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Rassegna Stampa di Venerdì 26 giugno 2015
SNALS / CONFSAL
Corriere del Veneto - Ed. Vicenza (Corriere della Sera)
26/06/2015 IN CENTO COL LUTTO AL BRACCIO: "CONTRO LA RIFORMA"
Gazzetta di Reggio 26/06/2015 "LA RIFORMA DI RENZI? MINESTRA IMMANGIABILE"
Il Gazzettino - Ed. Pordenone 26/06/2015 TRASFERIMENTI D'UFFICIO INCERTEZZA PER 51 PRECARI
Il Giornale di Vicenza 26/06/2015 FIDUCIA SULLA RIFORMA IL "LUTTO" DEI DOCENTI
il Manifesto 26/06/2015 "FUORI IL PD DALLA SCUOLA"
Il Resto del Carlino - Ed. Ferrara e Provincia
26/06/2015 I SINDACATI "IN DIFESA DELLA SCUOLA" IN PIAZZA STRISCIONE DI 50 METRI
La Nuova Sardegna - Ed. Oristano/Oristano Provincia
26/06/2015 PRESIDI IN PENSIONE, RICALCOLO DOVUTO
Liberta' 26/06/2015 UNA PEDALATA CONTRO IL DDL SCUOLA: "ATTO ARROGANTE, IL GOVERNO CI RIPENSI"
L'Unione Sarda 26/06/2015 DOCENTI, PROTESTA IN VIA ROMA
Rai3 Lazio 26/06/2015 Rai3 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.18 alle 00.18 (Ora: 00:18:02 Sec: 18)
Romauno Lazio 26/06/2015 Romauno Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.10 alle 00.11 (Ora: 00:10:21 Min: 1:24)
Teleroma 56 Lazio 26/06/2015 Teleroma 56 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 02.13 alle 02.14 (Ora: 02:13:43 Min: 1:03)
Torino Cronacaqui 26/06/2015 GLI INSEGNANTI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO RENZI "CONTINUA LA LOTTA PER DIRE NO ALLA BUONA SCUOLA"
Rai3 Sardegna 25/06/2015 Rai3 Sardegna - trasmissione del 25/06/2015 dalle 19.33 alle 19.35 (Ora: 19:33:27 Min: 2:30)
il Tempo 26/06/2015 BUS E METRO OGGI A RISCHIO PER UNO SCIOOERO DI 24 ORE
(Red.cro.)
Askanews.it 26/06/2015 IN CORSO A ROMA LO SCIOPERO TPL, CHIUSA LA METRO A
Corriere di Viterbo e della Provincia
26/06/2015 SCIOPERO DEI TRASPORTI UN ALTRO VENERDI' NERO
Gazzetta del Sud 26/06/2015 LA GARA PER LA GESTIONE ADESSO PUO' ESSERE AGGIUDICATA
Il Cittadino (Lodi) 26/06/2015 LE RICHIESTE DI MAGISTRATI, AVVOCATI E DIPENDENTI- LETTERA
Il Giornale d'Italia 26/06/2015 TPL: VENERDI NERO E CITTA IN TILT
Il Messaggero - Cronaca di Roma
26/06/2015 LA PROTESTA DELLA SCUOLA BLOCCA ROMA OGGI SCIOPERO DI BUS E METROPOLITANA (A.mar.)
