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  • www.allenatore.net - Magazine n.05 Gennaio 2004

    FOCUS A R T I C O L O 1

    Buon Anno La presentazione del palinsesto mensile. A cura di Team Allenatore.net A R T I C O L O 2

    Il controllo orientato. Con spazi di gioco ridotti fondamentale per il calciatore moderno riuscire a controllare la palla in funzione della giocata successiva. A cura di Alessandro Giuliano A R T I C O L O 3

    LInter di Zac. Schemi, strategia e punti deboli dei nerazzurri allenati da Alberto Zaccheroni. A cura di Massimo Lucchesi A R T I C O L O 4

    Osgood-Schlatter, il nemico del giovane calciatore. Conoscere lapofisite, osteocondrite extra articolare, al fine di programmare al meglio il lavoro dei giovani calciatori. A cura di Fausto Garcea

    A R T I C O L O 5

    La gestione delle marcature sui cross dal fondo. Dalla tecnica di marcamento della punta allorganizzazione tattica della copertura delle zone calde. A cura di Roberto Bonacini A R T I C O L O 6

    Il portiere e le palle inattive. Gestione ed organizzazione difensiva sui calci piazzati contro. A cura di Claudio Rapacioli A R T I C O L O 7

    Allenarsi con le salite. Come utilizzare con efficacia le salite per migliorare le qualit fisiche del calciatore. A cura di Giovanni Bonocore A R T I C O L O 8

    Una proposta per lallenamento della resistenza specifica nel calcio. E sempre pi importante riuscire a coniugare le esigenze tecnico-tattiche con lallenamento delle qualit fisiche nella seduta dallenamento. A cura di Carlo Del Fiorentino

    A R T I C O L O 9

    Le uscite difensive del 4-4-2. Per impostare effica-cemente la manovra fondamentale preve-dere le uscite difensive ottimali. A cura di Michele Tossani

    STUDIOS R E P O R T 1

    ROMA - MILAN ROMA 06/01/04 R E P O R T 2

    CHELSEA LIVERPOOL LONDRA 07/01/04 R E P O R T 3

    BETIS REAL MADRID SIVIGLIA 18/01/04

    SOMMARIO

    EDIZIONI WWW.ALLENATORE.NET SEDE: Via E.Francalanci, 418 -

    55050 Bozzano (LU) Partita IVA: 01781660467, C.C.I.A.A. Lucca, R.E.A. 170681, Reg. Imp. 21776

    Tel: 0584 976585 Fax: 0584 977273

    Alla realizzazione del presente numero hanno collaborato: Tossani M., Garcea F., Giuliano A., Rapacioli C., Del Fiorentino C., Bonocore G., Lucchesi M., Bonacini R,.

    WWW.ALLENATORE.NET - MAGAZINE una pubblicazione mensile edita da edizioni www.allenatore.net ed iscritta nel registro Periodici del Tribunale di Lucca con il n.785 del 15/07/03

    Direttore Responsabile: Fabrizio Ferrari; Coordinatore tecnico: Massimo Lucchesi Luogo di stampa: Bozzano, via Francalanci 418 (LU)

    Provider-stampatore: I.NET SpA (Web: www.inet.it) via Caldera 21/D - 20153 Milano

  • Buon Anno !!! A cura di TEAM www.allenatore.net

    La presentazione del palinsesto di Gennaio.

    Le feste sono ormai terminate e con esse anche la pausa che aveva bloccato i campionati professionistici e non. E proprio da poche ore si conclusa lattesissima sfida dellOlimpico tra la Roma capolista ed il Milan Campione dEuropa (potrete visualizzare il report della gara tra pochi giorni nella sezione Studios). Noi, nel presente numero focalizzeremo la lente sullInter di Zac delineando pregi e difetti, schemi e strategie della squadra nerazzurra. Per quel che concerna la tattica calcistica la sezione focus vede al suo interno due interessanti contributi che analizzano le uscite difensive utilizzabili con il 4-4-2 e la gestione individuale e collettiva dei marcamenti allinterno dellarea di rigore. La categoria preparazione fisica presenta due articoli legati allallenamento concreto del calciatore. le salite e alla resistenza specifica nel calcio. Nel primo articolo, a cura di Bonocore, viene illustrato come utilizzare le salite, mentre Del Fiorentino propone un contributo sulla resistenza specifica del calciatore. Ampio spazio, viene dedicato questo mese alle problematiche di chi ha a che fare con i giovani calciatori. Fausto Garcea evidenzia le problematiche relative al nemico subdolo del giocatore in et adolescenziale (losteocondrite extra articolare) mentre Alessandro Giuliano evidenzia la teoria e le esercitazioni per ottimizzare un fondamentale importantissimo nel calcio moderno: il controllo orientato. Il numero si chiude con il contributo interessantissimo di Claudio Rapacioli che evidenzia come il portiere debba disporre i suoi uomini nelle situazioni di calci piazzati a sfavore. La sezione Studios, oltre al big-match tra Roma e Milan presenter i report di Real Madrid e Chelsea impegnati nei rispettivi tornei nazionali. Ma Gennaio anche il mese del seminario tattico che si svolger a Caserta. Dopo il grande successo ottenuto a Coverciano lo scorso mese di Aprile abbiamo deciso di replicare levento in una citt del meridione per dar modo a tutti di usufruire di uno dei mezzi di formazione pi interessanti che siamo oggi in grado di fornire. Ma prima di chiudere e lasciare spazio ai contributi, vogliamo augurare a tutti i nostri lettori un caloroso 2004, allinsegna della voglia di crescere e della lealt sportiva.

    Team www.allenatore.net

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    RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03 DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO

    SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU) TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

    RRRR EEEE DDDD AAAA ZZZZ IIII OOOO NNNN AAAA LLLL EEEE

  • Il controllo orientato. A cura di ALESSANDRO GIULIANO

    Con spazi di gioco ridotti fondamentale per il calciatore moderno riuscire a controllare la palla in funzione della giocata successiva.

    Una tecnica essenziale e basilare del giocatore di calcio lammaestrare la palla, ovvero prenderne il possesso e in seguito sviluppare lazione. Ogni calciatore deve avere questa capacit, infatti viene insegnata fin dalla giovane et e il procedimento di apprendimento arriva per tappe. Nella prima fase di et di sviluppo del calciatore si cerca di imparare il gesto tecnico come fondatale del calcio, senza abbinarlo ad un seguito di unazione. Gli esercizi iniziali sono perlopi individuali dove si cerca di insegnare lo stop con tutte le superfici anatomiche consentite e analizzare il fondamentale alla radice. Si definisce controllo: Il gesto tecnico che permette al giocatore di domare la sfera con la superficie anatomica pi opportuna. Lo stop della sfera si pu classificare in base alla zona di impatto, per cui avremo controlli con la coscia, con il piede, di petto e di tacco come elencato in maniera dettagliata nella figura 1 sottostante.

    Fig. 1Fig. 1

    CONTROLLO COL PIEDE

    CONTROLLO CON LA COSCIA

    CONTROLLO DI PETTO

    CONTROLLO DI TACCO

    GIOCATOREDA FORMARE

    INTERNODEL PIEDE

    ESTERNODEL PIEDE

    FRONTALE

    Una volta appreso il fondamentale in maniera singolare, si giunge alla fase successiva, ovvero quella del giocatore gi formato da un punto di vista tecnico ma inesperto tatticamente. Non solamente utile eseguire uno stop ma sapere antecedentemente quello che si vuole effettuare nella fase successiva. Quindi un calciatore istruito tatticamente sapr che superficie anatomica adottare in base alla situazione che si verificata. Per cui possiamo definire che il controllo orientato : Il gesto tecnico che permette al giocatore di domare la sfera e di indirizzarla nella zona voluta previa analisi della situazione. Questa tipologia di tecnica abbinata viene utilizzata da tutti quei giocatori che sono riusciti a superare la fase di calciatore da formare; ogni stop ha la particolarit che deve essere impiegato in una situazione

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    TTTT EEEE CCCC NNNN IIII CCCC AAAA

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    particolare di spazio in rapporto agli avversari. Nella figura sottostante viene analizzato il controllo col piede in base ad una eventuale situazione (fig.2).

    Fig. 2Fig. 2

    CONTROLLO COL PIEDE

    CONTROLLO COL PIEDE

    CONTROLLO COL PIEDE

    GIOCATOREDA FORMARE

    INTERNODEL PIEDE

    ESTERNODEL PIEDE

    FRONTALE

    SUPERAMENTODELLAVVERSARIO

    IN VELOCITA

    SUPERAMENTODELLAVVERSARIO

    IN DRIBBLING STRETTO

    CONTROLLO COL PIEDE

    CONTROLLO DELPALLONE IN SPAZI

    STRETTI

    TACCO

    GIOCATOREFORMATO

    Ora verr rappresentato graficamente, il controllo col petto, con la coscia e con la testa, descrivendo per ognuna delle situazioni spazio-temporali il controllo pi idoneo (fig. 3).

    Fig. 3Fig. 3GIOCATORE

    DA FORMARE

    CONTROLLO CON LACOSCIA

    CONTROLLO DI PETTO

    CONTROLLO CON LA TESTA

    SMORZARELA PALLA

    RICERCA DELLAPROFONDITA

    IN SPAZI LARGHISUL POSTO A SEGUIRE

    CON SPALLEALLA PORTA

    CONTROLLO DELPALLONE IN SPAZI

    STRETTI

    GIOCATOREFORMATO

    Il controllo orientato in spazi stretti (limpostazione del gioco). Come abbiamo trattato in precedenza, saper controllare la sfera di fondamentale importanza, in fase di impostazione del gioco, essenziale riuscir a governare la palla ed indirizzarla al compagno smarcato. Due sono le tipologie di passaggio che possiamo ricevere: Passaggio rasoterra; Cross.

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    In base a come arriver il pallone, alla zona del campo e al numero degli avversari, verr scelto lo stop pi opportuno, che ha come obiettivo finale limpostazione del gioco e quindi il controllo orientato della sfera. Esempi: A palla al piede effettua il passaggio a B che, per uscire dalla marcatura di due avversari, controller la sfera di interno piede sinistro orientandola sulla fascia in B1. In seguito, questultimo sar in anticipo sulla marcatura di D in D1 ed effettuer il passaggio sul taglio di C in C1. In questo modo abbiamo impostato una manovra uscendo da un raddoppio di marcatura, il tutto grazie al controllo a seguire di interno sinistro (fig.4).

