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stata edita a opera di Lin Wushu, e contenuta nel suo articolo "Dun- huang yishu 'Da Qin jingjiao xuan yuanben jing' kaoshi" (Note sul reperto di Dunhuang Libro della religione della Luce di Da Oin sul dis- velamento dell'Ongine), in [iuzbou xuekan (Chinese Culture Quarterly) 6 (1995), fascicolo 4, pp. 23-30. La riscoperta di questa riproduzione [o- tografica, passata inosservata per più di trent 'anni dalla sua pubbli- cazione", insieme alla prova di inautenticità dei documenti di Kojima'' cui questo manoscritto era stato impropriamente messo in relazione, ha permesso di ottenere un' affidabile trascrizione delle ventisei colon- ne dell'originale oggi disponibili. Su questa edizione si è basata dun- que la mia traduzione. Infine, le diverse trascrizioni del Dtscorso sul Dio uno (Yishen lun, testo C) e del Libro su Il' ascolto dei Messia (Xuting Mishisuo jing, te- sto D) presentano tutte numerosi punti oscuri e lacune interpretati- ve, anche legate all'inaffidabilità del testa in sé. Per questo le mie traduzioni si sono primariamente basate sull'edizione fotografica dei documenti, pubblicata in Giappone nel 193 1: Isshinron makidaisan; ]otei meishishokyo ikkan (The Cbinese Nestorian Scriptures: I, l shên lun; II, Hsü t'ing mi shih so ching), a cura di ToM bunka gakuin Kyôro kenkyüsho (The Academy of Oriental Culture Kyoto Insritute), Ma- ruzen, Kyoto 1931. Questa rara edizione fotografica dei testi è sta- ta recentemente riprodotta in Lin Wushu, Tangdai jingjiao zai yanjiu (New Re/lections on Nestorianism 0/ the Tang Dynasty), Zhongguo she- hui kexueyuan chubanshe, Beijing 2003, pp. 286-34 0. Tra le varie edizioni dei due documenti, quelle di Luo Xianglin hanno costituito occasionalmente un riferimento, sembrandomi proporre la punteg- giatura più ragionevole lO 8 In realtà nel I964 Enoki Kazuo aveva notato la fotografia, segnalandola in un sua articolo (cf. Enoki Kazuo, "The Nestorian Christianism in China in Mediaeval ti- me ta histo:-ical archaeological reserches", pp. 69-ï O ). L'impres- stone e pero che I'articolo dl Enoki non abbia attratto l'attenzione del monda acca- dernico, in quanta gli studiosi hanno continuato a usare il testa di Saeki nelle loro analisi e spiegazioni. 9 Si veda supra, pp. I54- I55. Cf. Luo Xianglin, Nestorianism in the Tang and Yüan Dynasties, pp. I94- 2I2. Testo A STELE DELLA DIFFUSIONE IN CINA DELLA RELIGIONE DELLA LUCE DI DA QIN! Memoriale encorniastico [inciso] sulla stele della diffusione in Cina della religione della Luce, con una presentazione introduttiva/, redatto da jingjing', religioso" del monastero di Da Qin". _ Adamo, presbitero e corepiscopo, p)apsi 6 dei Sinestan' . Si dice che [vi sia un Essere] eterno nella sua verità e quie- te, senza origine e al di qua di ogni inizio; insondabile nella sua Traduzione dei nove grandi caratteri incisi nel cartiglio contenuto nella parte deco- rativa che sovrasta la lastra di pietra con l'iscrizione del testa vero e proprio. Sull'origi- ne e sul significato della denorninazione geografica Da Qin, cf. supra, pp. 8I.-82. "L'iscriaione si divide in due parti: a una presentazione introduttiva dl caratter.e teologico-dottrinale segue la vera e propria storia della diffusione in Cina della reli- gione della Luce. ... .. . " . .. .. il due caratteri componenti il nome jingjing significano lur,run?so .e 'puro C Interessante notare come nel testa l'autore definisca sempre l religiosi cnsnani con il generico appellativo seng {i!i) usato solitamente nella l.etteratura cinese antica per indi- care i monaci buddhisti. Al titolo cinese seng, che prefensco tradurre, qUIe altrove nel te- sta con il senerico termine "religioso" piuttosto che con i più specifici "monaco" a "pre- titoli più dettagliati nella frasi in siriaco. Cf. supra: pp. I04-I05. j Su quest'espressione (Da Qin-si), con CUl veruva designara una chiesa a un mo- nastero cristiana nella Cina dei Tang, cf. supra, pp. II2-II4. .. 6 Questo termine, non attestato altrove nella letteratura siriaca, pare la trascnzione del titolo buddhista cinese fasbi itgrp (maestro della legge). Cf. supra, p. I04 e n. 8ï. "Quesra frase, accostata direttamente alla precedente, sembra la.tra- duzione in siriaco di quella: cosi Adamo (Adam) sarebbe il nome originale Sinestar, (0 più propriamente Sin) è denominazione Cina setrentriona- le (mentre la Cina meridionale era chiamata Masin), In corsivo e differenziara la tra- duzione delle porzioni di testa in siriaco.

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stata edita a opera di Lin Wushu, e contenuta nel suo articolo "Dun­huang yishu 'Da Qin jingjiao xuan yuanben jing' kaoshi" (Note sulreperto di Dunhuang Libro della religione della Luce di Da Oin sul dis­velamento dell'Ongine), in [iuzbou xuekan (Chinese Culture Quarterly) 6(1995), fascicolo 4, pp. 23-30. La riscoperta di questa riproduzione [o­

tografica, passata inosservata per più di trent 'anni dalla sua pubbli­cazione", insieme alla prova di inautenticità dei documenti di Kojima''cui questo manoscritto era stato impropriamente messo in relazione,ha permesso di ottenere un'affidabile trascrizione delle ventisei colon­ne dell' originale oggi disponibili. Su questa edizione si è basata dun­que la mia traduzione.

Infine, le diverse trascrizioni del Dtscorso sul Dio uno (Yishen lun,testo C) e del Libro suIl'ascolto dei Messia (Xuting Mishisuo jing, te­sto D) presentano tutte numerosi punti oscuri e lacune interpretati­ve, anche legate all'inaffidabilità del testa in sé. Per questo le mietraduzioni si sono primariamente basate sull'edizione fotografica deidocumenti, pubblicata in Giappone nel 193 1: Isshinron makidaisan;]otei meishishokyo ikkan (The Cbinese Nestorian Scriptures: I, l shên lun;II, Hsü t'ing mi shih so ching), a cura di ToM bunka gakuin Kyôrokenkyüsho (The Academy of Oriental Culture Kyoto Insritute), Ma­ruzen, Kyoto 1931. Questa rara edizione fotografica dei testi è sta­ta recentemente riprodotta in Lin Wushu, Tangdai jingjiao zai yanjiu(New Re/lections on Nestorianism 0/the Tang Dynasty), Zhongguo she­hui kexueyuan chubanshe, Beijing 2003, pp. 286-340. Tra le varieedizioni dei due documenti, quelle di Luo Xianglin hanno costituitooccasionalmente un riferimento, sembrandomi proporre la punteg­giatura più ragionevole lO•

8 In realtà nel I964 Enoki Kazuo aveva notato la fotografia, segnalandola in unsua articolo (cf. Enoki Kazuo, "The Nestorian Christianism in China in Mediaeval ti­me ac~ordi~g ta r~cent histo:-ical a~d archaeological reserches", pp. 69-ïO) . L'impres­stone e pero che I'articolo dl Enoki non abbia attratto l'attenzione del monda acca­dernico, in quanta gli studiosi hanno continuato a usare il testa di Saeki nelle loroanalisi e spiegazioni.

9 Si veda supra, pp. I54- I55.Cf. Luo Xianglin, Nestorianism in the Tang and Yüan Dynasties, pp. I94-2I2.

Testo ASTELE DELLA DIFFUSIONE IN CINA

DELLA RELIGIONE DELLA LUCE DI DA QIN!

Memoriale encorniastico [inciso] sulla stele della diffusione in Cinadella religione della Luce, con una presentazione introduttiva/, redattoda jingjing', religioso" del monastero di Da Qin". _

Adamo, presbitero e corepiscopo, p)apsi6 dei Sinestan' .

Si dice che [vi sia un Essere] eterno nella sua verità e quie­te, senza origine e al di qua di ogni inizio; insondabile nella sua

Traduzione dei nove grandi caratteri incisi nel cartiglio contenuto nella parte deco­rativa che sovrasta la lastra di pietra con l'iscrizione del testa vero e proprio. Sull'origi­ne e sul significato della denorninazione geografica Da Qin, cf. supra, pp. 8I.-82.