Ilmessaggero.it 26/06/2015 LA PROTESTA DELLA SCUOLA BLOCCA ROMA. OGGI SCIOPERO DI BUS E METROPOLITANA
La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Capitanata
26/06/2015 MEZZI FATISCENTI, RUMOROSI PRIVI DI CLIMATIZZAZIONE
La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce
26/06/2015 AUTOPOMPA SPOSTATA A TRICASE "DAL SINDACO SOLO INUTILE ALLARMISMO"
La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Taranto
26/06/2015 I LAVORATORI DIFESA SUL PIEDE DI GUERRA
La Repubblica - Cronaca di Roma
26/06/2015 BUS E METRO IN SCIOPERO TRAFFICO A RISCHIO CAOS (L.D'albergo)
La Stampa - Ed. Biella 26/06/2015 TRIBUNALE IN DIFFICOLTA' "ORGANICO RIDOTTO" - LETTERA
Leggo - Ed. Roma 26/06/2015 CAOS CAPITALE FERMI BUS, METRO E TRENI ANCORA UN
VENERDI' NERO
Leggo - Ed. Roma 26/06/2015 T&M TRASPORTI & MOBILITA'/1
Metro - Ed. Roma 26/06/2015 TRASPORTI: SCIOPERO DI 24 ORE, RISCHIO DISAGI
Metro - Ed. Roma 26/06/2015 T&M TRASPORTI & MOBILITA'/1
Tiscali.it 26/06/2015 TRASPORTI, IN CORSO A ROMA LO SCIOPERO TPL, CHIUSA LA METRO A
Virgilio.it 26/06/2015 TRASPORTI, DALLE 8.30 VIA ALLO SCIOPERO: SI FERMANO PER 24 ORE BUS E METRO
L'Adige 25/06/2015 CONTRATTI DELLA P.A. IL BLOCCO E' ILLEGITTIMO MA NON PER IL PASSATO
Virgilio.it 25/06/2015 ROMA, SCIOPERO ATAC, VENERDI' TRASPORTI A RISCHIO
Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 26/06/2015 "CONTROLLI ADEGUATI AI TEMPI" (G.pog.)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 A SORPRESA TORNANO LE SUPPLENZE (Cl.t.)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 FIDUCIA SULLA SCUOLA, 2MILA ASSUNTI IN PIU' (E.Bruno/C.Tucci)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 UNA RIFORMA CON POCHE LUCI, QUALCHE OMBRA E TANTI "DEJA'VU" (L.Ribolzi)
Corriere della Sera 26/06/2015 UNA LEGGE 25 MILA PAROLE (M.Ainis)
Corriere della Sera 26/06/2015 CAOS IN AULA, MA LA FIDUCIA SULLA SCUOLA PASSA (V.Santarpia)
Corriere della Sera 26/06/2015 LA PROTESTA VOLGARE CHE DIVENTA UNA FARSA (F.Roncone)
la Repubblica 26/06/2015 "ORA IL PEGGIO E' ALLE SPALLE" IL PREMIER TRATTA CON LA SINISTRA I RITOCCHI AL BICAMERALISMO (F.Bei)
la Repubblica 26/06/2015 SCUOLA OK, RENZI INCASSA LA FIDUCIA TRA URLA, INSULTI E FINTI FUNERALI (C.Lopapa)
la Repubblica 26/06/2015 Int. a G.Cocchi: "RACCOGLIEREMO LE FIRME PER ABROGARE QUESTE REGOLE" (C.Zunino)
la Repubblica 26/06/2015 PRESIDI CON PIU' POTERI MA VALUTATI OGNI TRE ANNI 100 MILAPRECARI ASSUNTI E BONUS AI PROF MIGLIORI (C.Zunino)
la Repubblica 26/06/2015 MA LA VERGOGNA PIU' GRANDE E' LA DISUGUAGLIANZA A SCUOLA (N.Kristof)
la Stampa 26/06/2015 SERVIVANO PIU' CORAGGIO E MENO FRETTA (A.Gavosto)
la Stampa 26/06/2015 SLITTA A LUGLIO IL CAMBIO DEI VERTICI CDP EROGATI 2 MILIARDI A SCUOLE E INDUSTRIE (R.e.)
