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Design Preview I Saloni e FuoriSalone 2011 – Partecipo a Salone Ufficio perché...Workplace Report US Award Prize Giving Ceremony
Orgatec trends, news, encounters with designersContract Speciale L’Aquila: due anni dopo – two years later
Dossier Lighting: luce, colore, spazio, poesia – light, colour, space, poetryManagement Rischiare lo sviluppo – To venture into development
WORKPLACE - CONTRACT DESIGN - MANAGEMENT
N° 1.11
DAL 1968 RIVISTA PROFESSIONALE LEADER / SINCE 1968 LEADING PROFESSIONALMAGAZINE
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Rivista fondata nel 1968 - anno 43° - n. 1/2011 marzo-aprile 2011
us: rivista trimestrale internazionale dedicata all’architettura, al settore immobiliare,al progetto e alla gestione dell’ambiente di lavoro e dei luoghi collettiviQuarterly magazine dealing with architecture, real estate, project and management of theworkspace and communities
La rivista è integrata con l’e-magazine “us news” e con i portaliThe magazine is supplemented with the e-magazine “us news” and the websites:www.ufficiostile-online.it www.living24.it www.archinfo.it www.b2b24.it
In copertina/cover: CB Chair di Caimi Brevetti (design Claudio Bellini)
Caimi Brevetti S.p.A.via Brodolini 25/27 - 20054 Nova Milanese (MB) Italywww.caimi.com
UFFICIO VENDITE ITALIA:tel. 0362 49 10 1 - fax 0362 49 10 60 - fax export dept. (+39) 0362 49 10 61e-mail: info@caimi.it pr.marketing@caimi.com
38 QUEL CHE PENSO DELL’UFFICIO...Incontri e conversazioni con i designerWHAT I THINK ABOUT OFFICE...Encounters with the designers
INSERTONuovo sistema parete Linea di NordwallNew partition system Linea by Nordwall
CONTRACT
(di Sabrina Piacenza con un contributo di Rossana Sias)43 SPECIALE: L’AQUILA DUE ANNI DOPO...
Progetti per una città che deve rinascereL’AQUILA TWO YEARS LATERProjects for a city that must return to life
DOSSIER: LIGHTING55 Luce, colore, spazio, poesia Light, colour, space poetry
(di Mario Nanni)56 LE OTTO REGOLE DI LUCE
Mostra allo Spazio FGM di MilanoTHE EIGHT RULES OF LIGHTShow at Spazio FGM in Milano
(di Davide Cattaneo)58 Luce catturata, luce disegnata
Captured light, designed light
(a cura di Davide Cattaneo)60 LA LUCE PROGETTATA NELL’EFFETTO LUMINOSO
Intervista con Donatella RavizzaTHE LIGHT OF THE FUTIRE WITH THE LUMINOUS EFFECTInterview with Donatella Ravizza
(di Gianni Forcolini)62 Lighting design per la qualità dell’habitat
Lighting design for a quality environment
(di Edith Forte)64 La luce incontra l’architettura Light meets architecture
MANAGEMENT
(a cura di Lucia Matti, Lombardini22)68 RISCHIARE LO SVILUPPO
Prima Conversazione@lombardini22TO VENTURE INTO DEVELOPMENTFirst conversation@lombardini22
(a cura di AREL)72 Le signore del Real Estate Real Estate Ladies
5 EDITORIALE/EDITORIALÈ nella crisi che si rinnovaAlthough the ongoing crisis we should get renewed
DESIGN
(a cura di Gabriele Pagani)7 SALONE UFFICIO E FUORISALONE
Design e innovazione per il lavoroDesign and innovation to work
8 SALONE UFFICIO SÌ, SALONE UFFICIO NO...
13 Donati industria creativaDonati creative industry
(a cura di Renata Sias)14 CAIMI BREVETTI CB CHAIR (design Claudio Bellini)
Nata da un artificio strutturaleThe result of a structural contrivance
WORKPLACE
(di Aurelia Debellis e Renata Sias)16 REPORT
Prize Giving Ceremony US Award: Quality and innovationOpinioni a confronto sui nuovi valori del progettoExchange of views about the new values of office design
19 FATTORE ALPHA ALL’ARSENALE DI VENEZIAIl design Archiutti incontra l’architettura di CecchettoFATTORE ALPHA AT ARSENALE DI VENEZIAArchiutti’s design meets Cecchetto’s architecture
21 LA CORNICE DIVENTA PREMIOSistema di segnaletica Brera di Caimi BrevettiTHE FRAME TURNS INTO A PRIZESign system Brera by Caimi Brevetti
(di Pierpaolo Ricatti)28 Nuovo Headquarters Diesel
New Headquarters Diesel
30 COMFORT SEATING 2011Le sedie vincitrici della seconda edizioneThe winning chairs of the 2nd competition
(a cura di Gabriele Pagani)33 ORGATEC IN PILLOLE
Tendenze, nuovi prodotti e atmosfera positivaPILLS FROM ORGATECTrends, new products and positive atmosphere
SEZIONE ATTUALITÀ / SECTION CURRENT AFFAIRS www.living24.it, e-magazine “us news”Abbonati gratuitamente a “us news”/Free subscription to “us news”: anna.alberti@ilsole24ore.com
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REDAZIONE: Renata Sias (direttore operativo)ext.renata.sias@ilsole24ore.com
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Claudia Cavallaro (estero, realizzazioni, traduzioni),Aurelia Debellis (architettura), Gilberto Dondé,
Great Place to Work Italia (management),Gabriele Pagani (news, products),
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COMITATO SCIENTIFICO: Alberto Bassi (design),Mario Cucinella (architettura),
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UFFICIO GRAFICO: Fabio Anselmo/studiofans
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In una nuova posizione e affiancato da Euroluce, nell’am-bito del Salone Internazionale del Mobile, dopo tre anniritorna Salone Ufficio. Tre anni critici per l’economiamondiale, difficili per tutto il settore arredo e molto pe-santi per il settore ufficio. Tre anni che hanno evidenziatola scarsa propensione delle aziende agli investimenti ingenere e alla partecipazione alle fiere specializzate.Gli espositori previsti sono circa 120, rispetto all’ultimoSalone Ufficio circa il 25% in meno. Le scelte aziendalisono ben sintetizzate nel nostro sondaggio “Salone Uffi-cio sì, Salone Ufficio no”.In Europa la situazione dell’ufficio può considerarsi mo-deratamente ottimista grazie ai segnali di Paesi comeTurchia e Gran Bretagna che nell’ultimo anno sono cre-sciuti a doppia cifra (i dati ufficiali FEMB saranno diffusiproprio in occasione del Salone) e a Orgatec, lo scorsoottobre, abbiamo potuto scorgere i segnali di discretavivacità attivati da questo andamento positivo.In Italia, duramente provati dal pesante segno meno cheha caratterizzato l’ultimo triennio, vediamo con occhiomeno tragico la chiusura del 2010: Centro Studi Cosmit-Federlegno valuta -1,9% il fatturato, che passa dai 1.145milioni di euro del 2009 ai 1.123 del 2010, e -1,7 le espor-tazioni che scendono a 530 milioni di euro. Si può sup-porre che anche il nostro Paese seguirà l’andamentopositivo di altri del nord d’Europa, anche se non si regi-stra ancora la stessa crescita. Ma gli eventi drammaticiche hanno segnato l’ultimo periodo potrebbero dareall’economia mondiale una svolta imprevedibile che, nonessendo un’economista, non ho la presunzione di ipotiz-zare.
In questa situazione di fragilità si svolgeranno I Salonie quasi certamente l’atmosfera rifletterà l’incertezza el’impotenza che stiamo vivendo. Guardando nel recentepassato, si direbbe però che è stato proprio nei periodidi crisi e di post crisi che l’Italia ha dato il meglio disé; ma il “miracolo economico” è nato dalle proposteinnovative di imprenditori intelligenti e lungimiranti enon dalle risposte standardizzate alle domande del mer-cato. La crescita richiede propensione al rischio, l’in-novazione vera non può esserci se gli imprenditori deci-dono di fare i finanzieri e se i progetti strategici si affidanoall’ufficio marketing. Penso che questa regola valga pertutti i settori dell’economia e, perché no, anche per l’in-dustria dell’ufficio che negli ultimi anni ha rischiato e osatotroppo poco. Possiamo sperare in qualche forma di con-tributo statale (da tempo si propone al governo una for-mula tipo “rottamazione” per gli arredi da ufficio) o l’entra-ta in vigore di qualche decreto (per esempio una nuovanormativa europea che, come già è avvenuto per le sedieda ufficio, imponga scrivanie con piano regolabile in altez-za) ma si tratterà comunque di piccole e temporaneeboccate di ossigeno.Forse, anziché aspettare aiuti dall’esterno e trincerarsinella difesa di un vago “Made in Italy” un po’ appannato,conviene liberarsi dalla pigrizia mentale, cercare davverostrade diverse, sia in patria che all’estero, provare adadottare un’ottica imprenditoriale – ciascuno di noi per lamansione che svolge – guardare con occhi più curiosi emeno provinciali alle opportunità che la globalizzazione ele tecnologie ci offrono, lasciare più spazio alle menti gio-vani più vitali e sensibili ai nuovi bisogni.
US-ufficiostileè presente alSalone del Mobile
Stand Il Sole 24ORECorso Italia - box 13
È NELLA CRISI CHE SI GENERA L’INNOVAZIONEIT’S RIGHT IN A PERIOD OF CRISIS THAT INNOVATION IS PRODUCED
In a new position and along with Euroluce, in concurren-ce with the Salone Internazionale del Mobile, SaloneUfficio is back after three years. Three difficult yearsfor the world economy, for the whole furniture industryand quite heavy for the office sector in particular. Threeyears that have pointed out the companies’ scant dispo-sition to invest and take part in trade fairs. Exhibitors areexpected to be about 120, 25% less over the last SaloneUfficio. The company choices are summed up very well inour survey “Salone Ufficio sì, Salone Ufficio no”. InEurope the office situation can be considered as mode-rately optimistic thanks to the data coming from coun-tries like Turkey and Great Britain, that have recorded adouble-figure growth in the past year (the official FEMBdata will be spread just during the Salone) and atOrgatec, last October, we could detect fairly brisk signsof a positive trend. In Italy, hard hit by the slump thatmarked the last three years, we don’t overdramatize theend of 2010: Centro Studi Cosmit-Federlegno estimates-1,9% for the turnover, namely from 1145 million Euro in2009 to 1123 in 2010, and -1,7 for exports, dropped to530 million Euro. Our country, too, is expected to followthe positive trend of the North Europe countries, althougha similar growth has not yet been recorded. But the dra-
matic events that have marked the last period might pro-duce an unexpected shift in the world economy and,being no economist, I’m not so conceited to speculateabout it. The Saloni will take place in such a fragilesituation and the atmosphere will almost certainly reflectthe uncertainty and impotence we are all experiencing,architects and finance brokers, employees and entrepre-neurs, ordinary people and the powerful. However, if weconsider the recent past, we see that it’s right in periodsof crisis and post-crisis that Italy is at its best; yet the“economic miracle” resulted from the innovative propo-sal made by intelligent and far-sighted entrepreneursand not from some standardized answers to marketdemands. Growth requires propensity to risk, a realinnovation is possible only if the entrepreneur decides tobe a finance broker and if the strategic projects are entru-sted to the marketing department. I think that this ruleapplies to all economic sectors and, why not, also to theoffice industry, that hasn’t risked and ventured enough inthe past few years. Perhaps we’d better overcome ourmental laziness and try real different ways, and be morecurious to seize the opportunities offered by globalizationand technologies, to make room for the young minds,more vital and sensitive to the new needs.
foto di Gabriele Pagani
ext.renata.sias@ilsole24ore.com
dossierDESIGNus
DESIGN E INNOVAZIONE PER IL LAVOROAnteprima delle novità per l’ufficio che vedremo al Salone Ufficio o Fuori Salone
DESIGN AND INNOVATION TO WORKPreview of the new office products we’ll be seeing at Salone Ufficio or Fuori Salone
1. Mascagni
OP System
Design Claudio Bellini
OP offre una duttilità e una
capacità di riconfigurazione
uniche, ha una linea pulita e
piacevole, che si adatta bene
a qualunque ambiente
OP features matchless
arrangement flexibility and
versatility, a neat and pleasant
line, that suits all kinds of setting
2. Segis
E-motion
Design Giancarlo Piretti
Leggera e facilmente impilabile,
questa sedia in polipropilene,
stampata con tecnologia air-
moulding, ha un dispositivo
integrato nello schienale che la fa
di flettere adattandosi a diverse
posture e aumentando il comfort
Light and easily stackable, this
chair in polypropylene carried out
with an air-moulding technology,
with a device in the back to suit
several postures with comfort
3. Caimi Brevetti
Externo
Design Angelotti & Cardile
Posacenere per esterni brevettato
che facilita notevolmente le
operazioni di pulizia e di
svuotamento; un fusto tubolare
in alluminio verniciato, alto 1m,
disponibile da terra o con
fissaggio a parete
Patented outdoor ashtray allowing
an easy clearing and emptying;
a tubular frame in painted
aluminium, 1m high, available as
floor-standing or wall-mounted
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a cura di Gabriele Pagani
design exhibition
Partecipo a Salone Ufficio 2011 perché...
Franco Caimi, amministrato-re delegato di Caimi Brevetti«La nostra è una azienda mol-to dinamica e la fiera è per noiun momento di fondamentaleimportanza poiché riusciamo amostrare a clienti e professionisti sia il designche la qualità dei nostri numerosi nuovi prodot-ti. Salone Ufficio rappresenta un momento diincontro con un pubblico internazionale».Hall 22 Stand D20–D24Hall 16 Stand E31
Alberto De Zan, amministra-tore delegato di Dieffebi«Dall’inizio del periodo di crisidel mercato, circa settembre2008, abbiamo deciso di rive-dere la nostra organizzazione
aziendale per ridurre drasticamente le spesenon strategiche, ottimizzare i processi, evitarela cassa integrazione e non perdere la profes-sionalità dei dipendenti. Non abbiamo maimesso in discussione gli investimenti atti a svi-luppare la crescita nel mercato; anzi abbiamodestinato più risorse alla creazione di un ufficiomarketing stabile e continuato a investire incomunicazione con il nuovo sito internet e conla partecipazione a Orgatec. Riteniamo che ilSalone Ufficio 2011 sia un’ottima opportunitàdi promozione internazionale del nostro mar-chio e dei nostri prodotti e di un modo tutto ita-liano di vivere e arredare gli uffici».Hall 24 Stand D07-D11
Paolo Mascagni, presidentee amministratore delegatodi Mascagni«Partecipo al Salone Ufficio2011 perché credo nell’eccel-lenza dell’Italian design e del“sistema arredo”. Oggi l’Italia ha una grandeoccasione per emergere nel mondo, dove so-no molto apprezzati l’eleganza e il gusto italia-ni, bene espressi dai Saloni di Milano.Dobbiamo far comprendere ad architetti e uti-lizzatori quanto questi valori migliorino la quali-tà della vita in ufficio».Hall 24 Stand E07-E11
Marc Brunner, amministrato-re delegato di Brunner«L’azienda tedesca Brunner,uno tra i leader in Europa nelsettore contract, parteciperàper la prima volta al Salone Uf-ficio per presentare l’azienda e le proprie colle-zioni al mercato italiano e poter creare e svilup-pare una propria posizione.In questa occasione l’azienda già presente neimaggiori Paesi grazie a una distribuzione inter-nazionale e alla presenza di sedi in Francia,Inghilterra, Svizzera, Spagna, presenterà le no-vità al pubblico internazionale fruitore della ma-nifestazione».Hall 22 Stand C32 e Hall 6 Stand F38
Luca Moschetta,titolare di Uffix«Partecipiamo perché il SaloneUfficio rappresenta un’oppor-tunità per la visibilità dell’azien-da; un momento di analisi e
confronto sia con il cliente sia con il mercato, inquanto è diventato più che un’opportunità dibusiness, un’occasione di marketing e fideliz-zazione del rapporto con il cliente mondiale.Inoltre è una vetrina per la presentazione deinuovi prodotti».Hall 24 Stand B19-B23
Fabio Santoni,fondatore di Lafano«Partecipiamo al Salone Ufficioperché abbiamo molto da co-municare: nuovi prodotti, nuo-ve logiche organizzative, nuoviobiettivi. Perché la Fiera è un punto di incontrofondamentale, soprattutto in vista della Expo2015 e di ciò che sta avvenendo a Milano.Perché è un evento internazionale e dunquel’occasione giusta per parlare della presenzacommerciale all’estero e della “cessione diknow-how” che Lafano sta attuando da moltianni.Perché Lafano ha sempre investito nelle fasipiù difficili del mercato: i sorpassi si fannoquando gli altri frenano».Hall 22 Stand E33-F26
segue
NELLO STILE DI FAZIO E SAVIANOECCO UNA SINTESI DELLE MOTIVAZIONIE DELLE STRATEGIE CHE HANNO SPINTOALCUNE AZIENDE A PARTECIPAREA SALONE UFFICIO 2011.
SALONI SÌ,SALONI NOI perché di una scelta
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1. Dieffebi
Dot Box
Design Hangar Design Group
Un sistema di storage
componibile in alluminio,
modulare, flessibile e
multifunzione, pensato per
l'ufficio ma ideale anche
per ambienti living
A modular, storage system
in aluminium, flexible and
multitasking, designed for
the office yet perfect for living
rooms, as well
2. Methis
Hook
Design Jean Nouvel
Parete divisoria con alte
prestazioni funzionali
(sostenibilità acustica,
illuminotecnica, termica)
ed estetiche.Un prodotto
innovativo e unico nel suo
genere, di grande carattere
e presenza scenica
High-performance and attractive
partition (sustainable sound,
lighting and heating functions),
An innovative product unique
of its kind, distinctive and
decorative
3. Estel
Sarpi
Design Carlo Scarpa
Riedizione del tavolo progettato
dal Maestro nel 1974; ha
struttura in metallo trafilato
satinato e piano in vetro float
in appoggio
A new version of the table
designed by the Master in 1974;
it features a drawn satin metal
structure and a top in float glass
4. Doimo Office
Gutter
Design Favaretto & Partners
Il dettaglio in estruso di alluminio
al quale si fissano i piani di lavoro
consente molteplici soluzioni
compositive, funzionali e
strutturali per questa scrivania
direzionale
The part in extruded aluminium,
where the worktops are fastened
to, allows several, functional and
structural arrangements of this
executive desk
5. Bralco
Ubi Evo
Design Perin & Topan
È una struttura agile, facilmente
modificabile; un dinamico concept
"orizzontale" senza muri e pareti
per favorire la comunicazione
e il sistema relazionale fra le
persone
It’s a versatile structure that can
be modified easily; a dynamic
“horizontal” concept without walls
to promote communication and
relations among people
6. Bross
Snake
Design Giuseppe Bavuso
Insolita libreria composta
da moduli che si intrecciano
tra loro dando origine ad un
inedito gioco di forme e volumi.
I moduli, in legno o acciaio,
sono sovrapponibili e accostabili
tra loro
An unusual bookcase formed
by intertwining modules to create
a new play of shapes and volumes.
The superimposable modules,
in wood or steel, may be drawn up
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design exhibition
Monica Babini, amministra-tore delegato di Babini«Abbiamo deciso di partecipa-re al Salone Ufficio non soltan-to perché è il più importante e-vento di settore a livello inter-
nazionale, ma anche perché a distanza di treanni dall’ultimo appuntamento milanese edopo la forte crisi che ha colpito il settore, leaziende presenti in fiera saranno quelle chedimostrano davvero di essersi messe in gioco,di voler investire e di credere nel proprio futuro.Babini Office è stata una tra le prime aziende adare la propria adesione, noi ci crediamo e lapresenza in fiera farà la differenza!»Hall 22 Stand B25 – B29
Francesco De Bortoli,responsabile marketing diQuadrifoglio Sistemi d’Arredo«Quadrifoglio partecipa a Salo-ne Ufficio 2011 perché ritienelo strumento fieristico il mo-mento più importante e strategico nella comu-nicazione aziendale. La partecipazione a Sa-lone Ufficio ha molteplici obiettivi: presentarel’azienda, i prodotti e le novità ai propri target;accrescere la corporate e brand identity eawareness; stringere relazioni con potenzialiclienti e rafforzare i rapporti con i partners; svi-luppare la formazione tecnica e commercialesui prodotti; confrontarsi con i principali com-petitors nazionali ed internazionali; confermareil proprio ruolo nel panorama internazionaledell’arredamento per ufficio».Hall 24 Stand E05-F02
Paolo Fantoni, amministra-tore delegato Fantoni «Partecipiamo a Salone Ufficioperché è l'unico punto di riferi-mento di respiro internazionalenel panorama fieristico del set-
tore ufficio. Perché Milano è una piazza imper-dibile... Perché sono tre anni che non ci sia-mo». Hall 22 Stand A27-B20
Alberto Stella,presidente Estel«Aderiamo al Salone Ufficio2011 per dare un messaggiopositivo, nonostante i momentinon proprio felici che sta attra-versando la nostra economia. Ormai parliamosolo di problemi, sembra che si non riesca arisolvere questo enpasse. Speriamo che que-sto evento sia di buon auspicio per tutti».Hall 24 Stand E21–F14
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PCON.PLANNER 6.3 AL SALONE UFFICIOEASTERNGRAPHICS PRESENTERÀ LAVERSIONE 6.3 PRESSO LO STAND DI CAIMIBREVETTI, HALL 22, STAND D20-D24.È DISPONIBILE L'ULTIMA VERSIONE DI PCON.PLANNER, LA SOLUZIONELEADER PER LA CONFIGURAZIONE,VISUALIZZAZIONE E PREVENTIVAZIONENEL SETTORE DELL'ARREDO UFFICIO. TRA LE NOVITÀ CI SONO L'INTEGRAZIONETOTALE DEI DATI OFML E LA FACILITÀ DI UTILIZZO E QUALITÀ DEL MOTORERENDER. IT’S AVAILABLE THE LATEST VERSION OF PCON.PLANNER, THE LEADINGCONFIGURATION, VISUALIZATION ANDQUOTATION SOLUTION. AMONG THE NEWFEATURES IS THE OFML DATAINTEGRATION AND THE EASY TO USE BUTPOWERFUL RENDER ENGINE.
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Non partecipo a Salone Ufficio 2011 perché...
Matilde Archiutti, respon-sabile comunicazione emarketing di Archiutti«Archiutti ha deciso di pre-sentare in modo più appro-fondito tutte le collezioni2010-11 e soprattutto di promuovere lanuova parete attrezzata www.60, progettatada Ambostudio, attraverso un OpenHouseche si terrà nel nuovo showroom.Una sorta di “racconto prolungato” articolatoin un calendario di appuntamenti con i pro-gettisti e in iniziative culturali e ludiche allascoperta del territorio».Showroom Archiutti, via Fusana 5, Roncade(Treviso) dal 25 marzo al 22 aprile.
Matteo Parma, sales director EastMediterranean Region diHerman Miller«Avendo un magnifico sho-wroom in una zona chiave di
Milano, preferiamo partecipare al FuoriSalone, evento che sta crescendo per impor-tanza e adesione. Questa scelta presentadiversi vantaggi: ci dà la possibilità di creareeventi personalizzati di grande richiamooffrendo uno spazio più ampio e la possibili-tà di estendere l'orario a piacere, accoglien-do in modo più curato i visitatori; inoltre l’at-tenzione dei visitatori è focalizzata su HermanMiller e non “distratta” da stand limitrofi».Showroom Herman Miller, corso Garibaldi70, Milano. 14 aprile evento su invito con lapresenza di Yves Behar.
Alberto Albertini, direttoreoperativo di Methis«Dopo il lancio dello scorsoanno di Hook, la nuova pare-te di Jean Nouvel, in ZonaTortona, quest’anno abbia-mo l’esigenza di approfondire e valorizzare lealtissime prestazioni di questa parete in ter-
mini di sostenibilità e sicurezza, di perfor-mance acustiche, termiche ed estetiche. Perquesto proponiamo un Open House nelnostro showroom, allestito con una suggesti-va ambientazione che racconta l’evoluzionedi Hook; inoltre sono previsti tre simposi suinvito, dal titolo “Colazione da Methis” perdibattere e condividere conoscenze ed espe-rienze sul tema della qualità ambientale e delbenessere nel progetto degli ambienti collet-tivi».Showroom Methis, via Tenca 24, Milano. Dal 12 al 17 aprile, dalle ore 12 alle 20.
Alessandro Centrone, amministratore delegato di Sedus Italia«Pur riconoscendo l’impor-tanza e il grande valore d’im-magine del Salone Ufficio,quest’anno il periodo di svolgimento dellafiera coincide esattamente con il trasferimen-to della nostra sede, dopo 40 anni, in unanuova location. Per noi l’appuntamento è solorimandato».
Nunzia Ricciardi countrymanager Italia di Kinnarps «Kinnarps non partecipa alSalone Ufficio di Milano per-ché preferisce presenziare auna vetrina più internazionale
come quella di Orgatec, ritenuta la più gran-de fiera per l’arredo ufficio in Europa; all’ulti-ma edizione dello scorso ottobre i diversimarchi del gruppo Kinnarps esponevano inun ampio stand unificati dalla comune filoso-fia sintetizzata in queste tre parole chiave:Communication, Concentration, Regenera-tion».
Alessandro Barison, consigliere delegato di Emme Italia«Emme Italia non partecipa alSalone Ufficio perché l’inve-stimento necessario alla par-tecipazione, sia economico che logistico,spesso non è alla portata della Micro Im-presa, soprattutto con le recenti contrazionidi fatturato e con il costante indebolimentodei margini. Sarebbe auspicabile poter avere,in futuro, la disponibilità di uno spazio collet-tivo dedicato ad una selezione di Micro Im-prese d’eccellenza».
7. Sagsa
Parasta
Design Favaretto & Partners
L'elemento principale strutturale
verticale di questa libreria è un
foglio di lamiera tagliato laser
e successivamente pressato,
sul quale vanno a incastrarsi
i ripiani orizzontali
The chief, vertical, structural
component of this bookcase is a
laser-cut and then pressed sheet
metal, where the shelves are fit
into place
8. Lafano
Dodici
Design Paolo Pampanoni
Un tavolo, un sistema, una
dimensione: 12 mm per piani e
gambe, sintetizzando le forme,
dilatando le proporzioni.
Minimi gli spessori e massime
le superfici (fino a 5 m), per
scrivanie e tavoli riunioni
A table, a system, a dimension:
12 mm for tops and legs,
synthesizing shapes and
expanding proportions. Minimum
thickness and maximum surface
(up to 5 m) for desks and meeting
tables
9. Uffix
Collezione YO
Design Driusso Associati
Architects
Un concept dinamico che
coinvolge trasversalmente tutti
i livelli dell’ambiente di lavoro:
workstation, open space, zona
meeting, executive e reception.
È disponibile in numerose finiture
A dynamic concept suitable
for all working environments:
workstations, open space,
executive suites, meeting
and reception areas. Available
in several finishes
10. Bertelè
Concerto
Design Orlandini Design
Sistema di sedute per collettività.
Fulcro del progetto è il fianco
portante in pressofusione di
alluminio. Fra gli optionals:
portabibite, tavoletta laptop,
dispositivo iPad wireless, sistema
riscaldante interno
Community seating system.
The heart of the design is the
supporting side in die cast
aluminium. The optional extras
include: bottle-holder, laptop
stand, wireless iPad device, inside
heating system
11. Caimi Brevetti
Moto
Design Raffaello Manzoni
Originale oggetto con la doppia
funzione di appendi-casco e di
appendiabiti da parete, pensato
in particolare modo per gli
amanti della motocicletta
An original object that may be
used as wall-mounted coat or
helmet hook, especially designed
for keen bikers
12. I 4Mariani
Blade
Design Matteo Nunziati
Linea di arredi caratterizzata
da linee essenziali e rigorose,
ha la particolarità di avere una
"lama" di cuoio che attraversa
tutte le superfici
Line of furniture marked by
basic and neat lines, the
peculiarity of which is a leather
“blade” crossing all surfaces
12
NELLO STILE DI FAZIO E SAVIANO ECCO UNA SINTESI DELLE MOTIVAZIONI E DELLE STRATEGIE CHE HANNO SPINTOALCUNE AZIENDE A NON PARTECIPARE A SALONE UFFICIO 2011.