"L'iscriaione si divide in due parti: a una presentazione introduttiva dl caratter.eteologico-dottrinale segue la vera e propria storia della diffusione in Cina della reli-

gione della Luce. ... .. . " . .. ..il due caratteri componenti il nome jingjing significano lur,run?so .e 'puroC Interessante notare come nel testa l'autore definisca sempre l religiosi cnsnani con

il generico appellativo seng {i!i) usato solitamente nella l.etteratura cinese antica per indi­care i monaci buddhisti. Al titolo cinese seng, che prefensco tradurre, qUIe altrove nel te­sta con il senerico termine "religioso" piuttosto che con i più specifici "monaco" a "pre­sbi~ero", c~rrispondono titoli più dettagliati nella frasi in siriaco. Cf. supra: pp. I04-I05.

j Su quest'espressione (Da Qin-si), con CUl veruva designara una chies a a un mo-nastero cristiana nella Cina dei Tang, cf. supra, pp. II2-II4. . .

6 Questo termine, non attestato altrove nella letteratura siriaca, pare la trascnzionedel titolo buddhista cinese fasbi itgrp (maestro della legge). Cf. supra, p. I04 e n. 8ï.

"Quesra frase, accostata direttamente alla precedente, sembra v?~lia ess~re la.tra­duzione in siriaco di quella: cosi Adamo (Adam) sarebbe il nome originale dIJm~Jmg.

Sinestar, (0 più propriamente Sin) è l~ denominazione siriac~ de~a Cina setrentriona­le (mentre la Cina meridionale era chiamata Masin), In corsivo e differenziara la tra­duzione delle porzioni di testa in siriaco.

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spiritualità e immutabilità, Essere trascendente al di là di ognifine; il quale, disponendo del misterioso cardine del mondo, creae trasforma [ogrii cosa]'; Supremo Venerabile", [egli] ispira ognisantità - ma questo non è forse proprio Dio!", l'Essere trascen­dente della nostra Triunità", vero Signore senza origine?

Tracciando una croce", egli ha separato le quattro regioni dellospazio'"; suscitando 10 spirito primordiale!', ha dato origine aidue SOHP5. Le tenebre e il vuoto furono trasformati, e il cielo

8 Il verbo cine se qui usato è un termine tecnico, zaobua jêJt, che rimanda a un'i­dea fondamentale della cosmologia taoista. All'essenza originaria è attribuito il rnovi­mente del mondo che perpetuamente si rigenera e cambia costantemente: essa crea(zao) e trasforma (hua) ogni cosa con uri'operazione a doppia faccia (zaohua), in cui ilprocesso di organizzazione che genera qualche cosa non puè essere dissociato da quel­10 della trasformazione che suppone una disgregazione necessaria al rinnovamento. Inquesto binornio il pensiero cinese, in cui vi è il primato della trasformazione sulla crea­zione, si combina con il pensiero semitico che, al contrario, parla più in termini dicreazione che non di trasformazione. Tutte le espressioni usate in questo incipit del­l'iscrizione sono comuni nella letteratura taoista, e ricalcano le idee fondamentali del­l'antica cosmologia cinese.

9 Il termine cinese qui usato (zun ~) signifies "venerabile, degno di onore", ed èun titolo ricorrente sia nella tradizione taoista (riferito a Laozi), sia in quella buddhi­sta (riferito a Buddha); ricorre più volte nel testo.

'<1 Aluobe piiJiiJliiJ: calco fonetico in cinese della parola siriaca Alahii (Dio).11 L'aurore rende in cinese il concetto cristiano di Triunità con il termine sanyi-, letteralmente "tre-uno": questa è un'espressione che compare nella tradizione

taoista a indicare i Tre-uno, le tre dimensioni verticali del mondo: il cielo-une, la ter­ra-uno e l'uomo-uno.

12 La croce cosmica che fissa i quattro punti cardinali. Essa occupa un posto cen­trale nelle speculazioni cosmogoniche gnostiche, che l'autore dell'iscrizione dovevaben conoscere.

13Secondo la cosmologia cinese, 10 spazio - e quindi la terra - è quadrato, e si di­vide in quattro fang 1i, cioè "quaclranti", "settori", "orienti", corrispondenti ailequattro direzioni 0 punti cardinali: l'occidente, l'oriente, il settentrione e il mezzo­giorno. Tale dispositivo a croce ha al centro, come principio di ogni gerarchia, l'uni­tà, totalità e perno del totale: Dio appare dunque qui come il principio ordinatore del­10 spazio e suo fondamento.

"Cf. Gen 1,2: "spirite di Dio", "vente di Dio", che aleggia sulle acque nel vuo­to primordiale.

15L'aurore, con l'espressione erqi =~ (due soffi, due influssi) sembra qui riferir­si allo yin P§o e allo yang Il!il, le due forze, opposte e complementari, che interagisconoe costituiscono il fondamento dell'ordine universale. Secondo la cosmologia cinese, in­fatti, i soffi sono le materie-energie contenute allo stato potenziale e indifferenziatonella matrice originale, nel caos primordiale. Per il principio del tempo ciclico, que-

e la terra furono separati; il sole e la luna iniziarono a ruotare,e il giorno e la notte cominciarono ad alternarsi. Dopo aver for­giato e portato a compimento tutte le cose, creà il primo uomo:a lui diede, differenziandolo [dagli altri esseri viventi], ognibuona qualità in armonia e la custodia sulle rniriadi di creature".

La natura umana originaria era pura e umile, e il cuore [del­l'uomo], semplice e sereno, era nella sua essenza libero da pas­sioni disordinate. Ma venne Satana", il quale con la menzognaingannà la sua essenza pura: egli immise [l'orgoglio della] gran­dezza uguale [a Dio] al cuore di cio che era [vero] bene, e in­sinuè I'identità misteriosa all'interno di quello che fu male",In questo modo trecentosessantacinque eresie" iniziarono a sus­seguirsi e ad aprirsi le loro vie, intrecciando una rete di [varie]dottrine: alcune di esse indicarono cose materiali come signo­ri [da adorarej'"; altre portarono all'eliminazione della distinzio­ne tra essere e non-essere"; altre [indicarono] le preghiere e i sa­crifici come mezzi [sufficienti] per ottenere la benedizione; altriancora esaltarono la bontà [della natura umana] per ingannaregli uomini". L'uorno, con la sua conoscenza e il suo intelletto,si sforzà di operare un discernimento, ma i suoi pensieri e lesue intenzioni erano ormai stati resi completamente schiavi, el'uomo non poté più nulla. Il suo tormento e la sua angoscia di-

sta matrice a un cerro punto perviene a maturità e si lacera, dando origine a una bi­polarità (yin-yang) e liberando i soffi che si separano: i più leggeri salgono a formareil cielo, i più pesanti scendono a formare la terra.

"L'autore qui dimostra di avere ben presente il contenuto del racconto biblico diGen r , sul cui modello riassume in modo personale la creazione del mondo.

17Sadan ~9i: calco fonetico cinese della parola siriaca Satana.lSCf. Gen 3,5. Sull'interpretazione di questa che è una delle frasi più oscure del­

l'intera stele, si veda P. Pelliot, "Une phrase obscure de l'inscription de Si-ngan-Iou",in T' qung Pao II s. 28 (1931), pp. 369-3 ï8. . . .

19E evidente che questa cifra si ispira al numero dei giorni dell' anno, a indicare lapienezza.

2°Potrebbe trattarsi di culti idolatrici in generale, 0 anche di culti popolari ispira­ti al taoismo.

21Probabile allusione alla concezione buddhista della non-dualità.22Possibile riferimento al culro degli antenati e alla morale confuciana.

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vennero fuoco divorante; egli, sprofondato ancora di più nell'0­scurità, smarri definitivamente il cammino, e vagà a lungo in­capace di ritrovare la via del ritorno.

[Allora] il Radioso venerabile Messia", persona distinta dellanostra Triunità", spogliando [se stesso] e celando la sua veramaestà, venne nel mondo come uorno". Un angelo porto la be­nedizione a una vergine, che diede alla luce il Sant026 presso DaQin27. Un astro luminoso annuncià illieto evento, e dalla Persia,avendo scorto 10 splendore della stella, vennero a rendergli omag­gio con doni". Portando a compimento l'antica legge esposta

23Mishihe 5iJ;ME~: calco fonetico del siriaco (oppure del sogdiane, modellato sul si­riaco) MSi~a, che ricorre sempre in questa forma in tutto il testa della stele e anchenegli altri testi sino-cristiani (per cui non verrà ripetuta a ogni occorrenza la nota). Eil termine preferito in questi testi per designare Gesù Cristo.