    Fig. 4Fig. 4

    A

    B

    D

    B1

    D1

    C

    C1

    A effettua un cross a B che stoppa la palla col petto mantenendola sul posto e la gioca subito su C prima che D vada a sottrargli la sfera. Una volta presa la palla C la trasmette sul movimento di A in A1 , questultimo sar libero di impostare lazione (fig.5). N.B.: Questa situazione molto simile alla precedente, lunica variante di rilievo che il passaggio di A stato effettuato tramite parabola aerea e lo stop di B di petto. In seguito tramite un doppio retropassaggio simposter lazione.

    Fig. 5Fig. 5

    A

    B

    D

    A1

    C

    C1

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    Il controllo orientato in spazi larghi (Il contropiede) Dopo aver analizzato il controllo della sfera in spazi stretti, quindi in fase di impostazione del gioco, ci accingiamo ad affrontare il problema di ricerca dello spazio in una manovra veloce in situazione di contropiede. Anche in questo caso, dobbiamo suddividere la ricezione del passaggio in due situazioni: quello rasoterra e quello con parabola aerea. Il controllo in questa situazione prende unestrema importanza, in quanto effettuato nella modalit corretta, permette di guadagnare metri e avvicinarsi il pi possibile alla porta avversaria. Il requisito per cui venga effettuato questo tipo di controllo orientato alla profondit, nella marcatura elastica sul ricevente, in quanto deve avere lo spazio opportuno per eseguire larresto. Gli stop che vengono utilizzati sono: Controllo di petto a seguire; Controllo di interno piede a seguire; Controllo di esterno a seguire.

    Queste tre tipologie associate alla situazione di gioco opportuna permettono la ricerca della spazio in breve tempo. Esempi: A salta in dribbling D in A1 e trasmette la sfera di interno a B. Questultimo, di prima intenzione, effettuer un passaggio teso e rasoterra a C che con controllo di interno a seguire guadagner la profondit in C1. Ora il giocatore libero di andare alla conclusione (fig.6).

    B

    C

    D

    Fig. 6Fig. 6

    A

    A1

    C1Controllo diinterno piede

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    A in possesso di palla, non appena viene pressato, trasmette la sfera a B che crossa direttamente con parabola aerea a C. Questultimo effettuer uno stop di petto a seguire saltando la doppia marcatura; la palla viene direzionata o col petto, se la sfera alta o con linterno del piede se medio-bassa in C1. Questultimo avr la possibilit di concludere lazione (fig. 7).

    B

    C

    Fig. 7Fig. 7

    A

    C1

    Controllo o diinterno piedeo di petto

    Il controllo orientato per superare lavversario. Quando ci si trova di fronte ad un avversario che effettua una marcatura serrata, si deve cercare la soluzione migliore per superarlo, o con un dribbling o con un passaggio ad un altro giocatore. Il saper controllare la sfera ed indirizzarla immediatamente verso la zona desiderata, e pi precisamente nello spazio vuoto, permette di guadagnare tempo e di superare il diretto marcatore in un unico gesto tecnico. Il controllo pi idoneo per il superamento delluomo lesterno del piede che abbinato ad una finta permette di ingannare e quindi superare luomo. Esempi: A effettua il passaggio a B che, con la pianta del piede, controlla la sfera sul posto il tutto prima di essere contrastato. Successivamente gira la sfera a C che, con un tocco a seguire di esterno destro (previa una finta col corpo a sinistra), supera lavversario (fig. 8). N.B.: In questa situazione si denota come sia importante il controllo orientato atto al superamento delluomo. In questa situazione di 3 Vs. 3 tramite lo stop riusciamo a trovare spazio e ad avere una differenza (positiva) numerica in una zona del campo. In questa breve esercitazione abbiamo messo in pratica due controlli, il primo sul posto (quello di B) ed il secondo a seguire (quello di C).

    B

    C

    Fig. 8Fig. 8

    A

    Finta asinistra

    Esternodestro

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    In questa normale esercitazione, A in possesso di palla lancia la sfera con parabola aerea in direzione di B. Questultimo, con uno stop di petto a seguire in B1, superer il marcatore C. Anche in questa occasione siamo riusciti a superare lavversario e in ununica mossa guadagnare la maggioranza numerica in una zona specifica del campo (fig. 9).

    BC

    Fig. 9Fig. 9

    A

    Controllo dipetto a seguireB1

    Il controllo orientato per la conclusione. Nel calcio, ogni singolo gesto tecnico prende la sua considerevole importanza in base alle circostanze e alla zona del campo in cui vengono eseguiti. Nel caso specifico, controllare nella maniera corretta la palla utile per arrivare alla conclusione. Guadagnare spazio allinterno dellarea di rigore con uno stop molto ravvicinato, semplifica notevolmente la difficolt della realizzazione. Ora vengono analizzate due possibili situazioni che si possono verificare durante la partita: Il controllo orientato con spalle alla porta; Il controllo orientato allinterno dellarea di rigore.

    Entrambi richiedono la prova delle esercitazioni negli allenamenti, lobiettivo del mister quello di cercare di ricreare (il pi possibile) latmosfera e le situazioni della partita. Esempi: A passa la palla a B che di prima intenzione la crossa verso C. Questultimo, spalle alla porta, marcato in maniera serrata da D. Il calciatore ricevente dovr col petto mettere gi la sfera e col corpo appoggiarsi leggermente a D in modo da essere in anticipo sulla marcatura ed andare alla conclusione in C1 (fig. 10).

    B

    C

    Fig. 10Fig. 10

    A

    C1

    Controllo dipetto a seguire

    D

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    A effettua il passaggio in profondit a B che stopper la sfera e la scaricher allaccorrente C. Questultimo dovr trovare spazio per la conclusione orientando la palla di esterno destro in C1. In questo modo, lattaccante riuscir a superare il diretto avversario e a proporsi a tu per tu davanti al portiere (fig. 11).

    B

    C

    Fig. 11Fig. 11

    A

    C1

    Controlloorientato diesterno sinistro

  • LInter di Zac. A cura di MASSIMO LUCCHESI

    Schemi, strategia e punti deboli dei nerazzurri allenati da Alberto Zaccheroni.

    Il 3-4-3 di made in Zac.

    I nerazzurri allenati da Alberto Zaccheroni (subentrato in corsa ad Hector Cuper) sono senza ombra di dubbio una delle squadre pi interessanti del massimo campionato. Il sistema di gioco adottato dai milanesi il 3-4-3 gi sperimentato con successo dal tecnico romagnolo durante i trascorsi ad Udine. Ritengo essere, nel calcio attuale, il tridente stretto una delle chiavi tattiche pi importanti per superare il sistema difensivo avversario indipendentemente che esso impieghi 3 o 4 giocatori. Come si evince dalla prima figura, in cui il tridente si vede contrapposto ad una difesa a quattro, la posizione dentro il campo assunta dagli attaccanti laterali complica la gestione di questi ultimi da parte dei difensori. Lattaccante laterale si pone infatti a mezza strada tra difensore laterale e centrale e per di pi in posizione arretrata. Ci complica il sistema di scalate e di uscita a pressione di una difesa a quattro. Per il difensore a zona diventa difficile marcare e coprire contemporaneamente. Anche su palla laterale (fig.2) la mezzaposizione assunta dallattaccante di sinistra implica scelte tattiche di difficile gestione da parte dei difensori. - se 2 esce a pressione su 11 si crea uno spazio attaccabile in fascia (11 pu ricevere il servizio del possessore di palla dopo contromovimento oppure la sponda di 9, imbeccato dal possessore. - se su 11 si alza 5 ecco che 9 pu tagliare sopra il centrale di destra avversario e/o 7 pu

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    RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03 DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO

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    Fig. 1Fig. 1

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    SITUAZIONE SU PALLA CENTRALE

    Fig. 2Fig. 2

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    SITUAZIONE SU PALLA LATERALE

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    venire dentro al campo per ricevere il passaggio del possessore. Ovviamente se problemi si hanno con la difesa a quattro altrettanto difficile diventa contenere il tridente avversario per una difesa a tre (fig.3). La situazione di parit numerica semplifica per certi versi il compito individuale ma rende estremamente precario lequilibrio difensivo. Inoltre la posizione dentro al campo degli attaccanti laterali impedisce di fatto a 2 e 5 di marcare e coprire. Naturalmente tutti i concetti fino ad ora esposti presuppongono che i tre attaccanti non si appiattiscano e giochino su posizioni sfalsate. Evidenziati i motivi della funzionalit del modulo 3-4-3 nel calcio attuale, entriamo nei dettagli del gioco espresso dai milanesi.

    Fase offensiva: le uscite difensive nerazzurre. In situazione di palla in possesso ad uno dei tre difensori centrali quasi mai si assiste al passaggio difensore laterale

    destro (ad esempio Cordoba) per centrocampista laterale destro (ad esempio J.Zanetti) se la squadra impegnata a giocare luscita difensiva. Ci perch importante in questa situazione che il laterale si alzi e sarebbe per costui impossibile farlo se dovesse fungere da appoggio al difensore vicino. Il passaggio pi giocato (vedi fig.4) dai difensori nerazzurri in situazione di uscita la verticalizzazione rasoterra dritto x dritto per lattaccante di zona o il lancio aereo per la punta di riferimento (solitamente Vieri). Una ulteriore soluzione il passaggio per il centrocampista centrale vicino venuto incontro (laltro centrocampista centrale invece deputato ad alzarsi per accorciare sulla punta centrale nel caso di uscita lunga). Il giropalla allaltezza del reparto difensivo (passaggio da difensore laterale a centrale) non una delle opzioni di gioco principali

    della squadra di Zac. LInter infatti preferisce orientare la sottofase di post-conquista al ribaltamento piuttosto che al consolidamento. Il giropalla difensivo invece utilizzato a squadra avversaria schierata.

    Fase offensiva: sviluppi e rifiniture. Se luscita difensiva viene orientata sulla punta di riferimento centrale lInter tende alla rifinitura rapida. La sponda del centravanti per lattaccante laterale che viene a ricevere in per giocare successivamente il filtrante per laltra punta pu essere una soluzione (fig.5 a pagina seguente). La sponda o la spizzata del centravanti per una delle due punte laterali unaltra possibile rifinitura (fig.6 a pagina seguente). La sponda del centravanti per il centrocampista centrale salito a sostegno unaltra possibile tematica di gioco (fig.7 a pagina seguente).