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Investire sull’ufficio: come e perchéLo spazio di lavoro non può essere progettato senza conoscerel’attività e le relazioni dei lavoratori che lo occuperanno: senzabenessere uno spazio di lavoro finisce per diminuire la produtti-vità e la soddisfazione delle persone. Ciò è vero sia per i singo-li lavoratori sia per i gruppi di persone. È uno dei risultati cheemerge dalle ricerche raccolte nel volume “Investire sull’ufficio:come e perché”, a cura di Enrico Cietta edito da FrancoAngeli.«Questo volume – spiega il presidente di Assufficio Alberto DeZan – è stato realizzato nell’ambito del nostro progetto culturaleUfficio Fabbrica Creativa come iniziativa del biennio 2010-2011.Il libro è frutto della nostra collaborazione con Cosmit che nonsolo ci ha aiutato a realizzare le ricerche, ma con cui abbiamoorganizzato il convegno “Ufficio Fabbrica Creativa. The ItalianWay!”, lo scorso anno». Il libro sarà presentato nel corso del Sa-loneUfficio.
Haworth: New Ways of WorkingDue serate dedicate ai nuovi modi di vivere lo spazio del lavoroe ai concetti di comfort e benessere definiti attraverso parametriscientifici applicabili al progetto.13 e 14 aprile 2011, presso Haworth Creative Center, PiazzaCastello 19, Milano, ore 18.30 - 20.00. Modera: Donatella Bol-lani, Direttore Responsabile de Il Sole 24 ORE Arketipo.Mercoledì 13 aprile: Le forme dell’eccellenzaLayout architettonici e processi di gestione del lavoro. Quali itrend e le vere novità, i parametri da considerare durante la fasedi ideazione e di definizione esecutiva del progetto, le tendenzeriscontrate nei rapporti d’uso degli spazi del terziario, i nuovi pro-tocolli per la gestione e manutenzione degli edifici per uffici.Giovedì 14 aprile: Benessere e strategie d’impresaCome i nuovi spazi d’impresa integrano le esigenze dei lavorato-ri, gli aspetti dell’ergonomia e l’analisi del processo decisionale asupporto della strategia d’impresa.
Sedus: WundergardenDa martedì 12 a sabato 16 aprile lo showroom Sedus di piazzaCastello a Milano si trasforma in un luogo di natura immaginaria,un giardino in cui mostrare una vita d’ufficio diversa, produttivaed emozionante. Musica, colore, luce, acustica, profumi, piante,arte e design sono alla base della nuova cultura emozionale del-l’ufficio.Inaugurazione:12 aprile, ore 18,30.Evento Musica e Arte: giovedì 14 aprile, ore 18,30.
INCONTRI DEDICATIALL’UFFICIO
DALLA COLLABORAZIONE TRA IL CENTROINTEGRATO DI SVILUPPO PRODOTTO EDENGINEERING DELL’AZIENDA E I DESIGNER DI FAMA INTERNAZIONALE NASCONO TUTTI I COMPONENTI PER L’ARREDAMENTO D’UFFICIODI DONATI, NECESSARI ALLA CREAZIONE DI UNA SEDIA COMPLETA. PROGETTI SVILUPPATI E REALIZZATI INTERAMENTE IN EUROPA, CON UN CONTROLLO RIGOROSISSIMO DI TUTTALA FILIERA, ELEMENTO IMPRESCINDIBILENELLA FILOSOFIA DI UN GRUPPO PER IL QUALE LA RESPONSABILITÀ SOCIALE È MOTIVO DI ORGOGLIO E FORTE ELEMENTO DI IDENTITÀ.
System 011
design studio zetass
sistema composto da
4 differenti versioni di seduta
monoscocca in tecnopolimero
e da 2 famiglie di basi modulari
in alluminio
The system is composed
of 4 monocoque tecnopolymer
versions and 2 modular
ranges of aluminium bases
DONATI È PRESENTE A SALONE UFFICIO 2011HALL 22 STAND C 36
Donati Spa
via Paderno 19 - Rodengo Saiano (BS)
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info@donati.eu - www.donati.eu
INDUSTRIA CREATIVADonati investe e amplia le vedute del mondo delle sedie da ufficio
design company promo
Tutti i prodotti Donati sono progettati e realizzati interamente in Europa,elemento imprescindibile nella filosofia di un gruppo per il quale laresponsabilità sociale è motivo di orgoglio e forte elemento di identità.Sul versante ambientale Donati è da anni impegnata in uno sforzo dimessa in atto di comportamenti virtuosi che devono essere il punto dipartenza per la ricerca di uno sviluppo sostenibile. Lo dimostra il fattoche è il primo produttore al mondo di componenti per sedie da ufficioad aver completato la EPD, Enviromental Product Declaration, basatasul Life Cycle Assessment, e sulle Product Category Rules 2009/1,conformemente ai requisiti ISO. La ricerca di obiettivi sempre nuovi eambiziosi ha condotto oggi Donati a proporsi come un partner globaleper le imprese che si trovano a dover competere all'interno di un mer-cato sofisticato e difficile come quello delle sedute da ufficio, capace diassistere nella ideazione, sviluppo e realizzazione di tutti i componentinecessari alla creazione di una sedia completa.
CREATIVE INDUSTRY Donati invests and expands the ideas of the office chair worldThe cooperation between the in-house product development and engi-neering centre and worldwide famous designers is at the basis of all thecomponents of Donati office furniture, necessary to produce a comple-te chair. Projects entirely developed and carried out in Europe, with astrict control of the whole supply chain, which is a must for a groupconsidering social responsibility something to be proud of and a strongidentifying element. �
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a cura di Renata Sias
Uno dei caratteri distintivi di Claudio Bellini è quello di impostare il suolavoro di product design sulla base del dialogo e del confronto con ilcommittente: «Non solo mi piace lavorare in sintonia con il cliente, macerco di calarmi nell’atmosfera dell’azienda di assorbirne la cultu-ra per poterla esprimere nel prodotto che progetto» racconta il desi-gner. «Nel caso di Caimi Brevetti, oltre alle persone che la gestiscono,splendide sotto ogni punto di vista, quello che colpisce è il carattere digrande onestà, coerenza e chiarezza. L’identità dell’azienda è un mixdi tecnicità, funzionalità e misura, legata però all’attenzione per il beldisegno, alla cura nei materiali, nelle finiture e nella realizzazione.In estrema sintesi credo che il carattere di Caimi Brevetti sia la fusionedi pragmaticità, quasi di umiltà, legato a un lavoro, attento e misu-rato, di controllo di tutte le fasi che danno vita al prodotto finito.Pensando alla nuova sedia ho voluto che rappresentasse questo trat-to distintivo che identifica la filosofia di Caimi Brevetti».La sedia è certamente uno dei manufatti più complessi da disegnare: ègravato da una storia antichissima, reso complesso dal profondo lega-me con il corpo umano e indissolubilmente legato al concetto di com-fort, ma la sfida più grande è riuscire a centrare il suo valore iconogra-fico, esprimere la sua forma e la sua “anima” in modo appropriato, inrelazione a dove questa sedia sarà collocata. Nel caso di una sediamultipurpose, come CB Chair, questo aspetto assume un’importan-za ancora maggiore.Il concept applicato da Claudio Bellini nel progetto ha puntato sullavalorizzazione dell’aspetto tecnico, mantenendo la semplicità nellascocca, e sulla caratterizzazione formale, trasformando i vincolistrutturali in vivaci elementi di riconoscibilità.«Ho pensato di caratterizzare la scocca con un artificio strutturale»
LA COLLABORAZIONE TRA CAIMI BREVETTI ECLAUDIO BELLINI, CHE NEGLI ULTIMI ANNI HAGIÀ GENERATO ALCUNI INTERESSANTI PRODOTTICOME LA COLLEZIONE SWING O LA LIBRERIAAIR, CI OFFRE OGGI CB CHAIR, UNA LINEA DISEDUTE ASSOLUTAMENTE TRASVERSALE,PERFETTAMENTE ADATTA PER LA CASA E PERGLI AMBIENTI COLLETTIVI, PER L’UFFICIO E ILBAR CHE SARÀ PRESENTATA AL SALONEUFFICIO. OBIETTIVO DEL DESIGNER È STATOQUELLO DI RISPECCHIARE LA FILOSOFIA DICAIMI BREVETTI ATTRAVERSO UN’ICONOGRAFIASEMPLICE, MA FORTE E RICONOSCIBILE, NATADALLA CONOSCENZA DEI PRINCIPI STATICI ECOMBINATA CON IDEE E CARATTERIEMOZIONALI.
NATA DA UNARTIFICIOSTRUTTURALELa nuova linea di sedie CB Chairdisegnata da Claudio Bellini per Caimi Brevetti
design cover story
La scocca monomaterica,
realizzata in tecnopolimero
Airek®, è facilmente
disassemblabile dalla struttura
di base in acciaio cromato,
CB Chair è disponibile in varie
tipologie
The frame entirely carried out
in a thermoplastic subsance,
Airek®, is easily disassembled
from the base structure in
chromium-plated steel,
CB Chair is available in many
models
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spiega Bellini. «I risvolti laterali generano lastruttura senza ricorrere alle necessarie nerva-ture; in un certo senso la nervatura strutturaleè entrata a far parte del disegno. Poi ho lavo-rato per darle un’iconografia più riconoscibile evibrante: i risvolti sono stati vuotati con fora-ture che alleggeriscono l’immagine e dannomaggiore risalto e valore all’artificio; non è unadecorazione applicata, ma assume un valoredecorativo. I fori generano sorpresa, lascianopassare la luce e intravedere lo sfondo, defi-nendo un ulteriore livello di lettura che rende lasedia più allegra e vibrante, il gioco diventa an-che cromatico nel caso in cui si applichino im-bottiture in colori contrastanti».La storia del design offre numerosi esempi do-ve il confine tra sedia e scultura è labile; nelcaso di CB Chair, Bellini e Caimi sono riusciti atrovare un punto di equilibrio: una elegante econfortevole scultura per sedersi. �
THE RESULT OF A STRUCTURAL CONTRIVANCE
The new line of chairs CB Chair designed by Claudio Bellini for CaimiBrevetti
From the cooperation between Caimi Bre-vetti and Claudio Bellini, that has alreadygenerated some interesting products in thepast few years, like the collection Swing orthe bookcase Air, now comes CB Chair, aline of absolutely “cross” chairs, perfectlysuiting the home and communal rooms, theoffice and the bar, that will be be presentedat Salone Ufficio. The designer’s goal wasto reflect Caimi Brevetti’s philosophythrough a simple, yet strong and recogniza-ble, iconography based on static principlesand combined with emozional characteri-stics and ideas.
The concept underlying the CB project aimedat setting off the tecnical aspect, through aplain frame, and at a distinctive form, bychanging the structural restrictions into livelyidentifying components.«I thought I could characterize the frame
through a structural contrivance» Belliniexplains. «The side flaps produce the struc-ture, in a way the structural rib has becomepart of the design. Then I tried to give it a morerecognizable and vibrant iconography: theflaps were emptied through perforations tolighten the look and enhance the contrivance;it isn’t an applied decoration, yet it plays adecorative role».The history of design offers several examples,where the boundary between chair and sculp-ture is weak; as regards CB Chair, Bellini andCaimi could find a point of balance: a refinedand comfortable sculpture to seat down. �
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a cura di Renata Sias con Aurelia Debellisfoto di Gabriele Pagani
Giunto alla sua terza edizione, US Award 2010 prize giving si confermaun momento di confronto fra tutte le figure professionali coinvolte nellacreazione di workplaces, a coronamento dell’omonima “competizionepoco competitiva”, ancora una volta vetrina per oltre 100 progetti fraarchitetture e interiors. La cerimonia di consegna dei premi, articolataquest’anno in varie sezioni, ha visto la partecipazione di oltre 260 per-sone e la presenza di qualificati relatori in rappresentanza degli Enti edelle Associazioni che hanno patrocinato la manifestazione: AIPI (Asso-ciazione Italiana Progettisti d’Interni), Assufficio, ECIA (European Coun-cil of Interior Architects), ErgoCert, FEMB (Federazione Europea deiProduttori di Arredo per Ufficio), GBC Italia (Green Building Council),GiArch (Coordinamento Associazioni Giovani Architetti), Great PlaceTo Work Italia, Ordine degli Architetti di Milano.Quest’anno ad aprire la serata sono stati i lavori di Comfortseating,manifestazione organizzata da Ergocert incentrata sull’ergonomia ed ilcomfort della seduta, che ha introdotto le tematiche inerenti lo spaziolavorativo, cardine anche della ricerca US Award. Il benvenuto ufficialeè stato rivolto da Fabio Franzoni, direttore della Divisione Industry Bu-siness Media del Gruppo 24 Ore, che ha ribadito l’esito numericamen-te e qualitativamente rilevante di questa terza edizione.Dopo il ringraziamento agli sponsor AHEC e Akzo Nobel, promotoridelle sezioni speciali del premio wood@work e color@work, e aglisponsor tecnici Archiutti e Caimi Brevetti, ha preso inizio la tavola ro-tonda, strutturata quest’anno in due tempi.Apre la prima parte la direttrice di US-Ufficiostile e moderatrice dellaserata Renata Sias che chiede un parere sul progetto vincitore Think
IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DEI PREMIAI VINCITORI DELLA TERZA EDIZIONE DI USAWARD, SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO PRESSOLA SEDE DE IL SOLE 24 ORE CON ASSOCIAZIONI,PROGETTISTI, COMMITTENTI E FRUITORI DEIMIGLIORI WORKPLACE, ANCHE QUEST’ANNONUMEROSI, CREATIVI, E PROIETTATI VERSOIL LAVORO DEL FUTURO. LA TAVOLA ROTONDACHE PRECEDE LA CONSEGNA DEI PREMI SICONFERMA UN MOMENTO DI IMPORTANTERIFLESSIONE SUI NUOVI VALORI DEL PROGETTODELL’AMBIENTE DI LAVORO.
US AWARD:WORKPLACE.QUALITY ANDINNOVATIONOpinioni a confronto sui nuovivalori del progetto
workplace award
Sponsor tecnici
CAIMI, ARCHIUTTI
www.caimi.com
www.archiutti.com
Patrocini
www.aipi.it
www.assufficio.it
www.ecia.net
www.ergocert.org
www.femb.org
www.gbcitalia.org
www.giarch.it
www.greatplacetowork.it
www.ordinearchitetti.mi.it
Main sponsor
www.ahec-europe.org
Sponsor
www.akzonobel.com
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Garden a Andrew Boffa, vice Presidentedell’Associazione Giovani Architetti Torinoe delegato GiArch Italia. Questo spazio ultratecnologico per lavoratorinomadi, reale ma ora inesistente, che ha ospi-tato per una settimana uffici ad uso tempora-neo attenti e aperti per definizione a moltepliciusi è un “ufficio che non c’è” cui può accede-re solo chi è dotato di creatività e immaginazio-ne – come nella “Isola che non c’è” di Barrie –oppure un concetto concreto e vicino alle esi-genze lavorative di oggi? L’ufficio temporaneoè una realtà emergente che va a colmare lamancanza di spazi dedicati a tipologie di lavo-ro itineranti o legate a grandi eventi tempora-nei, quali furono nel 2006 le Olimpiadi invernalidi Torino. La natura transitoria di questi ufficipone ai progettisti una grande ed obbligatasfida: la sostenibilità dell’allestimento deglispazi, che devono essere ultraefficienti ed at-trezzati nel momento del loro utilizzo senzacostituire un “gravame” ambientale al momen-to della loro dismissione.A tale proposito Gilberto Dondè, amministra-tore Delegato di Great Place to Work Italia,che come ogni anno ha stilato la classifica del-
le migliori aziende italiane, riporta i dati dell’ul-timo studio sul tema Inspiring People dedica-to ai principali fattori di motivazione dei dipen-denti. Rileva l’importante valore del “nomadi-smo lavorativo” che il progetto Think Gardenmette in luce, un carattere frequente ancheall’interno delle aziende più dinamiche, il no-madismo può guidare la definizione di spazipiù democratici, distribuiti guardando alle realiesigenze di ciascun ruolo operativo rispettoallo svolgimento di un teamwork, piuttosto chea scale gerarchiche astratte. Secondo i dipen-denti intervistati, anche la sicurezza e la traspa-renza che un’azienda riesce a comunicarespazialmente sono valori “ispiratori” come con-femano tra gli altri anche i feedback relativi allenuove sedi Cisco e Tetrapak, ambedue pre-sentate a US Award.A Franco Raggi, vicepresidente dell’Ordinedegli architetti di Milano, che aveva lanciatonella passata edizione una provocazione inci-tando al caos e allo “scoordinamento creativo”in ufficio in risposta all’ormai superato concet-to di spazi di lavoro ripetitivi e gerarchizzati,viene chiesto se si possa identificare questacaratteristica fra i progetti presentati a US
Award. Raggi nota che il concetto di caos,come valore positivo, prende piede nonostan-te la resistenza del mercato e del marketingper i quali gestire il caos è più difficile che gesti-re l’uniformità e crea difficoltà nel definire uncatalogo e nel proporre dei modelli.Anche la scelta di Raggi ricade su Think Gar-den, spazio “caotico” portatore di una diversi-tà programmata all’interno di un sistema elasti-co, che rinuncia all’autocompiacimento del de-sign e definisce un’immagine che appartienepiù a comportamenti di occupazione dellospazio che non a delle forme. Anche l’adesio-ne da parte dei giurati a questa “strutturadestrutturata” che offre una libertà di occupa-zione e fruizione dello spazio è più culturaleche formale; è anche ideologica perché l’ideadegli spazi nomadi implica un’etica dell’usodello spazio. Come nel car-sharing, l’uso no-made non solo è più economico, ma ci per-mette di condividere lo spazio che rimane: chiè nomade non spreca spazio, usa solo quelloche serve. Altre proposte per gli uffici del futu-ro? Un letto, o una chaise longue a disposizio-ne dei lavoratori, per un breve nap o per legge-re distesi…
A destra:
I relatori della prima parte
della tavola rotonda; da
sinistra: Renata Sias, Andrew
Boffa, Gilberto Dondè, Franco
Raggi, Alberto Rigolone,
Francesco Marcolin, Oliviero
Tronconi.
Pagina a fianco:
I relatori della seconda parte
della tavola rotonda; da
sinistra: Renata Sias, Alberto
De Zan, Michele Falcone, Carlo
Beltramelli, Marco Mari,
Maurizio Dori, David Venables,
l’interprete, Joke van
Hengstum.
Con Alberto Rigolone, vicepresidente AIPI(Associazione Italiana Progettisti d’Interni), l’at-tenzione si focalizza sugli elementi fondamen-tali – struttura, funzione, estetica – e su comesono stati affrontati nei progetti di US Award.Anche se, a una lettura sommaria, la comuni-cazione e la rappresentatività dello spazio ap-paiono privilegiate negli spazi comuni come lelounge o le break area a scapito degli spazioperativi, emerge invece come decisa sceltaprogettuale – che coincide anche con i deside-rata del fruitore – l’affidare agli spazi di rappre-sentanza l’immagine forte dell’azienda, privile-giando nelle aree operative una lineare sobrie-tà che è frutto di scelte ergonomiche e tecno-logiche a favore di chi lavorerà in quegli spazi.Un punto di vista sull’ergonomia degli ambien-ti presentati alla competizione è stato chiesto aFrancesco Marcolin, ergonomo europeocertificato e docente presso l’Università diUdine, che ha ribadito l’approccio multidisci-plinare e sistemico della disciplina. Anche sel’ergonomia della seduta è un fattore importan-te e un elemento a cui l’utente è molto sensibi-le, tutti i principi ergonomici dovrebbero es-sere assimilati e integrati ai punti fondamenta-li di un progetto – fino a rendere inutile la pro-fessione dell’ergonomo! – per ottenere risultatispaziali capaci di esprimere non solo un gradoelevato di comfort “misurato” dagli ergonomi,ma soprattutto uno “percepito” positivamenteda tutti i suoi fruitori. Sarebbe interessanteun’indagine sul campo che abbia come ogget-to l’ergonomia dei progetti presentati a USAward per avere una post occupancy evalua-tion anche sul comfort percepito dai fruitori.Esistono diversi metodi per valutare la soddi-sfazione reale degli operatori ed ErgoCert hasviluppato un disciplinare tecnico per la certifi-cazione e sviluppato un software per teneresotto controllo tutte le variabili che concorronoa costituire il Comfort dell’Ufficio.Oliviero Tronconi, professore ordinario diTecnologia dell’Architettura al Politecnicodi Milano, chiude la prima parte della tavolarotonda rivolgendo una riflessione critica sultema dei costi di manutenzione: il risparmioenergetico genera edifici sempre più leggeri,sempre più “a secco”, ipertecnologici a bassoimpatto ambientale dove la componente im-piantistica è fondamentale. E non pensare alle
attività manutentive in fase di progetto significaaumentarne considerevolmente i costi.In Italia il panorama rispetto a queste proble-matiche appare ancora piuttosto arretrato ri-spetto all’estero, benché l’architettura e il de-sign italiani siano sempre molto avanzati e diottima qualità. Secondo le ricerche svolte inproposito, il costo di manutenzione di questiedifici-macchina spesso incide troppo pesan-temente; in alcuni casi si arriva a equiparare,con i soli costi di manutenzione, i costi com-plessivi di costruzione dell’immobile in soli 13 o14 anni. Dobbiamo salvaguardare la nostraqualità progettuale senza trascurare l’obiettivodell’integrazione progettuale sistemica, ancheperchè la committenza evoluta lo pretende. Igrandi gruppi multinazionali hanno standard diefficienza, di consumi energetici, di costi dimanutenzione – standard di riferimento precisianche sui costi gestionali con il costo pro capi-te per ogni dipendente – che devono essererispettati già in fase progettuale e su questoaspetto, anche se l’Italia è il Paese della picco-la industria, dobbiamo assolutamente cresce-re. Il cambio dei relatori è preceduto da unintermezzo dedicato alla presentazione dellanuova sede del Gruppo 24Ore a Pero, unprogetto di notevole interesse firmato Goring&Straja, inserito come “fuori concorso” a USAward per evitare conflitti di interesse.È proprio Andrè Straja a salire sul palco perdescrivere gli elementi salienti di questo edifi-cio, vincitore di un concorso internazionale egià insignito del “Mattone d’Oro” come edificiopiù eco-sostenibile della Lombardia.Renata Sias, citando la “Lettera di un giovanearchitetto” dove Alexandros Tombazis scrive-va «Ricordate che costruire nuoce al nostropianeta. Bisogna fare attenzione e intervenirecon delicatezza perché di pianeta ne abbiamouno solo», prende spunto da questa afferma-zione per chiedere se si possa considerare unintervento “delicato”. Straja ricorda la certifica-zione in Classe A, ma soprattutto definisce“onesto” questo edificio circondato dal verdeche rispetta il brief del committente e il territo-rio circostante; considera una “fortuna” l’inca-rico ricevuto dal Gruppo 24 Ore che ha dato lapossibilità di progettare anche gli interni chegiocano sulla trasparenza e sul colore, impo-stando un layout semplice ma attento alle esi-
genze di chi lavora, a partire dall’ottima qualitàacustica.Alberto De Zan, presidente di Assufficio, aprela seconda parte della tavola rotonda ricordan-do che, dalla ricerca “Ufficio Fabbrica Crea-tiva”, risulta che in Italia solo il 20% degli archi-tetti è “specializzato” nel progetto ufficio espesso anche i dealer non sono sufficiente-mente preparati; racconta quindi i passi con-creti che l’associazione sta facendo verso unacultura di cui va alzato il livello: cita il titolo delnuovo volume ”Investire sull’ufficio come e per-ché. Spazio di lavoro come risorsa per miglio-rare l’azienda” e un corso di alta specializzazio-ne sul progetto dell’ufficio con il Politecnico diMilano che inizierà a breve.Michele Falcone, presidente FEMB, accen-na ai dati economici recenti relativi al mercatodell’ufficio in Europa, dichiarandosi moderata-mente ottimista grazie ai segnali di Paesi comeTurchia e Gran Bretagna che crescono a dop-pia cifra. In Italia si può supporre che l’anda-mento sarà analogo, ma non si vede ancoraquesta crescita; purtroppo l’arredo continua aessere considerato solo costo e non investi-mento e perché una vera crescita ci sia, ènecessaria una più profonda operazione cultu-rale.Joke van Hengstum, presidente ECIA (Eu-ropean Council of Interior Architects) apposita-mente arrivata dall’Olanda, offre una panora-mica sull’approccio dell’interior design in altri Pa-esi d’Europa. Ammette che ci sono diversitàma dipendono, più che dalle diverse culture etradizioni locali, dalle differenze adottate nellemodalità di lavoro. L’habitat ufficio sta cam-biando e cambierà sempre più, sia per fattorisociologici esterni che per il cambiamento deimodi di lavoro: lì si svolge un lavoro in squadra,sempre più creativo e connesso in rete. Il lavo-ro individuale, invece, può essere svolto anchea casa, part-time, per poter dedicare più tem-po alla famiglia. “Credo che nel nord Europaquesti concetti siano applicati su scala piùampia perché c’è una maggiore apertura men-tale e più uguaglianza tra le persone, anche trauomini e donne”.La qualità di questi ambienti di lavoro è fonda-mentale per i risultati produttivi; anche se i costi
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workplace award
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IN COLLABORAZIONE CON LO STUDIO DIARCHITETTURA CECCHETTO&ASSOCIATI,ARCHIUTTI PARTECIPA ALLA REALIZZAZIONEDELL’AFFASCINANTE PROGETTO DIRIQUALIFICAZIONE DELL’ARSENALE NORDTRASFORMATO NELLA SEDE DEL POLO DIRICERCA CNR ISMAR CHE, ALL’INTERNO DEICAPANNONI DELLA NOVISSIMA, SI SVILUPPAPER 200 METRI LUNGO LO SPECCHIO D’ACQUAINTERNO AL COMPLESSO ARSENALIZIO.
FATTORE ALPHA ALL’ARSENALE DI VENEZIAIl design di Archiutti incontra l’architettura di Cecchetto
workplace company promo
La nuova sede del polo direzionale e di ricerca CNR ISMAR è un inte-ressante esempio di integrazione tra preesistenza e nuove struttureattraverso un intervento dinamico e innovativo; un contesto di archeo-logia industriale valorizzato anche nelle scelte degli allestimenti internicon Fattore Alpha di Archiutti, un prodotto essenziale, ma con una fortepersonalità capace di inserirsi nelle atmosfere uniche dell’Arsenale.La purezza delle linee geometriche, l’attenzione al dettaglio, l’eleganzadelle finiture, la lucentezza dei metalli e del cristallo interpretano l’essen-za di un edificio simbolico e di forte rappresentatività per la città diVenezia.
FATTORE ALPHA AT ARSENALE DI VENEZIAArchiutti’s design meets Cecchetto’s architecture
Together with the architecture studio Cecchetto & Associati, Ar-chiutti takes part in the carrying out of the charming upgradingproject of Arsenale Nord, changed into the headquarters of theCNR ISMAR research centre.
The new business and research centre CNR ISMAR is a context ofindustrial archaeology also enhanced by the interior decoration carriedout with Fattore Alpha by Archiutti, a basic product yet with a markedpersonality, that can fit into the unique atmosphere of the Arsenale.The pure, geometric lines and the refined finishes are the very essenceof a symbolic, distinctive building of the city of Venice. �
Fattore Alpha, disegnato da
Ambostudio e Grazia Azzolin,
è un sistema di tavoli
declinabili per situazioni
operative, uffici direzionali
e sale riunione. Attraverso le
molteplici finiture, attrezzature
e dotazioni multimediali,
integra le diverse funzioni
interpretando una nuova
concezione dell'operatività
Fattore Alpha, designed by
Ambostudio and Grazia Azzolin,
is a system of tables to be used
in back offices, executive suites
and meeting rooms, thanks to
the manifold finishes, fittings
and multimedia equipment
available for the different tasks
workplace award
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Now held for the third time, the US Award 2010prize-giving is an opportunity for all the profes-sional figures involved in the carrying out ofworkplaces to exchange views, as the conclu-sion of the homonymous “not too competitivecompetition”, a showcase for over 100 projects.The ceremony was attended by over 260 peopleand some qualified speakers on behalf of theBodies and Associations that sponsored theevent, AIPI, Assufficio, ECIA, ErgoCert, FEMB,GBC Italia, GiArch, Great Place To Work Italia,Ordine degli Architetti di Milano.