Italia Oggi 26/06/2015 Int. a P.Mastrocola: IL PRESIDE SERVE ASSOLUTAMENTE (G.Pistelli)
Italia Oggi 26/06/2015 SCONTI PATTO PER RIFARE LE SCUOLE (M.Barbero)
il Messaggero 26/06/2015 Int. a G.Rembado: PARLA IL CAPO DEI PRESIDI: "SI POTEVA AVEREPIU' CORAGGIO" (V.Arnaldi)
il Messaggero 26/06/2015 FIDUCIA SULLA SCUOLA, IL PD PIU' COMPATTO DEL PREVISTO (M.Adinolfi)
Libero Quotidiano 26/06/2015 SCUOLA, RENZI PROMOSSO MA HA GIA' UN DEBITO (A.Antonini)
Libero Quotidiano 26/06/2015 RENZI PROMOSSO COI DEBITI FIDUCIA TRA I FISCHI SULLA SCUOLA (B.Bolloli)
Avvenire 26/06/2015 VENGA L'ORA DEL "RENZI 3" (F.Riccardi)
Avvenire 26/06/2015 AUTONOMIA E ASSUNZIONI I PUNTI FORTI (E.Lenzi)
Internazionale 02/07/2015 ESAMI BOCCIATI
Cronache del Garantista 26/06/2015 SENATO, SI' ALLA "BUONA SCUOLA" TRA GRIDA E CARTELLI
Il Fatto Quotidiano 26/06/2015 IL SENATO HA FIDUCIA, MA I DOCENTI NO (S.Cannavo')
il Foglio 26/06/2015 CRESCE LO SQUILIBRIO TRA PUBBLICO E PRIVATO
il Foglio 26/06/2015 I VALORI SONO BUONI, MA POI? (M.Crippa)
Il Giornale d'Italia 26/06/2015 CORSI DI CULTURA ROM: SCOPPIA LA POLEMICA
il Manifesto 26/06/2015 A SCUOLA DI FIDUCIA MUTA
il Manifesto 26/06/2015 Int. a C.Mineo: MINEO: "LA PEGGIORE LEGGE DI SEMPRE MA OGGI
IL TEMA NON- E' LASCIARE I DEM" (D.Preziosi)
il Mattino 26/06/2015 SE IL PREMIER PRENDE IL GESSETTO E LA MAGGIORANZA IMPARA LA LEZIONE (M.Adinolfi)
il Venerdi' (la Repubblica) 26/06/2015 SE LA BUONA SCUOLA ARRANCA LA BUONA UNIVERSITA' SI FERMA... (C.Visani)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 NAPOLI E LE CENTO FABBRICHE DELLA CULTURA (M.Maugeri)
la Repubblica 26/06/2015 GLI STORICI DELL'ARTE CONTRO SGARBI E LA MOSTRA "TESORI D'ITALIA"
la Gazzetta del Mezzogiorno 26/06/2015 MATTARELLA "IL LAVORO LA PRIORITA'"
Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 26/06/2015 OGNI 100 OCCUPATI I PENSIONATI SONO 72 (D.col.)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 PENSIONI, AL VIA I RIMBORSI (F.Venanzi)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 CONTRATTI STATALI, PRIMA COPERTURA GIA' NEL 2015 (D.Colombo)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 ASSUNZIONI, BENEFICI DECISIVI (M.piz.)
il Sole 24 Ore 26/06/2015 PRESSING PER SGRAVI "STRUTTURALI" (M.Pizzin)
Corriere della Sera 26/06/2015 PENSIONI, DA AGOSTO VIA AI RIMBORSI (F.Di frischia/D.Comegna)
la Repubblica 26/06/2015 CASSA DEPOSITI CAMBIA STATUTO PER IL NUOVO AD (A.gr.)
