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BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano FORMELLO SPORTING CLUB LO SPORT IMMERSO NEL VERDE E NEL BLU ETTORE CONTI LA VOCE DELL’IRONIA FORMELLO JAZZ FESTIVAL BALLARE AL RITMO DI SWING TREVIGNANO FILMFEST IL CINEMA RACCONTA IL VIAGGIO F O R M E L L O S P O R T I N G C L U B L O S P O R T I M M E R S O N E L V E R D E E N E L B L U LE VIE DELL’ARTE LE NUOVE METE DELLE GITE SOCIALI LA RIVISTA DELLA BANCA DI FORMELLO E TREVIGNANO DI CREDITO COOPERATIVO N. 40 - Settembre 2018 -Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 L E N U O V E M E T E D E L L E G I T E S O C I A L I U O V E M E T E L A R I V I S T A T T D E L L A B A N C A D I F O R M E L L O E T R E V I G N A N O D I C R E D I T O C O O P E R A T A A I V O VELA VEIOLAGO

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BCCCREDITO COOPERATIVO

Formelloe

Trevignano Romano

FORMELLO SPORTING CLUBLO SPORT IMMERSO NEL VERDE E NEL BLU

ETTORE CONTILA VOCE DELL’IRONIA

FORMELLO JAZZ FESTIVALBALLARE AL RITMO DI SWING

TREVIGNANO FILMFESTIL CINEMA RACCONTA IL VIAGGIO

FORMELLO SPORTING CLUBLO SPORT IMMERSO NEL VERDE E NEL BLU

LE VIE DELL’ARTELE NUOVE METE DELLE GITE SOCIALI

LA RIVISTA DELLA BANCA DI FORMELLO E TREVIGNANO

DI CREDITO COOPERATIVO

N. 40 - Settembre 2018 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009

LE NUOVE METEDELLE GITE SOCIALI

UOVE METE

LA RIVISTATT DELLA BANCADI FORMELLO E TREVIGNANO

DI CREDITO COOPERATAA IVO

VELA

VE

IOL

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La gita settembrina

Il tradizionale viaggio di settembre ha portato i nostri soci a Torino, passando perBologna e al ritorno per Genova. Tre città, tre storie diverse e tre caratteristicipaesaggi urbani: i palazzi regolari e le ville regie, i portici e le torri medievali, il moloe il porto. Qui i soci sono a Piazza Portoria, a Genova. La città sta lentamenteriacquistando la normalità dopo il crollo del Ponte Morandi (14 agosto 2018).

BCCCREDITO COOPERATIVO

Formelloe

Trevignano Romano

BCCCREDITO COOPERATIVO

Formelloe

Trevignano Romano

FORMELLO SPORTING CLUBLO SPORT IMMERSO NEL VERDE E NEL BLU

ETTORE CONTILA VOCE DELL’IRONIA

FORMELLO JAZZ FESTIVALBALLARE AL RITMO DI SWING

TREVIGNANO FILMFESTIL CINEMA RACCONTA IL VIAGGIO

FORMELLO SPORTING CLUBLO SPORT IMMERSO NEL VERDE E NEL BLU

LE VIE DELL’ARTELE NUOVE METE DELLE GITE SOCIALI

LA RIVISTA DELLA BANCA DI FORMELLO E TREVIGNANO

DI CREDITO COOPERATIVO

N. 40 - Settembre 2018 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009

LE VLE NUOVE METE DELLE GITE SOCIALI

VIE DELL’ARTEUOVE METE

LA RIVISTA DELLA BANCA DI FORMELLO E TREVIGNANO

DI CREDITO COOPERATIVO

VELA

VE

IOL

AG

O

La rivista della Bancadi Formello e Trevignano di Credito Cooperativo

Non possiamo dirigere il vento,ma possiamo orientare la vela.(Seneca, scrittore latino)

Periodico trimestraleAnno 11 - N. 40Settembre 2018

Registrato presso il Tribunale di Tivoliil 27-10-2008 al N. 21/2008

RedazioneViale Umberto I, 92Formello (Roma)Tel. 06 90 14 30 95

Direttore ResponsabileArmando Finocchi

Ufficio SociTel. 06 90 14 30 55

StampaMiligraf SrlVia degli Olmetti, 36Formello (Roma)Tel. 06 90 75 142

In copertinaBorghi medievali come nidi dirondine sulla roccia. Questa èOrvieto, prima meta di unprogramma di gite sociali piùcoinvolgente che mai(fonte: archivio del Comune di Orvieto)

www.bccformello.com

Sommario

3 Editoriale del Presidente4 L’economia del Lazio5 Il Punto del Direttore6 Le Vie dell’Arte

11 Formello Sporting Club

14 La Grande Guerra

20 Formello Jazz Festival

24 Ettore Conti, la voce dell’ironia26 Navigare nella storia30 Strada facendo32 Le migliori tesi di laurea

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La sala del trono nellaReggia di Caserta, cheabbiamo visitato nelmese di giugno conoltre 120 soci

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Da quando la nostra Banca ha allargato la sua operatività, ha aperto nuove filiali nei comuni

attorno a Formello e Trevignano Romano, i paesi dove nacquero alla fine degli anni Cin-

quanta le due Casse rurali ed artigiane che in seguito si sarebbero unite. I soci e i clienti ci

chiedevano una presenza più vicina alle loro famiglie e alle loro aziende.

In ogni territorio prevale un’attività economica: in alcuni comuni eccelle il turismo, attorno

al lago e nei borghi medievali, in altri si è conservata una vivace rete commerciale o resiste

l’edilizia residenziale, in altri ancora sono le imprese innovative e dei servizi a trainare l’eco-

nomia, in distretti industriali dove le tradizioni artigiane si aprono alla tecnologia, all’infor-

matica e al mercato globale.

Nei centri storici lo sportello della BCC ha portato la modernità, permettendo agli impren-

ditori di accedere ai servizi bancari più aggiornati. Erano comunità ancorate alla tradizione,

romantiche ma fuori dai flussi economici, tanto che le grandi banche non avevano alcun

interesse ad investire qui. Ora, invece, le agenzie e le filiali della BCC consentono tutte le

operazioni bancarie, anche quelle più complesse, impensabili fino a qualche decennio fa.

Nei nuovi quartieri, invece, dove spesso, soprattutto all’inizio, mancava per forza di cose

quel senso di comunità che era tipico dei paesi, l’apertura di uno sportello della BCC ha

portato un senso di cittadinanza e di relazione sociale, quando nella sede dell’agenzia o

della filiale ci si incontra, si scopre di abitare nella stessa zona o si viene a conoscenza delle

iniziative sociali e culturali.

Proprio per essere più vicini alle persone, e anche per dare un impulso più importante, nei

prossimi mesi la filiale di Nepi dal Centro commerciale San Bernardo verrà spostata in via

Giacomo Matteotti, la via principale nel cuore della comunità. In questo modo, tradizione,

modernità e sviluppo andranno di pari passo.

Le filiali della BCCun riferimento in ogni comune

Modernità bancaria e relazione sociale

Il Presidente

Angelo Buccioli

VELA STUDI DI SETTORE

L’economia del Lazio

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Èstato l’aumento degli scambi con l’estero a ga-rantire l’espansione dell’attività economica re-

gionale del 2017: in particolare, le esportazioni dimezzi di trasporto e di farmaci hanno trainato la cre-scita delle imprese manifatturiere. Il settore dei ser-vizi è stato invece favorito dal buon andamento deiflussi turistici: negli alberghi della Città metropoli-tana di Roma le presenze sono aumentate del 2,3%rispetto al 2016. È cresciuto sia il numero dei turistiitaliani (+1,3%) che di quelli stranieri (+2,8%). Daquali paesi del mondo si è registrato un aumentomaggiore di visitatori? Dalla Cina e dalla Corea delSud, dall’America latina (Argentina e Brasile) e dallaGermania.

Nel sistema portuale regionale (Civitavecchia, Fiu-micino e Gaeta), i passeggeri sui servizi marittimi dilinea sono aumentati del 4,1%. Dopo Barcellona,Civitavecchia è il secondo porto del Mediterraneocon ben 2,2 milioni di croceristi. A livello regionale,il basso costo del credito e alcuni incentivi hannorafforzato gli investimenti per le imprese della me-tal-meccanica e in quelle di medie dimensioni. Nel2017 gli occupati nel Lazio sono aumentati più del-la media nazionale e il tasso di disoccupazione èulteriormente diminuito. Unica grande eccezione:il settore delle costruzioni, ancora alle prese con lastagnazione dell’attività edilizia, sia negli investi-menti che nell’occupazione. Una su dieci dellestart-up innovative (le nuove aziende che creano

prodotti o servizi innovativi ad alto va-lore tecnologico) è stata aperta nelLazio, che con 805 start-up inno-vative è secondo solo alla Lombar-dia (1.909) e all’Emilia Romagna(862). Nel mercato immobiliare è

proseguita la crescita delle transa-zioni e i prezzi sono rimasti sostan-zialmente stazionari. La qualità delcredito è migliorata con una politi-ca selettiva di offerta delle banche:i prestiti sono cresciuti per le azien-de meno rischiose mentre si sono

ridotti per quelli che pre-sentavano livelli

di rischio piùelevato.

Il convegnoannuale della Banca d’Italia ha analizzato l’andamentodell’economia regionale nel 2017.Questi i risultati.

Anche in questi mesi estivi è proseguito il confronto tra i vertici di Federcasse e le più alte

cariche istituzionali per definire nei dettagli la riforma del Credito Cooperativo, in un cam-

mino intrapreso ormai da qualche anno. Si tratta di mettere insieme le richieste dei più im-

portanti organi di controllo con l’identità e il radicamento che le BCC hanno avuto e con-

tinuano ad avere nell’economia locale.

Da una parte, infatti, si chiede alle BCC di migliorare la propria governance, di assegnare

più efficacemente le risorse patrimoniali e di aprire il sistema a capitali esterni per consen-

tire, in caso di necessità, una rapida patrimonializzazione. Questo permetterà di creare un

sistema bancario ancora più solido, a tutto vantaggio di noi soci e clienti, con la formazione

dei Gruppi Bancari Cooperativi.

Dall’altra parte, le BCC chiedono che vengano valorizzate la storia e il protagonismo delle

singole Banche, riconoscendo l’autonomia di ogni cooperativa bancaria in funzione della

sua meritevolezza. Vuol dire che una gestione efficiente permetterà una maggiore autono-

mia in materia di pianificazione strategica e di politiche commerciali, come siamo abituati

a fare, perché conosciamo l’economia locale.

E l’economia locale, in Italia, è fatta di piccole imprese: secondo i dati più recenti, le aziende

con meno di 20 addetti sono oltre 4 milioni: il 98,2% del totale. Vi lavora il 56,4% degli oc-

cupati del settore privato, ben oltre la media europea, che si ferma al 39,9%. Il 16,5% in me-

no rispetto all’Italia.

