in cui si trovassero obbligati ad intervenire prontamente come mediatori.

Programma della Conferenza

Per evitare perdite di tempo, il seguente elenco di questioni è stato compilato nel modo più dettagliato possibile. Vi viene chiesto di :

1) dire se siete d'accordo con esse 2) mandare una breve dichiarazione su qualunque questione su cui abbiate del-

ie opinioni specifiche 3) indicare punto importante che voi pensiate sia stato omesso e far-

ci avere il vostro punto di vista in merito come accennato sopra.

A. Preparazione della bozza di proposte

I. Fondamenti della necessità di una mediazione a) possibilità di vittoria per ambedue le parti b) motivi per cui tale soluzione, anche se possibile, sarebbe indesiderabile e solo

prowisoria.

11. Prima Fase. Preparazione della tregua a) Valutazione di varie proposte di pace fatte sin dallo scoppio deila guerra

(pubbliche o segrete, ufficiali o private)

1s CCC, D-GR, REND 1214: copia dattiloscritta su carta non intestata. Senza data, ma m a m 1938. La conferenza si svole dal 30 aprile al 2 maggio.

176

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b) probabili cause del fallimento di tali proposte C) condizioni richieste da entrambe le parti per prevedere una cessazione delle

ostilità - condizioni derivanti dalla situazione interna - necessaria attitudine da parte delle varie Potenze straniere d) Risultato di questi studi preliminari: definizione dell'azione necessaria per

ottenere un armistizio: - azione degli Stati che desiderano la pace sulle parti in conflitto e sugli Stati

che le sostengono - azione dei Comitati e dei loro collaboratori spagnoli e stranieri - azione della Società delle Nazioni.

111. Seconda fase, posto che la prima si sia conclusa felicemente: a) dal punto di vista militare: cessazione delle ostilità, disarmo e mantenimento

dell'ordine, collaborazione delle potenze neutrali; protezione delle minoranze b) dal punto di vista politico: organizzazione di una costituzione prowisoria;

ruolo degli spagnoli che non hanno partecipato al conflitto; collaborazione delle Grandi Potenze e garanzie per la risoluzione del conflitto

C) dal punto di vista materiale: rimpatrio dei profughi, assistenza medica da parte dei paesi stranieri.

Iì? Terza fase. Organizzazione di un periodo prowisorio di pacificazione a) dal punto di vista militare: protezione e garanzie fornite dalle Potenze b) dal punto di vista economico: ricostruzione economica, collaborazione delle

potenze straniere, saldo dei debiti di guerra C) organizzazione dei plebisciti e della costituzione definitiva d) cessazione del controllo.

V. Soluzioni politiche per la futura Spagna a) obiezioni riguardo alla restaurazione della monarchia, alla divisione del Paese

in due Spagne o a una divisione separatista b) federalismo C) considerazione di proposte e metodi. Allegato: Priorità per l'umanizzazione della guerra, la cessazione dei bombarda-

menti delle città, lo scambio dei prigionieri, l'assistenza e l'evacuazione dei civili.

B. Metodi per la realizzazione del piano

1.A zione '

Sulla pubblica opinione Sui governi Sulla Società delle Nazioni e le altre società ed associazioni Sui partiti in conflitto in Spagna

11. Creazione di Comitati in altri Paesi; relazioni con le società che hanno obiettivi simili ai nostri, ma che non fanno parte della nostra associazione

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C. Organizzazione della Conferenza

I. Persone da invitare

11. Rapporteurs per i diversi temi.

20 marzo 193819

Mio caro Vansittart, I1 Professor Mendidbal, Presidenre del Comitato Spagnolo per la Pace Civile,

mi invia l'accluso memorandum riguardo uno scambio di tutti i prigionieri di entrambe le parti presi o imprigionati durante la guerra Spagnola. Dato che l'ha indirizzato al Segretario di Stato, suppongo di doverlo inoltrare, anche se non posso dire che mi colpi- sca come un documento molto lucido o di particolare utilità.

Cordialmente

Wickham Steed

14 marzo 193820

Monsieur le Secrétaire d'Etat, Au nom de ce Comité, constitué par quelques Espagnols qui désirent unir leurs

efforts pour travailler à la paix de leur patrie et collaborer avec le Comité Franpis (présidé par M. Jacques Maritain) et le Comité Anglais (présidé par M. Wickham Steed) qui poursuivent le meme but, nous nous permettons de porter à la haute connaissance de Votre Excellence le document ci-joint, concernant le projet d'échange des prisonniers des deux parties, question qui revkt pour nous une trks grande importance.

19 PRO/F0371/22606lW383119/41, foglio 26: lettera manoscritta su carta intestata: Eynsham Hall, Wit- ney, Oxon.

20 PROIF0371/22606lW3831/9/41, foglio 27: lettera dattiloscritta in francese su carta intestata: Comité Espagnol pour la Pajx Civile, Bureaux: 413421.30 Rue de Gramont, t&: Richelieu 80-80, Addresse Postal: Boire 838,22 Rue Saint Augusrin, Paris 2. Président: A. Mendidbal, Secréraire: J. B. Roca. Segue il testo del- la risoluzione dattiloscritta in francese (fogli 28-33, il primo su carta intestata, gli altri su carta semplice). Una copia della risoluzione, intitolata: Echange dc Prisonnim. CommunicatwnfBite au Forti' O f i e , si trova in ALS, f. 508, C. 63.

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Votre Excellence comprend aisément I'influence que la réaiisation de ce projet peut avoir pour arriver à l'apaisement de 1'Espagne et la consolidation que cela apporte- rait à des milliers de nos compatriotes. Et, parce que nous avons confiance dans le presti- ge et l'action du Gouvernement anglais, nous prions Votre Excellence de vouloir bien prendre ce projet en considération, car nous sommes surs que l'appui de Son Gouverne- ment serait décisif en cette matière.

Nous remercions à l'avance Votre Excellence de l'accueil qu'Elle voudra bien résewer à notre requete et nous saisissons cette occasion pour Lui présenter les assurances de notre plus haute considération.

Le Président, A. Mendizdbal Le Secrétaire, Joan B. Roca

Le Comité Espagnol pour la Paix Civile a eu connaissance de la remarquable intervention du Gouvernement anglais dans la préparation d'un accord concernant l'é- change des détenus et des prisonniers existant dans les deux zones qui partagent la nation espagnole21. Cela démontre une fois de plus I'authenticité des sentiments humanitaires propres à la nation anglaise, si parfaitement interprétés par son Gouvernement. Ce Comité - formé par un groupe d'Espagnols qui aspirent par dessus tout à la paix de leur pays, qui désirent ardemment voir activer tous les procédés conduisant à la fin de la guer- re civile qui le ravage, - se croit obligé, avec la modeste représentation qu'on veut bien lui attribuer, d'élever au Gouvernement anglais i'expression de sa reconnaissance.

Nous avons vu avec étonnement et chagrin que le nombre d'échanges réalisés depuis le début de la guerre a été presque insignifìant. La sede explication que nous en puissions trouver, c'est le degré d'extreme violence auquel est arrivée la guerre dès son commencement et l'intention qui semble y avoir présidé d'élever au maximum les consé- quences douloureuses qu'elle implique. Il est, en vérité, difficile de comprendre pour- quoi, dans une guerre civile dans laquelle, en fin des comptes, un sentiment commun subsiste sous la lutte armée, on ne peut organiser et réaiiser sur une grande échelle une chose telle qu'une politique d'échange de détenus, chose parfaitement juste en soi et qui convient aux deux partis.

Devant le projet accepté par les Gouvernements de l'Espagne, grace à l'action persévérante et intelligente du Gouvernement anglais, le Comité Espagnol pour la Paix Civile voit naitre un espoir et accorde une telle irnportance au succès de cet échange géné- ral qu'il y voit le début d'un chemin d'apaisement: c'est pourquoi il veut exprimer a V. E. tout le chaleureux enthousiasme qu'il ressent à cet égard et son désir de collaborer dans la mesure de ses possibilités afin de mener à bien ce qui est entrepris. Et c'est que, à notre idée, une des éléments animateurs de la guerre est cet esprit de rancune et de vengeance

2' Si riferisce d a missione di Sir Philip Chetwode, su cui cfr. supra, Introduzione al carteggio Sturzo- Steed e la premessa a questa appendice.

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formé à l'arrière, qui semble franchir les champs par-dessus les lignes de combat et qui réclame une guerre irnplacable, exterminatrice: c'est qu'il y a, en vérité, trop d'esprits qui ne se consolent de leurs douleurs et des offences recues qu'en faisant souffrir les autres et en les offensant. C'est pourquoi ce Comité accorde tant d'importane à l'échange géné- ral, appelé à soulager le coeur de milliers d'Espagnols, qui verront enfin s'ouvrir le chemin de leur liberté, de la réunion avec leurs familles et de la collaboration avec leurs proches: il s u a t de regarder en chacun de nous et de mesurer I'effet que de tels évènernents produi- raient sur nous, pour apprécier combien notre espérance est justifiée.

Le Comité ressent profondément la douieur de ces dizaines de milliers de com- patriotes, qui souffrent de la perte de leur liberté, qui à son tour, engendre tant de souf- france chez d'autres centaines de milliers de personnes: le fait de rémédier à toute cette douleur individuelle suffit à animer la réalisation de I'échange général, surtout si nous pensons à la répercussion d'ordre collectif que cela entraine et, plus encore, si, nous lais- sant mener de notre désir pacifiste, nous y voyions le début d'une conciliation possible. Précisement, I'importance que nous accordons à tout cet échange projeté est ce qui nous pousse à demander à V. E. que le Gouvernement anglais conserve sous son action directe la réalisation du projet; nous avons peur en pensant que, I'accord de principe une fois obtenu, tout pourrait s'effondrer en se heurtant à quelque incident pratique, comme il s'en présentera nécessairement; ces obstacles ne seront surmontés que si l'on met en jeu le prestige qui accompagne toujours les interventions du Gouvernement anglais. Nous savons quelles sont les réactions d'un tempérament malheureusement bien capable de détruire en un instant de fùreur ce qui a été élevé par un long labeur patient et intelligent. Pour éviter cela, nous supplions V. E., avec toute la ferveur de notre désir, pour que, jusqu'à la fin, jusqu'à la sortie du dernier détenu favorisé par I'échange projeté, on ne cède à aucune institution autre que le Gouvernement anglais la réalisation de cet échange et la solution des difficultés et incidents qui surgiraient au cours de son éxécution.

I1 ne serait pas sage de commenter les terrnes de I'échange général, que, d'autre part, nous ne connaissons pas avec la précision nécessaire, mais nous nous permettons d'ajouter quelques considérations.

Etant donné le grand nombre de personnes qui vont &tre touchées par I'échan- ge, nous considérons qu'il serait d'une lenteur incornpatible avec le but poursuivi d'exa- miner, pour chaque prisonnier à échanger, les conditions et les circonstances, afin de déterminer I'équilibre parfait et la compensation absolue. A notre idée, il est nécessaire de procéder à un classement des prisonniers (%e - sexe - situation pénale) et faire une statistique de tous ceux qui sont compris dans chaque groupe; et fixer ensuite des règles objectives et un ordre de prélation quelconque. Nous pensons que la supreme aspiration de l'échange général peut &tre concrétisée de la facon suivante: a) liberté de transit d'une zone à I'autre pour tous ceux qui se trouvent en liberté; b) seuls devront rester dans les prisons les délinquants de droit cornmun et les détenus pour des rnotifs politiques et sociaux qui ne voudront pas &re échangés.

Le front de cornbat est si étendu que, sur des grandes zones, la guerre n'y a que peu d'intensité; le Comité Espagnol pour la Paix Civile ne considère pas que les exigen- ces militaires seraient troublées si l'on convenait de neutraliser un passage pour la réali- sation materielle des échanges: cela permettrait une rapidité beaucoup plus grande, évi- terait toute crainte de non-incorporation des échangés et, enfìn, donnerait lieu à une

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économie très considérable. Moyennant ce procédé, une équipe d'autobus serait SUE- sante, tandis que, d'une autre facon, il faudrait traverser le midi de la France ou disposer d'un navire.

Si comme nous l'espérons, le Gouvernement anglais désigne une Commission ou un Commissaire pour la réalisation de l'échange, il est hors de doute qu'il doit y avoir, à cbté, deux Délégations des deux Gouvernements existant en Espagne, ayant les attributions et la compétence nécessaire pour que leur action ait la rapidité voulue; il n'est pas besoin d'ajouter que ces Délégations ne pourront établir des relations directes entre elles, mais qu'elles passeront par l'intermédiaire du Cornmissaire ou de la Com- mission que le Gouvernement anglais aura désigné. Nous nous permettons. d'insister sur le fait que les attributions de ces Délégations doivent &tre aussi amples que possible, et qu'elles ne soient pas simplement des organes de transmission des propositions faites à leurs Gouvernements respectifs: si leur action était réduite à cela, son efficacité serait nulle et elles pourraient &tre remplacées, peut-&tre avantageusement, par les représentan- tes diplomatiques.

L'incorporation d'une institution cornme la Croix Rouge Internationale, si expérimentée en ce genre d'activités, n'offre, croyons-nous, que des avantages: son inter- vention continue dans la guerre d'Espagne l'a rendue dépositaire d'une inforrnation pré- cieuse qui peut faciliter considérablement l'éxécution de I' échange général projeté.

Nous terminons en exprimant de nouveau à Votre Excellence I'espérance de notre groupe d'Espagnols qui, à son tour, est siìr d'interpréter les sentiments et le désir de millions de compatriotes, de voir se réaliser cet échange général qui apportera remède et consolation à tant de douleur et d'oh peuvent naitre tant de conséquences favorables au rétablissement de la paix en Espagne. Nous savons que notre concours est bien peu important, mais -nous renouvelons à Votre Excellence notre offre sans conditions et la plus fervente: que Votre Excellence veuille bien croire que faire appel à l'un de nous serait, pour tous et chacun, le plus grand honneur.

Avec l'expression de notre reconnaissance émue, nous prions Votre Excellence de vouloir bien agréer les assurances de notre plus haute considération.

30 marzo 193822

La ringrazio per la sua lettera del 20 Marzo contenente il memorandum del Presidente del Comitato Spagnolo per la Pace Civile riguardo alla proposta nomina di un Arbitro Britannico in relazione ai negoziati per lo scambio dei prigionieri e degli ostaggi spagnoli.

22 PROIF0371/22606/W383119/41, foglio 34: copia di lettera dattiloscritta, indirizzata a Steed, su velina con intestazione dattiloscritta: Foreign Ofice, S. W. 1 .

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Le sarei grato se esprimesse al Professor Mendidbal i ringraziamenti del Segre- tario di Stato per il suo memorandum, che qui è stato letto con.molto interesse, e se l'informasse che i suoi suggerimenti verranno tenuti presenti.

R. Vansittart

29 marzo 193823

Caro Lord Halifax, In veste di Presidente del Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in

Spagna mi è stato richiesto dal Presidente del Comitato spagnolo per la Pace Civile, il Professor A. Mendidbal, di presentarle due suggerimenti ritenuti di estrema urgenza ed importanza dagli spagnoli neutrali.

I1 primo è che nell'eventualità del completo rovesciamento del Governo di Bar- cellona, i Governi Britannici e Francesi dovrebbero effettuare rigorosi e seri tentativi per ottenere dal Generale Franco condizioni di resa umane così da evitare rappresaglie e un regno fascista del terrore. Altrimenti potrebbe avvenire un massacro degli avversari del Generale Franco.

Il secondo suggerimento, fondato su notizie ricevute dal Comitato Spagnolo dalla Spagna, è che la Gran Bretagna dovrebbe prendere provvedimenti per controllare, se non addirittura impedire, un altro grave pericolo che può sorgere a Barcellona e in altre città controllate dal governo di Barcellona. C'è motivo di credere che non appena la situa- zione appaia disperata, gli anarchici spagnoli e le altre fazioni rivoluzionarie, cercheranno di bruciare e saccheggiare queste città. Queste rivolte non cambierebbero il risultato della guerra civile, ma sarebbero accompagnate da orrori e distruzioni di ogni tipo.

I1 Comitato Spagnolo a Parigi, dunque, suggerisce che se un certo numero di navi da guerra britanniche stazionassero in prossimità dei principali porti tra Barcellona e Almeria, la loro presenza contribuirebbe a prevenire tali insurrezioni e i crimini che le accompagnerebbero.

23 PROIF0371122607/W471019/41: lettera dattiloscrirta su a rca intestata: Lansdowne House 7, Lan- sdowne Road, W. 11. Cfr. ALS, f. 508, C. 25: Mendizibal, Parigi, 28-3-1938, a S t u m : "[ ...l Suivanr les nou- velles que nous recevons d'Espagne, il y a, dans les jours à venir, un grave danger de desordres à Barcelone et autres capitaies de la zone gouvernementale, lorsque la siruation sernblera désesperee. Si I'escadre anglaise se plapit devant les ports principaux, de Barcelone à Almeria, ella pourrait éviter les ravages et les crimes sans compre pendant une nouvelle étape de terreur, si les autorirés perdaient le contr6le du cornmandemenr. Cela ne modifieraic pas le résultar de la guerre, mais pourrait assurer I'ordre nécessaire. I1 conviendrait que vous vous occupia de I'daire au sein du Comite pour pouvoir faire des dkmarches auprès du Cabiner anglais &n d'obtenir ce que vous croira devoir convenir à certe ciche humanitaire, exempte à présenr de tour but poliri- que [...ln.

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Mi affretto a presentarle tali suggerimenti dato che giungono da Spagnoli influenti che non hanno preso parte, né direttamente né indirettamente, alla guerra civile.

Cordialmente

Wickham Steed

ES. Potrebbe interessarla sapere che venerdi scorso ho ricevuto da una fonte ben informa- ta tedesca e non ebrea che risiede in Svizzera, ed ho comunicato al nostro stato maggiore tramite il Ministero della Guerra, l'informazione che il 16 e 17 Marzo dalla Baviera e dal Wurtemberg sono partite delle truppe motorizzate dirette in Spagna attraverso il Brenne- ro e l'Italia. In complesso non erano meno di una divisione. I loro ufficiali sono stati mu- niti dallo Stato Maggiore di mappe della frontiera Franco-Spagnola dei Pirenei. In Spa- gna, dove probabilmente sono giunte la scorsa settimana dall'Italia, queste truppe aumenteranno la potenza delle truppe tedesche che equivarrà a quella di un intero corpo d'armata. Secondo il mio informatore, che precedentemente aveva un'alta posizione amministrativa in Germania, lo stato maggiore tedesco pensa che la linea Maginot sia troppo forte da essere attaccata con successo e che una minaccia da Sud-Ovest alla Fran- cia sarebbe dunque opportuna. Il mio informatore aggiunge che ordini sigillati per un'e- ventuale offensiva contro la Francia sono stati inviati al Comandante delle forze tedesche in Spagna che vengono gadualmente rinforzate attraverso l'Italia24.

12 aprile 193825

Caro Sig. Steed, La ringrazio della sua lettera del 29 Marzo nella quale mi comunica, su richie-

sta del Presidente del Comitato Spagnolo per la Pace Civile e Religiosa, due suggerimenti per alleviare le sofferenze degli spagnoli.

Sarò lieto se lei informasse il Professor MendizAbal che la questione relativa alle ulteriori azioni umanitarie che il Governo di Sua Maesti potrà intraprendere, continuerà ad essere considerata alla luce degli sviluppi della situazione spagnola, e che i suoi consigli verranno presi in attenta considerazione. Allo stesso tempo può fargli notare il fatto che il Governo di Sua Maestà ha recentemente sollecitato l'amministrazione del Generale Fran- co a dare assicurazioni che le loro forze che stanno avanzando si asterranno dal prendere la legge nelle proprie mani e che ha fatto presente al governo spagnolo l'opportunità di

24 Cfr. infia, Parte 11, n. 4, Phipps a FO, Parigi 15-3-1938 e n. 11, conversazione Mounsey-Duca d'Alba, 10-5-1938.

25 PRO/F0371/226071W471019/41: copia di lettera dattiloscritta su velina, firmata. Cfr. carteggio Sturzo- Steed, lettera 83.

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compiere tutti i passi possibili per assicurare che nessun saccheggio di proprietà o atto di vendetta da parte di elementi irresponsabili sarà tollerato.

Noto che ha già comunicato al Ministero della Guerra l'informazione contenu- ta nel post scriptum alla sua lettera.

Suo

Lord Halifax

5 aprile 193826

Mio caro Vansittart, Le allego, per quel che può valere, un ulteriore memorandum dal Professor

Mendizdbal, il Presidente del Comitato Spagnolo (a Parigi) per la Pace Civile in Spagna, il quale suggerisce che la Gran Bretagna, la Francia e l'Italia dovrebbero unirsi in modo da promuovere un armistizio di quindici giorni per permettere il trasferimento della popola- zione civile dalle zone più minacciate dalle forze di Franco, in Catalogna ed altrove. Non so se qualcosa del genere sia possibile in qualche modo, ma le faccio avere il suggerimento pour acquit a2 conscience.

Cordialmente

Wickham Steed

3 l marzo 193827

La décision de lutter jusqu'au bout adopté par le Gouvernement de la Républi- que laisse prévoir que toute la Catalogne et le reste de la zone gouvernementale (le quart du territoire espagnol) seront transformés en un camp retranché qu'il faudra conquérir pas à pas.

Cette résistance feroce peut, au dernier moment, donner le pouvoir aux plus violents, pour qui ne comptent ni les biens, ni la vie d'autrui, car ils sont disposés à don- ner la leur à tout instant.

26 PROIFO371/22608/W527619141, foglio 10: lettera dattiloscritta su carta intestara: Lansdowne House 7, Lansdowne Road, W. l l .

27 PROIF0371/22608/W5276I9I41, fogli 1 1-12: dattiloscritto in francese su carta non intestata, datato a mano e con nota manoscritta da Steed sul margine superiore del primo foglio: "From Professor Mendizabal President of &e Spanish Commirtce (in Paris) for Civil Peace in Spain."

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Devant cette résistance, les adversaires de la République intensifieront l'appli- cation des méthodes de guerre totale, exaspérant encore davantage les forces gouverne- mentales.

Pendant cette période tragique, les tueries seront plus atroces que par le passé. Sans poursuivre aucun but politique, on peut tenter une intervention humani-

taire &n d'obtenir un délai - par exemple un armistice de quinze jours (imposé aux adversaires) qui permette l'évacuation des populations civiles des zones le plus menacées et des villes, qui seront des objectifs possibles pour I'aviation.

La collaboration de l'hgleterre, de 1'Italie et de la France pourrait permettre que cette pressante intervention humanitaire comprenne l'étude et la proposition rapide de mesures tendant à terminer le conflit espagnol et à éviter les scènes de terreur que le passage d'un pouvoir à I'autre entrainera sans doute. Terrorisme en ce qui concerne les vies humaines, la destruction de biens et de richesses matérielles, et l'exode des popula- tions civiles affolées, qui peut atteindre un nombre de fugitifs supérieur au demi-mil- lion.

La France ne pouvait éviter l'entrée chez elle de centaines de milliers d'Espa- gnols qui, après I'expérience tragique des occupations précédentes en d'autre zones du territoire, ne voulaient pas demeurer exposés à une persécution redoutable. Et, connais- sant la tradition francaise, on doit repousser l'idée de fermer, par des moyens violents, les portes du pays à ces fugitifs.

Si, par des actions ou des omissions en marge de toute discussion, mais réelles et certaines, le sort de I'Espagne est décidé, peut-on inhumainement retarder le terme du conflit qui la déchire? Est-il impossible d'obtenir un accord entre l'Angleterre, la France et 1'Italie pour liquider la guerre civile espagnole en une intervention humanitaire qui réduisse au minimum les victimes de cet épilogue guerrier, et qui sauveguarde les droits individuels, la vie, la liberté, la dignité humaine pour l'après-guerre, avec de sérieuses garanties internationales, en évitant les persécutions et les attentats?

La conscience universelle devrait Etre reconnaissante à ces puissances d'un accord qui permette la liquidation de ce conflit (en marge de toute ingérence politique) et atténue Ies effets tragiques de l'acuité qu'il a prise à cause de l'opposition où elles ont vécu en ce qui le concerne. Si, en vingt mois, le désaccord des grandes puissances a permis la tragédie et l'a aggravée, qu'une intervention harmonieuse et unanime permette d'épar- gner de nouvelles vies et des sacrifices plus douloureux.

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13 aprile 193828

Mio caro Steed, La ringrazio per la lettera del 5 Aprile e per il memorandum del Professor Men-

didbal in cui egli suggerisce un armistizio di quindici giorni in Spagna in modo da per- mettere il trasferimento della popolazione civile dalle zone o città più minacciate dalle operazioni militari.

Le potrebbe far piacere sapere che un suggerimento simile è stato fatto pochi giorni fa in Parlamento, vale a dire, che alcune aree dovrebbero essere selezionate come "zone sicure" e poste sotto la supervisione internazionale. Abbiamo svolto delle indagini, ma sono spiacente di doverle dire che il Governo Spagnolo ci ha comunicato che ritiene la cosa del tutto impraticabile.

R. Vansittart

14 aprile 193829

Personale Mio caro Vansittart,

Mi chiedo se mi potesse dare un consiglio. Don Sturzo e Mendizdbal insistono perché io partecipi ad una riunione di spagnoli di entrambe le parti a Parigi, per tentare di far progredire l'idea di un armistizio, e possibilmente concordare una risoluzione di carattere federale, o come minimo che eviti reciproci massacri durante e dopo le ultime ore di Barcellona. Credo che Blum volesse questo: Sturzo mi assicura che il Vaticano lo vuole, ed io ho alcuni indizi che il Governo di Sua Maestà lo riterrebbe auspicabile se fos- se fattibile.

Naturalmente la situazione è di estrema difficoltà e delicatezza. Lei pensa che ne deriverebbe qualcosa di buono dal tentare di ottenere una sorta di manifestazione da parte degli spagnoli fuggiaschi ed esiliati di entrambe le parti; oppure, dato che prevedo che qualsiasi soluzione di quel tipo dipenderebbe da Mussolini, lo renderebbe solamente

28 PRO/F0371/22608/W5276/9/41, foglio 13: copia di lettera dattiloscritta su velina con intestazione dat- tiloscritta: Foreign Ofice, S. W. 1.

29 PROIF0371/22659/W5275/86/41, foglio 103: lettera dattiloscritta su carta intestata: Yatscombe, Boar's Hill, Oxford, Telephone No. Oxford 85261. Cfr. m, f. 508, C. 57: Mendizdbal, Parigi, 23 aprile 1938 a Stum: ". . . e1 27 iré a ver a Mr. Gilbert Murray para rogarle se quede a la Conferencia.. .".

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più ricalcitrante? Credo che Wickham Steed e probabilmente altri inglesi intendano par- tecipare.

Cordialmente

Gilbert Murray

27 aprile 193830

Mio caro Mutray, La ringrazio della lettera del 14 Aprile circa la possibilità di un'iniziativa tesa ad

una mediazione tra le parti contendenti spagnole. Le potrebbe interessare sapere che il Segretario di Stato ha di recente discusso questa questione con l'ambasciatore francese.

La mia ponderata opinione è che, al momento, non esista alcuna prospettiva che le proposte di una mediazione possano essere accolte favorevolmente in nessun ambiente influente. Se la situazione militare in Spagna divenisse stabile per un considere- vole periodo di tempo e se le Grandi Potenze fossero pronte ad accordarsi sui vantaggi di un immediato accordo, le prospettive sarebbero diverse e, in effetti, potrebbero migliora- re se si giungesse ad una reciproca comprensione tra il governo francese e quello italiano. Ma sono convinto che una proposta di mediazione fatta in questo momento non otter- rebbe alcun riscontro da entrambe le parti contendenti.

Mi dispiace d'essere arrivato a questa scoraggiante conclusione. Le posso, però, assicurare che nell'eventualità che si presenti una situazione, a nostro avviso, favorevole ad un'iniziativa di mediazione, non esiteremo a coglierla.

Cordialmente

Robert Vansittart

Conference privée internationale des Comités pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne

(Paris, le 30 Avril, le ler et le 2 Mai 1938)31

Salle des séances: 44, Rue de Rennes, entresol (la lère séance au rez-de-chaussée)

30 PROIFO371/22659Nlr5275/86/41, fogli 104-105: copia di lettera dattiloscritta su velina con intestazio- ne dattiloscritta: Foreign Office, N.W.1.

31 ALS, E 508, C. 59: dattiloscritto in francese. Cfr. anche Ibidem, C. 57: Mendidbal, Parigi, 23 aprile 1938 a Smrzo: ". .. El lunes inviaremos cartas a 10s distintos Delegados del Comité inglés, réiterandoles la invitacion, agradeciendo su venida y dandola e1 Programa . . .".

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en face de 1'Eglise Saint-Germain des Près Métro: Saint-Gerrnain des Près

Prernière séance

Samedi, 30 Avril, à 4h. 30: un thé sera offert au Délégués et invités, par le Cornité Espagnol pour la Paix Civile.

à 5h. 15: Constitution du Bureau, ouverture de la Conférence, par M. Salvador de Madariaga - Réponse de M. Gilbert Murray.

1. Rapport sur "la necessité de la rnédiation internationale" par M. Jacques Maritain, Président du Comité Francais pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne.

2. Rapport sur "les différentes propositions de paix faites jusqu'à présent" par M. Alfred Mendizdbal, Président du Cornité Espagnol pour la Paix Civile et Religieuse en Espagne.

3. Rapport sur "l'action possible, sur I'opinion, les Gouvernernents, la S.D.N., les Associations et les partis en présence en Espagne" par M. Wickham Steed, Président du British Committee.

Echange de vues sur le sujet de chaque rapport.

