Zanzara e Labbradoro - Roberto Bassi e la nascita del free climbing ad Arco e in Valle del Sarca

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I primi anni Ottanta segnano un tempo di grande evoluzione per l’arrampicata: dalle grandi pareti ci si avvicina alle falesie, aumentando il livello di difficoltà come mai prima. Si diffonde così, a grande velocità, il free climbing in tutta Europa. Non è solo uno sport, è un modo di vita, da “gipsies”, che porta i giovani a viaggiare molto, vivere nelle grotte e nei furgoni, condividere esperienze importanti. Una dimensione sociale… Questo è il free climbing, di cui Roberto sarà promotore e pioniere in valle del Sarca assieme a Manolo e Mariacher nell'epoca d'oro dei primi anni Ottanta.

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I R A M P I C A N T I

E D I Z I O N I V E R S A N T E S U D

ZANZARAE LABBRADORORoberto Bassi e la nascita del free climbing in Valle del Sarca

Lia e Marianna Beltrami

2015 © VERSANTE SUD S.r.l. Via Longhi, 10 MilanoPer l’edizione italiana tutti i diritti riservati

1a edizione Dicembre 2015

www.versantesud.itISBN: 978 88 98609 475

Lia e Marianna Beltrami

ZANZARA E LABBRADORORoberto Bassi e la nascita del free climbing

in Valle del Sarca

I R A M P I C A N T I

E D I Z I O N I V E R S A N T E S U D

5Zanzara e Labbradoro

IntroduzIone

Non è semplice scrivere di Roberto cercando di rispetta-re i suoi spazi, il silenzio, e i nascondigli che si è costru-ito. Abbiamo cercato di farlo in punta dei piedi, racco-gliendo le testimonianze di alcuni dei suoi più cari amici, registrate per la realizzazione del documentario Zanzara e Labbradoro – storie, mani e silenzi di Roberto Bassi, presentato per i 20 anni dalla sua scomparsa, il 27 set-tembre 1994. Da anni volevamo fare qualcosa per “fare memoria” di Roberto, ma il tempo non era maturo. Poi gli incontri con Lucio Tonina, il suo fotografo, e quello “casuale” con sua sorella Cristina hanno creato l’occa-sione giusta. C’è voluto molto tempo per cercare di rac-cogliere il poco materiale disponibile e la scelta delle interviste non è stata facile. Nei primi tempi i più stavano in posizione di ritiro; men-tre Manolo fin dall’inizio ha acconsentito a condividere tutto quello che teneva dentro di Roberto, e ne è nata una lunghissima intervista davvero memorabile. Cammin fa-cendo tutti gli arrampicatori si sono sciolti e hanno dato il meglio, e altri se ne venivano ad aggiungere. Finché abbiamo dovuto dire “fine” dopo undici testimonianze che per un documentario sono ritenute troppe. Non è sta-to facile raccogliere gli interventi; lungo il cammino del film prima e del libro poi, abbiamo incontrato i moltis-simi amici di Roberto, persone che avevano momenti da condividere, e la scelta non è stata semplice. Qualcuno ne rimarrà inevitabilmente escluso, ma non per questo escluso dalla sua vita.

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Oltre a Manolo, hanno dato il loro apporto con intervi-ste e materiale fotografico Marco Furlani e Alessandro Gogna, Rolando Larcher che ci ha aiutato anche con gli articoli e i documenti, Palma Baldo e Giovanni Groaz, Gianni Bisson, Diego Mabboni, Marco Preti, il fedele scudiero Ennio Dalmut e per gli ultimi anni lo zio Tibia – Marco Curti. Stefan Glowacz lo abbiamo incontrato e intervistato ad Arco e Jerry Moffatt nel Peak District in Gran Bretagna. Mauro Corona nel suo studio ad Erto. Ci hanno aiutato la guida alpina Andrea Zanetti e Roberto Tavonatti. Per il libro ci hanno dato un’ulteriore testimo-nianza Giuliano Stenghel, Elio Orlandi e Leonardo Di Marino.

La scoperta più interessante è stata la sua serata di dia-positive al completo, nell’ordine che aveva dato Rober-to. Abbiamo potuto costruire la narrazione proprio sulla struttura della sua serata, che è rimasta anche nelle cin-que sezioni del libro: dalle Dolomiti allo Yosemite, la nascita del free climbing, lo stile di vita del climber, le gare, la Gola; a queste abbiamo aggiunto qualche pas-saggio sulla personalità di Roberto.Per ricostruire i momenti più importanti della sua vita abbiamo utilizzato prima di tutto i racconti delle persone a lui vicine, i ricordi personali, alcune sue note, articoli scritti da lui su riviste, diari degli amici. Ci sono alcu-ni dati discordanti, che anche nei giornali non vengono chiariti; per questi abbiamo dato fede alle testimonianze a lui più vicine.I titoli dei capitoli sono i nomi di vie tracciate da Rober-to, perché gli piaceva scherzare con quei nomi. Anche quelli raccontano un po’ di lui, come i titoli delle poesie

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di un poeta. Vedrete che il concetto di poesia in questo caso non coincide con il senso comune. Solo per La si-gnora degli appigli abbiamo utilizzato il nome di una via di solo Manolo, perché a Roberto piaceva moltissimo.

Non troverete intriganti polemiche di stampo alpinistico, né storie di pesanti inimicizie; lui stava lontano da tutto questo. Cercheremo di restituirvi la figura di un uomo solido, forte, incorruttibile; un ragazzo coraggioso e curioso che ha lasciato la traccia e il segno in moltissime persone, arrampicatori e non. E proveremo a scrivere un po’ di verità sulla storia del free climbing di quegli anni, che forse per superficialità o per fretta, è stata dimenticata con troppa facilità. Roberto ha dato tanto a tutti noi, speriamo di poter tra-smettere la sua forza a molta altra gente, insieme allo spirito di lealtà e di coraggio, che sono spesso troppo nascosti nella nostra società.

Lia e Marianna

TAV. X

Qui sopra e nella tavola a destra, su Capitan Cliff, Gola di Toblino. (foto di Lucio Tonina)

Gola di Toblino. (foto di Lucio Tonina)

Qui sopra e nella tavola a destra, in Verdon. (foto di Lucio Tonina)

Pezzent, Area Toblino. (foto di Lucio Tonina)

TAV. XII

Valle dei Mulini, Lombardia.(foto di Lucio Tonina)

TAV. XVII

In questa tavola, Roberto in Verdon. (foto di Lucio Tonina)

Gola di Toblino. Casa del Piacere - Resting 7c+ (foto di Lucio Tonina)

TAV. XXIX

Rolando Larcher. Gola di Toblino. Futura 8a+/8b.(foto di Lucio Tonina)

Rolando Larcher. Massone - Destinazione Arena (foto di Lucio Tonina)

Gola di Toblino. Casa del Piacere - Resting 7c+ (foto di Lucio Tonina)

978 88 98609 475

e 19,90

ISBN 978 88 98609 475