0 DIDATTICA SPECIALE SILSIS - Istituto Professionale ... risposta viene dalla riflessione del gruppo...

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con diapositive di Irene M.Buzzi e di Primarosa Bosio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO- SILSISMI Scuola Interuniversitaria Lombarda di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario – Sezione di Milano DIDATTICA SPECIALE Irene Menegoi Buzzi-Donato Anno 2006/07

Transcript of 0 DIDATTICA SPECIALE SILSIS - Istituto Professionale ... risposta viene dalla riflessione del gruppo...

con diapositive di Irene M.Buzzi e di Primarosa Bosio

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-SILSISMI

Scuola Interuniversitaria Lombarda di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario – Sezione di Milano

DIDATTICA SPECIALE

Irene Menegoi Buzzi-Donato

Anno 2006/07

Obiettivo:Individuazione delle condizioni da garantire per

una scuola efficace

Efficacia della scuola: successo formativo per tutti gli alunni nel gruppo

Confrontiamoci

BRAINSTORMING:

lessico e idee

Questioni di lessicoQuestioni di lessico......((nella normativanella normativa))

…anormali…(1860)

…minorati...

…handicappati…

…in situazione di handicap...

…con bisogni educativi specifici...

…diversamente abili...

…con disabilità, disabili…(2006)

Ma chi sono questi alunni?

• DEFICIT: dato prevalentemente stabile dovuto alla patologia

• Da conoscere per accettarlo

• HANDICAP: Dato variabile, difficoltà dovuta all’interazione fra deficit e contesto

• Da conoscere per ridurlo

Diversamente abili

Diversamente abili, è oggi un termine usato con troppa disinvoltura : questa parola rappresenta un progetto, una sfida, una provocazione e non può essere un regalo, non ci si può permettere di attribuire una diversa abilità a tutti, perché per qualcuno potrebbe essere anche una presa in giro. Esistono disabilità nelle quali la sofferenza di non scoprire la propria abilità èforte. E' una sofferenza che non può essere annullata per decreto o per nominalismo. Va rispettata condividendola nella ricerca di una diversa abilità, ma senza la certezza che tale ricerca arrivi al risultato.

A. Canevaro

•• La La complessità delle classicomplessità delle classi

•• La La didattica delladidattica della ““speciale normalitàspeciale normalità””

•• IntegrazioneIntegrazione//integrazioniintegrazioni

L’esperienza e la ricerca

L’integrazione degli alunni disabiliL’integrazione degli alunni disabili ((finofino a a pocopoco tempo tempo fafa i i solisoli ““diversidiversi”) ha ”) ha provocato provocato nella scuola italiana profondi mutamentinella scuola italiana profondi mutamenti a a

diversi livellidiversi livelli::

• culturaleculturale:: cultura dell’accoglienza e dell’integrazione invece che cultura della separazione; cultura della collaborazione tra pari invece che cultura della competitività esasperata

• professionaleprofessionale:: corresponsabilità e collaborazione tra docenti e con altre figure professionali

La complessità delle classi

• progettualeprogettuale:: proiezione verso il progetto di vita

• didatticodidattico:: attenzione ai bisogni individuali degli alunni, progettazione mirata, obiettivi cognitivi, di relazione, di autonomia, strategie didattiche differenziate (strumenti e materiali per le difficoltà di apprendimento), valutazione formativa e sommativa

•• nei rapportinei rapporti con le con le famigliefamiglie:: la famiglia come partner, non come utente o come cliente

•• nei rapportinei rapporti con con il territorioil territorio::interistituzionalità e attenzione all’ecosistema educativo

Tutto questo può renderla maggiormente Tutto questo può renderla maggiormente attrezzata di fronteattrezzata di fronte a a classi sempre piùclassi sempre più

““plurimeplurime”, ”, specchio fedele di una societàspecchio fedele di una società ad ad alto alto livello di complessitàlivello di complessità..

(da: Progetto “Mondi possibili”, in “Buone prassi di integrazione scolastica”, A. Canevaro, D. Ianes (a cura di), Erickson, Trento, 2001)

Quali strategieQuali strategie??

Ha Ha ancora senso attivare una didatticaancora senso attivare una didattica““normalenormale” (” (rivoltarivolta ad ad una classe percepita una classe percepita

sostanzialmentesostanzialmente come come omogeneaomogenea) con ) con qualche aggiustamento dovuto alla presenza qualche aggiustamento dovuto alla presenza

di casi problematicidi casi problematici??