Seconde séance

Dimanche, ler Mai à 10h. 4. Rapport sur "l'organisation de l'Armisticen par M. Jean B. Roca, Secrétarie

du Comité Espagnol. 5. Rapport sur "l'organisation d'une période transitoire de pacification" par M.

Claude Bourdet, Secrétarie du Comité Franpis. 6. Rapport sur "les tiches irnmediates d'hurnanisation (échange de prisonniers,

assistance et évacuation des Civils, etc.)" par un rnernbre du Comité Espagnol. Echange de vues.

Troisième séance

Dirnanche, à 5h.l 7. Rapport sur le Projet d'hrnistice et de prélirninaires de Paix, du British

Committee, par Don L. Sturzo. Début de la discussion du projet.

Quatrième séance

Lundi, 2 Mai à 9h. Suite de la discussion du projet d'hrnistice. Propositions diverses.

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Coordination de l'activité des différents Comités pour la Paix en Espagne. A l l h . 30: Une réception sera offerte par "l'Europe Nouvelle", 73 bis, Quai

d'Orsay.

Note

Le plan primitif de la Conférence a db subir des modifìcations et, surtout, des réductions, en ténant compte des circonstances changeantes des évènements en Espagne.

Aucun pessimisme ne peut nous empecher d'accomplir une tkhe que nous croyons nécessaire pour la Paix de l'Espagne et de l'Europe, mais nous devons envisager, en meme temps, les deux hypothèses prévisibles:

a) qu'une Paix de conciliation puisse &tre obtenue, et vers ce but est dirigé le plan d'armistice et de pacifìcation ultérieure qui suppose une intégration des deux camps, aujourd'hui en lutte;

b) que le déséquilibre des forces rende impossible toute solution de concorde et que les faits précipitent une situation de prédominance absolue du vainqueur.

Meme dans ce cas, la tiche des hommes de bonne volonté doit tendre à éviter l'écrasement du vaincu et à obtenir certaines conditions essentielles d'humanisation de la victoire, en vue du respect de la personne humaine et de la suppression des représailles. Les deux hypothèses mériteront notre attention, bien que la solution idéale ne puisse etre atteinte que dans le premier cas.

Le thème central de la Conférence est la discussion du Projet présenté par le British Committee. Avant d'y arriver, Ies rapports ne seront que des exposés généraux, tendent à introduire la question principale.

2 maggio 193832

Eccellenza, Abbiamo l'onore di mandarle il testo di una risoluzione approvata durante la

Conferenza Internazionale tenutasi a Parigi dal 30 Aprile al 2 Maggio dal Comitato Spa- gnolo per la Pace Civile e dai Comitati Britannici e Francesi per la Pace Civile e Religiosa in Spagna.

32 PROIF0371/22659AV5815/86/41, foglio 140: dattiloscritto indirizzato: "All'On. Visconte Haiifax K.G., G.C.S.I. etc. Foreign O a c e London S.W." in inglese su carta intestata: Comité Espagnol pour la Paix Civile, Bureaw: 419-421, 30 Rue de Gramont, tél.: Richelieu 80-80, Adresse Postale: Boite 838, 22 Rue Saint Augustin, Paris 2. Prksident: A. Mendidbai, Secrltaire: J. B. Roca. Segue il testo della dichiarazione, dattiloscritto in francese su carta semplice (fogli 141-142). Un'altra copia si trova in ALS, f. 508, C. 73. La medesima dichiarazione fu pubblicata sotto il titolo: Les membrcs de la ConfhenccInternationak Pour la Pak Civik en Espagne sul n. 4-5 (maggio-giugno 1938) di "La Paix Civile - Bulletin mensuel du Comité Espa- gnol pour la Paix Civile".

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Noterà che è stato convenuto di richiedere al governo di Sua Maestà e a quelio francese di intraprendere ogni azione possibile per promuovere una pace mediante conci- liazione in Spagna. Alcuni suggerimenti, preparati dalla Conferenza, per un piano di armistizio verranno tra breve sottoposti alla sua considerazione.

Restiamo, Eccellenza Suoi devotissimi

Per il Comitato Britannico, Barbara Barclay Carter, Segretaria Per il Comitato Francese, Claude Bourdet, Segretario

Per il Comitato Spagnolo, Juan Batista Roca, Segretario

Les membres de la Conférence Internationale Pour la Paix Civile en Espagne: 1 - Signalent à l'opinion universelle et en ~articulier aux Gouvernements de la

Grande Bretagne et de la France la necessité urgente d'intervenir auprès des deux parties espagnoles en conflit et auprès des Gouvernements de 1'ALlemagne de 1'Italie du Portugal et de I'Union Soviétique, afin qu'une paix de conciliation mette fin à la guerre civile.

2 - Au point de vue de la situation militaire, cette intervention est d'autant plus urgente qu'une paix car la victoire absolue d'une des deux parties ne sera possible, selon toutes probabilités, qu'après de longues luttes armées, qui entraineraient de lourdes pertes de vies humaines, le risque de grands désordres à l'arrière, la destruction des viiies et des richesses économiques considérables, et la misère grandissante des populations civiles.

3 - Du point de vue du rétablissement des relations normales entre Espagnols de toutes les opinions, une paix de conciliation est indispensable, puisque ce n'est que dans la réconciliation que pourra se reconstituer la zone tempérée de la vie politique où tous les Espagnols pourront vivre en sacrifiant le moins possible de leur convictions. Ces considérations montrent la nécessité d'une médiation, meme dans le cas d'une victoire complète de l'une des parties.

4 - Du point de vue de l'indépendance de l'Espagne, qui ne saurait ;tre com- prise uniquement dans le sens territorial, il est indispensable d'éviter que des idéologies politiques d'origine étrangère viennent à dominer le régime futur. Seule une paix de réconciliation, obtenue grace aux éléments modérés des deux cdtés, pourrait éviter ce danger.

5 - Du point de vue du respect de l'opinion vraie de l'Espagne, tant en ce qui concerne la continuation de la guerre comme du régime à donner au pays après la paix, l'élimination de la contrainte militaire, qui, des deux cdtés, maintient l'opinion en vase clos, l'empechant non seulement de s'exprimer mais meme de s'informer, est une condi- tion indispensable à l'apaisement des esprits.

6 - Pour ces raisons, les Comités anglais, franpis et espagnol pour la Paix civile et religieuse en Espagne, réunis en Conférence Internationale, engagent les Gouverne- ments franpis et britannique à entreprendre d'urgence une action diplomatique auprès des deux parties espagnoles en conflit et des Gouvernements de I'Allemagne, de i'Italie, du Portugal et de 1'Union Soviétique, pour faciliter des négociations directes entre les deux camps espagnols, en vue d'une paix de conciliation et dans l'intention de promou- voir la conclusion d'un armistice et la suspension des hostilith.

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7 - Les membres espagnols de la Conférence tiennent à exprimer leur profonde gratitude aux Gouvernements francais et britannique et aux initiatives privées généreuse- ment prises par les citoyens e t les associations de ces deux nations, pour alléger les souf- frances et remédier aux misères que cette guerre a infligées A un si grand nombre de leurs compatriotes.

13 maggio 193833

Signora, I1 Visconte Halifax mi ha incaricato di farle sapere che ha ricevuto la sua lettera

del 2 U.S. con il testo di una risoluzione approvata il 2 maggio dal Comitato Spagnolo per la Pace Civile e dai Comitati Britannici e Francesi per la Pace Civile e Religiosa in Spagna.

Lord Halifax ha preso nota dei termini di questa risoluzione. Sono, Signora, il suo obbediente servitore

19 maggio 193834

Caro Lord Halifax, Per quanto inopportuno il momento possa sembrare, è mio dovere, come Presi-

dente del Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in Spagna, presentarle un docu- mento che stato approvato dai Comitati Spagnolo, Britannico e Francese per la Pace in Spa- gna, durante la loro Conferenza Privata tenutasi a Parigi lo scorso 30 Aprile, 1 e 2 Maggio.

Due mesi fa ebbi l'onore di mandarle una bozza di suggerimenti per un armi- stizio e per i preliminari di pace in Spagna nella speranza che potesse essere utile durante le discussioni dell'accordo Anglo-Italiano. Da allora l'idea di una conciliazione tra le due parti del conflitto Spagnolo ha padagnato molto terreno tra gli spagnoli. Prendendo la bozza originale inglese come base, alcuni spagnoli di vari partiti, e altri che hanno mante- nuto una posizione neutrale, hanno fatto un grande sforzo per raggiungere un accordo sulle possibili linee di un eventuale armistizio. I1 documento allegato ne è il risultato.

33 PROIF0371/226591W5815/86/41, foglio 143: copia di lettera dattiloscritta su velina, senza intestazio- ne, non firmata. Indirizzata: "Onorevole Segretario Cornite Espagnol pour la Paix Civile 30, Rue de Gra- - - - - mont, Paris 2en.

34 PROIF0371/22659/W6689/86/41, fogli 167-168: lettera dattiloscritta sdia solita carta intestata di Steed. Segue il piano d'armistizio, dattiloscritto su carta semplice (fogli 169-173).

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Nel suo discorso lo scorso venerdì alla Camera dei Lords Ella ha rinnovato la garanzia, già data a Ginevra, che qualsiasi opportunità di un'azione tramite mediazione si presentasse grazie alla buona volontà delle parti in causa di considerarla, il governo di Sua Maestà avrebbe prontamente offerto ogni aiuto possibile per favorirla.

Se le mie informazioni dall'Italia sono accurate - e ho ragione di ritenerle credi- - bili - anche il Signor Mussolini potrebbe essere disposto a non rifiutare su due piedi un suggerimento da parte britannica che egli stesso potrebbe prendere I'iniziativa di proporre un accordo di pace. Nonostante il suo discorso di Genova35, mi risulta che egli è seria- mente preoccupato 1. dallo sforzo a cui il protrarsi delle ostilità in Spagna espone le risor- se italiane 2. dall'impossibilità di soddisfare i termini dell'accordo Anglo-Italiano circa il ritiro delle forze e degli armamenti Italiani dalla Spagna fino a quando le forze ed i tecnici tedeschi mantengono il loro dominio su quel Paese; e 3. dalla prospettiva che, in mancan- za di una vittoria immediata e (a detta di tutti) improbabile anche in un prossimo futuro delle forze del Generale Franco, l'ostilità spagnola nei confronti delle truppe italiane pos- sa creare una situazione imbarazzante.

Sarà lei stesso a giudicare se e fino a che punto queste informazioni siano accu- rate o addirittura plausibili. In un caso o nell'altro potrebbe essere giusta la supposizione che il Signor Mussolini sia disposto a trovare una via d'uscita che possa, con l'appoggio della Gran Bretagna e, forse della Francia, aiutarlo a "salvare la faccia".

Mi creda, caro Lord Halifax, molto cordialmente e con rispetto Suo,

Wickham Steed

Bozza di Progetto di Armistizio in Spagna

I1 seguente progetto, approntato dal Comitato Spagnolo per la Pace Civile e dai Comitati Britannici e Francesi per la Pace Civile e Religiosa in Spagna, e approvato dalla Conferenza Internazionale privata tenutasi a Parigi il 30 Aprile, il 1 maggio ed il 2 mag- gio 1938, dovrebbe essere semplicemente considerato come una serie di suggerimenti cir- ca i passi successivi da compiere per la restaurazione della pace in Spagna.

I. Armistizio

1. Le Potenze impegnate per la pace inviteranno le parti belligeranti in Spagna a terminare la guerra civile e a firmare un armistizio, e si dichiareranno pronte ad offrire la loro mediazione per una pacificazione e la loro cooperazione per ristabilire l'ordine ed aiutare nella ricostruzione del Paese.

35 I1 14 maggio 1938 Mussolini aveva pronunciato a Genova un discorso violentemente anu-francese e anti-inglese. Cfr. Ciano, Diano 1937-1943, cit., pp. 136, 138-139.

192

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A. Condizioni dell'Armistizio

2. La durata dell'armistizio sarà di (...) mesi dalla data in cui è stato firmato, con l'opzione di prolungarlo fino a quando non venga raggiunto un accordo riguardo le condizioni basilari della pace.

3. Durante l'armistizio i due governi continueranno ad operare nelle loro rispettive zone d'occupazione e dovranno:

a) mantenere l'ordine; b) vietare qualsiasi dimostrazione offensiva nei confronti della parte opposta e

qualsiasi tipo di propaganda avente lo scopo di rinnovare le ostilità; C) vietare qualsiasi dimostrazione offensiva verso le Potenze che sono interve-

nute dall'una o dall'altra parte, direttamente o indirettamente, durante la guerra;

d) facilitare il rimpatrio delle truppe straniere; e) facilitare gli incarichi affidati alla Commissione Internazionale di cui in

seguito; f) facilitare il passaggio dei cittadini spagnoli da una zona all'altra, tranne nel

caso in cui si tratti di persone condannate o accusate di crimini comuni; g) non acquistare materiale di guerra dall'estero; h) procedere al disarmo dei civili. 4. I termini dell'armistizio dovranno includere la liberazione dei prigionieri di

guerra e degli ostaggi, un'amnistia per le offese politiche e di guerra, la libertà di culto ed il rispetto per i diritti individuali.

5. Durante l'armistizio, non appena le due parti ne intravedono l'opportunità, dovrà essere fatto un accordo circa le valute circolanti nelle due zone, stabilirne il rispetti- vo valore e le regole comuni. Sulla base di questo accordo, il commercio tra le due zone potrà essere ristabilito in base alle condizioni pratiche considerate necessarie.

B. Condizioni Internazionali

6. a) Una Commissione Internazionale nominata dalle Potenze Mediatrici si metterà al servizio delle due parti per aiutarle ad elaborare i termini della pace. Le funzioni di questa Commissione termineranno nel momento in cui verrà formato un governo prowisorio spagnolo accettabile da entrambe le parti. b) Sarà opportuno esaminare le condizioni secondo le quali la Commissio- ne Internazionale potrebbe, nel caso di bisogno e d'accordo con l'una o l'al- tra parte, appellarsi a Potenze straniere accettabili da entrambe le parti, per l'organizzazione, temporanea o semi-permanente, locale o generale, di forze di oli zia sotto il controllo internazionale. C) Un prestito internazionale per la ricostruzione verrà offerto al governo prowisorio spagnolo appena l'ordine sarà ristabilito.

7. Le Potenze Mediatrici garantiranno l'integrità del territorio Spagnolo quale esso era nel luglio 1936 e gli interessi della Spagna in qualunque accordo successivo tra le potenze Mediterranee, così che la sovranità Spagnola non sarà in alcun modo violata.

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8. Le Potenze Mediatrici richiederanno: a) che gli obblighi stabiliti dai trattati o dagli accordi conclusi dai due Governi

Spagnoli con terze parti durante la guerra civile venga sospesa fino a quando un Governo Spagnolo definitivo, che eserciti la sua autorità sull'intero terri- torio Spagnolo, decida sulla loro validità;

b) che, durante l'armistizio e fino a quando non venga stabilito un governo definitivo che eserciti la propria autorità su tutto il territorio Spagnolo, gli stranieri, ad eccezione di coloro espressamente autorizzati dalla Commissio- ne Internazionale, vengano esclusi da ogni attività politica o militare;

C) che la Spagna, rappresentata dal suo Governo Prowisorio, acconsenta ad essere dichiarata neutrale durante un arco di tempo che non superi (. ..) anni, neutralità che sarà garantita dalle Potenze. Tale neutralità dovrà essere dichiarata con il consenso della Società delle Nazioni per quanto concerne le ripercussioni sul Patto costitutivo della Società delle Nazioni.

11. Organizzazione della Pace

9. In vista della situazione defacto in Spagna, che dovrà essere presa in conside- razione durante la formazione del Governo Prowisorio, i seguenti suggerimenti sembra- no opportuni:

a) L'ufficio del Capo dello Stato verrebbe affidato ad una Commissione Gover- nativa composta da tre membri, due dei quali dovranno essere nominati rispettivamente da ciascuna delle parti amalmente in conflitto, ed il terzo, con la funzione di Presidente, scelto dagli altri due. Queste nomine verrebbe- ro effettuate tramite un accordo tra le due parti, con l'aiuto della Commissio- ne Internazionale per poter superare qualunque difficoltà di ordine personale.

b) Il Potere Esecutivo verrebbe organizzato dalla Commissione Governativa e dovrà rispondere a questa Commissione.

10. L'armistizio durerebbe fino a quando l'autorità effettiva sarà trasferita al Governo Prowisorio, che sarà riconosciuto dalle Forze Mediatrici, alla sua costituzione, come l'unico Governo della Spagna.

1 1. I1 Governo Prowisorio avrà come obiettivo essenziale quello di promuovere la formazione di istituzioni puramente spagnole, grazie agli sforzi spontanei del paese, e di permettere, il prima possibile, una consultazione nazionale e la formazione di una costituzione.

12. I1 Governo Provvisorio redigerà ;uno Statuto ~r6wisorio che stabilisca i rap- porti reciproci tra le varie autorità statali e i rapporti tra di esse e i cittadini.

13. In nessun caso lo Statuto Prowisorio potrà essere ispirato da principi totalita- ri di qualsiasi sorta. Esso dovrebbe riconoscere che tutti i cittadini spagnoli hanno uguali diritti e doveri civili e politici e che non esiste una categoria di cittadini privilegiati; il diritto di organizzazione politica non verrebbe garantito in maniera esclusiva ad alcun parrito.

14. Lo Statuto Prowisorio garantirebbe la libertà di culto pubblico e di educa- - zione, le autonomie regionali e, per quanto possibile durante un momento di transizione, la libertà di stampa.

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15. Lo Statuto Provvisorio e le funzioni del Governo Provvisorio termineranno nel momento in cui entreranno in vigore la Costituzione definitiva della Spagna e il Governo stabilito da questa Costituzione.

20 maggio 193836

Prima di lasciare Londra oggi, il Segretario di Stato mi ha chiesto di scriverle per ringraziarla della sua lettera di ieri con acclusa una bozza del piano per un armistizio in Spagna e per dirle che le invieri una risposta il più presto possibile37.

H. A. Caccia

Discussione [ l 3 e 19 giugno 1938138

I suggerimenti proposti dai Comitati appaiono ragionevoli, ma sono di natura troppo tecnica per richiedere un'analisi a questo punto. Potranno essere utili se e quando l'idea di un accordo tramite mediazione divenga più accettabile ad entrambe le parti.

[sigla illegibile] risposta consegnata. Mr. Pollock. Copiare concetto e comunicarlo a Barcellona, Burgos, Hendaye.

[firma illeggibile] 1316

Segretario Privato I1 Segretario di Stato non ritiene necessario inviare un'ulteriore lettera al Sig.

Steed oltre a quella che 2 gih stata mandata da parte sua tramite il Segretario Privato.

[sigla illeggibile] 1916

36 PROIF0371/22659iW6689/86/41, foglio 174: copia dattiloscritta su velina con intestazione dattilo- scritta: Foreign Office, S. W. 1 e con, stampato, (Sd.) H. A. Caccia. Sd sta per 'signed' (firmato). H. A. Cac- cia era il segretario privato di Halifax ed era stato segretario privato di Eden.

37 Halifax decise di non dare a Steed ulteriore riscontro. Nel fascicolo si conserva una minuta (foglio 175) non firmata e datata giugno 1938, piuttosto vaga, di ringraziamento. In un appunto in margine Caccia rimanda ai commenti e la parola 'cancelled' P scritta a mano attraverso il testo.

3s PROIF0371/22659iW6689/86141, foglio 166: due appunti manoscritti sull'apposito modulo; nella casella sul margine "How disposed o f sono annotati, oltre alla risposta a Steed (20 maggio), un messaggio a Hendaye, n. 74, uno a Burgos, n. 529 e uno per lettera a Barcellona, n. 216 (20 giugno).

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29 settembre 193839

Caro Signore, Troverà allegata una lettera indirizzata all'Onorevole Lord Halifax da parte del

nostro Comitato, in cui sollecitiamo ancora una volta il suo aiuto a favore di una media- zione in Spagna, in particolar modo, tenendo conto delle attuali circostanze.

Ringraziandola per la sua attenzione a questa questione, rimango, caro Signore, Suo devotissimo

Alfredo Mendizibai, Presidente

28 settembre 193840

Monsieur le Ministre, Le Comité Espagnol pour la Paix Civile vient d'adopter la résolution d'adresser

au Gouvernement britannique ainsi qu'au Gouvernement franpis un pressant appel pour la réaiisation d'une heureuse initiative prise depuis longtemps par ces dew Gouvernements. Les circonstances actueiles, loin d'&tre un obstacle, favoriseraint précisément la mise en exé- cution immédiate de ce projet en vue du rétablissement de l'équilibre européen.

Jamais la solution pacifique de la guerre d'Espagne n'a présenté plus de possibi- lités que maintenant quand, sous la menace imminente d'une conflagration générale, la paix européenne peut &tre assurée pour des longues années sur des nouvelles bases accep- tables par tous les peuples.

Les données réelles du conflit qui ravage 1'Espagne depuis plus de 26 mois se trouveraient complètement bouleversées par une guerre européenne. Sans aucun doute, en effet, l'Espagne républicaine se rangerait aux c6tés de la France, de 1'Angleterre et de la Russie; tandis que l'Espagne franquiste, ayant recu jusq'à présent l'appui de l7AlIemagne et de I'Italie, se placerait automatiquement du c6té des puissances totalitairedl.

39 PRO/F0371/22660/W13054/86/41, foglio 456: lettera dattiloscritta in inglese, indirizzata ai Sottosegre- tario di Stato, su carta intestata: Comité Espagnol pour la Paix Civile, Bureaux: 419-421, 30 Rue de Gra- mont, tél.: Richelieu 80-80, Addresse Postal: Boite 838, 22 Rue Saint Augustin, Paris 2. Président d'Hon- neur: S. de Madariaga, Président: k Mendidbal, Secrétaire: J. B. Roca.

40 PROIF0371/22660/W13054/86/41, fogli 457-462: lettera datciloscricta in francese, indirizzata a Lord Halifax, su carta intestata come la precedente. Un'altra copia in ALS, f. 509, C. 30, trasmessa da Mendidbal a Sturzo (IbidPm, C. 29).

4 1 Questa valutazione era errata: il 26 settembre 1938 Franco dichiarò La neutralità deiia Spagna nazio- nalista in caso di conflitto europeo. Cfr. G. Ciano, Diariu 1937-1743, cit., pp. 184-185.

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Ni 1'Espagne républicaine, ni l'Espagne nationaliste ne pourraient rester neu- tres si le conflit qui les opposes n'était pas résolu dans le cas où une guerre générale éclate- rait en Europe. Dans cette hypothèse la France se trouverait dans une situation plus grave que pendant la guerre de 1914-19 18, ayant à défendre sa frontière des Pyrénées contre une armée alliée de I'AIlemagne et soutenue par elle.

Les Gouvernements francais et britannique connaissent parfaitement ce danger et ils sont en état d'en mesurer toute la portée. Ils savent aussi que les communications de la France avec l'Afrique et les voies maritimes de l'Empire britannique en Méditerranée et dans I'Atlantique seraient menacées par les positions allemandes et italiennes sur la cbte espagnole et, tout particulièrement, par l'emprise italienne dans les Baléares et allemande dans les Canaries.

De tout ceci découle logiquement un intértt vital pour la France cornme pour I'Angleterre de trouver rapidement les terrnes d'une solution équitable à la guerre d'Espa- gne, solution que souhaite ardemment tout le peuple espagnol épuisé par une lutte inte- stine artificiellement prolongée par des étrangers.

Voici esquissées les conditions présentes qui favorisent une médiation interna- tionaie, et spécifiquement franco-britannique:

1) Du coté républicain, l'acceptation du plan du Cornité de non-intervention pour le retrait des combattants étrangers, lequel a été confirmé par la récente déclaration solennelle devant la S.D.N.42 Egalement les dispositions favorables prises à l'égard de la Commission britannique d'échange des prisonniers et, en premier lieu, la suspension de toutes les exécutions capitales. Ces dispositions positives tendent à un réel apaisement; d'ailleurs les énormes pertes subies et les conditions matérielles de la résistance y inclinent égaiement, car la détresse des populations, - depuis longtemps soumises à un régime de famine qu'un nouvel hiver rendrait insupportable, - dispose les Espagnols de la zone gou- vernementale à accueillir comme une délivrance supreme l'annonce de la cessation des hostilitésu.

2) Du cbté nationaliste, si la situation alimentaire est bien meilleure que dans I'autre zone44, en revanche la carence de laines et de vetements de toutes sortes fait con- sidérer avec crainte une nouvelle campagne d'hiver. De plus, l'échec des dernières offensi- ves fait estimer que la durée de la guerre dépassera les limites prévues non seulement par le général Franco mais aussi par ses alliés allemands et itaiiens. Enfin la menace d'une guerre européenne doit faire craindre au général Franco que les communications avec ses alliés se trouvent coupées; il aurait à soutenir l'action combinée de l'armée francaise avec l'armée gouvernementale espagnole. De toute évidence, le générai Franco et les forces espagnoles qui l'épaulent préféreraint un arrangement à I'amiable à un écrasement sou- dain de sa puissance.

42 I1 21 settembre 1738 Negrin aveva dichiarato a Ginevra il ritiro unilaterale dei combattenti stranieri. Cfr. Beevor, The Spanish Civil War, cit., pp. 356-358.

43 Simile la valutazione di Sir Philip Chetwode. Cfr. infiil, Parte 11, doc. n. 17, Chenvode, Pau, 27-7- 1738, a Halifax: "Their chief dificulty is food. I think they have enough to keep their troops in good condi- tion, but behind the lines people only get perrnits for one meal a day and then only if their poEtics are above suspicion. Otherwise they have to buy and money is worth nothing and so they have to barter for food" (PR01F0371/22661/W13298186141, fogli 477-483).

44 Cf, i b i h : "...on Franco's side they have a surplus of food and are actually exporting corn."

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L'intéret de la France et de la Grande Bretagne, et en meme temps celui de 1'E- spagne républicaine et de l'Espagne nationaliste, commande donc une action médiatrice pour la cessation des hostilités. Et si l'on craint que les dirigeants de l'un ou de l'autre camp se refùsent à accepter maintenant la sede solution raisonnable - rejetée par eux à plusieurs reprises déjà -, il ne faut pas oublier que les circonstances elles-memes pour- raient les arnener à la réconciliation en fonction de leur patriotisme, non seulement pour terminer la guerre civile, mais aussi pour épargner à l'Espagne toute entière de devoir la continuer à l'échelle d'une guerre internationale.

Nous ajoutons que meme si une conflagration des puissances européennes peut etre évitée pour le moment, le danger n'en sera totalement écarté que lorsque les hostilités auront cessées dans la Péninsule, et qu'un règlement général européen ne pourra pas etre établi tant que le problème espagnol ne sera pas résolu par une paix de conciliation.

C'est dans cet esprit et dans cet espoir que le Comité Espagnol pour la Paix Civile a l'honneur de solliciter des Gouvernements britannique et francais la proposition d'urgence d'un plan simple et d'exécution rapide pour &tre soumis aux Gouvernements de Barcelone et de Burgos en vue de la cessation des hostilités.

La dite proposition pourrait etre transmise par l'intermédiaire de la Commis- sion britannique d'échange des prisonniers dont les rapports directs avec les deux camps faciliteraient la négociation45.

Nous osons espérer que Votre Excellence voudra bien prendre en considération cette demande formulée respecteusement dans l'intéret de la paix, et nous nous tenons à votre entière disposition pour collaborer dans la mesure de nos forces à I'accomplissement de ce travail.

Nous vous prions d'agréer, Monsieur le Ministre, l'expression de notre haute considération,

Pour le Comité espagnol pour la Paix Civile

Alfredo MendizAbal Président - J. B. Roca Sécretaire

7 ottobre 193846

Egregio Signore, Sono stato incaricato dal Visconte Halifax di informarla che Egli ha ricevuto la

sua lettera dello scorso 29 settembre con allegata una lettera del suo Comitato in cui si sollecita il suo aiuto a favore di una mediazione in Spagna.

45 Riferimento alla missione di Sir Philip Chetwode su cui cfr. l'Introduzione al carteggio S~no-Steed. 46 PRO/F0371/226601W13054/86/41, foglio 462A: copia di lettera dattiloscritta su velina, senza intesta-

zione indirizzara: "Al Presidente, Comicé Espagnol pour la Aix Civile, 30, Rue de Gramont, Paris 2men.

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Lord Halifax ha letto con interesse i suggerimenti avanzati nella lettera del Comitato.

Rimango, Signore, il suo ubbidiente servitore,

Walter Roberts

6 ottobre 193847

Eccellenza, A nome del Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in Spagna deside-

riamo portare alla sua attenzione i seguenti punti che secondo noi dovrebbero essere tenuti presenti nelle conversazioni in corso a Roma fra l'Ambasciatore britannico e il Ministro degli esteri italiano e prima che il signor Chamberlain incontri il signor Mussolini.

1. Che al momento in cui si discute il ritiro dei volontari e delle truppe ausilia- - - rie straniere si dovrebbe anche parlare di mediazione fra le due parti in conflitto, in modo da evitare ii prolungamento della guerra tramite il riconoscimento del diritto di bellige- ranza.

2. Che nel piano di mediazione si tengano presenti i giusti diritti e le necessità delle popolazioni coinvolte; il principio guida dovrebbe essere la conciliazione, non il pre- dominio di una parte sull'altra. A tal fine osiamo rammentare che lo scorso maggio sotto- ponemmo al Foreign OSce una b o m di piano per effettuare un armistizio in Spagna. Alleghiamo un'altra copia di tale Piano, che riteniamo tuttora degno d'attenzione.