Queste aziende ogni giorno trovano nella BCC il loro partner privilegiato. Per un motivo

molto semplice: la BCC fa parte della stessa comunità a cui offre i suoi servizi bancari. Sap-

piamo ascoltare le vostre esigenze per contribuire a realizzare i vostri progetti.

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Il Direttore

Mario Porcu

gio di noi soci e clienti,i con lall foff rmazione

alorizzzz ate lall storia e il protagonismo delle

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Il Credito Cooperativo

conosce la comunità localeAggiornamenti sulla riforma

Le Vie dell’Arte

VELA STORIE DI VITAVELA LE GITE SOCIALI

Il nuovo programma di gite sociali ci porterà nei luoghi più suggestivi di Roma e inalcune città del Lazio e dell’Umbria, intrecciando talvolta gli itinerari dell’arte con lestrade del gusto. Le uscite sono di mezza giornata o di una giornata intera, secondole destinazioni. La Banca sostiene le spese del pullman e delle visite guidate e la metàdel costo degli ingressi e del pranzo, quando previsti. Una grande occasione perscoprire insieme luoghi suggestivi e per vivere intensamente i nostri valori cooperativi.

Meraviglia del gotico italiano

Simbolo della città, il Duomo è una delle più bellecattedrali del mondo e uno dei pochi esempi goticid’Italia. La costruzione fu fortemente voluta nel XIIIsecolo sia dalla Chiesa che dal Comune, con l’inten-to di creare un’unica grande cattedrale per la città,in sostituzione delle due chiese malridotte che pree-sistevano sulla bella piazza. È un mirabile esempiodi equilibri e commistioni di stili gotico e romanico,che la rendono davvero unica. La cappella medie-vale custodisce la reliquia del Miracolo di Bolsena,mentre la rinascimentale cappella di San Brizio è af-frescata con il Giudizio Universale (Storie degli ulti-mi giorni).

Costo per ogni partecipante: 19 €.Partenza: ore 7:00 da Trevignano, ore 8:00 daFormello. Pranzo in un ristorante a pochi passi dalDuomo. Rientro: in serata. Prenotazioni: 8-17 ottobre 2018 (ore 13).

Il Duomo di Orvieto

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LE VIE DELL’ARTE VELA

RegolamentoI nostri soci stanno prendendo famigliarità con ilnuovo regolamento introdotto l’anno scorso,ideato per favorire la partecipazione di tutti. Èpossibile prenotarsi presso l’Ufficio Soci (Formel-lo, viale Umberto I, 4) oppure presso la Filiale diTrevignano R. (via IV Novembre, 2) nei giorni enegli orari previsti per ognuna delle gite in pro-gramma, versando la quota, quando prevista.Ogni socio può farsi accompagnare da un fami-gliare. Non è possibile prenotarsi telefonicamen-te o prenotare altre persone oltre al proprio ac-compagnatore. Per motivi organizzativi, il nume-ro massimo di partecipanti per ogni gita socialeè di 50 persone. Per coinvolgere un numerosempre maggiore di soci, sarà data priorità a co-loro che non hanno partecipato alle gite prece-denti. Coloro che invece hanno già partecipato,verranno inseriti in una lista di attesa e in casodi disponibilità di posti verranno avvertiti neigiorni di giovedì e venerdì, prima della data inprogramma. Se ci sarà un’affluenza maggiore a50 persone per gita, la Banca valuterà l’opportu-nità di organizzare un altro pullman nella stessagiornata oppure in una data successiva. Chiedia-mo ai soci prenotati di mantenere l’impegno odi avvertire tempestivamente dell’assenza dovutaa un eventuale imprevisto, in modo da permet-tere all’Ufficio Soci di contattare i prenotati nellalista di attesa. Il socio che avrà versato la quotae non potrà partecipare alla gita per mancanzadi posti, verrà rimborsato. Se invece prenoterà epoi non parteciperà senza avvertire dell’assenzaentro le date previste, perderà la quota.

SABATO 20 OTTOBRE 2018

VELA STORIE DI VITAVELA LE VIE DELL’ARTE

La grande chiesa con il soffitto in legno dorato

La Patriarcale Basilica di S. Maria Maggiore è un au-tentico gioiello ricco di bellezze dal valore inestima-bile. Da circa sedici secoli domina dal colle Esquili-no la città di Roma: tempio mariano per eccellenzae culla della civiltà artistica. Unica basilica della cittàa conservare le strutture originali del suo tempo, pre-senta al suo interno particolarità che la rendono uni-ca: i mosaici della navata centrale, dell’Arco trionfalee dell’abside; il pavimento cosmatesco e il soffittocassettonato in legno dorato; le numerose cappellee l’altare maggiore arricchito dal genio di Valadierche sormonta la reliquia della Sacra Culla.

La partecipazione è gratuita.Partenza: ore 7:30 da Trevignano, ore 8:30 daFormello. Rientro: ore 13 circa. Prenotazioni: 9-16 gennaio (ore 13).

La Basilica di S. Maria Maggiore

SABATO 19 GENNAIO 2019

Per celebrare l’Unità d’Italia nel cuore di Roma

La sua candida architettura è uno dei simboli del-la Roma contemporanea. Il “Vittoriano”, questoil suo vero nome perché dedicato a Vittorio Ema-nuele II, primo re d’Italia, venne inaugurato nel1911, per il cinquantenario dell’Unità d’Italia. Daquando, nel 1921, accolse le spoglie del MiliteIgnoto, assunse una nuova valenza simbolica, equello che era stato pensato come un monumen-to dinastico divenne definitivamente una celebra-zione dell’Italia unita e della sua libertà. Oltre aportici, colonnati e statue che simboleggiano leregioni italiane, ospita il Museo centrale del Ri-sorgimento e il Museo nazionale dell’emigrazio-ne italiana.

La partecipazione è gratuita.Partenza: ore 7:30 da Trevignano, ore 8:30 daFormello. Rientro: ore 13 circa. Prenotazioni: 2-11 febbraio (ore 13).

L’Altare della Patria

SABATO 10 NOVEMBRE 2018

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LE VIE DELL’ARTE VELA

SABATO 23 FEBBRAIO 2019

La città dei papi e dei vicoli medievali

Distesa verso l’ultimo lembo della pianura ma-remmana, alle pendici dei monti Cimini, Viterboè stata per secoli una capitale della Cristianità, dicui ancora rimangono come testimonianza le ce-leberrime chiese e l’elegante palazzo papale incima al colle cittadino. L’imponente Sala del Con-clave si affaccia sulla piazza, mentre la Loggiadelle Benedizioni ha un susseguirsi di archi sor-retti da slanciate colonnine. Una breve passeggia-ta attraverso il quartiere medievale di San Pelle-grino rivela piccole vie, edifici storici e fontaneche conservano intatto il tessuto urbanistico me-dievale.

Costo per ogni partecipante: 23 €.Partenza: ore 7:30 da Trevignano, ore 8:30 daFormello. Pranzo in un prestigioso resort nellecampagne viterbesi. Rientro: in serata.Prenotazioni: 4-13 marzo (ore 13).

Viterbo

SABATO 16 MARZO 2019

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Il mausoleo di Adriano sulle rive del Tevere

Concepito per essere il mausoleo dell’imperatoreAdriano, inglobato nella cerchia di mura cittadine,dedicato successivamente a San Michele Arcangelo,assediato come baluardo difensivo durante le inva-sioni barbariche, spogliato delle sue splendide de-corazioni marmoree, divenuto fortezza papale du-rante i periodi di crisi, affrescato nelle sue elegantistanze Rinascimento, usato come celebre prigionepontificia: Castel Sant’Angelo racchiude tutte le fasidella storia della città, straordinario monumento chesi specchia nel Tevere in uno dei più straordinari pa-norami romani.

Costo per ogni partecipante: 9 €.Partenza: ore 7:30 da Trevignano, ore 8:30 daFormello. Rientro: ore 13 circa. Prenotazioni: 11-20 febbraio (ore 13).

Castel Sant’Angelo

Il porto affollato di una Roma cosmopolita

Fu il primo porto di Roma, nelle vicinanze della focedel Tevere. Colonia fondata secondo la tradizionedal re Anco Marzio, si sviluppò in epoca imperialecome centro commerciale e portuale, legato all’ap-provvigionamento di grano per la Capitale. Rimasecentro residenziale e amministrativo dopo la costru-zione dei porti in zona Fiumicino, ma decadde rapi-damente in epoca tardo-antica e fu abbandonata inepoca alto-medievale. Le rovine della città furonoscavate per 150 ettari a partire dagli inizi dell’Otto-cento, riportando alla luce templi, case e bottegheche ne fanno un’emozionante testimonianza dellavita quotidiana antica.

Costo per ogni partecipante: 25 €.Partenza: ore 7:30 da Trevignano, ore 8:30 daFormello. Rientro: in serata. Pranzo in un ristorantesul mare. Prenotazioni: 3-12 giugno (ore 13).

Ostia antica

SABATO 15 GIUGNO 2019

L’arte dei misteriosi Etruschi

Dopo una passeggiata tra i vicoli del centro stori-co, visiteremo il museo nazionale etrusco perscoprire questa affascinante civiltà pre-romana,ancora oggi per certi versi misteriosa. Il museo èallestito nel Palazzo Vitelleschi, autentico capola-voro architettonico grazie alla compresenza dielementi gotici e rinascimentali. All’interno, lacollezione è articolata su tre piani e contiene lapiù vasta raccolta d’arte etrusca esistente al mon-do. Sarcofaghi, vasi, piatti, ceramiche, statue, mo-nete e buccheri (le tipiche ceramiche etrusche,nere e lucide) sono solo alcune tra le preziosissi-me opere che custodisce.

Costo per ogni partecipante: 22 €.Partenza: ore 7:00 da Trevignano, ore 8:00 daFormello. Pranzo in un ristorante sul mare.Rientro: in serata. Prenotazioni: 6-15 maggio (ore 13).

Tarquinia

SABATO 18 MAGGIO 2019

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VELA STORIE DI VITAVELA LE VIE DELL’ARTE

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EDUCAZIONE ALLO SPORT VELA

Formello Sporting Club

Un luogo per mantenersi in forma, rivolto agli sportivi, ai ragazzi e alle famiglie: èquesto il circolo sportivo più importante di Formello, vicino al centro abitato ma giàlontano dal traffico, in un ambiente che favorisce il divertimento, la concentrazionee le relazioni sociali. Il fiore all’occhiello: la piscina.

Lo sport immerso nel verde e nel blu

Seduti ai tavoli con vista sulla piscina e sui campida tennis, tra ragazzi e adulti che arrivano con

le borse o semplicemente in tuta o in pantaloncini,incontriamo Stefania Reina (presidente dell’ASD chegestisce il centro sportivo), Giuliana Panti (respon-sabile delle attività sportive) e Maurizio Di Nardo(coordinatore delle strutture). Parliamo delle finalitàdel Centro e delle attività che ospita.