Renata Sias, editor of US-Ufficiostile and chairwo-man of the evening, opened the debate and askedAndrew Boffa, vice chairman of the TurinAssociation of Young Architects and delegateGiArch Italia his opinion on the winning projectThink Garden. The temporary office is an emergingtrend to remedy the lack of spaces meant for itine-rant working procedures or related to big temporaryevents, such as the Turin Winter Olympic Games in2006. The provisional nature of these offices means a greatchallenge to the designer: the sustainability of the fit-
ting out to obtain ultra-efficient spaces without wei-ghing heavily on the environment when they are nolonger used. On this subject, Gilberto Dondè, managing direc-tor of Great Place to Work Italia pointed out themajor role played by the “working nomadism”emphasized in the project Think Garden, a frequenttrait also inside the most dynamic companies,nomadism may help to define more democraticspaces.Also the choice made by Franco Raggi, vice chair-man of the Milan Architects Association, fell onthe Think Garden, a “chaotic” space bearer of adiversity planned within a flexible system, that givesup the self-satisfaction of design and defines animage relating to space occupation behavioursrather than to shapes. As in the case of car-sharing,the nomadic use isn’t just less expensive, but itallows to share the remaining space: a nomadic wor-ker doesn’t waste space and uses what answerstheir purpose only. With Alberto Rigolone, vice chairman AIPi, theattention was focused on some basic elements –structure, function, appearance – and on how theyhade been faced in the projects of US Award: heshared the choice to entrust the strong corporateimage to the official rooms, and opting instead for aconsistent simplicity in the offices, which is the out-come of ergonomic and technological choices. An opinion on the ergonomics of the settings pre-sented at the competition was asked to FrancescoMarcolin, teacher of ergonomics at the Univer-sity of Udine, who has confirmed the cross-discipli-nary and systemic approach of this subject. All ergo-nomic principles should be present in the project toobtain spaces expressing not only a high standard ofcomfort “measured” by ergonomists, but most of alla comfort positively “felt” by all users. Oliviero Tronconi, full professor of Technology ofArchitettura at Politecnico di Milano, wound up
the first part of the panel with a critical reflection onthe subject of maintenance costs: energy savingproduces increasingly light buildings, increasingly“dry”, hyper-technological and low impact, whereplant engineering is basic. And not to consider main-tenance during the planning means to increase itscosts considerably. The change of speakers occurred after a break forthe presentation of the new headquarters Gruppo24 Ore at Pero, designed by Goring & Straja.And just Andrè Straja came up to the platform todescribe the salient features of this building, winnerof an international competition that has already beenawarded the “Mattone d’Oro” as the most eco-sustainable building in Lombardy.Alberto De Zan, chairman of Assufficio, points outthat in Italy only 20% of the architects “specializes” inthe office project and often even the dealers are notadequately prepared; then he told about the actualsteps the association is taking.Michele Falcone, chairman FEMB, mentioned therecent economic data concerning the office marketin Europe, declaring himself moderately optimisticthanks to the signs coming from countries with atwo-figure growth. Joke van Hengstum, chairwoman ECIA, ackno-wledged that there are differences, but they dependupon the different working procedures adoptedrather than upon the different local traditions and cul-tures. Teamwork is carried out inside the office,instead individual work may be carried out at home,part-time. «I think that in Northern Europe these concepts areapplied on a wider scale because there is moreopen-mindedness and more equality between peo-ple, also between men and women». To change the working environment really and trulyyou must change the companies’ culture, not onlythe planning approach.Marco Mari, partner of GBC Italia, stressed theimportance of sustainability again and the need torevise the whole planning and execution process ofthe building and to appraise if and to what extentwhat we are building is sustainable, not only energe-tically, but also from an overall point of view: wastehandling, water, recyclable materials, etc. The hesummed up the chief sustainability labels now avai-lable and the differences between these models andthose used by LEED.David Venables, European manager of AHEC(American Hardwood Export Council), invited to amore massive use of wood in architecture, praising itas the material with the lowest environmental impactand considering its complete life cycle; Americanwood is competitive in price and performance, it’savailable in many species, it’s certified and has a lowimpact even on transports because it is shipped.Maurizio Dori, market manager at Akzo NobelPowder Coatings Italia stresses the strong emotio-nal impact of colour, although the leading companieslive on the production of tons of “not speaking”colours: white, black and grey used in the industry.Now even the trends of colour lead to sustainability,as stated in the slogan “Every colour is green”. �
US AWARD:WORKPLACE.QUALITY ANDINNOVATIONExchange of views about the newvalues of office design
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NELLE MANI DEI VINCITORI, LE CORNICI BRERASONO STATE PROTAGONISTE DELLA CERIMONIADI PREMIAZIONE DI US AWARD. QUESTAORIGINALE CORNICE, RILETTURA IRONICA EFUNZIONALE DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE,PENSATA PER IMPREZIOSIRE IL MESSAGGIOCONTENUTO, HA AGGIUNTO VALORE ALLEMENZIONI PREMIO DEI PROGETTI NELLECATEGORIE COLOR@WORK E WOOD@WORK.
LA CORNICE DIVENTA PREMIOSistema di segnaletica Brera di Caimi Brevetti
workplace company promo
Brera è un sistema brevettato di segnaletica e comunicazione, proget-tato da Raffaello Manzoni per Caimi Brevetti; è formato da cornici-espo-sitori bifronte in policarbonato disponibili in tre diversi formati e libera-mente aggregabili all’infinito, orizzontalmente o verticalmente.Estremamente flessibile, oltre all’utilizzo inedito come targa premio perUS Award, questo prodotto consente la realizzazione di installazioniespositive negli ambienti più diversi: da quelli domestici ai luoghi stret-tamente di lavoro quali uffici e spazi aperti al pubblico, come negozi eshowroom, spazi espositivi ed alberghi.
THE FRAME TURNS INTO A PRIZESign System Brera by Caimi Brevetti
In the winners’ hands, the picture frames Brera were the players ofthe US Award prize-giving ceremony. This original frame, an ironicand functional interpretation of communication systems, has ad-ded value to the accolades awarded to the designs for the catego-ries color@work and wood@work.
Brera is a patented communication and signs system designed byRaffaello Manzoni for Caimi Brevetti; it consists of bifronted displayunits-frames available in three sizes to be linked freely ad infinitum, hori-zontally or vertically. Extremely flexible, besides the new use as plaquefor the US Award, this product allows to carry out expository installa-tions in all kinds of settings. �
La cornice Brera è realizzata
in policarbonato con fogli
interni di protezione in PET,
trasparente, flessibile e
riciclabile. Due le opzioni
di aggancio: direttamente
a parete oppure a
soffitto/pavimento,
attraverso corde e attacchi
in tecnopolimero dotati
di morsetto interno per
il bloccaggio e la regolazione
dell’altezza.
The frame Brera is in
polycarbonate with inside
protection sheets in PET,
transparent, flexible and
recyclable. Two hooking
options: wall or ceiling-
mounted or floor-standing
US AWARD:PRIZE GIVINGCEREMONYI progetti vincitori raccontati dagli autori
COME CONSUETUDINE DELLA COMPETIZIONE US AWARD, GIUNTA QUEST’ANNO ALLA TERZAEDIZIONE, LA CONSEGNA DEI PREMI AIVINCITORI PRESSO LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE,NON È SOLO UN MOMENTO DI RICONOSCIMENTO PUBBLICO AL MERITO DEIPROGETTISTI, MA SOPRATTUTTO L’OCCASIONEPER CONOSCERE GLI ELEMENTI PIÙ SALIENTIDEI PROGETTI, IN PRIMA PERSONA DALLA VOCE DEGLI ARCHITETTI, INSIEME ALLEMOTIVAZIONI, ALLE STRATEGIE AZIENDALI E AI BRIEF FORNITI ESPRESSI NELLETESTIMONIANZE DEI COMMITTENTI. ECCO I COMMENTI DEGLI ARCHITETTI WINNERS E DEI LOROCOMMITTENTI, RILASCIATI SUL PALCO ALMOMENTO DELLA CONSEGNA DELLE TARGHEPREMIO. PUNTI DI VISTA DIVERSI, MAFORTEMENTE INTEGRATI PERCHÈ NON PUÒESISTERE UN BUON PROGETTO SENZA UNCOMMITTENTE ILLUMINATO E, COMESOTTOLINEATO ANCHE DA JOKE VAN HENGSTUMNEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA, È L’AZIENDA A DECIDERE L’APPROCCIO DELPROGETTO, IL DESIGNER PUÒ SOLO DAREFORMA ALLE SCELTE E ALL’ORGANIZZAZIONEAZIENDALI.
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di questo tipo di uffici sono più alti rispetto aquelli tradizionali, le persone che li occupano –anche temporaneamente con posti di lavorocondivisi – sono un numero decisamente infe-riore, quindi senza sprechi per l’azienda. VanHengstum conclude sottolineando che in veri-tà è l’azienda a decidere l’approccio del pro-getto, il designer può solo dare forma alle scel-te e all’organizzazione aziendali; per cambiaredavvero gli ambienti di lavoro deve cambiare lacultura delle aziende, non solo l’approccio pro-gettuale.Carlo Beltramelli, membro attivo del BoardECIA, collegandosi al pensiero della Presiden-te ECIA, aggiunge: «Il concetto di temporanei-tà che si sta sviluppando e che probabilmentesi amplierà nel prossimo futuro darà le rispostenecessarie ad un mondo del lavoro che si rive-la sempre più flessibile e sempre più esigenteda molteplici punti di vista. Il lavoro di squadracitato giustamente da Joke dà la possibilità dilavori “a progetto” che comportano meetingperiodici che spesso non trovano adeguatalocation: l’ufficio temporaneo potrà risolverequesti problemi in modo adattabile alle esigen-ze di chiunque».Marco Mari, socio di GBC Italia (Green Buil-ding Council), torna sull’importanza della so-stenibilità, sottolineando la necessità sia di ri-vedere l’intero processo di progettazione erealizzazione dell’edificio, sia di misurare se equanto ciò che costruiamo è sostenibile, nonsolo energeticamente, ma anche da un puntodi vista complessivo: gestione rifiuti, acqua,materiali riciclabili, ecc. Sintetizza poi le princi-pali certificazioni di sostenibilità esistenti e ledifferenze tra questi modelli e quelli che utilizzaLEED, il sistema che più si è diffuso nel mon-do, basato sulla misurazione del valore delleperformance che danno punteggio.È importante tenere in considerazione che ilpercorso di certificazione nasce dall’inizio delprogetto, richiede una documentazione parti-colareggiata e si conclude solo quando l’edifi-cio è concluso e abitato e l’autority può verifi-care se gli obiettivi che erano stati dichiaratisono stati raggiunti. Con una visione pretta-mente anglosassone è anche giusto chiedersi:Quale è il tempo in cui il mio investimento ritor-na? E la risposta è possibile solo se il proces-so inizia dalla fase iniziale prevedendo tutte le
performance dell’edificio.David Venables, direttore europeo di AHEC(American Hardwood Export Council), invita aun uso più massiccio del legno in architetturaelogiandolo come il materiale con il più bassoimpatto ambientale e considerandone il ciclo divita completo. Nota che in Italia, dove si impor-tano circa 150/200.00 mc di legno all’anno, iprogettisti, pur attenti alla scelta delle essenze,spesso non sono interessati alla loro prove-nienza. C’è talvolta il pregiudizio che il legniamericani costino più di quelli europei o nonsiano sostenibili. In realtà, con il cambio dolla-ro/euro attuale i costi sono identici, ma ci sonoaltri criteri che dovrebbero far scegliere i legniamericani: il legno americano è competitivo nelprezzo e nelle performance, è disponibile inmoltissime specie, è certificato e ha un bassoimpatto ambientale anche nei trasporti perchèle spedizioni avvengono via mare e quindi conimpatto inferiore rispetto al trasporto su strada.Maurizio Dori, market manager di Akzo No-bel Powder Coatings Italia evidenzia il forteimpatto emotivo del colore, nonostante le a-ziende leader vivano grazie alla produzione ditonnellate di colori “non parlanti”: bianco, neroe grigio usati nell’industria. Oggi l’attenzione del Centro Estetico dell’a-zienda è sempre più vicino alle esigenze di chiprogetta per rispondere alle richieste del mer-cato più che alle nuove mode nell’uso del colo-re. Le tendenze portano verso la sostenibilità,come dichiara lo slogan “Every color is green”adottato dal gruppo e verso investimenti sem-pre maggiori per garantire la qualità del prodot-to. Una qualità della superficie che spessoviene dimenticata nel progetto ma che, purincidendo solo dal 3 al 7 % sul totale del costodi un progetto, ha un importanza straordinariasull’esito finale. �
1° Premio ArchitetturaUffici e laboratori CNR ISMAR, Venezia;Progetto: Studio Cecchetto & Associati
Alberto Cecchetto descrive in modo appas-sionato lo straordinario sito («In realtà ha vintol’Arsenale di Venezia!», dichiara con modestia)e le linee guida del progetto, una “scatola nellascatola”, uno spazio dinamico e articolato conpasserelle e tre livelli di movimento, caratteriz-zato da tre diverse condizioni di luce. Il proget-to è costruito sul sistema dei lucernari e sull’u-so dei materiali poveri: acciaio zincato e trucio-lare color antracite per creare contrasto e farrisaltare la luce. I corpi interni si ispirano alleantiche galee che in questi spazi venivano untempo costruite; gli uffici sono stati concepititenendo presente l’esigenza di identità cheesprime chi lavora in modo creativo «Noncredo che si possa risolvere solo con il layouto con un’idea banale di personalizzazione chesi traduce in foto attaccate sulle pareti. Affron-tare il tema dell’identità significa spostare l’at-tenzione sulla ricerca di qualità della vita».Fabio Trincardi, direttore di CNR ISMARracconta «Abbiamo lasciato i vecchi uffici, bel-lissimi, sul Canal Grande, perché volevamouna sede di lavoro adeguata alle nuove gene-razioni e ai nuovi modi di lavorare. Cecchettoha saputo ricostruire e attualizzare le antichegalee, ma anche il lavoro che si svolgeva traqueste e che si spostava dall’una all’altra: larete fisica delle persone in movimento e il per-corso delle comunicazioni. Questo cambia-mento dell’ambiente fisico ha innescato nuovicomportamenti delle persone e influenzato po-sitivamente il clima aziendale».L’intervento di Giacomo Vettoretto di Ar-chiutti, fornitore degli arredi nella nuova sedeCNR ISMAR descrive l’amore per Venezia el’emozione che suscita l’Arsenale, la «magia diuna location unica al mondo, dove chi lavoragode l’esperienza privilegiata di uffici che, co-me cabine vetrate, guardano l’acqua, le anti-che strutture e la gente che lavora»; concludeaffermando che è stato motivo di orgoglio perl’azienda poter contribuire allo straordinario e-sito finale e dedicando questa esperienza, trale più significative nei 50 anni di storia dell’a-zienda, al fondatore di Archiutti, recentementescomparso.
2° Premio ArchitetturaPolo commerciale, Breganzola (PR); Progetto: MCA, Mario Cucinella Architects
David Hirsch di MCA racconta l’iter del pro-getto che, come tutti i lavori seguiti dalloStudio Cucinella è attento alle strategie eco-so-stenibili e fa ricorso a fonti di energia alter-nativa: «In questo caso le dimensioni, oltre100.000 mq di centro commerciale e ricettivo,lo rendono un intervento con forte impatto sulterritorio e creano l’occasione di confrontarsi
con la salvaguardia ambientale ma anche diintrodurre luoghi collettivi di qualità e non solodi retail». Sono infatti previsti aree di incontropubbliche e parchi con laghetti artificiali; i gran-di tetti che caratterizzano il progetto sarannoutilizzati per l’installazione di pannelli fotovoltai-ci e per lo sfruttamento della luce naturale.
3° Premio ArchitetturaUffici studio di design, Milano Progetto architettonico: Costa Zanibelli AssociatiInterior design: CB’a Design Solutions
Franco Guidi, nella veste di committente, la-scia la parola a Chiara Costa, progettistainsieme a Marco Zanibelli dell’architettura,che descrive l’intervento in questo ex edificioindustriale dove lo spazio è stato completa-mente reinventato con caratteristiche tipologi-che e di uso diverse. «Abbiamo voluto aprire lospazio, sventrare l’involucro per fare entrare laluce all’interno con un camino che porta l’illu-minazione zenitale dal tetto fino al piano infe-riore». Un concetto che ha affascinato CB’aDesign Solutions, locatari di questi ambientiche sono stati poi personalizzati con colori egrafica d’impatto. «Non potevamo essere piùfortunati – dichiara Gianfranco Siano – ilnostro pay off è “The sky is the limit” e, grazieal lavoro di Costa Zanibelli, siamo riusciti a tro-vare una sede che rispecchia perfettamente ilnostro posizionamento sul mercato».
Alberto Cecchetto describes the extraordi-nary site passionately, «a box inside a box», adynamic space marked by three different ligh-ting conditions lending an identity to the space.Fabio Trincardi, manager at CNR ISMARtells: «The change of setting defined on thephysical net of people in motion and commu-nications, thriggered new behaviours and posi-tively affected the corporate atmosphere».Giacomo Vettoretto, Archiutti, supplier of thefurnishings for the new head office CNRISMAR tells about his passion for Venice andthe emotion aroused by the Arsenale «Thecompany was proud to help to the extraordi-nary, final result!». David Hirsch, MCA, says: «In this case thesize, over 100.000 sqm of shopping and acco-modation centre, lends the project a strongimpact on the territory and is an opportuny toface environmental protection but also to intro-duce first-rate community facilities and not justshops». Franco Guidi, as customer, givesChiara Costa, designer of this architecturetogether with Marco Zanibelli, leave to speak.«We wanted to open the space and tear downthe shell to let daylight in». A concept that charmed the tenants CB’aDesign Solutions, «We were really lucky –Gianfranco Siano says – our payoff is “Thesky is the limit”».
SEZIONE ARCHITETTURA
1. Da sinistra: arch. Alberto
Cecchetto; Giacomo Vettoretto
di Archiutti e Fabio Trincardi,
direttore di CNR ISMAR
2. Arch. David Hirsch di Mario
Cucinella Architetcs con
Renata Sias
3. Da sinistra: archh. Franco
Guidi, Chiara Costa e
Gianfranco Siano con Sias
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Precisazione:
Nel numero 4/10 è stato omesso che il progetto architettonico
dello Studio di Architettura (3° premio) è di Costa Zanibelli
Associati
1° Premio Interior Design Think Garden, ufficio per lavoratori nomadi,MilanoProgetto: Pierandrei Associati
I tre soci Alessandro Pierandrei, FabrizioPierandrei, Stefano Anfossi salgono sul pal-co e raccontano la inusuale esperienza di unufficio temporaneo, esistito per una sola inten-sa settimana in occasione del Salone delMobile «Siamo stati fortunati perché abbiamopotuto affrontare con leggerezza – ma nonsuperficialità! – un progetto altamente operati-vo che contiene i temi che sono più attuali nel-l’ufficio contemporaneo, non solo il nomadi-smo, ma anche l’estemporaneità e il tema dellasostenibilità come elementi altrettanto impor-tanti. Siamo convinti che, se ci dobbiamo in-contrare in ufficio, dobbiamo creare spazi per ilbenessere e per il knowledge sharing; spaziper il business ma anche per il relax e per co-noscere le persone. Per rispondere alla richie-sta sollevata da Franco Raggi nella tavolarotonda: sì c’erano anche spazi per riposarsi,amache e ping pong. Uno spazio caotico? No,non caotico, ma complesso».
2° Premio Interior DesignBiblioteca e archivi Fondazione Giorgio Cini, VeneziaProgetto: aMDL, Michele De Lucchi
La curatrice del progetto Laiza Tonali diaMDL racconta che la suggestione forte su-scitata da questo ambiente nasce dall’averemantenuto e accentuato con i nuovi interventiquelle che erano le sue affascinanti caratteristi-che originali «La prospettiva e il concetto dicalma e tranquillità delle ex celle dei monaci.Anche l’illuminazione contribuisce a esaltarequesta struttura del passato».
3° Premio Interior design e3° Premio ex aequo ArchitetturaSede Diesel, Breganze (VI);Progetto architettonico: Studio RicattiInterior design: Diesel Creative Team
Per la premiazione di questo progetto, dovearchitettura e interior si integrano e si articola-no senza soluzione di continuità, AlessandroGiannavola di Diesel Creative Team tiene aprecisare che vuole condividere con tanti que-sto riconoscimento perché si è trattato davve-ro di un lavoro di squadra che ha impegnatomolte figure professionali e anche il personalestesso di Diesel. «Il brief è stato sviluppato sullabase di interviste a figure chiave e non dell’a-zienda; volevamo capire e condividere comevivere al meglio l’ambiente di lavoro, come sipotesse convivere in questo spazio e che rela-zioni che si dovessero creare. Dal feed backrisulta che la soddisfazione sia generale».
Pierpaolo Ricatti evidenzia che questo vero eproprio villaggio – 65.000 mq con oltre 1.000posti operativi, servizi e aree di supporto –rispecchia esattamente l’identità dell’azienda,nata e cresciuta come l’ha voluta il fondatore etitolare Renzo Rosso. «È lui, raro esempio diimprenditore italiano illuminato, che ha orga-nizzato un team di progetto incredibilmenteallargato per la messa a punto di soluzionieccellenti alle problematiche e per mettere apunto strumenti con l’obiettivo di rispecchiareidentità dell’azienda; e non è stato semplice.Ha voluto che dal progetto emergesse l’imma-gine e la filosofia del brand, non la firma di unarchitetto».
The three partners Alessandro Pierandrei,Fabrizio Pierandrei, Stefano Anfossi say«We really believe that if we have to meet at theoffice, we must create space for wellbeing andknowledge-sharing; space for working but alsorelaxing, to get to know people better. A chao-tic space? No, not chaotic but complex».The supervisor of the project, Laiza Tonali,aMDL tells about the strong fascination exer-ted by this environment, obtained by keepingand stressing its original charming featuresthrough the new project.Alessandro Giannavola, Diesel CreativeTeam, wants to specifies that it is a teamwork«The brief was developed according to theinterviews with some key figures and otherpeople of the company; we wanted to under-stand and share how to live the working envi-ronment in the best possible way». Pierpaolo Ricatti stresses that this “village”reflects the company’s identity exactly, createdand grown as its founder and owner RenzoRosso wanted it to be. «He wanted a projectrevealing the image and philosophy of thebrand and not the name of an architect».
SEZIONE INTERIOR DESIGN
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1. Da sinistra: archh. Fabrizio
Pierandrei, Stefano Anfossi
e Alessandro Pierandrei con
Renata Sias
2. Laiza Tonali dello Studio
aMDL, Michele De Lucchi
3. Arch. Pierpaolo Ricatti e
Alessandro Giannavola di
Diesel Creative Group con Sias
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1° Premio color@workUffici Gruppo Industriale Maccaferri, Zola Predosa (BO) Progetto: Progetto CMR, Massimo Roj
Maurizio Melchiori di Progetto CMR, spiegache il nuovo headquarter e la riqualificazionedei capannoni esistenti, il legame tra vecchio enuovo dunque, sorgono nel sito storico dellasede aziendale dove Maccaferri ha voluto tor-nare. «Volevamo che questa scelta fosse leggi-bile anche nell’architettura, nell’uso dei mate-riali – cemento a vista e Corten – e nell’uso deicolori aziendali (azzurro con cromatismi chesfumano e si integrano nei colori del paesag-gio). Il vetro policromatico retrosmaltato in fac-ciata, non solo ha un ruolo forte nella comuni-cazione ma ha anche valore architettonico. La trasparenza domina, ma si tratta di una fac-ciata vetrata molto performante, quindi nonabbiamo tralasciato i concetti di eco-sosteni-biltà».Massimo Pinardi di Maccaferri spiega per-ché il nuovo headquarter ha previsto anche lariqualificazione dei capannoni esistenti «Vecchie brutti, forse, ma noi abbiamo intuito chepotessero diventare belli. Le esigenze aziendalisono sempre accompagnate dalle alte esigen-ze di bellezza che la nostra aziende persegue.Il valore simbolico di questo sito, dove nel1879 è sorta la prima sede, è molto importan-te per Maccaferri che, proprio lì ha voluto man-tenere la sua sede di pregio. Tutto comunica lanostra identità e i vari elementi che parlano dinoi si sposano perfettamente: acciaio, pietra eenergia...».
2° Premio color@workSede Vetreria Airoldi, San Giorgio su Legnano (MI);Progetto: Buratti + Battiston Architects
Gabriele Buratti racconta che il vetro è usatocome un biglietto da visita, con decisione,quasi a volere enfatizzare tutte le sue proprietàe qualità e arricchito percettivamente dall’usoforte del colore. «Come si è già accennato inaltri interventi, anche in questo caso possiamoparlare di esigenze di identità e di bellezza. Lanostra fortuna è che in Airoldi abbiamo trova-to un committente e un costruttore uniti inun’unica appassionata persona».
3° Premio color@workSede società di Architettura e Ingegneria,Milano;Progetto: Starching
I soci Paola Pontarollo e Marcello Cerea, allostesso tempo progettisti e occupanti di questispazi dominati da un’atmosfera luminosa e vi-tale, spiegano la difficoltà del progettare per sestessi «Talvolta le emozioni prevalgono e ri-schiano di non portare immediatamente a un
risultato soddisfacente» ammette Pontarollo.“Io ho assunto il ruolo di committente – scher-za Cerea – così è prevalso un approccio pro-fessionale meno emotivo che ha portato aquesta soluzione. Un modello progettuale cheritengo possa essere adottato anche per altriinterventi».
Maurizio Melchiori, Progetto CMR, explainsthat the new headquarters and the upgradingof the old sheds, namely the bond between oldand new, are located on the old site of thecompany. «We wanted this choice to be clearalso in this archtecture».Massimo Pinardi, Maccaferri, confirms «Thesimbolic value of this site, where the first head-quarters rose in 1879, means a lot toMaccaferri, that’s why we wanted to keep thisvaluable venue. Everything conveys our iden-tity and all our distinctive components perfectlyblend: steel, stone and energy...» Gabriele Buratti says that glass is used as atrademark, with determination, so as to stressall its qualities and perceptively enriched withthe marked use of colour. The partners Paola Pontarollo and MarcelloCerea, designers as well as occupants ofthese rooms where a bright and vital atmo-sphere is predominant, explain the difficultiesfound in designing for themselves. «Someti-mes emotion is prevailing the result isn’t imme-diately satisfactory».
SEZIONE COLOR@WORKsponsorizzata da AKZO NOBEL
Le targhe della sezione color@work sonostate consegnate da Maurizio Dori, marketmanager di Akzo Nobel Powder CoatingsItalia
1. Arch. Maurizio Melchiori
di Progetto CMR e Massimo
Pinardi di Maccaferri.
2. Arch. Gabriele Buratti con
Maurizio Dori di Akzo Nobel
3. Archh. Paola Pontarollo e
Marcello Cerea con Maurizio
Dori di Akzo Nobel
Tutti i progetti partecipanti a USAward e il report della cerimoniadi premiazione sono anche onlinewww.living24.it
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Gli spazi interni sono caratterizzati da un livellodi comfort molto elevato. Nell’opera convivonoaspetti innovativi e caratteri della tradizione adimostrazione che il riuso dei tanti edifici delpassato è possibile e porta a risultati spazialiinediti e preziosi. Il progetto risponde ad alcunistandard di sostenibilità dell’edificio contem-plati dalla certificazione LEED: si è adottata lageotermia per il riscaldamento, sistemi sofisti-cati di controllo e risparmio energetico per l’il-luminazione e si è fatto ampio uso di materia-li rinnovabili. È stato utilizzato teak per gli esterni. Negli in-terni domina il rovere in varie declinazioni: pavi-menti in tavole multistrato di rovere. Arredi e pareti in rovere (con finitura naturale,oppure sbiancato oppure scurito con morden-te). Infissi in lamellare di rovere americano dellacosta atlantica.
OFFICE BUILDING IN A FORMER FARMMartellago (VE)Studio Architetto Gianni Rigo (2010)
The project gave back to the village some histo-ric buildings in a state of neglect, that are nowthe venue of offices, bank, shops, museums, ameeting room and a restaurant, while the courtof the complex is an urban space again. The restoration, respecting the old, fits in new,transparent and light bodies, that don’t break itsoriginal architecture or the view of the wholecourt.
The interiors are marked by top-level comfort.The design provides for both innovative andtraditional elements and meets some sustaina-bility standards provided for by the LEED certi-fication: teak was used for the outside. Inside, oak is prevalent in several components:furniture and walls (natural finish or bleached ordarkened with mordant). Fixtures in glued laminated American oak fromthe Atlantic coast. �
1°prizewood@work
IL PROGETTO HA RESTITUITO AL PAESEMANUFATTI STORICI IN STATO DI ABBANDONO,ORA SEDE DI UFFICI, DI UNA BANCA, ATTIVITÀCOMMERCIALI, MUSEALI, UNA SALA CONVEGNI E UN RISTORANTE, MENTRE LA CORTE DELCOMPLESSO È TORNATA AD ESSERE UNO SPAZIOURBANO. IL RESTAURO, RISPETTOSO DELL’ANTICO,INSERISCE NUOVI CORPI SCALE E CORRIDOI,VISIBILMENTE “ALTRI” RISPETTO ALL’EDIFICIOSTORICO: TRASPARENTI E LEGGERI NONINTERROMPONO LA SUA ARCHITETTURAORIGINARIA NÉ LA VISTA DELL’INTERA CORTE.