la Repubblica 26/06/2015 L'INVERNO DEI DIRITTI E LE "CONTRO-COSTITUZIONI" (S.Rodota')
Italia Oggi 26/06/2015 RENZI RESTERA' SULLA GRATICOLA (G.Ponziano)
Italia Oggi 26/06/2015 ALLO STATO IL 50% DEL COSTO DEI DIPENDENTI
Italia Oggi 26/06/2015 LA COMUNICAZIONE NELL'ERA 3.0 (B.Migliorini)
Italia Oggi 26/06/2015 Int. a F.Longobardi: INPS, COSI' NON PUO' ANDARE
Italia Oggi 26/06/2015 STATALI PAGATI IN BASE AL MERITO (L.Oliveri)
Italia Oggi 26/06/2015 I CENTRI PER L'IMPIEGO? ALLE PROVINCE
il Messaggero 26/06/2015 AL SUD IL RECORD DEI BABY PENSIONATI
il Messaggero 26/06/2015 CORTE DEI CONTI: "LA PRESSIONE FISCALE HA RAGGIUNTO LIVELLI ORMAI INTOLLERABILI" (G.Franzese)
il Tempo 26/06/2015 COLF E BADANTI TORNANO A PALRLARE ITALIANO (G.Scarpa)
il Mattino 26/06/2015 MATTARELLA: L'ILLEGALITA' ASSALE L'ECONOMIA E MINALA CONVIVENZA
la Repubblica 26/06/2015 FONDO STRATEGICO FUORI DA GENERALI E BANCA D'ITALIA SCENDE AL 7% (V.Puledda)
la Stampa 26/06/2015 L'EUROPA NEL CAOS RIFUGIATI (M.Zatterin)
la Stampa 26/06/2015 "ITALIA IN STAGNAZIONE, SUPERARE LE RESISTENZE AL CAMBIAMENTO" (G.pao.)
DAZZETTA DI REBBIO Quotidiano I Data
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«La riforma di Renzi? minestra immangiabile» Intervista a Elvira Meglioli, segretaria provinciale della Cgil scuola alla vigilia della tappa reggiana dello sciopero della fame per protesta di MassimoSesena t REGGIO EMILIA
Il maxiemendamento e il voto di fiducia hanno spianato la strada alla riforma scolastica di Renzi che, approvata ieri dal Senato, passerà presto alla Camera per il varo definitivo. I
Domani un presidio
dei lavoratori
dell'istruzione davanti
alla Prefettura
sindacati, però, non s' arrendono. Domani farà tappa a Reggio lo sciopero della fame a staffetta, organizzato a livello .,ale da Cgil, Cis!, Uil,
Gilda e Lip, che s'è già svolto a Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna e continuerà oggi a Rimini. Dalle 9 del mattino fino a sera i partecipanti daranno vita in corso Garibaldi, davanti alla Prefettura, a un presidio sindacale per manife-
Elvira Meglioli (Cgil Scuola)
stare la nausea verso l"'indigesto progetto di buona scuola" e distribuire materiale informativo ai cittadini. Chiediamo a Elvira Meglioli, segretaria provinciale della Flc-Cgi!, di motivare l'iniziativa.
Avevate chiesto di rinviare il progetto di legge disponendo intanto con un decreto l'assunzione dei l OOmila precari. Renzi ha risposto che non è possibile ...
Un momento dell'incontro tra i docenti in Rettorato
«E' una bugia grande e grossa. Lo stralcio in alcune circostanze si è reso possibile. Il Jobs act, ad esempio, è stato anticipato dal decreto Poletti. Nel nostro caso esistono le condizioni di urgenza per decretare prima la stabilizzazione dei precari. In realtà il governo ha usato un'arma di ricatto contro i parlamentari: se non avessero approvato l'intero pacchetto sarebbero saltati i reclutamenti. E' stato anche un modo di scaricare la colpa sui sindacati».
Renzi, però, obietta che senza la riforma complessiva verrebbe a mancare l'organico funzionale necessario per impiegare i nuovi assunti nelle supplenze. Che risponde?
«E' falso. La Flc ha calcolato che i centomila precari non bastano neppure a coprire tutti i posti necessari per l'attività ordinaria, cioè per le lezioni frontali, tenendo conto del numero dei pensionamenti, dei posti vacanti e dei supplenti impiegati l'anno scorso su posti comuni e di sostegno».
Ci sono altre ragioni per stralciare con un decreto l'assunzione dei centomila?