Lo sport è prima di tutto uno stile di vita. È un’educazione fisica e mentale.Ci viene riconosciuto di avere bravi istruttori federali.Ci si affeziona alla persona, certo, ma appena sali dilivello si apprezza la professionalità di un istruttore,che è un atleta e un maestro di vita al tempo stesso:educa alla sana competizione, al rispetto dell’avver-sario e a tirare fuori il meglio di se stessi. Del resto an-

che gli istruttori partecipano alle gare e quindi vivonoin prima persona le emozioni dei loro allievi. Si im-para anche dalle attività ludiche, come nel baby-nuo-to, dai 28 mesi di età. Viviamo in una penisola, mamolti ragazzi non sanno nuotare: per loro si tratta diimparare a superare le proprie paure.

Fare sport all’aria aperta è ancora più salu-tare, nel rispetto del proprio corpo e del-l’ambiente.Abbiamo una piscina da 25 metri con 6 corsie.D’estate è scoperta, d’inverno è coperta e riscaldata.Anche le altre attività (l’allenamento funzionale, cheè la base del cross-fit, la ginnastica posturale, lo yo-ga o il nuovissimo barre-body, fusione tra yoga, pi-lates e danza) le facciamo all’interno di gazebo chepossiamo aprire e chiudere secondo le stagioni, il-

luminarli e riscaldarli se fa freddo. È un’esperienzanuova e coinvolgente: allenarsi non nel chiuso di unastanza, ma nella natura. Forse l’essenza dello sport èproprio questa: raccordare il proprio corpo con l’am-biente che ci circonda e di cui facciamo parte. Nona caso per ottenere energia pulita sui tetti degli spo-gliatoi abbiamo installato pannelli solari e la nostracaldaia è alimentata con gusci di nocciole.

Con il Tabata interval training, in cui ci siallena nella natura, avete raggiunto risul-tati importanti.È un nuovo tipo di allenamento che prende il nomedal suo ideatore, il giapponese Izumi Tabata, e chepermette di concentrare il proprio impegno fisico insessioni che alternano la massima intensità e il ri-poso. Abbiamo partecipato alla Spartan Race di Or-te, gara in natura con 22 ostacoli, dove abbiamo se-gnato il 1.800° tempo su oltre 24.000 partecipanti.

Anche quando si sceglie uno sport indi-viduale, si finisce per stare in mezzo aglialtri.Quest’anno per la prima volta avremo una squadra-propaganda di nuoto che porta il nostro nome. Èuna grande soddisfazione. Lo hanno voluto i ragazzistessi. Non è per conquistare delle medaglie, o nonè solo per questo: è per rafforzare lo spirito di grup-po. È così che si trasmettono valori profondi. Si staformando un’altra giovane squadra femminile dinuoto sincronizzato, che dalle prossime Olimpiadisi chiamerà “nuoto artistico”. Le bambine che vo-gliono partecipare sono le benvenute…

Le attività in piscina non sono rivolte sol-tanto ai ragazzi.Sono rivolte a tutti. Per gli over 60 abbiamo corsi diacqua-pilates e di acqua-gymn che danno enormivantaggi al corpo e alla mente. Ad una certa età èun problema fermarsi e non fare attività fisica. Inve-ce in acqua migliora la circolazione e i gesti sonopiù leggeri, senza stressare troppo le articolazioni.Sono corsi seguiti con grande entusiasmo, a tal pun-to che abbiamo creato una convenzione con il Cen-tro Sociale Anziani.

Anche le persone disabili possono trovaresoddisfazione e piacere nello sport.In collaborazione con le istituzioni e le ASL ospitia-mo due gruppi di disabili provenienti da Formello eda Campagnano e avvieremo un corso per ragazziautistici che richiedono particolari attenzioni. Gra-dualmente stiamo abbattendo tutte le barriere archi-tettoniche. E chissà che in futuro non lontano nonriusciremo ad acquistare un ausilio per permetterel’accesso in acqua alle persone costrette a una sediaa rotelle.

Nel Centro ci sono anche campi di tennise di calcetto.Da 3 anni è aperta una scuola di tennis, anch’essaguidata da istruttori federali. Organizziamo due tor-nei: il memorial “Franco Fortuna”, che ha raggiuntoormai un livello nazionale, e il torneo “Città di For-mello”, patrocinato anche dal Comune, per far cre-scere nuovi talenti qui nel nostro territorio. Con unanostra squadra partecipiamo ogni anno al campio-

VELA STORIE DI VITAVELA EDUCAZIONE ALLO SPORT

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LE VIE DELL’ARTE VELA

nato regionale “Tennis Lazio”: nel 2015 siamo arri-vati secondi. Per le partite di calcetto, invece, giàmolte squadre amatoriali si incontrano qui, e magarial termine degli incontri si fermano al bar o nel ri-storante, una vera chicca.

Sì, perché il ristorante è in verità un’acco-gliente trattoria, ispirata allo stile e alla cu-cina di una volta.Si chiama semplicemente “Cucina” e ci fa riscoprirei sapori genuini: i primi piatti della tradizione conla pasta fatta in casa, i prodotti dell’orto a km-zeroe la carne cotta alla griglia. Anche le patatine sonofresche, tagliate a mano e fritte al momento. I bam-bini notano subito la differenza! Pure gli ambientisono suggestivi nella loro semplicità, con uno stilevintage e una serenità che fa sentire subito a casa.Da provare, senza dubbio.

La cura del proprio corpo inizia a tavola, ma-gari con semplici abitudini alimentari.La vita di ogni giorno mette a dura prova una dietacorretta. Vale per tutti, adulti e bambini. Lavori se-dentari o al contrario usuranti, stress, ore trascorsein macchina nel traffico o davanti a un monitor o auno smartphone… L’attività sportiva prevede anche

un’educazione alimentare, senza privazioni, macon gradualità e determinazione.

Il Centro è diventato un vero e proprio luo-go di incontro, anche al di là dello sport.Non tutti i bambini amano la competizione, per in-dole o fisicità. Non tutti intraprenderanno l’attivitàsportiva e noi rispettiamo la personalità di ognuno.Molti amano di più i momenti ludici, magari con igiochi tradizionali come il tiro alla fune o il salto conla corda, oppure ripassano le materie scolastiche. Lovediamo ad esempio nei campi estivi che abbiamo at-tivato per venire incontro alle esigenze delle famiglie,che hanno bisogno di affidare i loro bambini a perso-ne fidate e in luogo sicuro. Lo sport non deve essereuna costrizione, ma una ricerca istintiva di equilibrioe di benessere. Anche gli adulti possono rilassarsi sot-to un albero d’olivo o riposarsi su un’amaca.

Con un solo abbonamento è possibile farel’attività sportiva che si preferisce.Anche in questo modo vogliamo diffondere i valoridello sport a tutti i livelli. Secondo il tempo a dispo-sizione e gli impegni della giornata, tutti possonoiniziare. Chi entra al Formello Sporting Club, conassoluta naturalezza troverà la sua dimensione.

EDUCAZIONE ALLO SPORT VELA

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VELA CENTO ANNI FAVVVVVVEEEEEEEEVVVV LLLLLLLLAAAAAAAAAAAAAALLLLLL CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII FFFFFFFFFFFFAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

La guerra fu combattuta quasi esclusivamente inEuropa, ma assunse il carattere di una guerra

mondiale perché coinvolse anche Stati Uniti e Giap-pone e perché le potenze europee avevano alloracolonie in tutto il mondo. Da anni, inoltre, vi eranoattriti tra Austria e Russia per il controllo dei Balcani,

tra Germania e Francia per le regioni di confinedell’Alsazia e della Lorena, tra Germania e Inghil-terra per il primato industriale, tra Italia e Austria perTrento e Trieste. La Germania, convinta dell’efficien-za e della rapidità del suo esercito, invase il Belgioper raggiungere la Francia, ma la resistenza dei Fran-

CENTO ANNI FA VELA

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La Grande Guerra

cesi trasformò la guerra di movimento in una guerradi posizione, combattuta in trincea. Le truppe au-stro-tedesche fronteggiarono la Francia sul fronte oc-cidentale e la Russia sul fronte orientale per quattrolunghi anni, con un immenso dispendio di vite uma-ne, di rifornimenti, di energie e di materiale bellico.Vennero usate armi mai viste prima: mitragliatrici,lanciafiamme, gas tossici, aerei da ricognizione, sot-tomarini e carri armati. Anche le trasmissioni via ra-dio ebbero una veloce evoluzione, per favorire lacomunicazione tra i reparti.

L’Italia entra in guerraAllo scoppio della guerra il Regno d’Italia si dichiaròneutrale, iniziando a trattare con l’Austria per otte-nere Trento e Trieste, ma in politica e nell’opinionepubblica si accese il dibattito sulla guerra. I neutra-listi erano i socialisti, in difesa degli operai e deicontadini; i cattolici, pacifisti; i liberali, che conGiolitti consideravano l’Italia impreparata alla guer-

ra e volevano contrattare Trento e Trieste con l’Au-stria in cambio della neutralità. Gli interventisti era-no i nazionalisti, che volevano una “quarta guerrad’indipendenza”, i liberali di destra e molti ambientimonarchici. Nonostante la maggioranza parlamen-tare fosse contraria, il Re e il governo dichiararonoguerra all’Austria il 24 maggio 1915. Migliaia dicontadini e operai italiani furono inviati al fronte,con uno sforzo industriale senza precedenti, comestava avvenendo in tutte le economie europee. L’en-trata in guerra dell’Italia aprì un nuovo fronte manon cambiò le sorti del conflitto.

La vita quotidianaChi era rimasto a casa (donne e anziani) dovette sop-portare penuria di viveri e requisizioni. Le donne pre-sero a lavorare nei campi e anche nelle fabbriche. Inquegli anni una circolare del Ministero dell’agricoltu-ra esortava ad incrementare le semine perché era sem-pre più complicato importare il grano dall’estero.

Sarajevo (Bosnia), 28 giugno 1914: un giovane serbo-bosniaco uccise l’arciducaFrancesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico, e sua moglie.Questo attentato mise in movimento tutto un sistema di alleanze contrapposte: dauna parte Germania e Austria, dall’altra Francia, Inghilterra e Russia. Era iniziata laprima guerra mondiale. L’anno dopo anche il Regno d’Italia entrava nel conflitto, cheterminò soltanto nell’autunno del 1918. Esattamente un secolo fa.

