太 TAI (T’AI) = alto, supremo 极 拳 QUAN (CH’UAN) = pugno, … · 2014. 10. 6. · Tai ji...
Transcript of 太 TAI (T’AI) = alto, supremo 极 拳 QUAN (CH’UAN) = pugno, … · 2014. 10. 6. · Tai ji...
太 TAI (T’AI) = alto, supremo
极 JI (CHI) = estremità, polo, principio
拳 QUAN (CH’UAN) = pugno, pugilato, lotta
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Tai ji significa “grande sommità”, “principio supremo”; Quan significa “pugno” e, per
estensione “pugilato” o, ancora “lotta” con evidente richiamo alla scuola delle arti
marziali di provenienza cinese.
Il termine Taiji Quan indica quindi “pugilato del principio supremo” in pieno accordo
con il principio taoista dell’incessante cambiamento e completamento dei due
elementi universali dello Yin e dello Yang.
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Attualmente il Taijiquan è molto diffuso in occidente, e costituisce una
disciplina psico-fisica particolarmente apprezzata per i suoi benefici sulla
salute in particolare sull’apparato cardiovascolare e muscolo-scheletrico.
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Il corso di Taijiquan stile Chen si
prefigge l’acquisizione dei
basilari principi caratterizzanti
questa disciplina e, più
precisamente nel conseguire
la calma mentale, l’equilibrio
psico-motorio, la
coordinazione, l’armonia dei
movimenti.
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E’ previsto, inoltre, lo studio delle tecniche marziali, elemento
impregnante nel Taijiquan della famiglia Chen, questo stile, infatti, ha
mantenuto nel tempo tutti i contenuti originari dal 1600 in poi.
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I praticanti avanzati, in seguito, si dedicheranno allo studio energetico, con
particolare enfasi all’aspetto respiratorio e posturale, e all’accrescimento
della resistenza fisica.
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Il Taijiquan è un’arte marziale cinese le cui origini sono da ricercare nella
regione dell’Henan, nel nord della Cina, qualche decina di chilometri di distanza
dal ben famoso tempio di Shaolin.
Studi compiuti da ricercatori governativi cinesi fanno risalire quest’arte marziale
in seno alla famiglia Chen e, più precisamente, all’Ufficiale dell’esercito cinese
Chen Wanting, vissuto tra la fine della dinastia Ming e l’inizio della dinastia
Qing (cioè all’incirca tra il 1600 e il 1680 secondo la datazione occidentale)
nel villaggio di Chenjiagou, presso il distretto di Wen (situato nella
summenzionata regione dell’Henan).
Esperto delle arti marziali a mani nude e dell’uso delle armi, egli ebbe
l’intuizione di accostare le sue conoscenze marziali con le antiche
tecniche respiratorie (Tuna), gli esercizi ginnici per preservare la salute
(Daoyin) e la Medicina Tradizionale Cinese; il tutto combinato in base
all’affascinante teoria filosofica dello Yin e dello Yang.
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Gli strumenti tradizionali per apprendere il Taijiquan stile Chen sono essenzialmente tre:
gli esercizi di base, le forme (套路, taolu) e la spinta con le mani (推, tuishou).
Le prime sono sequenze di movimenti, con le quali il corpo si abitua a muoversi
secondo i canoni di quest'arte marziale, oltre che a rafforzarsi.
Le seconde racchiudono i principi generali in una sequenza ordinata di azioni circolari
che consentono all'allievo di prendere confidenza con il proprio corpo, la propria
energia e il proprio equilibrio. Per questo l'apprendimento delle forme richiede molti
anni di studio ed esercizio.
Nello stile Chen si ricordano le due forme principali: Yi Lu (primo livello) ed Er Lu
(secondo livello).
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La spinta con le mani è un insieme di esercizi nati come sistema didattico
propedeutico al combattimento vero e proprio. L'esecuzione di tali esercizi
sviluppa molte qualità, prime fra tutte la morbidezza e la capacità di "cedere",
cioè di utilizzare la forza dell'avversario a nostro vantaggio e senza opporre
resistenza. I principi alla base di questa pratica sono: espandere, tirare,
soffocare, schiacciare.
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Come in molte arti marziali cinesi, anche nel Taijiquan esistono
anche forme con armi.
Le armi tradizionali che vengono principalmente utilizzate sono
la sciabola, la spada, l'alabarda e la lancia.
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Gli esercizi di Taijiquan disciplinano tutte le funzioni del sistema che regola la nostra
salute. La naturalezza ed il controllo dei movimenti e delle sequenze aumentano la
resistenza e la flessibilità delle ossa, delle articolazioni e della muscolatura; migliorano
l’equilibrio, la flessibilità e la coordinazione.
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L’esperienza sul campo ha dimostrato che la pratica costante conduce
effettivamente ad un miglioramento delle condizioni di vita e a
prevenire l’insorgere di diverse patologie legate all’età e alla
sedentarietà nonché a ridurre lo stress dovuto alla frenesia quotidiana.
È certo, comunque, che il Taijiquan costituisce un’arte del movimento
in cui l’individuo non solo apprende delle abilità motorie e
coordinative ma permette gradualmente di avere più fiducia delle
proprie capacità complessive, inclusa l’affermazione della propria
personalità ed espressività corporea.
In questi ultimi anni, anche in Italia, numerosi sono i protocolli assunti in collaborazione
con Università e Aziende Sanitarie Locali che hanno permesso, grazie alla pratica del
Taijiquan, di migliorare le condizioni di vita di persone affette dal morbo di Parkinson,
da malattie degenerative quali la sclerosi multipla, dall’artrite reumatoide; la pratica ha
permesso anche di incrementare la resistenza fisica e l’equilibrio di persone anziane con
difficoltà motorie. In alcune strutture scolastiche sono stati condotti anche progetti nei
confronti di ragazzi interessati da sindrome da deficit attentivi con incoraggianti risultati.
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