24 Wo sanyi [ensben fl::c'-:J)-,§,f: espressione assai difficile sia dal punto di vistalinguistico che dell'interpretazione teologica. Per un resoconto della questione si ve­da R. Suter, "The Words san i fên shên in the Inscription on the Nestorian Monu­ment at Hsi-an fu". L'espressione fenshen (lett., "corpe divise") è utilizzata nel cano­ne delle scritture buddhiste per indicare uno dei tre corpi di Buddha, detto anche"corpo di trasformazione" (huashen ft~, termine cinese che traduce il sanscritonirmdnaledya), attraverso il quale Buddha si manifesta agli esseri senzienti al fine diistruirli e salvarli. In uno dei testi cristiani di epoca Tang è attestato un sinonimo,yingshen ~,§,f (cf. infra, testa B, p. 219, n. 24)·

2'Cf. Fil 2,6-ï.26Il termine sheng ~, in generale, descrive una figura centrale sia nella tradizione

confuciana che in quella taoista. Detto in modo molto sintetico, nel confucianesimoegli è il saggio che incarna ogni virtù a livello personale, relazionale e pubblico (il sag­gio sovrano ne è la mas sima concretizzazione storica, vertice di ogni saggezza); per iltaoismo il santo è l'espressione corporea, la manifestazione visibile del dao :@. invisi­bile, colui che partecipa pienamente del suo movimento, deI suo respiro. Nel nostrotesto, in cui il termine sbeng presenta ben quindici occorrenze, si riferisce per la mag­gior parte delle volte alla figura dell'imperatore, alcune volte a una più generale figu­ra di saggezza-santità, e una sola volta - qui - identifica il Messia. Per cercare unapiù possibile uniformità di traduzione, io ho reso sempre il termine con "santo", per­ché mi pare che il testo nella sua interezza rifletta maggiormente il pensiero e il lin­guaggio taoista, e inoltre perché le figure a cui fa riferimento sono presentate comefigure divinizzate: è necessario pero avvertire illettore che non vi è nessun riferimen­to qui al concetto cristiano di santità.

T Qui abbiamo un'ulteriore conferma del fatto che Da Qin dovrebbe in questi te­sti indicare il territorio della provincia siri ana dell'impero romano, di cui la Giudeaail' ep,?ca faceva parte.

2sE qui esposto in modo sintetico il racconto dell'incarnazione, annunciazione, na­seita di Gesù e visita dei magi (cf. Mt 1,18-2,12; Le 1,26-38 e 2,I-ï)· Interessante

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dai ventiquattro santi", egli insegnà come governare famiglia enazione secondo il sua grande piano. Stabili la nuova dottrinaineffabile, fondata sullo Spirito puro" della Triunità, per forma­re [l'uomo] alla virtù attraverso la retta fede". Definendo la nor­ma degli otto precetti", purifiee I'uorno dalla corruzione e 10[rijportè alla sua vera condizione. Aprendo le porte delle tre vir­tù costanti'", dischiuse la vita e aboli la morte. Sospendendo [nelcielo] il sole luminoso", distrusse la dimora delle tenebre. In que­sto modo tutti gli inganni del demonio furono annientati. Posto­si ai remi della barca della misericordia, ascese al palazzo dellaluce, e condusse nella traversata verso la salvezza [tutti] gli esse­ri animati". Avendo COS1 portato a termine la sua potente ope-

norare come nell'economia del racconro, un posro proporzionalmenre rilevante sia oc­cupato dall'episodio dei magi, ritenuti astrologi della Persia, terra di provenienza dialcuni degli stessi religiosi cristiani.

29 Il numero dei santi potrebbe corrispondere ai ventiquattro autori dei libri del­l'Antico Testamento.

30Jingfeng i'j1 )~: lett., "vente puro", indica 10 Spirito santo. Quest'espressione èpresente in altri testi del corpus nestorianum sinicum, quali quello dell'Inno di lode einuocazione alle tre Maestà della religione della Luce (cf. infra, testa B, p. 216) e del Di­SCOrSO sul Dio uno (cf. infra, testa C, p. 255). Nella letteratura cristiana in sogdiano èpe~altro ricorrente l'espressione equivalente Zpart-uidt (Spirito puro) per indicare 10Spirito santo.

3' In questo passaggio I'autore dà un'interpretazione interessante dei due Testa­menti, distinguendoli non soltanto nella loro origine, ma anche nella loro essenza. Perl~ri l'Ar;tico .Testamento, quello della "Iettera", è una guida per la vit a familiare e perl'orga~zzazlOne d~~a società e della nazione; il Nuovo Testamento, invece, leggemeffabile dello Spirito santo istituita dal Messia, guida l'individuo attraverso la fedee gli insegna a vivere.

32 Possibile allusione aile otto beatitudini (cf. Mt 5,3-10).33 Le tre virtù teologali (fede, speranza e carità) appaiono come l'interpretazione

più naturale..L'espressione cinese qui usata, sanchang '=:11\, ricalca quella confucianawu~hang ti'lil, "le cinque virtù costanti": bontà-benevolenza tren f=), giustizia-retti­tudine (yi '!'lt), cortesia-spirito rituale (li t~), conoscenza-saggezza (zhi {j'), sincerità­buona fede (xin lB).

:~ I) sole luminoso è verosimiImente immagine di Cristo (cf. Ml 3,20 e Eb 1,3),"~ esplicito ed evidente in queste frasi l'use di immagini e termini buddhisti per

descnvere la salvezza. Il Buddha, che ha per missione quella di condurre aIl'illumina­zione le coscienze, di portare gli esseri alla salvezza, 10 fa aiutandoli ad attraversaresu una barca l' oceano della vita umana: egli porta gli uomini dalla riva dell' esistenzaterrestre a quella dell'esistenza liberata, il nirvana. Inoltre Guanyin (in sanscrito Ava­lokitesvara), il bodhisattva della misericordia, nella tradizione buddhista è chiamato

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ra nell'ora meridiana ascese infine alla Verità". Egli lascio iv:ntisette libri della Scrittura", i quali espongono la grande tra­sformazione [da lui operata], abbattendo cosl i limiti della [vita]spirituale. La sua dottrina prevede l'immersione nell'acqua e nel­la Spirite", grazie alla quale l'uomo viene mandata dalle vanitàe purificato, ritrovando cost la sua purezza e il sua candore.

La croce che [i cristiani] portano come emblema unisce nellaluce i quattro orizzonti della terra", radunando insieme cio cheera disperse". Battendo il legno", diffondono un suono che in­cita alla bontà e alla benevolenza. Nelle loro cerimonie si vol­gono verso oriente, e avanzano rapidamente sulla via della vitae della gloria. Si lasciano crescere la barba in segno delloro mi­nistero pubblico, e si rasano la sommità del capo per ricordare

con l'appellativo "barca della rnisericordia". Questa espression~ è presente anche nell'al­tro testo qui tradotto, l' Inno di iodee inuocazionealle treMaestti del~ rel:gton~ d~lla .Luce.

36 Si tratta qui in modo evidente dell' ascensione, anche se non e chiaro iI.rifen:nen­to temporale all'ora meridiana. Nell'uso taoista e buddhista il termi~e zhen J\,. q;u tra­dotto con "Verità" indica la condizione, raggiunta attraverso la coltivazicne dl se, del­10 stato di perfezione, immortalità, divinità. Attraverso l'utilizzo di questo termine,dunque, viene qui sottolineato il ritorno del Figlio nella divinità della Triunità, .

" Sembra evidente l'allusione ai ventisette libri del Nuovo Testamento, tuttaviale scarse conoscenze che tuttora possediamo sulla costituzione del canone nella chie­sa siro-orientale non ci permettono di verificare con certezza questa ipotesi. Già ~alv secolo doveva essere in usa un testo "ufficiale" delle sacre Scritture, detto Peshit­ta, che comprendeva tutti i libri del Nuovo Testamento eccett? l~ Secon~a lette.r:a diPietro. la Seconda e la Terza lettera di Giovanni, la Lettera dl Gmda e I'Apocalisse;resta tuttavia difficile dire se e come questo canone fosse modificato nei territori dimissione quale quello cinese.