Nei giorni più duri del conflitto, soffrendo intrincea oppure sognando la pace lontano

dal fronte, la musica ebbe un ruolo importantis-simo per la coesione sociale della nazione. Mol-te canzoni furono composte proprio in queglianni, come ‘O surdato ‘nnammurato, scritta daAniello Califano e musicata da Enrico Cannio, ocome La canzone del Piave, nata dalla fantasiadi Ermete Giovanni Gaeta e che fu inno nazio-nale dall’8 settembre 1943 al 12 ottobre 1946,quando invece fu adottato Il Canto degli Italianidi Goffredo Mameli. Altri canti ottocenteschi tro-varono poi una nuova popolarità, come Quelmazzolin di fiori, che divenne il motivetto piùamato dagli Alpini.

II Piave mormorava / calmo e placido al passag-gio / dei primi fanti, il ventiquattro maggio: /l’esercito marciava / per raggiunger la frontiera, /per far contro il nemico una barriera… Come cispiega l’italianista Simone Cacurri, “la Canzonedel Piave contribuì in maniera decisiva a rinvigo-rire lo spirito dei soldati dopo Caporetto e a ri-compattare un esercito oramai allo sbando, a talpunto che lo stesso generale Armando Diaz inviòun telegramma all’autore, complimentandosi perl’opera composta, che «al fronte vale più di ungenerale!». Del resto, la generazione che com-batteva nelle trincee era figlia della grande sta-gione del melodramma italiano e di una culturapopolare, in lingua o in dialetto, fatta principal-mente di canzoni”.

Ninna nanna, nanna ninna, / er pupetto vò la zin-na / … / Ninna nanna, pija sonno / ché se dorminun vedrai / tante infamie e tanti guai / che suc-cedeno ner monno / fra le spade e li fucili / de lipopoli civili… Sulle colonne dei giornali pacifistisi diffuse invece La ninna nanna de la guerra,scritta da Trilussa già nel 1914. Carlo Alberto Sa-lustri (da qui l’anagramma Trilussa) era nato a Ro-ma nel 1871 e iniziò a 16 anni a pubblicare so-netti e favole in romanesco, ispirandosi a Giusep-pe Gioacchino Belli (1791-1863), ma con unalingua a metà tra il romanesco e l’italiano: era ildialetto non più del popolo, ma della borghesia.Declamava i suoi versi in pubblico nei teatri, neisalotti aristocratici e nei caffè-concerto. Era altoquasi due metri. La sua satira colpiva le ipocrisiedella morale pubblica e la corruzione dei potenti,come appunto nei versi della ninna-nanna.

È ancora oggi molto conosciuta anche perché èstata reinterpretata da Claudio Baglioni: con il ti-tolo di Ninna nanna, nanna ninna, venne inseritanell’album “E tu…” del 1974.

Una canzone vale più di un generale!

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La Canzone del Piave e la ninna-nanna della guerra

Trilussa

Armando Diaz

Agli agricoltori vennero concessi maggiori crediti peracquistare le sementi. Nei nostri paesi “parecchie don-ne piangenti” lamentarono che “da giorni si sostene-vano solo con polenta ed erba”, si legge in un docu-mento dell’epoca. Si susseguivano le richieste alle am-ministrazioni comunali per avere grano e pane. A uncerto punto, nell’ultimo anno di guerra, vennero inviatial fronte giovani diciottenni, “i ragazzi del ‘99”. Chi erastato chiamato al fronte visse un’esperienza durissima,in condizioni precarie e con il pericolo continuo dellamorte. Si rimaneva per mesi nelle trincee, protetti dareticolati e sacchi di sabbia, tra bombardamenti e urladei feriti, gas che bruciavano la gola e punture controle infezioni, pidocchi e dissenteria. Un momento di sol-lievo era la consegna delle lettere dei famigliari e deipacchi con viveri e oggetti per la vita quotidiana, primadi tornare a combattere. Gli ideali patriottici eranomaggiormente sentiti da soldati di estrazione borghesee piccolo-borghese. Le masse contadine, che riempi-vano le fila dell’esercito, continuarono a considerare laguerra un inutile sacrificio, lontano dal lavoro quotidia-no nei campi.

Ungaretti e Remarque“Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”. “Diche reggimento siete / fratelli? / Parola tremante / nellanotte / Foglia appena nata”… In questi versi del grandepoeta Giuseppe Ungaretti leggiamo le sensazioni e isentimenti di chi si trovava al fronte e scopriva giornodopo giorno la fragilità dell’essere umano e la fratellan-za con i compagni e persino con i nemici. Ungaretti siera arruolato come volontario e aveva combattuto sulCarso e poi sul fronte francese. Un altro combattentefu il tedesco Erich Maria Remarque, che di ritorno dalconflitto scrisse il romanzo “Niente di nuovo sul fronteoccidentale”. Partito per la guerra con grandi ideali dionore ed eroismo, raccontò invece le ansie di chi com-

batteva una guerra inutile, tra il rumore delle armi e iferiti negli ospedali da campo. Remarque si chiedevaanche: “cosa faremo noi soldati dopo la fine del con-flitto? Sapremo tornare a una vita normale?”. Era unagenerazione che, “anche quando sopravvisse alle gra-nate, fu distrutta dalla guerra”.

La Rivoluzione russaIn Russia l’avversione verso la guerra causò nel marzo1917 la rivolta gli operai di Pietrogrado, che costrinselo zar Nicola II ad abdicare. Si formò un governoprovvisorio guidato dalla debole borghesia russa, in-capace di affrontare i grandi problemi di una societàarretrata. Nel mese di ottobre ci fu allora un’altra ri-voluzione, guidata stavolta dai soviet, le organizza-zioni dei soldati e degli operai rivoluzionari. Trovaro-no in Lenin l’ideologo più coinvolgente: si schieròcontro la guerra e a favore della riforma agraria. Unavolta preso il potere, i bolscevichi crearono uno Statosocialista: fabbriche, terre e banche passarono allaproprietà pubblica. Era nata l’URSS, l’Unione delle re-pubbliche socialiste sovietiche. Dopo aver sconfittole forze contro-rivoluzionarie finanziate dagli Stati oc-cidentali, il Partito comunista accentrò in pochi annitutto il potere. Alla morte di Lenin, sarà Josif Stalin agovernare l’immenso impero sovietico, avviando unprocesso di industrializzazione forzata, statalizzandoanche agricoltura e commercio ed eliminando con laforza tutti gli oppositori politici.

La fine della guerraIl 1917 fu probabilmente l’anno più difficile del con-flitto, tra frustrazione, stanchezza e frequenti casi di in-subordinazione tra i soldati. E quando la Russia uscìdalla guerra, gli Austro-tedeschi si riversarono sul fronteitaliano, vincendo nettamente a Caporetto (24 ottobre1917) e avanzando in territorio italiano: una disfatta.

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aggiori d

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Ci vollero due settimane per riorganizzare l’esercito,confuso e quasi dimezzato, in una nuova linea di difesasul fiume Piave. Ma a questo punto prese forza una rea-zione morale, oltre che militare, che portò un anno piùtardi al successo nella battaglia di Vittorio Veneto (24ottobre - 4 novembre 1918). A guerra finita, nei trattatidi pace l’Italia venne considerata una potenza di rangominore, anche se ottenne il Trentino, l’Alto Adige, laVenezia Giulia, Trieste e l’Istria. A dominare la scenaerano Inghilterra e Francia. La mappa dell’Europa eraridisegnata: l’impero austro-ungarico venne smembra-to, secondo la teoria dell’autodeterminazione dei po-poli; la Russia era uno Stato socialista; la Germania ve-niva umiliata con forti indennizzi da pagare. La GrandeGuerra aveva mietuto 10 milioni di vittime. Tutte le po-tenze europee erano uscite dal conflitto con grandissi-me perdite umane ed economiche, mentre gli StatiUniti si erano affermati come prima potenza economi-ca mondiale.

I soci fondatori combattentiMolti agricoltori e artigiani che alla metà del Novecen-to fondarono le due Casse rurali di Formello e Trevi-gnano, all’origine della nostra Banca, avevano combat-tuto giovanissimi la prima guerra mondiale. Tra i sociformellesi, al fronte combatterono Ottavio La Ragionee Giuseppe Magni, entrambi nati nel 1891; il primo la-sciò le sue attività di imprenditore agricolo; il secondoin guerra rimase gravemente mutilato a una gamba. An-che Ubaldo Cardellini, classe 1897, venne ferito du-rante il conflitto. Di un anno più giovane era Gioventi-no Valloni, che dopo uno scontro a fuoco rimase in co-ma per un certo periodo. Due “ragazzi del ‘99” eranoinvece Lorenzo Buccioli, agricoltore, e Giuseppe Sod-du, che poi divenne carabiniere e combattè anche laseconda guerra mondiale, in un contingente formato a

La Storta. Lo stesso accadde per alcuni soci fondatoritrevignanesi: combattenti furono Orazio Luciani, classe1890, due “ragazzi del ‘99” come Alfiero Cecchini eSettimio Fefè (quest’ultimo fu chiamato alle armi anchenella seconda guerra mondiale) e Felice Maciucchi det-to Nino, classe 1897. Una storia particolare, quella diFelice: era impegnato sul Monte Nero, sulle Alpi Giulie.Nel suo battaglione era uno dei pochi ad avere dime-stichezza con l’alfabeto e la grammatica, e per questoscriveva e leggeva le lettere anche per gli altri soldati.In quei lunghi mesi, solo il filo della scrittura tenevaunite le vite di uomini e donne, padri e figli, fratelli esorelle. Durante un attacco venne ferito quasi mortal-mente dallo scoppio di una granata. Lo diedero permorto e lo caricarono alla svelta sul carro dei deceduti.Solo un tenente-medico si accorse di un leggero movi-mento della sua mano: fu subito trasportato nell’ospe-dale da campo e operato d’urgenza. Molte schegge digranata gli rimasero nel corpo, ma si salvò. Tornato acasa, avviò in paese una fiorente pescheria. Si spensesolo nel 1969: “dopo due guerre mondiali, le automo-bili e gli aerei, ho fatto in tempo a vedere anche lo sbar-co sulla Luna”, disse pochi giorni prima di morire. Daquella dolorosa esperienza, dove la vita valeva pocopiù del costo di una pallottola o di una baionetta, i no-stri soci fondatori combattenti impararono il valore el’utilità della cooperazione: pacifica, laboriosa e per ilbene di tutti.

Le Casse rurali, vicine alla genteGià durante il conflitto alcune Casse rurali sovvenzio-narono i Comuni per l’acquisto di viveri, come la Cassadi Nettuno, oppure aprirono spacci di generi alimen-tari, come la Cassa di Sutri. Nel dopoguerra le Casserurali si mobilitarono ancora: la Cassa di Palestrinainaugurò una rivendita di sementi e concimi e quella

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are l’

di Sonnino assegnò piccoli poderi a un prezzo di favoreai soci reduci dalle trincee. A Formello negli anni Ventinacque una piccola Cassa rurale di prestanza agraria.In altri territori del Lazio, l’Opera nazionale per i com-battenti (ONC) dissodò terreni per distribuirli con con-tratti di migliorìa. Accadde in molte campagne attornoa Roma e anche a Trevignano. In alcune comunità fu-rono invece le stesse Amministrazioni comunali a con-cedere terreni in affitto pluriennale o “a livello”, cioèfino alla morte del colono. A Formello, dopo una peti-zione popolare avviata prima della guerra, nel 1914 enel 1920 più di duecento capi-famiglia ottennero “par-ticelle” di un ettaro della tenuta comunale a vantaggiodi famiglie che “stentavano la vita e soffrivano la fame”.La diffusione della piccola proprietà contadina fu quin-di accelerata dalla guerra e ovunque incoraggiò formedi credito popolare e cooperativo.