    Fig. 3Fig. 3

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    SITUAZIONE SU PALLA CENTRALE

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    Fig. 4Fig. 4

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    Se invece la manovra viene appoggiata sui centrocampisti (attraverso lo scarico della punta laterale sullinterno o il passaggio in uscita per il centrocampista centrale) ecco che lo sviluppo della manovra coinvolge i laterali. J.Zanetti, Pasquale o Brechet vengono messi in movimento attraverso un passaggio diagonale da zona centrale o chiamati in causa a seguito di un cambio fronte. La palla in possesso dei laterali un segnale importante: la manovra si sta evolvendo dalla fase di costruzione a quella di rifinitura. Le opzioni a disposizione del laterale sono varie: -appoggio per lattaccante laterale e smarcamento in fascia per chiudere luno due o la combinazione con il terzo uomo (vedi fig.8). -passaggio verso la punta centrale che gioca di sponda per favorire i tagli degli attaccanti laterali o linserimento di uno dei centrocampisti centrali. -passaggio in profondit per il centravanti che va a sfruttare il campo liberato dal compagno venuto incontro (fig.9) questa situazione pu essere ricercata anche dallo sviluppo che prevede la fig.10.

    Fig. 5Fig. 5

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    Fig. 7Fig. 7

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    Fig. 8Fig. 8

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    Fig. 9Fig. 9

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    Fig. 6Fig. 6

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    Negli ultimi 25 mt. la squadra ha in pratica a disposizione tutte le tecniche di rifinitura possibili. E possibile scardinare il sistema di scalate avversario attraverso sponde e combinazioni del tridente stretto. E possibile giungere alla rifinitura tramite i cross dei laterali. E possibile favorire gli inserimenti per il tiro di uno dei centrocampisti centrali. E possibile, quando vi campo, giocare il filtrante per uno degli attaccanti in taglio cos come mostrato dalle figure 5, 6, 7, 9, 10. LInter inoltre una squadra cha ama pressare a centrocampo per favorire le ripartenze a campo aperto basate sulla velocit di Martins e di Van der Meyde.

    Fase difensiva: 4+3. In fase difensiva lInter tiene di norma sette giocatori sotto la linea della palla (i quattro centrocampisti + i tre difensori). A seconda del modulo avversario e delle caratteristiche dei singoli Zaccheroni modifica il sistema di scalate. Ci rende piuttosto complicata la codifica di un atteggiamento standard in fase difensiva.

    Ipotizzando ad esempio che lInter debba contrapporsi ad una squadra che adotta il 4-4-2 possibile assistere, a seconda della caratura dellavversario e del risultato di gara, alle seguenti scalate con palla in possesso del laterale avversario. Con palla laterale in possesso del terzino avversario posto allaltezza della zona mediana del campo, nellesempio di fig.11, il centrocampista laterale sinistro che esce a pressione con il reparto di difesa che scivola in zona palla. Il laterale sul lato debole pu abbassarsi fino ad integrarsi con i componenti del reparto difensivo mentre il laterale del tridente avanzato posto anchesso sul lato debole si abbassa in contrapposizione sul mediano avversario. Il centrocampista centrale in zona palla chiude lavversario diretto mentre la punta laterale va a togliere il passaggio sul sostegno. Questo tipo di scalate solitamente utilizzato quando la squadra non soddisfatta del risultato e lInter assume un atteggiamento aggressivo. Nella figura 12 invece evidenziato un comportamento pi attendistico della squadra. In chiusura sul laterale avversario in possesso palla va il centrocampista centrale vicino con il centrocampista laterale che segue lesterno avversario, la difesa che si mantiene in superiorit numerica e gli attaccanti laterali che si abbassano sui mediani avversari.

    Mettere lInter in difficolt: sfruttare i punti deboli.

    Dopo aver evidenziato i principi fondamentali del gioco dellInter di Alberto Zaccheroni proviamo ad evidenziare qualche spunto o situazione per mettere in difficolt la squadra milanese. LArsenal di Wenger e la Lazio di Mancini sono le squadre cha maggiormente hanno ha messo a nudo i punti deboli dei nerazzurri. LInter di Zac ha, in particolare, mostrato di soffrire il movimento combinato della punta avversaria che si allarga e del centrocampista laterale che viene dentro. LArsenal, sfruttando questi movimenti ha fatto a fette una squadra nerazzurra sbilanciata nel corso dellincontro giocato a San Siro e valido per il girone di qualificazione di Champions League. Anche la Lazio di Mancini riuscita a perforare i nerazzurri sfruttando Stankovic alto a sinistra in occasione dellincontro di campionato giocato allOlimpico lo scorso Dicembre.

    Fig. Fig. 1111

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    Henry (in maglia bianco-rossa) effettua un taglio ad allargare per portare fuori zona Cordoba e favorire linserimento di Pires in zona centrale. Materazzi, uscito in ritardo su Kanu (che effettua il passaggio su Henry) tagliato fuori.

    La foto sopra mostra come Stankovic (la Lazio in magli blu mentre lInter in maglia gialla) dia ampiezza alla manovra biancoceleste mentre Fiore (che agiva da laterale destro) entra dentro il campo dalla fascia e Liverani si alza in verticale in posizione di trequartista.

    La foto sopra mostra levidentissimo errore nella dislocazione del reparto difensivo nerazzurro in occasione del goal delluno a uno di Corradi. In particolare la posizione troppo avanzata di Cordoba (giocatore cerchiato in giallo) induce Adani (centrale di difesa) ad avanzare per mettere in off-side Stankovic, invece che optare per la chiusura a destra. Il movimento del centrale nerazzurro non per seguito da Cannavaro (centrale di destra) e Pasquale

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    (lesterno sinistro avanzer in ritardo con la conseguenza di liberare Corradi) che tengono regolarmente in gioco Stankovic. In questa situazione piuttosto incomprensibile la posizione presa da Cordoba che senza un avversario di riferimento ha assunto una posizione non congrua con quella di J.Zanetti (il quale troppo avanzato in riferimento a Stankovic).

    In quella occasione inoltre la particolare disposizione della squadra biancoceleste (con i terzini Stam e Favalli molto dentro al campo e con Albertini libero davanti alla difesa) ha tagliato molte delle uscite difensive nerazzurre complicando la fase di costruzione degli uomini di Zac (Fig.13). In conclusione possibile affermare come interessanti siano le idee di Alberto Zaccheroni e come tatticamente affascinante risulti essere il gioco dei nerazzurri.

    Fig. Fig. 1313

    Inter - NUMERI DI MAGLIA STAGIONE 2003/2004 1 TOLDO -2 CORDOBA -3 KALLON -4 J. ZANETTI -5 EMRE -6 C. ZANETTI -7 VAN DER MEYDE -8 LAMOUCHI -9 CRUZ -11 LUCIANO -12 FONTANA -13 HELVEG -15 ADANI -16 SORONDO -17 F.CANNAVARO -18 KILY GONZALEZ -19 KARAGOUNIS -20 RECOBA -21 BEATI -22 OKAN -23 MATERAZZI -24 GAMARRA -25 ALMEYDA -26 PASQUALE -27 POTENZA -28 REBECCHI -29 BIAVA -30 MARTINS -31 BRECHET -32 VIERI -71 CORDAZ -77 COCO

  • Osgood-Schlatter, il nemico del giovane calciatore.

    A cura del Prof. Fausto Garcea Docente di Calcio presso luniversit di Scienze Motorie di Firenze. Istruttore nel Settore Giovanile del PISA S.C.

    Conoscere lapofisite, osteocondrite extra articolare, al fine di programmare al meglio il lavoro dei giovani calciatori.

    Quando un ragazzino, durante una seduta dallenamento, si avvicina e mi dice :Mister, mi fa male sotto il ginocchio, immediatamente mi chiedo: Quanto tempo dovr stare lontano da un pallone e da un campo di gioco?.

    Cos losteocondrite? Lesperienza mi ha insegnato, infatti, che il dolore, di solito acuto, in una particolare zona della parte anteriore della gamba, che si evidenzia maggiormente alla semplice pressione con le dita, il primo inconfondibile sintomo di quella nefasta malattia dal nome scientifico Osgood-Schlatter, pi nota dalle nostre parti, come la patologia dei nuclei daccrescimento. Essa colpisce, appunto, la zona della tibia dove il tendine rotuleo si inserisce, portando con s tutta la forza del muscolo quadricipite e dove vi la sede di un nucleo daccrescimento, in altre parole, la sorgente di vita della tibia stessa. Sempre per esperienza, posso affermare che stiamo parlando di una patologia subdola; il dolore a volte sparisce, per ripresentarsi improvvisamente magari in forma pi marcata qualche tempo dopo, e solo il riposo assoluto permette alla situazione di normalizzarsi e, a problema risolto, al giocatorino di allenarsi, senza ulteriori conseguenze, adoperando il pallone. Il morbo di Osgood-Schlatter fa parte della grande e perversa famiglia delle apofisiti o osteocondriti extra-articolari, che senza piet co lpiscono i punti di inserzione dei legamenti e dei tendini in giovanissimi atleti.

    Perch avviene? Il principio ormai da tutti accettato, perlomeno sulla carta, della necessit di seguire lo sviluppo biologico e non cronologico per una appropriata somministrazione del carico dallenamento, viene poi di fatto negato nella pratica di tutti giorni da moltissimi operatori del settore. La mancanza di conoscenza e competenza in materia, lo scimmiottare il mondo degli adulti durante le sedute dallenamento, la costante ricerca del risultato a tutti i costi, portano taluni istruttori ed allenatori a stressare il calciatorino sia dal punto di vista psichico che da quello fisico.

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    Nel calcio, perch di calcio che ci interessiamo, ormai diventato abituale il manifestarsi dei fenomeni in questione, dato che i carichi, gi di per s agenti stressogeni, che le giovani ossa, con muscoli e tendini annessi, devono sopportare, si rivelano assolutamente non idonei allet degli atleti. I microtraumi continui inflitti dalle trazioni anormali sulla parte in questione, portano a proliferazione cartilaginea e ossea con prominenza della tuberosit tibiale. Questo fa s che, mentre la natura vorrebbe che il centro di ossificazione della tuberosit tibiale si evolvesse legandosi armonicamente allepifisi tibiale, le suddette continue sollecitazioni in trazione adducono, invece, ad uninnaturale esportazione del centro di ossificazione, della cartilagine che gli sta intorno o addirittura di tutte due. Laccrescimento della porzione non colpita della tuberosit ed i frammenti delle parti distaccate, quindi, non hanno pi uno sviluppo comune, ma riempiono a poco a poco spazi non previsti, con il risultato finale di un eccessivo sviluppo della tuberosit stessa, evidenziato da lla tipica protuberanza ossea visibile ad occhio nudo anteriormente sullestremit prossimale della tibia. La patologia, in gran parte presente bilateralmente, come gi detto, accompagnata da dolore locale acuto alla pressione della tuberosit, dolore che si pu manifestare nel correre, nel calciare il pallone, ma anche solo nel camminare o nel salire le scale. Addirittura, pu accadere che il vuoto tra la tuberosit e i frammenti venga riempito da tessuto fibroso, con accentuazione della situazione dolorosa ed insorgenza di una fastidiosissima artrosi.