«C'è la sentenza della Corte europea di giustizia, che prevede sanzioni pesanti all'Italia se non stabilizzerà i precari. Inoltre si attende il parere della Corte costituzionale, che doveva essere emesso il 23 giugno ma è stato rinviato».
Come giudicate il maxi-emendamento?
<<Si tratta di piccole modifiche che non cambiano la sostanza della legge. Il provvedimento per noi rimane una controriforma di stampo aziendalistico con un dirigente manager, che riduce gli spazi di cooperazione e democrazia».
Non è giusto che il preside possa valutare i docenti?
«Questa è una soluzione semplicistica del complesso problema della valutazione, che non è mai stato affrontato dai governi in un confronto sindacale e per il quale non sono mai state stanziate le risorse necessarie».
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H ILGAZZETTINO ORDENONE
SCUOLA
Trasferimenti d'ufficio incertezza per 51 precari SincLuati attendono il nuovo prefetto per un incontro PORDENONE - (v.s.) Oltre a essere precari con contratti di lavoro di nove mesi, per 51 insegnanti delle scuole superiori il prossimo anno scolastico significa anche incertezza. Dove saranno impiegati? Sono i docenti che d'ufficio sono stati trasferiti, verranno gestiti dall'Ufficio scolastico provinciale e non rientreranno più nelle liste della Dop (dotazione organica provinciale). A settembre, invece di rientrare nelle scuole dove finora hanno insegnato, verranno distribuiti a seconda delle necessità. Un atto che secondo il sindacato scolastico FIe Cgil, «anticipa quanto previsto dal disegno di legge sulla scuola, senza che questo sia ancora stato approvato. Ma soprattutto provocherà un intasamento delle domande di utilizzo da parte degli stessi 51 docenti», spiega Mario Bellomo della segreteria provinciale. Si tratta solo di uno degli aspetti critici che in questo momento
grava sulla scuola in provincia, alle prese con l'attesa per le nuove nomine di 150 lavoratori delle scuole dell'in-
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fanzia, 120 tra medie e superiori e 130 degli ausiliari tecnici amministrativi, che nel frattempo dovranno fare richiesta di disoccupazione.
Attesa anche per i supplenti che hanno appena concluso l'anno scolastico, che per via di un'inefficienza dello sportello online Noipa - bloccato dal 19 giugno al 5 luglio - si vedranno ritardare anche i compensi. Le scuole, infatti, erano tenute a inviare entro il 29 giugno tutte le informazioni per procedere al pagamento; data anticipata tuttavia dal blocco del sistema informatico. E in attesa di sapere quale sarà il destino della riforma Buona scuola e del disegno di legge, la Cgil si dice pronta a scendere in piazza con una manifestazione davanti alla Prefettura qualora il Governo si dica pronto a chiedere la fiducia .
C'è attesa anche per l'arrivo della nuova Prefetta Maria Rosa Laganà, a cui le cinque sigle (Cisl Scuola, FIe Cgil, Gilda, Uil, aD hanno chiesto un incontro per segnalare le criticità che riguardano il Pordenone se rispetto agli organici degli insegnanti per l'anno scolastico 2015-16.
© riproduzione riservata
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Le imprese salpano affidandosi a Cayard
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il manifesto ROMA • In duemila con i sindacati in corteo contro la riforma Renzi
«Fuori, il Pd dalla scuola)) Roberto Ciccarelli ROMA
I l patto per tenere unito il Partito Democratico nelle mani di Renzi ha tenuto e l'agnello
della scuola è stato sacrificato. La sinistra Dem ha votato la fiducia sul Dd! Renzi, ha salvato il govern? e ha segnato la propria fine. «E la peggiore fiducia possibile - ha ammesso il senatore Pd Miguel Gotor, docente universitario - perché viene data a un governo che con il suo comportamento mostra di non avere fiducia nel mondo della scuola. Questo non è il partito né il programma con cui nel 2013 noi senatori del Pd ci siamo presentati alle elezioni. Gli italiani e gli elettori non ci perdoneranno facilmente questo tradimento». li voto è stato dato per evitare di far cadere il governo - «il paese non può assolutamente permetterselo» - e per «disciplina di partito» - ha precisato Gotor.