L’alba del fascismoIn Italia, alla fine del conflitto i nazionalisti accusaronoi governi liberali di debolezza, con il mito della “vittoriamutilata”, espressione di Gabriele D’Annunzio che in-dicava una vittoria incompleta, senza adeguate con-quiste territoriali. Fu un periodo di aumento dei prezzie disoccupazione. Nacquero nuove forze politiche, co-me il Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo e iFasci di combattimento di Benito Mussolini. Nelle ele-zioni del 1919 i liberali persero la maggioranza in Par-lamento, a favore di socialisti e popolari. Negli ambien-ti borghesi si faceva strada il timore di una rivoluzionesocialista. Giolitti si dimise. Il movimento fascista, in-tanto, si era organizzato in un partito nazionale e avevaavviato azioni dimostrative contro gli oppositori, fino

alla “marcia su Roma” del 28 ottobre 1922. Davanti aquesta simbolica prova di forza, il re Vittorio EmanueleIII incaricò Mussolini di formare il nuovo governo. Perla storia italiana era iniziata una pagina nuova.

Perché la Grande Guerra cambiò la storia delNovecento?Dopo la guerra l’Europa non era più al centro delmondo. E all’interno degli stessi Stati europei, enor-memente impoveriti, il conflitto aveva mobilitato lemasse: fu la prima guerra dei popoli e non solo deglieserciti. Aveva fatto maturare una nuova coscienzapolitica in coloro che, tornati a casa, aderirono alleorganizzazioni sindacali, parteciparono a scioperi ochiesero terre da coltivare in cambio del grande sa-crificio compiuto. Molti reduci non avevano più al-cuna fiducia nei sistemi politici del passato e votaronoper nuovi partiti, altri non finirono mai di sognare unarivincita militare. La vita politica stava assumendo lestesse tecniche delle campagne militari, con grandiadunate e roboanti proclami destinati ad avere unenorme seguito anche grazie alle innovazioni delleradiocomunicazioni. È con la prima guerra mondiale che inizia davvero ilNovecento; è la tesi dello storico britannico Eric Hob-sbawm. Gli anni Dieci appartengono ancora all’Ot-tocento, ancorati alle dinamiche della vecchia politicae alle certezze della Belle Èpoque. Questo “secolobreve” iniziato nel 1914 finirà nel 1991, con il crollodell’Unione sovietica. Da quel momento, senza lanetta divisione tra mondo capitalista e mondo socia-lista, siamo già nel mondo contemporaneo. La storiadiventa cronaca tutta da vivere e da interpretare.

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Le immagini di queste pagine sono diAchille Beltrame (1871-1945), pittoreveneto che illustrò la Grande Guerranelle copertine della “Domenica delCorriere”. Non si mosse mai dalla re-dazione milanese del “Corriere dellaSera”, eppure con una fervida imma-ginazione disegnò avvenimenti e per-sonaggi di tutto il mondo, che in que-sto modo arrivarono anche a chi nonsapeva leggere, nelle città come nellepiù sperdute case di campagna. Cro-naca, sport, costume, guerre, curiosi-tà: tutta la società italiana della primametà del Novecento è stata narratanelle sue 4.662 tavole.

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Era il 10 luglio 2009 quando nei giardini comu-nali di Formello andava in scena la prima edi-

zione. “C’erano davvero poche persone e sembravache l’iniziativa dovesse finire lì”, ricorda oggi CesareBanchi, ideatore del festival. “Nei giorni successivi,invece, con Greg in concerto, il pubblico riempì tut-te le sedie disponibili e ci fece capire che era possi-bile associare le melodie swing e jazz alle atmosferedi un borgo medievale, facendo scoprire generi mu-sicali forse poco conosciuti o comunque dimenti-cati”. Il Formello Jazz Festival, che dalla secondaedizione trovava in piazza san Lorenzo la sua loca-tion più suggestiva, è dedicato al Jazz tradizionale,ovvero ai generi meglio definiti come New Orleans,Dixieland e Swing, con ritmi e melodie che vannodal 1920 al 1950. Nato dalle forme musicali deglischiavi afro-americani, il Jazz è diventato nel mondoanche uno stile di vita.

Interpreti d’eccezioneSono brani scritti dai grandi interpreti internazionalidel Jazz che molti di noi hanno ascoltato da ragazzi

o perché cantati o ballati dai nostri genitori o, an-cora, perché riascoltati nelle pubblicità o nei con-certi. Una musica intramontabile che ci riporta al-l’America degli anni ’30 e poi all’arrivo degli ame-ricani in occasione della Liberazione nel 1945. InItalia abbiamo ancora artisti che hanno suonato conmolti di quei grandi musicisti: due di loro sono Car-lo Loffredo e Lino Patruno, che si sono esibiti proprioa Formello. Ma in questi dieci anni al Festival hannosuonato jazzisti professionisti del calibro di GiorgioCuscito con la Swing Valley Band, Aprea quintet conMariano e Antonella Aprea, Armando Bertozzi, EnricoZanisi, Claudio Gregori (Greg), Luca Velotti, ElisabettaAntonini, Gabriele Coen, Marco Guidolotti, MassimoPirone Orchestra, The Roaring Twenties, La luna nelcaffè, Blue Kate Duo, la BIXI Big Band, la Banda diFormello in jazz, la Banda di Campagnano in jazz, laMax Ciafrei Orchestra, le Ladyvette, Jacopo Bertini,Piji Siciliani, lo spettacolo di Cabaret Gigì e la Nowa-days Orchestra, Renato Gattone e Clara Simonovietz,Cristina Stabile, Emanuele Urso “King of Swing”, Fran-cesca Faro, Antongiulio Foti e Giuseppe De Simoni,

Grande successo della decima edizione, tra jazz, swing, auto ecostumi d’epoca al Centro civico Le Rughe e in piazza San Lorenzo.

E ora la Fondazione Italiana del Jazz e dello Swing permetterà diimparare queste originali musicalità trasmesse direttamente dal talento

di grandi maestri che hanno portato fino a noi questi ritmi travolgenti.

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Formello JazzFestival

VELA EVENTI

Nadia Straccia, Daniela Troilo, The Swing Barriques.E alcuni degli ospiti di quelle serate sono stati FrancoNero, Carlo Delle Piane, Nino Benvenuti, MarcelloCirillo, Giancarlo Magalli e Antonella Elia. Non sonomancati servizi su “Baobab” (RadioUno Rai), “UnoMattina” (Rai1), TG2 e TG3 e dirette radiofoniche suRadio L’Olgiata e il circuito delle “100 Radio”.

DIECI ANNI DI IDEEEdizione dopo edizione, il festival si è arricchito dialtri eventi a fare da cornice, per non limitarsi soloalla musica e renderlo unico nel suo genere. E cosìnel 2012 nasce la “Formello Swing Dance Society”,la prima scuola di Lindy Hop a Formello, grazie allapresenza di insegnanti delle scuole di Roma, primadella scuola “Swing’o’Roma” di Eddy Ceccarelli conBetty Granio e poi della scuola “Feel That Swing” diMorena Petrolati con Livio Totteri. Nello stesso an-no vede la luce il Premio Fotografico “Tania Wolo-dimeroff - Jazz Vision”. L’anno successivo, il 2013, èla volta del “Concorso X-Jazz” per musicisti nonprofessionisti di jazz tradizionale. Dal 2014 arrivanole auto d’epoca: le Auto americane della “NicolaBulgari Foundation” e le italiane e intercontinentalidel club romano “La Manovella” capitanate da Fran-cesco Congiu, fino alle imponenti Rolls-Royce dellascuderia “GialloquarantaClub” di Salvatore Nobili,e di nuovo alle italiane del Club CAMEPCDR diCampagnano, con Mario Pompili. Dal 2016 l’offertasi arricchisce di un nuovo gioiello: gli abiti d’epo-ca, grazie alle sartorie teatrali “Tirelli Costumi” e“AnnamodeCostumes”. Sempre dal 2016 inizia“FormelloJazz Winter”, e tutti gli anni, madrinadell’iniziativa è stata Lalla Hop, che assieme aDJArpad, lancia quasi tutti i festival Swing in Italia.

Ballare a ritmo di SwingNel 2017, infine, si sono gettate le basi per due impor-tanti progetti: “Francigena in Jazz & Swing” e “Fonda-zione Italiana del Jazz e dello Swing”. Il primo porteràil jazz negli altri borghi della via Francigena, da Can-terbury in Gran Bretagna fino a Brindisi in Puglia, at-traversando quindi la Francia e l’Italia, cominciando da

quelli più vicini all’“origine”, che in questo caso è stataFormello. Il secondo, la Fondazione, consentirà di stu-diare e apprendere il sound del Jazz direttamente daigrandi interpreti italiani (che oggi sono molti), oltre cheinternazionali, e continuare a portare al pubblico loswing, che poi è uno dei generi musicali del Jazz tradi-zionale, quello ballabile, facendo in modo di trasmet-tere anche questo alle giovani e meno giovani genera-zioni, per il piacere di divertirsi in allegria, oltre che fareun sanissimo esercizio fisico. “Queste dieci edizioni -conclude Cesare Banchi - non avrebbero potuto esiste-re senza l’impegno di chi ha partecipato gratuitamenteall’organizzazione del festival, senza le amministrazio-ni comunali che si sono succedute negli anni e senzail contributo di molti sostenitori, tra cui la Banca. E sen-za l’affetto e la grande partecipazione del pubblico, cheogni anno ha rinnovato il nostro entusiasmo. Un sentitoringraziamento a tutti e un invito a partecipare alla 11°edizione, per l’estate 2019”.

(facebook, formelloJazz Festival + Formello SwingDance Society / www.formellojazz.it)

EVENTI VELA

VELA CRONACHE DAL NOVECENTO

Un corso di taglio e cucitoNel dopoguerra erano molto diffusi questi corsi in cui le ragazze imparavano oaffinavano le loro capacità apprese in casa dalla madre o dalla nonna. In questo modoquella che era una pratica domestica si aprì al confronto e alla tradizione artigianale.Oggi queste professionalità sono ricercate nel settore della sartoria, della moda e deicostumi d’epoca realizzati per il mondo dello spettacolo.