3. È di gande importanza per la pace dell'Europa che la Spagna riacquisti l'indipendenza come elemento di equilibrio nel Mediterraneo, e che pertanto essa sia liberata da coinvolgimenti che rappresentano una dipendenza mascherata o dalla Rus- sia o dall'Italia e dalla Germania. Ciò potrebbe awenire soltanto grazie a una riconci- liazione fra le due parti, senza il sacrificio di una di esse alle ambizioni di una Potenza straniera. Siccome tale riconciliazione richiede tempo, si era proposto (nel Piano cui facciamo riferimento) che durante un primo periodo di Armistizio i due Governi sarebbero coesistiti ognuno nel suo territorio finché si fosse raggiunto un accordo per l'instaurazione di un Governo unico per l'intera Spagna. Ogni tentativo dall'esterno di imporre in Spagna un Governo totalitario dovrebbe essere prevenuto nell'interesse del- la Spagna e dell'Europa.

47 PROIF0371122661/W13356186/41, fogli 13-14A: lettera dattiloscritta su carta intestata: British Com- mittee for Civil and Religious Peace in Spain indirizzata: "AU'On. Visconte Halifax, K G., G. C. S. I., etc. Segretario di Stato per gli Mari Esteri di Sua Maest&". La minuta in italiano per mano di Sturzo si trova in ALS, f. 509, C. 39.

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4. Al contempo pensiamo che un primo e immediato risultato delle conversa- zioni odierne dovrebbe essere una richiesta ufficiale alle due parti in conflitto di sospen- dere tutte le sentenze capitali e di non porre oscacoli alla consegna ad entrambe le parti di approvvigionamenti alimentari e di vestiario. Se la zona repubblicana necessita di approv- vigionamenti alimentari, l'altra abbisogna ugualmente di lana e vestiario.

5. Si dovrebbe insistere sulla sospensione dei bombardamenti delle popolazioni civili nelle città e nei centri rurali.

Abbiamo l'onore di dichiararci Suoi obbedienti,

Wickham Steed Presidente B. Barclay Carter Segretaria

Discussione [12-14 ottobre 1938148

Questa è una lettera importante che merita qualcosa di più di un'educata dichiarazione di ricevuta. I1 Comitato ci mandò questa bozza di piano d'armistizio il maggio scorso tramite il signor Wickham Steed. È un piano congegnato con cura che rappresenterebbe un'utile base di partenza quando il principio della mediazione fosse accettato dal Governo di Sua Maestà, in quanto prevede che una proposta in base alle linee tracciate nel piano sia fatta alle parti spagnole dal nostro e da altri paesi. In attesa di una decisione su questo punto, il Dipartimento occidentale non propone di commentare i particolari del piano, ma forse se ne potrebbe sottoporre copia al Primo ministro e il Comitato dovrebbe essere informato che ciò è stato fatto.

W. Roberts 12/10

Non abbiamo neppure una prospettiva decente per fare appello a un armistizio. In se stesso questo è un lungo passo; da quel punto alla mediazione vera e propria il passo è molto più lungo e implica parecchie considerazioni quali il grado di unanimità raggiun- gibile dalle Potenze mediatrici e l'entità dell'impegno necessario qualora ci si impegoli nel tentativo di aiutare i vari elementi spagnoli a risolvere i loro affari.

Penso che sarebbe oltremodo incauto dare al nostro pubblico qualsiasi impres- sione che pensiamo alla mediazione, finché non abbiamo ben chiaro in mente che cosa intendiamo con ciò e fino a che punto saremmo disposti a spingerci in tale direzione.

Pertanto risponderei a questa lettera in maniera del tutto disimpegnata, ringra- ziando lo scrivente per averci fatto conoscere le sue opinioni, che saranno prese in seria

48 PROIF0371/22661/W13356186/4 1 , foglio 12: note manoscritte suii'apposito modulo.

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considerazione nel caso in cui la mediazione in Spagna diventasse una possibilith pratica, e ringraziandolo anche per la copia del piano che è stato compulsato con interesse.

G[eorge] M[ounsey] 13.10.38 A[lexander] C[adogan] 13 ottobre 1938

Sì: riempire un po' la risposta se possibile. H[alifax] 14/10.

22 ottobre 193849

Signore, I1 Visconte Halifax mi incarica di fare riferimento alla sua lettera del 6 ottobre,

con allegata un bozza. di piano preparato dal suo Comitato per effettuare un armistizio in Spagna. Egli lo ha letto con molto interesse e la ringrazia per avergli comunicato le opi- nioni in merito del Comitato.

2. Qualora la mediazione in Spagna diventasse una possibilith pratica le propo- ste del suo Comitato saranno prese in seria considerazione.

Sono, Signore, il suo obbediente Servitore

Walter Roberts

33.

Copia di telegramma Western Union

Chicago 19 ottobre 193850

Mentre ero all'università di Chicago per conferenze, ho letto della proposta fatta da Ortega y Gasset che sua Eccellenza usi la sua influenza per far terminare la Guerra Civile Spagnola. Come Presidente del Comitato Francese per la Pace Civile e Religiosa in Spagna, mi auguro, rispettosamente, che sua Eccellenza possa ritenere possibile compiere,

49 PROIF0371/22661/W13356/86/41, foglio 15: copia di lettera dattiloscritta con intestazione d a d o - scritta: Foreign OAice, S.W.1, indirizzata: "Al Presidente, British Comminee for Civil and Religious Peace in Spain, 7, Lansdowne House, Lansdowne Road, W. 11 ".

50 ALS, f. 509, C. 71: dattiloscritto su carta semplice indirizzata: "Al Presidente, Casa Bianca, Washing- ton, D.C.". A mano sul margine superiore destro: "Confìdentiel".

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in collaborazione con altri governi democratici, i passi necessari per giungere ad un armi- stizio e ad una pace in questa sterile e terribile guerra. I miei colleghi, Madariaga e Men- dizdbal, Presidente del Comitato Spagnolo per la Pace in Spagna, Wickham Steed, Presi- dente del Comitato Britannico, ed io abbiamo proposto ai governi francese e britannico un piano di mediazione secondo il quale, durante un periodo di transizione, ciascuna del- le parti governerebbe il territorio che attualmente detiene. Un governo superiore compo- sto di tre membri, uno scelto da Burgos, uno da Barcellona ed il terzo scelto da entrambe, tenterebbe progressivamente, insieme ad un comitato internazionale, di unificare i due governi. Riteniamo che l'iniziativa di mediazione debba partire dall'esterno e dalle demo- crazie, affinché possa sorgere una Spagna genuinamente indipendente. Se la grande democrazia Americana, sotto la sua guida illuminata, incoraggiasse questi sforzi, l'effetto morale sarebbe di immenso aiuto. Se crede, potrei fermarmi a Washington prima del mio ritorno in Francia per porgerle i miei ossequi.

Jacques Maritain

28 ottobre 193851

Mio caro Maritain, I1 suo telegramma del 19 Ottobre 1938 indirizzato al Presidente, in cui suggeri-

sce un piano di mediazione del conflitto in Spagna, k stato portato all'attenzione di que- sto dipartimento.

I1 nostro Governo e il nostro popolo hanno seguito il corso dell'attuale conflit- to in Spagna con grande interesse e hanno sinceramente sperato che si potesse trovare qualche soluzione per farlo cessare. In riferimento al suo suggerimento che questo Gover- no potrebbe collaborare con altri governi'democratici in uno sforzo comune per giungere a un armistizio e alla pace in Spagna, posso dirle che già varie proposte per una qualche forma di mediazione del conflitto in quel paese sono state fatte a questo governo di tanto in tanto durante gli ultimi due anni. Infatti, varie proposte di questo genere sono giunte dai diversi governi di altre Repubbliche Americane, i cui popoli sono owiamente profon- damente interessati e preoccupati riguardo allo sfortunato conflitto civile in Spagna. Pur- troppo, considerate tutte le circostanze, questo Governo è stato obbligato ad astenersi dall'accettare ogni partecipazione in queste proposte.

Dato che interessa l'argomento in questione, le accludo una copia della risposta di questo Governo ad un comunicato del Governo Cubano, datato 21 ottobre 1937, in

51 ALS, f. 509, C. 72: dattiloscrirto su carta semplice, indirizzato a: "Sig. Jacques Maritain presso l'Uni- versità di Chicago, Illinoisn con intestazione dattiloxrirta: "Dipartimento di Stato Washington. Nella rispo- sta far riferimento a EU. 852.00 - Maritain, Jaques". A mano sul margine superiore destro: "Confidenrieln.

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cui veniva proposta una mediazione comune del conflitto spagnolo da parte dei paesi Americani52.

Cordialmente, per il Segretario di Stato

Assistente Segretario

Allegato: Comunicato stampa 1 novembre 1937

2 1 novembre 1 93853

Caro Lord Halifax, Quale presidente del Comitato Britannico per la Pace Civile e Religiosa in Spa-

gna mi si richiede di esprimerle l'ansia condivisa dai membri del Comitato e da un gran numero di nostri compatrioti, che la concessione del diritto di belligeranza al Generale Franco renda responsabile la Gran Bretagna d'imboccare una direzione politica ripugnan- te allo spirito umanitario e cristiano del nostro popolo.

La concessione del diritto di belligeranza agevolerebbe il blocco dei porti che mira a ridurre alla fame milioni di spagnoli che si stanno difendendo dalla ribellione di una parte dell'esercito spagnolo e dall'invasione straniera54.

Questo sarebbe di per sé un atto non cristiano. Inoltre, considerando l'incapacità del Generale Franco e dei suoi alleati stranie-

ri di avere il soprawento sulla resistenza spagnola con la forza delle armi, il riconoscimen- to da parte britannica di Franco quale legittimo belligerante tenderebbe a far pendere la bilancia a suo favore, e ciò durante una stagione invernale che probabilmente esporrd le popolazioni civili a rigori immeritati.

Alla vigilia della visita sua e del Primo ministro a Parigi, sentiamo che è nostro dovere indirizzarle questo nuovo appello, sia per fare in modo che la nostra coscienza sia a posto, sia nella speranza di fare ciò che possiamo per risparmiare ad un gran numero di spagnoli sofferenze peggiori di quelle che già li affliggono.

52 Cfr. ALS, f. 509, C. 73: Department of State, Press Release, November 1, 1937. 53 PROIF0371/22657/W15453/83/41, fogli 125-127: lettera dattiloscritta sulla solita carta intestata di

Steed. Cfr. ALS, f. 509, C. 50: minuta a mano di Sturzo, senza data, che riflette la lettera di Steed e C. 51: dat- tiloscritto in italiano, senza data, della medesima minuta. Nel fascicolo 509 i due documenti contigui a cc. 50 e 51 sono datati 14 e 24 novembre 1938.11 24 novembre MendizAbal riferiva a S t u m che il Comitato spa- gnolo aveva inviato ai quattro ministri riuniti a Parigi una lettera contro la concessione del diritto di bellige- ranza a Franco (cfr. ALS, f. 509, C. 55).

54 Secondo il diritto internazionale il riconoscimento del diritto di belligeranza conferiva il diritto di bloccare i porti awersari e confiscare i carichi di armi ad essi diretti. Per Franco, la cui flotta era qualitativa- mente superiore a quella repubblicana, il riconoscimento del diritto di belligeranza da parte della Gran Breta- gna divenne un'ossessione. Cfr. J. Edwards, The Btitish Government and the Spanisb Civil Waar, 19361939, MacmiUan, 1979, pp. 184-210.

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Al contempo ritorniamo sulla nostra precedente proposta a favore della media- zione come l'unico mezzo umano di far cessare questa lotta e di incamminarsi in qualche misura verso la pacificazione. Vorremmo tuttavia rammentarle che qualunque piano equo di mediazione dovrebbe tener conto sia della Cataiogna sia della Biscaglia, in quan- to queste regioni che hanno cercato di difendere la loro autonomia non potrebbero accet- tare una pace che ignorasse o distruggesse la loro autonomia politica e amministrativa55.

Va ricordato che non meno di 200.000 Baschi sono ora profughi, ail'estero o in Cataiogna, e che più di 40.000 sono prigionieri e sono esposti al rancore speciale degli insorti spagrioli56.

I1 mio Comitato spera che la linea d'azione del Governo di Sua Maestà sarà gui- data da una lungimiranza saggia e prudente in connessione con il problema spagnolo che è diventato una questione cruciale nella politica internazionale.

Mi creda, molto cordialmente e rispettosamente Suo,

Wickham Steed

22 novembre 193857

Caro Sig. Wickham Steed, . La ringrazio molto della sua lettera di ieri sulla possibilità di concedere il diritto

di belligeranza al Generale Franco. Riconosco in pieno i forti sentimenti su questo argo- mento che ispirano coloro a nome dei quali lei parla.

Anch'io spero nell'opportunità di poter discutere a Parigi con i Ministri france- si, insieme ad altre cose, l'intera questione spagnola, ma non prevedo che si arriverà ad alcuna ampia modifica del piano del Comitato di Non-Intervento del genere di quella da lei temutasa.

Molto cordialmente,

Haiifax

55 Josk F. de Liazo, il delegato basco presso l'ambasciata spagnola a Londra, aveva fatto pervenire a Stur- 7.0 un memorandum in 10 punti che riassumeva le principali preoccupazioni e rivendicazioni autonomistiche dei baschi nel caso che la guerra si concludesse con una soluzione di compromesso. Cfr. ALS, f. 507, C. 43: Liazo, 28-10-1938, a S tum, e memoriale allegato. Lisazo e Roca, il delegato catalano, furono attivissimi nel rendere note le loro rivendicazioni al Foreign Office. Manuel de Irujo, che si era dimesso dai governo Negrin il 16 agosto, si associò ai loro sforzi nell'autunno. Cfr. la premessa a questa appendice.

56 Cfr. A=, E 509, C. 43: memoriale allegato alla lettera di Liazo, punto 8. 57 PROIF0371122657/Wl5453/83/41, foglio 128: copia di lettera dattiloscritta senza intestazione. 58 La diplomazia britannica faceva dipendere il riconoscimento del diritto di belligeranza dal soddiifaci-

mento delle condizioni poste dal Comitato di Non-Intervento per il ritiro dei combattenti stranieri, mentre Franw rendeva tale ritiro dipendente dal riconoscimento del diritto di belligeranza. La controversia rimase irrisolta fino alla vittoria di Franw, il cui governo fu riconosciuto dalla Gran Brecagna il 27 febbraio 1737

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l l dicembre 193859

Eccellenza, Durante l'assenza del nostro Presidente e vista l'urgenza della questione, ho I'o-

nore di inviarle la lettera acclusa, indirizzata a lei dal Comitato Spagnolo per la Pace Civi- le in Spagna. Sono certa che lei comprenderà l'estremo interesse di questa proposta e so di esprimere i desideri del mio Comitato nell'implorarla di riservare ad essa la medesima benevola considerazione da lei mostrata in altre occasioni.

Ho l'onore di essere, Eccellenza, la Sua obbediente,

B. Barclay Carter Segretaria

9 dicembre 193860

Excellence, Nous avons I'honneur de vous inforrner qu'au nom de millions d'Espagnols,

qui désirent ardemment la fin de la guerre, nous avons sollicité du Saint Siège la proposi- tion d'une trkve de Noel aux deux belligérants61. Cette treve commencerait le 24 Décem-

senza la concessione del diritto di belligeranza. Nell'autunno del 1938 vi era nel Foreign Office una corrente d'opinione incline a concedere il riconoscimento, sulla scorta del fatto che ormai la presenza straniera in Spa- gna era diminuita e le sorti della guerra non parevano più dipendere da essa, il che rimuoveva una delle anoma- lie della guerra civile spagnola che giustificavano il non riconoscimento del diritto di belligeranza. D'altro lato nel paese l'opinione contro tale riconoscimento era forte e il 14 novembre Sir Philip Chenvode, inorridito dal- la crudeltà di Franco verso i prigionieri di guerra, aveva scritto a Halifax che egii non era degno del diritto di belligeranza. Cfr. PROIF0371/226571W15445/83/41: memorandum di Sir G. Mounsey; 22661/W15124/86/41: Chenvode, Pau, 14-1 1-1938, a Halifax (citato nell'Introduzione al carteggio Stum-Steed).

59 PROIF0371/22662lW16536/86/41, foglio 197: lettera dattiloscritta su carta intestata: British Commit- tee for Civil and Religious Peace in Spain, indirizzata: "All'On. Visconte Halifax, K. G., G. C. S. I., etc. Foreign Oftice, Londran.

60 PROIF0371/22662~16536/86/41, fogiio 198: lettera dattiloscritta in francese su carta intestata: Comité Espagnol pour la Paix Civile, indirizzata a: "Son Excellence Lord Halifax, Ministre des AfTaires Etrangkres, Londres".

61 Cfr. ALS, f. 509, C. 59: Mendidbal, Parigi, 17-12-1938, a S tum; cc. 60 e 61: copie di lettere del comitato spagnolo al card. Pacelli e al card. Verdier, 9-12-1938. Mendidbal informava Scuno non solo dei passi presso il Vaticano, tramite il cardinale Verdier, ma anche di conversazioni con Bonnet e con gli amba- sciatori del PeN, del Brasile, del Cile e della Costa Rica, che erano favorevoli a una tregua da proporre tramite la conferenza panamericana di Lima, e dell' intensa attività di informazione presso i quotidiani parigini cui Madariaga partecipava. Cfr. anche, Ibidon: C. 64: Lrs mo&litéspossiblcs dune trhc m Erpagne (Comité Espagnol

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bre et sa durée serait d'un mois62. Nous connaissons la excellentes dispositions du Saint Siège concernant cette

démarche, surtout si elle est fermement appuyée par les Gouvernements britannique et franpis. C'est pourquoi, sachant qu'une suspension d'armes en Espagne est en plein accord avec la politique de paix de ces deux Gouvernements, nous venons de solliciter Votre Excellence de donner son appui à la dite proposition en la priant de vouloir bien assurer le Saint Siège du bon accueil qu'elle recevrait de la part du Gouvernement britan- nique.

Par les informations que nous recevons directement de I'Espagne, nous som- m a certains que la cessation des hostilités serait recue de toutes parts avec enthousiasme et qu'il y a des grandes possibilités pour que cette paix devienne une paix définitive en suscitant, pendant la treve, une prise de contact entre les représentants des deux partis en conflit.

Assurés que notre requete sera prise favorablement en considération par Votre Excellence, nous avons l'honneur de vous présenter, au nom de nos compatriotes, l'ex- pression sincere de notre gratitude anticipée et de notre dévouement le plus empressé.

Alfredo Mendidbal, Président

J. B. Roca, Sécretaire

12 dicembre 193863

Cara Signora, . Durante la temporanea assenza di Lord Halifax da Londra le scrivo accusando

ricevuta della sua lettera déll'l l dicembre e della lettera ad essa allegata del Comitato Spa- gnolo per la Pace Civile in Spagna di Parigi. Lord Halifax leggerà la sua lettera e l'allegato immediatamente dopo il suo ritorno.

Sinceramente

H. A. Caccia Segretario Privato

pour la paix civile, Paris, Décembre 1938); C. 69: Una tregua de N a v d propicia elpartidopopulure tn lu F a &+a% (Cornice argentino pro paz civil y religiosa en Espafia).

62 Coffensiva nazionalista in Catalogna inizib il 23 dicembre 1938. Cfr. A. Beevor, The S'nish Civil War, CasseU, London, 2001 (3a ed.), p. 364; Ciano, Diario 1937-1943 cir., p. 227.

63 PROIF0371/22662/W16536/86141, foglio 199: copia dattiloscritta su velina con inrestazione danilo- scritta: Foreign Ofice, S. W. 1 e, srampigliato, (Sd.) H. A. Caccia, indirizzata a: "Miss Barclay Cartern.

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27 gennaio 193964

Eccellenza, Il Comitato Spagnolo per la Pace Civile in Spagna a Parigi ha sottoposto al Mi-

nistro francese degli Esteri (Sig. Bonnet) una richiesta di creare una zona neutrale di rifu- gio vicino alla frontiera francese come misura di assistenza per i fuggiaschi non-combat- tenti.

Questa proposta è già stata ventilata nella stampa di ogni tendenza e siamo stati informati che il Signor Bonnet l'ha comunicata al Foreign OKce.

Siamo certi che tale proposta riceverà il suo pieno appoggio, e che lei userà i suoi buoni uffici presso il Generale Franco per ottenerne il consenso65.

I1 nostro Comitato ha l'onore di dare tutto il suo sostegno alla proposta, nella persuasione di interpretare in tal modo i desideri dell'opinione pubblica di tutto il paese.

Ho l'onore di essere, Eccellenza

Wickham Steed Presidente

4 febbraio 193966

Molte grazie della sua lettera del 27 gennaio con cui il suo Comitato chiede il sostegno del Governo di Sua Maestà per una proposta del Comitato spagnolo di Parigi di creare una zona neutrale di rifugio presso la frontiera spagnola.

Lei avrà senz'altro visto il testo del discorso pronunciato il 31 gennaio ai Comuni dal Signor Butler in cui egli parlò dell'azione intrapresa dal Governo di Sua

64 PROlFO37i/24i36nXrzO97/66/41, fogli 242-243: lettera dattiloscritta su carta intestata: British Com- mittee for Civil and Religious Peace in Spain indirizzata: "All'On. Visconte Halifax, K. G., G. C. S. I., etc. Foreign Ofice, Londra".

65 Cfr. infra, Parte 11, doc. n. 23 (PROIFO371124136/W1562IGGI41, Phipps, Parigi, 27-1-1939, a FO) e ALS, f. 509, C. 74: MendizAbal, Parigi, 25-1-1939, a Sturzo, con nota in margine del medesimo: "2711.39 I1 Presidente del Comitato ha scritto subito a Lord Halifax per la zona di rifugio"; C. 77: Mendizibal, Parigi, 27- 1-1939, a Sturm ". . .I1 parait que Franco repousse absolument cette idée.. ."; C. 79: Skance du 26-1-39, c h a Bourdet (verbale di riunione dei comitati spagnolo e francese, trasmesso a Sturzo da MendizAbal con la lettera del 27 gennaio. Tre pagine dattiloscritte in francese. Parteciparono alla discussione: Claude Bourdet, Mau- riac, Maritain, Mendizibal, Helhne de la Souchère, St. Chamant, Leizaola).

66 PROlF0371/24136/W2097/66/41, fogli 244-245: copia di lettera dattiloscritta su velina senza intesta- zione.

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Maestà per facilitare la creazione di zone di sicurezza per i profughi non-combattenti. I1 Signor ~ u t l e r spiegb che il Governo spagnolo aveva dichiarato che tale proposta non era realizzabile a causa della difficoltà di dare rifÙgio a molte migliaia di profughi in una zona limitata della Catalogna, ma aggiunse che se la situazione fosse cambiata, l'offerta del Governo di Sua Maestà di fare passi presso l'amministrazione del Generaie Franco al sog- getto di una zona di sicurezza rimaneva valida.

Apprendo ora che il Governo francese ha deciso di lasciar entrare in Francia molte migliaia di profughi67. I1 Governo di Sua Maestà ha acconsentito ad assisterli nelle necessità più immediate attraverso la Commissione Internazionale per l'Assistenza ai bambini spagnoli profughi.

Lord Halifax

67 La Francia aveva rifiutato di lasciar entrare i profughi, ma il 27 gennaio, con olue 200.000 disperati ammassati alle frontiere, ne annuncib I'apermra a ani re daila mezzanone. Cfr. Becvor, The Spanish Civil War, cit., pp. 368-369.

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Parte I1 - La diplomazia britannica e la mediazione

1) Madariaga a Eden 2) Eden a Madariaga 3) F. O. a Leche, Hodgson

e Thompson 4) Phipps a E O. 5) F. O. a Phipps 6) Hodgson a F. O. 7) F. O. a Hodgson 8) Leche a F. O. 9) Osborne a F. O.

10) E O., discussione 11) Conversazione Mounsey-

Duca d'Alba 12) Hodgson a F. O. 13) F. O. a Lord Perth 14) Lord Perth a F. O. 15) Lord Perth a F. O. 16) Estratto dalle conclusioni

di gabinetto 17) Chetwode a Lord Halifax 18) F. O. a Lord Perth 19) Conversazione Irujo-Butler 20) Imjo a Roberts 21) Azdrate a Lord Halifax 22) Phipps a F. O. 23) Stevenson a E O. 24) E O. a Phipps

PROIF0371122659/W172/8614 1, fogli 25-26 PR0/F0371/22659/W172186141, fogli 30-31

PROlF0371/22G59~172/86/41, fogli 27-30 PROIF0371/22659/W3363/86/41, fogli 85-86 PROlF0371/22659/W3363/86141, foglio 87 PROlFO371122659AV5 l7718614 1, foglio 1 O0 PRO/F0371/22659/W5 177186141, foglio 101 PR0/F0371/22659/W5804/86141, fogli 137- 138 PROlF0371/22659/W5918186I41, fogli 148-150 PROlF0371/22659/W5918I86/41, foglio 147

PRO/F0371122659/W6055186I41, fogli 152-1 53 PRO/F0371/22G59lW6192186I4 1, foglio 159 PRO/FO371122G6O/W7666/86I4 1, fogli 257-26 1 PROIF0371122660/W7977186/41, fogli 286-289 PROIF0371/22660/W9265/86/41, fogli 37 1-377 . PRO/F0371122660/W9446/86/4 1, foglio 384 PR01F0371122661~13298186141, fogli 477-483 PRO/F0371/22661/W13493/86/41, fogli 33-35 PR0/F0371122662/W1558418G141, fogli 149- 150 PR01F0371122662AV16469186141, fogli 185- 187 PROlFO371124 147/W974/374/4 1, fogli 3 1-33 PRO/FO371/24 136/W1562/66/4 1, foglio 165 PRO/FO371/24 147/W2286/374/4 1, fogli 134-1 35 PROlFO371/24 147/W22861374/4 1, foglio 136

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3 1 dicembre 193768

Mio caro Eden, Mi permetta innanzitutto di congratularmi cordialmente con lei per la sua arte

diplomatica della navigazione alla fine di questo anno in cui ha circumnavigato la terra nei mari più tempestosi su cui la nave di Stato del suo Paese abbia veleggiato daiia guerra in poi con un'abilità ineguagliata da ogni altro segretario estero britannico che mi venga in mente. Quelli di noi dotati di un po' di esperienza negli &ari internazionali sanno quale capolavoro di azione e di omissione stia dietro questo fatto puro e semplice: h Gran Breta- gna non t in guerra. Ma ecco: questo non è un fatto negativo e, come tale, non attrae la massa. Chi si cura delle polmoniti che non ha contratto, o del medico che è riuscito a tenerle alla larga?

Le stavo per inviare una nota sulla situazione in Spagna quando ho letto nel Times la notizia dello scambio dei prigionieri negoziato da Chilton69 e Leche70 con l'aiu- to della Croce Rossa. Come la vedo io - e spero di non averla vista troppo brillantemente - è la cosa più importante che abbiate fatto in Spagna e potrebbe essere l'inizio di una conclusione felice. I miei pensieri avevano preso la stessa direzione soprattutto per un attento studio che avevo fatto sulla disposizione d'animo di ambedue le parti. ~e'debbo attenermi alle mie informazioni, le linee generali della situazione appaiono come segue:

Dalpunto di vista militare: La parte nazionalista è forse abbastanza forte da respingere qua e là le forze governative, ma non è abbastanza forte per sfondare. Dalla parte governativa sono forti abbastanza per mantenere una difensiva indefinita e anche per strappare vittorie a livello locale, ma non possono sperare di riconquistare l'intera Spagna.

Dalpunto di vistapsicologico: Le masse di ambedue le parti vogliono la pace. Le truppe combattenti di ambedue le parti vogliono la pace. Una minoranza - probabilmen- te una piccola minoranza - degli ufficiali vuole la pace, da ambedue le parti. Da parte del Governo, i leaders - tutti tranne una o due importanti eccezioni - sono consapevoli di non poter vincere la guerra e vogliono la pace. Questo sembrerebbe il caso del Presidente della Repubblica, del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore. Da parte nazio- nalista, i leaders iniziano a rendersi conto che non possono vincere la guerra; secondo notizie fondate essi hanno fiducia nel blocco e nella guerra di logoramento piuttosto che nella forza delle armi o nella strategia.

68 PROIF0371/22659/W172/86/41, fogli 25-26: lettera dattiloscritta con intestazione dattiloscritta: 21 Hampstead Hill Gardens, NW3.

69 Per Sir Henry Getry Chilton (1877-1954) cfr. supra, carteggio, lettera 66 n. 70 Sir John Hurleston Leche (1889-1960). Entrò nel corpo diplomatico nel 1919 dopo la carriera milita-

re e il servizio nella prima guerra mondiale. Ricoperse varie cariche nelle ambasciate di Parigi, Rio de Janeiro e Buenos Aires e presso il Foreign Ofice a Londra. Nell'aprile del 1937 fu nominato British Chargé d'maires presso il governo repubblicano spagnolo, in sostituzione di George Ogilvie Forbes. Fu poi ambasciatore e console generale in America centrale (1939-45) e in Cile (1945-49). Cfr. Who was Who, vol. V, 1951-1960, A. & C. Blacks, London, 1976 (2a ed. ), p. 645.