Una pietra tombale per l'equivoco rappresentato dalla «sinistra» Pd. Un equivoco durato quindici anni: è dalla riforma Berlinguer che gli eredi del partito comunista (Pds-Ds-Pd) usano i voti degli insegnanti per fare politiche contro la scuola e l'istruzione pubblica. Renzi rappresenta la svolta: con lui il Pd ha mostrato la sua internità al progetto neo-
Dura contestazione a Mineo (Pd) salvato da Bemocchi (Cobas)
liberista, aziendalista e autoritario istituendo il «preside-manageI», la chiamata diretta dei docenti, un vulnus alla libertà di insegnamento, aggravato dall'introduzione del principio del nepotismo nella scuola che si manifesterà quando i presidi dovranno scegliere tra migliaia di curriculum il loro docente preferito.
Il messaggio è stato contestato dai duemila manifestanti che ieri a Roma hanno sfidato con i sindacatiFlc~Cgil e Cobas, Cisl e Uil Scuola, Gilda e ~ l'afa di fine giugno per protestare contro un partito che si è arreso al suo leader nella speranza di puntellarne il governo. A fare le spese del «tradimento» è stato Corradino Mineo, il senatore Pd «dissenziente» che con Walter Tocci e Felice Casson, ieri non ha partecipato al voto al Senato. Mentre era ancora in corso il voto al Senato, Mineo ha aggirato l'imponente massicciata degli autoblindo della polizia che hanno impedito al corteo di raggiungere il Senato, bloccandolo in· piazza Sant'Andrea della Valle. Mineo ha seguito Stefano Fassina, che si è dimesso dal Pd 48 ore fa e ha sfidato la tensione immergendosi nella folla facendosi intervistare nello spazio tra i poliziotti con scudi e caschi e la prima fila del corteo in piazza Sant'Andrea della Valle. Accanto a lui, stretto tra cordoni
e urla, Arturo Scotto di Sel. La scelta di Mineo di non votare <<ilO» alla fiducia, e di non presentarsi in Senato, ha creato subito forti tensioni.
«Che ci fai qui - gli ha chiesto un'insegnante in Un capannello, tra telecamere, registratori e megafoni - Non lo capisci che con il tuo partito ormai la rottura non è più ricucibile?». Mineo si è ritrovato da solo, ha mostrato coraggio, mentre la rabbia e la frustrazione si è scaricata contro di lui. «Perché non hai votato no?» gli ha chiesto un altro insegnante. «Non l'ho fatto perché avrei accettato il ricatto di Renzi» ha risposto Mineo. Una spiegazione che non è stata percepita. li Pd è il partito che ha «tradito». «Te ne devi andare!». «Esci da quello schifo, ci vuole dignità!».
La tensione è salita alle stelle. Mineo ha cercato una via di fuga, senza trovarla. <<Vai in aula e vota no, vergogna!» gli ha detto un insegnante, paonazzo. A salvare il senatore è arrivato Piero Bernocchi dei Cobas che lo ha stretto con un braccio e lo ha portato fuori dalla piazza. Trecento persone li hanno seguiti. li servizio d'ordine dei Cobas ha cercato di fare cordone, mentre qualcuno gridava: «Porci, siete tutti attaccati alle poltrone!». Bernòcchi è riuscito a mettere in sicurezza Mineo dietro un cordone di poli-
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zia dopo un inseguimento di cinquecento metri in Corso Vittorio Emanuele. La polizia si è schierata, i blindati sono avanzati. Nessuno da quella parte ha capito cosa stava'accadendo.