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Conferenza sulle malattie della tiroide

Nella serie di conferenze sulla salute, venerdì 19ottobre alle ore 17, nella Sala sociale della Banca aFormello in Via Umberto I, 92, la dott.ssa LucillaBollanti, nota endocrinologa all’Azienda ospeda-liera Sant’Andrea di Roma, terrà una conferenzasulle malattie della tiroide, con il linguaggio chiaroe divulgativo che caratterizza questi incontri sulbenessere e sulla qualità della vita. Siete tutti invi-tati a partecipare.

Arie d’Opera e Canzoni dalMondo a Trevignano

Nella suggestiva cornice del Piazzale del Molo diTrevignano R., tra le atmosfere del lago e uno deiborghi più belli del Lazio, sabato 28 luglio è andatain scena la seconda edizione del concerto “ArieD’Opera e Canzoni dal Mondo”. Direttore artisticoè stato il Maestro Roberto Lovèra (baritono), conMonica Burgio, mezzosoprano, il Maestro Massi-miliano Franchina al pianoforte e la partecipazionedella Scuola di Arte e Spettacolo “Fantasia”.L’evento, prodotto e presentato da Elsa Amirkha-nian, ha avuto il patrocinio del Comune di Trevi-gnano Romano, della nostra Banca e dell’Associa-zione culturale Parnaso. Da Bella siccome unangelo a Una voce poco fa, da Roma nun fa la stu-pida stasera a That’s Amore, i brani in programmahanno espresso il messaggio universale della mu-sica spaziando dalla tradizione lirica alla culturapopolare, fino alle colonne sonore del grande ci-nema. L’iniziativa ha avuto una segnalazione ancheall’interno del TG3-Lazio.

IN BREVE VELA

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Il Festival Barocco anche a Nepi

Spazio a giovani strumentisti e compositori datutto il mondo, sedici concerti affidati a presti-giosi specialisti nel repertorio barocco. Proprioin questi giorni l’edizione 2018 del Festival Ba-rocco Alessandro Stradella di Viterbo e Nepi, sicaratterizza, oltre che per un’ampia offerta diconcerti, masterclass, seminari e conferenze dialto livello, per un’importante novità: l’aperturaal dialogo tra musica barocca e contemporanea,per stimolare una riflessione ormai indispensa-bile tra i compositori e gli esecutori sulle pro-spettive e il futuro dei nuovi linguaggi musicali.La Call for Young Composerse per giovani en-semble barocchi NEWTRACKS@FBAS 2018 harichiamato ragazzi da tutto il mondo, mettendoin contatto culture, esperienze e formazionimolto diverse tra loro. Apertura con molto pub-blico e stampa nazionale e internazionale il 1°settembre a Viterbo nella Chiesa di Santa Mariadella Verità con l’oratorio di Alessandro Stra-della Ester, liberatrice del popolo ebreo, conl’Ensemble Mare Nostrum diretto Andrea DeCarlo, ideatore della collana discografica TheStradella Project. La chiusura il 16 settembre aViterbo con il concerto del cantante Marco Bea-sleycon il programma intitolato La Clessidra. IlFestival prevede appuntamenti a Viterbo, Nepi,Sutri e Caprarola con il flautista svedese DanLaurin, il contrabbassista e compositore DanieleRoccato, il baritono Furio Zanasi, l’ensemble IBassifondi, la violista da gambaLucileBoulanger,il giovaneduo Repicco, l’ensembleAbchordis, ei giovani virtuosi dei Talenti Vulcanicie dello-Stradella Y(oung)-Project. Oltre ai concerti Ma-sterclass internazionali dall’8 al 12 settembre ediversi seminari e conferenze. Il programmacompleto del Festival è consultabile nel sito:http://www.festivalstradella.org/

Siamo venuti ad abitare a Formello nell’ottobredel 1977 ed è stata una mia scelta. Desideravo

una casa in campagna. Allora avevo il mio primo fi-glio di 5 anni e stavo aspettando il secondo. Formel-lo mi era familiare in quanto ci venivo da adole-scente, ospite di una mia amichetta delle elementa-ri, il cui papà aveva costruito una casa a Monte Ma-donna, vicino a quella del sindaco Bruno Sbardella.In seguito anche mia sorella costruì la sua, semprea Monte Madonna. Nei primi anni siamo stati in af-

fitto, ma poi edificammo la nostra casa a Castelli, incui abitiamo dal 1980, in un terreno inizialmentead uso civico riscattato dopo tante battaglie.Ho iniziato a lavorare nel cinema nel 1968 con “Ilmedico della mutua” diretto da Luigi Zampa, a fian-co di Alberto Sordi che interpretava l’indimentica-bile dottor Guido Tersilli. A Formello girai “La vitadi Leonardo da Vinci”, uno sceneggiato a puntatescritto e diretto da Renato Castellani e interpretatoda Philippe Leroy. Poi, nel 1970, nella tournée tea-

Il grande attore e doppiatore è scomparso a Formello all’età di 94 anni. Amavail teatro ma prestò la sua voce a celebri personaggi del cinema del Novecen-to, dal medico di bordo di “Love Boat” a Joker, l’enigmatico criminale dellaserie televisiva “Batman”. Un ricordo personale della moglie Sara.

VELA PERSONAGGI

Ettore Conti, la voce dell’ironia

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trale dei “Tre Moschettieri”, conobbi Ettore Conti,che sarebbe diventato mio marito. Era di 22 anni piùgrande di me. Fui subito affascinata dalla sua sim-patia. Pensai: “come mi fa ridere e come è protetti-vo…” Sì, era l’uomo della mia vita. Avrebbe com-piuto a dicembre 94 anni, ma se ne è andato via conuna brutta polmonite.Voglio ricordare chi era. Oltre ad essere un padre emarito meraviglioso, è stato anche un ottimo attore.Proveniva da una famiglia di insegnanti di Sesto SanGiovanni (Milano), dove era nato il 14 dicembre1924. Iniziò a 18 anni la carriera di attore nellacompagnia di Memo Benassi, alternando poi il tea-tro, il cinema e la televisione, anche come doppia-tore. La carriera teatrale è stata la più importante:nel 1947 è approdato al Piccolo Teatro di Milano eha interpretato il ruolo di Silvio nell’“Arlecchino ser-vitore di due padroni” di Carlo Goldoni, diretto daGiorgio Strehler. E poi ancora “Delitto e Castigo” diFedor Dostojevskij, “L’anima buona di Sezuan” diBertolt Brecht o “L’avaro” di Molière, grandi classici.In televisione ha recitato in caroselli, sketch e spet-tacoli di varietà con Virna Lisi, Gino Bramieri, PaoloVillaggio, Walter Chiari, Raimondo Vianello e San-dra Mondaini. Lunga anche la sua attività di dop-piatore: ha doppiato Fred Astaire in “Cenerentola aParigi”, Bernie Kopell, il medico di bordo della serie“Love Boat”, Cesar Romero nel personaggio di Jokernella serie cult “Batman” e John Wood nel film“Chocolat”, con Juliette Binoche e Johnny Depp, perfinire con il Cappello Parlante della saga di HarryPotter. Ma per me é stato il compagno di una vita, ilcollega di lavoro, un uomo che ha vissuto la sua esi-stenza con ironia, ma prendendola sul serio. È statola mia stella polare, che spero di incontrare ancora,un giorno, per una lunga tournée teatrale nei cieli.

(Sara Franchetti Conti)

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PERSONAGGI VELA

Ettore Conti è stato per anni la spalla di Gino Bramie-ri, il brillante umorista milanese. Qui interpreta unvigile urbano. La trasmissione è “L’amico del giagua-ro”, programma televisivo presentato da Corrado. Inognuna delle 19 puntate, andate in onda negli anniSessanta, veniva fatta la parodia di un celebre film.

A teatro con WalterChiari. Walter Annic-chiarico (questo il suovero cognome) proveni-va da una famiglia diorigini pugliesi ed eranato a Verona nel 1924.Visse l’infanzia a Milanoe sui banchi di scuolaconobbe Ettore. Grandiamici, si ritrovarono in-sieme nei teatri italiani.

Con la bellissima Virna Lisi e Raimondo Vianello inun famoso “carosello”: erano sketch comici seguitida messaggi pubblicitari. Andarono in onda per ven-t’anni, dal 1957 al 1977. Questo carosello facevaparte della serie dedicata a un dentifricio e si con-cludeva sempre con la frase, rivolta a Virna Lisi,“Con quella bocca, può dire ciò che vuole!”.

Uno dei tanti attoridoppiati in italia-no: è Bernie Ko-pell, in alto a de-stra, il medico dibordo Adam Bric-ker in “Love Boat”,la serie televisivastatunitense am-bientata su una na-ve da crociera. In Italia andò in onda su Canale 5dal 1° giugno 1980. Ancora popolare è la sigla, unacanzone di Little Tony: “Mare, profumo di mare, conl’amore io voglio giocare…”

VELA NAVIGARE NELLA STORIA

Diocleziano e i suoi consiglieri individuarono nei mercanti i responsabilidella nuova crisi economica e sociale e della nuova ondata inflazionistica.

Diocleziano non indossava paramenti di porpora,simbolo del potere imperiale, ma abiti di mor-

bida seta ricamati con lamine d’oro. I complicati ara-beschi del mantello scendevano fino ai calzari, tem-pestati di rubini e pietre preziose. Presiedeva il sacroConcistorio, il Consiglio privato imperiale, assiso suun trono che incombeva minaccioso sui convenuti.Sempre dall’alto riceveva dignitari e ambasciatori co-stretti a seguire un rigido cerimoniale per essere am-messi al suo cospetto. Davanti a lui tutti dovevano in-

ginocchiarsi, flettere il busto fino a terra e protenderele braccia in segno di venerazione.

Una crisi economica e socialeSi considerava al di sopra di tutto e di tutti, era “do-minus et deus”, signore e dio, e quindi era d’obbligoseguire la liturgia della proschynesis, una forma so-lenne di adorazione e di preghiera. Una pratica an-tichissima che sotto il regime assiro consisteva nel-l’inviare baci con lenti e solenni gesti delle mani. Il

L’Editto dei prezzimassimi

Il sogno di un Imperatore

palazzo di Nicomedia, dove risiedeva, era sacro,come sacre erano le persone di cui si serviva. Com-plotti e congiure non erano neppure ipotizzabilipoiché attentare alla vita di un dio era un sacrilegioche oltre a togliere la vita dannava l’anima nel regnodei morti. Solo così, pensava Diocleziano, potevasalvare il suo trono. Prima del 284, anno della suaincoronazione, l’Impero romano era caduto in unacrisi profonda, conosciuta come la “crisi del terzosecolo”, tra il susseguirsi di assassinii, rivendicazionidinastiche e il continuo succedersi di imperatori. Luistesso era stato acclamato Imperatore in tragiche cir-costanze. Numeriano, il predecessore, dopo unagrande vittoria sull’Impero persiano sasanide, iniziòuna lunga marcia di ritorno che da Tsifonte, capitale

della Persia, lo doveva riportare a Nicomedia. Perpercorrere gli oltre duemila chilometri l’esercito im-piegò sette mesi. Un viaggio tormentato e pienod’insidie, tanto che raggiunta la città di Emesa, l’Im-peratore si ammalò gravemente. Si rese necessarioapprontare una speciale carrozza per nasconderloalla vista di tutti a causa di una infiammazione chelo tormentava da tempo. Su una collina vicina a Ni-comedia, però, dalla carrozza cominciò ad uscireun odore nauseabondo: Numeriano era morto, qua-si sicuramente assassinato.