Errata CorrigeNel numero scorso della rivista abbiamo erroneamenteattribuito il secondo premio wood@work alla nuova sededella Banca Santo Stefano che ripubblichiamo in questapagina. In realtà il progetto aveva meritato il primopremio! Ci scusiamo con il progettista, con la banca, con lo sponsor AHEC e con i lettori.
In the last issue of the magazine the secondo prizewood@work was wrongly awarded to the new offices of Banco Santo Stefano, published on this page again.Actually, the design was awarded the first prize! Weapologize to the designer. the bank. the sponsor AHEC and the readers.
EDIFICIO PERTERZIARIO IN EX FATTORIABanca Santo Stefano CreditoCooperativo Martellago (VE)Studio Architetto Gianni Rigo(2010)
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1° Premio wood@workEdificio per terziario in ex-fattoria, MartellagoProgetto: Studio Architetto Gianni Rigo
Gianni Rigo descrive il percorso della trasfor-mazione dell’edificio da fattoria a sede dellaBanca Santo Stefano. «In questa fusione traantico e moderno la scelta architettonica èstata quella di rendere leggibili tutti gli elemen-ti contemporanei. In accordo con la Sovrinten-denza, i nuovi elementi aggiunti non imitanol’esistente ma sono in vetro e attraverso il lin-guaggio di questo materiale si dichiarano co-me nuova presenza, leggera e trasparente. Questo ampio complesso composto da variedifici e corti, edificato dal 1650 in poi, era inpessime condizioni statiche e anche per laristrutturazione le linee guida si sono mosse trapassato e futuro: sono state utilizzate tecnichee modalità costruttive antiche tipicamente ve-nete, e anche tecnologie e impianti high-techper dotare questi spazi di una nuova funziona-lità. Il rovere americano, ampiamente utilizzatoin questo intervento, si è rivelato un’essenzacamaleontica».Francesco Beninato, direttore generale diBanca Santo Stefano, spiega che si sarebbepotuta costruire una nuova moderna sede inperiferia probabilmente con un investimentoinferiore, ma «abbiamo fatto la scelta del recu-pero perché siamo una banca integrata con ilterritorio; la struttura ci è sembrata ideale per-ché è nel centro cittadino e la configurazionedell’immobile con una piazza pubblica cheprevede il coinvolgimento delle persone rispec-chia la nostra mission. La nostra filosofia vaverso le persone. Anche la scelta della traspa-renza va in questa direzione perché migliora laqualità e avvicina. Noi vogliamo avvicinarci siaai dipendenti sia ai clienti».
2° Premio wood@workCentro formazione Intesa Sanpaolo Bonola, MilanoProgetto: aMDL, Michele De Lucchi
Laiza Tonali di aMDL, curatrice del progetto,racconta «Probabilmente è stata l’ubicazionepoco felice, in una periferia dequalificata a ren-dere più interessante il progetto e a stimolarel’idea di un laboratorio per lasciare circolare inmodo più libero le idee, caldo e familiare grazieall’ampio utilizzo del legno». Anche in questocaso il progetto è stato sviluppato in strettacollaborazione con lo staff di Intesa San Paolo.Un lavoro in team confermato anche da Ro-berto Battaglia, responsabile della Forma-zione di Intesa San Paolo. «È un progettonato, prima che dalla matita dell’architetto,dalle idee che tutti gli abitanti hanno espressonell’immaginare come avremmo voluto questospazio. È stata un’occasione straordinaria perconoscere De Lucchi e il suo modo di lavora-re; insieme abbiamo creato un laboratorio che,
nello stesso tempo, è anche una casa: la casadei valori del nostro gruppo giocata sui contra-sti tra calda domesticità e anonima periferia. Laperiferia però aiuta a immaginare più libera-mente e questo è il nuovo che noi vogliamoanche per la nostra azienda».
3° Premio wood@workRistorante aziendale Maggiore, RomaProgetto: Hab Architettura
Andrea Iose, premette che il suo studio è spe-cializzato proprio in quegli spazi accessori al-l’ambiente di lavoro indispensabili per dare di-gnità alle persone e generare il senso di quali-tà percepito di cui si è parlato durante la tavo-la rotonda. «Come in un ristorante di buon livel-lo abbiamo curato ogni dettaglio anche nell’in-terior design, evitando i materiali che trasmet-tono l’idea del banale o dell’ordinario. Il legno,pur rispondendo a tutti i requisiti di funzionalitàe di igiene, ha contribuito a trasmettere l’emo-zione di calore e di ricercatezza che volevamodare».Simon Marani, direttore marketing di Mag-giore Autonoleggio, spiega che questo risto-rante corrisponde a una precisa strategia diriposizionamento del marchio e anche di mar-keting interno, che pone il focus principale sul-la centralità delle persona. «Il ristorante è unadelle azioni di questa strategia; è pensato perrilassarsi e perché i dipendenti vivano l’ambien-te ufficio come se fosse la propria casa. Ma èanche un luogo per socializzare e crescere:organizziamo happy hour, incontri con dietolo-gi e convention, grazie alla sua polifunzionalità».
Gianni Rigo describes the path to change thebuilding from a farm into the office of BancaSanto Stefano. «In this fusion of old andmodern the architectural choice was to makeall contemporary components manifest”.Francesco Beninato, general manager ofBanca Santo Stefano, explains «We opted fora restoration because we are a locally integra-ted bank. Our philosophy is people-oriented.We want to be closer to both employees andcustomers». Laiza Tonali, aMDL, supervisor ofthe project, says: «In this case, too, the projectwas developed in close cooperation with thestaff of Intesa San Paolo». A teamwork confir-med by Roberto Battaglia, Training managerat Intesa San Paolo. «This project comes fromthe ideas expressed by all residents when pictu-ring how we would have liked this space to be,rather than from the architect’s pencil». AndreaIose, states first that «it’s a real restaurant takinginto account the importance of conviviality evenin the working space-time». Simon Marani,marketing manager at Maggiore Autonoleg-gio, explains that this rest-aurant meets a well-defined repositioning strategy of the brand andthe in-house marketing, mainly focused on theperson’s central position. �
SEZIONE WOOD@WORKsponsorizzata da AHEC
Le targhe della sezione wood@work sono state consegnate da David Venables,direttore europeo di AHEC (AmericanHardwood Export Council).
1. Da sinistra: Francesco
Beninato, direttore generale
di Banca Santo Stefano e
arch. Gianni Rigo con David
Venables
2. Da sinistra: Roberto
Battaglia, responsabile della
Formazione di Intesa San Paolo
e arch. Laiza Tonali con David
Venables di AHEC
3. Da sinistra: Simon Marani,
direttore marketing di
Maggiore Autonoleggio e
arch. Andrea Iose
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di Pierpaolo Ricatti
Il complesso Diesel è pensato seguendo una visione chiara e fortemen-te razionale grazie a un sistema di corpi rettangolari composti intorno auna serie di corti organizzate su più livelli di sezione. Gli edifici si appog-giano a una leggera pendenza che scorre lungo le corti portando verdee acqua fino all’interno del cuore del villaggio. La sequenza dei flussipedonali è ben tracciata e porta il visitatore all’interno del complessodove è organizzata l’area più pubblica e di servizio composta dall’acco-glienza, il ristorante e l’area fitness, mentre il centro congressi e l’asilorimangono leggermente spostati rispetto al corpo principale. Il pianoterra di tutto il villaggio Diesel rappresenta perfettamente la filosofiaaziendale con cui si è voluto dare forma a questo insediamento, men-tre i piani superiori, destinati alle diverse aree ricerca e direzionali hannoun trattamento delle facciate perfettamente in linea con la migliorearchitettura terziaria internazionale.Anche i materiali scelti per i diversi rivestimenti dei tanti corpi di fabbri-ca indicano questa voglia di stabilità e qualità diffusa e consolidata, dalrame al legno che invecchieranno lentamente offrendo cromie e colorioggi inaspettati, oppure al dialogo costante tra interni/esterni, luce eombra naturale, luoghi del lavoro e spazi di verde e acqua, per scopri-re un’architettura in forma di villaggio che non ha il panico da invecchia-mento precoce, ma che, invece, si appresta ad essere un luogo chesarà bello vedere cambiare negli anni.E allora questa inedita “isola Diesel” ci offre altre immagini di come po-trebbe diventare un luogo per la produzione italiana del prossimo futu-ro, alternando appunto due visioni così apparentemente antitetiche tradi loro, quella del “villaggio” appunto, del borgo di antica memoria, in-
LA LUCE È ASSOLUTA PROTAGONISTA DELNUOVO HEADQUARTERS DIESEL DI BREGANZEPROGETTATO DALLO STUDIO RICATTI E DAJACOBS ITALIA, CHE SORGE ALL’INTERNO DELTERRITORIO DELLA PEDEMONTANA VENETA,NEL SEGMENTO DELL’ALTO VICENTINO.IL TRATTAMENTO DELLE FACCIATE ÈARTICOLATO ATTRAVERSO UN’AMPIA GAMMADI MATERIALI PER RIVESTIMENTI, COSÌDA CREARE UN GIOCO DI PIENI E VUOTI CHEDEFINISCE UN’IMMAGINE FLUIDA E DINAMICACARATTERIZZATA DA AMPIE VETRATE.
NUOVO HEADQUARTERS DIESEL
workplace
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trecciato con le dinamiche e gli scenari figlidella massima contemporaneità e globalità.Estetica e funzionalità degli spazi lavorativierano gli elementi di attrattività richiesti perrealizzare uno dei migliori “great place towork”. Luoghi capaci di interpretare attualità einnovazione. Può essere rivendicato, pertan-to, un metodo di progettazione integrata incui un lavoro corale vede coinvolti, assiemeall’architetto, strutturisti, impiantisti, organiz-zatori del lavoro». �
façade treatment in line with the finest interna-tional commercial architecture.The materials chosen to the various claddingsof its many buildings show this desire for sta-bility as wide-ranging, firmly-established qua-lity. They range from copper to wood that willslowly age, presenting colors that are unex-pected today. The constant dialogue betweeninside and outside, light and natural shade,work spaces and spaces for plant life andwater lets us discover an architectural projectin the form of village that doesn’t fear prema-ture aging. Instead, it presents itself a placethat will be pleasant to see change over theyears. This uncommon “Diesel Island” offers usnew images of how Italian production placescould be in the near future, alternating twoseemingly antithetical images, a “village” fromour long history, interwoven with the dynamicsand situations spawned from absolutely con-temporary, global worlds». «The workspaces’appearance and functionality were points ofattraction requested to create a great place towork. The places should convey contemporarystyle and innovation. It could lay claim to anintegrated design method in which there was amany-voiced project, including, alongside thearchitect, structural engineers, plant engineersand project managers». �
NEW HEADQUARTERS DIESEL
Light is the absolute player of the newHeadquarters Diesel at Breganze, designedby Studio Ricatti and Jacobs Italia, situatedin the Pedemontana Veneta territory.The façades were carried out in a widerange of materials and claddings, so as tocreate a play of full and empty spaces anddefine a flowing and dynamic look markedby large windows.
«The Diesel complex is designed with a clear,considered approach using a system of rec-tangular structures arranged around a series ofcourtyards organized on several levels. Thebuildings lie on a slight slope that runs alongthe courtyards, bringing plant life and waterwithin the heart of the village. The sequence ofpedestrian routes is well delineated, taking visi-tors within the complex where the more public,service area is organized, including the recep-tion, a restaurant and a fitness area. The con-ference center and day care center are slightlyset apart from the main building. The groundfloor of the whole Diesel Village is a perfectreflection of the company ethos intended toshape this site. Meanwhile, the upper floors forresearch and administrative areas feature a
company promo
30 1/11 us
a cura di Ergocertwww.ergocert.org
Il premio, alla sua seconda edizione, è stato promosso da ErgoCert inmediapartnership con UfficioStile del Gruppo24Ore e con i prestigio-si patrocini di Assufficio, Società Italiana di Ergonomia, Design ForAll Lab e Officebit, ha registrato rispetto alla prima edizione un incre-mento del 20% degli iscritti e l’inserimento della sezione Collettività trale categorie ammesse in aggiunta a quella riservata alle Sedute da uffi-cio operative e direzionali. Il parametro-cardine per la valutazione dellesedute partecipanti è stato l’“Indice di Comfort”, un indicatore nume-rico oggettivo del comfort delle sedute validato scientificamente e bre-vettato da ErgoCert. Il principio scientifico generale che il mondo scien-tifico riconosce afferma che una sedia con un elevato grado di comfortesprime, tra le altre caratteristiche, la capacità di assecondare la formadelle superfici del corpo del soggetto che entra in contatto con essa,minimizzando le pressioni medie, i picchi e i gradienti di pressione.Sulla base dei risultati ottenuti nella ricerca e delle valutazioni delle provesvolte presso il Laboratorio di Usabilità e ricerca Ergonomica diErgoCert-Ente di Certificazione per l’Ergonomia (Spin-off dell’Uni-versità di Udine), il Premio ComfortSeating2011 è stato assegnato allesedute “Zody_System 89” di Haworth e “Conventio Wing” di Håg,rispettivamente nelle sezioni Ufficio e Collettività, quali prodotti chemeglio esprimono il mix di tutti i fattori valutati. �
LA CERIMONIA CHE SI È SVOLTA PRESSOLA SEDE DE IL SOLE 24 ORE, IN CONCOMITANZACON US AWARD, HA PREMIATO I PRODOTTI CHEHANNO OTTENUTO I MIGLIORI RISULTATI INDIFFERENTI CATEGORIE: IL COMFORT DISEDUTA, L'USABILITÀ DEI COMANDI, ICONTENUTI INNOVATIVI D'USO, L'USABILITÀSTANDARD, LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, LAROBUSTEZZA D'USO, LA TRASPORTABILITÀ,LA STABILITÀ, LA PULIBILITÀ E L'IMPILABILITÀPER COMPLESSIVE 1135 VALUTAZIONI.
COMFORTSEATING 2011 Le sedie vincitrici della seconda edizione
workplace award
US-Ufficiostile è mediaPartner diComfortseating
1. La sedia Conventio Wing
di Håg è il prodotto che meglio
esprime il mix di tutti i fattori
valutati nella categoria
collettività
Conventio Wing by Håg,
is the best example of a mix
of valued factors in the
“Community” section
2. La sedia multitasking
Zody_System 89 di Haworth
è il prodotto che meglio
esprime il mix di tutti i fattori
valutati nella categoria ufficio
The multitasking chair
Zody_System 89 by Haworth,
is the best example of a mix of
valued factors in the “Office”
section
3. Aeron, Herman Miller,
miglior prodotto per
sostenibilità.
Aeron, Herman Miller, best
product in “Sustainability”
section
4. Rose Marie Karlsson
di Haworth e Angelo Mandrini
di Varier mostrano le targhe
premio Show the plaques
5. Alla conferenza che ha
preceduto la premiazione
hanno preso parte
The conference before the
prize-giving was attended by:
Francesco Marcolin
(Ergonomo Europeo Certificato
e docente presso l’Università
di Udine), Michele Falcone
(Presidente FEMB), Isabella
Steffan (Consigliere Nazionale
SIE e Segretario di Design
for All Lab), Alberto De Zan
(Presidente Assufficio),
Guglielmo Antonutto
(Prof. Ordinario di Valutazione
Funzionale, Facoltà di
Medicina, Università di
Udine)
2
4 5
1
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COMFORTSEATING 2011
The winning chairs of the 2nd ComfortSeating competition
The prize-giving took place at Il Sole24Ore, in concurrence withthe US Award ceremony, and the products that had attained thebest results in different categories were also awarded: seatingcomfort, user-friendly controls, innovative uses, standard usabi-lity, environmental sustainability, solidity of use, transportability,stability, easy cleaning and stackability, for a total of 1135 evalua-tions.
The competition, held for the second time, was promoted by ErgoCertin mediapartnership with UfficioStile and some prestigious sponsor-hips, recorded a 20% increase in entrants over the first contest and fea-tured the new category Community, besides the categories of task andexecutive office chairs.The cornerstone-benchmark for the evaluation of the competing chairswas the “Comfort Index”, an objective numerical indicator of seatingcomfort scientifically validated and patented by ErgoCert. �
I PREMI
SEZIONE UFFICIOALLE SEDUTE CHE HANNO OTTENUTO IL PUNTEGGIO PIÙ ALTO IN CIASCUNPARAMETRO VALUTATO, PRESOSINGOLARMENTE, SONO STATI ASSEGNATI ISEGUENTI PREMI SPECIALI:
- MIGLIOR PRODOTTO PER MIX DI TUTTI I FATTORI VALUTATI ZODY_SYSTEM 89, HAWORTH
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONFORTSTRUMENTALE DI SEDUTA: H05, HÅG
- MIGLIOR PRODOTTO PER USABILITÀ DEI COMANDI: ZODY_SYSTEM 89, HAWORTH
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONTENUTIINNOVATIVI D’USO: AERON, HERMAN MILLER
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀERGONOMICA/PREZZO (FASCIA ZERO-500 EURO):EXPO15, VAGHI
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀERGONOMICA/PREZZO (FASCIA 500-1000 EURO):CRONO, MOVING
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀERGONOMICA/PREZZO (FASCIA OLTRE 1000EURO): LORDO, DAUPHIN
SEZIONE COLLETTIVITÀALLE SEDUTE CHE HANNO OTTENUTO ILPUNTEGGIO PIÙ ALTO IN CIASCUN PARAMETROVALUTATO, PRESO SINGOLARMENTE, SONO STATI ASSEGNATI I SEGUENTI PREMI SPECIALI:
- MIGLIOR PRODOTTO PER MIX DI TUTTI IFATTORI VALUTATI CONVENTIO WING, HÅG
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONFORTSTRUMENTALE DI SEDUTA: VERY, HAWORTH
- MIGLIOR PRODOTTO PER ALTRI PARAMETRIQUALIFICANTI: GREEN’S, SITLAND
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONTENUTIINNOVATIVI D’USO: CONVENTIO WING, HÅG
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀERGONOMICA/PREZZO: GREEN’S, SITLAND
PREMIO SOSTENIBILITÀMIGLIOR PRODOTTO PER SOSTENIBILITÀ:AERON, HERMAN MILLER E H05, HÅG
UFFICIO
6. H05, Håg
7. Lordo, Dauphin
8. Crono, Moving
9. Expo15, Vaghi
COLLETTIVITÀ
10. Green’S, SitLand
11. Very, Haworth
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www.quadrifoglio.com - info@quadrifoglio.com_1991_2011 _our anniversary
www.officity.it - info@officity.itRho Milano Fiera 12-17 Aprile 2011Pad. 24 Stand E05-F02
OORRGGAATTEECC IINN PPIILLLLOOLLEETendenze, nuovi prodotti e atmosfera positiva
L’espressione della complessità dell’ufficio in tutte le sue sfaccettature è statoil tema guida di Haworth che all’insegna dell’Organic Workspace proponeva lasua visione olistica concretizzata in una vasta gamma di prodotti (dalla nuovaparete Esedra3 alle postazioni lounge, dalle sedute alle soluzioni per il comfortacustico). Anche lo stand Vitra si articolava in aree allestite in modo diverso perpermettere al “cittadino” del nuovo ufficio di scegliere la postazione che megliorisponde ai suoi bisogni. Puntava su tre parole chiave – Communication,Concentration, Regeneration – lo stand Kinnarps che, insieme ai prodotti deivari brand del gruppo, ufficializzava l’acquisizione di Samas. Il focus di HermanMiller era mirato sulla nuova, applauditissima sedia Sayl, presentata in tutte letipologie.
Tendenze emergenti e prodotti di spiccoForse sembra strano ma, proprio al salone di riferimento dell’ufficio, le tendenzeemergenti riguardano quel che non è l’arredo tipico da ufficio e la parola chiave ètrasversalità: Orgatec resta la vetrina ideale per il lancio di sedie e scrivanie ergo-nomiche, ma la parte del leone la fanno i pouf, le sedute lounge, i divani compo-nibili, le alcove e i cocoon, adatti per incontrarsi e socializzare oppure per isolarsie rilassarsi nei luoghi collettivi.Se le proposte nel settore illuminotecnico erano scarse e non particolarmenteinnovative, l’acustica era invece affrontata in modo ricco e completo con soluzio-ni efficaci e molto creative.Le tendenze più attuali tendono a mimetizzare i dispositivi fonoassorbenti, sottoforma di arredi multifunzione, contro-soffitti tecnici, quadri insonorizzanti ed ele-ganti boiserie. Oppure, al contrario puntano ad enfatizzare questa funzione pro-ponendo gusci di privacy acustica, pannelli scultorei, “nuvole”, vivaci rivestimentitridimensionali per pareti.Per gli arredi operativi è quasi un must la regolazione in altezza del piano di lavo-ro, un concetto da sempre promosso dalle aziende produttrici tedesche, ora ela-borato anche dai produttori di altri Paesi. É dimostrato che modificare la posizio-ne seduti/in piedi è ergonomicamente consigliabile e si auspica un decreto euro-peo che imponga questo meccanismo anche per le scrivanie, come già è avve-nuto per le sedie.Interessanti le soluzioni di arredo ad alta tecnologia per meeting multimediali evideoconferenze.
PILLS FROM ORGATEC
Trends, new products and positive atmosphere
Rendering the complexity of the office in all its facets was the underlyingtheme at Haworth stand based on the concept of Organic Workspace, thatoffered its holistic vision realized in a wide range of products (the new wallEsedra3 to the workstations for the lounge areas, chairs to sound comfortsolutions). The stand Vitra had several areas differently fitted out to enablethe “citizen” of the new office to choose the most suitable workplace fortheir needs. Three keywords – Communication, Concentration, Regenera-tion – for Kinnarps that presented the acquisition of Samas. Herman Miller’sfocus was instead on the new chair Sayl, that earned plaudits from every-body, presented in all its models.
Emerging trends and prominent productsStrange to say, maybe, but just at the landmark for the office, the emerging trendsconcern furnishings that aren’t at all typical of the office and the keyword is trans-versality: Orgatec still is the ideal showcase for the launching of ergonomic chairsand desks, but poufs and lounge chairs, sectional settees, niches and cocoons,took the lion’s share, as they are suitable for meeting and socializing or cuttingoneself off or relaxing in common areas.If the concepts presented by the lighting-technique industry were just a few andnot too innovative (other exhibitions specializing in this sector offer more pleasantsurprises) acoustics, the main feature of this Orgatec, offered a rich and comple-te picture with effective and quite creative solutions. Also most interesting, thehigh-tech furnishings for multimedia meetings and videoconferences.
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rassegna a cura di Gabriele Pagani
workplace exhibition
Approfondimenti e photogallery di Orgatec su www.living24.it
34 1/11 us
4. Wave Raumagentur
Tra le varie soluzioni
acustiche, particolarmente
interessante la
controsoffittatura “aperta”
disegnata per bloccare le onde
sonore
5. Haworth
L’approccio olistico di Organic
Worspace prevede anche
soluzioni per il comfort
acustico come queste
“nuvole” in feltro
6. Buzzi Space
Buzzi Booth
design Alain Gilles
Cocoon acustico realizzato
in feltro sintetico che utilzza
al 100% bottiglie in PET
riciclate
1POCO SENTITO IN ITALIA, IL TEMA DEL COMFORTACUSTICO RIVESTE INVECE IN ALTRI PAESI,SOPRATTUTTO IN NORD EUROPA, UN RUOLOIMPORTANTE. LE COMPETENZE SCIENTIFICHE E LA CREATIVITÀ DEL DESIGN POSSONOFORNIRE SOLUZIONI AFFASCINANTI E INEDITE.
ACOUSTICS, A NEW SOUND IN THE OFFICENOT A VERY REAL PROBLEM IN ITALY, THE THEME OF SOUND COMFORT PLAYS A CHIEFROLE IN OTHER COUNTRIES, ESPECIALLY IN NORTH EUROPE. SCIENTIFIC COMPETENCE AND A CREATIVE DESIGN MAY ALLOW SOMECHARMING AND UNUSUAL SOLUTIONS.
ACUSTICA,NUOVO SOUNDIN UFFICIO
1. Johanson Moon
Sound absorber in feltro
in varie forme, dimensioni
e colori per rivestire le pareti
in modo decorativo e
migliorare l’acustica
2. Karl Andersson
Contenitori e display per
riviste rivestiti in feltro per
assolvere anche alla funzione
di fonoassorbenza
3. Ilona Rista
IR Touch
Pannelli in legno con alte
proprietà acustiche che la
wood artist finlandese realizza
su misura
3 4
2
6
5
workplace exhibition
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SEDIEMULTITASKINGE NUOVEERGONOMIE
1. Dauphin
InTouch
design Martin Ballendat
Lo schienale flessibile
rimane costantemente a
contatto con il corpo
2. Herman Miller
Sayl
design Yves Béhar
Caratterizzata da un
innovativo schienale
ergonomico dall’aspetto
organico, ispirato ai principi
dei ponti sospesi
3. Humanscale
Act
design Todd Bracher
È dotata di un meccanismo
di reclinazione di nuova
concezione
4. Okamura
Leopard
design Okamura/Ryou
Igarashi
La particolare inclinazione
del sedile facilita le azioni
di seduta e alzata
5. Hawort
Very Task
design Michael Welsh e
Nicolai Czumaj-Bront
Versatile, personalizzabile
nell’estetica e dall’elevata
ergonomia
6. Vitra
ID
design Antonio Citterio
Un sistema che permette
8000 configurazioni di sedute
diverse, dotato di
meccanismo FlowMotion4
1 2 3
6
LE SEDIE SONO TRADIZIONALMENTE LEPROTAGONISTE DI ORGATEC E ANCHE INQUESTA EDIZIONE NON MANCANO LE NOVITÀ,RISULTATI DI LUNGHE E ACCURATE RICERCHE,SPESSO ANCHE FRUTTO DI APPROCCIERGONOMICI INEDITI. LE PIÙ EVOLUTE SONOMULTIFUNZIONE PER ACCOMPAGNAREL’UTILIZZATORE NEI MOVIMENTI E SEMPRE PIÙFACILI E INTUITIVE DA UTILIZZARE, CONREGOLAZIONI MANUALI RIDOTTE AL MINIMO.ECOSOSTENIBILITÀ E UTILIZZO DI MATERIALIRICICLATI E RICICLABILI SONO MUST ORMAIIRRINUNCIABILE.
MULTITASKING CHAIRS AND NEW ERGONOMICSCHAIRS USUALLY PLAY A LEADING ROLE ATORGATEC AND THIS YEAR, TOO, THERE WEREMANY NEW THINGS, THE OUT COME OF LONGAND THOROUGH STUDIES, OFTEN ALSO THERESULT OF NEW ERGONOMIC APPROACHES.
5
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workplace exhibition1. Heller
ErgoErgo
design Alan Heller
Rafforza i muscoli grazie al
design ergonomico basato sul
principio dell’”exercise ball”
da palestra
2. La Palma
AP
design Shin Azumi
Scultoreo sgabello monoscocca,
creato da un singolo foglio
multistrati
3. Sinetica
Botton
Disponibile in colori vivaci
con finitura glossy
4. V/S
Hokki
Disponibile in tre misure
e cinque colori
5. Heller
Gehry Color Cubes
Hanno la forma degli originali
cubi silver di Gehry, perfetti
per interni e per esterni
6. Walter Knoll
Bellows Collection
design Toan Nguyen
In pelle, regolabile in altezza
ORGATEC SEGNA L’INGRESSO DI UN SIMPATICO“CUGINO MINORE” DELLA CLASSICA SEDIA: IL POUF, NELLE PIÙ DIVERSE FOGGE EMATERIALI, FORME E COLORI, FA IL SUOINGRESSO TRIONFALE NELL’AMBIENTE DILAVORO PER ARREDARE IN MODO ORIGINALEUN’AREA BREAK O FORNIRE UNA SOLUZIONEDINAMICA IN CASO DI MEETING IMPROVVISI;FACILITANO IL MOVIMENTO DI TUTTO IL CORPOE, POICHÈ SONO PRIVI DI SCHIENALE,GARANTISCONO UNA POSTURA ERETTA CHERAFFORZA LA MUSCOLATURA DELLA SCHIENA.
THE POUF INVASIONORGATEC, ALWAYS AN EXCELLENCE SHOWCASEFOR ALL KINDS OF OFFICE CHAIRS, MARKS THE ENTRY OF A NICE “MINOR COUSIN” OF THECLASSIC CHAIR: THE POUF, IN ALL KINDS OF STYLES AND MATERIALS, SHAPES ANDCOLOURS, MAKES A TRIUMPHAL ENTRY INTOTHE WORKING ENVIRONMENT. MANYADVANTAGES, ALSO FROM THE ERGONOMICPOINT OF VIEW.