Una scena drammatica. Le più furenti erano le insegnanti, in grande maggioranza al corteo. «li Pd ha finito con la sinistra -ha argomentato una docente, una volta scesa la tensione mentre le campane della Basilica di Sant'Andrea della Valle suonavano per la messa delle 19 - Questo non è il Pd che è stato votato». Singolare assonanza con la posizione di Gotor qualche minuto prima in Senato. li dato politico di una vicenda nata male, e finita peggio, è confermato. La riforma passerà, ma d'ora in poi nessun partito potrà usare i voti di sinistra per fare politiche di destra. Agnizione tardiva, avvenuta troppo tardi, alla fine di un sonno durato tre lustri. Tutto questo fa parte della tragedia italiana.
La manifestazione tuttavia ha tenuto. Alle 20,30 gli insegnanti erano ancora seduti sull' asfalto del Corso in assemblea. L'ultimo atto di resistenza in una giornata iniziata all' alba dai sindacati e dagli studenti dell'Uds al Miur al Miur e nei principali monumenti della Capitale. Insieme hanno esposto lo striscione: «Fiducia nel palazzo, sfiducia nelle scuole».
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ulRe.sto
Ferrara Quotidiano Data 26-06-2015
Pagina 9 Foglio 1
I sindacati «in difesa della scuola» In piazza striscione di 50 metri
«IN DIFESA della scuola pubblica, profondamente attaccata dal Ddl della cosiddetta "Buona SCllola", Il ma. ... iemendameuto - si legge da una nota dei sindacati - che verrà approvato al Senato non appiana nessuna delle questioni poste, La pl'emialitlt dei docenti viene comunque gestita dal preside e da un nucleo ristretto di docenti e genitori senza esperienza di geslÌone del per-sonale. Un fsercito di precari rimane connmque appeso nel Vlloto, almeno 70mila ricorreranno ai t1ibunali, ed hanno pieno dititto ad essere immessi nelle graduatOlie per accedere alle assuilzioni in rllolo~>. Le organizzazioni FLC CGIL, CISL SCllola, UIL Scuola, [lIMI:! t'.IIIJI!!D e GILDA Ul1ams, le associazi olli studentesche Unione degli Studenti e Rete degli Studenti, MCE, ProteoFal'eSapere Fermra, ANPI e ìl Coordinllmen to LIP continuano la mobilitazione anche nella lIostra provincia. Oggi alle 19,40 in Piazza Trento Trieste sttiscione di 50 metti in difesa della sCLIola pubblica.
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SCUOLA
Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 22 Foglio 1
Presidi in pensione, ricalcolo dovuto t ORISTANO
Buone notizie per i dirigenti scolastici in pensione dali settembre del 2009, che da due anni si sono visti decurtare parte dell'assegno per mancanza di fondi.
La Corte dei Conti ha imposto all'lnps e al ministero dell'Istruzione Università e ricerca scientifica il ricalcolo della pensione. Lo comunica in una nota, con evidente soddisfazione il segretario provinciale dello Snals-Confsal Luciano Cariccia.
«La lunga controversia tra segretaria provinciale m1Il di Oristano che ha sostenuto i dirigenti scolastici in pensione dali set -
tembre 2009 il ministero e l'lnps si è conclusacon ben cinque sentenza della corte dei conti che ha imposto alla direzione scolastica regionale della Sardegna e all'lnps il ricalcolo della pensione secondo quanto loro spettava dal 2009. I presidi della provincia andanti in pensione il l settembre infatti - continua la nota - nel 2013 si sono visti decurtare l'ammontare della pensione in seguito all' applicazionedei decreti del20 12 con i quali la direzione scolastica diminuiva dali settembre 2007 i compensi della retribuzione di posizione per mancanza di fondi. Lo m1Il ha patrocinato i dirigenti scolastici che avevano deciso di ricor-
rere alla corte dei conti in quanto ritenevano che il ministero dell'Istruzione e la stessa Inps avessero messo in essere comportamenti ingiusti e illegittimi».
I giudici contabili hanno accolto i ricorsi; i presidi non si erano rivolti tutti allo stesso giudice, ma nonostante questo il parere è stato unanime. Adesso spetta all'lnps provvedere al pagamento di tutti gli arretrati previsti, a meno che la stessa direzione scolastica regionale non ricorra in appello contro la decisione di primo grado. In questo caso, prima di una decisione definitiva, i tempi si allungheranno.