    La diagnosi. Come si fa a capire se i sintomi, o meglio il sintomo pi evidente, la sofferenza che porta a quel mister, mi fa male sotto il ginocchio, proprio un messaggio inviato dal terribile Osgood? La risposta semplicissima: con una semplice radiografia, accompagnata da unecografia e se proprio vogliamo non avere alcun dubbio, da una risonanza magnetica. Limportante, per, come accade per tutte le indagini mediche, che chi legge la lastra per fare la diagnosi, sappia che la frammentazione del nucleo di ossificazione pretibiale non una prova certa, dato che potrebbe corrispondere ad una variante naturale del processo di ossificazione, mentre prove certe sono ledema delle parti molli pretibiali e lallargamento del tendine rotuleo nella sua parte inferiore. Le conseguenze meccaniche a livello muscolare sono una retrazione sia degli ischiocrurali che quadricipite femorale (retto femorale e vasto mediale i pi interessati) che del tricipite surale; inoltre, i test specifici rilevano una generale spiccata rigidit. Per quanto riguarda le funzioni articolari, i maggiori deficit si ritrovano soprattutto a carico delle articolazioni tibio-tarsica e coxo -femorale, oltre ovviamente, a quella del ginocchio.

    Rimedi. Ed allora, che si fa? Riposo, riposo, riposo, che dura in alcuni casi dei mesi, riposo noioso, snervante, ma necessario. Nel frattempo, si pu magari andare in piscina a fare delle belle nuotate, perch la completa immobilit sempre controindicata, ma certamente lattivit calcistica da interrompere, perch il football, fino a prova contraria, corsa, salti e calci ad un pallone, tutti elementi negativi per lo sviluppo della malattia. Andare in bicicletta, ballare, salire le scale velocemente ed altre forme di attivit motorie, possono essere analogamente deleterie, perci, senza drammatizzare pi del dovuto, ma con la coscienza della gravit della patologia, da evitare il pi possibile; cos come ritengo necessario astenersi dalle lezioni pratiche di educazione fisica a scuola, anche se questo contrasta con il mio intimo essere fino in fondo insegnante. In questo periodo, comunque, si deve gestire al meglio il recupero funzionale del piccolo atleta, programmando un piano di lavoro con target ben precisi riguardanti mobilit articolare ed elasticit muscolare. Si cercher, con competenza e soprattutto senza fretta, inizialmente di migliorare la flesso-estensione del ginocchio; di diminuire la tensione che il quadricipite produce sulla tuberosit tibiale; di migliorare lelasticit degli ischio -crurali; di migliorare la mobilit delle articolazioni tibio -tarsica e coxo -femorale; di migliorare lelasticit del quadricipite e degli adduttori; successivamente di migliorare con esercizi propriocettivi lequilibrio statico e dinamico dando contemporaneamente tono al quadricipite, agli ischio-crurali ed al tricipite surale. Non trascuriamo la spinta motivazionale da fornire al soggetto, ora che il pallone si sgonfiato e non rotola, pi che mai bisognoso di rassicurazioni sul proprio futuro calcistico senza sentirsi emarginato dal gruppo, sottolineando ed enfatizzando limportanza degli esercizi proposti.

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    Il giocatorino, per non mollare, deve percepire che il momento transitorio, che lattesa pu essere lunga, ma che sicuramente il dolore scomparir ed il pallone rotoler come prima. In questottica diventa basilare lapporto dei familiari del bambino/ragazzo, che dovranno insieme al medico ed al tecnico sostenere la giusta causa del riposo e dellattivit alternativa come terapia, senza fare pesare pi di tanto lassenza dal campo di gioco. A questo punto, se i feed-back sono positivi ed i responsi di ulteriori necessarie indagini radiografiche sono incoraggianti, si pu pensare di proporre esercizi individuali pi specifici alla disciplina, per poi tentare un progressivo inserimento nel gruppo-squadra, tenendo sempre ben presenti i concetti di gradualit ed individualizzazione del carico.

    Altre osteocondriti nemiche dei giovani. Vorrei ricordare che della famiglia gi citata delle osteocondriti, fa parte anche la patologia di Sever, altra forma tristemente nota a noi frequentatori dei campi dallenamento, perch colpisce lapofisi posteriore del calcagno dei nostri giovani allievi, sede dinserzione del fortissimo tendine dAchille, causando dolore al calcagno stesso, quindi impossibilit a correre normalmente. Lultima da citare, anche se personalmente ho avuto il dispiacere di imbattermi in essa solo in due casi, smascherati tra laltro da ortopedici attenti, pignoli e decisi nella diagnosi, quella di Scheuermann che, ledendo i nuclei dei corpi delle vertebre toraciche, porta ad una cifosi spesso non accentuata ma, come al solito, dolorosa.

    Conclusioni. Concludendo, stiamo attenti durante le ore passate tra campo e pallone ai segnali che ci provengono dal modo di correre, di calciare e di atterrare dopo un colpo di testa dei nostri piccoli calciatori. Spesso lindividuazione di unanomalia negli appoggi o nel modo di tirare in porta maschera una sofferenza inconsciamente celata, poich sappiamo bene quanto sia difficile per chiunque ammettere mi fa male e smettere di giocare quando ci si diverte, in special modo per un bambino. Allo stesso tempo, non dobbiamo avere fretta nel recupero allorch la patologia insorge e si manifesta in tutta la sua gravit, perch per apprendere al meglio bisogna stare bene fisicamente e psicologicamente, ed un periodo di stop appropriato, in questi casi, costituisce indubbiamente la medicina giusta per ripartire ed evitare di fermarsi nuovamente. Indurre un giovane calciatore a perseverare nel sovraccaricare la zona compromessa, perch senza di lui la squadra non fa goal e non vince, un delitto dal punto di vista sia professionale che umano, dato che le patologie di cui abbiamo trattato si risolvono con la piena maturazione scheletrica, ad esempio la saldatura dellapofisi alla tibia nel caso del malefico Osgood, senza la permanenza di dolori invalidanti, a condizione che i processi di ossificazione non subiscano anomalie strutturali durante il loro iter evolutivo. Dopo i 18/19 anni, infatti, se appare dolore sullapofisi tibiale, il colpevole non pi Osgood-Schlatter, ma qualcun altro magari con un nome meno complicato da pronunciare, dato che il nucleo di ossificazione non esiste pi. Per concludere, ricordo volentieri tre ragazzini che durante i miei allenamenti si sono avvicinati e mi hanno confidato Mister, mi fa male sotto il ginocchio, restando poi lontani dallattivit agonistica per molti mesi: Marco Rossi, Dario Lenzini e Simone Masini. Il primo naviga da anni tra serie A e serie B (questanno al Genoa), gli altri due al momento giocano in serie C1 (Lucchese), ma in procinto di spiccare il volo verso lidi pi importanti. Questo mi fa pensare che noi istruttori, allenatori, medici, riabilitatori e genitori, non dobbiamo avere paura di affrontare nella giusta maniera una patologia maligna come quella delle osteocondriti, perch se c talento, il tempo perso viene poi recuperato in fretta.

  • La gestione delle marcature sui cross dal fondo.

    A cura di ROBERTO BONACINI

    Dalla tecnica di marcamento della punta allorganizzazione tattica della copertura delle "zone calde".

    La marcatura: considerazioni generali. La marcatura in area di rigore da parte del difensore sullattaccante avversario fa parte, in linea generale, della fase difensiva o fase di non possesso palla. In questa fase, nella quale si cerca di togliere spazio e tempo agli avversari assolvendo ai principi di tattica collettiva (equilibrio difensivo, scaglionamento, concentrazione, azione ritardatrice, controllo e limitazione), la squadra, compatta, deve per prima cosa riconquistare il possesso palla con lo scopo di tornare quanto prima ad offendere (fase di transizione + fase offensiva); secondariamente, fallito il primo obiettivo, deve evitare che la squadra avversaria possa concludere pericolosamente la propria azione. Per far questo fondamentale la ricerca immediata di una buona presa di posizione da parte di tutti i giocatori in non possesso, indipendentemente dal fatto che si trovino sopra o sotto la linea della palla. E evidente che maggiori sono i giocatori sotto la linea del pallone, maggiore il numero di calciatori subito pronti a difendere e a creare ostacolo tra palla e porta. Quanto esposto vale in linea generale, in quanto giocatori sopra o sotto la linea della palla potranno partecipare allobiettivo comune di riconquista muovendosi e organizzandosi in base alle scelte e alle idee personali dellallenatore. Da queste dipender quanti e quali giocatori parteciperanno attivamente a questa fase di gioco e conseguentemente, nel nostro caso specifico, alla difesa in area di rigore su un attacco con traversone o cross dalla fascia a centro area. Una volta che la squadra ripiegata, considerando che per i giocatori esterni la migliore linea di rientro quella in direzione del palo pi vicino e che per i giocatori centrali la via pi corta quella in direzione del dischetto del rigore (imbuto difensivo), il successivo obiettivo quello di prendere posizione sia sul portatore della sfera, sia sugli avversari senza palla attraverso (in zona darea di rigore) una marcatura ad uomo. Eventuali scalate di marcatura tra compagni (passaggio dellavversario) risultano essere opzioni consentite solo se esiste il tempo effettivo e sicuro per attuarle (ritardato cross dalla fascia); mancando i presupposti, la marcatura rimane rigorosamente ad uomo.