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Supponendo che l'idea di negoziati di pace sia stata accettata da ambedue le parti, il Paese pub solamente essere governato, all'inizio, da una sorta di continuazione del sistema politico di guerra, ovvero, da governi autoritari e retti da leggi marziali, ognu- no dei quali condurrebbe dalla guerra alla pace la parte del Paese che esso attualmente controlla. La transizione dalla guerra alla pace e da una Spagna bicefala a una con testa normale sarebbe simultanea. Nessuna permanente spartizione viene suggerita. Ma viene suggerito che la Spagna verrebbe, per un periodo di tempo, divisa per motivi pratici lun- go le linee di combattimento al momento dell'armistizio. Si tratta di un espediente pura- mente pratico che interesserà tutti gli uomini esperti e di buon senso. I metodi personali, costituzionali e militari, per assicurare l'unità del paese lungo il margine o la 'cicatrice' della guerra competono ai negoziatori. Rimane il fatto che la Spagna prenderebbe le mos- se dal tempo di guerra e dunque dovrebbe essere governata, in un primo momento, da due diverse autorità. 11 cambiamento consisterebbe, inizialmente, in questi tre punti:

le due autorità sarebbero in pace e non in guerra; esse sarebbero entrambe subordinate ad un'autorità superiore per quanto

riguarda gli interessi comuni quali gli &ari esteri, i rifornimenti, il commercio estero e la graduale riunificazione del paese;

l'obbiettivo principale delle due autorità e dell'autorità superiore ad esse prepo- sta, sarebbe quello di riportare la pace e l'unità nel paese tramite un processo graduale.

Prima di continuare, mi lasci scartare due errori, uno in circolazione in questo paese, e uno in Francia. Nessunafederazione e nessunplebiscito. Ambedue sono impossibili, ambedue sono dei pregiudizi teorici. Le differenze tra gli spagnoli non sono ripartite geo- graficamente, così che una federazione non risolverebbe nulla; ed essi sono troppo violenti e lo saranno ancora per troppo tempo da poter permettere un plebiscito normale71.

Quanto sopra suggerisce un metodo d'approccio per la pace. Chiari ostacoli psicologici impediscono ad ambedue le parti di perseguire la pace. L'idea deve venire da fuori. Inoltre, non potrebbe presentarsi, in un primo momento, come proposta di pace. Potrebbe derivare da tali circostanze quali le attività Chilton-Leche-Junod sullo scam- bio dei prigionieri. Altre simili attività che potrebbero essere suggerite sono lo scambio delle famiglie di persone che si trovano dall'altra parte del confine rispetto a quella dove abitano le loro mogli ed i loro figli e, eventualmente, anche qualche scambio di beni, giustificabile sulle linee umanitarie. Lo scopo di tali suggerimenti dovrebbe essere un armistizio.

Una volta concordato l'armistizio, la guerra probabilmente avrebbe termine. L'armistizio potrebbe venire proposto o da quei negoziatori che ho menzionato

prima o dal Governo britannico oppure da una personalità britannica indipendente che,

71 Sin dal 1935 Madariaga aveva preso posizione contro i l sistema elettorale democratico a favore di una democrazia non elettiva di tipo corporativo, facendo involontariarnence il gioco di Franco. Cfr. l? Preston, Comrds! Portraitsfiom tbc Spanish Civil War, cit., pp. 15 1- 152. In un articolo del 1938 egli qualificava il suo rifiuto del plebiscito: " Pour q'une consultation nationale ait de valeur, il faut deux conditions dont aucu- ne n'est presente dans I'Fspagne d'aujoud'hui: un minimun de serenite dans I'etat d'%ne nauonal et des insti- tutions civiques suffiamrnent etablies pour manifester et donner force à la volonti nationale. Ajoutons que la consultation doit porter sur un point clair et qu'il ne me semble guère possible de definir avec clarté ce sur quoi I'on pourrait demander à La nation espagnole de se prononcer aujourd'hui. Le plebiscite est donc irnpos- sible." (S. de Madariaga, Lupaix tuut de suitr, in "La Paix Civile", n. 4-5, maggio-giugno 1938).

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tuttavia, possa essere in grado di affermare che agisce con il consenso del Governo. Sugge- rirei Winston Churchill malgrado la sua deliziosa fantasia sulla pirateria mediterranea.

Non penso di poterla vedere prima che io parta per New York il prossimo mer- coledì cinque. Buona fortuna a lei, da cui cosi tanto dipende.

Con i migliori auguri

Salvador d e Madariaga

1 gennaio 193872

Mio caro de Madariaga, Mille grazie per la sua lettera e per le più che gentili parole che mi ha rivolto

riguardo a quel poco che sono riuscito a fare nell'ultimo anno. Mi ha molto interessato leggere quello che aveva da dire a proposito degli

scambi effettuati da Chilton e Leche. Spero e credo che abbia ragione nell'intravedere qualcosa d'importante in questa impresa, che è il risultato di una negoziazione molto lun- ga ed ardua e rappresenta veramente un grande tributo ai due uomini coinvolti.

P stato anche interessante conoscere le sue opinioni sul recente sviluppo della - -

situazione spagnola. Le sue parole mi saranno di grande aiuto. Come lei può ben imma- ginare, abbiamo ansiosamente considerato se vi sia qualcosa che possiamo fare per far ces- sare questo orrendo conflitto in Spagna. Ho coltivato, oramai da molto tempo, la speran- za che il nostro Paese, attenendosi per quanto possibile nella propria condotta a una reale linea di non-intervento, possa essere in grado di rendere qualche servizio. Posso farle que- sta promessa: ogni volta che penseremo di intravedere una speranza, non saremo intimi- diti nell'aflerrarla dal rischio di fallire, per quanto grande esso possa essere.

Avrei avuto molto piacere d'incontrarla prima della sua partenza per New York, ma anche io sono di partenza lunedì per qualche giorno di vacanza nel sud della Francia, prima di andare a Ginevra:Ad ogni modo, mi faccia sapere quando sarà di nuovo in que- sto paese e la prego di non esitare a scrivermi quando lo desidera, in quanto ammetto, in maniera egoistica, che le sue lettere mi sono di grande aiuto.

Cordiali saluti ad entrambi, ed i migliori auguri per il 1938.

Anthony Eden

72 PRO/F0371122659/W172/86/41, fogli 30-31: copia di lettera dattiloscritta su velina senza intestazione; i'inizio ("My dear de Madariaga") e i saluti finali sono manoscritti a penna.

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25 gennaio 193873

Foreign Office. Telegramma in cifra a Leche (Barcellona), Sir Robert Hodg- son74 (Salamanca) e in chiaro a Thompson (Hendaye)75

Ho considerato a lungo se forse non sia giunta l'ora per il Governo di Sua Mae- stà di prendere l'iniziativa nella direzione di una mediazione per far cessare le ostilità tra i partiti spagnoli in conflitto.

La forma d'iniziativa che ho in mente non contiene nulla di così controverso come una proposta concreta riguardo la htura forma di governo della Spagna, ma piutto- sto i? un'iniziativa in cui il Governo di Sua Maestà si limiterebbe ad offrirsi come canale di negoziazione tra le due parti. Se, comunque, il Governo di Sua Maestà fosse chiamato a dare suggerimenti, esso probabilmente consiglierebbe che i due governi spagnoli manten- gano per un periodo indefinito la completa sovranità su quelle parti della Spagna che essi controllano al momento, che venga data la promessa che non ci saranno preparativi per una ripresa delle ostilità, e che ci sia libertà di movimento della popolazione spagnola da una parte ail'altra e lo scambio di tutti i prigionieri politici. Questo suggerimento che presenta il vantaggio di una relativa semplicità e di un riconoscimento della situazione de facto, lascerebbe i due governi liberi di consolidare le loro posizioni politiche e ammini- strative ail'interno dei rispettivi territori. Più avanti, quando le passioni suscitate dalla

73 PROIF0371/22659iW172/86/41, fogli 27-30: copia di dattiloscritto, marcato 'secret' e 'No distribu- tion' .

74 Sir Robert MacLeod Hodgson (1874-1956). Laureatosi nel 1897 presso il Trinity College di Oxford, riwperse ruoli minori nel consolato di Algeri e in quello di Marsiglia (1901-06), dove divenne vice-console nel 1904. Nel 1906 fu inviato come agente commerciale a Vladivostock, dove hi nominato vice-console nel 1908 e console nel 191 1: vi rimase fino al 1919, quando fu trasferito con funzioni d'ambasciatore a Omsk presso quel governo anti-bolscevico. Quando gli Alleati evacuarono Omsk nel novembre del 1919, fu nomi- nato consigliere commerciale e nel 1921, dopo la firma del trattato commerciale, divenne capo della missione commerciale britannica a Mosca. Nel 1924, in seguito al riconoscimento del governo bolscevico da parte di quello laburista, Hodgson divenne chargé d'daires ma nel 1927 fu richiamato in patria con il resto della mis- sione britannica. Dal 1928 al 1936 fu ambasciatore in Albania. Nel 1936 andò in pensione ma nel dicembre del 1937 fu nominato agente commerciale presso il governo di Franco e nel febbraio del 1939 assunse il titolo di chargé d'afFaires ma non fu scelto come ambasciatore nell'aprile, quando furono stabiliti regolari rapporti diplomatici. Durante la guerra fu consigliere della censura presso il Foreign Ofice. In seguito diresse la scuola di studi slavi presso l'universi& di Londra e nel 1953 pubblicò Spain Resurgent. Cfr. D. Scotr, ad vocern, in Dictionary ofNariona1 Biograply, 1751-1760, a cura di E. T. Williams e Helen M. Palmer, Oxford Universiry Press, 1971, p. 492.

75 Sir Geoffrey Harington Thompson (1898-1967). Entrò nel servizio diplomatico dopo aver wmbat- turo wl grado di luogotenente sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Fra il 1920 e il 1931 fu segretario d'ambasciata a Rio de Janeiro, Washington e S a n t i o , dove fu chargé d'daires nel 1932 e 1933. Prestò quindi servizio presso il Foreign ORice e dal 1937 al 1938 in Spagna, prima a Valenza, poi a Hendaye, dove fu chargé d'afFaires nel settembre del 1937 e da gennaio a luglio 1938. Dopo un paio d'anni presso il Foreign Ofice, nel 1941 fu consigliere d'ambasciata ad Ankara. Dal 1942 al 1945 hi a Baghdad e dal 1947 al 1950 ambasciatore a Bangkok; nel 1950-51 insegnò presso I'Imperial Defence College e dal 1952 al 1956 fu ambasciatore in Brasile. Nel 1959 pubblicò Front Line Diplornat. Cfr. Who wm Who, vol. Vi, 1961-1970,A & C. Bkck, London, 1972, p. 1114.

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guerra si saranno logorate, si potrebbero cominciare i negoziati per il ristabilimento di una Spagna unita.

Le relazioni che ho ricevuto dai rappresentanti di sua Maestà in Spagna ed altrove mi hanno portato a credere che la spinta per la continuazione della guerra venga in gran parte da quelle Grandi Potenze che contano sulla vittoria completa di uno schie- ramento sull'altro, mentre la massa della popolazione spagnola probabilmente preferireb- be qualunque soluzione della guerra piuttosto che la sua continuazione - uno stato delle cose che dovrebbe essere causa-di seria riflessione da parte di entrambi i governi spagnoli. In queste circostanze, ritengo preferibile che un'eventuale iniziativa parta dal Governo di Sua Maestà senza previa consultazione con altri Governi europei. Inoltre, dato che per motivi di prestigio né l'uno né l'altro partito è incline ad ammettere, sia ai governi stra- nieri sia all'altro partito, di essere disposto a considerare una mediazione fino a quando non sia sicuro che l'altro partito è pronto a fare lo stesso, sembrerebbe essenziale che entrambe le parti abbiano completa fiducia nella discrezione del mediatore. Un'ulteriore obiezione alla consultazione di altri Governi è che notoriamente il Governo Francese pro- pende per una forma di mediazione che comprende disposizioni future per un plebiscito etc., il quale è destinato a fallire.

Uno dei suggerimenti più utili che è stato avanzato è di eseguire un test degli umori di ambedue i partiti attraverso il canale delle attività umanitarie prima che venga presa qualsiasi iniziativa nella direzione già menzionata. L'allegato al dispaccio n. 793 di Sir H. Chilton dello scorso 27 Novembre contiene delle proposte precise, presentate dal Governo del generale Franco riguardo ad uno scambio generale di prigionieri ed ostaggi, in cui si suggerisce che il Governo di Sua Maestà nomini un mediatore. Queste proposte sono state comunicate all'ambasciatore spagnolo, che mi ha ora informato che il suo Governo è d'accordo in linea di principio. La nomina di un mediatore britannico mette- rebbe il Governo di Sua Maestà in una posizione molto favorevole per progredire dalla mediazione umanitaria a quella politica; inoltre un suggerimento da parte del mediatore che le ostilità dovrebbero cessare per un periodo di tempo in modo da favorire gli scam- bi su larga scala, creerebbe un minimo di sospetti e di risentimenti stranieri e fornirebbe un test del desiderio di entrambe le parti che questo conflitto finisca, consentendo loro di accettare un'apertura in tal senso che non sarebbe né imposta loro dall'esterno, né congiunta ad alcuna trattativa politica. Questa procedura avrebbe l'ulteriore vantaggio rispetto a qualsiasi suggerimento diretto di armistizio che il Governo di Sua Maestà non sarebbe neanche indirettamente responsabile degli sviluppi successivi. D'altra parte, sarebbe una sventura se le trattative degli scambi dovessero interrompersi a causa dei timori delle parti contendenti di venir coinvolte, contro la loro volontà, in negoziati di carattere politico.

Sarei lieto di ricevere al più presto possibile il suo stimato parere alla luce dei recenti sviluppi politici e militari, sulla prospettiva di successo di una iniziativa presa in questa direzione da parte del Governo di Sua Maestà e sulla forma che essa dovrebbe assumere.

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Dalla Francia76 Sir E. Phipps77

I1 Ministro degli affari esteri mi convocò oggi pomeriggio per esprimere le sue gravi preoccupazioni circa la situazione in Spagna.

[cifra indecifrabile] disse all'ambasciatore francese a Barcellona ieri sera che le forze governative erano in rotta a causa della superiorità delle forze di Franco con gli ita- liani, i tedeschi, i mori e con un'assoluta preponderanza di aerei e di artiglieria pesante, ecc. Tutti i ministri spagnoli eccetto [Ministro delle finanze] desideravano chiedere un armistizio e il ministro spagnolo degli affari esteri pareva propenso a suggerire la media- zione, se i francesi non avessero potuto inviare aiuti immediatamente78. Monsieur Paul Boncour pensa che questo suggerimento dovrebbe essere preso in seria considerazione se ripetuto dai primo ministro spagnolo79 che è stato a Parigi ed è tornato a Barcellona ieri sera. Se si dovesse tentare la mediazione, secondo Monsieur Paul Boncour essa dovrebbe partire dalla Gran Bretagna. In ogni caso egli prega il Governo di Sua Maestà di prendere subito in considerazione l'idea. Egli disse che il Comitato francese di difesa nazionale si sarebbe riunito oggi pomeriggio alle sei per esaminare la questione spagnola con le sue gravi implicazioni per la sicurezza francese. Se ora le forze di Franco sfondassero verso nord sul fronte aragonese, verrebbero a trovarsi molto vicino alla frontiera francese: pre- sto si porrebbe la questione se la Francia non debba intervenire attivamente a sostegno dei governativi con personale e materiale per controbilanciare il sempre più massiccio intervento italiano e tedesco a sostegno di Franco.

A tale proposito, Monsieur Boncour disse di aver fondato motivo di credere che i tedeschi stiano mandando in Spagna 30.000 truppe regolari prese da varie divisionigo.

76 PROIF0371122659/W3363/86/41, fogli 85-86: dattiloscritto su carta semplice. In capo al documento: "Decifrare. Sir E. Phipps (Parigi). D. [~nviaio] Per telefono 15 marzo 1938. R. fkicevuto] 6.35 p.m. 15 mar- zo 1938".

77 Sir Eric Clare Edmund Phipps (1875-1945). Figlio di un diplomatico, fu educato in Germania, Austria e Francia. Entrò nel servizio diplomatico nel 1899. Dopo aver ricoperto vari ruoli nelle ambasciate di Parigi, Costantinopoli, Roma, S. Pietroburgo e Madrid, fu nominato ambasciatore a Vienna nel 1928. Dal 1933 al 1937 fu ambasciatore a Berlino, donde invano mise in guardia il governo britannico dal fare eccessive concessioni a Hicler. Nella primavera del 1937 fu trasferito a Parigi e nell'autunno del 1939 chiese e ottenne il pensionamento. Cfr. O. G. Sargent, ad vocem, in Dictionaty ofNationa1 Biograpb 1941-1950, a cura di L. G. Wickham Legg e E. T Williams, Oxford Universiry Press, 1959.

78 11 16 marzo a Barcellona il della repubblica Azafia presiedette una riunione del consiglio dei ministri in cui intendeva proporre la mediazione. Per contromisura Negrin e i comunisti inscenarono una imponenre manifestazione popolare a favore della resistenza. Seguirono le dimissioni di Prieto dal ministero della difesa e il rafforzamento dell'influenza comunista sul governo Negrin. Cfr. Preston, Cumradr! Pomaits fiom the Spanisb Civil War, cit., pp. 271-273; Beevor, The Spanisb Civil War, cit., pp. 334-337.

791uan Negrin, primo ministro dal maggio del 1937. 80 Cfr. supra, Parte I, n. 14, Steed a Halifax, 29-3-1 938.

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Sua Eccellenza, riferendosi alle inquietanti deliberazioni del Gran Consiglio Fascista dell'l 1 marzo (vedere il mio telegramma n. 82 e il mio dispaccio n. 306 di ieri), si disse convinto che l'aiuto alla Spagna è il prezzo pagato da Herr Hitler a Mussolini per il tradimento dell'Austria.

Gli raccomandai che il governo francese non prenda in alcun caso decisioni affrettate sulla Spagna finché la cosa non sia stata considerata a Londra. Monsieur Bon- cour me lo promise. Ci informerà non appena sente qualcosa dal primo ministro spagno- lo. Egli di nuovo sottolineò che la frontiera dei Pirenei è di importanza vitale per la Fran- cia, tanto quanto Anversa lo è per la Gran Bretagna: la Francia non potrà mai tollerare la presenza di truppe italiane o tedesche su quella frontiera.

Io, naturalmente, sottolineai con forza la necessiti di dar tempo alle conversa- zioni Anglo-Italiane di recare risultati, ma Monsieur Boncour pensa che gli avvenimenti si stiano muovendo troppo in fretta per consentire ciò.

Indirizzato al Foreign Ofice n. 83, 15 marzo, ripetuto a Berlino e Roma.

Alla Francia81 n. 98

25 marzo 1938 Suo telegramma n. 83 [del 15 marzo]

Ritengo che nelle presenti circostanze non convenga al Governo di Sua Maestà prendere alcun tipo di iniziativa in direzione della mediazione, né isolatamente, né di concerto con il Governo francese. Se il Ministro francese degli affari esteri tornasse sul- l'argomento, lei dovrebbe distoglierlo dall'idea.

Se, per altro verso, ricevessimo un approccio diretto da una o dall'altra delle due parti in Spagna con una precisa proposta da comunicare all'altra parte, allora natural- mente faremmo il possibile per facilitare le trattative.

. Ripetuto a Berlino n. 109 e a Roma n. 142. .

81 PROIF0371/22659/W3363I8GI41, foglio 87: dattiloscritto su carta semplice. In capo al documento: "Telegramma in codice a Sir E. Phipps (Parigi), Foreign Office, 25 marzo 1938 10.00 p.m.".

Sir George Mounsey giustificb questa decisione argomentando che promuovere la mediazione senza diretta richiesta da parte del governo spagnolo avrebbe convinto Franco che si cercava di impedirgli di vincere una guerra che egli considerava già quasi vinta. Cfr. Ibi&, discussione, fogli 81-84, 18-3-1938.

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Dalla Spagna82

n. 84

L'ambasciatore Italiano mi ha suggerito ieri che è giunto il momento in cui uno sforzo per la mediazione in Spagna potrebbe riuscire. La continuazione della campagna in Catdogna è stata solo un inutile massacro. Per owi motivi, né l'Italia nc? la Germania potrebbero offrire i loro servizi, come neppure la Francia. Solo il Vaticano o la Gran Bre- tagna possono intervenire, ed egli ritiene che il Vaticano non sia propenso a intraprendere un'azione positiva di questa natura. Egli crede che il Governo di Sua Maestà potrebbe avere un ruolo della massima utilità ed importanza.

Non sono molto fiducioso nella riuscita, considerato il comportamento infles- sibile manifestato finora dai Nazionalisti, ma mi sembra possibile che essi possano ora essere disposti ad ascoltare un appello in favore della mediazione che si basi su motivi di generosità e che venga da una Potenza notoriamente disinteressata come la Gran Breta- gna. Ad ogni modo, non credo ci sia niente da perdere nel fare un tentativo. Certamente I'orgoglio non consentirà nessun tipo d'approccio da parte loro. Se lei lo desidera, farò il tentativo di portare avanti la questione con il Ministro degli Mar i Esteri e gli chiederb se sia il momento opportuno per il Governo di Sua Maestà di offrire di esercitare un'in: fluenza mediatrice e, se la risposta fosse affermativa, su quali linee?

Copia ad Hendaye per corriere.

Alla Spagna83

n. 117 26 aprile 1938

Suo telegramma n. 84 [del 23 Aprile: colloquio con l'ambasciatore italiano riguardante la mediazione].

Sqei contento se parlasse al Ministro degli Mari Esteri secondo le linee seguenti. Potrebbe dire di aver riflettuto sulla possibilità di una mediazione tra le due par-

82 PROIF0371122659/W5 177186141, foglio 100: datriloscrirto su carta semplice. In capo al documento: "Decifrare. Sir R Hodgson (Burgos) 22 Aprile 1938. D. [inviato] 6.50 p.m. 22 Aprile 1938. R [Ricevuto] 9.30 a.m. 23 Aprile 1938".

83 PROIF0371/22659/W5177/86/41, foglio 101: daniloscrirto su carta semplice. In capo al documento: "Telegramma in codice a Sir R Hodgson (Burgos) Foreign Office, 26 aprile 1938, 1 1.00 p.m.".

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ti in Spagna e di credere che il Governo di Sua Maestà sia pronto ad offrire i suoi buoni uffici in qualunque momento avesse motivo di sperare che tale suggerimento non verreb- be rifiutato dall'inizio, da entrambe le parti. A Londra, probabilmente, vorrebbero farsi un'idea delle condizioni del Generale Franco prima di fare alcun approccio al Governo Spagnolo. Lei sarebbe, quindi, molto grato di avere qualunque indicazione che il Mini- stro potesse darle riguardo il punto di vista del suo governo.

Nessun approccio è stato fatto al governo Spagnolo ed io non posso dire quale potrebbe essere il loro atteggiamento. Comunque, per sua informazione, un prominente Catalano, che non è membro di alcun partito politico, ma che sostiene di conoscere le opinioni di Barcellona, ha recentemente espresso la seguente opinione. La popolazione ed il governo Catalano, in vista dell'apparente rifiuto di riconoscere lo statuto di autonomia da parte del Generale Franco, sentono di non aver alcun'altra opzione tranne quella di combattere fino alla fine. I1 governo spagnolo condivide la loro determinazione di conti- nuare il conflitto altrove nel caso che un'ulteriore resistenza in Catalogna divenisse impossibile. Dato il rancore che prevale in entrambe le parti, solo una pressione esercitata dalle Potenze straniere potrebbe consentire un accordo e questo momento sembra il migliore perché tale azione abbia luogo.

Ripetuto a Barcellona n. 128.

Dalla Spagna84

n. 337 5 maggio 1938

Ho riflettuto a lungo sul suo telegramma n. 128 e sulla risposta di Sir Hodgson e ho raggiunto la conclusione che nonostante la situazione appaia quasi disperata, non vi è qui quasi nessuna speranza che accettino la mediazione, indipendentemente da quali possano essere state le prospettive di mediazione agli inizi dell'avanzata di Franco. Egli ha, io credo "perso il tram".

I1 governo sta al potere con un programma di resistenza fino all'ultimo e alcuni membri di esso, compreso Negrin e il Ministro di Stato sono persuasi del successo finale e assoluto. Pensano che perderanno ogni battaglia eccetto l'ultima. Le conversazioni Prieto- Fernandez Cuesta cui mi riferivo nel mio telegramma 327 difficilmente daranno risultati a meno che Prieto torni al potereg5. La proposta fu approvata di malavoglia da Negrin a condizione che ufficialmente egli non ne sapesse nulla.

84 PROIF0371/22659/W5804/86/41, fogli 137-138: dattiloscritto su carta semplice. In capo al documen- to: "Decifrare. Sig. Leche (Barcellona), 5 maggio 1938. D. [Inviato] (Via WIT) 5 maggio 1938. R. [ricevuto] 11.00 a.m. 6 maggio 1938".

85 Ptieto si era dimesso dal ministero della difesa e dal governo il 5 aprile 1938. I1 primo ministro Negrin assunse il ministero della difesa. Cfr. Preston, Comrades!Pomaitsfiom the Spanish Ciuil War, cit., pp. 271-273.

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I1 Governo ha rimesso insieme le cose, almeno temporaneamente, con metodi drastici. I1 miglioramento del morale dei militari e dei civili è veramente notevole sebbene lo spirito sembri mancare del tutto e l'insistenza del Governo sulla necessità di resistere non sembri il miglior sistema per crearlo. Questo miglioramento a sua volta ha avuto un effetto sul Governo e, per quanto posso vedere, ha dato loro una maggiore fiducia nella loro capacità di farcela.

Naturalmente ciò è anche dovuto in larga misura al temperamento mercuriale degli spagnoli; la stupida revoca dello statuto Catalano, avvenuta presumibilmente su consiglio tedesco, ha avuto un grande effetto sui catalani.

Non si può prevedere l'effetto di ulteriori disastri militari, ma sono fortemente propenso a credere che questa parte sia in grado di continuare ancora a lungo e sono certo che in ogni caso continueranno a combattere finché Negrin resta al potere.

Ho appreso che Franco ha spostato oltre la metà delle sue truppe dal settore nord al fronte fra Teruel e la costa: ciò pare indicare che al momento egli intenda lasciare in pace i catalani per tentare di conquistare Valenza. So anche da fonti governative che egli ha tolto dalle linee un maggior numero di italiani e li ha messi in riserva. I1 Governo la prende come un'indicazione dell'intenzione di ritirare i volontari nel prossimo futuro. Comunque non attribuiscono a ciò eccessiva importanza. Sono molto più preoccupati della superiorità materiale di Franco ma affermano che la disparità negli armamenti sta progressivamente diminuendo.

Indirizzato al Foreign Office; ripetuto a Sir R. Hodgson n. 62.

6 Maggio 193886

Eccellenza, Ho l'onore di riferirle che ieri Monsignor Tardini, il Sotto Segretario di Stato,

mi ha parlato delle possibilità di una mediazione nella guerra spagnola. Egli sostiene che la vittoria definitiva del Generale Franco è, prima o poi, certa, ma che le ultime fasi del conflitto, date l'innata ferocia del temperamento spagnolo e le passioni sorte in entrambe le parti, saranno tremendamente crudeli e sanguinose. Gli sembra che, tramite un tempe- stivo intervento dall'esterno, lo spargimento di sangue e la sofferenza potrebbero essere in parte evitate e che sia giunto il momento di affrontare il compito della mediazione. I lea- ders fedeli al governo sono riluttanti ad abbandonare un conflitto che sanno essere senza speranza perché hanno paura di venire giustiziati in seguito a una eventuale vittoria dei Nazionalisti. Non potrebbe il governo di Sua Maestà convincerli che la continuazione

86 PROIFO371/22659lW5918/86/41, fogli 148-1 50: lettera dattiloscritta su carta semplice, con intestazio- ne dattiloscritta: British Legation to the Holy See, Rome, No. 72 (49/38/38), indirizzata a: The Righr Honourable, The Viscount Halifax PC., KG., Etc., etc., etc. SUI primo foglio un appunto a mano: "12 copian.

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della guerra equivale solamente ad un inutile sacrificio di vite spagnole di entrambe le parti? Se questo consiglio fosse accompagnato dall'offerta di provvedere alla loro evacua- zione dal territorio spagnolo, forse sarebbero disposti ad accettare l'idea di una resa in cambio di una garanzia87 della loro incolumità e di un trattamento generoso per i loro seguaci da parte dei Nazionalisti. Monsignor Tardini ha suggerito che, se il Governo di Sua Maestà sondasse i Repubblicani su queste linee, il Vaticano eserciterebbe tutta la sua influenza sul generale Franco in modo da ottenere assicurazione di generosità e misericor- dia verso i difensori e gli abitanti della Spagna repubblicana. Ad ogni modo, ha concluso, è un tentativo che val la pena di fare per motivi umanitari e crede che questo sia il momento favorevole.

2. Credo che quanto menzionato sopra sia una sua idea piuttosto che un approccio formale da parte della Santa Sede, ma mi pare che tutto sommato valga la pena prestargli un'attenta considerazione. Dopo avergli parlato ho visto nelle Sezioni il tele- gramma n. 84 del 22 aprile di Sir R. Hodgson e la sua replica n. 117 del 26 aprile riguar- do a suggerimenti molto simili avanzati dall'ambasciatore italiano a Burgos88. Le due proposte si differenziano solo per il fatto che l'ambasciatore italiano ha contemplato un appello da parte del Governo di Sua Maestà indirizzato ad entrambe le parti, mentre Monsignor Tardini ha proposto l'azione britannica a Barcellona e l'azione simultanea da parte iel Vaticano a ~urgos. I1 "Giornale d'Italia" di ieri sera conteneva un articolo riguardante la richiesta da parte delle autorità di Barcellona al Governo della Bolivia di avanzare la questione della- mediazione alla prossima riunione di Ginevra, ma non ho visto niente al riguardo nel giornale di stamattina.