L’INVASIONEDEI POUF
1. Vitra
Alcova Work
design Fratelli Bouroullec
Un morbido abbraccio per
una postazione di lavoro
temporanea inconsueta
2. Nurus
Lodge
design Ece & Oguz Yalim
Un originale loggiato
attrezzato in legno accoglie
una rilassante seduta
dormeuse
3. Haworth
Meet You
design Michael Schmidt
Concetto modulare che offre
ogni elemento di arredo
per l’ufficio collaborativo
4. Lamm
Lokay
design Marco Piva
Elegantissima e minimale
perfetta per un design hotel
o per l’ufficio
5. Interlubke Cor
Scope
design Buro Uwe Fisher
Linee non ortogonali
e schienale componibile
in altezza per una gamma
molto ampia di configurazioni
MODULARI, TRASVERSALI, VIVACI, ORIGINALI E TALVOLTA ADDIRITTURA SCULTOREI, SONOIDEALI IDEALI PER RELAX, INCONTRI INFORMALIE PER LAVORARE NON SOLO IN UN UFFICIOCOLLABORATIVO, MA ANCHE IN AEROPORTI,HALL DI HOTEL, AREE RECEPTION E ATTESA; UN TEMPO SI CHIAMAVANO SEDIE E DIVANETTI,OGGI HANNO UN’IDENTITÀ PIÙ SFACCETTATA E ASSUMONO IL NOME DI ARREDI PER LOUNGEAREA.
THE SITTING ROOM TURNS INTO A LOUNGE THEY ARE PERFECT FOR RELAXATION ANDINFORMAL MEETINGS AND FOR WORKING NOTONLY IN A COLLABORATIVE OFFICE, BUT ALSOIN AIRPORTS, HOTEL LOBBIES, RECEPTION ANDWAITING AREAS; THEY WERE ONCE CALLEDCHAIRS AND SETTEES, NOW THEY FEATURE A MANY-SIDED IDENTITY AND ARE CALLEDFITTINGS FOR THE LOUNGE AREA.
IL SALOTTO SI FA LOUNGE
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1. Bene
RPlatform
Una parete che si articola
in numerose varianti per
ambientazioni e funzionalità
sempre diverse
2. Haworth
Esedra3
Il profilo portante a tre vie
è l’anima del progetto
3. Haworth
T-Up
Un sistema molto versatile
con regolazione del piano
di lavoro
4. Quadrifoglio
X8
Calda eleganza per
l’ambiente manageriale
5. Kinnarps
Postazione operativa
regolabile in altezza
6. Vitra
Playns
Ronan e Erwan Bouroullec
Permette di definire
un territorio di privacy
e di regolare l’altezza
con il tocco di un tasto
TUTTI I MUST FINORA APPLICATI ALLA SEDUTADA UFFICIO VALGONO ORA ANCHE PER LESCRIVANIE CHE, PER ADATTARSI ALLACORPORATURA DELL’UTENTE, SONO REGOLABILIIN ALTEZZA E SEMPRE PIÙ TESE VERSO LAMOBILITÀ: INTEGRANO ILLUMINAZIONEPERSONALIZZABILE E ARREDI MULTIFUNZIONE.
UP AND DOWN ALL THAT WAS CONSIDERED A MUST FOR ANOFFICE CHAIR IS NOW ALSO A MUST FOR THEDESK, THAT HAS TO SUIT THE USER’S BUILD:HEIGHT-ADJUSTABLE AND EXTENSIBLE TO ALLOW MOBILITY, A COMBINATION OFCUSTOMIZED LIGHTING AND MULTITASKINGFITTINGS.
UP AND DOWN
1. Kinnarps
Elegante soluzione
per meeting reali e incontri
in teleconferenza
2. Interlübke
Cor Meeting Room
ambientazione vintage
con schermo a scomparsa
nel mobile di servizio
3. Holzmedia
W4
Ufficio ipertecnologico
perfetto per teleconferenze
4. Sedus
Flessibile e componibile
in varie configurazioni
integra tutte le tecnologie
per comunicazione
e teleconferenze
L’ALTA TECNOLOGIA È PROTAGONISTAPRINCIPALE DEI MEETING FORMALI EMULTIMEDIALI INDISPENSABILE PER RIUNIRELE PERSONE INTORNO A UN TAVOLO NON SOLOFISICAMENTE, OFFRENDO LORO OGNISUPPORTO PER LA COMUNICAZIONE, MA ANCHEVIRTUALMENTE TRAMITE VIDEOCONFERENZE ADISTANZA. DAL PUNTO DI VISTA FORMALE LAPRESENZA DI ATTREZZATURE HIGH-TECH ÈRISOLTA CON GRANDE ELEGANZA.
CONFERENCES, VIS-À VIS AND VIRTUALHIGH TECHNOLOGY PLAYS THE CHIEF ROLE AT FORMAL AND MULTIMEDIA MEETINGS,ABSOLUTELY NECESSARY TO GATHER PEOPLEAT A TABLE, NOT ONLY PHYSICALLY, OFFERINGALL COMMUNICATION MEDIA, BUT ALSOVIRTUALLY THROUGH VIDEOCONFERENCES.
CONFERENZE, VIS-À VIS E VIRTUALI
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di Renata Sias
Confortevoli divani, giocosi pouf, intime alcove, tavolini bassi da salottoo banconi alti da bar: l’immagine generale che Orgatec ci offre dell’uffi-cio è assai lontana dal rigore dei monotoni arredi operativi che domina-vano in passato; le proposte generatrici di tendenze, in qualche casoritenute utopiche nelle scorse edizioni, sono oggi metabolizzate e assi-milate. Non è chiaro fino a che punto si tratti di moda passeggera edove inizi la reale consapevolezza della profonda trasformazione dellacultura del lavoro da parte delle aziende e dei designer. Abbiamo chiac-chierato con alcuni di loro e scoperto che le opinioni sono in alcuni casidiscordanti.L’affollatissimo stand di Vitra, allestito in base al concetto “CitizenOffice”, con un Office Forum circondato da Workstation Areas, ècostellato da varie tipologie di Communal Cells che definiscono picco-le porzioni di territorio destinate a funzioni specifiche, individuali o digruppo. L’esterno di queste versatili microarchitetture, create dai fratelliBouroullec con un sistema di pannelli modulari fonoassorbenti, è rive-stito in materiale tessile di colori vivaci, all’interno la superficie è sempreidentica, in materiale plastico microforato, ma gli equipaggiamenti sonotra i più diversi: dall’attrezzatura per guardaroba a quella per kitchenet-te, dalla “cameretta” per il pisolino postprandiale al salottino per gliincontri. Qualche anno fa i Bouroullec ci avevano affascinato con lapoetica visione di una scrivania da ufficio intesa come “una grandetavolata dove pranzare insieme in estate”, un grande desco collettivodove lavorare insieme; che cosa resta oggi di quell’idea? È stata sosti-tuita dalle nuove “alcove tecnologiche”? Siamo di fronte al ritorno delPanel System e alla difesa estrema della privacy?
CONVERSAZIONI CON ALCUNI DESIGNERINCONTRATI A ORGATEC IN OCCASIONE DELLANCIO DEI LORO NUOVI PRODOTTI:UN’INTERESSANTE OCCASIONE, NON SOLO PERCAPIRE CHE COSA COMUNICANO I LOROPROGETTI, MA ANCHE PER RACCOGLIERE PUNTIDI VISTA DIVERSI SUL SIGNIFICATO DELLAPAROLA UFFICIO OGGI.
QUEL CHEPENSODELL’UFFICIO... Incontri e conversazioni con i designer
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1. Ofita, task chair Iroha,
design Isao Hosoe
2. Vitra, sistema di sedie Hal,
design Jasper Morrison
3. Abstracta (gruppo
Lammhults), sistema Mobi
di Andrea Ruggiero
4. Vitra, Communal Cells,
design fratelli Bouroullec
workplace exhibition
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«La scrivania condivisa è un concetto ancoravalido – ci spiega Erwan Bouroullec – ma nonpuò essere l’unica ambientazione per un uffi-cio. I ‘cittadini dell’ufficio’ oggi vogliono sce-gliere! Quindi, all’interno di uno stesso spaziooperativo, dobbiamo offrire loro atmosfere eattrezzature che rispondano a bisogni diversi.L’ufficio deve garantire un buon comfort acusti-co di base e anche aree e strumenti per il lavo-ro e la vita di tutti i giorni. Chi lavora deve sen-tirsi come a casa propria, protetto e rilassato,oppure trovare l’ambiente giusto per starebene in gruppo integrato in un’organizzazionefunzionale e con tutte le tecnologie sempre adisposizione».La relazione tra arredo, persone, comunicazio-ne e tecnologie è anche alla base del candidotavolo ibrido Kuubo che, nascondendo laptop, telefoni, prese e oggetti personali all’inter-no di vani a scomparsa, può trasformarsi inpochi secondi da postazione operativa tempo-ranea e condivisa in un meeting table di gran-de effetto. Formalmente è l’archetipo delTavolo: gambe e un semplice piano; ma chia-marlo tavolo è riduttivo. «Si tratta di un TeamCenter – sottolinea il designer Naoto Fuka-
Morrison – mi interessano gli oggetti che nonstancano e non passano di moda. Hal nonvuole essere un prodotto di nicchia, ma unasedia universale, non solo per l’ufficio. Nonpossiamo pensare all’ufficio come a un luogoseparato dagli altri ambienti dove viviamo, èsempre più complesso e articolato in varie areee funzioni, quindi pensare una sedia per ufficiooggi significa proporre una sedia che sia adat-ta anche per i ristoranti, per la casa per gliesterni. E in ufficio, come in ogni altro nostroambiente di vita, l’elemento di cui sento lamancanza è la semplicità». Il concept di Hal è la distinzione tra la semplicescocca, elemento centrale e immutabile delprogetto proposto in molte varianti cromatiche,e le numerose varianti di basi in materiali diver-si tutte facilmente disassemblabili e riciclabili.Un altro punto di vista cosmopolita ci vieneofferto da Andrea Ruggiero, giovane designermultidisciplinare italo-ungherese che vive aNew York e lavora per aziende canadesi, ame-ricane e svedesi. Per Abstracta, marchio delgruppo Lammhults, ha disegnato Mobi, unalinea di workstation impostate sulla massimamobilità che permettono agli utilizzatori di ride-
sawa – una superficie utilizzabile per ogni fun-zione e attività, è adatto per un lavoro indivi-duale che richiede concentrazione, per unapresentazione di gruppo, per un meeting oanche per mangiare o festeggiare. Per aprire ivani tecnici è sufficiente premere, i cavi posso-no fuoriuscire dalle apposite fessure, quando sichiude tutto sta nascosto sotto il piano e ciòche resta in vista è una superficie semplice eordinata, una piattaforma da lavoro, una ‘por-taerei’, come suggerisce la parola kuubo ingiapponese».Un’interpretazione puristica del design che Fu-kasawa condivide con Jasper Morrison, cui èlegato da profonda amicizia; entrambi utilizza-no un linguaggio formale semplice e arcaico euna funzionalità dall’effetto assolutamentenaturale. “Super Normal”, non a caso, era iltitolo programmatico di una mostra organizza-ta dai due designer nel 2007. Con questa filo-sofia Morrison ha reinterpretato, sempre perVitra, il concetto di sedia monoscocca multi-funzionale per collettività disegnando Hal.È una famiglia di sedie sorprendente per la sualinearità: «la mia idea di design e di ambiente ècontraria a qualsiasi stravaganza – conferma
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«La scrivania condivisa è un concetto ancora valido ma non puòessere l’unica ambientazione per un ufficio. I “cittadini dell’ufficio”oggi vogliono scegliere!»
finire ‘on demand’ il proprio territorio di lavorocon scrivanie, postazioni touch-down alte,caddy, supporti per apparecchiature video;piano e “ventaglio” fonoassorbente possonomuoversi liberamente su ruote. «Avevo inmente un ambiente di lavoro open plan e di-namico quando ho disegnato questa fami-glia di arredi, – sintetizza Ruggiero – il designe la loro funzionalità si rivelano perfetti per ban-che, agenzie di viaggio, business center ohoteling office. Allo stesso tempo ti permetto-no di sedere, stare in piedi, immagazzinare eincontrare».Altro fautore convinto della mobilità e della fles-sibilità in ufficio è Isao Hosoe, secondo il quale«Lo scambio di informazioni e di relazioni tra lepersone è il significato principale dell’ufficio eogni elemento dell’ambiente deve consentire efavorire il flusso costante di energia comporta-mentale che le persone generano». Da questaidea nasce anche il concetto di ‘ergonomiaintelligente’ messo a punto per la nuova sediaIroha progettata per l’azienda spagnola Ofita.Ha una visione piuttosto critica Paolo Fava-retto che per la portoghese Guialmi ha dise-gnato il sistema di sedute per attesa Panca.«Girando per la fiera si ha l’impressione chel’ufficio sia fatto solo di salottini, break area e
spazi per incontri informali, in realtà quandovisito gli uffici reali vedo ancora scrivanie conpersone sedute per molte ore e con il proble-ma di gestire i numerosi cavi, veri grovigli di ‘lia-ne’, che arrivano al piano di lavoro! – continuaFavaretto – credo che quella di sgabelli e salot-tini sia solo una moda; forse per riempire glistand con prodotti di effetto ma che richiedo-no investimenti assai inferiori per un produtto-re rispetto all’arredo ‘tradizionale’ da ufficio, infondo non ancora così obsoleto come potreb-be apparire a uno sguardo superficiale».Anche Baldanzi e Novelli hanno una posizio-ne molto pragmatica; tra i nuovi prodotti daloro progettati ci sono le sedie da teatro Visionper Lamm e le task chair Blue e Captain perSinetica. «Solo una minima parte dell’ufficio ètoccata da questa apparente trasformazione, ilresto rimane come era in passato. Non ci inte-ressa disegnare prodotti glamour e di effettoper rincorrere la novità ad ogni costo; le azien-de, italiane e straniere, si rivolgono a noi nonperchè sono alla ricerca di innovazione esa-sperata, ma perché hanno bisogno di arredifunzionali, ergonomici, capaci di durare neltempo e con un buon rapporto qualità/prezzo.Questo è quello che sappiamo fare e che cer-chiamo di fare nel miglior modo possibile». �
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5. Vitra, Team Center Kuubo,
design Naoto Fukasawa
6. Sinetica, sedia operativa
Blue, design Baldanzi & Novelli
7. Guialmi, sistema Panca,
design Paolo Favaretto
WHAT I THINK ABOUT OFFICE...
Encounters with the designers
Conversations with some of the designers,who were at Orgatec for the launching oftheir new products: an interesting opportu-nity, not only to understand what theirdesigns communicate, but also to gatherdifferent points of view on the meaning ofthe word Office today
The thronged Vitra stand, laid out according tothe concept “Citizen Office”, is studded withseveral kinds of Communal Cells. A few yearsago, the Bouroullec brothers had charmed uswith the poetic vision of an office desk meantas a “huge dinner table to gather in summer”and work together; what remains of that con-cept now? Has it been replaced with new“technological alcoves”? «The shared desk isstill an effective concept – Erwan Bouroullecexplains – but it cannot be the only office set-ting. The “citizens of the office” now want tochoose! So, within the same working space,we must offer atmospheres and equipment tomeet different needs. The office should ensurea good sound comfort as well as areas andtools for our everyday life and work».The relation between furniture, people, com-munication and technologies underlies also thewhite, hybrid table Kuubo. As far as its shapeis concerned, it’s the archetype of the Table:legs and a plain top, but to call it a table would
be reductive: «It’s a Team Center – the desi-gner Naoto Fukasawa points out – a surfaceyou can use for all tasks and functions, suita-ble for an individual work requiring concentra-tion, for a group presentation, a meeting oreven to eat».A puristic interpretation of design shared byJasper Morrison, who conveyed this philo-sophy, still for Vitra, to the concept of a single-piece multitasking community chair, Hal. «Anyeccentricity is alien to my idea of design andenvironment; I’m interested in objects that younever get tired of and don’t go out of fashion.In the office, as in any other place, I suffer fromthe lack of simplicity». Another cosmopolitan point of view comesfrom Andrea Ruggiero. who designed forAbstracta, a brand of the Lammhults Group,Mobi, a line of workstations based on maxi-mum mobility «I had in mind an open-plannedand dynamic working environment, when Idesigned this line of furnishings. They allow tobe seated, to stand, store and meet at thesame time».Also a keen supporter of mobility and flexibilityat work, Isao Hosoe explains: «The exchangeof information and relations among people isthe chief meaning of the office and all environ-mental elements should allow and promote theconstant flow of behavioural energy producedby people». This idea underlies also the con-cept of “smart ergonomics” set up for the newchair Iroha for Ofita, supplied with “arm-lum-bar support.
Paolo Favaretto, who designed the system ofwaiting chairs Panca for the PortugueseGuialmi, has a rather critical vision: «Goingaround the fair you are under the impressionthat the office is only made of small sittingrooms, break areas and space for informalmeetings, actually when I visit the real offices Istill see desks with people seated for manyhours who have to handle several cables, areal tangle of lianas reaching the worktop!».Also Baldanzi and Novelli have a very prag-matic view; the new products they have desi-gned include the theatre chairs Vision forLamm and the task chairs Blue and Captainfor Sinetica. «Just a very small part of the offi-ce is concerned with this apparent transforma-tion, the rest still is as in the past. We are notinterested in the design of glamorous and stri-king products to pursue the novelty at allcosts, we design objects that last over timeand with a good value for money». �
«The “citizens of the office” now want to choose! So, within the same working space, we must offer atmospheres and equipment to meet different needs».
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Nella fase di emergenza la priorità è stata giu-stamente data alla ricostruzione degli edifici re-sidenziali che, tra molte polemiche, sono statirealizzati in tempi brevi, in area periferica, nellacosiddetta New Town. Due anni dopo, la cittàè ancora gravemente mutilata, il centro storicoancora inaccessibile e mancano i luoghi dellacultura e dell’aggregazione, della preghiera edel gioco, del lavoro e dell’istruzione che ani-mano ogni centro urbano. Proponiamo alcuniinteressanti progetti dedicati alla collettività,purtroppo solo la minima parte di questi è statarealizzata, purtroppo nessun progetto è previ-sto nel centro della città. Ma gli aquilani voglio-no riappropriarsi del loro centro storico, voglio-no vedere rinascere la loro Old Town.
L’AQUILA TWO YEARS LATERProjects for a city that must returnto life
On April 6th 2009, at 03,32 am, a terrifyingshock which measured 6,3 on the Richter scaledevastated Abruzzo, destroying the city of L’A-quila and many neighbouring villages. The em-ergency rightly favoured the reconstruction ofresidential buildings, that were carried out in ashort time, although arousing controversy.But the city is still heavily mutilated, the towncentre is still inaccessible and there are no pla-ces of culture and knowledge, prayer and play,work and education, that give life to all urbancentres.On these pages you’ll find some interestingprojects for the community, unfortunately just aminimum part of them was carried out. �
LL’’AAQQUUIILLAA DDUUEE AANNNNII DDOOPPOO......Progetti per una città che deve rinascere
Come dannati dell’infernoDa più di tre mesi le scosse continuavanocon intensità diversa, si annunciavano con una forte folata di vento e poi un boatoanomalo, come fosse un ruggito, un rotolare di sassi, come un tuono chevenisse dal basso, dalla terra. Nonostante le rassicurazioni da parte delle autorità, la paura cresceva ognigiorno di più…La domenica del 5 aprile 2009, era stata una bella giornata di sole caldo, un caldoeccessivo, un “caldo da terremoto” ci dicevamo tra amici per esorcizzare lapaura.Alle 22,48 improvvisamente un boato, il divano dove sedevamo ha cominciato a muoversi, la paura mi ha preso alla gola.Poco dopo il telefono che squilla, sono gliamici: l’intensità? 3.9... Quanta paura da 1 a 10? Commenti e battute per sminuire il terrore che ci cresceva dentro. Poco dopol’1,30 un’altra scossa, forte ma veloce, non ci ha dato neppure il tempo di decidere seuscire e il sonno ha preso il sopravvento.Alle 3,32 il vento, fortissimo, mi hasvegliata. Subito dopo il boato e la terra hacominciato a tremare a ondeggiare avreivoluto scappare, ma mio marito mi ha
stretta e siamo rimasti nel letto così per tutta la durata della scossa. 34 interminabili secondi in cui la terratremava e si apriva, le mura si lamentavano torcendosi sotto lapressione di quella forza distruttrice, si sentiva solo lo stridere della pietre: la mia casa si stava aprendo, la mia cittàstava crollando.Poi lacrime, urla di terrore, polvere densache ci avvolgeva, gente che scappava per i vicoli verso Piazza del Duomo, cercandoriparo in uno spazio aperto. Correvamosulle macerie delle case crollate, tra i lamenti della gente che non riusciva a uscire dalla propria casa, tra gli urli di chi già piangeva qualche parente rimasto sotto le macerie.In Piazza eravamo tanti, ci contavamo, ci abbracciavamo anche se ci conoscevamoappena, aiutavamo i feriti, ci coprivamo con le tende dei negozi strappate; facevacosì freddo quella notte buia in cui la terracontinuava a ruggire e tremare e le sirenedelle ambulanze a urlare.Sui volti quell’espressione di terrore chemai dimenticherò. Dei dannati dell’inferno,questo sembravamo, eravamo.
(Rossana Sias)
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speciale
a cura di Sabrina Piacenza
foto di Rossana Sias
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contract special
L’asilo è organizzato in tre corpi: uno centraleche ospita i servizi (ingresso, segreteria, bagni,cucina e depositi) e due corpi più piccoli colle-gati al principale che ospitano ciascuno un'au-la e lo spazio per il riposo. La struttura è total-mente a secco con centinature portanti e ele-menti secondari in legno o acciaio zincato, conguscio interno e facciate totalmente stratificatea secco e iperisolate per ottenere il massimocomfort estivo e invernale. L’involucro raggiun-ge un'efficienza di 35 kwh/mq anno (Classe Bdi Casa Clima di Bolzano).Lo studio dei colori per gli interni dell’asilo haportato a un’attenta soluzione che fosse inequilibrio tra vivacità/stimolo e pacatez-za/tranquillità. Grazie alla fornitura gratuita deimateriali Mondo Spa, le finiture dei pavimentisono state scelte fra quelle in gomma dell’ulti-ma serie “Idea”, disegnata da Aldo Cibic.
CRÈCHE APE TAU AT COPPITO
Luigi Masotto, chairman of the Mantuan asso-ciation of builders “A regola d’arte” first cameup with the idea and the project was carriedout for free by Professor Marco Imperadori,Politecnico di Milano (Polo di Lecco), and hispractice Atelier 2. The realization was entru-sted to some building firms based in Abruzzowith materials and products supplied by seve-ral Lombard companies. �
Committente: Fondazione
Comunità Mantovana
Coordinatore del progetto:
A regola d'Arte, Confindustria
Mantova, Ance Mantova,
Politecnico di MIlano
La forma a scocca realizzata
con il sistema modulare
Armadillo di Brianza Plastica,
conferisce già in sé
all'ambiente un senso di
guscio, di appartenenza.
Sotto la volumetria del guscio
si forma uno spazio interno
inconsueto e piacevole,
avvolgente e protettivo,
flessibile e funzionale e
ideale per soddisfare
differenti ipotesi abitative
The frame obtained with the
modular system Armadillo
by Brianza Plastica lends the
environment a feeling of shell
and belonging. Below the
volumetry of the shell there
is an unusual and pleasant
inner space, comfortable
and protective, flexible and
functional, perfect to meet
different living units
L'IDEA INIZIALE È DI LUIGI MASOTTO,PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DICOSTRUTTORI MANTOVANA “A REGOLA D'ARTE”,IL PROGETTO È STATO REALIZZATOGRATUITAMENTE DAL PROFESSOR MARCOIMPERADORI DEL POLITECNICO DI MILANO(POLO DI LECCO) E DAL SUO STUDIO ATELIER 2.LA REALIZZAZIONE È STATA OPERA DI AZIENDECOSTRUTTRICI ABRUZZESI CON MATERIALIE PRODOTTI FORNITI DA DIVERSE AZIENDELOMBARDE.
ASILO NIDO APETAU A COPPITOProgetto di Atelier2, Gallotti e Imperadori Associati
Il nuovo Auditorium, concepito come edificioprovvisorio, sarà articolato in tre volumi, tresemplici cubi accostati in maniera apparente-mente casuale. Il volume centrale, quello più grande che corri-sponde alla sala dell’Auditorium, è fermato inuna posizione leggermente obliqua che alludequasi ad una sua instabilità. In realtà la suainclinazione di 30° ha una precisa ragione poi-ché uno dei due lati inferiori corrisponde all’in-clinazione dei gradoni della platea interna,dimensionato in modo da poter ospitare 238spettatori e circa 40 orchestrali.La pianta si articola in una zona centrale pianae due zone contrapposte inclinate con anda-mento a gradoni. La zona centrale piana èoccupata dal podio dell’orchestra, gli altri duecubi, collegati con il primo attraverso passerel-le in ferro, vetro e legno, contengono rispetti-
vamente le attività di servizi al pubblico, i localidegli impianti tecnologici e le attività di servizioagli artisti.
TEMPORARY AUDITORIUM IN THE PARK
A “house for music” for L’Aquila in the park ofthe castle, close to the Fontana Luminosa, thegatewat to the very heart of the city, a building“made with trees” that will have the shape of acube placed on a corner, with a solution meantto optimize the acoustic and architectural con-ditions. �
Committente/Promotore:
Provincia Autonoma di Trento
Le forme pure delle scatole,
rivestite esternamente in
doghe di abete del Trentino,
si relazionano con la massa
compatta del Forte. Una scelta
strettamente legata alla
funzione acustica dell’edificio,
quella cioè di suonare come
fosse uno strumento musicale,
ma anche dettata dalle
condizioni del contesto:
le strutture lignee hanno,
infatti, elevatissime
caratteristiche antisismiche
The pure shape of boxes,
outside panelled in fir staves
coming from Trentino, relates
to the compact mass of the
Fortress. A choice strictly
connected with the acoustic
function of the building,
namely playing as if it were
a musical instrument, but
also imposed by the context:
actually, wooden structures
have very high aseismic
characteristics
UNA “CASA PER LA MUSICA” PER L’AQUILA NELPARCO DEL CASTELLO, VICINO ALLA FONTANALUMINOSA, PORTA D’ACCESSO AL CUORE ANTICODELLA CITTÀ. RENZO PIANO HA PENSATO AD UNEDIFICIO “FATTO DI ALBERI” CHE AVRÀ LA FORMADI UN CUBO POSTO SU UNO SPIGOLO, CON UNASOLUZIONE CHE PUNTA A OTTIMIZZARE LECONDIZIONI ACUSTICHE E ARCHITETTONICHE.
AUDITORIUMTEMPORANEONEL PARCOProgetto di Renzo Piano, RPBW
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contract special
L’opera, nella versione definitiva, si sviluppa inuna pianta dalla geometria quadrata con il latodi 25 m. All’interno un’ellisse disposta diago-nalmente ospita la sala principale da 230 posticon una copertura a piramide ribassata, men-tre all’esterno dell’ellisse sono disposti il foyer,il guardaroba e gli spazi di servizio. Tutt’attornoun colonnato ispirato a quello del Bernini a Ro-ma. Un progetto dall’iter piuttosto travagliato,segnato da numerosi impedimenti politico-am-ministrativi, ma in cui l’architetto giapponeseha voluto fin dall’inizio coinvolgere professori estudenti dell’Ateneo aquilano e di universitàstraniere (Harvard e Keio). A differenza di quan-to previsto nell’idea originale la struttura por-tante non è stata realizzata con materiali pove-ri come legno, carta, cartone e prodotti ricava-
ti con processi di recupero (tubi in cartone persorreggere la copertura e sacchetti di sabbiaper riempire la scaffalatura metallica che dise-gna la struttura della sala), ma si è optato perl’acciaio come la normativa italiana impone.Il concept originale è stato dunque snaturato incorso d’opera, non senza polemiche.