    La presa di posizione. La marcatura ad uomo deve consentire il controllo diretto dellavversario al fine di: limitare lattaccante seguendolo in tutte le direzioni e in ogni zona in cui si muove; limitare/francobollare lavversario riducendo o eliminando spazio e tempo a sua disposizione; limitare lattaccante attraverso unazione di contatto fisico regolare e intelligente (sentirne la distanza con la mano, contrastarlo di spalla) cercando di disturbarlo sul piano dellequilibrio, della forza e della velocit;

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    limitare lavversario attraverso una marcatura per cos dire sporca caratterizzata da spintarelle, tirate di maglia o spostamenti pi o meno regolari da parte di entrambi i contendenti (al lettore la libert di tenere conto o no di questo punto); limitare lavversario attraverso un atteggiamento e comportamento sicuro e autoritario al fine di disturbarlo da un punto di vista psicologico (il difendente deve e vuol far capire che in area comanda lui). La marcatura in area rappresenta per ogni giocatore difendente una situazione difficile e delicata da risolvere. Il marcatore infatti deve prendere decisioni sotto grande pressione psicologica avendo spazi e tempi a disposizione ridottissimi. La difficolt principale del marcatore sta nel dover gestire contemporaneamente palla e avversario, avere quindi visione del portatore palla e dellattaccante da marcare. La scelta difensiva da adottare nasce quindi da un compromesso tra il marcare attentamente a uomo lavversario e lavere possibilmente buona visione di dove si trova il pallone. Qualora il difensore si trovi impossibilitato a posizionarsi in modo da assolvere a tale compromesso (per esempio perch lattaccante si sposta sul lato cieco allontanandosi dalla palla), considerando la pericolosit dellattaccante vicino alla porta, il marcatore ha come priorit assoluta quella di concentrarsi sulluomo da marcare. Il difensore non deve commettere lerrore di guardare o cercare assolutamente la sfera a scapito della marcatura; si perde di vista la palla ma non si lasciano allavversario neanche quei pochi metri che possono essere fatali.

    Lanticipo. Abbiamo visto in precedenza che il difensore deve posizionarsi in modo da vedere palla e avversario. Realizzato questo, il difendente deve poi cercare inizialmente lanticipo difensivo. La posizione raggiunta deve consentirgli, qualora il destinatario del cross risulti essere lavversario diretto, di tentare lanticipo sul pallone (un eventuale anticipo dellattaccante sulla palla risulta infatti essere il pericolo numero uno). La marcatura in anticipo, con intercettamento della sfera, richiede al difensore determinate competenze che sono: avere senso della posizione; prevedere lo sviluppo dellazione e quindi saper percepire e successivamente analizzare la situazione di gioco; prevedere o conoscere il gesto o lintenzione del calciatore che rifinisce lazione in base allorientamento del corpo o latteggiamento posturale; per esempio il sapere se il giocatore in fascia destro o sinistro permette presumibilmente di prevedere la traiettoria del cross o del traversone (ad entrare o ad uscire rispetto alla porta); prevedere eventuali mosse dellavversario diretto da marcare; conoscere il proprio avversario nelle sue caratteristiche e nelle sue capacit (posizione iniziale, movimenti ecc.) gi una condizione vantaggiosa; il porsi di fianco allattaccante per poi prendere posizione fra palla e attaccante stesso (marcatura danticipo) con lintenzione di occupare la linea di passaggio destinata alla punta (potenziale traiettoria di passaggio); il prendere posizione fra attaccante e porta; posizionarsi allinterno dellattaccante toccandolo con la mano o con il corpo per controllarne i movimenti e prevederne le mosse in modo tale da anticiparlo (compiendo meno strada) qualora lattaccante punti sul primo palo; il muoversi in anticipo con intelligenza e tempestivit (scelta del tempo di azione muovendosi prima che il portatore effettui il cross e non reagendo solo a cross o passaggio avvenuto); il muoversi in anticipo con un cambio di velocit portandosi davanti allavversario; arriva primo sulla palla chi vede e conseguentemente scatta prima dellavversario (capacit di scatto) il saper effettuare lanticipo lungo intercettando il passaggio a met strada tra portatore/crossatore e ricevente/ finalizzatore avversario; il saper effettuare lanticipo corto intercettando la palla vicino al ricevente; il saper capire e decidere quando necessario marcare la traiettoria del passaggio o marcare lavversario; il saper scegliere in breve tempo la soluzione e il gesto tecnico pi adatto; il saper intervenire sulla palla con decisione una volta scelta la soluzione ritenuta migliore; vedere/controllare anche leventuale inserimento di un secondo attaccante sfuggito alla marcatura di un compagno. In considerazione di questo ultimo punto importante sapere quanto segue: Il campo visivo ottimale di una persona compreso in unampiezza di 120-130 gradi. Considerando anche le immagini sfuocate raggiunge i 170-180 gradi. Essendo le richieste di visione pari a 360 gradi il fronte visivo deve utilizzare una sorta di strategia nella ricezione selettiva dei dati di gioco. Vediamo due esempi in fase di marcatura. Nel primo (figura 1 a pagina seguente) non ci sono problemi per il difensore in quanto gli obiettivi da controllare, palla e avversario, sono sotto controllo.

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    Nel secondo esempio (figura 2), la situazione risulta pi complicata in quanto il difensore deve avere sottocchio palla, pi avversari e compagni, al fine di anticipare il pi rapidamente possibile lanalisi e lelaborazione dei dati. Essendo tutti questi dati al di fuori della sua angolazione visiva, questi necessita di percepire la situazione in maniera alternata, dirigendo il fronte visivo principalmente alla palla e allavversario pi vicino e secondariamente cercando di cogliere eventuali altre variabili del gioco. Pertanto, sempre considerando la nostra figura 2, il difendente deve anche, di tanto in tanto, intravedere il secondo avversario distogliendo (per un attimo ) il fronte visivo da palla e prima marcatura. E necessario quindi acquisire una razionale strategia di selezione dei dati, grazie alla quale possiamo tenere sotto controllo il quadro del gioco. Da questa educazione allosservazione scaturisce naturalmente il senso dellanticipazione psicomotoria, che, in ultima analisi, consente una pi efficace azione sulla palla. Il sapere da parte del difensore di avere una risposta a tutte le situazioni che si possono verificare, porta come risultato alla riduzione degli stati danimo negativi, rafforzando la sicurezza e la concentrazione con conseguente maggiore autostima di se stessi.

    Se non si anticipa Qualora il difensore abbia optato per un intervento diverso dallanticipo, la pericolosit dellavversario diretto, come abbiamo gi detto, deve essere annullata o limitata attraverso: il contrasto fisico; lintelligenza difensiva; capacit condizionali; capacit coordinative; esperienza maturata; furbizia (marcatura sporca).

    Gestire le situazioni critiche. Qualora in area falliscono interventi difensivi di anticipo sulluomo e di intercettamento favorevole della palla, con conseguente precaria marcatura dellavversario, situazioni di palle respinte corte (che rimbalzano a terra a pochi metri dalla porta), palle respinte appena fuori area ecc., richiedono sia capacit e prontezza del difendente per andare a difesa della porta (figura 3), sia capacit e prontezza per andare a contrastare e pressare gli avversari (limitare tempo e spazio e allontanare la palla) (figura 4 a pagina successiva).

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    Figura 1

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    Figura 2

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    Figura 3

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    In caso di intervento del portiere la squadra, fino a quando questultimo non entra in possesso palla, deve proteggerlo e raccogliersi intorno, al fine di rimediare ad eventuali errori di presa (figura 5). Solo nel momento in cui il possesso palla dellestremo difensore si concretizza con certezza, il pericolo cessa.

    Marcatura e capacit condizionali. Da un punto di vista condizionale il marcatore, durante la sua azione difensiva, ottiene notevoli vantaggi se dispone anche di determinate caratteristiche e capacit quali: altezza; peso; forza (contrasto); forza/elevazione (palle alte); rapidit/velocit/esplosivit (nei movimenti in spazi brevi quali lanticipo difensivo); reattivit (pronto sempre sulle gambe per capire e intervenire prontamente di fronte alle possibili e numerose variabili che possono presentarsi: spizzicate, deviazioni, palle rimbalzanti a terra ecc.); agilit e destrezza generale.

    Marcatura e capacit coordinative. Vediamo ora alcune capacit coordinative di cui si avvale il difensore nellazione di marcatura: Capacit di orientamento spazio temporale e visione periferica Capacit di determinare e variare la posizione ed i movimenti differenti del corpo nello spazio e nel tempo, in relazione a punti di riferimento definiti e noti. Per esempio il marcatore deve avere senso della posizione in area allo scopo di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Capacit di percezione della relazione spazio-temporale Capacit di percepire e valutare le traiettorie del pallone. Per esempio il marcatore, in occasione di un cross o traversone, deve rendersi conto della traiettoria che verr impressa al pallone per poi anticipare, contrastare e colpire di testa.

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    Figura 4

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    Figura 5

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    Risulta molto importante per il difensore avere una buona valutazione delle traiettorie con le quali pu arrivare la palla. Le traiettorie di passaggio possono essere: frontali e laterali: le traiettorie frontali, come conseguenza della variabile percezione della profondit, sono pi difficili da valutare in quanto pi complesso stabilire in anticipo il punto di arrivo della palla (figura 6 traiettoria frontale figura 7 traiettoria laterale);

    a rientrare o ad uscire rispetto alla porta: nel caso di un cross ad uscire la nostra difesa e il nostro portiere ne saranno avvantaggiati (figura 8 traiettoria ad uscire figura 9 traiettoria a rientrare);

    con passaggio rasoterra, a mezza altezza, alto; forti e tese o lente e a parabola. Il difensore deve saper decidere la velocit, la linea e langolo di avvicinamento da adottare rispetto allattaccante che sta per ricevere palla; considerando la figura 10 pu scegliere: la linea pi lunga (figura 10 soluzione a) si tratta della linea di percorrenza che va ad incrociare la traiettoria del pallone con un angolo maggiore di 90; questo movimento consente di intercettare il cross qualora il difensore riesca a valutare con precisione velocit del traversone e distanza che lo separa dal punto nel quale avverr lintercettamento del pallone; questa azione di anticipo difensivo, nella quale il difensore arriva sulla palla prima del ricevente, richiede particolari capacit di previsione degli eventi;