3. Le sarò grato se potessi essere tenuto al corrente di ogni sviluppo riguardo l'azione mediatrice del Governo di Sua Maestà e se potessi essere autorizzato a comuni- carli al Vaticano. Sono sicuro che possiamo contare su tutta la loro simpatia e tutto il loro appoggio. La garanzia della sicurezza dei leaders governativi, suggerita da Monsignor Tar- dini, & probabilmente un elemento importante all'interno della situazione e sembra anche possibile che il Governo di Sua Maesti sia l'unico governo europeo nella cui impar- zialità e buona fede entrambe le parti contendenti in Spagna abbiano fiducia.

4. Invierò una copia di questo dispaccio all'knbasciatore di Sua Maestà al Qui- rinale.

Ho l'onore di essere, con il più alto rispetto, Eccellenza, il suo obbedientissimo e umilissimo Servitore

D. G. Osborne89

87 Appunto in margine a matita: "Who is going to provide the guarantee?" (Chi darà la garanzia?). 88 Cfr. supra, nn. 6 e 7. 89 D'Arcy Godolphine Osborne (1886-1964). Ambasciatore britannico presso la S. Sede, 1936-47.

Ricoperse ruoli secondari neli'ambasciata di Roma dal 1909 al 1913, fu a Washington durante la prima guer- ra mondiale, ali'Aja per breve tempo, dai 1920 ai 1928 a Londra presso il Foreign Offìce e di nuovo a Roma dal 1929 al 193 1. Dal 1931 ai 1936 fÙ ambasciatore a Washingron. In pensione dai 1947, rimase a Roma dove fu sepolto. Cfr. O. Chadwick, Britain and the Vatican during the Second Worid War, Cambridge Univer- sity Press, 1986, passim.

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IO.

Discussione [l 8 maggio 1938190

È incoraggiante apprendere (spero sia vero!) che, nell'eventualità d'un'azione diretta alla mediazione, il Vaticano sarà pronto ad appoggiarla a Burgos. Il Vaticano tende ad essere esageratamente cauto in tali questioni quando arriva il momento, e, un giorno, potrebbe esserci utile poter attirare l'attenzione verso il suggerimento di Monsignor Tar- dini. Ad ogni modo, penso che Monsignore sia ottimista nel credere che il Vaticano riu- scirà ad ottenere dal Generale Franco "garanzie" per l'incolumità dei leaders della parte opposta.

Forse sarebbe bene dare istruzioni al Signor Osborne di spiegare a Monsignor Tardini fino a che punto il Governo di Sua Maestà si sia interessato alla questione e di esprimere la speranza che il Vaticano continuerà ad esercitare la propria influenza a favore della idea di una mediazione a Burgos.

La prego di guardare la bozza sottoposta in relazione alla pratica W6 19291.

WHM Pollock 1815

10 maggio 193892

Dipartimento Occidentale I1 Duca d'Alba è venuto a trovarmi oggi e mi ha detto di presumere che il Ministe-

ro degli Mar i Esteri avrà notato le attività di vari organismi, quali il Comitato Internazionale per la promozione della pace in Spagna, nell'avanzare, durante questi ultimi giorni, suggeri- menti circa l'intervento estero e la mediazione in Spagna. I1 Duca aveva l'ordine di informar- mi che queste attività, incoraggiate da persone quali il Signor Prieto e il Signor Madariaga, che non hanno alcun ruolo ufficiale, non sono state in alcun modo approvate dal Generale Franco. I1 Duca sembra considerare queste attività come segnale che il Governo di Barcellona

90 PROIF0371/22659/W5918/86141, foglio 147: appunto manoscritto sull'apposito modulo; nella casella sul margine sinistro "How disposed ofn (azione successiva) si legge: "sent Burgos, Berlin, Paris, Rome, Barce- lona, Hendaye on W6192".

91 PRO/F0371/22659/W6l92/86/41, fogli 160-162: W. Robem, 23-5-1938 a Osborne, n. 58, cui erano allegate copie dei telegrammi n. 337 di Leche, n. 98 di Hodgson e del resoconto della conversazione fra Mounsey e il duca d'Alba (cfr. supra Appendice Spagna, Parte 11, n. 8, e infra, nn. 11 e 12). Roberts ridimen- sionava gli entusiasmi di Osborne, pur raccomandandogli di informare mons. Tardini dell'inceresse del Forei- gn Ofifice e di mantenere aperce le possibilità offerte dal Vacicano.

92 PROlF0371/22659/WGO55/86I41, fogli 152-153: Memorandum dattiloscritto siglato a mano: G . M. (Sir George Mounsey).

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si sia reso conto di non poter continuare il conflitto ancora per molto, e sia ansioso di salvarsi da un'immediata capitolazione, che rappresenta l'unico definitivo esito possibile.

Ho domandato se questa fosse veramente l'ultima parola del Generale Franco. Avevo sentito delle voci che i suoi agenti sono stati in contatto con i rappresentanti del governo di Barcellona, e mi ero chiesto se ci fosse una qualsiasi possibilità di terminare il Conflitto tramite negoziati e se il Generale Franco ave; fatto qualche offerta di condizioni generose.

I1 Duca mi ha assicurato che niente del genere viene contemplato. Ha detto che il Generale Franco avrebbe seguito come in passato la sua norma di non penalizzare nessu- no sulla base delle proprie opinioni, ma, ovviamente, dovrà punire coloro che sono colpe- voli di crimini. Ha detto che a Santander il Generale Franco ha giustiziato solo 38 persone, dopo che furono processate e trovate colpevoli. Non ho potuto irattenermi dal fargli nota- re lo sfortunato effetto causato dall'esecuzione del Signor Formiguera sulle prospettive degli scambi dei prigionieri tra le parti93 e ho suggerito, dato che lui stesso aveva appena espresso il desiderio di portare avanti questi scambi, che tutte le esecuzioni siano sospese fino a quando non si presenti la possibilità di un'apertura delle trattative per gli scambi.

I1 Duca ha difeso l'esecuzione del Signor Formiguera sulla base del fatto che egli è stato processato e condannato e tenuto prigioniero per sei mesi prima che avesse luogo l'esecuzione, e l'ha giustificato con il fatto che il Governo di Barcellona aveva pre- cedentemente giustiziato molti seguaci del Generale Franco.

Egli ha continuato a dimostrare un grande desiderio di veder funzionare l'orga- nizzazione di Sir Philip Chetwode94. Gli ho riferito l'ultima risposta del Governo di Bar- cellona ed egli ha espresso la convinzione che il loro desiderio di scambio dei prigionieri non sia realmente serio e che stiano adottando di proposito metodi dilatatori per impedi- re I'awio delle trattative.

Sono poi passato alla questione di Barcellona e ho chiesto al Duca se avesse ricevuto la mia ultima lettera in merito. Mi ha detto di averla ricevuta, e di aver valutato le difficoltà della situazione. I1 Generale Franco era molto ansioso di garantire che non si verificassero eccessi se le operazioni militari avessero dato luogo ad un attacco su Barcello- na. Sperava ancora che in tal caso si potesse raggiungere qualche accordo all'ultimo momento, come nel caso di Bilbao, ma non vedeva alcuna possibilità di avanzare propo- - - ste a questo punto. Dunque poteva solo ringraziarci della nostra buona volontà e lasciare tutto cosl per il momento.

Nel corso della conversazione il Duca mi ha chiesto se ci fossero prospettive che dalle deliberazioni del Comitato di Non-Intervento emergessero risultati concreti. Gli ho

93 Cfr. carteggio Sturzo-Steed, lettere 73-77,81-83 e l'introduzione al medesimo. 94 Sir Philip Wdhouse Chenvode (1869-1950). Militare di carriera, capitano nel 1897, combatte nella

guerra Anglo-Boera e nella prima guerra mondiale. Fu segretario militare del segretario di stato nel 1919, vice comandante dello stato maggiore imperiale e aiutante generale per breve tempo. Dal 1923 assunse il coman- do della base militare di Aldershot, dove si dedicò al riammodernamento delle forze armate, favorendone la meccanizzazione. Nel 1928 divenne comandante dello stato maggiore indiano e nel 1930 comandante in capo in India, dove riorganizzò radicalmente le forze armate, aumentò il numero degli ufficiali indiani, creò un'accademia militare e una forza aerea. Fu promosso maresciallo nel 1933 e al ritorno dall'India nel 1936 ricevette L'Ordine del merito e una laurea onoraria dall'università di Oxford, nel 1945 fu creato barone. Oltre alle doti strategiche e organizzative aveva notevoli capacità diplomatiche e oratorie. Cfr. B. H. Liddell Hart, ad vocem, in Dirtionary ofNationa1 Biograpb, 1941-1950, cit., pp. 148-1 50.

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fornito un'idea generale della situazione attuale, e ho colto l'occasione per richiamare la sua attenzione sulla notizia che avevo letto di recente su un giornale serale, proveniente da un'infermiera britannica, di campi aerei tedeschi in corso di installa~ione~lun~o tutta la frontiera dei Pirenei. Ho ricordato al Duca che, in passato, mi aveva assicurato che il Generale Franco, in vista della situazione delicata di quella frontiera, era stato attento a evitare di schierare i suoi rinforzi esteri da quella parte. Il Duca mi ha confermato tale assi- curazione, ma è passato dalla questione riguardante l'aiuto militare tedesco a quella della loro vociferata penetrazione economica. Ha detto che si esagera parecchio sulla dimensio- ne della attività economica tedesca in Spagna. I1 fatto è che i tedeschi sono estremamente - responsabili e pronti nei loro rapporti d'&ari; vengono incontro ai clienti spagnoli in ogni modo, ma questa era una questione commerciale; i commercianti britannici possono adot- tare un simile comportamento se vogliono competere per il commercio spagnolo.

Alla fine, ho accennato al trattamento dei giornalisti britannici da parte di Franco all'interno del suo territorio. Ho ricordato al Duca che recentemente mi aveva detto come il Generale Franco avesse migliorato i suoi metodi propagandistici e di come avrebbe fatto sapere al mondo i veri obiettivi ed i risultati del suo regime. Ho detto di avere avuto comunque lamentele dai corrispondenti di giornali inglesi riguardo le di%- coltà incontrate sia per ottenere il permesso di visitare il territorio del Generale Franco, soprattutto se provenivano dall'altra parte della Spagna, sia nell'inviare i loro servizi ai giornali. Parlando in maniera alquanto personale, gli ho suggerito che questa non è una politica molto saggia da parte del Generale Franco, in quanto se vengono fatte difficoltà ai corrispondenti dei giornali esteri costoro sono costretti a trarre la conclusione che esi- stano delle ragioni per cui la loro presenza non è desiderata, e dunque formulare le pro- prie deduzioni. I1 Duca ha detto di essere in frequente contatto con i rappresentanti dei giornali inglesi, e di non aver mai ricevuto da essi alcuna lamentela. Ad esempio, Philby dei " ~ i m e ? gli aveva di recente detto di essere abbastanza soddisfatto del trattamento ricevuto, ed il Duca stava organizzando di far andare in Spagna un nuovo corrispondente del "Daily Telegraph" tra breve; anche il corrispondente del "Daily Express" non ha, secondo lui, alcuna lamentela da fare, ma il Duca ha promesso di tenere presente quanto gli ho detto e di riferire questa situazione a Burgos.

Dalla Spagna95

n. 98

Suo telegramma 117,26 aprile.

14 maggio 1938

95 PROIF0371/22659N(r6192/86/4 1 , foglio 159: datuloscritto su carta semplice. In capo al documen- to: "Decifrare. Sir R Hodgson (Burgos), 14 maggio 1938. D. [Inviato] 1.50 p.m. 14 maggio 1938. R [Rice- vuto] 7.30 p.m. 14 maggio 1938".

224

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Ho discusso la possibilità di mediazione con un sotto-segretario permanente, ma siccome egli ha escluso assolutamente I'accettabilità di qualsiasi proposta mirante alla mediazione, non ho portato la cosa oltre, specialmente in considerazione dell'atteggia- mento negativo che ci si può aspettare in merito a Barcellona, in base al telegramma 237 mandatovi dal Sig. Leche. Ho detto al sotto-segretario di essere sicuro che il Governo di Sua Maestà avrebbe volentieri offerto i suoi buoni uffici, quando fosse arrivato il momen- to d'intervenire in maniera costruttiva.

Per favore ripetere a Barcellona. Ripetuto a Barcellona dal Foreign Office.

AIl'Italia96 17 giugno 1938

Suo telegramma n. 1 1 1 Saving (del 4 giugno: rapporti Anglo-Italiani)

2. Dovrebbe dire al Conte Ciano che ho molto apprezzato la franchezza con cui egli le ha parlato il 4 giugno e che condivido la sua ansia che nulla succeda a detri- mento degli eccellenti effetti della firma dell'Accordo Anglo-Italiano, non solo rispetto ai nostri reciproci rapporti, ma anche alla situazione generale europea. Il Governo di Sua Maestà riconosce pienamente che il Governo Italiano ha tenuto fede agli accordi ritiran- do truppe dalla Libia, modificando il suo atteggiamento verso la Palestina e cessando la propaganda; inoltre il Governo di Sua Maestà è specialmente grato per l'atteggiamento di cooperazione assunto dall'Italia nelle questioni connesse al Comitato di Non-Intervento.

3. I1 Governo di Sua Maestà desidera quanto il Governo Italiano che l'Accordo entri in vigore il più presto possibile; per quanto mi concerne l'unico ostacolo è la soluzione della questione spagnola. Voglio essere assolutamente chiaro con il Conte Ciano su questo punto. Come egli deve sapere dalla sua nota del 16 apriie, ci siamo sempre sentiti in obbligo, per ragioni che il Conte Ciano ben conosce, di non nascondere che una soluzione deila que- stione spagnola deve precedere l'entrata in vigore dell'Accordo: su questo punto il Primo Ministro ha preso impegni ben precisi. Rimane la difficoltà di definire in che cosa consista una soluzione deila questione spagnola. L'opinione pubblica britannica non può essere igno- rata. Come il Conte Ciano saprà, l'Accordo non fu ben accolto da tutti al momento della fir- ma. Nelle ultime due settimane la situazione è deteriorata in maniera notevole a causa dei bombardamenti di città e navi in Spagna (vedere il mio telegramma n. 342 del 1 giugno), di cui il pubblico britannico ritiene almeno in parte responsabili, a ragione o a torto, le forze aeree italiane in Spagna. Ragion per cui non il caso di discutere alcuna deroga della pre-con- dizione da cui l'entrata in vigore dell'Accordo Anglo-Italiano era stata fatta dipendere.

96 PROIF0371/22660/Wi666186/41, fogli 257-261: darriloscritto su carta semplice. In capo ai documen- to: "Telegramma in codice a Lord Perth (Roma). Foreign Office. 17 giugno, 1938. 3.50 p.m., n. 350".

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4. Come il Conte Ciano deve sapere, si era sempre ritenuto che sarebbe stato necessario qualcosa di più sostanzioso delia pura e semplice accettazione del piano britan- nico97 prima che il Primo Ministro potesse presentare la cosa come una soluzione. In mancanza della vittoria di una parte suli'altra, abbiamo sempre ritenuto che una soluzio- ne rispondente agli impegni presi doveva essere qualcosa che si potesse presentare come l'eliminazione o un processo in grado di eliminare la questione spagnola in quanto causa di tensione internazionale. Ci sono tre metodi per ottenere ciò.

(a) Tramite l'esecuzione del piano del Comitato di Non-Intervento. Purtroppo non v'è dubbio che, anche se le due parti in Spagna accettassero il piano senza condizioni, dovrà trascorrere parecchio tempo prima di poter vedere risultati tangibili.

(b) Tramite un immediato ritiro unilaterale dalla Spagna da parte del Governo Italiano a partire dal momento di accettazione del piano britannico da parte del Comita- to di Non-Intervento. A parte altre difficoltà implicate in questo tipo di soluzione, com- prendo pienamente tutti i problemi che il Governo Italiano incontrerebbe neli'adottarla, specialmente perché, per fare sufficiente impressione sulla nostra opinione pubblica, ci vorrebbe un ritiro su scala considerevole.

(C) Tramite un armistizio. Proposte in tal senso si trovano nel mio telegramma n. 133 Saving inviato a Parigi [ 7 giugno], di cui lei può comunicare il succo al Conte Ciano. Abbiamo ora ricevuto una risposta affermativa dai Governo Francese, che pone solo certe condizioni che secondo noi non rappresentano difficoltà serie. Se si potesse concordare un armistizio che offrisse ragionevoli prospettive di raggiungere la pace e adeguate garanzie conrro l'introduzione di rinforzi di personale militare e di armi aile due parti durante la durata di detto armistizio, e se in concomitanza con esso si effettuassero consistenti ritiri98 di stranieri daila Spagna, allora il Governo di Sua Maestà sarebbe disposto a considerare tut- to ciò come una soluzione della questione spagnola e, in base a tale soluzione, accetterebbe l'entrata in vigore dell'Accordo Anglo-Italiano. Se il Governo Italiano aprisse la strada riti- rando cospicui contingenti, il Governo di Sua Maestà non riterrebbe di dover attendere un ritiro equivalente da parte dell'altro lato, ma sarebbe disposto a considerare ciò come una soluzione con le medesime conseguenze. I1 Governo di Sua Maestà spera inoltre che a quel punto le circostanze si evolverebbero in modo tale da consentire al Governo Italiano di interpretare l'armistizio come la conclusione della guerra civile spagnola, a cui, secondo i termini dell'Accordo Anglo-Italiano, dovrebbero far subito seguito il ritiro completo e defi- nitivo dei volontari italiani e del materiale di guerra. Lei dovrebbe aggiungere che sarebbe poco saggio da parte del Generale Franco respingere completamente l'idea d'un armistizio. I

97 Si riferisce al piano britannico per il ritiro dei volontari approvato dal Comitato di Non-Intervento il 5 luglio 1938. Cfr. The Diaries ofSirAiexander Cahgan, O. M., 1938-1945, a cura di D. Dilks, Cassell, Lon- don, 1971, p. 85.

98 Cfr. Ibidpm, p. 83: "Giovedì, 16 giugno. F.[oreign] i?[olicy] C.[ommittee] alle 4. H.[alifax] [...l ha mal inceso la mia proposta di armistizio in Spagna e ha permesso loro di metterci come condizione, 'wnsi- stenti riciri'. Cib butta di nuovo la cosa nel campo di quel maledetto N[on] I[ntervention] C[ommittee]. Gliei'ho spiegato e penso abbia capito e si sia sentir0 colpevole. Gli devo scrivere qualcosa da mostrare al l?[rime] M.[inister] domani [...ln. "Venerdì, 17 giugno. Ho dato a H. [alifax] una nota che spiega come e per- che il E i? C. non ha colto il senso della mia proposta di armistizio. Ha capito e mi ha portato dai i? M. Perno che egli abbia capito (ma non lo voleva ammettere?) paura di Simon e di Maicom M[ac Donald]. Ma abbia- mo abbassato il tono del telegramma, forse in maniera sufficiente. H. ha visto Grandi nel dopo-pranzo, e spe- ro che gli abbia chiarito la cosa [...ln.

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suoi recenti successi sono costati gravi perdite e secondo le informazioni in possesso del Governo di Sua Maestà, il Governo di Barcellona è ancora ben lontano dal pensare alla resa. I1 Generale Franco non può aspettarsi di vincere nel prossimo futuro. Se le ostilità conti- nuassero fino all'amara fine, la guerra potrebbe trascinarsi per un terzo anno, con l'inevita- bile crescita del pericolo per la pace europea che ne deriva. La continuazione delle ostilità comporterà anche un ulteriore esaurimento delle sue risorse e crescenti danni al paese che un giorno dovrà essere ricostruito, per non parlare dell'eredità di odio che rimarrà.

5. Considerando le difficoltà legate ad (a) e (b), io sono fortemente propenso a (C) e spero che il Governo Italiano lo possa prendere nella più seria considerazione. I1 Governo di Sua Maestà ha motivo di credere che nella zona nord-est della Spagna che è sotto controllo governati. vi siano certi elementi che sostengono la Repubblica e sareb- bero disposti a entrare subito in trattative per un armistizio. Se cosl fosse, il Governo di Sua Maestà ritiene che questa sia un'opportunità favorevole per fare pressione in tutte le direzioni per ottenere la sospensione delle ostilità.

6. A me pare che questo schema offra i mezzi più spicci e pratici di far entrare in vigore il nostro accordo. Inoltre esso entrerebbe in vigore sotto i più felici auspici se i nostri due Governi si potessero unire nel porre fine alla guerra di Spagna. In tal modo il nostro accordo avrebbe la pubblica funzione non solo di ristabilire le buone relazioni tradi- zionali fra i nostri due paesi, ma di dimostrare in maniera tangibile l'influenza che la nostra collaborazione può avere, contribuendo in futuro alla generale pacificazione dell'Europa.

7. Spero che lei sia in grado di esporre tutto questo al Conte Ciano, non come uno schema di condizioni formulate in modo definitivo, ma piuttosto come una base su cui possiamo discutere ed esplorare come districarci da una difficoltà che, ne sono sicuro, infastidisce entrambi i Governi allo stesso modo, ed alla quale è importante trovare solu- zione al più presto.

Ripetuto a Parigi n. 145 Saving (tramite corriere).

21 giugno 1938

Immediato

Ho consegnato stamattina al Ministro degli M a r i Esteri un documento (copia per corriere) basato sul suo telegramma n. 350 e con l'essenziale del suo telegramma n. 133 Saving a Parigiloo.

PROlF037112266O/W7977/86/41, fogli 286-289: dattiloscritto su carta semplice. In capo al documen- to: "Decifrare. Lord Perth (Roma), 20 giugno 1938. D. [Inviato] 12.45 a.m. 21 giugno 1938. R. [Ricevuto] 9.30 a.m. 21 giugno 1938".

I* PROIF0371/2266OlW8189/86141, fogli 296-306: Dispaccio n. 604 (4/228/38): M. E A. a&

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Dopo averlo letto il Ministro degli Affari Esteri ha detto che naturalmente ne avrebbe dovuto riferire il contenuto al Signor Mussolini ma che poteva dirmi subito la sua opinione personale. Egli non pensa che la proposta d'un armistizio sarà accettata. Innanzitutto il Generale Franco è fortemente contrario. All'ultima riunione del Consiglio era circolata la voce che il Governo britannico intendeva proporre un armistizio. Franco telegrafo subito dicendo che avrebbe assolutamente respinto qualsiasi proposta del gene- re. Se Franco avesse rifiutato difficilmente il Signor Mussolini avrebbe cercato di forzargli - la mano. Franco ha avuto fiducia nel Signor Mussolini e questi gli è del tutto leale. Si trat- ta di guerra civile e di rivoluzione, cose di cui l'Italia fascista ha una certa esperienza. Non - ci può essere un compromesso fra ideologie completamente opposte. Sarebbe come cerca- re di mischiare olio e acqua.

Ho risposto che crediamo che sarebbe nell'interesse di Franco accettare un armistizio. Egli si trova ora in una posizione forte e quindi eserciterebbe l'influenza pre- dominante nelle trattative che avrebbero luogo dopo o durante I'armistizio. Il Conte Cia- - no mi aveva spesso detto che il Governo Italiano era intervenuto in Spagna per impedire che vi si stabilisse un regime comunista. Certamente tale scopo ora è stato raggiunto, quindi l'Italia avrebbe potuto esercitare la sua influenza a favore di una risoluzione.

I1 Ministro degli Mar i Esteri ha risposto che c'è sempre da tener presente il rapporto fra Franco e il Signor Mussolini. Forse il carattere di quest'ultimo non è abba- stanza conosciuto nel mondo. Quando ha accordato la sua amicizia, egli è leale al suo amico fino all'ultimo. Alla mia osservazione che se si fosse concluso un armistizio e poi si fosse arrivati alla rottura delle trattative a causa deli'insoddisfazione di Franco, egli sareb- be stato libero di riprendere le ostilità, il Ministro degli Mar i Esteri ha replicato che, una volta concluso I'armistizio e iniziate le discussioni, la ripresa della guerra sarebbe quasi impossibile. Di nuovo egli ha sottolineato la grande differenza che separa le teorie politi- che del governo di Franco e di quello di Barcellona.

Ho detto che, in tal caso, a mio vedere, Franco deve essere pronto a continuare la guerra molto a lungo, forse per un altro anno, e ho sottolineato gG effetti che ciò avrà su tutta la Spagna. Inoltre, nonostante i recenti successi di Franco, la Catalogna resta intatta e decisa a continuare la resistenza piuttosto che arrendersi. I1 Ministro degli Mar i Esteri non ha fatto una piega ed ha ribattuto che, dal momento che non vi è alcuna offen- siva in corso ora contro la Catalogna, senza dubbio il Governo di Barcellona accetterebbe immediatamente un armistizio, specialmente perché non potrebbe mai sperare di ricon- quistare nessuna parte considerevole della Spagna. Poi mi ha detto, parlando in maniera molto confidenziale, che dall'inizio della guerra Franco è stato sempre molto riservato ed ha rifiutato di impegnarsi a dire quanto gli ci sarebbe voluto per vincere. Però dall'inizio della battaglia dell'Ebro il Generale si è mostrato ottimista e non pensa che la guerra con- tinuerà molto a lungo. I1 Generale Franco non si accontenterà di niente di meno che la resa incondizionata dell'altra parte. Naturalmente, se il Governo di Barcellona fosse disposto alla resa, allora il Governo Italiano potrebbe esercitare la sua influenza per otte-

memo kfi with Count Ciuno by Lord Prrth on 2@h ]une 1938. Anglo-Italian Agrement and thc SpanLrh qur- stion, daniloscritto su carta semplice. Si tratta sostanzialmenre di una parafrasi del telegramma n. 350 ripro- dorro sopra, con l'aggiunta, con dovizia di dettagli, delle garanzie francesi di chiusura delle frontiere con la Spagna in caso di armistizio.

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nere trattamento ragionevole e umano per quei ministri. I1 Ministro degli Affari Esteri non può tuttavia intrattenere alcuna speranza che il Signor Mussolini sarebbe disposto a far pressione su Franco per un armistizio. Infatti il Duce probabilmente sarebbe stato più contrario ad esso che lo stesso Generale.

Ho detto che la proposta d'armistizio non era l'unica contenuta nel documento consegnatogli.

Il Ministro degli M a r i Esteri ha risposto che il ritiro unilaterale delle truppe italiane naturalmente è impensabile specialmente a causa dell'opinione pubblica italiana. Un gran numero di volontari italiani sono morti in Spagna e nelle condizioni attuali il ritiro unilaterale delle forze italiane dalla Spagna sarebbe visto come una completa scon- fitta della politica italiana. Di conseguenza dovremmo probabilmente ritornare alla con- dizione A., ovvero l'esecuzione del piano del Comitato di Non-Intervento. Ai tempo stes- so egli non poteva nascondermi il suo disappunto e dispiacere per la risposta da me data- gli. A suo parere l'entrata in vigore dell'Accordo Anglo-Italiano rappresenterebbe un grande fattore di stabilizzazione in Europa e nel presente stato di agitazione un grosso ritardo sarebbe molto negativo; ci sono molte difficili questioni che diventerebbero più semplici dopo l'entrata in vigore dell'accordo.

Ho risposto che il mio Governo comprende benissimo ciò ma che avevamo chiaramente stabilito nelle note scambiate che la soluzione della questione spagnola era la pre-condizione: il Primo Ministro non può allontanarsi da quanto ha annunciato pubbli- camente. Il Conte Ciano ha ribattuto che l'Italia dal canto suo ha fatto il suo dovere e ha accettato lealmente in sede di Comitato di non-intervento le proposte britanniche. Essa non può fare di più tranne che effettuarle quando ci sia l'accordo degli altri membri del Comitato. Ai medesimo tempo egli è rattristato da un ulteriore e forse prolungato ritar- do. L'accordo era stato molto ben accolto dall'opinione pubblica italiana ma ora forse comincia a perdere il suo significato. Io ho osservato che da parte nostra abbiamo anche fatto in modo di ottemperare ai nostri impegni. Abbiamo sollevato la questione del rico- noscimento a Ginevra con successo. Ho detto di sperare che l'opinione pubblica italiana avrebbe riconosciuto ciò. Il Conte Ciano si è detto d'accordo.

Dopo avergli chiarito che ciò che avevo presentato non rappresentava in alcun modo una condizione dura e imprescindibile, e che se avesse potuto avanzare altri sugge- rimenti per eliminare la questione spagnola in quanto fonte di difficolth internazionali, saremmo stati felici di prenderli in considerazione, abbiamo chiuso il discorso ed egli ha promesso di informarmi non appena avrà consultato il Signor Mussolini.

Indirizzato al Foreign Offrce n. 500 del 20 giugno, ripetuto a Parigi.

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Dall'ItalialOl 2 luglio 1938

n. 133. Saving.

I1 Conte Ciano mi ha convocato questa sera. Egli mi ha rammentato che durante la nostra ultima conversazione aveva promesso di farmi avere presto una risposta definitiva sui due punti che avevo discusso con lui, ovvero come e quando far entrare in vigore l'Accordo Anglo-Italiano e le relazioni Franco-Italiane.

Egli ha detto di aver compiutamente informato il Signor Mussolini di quanto avevo detto, e che gli erano anche stati consegnati i due documenti da me lasciati il 20 giugno (le cui copie erano allegate ai miei dispacci nn. 604 e 605 di tale data). I1 Signor Mussolini stesso si era occupato della questione; ora egli mi ha dato un memorandum scritto dal Signor Mussolini che l'ha incaricato di consegnarmelo ~ersonalmente con alcuni commenti. Tuttavia esso va considerato come comunicazione verbale. I1 memoran- dum è il seguente:

"1. I1 Governo Fascista prende nota del riconoscimento da parte del Foreign Office che il Governo Fascista ha già applicato (dimostrando pertanto in maniera cristal- lina la sua buona fede) le clausole dell'Accordo che più interessano la Gran Bretagna; come il ritiro di truppe dalla Libia, l'atteggiamento di disinteresse rispetto alla Palestina, la sospensione di ogni propaganda sgradevole per radio o a mezzo stampa.