TEMPORARY AUDITORIUM AMIDCOLUMNS
Already a few weeks after the disastrous eventthat hit Abruzzo, the Japanese governmenthas entrusted Shigeru Ban with the task ofdesigning a temporary auditorium for L’Aquila,as a contribution to the post-earthquakereconstruction. �
Committente:
Governo giapponese
A differenza di quanto previsto
nell’idea originale
la struttura portante non è
stata realizzata con materiali
poveri come legno, carta,
cartone e prodotti ricavati
con processi di recupero
Unlike what was provided
for by the original idea,
the load-bearing structure
wasn’t carried out with poor
materials like wood, paper,
cardboard and recycled
products
GIÀ DOPO POCHE SETTIMANE DALL’EVENTOCALAMITOSO CHE HA INTERESSATO L’ABRUZZO,IL GOVERNO GIAPPONESE HA AFFIDATOA SHIGERU BAN L’INCARICO DI PROGETTAREUN AUDITORIUM TEMPORANEO DA REALIZZAREA L’AQUILA, COME CONTRIBUTO ALLARICOSTRUZIONE POST-SISMA.
AUDITORIUMTEMPORANEOTRA LECOLONNEProgetto di Shigeru Ban
I lavori di ricostruzione, che su esplicita richie-sta delle suore avrebbero dovuto riportare lacasa alla forma architettonica precedente alsisma, hanno previsto oltre al rifacimento ditutta la muratura esterna della struttura, quellodi alcuni tramezzi al piano terra e al primo pia-no, rispettando però la planimetria di quelleche erano le strutture murarie esistenti. Uno degli obiettivi era proprio che i bambiniriconoscessero i luoghi dove erano cresciuti,ritrovando così quella che era la loro casa pri-ma del disastroso evento.L’intervento di recupero ha dato l’occasione direndere maggiormente confortevole la casa fa-miglia: sono state apportate alcune modifichenella gestione degli spazi interni del secondopiano occupato dalla zona notte.
L’intero piano è stato ridisegnato: non più ununico stanzone dove far dormire tutti i bambi-ni, ma piacevoli e accoglienti stanze da 4 postiletto ciascuna dotata di bagno interno.
CASA FAMIGLIA DI SAN GREGORIO
The reconstruction of the group home and nur-sery school of San Gregorio (a small hamletclose to L’Aquila), inaugurated in October2010, is to be credited to ANIA, that haspromptly entrusted Progetto CMR with thereconstruction of the building, heavily dama-ged, to be delivered as soon as possible. �
Committente: ANIA Pur mantenendo l’immagine
originale, l’intera struttura è
stata resa più confortevole e
sottoposta agli adeguamenti
previsti dalle attuali
normative antisismiche e
antincendio
Although keeping the original
look, the whole structure was
made more comfortable, in
compliance with the current
aseismic and fire-prevention
regulations
LA RICOSTRUZIONE DELLA CASA FAMIGLIA ESCUOLA MATERNA DI SAN GREGORIO (PICCOLAFRAZIONE DEL COMUNE DI L’AQUILA),INAUGURATA NELL’OTTOBRE 2010, NASCE DALLAVOLONTÀ DELL’ANIA (ASSOCIAZIONE NAZIONALETRA LE IMPRESE ASSICURATRICI) CHE SI ÈPRONTAMENTE ATTIVATA INCARICANDO LOSTUDIO PROGETTO CMR A RESTITUIRE L'EDIFICIO,NEL MINOR TEMPO POSSIBILE.
CASA FAMIGLIASAN GREGORIOProgetto di Progetto CMR
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Il progetto si sviluppa attorno all’idea di un edi-ficio dalla volumetria semplice e fortementericonoscibile, che si rapporti dimensionalmen-te con il tessuto urbano esistente prima del ter-remoto. Lo spazio antistante l’edificio a nord èstato ridisegnato attorno a tre elementi identi-tari molto significativi: l’abbeveratoio, memoriadella tradizione, il muro di recinzione in sassirealizzato da una delle giovani vittime del terre-moto e il grande albero pre-esistente al sisma,visibile da ogni punto del paese, in particolarmodo dalle strade di Onna Nuova. Questi treelementi sono messi a sistema in un unicocorpo che ha la funzione di “porta” d’accessoal borgo e allo stesso tempo delimita lo spaziopedonale di pertinenza della nuova casa muni-cipale. Sul fronte ovest si conserva un giardinoche potrà essere sfruttato come spazio socia-le e si aprirà a sud verso gli spazi verdi dell’a-silo comunale.
CASA ONNA
The town hall in the small village having thesame name, in ruins after the violent earthqua-ke, is a Landmark for the whole town, a hingebetween the old built-up area and the newtemporary village. The building accommodatesa multi-purpose room, four rooms used formeetings, an Internet point as well as a largefoyer and utility rooms. �
Committente:
Ambasciata di Germania
Casa Onna è realizzata
con le più avanzate tecnologie
che, pur introducendo
metodologie costruttive
all’avanguardia, vogliono
dialogare con il linguaggio
architettonico tradizionale
del borgo storico
Casa Onna was carried out
according to the most
advanced technologies that,
although introducing state-of-
the-art building methods, suit
the traditional, architectural
features of the old hamlet
CASA ONNA, SEDE MUNICIPALE DEL PICCOLOPAESE OMONIMO DISTRUTTO DAL VIOLENTOSISMA, RAPPRESENTA UN PUNTO DIRIFERIMENTO PER LA CITTADINANZA, UNACERNIERA FRA L’ANTICO AGGLOMERATO URBANOE IL NUOVO VILLAGGIO TEMPORANEO.L’EDIFICIO OSPITA UNA SALA MULTIFUNZIONALE,QUATTRO LOCALI ADIBITI A SALE RIUNIONI,UN INTERNET POINT OLTRE AD UN AMPIO FOYERE LOCALI DI SERVIZIO.
CASA ONNAProgetto di Giovanna Mar
Design e prefabbricazione si sposano egregia-mente in questo intervento costituito principal-mente da moduli provvisori in legno e acciaio,interamente smontabili e riciclabili, nell’ottica diun uso futuro diverso. Il complesso si estende su un lotto di 4.900mq e include una chiesa da 224 posti, un con-vento, una mensa da 198 posti e gli alloggi perpoveri gestito da una Onlus. L’impianto tipologico pensato da Citterio è ca-ratterizzato dall’accorpamento di volumi e fun-zioni in un unico complesso ecclesiastico chegenera una corte dietro l’abside della chiesa.Una vera e propria abbazia moderna, con ilfronte della chiesa arretrato che permette cosìdi recuperare spazio per l’ampio sagrato pub-blico antistante.Il tutto è circondato da una quinta in legno alta2,5 metri che separa il complesso dal contestoperiferico in cui sorge.
SAN BERNARDINO CHURCH
Inaugurated in April 2010 and carried out in arecord time – about seventy days – accordingto the strictest aseismic and eco-sustainablestandards: the church can be disassembledand stands on the religious hamlet of SanBernardino, L’Aquila, and was one of the first“public” works to be opened to the town. �
Committente:
ANIA
Un progetto semplice ma
di grande effetto, che
racchiude un cuore high-tech
capace di garantire consumi
energetici da Classe A
ottenuti attraverso l’utilizzo
di una caldaia a
condensazione, infissi con
vetri basso-emissivi e
riscaldamento con pannelli
radianti a pavimento
A simple yet striking project
with a high-tech heart
to supply Class A energy
by means of a condensation
boiler, frames with
low-emissive panes and
floor-standing radiant heaters
Foto di Leo Torri
INAUGURATA NELL’APRILE 2010 E REALIZZATA IN TEMPI RECORD – POCO PIÙ DI SETTANTA GIORNI – SECONDO I PIÙ RIGIDI CRITERIANTISISMICI ED ECOSOSTENIBILI: LA CHIESASMONTABILE SORGE NEL BORGO RELIGIOSO DI SAN BERNARDINO A L’AQUILA ED È STATA UNA DELLE PRIME OPERE “PUBBLICHE” AD ESSERE APERTE ALLA CITTADINANZA.
CHIESA DI SAN BERNARDINOProgetto di Antonio CitterioPatricia Viel and Partners
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contract special
Lo spazio architettonico, realizzato grazie a unapparato tecnologico originale, ha integrato al-le funzioni liturgiche una ricerca degli elementisimbolici in considerazione anche dell'astrono-mia e della cultura religiosa rispetto al misterodella Resurrezione. I criteri adottati per la defi-nizione del volume architettonico sono anchefrutto di scelte fondamentali quali l’impatto ze-ro nell’uso di materiali e tecnologie adeguate.In particolare, i sistemi costruttivi e i materialiadottati realizzano uno spazio che esalta le pe-culiarità dell’ambiente circostante e gli elemen-ti naturali che lo caratterizzano. Un attento stu-dio è stato prestato anche ai percorsi interni edesterni del complesso, chiamati a restituire alvisitatore il senso di sacralità che anche unachiesa di emergenza deve saper dare.
CHIESA DELLA RESURREZIONE
A project meant as a memorial to the 308 vic-tims of the earthquake, to whom as manychairs were ideally dedicated. A modern struc-ture in tune with the surroundings, that makesuse of a translucent membrane in a most inno-vative fiberglass: a construction system inspi-red by emergency facilities. �
Le opere di fondazione
prevedono il recupero di parte
delle macerie del terremoto,
mentre la struttura portante
sarà realizzata in legno
lamellare rivestita dal
tessuto/membrana in triplo
strato che permette la
coibentazione e
contemporaneamente il
passaggio di luce naturale
filtrata
The foundation works provide
for the reuse of part of
the earthquake rubble, while
the load-bearing structure
will be carried out in
laminated wood covered
with the three-ply membrane/
fabric to allow insulation
and the filtering of daylight
at the same time
UN PROGETTO CHE NASCE IN RICORDO DELLE308 VITTIME DEL TERREMOTO E A CUI SONOSTATE IDEALMENTE DEDICATE ALTRETTANTESEDUTE. UNA STRUTTURA IN ARMONIA CONL’AMBIENTE, DAL LINGUAGGIO MODERNO, CHEUTILIZZA UNA MEMBRANA TRASLUCENTE INFIBERGLASS ASSOLUTAMENTE INNOVATIVO:UN SISTEMA COSTRUTTIVO ISPIRATO ALLEREALIZZAZIONI DI STRUTTURE DI EMERGENZA.
CHIESA DELLARESURREZIONEProgetto di Enzo Eusebi, Nothing Studio
La struttura, che dovrebbe avere una superfi-cie di 2800 mq e capacità di circa 500 posti asedere, si presenta all’esterno come una gran-de arca, mentre il disegno dell’interno è ispira-to al liuto, uno strumento musicale del quale lastruttura intende evocare la semplicità. Il nuovo teatro andrà ad aggiungersi a quellostorico della città, sarà un luogo di sperimenta-zione e ricerca sul modello del teatro-studio.Ma non solo, sarà una struttura supersosteni-bile, realizzata in legno lamellare, ma anchelegno utilizzato per i ponteggi delle barche. È inoltre previsto l’impiego di un impianto foto-voltaico e uno per l’energia geotermica; privodi riscaldamento, non solo per limitare i costi,ma anche per consentire più facili metodi co-struttivi.
NUOVO TEATRO STABILE D’ABRUZZO
Mario Cucinella and Carlo Guglielmi, chairmanof Cosmit, came up with the idea to carry out atheatre in the city after the earthquake duringthe 2009 Milan Furniture Exhibition. Once thestate of emergency was over, new places forsocial relations had to be carried out. Thedesign of the theatre shows a plain building, alarge scaffolding in unrefined wood that con-tains a cone-shaped hollow entirely immersedin a large park. �
Progetto pro bono per il
Comune de L’Aquila
L’impianto riprende l’idea del
teatro classico settecentesco
italiano, aggiornato in chiave
più democratica; la netta
separazione tra platea e
balconi lascia, infatti, spazio
ad un ritrovato senso della
comunità
The plan refers to the
concept of the classic Italian
eighteenth-century theatre,
updated to be more
democratic; so, the clear-cut
separation between stalls
and balconies gives room
to a recovered feeling of
community
L’IDEA DI REALIZZARE UN TEATRO NELLA CITTÀCOLPITA DAL SISMA FU LANCIATA DURANTE ILSALONE DEL MOBILE DI MILANO 2009 DA MARIOCUCINELLA E CARLO GUGLIELMI, PRESIDENTEDEL COSMIT. SUPERATA L’EMERGENZA,OCCORREVA INFATTI PENSARE A NUOVI LUOGHIDI SOCIALITÀ E AGGREGAZIONE PER LA CITTÀ. IL PROGETTO DEL TEATRO ESPRIME L’IDEA DI UN EDIFICIO SEMPLICE, UN GRANDE PONTEGGIOGREZZO DI LEGNO CHE CONTIENE UN INVASOCONICO COMPLETAMENTE IMMERSO IN UNGRANDE PARCO.
NUOVO TEATROSTABILED’ABRUZZOProgetto di Mario Cucinella, MCA
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contract special
Al Centro è un progetto pensato per risveglia-re il centro storico dell’Aquila, abbandonato dadue anni. Prevede la riconversione di un edifi-cio preesistente (ex Standa) in corso FedericoII, danneggiato solo in modo superficiale; è uninsieme di attività commerciali, di business, diricezione e intrattenimento combinate in un’u-nico edificio e sotto un’unica gestione e ununico marchio: comprende negozi, uffici, unabanca, mediastore, libreria, concept store, pa-lestra, caffeteria, ristorante e voglia di vivere.Al Centro propone formule innovative, nuovistili di vita, nuove organizzazioni commerciali,nuovi abbinamenti merceologici, nuovi com-portamenti al lavoro.
AL CENTRO, A BUILDING,A CONCEPT
The time has come to demand to be back tonormality, even to relaunch ambition and bringto L’Aquila something that it never had and isstill missing in many Italian cities, somethingthat concerns a new way of living, of seeingthings and enjoying the benefits of our civiliza-tion.This challenge underlies the project wanted byAntonio Napoleone, CEO of Europa Risorse,together with Marco Pestalozza, LeopoldoFreyrie and Michele De Lucchi. An innovativeconcept looking for backers. �
Il piano terra, organizzato
attorno all’ingresso dei portici,
è costituito da una grande
lounge che contribuisce a
rendere Al Centro un luogo di
incontro. Un ampio pozzo di
luce connette visivamente i
quattro piani commerciali
unificandoli in un unico grande
ambiente vivo, moderno,
cablato, internazionale
The ground floor, organized
round the entrance to the
portico, consists of a large
lounge to help Al Centro to be
a meeting place. A wide well
of light connects the four
commercial floors into one
large, modern, wired,
animated and international
environment
È IL MOMENTO DI PRETENDERE NORMALITÀ,ADDIRITTURA DI RILANCIARE L’AMBIZIONEE DI PORTARE A L’AQUILA QUELLO CHE NON C’ÈMAI STATO E CHE MANCA IN MOLTE CITTÀITALIANE, QUALCOSA CHE RIGUARDA LA NUOVAMANIERA DI VIVERE, LA NUOVA MANIERA DIVEDERE LE COSE E DI GODERE DEI BENEFICIDELLA NOSTRA CIVILTÀ. QUESTA SFIDA È ALLABASE DEL PROGETTO NATO DALLA VOLONTÀ DIANTONIO NAPOLEONE, CEO DI EUROPA RISORSE,INSIEME A MARCO PESTALOZZA, LEOPOLDOFREYRIE E MICHELE DE LUCCHI. UN CONCETTOINNOVATIVO IN CERCA DI FINANZIATORI.
AL CENTRO, UN EDIFICIO,UN CONCETTO Progetto di F&P e aMDL
“La Casa dei Professionisti” di Italo Rota per Europa Risorse
Rientrato in Italia nel 2000 dopo aver lavoratoall’estero per molti anni, Antonio Napoleone hasviluppato con Europa Risorse alcuni tra i piùsignificativi interventi, non solo a Milano (piazza-le Maciachini, viale Bodio e piazza Mondadori),ma anche a Perugia dove ha attuato insieme aBNL Paribas la trasformazione dell’ex OspedaleMonteluce in un nuovo complesso, attualmentein fase di costruzione, formato da alberghi, casadello studente, parcheggi, clinica, residenze. US: Il suo impegno per L’Aquila si è giàmanifestato nella situazione di emergenza,ci sintetizza l’iter di questo progetto?A.N.: «Sono abruzzese, a L’Aquila mi sonosposato e lì sono nate le mie figlie. Il terremotoha colpito molti membri della mia famiglia. Do-po questa catastrofe, ho pensato di mettere adisposizione della città la mia esperienza dideveloper. Purtroppo sono stati sollevati dubbi,legittimi se si considera la situazione di incer-tezza e di sfiducia che ha accompagnato moltitra gli interventi di urgenza. Con Europa Risor-se SGR abbiamo realizzato il Fondo AQ, tral’altro premiato nel 2009 come il miglior pro-getto di finanza solidale da parte della comuni-tà italiana del real estate. Sotto il severo con-trollo di Consob e Bankitalia, e su invito del sin-daco, delle banche locali, della protezione civi-le e dei cittadini, il Fondo AQ ha acquistato piùdi 300 appartamenti (con l’obiettivo di arrivarea 500) in corso di costruzione o sfitti al mo-mento del sisma, che sono stati ristrutturati eassegnati in affitto dalla Protezione Civile agliabitanti. La prima parte di questa operazione èstata avviata con successo, ma si fatica ora atrovare i 10 milioni finali di finanziamento ne-cessari per concludere l’ultima fase dell’opera-zione; quindi parteciperò alla gara per avere fi-nanziamenti da Inail che, insieme ad altri entiprevidenziali e con il consenso dei Ministeri dicompetenza, ha l’obbligo di investire per laricostruzione de L’Aquila».US: Oltre a questi interventi sul residenzia-le, sulla base dell’esperienza già concretiz-zata con successo a Perugia, ci sono peròaltre proposte che interessano nell’ambitodel terziario, di che cosa si tratta?A.N.: «Dopo il fondo AQ vorrei creare altri fondiper realizzare altri interventi per ridare vita allacittà. La nostra esperienza di developer ci hapermesso di indentificare delle possibili aree disviluppo; ci hanno detto che sono ottimi pro-getti, ma è difficile trovare il denaro necessarioperchè al momento l’Aquila dà qualche preoc-cupazione agli investitori. La nostra proposta simuove su due ipotesi. La prima strada, la piùsemplice da attuare, prevede l’acquisto di pa-lazzi privati ubicati sugli assi più agibili dellacittà, in centro storico da trasformare l’uno inCasa dei Professionisti, su progetto di ItaloRota e l’altro in centro polifunzionale, su pro-getto di F&P e Michele De Lucchi (vedi paginaa fianco). La seconda strada, sul modello del-l’esperienza positiva di Perugia, prevede inve-
ce il recupero e la trasformazione di due areedismesse e de-qualificate che certamente sa-rebbero già state il naturale ampliamento dellacittà se negli ultimi anni L’Aquila non avessevissuto un periodo di crisi: l’area dell’ex ospe-dale psichiatrico di Collemaggio e quella del-l’ex ospedale di San Salvatore. Il progetto perqueste nuove parti della città prevede piazze,ristoranti, alberghi, uffici, residenze e dotazionidi alta tecnologia, ma l’attuazione è una sceltastrategica che spetta alla Città e alla Regione erichiede il coraggio di liberarsi dal provinciali-smo e dalle piccole gelosie locali. Ci sono 18miliardi di lavori da fare e c’è posto per tutti,soprattutto per le imprese locali. L’Aquila deverinascere più bella di prima, con progetti dibuona architettura, altissima tecnologia e ri-spetto per l’ambiente. È necessario trasforma-re un evento drammatico in un’occasione uni-ca per creare una citta contemporanea di altaqualità. Questo è il mio sogno».
FROM EMERGENCY TO NORMALITYProjects for L’Aquila by AntonioNapoleone, CEO Europa Risorse
«My land was hit, I felt I had to do some-thing» states Antonio Napoleone, CEO Eu-ropa Risorse, who sums up the procedure ofthe ethical found AQ meant to place at thedisposal of residents made homeless by theearthquake 500 flats (so far more than 300have already been bought) and, after hono-ring the commitment to face up the state ofemergency, announces the new projects forthe service and business sector, entrusted tothe big names of architecture – F&P, MicheleDe Lucchi, Italo Rota – aimed at changingthe tragedy into an opportunity to give a bet-ter and more modern look to L’Aquila.
Back to Italy in the year 2000 after workingabroad for many years, Antonio Napoleone hasdeveloped with Europa Risorse some of themost meaningful projects, not only in Milan butalso in Perugia, where he has carried out toge-ther with BNL Paribas the conversion of the for-mer Ospedale Monteluce into a new complexformed by hotels, student’s residence, parkinglots, hospital department, flats. Despite thefinancing difficulties, the reutilization of two dis-mantled and downgraded areas in L’Aquila willfollow this model: the former Collemaggio men-tal hospital and the former San Salvatore hospi-tal, along with the conversion of private buildingclose to the old town centre. «L’Aquila must return to life, more beautiful thanbefore, through projects of good architecture,cutting-edge technology and environmentalprotection. It’s necessary to change a drama-tic event into a unique opportunity to create atop-quality contemporary city. That’s mydream». �
«LA MIA TERRA È STATA COLPITA, HO SENTITOCHE DOVEVO FARE QUALCOSA» PREMETTEANTONIO NAPOLEONE, CEO DI EUROPA RISORSE,CHE CI SINTETIZZA L’ITER DEL FONDO ETICO AQDESTINATO A METTERE A DISPOSIZIONE DEICITTADINI TERREMOTATI 500 APPARTAMENTI (AD OGGI NE SONO GIÀ STATI ACQUISTATI PIÙ DI 300) E, DOPO L’IMPEGNO PER AFFRONTAREL’EMERGENZA, CI ANTICIPA I NUOVI PROGETTI DI SVILUPPO TERZIARIO E COMMERCIALEAFFIDATI A GRANDI NOMI DELL’ARCHITETTURA –F&P, MICHELE DE LUCCHI, ITALO ROTA –FINALIZZATI A TRASFORMARE LA TRAGEDIA INUN’OPPORTUNITÀ PER DARE UN NUOVO VOLTOPIÙ BELLO E PIÙ MODERNO A L’AQUILA.
DALLAEMERGENZAALLANORMALITÀProgetti per L’Aquila di AntonioNapoleone, CEO Europa Risorse
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intervista a cura di Renata Sias
Nella foto: Struttura
al neon di Lucio Fontana,
realizzata nel 1951 per
la IX Triennale di Milano,
ora esposta nella
affascinante Sala Fontana,
uno dei fiori all’occhiello
del nuovo Museo del 900,
inaugurato a Milano
lo scorso dicembre,
che raccoglie le più
importanti collezioni
e opere del secolo scorso
In the picture: Neon
structure by Lucio Fontana,
carried out in 1951 for the
9th Triennale di Milano,
now displayed in the new
“Museo del 900” in Milan
dossierCONTRACTus
LUCE, COLORE, SPAZIO, POESIAUn percorso costituito da diversi contributi che affrontano il tema dell’illumina-zione, anche di quella cosiddetta “tecnica”, in un’ottica di qualità dell’habitatche vada oltre i parametri normativi ed esplori gli aspetti emotivi e percettivi.«La luce è, a mio avviso, l’alimento basilare dell’architettura. – diceva Le Corbusier –Io compongo con la luce». Ma «lavorare con la luce – ci ricorda Mario Nanni – non èsolo applicare matematica e fisica, bensì dosare amore, percezione, passione e spe-rimentazione». Luce come poesia, luce come arte. Anche negli ambienti dove vivia-mo e lavoriamo tutti i giorni.
Light, colour, space, poetryA path formed by several contributions, that tackle the lighting subject, eventhe so-called “technical” one, from the environment point of view, yet beyondthe regulatory benchmarks, to bring out the emotional and perceptive aspects.«In my opinion, light is the basic component of architecture – Le Corbusier used tosay – I use light to compose». But «working with light – Mario Nanni reminds us –doesn’t mean to apply math and physics only, but to dose love, perception, passionand experimentation». Light as poetry, light as art. Also in the environments wherewe live every day.
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www.spaziofgm.com
Muoversi nello spazio è innanzitutto provare o subire emozioni: questoracconta il percorso costruito nello spazio espositivo di via Bergognone.Come ci insegna Nanni “tutte le volte che si affronta un progetto biso-gna farlo con grande modestia e sensibilità, con la consapevolezza chelavorare con la luce non è solo applicare matematica e fisica, ma èanche dosare amore, percezione, passione e sperimentazione”.Progettista, fondatore di Viabizzuno e poeta della luce, Mario Nanni ciracconta così l’architettura, attraverso la sua esperienza del visibile edel sensibile, inquadrando il progetto, raccontandocene la storia, facen-docelo vedere attraverso la luce.Regola 1 - Presenza e assenzaPresenza di Luce e assenza di corpo illuminante: magia, stupore edemozione della luce senza l’evidenza della forma da cui nasce. La pre-senza-assenza della luce è un viaggio spazio temporale che rompe iconfini della materia. Da una sorgente nascosta far risplendere i corpisu cui la luce si appoggia.Regola 2 - Luce solo dove serveChimica della luce: ci vuole la dose giusta e calibrata perché nasca l’al-chimia. In un ambiente non servono tante luci. Ne basta una. Capacedi far cogliere le emozioni, gli sguardi, l’attenzione. Luce, una e unasola. Dove serve.Regola 3 - Lo spessore della luceHa spessore ciò che ha volume, ha volume ciò che genera ombra.L’ombra nasce dalla luce e la luce genera volumi definendone gli spazi.La luce che aiuta a scoprire e leggere l’architettura stessa. La luce èmateria e come tale va trattata.
LA CUPOLA GUELL DEL GAUDI CENTER REUS,LA LUCE DELLA MUSICA PER IL TEATRO ALLASCALA, IL TERMOMETRO DI LUCE PER PIAZZAZABALBURU DI BILBAO, SONO ALCUNE DELLEOTTO “FINESTRE” CHE, NELLA MOSTRAMONOGRAFICA ORGANIZZATA PRESSO LOSPAZIO FGM PER L’ARCHITETTURA DI MILANO,INCORNICIANO E DEFINISCONO LE OTTOREGOLE: LUCE MATERIALE DA COSTRUZIONE,LUCE SOLO DOVE SERVE, LO SPESSORE DELLALUCE, LA LUCE GENERA IL COLORE, ELOGIODELL’OMBRA, LUCE IN MOVIMENTO, PRESENZAE ASSENZA, L’EMOZIONE DEL NULLA.
LE OTTOREGOLE DILUCE La poesia di Mario Nanni inmostra allo Spazio FGM di Milano
contract dossier lighting
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Regola 4 - Luce materiale da costruzioneUn progetto non è solo materia ma anche luce.L’architettura è progettazione di luce. Troppospesso la luce è un post intervento: correggeenfatizza e nasconde ciò che ha già preso unasua forma. Ma la luce, quella che non si vedema si sente è un tutt’uno con la materia che siappoggia. È quindi necessario costruire con laluce.Regola 5 - Elogio dell’ombraLa forza della luce coincide con l’approssimar-si al suo spegnersi. Su questo confine tra lumi-nosità e oscurità prende forma l’architettura. Siragiona per positivo e negativo: l’ombra è ilvuoto e il pieno della luce. Quando si produceluce, non bisogna progettare tanto la luce in séquanto l’ombra che gli oggetti colpiti da essaemettono.Regola 6 - Luce in movimentoLa luce segue il ritmo che va dall’alba al tra-monto cogliendo aspetti architettonici, simbo-lici, narrativi e descrittivi legati alla città e ai suoiprotagonisti. Muovendosi la luce diventa racconto e poesiacome nel caso dell’illuminazione della facciatadel Teatro alla Scala di Milano: grazie alla LIV
(Lampadina a immagini variabili) la luce è ingrado di modularsi e di trasformare le superficisu cui si appoggia modificando i confini e leprofondità della facciata stessa.Regola 7 - La luce genera coloreNessun oggetto emana un colore uguale a sestesso durante tutto l’arco della giornata. L’o-scurita fa scomparire i colori perché il colore èluce. È la luce che dà ad ogni oggetto il suocolore, per questo il colore diventa strumentodi progettazione.Regola 8 - L’emozione del nullaL’emozione del nulla è l’incanto di poter vivereuna situazione piacevole per mezzo della luceche avvolge uno spazio, senza che essa simanifesti apertamente, vivere emozioni attra-verso quello che vedo. Rendere più pregne di significato le cose.Creare una magia invisibile. Come nel casodell’illuminazione della scultura dell’Ermafrodi-to dormiente non occorre creare una luce sa-gomata che avvolge omogeneamente nellasua totalità l’opera; si tratta di dare un valorealla sua inquadratura, appoggiare lo sguardodella luce dove si appoggia lo sguardo dellospettatore. �
THE EIGHT RULES OF LIGHT
Mario Nanni’s poetry on show at Spazio FGM in Milan
Thirtyfive years of observation, listening,experience, fondness for studying and theknowledge of the light matter summed upby Mario Nanni in his rules, each one repre-sented through one of his poetic projects.