;sCf. Gv 1,33 e 3,5·;9 La croce, simbolo radioso della redenzione, ha qui un significato di carattere so-

prattutto cosmologico. . . .4" lnizia qui una breve esposizione descrittiva dei religiosi cnsnarn siro-oricntali,

non menzionati pero nel testo cine se come soggetto esplicito di queste frasi. .Cl Al posto delle campane, nelle chiese d'oriente si adottava una tavola sospesa dl

legno (detta simandre, in siriaco niïqosii) o.di ferro, percossa con un martell~,perbat­tere le ore della preghiera. Cf. Tommaso di Marga, Libro dei supenorz 2,3 2: .E quan­do il sacrestano si alzè per battere la tavola di legno e radunare la congregazione perl'ufficio della notte __ .". Willem van Rubroek, nel suo Viaggio nell' impero dei monge­li 24, spiega il rifiuto delle campane presso la chiesa d'oriente corr:e necessità di dif­Ierenziarsi dai buddhisti, i quali "hanno grandi campane, come r;01; è per questo mo­tivo, penso, che i cristiani d'oriente non ne hanno voluto avere".

che non hanno passioni interiori". Non tengono servi né servepressa di sé, e considerano sulla stesso piano gente altolocata egente di umili origini, Non accumulano beni né ricchezze, of­frendo loro stessi un esempio di radicale rinuncia. Completano iloro digiuni con l'isolamento e la meditazione: rendono salda laloro disciplina attraverso la quiete e la vigilanza". Sette volte algiorno cantano lodi liturgiche, in una grande intercessione per ivivi e per i morti. Una volta agni sette giorni celebrano il culto",purificando illoro cuore e restituendogli coslla sua purezza.

Questa via vera e immutabile è trascendente e difficile da de­finire con un nome; tuttavia la sua efficace azione si manifestain modo cosl luminoso che, sforzandoci di descriverla, la chia­meremo con il nome di religione della Luce:". Ma la via da solasenza [l'azione di] un santo non potrebbe diffondersi, e [cosipure] un santo senza la via non potrebbe raggiungere la [vera]grandezza. Soltanto quando la via e il santo si congiungono come[1e due parti di] un accorda, il monda è istruito e illuminato.

Quando Taizong" (627-649), imperatore dalle calte virtù, inau­gurà il sua regno glorioso e splendido, si rivelà un saggio illu­minato nel governo del sua popolo. [A quel tempo] nel regno di

'2 La tonsura, introdotta con la riforma monastica di Abramo di Kaskar, era unacaratteristica peculiare del monachesimo siro-orientale. Cf. Tommaso di Marga, Librodei superiori 104.

43 E abbondante in queste frasi l'uso della terminologia buddhista per definire lepratiche ascetiche dei monaci cristiani, quali il digiuno, la meditazione, l'esichia e lavigilanza dei pensieri.

"' [ian ;:i:;: termine cultuale specifiee che indica il sacrifieio senza offerts di anima­li uccisi, sostituiti in genere da offerte di eibi.

45 Il testo qui ricalca il tema dell'indefinibilità del dao cosi come è espresso nel Dao­dejing 25' "10 non ne conosco il nome, ma la designe con [il nome di] 'via'. Se fossi co­stretto a nominarla, la chiamerei 'grande'". Cosi come del dao (via) non si conosce il ve­ro nome (ming ;g), perché esso sfugge a qualsiasi definizione 0 c1assificazione, e se si cer­ca nella misura dei possibile (qiang ~§i) di definirlo più esattamente 10 si puè definire so­lo per mezzo della qualità descritta dai suoi effetti, anche il dao dei cristiani non puè es­sere definito nella sua natura assoluta, ma soltanto nella sua man.ifestazione effettiva.

-16Taizong fu il secondo imperatore della dinastia Tang dopo Gaozu (618-626). Ini­zia qui la parte storica dell'iscrizione, resoconto della d.iffusione e ricezione del cri-

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Da Qin vi era [un uomo di] virtù superiore, chiamato Aluoberi",il quale, avendo scrutato i segni delle nuvole azzurre, prese [consé] le vere scritture, e avendo esarninato le note musicali dei ven­ti, attraversà difficoltà e pericoli": nel nono anno dell'era Zhen­auan" (635) egli arrivà dunque a Chang'an. L'imperatore inviàil suo ministro di stato, il duca Fang Xuanling", con la guardiaimperiale nel quartiere occidentale della città per accogliere ilvisitatore e introdurlo a palazzo. [L'imperatore] feee tradurrele scritture nella biblioteca [imperiale] ed esaminà attentamen­te quella via [all'interno] delle porte proibite: egli giunse COS!

a essere profondamente convinto della fondatezza e della ve­rità [di quella dottrina], e diede speciali ordini affinché essa po­tesse essere propagata. D'autunno, nel settimo mese deI dodiee­simo anno dell'era Zhenguan (638), fu promulgato il seguenteeditto imperiale":

"La via non ha un nome immutabile, il santo non ha un'appa­renza corporea irnmutabile": ogni regione della terra ha il suo pro­prio insegnamento religioso, [COS! che] tutti i viventi possano e~~

sere condotti misteriosamente alla salvezza. Il Grande virtuose"

stianesimo siro-orientale in Cina attraverso i diversi atteggiamenti degli imperatoriTang nei confronti di questa religione. . .. . . .. . •

"c Trascrizione fonetica cinese di un nome propno sinaco, la CUl identificazione edifficile. Molte ipotesi sono state avanzate .nel temp?: cf. s~p:a, pp .. I02-I03.

-<8 Immagini attestate nella Ierteratura emese ant1~a. qUI ln part1cola:-~ esse sem~

brano ricalcate su quelle contenute nellopera geografica, ln gran parte rrutica, Hamelsbizbou ji (Note sulle dieci regioni al di qua dei mari), attribuita a Dongfang Shuo(I54-93 a.C.). . .

J9 Nella tradizione imperiale cinese, ogni imperatore sceglie I?er il suo regn? uno 0

più nianhao -:r~ (titoli di regne); Taizong ebbe come uruco titolo quello di Zhen-guan, che egli adortè fin dal suo primo anno.di regno.. . .

50 La figura di Fang Xuanling (578-648) e attestata ln diverse op~e stonche: cf.Xin Tang shu (Nuovi annali dei Tang) 96; Jiu Tang shu (Vecchi annali dei Tang) 66;Tang liezbuan (Biografie dei Tang) 21. .. . .. . .

51 Il testo di questo editto è riportato, con lieVIvanaziom, ln Tang buiyao (Istitu-zioni dei Tang) 49.IOII-I012. . .

52 Cf. Daodejing I: "La via che si pua intraprendere non è una via eterna; il nomeche pua essere nominato non è un nome eterno".

55 Sul significato di questo titolo, cf. infra, p. 20I, n. 67.

Aluoben, deI regno di Da Qin, è venuto da molto lontano perpresentare le scritture e le immagini" [della sua religione] nellanostra suprema capitale. Avendo esaminato attentamente lanatura deI suo insegnamento, [abbiamo trovato che esso] è

non-azione" misteriosa; avendo valutato i suoi elementi essen­ziali, [abbiamo concluso che essi] riguardano le esigenze fonda­mentali della vit a umana e deI suo perfezionamento. Il suo lin­guaggio è semplice e scarno, e i suoi prindpi permangono anchedopo che è passata l'occasione per i quali erano stati stabiliti".[Questo insegnamento] conduee alla salvezza [tutte] le creatu­re, e [da essa] traggono benefici [tutti] gli uomini. Sia conees­sa [dunque] la sua diffusione nei territori dell'impero, e le au­torità [religiose] competenti costruiscano dunque un monaste­ro di Da Qin nel quartiere Yining" della capitale, e ordininocome monaci ventun persone".

La virtù dell'illustre casato di Zhou si era ormai estinta, eil cocchio nero si era ormai levato verso occidente"; ma con la

" Jingxiang ~~ I%:: quest'espressione è frequente nelle scritture buddhiste in cinese,dove si registra spesso il ritorno di monaci cinesi dall'India, portando con sé "scritturee immagini". Quesro topos letterario buddhista potrebbe dunque essere stato ripresodall'autore del testo della stele.

55 Qui è usata la celebre espressione taoista wuwei i!\\is, la "non-azione", princi­pale caratteristica del dao (via): "Il dao costantemente non interviene, eppure non v'ècosa che non sia cornpiuta" (Daodejing 37). E difficile da tradurre sinteticamente: ioho scelto di tradurre l'espressione letteralmente, con l'attenzione da parte dellettorea non recepirla in senso negativo.

56 L'espressione metaforica qui usata (li you wang quan ;!l'LS~) ricalca una fra­se contenuta nel Zhuangzi 26: de yu wang quan 11jli$.:S~, che significa "dimenticare larete dopo aver preso il pesee".

57 Questo quartiere era situato nella zona nord-occidentale della capitale, non di­stante dal palazzo imperiale.

58 Due espressioni figurate per dire, nell'intenzione dell'autore, la decadenza mo­rale cui era giunto I'irnpero prima dell'instaurazione della dinastia Tang. Il casato delduca di Zhou (770-727 a.C.) nel pensiero cinese fu sempre considerato, dall'esaltazio­ne che ne fece Confucio in poi, l'''età dell'oro" in cui la virtù e la morale erano per­fettamente incarnati nel governo della nazione. L'irnmagine del carro che ascende Ver­so occidente è un chiaro riferimento alla mitica scomparsa di Laozi su di un carro gui­dato da un bue neto. Anch'essa, insieme alla precedente, indica l'assenza prolungatain Cina di una dottrina morale capace di guidare il popolo.