La La ricerca legataricerca legata al al mondo dell’integrazione mondo dell’integrazione elaboraelabora i i concetti diconcetti di

-- inclusione inclusione

-- bisogni educativi specialibisogni educativi speciali

-- didattica delladidattica della ““speciale normalitàspeciale normalità””

La didattica della “speciale normalità”

Il concetto di inclusione

Il concetto di integrazione nel “senso comune” pedagogico/scolastico comporta una relazione asimmetrica, in cui un contesto accogliente e attento integra al proprio interno

una “diversità” che ne accetta le regole. Questa presenza giunge comunque a modificare anche profondamente, come

abbiamo visto, il contesto.

Il concetto di inclusione presuppone invece una relazione simmetrica tra pari: se siamo tutti diversi, ognuno con la

propria identità, quali relazioni potranno “tenere insieme” tutte queste diversità?

Una risposta viene dalla riflessione del gruppo Erickson, chepropone una “Pedagogia inclusiva” come capacità di risposta

a tutti i bisogni educativi.

Il concetto fondante di questa proposta è

il Bisogno educativo speciale BES

Il Bisogno Educativo Speciale (Special Educational Need) è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo ed

apprenditivo, espressa in un funzionamento (nei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell’Organizzazione

mondiale della sanità) problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale,

indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata.

(D. Ianes, Bisogni educativi speciali e inclusione, Erickson Trento, 2005), pag. 29)

In questa definizione è possibile secondo l’autore far rientrare tutte le molteplici e variegate difficoltà di apprendimento

presenti nelle classi oggi.

Il suo intento è quello di far riconoscere la pluralità dei bisogni nella assegnazione delle risorse, legate per ora solo alla

certificazione di situazione di handicap secondo le classificazioni mediche internazionali (ICD X, DSM IV).

La classificazione ICF, che dà conto del funzionamento di un soggetto in relazione al suo contesto, sembra dare la

possibilità di una descrizione più vicina ai bisogni della scuola.

Una osservazione degli alunni utilizzando il modello ICF permette di costruire un profilo della classe in relazione ai diversi Bisogni Educativi Speciali e di impostare quindi una

didattica della “speciale normalità”.

Cosa è l’ICF?• L’ICF è lo strumento

dell’OMS per classificare salute e disabilità

(Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute)

L’ICF in un codice standard crea un completo profilo della salute degli individui e della disabilità in tutte le aree della vita.

Elenca, inoltre, i fattori ambientali, caratteri del mondo, che possono influire sulla vita delle persone.

Dopo 10 anni di elaborazione, 191 stati membri dell’OMS hanno riconosciuto ufficialmente l’ICF.

Perché è stato necessario dotarsi di una nuova classificazione della salute?

In precedenzaSalute :”assenza di malattia”

AdessoSalute: “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”

La nuova definizione prende in considerazione oltre la salute fisica, anche quella psichica, nonché l’integrazione sociale.

Non valuta l’individuo in sé ma lo considera in rapporto dinamico ed interattivo con l’ambiente che lo circonda.

Come possiamo, modernamente, intendere uno stato di salute?

ESEMPI:• Salute è lavorare per permetterci di vivere in

maniera autosufficiente• Salute è poter studiare• Salute è poter partecipare a momenti collettivi di

vita religiosa• Salute è poter esprimersi sul piano artistico• Salute è muoversi in libertà• Salute è alimentarsi in modo autonomo• Salute è divertirsi in compagnia

Presupposto dell’ICF:

Qualunque essere umano, nella normale esperienza di vita, può sperimentare un

decremento della salute e una qualche disabilità

L’ICF non classifica le persone, ma descrive la situazione di ciascuna persona all’interno di una

serie di domini della salute

La parola handicap non sarà più utilizzata

La rivoluzione dell’ICF: un cambio culturale

Qualunque persona in qualunque momento della vita può avere una

condizione di salute che in un ambiente sfavorevole diventa

DISABILITA’

Cosa è la disabilità?• Risultato della interazione tra

condizione di salute + fattori ambientali

=DISADescritta a 3 livelli nell’ICF

1.Corpo2.Persona

3.Ambiente

Cosa è la disabilità?• Risultato della interazione tra

condizione di salute + fattori ambientali

=Descritta a 3 livelli nell’ICF

1.Corpo2.Persona

3.ambiente

ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL

FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITA’ E DELLA SALUTECapitoliFunzioni corporee