"2. I1 Governo Fascista dal canto suo deve notare che è mancata la controparti- ta da parte della Gran Bretagna, nonostante le decisioni prese a Ginevra riguardo alla questione Etiopia, e nonostante l'accettazione da parte dell'ltalia del piano britannico per il ritiro dei volontari dalla Spagna - un piano che è rimasto finora non applicato non per colpa dell'Italia ma a causa dell'atteggiamento di altri stati, a cui va attribuita la responsabilità e non all'Italia.

"3. Rispetto ai tre suggerimenti formulati dal Foreign O&ce, l'Italia dichiara (a) che l'idea di proporre un armistizio a Franco non è ammissibile a meno che i Rossi si arren- dano senza condizioni, nel qual caso 1'Italia potrebbe riuscire, come fece dopo la caduta di Bilbao, ad agire da elemento moderatore; (b) che al momento attuale l'idea di un ritiro uni- laterale dei volontari italiani è altrettanto inaccettabile; (C) che quindi non resta, per l'appli- cazione degli Accordi del 16 aprile, che attendere lo sviluppo degli eventi in Spagna, o attra- verso il Comitato di Non-Intervento, o attraverso lo sviluppo della guerra. I1 Governo Fasci- sta si sente obbligato, non senza dispiacere, a dichiarare che questo ritardo, che non è causa- to &]l'Italia, rischia di compromettere gli effetti morali dell'Accordo stesso.

"4. Per quanto concerne la Francia, il Governo Fascista riafferma che non c'è e non ci può essere per esso alcuna connessione fra qualsiasi eventuale Accordo Italo-Fran-

'01 PROIF037 11226601W9265/86/4 1, fogli 37 1-377: dattiloscricto su carta semplice. In capo ai documen- to: "Telegramma (in chiaro) da Lord Perch (Roma), 2 luglio 1938. D. [Inviato] (per corriere) 2 luglio 1938. R. [Ricevuto] 4 luglio 1938".

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cese e neppure la semplice ripresa delle conversazioni Italo-Francesi, e l'applicazione dell' Accordo Anglo-Italiano. Stabilire oggi una connessione di tale tipo (che non era mai stata ventilata, né all'inizio dei negoziati Anglo-Italiani, né durante il loro svolgimento, e che al contrario era sempre stata formalmente esclusa), equivarrebbe a correre il rischio di far decade~e anche l'Accordo Anglo-Italiano. La ripresa delle conversazioni Italo-Francesi potrà eventualmente awenire dopo l'applicazione degli accordi del 16 aprile, mai prima, e ciò per ragioni più o meno owie che si ritiene inutile specificare.

"5. I1 Governo Fascista è perciò ben deciso ad attendere, nella speranza che un ritardo eccessivamente prolungato e ingiustificato non diminuisca o annulli il valore di uno strumento come quello del 16 aprile, che fu salutato, non solo in Italia e in Inghilter- ra, ma in tutto il mondo, come un evento essenziale per la pace."

Lo lessi in fretta, quindi il Conte Ciano disse che il Signor Mussolini lo incari- cava di dirmi che il Governo Italiano si sente obbligato, con una riserva che avrebbe espo- sto più tardi, di riprendere la propria libertà d'azione rispetto alle questioni di cui si tratta nell'Accordo. Ad esempio, essi si considerano liberi di interrompere il ritiro dei volontari dalla Libia. Finora hanno ritirato circa 20.000 uomini, che è di più di quanto avevano promesso. Interloquii dicendo che lo scambio di note sulle forze Italiane in Libia era cosa separata dall'accordo generale ed era, secondo me, già in vigore. Erano stati presi impegni precisi. I1 Conte Ciano replicò che secondo lui non era così; l'unico documento dell'Ac- cordo attualmente in vigore era quello relativo al "Bon Voisinage". In secondo luogo, il Signor Mussolini desiderava che si rendessero pubbliche le note informali che avevamo scambiato, compreso il presente memorandum.

Risposi che doveva ricordare che questo scambio d'opinioni era iniziato con la mia conversazione con lui avvenuta poco prima di Pentecoste, quando il Governo Italia- no aveva preso l'iniziativa, e che se si fosse pubblicato alcunché, chiaramente si sarebbe dovuto includere un resoconto di tale conversazione. Inoltre doveva rendersi conto che gli avevo lasciato i due documenti cui egli si era riferito solo come registrazione verbale di quanto avevo detto. I1 Conte Ciano rispose di aver ricevuto istruzioni di sollevare questa questione. Senza dubbio avremmo potuto raggiungere un accordo sui testi. Al Signor Mussolini premeva di rendere assolutamente chiara l'intera situazione all'opinione pub- blica in generale in quanto in molti paesi la stampa l'aveva grandemente distorta.

I1 suo ultimo punto fu che il Governo Italiano non avrebbe ripreso la propria libertà d'azione cui aveva accennato prima finché il Signor Mussolini non avesse ricevuto le nostre opinioni sul presente documento, opinioni che desiderava avere al più presto possibile.

Gli feci notare di essere turbato dal documento che mi aveva dato. Gli dovevo dire francamente che mi pareva un tipo di pressione sul Governo di Sua Maestà che avrebbe provocato molto risentimento e che certamente non sarebbe stata ben accolta. Il memoran- dum dichiarava che mentre il Governo Italiano aveva pienamente soddisfatto le condizioni deli'Accordo, il Governo britannico non aveva fatto nulla. Ciò a mio parere era una rappre- sentazione molto ingiusta della situazione. Avevamo preso l'iniziativa a Ginevra, e grazie aila nostra azione in quella sede l'Italia aveva ricevuto il riconoscimento della sua conquista del- l'Etiopia da un gran numero di Stati. I1 Conte Ciano ribatté che ciò che l'Italia voleva era il riconoscimento da parte del Governo di Sua Maestà. Chiesi se la libertà d'azione implicasse l'invio di nuove truppe in Libia. Voleva dire che la propaganda radiofonica da Bari sarebbe

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ricominciata? Se fosse stato così, a mio parere le possibilità che l'Accordo entrasse mai in vigore erano poche: personalmente ero profondamente convinto che una rottura fra l'In- ghilterra e l'Italia avrebbe certamente avuto effetti generali deplorevoli.

I1 Conte Ciano, ripetendo in continuazione che agiva solo da intermediario, disse che non poteva rispondermi. Il fatto che l'Italia riassumesse la sua libertà d'azione non implicava necessariamente nuovi invii di truppe in Libia o la ripresa della propagan- da radiofonica da Bari. L'Italia era stata criticata in certi circoli per un'esecuzione tanto leale delle condizioni dell' Accordo (a mio parere si riferiva a certe reazioni Arabe). Ma l'opinione pubblica italiana si stava inquietando. L'Accordo era stato ricevuto molto bene al momento della stipulazione ma i suoi effetti stavano diminuendo di giorno in giorno e la gente stava diventando sospettosa. Ribattei che il Conte Ciano aveva parlato dello scontento dell'opinione pubblica italiana per la mancata entrata in vigore dell'Accordo. Era mio dovere rammentargli di avergli parlato molto seriamente dell'effetto dei bombar- damenti italiani delle navi britanniche sull'opinione pubblica del mio paese. Dissi di nutrire forti dubbi sulla popolarità in Italia di una rottura con l'Inghilterra. I1 Conte Cia- no disse che magari avevo ragione, ma che i giovani in particolare si stavano inquietando. Mussolini finora non aveva mai sbagliato a giudicare l'opinione pubblica italiana e, senza offesa, dovevo rendermi conto che il Governo Fascista non era assolutamente schiavo del- l'opinione pubblica. Inoltre di recente la Gran Bretagna aveva preso certe iniziative che l'Italia non poteva considerare per nulla consone allo spirito dell'accordo. Menzionò il prestito alla Turchia e le nostre attività in Grecia e in Bulgaria.

Osservai che era chiarissimo dalle note scambiate che il mio Governo aveva sempre considerato una soluzione della questione spagnola quale requisito per l'entrata in vigore dell'Accordo. I1 Conte Ciano ritornò sull'argomento, già usato in precedenza, che l'Italia aveva fatto la sua parte e non aveva responsabilità dell'azione di altre Potenze che avevano causato gravi ritardi. Dissi che ancora speravo nella possibilità di continuare sulla linea presente finché la questione spagnola non si fosse risolta. Per me la cosa era talmente grave che probabilmente avrei chiesto di incontrare il Signor Mussolini quando avessi ricevuto istruzioni definitive. I1 Conte Ciano non fece obiezioni, pur non sperando che il Signor Mussolini fosse disposto a cedere.

Sui rapporti Franco-Italiani egli notò che il "Temps" e altri giornali francesi ancora sostengono che l'Accordo Anglo-Italiano non può entrare in vigore finché non sia stato concluso un simile accordo con la Francia. Risposi di aver chiarito perfettamente nel- la nostra conversazione che questa non era mai stata la posizione del mio Governo e che avevamo messo al corrente di ciò il Governo francese. Se il Signor Mussolini aveva letto il mio documento, non riuscivo a capire il motivo del paragrafo 4 del suo memorandum. I1 Conte Ciano tentò una spiegazione dicendo che la prima parte del paragrafo equivaleva a una conferma deiia posizione del Governo britannico. La novità era che le conversazioni Franco-Italiane non sarebbero riprese prima dell'entrata in vigore dell'Accordo Anglo-Ita- liano. Replicai che a mio parere, leggendo tutto il paragrafo, l'interpretazione owia era che il Governo Italiano tentava di dividere la Francia dall'Inghilterra: egli sapeva che qualsiasi tentativo del genere avrebbe causato grave risentimento nel mio paese.

Quindi il Conte Ciano si rivolse a me personalmente dicendo quanto sarebbe stato desiderabile che l'Accordo entrasse in vigore presto e quanto egli volesse l'amicizia fra i due paesi per cui tanto si era adoperato. Sapeva anche i miei sentimenti in merito.

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Risposi che comprendevo benissimo il suo punto di vista, ma che sarebbe stato sbagliato da parte mia nascondergli che il memorandum e le dichiarazioni verbali aggiun- tive mi avevano fatto una pessima impressione. Dissi che lo avrei comunicato subito al Governo di Sua Maestà con un resoconto della nostra conversazione. I1 Conte Ciano sog- giunse d'esser certo che non potevo negare che finora l'Italia aveva pienamente rispettato le condizioni dell'Accordo. Mi dissi d'accordo con lui, ma di nuovo sottolineai che anche noi avevamo fatto ciò che ci si richiedeva a Ginevra.

Indirizzato al Foreign OEce n. 133 Saving, ripetuto a Parigi n. 17 Saving per corriere.

Estratto dalle Conclusioni di Gabinetto 32 (38) del 13 luglio 1938102

5. I1 Segretario di Stato per gli Affari Esteri disse di aver considerato se fosse il caso di preparare un appello alle parti in conflitto in Spagna esortandole a cessare la guer- ra. Naturalmente sarebbe stato un appello basato su argomenti di umanità, Cristianesi- mo, pace mondiale, e via dicendo. Temeva che non avrebbe avuto successo, ma avrebbe rafforzato la posizione morale del Governo di Sua Maestà mettendolo in grado di agire in maniera costruttiva in seguito. Non chiese al Gabinetto di decidere subito. Voleva soltan- to che i suoi colleghi ci pensassero in modo da essere pronti a discutere la cosa se egli l'a- vesse sollevata prima delle vacanze estive.

17.

Hotel de France, Pau, 27 settembre 1938103

Personale

Mio caro Edward,

Non ti spedirò questa lettera finché la crisi europea non si sia conclusa o alme- no calmata. I1 tuo fardello è troppo pesante per turbarti con cose di minore importanza. Tutti noi preghiamo il Signore che il risultato delle tue fatiche preservi il nostro paese dal- la guerra, ma tu devi aver passato dei momenti terribilmente critici.

102 PROIF0371/2266OIW9446/86/41, foglio 384: dattiloscritto su carta semplice. 103 PROIF0371/2266l/W13298/86/41, fogli 477483: copia dartiloscrina su carta semplice di lettera indi-

rizzata a Lord Halifax.

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Le mie prime impressioni sono le seguenti: Come sai, pensammo bene di cominciare stabilendo contatti personali con

ambo le parti. A Barcellona fummo ricevuti con eleganza alquanto esagerata. A Burgos fummo accolti con minore attenzione, perb anche loro fecero di tutto per prowederci d'ogni conforto.

La mia prima impressione della zona governativa è stata che lì gli uomini che contano sono dawero grandi personaggi di notevole intelligenza: ciò che hanno realizzato rispetto a Franco (con tutto l'aiuto che egli ha ricevuto dagli italiani e dai tedeschi) è poco meno che meraviglioso. Sono partiti letteralmente da zero nel senso di attrezzature milita- ri. Ora sono alquanto ben forniti di fucili, mitragliatrici e artiglieria da campo, ma non hanno abbastanza aeroplani, carri armati e altre attrezzature moderne. Tuttavia, puoi stare sicuro che sono su di giri e sono pieni di fiducia di poter far fronte all'esercito nazionalista, anche se forse non sono in grado di montare una controffensiva veramente potente. I1 cibo è il loro problema principale. Penso che ne abbiano a sufficienza per mantenere le loro truppe in buone condizioni, ma dietro le linee la gente riceve le tessere per un solo pasto al giorno e soltanto se politicamente sono al di sopra d'ogni sospetto. Altrimenti devono comprare, ma C'& poco da comprare: il denaro non vale nulla per cui devono barattare per ottenere cibo. In tutta la Catalogna però i raccolti appaiono splendidi mentre dall'altra parte hanno avuto un'estate molto secca e i loro raccolti paiono mediocri. Tuttavia nella zona di Franco hanno un'eccedenza di cibo tanto che al momento esportano grano.

Dalla parte governativa il signor Negrin, Presidente del consiglio, è una perso- na molto in gamba, come pure lo è il signor Alvarez del Vayo, Ministro degli Esteri. Abbiamo anche incontrato il signor Giral, Ministro degli Scambi, e il Presidente della Repubblica, Azaiia. Dall'altra parte non abbiamo potuto incontrare Franco che si trovava al quartier generale di guerra per la grande offensiva sull'Ebro; l'unica persona importante che abbiamo incontrato è il Ministro degli Esteri Sua Eccellenza General Jordana, un gran chiacchierone che non mi ha colpito come persona molto abile.

Arnbo le parti si sono profuse in professioni di gratitudine verso di noi perché affrontiamo il compito dello scambio dei prigionieri, assicurandoci d'esser pronti ad assi- sterci in ogni maniera possibile. Abbiamo discusso con loro vari metodi di procedura e in generale abbiamo raggiunto la conclusione che è meglio cominciare con scambi su cui non c'è molto da discutere: donne, uomini anziani e così via. La parte governativa si è dichiarata disposta a lasciar liberi in qualsiasi momento tutti quei disgraziati che si erano rifugiati nelle ambasciate e nei consolati di Madrid, purché potessero ottenere qualche quidpro quo. I Franchisti invece hanno dichiarato che tali persone non dovrebbero essere considerati prigionieri e che pertanto essi non rientrano nell'accordo di scambio. Secon- do loro questa gente non avrebbe mai dovuto andare a finire neile ambasciate e nei conso- lati e gli si dovrebbe permettere senz'altro di andarsene. Penso che si ammorbidiranno.

Come immagino tu sappia, cominciammo le operazioni proponendo ad ambo le parti di sospendere l'esecuzione delle sentenze capitali per creare una migliore atmosfe- ra. La parte governativa si disse disposta ad accettare ddla data del nostro arrivo a Burgos, ma naturalmente si aspettavano reciprocità. Purtroppo "sbatterono" troppo sulle prime pagine dei giornali questo fatto che ha ricevuto gran pubblicità in tutto il mondo. Nel frattempo la nostra stampa ha rovinato ogni nostra possibile chance sostenendo che la nostra Commissione avrebbe esaminato ogni singolo caso decidendo chi doveva essere

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giustiziato e chi no!! Ciò naturalmente causò subito la reazione ostile da parte di Franco; quando arrivammo là scoprimmo che era impossibile persuaderli a posporre l'esecuzione delle sentenze. L'effetto sulla parte opposta è stato pessimo.

Ora siamo in attesa che i nostri ufficiali di collegamento ci comunichino le proposte definitive d'ambo le parti e se non riusciremo a farli mettere d'accordo speriamo di riuscire ad arbitrare e che accetteranno le nostre decisioni. Comunque, tutto sembra senza speranza, perché le loro promesse sono molto diverse dal loro comportamento. Sia- mo ostacolati dalle difficoltà nelle comunicazioni. I1 fronte franchista è completamente chiuso e i francesi sono molto ostili ad esso. Ci vogliono quattro o cinque giorni per far arrivare una risposta a un telegramma di Burgos e non si può assolutamente telefonare. Dall'altra parte si può telefonare, ma con gran difficoltà. L'altro giorno ci vollero sei ore per riuscire a parlare.

Ora ti voglio dire alcune mie impressioni sullo stato generale delle cose. Non posso credere che quest'inverno Franco riuscirà a mettere il Governo in ginocchio a meno che la questione alimentare diventi disperata.

Gli orrori commessi dai Rossi agli inizi della guerra sono indescrivibili e assolu- tamente ingiustificabili: fra i membri della chiesa, dell'aristocrazia ed anche, in una certa misura, fra le persone razionali di estrazione sociale inferiore rimane un sentimento mol- to amaro verso di essi. Tuttavia, la colpa non fu soltanto dei leaders. Allo scoppio della ribellione essi dovettero affrontare un caos quasi totale senza avere i mezzi per combatter- lo. Non avevano né armi né munizioni e furono abbandonati dalla maggioranza degli ufficiali: le storie di uccisioni spietate e rapine da parte di anarchici e altri elementi incon- trollabili sono veramente deplorevoli. Ma non v'è dubbio che da questo caos è emerso un governo ben organizzato in grado di affrontare qualunque problema si presenti. Dal nulla essi hanno fatto sorgere un esercito veramente formidabile, con un morale e un'organiz- zazione notevoli. La Spagna Rossa non è ancora una forza battuta.

Si può dire che il governo è repubblicano moderatamente a sinistra. Sia nel governo, sia fra la popolazione rimane un modesto elemento comunista, che riveste mag- giore importanza di quanto il livello di presenza nella società giustifichi, perché agli inizi era l'unico partito politico organizzato e si piazzarono nelle posizioni chiave. Inoltre ciò avvenne anche a causa della dipendenza obbligata del governo dai rifornimenti Russi. Sono perfettamente sicuro che il Presidente della Repubblica e molti del suo governo desi- derano eliminare gli elementi estremi e ci sono indicazioni di un coup detat ma dubito che riuscirà perché il rischio è troppo grande. Tuttavia, il mio ufficiale di collegamento (Mr. Cowan, che è in stretto contatto con loro) è d'accordo con me che il desiderio generale d'e- liminare gli elementi estremi è molto acuto e magari si tenterà qualcosa a dispetto del rischio. I1 Presidente della Repubblica, ne sono certo, è del tutto propenso a un governo più moderato, ma l'uomo che conta davvero nel governo & Negrin. È un uomo molto capace di circa quarantacinque anni. Faceva il professore in una Università tedesca e le sue divinità sono Mussolini e Lenin. È Primo Ministro e Ministro della Difesa. In tale veste ha trasformato l'esercito in una macchina da combattimento molto ben organizzata. È spieta- to e si dice che sia di estrema sinistra ma le etichette non significano molto in Spagna.

Anche nella zona di Franco, chiunque ti parli in confidenza ammette che l'uni- co futuro possibile per la Spagna consiste in qualche forma di governo moderato e che una vittoria completa dell'una o dell'altra parte vorrebbe dire anni di repressione brutale.

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Attraverso le trincee i soldati fraternizzano: senza dubbio, se qualche potenza neutrale potesse intervenire al momento giusto e suggerire una forma di governo repub- blicano moderato, da entrambe le parti ci sarebbe un fortissimo movimento a favore. Ma il momento non è ancora arrivato. Dalla parte di Franco ci sono tutti gli aristocratici e il clero a insistere che l'unico modo per concludere la guerra è ammazzare tutti i Rossi; inol- tre, dopo aver combattuto per due anni, egli non potrebbe facilmente abbandonare le sue speranze d'una monarchia, a meno che fosse messo sotto pressione.

Un altro fattore di cui sono certo è che i tedeschi e gli italiani farebbero qualun- - que cosa pur di andarsene da un paese dove sono intensamente impopolari. Avevamo con noi Alfonso Merry del Val, il figlio del defunto ambasciatore in Inghilterra, e incontram- mo altre persone che Star ed io conoscevamo già. Tutti dissero privatamente la stessa cosa: che gli italiani sono un impiccio di cui sarebbero felici di liberarsi e che i tedeschi sono estremamente efficienti ma profondamente impopolari a causa della loro grande arrogan- za. Il mio ufficiale di collegamento mi ha detto l'altro giorno: "Da tutte le parti sono stanchi da morire dell'intervento di latini, tedeschi e slavi. La gente è nauseata del sangue. A molti manca il cibo, sono stanchi della guerra e sono pronti ad ascoltare consigli di moderazione." Tendo a credere che se l'Inghilterra insieme, possibilmente, all'America, fossero disposte ad intervenire, e se il Presidente della Repubblica prendesse in mano la situazione in maniera decisiva per eliminare gli estremisti, e ci riuscisse, sarebbe possibile insistere che non ci sono più scuse per l'intervento tedesco e italiano. A mio parere, se gli italiani e i tedeschi scomparissero, anche se i leaders franchisti non potessero approvare apertamente, si troverebbero costretti dai loro soldati a scendere a qualche compromesso.

Dalla parte di Franco c'è molto allarme alla prospettiva di una guerra europea. Pensano che la Francia interverrà attivamente a sostegno di Barcellona. Tutti i miei infor- matori sono d'accordo che, comunque vada, una guerra europea porterebbe la guerra in Spagna a una rapida conclusione - non del tutto favorevole a Franco.

Ora i nostri ufficiali di collegamento sono arrivati: i loro rapporti sono più favorevoli di quanto sperassimo. Pensiamo che, con un po' di fortuna, fra dieci o dodici giorni potremmo ottenere il consenso di ambo le parti per qualche scambio.

Sempre tuo,

Philip Chenvode

12 ottobre 1938

Ho valutato se ci sia qualcosa che ora potremmo fare per accelerare la conclu- sione del conflitto spagnolo. Mi sembra che ci siano due possibili modi di affrontare il

104 PROIF0371/22661/W13493/86/41, fogli 33-35: datiioscritto su carta semplice. In capo al documen- to: "Telegramma in codice a Lord Perth (Roma). Foreign Ofice. l 2 ottobre 1938.9.35 p.m.".

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problema; (1) Tramite l'accelerazione, usando tutto il potere a nostra disposizione, del ritiro dei volontari spagnoli dalla Spagna, sia su base volontaria sia in base ai termini del piano del Comitato di Non-Intervento, oppure (2) Ottenendo il consenso delle tre Potenze maggiormente interessate di unirsi nel fare pressione sulle parti in Spagna affin- ché acconsentano a un armistizio nella speranza che, una volta cessati i combattimenti, essi non ricominceranno e che la cessazione delle ostilità induca le potenze straniere ad astenersi dal fornire ulteriore assistenza ad ambo le parti, e che la conseguente pausa favo- risca condizioni in cui le due parti siano in grado di mettersi d'accordo. -

Mentre la soluzione (2) owiamente ha la sua attrattiva, dobbiamo rammentare che gli spagnoli d'ogni classe istintivamente resistono alla pressione e che c'è un evidente desiderio in entrambi i campi di eliminare le complicazioni straniere rispetto ai loro affari interni. Pertanto ritengo che al momento faremmo bene a concentrarci sulla soluzione (1) descritta sopra, owero, continuare a incoraggiare sia gli sforzi del Governo Spagnolo in tale direzione, sia l'intenzione dichiarata dal Signor Mussolini di far rientrare un con- tingente italiano, e al contempo fare tutto il possibile per sostenere gli sforzi del Signor Hemming a Burgos: i particolari della sua missione si trovano nei telegrammi del Foreign Office n. 275 del 7 settembre e n. 292 del 27 settembre a Sir R. Hodgson, di cui lei ha ricevuto copia nelle sezioni telegrammi.

Tuttavia, in qualunque modo si affronti il problema, la cooperazione dell'Italia sarà essenziale e quindi dobbiamo sapere se ora il Signor Mussolini sia meglio disposto di quando respinse le proposte che gli facemmo l'estate scorsa. I1 suo atteggiamento di fron- te a un suggerimento del Governo di Sua Maestà che egli eserciti la sua influenza a Burgos a favore del piano del Comitato di Non-Intervento servirebbe d'indicazione delle sue attuali opinioni. Pertanto sarei lieto se lei, alla prima opportunità, portasse all'attenzione del Ministro degli Affari Esteri la visita del Signor Hemming, sottolineando che egli è ora arrivato a Burgos, e invitando il Governo Italiano ad usare tutta la sua influenza sul Gene- rale Franco per indurlo a cooperare con le proposte del Comitato e a contribuire in maniera decisiva, per quanto da lui si richiede, al successo dell'esecuzione di un piano cui - entrambi i nostri Governi si sono impegnati.

Riguardo al secondo metodo di affrontare il problema spagnolo, le sarei grato della sua ponderata opinione prima di prendere qualsiasi decisione. Dovrebbe essere sem- pre possibile indagare se il Signor Mussolini abbia per caso preso in considerazione il sug- gerimento avanzato dal Primo Ministro a Monaco per un'azione da parte delle quattro Potenze e se il Governo Italiano fosse disposto a favorire, ora o più tardi durante il proces- so di ritiro degli stranieri da ambo le parti, un appello comune alle due parti di sospende- re le ostilità. Similmente, non vi sarebbe alcun male nel sondare il Ministro degli Affari Esteri per scoprire se il Governo Italiano abbia qualche altra idea per far cessare presto le ostilità in Spagna.

Comunque il Governo di Sua Maestà non desidera a questo punto ritornare al suo precedente suggerimento secondo cui il sostegno italiano per un armistizio era stato avanzato in connessione alle condizioni per l'entrata in vigore dell'Accordo Anglo-Italia- no. Come ho già indicato chiaramente, ;l Governo di sua Maestà non ha intenzione di porre nuove condizioni d'entrata in vigore dell'accordo, nondimeno il sostegno italiano per la linea d'azione (l) o (2) sarebbe di gran valore nel facilitare il nostro compito rispet- to alla nostra opinione pubblica.

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Lei potrà opinare che, dato il suo presente umore (suo telegramma n. 660) ulteriori suggerimenti al Signor Mussolini di mediazione in Spagna da parte del Governo di Sua Maestà farebbero più male che bene e che qualsiasi approccio del genere dovrebbe essere differito finché il Governo di Sua Maestà non abbia preso la sua decisione sull'en- trata in vigore dell'Accordo Anglo-Italiano. C'& anche il pericolo che un rifiuto su questo punto da parte del Signor Mussolini, se reso noto, cosa niente affatto impossibile, potreb- be rendere la faccenda dell'accordo Anglo-Lettone ancora più difficile. Per tutti questi m.otivi le sarei dunque molto grato se mi facesse avere il suo parere su quanto sopra al più prestolo5.

24 novembre 1938

Resoconto della conversazione fra Manuel de Irujo e R. A. Butler, 22 novembre 1938106

I1 22 novembre il Signor R. A. Butler ha ricevuto, su sua richiesta, Don Manuel Irujo, fino a poco fa membro del Consiglio dei Ministri di Barcellona, e gli ha chiesto la sua opinione sulla situazione attuale in Spagna. 11 Signor Irujo ha detto di pensare che il momento sia favorevole a un armistizio per i seguenti motivi:

1) La situazione militare è rimasta stabile per gli ultimi cinque mesi. Natural- mente ci sono stati combattimenti minori, ma niente di decisivo. Ciò pare indicare che difficilmente la guerra sarà decisa sul campo di battaglia.

2) L'entrata in vigore dell'Accordo Anglo-Italiano va vista come un passo importante verso la pacificazione del Mediterraneo.

3) Dal punto di vista del prestigio militare - un fattore importante in Spagna - le forze governative oltrepassarono 1'Ebro in luglio, aggiudicandosi così un certo successo; dall'altro lato, i nazionalisti ora li hanno respinti al fiume perciò si può dire che gli onori sono pari.

4) I1 prossimo incontro a Parigi fra i Ministri britannico e francese pare offrire un'opportunità propizia per una nuova iniziativa rispetto alla Spagna.

I1 Signor Butler ha chiesto se fosse possibile una sistemazione in Spagna senza il ritiro dei volontari che restano dalla parte di Franco, owero, se il governo spagnolo fosse disposto a negoziare con i nazionalisti fintanto che fossero rimasti degli stranieri. Il Signor Irujo ha risposto che il governo certamente non potrebbe far ciò. Però questo non è neces-

105 Lord Perth rispose il 14 ottobre: il governo itaiiano non acconsentiva n4 aila conferenza a quattro, n4 ad un appello a Franco per i'armistuio. Fino all'entrata in vigore dell'accordo Anglo-Idiano non vi era da aspettarsi alcuna collaborazione italiana in Spagna ai di fuori degli impegni relativi al Comicato di Non-Inter- vento. L'indisponibilità all'armistizio fu confermata a Mounsey il I8 ottobre, in conversazioni separate, da A z c a t e e dal Duca d'Alba. Cfr. PRO/F0371/22661 IWi3706/8614 1, W1 3924186141, W1395718614 1.