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grande dinastia Tang la via tornè a risplendere, allorché la brez­za della religione della Luce" soffià verso oriente. Alle autoritàcompetenti fu inoltre ordinato di produrre un ritratto dell'im­peratore e di collocarlo sul mura del monastero: la sua bellezzaceleste apparve cosi nei suoi brillanti colori, il suo splendore siirradia sulle porte [del ternpio] della religione della Luce; le suefattezze esercitarono una benefica influenza e illuminarono ineterno sul dominio della dottrina.

Secondo la Descrizione illustrata delle terre occidentali'" e leopere storiche delle [dinastie] Han e Wei, il regno di Da Qin asud è lambito dal mar dei coralli, a nord si estende fino ai montidegli innumerevoli tesori, a ovest guarda verso la terra degli im­mortali e le fores te fiorite, e a est lambisce i forti venti e le de­boli acque. Quel paese produce tessuti che si lavano nel fUOC061

,

profumo che risveglia l'anima, perle lucenti come la luna e gemmeche risplendono nella notte. Per quanto riguarda i costumi, [là]furti e rapine sono sconosciuti, e tra gli uomini regnano la fe­licità e la pace. Al di fuori della religione della Luce non sonodiffuse altre dottrine, e non vi sono sovrani che non siano go­vernanti virtuosi. Il suo territorio è vasto ed esteso, e le rea­lizzazioni della sua civiltà splendide.

Il grande imperatore Gaozong (650-68}) segur il predeces­sore nella sua riverente deferenza: dando lustro alla vera reli­gione, egli fece erigere monasteri della religione della Luce inogni prefettura, e inoltre onoro Aluoben conferendogli il tito­10 di Grande signore della dottrina, Guardiano del regno. [Cosi]quella dottrina si diffuse nelle dieci province'", e le benedizioniscesero abbondanti su [tutto] il paese. Monasteri sorsero in

5' Qui e in altri passi successivi ricorre il solo determinante jing ~ (luce, lumino­sol, indubbiamente riferito a jingjiao :lll:~ (religione della Luce): per rendere più chia­ra la traduzione ho scelto di sciogliere ogni volta !'espressione.

"'L'opera geografica Xiyu luji fu composta da PeiJu intorno al 605, poi andà perduta.61Si tratta di tessuti d'asbeste (amiante)."'In quest'epoca l'impero era diviso in dieci unità amministrative.

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tutte le città e in ogni famiglia abbondarono le benedizioni ac­cordate dalla religione della Luce.

Nell'era Shengli'" (698-699) i buddhisti, sfruttando la loro po­sizione di forza, alzarono la voce [contro la religione della Luce]nella capitale orientale di Zhou, e alla fine dell'era Xiantian'"(712) alcuni uomini inferiori derisero e diffarnarono'" [quellareligione] nella capitale occidentale di Hao66

. Ma ci furono [uo­mini] quali il capo dei religiosi Luohan e il Grande virtuosojilie'", uomini di nobile stirpe nelle regioni dell'oro", eminen-

(,; L'aurore qui passa a un periodo di regno successivo, dorninato da grandi disor­dini. L'imperatore Zhongzong, successore legittimo di Gaozong, ne! 684 fu destitui­to dalla concubina Wu Zetian, da lei sostituito con un altro Iiglio, Ruizong, per poidi fatto regnare lei stessa come imperatrice, fino al ï05, anno in cui l'erede legittimoal trono Zhongzong riprese il suo potere.

&' Nei trent'anni compresi tra il 683 e il ïr2 la religione della Luce dovette affron­tare effettivamente molte ostilità, sia perché i buddhisri erano privilegiati dall'impe­ratrice Wu, sia perché nei successivi regni di Zhongzong (ï05-ï09) e Ruizong (ïro-ïr 2)i taois ti Iurono molto influenti a corte.

65 L'espressione xiashi ri: ricorre in Daodejing 4r, dove cosi è descritto !'atteg­giamento degli uomini nei confronti della via: "Quando colui che eccelle sente parla­re della via, riesce con Iarica a percorrerla. Quando un comune morrale seme parlaredella via, talvolta la coglie, talvolta la perde. Quando un uorno inferiore sente parla­re della via, si fa grandi risate".

00 Fra le stravaganze cornpiure dall'imperatrice Wu Zetian ci fu quella di cambia­re il nome della dinastia Tang in Zhou, con riferimento alla mitica dinastia dell'anti­chità cinese, creando anche una seconda capitale, Luoyang, denominata capitaleorientale di Zhou; l' antica capitale Chang'an assunse in questo periodo il nome di ca­pitale occidentale di Rao, nome che aveva la capitale al tempo de! mitico re WU(II n-II r6 a.C}, fonda tore della dinastia Zhou.

6; Anche ne! caso di questi nomi trascritti in cinese è difficile risalire agli origina­li siriaci. Luohan è stato da molti identificaro con Abraham (Abramo), mentre Jiliesembra possa essere il corrispettivo cinese di Gabri'el (Gabriele). Jilie è definito, co­me precedentemente Aluoben, dade :*:t~ (Grande virtuose, traduzione de! sanscritobbadantai, espressione usata dai buddhisti cinesi e che potrebbe tradurre il titolo cri­stiano di vescovo, come sembra dalla corrispondenza tra cinese (dade) e siriaco (epis­qopd) in un nome contenuto nella lista di religiosi presente alla fine dell'iscrizione.Luohan è invece preceduto dall'appellativo sengsbou f~1'if (capo dei religiosi), che po­trebbe corrispondere al tirolo cristiano di arcidiacono.

loSResta misteriosa la regione che quest a espressiorie idenrifica, forse la Battriana.Il nome jinfang 1t}j è composto da jin, che significa generalmente anche metallo, edè uno dei cinque clementi (insierne a legno, acqua, fuoco e terra), associaro alla dire­zione (fang) ovest: l'espressione potrebbe allora indicare genericamente i territori aoccidente dell'impero cinese.

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ti religiosi elevati al di sopra delle cose mondane, i quali si uni­rono per intrecciare nuovamente la misteriosa rete e insiemeriailacciarono i nodi che erano stati sciolti.

L'imperatore Xuanzong (713-755), il Perfetto della via, ordi­no che il principe reale Ningguo e gli altri quattro principi reali'"facessero visita di persona agli edifici sacri e che vi [rilcostruis­sero gli altari'". Le travi della dottrina, che per un momento eranostate abbattute, furono erette nuovamente, e le pietre fondan­ti della via, che per un certo periodo erano state rimosse, fu­rono ricollocate nella loro giusta posizione. All'inizio dell'eraTianbao (742-755), [l'imperatore] diede ordine al generale GaoLishi di portare ai vari monasteri, e collocare alloro interno, iritratti dei cinque santi", insieme al dono di cento rotoli di seta.[In questo modo,] rendendo riverente omaggio di fronte aile ef­figi imperiali, è possibile raggiungere l'arco e la spada [degli im­peratori], nonostante la barba dei dragoni sia lontana; le loroprotuberanze solari diffondono luce tutt'intorno, e i loro volticelesti sono intimamente vicini [a chi li riverisce]",

'7 Il principe Ningguo era il fratello maggiore dell'i.mpe.ratore e gli alt~i principierano i fratelli minori, e tutti risiedevano nel palazzo Xingqing fatto costruire per 10-ro dall'imperatore, e nominato poco più avanti nel testo. . .

'0 Tancbang J1,i:b§: l'espressione indica, nell'architettura sacra ~mese, uno spazropiano, generalmente circolare e rialzato, destinato al ~ul~o, va!e a .dire una sorta dl al­tare. Qui il termine potrebbe essere stato usato per indicare il bema delle chiese cri­stiane siro-orientali: esso è una piattaforma recintata posta nel centro della navata,nella quale si trovavano due arnboni per la pr,?clamazio?,e de~e letture, un trono.peril vescovo e alcuni scranni per il clero, e al CUl centro VI era l altare v~ro e pro~no ..

;, Probabilmente Xuanzong e i suoi predecessori, 0 forse i cinque imperatori, mi­

tici fondatori della civiltà cinese.'2 Qui, come gia precedentemente nel passo descrittivo il ritratto di Taizo.ng, le fat­

tezze dell'imperatore, identificato con ~ drag<:ne, sono descnt.te. con .lmmagml straor­dinarie; questa descrizione ricalca una tipologia iconografica nprca dl ~a<:zl .e di Bud­dha: illoro corpo era segnato da settantadue 0 ottantuno tratti meravIgli~sl, tra CUl,

per esempio, una bocca squadrata, una protuberanza solare e una falce ~ .~una :ullafronte, tre aperture nelle sue orecchie, due ossa sulla fronte. La frase dell'l~~nzlonesembra voler significare che i religiosi cristiani, nonostante la lont~nan::a fisica ?~­l'imperatore, potevano essere in contatto con lui rendendogli omaggio di fronte al n­tratti posti all' interno dei monasteri.