Rule 1 - Presence absence Rule 2 - Light where it is of use only Rule 3 - The depth of lightRule 4 - Material light to build Rule 5 - Praise of shadeRule 6 - Light in motionRule 7 - Light produces colourRule 8 - Emotion created from nothing �
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a cura diDavide Cattaneo LUCE CATTURATA, LUCE DISEGNATA
Innovative soluzioni di illuminazione tecnica
contract dossier lighting
A fluent shape that marks
the system and accommodates
the innovative technology
of microprism optics in its
absolute linearity: it almost
seems to efface itself in the
environment, in a design tale,
which is pure essence
4. Foscarini
Troag
Design Luca Nichetto
www.foscarini.com
Un segno leggero e lineare
che trasmette un senso di
naturale familiarità; realizzata
in legno multistrato, curvato a
caldo e lavorato sui bordi con
una particolare fresatura che
crea un profilo inclinato e
dinamico, enfatizzato dalle
venature del legno
A light and linear sign
conveying a feeling of natural
familiarity; carried out in
multiplayer wood, warm-bent
and with a special milling on
the edges to create an inclined
and dynamic profile,
emphasized by the wood grains
5. Osram
Sistemi MULTIeco
www.osram.it
Attraverso un algoritmo
di controllo dedicato,
la centralina (in abbinamento
a sensori di luminosità
e presenza) garantisce
il mantenimento del livello
luminoso impostato,
ottimizzando il contributo
della luce diurna per
diminuire l’utilizzo della luce
artificiale e quindi dell’energia
consumata.
Through a dedicated
algorithms, the control unit
(combined with luminousity
and presence sensors) handles
a constant preset level of light,
thus optimizing the
contribution of daylight to
reduce the use of artificial
light, hence of the energy used
1. FDV Group
Isis
Design Alessandro Piva
www.fdvgroup.com
Nuova lampada sintetizzata
da due soli elementi in
metallo, struttura e diffusore.
Un design accurato consente
l'inserimento delle fonti
luminose in uno spazio molto
contenuto. L'effetto luminoso
sulla parete, disegnato,
controllato e intenso
New lamps formed by just
two metal elements, structure
and diffuser. A precise design
allows the insertion of light
sources in a very narrow
space. The luminous effect
of the wall is designed,
controlled and vivid
2. Fontana Arte
Invisibile
Design Maurizio Quargnale
www.fontanaarte.it
Sistema da parete e da
plafone con emissione di luce
diretta o indiretta in base
alla tipologia di messa in
opera. Modularità e facilità
di installazione consentono
la completa scomparsa del
prodotto nella parete/soffitto
Wall and ceiling system
giving out direct or indirect
light according to the kind
of model chosen. Thanks
to its modularity and easy
installation the product is
totally retractable into the
wall/ceiling
3. IGuzzini
Lens
Design Massimo Iosa Ghini
www.iguzzini.com
Una forma fluida che
caratterizza il sistema e che
accoglie nella sua assoluta
linearità la tecnologia
innovativa delle ottiche
microprismate: sembra quasi
annullarsi nell’ambiente,
in un racconto di design che
è pura essenza
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11. Waldmann
Sira
Design Weinberg & Ruf
www.waldmannlighting.com
Per la prima volta, Sira
utilizza la sorgente High-
Power LED di ultimissima
generazione, impiegata sia
come luce diretta che per
l‘illuminazione generale;
perciò è possibile ottenere
luce a LED indiretta
armoniosa e di tonalità calda
e luce a LED diretta
regolabile e stimolante anche
grazie alle ottiche speciali
per l‘illuminazione a fascio
ampio e non abbagliante
sul piano
For the very first time,
Sira makes use of a last-
generation High-Power LED
source for both direct and
general lighting; therefore
it’s possible to obtain a
harmonious and warm
indirect LED light and
adjustable and a stimulating
direct LED light also through
special optics for a wide-
beam, anti-glare lighting on
the top
CAPTURED LIGHT, DESIGNED LIGHT Innovative solutions of technic lighting
6. Philips
Luminable
www.philips.it
Piastre di illuminazione OLED
fino a 50 cm2 di superficie, in
un'ampia varietà di colori e
formati. Garantiscono una
produzione omogenea di luce,
un aspetto inusitato, bassa
emissione di calore, spessore
estremamente sottile ed
elevata controllabilità
Lighting plates OLED up to
50 cm2 large, in a wide range
of colours and sizes. They
provide for a homogeneous
production of light, an
uncommon look, low heat
emission, an extremely low
thickness and high
controllability
7. Siteco
Quadrature® 2
Design Phoenix Design
www.sitecoitalia.it
L’innovativa tecnologia
Eldacon®, grazie alle strutture
microprismatiche ad alta
precisione inserite nell’ottica
dell’apparecchio, consente
di dirigere la luce con grande
uniformità su tutte le
superfici e rende la serie
particolarmente adatta per
situazioni dove si richiedono
assenza di abbagliamento
e flessibilità
The innovative technology
Eldacon®, through the
high-precision, microprism
structures inserted in the optics
of the fitting, allows to direct
the light on all surfaces
uniformously and to make the
range suitable for situations
that require no dazzling
and flexibility
8. Targetti
Zed
www.targetti.it
Apparecchio per lampade
fluorescenti, uno dei più
efficaci esempi della Designed
Functionality. Realizzato con
unico elemento di alluminio
estruso, il profilo è reso
estremamente leggero da un
sottile taglio che corre lungo
tutto il suo profilo
A fitting for fluorescent
lamps, one of the most
effective examples of
Designed Functionality.
Carried out all in one in
extruded aluminium, the
profile is very light thanks to
a thin cut running all along
9. Velux
Tunnel solare
Design Ross Lovegrove
www.velux.it
Prende ispirazione dalla
natura e dalle sue forme
organiche, il nuovo diffusore
a goccia per il tunnel solare
che convoglia i raggi solari
dal tetto e li restituisce come
luce all’interno degli
ambienti. È composto da un
captatore esterno e da tubi
telescopici realizzati in lega
Miro-Silver®
It draws inspiration from
nature and its organic shapes.
It’s the new drop-like diffuser
for the solar tunnel that
conveys the sunbeams from
the roof to light up the
interiors. It consists of an
external collector and
telescopic tubes carried out
in a Miro-Silver® alloy
10. Zumtobel
Opura
design Peter Andres & ON
Industriedesign
www.zumtobel.it
Design elegante e
illuminotecnica
modernissima: nella sua
categoria, il primo
apparecchio con comandi
separati di luce diretta e
indiretta. Come se fosse fatta
di un unico blocco, presenta
una testata senza fughe
e apparentemente senza
cambi di materiale
Smart design and advanced
lighting engineering; the first
appliance in its category
featuring separate controls
for direct and indirect light
and a head without
connections and apparently
without changes of material
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a cura di Davide Cattaneo
us: Quali sono le linee guida per una corretta progettazione dell’illu-minazione all’interno di ambienti di lavoro e di uffici in particolare?Donatella Ravizza: «I fattori da considerare sono molteplici e spessoimprescindibili gli uni dagli altri. Il progetto d’illuminazione non deve maipartire dalla scelta degli apparecchi illuminanti, come invece spes-so avviene, ma deve essere il risultato di analisi e indagini attente, al finedi assicurare una distribuzione della luce adatta, all’uso desiderato, perquantità e qualità. Bisogna considerare sia l’aspetto più strettamenteilluminotecnico (livelli di illuminamento, direzione della luce, luminan-ze...), sia quello più legato alla percezione ambientale dello spazio(atmosfera luminosa, resa dei colori, contrasti...). La luce negli ufficideve per prima cosa essere adeguata alle diverse prestazione visiverichieste. Per il comfort visivo non solo bisogna assicurare la giustaquantità di luce sul piano di lavoro, ma bisogna anche mantenere uncerto equilibrio di illuminamenti in tutta l’area visibile. Il contenimentoenergetico, che è un requisito fondamentale per un moderno impiantodi illuminazione, non deve volere dire diminuzione dei livelli di illumina-mento o dei punti luce, ma evitare inutili sprechi, optando per sorgen-ti luminose ad alta efficienza e apparecchi a elevato rendimento.L’ integrazione tra luce naturale e luce artificiale è poi di grande van-taggio. Bisogna però considerare che la luce solare genera forti illumi-namenti e improvvisi cambiamenti di intensità; è quindi necessarioavere sistemi di controllo in grado di convogliare l’eccesso di luce eutilizzarlo correttamente».
us: Come le nuove sorgenti possono modificare la progettazionedi questi spazi? Quali delle loro caratteristiche (efficienza energe-tica, intensità luminosa, flessibilità, durata…) possono influenzareil modo di progettare e quali pensa possano essere le idee del fu-turo in questo senso?D.R.: «L’evoluzione tecnologica continua porta a lampade sempre più
IL LIGHTING DESIGN DEVE NECESSARIAMENTEAFFRONTARE IN MODO SISTEMICO TEMATICHEE SITUAZIONI ESTREMAMENTE ARTICOLATE;LE PROBLEMATICHE POSSONO ULTERIORMENTEAUMENTARE SE IL PROGETTOILLUMINOTECNICO RIGUARDA L’AMBIENTE DILAVORO. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE,ESIGENZE DIFFERENTI DEI FRUITORI FINALI,RAPPORTO CON LA LUCE NATURALE, MODALITÀE TEMPISTICHE DI UTILIZZO DEGLI SPAZI,NORMATIVE, RISPARMIO ENERGETICO... COMESI POSSONO COORDINARE E INTEGRARE TUTTIQUESTI ASPETTI ? LO CHIEDIAMO A DONATELLARAVIZZA CHE SU QUESTO TEMA SVOLGEATTIVITÀ DIDATTICA E RICERCA,PROGETTAZIONE E CONSULENZA
LA LUCE DEL FUTURO?PROGETTATANELL’EFFETTOLUMINOSOIntervista con Donatella Ravizza
contract dossier lighting
1. In primo piano due Toio di
Achille Castiglioni, un pezzo
storico del design
In the foreground two Toyo
models by Achille Castiglioni,
a renowned piece of design
Donatella Ravizza
Laureata nel 1990 in
Architettura presso il
Politecnico, ha lavorato per
AEM, Comune di Milano,
Sovrintendenza dei Monumenti
e dei Beni Architettonici,
Spazio: Ricerca & Design,
Atelier Rogora, Osram.
Dal 2003 segue, all’interno
dei corsi di Bioarchitettura
dell’Anab, cicli di lezioni sulle
tecniche e i metodi per il
controllo dell’illuminazione
naturale e artificiale in
architettura in vari atenei
d’Italia. Dal 1996 al 2002 è stata
docente del corso Lighting
Design per l'Istituto Europeo
di Design di Milano.
Dal 1992 al 1997 è stata
componente dell'Unità
Operativa del CNR (Centro
Nazionale Ricerche) per il
Progetto Finalizzato Edilizia
"Illuminazione del terziario"
e per il Progetto Finalizzato
Beni culturali "Illuminazione
degli ambienti museali
e degli spazi espositivi".
È autrice di molte pubblicazioni
su riviste del settore e di libri;
fra questi: “Architetture in luce"
e "Progettare con la luce",
entrambi Franco Angeli Editore.
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efficienti e miniaturizzate, basti pensare allefluorescenti lineari da 16 e 7 mm di diametro,alle compatte, ai LED, che aldilà del loro utiliz-zo, fin troppo celebrato, come luce colorata,stanno rivoluzionando davvero il settore... Pochi millimetri garantiscono un elevato rendi-mento energetico e una maggiore possibilità dicontrollo del flusso luminoso: infatti, più unalampada è piccola più si avvicina all’opti-mum teorico di una fonte luminosa punti-forme; diventa quindi facile controllare la sualuce attraverso il riflettore per produrre coniluminosi stretti ed esattamente definiti, sen-za dispersioni inutili. La miniaturizzazione com-porta poi una riduzione degli apparecchi e deirelativi ingombri complessivi. Anche dal puntodi vista del design dell’apparecchio questocomporta una vera e propria rivoluzione su piùpiani. La loro durata elevatissima (50 milaore) è quasi paragonabile a quella degli appa-recchi stessi. Se devo pensare alla luce delfuturo la penso sempre più integrata nell’ar-chitettura, sempre più progettata nell’effet-to luminoso... Scompaiono gli apparecchi, re-sta la luce emessa e la superficie illuminata».us: Come si è adeguata la progettazione il-luminotecnica, e conseguentemente i siste-mi d’illuminazione, al proliferare dei nuovischemi organizzativi dell’ambiente ufficio?D.R.: «Oggi la tendenza è evitare il grigia-mente uniforme e anzi creare difformità. Lenuove forme organizzative e collaborativeimpongono una composizione elastica dell’uf-ficio e del sistema d’illuminazione. Se fino a poco tempo fa, la giornata lavorativasi svolgeva prevalentemente chini sulla propriascrivania, oggi il lavoro è più articolato; èquindi difficile ricorrere a sistemi di luce direzio-nata fissa, la direzione dello sguardo non è piùprevedibile. Inoltre i moderni sistemi di arreda-mento, le attuali tecnologie (computer portatili,note book, notepads, telefonia sofisticata...) la-sciano estrema libertà, diremmo quasi “impre-vedibilità”, al posizionamento dei posti dilavoro.
Per soddisfare queste esigenze di flessibilità, siricorre a strutture luminose flessibili, capacidi adattarsi alle effettive esigenze e richieste deldestinatario finale».us: Ci può sintetizzare concretamente unvostro recente progetto, indicando linee gui-da, soluzioni adottate, sistemi impiegati? D.R.: «Mi viene in mente un intervento moltoleggero fatto in una società di piccole dimen-sioni. La richiesta era di “svecchiare” e dareun’aria più competitiva e contemporaneaallo studio, l’attività lavorativa non potevaessere interrotta e l’intervento doveva essereil meno invasivo possibile. Mi sono quindi limi-tata all’impianto di illuminazione e al progettocromatico più qualche consiglio per arredi eopere pittoriche. Il lungo triste corridoio, illumi-nato in modo uniforme e appiattente da uncerto numero di plafoniere polverose, è diven-tato lo spazio più vitale e vissuto, punto diincontro per eccellenza. Una serie di apparecchi incassati a 20 cmdal pavimento segna il percorso a terra, gra-zie a sorgenti a led da pochi W. Per dare unaluce mirata sulle pareti, ho utilizzato degli ap-parecchi a incasso, con ottiche wall-washere schermi coordinati per indirizzare oppor-tunamente il flusso luminoso. L’uniforme illu-minazione della superficie verticale, ha conferi-to un’impressione spaziale chiara e piacevole,utile per sfondare visivamente lo spazio angu-sto. Nella reception all’illuminazione indiretta ho ag-giunto qualche apparecchio a luce direttaconcentrata per porre in rilievo il logo dellasocietà e qualche oggetto degno di nota.L’attività dello studio è continuata senza grossidisagi. Il risultato finale è stato sorprendente,tutto è diventato più luminoso e dinamico, idipendenti soddisfattissimi e l’amministratoreincredulo del risultato raggiunto. La cosa che ha sorpreso di più è stata comegrazie all’uso di luce e colori sia stato pos-sibile cambiare totalmente la percezione del-lo spazio. �
La versione integrale, più approfondita, di questa intervista è pubblicata in www.living24.it
2. La linea di luce (sistema
Nothing di Artemide),
alimentata a LED RGB, è
incassata nella superficie di
pavimento e parete, senza
soluzione di continuità
The line of light (System
Nothing by Artemide, LED RGB
powered, is built-in to the floor
and wall surface, without a
break
3. Sala riunione illuminata
dal sistema a sospensione
Onebyone di Belux
A meeting room lit up by the
sustension system Onebyone
by Belux
4. Incassi a parete
sottolineano la particolare
bordatura in ciotoli
Wall-embedded to stress the
special cobbly border 2
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di Gianni Forcolini
La luce è presente in ogni tipo di spazio costruito. La luce naturale ècontrollata dall'organismo architettonico, in particolare dagli ele-menti costruttivi (finestre, facciate, lucernari, aperture di diverso genere)che connettono lo spazio interno con quello esterno. Ma in sua assen-za occorre prevedere l'illuminazione artificiale, cioè prodotta con lampa-de e apparecchi. La luce diventa così un “materiale” di progetto, inquanto energia radiante generata da energia elettrica che pone lecondizioni per la piena abitabilità dello spazio costruito.Per ottenere tale risultato è necessario, dunque, progettare l’illuminazio-ne. In altre parole bisogna sviluppare uno specifico lavoro che consen-ta di prefigurare le soluzioni impiantistiche migliori, caso per caso,ambiente per ambiente. In questo senso si parla di lighting design.Ambito settoriale ma integrato nel progetto di architettura.
Un metodo per progettare l’illuminazioneVolendo indicare una procedura, o metodo, per coniugare il lato crea-tivo e inventivo della progettazione con quello tecnico ed esecuti-vo, crediamo che sia utile proporre una logica del progetto compostada varie fasi di lavoro.Si può dire che l’illuminazione sia quel modo di apparire dello spaziocostruito che ne permette la fruibilità visiva. In prima istanza, dunque, ènecessario svilupparne un’analisi, ossia ricavarne un rilievo, da inten-dere come fedele registrazione di una situazione di fatto. È importanteche nel rilievo siano compresi tutti i vincoli, limiti e condizionamenti, diqualsiasi natura essi siano, che influenzeranno in vari modi le soluzioniproposte. Si può iniziare dal classico rilievo dimensionale con la ste-
LA LUCE ARTIFICIALE È DA CONSIDERAREUN VERO E PROPRIO MATERIALE DI PROGETTO,OVVERO UNO STRUMENTO AL SERVIZIODELLA CREATIVITÀ PROGETTUALE PER DAREALLO SPAZIO COSTRUITO NON SOLOLA PIENA FUNZIONALITÀ, MA ANCHE QUALITÀESTETICHE E VALENZE COMUNICATIVE.IN QUESTO ARTICOLO SINTETIZZIAMO GLI STEPPRINCIPALI DEL LIGHTING DESIGN:UN PERCORSO CHE INIZIA DAGLI ASPETTI PIÙTECNICI E FUNZIONALI PER CONCLUDERSICON UNA FASE CREATIVA.
LIGHTINGDESIGN PER LA QUALITÀDELL’HABITAT Un metodo per progettarel’illuminazione
contract dossier lighting
Gianni Forcolini
Laureato in Architettura presso
il Politecnico di Milano, è
Consigliere AIDI (Associazione
Italiana di Illuminazione)
dal 1998 e Membro
dell’Osservatorio Permanente
del Design ADI dal 2001.
Nel 1983 fonda lo “Studio
Forcolini light & lighting” in cui
si occupa di progettazione
di impianti e di apparecchi
di illuminazione.
È autore di libri sul design
della luce, saggi, seminari e
congressi e dal 1982 collabora
con riviste di architettura,
tecnologie edilizie,
illuminotecnica ed
elettrotecnica.
Svolge attività di docenza e
comunicazione in corsi,
seminari e workshop e dal
1996 è docente e ricercatore
di Lighting Design presso
la Facoltà del Design
del Politecnico di Milano.
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sura di piante, prospetti e sezioni. Si proseguecon l’esame degli usi e delle funzioni previ-ste nell’ambiente, ossia la definizione delleattività che si svolgono in ogni sua parte ozona, con particolare riferimento alle mansioni,ai compiti, alle azioni che coinvolgono la visio-ne, la percezione visiva, o comunque l’organodella vista.
La comunicazione visivaSi passa poi all’analisi delle immagini, deisimboli, delle iconologie. Ogni luogo abitatonon è solo la sede di funzioni pratiche o utilita-rie, classificabili in base ai comportamenti o alleattività degli occupanti, ma è da analizzarecome un fulcro di comunicazione attraverso leimmagini che sono presenti in esso. L’interesse del progettista deve essere attrattoanche dai dati fisici inerenti all’ambiente: pre-senza e quantificazione della luce diurna indiversi momenti del giorno e nelle diverse sta-gioni, temperatura dell’aria, velocità dell’aria,temperatura di corpi radianti, umidità relativa,presenza di polveri, di elementi corrosivi einquinanti nell’aria, di materiali pericolosi. È opportuno, inoltre, raccogliere i dati di tipofotometrico e illuminotecnico, vale a dire ladefinizione e la quantificazione di eventuali fontiluminose preesistenti o in via di installazione,nonché dei fattori di riflessione e/o di trasmis-sione, dei colori e delle texture riguardanti tuttele superfici che delimitano e strutturano lo spa-zio. Si prosegue con i dati di tipo elettrotec-nico, dovendo normalmente l’impianto di illu-minazione essere alimentato con energia elet-trica si rende necessario conoscere le caratte-ristiche e la potenzialità limite dell’impiantoelettrico esistente oppure le condizioni dellafornitura elettrica (tipo di distribuzione dell’e-nergia, potenza massima disponibile, frequen-za di alimentazione, ubicazione del punto diconsegna dell’energia elettrica).Ultima operazione: la consultazione di leggi,decreti legge, regolamenti, norme, racco-mandazioni, per lo specifico ambito di inter-vento.
Finalità e obiettivi del progettoAnalizzato e sezionato il luogo dell’intervento,si inizia a ragionare sugli obiettivi del proget-to, ovvero sulle finalità che si intende persegui-re, seguendo le indicazioni della committenza.Già il semplice bisogno di vedere, a cui ovvia-mente l’illuminazione deve puntualmente ri-spondere, va declinato in base al tipo di atti-vità, ai tempi e ai ritmi del suo svolgimento.
Rimane comunque uno degli obiettivi principa-li: garantire la migliore visione. E il vedere deveessere agevole, comodo, confortevole, effi-ciente; deve contribuire a dare sicurezza allepersone e senso di protezione, non deve esse-re causa o concausa di affaticamenti, risultaredisturbante o generare disagi.Altri importanti obiettivi riguardano la sicurez-za degli utilizzatori, la facilità, la rapidità, lasicurezza e l’economicità di tutte le operazioninecessarie per l’installazione e la manuten-zione ordinaria delle fonti luminose e dellarelativa rete di alimentazione elettrica. Si deve considerare altresì l’incidenza dellaspesa energetica, cioè il consumo di energiaelettrica per l’alimentazione degli apparecchi.
Qualità, caratteristiche, requisiti dell’impiantoDopo la definizione degli obiettivi si apre la fasedel progetto che coinvolge direttamente lecompetenze e l’esperienza del progettista. Ènecessario padroneggiare un complesso direquisiti fondamentali. In sintesi sono così defi-nibili: innanzitutto la quantità di luce, valutatain lux (cioè come luce incidente), l’unità di mi-sura fotometrica degli illuminamenti, per ognizona, area, punto di interesse. È importante stimare la sua distribuzione conopportuni rapporti tra gli illuminamenti, ossia laloro uniformità o disuniformità. In proposito èbene considerare anche gli effetti delle direzio-ni assunte dalla luce che esce dagli apparec-chi. La luce diffusa, prodotta da radiazioni cheseguono molte direzioni, tende ad attenuare leombre proprio e portate. Quando le radiazionisono orientate, le ombre risultano maggior-mente marcate e scure, perché si riduce l’ef-fetto attenuante dovuto alla diffusione dellaluce. Altro requisito di grande rilievo riguarda lacomposizione spettrale delle radiazioni presen-ti nella luce emessa, ai fini della resa dei colo-ri. Il lavoro di progetto entra poi nella fasecreativa e inventiva. Occorre a questo puntosuperare l’ambito analitico e andare alla ricer-ca delle migliori soluzioni tecniche ed esteti-che, in altre parole inventare quell’impianto cherisponde in pieno, al massimo grado possibile,a tutte le condizioni poste nel rispetto dei vin-coli assegnati. E questa risposta sarà verifica-ta non solo con i calcoli illuminotecnici (pre-valentemente condotti con l’ausilio del compu-ter), ma anche con le rappresentazioni grafichead alto realismo (i cosiddetti "rendering") chepermettono di prefigurare l’ambiente illumi-nato così come dovrà essere realizzato. �
La versione integrale, più approfondita, di questa intervista è pubblicata in www.living24.it
1. ARTEMIDE
Mini Surf System
Sistema modulare a
sospensione per illuminazione
mista con prevalenza
dell'indiretta
Suspension modular system for
mixed lighting where the
indirect one is prevailing
2. IGUZZINI
LightAir
Sistema modulare a
sospensione con ottiche
dark-light
Suspension modular system
with dark-light optics
3. Illuminazione della
facciata principale del Teatro
alla Scala e della piazza,
Milano
Lighting of the main front of
Teatro alla Scala and the
square, Milan (lighting design
arch. Gianni Forcolini)
4. Illuminazione della
mostra di Giacomo Manzù
al GAMEC, Galleria d'Arte
Moderna e Contemporanea
di Bergamo
Lighting of Giacomo Manzù’s
exhibition at GAMEC, (lighting
design arch. Gianni Forcolini)
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di Edith Forte
Amministratore Delegato
Fortebìs Group
Pensare alla luce come un insieme unico, a parete, soffitto e pavimen-to, apre la mente a soluzioni integrate di grande efficacia e forza espres-siva. Oggi il linguaggio comune degli spazi di lavoro parla di e-place,inteso come un ambiente in grado di catalizzare comunicazione,spirito di collaborazione, comfort individuale e produttività collet-tiva. L’illuminazione è uno dei fattori chiave di questo disegno proget-tuale.
Linee guida dell’e-placeLe linee guida dell’e-place sono in continua evoluzione, si modificano dipari passo con le possibilità derivanti dalle nuove tecnologie, con lo svi-luppo di leggi e regolamenti di riferimento e, ovviamente, con l’evoluzio-ne degli aspetti sociali e delle modalità di lavorare. Se gli standardnumerici sono quindi da considerarsi come “riferimenti guida” (vedibox), le soluzioni per l’illuminazione dello spazio lasciano il campo allamassima libertà di declinare gli stessi principi secondo le esigenzecontingenti:• l’immagine guida del marchio aziendale nei vari ambienti (resa delcolore, brillanza, equilibrio tra illuminamenti orizzontali e verticali, om-breggiature);• il comfort visivo, alla produttività e stimolazione del bioritmo persona-le (scenari di luce variabili per mantenere alti motivazione e impegno,riducendo lo stress);
IL LAVORO DELL’ARCHITETTO NASCE DALLARICERCA DELL’ECCELLENZA DEL PROGETTOE DA UN FORTE SENSO DELLA PROPRIARESPONSABILITÀ. SI TRATTA DI UN IMPEGNOVERSO IL COMMITTENTE, ATTO A TRAGUARDAREIL SUCCESSO DEL PROGETTO, CON PROFONDACOMPRENSIONE DEL VALORE DEL SUOINVESTIMENTO, CONOSCENZA DI TUTTI IFATTORI CHE CONCORRONO A RAGGIUNGEREIL PIÙ ALTO LIVELLO DI QUALITÀ PERCEPITA,E GRANDE RISPETTO VERSO L’UTENTE FINALE,CHE ABITA LUOGHI PENSATI E COSTRUITIINTORNO AL SUO COMFORT E ALL’IMMAGINEDELL’AZIENDA CHE VI SI RAPPRESENTA.IN QUESTO SENSO IL PATRIMONIO DICONOSCENZE DELL’ARCHITETTO SIARRICCHISCE DI UNA VOCE SILENZIOSAED ESSENZIALE, IL LINGUAGGIO DELLA LUCE,IL LIGHTING DESIGN.
LA LUCEINCONTRAL’ARCHITETTURALa luce, fondamento del comforte dell’immagine spaziale
contract dossier lighting
1. Headquarters Aziendale
a Maranello
Luce, funzione e brand:
nell’ufficio/showroom ogni
ambiente dell’Azienda ha la
sua soluzione ottimale di luce
Luce, funzione e brand:
nell’ufficio/showroom ogni
ambiente dell’Azienda ha la sua
soluzione ottimale di luce
Fortebìs Group
Fortebìs Group è una Società
di consulenza con sistema di
progettazione certificato ISO
9001 specializzata in attività
di Masterplanning, Architettura
Design & Branding, Space
Planning, Engineering, Project
Management & Cost Control,
Real Estate Advisory.
Il Team Fortebìs opera con
standard internazionali e
caratteristiche di eccellenza
“made in Italy”. I progetti
Fortebìs sono fortemente
orientati al Cliente, con
approccio multidisciplinare
integrato, rispetto del budget
assegnato, tutela della
riservatezza e confidenzialità,
garanzia di trasparenza.
Fortebìs ha progetti in corso
in tutta Europa, America,
EMEA e Asia-Pacific, per
primari gruppi che operano
nei settori Offices, Retail &
Hotellerie, Residential.