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    Figura 6

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    Figura 7

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    Figura 8

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    Figura 9

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    la linea di media distanza (figura 10 soluzione b) si tratta della linea di percorrenza che si va ad intersecare con la traiettoria del pallone crossato con un angolo di 90; questa decisione consente al marcatore di entrare in contrasto

    diretto con lattaccante scegliendo per il giusto tempo al fine di evitare, se in ritardo, di essere tagliati fuori lasciando allattaccante possibilit di conclusione; il difensore anche in questo secondo caso deve calcolare con precisione sia la velocit del cross sia la distanza dal punto di intercettamento; la linea corta (figura 10 soluzione c) si tratta della linea che si interseca con la traiettoria del pallone con un angolo inferiore ai 90; questa decisione, nella quale il difensore arriva sul pallone dopo lattaccante, prevede conseguentemente una rapida chiusura sulla palla e laffronto dellavversario in

    condizioni ideali di 1>1; richiede la capacit di comprendere di essere in ritardo e di dover adottare unazione difensiva diversa dallanticipo/intercettazione e dal contrasto/intercettazione. Capacit di anticipazione Capacit che permette di prevedere landamento di unazione e di programmare di conseguenza le operazioni successive. Permette di intuire gli avvenimenti e conseguentemente di preparare in anticipo risposte motorie efficaci. Grazie allesperienza possibile selezionare ed anticipare le scelte motorie da effettuare in relazione allo scopo da raggiungere. Per esempio il marcatore deve capire le intenzioni del portatore di palla avversario per intercettare il passaggio, giocando in anticipo o indietreggiando a coprire lo spazio tra la porta e il pallone. Capacit di trasformazione e adattamento dei movimenti Capacit di adattare, trasformare o sostituire lazione motoria programmata nel corso del suo svolgimento in base al variare della situazione. La capacit di trasformazione dei movimenti dipende dalla precisione e dalla velocit con la quale il giocatore recepisce le variazioni della situazione, nonch dalla esperienza acquisita. Maggiore lesperienza, maggiori sono le possibilit di anticipare, adattare e trasformare i movimenti con possibilit di individuare le scelte pi opportune. Per esempio il marcatore non deve farsi cogliere di sorpresa dal variare di una situazione di gioco: deve per esempio saper fronteggiare una serie di finte dellattaccante; deve saper riposizionarsi rapidamente in caso di deviazione, con cambiamento di traiettoria e velocit, di un pallone spizzicato da un secondo avversario andato incontro alla palla; deve saper cambiare atteggiamento qualora, il portiere perda la palla in uscita, mutando lazione di marcatura sulluomo in azione di difesa della porta. Capacit di reazione Capacit di eseguire rapide azioni motorie in risposta ad uno stimolo. La variabilit e limprevedibilit della nostra situazione in oggetto richiede al nostro marcatore prontezza di riflessi per risolvere i problemi posti dalla partita. Le risposte che il difendente deve fornire devono essere rapide e tempestive ed per questo che la percezione, lattenzione,

    P

    Figura 10

    A

    B C

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    la memoria (esperienza) e lo stato emotivo devono permettergli di scegliere le informazioni utili e necessarie per la lettura anticipata di ci che sta per accadere e per fornire risposte motorie rapide ed efficaci. Per esempio il marcatore deve reagire prontamente, ristabilendo la marcatura, ai continui movimenti (finte) dellattaccante; il difensore deve reagire prontamente ad un blocco portato da un secondo avversario; il difensore deve reagire prontamente, in occasione di una spizzicata portata in anticipo da un secondo avversario, al cambiamento di traiettoria e di velocit della palla; il difensore deve reagire prontamente liberando larea qualora, in occasione del contrasto in area con lattaccante, la palla cada a terra a pochi metri dalla linea di porta. Capacit di equilibrio e acrobatica Capacit di mantenere il corpo in posizione stabile o ristabilire tale condizione nel corso degli spostamenti. Distinguiamo un equilibrio statico e un equilibrio dinamico. Per esempio il marcatore deve avere buone capacit di equilibrio statico nel contrasto con lattaccante per la ricerca della miglior posizione. Come per esempio deve avere buone capacit di equilibrio dinamico nel compiere gesti tecnici con la palla (colpo di testa), gesti acrobatici (volo o tuffo per liberare su palloni a mezza altezza) ecc..

    Marcatura: alcuni esempi situazionali. Analizziamo ora alcune situazioni, e conseguenti comportamenti, che il difensore/marcatore deve saper gestire considerando: come e dove si trova posizionato; come e dove si trova posizionato lavversario; la traiettoria del pallone; zona di caduta nella quale indirizzato il cross. Per maggior chiarezza consideriamo larea di rigore scomposta in diverse zone: Zona A (figura 11) La destinazione del cross o del traversone la zona tra il primo palo e il limite dellarea piccola di porta (vedi figura 11). Si tratta di una zona particolarmente delicata in quanto probabile che un buon cross venga calciato con traiettoria veloce sul primo palo per consentire allattaccante o di concludere direttamente a rete o di spizzicare la palla allungandone la traiettoria. Il marcatore deve essere molto bravo nellanticipo sia di testa che di piede (buono linterno piede) e deve essere deciso e rapido. Lattaccante cerca infatti lazione danticipo per eludere lintervento del difensore che a sua volta dovr anticipare lazione dellattaccante (figura 11 a). Il difendente deve cercare di non essere anticipato e contemporaneamente impedire alla palla di passare sia nelle traiettorie ad entrare che ad uscire.

    Figura 11

    Zona a

    Figura 11 a

    DP

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    Zona B (figura 12) La destinazione del cross quella compresa tra la porta e il limite dellarea piccola (vedi figura 12). Si tratta di una zona nella quale possono arrivare facilmente cross con traiettoria veloce. Lattaccante deve essere marcato cercando lanticipo anche se il difendente deve considerare che si tratta di una zona di competenza del portiere e pertanto il difensore, consapevole delle caratteristiche e doti del suo portiere (efficace nelle uscite), deve considerare anche leventualit di non marcare in questa zona per non arrecare, insieme allattaccante, disturbo allestremo difensore. Successivamente il marcatore deve essere il primo a integrarlo e garantirlo in occasione di unuscita poco efficace avendo buona prontezza di riflessi se la palla cade a terra in area (figura 3 copertura figura 5 protezione). In caso di cross a rientrare la prima traiettoria da difendere quella diretta verso la porta; pertanto sia il marcatore che il portiere devono lavorare sullanticipo partendo da una posizione centro porta per arrivare in zona primo palo (figura 12 a). In caso di traiettorie pi lente e ad uscire il difensore, considerando come priorit dintervento quella del portiere, assumer un comportamento di copertura conseguente (figura 12 b).

    Zona C (figura 13) La destinazione del cross compresa tra il secondo palo e il limite dellarea piccola (vedi figura 13 a pagina successiva). Solitamente il pallone in questa zona non arriva con traiettoria veloce ma con una traiettoria per cos dire morbida. Si tratta pertanto di traversoni lenti che, se non sporcati da deviazioni improvvise, non consentono allattaccante, qualora intercetti il pallone, di imprimere un grande forza e velocit alla sfera. Il difensore attento e ben posizionato deve, con unadeguata azione di contrasto e anticipo, risolvere a suo favore la contesa. Oltre allanticipo e a buone doti di contrasto, il marcatore

    deve sapersi muovere a 360 in modo da: cercare la palla anche allindietro (figura 13 a pagina successiva) coprire, oltre che a marcare il proprio avversario, la zona oltre il secondo palo in occasione di rimbalzi o tiri suscettibili di deviazioni (figura 13 b pagina successiva). Nel caso di traiettorie lunghe, che vanno oltre il possibile intervento del portiere, il difensore, qualora non riesca ad impattare in primo tempo la palla, deve prontamente riposizionarsi per fronteggiare il pericolo di una successiva conclusione a rete o di una nuova rimessa a centro area.

    Figura 12

    Zona b

    Figura 12 a

    PD

    Figura 12 b

    PD

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    Zona D (figura 14) La destinazione del cross nella zona appena sopra alla zona A vista precedentemente (vedi figura 14). Il difensore anche in questo caso si trova probabilmente di fronte a cross con traiettorie veloci e, se effettuati da fondo campo, con traiettoria ad uscire. Vale quanto detto per la zona A: il marcatore deve opporsi allavversario con unazione di anticipo sulla traiettoria della palla. Il difendente deve essere deciso, rapido e molto bravo nellanticipo sia di testa che di piede in modo da arrivare prima dellattaccante e impedire alla palla di passare (figura 14 a).

    Figura 13

    Zona c

    Figura 13a

    D

    D

    P

    Figura 13 b

    D1

    D2

    P

    Figura 14

    Zona d

    Figura 14a

    D

    P

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    Zona E (figura 15) La destinazione del cross in quella zona che dal limite dellarea di porta si estende verso il limite dellarea di rigore (vedi figura 15). Per il marcatore si tratta di una porzione di campo molto pericolosa in quanto: relativamente vicina alla porta in posizione centrale ampia spesso attaccata da giocatori di peso, statura e con spiccate doti nel colpo di testa. Il difendente deve avere coraggio e sicurezza in quanto si tratta di una zona ad alta responsabilit. Importante oltre allanticipo (figura 15 a) anche un buon salto da fermo (buon colpo di testa in sospensione). In caso di traiettorie lente il difensore, considerando come priorit dintervento quella del portiere, assume conseguentemente un comportamento di copertura o protezione dellestremo difensore (come figura 3 e figura 5 ma in zona leggermente pi alta).

    Zona F (figura 16)

    La destinazione del cross nella zona compresa tra il limite dellarea di rigore e la lunetta dellarea stessa (vedi figura 16). Solitamente il marcatore deve interessarsi di questa zona solo quando stata liberata larea di rigore (in seguito al duello vincente con lattaccante o successivamente alluscita del portiere con respinta della palla) portando pressione sulla palla che cade o rimbalza a terra al limite dellarea grande (figura 4). Necessari equilibrio, rapidit e aggressivit.

    Figura 15

    Zona e

    Figura 15 a

    D

    P

    Figura 16

    Zona f

  • Il portiere e la palle inattive. A cura di CLAUDIO RAPACIOLI prep.portieri Sett. Giov. Brescia Calcio

    Gestione ed organizzazione difensiva sui calci piazzati contro.

    Lo sviluppo tattico avuto dal calcio negli ultimi anni ha portato ad una migliore organizzazione delle squadre in fase difensiva, con la conseguenza che le reti segnate su azione, come dimostrato da numerosi studi statistici, sono diminuite mentre sono aumentate quelle nate da situazione di palla inattiva. Limportanza di sfruttare al meglio queste occasioni ha portato gli allenatori ad elaborare molteplici, imprevedibili e se vogliamo talvolta fantasiose soluzioni. Fino a qualche anno fa le punizioni venivano calciate morbide sopra la barriera o di potenza nel lato scoperto della porta, mentre nei calci dangolo si andava quasi sempre a cercare il cross per i giocatori pi abili in acrobazia. Tutto questo era quasi sempre lasciato alla libera organizzazione dei giocatori ed alla loro ispirazione del momento; non venivano programmati allenamenti specifici. Ora invece, almeno una volta alla settimana durante la stagione, con una frequenza pi alta durante il periodo di ritiro, le squadre anche di livello non professionistico eseguono allenamenti mirati allo sviluppo delle situazioni di palla inattiva, anche se molto spesso viene prestata maggiore attenzione alla fase offensiva piuttosto che a quella difensiva. Le situazioni di palla inattiva sono: Calcio dinizio Rinvio del portiere Rimessa laterale Calcio dangolo Calcio di punizione diretto o indiretto Calcio di rigore Esiste parecchia documentazione riguardante le palle inattive, sia per le situazioni difensive che per quelle offensive, per quasi tutta non considera limportanza del portiere nella organizzazione e nello sviluppo delle situazioni a sfavore. Nei professionisti la conoscenza e la possibilit di rivedere le immagini delle gare precedenti, permette agli allenatori di documentarsi sulle soluzioni tattiche dei futuri avversari. Inoltre anche grazie al maggior tempo a loro disposizione possono organizzare e provare le necessarie contromisure specifiche. Nelle categorie dove questo non avviene rimane come unica possibilit quella di una organizza zione generica che risulti efficace nel prevenire e contrastare le iniziative avversarie.