202

Nel terzo anno della stessa era" (744) nel regno di Da Qin viera il religioso jihe?", il quale osservando le stelle si volse versola trasformazione, e tenendo dinanzi ai suoi occhi il sole si recàa omaggiare il Venerabile". Un editto prescrisse che il religio­so Luohan, il religioso Pulun e altri, sette in tutte", coltivas­sero meriti" presso il palazzo Xingqing insieme al Grande vir­tuoso" Jihe. Inoltre dal celeste [imperatore] furono composte leiscrizioni verticali poste nei monasteri, dove risaltavano [anche]le tavolette orizzontali con le loro calligrafie del dragone. I pre­ziosi ornamenti erano scintillanti come il piumaggio di un mar­tin pescatore, rilucenti come bagliori di luce rosata al tramon­to. Le iscrizioni imperiali pervadevano [con illoro fulgore] gliampi spazi, giungendo quasi a sfidare il sole. Il favore imperia­le crebbe fino a un' altezza elevata come i monti del sud, e la co­piosità dei suoi benefici si estese a una profondità simile a [quel­la de]l mare dell'est.

Non vi è nulla che la via non possa realizzare, e a [tutto] ciàche realizza puè essere dato un nome; non vi è nulla che il santonon possa fare, e [tutto] cio che fa puà essere descritto.

Suzong (756-762), illuminato imperatore dalle colte virtù, ri­costrui i monasteri della religione della Luce in cinque divisio­ni amministrative: Lingwu [e altre quattro]", Dotato di ogni

"Proprio nel 744 un decreto imperiale prescrisse che il carattere usato per dire"anno" fosse cambiato, da nian if: a zai ~: in accordo a cio, l'aurore dell'iscrizionefa uso del secondo. Questa sarebbe una delle prove interne a favore dell'originalitàdella stele.

" Il nome Jihe pare la versione cinese del siriaco Giwargis (Giorgio). Pulun, inve­ce, potrebbe essere il corrispettivo di Aprem (Efrern).

" La "trasforrnazione" indica la Cina, paese civilizzato dalla virtù dei suoi saggisovrani, e il "Venerabile" indica l'imperatore.

C6 Altri traducono quest'espressione quantitativa ambigua come "diciassette".--; Xiu gongde ji{1;Jj]t~: termine comune nel buddhismo per indicare, tra le altre co­

se, la celebrazione del culto.-s Cf. supra, p. ZOI, n. 67.'9 Per una sintesi delle ipotesi sul numero e la localizzazione dei monasteri cristia­

ru in epoca Tang cf. supra, pp. IIZ-II3.

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buona virtù, [con lui] si apri un periodo di prosperità e di fe­licità; le benedizioni scesero copiose e il potere imperiale fuconsolidato.

L'imperatore Daizong (763-779), nella cui persona si combi­narono colte virtù e grande potenza militare, porto a un' ancorpiù elevata grandezza il trono cui successe, applicando il prin­eipio della non-azione'", A ogni ricorrenza del suo giorno di na­seita egli offriva incenso celeste, al fine di proclamare le azionimeritorie [da esso compiute]; inoltre egli offriva cibi della pro­pria tavola per dare lustro alla comunità della religione dellaLuce. Il cielo gli elargi eccellenti favori cosl che la sua azionenon poté che essere foriera di effetti assai ampi; e il santo in­carnà l'azione originaria [del cielo], COS1 che egli non poté checompletare e far prosperare [i favori dal cielo elargiti].

Nel presente periodo di regno jianzhong" (780-783) il no­stro santo e augusto imperatore, uomo dalle colte virtù e dallagrande potenza militare, propage gli otto prindpi di governo,cosi che gli indegni furono degradati e i meritevoli furono pro­mossi; diffuse [il grande piano di governo articolato in] novesezioni, dando cosi nuovo vigore all'illustre mandato imperia­le. Le innovazioni [da esso apportate] condussero alla penetra­zione dei più misteriosi principi; i suoi invocatori non prova­no vergogna nei loro cuori'".

Che [l'uomo] persegua la più elevata statura morale ma restiumile; che miri alla quiete ma si mantenga sensibile [verso glialtri]; che egli cerchi, con compassione dilatata, di alleviare idolori altrui; e che, nella sua bontà, condivida la vita di tutti

il' Cf. supra, p. I99, n. 55.s: Titolo di regno assunto dall'imperatore Dezong (ï80-804) per il primo periodo

de! suo governo." Difficile dire chi siano questi "invocatori": alla luce di quanto esposto sopra, po­

rrebbero essere i religiosi cristiani, che offrivano "senza vergogna" le loro preghiereper l' imperatore.

2°4

i viventi: questa è la grande via che noi coltiviamo, questa è lagraduale ascesa attraverso cui noi ci eleviamo. E inoltre, che iventi e le piogge giungano al tempo opportune, che ne! mondoregni la pace, che tra gli uomini prevalga il diritto, che gli es­seri si mantengano incorrotti, che i vivi prosperino e i morti ab­biano la gioia, che i pensieri nascano e un'eco risponda loro, chei sentimenti sgorghino e gli sguardi siano sinceri: questi sonoi meritori effetti che la forza della nostra religione della Luceè in grado di produrre.

Il religioso Yisi83, Gran dispensatore'" insignito del titolo di

Grande ufficiale della radiosa prosperità con [sigille d']oro e[cordoue] viola'", vice-comandante delle divisioni settentriona­li, ispettore alla sala degli esami, fu onorato del ka~aya86 viola.[Domo] mite e benevolo, appena udi della via, si mise a prati­carla con zelo. [Partite] dalla lontana città del palazzo reale",arrivà quindi in Cina. La sua erudizione sorpassava [quella deljletre dinastie", e le sue conoscenze si estendevano in tutti i campi.

Sj L'iranico Yazedbozid, menzionato nella parte finale dell'iscrizione in siriaco,'" Il titolo buddbista di dasbizbu :;k::mf=l=: sirebbe la traduzione cinese deI sanscri­

ta ddnapati, che significa appunto "celui che dona, che dispensa, che e!argisce [il do­no della legge]".

"Jinzi guanglu daifu iii~7'é:iffi:;k::~ era uno dei titoli più e!evati conferiti a un uf­ficiale e, durante la dinastia Tang, compariva tra i gradi di mandarinato civile indi­pendente, cioè ranghi della gerarchia mandarinale che non corrispondevano a carichereali. Per una più dettagliata descrizione di questo titolo e dell'espressione determi­nante jinzi (lett., "oro-viola"), cf. IN5, pp. 2ïï-2ï9, n. r99.

S6 Il termine cinese usato è iiasba !i!<~, calco fonetico dal sanscrito ka~iiya, nomedell'abito deI monaco buddhista. L'use, da parte dell'imperatore, di conferire il kasiiyaviola ai monaci buddhisti quale speciale riconoscimenro è attestato a partire dalla fi­ne deI VII secolo, e poco dopo fu esteso anche ai monaci cristiani e manichei.

e; Vi era a que! tempo un famoso luogo noto come "città deI palazzo reale" 0 "cit­tà reale": Rajagrha di Maghada, capitale dell'omonimo regno dell'India centrale, chevide la massima espansione de! buddbismo in India, e quindi suo grande centro di dif­fusione. Ma vi era inoltre un piccolo centro nella regione centro-asiatica della Battria­na, Balkh, nota nelle fonti cinesi come "piccola Rajagrha": il fatto che nella parte si­riaca dell'iscrizione compaia Balkh come luogo di origine de! presbitero Milis, padredi Yazedbozid, fa pen sare che l'aurore volesse indic are quesr'ultima città.

ssLe prime tre dinastie cinesi: Xia, Shang e Zhou, succedutesi al governo della Ci­na nell' arco di circa due millenni, dal XXII al III secolo a.C.