Il successore di NumerianoI generali allora proclamarono Diocleziano suo suc-cessore. Il nuovo padrone dell’Impero dovette affron-tare subito una situazione drammatica. I costi di guer-re continue, l’abbandono delle terre coltivate, un si-stema fiscale rigido e per niente efficiente avevanoprodotto un’inflazione galoppante che minacciava findalle fondamenta lo Stato romano, che a quel tempoaveva assunto dimensioni continentali. Per arginare laderiva erano state approntate, di volta in volta, misureestemporanee per incrementare le entrate, come ce-lebrazioni di vittorie, magari lontane nel tempo, perottenere donazioni dalle città coinvolte. Oppure tassesuppletive per la protezione militare. Fu fatto ricorsoalla celebrazione di processi artificiosi per tradimento,per poi procedere alla confisca dei beni. Per pagare ilegionari diminuì il contenuto d’argento delle monete,che a un certo punto erano costituite da una base dirame rivestita da una sottile lamina di metallo prezio-so. Si arrivò al punto che quando i soldati non pote-vano essere pagati con monete d’oro o d’argento, ve-nivano retribuiti con razioni di vitto aggiuntive, oppu-re con armi, mantelli, armature e vasellame di ognigenere. Cominciò allora una continua operazione discambio, una specie di baratto, tra i legionari che ven-devano i beni in loro possesso e le popolazioni cheincrociavano sul loro cammino. Non sempre lo scam-bio veniva considerato equivalente tra le parti, ma laspada e la voracità dei soldati rendevano inutili e per-fino pericolose le rimostranze di tanta povera gente.Più volte fu messo in atto un sistematico saccheggiodei poderi e delle case dei contadini che, sempre piùintimoriti, cercavano di fuggire lontano dagli esercitiin arrivo o di nascondere i pochi beni posseduti.

I responsabili sono i mercanti?Diocleziano dunque doveva porre rimedio ad unasituazione insostenibile. Il suo talento organizzativo,

IL FILO DELLA MEMORIA VELANAVIGARE NELLA STORIA VELA

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di cui aveva dato prova nell’introduzione del siste-ma tetrarchico, innovò profondamente i principi ba-silari dell’annona, tassando in maniera proporzio-nale le ricchezze dell’Impero. In base alla produ-zione, ad esempio, venivano tassati i latifondi, ra-zionalizzando così lo sfruttamento delle risorse di-sponibili. Per questa ragione ogni cinque anni veni-vano censiti i beni in una specie di inventario. Que-ste ed altre innovazioni riversarono nelle casse delloStato una mole di ricchezza mai registrata in prece-denza, tanto che in quel tempo si parlava di “questanostra felice età”. Nonostante ciò i prezzi ricomin-ciarono a salire vertiginosamente accanto ad unaconsistente oscillazione monetaria. Il denario, l’uni-tà cui si rapportava ogni prezzo, perse gran parte delsuo valore, il che produsse la conversione in orodelle monete. I prestiti furono concessi soltanto abreve termine e i tassi d’interesse variavano sensi-bilmente in rapporto alle richieste ed alla disponi-bilità di denaro. Diocleziano e i suoi consiglieri in-dividuarono nei mercanti i responsabili della nuovacrisi economica e sociale e della nuova ondata in-flazionistica. L’aumento dei prezzi, ritenevano, erada attribuirsi alla voracità degli addetti al commer-cio che ne fissavano a loro arbitrio la misura. Per di-rimere le controversie e per combattere soprattuttol’inflazione pensarono di emanare un editto conte-nente i prezzi massimi di ogni singolo prodotto. Eraimpensabile, d’altronde, innescare un processo de-flazionistico riducendo i costi militari e le spese diun agguerrito apparato burocratico.

L’Edictum De Pretiis Rerum VenaliumAll’inizio del 301 fu emanato l’editto De Pretiis, checonteneva un lungo elenco di prodotti di uso comu-ne, accanto ai quali era indicato il prezzo massimodi vendita. Vi si legge: “Ogni uomo sappia che men-tre gli è vietato di superare i prezzi massimi, non gliè imposto alcun limite nell’abbassarli. […] Era tra-dizione al tempo dei nostri padri accompagnare lalegge ad una pena per la sua trasgressione e poichéuna situazione benefica per l’umanità di rado vieneaccettata spontaneamente, è nostra volontà chechiunque violi le misure del presente statuto sia sog-getto per la sua impudenza alla pena capitale”. Nel-la parte iniziale del provvedimento imperiale si tro-va uno spaccato della società di allora, alle presecon una lotta di classe per la sopravvivenza. Da unaparte i commercianti che non intendevano, nono-stante la minaccia della pena di morte, vendere iprodotti a prezzi stabiliti per legge, dall’altra i com-

pratori, che davanti alla palese inosservanza del de-creto si diedero ad un sistematico saccheggio. Al-l’assalto dei negozi i mercanti reagirono ritirandodalla catena distributiva anche i beni di prima ne-cessità, in attesa di una modifica dell’editto. Gli ac-quisti che necessitavano alla sopravvivenza avveni-vano allora a “borsa nera”, a prezzi illegali, in undiffuso commercio clandestino. Per Diocleziano eradunque colpa dei commercianti se si era reso ne-cessario emanare così drastiche disposizioni che li-mitavano di fatto la libertà del cittadino. Vi si leggeancora: “L’unico desiderio di questi folli è disdegna-re il bene comune, in quanto per gli uomini smodatie privi di scrupoli è quasi un obbligo religioso nonfrenare i propri ladrocini”.

Tra economia e politicaEra in fondo il sogno di un Imperatore di controllarecompletamente l’economia di territori vastissimi emolto diversi tra loro, nel nome della giustizia delgoverno di Roma. Era il momento di intervenire, or-mai, senza esitazioni: “Noi, protettori della razzaumana, abbiamo deciso che la giustizia dovrà inter-venire, dispensando la tanto attesa soluzione cui gliuomini non hanno potuto prevedere per proprioconto, e che, in virtù della nostra previdenza, saràapplicata al miglioramento generale di tutti. Non sipuò lamentare che il nostro intervento sia intempe-stivo, inutile o di scarsa importanza, poiché gli uo-mini privi di scrupoli hanno intravisto nel nostro si-lenzio, durato così a lungo, una lezione di autocon-trollo, ma hanno preferito non imitarla”.L’avidità dei mercanti, secondo la corte imperiale,era talmente esasperata che essi auspicavano annateagricole sfavorevoli per poi speculare nei periodi dicarestia, anticipando talvolta le loro merci e chie-dendo un altissimo interesse: “Chi è tanto insensi-bile e privo di sentimenti umani da non sapere chenei commerci e nella vita quotidiana delle città si fauso ovunque di prezzi smodati, e che lo sfrenato de-siderio di guadagno non è attenuato da ricche messiné da annate abbondanti? D’altra parte gli uominimalvagi dediti al commercio cercano di prevedere

VELA NAVIGARE NELLA STORIA

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NAVIGARE NELLA STORIA VELA

il tempo, osservando i movimenti delle stelle, poi-ché non sopportano che le piogge nutrano i fertilicampi e promettano messi abbondanti: infatti essiconsiderano il clima favorevole e l’abbondanza co-me una sventura. Questi uomini speculano sugli an-ni di carestia e hanno ammassato fortune personalibastanti a intere nazioni e tuttavia cercano di met-tere le mani anche su ricchezze di minore entità eimpongono interessi rovinosi”.Anche i soldati, garanti del potere di Roma, nonsfuggivano all’aumento dei prezzi: “Talvolta a unsoldato, con un solo acquisto, vengono strappati pa-ga e donazioni. Il tributo dato dal mondo intero persostenere gli eserciti diviene il profitto di questi la-dri, mentre i soldati devono consegnare la ricom-pensa per il loro servizio e le paghe di veterani aquesti profittatori, i quali ogni giorno razziano alloStato ricchezze eccessive persino per loro”.

Il costo della vita quotidianaL’editto conteneva l’elenco di più di mille prodotti,che andavano da quelli manifatturieri ai generi ali-mentari, alle paghe degli artigiani divise per settori,al vestiario, ai trasporti e così via. In tal modo pos-siamo sapere che la paga di un manovale si aggiravasui 30 denari al giorno e che per acquistare un paiodi scarpe necessitava la retribuzione di cinque gior-nate lavorative. Un insegnante di retorica guadagna-va 200-250 denari al mese per ciascun alunno. Ilpatrocinio di un avvocato costava oltre 1.000 denariper causa. Un pannello epigrafico rinvenuto neipressi di Pompei riporta i prezzi di alcuni prodottialimentari: un modio di frumento (6,5 chilogrammi)costava 4 sesterzi; una porzione di vino comune unasse, una di vino Falerno 4 assi, pari a un sesterzio;una libbra di carne suina, 12 denari; 500 grammi diolive nere, 4 denari; la lavatura di una tunica, un de-nario, uguale a 4 sesterzi.Per far rispettare la legge Lattanzio scrive che fu ver-sato molto sangue. Tuttavia l’enorme divario tra iprezzi di mercato e quelli imposti dall’Imperatorelasciava prevedere una limitata durata del decreto,anche se copie di esso, scritte su pietra in lingua gre-ca e latina, furono distribuite in tutto l’Impero. Dopoqualche anno l’editto perse ogni efficacia, speciedopo il 305, quando Diocleziano depose la caricadi Imperatore, ritirandosi nel suo palazzo di Spalato,dove morì il 3 dicembre del 311.

Tratto da L’Oro dell’Imperodi Gino Polidori

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Strada facendoIl cinema racconta il viaggio dal 20 al 24 settembre

Dopo il grande successo delle sei edizioni precedenti, torna il Trevignano FilmFest, larassegna cinematografica a tema che si svolge nelle due sale dello storico CinemaPalma, ben noto a tutti gli amanti della settima arte della Capitale e dell’intera areaattorno al lago di Bracciano.

VELA APPUNTAMENTI

“Strada facendo, il cinema racconta il viaggio”è l’argomento di quest’anno, con una dedica

speciale: a Stefano Trincia, già corrispondente daNew York del “Messaggero” e poi capo della reda-zione Esteri del quotidiano romano, autentico pila-stro del team di giornalisti volontari che organizzail FilmFest, venuto a mancare il 26 luglio scorso. Frale tante cose, Stefano si era ritagliato il ruolo di tito-lista: era lui che coniava le parole del logo, anchequeste dell’edizione 2018. Un breve filmato lo ri-corderà agli spettatori.