    Le principali tipologie di contrapposizione difensiva. Possiamo classificare tre tipologie di contrapposizione difensiva su palla inattiva: CONTRAPPOSIZIONE A ZONA - Ogni giocatore responsabile della zona di campo assegnatagli. Il suo scopo principale quello di guardare la palla e di intervenire se giunge nella propria zona.

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    N . 0 5 G E N N A I O 2 0 0 4

    RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03 DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO

    SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU) TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

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    CONTRAPPOSIZIONE A UOMO - Ad ogni giocatore viene assegnato il controllo di un avversario. Il suo scopo principale quello di impedire alluomo di ricevere il pallone. CONTRAPPOSIZIONE A ZONA MISTA - Prevede che alcuni giocatori si occupino di una determinata zona di campo mentre altri avranno il compito di marcare a uomo gli avversari. La marcatura a zona richiede parecchia applicazione e affiatamento tra i componenti della squadra e inoltre necessita di parecchio tempo per provare le varie situazioni, mentre la soluzione della marcatura a uomo la ritengo troppo dipendente dalle azioni avversarie e in caso anche di singolo errore molto pericolosa. Ritengo perci che lorganizzazione a zona mista sia quella pi adottata e che fornisce idonee garanzie nella maggior parte delle situazioni. Questo articolo vuole evidenziare quale il ruolo e quali sono i compiti del N.1 nelle situazioni di palla inattiva gestite da una difesa organizzata con una zona mista.

    Assegnazione dei ruoli. I ruoli e le posizioni da assumere da parte di ogni giocatore sono definite dal portiere negli spogliatoi, se necessario in accordo con lallenatore dopo che lo stesso ha comunicato alla squadra la formazione. E preferibile utilizzare, nel limite del possibile, per ogni ruolo sempre il medesimo compagno cos da ottimizzare gli automatismi e fare esperienza delle situazioni che di volta in volta si presentano. Se durante la settimana vengono provate alcune situazioni su palla inattiva opportuno utilizzare nei vari ruoli gli stessi uomini che saranno chiamati in causa il giorno della gara. E comunque importante avvalersi in allenamento anche dei giocatori che potrebbero sostituire i titolari, questo permette loro una presa di coscienza al fine di organizzare le contromisure nel modo pi efficace. Il numero dei giocatori utilizzati varia a seconda delle situazioni, e comunque i difensori devono essere sempre pi numerosi degli attaccanti. In fase difensiva consigliabile non coinvolgere un numero troppo alto di compagni, almeno un paio devono rimanere alti impegnando gli avversari in copertura preventiva (nel loro controllo) e offrire, allo stesso tempo, un veloce appoggio alla propria squadra in fase di ripartenza. Nella difesa a zona mista solitamente si organizzano le seguenti situazioni definendo i ruoli che devono essere ricoperti dai giocatori:

    SITUAZIONE RUOLI DA ASSEGNARE PER DETERMINARE

    LA CONTRAPPOSIZIONE DIFENSIVA

    CORNER

    UOMO SUL PRIMO PALO UOMO SUL CORTO E se utilizzati: LIBERO UOMO SUL SECONDO PALO UOMO AI 9,15 mt.

    PUNIZIONI CENTRALI

    BARRIERA CENTRALE (Composizione e posizionamento dei vari uomini. Occorre prestare molta attenzione al primo e allultimo uomo)

    PUNIZIONI LATERALI

    UOMO SUL CORTO BARRIERA LATERALE DESTRA E SINISTRA (Solitamente due uomini per ogni lato)

    Se tra le file avversarie sono presenti giocatori abili in acrobazia, si possono definire in anticipo anche specifiche marcature a uomo. Terminato lappello dellarbitro, il portiere prima dellingresso in campo, per verificare lattenzione dei compagni chiama una a una le posizioni e i compiti relativi. I compagni devono rispondere con il proprio nome.

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    Il compiti del portiere. Il portiere colui che deve sempre dirigere nel posizionamento i compagni in occasione di tutte le situazioni di gioco,

    richiamandoli se fuori posizione e comunque aiutandoli ad essere sempre pronti ad ogni sviluppo, stimolando, di conseguenza, la massima concentrazione degli stessi. In situazioni di palla inattiva ritengo debba essere lallenatore in campo. Egli deve controllare lapplicazione da parte dei compagni di quanto stabilito precedentemente negli spogliatoi. In queste occasioni il portiere deve comunicare verbalmente con i compagni. I suoi comandi devono essere chiari, inequivocabili e sicuri. Il portiere deve evitare di trasmettere agitazione ed insicurezza ai compagni. Linterruzione del gioco porta molto spesso ad un inconscio abbassamento del livello di attenzione. Nelle situazioni di palla inattiva esiste un diverso carico psicologico (correlato agli obiettivi conseguibili in queste situazioni), tra attaccante, portiere e difensore. Lattaccante agisce per raggiungere il massimo del suo obiettivo (la segnatura), il portiere deve evitare assolutamente

    di subire la rete (situazione sicuramente pi stressante), mentre il difensore ha come obiettivo quello di non farsi sfuggire, contrastando efficacemente, lavversario diretto. Questi fattori psicologici, la cui valenza aumenta sia con lavvicinarsi ai minuti finali di gara che con limportanza della posta in palio, sono molto spesso causa di clamorose distrazioni. Ci accade in conseguenza al fatto che la mente e lattenzione dei difendenti in tali situazioni viene offuscata dalla paura di subire goal ed i giocatori faticano a concentrarsi in maniera completa sul compito assegnato loro. Il portiere deve conoscere tali aspetti, deve spronare i propri compagni tenendo alto il livello di attenzione ed infondere loro sicurezza e determinazione. Quando un giocatore subentra a uno che ha determinati compiti su palla inattiva il portiere deve subito pensare quale compagno utilizzare al posto del sostituito e comunicarlo immediatamente allinteressato. Quando il portiere intercetta il pallone in presa diventa il primo attaccante e se esistono i presupposti deve essere rapido nel leggere la situazione, e dare il via ad una veloce ripartenza chiamando e indirizzando il pallone verso il compagno meglio posizionato, fungendo cos da primo attaccante. Ritengo estremamente formativo gi nelle categorie giovanili responsabilizzare il portiere nellorganizzazione difensiva sia prima che durante la gara, aiutandolo a interpretare gli sviluppi di ogni situazione e a ricercare, quando possibile, situazioni per una veloce ripartenza. Leggere e riconoscere prontamente i casi di smarcamento, attacco dello spazio e superiorit numerica aiuta lo sviluppo dellintelligenza tattica del portiere. Iniziamo ora ad analizzare cosa deve fare il portiere in tutte le situazioni di palla inattiva.

    Il calcio dinizio (fig.1).

    E la situazione di palla inattiva meno pericolosa, difficilmente in fase di attacco si riesce ad organizzare un movimento per arrivare alla conclusione in porta. Non ritengo si debbano prendere particolari contromisure se non quella di richiamare alla massima attenzione tutti i compagni sia in occasione dellinizio del periodo di gioco sia quando la gara riprende dopo una segnatura. In questo caso leuforia per il gol segnato potrebbe giocare un brutto scherzo se non si pi che rapidi a riprendere la giusta concentrazione e le corrette posizioni dopo i festeggiamenti. Lunica situazione che potrebbe risultare pericolosa si verifica quando gli avversari partono cercando di allargare il fronte del gioco. Solitamente essi eseguono uno scambio rapido per poi cercare il lancio verso un esterno dotato di velocit, con lo scopo di creare una situazione di

    Fig. 1Fig. 1

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    1 contro 1 al limite dellarea. Il portiere deve leggere la situazione e se gli esterni avversari attaccano lo spazio organizzare i propri compagni della difesa e del centrocampo per un immediato controllo.

    Rinvio del portiere avversario. In questo caso il port iere deve assumere una posizione alta invitando la propria linea di difesa a fare altrettanto per rimanere il pi possibile vicino al centrocampo e mantenere la squadra corta. Nel momento in cui il portiere avversario si appresta a calciare i difensori scapperanno verso la linea dellarea di rigore allo scopo di intercettare la palla. Se il rilancio viene effettuato centralmente, solitamente si cerca una torre per il controllo o la spizzata lunga o esterna, mentre se la direzione del rilancio esterna si cerca un giocatore che ha come caratteristica principale la velocit abbinata ad una buona capacit nel saltare luomo. In entrambi i casi il portiere deve leggere la situazione e chiamare i compagni alla corretta posizione e marcatura evitando che pi uomini vadano a saltare contemporaneamente sullo stesso avversario.

    Rimessa laterale (fig.2).

    Nel caso di rimessa laterale effettuata nei pressi dellarea di rigore, il portiere deve mantenere una posizione centrale rispetto alla porta, pronto ad intervenire nel caso si sviluppasse una situazione di cross. Solitamente in fase di attacco si cerca di organizzare una rapida manovra che con pochi passaggi porta a liberare un uomo per il cross dal fondo o dalla . In questo caso il portiere deve essere bravo a leggere lo sviluppo dellazione ed a organizzare i compagni della difesa nel modo migliore, assicurandosi che i destinatari dei traversoni siano debitamente controllati. Diverso, e molto pi pericoloso, il caso in cui lavversario che batte la rimessa laterale dotato una lunga gittata. Spesso si cerca di sfruttare questa caratteristica facendo indirizzare la palla nella zona che va dal primo palo al limite dellarea piccola. Lo scopo quello di cercare la testa di un giocatore abile a spizzare la palla verso il centro

    area o verso il secondo palo. Ulteriore obiettivo pu essere quello di controllare la sfera e cercare una situazione di possesso nei pressi della porta. In questo caso il portiere prima che la palla venga rimessa in gioco deve assumere una posizione stretta (A) allo scopo di poter intervenire in uscita alta nel caso la traiettoria lunga o lenta lo permetta. Nel caso in cui debba rinunciare indietregger di qualche passo avendo cura di non farsi trovare con i piedi in direzione della palla, ma girati verso il campo (B). Questa postura gli permette di essere pronto ad intervenire con una uscita in avanti nel caso la spizzata sia centrale o con un intervento a recuperare se la spizzata lunga. Nel caso non fosse

    possibile luscita la postura evidenziata permette una rapida presa di posizione per replicare alla eventuale conclusione diretta.