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Dapprima presto vari servizi alla corte rossa, poi scrisse il suonome in una tenda principesca'". Quando il duca Guo Ziyi'",segretario di stato e principe della prefettura di Fenyang, fuinizialmente incaricato delle operazioni militari nelle divisionisettentrionali, l'imperatore Suzong ordino che Yisi 10 seguis­se. Nonostante fosse ammesso nella camera da letto [dell'im­peratore], non si differenzio mai [dalle truppe] nella marcia: sidirnostrè "artiglio e dente" per il duca, e "orecchio e occhio"per l'esercito. Egli distribuiva i doni a lui elargiti dal favore im­periale e il suo salario, cosi che non accumula [mai] nulla per sé;offriva i [vasi di] vetro del beneficio che s'avvicina, e stende­va i tappeti [broccati] d'oro su cui ci si riposa dopo aver presocongedo. Egli inoltre riportè al loro antico splendore alcunimonasteri, mentre arnplio le sale per il culto in altri, ornandoe decorando elegantemente i loro corridoi e i loro tetti, [le cuifalde] si innalzavano [verso il cielo] come fagiani in volo. Dipiù, fin da quando abbraccio la religione della Luce, egli im­piege tutte le sue rendite in atti di carità. Ogni anno raduna­va i religiosi dei quattro monasteri", li serviva con rispetto epresentava offerte raffinate per un periodo di cinquanta gior­ni. [In quell'occasione] vi accorrevano gli affamati ed erano sa­ziati, gli ignudi ed erano vestiti; i malati venivano curati e gua-

La corte rossa (danting ft!Jï) indica il palazzo imperiale; la tenda principesca(wangzhang ±~) era la sede, sotto i Tang, della cancelleria militare di un principe du­rante una campagna. Questa hase, che introduce alla successiva, significa che Yisi devet­te abbandonare i suoi incarichi a corte per seguire Guo Ziyi nella campagna militare.

'" G~o Ziyi fu un? dei più abili comandanti della dinastia Tang, occupando le piùalte cariche durante 1 regru di Xuanzong, Suzong, Daizong e Dezong; gli fu affidatoil comando delle divisioni settentrionali dall'imperatore Xuanzong nel 756, in occa­sione della famosa rivolta di An Lushan. Mori nel 782, un anno dopo 1'erezione del­la stele, ail' avanzata età di ottantacinque anni.

" I traduttori divergono nella traduzione dell'espressione sisi 1LlJ~: alcuni tradu­cono, come ho fana anch'io, letteralmente "quattro monasteri", altri intendono "tut­ti i monasteri", "i monasteri sparsi nelle quattro direzioni" e altri ancora "i monaste­ri circostanti". La questione dell'identificazione dei monasteri cristiani a Chang'an inquesti secoli resta ancora aperta: cf. supra, pp. IIZ-II3.

206

riti, i morti venivano sepolti potendo riposare in pace". Tra itarsd 93 più puri e pieni di spirito di abnegazione non si era maiudito [prima] di una siffatta perfezione: ma ora vediamo un taleuomo tra i minis tri della religione della Luce vestiti di bianco".

Per celebrare tutti questi eminenti e meritori eventi, desi­deriamo incidere su questa augusta stele i seguenti versi:

[A colui che è] vero Signore e senza origine,profondamente quieto ed eterno;[partendo dal]la materia primordiale, egli forgiè e trasformè

l'universo,stabili la terra e fisse il cielo;la persona distinta" si rese manifesta,e la salvezza si estese al di là di ogni confine;il sole sorse e le tenebre scomparvero,e tutti conobbero [l'Essere] misterioso e vero.

Glorioso imperatore dalle colte virtù",[Taizong] superè tutti i precedenti sovrani nel [sostenere] la via;sapendo cogliere il tempo opportuno domina ogni disordine,[cosi che] il cielo divenne più ampio e la terra più estesa;il brillante insegnamento della religione della Luce si voIse

verso il nostro [impero] Tang,

" Cf. Mt 25,31-46. Alcuni vedono qui una testimonianza delle conoscenze medi­che e delle attività chirurgiche dei missionari siro-orientali.

" Dasa ~*: calco fonetico dei termine pahlavi tarsd, "i timorati [di Dio]", usatoper indic are i cristiani.

9' Sembra che a quel tempo il clero secolare vestisse di bianca, mentre i monaci ve­stissero di nero. Cf. S. H. Moffett, A History of Christianity in Asia I, p. 300.

-J5 Ricone per la seconda volta 1'espressione [ensben (cf. supra, p. 194, n. 24) rife­rit a al Messia.

;(. Inizia qui un elogio delle gloriose opere dei diversi imperatori della dinastiaTang nei confronti delle comunità cristiane siro-orientali presenti in Cina, riprenden­do e sintetizzando quanto gia esposto in precedenza, a partire da questo primo impe­ratore, non nominato, ma chiaramente identificabile con Taizong.

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le scritture furono tradotte e furono costruiti monasteri;i vivi e i morti furono trasportati sulla barca [della rniseri­

cordia]",[in questo modo] le benedizioni scesero copiose e ovunque

abbondà la pace.

Gaozong successe al suo predecessore,e gli edifici sacri furono da lui ricostruiti;palazzi dell' armonia risplendettero ovunque,e riempirono ogni regione dell'impero;la vera via diffuse ovunque la sua luce,e fu nominato un Signore della dottrina;tra gli uomini regne la felicità e la pace,e il mondo non conobbe né miseria né sofferenza.

Xuanzong accrebbe la santità,e perseguï e coltivè la verità e l'integrità;le iscrizioni imperiali [nei monasteri] diffusero tuttintorno il

loro splendore,e le calligrafie celesti risplendettero nella loro eleganza;i ritratti imperiali rifulsero come gemme,e tutte le terre gli tributarono grandi onori;le diverse attività [umane] prosperarono dovunque,e ogni uomo beneficie dell'azione proficua [di Xuanzong].

Suzong restaure dunque [il trono imperiale],e la maestà celeste guido il corteo;il sacro sole diffuse all'intorno i suoi raggi cristallini,e il vento propizio spazzè via le tenebre;sulla real casa scesero rinnovate benedizioni,e i presagi di calamità svanirono per sempre;

"Cf. supra, pp. 195-196, n. 35.

208

i tumulti furono acquietati e i disordini sedati,[cosi che] l'impero fu infine rifondato.

Daizong fu uomo di grande pietà filiale ed eccezionale rettitu-dine morale,

e la sua virtù si uni al cielo e alla terra;dispense benefici per la vita umana e il suo perfezionamento,e tutte le creature furono abbondantemente investite di [tali]

eccellenti favori;offri incenso per proclamare le sue azioni meritorie,e nella sua benevolenza operè come un grande benefattore;la valle del sole nascente venne [a rendere ornaggio] alla sua

maestà,e le caverne lunari si radunarono in grandi folle".

Nel presente periodo di regno Jianzhong il nostro imperatoreè successo al trono,

e fin dall'inizio del suo regno ha coltivato l'illustre virtù;la potenza della sua azione militare si estende fino ai quattro

oceani,e la sua calta azione brilla preclara su tutte le terre deI mondo;come la luce di una candela, [la sua azione] penetra l'intimo

degli uomini,e, come in uno specchio, essa riflette l'aspetto di [tutte] le cose;le sei regioni dell'universo" sono illuminate e vivificate [dalla

sua azione],e persino i popoli barbari prendono a modello [il suo governo].

98 La valle del sole nascente rappresenta l'oriente, ed è l'immagine usata per desi­<mare le popolazioni più lontane ad est della Cina; parallelamente, le caverne lunari;appresentano l'accidente, e quindi le genti giunte in Cina dalle estreme regioni occi­dentali. Il senso generale di questa frase, quindi, è che la grande virtù di Daizong at­tira alla sua corte le genti di tutta la terra.

99 Ï quattro punti cardinali più 10zenit e il nadir.

2°9

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211

j,'; Kumdan e Sarag sono rispettivamente i norni sogdiani (qui resi in siriaco) del­le due capitali dell'impero Tang: Chang'an, la capitale occidentale, e Luo (0 Luoyang),la capitale orientale.

.os Corrispondente al 78r.,,") Cf. supra, n. r 07.

Cf. supra, p. 20S, n. 87·"1 Resa in siriaco del toponimo Tokharestan, nome con cui in questi secoli era de­

signata la regione di Balkh (l'antica Battriana).U Nome iranico di origine zoroastriana.11) Nome composta siro-iranico (il cui significato è "dato dal Messia"), non comu­

ne tra i siro-orientali.'l, Nome siro-iranico.

Sabriid presbitero; Gabriele presbitero, arcidiacono e capo della chie­la di Kumdan e di SaraglO

' .

Religioso Xingtong, responsabile delle operazioni di controllo du­rante l'erezione della stele.

Adamo, diacono.figlio di Yazedbozid, corepiscopo; mar Sergio,presbi­fera e corepiscopo .

Religioso Lingbao.Nell' anno I092 dei greci108 mar Yazedbozid, presbitero e corepiscopo

di Kumdanï", la città imperiale.figlio dei defunte Milis, presbitero[pro­ueniente] da Balebï", città dei Taburestan", ha eretto questa stele di pie­tra su cui sono scritte le economie dei Salvatore nostro e la predicazionedei nostri padri presso gli imperatori dei cinesi.