Film e ospiti prestigiosiTanti film, dodici, l’orgoglio di aver ottenuto per laseconda volta consecutiva il patrocinio della Came-ra dei Deputati, e tanti ospiti: dall’attrice Anna Fer-zetti, protagonista di “Cercando Camille”, all’astro-nauta, astrofisico e scrittore italiano Umberto Gui-doni, il primo europeo a visitare la stazione spazialeinternazionale. Dalla regista italiana Susanna Nic-chiarelli, alla regista norvegese Iram Haq, autricedello splendido “Cosa dirà la gente”, che sarà a Tre-vignano assieme alla giovane protagonista del film,Maria Mozhdah.

Dalla Bosnia al GiapponeIl tema del viaggio sarà affrontato in tutte le sue de-clinazioni. Giovedì 20 settembre ci sarà una serataspeciale, dedicata a “Cercando Camille”, film cheracconta la storia della figlia di un giornalista inviatodi guerra e afflitto da Alzheimer, che riporta il padrenella Bosnia teatro di tante sue corrispondenze, nellasperanza vana che lui riacquisti la memoria. Venerdìalle 17,30 l’inaugurazione ufficiale, con i discorsidelle autorità e il breve ricordo di Stefano. Poi il bel-lissimo documentario di Mujah Maraini Melehi,“Haiku on a Plume Tree”, che racconta la storia del-l’antropologo Fosco Maraini, internato in Giapponeper quasi due anni, dopo essersi rifiutato di firmareper la Repubblica di Salò. Condivide la prigionia conla moglie Topazia Alliata e le tre figlie piccole: Dacia,che poi diventerà scrittrice famosa, Yuki e Toni. Mujahsarà presente in sala, a ricevere il trofeo del Trevigna-no FilmFest. Dopo un rinfresco offerto al pubbliconella piazzetta del cinema, allietato dalla musica del-la band “The Fireplace”, verrà proiettato lo splendido“Charley Thompson” di Andrew Haigh, storia di unadolescente che fugge da tutto in compagnia del suounico amico, un vecchio cavallo da corsa.

Cercando Camille

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APPUNTAMENTI VELA

Oltre i confini e i pregiudiziSabato, fra gli altri, sarà la volta de “Il prigioniero co-reano”, storia di un pescatore della Corea del Nordche per errore finisce con la sua barca in acque sud-coreane, raccontata da Kim Ki-Duk, “Visages Villa-ges” di Agnès Varda, altro documentario in cui la re-gista novantenne e un noto fotografo viaggiano neivillaggi più sperduti della Francia in cerca degli abi-tanti rimasti, che premiano con gigantografie sui muriesterni delle loro case. E poi “Cosa dirà la gente”, cheracconta il dramma di una ragazza norvegese di ori-gini pakistane, che il padre rispedisce in Pakistanquando la scopre con un ragazzo.

In viaggio verso se stessiDomenica sarà la giornata di Susanna Nicchiarelli edel suo “Nico 1988” sulla tournee europea durantela quale la rockstar Christa Paffgen, meglio nota comeNico, si può dire che riscopra se stessa. Il film sullospazio “Gravity”, di Alfonso Cuaròn, darà la possibi-lità al pubblico di parlare con Umberto Guidoni, in-tervistato sul palco. Ancora un concerto in piazza conbrindisi, stavolta ad opera della jazz band “The Sco-op”, e poi “Il cittadino illustre” di Gaston Dutràt, chenarra di uno scrittore premio Nobel che vive in Euro-pa, convinto a far ritorno al paesello natio in Argenti-na, e durante la visita ne accadono di tutti i colori.

Le proiezioni per le scuoleLunedì mattina, per la tradizionale proiezione riser-vata alle scuole medie di Trevignano, è in programma“Tito e gli alieni” di Paola Randi. E con i ragazzi dia-logheranno i due giovanissimi attori, Luca Esposito eChiara Stella Riccio. Poi ancora “El Abrazo de la Ser-piente” di Ciro Guerra, storia del viaggio di due an-tropologi, che in epoche diverse vanno a incontrareuno sciamano, e il francese “Crash Test Aglae” di EricGravel: c’è una fabbrica che chiude e delocalizza inIndia, ma l’operaia protagonista non accetta di re-starsene a casa, e se ne va anche lei in India, a lavo-rare a paga ultraridotta.

La FilmFest CardCome gli altri anni tutti questi film saranno visibiligrazie alla FilmFest Card, che costa appena 10 euro,ma l’ingresso sarà garantito solo finché la sala non sisarà riempita del tutto. Anche questa volta chi vieneda fuori potrà fermare l’auto nel parcheggio vicino alcimitero di Trevignano, e una navetta lo porterà al ci-nema per ricondurlo poi all’auto. Per gli orari delleproiezione e le eventuali modifiche, si raccomandadi consultare il sito www.trevignanofilmest.it e la pa-gina fb dedicata.

Presidente del Trevignano FilmFest è Corrado Giu-stiniani, direttore artistico Fabio Ferzetti. Nel teamche collabora con la famiglia Palma per l’organizza-zione dell’evento figurano Michele Concina, SilviaBizio, Luciana Capretti, Fausta Savone, Enrico Cat-taneo, Valeria Riccioni, Francesca Bini, Giorgio DeRossi. Sempre pronta a offrire il suo aiuto, MariaConcetta Mattei. Senza il sostegno di alcuni sponsoril FilmFest non potrebbe realizzarsi. Fra questi: laBCC di Formello e Trevignano, Bnl, Eni, Regione La-zio, Comune di Trevignano e Trevignano Promo.

Dedichiamoquesta rasse-gna a StefanoTrincia, gior-nalista straor-dinario, ami-co indimenti-cabile e pila-stro del teamdi giornalistivolontari cheogni anno

preparano la manifestazione, venuto a mancare il26 luglio scorso. Fra le tante cose, Stefano si era ri-tagliato il ruolo di titolista, ed era lui che ogni annoconiava le parole del logo. Anche questo lo ha crea-to lui. Ancora Buon viaggio, Stefano. (C.G. e il teamdel TFF)

Trilussa

VELA LE MIGLIORI TESI DI LAUREA

Molto spesso si sottostima ilruolo che la fantasia riveste

nella vita psichica: eppure quelloche si sogna ogni giorno può diremolto di ognuno di noi. Infatti, gliindividui tendono a consideraremolto affascinanti i loro desideriinconsci e i loro sogni, ricercan-done continue interpretazioni, ebadano meno alle loro fantasiecoscienti. Queste ultime peròhanno effetti che si riverberanonelle scelte di vita, nel modo diaffrontare il mondo e nelle rela-zioni sociali. Comunemente sipensa che rifugiarsi eccessiva-mente nella fantasia possa esseredannoso, ma anche chi bloccaogni accesso consapevole a essarischia di non riuscire a vedereuno schema nelle situazioni tipi-che con le quali si scontra, e diconseguenza non acquisirà mo-dalità alternative di fronteggiaregli eventi.Cerchiamo di entrare più nellospecifico. A un primo livello, lafantasia ha una funzione emotiva:può servire a compensare un bi-sogno frustrato o a non preoccu-parsi di un problema. Ma deside-ri diversi e diverse personalità ne-cessitano di differenti fantasie. Lefantasie possono essere piacevoli,

come quando immaginiamo dirisolvere un conflitto, avere unapromozione o ottenere un suc-cesso. Sollevano l’autostima e cifanno quindi sentire meglio. Mapossono essere negative, comequando ci si prefigura scenari oeventi terrificanti, come un aereoin fiamme. In questo caso posso-no servire a non trovarsi imprepa-rati di fronte al “peggio”.Se troppo frequenti, arrivano a ri-durre le attività quotidiane, comeaccade per chi è schiavo delleproprie ansie o fobie e si preclu-de così una moltitudine di espe-rienze. Ci sono poi delle partico-lari fantasie, nate nell’infanzia,che vertono su un tema che di-venta fondamentale per l’indivi-duo nel corso di tutta la sua vita:chi da piccolo sognava di farel’eroe di un mondo fantastico,per esempio, da grande potràstudiare per diventare medico opompiere, pur senza rendersiconto che non sta facendo altroche “realizzare il suo sogno”

d’infanzia, adattato alla realtà.Molte fantasie, poi, sono rivolteal futuro. A volte, le persone in-vece di cercare un reale oggettod’amore, immaginano una rela-zione di fantasia, finendo per in-namorarsi follemente di qualcu-no che non è reale, magari per-ché non sono pronte a mettersiin gioco davvero. In seguito, pe-rò, sarà quell’immagine ideale ainfluenzare una relazione reale.Infine, vi è il ruolo della cultura:in occidente, i bisogni di accu-dimento e realizzazione perso-nale si traducono nell’amore ro-mantico, mentre in oriente si dàmolta più importanza alla fami-glia e alla comunità, in un’otticapiù collettivista che individuali-sta. La cultura influenza dunquela forma e il contenuto delle no-stre fantasie, che ci accompa-gnano lungo tutta la vita, e a no-stra volta noi con le nostre fan-tasie modifichiamo il mondoesterno, in un processo continuoe circolare.

La fantasia, più reale della realtàQUELLA CAPACITÀ UNICAMENTE UMANA DI RIFLETTERE SUL MONDO E RIUSCIRE ANCHE A IMMAGINARSELO DIVERSAMENTE

DI CAMILLA MANNOCCHINEO-LAUREATA IN PSICOLOGIA E PROCESSI SOCIALI

Camilla Mannocchistudia Psicologia applicataai contesti giuridico-forensiall’Università di Roma LaSapienza. Vive a Morlupo.

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Trevignano Romano

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONEPresidenteAngelo Buccioli

Vice PresidenteMarco Palma

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Presidente OnorarioGino Polidori

COLLEGIO SINDACALEPresidenteCristiano SforziniSindaciFilippo Salvatore Licenziato Nazzareno Neri Sindaci supplentiMassimo CaramanteGiuseppe Giurato

DIREZIONE GENERALEDirettore GeneraleMario Porcu

COMMISSIONE SOCIAlvaro Altarocca(Presidente della Commissione Soci)

Matteo StefanelliGiuseppina AngeliciCarlo ArianiVincenzo BrunoriLeonardo CatarciPiero CatenaFederica CialdeaFranco D’AlessioKaren D’AnnaAdriano FiorelliAntonio Viglietta

GRUPPO GIOVANI SOCIGiuseppe Stangoni(Presidente del Gruppo Giovani Soci)

Chiara MarricchiPaolo De AngelisValerio LapadulaFederica LeutiFabio RossettiEolo AvincolaLorenzo ChiacchieriniChiara GazzellaFabrizio ZofreaGiulia MartoniIlaria Gasponi

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