    Calcio dangolo. Il calcio dangolo sta diventando una situazione sempre pi complessa da gestire in fase difensiva. I numerosi giocatori che intasano larea applicando blocchi, veli e finte complicano sempre pi luscita al portiere. In aggiunta i corner vengono spesso calciati con traiettorie veloci e imprevedibili a uscire, a rientrare o a scendere.

    Fig. 2Fig. 2

    AB

    Fig. 3Fig. 3

    EP

    CB

    AD

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    I giocatori che nella nostra analisi (vedi fig.3 a pagina precedente) sono sempre utilizzati e difendono a zona sono: luomo sul palo (A) e luomo corto (B). Questi due giocatori hanno il compito di intercettare i corner con traiettoria tesa o che cadono nella zona di loro competenza. Questa la zona del I palo dove il portiere maggiormente in difficolt per intervenire a causa del minor tempo a disposizione e dei giocatori che si buttano dentro con la speranza di

    intercettare in anticipo la palla. Questi rispetto al portiere hanno il vantaggio di poter anticipare lazione e andare con la speranza che la palla arrivi nella loro zona. Il portiere invece, prima di decidere se intervenire deve valutare parecchie componenti e comunque non pu anticipare la partenza della palla (vedi articoli precedenti sulle uscite alte) rimanendo in una situazione di svantaggio. Come confermato anche dalle statistiche, che indicano come il 67% dei gol scaturiti da calcio dangolo derivano da palloni colpiti nella zona avanzata, che va dal palo allarea piccola. Il portiere deve pretendere che la palla indirizzata in quella parte di campo ad altezza uomo venga intercettata dai due compagni che forniscono la copertura. (Fig.4 a fianco)

    Passiamo ora ad esaminare i vari compiti della difesa mista che devono sempre essere verificati dal portiere prima che venga calciato langolo.

    UOMO SUL PALO (A) In posizione di partenza deve sentire con la mano il palo e rimanere il pi esterno possibile (A). Nel caso non possa intervenire sulla palla deve scivolare a difendere la porta assumendo una posizione leggermente avanzata dalla linea di porta riducendo cos la luce della stessa (A1). Nel caso la palla fosse intercettata o respinta da un compagno deve essere veloce a salire con la linea difensiva. Se gli avversari effettuano un scambio basso luomo che deve uscire a contrastare il portatore di palla, se invece lo scambio fosse alto scivola al posto delluomo corto che deve essere mandato a contrastare il portatore di palla ed alzare la linea difensiva (A2). (Fig.5) UOMO CORTO (B) Deve essere posizionato a circa 50 cm oltre la linea del palo ed estremamente importante che assuma una postura di 45 (B) che gli permette di vedere oltre che la zona della palla anche la zona centrale dellarea allo scopo di prevenire eventuali avversari che tentano lanticipo sul primo palo. Nel caso di scambio basso, effettua uno scivolamento (B1) verso il primo palo a coprire luscita del compagno mentre, nel caso di scambio alto esce a contrastare il portatore di palla. (Fig.6) Altri ruoli che possono essere definiti in una copertura mista a seconda delle caratteristiche della squadra, del portiere o degli avversari, sono: il

    Fig. 4Fig. 4

    ZONA NON DICOMPETENZADEL PORTIERE

    A

    B

    Fig. 5Fig. 5

    A2

    A1

    A

    Fig. 6Fig. 6

    BB1

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    libero, luomo sul secondo palo e luomo ai 9,15. LIBERO (C) vedi fig.3 E solitamente il compagno pi abile in acrobazia ed ha il compito di andare alla caccia della palla senza alcun vincolo di zona o uomo e staziona prevalentemente a centro area. Nel caso il portiere chiami la palla, a seconda della posizione in cui si trova, deve proteggerne luscita allargando le braccia, facendo blocco sugli avversari che stanno accorrendo oppure deve prendere posizione al centro della porta in sostituzione del N.1 UOMO SUL SECONDO PALO (D) vedi fig.3 Se il portiere ha una discreta abilit in uscita non la ritengo una zona indispensabile come quella del primo palo. Se invece il portiere non si sente sufficientemente sicuro pu richiedere la presenza di un compagno allaltezza del secondo palo, in linea con lo stesso e con larea piccola. Questi ha il compito di intercettare palloni lunghi per i saltatori posizionati in quella zona. Nel caso la palla non entri nella zona di sua competenza deve scivolare a difendere la porta assumendo una posizione appena oltre la linea in modo da ridurre la luce della porta. Anchesso deve essere veloce a salire ed accorciare la linea difensiva nel caso la palla fosse intercettata da un compagno. UOMO AI 9,15 mt (E) vedi fig.3 Se gli avversari sistematicamente effettuano una battuta bassa o uno scambio corto con lo scopo di arrivare al cross corto o alla conclusione diretta diventa necessario posizionare un compagno nella zona dei 9,15. Questi ha il compito di intercettare il cross basso o di attaccare il portatore di palla. In questa situazione deve essere immediatamente aiutato da uno dei due compagni presenti nella zona corta per ovviare alla situazione di 2 vs 1. Il portiere deve leggere la situazione chiamando la pronta uscita del compagno. PORTIERE (P) vedi fig.3 Il portiere a seconda dellavversario che calcia avr una posizione pi o meno avanzata. Se da destra calcia un destro la traiettoria potrebbe pi facilmente risultare a rientrare, perci deve assumere una posizione pi coperta, mentre se calcia un sinistro la traiettoria a uscire perci pu assumere una posizione pi aggressiva difendendo maggiormente lo spazio. Le stesse considerazioni valgono per il lato opposto. Una volta partito il cross, qualora il portiere ritenga di non poter effettuare luscita, deve indietreggiare sulla linea di porta allo scopo di avere uno spazio (e di conseguenza un tempo) maggiore per effettuare la parata, anche se questo va discapito di un ampliamento dello specchio di porta da difendere. Nel caso un avversario si posizioni davanti al portiere per disturbarne il movimento di uscita, lestremo difensore deve chiamare un compagno che lo prenda in consegna dal lato della porta spostandolo e fungendo da cuscinetto tra lavversario e il portiere stesso.

    Calcio di punizione. I calci di punizione possono essere di 3 tipi: diretti; indiretti (da fuori area); indiretti, in area di rigore. A seconda della zona da dove sono calciati possono essere centrali o laterali. Dalla zona centrale solitamente si cerca la conclusione diretta in porta, da quella laterale si effettua pi spesso un cross verso larea. In entrambe le occasioni possibile che venga effettuato uno schema con lo scopo di liberare un uomo davanti al portiere o per la conclusione diretta. Conoscere e prevedere tutti gli schemi impossibile, i pi comuni sono abbastanza leggibili e possono essere facilmente prevenuti applicando attenti controlli. A seconda della zona e della distanza dalla porta, del numero di avversari che sono in zona tiro, delle situazioni atmosferiche (vento, sole, pioggia ecc) il portiere deve disporre la barriera, con lo scopo di ridurre al tiratore la luce della porta, o costringerlo ad effettuare un cross pi lontano dalla stessa. Molto spesso le contromisure per i calci di punizione diretti e quelli indiretti fuori area sono le medesime. Nel caso la punizione sia laterale indiretta e sulla palla ce un solo avversario che calcia con il piede opposto la lato del portiere, questi pu assumere una posizione pi alta allo scopo di difendere maggiormente lo spazio, in quanto si presuppone che la palla venga calciata con una traiettoria a uscire. Esaminiamo ora le varie fasi dei calci di punizione continuando lanalisi dei compiti del portiere.

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    UOMO SULLA PALLA Non appena viene commesso il fallo, il portiere deve invitare lautore dello stesso o un compagno che si trova nei pressi ad andare sul pallone, o comunque ad una distanza che permetta di evitare una rapida battuta della punizione. Il fattore sorpresa per i difendenti estremamente pericoloso in quanto farsi trovare impreparati e mal posizionati porta al maggior rischio di subire il goal. Le proteste nei confronti dellarbitro oltre ad essere inefficaci e poco etiche, rischiano di fare perdere la concentrazione sia al singolo che alla squadra. In questo caso il compagno deve essere immediatamente richiamato a riprendere la posizione e la concentrazione necessaria. BARRIERA Prima di spostarsi sul palo per posizionare la barriera, il portiere, deve accertarsi, chiedendo allarbitro se gli avversari hanno gi chiesto la verifica della distanza e se il gioco pu riprendere solo dopo il suo fischio. Se queste condizioni non sono verificate il portiere deve mantenere la posizione corretta sulla bisettrice rispetto al pallone. Nel caso in cui larbitro dica fischio io il portiere pu a questo punto spostarsi per posizionare la barriera nel minor tempo possibile. Lesecuzione di questa procedura evita al N.1 di essere colto fuori posizione da una eventuale battuta a sorpresa della punizione. Nella composizione della barriera abbiamo gi accennato come il primo e lultimo uomo rivestano un ruolo importante.

    Il primo uomo deve essere molto sveglio e rapido nel comprendere i comandi di disposizione del portiere, al fine di evitare che larbitro fischi la ripresa del gioco prima che il portiere abbia terminato di organizzare la difesa e si sia riposizionato correttamente in porta. I difensori hanno il compito di controllare gli avversari nei pressi o dentro larea di rigore, perci non devono mai essere utilizzati nella composizione della barriera. PUNIZIONI CENTRALI Il portiere deve limitare lo specchio della porta al tiratore e difendere il proprio lato. Per fare ci dispone una barriera di uomini Generalmente la barriera viene disposta dal portiere posizionando il primo uomo che la compone. La posizione che assume il primo uomo deve essere allesterno della linea immaginaria che

    unisce la posizione della palla al primo palo (disposizione fuori dal palo). Una barriera ben posizionata permette al portiere posto accanto al primo palo di vedere la palla tra il primo e il secondo uomo della barriera stessa. La composizione nel limite del possibile deve essere fatta dagli uomini pi alti della squadra e comunque il secondo e il terzo devono essere i componenti della barriera dalla statura pi elevata. Lestremo difensore non deve esagerare nel predisporre barriere composte da un numero elevato di giocatori. Una barriera troppo lunga obbliga infatti il portiere a stare trop