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• la flessibilità modulare d’uso tra aree diversee nella stessa area, ai vari piani funzionali del-l’edificio con ampia libertà di re-layout;• l’adattamento del fattore di luce, diurna, not-turna, diretta, riflessa, colorata, diffusa ed e-stensiva, puntiforme e direzionata, o morbida,simile alla luce naturale diffusa dalla volta cele-ste proveniente da nord moderata e priva dieccessivi contrasti. Attraverso la contaminazione tipologica de-gli spazi derivanti da contesti diversi e in-novativi (ufficio-vetrina, spazi multitasking epromozionali, forum, aree meeting/relax, areeper il team, ecc.) e l’ibridazione delle soluzio-ni tecnologiche attraverso il trasferimento diapplicazioni illuminotecniche da una destina-zione funzionale all’altra (uffici, retail/showroome accoglienza/hospitality), l’applicazione deiconcetti della luce è praticamente infinita. E quando l’idea di base ha la dovuta forza,grazie agli evoluti e ricchissimi menu di soluzio-ni proposti dalle aziende produttrici, essa ètotalmente libera di svilupparsi e fare bella mo-stra di sé. Con grande senso di coerenza verso temati-che cogenti di bilancio energetico e rendi-menti (sorgenti LED, ecc.), la luce si co-manda comodamente sul PC, grazie ai nuovisistemi di gestione dell’intensità luminosa, dicontrollo e manutenzione (abbagliamento, con-trasti e diversi altri fattori di luce) fino a quellimultifunzionali, che integrano la luce con fun-zioni diverse tra le quali l’acustica e la climatiz-zazione. �
2. Torre Eur a Roma
La luce dinamica e l’involucro:
la valorizzazione delle facciate
attraverso le variazioni
cromatiche della luce
La luce dinamica e l’involucro:
la valorizzazione delle facciate
attraverso le variazioni
cromatiche della luce
3. Headquarters Compagnia
Assicurazioni a Roma
Luce, trasparenze e
materiali: alcune soluzioni
di illuminazione dell’e-place
Luce, trasparenze e materiali:
alcune soluzioni di
illuminazione dell’e-place
4. Area dimostrativa ed
espositiva Poltrona Frau
Luce, interni e design: ogni
elemento della composizione
ha la sua espressione di luce
Luce, interni e design: ogni
elemento della composizione
ha la sua espressione di luce
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PRINCIPALI NORME PER L’ILLUMINAZIONE UNI EN (EUROPA)
UNI EN 12464-1:2004LUCE E ILLUMINAZIONE - ILLUMINAZIONE DEIPOSTI DI LAVORO - PARTE 1: POSTI DI LAVORO IN INTERNIUNI EN 13032-3:2008LUCE E ILLUMINAZIONE - MISURAZIONE EPRESENTAZIONE DEI DATI FOTOMETRICI DILAMPADE E APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE -PARTE 3: PRESENTAZIONE DEI DATI PERL'ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA DEI LUOGHI DI LAVOROUNI EN 15193:2008PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI -REQUISITI ENERGETICI PER ILLUMINAZIONE
PUBBLICAZIONI CIE (ENTE NORMATORE INTERNAZIONALE)
CIE 29 GUIDE ON INTERIOR LIGHTINGCIE 55 DISCOMFORT GLARE IN THE INTERIOR WORKINGENVIRONMENTCIE 60 VISION AND THE VISUAL DISPLAY UNIT WORKSTATIONCIE 103 INDUSTRIAL LIGHTING AND SAFETY AT WORKCIE 117 DISCOMFORT GLARE IN INTERIOR LIGHTINGCIE 128 GUIDE TO THE LIGHTING FOR OPEN-CAST MINESCIE 129 GUIDE FOR LIGHTING EXTERIOR WORK AREAS
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THE LIGHT OF THE FUTURE?DESIGNED WITH THE LUMINOUSEFFECT
Interview with Donatella Ravizza
Lighting design must necessarily face thesurrounding characteristics, the end user’sdifferent requirements, the relation withdaylight, modes and timing of space uses,regulations and energy saving in a systemicway... How can all this aspects be orche-strated and integrated? We ask this que-stion to Donatella Ravizza, lighting designerand consultant, teacher and researcher.
«The factors to be considered are many andoften linked – Ravizza says. Lighting designshould never start from the choice of ligh-ting fittings. You need to consider the strictlylighting-technique aspect as well as theenvironmental perception of space. Thecontrol of energy is a prerequisite to avoiduseless waste and high-efficiency sources oflight should always be chosen.The integration between natural and artifi-cial light has many advantages. However weneed control systems that can direct theexcess of light and use it correctly.Technological evolution leads to increasinglyefficient and miniaturized lamps with a verylong life. If I think about the light of the futu-re I see it increasingly integrated into archi-tecture, more and more designed with theluminous effect...»US: How did lighting engineering adapt tothe new organizational patterns of the office?D.R.: «Now the trend is to avoid a dull unifor-mity and create diversities, instead. Thenew organizational and cooperative pat-terns require a flexible composition of the offi-ce and the lighting system; we turn to flexiblelight structures».US: Can you summarize in real terms one ofyour recent designs with guidelines, adop-ted solutions and systems used?D.R.: «I remember a very light design made ina small-sized company. The request was to“modernize” and give the place a more com-petive and contemporary look.The long and gloomy corridor has turned into
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contract dossier lighting
the most vital space, full of life, a meetingplace par excellence. A number of fittingsembedded at 20 cm from the floor, markedthe circulation area. To give the walls a targe-ted light, I made use of appliances with wall-washer optics and screens to direct theluminous flux. At the reception desk, I addeda few direct, accent light fittings to the indi-rect lighting, to emphasize the companylogo. The final result was amazing, everythingwas brighter and more dynamic, the emplo-yees were most satisfied and the managingdirector astounded by the result attained. �
LIGHTING DESIGN FOR A QUALITYENVIRONMENTBy Gianni Forcolini
A method to design lighting
Artificial light should be considered as anactual planning material, namely a tool ser-ving planning creativity, to give the built-uparea full functionality, as well as aestheticand communicative qualities. To suggest aprocedure, or a method, to combine thecreative and inventive aspect of planningwith the technical and executive one, wedeem it useful to propose a design logicbased on several working stages
First of all it’s necessary to develop its analy-sis, from the usual size-taking with the dra-wing up of plans, prospects and sections.Then comes the analysis of uses and func-tions, the analysis of pictures, symbols, ico-nologies. The designer should also considerthe physical data related to the environ-ment. Also, it’s advisable to gather photome-tric and lighting data, followed by electro-technical data. Last effort: the consultationof laws, regulations and standards.
Aims of the projectOnce analysed the site of the project, you startthinking about its goals, according to thekind of activity. Other important goals con-cern the user’s safety, easy and fast instal-lation and ordinary maintenance and theincidence of energy expenditure.Qualities,features and prerequisites of the plan. It’s
important to appraise the amount of light inlux and its distribution, through illuminanceratios, namely uniformity or non-uniformity,the spectral composition, in order to establishthe colour performance. Then the design ent-ers the creative and inventive phase, chec-ked with lighting calculations and renderingsthat allow to foreshadow the setting. �
LIGHT MEETS ARCHITECTUREBy Edith Forte
Light, the basis of comfortand corporate image
The architect’s job is a commitment to thecustomer, suited to a successful project,that understands the value of its investmentand knows those factors that help to attainthe highest quality standard perceived andis respectful of the end user, who lives inplaced designed and built round their com-fort, and the corporate image. And thearchitect’s store of knowledge is now eri-ched by a basic and silent entry, the lan-guage of light, namely lighting design.
Now the common language of working spacesspeaks of e-place, meant as a room thatcatalyzes communication, team spirit, indi-vidual comfort and group productivity.Lighting is one of the key factors of this design.The guidelines of the e-place are ever-evolving,they change at the same rate as the possibili-ties given by the new technologies, the deve-lopment of laws and reference regulations and,obviously, as the evolution of social aspectsand working procedures. So, if the numericalstandards are to be considered as guideli-nes, the solutions for the lighting of a roomallow maximum freedom to adapt the samestandards to the contingent requirements.Through the typological contamination of spa-ces deriving from different and innovativecontexts (showcase-office, multitasking and pro-motional rooms, forum, meeting/relax areas,team areas, etc.) and the hybridization of tech-nological solutions providing for the possiblechange from one functional use to the other (offi-ce/shop/showroom and hospitality), we haveinnumerable applications of lighting concepts.�
KARIM RASHID FROM THE BEGINNINGCOLORE / LUCE / MATERIA
Triennale di MilanoViale Emilio Alemagna, 6
main sponsor
mostra12 - 17 aprile / h. 10.30 - 22.00
ufficio stampaGruppo 24 ORERodex - Otto idee
organizzazioneRodex srl
a cura di Marco Casamonti
INAUGURAZIONEmartedì 12 aprile / h. 19.00
68 1/11 us
a cura di Lucia Matti
www.lombardiniventidue.com
La metafora del boccaglioIl dialogo si è aperto con la metafora del boccaglio – tutti coperti, alie-nati, sott’acqua, col boccaglio – suggerita da Severino Salvemini perfotografare l’inazione dei grandi gruppi economici.«Secondo una indagine di Unioncamere – apre Salvemini – il 93% degliitaliani si dichiara molto preoccupato. Anche le imprese, nonostante lacrisi abbia aperto nuovi mercati e opportunità, si rivelano in molti casi‘anoressiche’ perché, nel tagliare costi e spese, hanno intaccato il tes-suto ‘muscolare’ negandosi le energie necessarie ad una ripresa.Tutto questo ha limitato lo sviluppo ed il tasso di innovazione dei pro-dotti, ed ha implicato una riduzione degli investimenti nella forma-zione delle risorse umane. Di fatto, la mancanza di liquidità ha bloc-cato gli investimenti. Gli imprenditori pronti a progetti di lungo terminesono pochi, e benché gli economisti ritengano che in questo periodocongiunturale sia importante lavorare sul ‘paradosso’ – e cioè con unosguardo ‘strabico’ rivolto contemporaneamente al breve e al lungo ter-mine – manca, di fatto, il coraggio di investire sul lungo termine.Permane l’idea che il rischio abbia una valenza negativa, che rappre-senti un azzardo da non seguire, mentre l’unico vero rischio, neimomenti di crisi, è quello di non rischiare. Bisogna essere pronti adaffrontare con serenità processi meno razionali di quelli del passato».
Formazione al rischioIl tema del rischio è non solo imprenditoriale ma culturale. «Non è uncaso – sottolinea Salvemini – che la dimensione del rischio non sia pre-sente nell’insieme dei criteri con cui il mondo accademico e imprendi-
L’INCONTRO HA COINVOLTO CESARE FERRERO,AMMINISTRATORE DELEGATO BNP PARIBASREAL ESTATE PROPERTY DEVELOPMENT ITALYE SEVERINO SALVEMINI, PROFESSORE DIORGANIZZAZIONE AZIENDALE ALL’UNIVERSITÀBOCCONI E DIRETTORE DEL CORSO DI LAUREAIN ECONOMIA PER LE ARTI, LA CULTURA E LACOMUNICAZIONE (CLEACC).A MODERARLI IL FILOSOFO DEL DESIGNVIRGINIO BRIATORE.
RISCHIARE LO SVILUPPOPrima conversazione di Cesare Ferrero, SeverinoSalvemini e Virginio Briatore
management meeting
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toriale valuta le persone. Si parla genericamente di ‘spirito di iniziativa’,si è disponibili a premiare la creatività, ma nonsi accenna quasi mai alla propensione alrischio. Il fatto è che il rischio non è calcolabile ed èquindi importante alimentare nei giovanicomportamenti senza rete protettiva scardi-nando la propensione tutta italiana al conformi-smo, alla ricerca di sicurezze e garanzie. Iltema del rischio è dunque, prima di tutto, untema di responsabilità della scuola e dell’uni-versità: c’è una scarsissima educazione allainiziativa, al rischio, al lanciare il cuore oltre l’o-stacolo. Purtroppo questo sentimento di paura chetroviamo nella economia aperta pervade an-che le università!... Lungimirante, in tal sen-so, il monito di Max Weber quando sostieneche il proteggere il paese dalla intrapren-denza sia una terribile responsabilità dellaclasse dirigente. Ecco perché – conclude Salvemini – chi inter-preta il ruolo della classe dirigente nella nostrasocietà, dovrebbe forzare un atteggiamento dirischio».
Coraggio o semplice sopravvivenza?Con un passato da accademico e un presenteda manager, Cesare Ferrero, ideatore di im-portanti sviluppi immobiliari nella città di Mila-no, ha sottolineato come la crisi economica siain alcuni casi l’alibi con cui si vuole giustificarela crisi di una azienda o del sistema pubblico.Un esempio in tal senso è rappresentato dallaFiat quando, nel 2001, a seguito dell’attaccoalle torri gemelle, avviò un piano di Crisis Ma-nagement che di fatto dipendeva da una crisiendogena. Una premessa che è servita a Ferrero per pro-porre la sottile distinzione tra ‘propensioneal rischio’ e semplice ‘sopravvivenza detta-ta da una situazione di carestia’. Come a di-re che, in Italia, si fà solo se obbligati da neces-sità estreme, altrimenti si aspetta. Perché quando c’è carestia, non ha senso par-lare di coraggio, ma di sopravvivenza. E la ca-restia che vive l’Italia non è tanto economicaquanto morale, sottende una crisi più generaledettata da anni di deriva.
La cultura del rischioChe l’Italia non sia un paese portato al rischio,
UFFICIO STILE PUBBLICA IN ESCLUSIVA, A PARTIRE DA QUESTO NUMERO, I CONTENUTIDELLE CONVERSAZIONI ORGANIZZATE DALOMBARDINI22 – SOCIETÀ DI ARCHITETTURA E INGEGNERIA CON UN ORGANICO DI SESSANTAPERSONE, DEDICATA AI MERCATI DELTERZIARIO, DEL RETAIL E DELL’OSPITALITÀ –SULLA SCIA DELL’INSTALLAZIONE SITE SPECIFICFANTASMI URBANI, REALIZZATA DALL’ARTISTAROBERTO CAMBI.
è dimostrato anche in ambito sportivo. «Ba-sterebbe guardare allo sci – sorride Ferrero –per scoprire che la Lituania e l’Olanda, paesiassolutamente pianeggianti, hanno vinto piùmedaglie degli italiani alle olimpiadi invernali. Ilpunto è che il rischio è un fatto di contesto,e in Italia domina una cultura di sistema chenon lo incentiva. Un sistema che blocca l’ini-ziativa, la disincentiva, che non da spazio aigiovani e a chiunque voglia affermarsi.Non solo – prosegue Ferrero – quando parlia-mo di rischio parliamo di rischio industriale ofinanziario? Il nostro paese, a mio avviso, hadimenticato il rischio industriale da tempo.Rischio industriale vuole dire creare e lanciarenuovi prodotti, cercare nuovi mercati. E seguardiamo al nostro settore immobiliare cisono forse prodotti nuovi già ultimati? Davveropochi. I cantieri ci sono adesso, ma il momen-to economico entusiasmante ormai è passato.Quando c’è stato i cantieri non li abbiamo fatti,perché abbiamo scambiato rischio finanziario.Adesso che c’è crisi ci sono gru. È possibile?Certo, non servivano quando il mercato tirava,ora sono necessarie perché siamo in una fasedi carestia e bisogna sopravvivere».
Fantasmi Urbani. Conversazioni@lombardini22 Tre incontri con un unico fine: dissolvere i fantasmi che abitano l’immaginario urbano.
«Questa mentalità – commenta con amarezzaFerrero – non mi appartiene. Ho lasciato l’uni-versità per il mare aperto dell’impresa perchécerco costantemente stimoli nuovi, culturali eprogettuali e voglio ‘spingere’ sul nuovo, ma lacultura di sistema non mi aiuta».
Coraggio individuale o collettivo?Ancora una volta lo sport suggerisce efficacimetafore. «Una volta – racconta compiaciutoFerrero – hanno chiesto a Messner perchéscalasse in solitaria. Lui rispose: “Perché quan-do si va in montagna la velocità della cordatala fa il più lento, io sono il più veloce. Nonposso aspettare ogni volta, quindi vado in soli-taria!”. Messner è un uomo coraggioso, po-trebbe essere inserito nei simboli dei brave-harts, tant’è che, avendo più coraggio e piùcapacità, si muove da solo. Questo, però, è possibile in certe avventurepersonali ma non nel nostro sistema economi-co. Se un imprenditore entra in un nuovo mer-cato senza avere il supporto di un sistema pa-ese va incontro all’insuccesso. Può avere tuttoil coraggio immaginabile, ma ci vuole anche un
contesto per essere coraggiosi altrimenti ilcoraggio non ha più razionalità, diventa irrazio-nale. E poi parliamo di coraggio individuale ocollettivo? Il nostro sistema ha alcuni corag-giosi soggetti individuali ma non ha coraggiocollettivo. E poi il coraggio di un manager nonè mai il coraggio di un imprenditore. Bisognachiedere agli azionisti se sono coraggiosi, ionon trovo questo contesto. Ecco perché ri-spetto al Prof. Salvemini, che enfatizza ilcoraggio individuale, io credo che nell’econo-mia il coraggio non possa essere un fattoindividuale.Il mio realismo mi dice che bisogna trovareindividui che siano messi in grado di cambiarequalcosa nel mondo politico, universitario,economico».
Troppo facile dire che è colpa del contestoAlle dichiarazioni di Ferrero, Salvemini rispondecon la valorizzazione dei processi bottom up.«Credo che ora dobbiamo ricercare il coraggioindividuale o di gruppo a prescindere dal con-testo e dalla egemonia sotto culturale dilagan-te, altrimenti non si procede. Mi rendo contoche per essere coraggiosi ci vorrebbe unabase solida più pulita, ma credo che la situzio-ne di stallo, di anoressia organizzativa non sipossa spiegare solo con la recessione e con lacrisi economica (queste semmai sono aggra-vanti che hanno portato un clima di maggioreimmobilità e immoralità). È necessario riscri-vere le regole di una nuova generazione distrategie e occorre valutare le persone an-che sul risk taking perché, senza rischio, c’èsolo mediocrità e stagnazione». Per Ferrero, uomo ‘del fare’ la difficoltà è quel-la di correre in avanti, quando la velocità dellacordata segue il ritmo dei più lenti. Ed è quelladi accettare una cultura che si muove solo seobbligata a ‘cambiare’ senza cogliere la ric-chezza di opportunità che sta dietro ad ognirischio. «Mi piacerebbe immaginare una Milano che diatante possibilità ai giovani. Si consiglia ai giova-ni di andare all’estero a fare esperienze. Ma unitaliano di 35 anni che torna dall’estero ha solola probabilità di avere una diminutio delle suechance professionali. Credo che Milano debbadare più opportunità, avere una maggiore vita-lità sociale». «Forse – chiude Salvemini – bisognerebbeprendere esempio dalla cultura anglosassoneche vede nel rischio una opportunità quandoafferma: ‘take your chance’! Questo è il mi-glior messaggio per i giovani».
Rischio: una chance in più di felicitàE a chiudere poeticamente la conversazione,un pensiero del grande maestro Jorge LuisBorges letto ad alta voce dal moderatoreVirginio Briatore: perché nel rischio c’è forseuna chance in più di felicità e pienezza! �
UNO SPAZIO DI DIALOGO INTIMO E ACCOGLIENTECREATO DALLA SOCIETÀ DI PROGETTAZIONEARCHITETTONICA LOMBARDINI22 PERCONDIVIDERE ESPERIENZE, TIMORI, IDEE. DUEINTERLOCUTORI PRONTI, DI VOLTA IN VOLTA, A METTERSI IN GIOCO E A PROPORRE NUOVISCHEMI, UN MODERATORE ‘FILOSOFO’ ED UNAPLATEA DI OPERATORI DEL MONDOIMMOBILIARE DAVVERO MOLTO INTERESSATA.L’INTERO PROGETTO HA PRESO AVVIO DALLAVOLONTÀ DI INTERCETTARE QUELLI CHE SONO I TREND CHE ANIMANO LA CULTURA URBANAE DAL DESIDERIO DI RAPPRESENTARLI E CONDIVIDERLI.
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management meeting
TO VENTURE INTO DEVELOPMENT
First conversation by Cesare Ferrero,Severino Salvemini e Virginio Briatore
A cosy and comfortable space created byLombardini22, architects and planners, toshare experiences, fears, business andthoughts. Two interlocutors ready to stake theircareers and propose new patterns, amoderator-“philosopher” and a large num-ber of people really concerned with theproperty market.
That was the atmosphere at the first conversa-tion organized by Lombardini22, called ‘Toventure into development”, chaired by Vir-ginio Briatore, a philosopher of design, andattended by Cesare Ferrero, Managing Direc-tor of BNP Paribas Real Estate Property Dev-elopment Italy and Severino Salvemini,Professor of business management at Univer-sità Bocconi and director of the degree coursein Economy for the arts, culture and communi-cation (CLEACC). A meeting that combinedculture and improvisation; craft and sponta-neity, in order to foreshadow less anxiety-indu-cing scenarios. The conversation started with the metaphorof the mouthpiece – all covered, insane,under water, with the mouthpiece – suggestedby Severino Salvemini to draw an accurate pic-ture of how the big economic groups are idleand Cesare Ferrero pointed out the fine dis-tinction between “appetite for risk” and simple“survival imposed by a situation of scarcity”.And if the academic world, according toFerrero, doesn’t seem to realize the gravity andparalysis of enterprises’, in particular in the
public sector, however the symptoms of thedisease our society seems to suffer are clearlypointed out. A stalemate, a sort of organizatio-nal anorexia – Salvemini states – where newrules are needed for a new generation of stra-tegies and people have to be assessed alsoon a risk taking basis because now the onlyreal risk is not to risk and without risk there isonly mediocrity and stagnation. Ferrero, pro-moter of some important property develop-ments, thinks that the difficulty lies in runningahead when those on the rope follow the slowpace. And in accepting a culture that changesonly if forced to change without understandingthe good opportunities arising from each risk.Maybe a risk means less certainties, but alsoa futher chance of happiness and intensity,as stressed also by a great master of thoughtas Jorge Luis Borges. �
«Se io potessi vivere un'altravolta la mia vita, nella prossimacercherei di fare più errori, non cercherei di essere tantoperfetto, mi negherei di più, sarei meno serio di quanto sonostato, difatti prendereipochissime cose sul serio. Sarei meno igienico, correrei piùrischi, farei più viaggi, guardereipiù tramonti, salirei piùmontagne, nuoterei più fiumi,andrei in più posti dove mai sonoandato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemireali e meno immaginari. Io sono stato una di quellepersone che ha vissutosensatamente e precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto momenti di gioia ma se potessi tornareindietro cercherei di averesoltanto buoni momenti. Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita, solo di momenti; non ti perdere l'oggi.Io ero uno di quelli che maiandava in nessun posto senza un termometro, una borsad'acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi viveredi nuovo comincerei ad andarescalzo all'inizio della primavera e continuerei così fino alla finedell'autunno. Farei più giri nellacarrozzella, guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,se avessi un'altra volta la vitadavanti. Ma guardate, ho 85 annie so che sto morendo». (Jorge Luis Borges)
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Urban ghosts. Conversazioni@lombardini22
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a cura di Area Comunicazione AREL
www.arel-italia.it
Un’associazione di genere, certamente, ma orientata allo sviluppodelle figure professionali impegnate in prima linea e in ruoli diresponsabilità nel mercato immobiliare.AREL è, innanzi tutto, un luogo del confronto. La peculiarità di racco-gliere trasversalmente tutte le professionalità coinvolte nella filiera immo-biliare, dai progettisti ai consulenti, dai dirigenti di azienda alle libere pro-fessioniste, dalle imprenditrici alle specialiste del credito e delle valuta-zioni di impresa, rende AREL un osservatorio unico, una piattaforma discambio e integrazione di competenze che risponde davvero a tuttele caratteristiche, le potenzialità e le innovazioni possibili all’interno delmercato immobiliare.Un’associazione di donne, perché sono tante le professioniste impe-gnate nel real estate, portatrici di una formazione eccellente, spes-so centrali nei processi decisionali e realizzativi.AREL riunisce queste competenze e le valorizza, innanzi tutto, cu-rando un annuale calendario di formazione sia tecnica e business orien-ted sia più mirato alla crescita personale, che risponde ai temi più attualisul mercato, ma anche alla necessità di condividere tempestivamentenovità e aggiornamenti e confrontare le esperienze, per migliorare l’ap-proccio professionale.AREL è, poi, informazione. La presenza trasversale sul mercato e unimportante lavoro di intercettazione, raccolta, selezione e aggregazionedelle informazioni si traducono in una Newsletter periodica, che diven-ta per le iscritte uno strumento ricco e immediato per avere una visioneampia e completa di quanto avviene nel mercato e per un ulteriorescambio di notizie e opportunità messe a disposizione dal network.AREL è, infine, una rete di relazioni, di conoscenze e di privilegiatocontatto per aprire le strade a nuove occasioni di business e dare vitaa progetti che, proprio nell’incontro tra professionalità diverse ma lega-te, possono diventare concrete realizzazioni.Una realtà nazionale con un occhio che guarda al mercato internazio-nale: le associazioni di donne del real estate esistono infatti, e datempo, in USA, UK, Germania, Francia e Spagna. Con molte di queste,AREL ha avviato, fin dalla sua nascita, contatti e scambi e porta avantiuna politica di relazioni permanenti. �
COSTITUITA NEL LUGLIO 2006, AREL(ASSOCIAZIONE REAL ESTATE LADIES) NASCEPER CREARE UNO SPAZIO IN CUI LEPROFESSIONISTE E LE MANAGER CHE OPERANONEL SETTORE DEL REAL ESTATE ITALIANOPOSSANO CONFRONTARSI, CONDIVIDERE EAPPROFONDIRE LE RISPETTIVE ESPERIENZEPER CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DELLEPROFESSIONALITÀ E ALLA INNOVAZIONE DI UNODEI SETTORI STORICI DELL'ECONOMIA ITALIANA.PRESENTE SU TUTTO IL TERRITORIONAZIONALE, ANNOVERA ATTUALMENTE CIRCA260 ISCRITTE.
CONSIGLIO DIRETTIVO DA GENNAIO 2011 È IN
CARICA IL NUOVO
CONSIGLIO DIRETTIVO
DI AREL, CHE HA IL
COMPITO DI GUIDARE
L’ASSOCIAZIONE PER IL
PROSSIMO TRIENNIO.
PRESIDENTE È STATA
NOMINATA FRANCESCA
ZIRNSTEIN, DIRETTORE
DELL’AREA RICERCHE DI
SCENARI IMMOBILIARI.
ALLA VICEPRESIDENZA
C’È PAOLA RICCIARDI,
EUROPEAN
COORDINATING MANAGER
DEL GRUPPO REAG.
SEGRETARIO GENERALE
È LAURA PIANTANIDA,
AD DI REDDY’S GROUP.
LA TESORERIA È
AFFIDATA A PAOLA
LUNGHINI, DIRETTORE
RESPONSABILE DELLA
RIVISTA ECONOMIA
IMMOBILIARE E PENNA
STORICA DEL
GIORNALISMO DEL
SETTORE. COMPLETANO
IL CONSIGLIO MARZIA
MORENA (POLITECNICO
MILANO), SABRINA SUMA
(GARRETTI ASSOCIATI),
BENEDETTA VIGANÒ
(STUDIO VIGANÒ), SILVIA
PLANDO (HAWORTH
CASTELLI), TIZIANA
GALLETTA (REFIN
CERAMICHE), MARIA
ELENA FANTASIA
(PROPERTY
INTERNATIONAL),
CHIARA ALTAMURA
(CONSULTANT), ROSSANA
SEMPIO (POLARIS
INVESTMENT ITALIA),
SILVIA SERTORIO
(GRUPPO STATUTO),
VALENTINA DELLI SANTI
(NCTM, ROMA), CRISTINA
FERRARI BRAVO (FIMIT
SGR, ROMA), ANTONELLA
CHECHILE (REAL EDIL,
SALERNO).
LE SIGNOREDEL REAL ESTATEL’associazione “rosa” italiana cheguarda al mercato internazionale
management real estate
REAL ESTATE LADIES
The ‘pink’ Italian association looking to the international market
AREL Associazione Real Estate Ladies wasestablished on 19th July 2006 with the aim tobe and to offer a point of reference and aspace within sharing experience and knowled-ge to the women working in Italian real estateindustry. As of January 2011 it consists ofabout 260 members. AREL promotes works-hops, conferences focusing on themes acrossthe entire real estate investment cycle.Moreover, AREL Associazione Real EstateLadies is focused in enhancing and developingthe awareness of role of women with particularrespect to real estate sector. �
Con questa rubrica inizia la collaborazione conAREL che porterà il suo contributo in ogni numerodella rivista US.