106 PROIF037 1/22662/W15584186141, fogli 149- 150: dattiloscritto su carta semplice.

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sariamente importante in quanto le due parti non potrebbero mai cominciare a discutere da sole. Richiesto come immaginasse che si potesse mai raggiungere una soluzione, il Signor Irujo ha detto che la pressione deve venire dall'esterno. La situazione presente è che nessuna delle due parti in Spagna è completamente indipendente. I nazionalisti dipendo- no dall'Italia, mentre la capacità di soprawivenza del governo spagnolo dipende sul lungo periodo dall'azione della Francia data l'importanza della frontiera sui Pirenei.

Però, se la Gran Bretagna, la Francia e l'Italia riuscissero a mettersi d'accordo e proporre un armistizio, ambo le parti in Spagna darebbero loro retta. In un simile tentati- vo i leaders Baschi e Catalani potrebbero fungere da intermediari onesti. Nel loro com- plesso gli spagnoli sono una razza intollerante: se lasciati a se stessi, la guerra potrebbe benissimo continuare molto a lungo. Solo i Baschi e in una certa misura i Catalani capi- scono il significato della parola compromesso e quindi possono svolgere un ruolo utile nel mettere d'accordo il resto degli spagnoli.

Il Signor Butler ha informato il Signor Irujo che avrebbe incontrato Lord Hali- fax fra breve e senz'altro gli avrebbe riferito le opinioni del Signor Irujo.

9 dicembre 1938107

Caro Signor Roberts,

Ho l'ardire di disturbarla con questa lettera. Non so se ciò sia del tutto corretto. Ma c'è qualcosa che mi spinge a farlo con maggiore impeto di quanto dettato dalle solite regole che si applicano in questi casi. Se lei crede che questa lettera sia inopportuna, le chiedo di considerla come non ricevuta.

Lei avrà letto le recenti dichiarazioni fatte dal capo del governo della Repubbli- ca a Lord Forbes, pubblicate nel "Daily Express"lo8. Il dottor Negrin dice, fra l'altro, di esser pronto a invitare il Signor Chamberlain a visitare la Spagna.

2 la medesima idea già da me suggerita nella bozza che ebbi l'onore di trasmet- terle qualche giorno fal09. I1 fatto della dichiarazione pubblica del dottor Negrin consen- tirebbe ora al Primo Ministro britannico di rendere pubblica la dichiarazione con garan- zia di successo per quanto riguarda una delle partillo.

107 PROIF0371/22662/W16469/86/41, fogli 185-187: dattiloscritto su carta semplice. Traduzione in inglese dell'originale in spagnolo su carta intestata: Basque Delegation, 14 Eccleston Square, London, S.W. 1.

108 "Daily Expressn, 7 dicembre 1938: Barcelona Invites Franco? Envuy. From Lord Forbes. Ritaglio con- servato in PROIF0371/22662NV16469/86141, fogli 193-194.

109 PRO/F0371/22662/W16288/86/41: foglio 174: piano di pace trasmesso da Irujo a FO il 7-12-1938. 110 Riferimento all'idea, formulata da Robem in un memoriale a Cadogan datato 16 dicembre, di un

appello pubblico del governo britannico agli spagnoli invitandoli alla tregua e alla riflessione. Nel memoriale Robem non sviluppava la seconda parte dei suggerimenti di Imjo. Cfr. PRO/F0371/22662/W16781186/46.

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Nel "Times" di mercoledì il corrispondente da Burgos dice che, nella guerra di Spagna, tutti attendono che il Governo britannico parli. Ciò 2 quanto egli finisce per dedurre, nel contesto di un sacco di chiacchiere oscure. Pertanto è probabile che chiun- que abbia ispirato i suoi articoli non abbia intenzione di rifiutare. Fra pochi giorni sarà Natale, la festa della pace, della famiglia e della buona volontà. Agli inizi di gennaio il Signor Chamberlain, secondo le informazioni ufficiali, visiterà I'Italia.

Oso chiederle se non valga la pena di cominciare a pensare di controbattere la politica totalitaria e copiare da essa la regola di anticipare gli awenimenti di cui si ritiene conveniente la realizzazione. Se il Signor Chamberlain va a Roma a suggerire idee di pace a Mussolini, questi risponderà parlando della sua posizione di forza nella Spagna di Fran- co. Se invece, quando va a Roma, incontra una retroguardia castigata dagli effetti di una mossa astuta che si avvantaggia delle opportunità offerte dai momento, la situazione potrebbe cambiare in maniera straordinaria. Questo nell'eventualità che l'invito non pro- duca l'effetto desiderato, cioè la sospensione delle ostilità.

Io credo pertanto che per queste tre ragioni, ovvero le dichiarazioni menzionate sopra, la celebrazione delle festività natalizie e il già annunciato viaggio del Signor Cham- berlain, si potrebbero forse iniziare ora due azioni parallele. Un'azione pubblica, che consi- sterebbe in una dichiarazione in inglese e nelle tre lingue ufficiali dello Stato Spagnolo rivolta ai combattenti d'ambo le parti. Le assicuro che avrebbe un effetto immenso. L'altra azione potrebbe essere un'iniziativa diplomatica, simultanea alla precedente, d'informare entrambe le parti combattenti in Spagna che il Signor Chamberlain è pronto a visitare i due territori a condizione che si sospenhno le ostilità per permettere alla visita di aver luogo.

Per quanto ne so posso rispondere del grande effetto emotivo che avrebbe la pubblicazione della dichiarazione pubblica. Naturalmente non posso garantire il risultato del passo diplomatico, ma le dichiarazioni cui ho fatto riferimento sono sufficientemente coincidenti da consentirci di sperare in qualcosa di pratico. In ogni caso, anche suppo- nendo che non provochi l'accettazione della sospensione delle ostilità, Mussolini dovreb- be tener conto -dell'abbassamento del morale dei combattenti quando discuterà con il Signor Chamberlain i problemi di pace che lo conducono alla capitale dell'Italia.

Presumo che la Gran Bretagna saprà prendere in considerazione e portare a compimento queste cose per la pace, quando gli italiani e i tedeschi si sono già spartiti le coste della Spagna, appropriandosi delle basi navali, piazzando unità militari, stipulando accordi e regole in base d'idea di creare una frontiera di ferro con la Biscaglia sotto con- trollo tedesco e la Catalogna sotto comando italiano che si estenderebbe alle isole Baleari.

Di nuovo mi scuso. Mi perdoni se vado oltre quanto mi sarebbe consentito dal- la sua gentilezza ed amicizia verso di me.

Irujo

P.S. Ho appena ricevuto la sua lettera.

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9 gennaio 1939111

Mio caro Lord Halifax, Mi spiace di non essere riuscito a farle visita dopo il mio ritorno da Barcellona,

ma sono rimasto a letto una settimana con una brutta influenza. Avrei voluto dirle che le mie conversazioni a Barcellona, in particolare quelle

con il Primo Ministro112 e con il Ministro degli Esterill3, hanno semplicemente confer- mato la mia convinzione che le osservazioni contenute nel "Memorandum" che le man- dai alcune settimane fa, riflettono fedelmente i veri sentimenti degli spagnoli e del Gover- no Repubblicano. È vero che da allora ci sono stati alcuni eventi militari la cui importan- za non può essere ignoratall4. Tuttavia, quando li si esamini oggettivamente, essi sernpli- cemente confermano il punto di vista del mio "Memorandum". Il carattere quasi esclusi- vamente Italiano dell'attuale offensiva in Catalogna, il cui risultato finale non è assoluta- mente prevedibile, ha reso manifesti al mondo intero due fatti già pienamente ricono- sciuti in Spagna: primo, che Franco, da solo e senza aiuto, non è in grado di lanciare offen- sive e ancor meno, di conseguenza, di vincere la guerra con mezzi militari; secondo, che la vittoria militare di Franco potrebbe avvenire solo con un considerevole aumento dell'in- tervento italiano. Ora, una vittoria militare conseguita con laiuto straniero non ha mai rap- presentato in Spagna, e mai rappresenterà, una base solida per una soluzione politica stabile e consolidata.

Tutto ciò coincide ed è in perfetta armonia con le linee generali del mio "Memorandum": a questa tarda ora non desidero disturbarla con più ampie considerazio- ni. Le mie osservazioni possono riassumersi in modo molto chiaro e semplice dicendo che l'unica formula che garantirà una soluzione pacifica e costruttiva della questione spa- gnola, e con essa del Mediterraneo occidentale, è la conservazione della Repubblica in Spagna e la garanzia di un regime politico di libertà e di democrazia. C'è un ostacolo che si oppone al raggiungimento di questo obiettivo - la determinazione del Governo Italiano di imporre agli spagnoli un regime dittatoriale fascista che fra l'altro darà all'Italia I'effet- tivo controllo della politica interna ed estera della Spagna. Questo è molto diverso dall'e- vitare che la Spagna diventi comunista: da un punto di vista generale, è difficile capire per quale motivo, in corrispondenza ai veto italiano ai comunismo, la Gran Bretagna non dovrebbe porre il veto al fascismo. Se così si facesse si preparerebbe la strada all'unica soluzione che non solo non minaccia gli interessi legittimi, ma che, in quanto rappresenta i desideri deli'enorme maggioranza degli spagnoli, può essere raggiunta senza assistenza esterna - una Repubblica parlamentare, democratica e genuinamente spagnola.

111 PROIF0371124147/W974/374/41, fogli 3 1-33: dattiloscritto su carta intestata: Embajada de Espaiia. 112 Juan Negrin. 113 Aivara del Vayo. 114 Agli inizi di gennaio la massiccia o&nsiva nazionaiista iniziata il 23 dicembre avwa conquistato

posizioni decisive in Catalogna. Cfr. Bewor, The Spanish Civil War, cit., pp. 365-367.

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I1 più effettivo contributo alla pace in Spagna e nel Mediterraneo che il Gover- no Britannico potrebbe dare consiste nel far capire al Governo Italiano che il suo obietti- vo, indipendentemente dalla sua ingiustizia e dal suo disprezzo dei principi di moralità internazionale, già è impossibile da raggiungere, ed è perciò non solo un crimine ma anche un grave errore da parte dell'Italia. Questa, e nessun'altra, è la ragione dell'interesse vivissimo con cui il Governo e il popolo spagnolo seguono la visita sua e del Primo Mini- stro a Roma, e se tale visita potrà essere considerata la pietra di fondazione di una simile politica, nessuno potrebbe augurarle successo più fervidamente di me.

Mi creda, caro Lord Halifax, molto cordialmente suo,

I1 Signor Quifionesll6 mi dice che qualche giorno fa Monsieur Bonnet gli sug- gerì che si dovrebbe creare in Spagna una zona neutrale per i profughi. I1 Signor Quino- nes rifiutò di trasmettere tale suggerimento al suo Governo dichiarando che esso certa- mente avrebbe rifiutato di prenderlo in considerazione. Egli disse che i profughi non ave- vano nulla da temere tornando nelle loro case nel territorio di Franco; coloro che avevano commesso crimini sarebbero stati processati e puniti se trovati colpevoli: quindi non c'è bisogno di alcuna zona.

I1 Signor Quifiones ha ricevuto un telegramma di approvazione da Burgos. La sua impressione personale è che Franco mostrerà tutta la clemenza compatibile con la comune prudenza.

'15 PROIF0371/24136/W1562/66141, foglio 165: dattiloscrino su arca semplice. In capo ai documento: "Decifrare. Sir E. Phipps (Parigi). Confidcziak'

'16 Quiiiones de Uon , rappresentanre di Franco a Parigi.

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Dalla Spagna117 8 febbraio 1939

n. 107 (R)

Immediato

Mio telegramma n. 103

Oggi l'ambasciatore francese e io siamo andati in Spagna e abbiamo avuto una lunga conversazione con il Dottor Negrin e il Signor del Vayo.

Abbiamo subito chiarito che i nostri passi presso il Governo Spagnolo sono un'iniziativa Anglo-Francese ma che li abbiamo fatti per promuovere la pace in conse- guenza di 1. i suggerimenti a me fatti dal Dottor Negrin il 2 febbraio e 2. il passo com- piuto dal Signor Azaiia presso l'ambasciatore francese e me stesso il 4 febbraio. Il Dottor Negrin e il Signor del Vayo dissero entrambi di comprendere perfettamente.

Dopo aver pronunciato una lunga dichiarazione sui fatali risultati di una vitto- ria di Franco per le potenze democratiche, il Dottor Negrin per la prima volta ha ammes- so la sconfitta del Governo Repubblicano non solo in Catalogna ma dopo un certo perio- do nella zona sud. La durata di tale periodo dipenderebbe dai mezzi materiali a sua dispo- sizione. Al proposito secondo lui le armi che ora vengono evacuate in Francia sono un fattore importante.

In queste condizioni il Dottor Negrin ha detto d'esser pronto ad acconsentire a una cessazione immediata delle ostilità alle seguenti condizioni.

(1) Una dichiarazione formale del Generale Franco a garanzia della completa indipendenza della Spagna.

(2) Una dichiarazione formale del Generale Franco che gli spagnoli sceglieran- no loro stessi liberamente la loro forma di Governo.

(3) Una dichiarazione formale del Generale Franco che egli si asterrà da qual- siasi rappresaglia in concomitanza all'evacuazione dalla zona sud, sotto controllo interna- zionale e con l'assistenza della Gran Bretagna e della Francia, dei civili e dei militari com- promessi politicamente. Si stima che tali persone siano alcune migliaia.

Se queste condizioni non possono essere accettate, il Governo non avrà altra alternativa chi combattere fino ad essere completainente schiacciato. (A questo proposito sia il Dottor Negrin sia il Signor del Vayo hanno ripetuto d'esser persuasi che una guerra europea scoppierà immediatamente dopo la fine della guerra civile spagnola. Essi sosten- gono d'avere eccellenti ragioni di credere che Franco abbia firmato con l'Italia e la Ger- mania un patto di aggressione contro la Gran Bretagna e la Francia). - - -

Se invece queste condizioni vengono accettate, il Governo spagnolo acconsen- tirà alla cessazione immediata delle ostilità. I1 metodo del negoziato per definire i dettagli,

117 PROIF0371/24147/W22861374/41, fogli 134-135: dattiloscritto su carta semplice. In capo al docu- mento: "Decifrare. Sig. Stevenson (Amelie-les-Bains), 8 febbraio 1939. D. [Inviato] 11.40 a.m. 8 febbraio 1939. R. [Ricevuto] 6.00 p.m. 8 febbraio 1939".

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inclusa l'evacuazione delle persone compromesse, può essere stabilito solo dopo che il Dottor Negrin abbia consultato gli altri membri del suo Governo, cosa che egli spera di poter fare nella zona sud.

I1 Dottor Negrin e il Signor del Vayo ci hanno dato la forte impressione che ora cercano semplicemente di salvare la faccia e di proteggere i loro compagni di partito nella zona sud. Ciò è messo in evidenza dal fatto che dichiarano di accontentarsi di dichiara- zioni formali da parte del Generale Franco sui tre punti di cui sopra e non chiedono altre garanzie eccetto che per l'evacuazione dei loro sostenitori.

Siamo rimasti d'accordo che la nostra conversazione di oggi non è niente di più che uno scambio d'opinioni e che si deve assolutamente evitare qualsiasi pubblicità.

L'ambasciatore francese ed io siamo d'accordo che varrebbe la pena di tentare un passo congiunto presso il Generale Franco sulle linee su descritte.

L'ambasciatore francese sta mandando a Parigi un telegramma simile a questo. Indirizzato al Foreign Office n. 107 dell'8 febbraio, ripetuto a Parigi n. 14 e

Burgos n. 25, Hendaye, saving n. 20.

Alla Francia118 10 febbraio 1939

Telegramma n. 107 del Sig. Stevenson (8 febbraio: mediazione).

Mi preme che non facciamo nulla che possa metterci in una posizione falsa. La nostra azione in origine derivava dall'aver accertato le opinioni del Signor Azaiia. Quan- do poi Negrin fu interpellato (vedere il telegramma di Stevenson cui si fa riferimento) divenne evidente che le opinioni di Negrin rispetto alle condizioni non corrispondevano a quelle di AzaBa. Ma non è per nulla certo che Negrin abbia maggior controllo di Azaiia sulla zona sud, o che, se vi ritornasse, sarebbe accettato dal Generale Miaja, il quale a sua volta potrebbe o non potrebbe tenere sotto controllo il resto di tale zona oltre Madrid.

Infatti la situazione appare così oscura e cambia con tale rapidità che penso che per il momento sia meglio che non facciamo comunque altri passi finché non riusciremo forse a capire come si sviluppino le cose nella zona sud (cfr. suo telegramma n. 47).

Per favore faccia presenti queste considerazioni al Governo Francese e ne accer- ti le reazioni.

Ripetuto a Stevenson n. 48, a Burgos n. 101 e a Hendaye n. 23.

118 PROIF0371124147NCr2286/374/41, foglio 136: datiioscritto su carta semplice. In capo ai documento: "Telegramma in codice a Sir E. Phipps (Paris). Foreign Oftice. 10 febbraio 1939 9.0 p.m.".

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Appendice Sforza

Premessa

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Le tre lettere intercorse nel giugno-luglio del 1942 fra Sforza e Steed fanno da com- plemento alle ultime lettere di Sturzo a Steed e si ricollegano sia ai numerosi interventi pubblici di Sturzo sul futuro assetto dellYItalia e sulle trattative di pace, che egli inseriva nel contesto complessivo del futuro assetto europeo, con lo sguardo rivolto alla Carta Atlantica e al problema della democrazia occidentale a fronte dell'espansionismo sovieti- co, sia agli infruttuosi tentativi di Sforza di porsi quale interlocutore privilegiato degli Alleati tramite il 'Comitato nazionale'l.

Già agli inizi del 1942 Salvemini aveva scritto a Sturzo della dichiarazione fatta nell'e- state precedente dal governo jugoslavo in esilio e tacitamente ammessa da quello britan- nico riguardo alle rivendicazioni jugoslave su Trieste, 1'Istria e Gorizia, aggiungendo che per Trieste il circolo che gravitava intorno a Steed favoriva la formula 'città libera', passibi- le di trasformarsi in breve tempo in possedimento jugoslavo2. In seguito Sforza aveva pro- messo a Sturzo di scrivere a Steed, osservando: "Pel bene stesso degli jugoslavi egli dovreb- be non eccitarli ma calmarlin3.

Le tre lettere vanno anche lette tenendo presenti due articoli di Steed, parecchio diver- si fra loro nelle conclusioni. Nel primo, What of Italy?, del marzo 19414, dopo aver riper- corso il cammino che condusse l'Italia al nazionalismo del primo dopoguerra e al fascismo, Steed affermava che i complici del fascismo dovevano essere lasciati soli a pagare le conse- guenze delle loro azioni e che sarebbe stato un errore da parte dei "pochi leaders italiani di spicco che hanno preferito l'esilio alla schiavitù" il prestarsi a un coinvolgimento nelle soluzioni governative prowisorie che sarebbero seguite alla caduta del fascismo. I1 che non toglieva che la Gran Bretagna avesse sbagliato a non favorire "la formazione di un gruppo o centro di italiani liberali e patriottici la cui guida sarebbe di inestimabile valore per la definizione della politica britannica"5. Nel secondo, What of the Eneiny?, del luglio 19426, Steed partiva dalla difesa delle posizioni di Lord Vansittart, che si era dimesso nel 194 1 dal

1 Cfr. supra, carteggio, nn. 116, 117, 119; L. Sturzo, Italy oftomorrow, in "New Europe", New York, vol. 1, n. 5, aprile 1941, pp. 122-125; Idem, La mia battaglia da New York, Garzanti, 1949, pp. 108-1 19: L'Italia dopo Mussolini ("Foreign Aflairs", aprile 1943 e "Il Mondo", New York, maggio 1943 con il titolo Litalia domanr]; pp. 408-410: Per una verapace con lytalia (INS, New York, 7-3-1946); pq. 41 1-416: Le sorti A l l i - talia a Parigi ("Il Mondon, New York, maggio 1946); pp. 419-424: La pace indrvrribile e l'errore capitale di Wahington ("I1 Mondo", New York, luglio 1946); pp. 424-427: Dovrà essere T h t e internazionalizutta? ( T ~ e - ste, "The Cornrnonweal", New York, 2 agosto 1946); A. Varsori, Gli alleati e I'emi@azione democratica antifa- scista (1940-1943), Sansoni, Firenze, 1982, pp. 203-21 1.

2 Cfr. SI, 3, pp. 70-71, n. 41, Salvemini a Sturzo, 11-2-1942. 3 Cfr. SI, 3, pp. 84-85, n. 49, Sforza a Sturzo, 27-5-1942. 4 Steed, What oflaly?, in "The Contemporary Review", n. 903, vol. CLIX , marzo 1941, pp. 241-250. 5 Ibialem, p. 249. 6 Steed, What of the Enemy?, in "The Conternporary Review", n. 919, vol. CLXII, luglio 1942, pp. 1-7.

Le successive citazioni sono state tradotte dalla curatrice.

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Foreign Office, dove era rimasto emarginato sin dai gennaio del 1939, e che ora si batteva nella Camera dei Lords per una severa punizione deiia Germania. Pur differenziando fra la natura liberale e democratica del Risorgimento italiano e il militarismo anti-liberale che aveva permeato l'unificazione tedesca, Steed, rammentando di nuovo le origini del nazio- nalismo italiano che aveva fomentato la persuasione della 'sconfitta' deli'Italia da parte dei suoi alleati nella prima guerra mondiale7, estendeva la necessità di una severa punizione all'Italia fascista, ponendola allo stesso livello deila Germania nazista, ed esprimeva dubbi sulle prospettive di successo della leadership di Sforza e di Sturzo nell'ltalia post-fascista:

Per lungo tempo siamo stati disposti ad aver simpatia per gli italiani senza prenderli troppo sul serio. Mussolini e il fascismo sono visti come aberrazioni di un popolo non ostile che si è fatto gab- bare dai tedeschi piuttosto che esserne complice, e che comunque non è articolarm mente pericolo- so. Nessuno fra noi ha biasimato gli italiani "al plurale" come Lord Vansittart ha biasimato i tede- schi. E, forse perché manca un'approfondita diagnosi della variante fascista della malattia totalita- ria, molti fra noi danno per scontato che quando Mussolini e il fascismo saranno rovesciati e scre- ditati, l'Italia "ritroverà se stessa" spontaneamente. Se non corretto, questo assunto potrebbe rive- larsi altrettanto ingannevole quanto il credere che sotto la ripugnante crosta del nazismo ci sia una "buona Germania" pronta a riemergeres.

Anche lì [in Italia] potremmo trovare un vuoto morale, politico ed economico per nulla meno perverso di quello tedesco, e potremmo accorgerci che vent'anni di fascismo e di propaganda fasci- sta hanno efficacemente plasmato le menti degli italiani, sopprimendo qualsiasi opposizione e cri- tica per diciotto annig.

Sforza [. . .] è un leader attorno al quale si stringe spontaneamente la maggioranza degli antifa- scisti italiani in Argentina, negli Stati Uniti e probabilmente in Italia. Egli e il gruppo che lavora con lui appaiono gli unici potenziali leaders di una "nuova Italia". Eppure, a meno ch'io sia stato tratto in inganno da un esponente delle loro idee, essi si sentono in dovere di chiarire di non esse- re "rinunciatari"lo e di voler conservare all'Italia la maggior quantità possibile delle conquiste ter- ritoriali ottenute alla fine della grande guerra. Non possono certo essere sospettati di essere "Pic- coli Italiani" o di essere disposti a sacrificare alcunché di essenziale al benessere dell'Italia. Ciò che essi non possono ora spiegare al loro popolo è che vorrebbero che l'Italia si spingesse nella direzio- ne del coordinamento e deila cooperazione europea tanto quanto ogni altro paese, perché sanno che per le generazioni attuali degli italiani in Italia queste idee non hanno ancora alcun significa- to. k possibile che domani, o alla vigilia della caduta di Mussolini, molti italiani si rivolgeranno a Sforza e a S t u m come potenziali salvatori. Ma sia noi, sia loro stessi, dovranno chiedersi quanto dell'ldia sia salvabile. Potrebbero essi, seppure lo volessero, salvare la casa Savoia, il cui capo è spergiuro e screditato? La risposta è incerta. Essi non potrebbero 'Salvare" "l'Impero" di Mussoli- ni, o l'Albania o il Dodecanneso. Meno che mai essi potrebbero salvare l'Italia dalla completa ban- carotta. E chi, nelle Nazioni Unite, potrebbe sostenere oggi che i desideri dell'ltalia, in quanto nemica, dovrebbero ricevere preferenza rispetto alle ragionevoli rivendicazioni di alleati coraggiosi come la Grecia e la Jugoslavia, per non parlare degli abissini, dei libici e degli arabi della Tripolita- nia? Perciò pare che l'Italia debba seguire la Germania fino all'amara conclusione e assaggiare il frutto della sconfitta completa quale prezzo della redenzione definitiva. Essa dovrà essere disarma- ta e questo sarebbe una pura benedizione perch6 la libererebbe da quelio Stato maggiore che fu il

7 Ibidem, p. 3. 8 Ibidnn, p. 2. 9 Ibidem, p. 5.

10 N.d.T: in italiano nell'originale.

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principale istigatore dell'ascesa del fascismo e della melodrammatica "marcia su Roma". Le mag- giori risorse del popolo italiano sono la loro sobrieth e la loro laboriosith. Ma avrà bisogno di una rieducazione poco meno radicale di quella del popolo tedesco. Punire i popoli nemici lasciandoli in miseria non fa parte della nostra politica o di quella delle Nazioni Unite, ma non possiamo scor- dare le ripugnanti azioni commesse in Grecia e in Jugoslavia dai militari italiani e tedeschi. Giusti- zia esige che non lo scordiamo [. . .]. I primi ad aver diritto alle risorse anglo-americane saranno i popoli alleati che sono stati danneggiati, feriti, torturati, saccheggiati e ridotti alla fame [. . .] e che risentirebbero come un'atroce ingiustizia qualsiasi "tenerezza" da parte nostra verso i loro tortura- tori e giustizieri1 l .

Ricordiamo ora le vicende del governo jugoslavo in esilio per porre le tre lettere in contesto.

I1 27 marzo 194 1 il generale dell'aviazione jugoslava Simovich, con un colpo di stato sostenuto da agenti del SOE e del S I S ~ ~ , aveva deposto il governo che aveva aderito al Tri- partito di Hitler. I1 reggente principe Paolo fu detronizzato e sali al trono il giovane prin- cipe Peter, figlio del defunto re Alessandro. I1 nuovo governo si presentava come espres- sione della rivolta popolare contro il nazismo, ma in realtà evitò di rescindere l'aderenza al Tripartito. Quando il 6 aprile Hitler attaccò contemporaneamente la Jugoslavia e la Gre- cia, Simovich concluse in fretta un armistizio senza neppure consultare il consiglio dei ministri. Questo fatto giocò a suo sfavore quando nell'estate del 1941 prese corpo la resi- stenza dei Cetniks del generale monarchico Draza Mihailovich.

Ad eccezione di alcuni che restarono in patria, fra cui il leader del partito contadino croato, Vladko Macek, la maggioranza dei ministri jugoslavi fuggirono approdando in parte a Londra, in parte negli Stati Uniti, dove esistevano cospicue comunità di emigrati serbi e croati. La stampa britannica li trattò da eroi, attribuendo loro il merito inesistente di aver causato ritardi all'attacco nazista allYUnione Sovietica. I1 Foreign Ofice li accolse con tutti gli onori quale legittimo governo jugoslavo, assegnò loro un ministro, George Rendel, e diede costose disposizioni per l'educazione del giovane re Peter a Cambridge nel vano intento di farne un monarca democratico e moderno.

Ben presto esplosero gli intrighi e le faziosità. Nell'autunno del 1941 le notizie dei massacri dei Serbi da parte degli Ustashe Croati indebolirono ulteriormente la posizio- ne del primo ministro Simovich che era malvisto dal re e dalla regina madre, odiato dai ministri serbi che lo consideravano filo-croato e inviso a tutti per la sua duplicità e inet- titudine. Ai primi di gennaio del 1942 le manovre di Ninchich e Gavrilovich ebbero successo: Simovich fu dimesso e sostituito dal suo vice, l'ultrasettantenne Slobodan Jovanovich, illustre storico e studioso di diritto, ma incapace di controllare i suoi litigio- . . . .

si ministri.

11 Ibidem, p. G. 12 Rispettivamente Special Operations Executive e Secret Intelligence Service. SiS t! un nome alternativo

di MI6 (Military Intelligence), tuttora esistente; il SOE era stato creato da Churchill per operazioni speciali in territorio nemico. Sugli avvenimenti qui accennati cfr.: W. S. Churchill, The Second World War, vol. 111, The GrandAlliance, Cassell, 1950, pp. 138-155; vol. V, Closingthe Ring, Cassell, 1952, pp. 408-423; A. Breccia, Jugoshvia 1939-1941. Diplomazia &lkz neutralità, Milano, Giuffrt!, 1978, particolarmente pp. 381-721; M. C. Wheeler, Britain andthe Warfor Yugoshvia, 1940-1943, East European Monographs, Boulder, Distribu- ted by Columbia University Press, New York, 1980, particolarmente pp. 121-162; C. Ponting, Churchill, Sinclair-Stwenson, 1994, pp. 668-670 e nota 79, p. 847.

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Jovanovich nominò a distanza Mihailovich ministro della guerra, per legittimare ulte- riormente il governo in esilio, e costituì un gabinetto militare dominato dai fratelli Kne- zevich i quali si accinsero immediatamente a esautorare i generali Ilich e Mirkovich, che al Cairo erano al comando delle forze armate jugoslave (circa 1200 uomini) aggregate alle forze britanniche in Medio Oriente. Ne nacque il complicato e farsesco 'Mare del Cairo' che si trascinò fino a ottobre con risvolti drammatici, coinvolse il Comando militare bri- tannico nel Medio Oriente e lo pose in grave conflitto con il Foreign Off~ce.