Funzioni mentaliFunzioni sensorialiFunzioni della voce e dell’eloquioFunzioni dei sistemi cardiovascolari, ematologico, immunologico, dell’apparato respiratorioFunzioni dell’apparato digerente e dei sistemi metabolico ed endocrinoFunzioni genitourinarie e riproduttiveFunzioni neuromuscoloscheletriche e correlate al movimentoFunzioni della cute e delle strutture correlate

Strutture corporeeStrutture del sistema nervosoOcchio, orecchio e strutture correlateStrutture coinvolte nella voce e dell’eloquioStrutture dei sistemi cardiovascolari, ematologico, immunologico, dell’apparato respiratorioStrutture correlate all’apparato digerente e ai sistemi metabolico ed endocrinoStrutture correlate ai sistemi genitourinari e riproduttiviStrutture correlate al movimentoCute e strutture correlate

ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL

FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITA’ E DELLA SALUTECapitoli

Attività e partecipazioneApprendimento ed applicazione delle conoscenzeCompiti e richieste generaliComunicazione MobilitàCura della propria personaVita domesticaInterazioni e relazioni interpersonaliAree di vita principaleVita sociale, civile e di comunità

Fattori AmbientaliProdotti e tecnologieAmbiente naturale e cambiamenti effettuati dall’uomoRelazioni e sostegno socialeAtteggiamentiServizi sistemi e politiche

°

Cambiamentonella funzione

corporea

Cambiamentonella struttura corporea

Funzioni e Strutture Corporee

Capacità Performance

Attività e partecipazione

Parte 1: Funzionamento e Disabilità

Fattori Ambientali Fattori Personali

Parte 2: Fattori Contestuali

ICF

ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL

FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITA’ E DELLA SALUTEStruttura

Performance

Classifica-zione

Parti

Compo-

nenti

Costrutti/

Qualifica-

tori

ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO,

DELLA DISABILITA’ E DELLA SALUTEINTERAZIONE TRA LE COMPONENTI

Condizione di salute(disturbo o malattia)

Funzione e Attività Partecipazionestrutture corporee

Fattori ambientali Fattori personali

RIFLESSI SULLA SCUOLA

Il team docenti deve ora definire il fabbisogno di risorse e progettare concretamente le attività per realizzare buone

prassi di integrazione e di inclusione

Integrazione: per gli alunni disabili

Inclusione: per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali

(sullo sfondo la differenza tra individualizzazione: strategie diverse per avvicinare il più possibile agli obiettivi comunie personalizzazione: diversificazione anche negli obiettivi, costruzione di un proprio percorso)

La soluzione pare essere quella della “speciale normalità”:

non scuole speciali; separate e segreganti

non scuola normale, insufficiente per una buona

integrazione

Ma...

Una scuola in cui l’ordinaria offerta formativa si arricchisce di specificità tecniche derivanti dalla

ricerca didattica “speciale”.

La “specialità” si dissolve all’interno delle normali prassi rendendole più efficaci

Quindi: normalità di relazioni e di attività, ma maggiore ricchezza ed efficacia rispetto ai vari BES

Lo stesso principio guida l’attivazione delle risorse necessarieper rispondere ai bisogni:

sempre prima la normalità, arricchita di quello che serve di specialità, e poi gradi successivi di specialità sempre maggiore,

se necessario, fino a risorse anche molto tecniche e speciali

(Nell’ordine: organizzazione scolastica generale, spazi e architettura, sensibilizzazione generale, alleanze extrascolastiche, formazione e aggiornamento, documentazione, didattica comune, percorsi educativie relazionali comuni, didattica individuale, percorsi educativi e relazionali individuali, ausili, tecnologie e materiali speciali, interventi di assistenza e aiuto personale, interventi riabilitativi, interventi sanitari e terapeutici: dal generale al particolare)

Integrazione/integrazioniQuesta proposta è molto ricca e stimolante, qualcuno però

teme che il centrare la didattica sulla risposta a tutti i bisogni educativi speciali possa frammentare l’azione della scuola,

ottenendo il risultato opposto rispetto all’integrazione.

Occorre tenere ben saldo il timone di una progettazione integrata “normale”, che ha come terreno comune i saperi e le competenze e che progetta a maglie larghe ricche esperienze

educative finalizzate agli apprendimenti.

Le due azioni sono parallele:

Analisi della situazione della classe

Progettazione degli apprendimenti

Il Il dibattitodibattito è è comunque apertocomunque aperto: : vediamo vediamo quali ulteriori stimoli possonoquali ulteriori stimoli possono venire venire dagli dagli

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