Grande virtuoso Yaolunreligioso Rijinreligioso Yaoyuereligioso Guangqingreligioso Hejireligioso Huimingreligioso Baodareligioso Fulin

religioso Fushoureligioso Chongjing

Mar Giovanni, vescovo[sacco, presbiteroGioele, presbiteroMichele) presbiteroGiorgio) presbiteroMahdadgusnaspll2) presbiteroMsi1?adadll3

) presbiteroEfrem, presbiteroAbayll. ) presbitero

Daoide, presbiteroMosè) presbiteroBacco, presbitero [el monaco

Quanto vasta è la via, e tuttavia essa resta impenetrabile neisuoi segreti!

Sforzandoci di darle un nome, useremo l'espressione Triunità.Cio che il Signore ha compiuto, il suo servo 10 possa aver nat­

rata [degnamente]!Con l'erezione di [questa] nobile stele noi lodiamo [il Signore]

per i suoi immensi benefici.

210

IX' Cioè il decimo anno deI ciclo di Giove, secondo il calendario astrologico cine­se in uso a quel tempo.

Nome del terzo dei dodici tubi sonori, corrispondente al primo mese dellannocivile.

!U' Termine pahlavi (yakSambah in persiano moderno) in trascrizione fonetica neltesta (yaosenwen ~1l11Ï:.t), che significa "dornenica". L'intera data corrisponde al 4febbraio 78r.

Fazbu i:t;j::: per la discussione di questo titolo si veda supra, c. II, p. IOS.''; Ningshu, secondo l'opinione di tutti i traduttori, è il nome cinese di Henaniso',

il quale fu patriarca della chies a siro-orientale dal ïï 4 al 780, anno della sua morte.Essendo la stele eretta nel 78r, cioè in un tempo in cui alla carica di patriarca sareb­be già succeduto Timoteo, si è posto un problema di datazione: la soluzione più plau­sibile è che al momento della stesura dell'iscrizione, qualche tempo prima del 4 feb­braio 78r, in Cina non fosse ancora giunta la notizia della morte di Henaniso'.

!'-'5Titolo corrispondente alla classe più alta del grado più elevaro del sesto rangemandarinale.

jé" Sizbu ~j:: (che traduce il sanscrito vihiirasviimin): è un termine comune nel bud­dhismo cinese, a indicare la carica di rettore, amministratore di un monastero, dis tin­ta dalla carica di abate isbangzuo .t@: in cinese, sthavira in sanscrite), il quale rappre­senta la guida spirituale della comunità monastica.

Eretta nel secondo anno dell' era Jianzhong della grande dinastiaTang, anno sotto il segno Zuc'e f1=JmlYJO, nel mese di Taicu *lj~POl, nelsettimo giorno, giorno del grande 'eo-iambat''", quando il religiosoNingshu, Signore della dottrina'?', presiedeva le comunità orientalidella religione della Luce.

Nei giorni de! padre dei padri, mar Henanisd, catholicos patriarca'":Scritta da Lü Xiuyan, insignito del titolo di Chaoyilang )j!J3~&~105,

già sovrintendente militare nel distretto di Taizhou.Religioso Yeli, priore del monasterov", onorato del kasdya viola,

Dignitario dell'Ufficio dei riti imperiali, vice-responsabile delle ope­razioni di controllo.

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'" L'addetto al cimitero sembra la più plausibile delle inrerpretazioni di questaqualifica.

"l. Nome caldeo che significa "Gesù con lui".Le Nome caldeo molto camune, che significa "speranza di Gesù".ILS Nome siro-iranico che significa "dato da Gesù".il" Nome iranico.l2: Nome di origine iranica assai diffuso nella chies a siro-orientale.

21 3

anziano'F Yejumo

religioso ]ingtong

religioso Guangjireligioso Shouyi121

reIigioso Xuanlanreligioso Baolingreligioso Shenshenreligioso Fayuanre1igioso LibenreIigioso Hemingreligioso GuangzhengreIigioso Neicheng

religioso Chongdereligioso TaihereIigioso ]ingfureligioso HeguangreIigioso Zhidereligioso Fengzhen

reIigioso Yuanzongreligioso Liyongre1igioso Xuande

Giacobbe, presbitero

Mar Sergio, presbitero e

corepiscopo, abate'?'Gigoym, presbitero ,

arcidiacono di Kumdan

e maestro di lettura

Paolo, presbiteroSansone, presbitero

Adamo, presbiteroElia, presbitero

lsacco, presbitero

Giovanni, presbitero

Giovanni, presbiteroSimeone, presbitero e anzianoGiacobbe, sacrestano'Abdiso'

IiddadGiacobbeGiovanniSubbalmaran 125

Mar Sergio

SimeoneEfrem

Isacco

Giovanni

:2: Fin qui la lista dei nomi bilingui, siriaci e cinesi, incisi sulla faccia laterale sini­srra della stele: dal nome successivo inizia la lista dei nomi incisi sulla faccia lateraledestra. Dei settanra nomi siriaci, sessanradue hanno anche un corrispettivo cinese.

122 Laosu 1:fiL traduce, come anche sbangzuo ; il sanscrito stbauira, termine che nelbuddhismo indica un monaco anziano 0 l'abate di un monastero.

'23 Il termine siriaco fi'angtsu:a pare la trascrizione del cinese sbangzuo (celui chepresiede, abate), a sua volta traduzione in cinese del sanscrito stbauira.

,2< Nome di origine iranica.!25 Questo nome significa "gloria al nostro Signore".

religioso Yanhe

religioso Huitongreligioso Qianyoureligioso Yuanyireligioso ]ingdereligioso Lijianreligioso Mingtaireligioso XuanzhenreIigioso RenhuireIigioso Yaoyuanreligioso ZhaodereIigioso Wenmingreligioso Wenzhenreligioso ] uxinreIigioso LaiweireIigioso ]ingzhenreligioso Huanchunreligioso Lingshoureligioso Lingdereligioso Yingdereligioso Chonghereligioso Ningxureligioso PujireIigioso Wenshun

Elia, presbitero [el monaco

Mosè, presbitero e monaco

'Abdiso', presbitero e monaco

Simeone, presbitero della tomba'"Giovanni, diacono e monaco

Aronne

Pietro

Giobbe

Luca

Matteo

Giovanni

ISo'emmeh1l6

Giovanni

Sabriid'"ISo'dad118

Luca

Costantino

NoèIzadspas'ï'Giovanni

Anos

Mar Sergio

Isacco

Giovanni

Mar SergioPusay120

Simeone

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Zaccaria

Ciriaco

Bacco

Emmanuele

Gabriele

Giovanni

Salomone[sacco

Giovanni

21 4

[religioso] Yijireligioso Zhijianreligioso Baoguoreligioso Mingyireligioso Guangde

religioso Qushen

religioso Dejian.

Testo BINNO DI LODE E INVOCAZIONE 1

ALLE TRE MAESTÀ2DELLA RELIGIONE DELLA LUCE

I cieli altissimi ti adorano con profonda deferenza,tutta la terra medita di continuo la tua pace e la tua armorua

universali;l'uomo, nella sua vera natura originaria, trova in te sostegno e

riposo,Dio}, misericordioso Padre delle tre potenze".

Tutti i buoni' ti onorano in perfetta sincerità,tutti gli illuminati" innalzano a te inni e canti di Iode;tutti coloro che sono nella verità a te unanirnemente si rivolgono,

l Mengdu zan ~Gtnt Il genere letterario dello zan ("inno di Iode", corrisponden­re al sanscrito stotra), è attestato in altri manoscritti trovati a Dunhuang: il metro èquello di sette caratteri per ciascun verso, per un totale di quarantaquattro versi. Iltermine mengdu specifica uIteriormente la natura di questo inno: mengdu, nel SUD si­gnificato di "ricevere la salvezza", indica il risultato dell'invocazione-intercessione aDio espressa dall'inno stesso.

2 Sanwei ~.&!i:: lett., "tre Maestà"; è espressione chiaramente aIlusiva alla Triunità.3 Aluohe G'J~~: trascrizione fonetica deI termine siriaco Aliihii., Sancai .=:cT: termine tecnico che indica i tre domini dei creato, cioè cielo, terra

e uomo, invocati nei tre versi precedenti e qui riassunti in uri'unica espressione.5 Sbanzbong '!'l'l!P': lett., "i buoni", "la moltitudine dei buoni"; è un termine bud­

dhista che indic a coloro che aderiscono alla legge dei Buddha.6 Huixing ~tE: lett., "gli intelligenti"; indica nella tradizione buddhista coloro

che, illuminati, posseggono la vera intelligenza e il vero discernimento circa l'essenzadella realtà.

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