Sul piano civile, a dispetto degli sforzi del Foreign Office, le tradizionali divisioni fra Serbi, Croati e Sloveni, le dispute sulla Dalmazia, sulla Bosnia-Herzegovina, sulle minoranze serbe in territorio croato e viceversa, e le mire di dominazione assoluta dei Serbi sulle altre nazionalità riemersero, accelerando le tendenze centrifughe all'interno del governo in esilio e facendo disperare i funzionari del dipartimento meridionale del Foreign Office di riuscire a cavarne una dichiarazione d'intenti politici democratici che facesse ben sperare per il futuro. Le professioni di moderazione e di democrazia attri- buite da Steed ai suoi amici del gabinetto jugoslavo vanno dunque prese 'cum grano salis'.

La Federazione Balcanica, che Steed definisce nella lettera a Sforza [Appendice Sfor- za, lettera 21 baluardo contro le future aggressioni tedesche e contro i tentativi di predo- minio nell'Europa sud orientale, era un progetto che il Foreign Office aveva elaborato nel 1941 - più in funzione anti-sovietica che anti-tedesca - in vista dell'apertura - che poi non avvenne per l'opposizione degli Stati Uniti - di un fronte balcanico-centro europeo da parte degli Alleati. L'idea era di unire in confederazione la Grecia e la Jugoslavia, con l'eventuale inclusione della Bulgaria e della Romania. Un'altra confederazione avrebbe dovuto unire la Polonia e la Cecoslovacchia e secondo alcuni i due blocchi avrebbero eventualmente formato una confederazione gigante estesa dall'Egeo al Baltico. I primi incerti passi in questa direzione furono compiuti dai governi in esilio della Jugoslavia e della Grecia con la firma, il 15 gennaio 1942, del patto d'Unione Balcanica, che prevede- va meccanismi permanenti di consultazione reciproca politica, militare ed economica, con unione doganale e moneta unica. Questi piani furono progressivamente accantonati man mano che l'influenza sovietica sul futuro assetto europeo aumentava: nel luglio del 1942 l'idea della federazione balcanica era ormai in declinol3.

Il governo jugoslavo in esilio, su cui il Foreign Ofice aveva puntato molto, perse rapidamente importanza a partire dalla fine del 1942. Churchill nel luglio del 1943 lo definì "the feeble trash that has been flung out of Yugoslavia" (la flebile spazzatura che è stata espulsa dalla Jugoslavia). Egli voleva tuttavia mantenere sul trono re Peter I1 e sostenne fino al dicembre del 1943 la fazione armata del generale Mihailovich, finché la sua posizione divenne insostenibile. Ottenuto l'abbandono del sostegno alleato a Mihai- lovich, Tito persuase Churchill a indurre il re a licenziare il governo in esilio e a nominar- ne uno nuovo. I1 nuovo primo ministro, nominato nell'aprile del 1944, era il moderato Ivan Subasich, membro del partito contadino croato di Macek, ex governatore della Croazia ed esule negli Stati Uniti. Infine, nel giugno del 1944 Tito e Subasich concorda-

'3 Cfr. Wheeler, Britain and the Warfor Yugoshuia, 1740-1743, cit., pp. 154-162; N. Mirkovich, The Greek-Yugoskzu treaty and the Balkans, in "New Europe and World Reconstruccionn, New York, vol. 2, n. 3, febbraio 1942, pp. 67-68; e il testo dell'accordo, ibidcm, pp. 79-80.

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rono la futura struttura federale della Jugoslavia e Subasich accettò la condizione che il re non sarebbe tornato in patria. Churchill non si oppose.

Dalla lettera di Steed a Sforza traspare la convinzione di colui che crede di avere il controllo della situazione: egli aveva giocato un ruolo importante rispetto alla Jugoslavia nella prima guerra mondiale e alla conferenza di pace del 19 19; ora la storia pareva ripe- tersi, restituendogli il prestigio di allora. Non fu cosl.

Dalla prima lettera di Sforza traspaiono la sua forte preoccupazione per gli intrighi restauratori di Otto d'Asburgo e il suo coinvolgimento con Simovich e Fotich, anche loro rappresentanti di un passato che stava rapidamente allontanandosi.

Era un momento di straordinaria accelerazione del tempo che demoliva non solo le costruzioni ideali di due veterani un po' emarginati, ma anche quelle dei protagonisti: Churchill, Eden e i funzionari del Foreign Office, chini sui loro voluminosi progetti di federazioni balcaniche e centro-europee, presto buoni soltanto a eccitare l'attenzione di qualche storico pignolo.

Un punto restava tuttavia fermo in mezzo al rapido precipitare delle prospettive: la colpa dell'Italia e il tenore della sua punizione, su cui Steed insisteva. Va ricordato che, dietro gli sforzi di Sturzo per ottenere all'Italia condizioni meno pesanti di quelle ritenute necessarie da Steed, vi era una valutazione realistica della situazione che non lasciava adito a illusioni: pochi mesi prima dello scambio epistolare fra Sforza e Steed, Sturzo aveva scritto a Sforza:

La cooperazione ((veramente attiva)) dell'Italia alla pace, non sarà possibile se non c'è una coo- perazione ((veramente attiva)) alla vittoria. La pace sarh quale la guerra sarà stata: n6 più né meno; o forse meno ma non più.

E aveva soggiunto:

gli alleati (e pensi alla Grecia e alla Jugoslavia) sono là ad avere appoggi. I loro amici (Seton Watson etc.) lavorano nel Royal Inst.[itute] of Int.[ernational] AfFairs per preparare i progetti. Noi non possiamo essere assenti, ma nemmeno possiamo presentarci con i meriti che non abbiamo, mentre greci e jugoslavi sono là con i loro sacrifici (e quali) per gli alleati, essi che potevano adat- tarsi con l'asse, come la Romania e la Bulgarial4.

Per ironia della storia i ministri jugoslavi in esilio, che avevano posto ogni cura nel piazzarsi sin dall'inizio nel posto giusto, si ritrovarono alla fine in quello sbagliato.

14 SI, 3, p. 80, n. 46, Snirzo a Sforza, 7-4-1942.

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Documenti

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New York, 17 giugno 1 9421

Caro Signor Steed, Come lei sa, fra i membri del governo jugoslavo vi sono dei miei cari amici. Ma

il motivo per cui le scrivo è che nessuno sa meglio di lei che fu solo la stupidità di Sonni- - no ad impedire nel 19 18 quella completa intesa fra l'Italia e la Jugoslavia che io avevo pre- parato con Pasich2.

A dispetto delle apparenze e degli stupidi crimini di Mussolini - io credo fer- mamente che un'intesa Italo-Jugoslava - fra patrioti lungimiranti e di mentalità europea di entrambe le nazioni - sia persino più necessaria oggi che nel 19 18.

Nel 1918 gli Asburgo erano spacciati. Oggi ci sono uomini di stato pseudo- conservatori che possono lasciarsi tentare da facili formule asburgiche a buon mercato in funzione pseudo-anti-tedesca. Otto d'Asburgo (che per via materna è piuttosto un Bor- bone spagnolo - lei sa che cosa ciò significhi quanto a genio per la mendacità - che un vero Asburgo) qui sta facendo del suo meglio per combattere tanto un'Italia democratica quanto una Jugoslavia libera. Egli racconta a senatori ignari che la Jugoslavia è artificiale. Molti gli credono. Ciò che io rimproverai a Fotich (l'ambasciatore jugoslavo)3 era il fatto di non aver capito che, dando inizio sui giornali a una lunga e ostile polemica in seguito alla mia lettera sul discorso del povero Generale Simovich*, forniva materiale alle campa-

1 ALS, f. 587, C. 59: Lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: New York, 131 East 93rd Street. Le parole 'simpatico' e 'intrighi' sono sottolineate e in italiano nell'originale.

2 Nikola Pasich (1846-1926). Fu primo ministro serbo (1891-92, 1904-05, 1906-08, 1909-1 1, 1912- 18) e primo ministro (1918, 1921-24, 1924-26) del regno serbo-croato-sloveno costituito nel dicembre del 1918. Nel 1915 si era rifugiato con il suo governo a Corfu, donde prese il nome la dichiarazione del 20 luglio 1917, con cui il governo serbo assentiva alla formazione di uno stato rispettoso delle diverse nazionalith jugo- slave. Nel 1918 Pasich, testardamente abbarbicato su posizioni pan-serbe, rifiutò di rispettare gli impegni presi e tentò di negare ogni diritto ai croati e agli sloveni, ma fu costretto a cedere dalla fermezza degli alleati e a formare un governo unitario che garantiva i diritti delle varie nazionalith. Tuttavia i suoi metodi e le sue idee non mutarono ed egli riuscì a creare uno stato centralizzato in funzione serba. Steed, in What of ltaly?, in "The Contemporary Review", n. 903, vol. CLM , marzo 1941, pp. 247 e 250, aveva riconosciuto i meriti di Sforza per il tentato accordo con la Jugoslavia e lo aveva indicato come l'unico statista che avrebbe potuto riprendere la politica di concilazione fra Italia e Jugoslavia e adattarla alle necessità del futuro.

3 Konstantin Fotich, serbo, era stato rappresentante della Jugoslavia presso la Società deile Nazioni, ministro degli esteri e quindi ambasciatore a Washington dal 1935. Nel 1942 era ambasciatore a Washington del governo jugoslavo in esilio a Londra.

4 Si riferisce aila polemica scatenata dal generale Simovich nel giugno del 1941 quando rese pubblica quel- la che lui presentava come una promessa britannica sul futuro di Trieste. Simovich, principale attore del colpo di stato awenuto a Belgrado il 27 marzo 1941 con il sostegno dei servizi segreti britannici, fu primo ministro del nuovo governo che depose il principe Paolo e mise sul trono il giovane principe Peter. Nonostante le speran- ze riposte in esso da Churchill, il governo Simovich non prese posizione netta contro la Germania che il 6 aprile attaccò contemporaneamente la Grecia e la Jugoslavia. Tre giorni dopo l'attacco il governo fuggl da Belgrado, rifugiandosi in parte ai Cairo e in parte a Londra. Inviso alla corte e ai ministri serbi, Simovich fu esautorato con l'assenso del Foreign Ofice nel gennaio del 1942. cfr. C. Sforza, lllusions et rlalitks de I'Europe, Neuchatel, 1944, pp. 222 ss.; W. S. Churchill, TheSecond World War, vol. 111, The GrandAlliance, Cassell. 1950, pp. 138- 155; Wheeler, Britain andthe Warfor Yugskzvia, 1740-1343, cit., pp. 125-1 30; A. Varsori, Glialleati e I'migra- zione democratica, cit., pp. 97-1 11; C. Ponting, 1740. Myth and Reality, Sphere Books Ltd, MacDonalds & Co. Publishers, London, 1990, pp. 228-229; Idem, Churchill, Sinclair-Stevenson, 1944, pp. 5 17-521,668.

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gne di Otto. Invano avvertii Fotich. Egli continuò, credendo di fare gli interessi di Simo- vich. E Otto in seguito si vantò, con un nostro amico fidatissimo: "Io ho istigato Sforza e Fotich a continuare a polemizzare; erano arnesi nelle mie mani". Di sicuro io non ero un arnese nelle sue mani dato che avvertivo continuamente Fotich di evitare di discutere. E sono certo che neppure Fotich lo fosse - così come sono certo che Otto è un perfetto esemplare di Borbone spagnolo bugiardo. .

Non c'è bisogno che io la rassicuri di non avere assolutamente alcuna animosità verso Fotich il quale, al contrario mi è sempre stato simpatico. Ma dovevo raccontarle questo episodio per mostrarle gli intrighi asburgici e la necessità per entrambe le parti di essere d'accordo almeno nell'opporsi ad essi.

Scrivendo a lei che conosce l'Italia così bene non ho bisogno d'aggiungere che non solo era mio dovere non ignorare il discorso di Simovich - ma che nel far cib agii anche nel supremo interesse della Jugoslavia.

Per quale motivo? Perché ciò che conta è la sconfitta del fascismo e non vani schemi sulla dell'orso; e uno degli ingredienti principali per la sconfitta del fascismo consiste nel dimostrare agli italiani che i leaders della lotta per la libertà dell'Italia sono - patrioti italiani leali nei fatti come i fascisti lo sono a parole.

Sono contento che, quando questo successe, il governo britannico abbia com- preso appieno le mie motivazioni e la mia posizione.

Se vuol sapere la mia opinione sulla questione Italo-Jugoslava le rispondo con la formula da me usata in una lettera al N. Y. Times (del 22 gennaio 1942) in cui dichia- rai: "Gli italiani coopereranno con coraggio e serenità alla soluzione di qualsiasi problema internazionale che li riguardi; con una sola condizione: che non vi sarà discussione di pro- blemi italiani in quanti tali, ma di aspetti italiani di problemi europein5. Lei comprende che "coraggio e serenità" possono anche significare: abnegazione.

Ma una politica punitiva verso l'Italia in quanto nazione di sicuro significherà nuove guerre, nuovi disordini, e in ogni caso guadagni per gli Asburgo o per i Comunisti.

L'Italia colpevole? L'Italia - come popolo - ha meno responsabilità di Austen Charnberlain quando venne in Italia nel 1924 a salvare Mussolini (e io gli scrissi che Mussolini l'avrebbe ricompensato con una guerra contro l'Inghilterra), ha meno respon- sabilità di Simon e di Neville Chamberlain ...o

Sono sicuro che se i britannici che contano faciliteranno l'intesa fra l'Italia libe- ra e la Jugoslavia libera, essi faranno gli interessi dell'Inghilterra, della pace futura, e della Jugoslavia ancor più che dell'ltalia - perché l'Italia non potrà mai morire, mentre sono in tanti coloro che complottano e lavorano contro la vita della Jugoslavia.

5 Cfr, "The New York Times", 21 gennaio 1942, p. 16: Leften to The 7lmes: Planningfor Italys Future. Count Sfona Outlines Aim of Those Who Seek Fascini Overthrow, lettera firmata da Sforza e datata Gambier, Ohio, 18 gennaio 1942. La frase citata da Sforza nella lettera a Steed è la prima parte dell'ottavo e ultimo punto del programma "Principles of Peace" esposto da Sforza nella lettera. Il resto dell'orravo punto, che chiudeva la lettera, diceva: "Of course, in the Europe of tomorrow che nationalities must remain living flames of thought and art; but no more must chey become pretexts for aggressions. As an Idian I never forget that our immorcal Mazzini wrore: 'I love my councry because I love al1 countries'".

6 Cfr. supra, Sturzo a Steed, 27-3-1943, n. 115. Sir John Simon, poi Lord. Fu ministro dell'interno, 1915-16; ministro degli esteri, 1931-35; ministro dell'interno, 1935-37; ministro del tesoro, 1939-40; Lord Chancellor, 1940-45. Fu un grande appeaser.

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Invece noi Italiani, (e tanti in Italia la pensano come me) vogliamo la prosperità della Jugoslavia, personalmente vorrei persino la sua federazione con la Bulgaria, e certa- mente la sua duratura amicizia.

Leggerò con molto interesse la sua risposta. Cordialmente Suo,

Sforza

Londra, 7 luglio 19427

Caro Conte Sforza, Mi sono preso la libertà di mostrare la sua lettera del 17 giugno ad alcuni dei

membri più importanti del governo jugoslavo per dar loro l'opportunità di prenderla in considerazione. Essi la trovarono molto interessante ed a loro volta mi diedero l'opportunità di discuterla con loro. Naturalmente sono io l'unico responsabile della mia interpretazione delle loro impressioni; ma non penso che la mia interpretazione sia molto lontana dal vero.

Innanzi tutto riscontrai una disposizione molto amichevole verso di lei perso- nalmente e verso il popolo italiano. Non v'era traccia di rancore. Quindi, da quanto fu detto, trassi queste conclusioni:

(1) Che un principio fondamentale della politica jugoslava è "i Balcani alle popolazioni balcaniche". Ciò significa che l'Albania deve diventare indipendente e deve entrare a far parte di una Federazione balcanica;

(2) Che si desiderano e sperano buoni e cordiali rapporti con I'Italia del dopo- guerra e del dopo-fascismo a condizione che l'Italia cooperi in maniera permanente e generosa con la Jugoslavia e con una Federazione balcanica nel formare un baluardo con- tro qualsiasi futura aggressione tedesca e contro ogni tentativo di guadagnare il predomi- nio sull'Europa sud orientale;

(3) Che le questioni territoriali, compreso il regime da stabilirsi nei porti di importanza internazionale quali Trieste e Fiume, non possono e non devono essere discusse ora o risolte soltanto dall'Italia e dalla Jugoslavia. Alla fine della guerra i rappre- sentanti delle Nazioni Unite certamente avranno qualcosa da dire su queste questioni.

Sono sicuro che i miei amici jugoslavi comprendono e apprezzano il suo punto di vista cosl come esso è definito nella sua lettera al N. Y. Times del 22 gennaio 1942: "Gli italiani coopereranno con coraggio e serenità alla soluzione di qualsiasi problema internazionale che li riguardi; con una sola condizione: che non vi sarà discussione di pro- blemi italiani in quanto tali, ma di aspetti italiani di problemi europei".

7 m, f. 587, C. 274: Copia di lertera dattiloscritta in inglese su carta semplice senza intestazione. Sopra la data, in italiano: "(Copia) Mr. Wickharn Steed ai Conte Sforza."

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Credo che fin qui le mie impressioni riflettano fedelmente le opinioni dei miei amici jugoslavi. Essi non hanno neppure accennato al desiderio di una politica "punitiva" verso l'Italia come nazione. Uno di essi addirittura disse che nei distretti jugoslavi che sono occupati dagli italiani ci sono state poche atrocità e che nel complesso le forze italia- ne si sono comportate in maniera umana. La stessa cosa non si può dire dei tedeschi o dei croati di Pavelich che, come lei sa, sono stati creati congiuntamente dagli italiani e dai tedeschi. Questa gente è stata indotta a commettere orrende atrocità su vasta scala e ha perpetrato massacri che fanno pensare alle guerre di religione.

Un altro punto che io penso lei dovrebbe considerare, anche se non mi fu sug- gerito dai miei amici jugoslavi, è che durante la prova attraverso cui è passata la Jugoslavia il comportamento degli Sloveni è stato esemplare e completamente leale all'ideale jugo- slavo. Fra di loro non vi è stato un Pavelich. Immagino che in qualunque sistemazione cui si possa pervenire per una sincera cooperazione fra italiani e jugoslavi, un equo tratta- mento delle minoranze slovene in Italia sarebbe considerato essenziale.

A meno che io mi sbagli completamente, la sua posizione è compresa perfetta- mente dagli jugoslavi, che capiscono benissimo che lei e i suoi sostenitori non possono esprimersi o agire da "sconfitti". Nel medesimo tempo io dubito, ed essi probabilmente dubitano, che persino lei possa salvare l'Italia dalle immediate e inevitabili conseguenze della sua associazione con l'hitlerismo. A me pare importante che lei non aderisca a un governo o regime destinato in futuro a trovarsi nella posizione svantaggiosa di capro espiatorio dei peccati degli italiani nazionalisti e fascisti e dello Stato maggiore. Lei dovrebbe rappresentare la speranza e il potenziale di un secondo Risorgimento italiano. Tale speranza, temo, non potrà cominciare a realizzarsi prima che l'Italia fascista abbia assaggiato in pieno l'amarezza della sconfitta e sia stata costretta ad associare la sconfitta con il sistema fascista e con i suoi sostenitori. Io non voglio vedere lei e coloro che l'aiuta- no gravati della responsabilità delle sventure delllItalia o spazzati via in un primo e proba- bilmente fallimentare tentativo di attenuare tali sventures.

Questo mio sentimento forse rappresenta un consiglio di perfezione da parte mia. Ma penso che fosse mio dovere parlargliene. Ciò non modifica le prospettive di cordia- le e costruttiva cooperazione fra lei e gli jugoslavi, che sono felice di credere siano buone.

Cordiali saluti, Suo,

Wickham Steed

8 Cfr. Steed, What ofItaly?, in "The Conremporary Reviewn, n. 903, vol. CLIX , marzo 1941, p. 249: "Da molto tempo sono stato dell'opinione che sarebbe fatale se i pochi leaders italiani di spicco che hanno preferito l'esilio alla schiavitù tentassero di prendere le cose in mano all'indomani della scomparsa di Mussoli- ni. Potrebbero essere sopraffatti e screditati. Coloro che sono stati complici o collaboratori del fascismo per i loro scopi egoistici dovrebbero affrontare il peso delle prime difficoltà e pagare il prezzo della loro passata viltà o follian.

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New York, 26 luglio 19429

Caro Signor Steed, La sua lettera mi ha fatto molto piacere, non tanto perché mi ha confermato

che il suo antico interesse per l'amicizia fra gli Italiani e gli Jugoslavi è rimasto intatto nonostante tanti stupidi crimini fascisti. Di ciò ero certo: il fascismo è un crimine italia- no; ma non lo combattei, io fin dal primo giorno quando persino certi inglesi onesti e non reazionari mi criticavano perché forse non capivo che Mussolini era un uomo grande (cito le parole di A. Chamberlain quando dopo il delitto Matteotti venne in Italia per aiu- tare il fascismo che gli italiani volevano distruggere, ed al quale io dissi che il suo Mussoli- ni voleva la guerra contro l'Inghilterra).

Ma ciò che conta ora sono il presente e il futuro. I tre punti da lei esposti indicano quanto utile possa essere il nostro contatto, in quanto ognuno dei tre punti dimostra (se essi rappresentano al minimo le paure o i dubbi dei ministri Jugoslavi) non solo che io mi trovo - con i miei amici - in completo accordo con loro, ma che in un certo senso vado oltre:

Punto I. - Non solo non ho obiezioni all'indipendenza dell'Aibania e alla sua partecipazione ad una federazione balcanica, ma considero ciò un obbligo morale da par- te nostra e persino nel nostro interesse politico. Dobbiamo avere solo amici all'est; e l'a- micizia esiste solo nella libertà.

Punto 11. - I1 nostro formare un comune "baluardo contro qualsiasi futura aggres- sione tedesca o... predominio sull'Europa sud orientale" è il nostro supremo dovere e il nostro supremo interesse. Non dissi forse una sera a Rapallolo a Vesnichll e a Trumbichlz che anco- ra esitavano: "Voi continuate a discutere di alcune vallate; non vedete che fra vent'anni dovre- mo difendere insieme, contro la Germania, Trieste e Pola, Lubiana e Zagabria?"

Punto 111. - Le questioni territoriali perderanno la maggior parte della loro impor- tanza in una nuova atmosfera fondata s d a libertà, suile autonomie locali, sull'eliminazione di barriere doganali artificiali. Fra l'altro, tale eliminazione è una suprema necessità per le nazioni amanti della pace e dobbiamo essere decisi a distruggere l'interesse privato egoistico

9ALS, E 587: Copia di lettera dattiloscritta in inglese su carta semplice. Intestazione dattiloscritta: New York, 131 East 93rd Street.

10 I1 trattato di Rapallo (12 novembre 1920) aveva stabilito una soluzione di compromesso fra Italia e Jugoslavia. L'Italia rinunciò alle pretese sulla Dalmazia ma ottenne Zara e la maggior parte delle isole adriati- che. Fiume fu eretta in città libera con un minuscolo retroterra e il porto limitrofo di Sussak fu assegnato alla Jugoslavia. I volontari dannunziani furono fatti sgombrare da Fiume alla fine di dicembre 1920. Cfr. Sforza, Jugoslavia. Storia e ricordi, Rizzoli, Milano-Roma, 1944, pp. 154-1 75.

11 Vesnich era l'ambasciatore serbo a Parigi nel 1919. Partecipò alla conferenza di pace con il croato Trumbich, ministro degli esteri nel governo di coalizione serbo-jugoslavo e con il leader serbo Pasich.

12 AnteTrumbich (1864-1938). Originario di Spalato, nel 1895 divenne membro della dieta dalmata e nel 1897 dell'assemblea federale di Vienna. Nel 1905 fu eletto sindaco di Spalato. Allo scoppio della guerra si rifugiò prima a Roma e poi a Londra, dove nel 1915 divenne presidente del comitato jugoslavo, sotto gli auspici di Seton Watson e Steed, che egli aveva conosciuto a Vienna. Fu il principale negoziatore della dichia- razione di Corfu (20 luglio 1917) con la quale i leaders serbi, croati e sloveni si impegnavano a formare uno stato jugoslavo unitario ma rispettoso delle diversità nazionali e culturali. Nel dicembre del 1918 divenne ministro degli esteri del nuovo governo serbo-croato-sloveno e partecipb con Pasich e Vesnich alla conferenza di pace di Parigi. Si ritirò dallavita politica nel 1929.

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che combatterà questa inevitabile realizzazione. In questo campo sono pronto ad andare oltre, con la Francia, con la Jugoslavia, con tutte le nazioni balcaniche, rispetto a quanto chiunque possa immaginare. - Nessuna obiaione a studiare dei regimi speciali per i porti di importanza internazionale (non immaginai io forse il Consorzio Italo-Jugoslavo per il porto di Fiume - una soluzione che sarebbe stata più utile all'Italia dell'annessione effettuata da Mussolini?). Nessuna obiaione a che altri governi amici partecipino allo studio e alla discus- sione del problema, a condizione che tale discussione abbracci l'intero problema e non solo l'aspetto Adriatico. I nostri amici jugoslavi non dovrebbero mai dimenticare due cose:

a) che l'amicizia Italo-Jugoslava deve essere così preziosa per noi, che ci guada- gneremo in autorità e rispetto agli occhi dei nostri amici britannici e americani se saremo capaci di mostrare loro che siamo abbastanza saggi e lungimiranti da non aver bisogno di intermediari diplomatici per scoprire quali siano i nostri supremi interessi;

b) che un eventuale Schadenfieude jugoslavo a misure "punitive" verso l'Italia come nazione (nessuna punizione sarà mai sufficiente contro il fascismo) potrebbe tra- sformarsi in sventura e eri colo per gli jugoslavi, perché sarebbe una folle contraddizione continuare a temere sopra tutto un nuovo Drangen nach Ost tedesco e creare contempo- raneamente le condizioni per la nascita in Italia di futuri partiti filo-tedeschils.

Infine una parola su quanto lei dice riguardo il momento in cui io dovrei entra- re in azione. Se in Italia non c'è una rivolta contro il fascismo, se la vittoria delle democra- zie awiene con l'Italia ancora dalla parte dell'Asse, per me sarebbe difficile fare alcunché, per quanto io sia cosciente che la responsabilità maggiore peserebbe su quei governi che non dissero mai le parole necessarie, le parole per indicare agli italiani che essi avevano il diritto di sperare e di credere (e Dio sa se io non abbia awertito dieci volte quei governi della sterilità della loro politica verso l'Italia, o per essere più precisi, della loro non-politi- ca circa l'Italia). Tuttavia, allo stesso tempo, sarebbe dificile per me non ricordare che nel 1918-19 il nostro errore principale fu di non far firmare il trattato di pace al kaiser e ai suoi generali. Così come il più grave errore domani sarebbe quello di fare la pace con un "buon" Cancelliere, un qualche Niemoiier che i generali prussiani tengono pronto in fri- gorifero per ingannarci una seconda volta. In una certa misura - solo in una certa misura - devo ammettere che questo potrebbe valere per 1'Italia se non vi saranno rivolte.

Ma se ci troveremo in altre condizioni - il futuro è pieno di imprevidibilia - non rischierei forse di comportarmi da codardo egoista riservandomi per un "momento migliore"? Che importano la fama e la fortuna politica di un uomo - se quesr'uomo, sacrificando se stesso, può evitare orrori, sventure, errori?

Sono certo che lei comprende la mia posizione morale. Ma con questo entria- mo nel regno dei S. Pensiamo il momento dle idee essenziali su cui unF1talia libera e una Jugoslavia libera sono pronte a reagire all'unisono. Si ricordi che sarò sempre felice di avere notizie da lei e dai nostri amici jugoslavi.

Con il mio cordiale ricordo, Suo,

13 Cfr. ALS, f. 321/A, C. 44: Sforza a Snirzo, 24-9-1942, parzialmente citata nel carteggio Srum-Sceed, lenera 109 nota.

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Elenco delle abbreviazioni

ALS . BCRPS

BL, MSS

CCC, D-C-R

CDIC

CS-Urbino

LNU

LS-MS

PRO, FO

SI

T N L Archive, HWS

Archivio Luigi Sturzo, Roma

British Committee for Civil and Religious Peace in Spain

British Library, Department of Manuscripts, Londra

Churchill College, Cambridge: Churchill Archives, Dilke - Crawford - Roskill Collection

Christian-Democratic International Information Centre

Carte Sabatier, Centro Studi per la Storia del Modernismo, Università di Urbino

League of Nations Union

Luigi Sturzo-Mario Sturzo, Carteggio (4 voll.), a cura di G. De Rosa, . Edizioni di Storia e Letteratura-Istituto Sturzo, Roma, 1985.

L. Sturzo, Opera Omnia,'Miscellanea Londinese (4 voll.), Zanichelli, Bologna, 1965 - 1974

Public Record Office, Foreign Office Correspondence, Kew, Londra

Luigi Stum. Scritti inediti, 3 voli., Ed. Cinque Lune - Istituto Luigi Sturzo, Roma, 1975-76

Carte Henry Wickham Steed, Archivio del "Times" ("Times News Limited"), News International plc, Record Office & Archive, 1 Virginia Street, London E98 1 s .

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Finito di stampare nel mese di onobre 2003 dalla Rubbettho Industrie GraGche ed Editoriali

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