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SNALS Pago 10
L I BE RT l{ di PIACENZA
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Una pedalata contro il Dd! Scuola: <<Atto arrogante, il governo ci ripensi»
ste unitarie di insegnanti, personale Ata, studenti e genitori di questi mesi - sono tornati a dire i promotori - hanno bocciato la proposta della buona scuola del governo Renzi. Di fronte ad una opposizione ampia, articolata e radicata in tutto il Paese, Renzi e la sua maggioranza hanno rifiutato qualsiasi confronto e proposta, e usano l'arma del ricatto e della fiducia per azzittire anche le diversità presenti al loro interno. Eventuali aggiustamenti non cambieranno la sostanza: il Ddl scuola rimane una legge dannosa e incostituzionale».
_ La scuola prosegue la mobilitazione contro il Ddl scuola (da cui era chiesto dai contrari lo stralcio del prowedimento sull'assunzione dei l()()mila precari). Nelle stesse ore in cui al Senato era ai voti il documento - su cui il governo ha messo e poi ottenuto la fiducia - una trentina di lavoratori della scuola piacenti-
na hanno partecipato ieri pomeriggio alla pedalata di protesta, a cui domani alle 11 seguirà unflash mob in piazzetta san Francesco. La mobilitazione, partita dai giardini Margherita, con avvio simbolico dal polo scolastico AIberoni, era stata organizzata da ~'iiJ, Cisl scuola, Uil scuola,
Gilda, alla manifestazione
La partenza della biciclettata dalla scuola Alberoni (foto Lunini)
di ieri con tutti i segretari al comp�eto. Dopo la partenza, la squadra di manifestanti ha percorso via Roma, per arrivare in largo Bacciocchi, davanti ad un aJtro polo scolastico piacentino, raggiungendo altri istituti della città. Ai cancelli di ogni scuola i manifestanti hanno affisso un cartello di protesta. «Le lotte e le propo-
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UUNIONE SARDA
CAGLIARI
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Docenti, protesta in via Roma Tre giorni di manifestazioni non sono riusciti a fermare il decreto ddl sulla "buona scuola". Quella di ieri sera sotto il Consiglio regionale, ribattezzata la «marcia funebre» e organizzata da Flc-Cgil, Cisl Fgu-Gilda, Uil Scuola, Snals-Confsal, Fgu-Gilda e Cobas Scuola davanti al Consiglio regionale, è stato l'ultimo atto di una protesta rumorosa e sentita che non è però «stata in grado di vincere». Per trenta minuti, dalle 19,30 alle 20, gli insegnanti hanno attraversato via Roma rallentando il traffico nel tentativo di impedire «l'ennesimo atto di arroganza del Governo». Spiega Antonella Piras dei Cobas: «II ddl taglia le gambe alla Sardegna, ora saremo muti per sempre». Per Laura Parisi del Coordinamento scuole Cagliari, «la manifestazione voleva riuscire a bloccare il ddl che purtroppo è passato vanificando le nostre iniziative e cancellando le nostre speranze». (m. p.)
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SOLO FINO A LUNEDI 29 GIUGNO ~;:"':"-i".2-.'..":=-'":" ..• _ . • "'
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I RAI3lAZIO
Rai3 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.18 alle 00.18 (Ora: 00:18:02 Sec: 18)
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sarà un venerdì nero dei trasporti a Roma per uno sciopero indetto dai sindacati Orsa FAST scossa sale UGL si fermano i mezzi pubblici dalle 8 e 30 alle 17 e poi dalle 20 a fine servizio saranno a rischio le linee metro BUSI trame le Ferrovie locali gestite da attacchi ora il marchio
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Data 26-06-2015 Pagina 00:10 Foglio 1
Romauno Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.10 alle 00.11 (Ora: 00:10:21 Min: 1:24)
dicevamo PERONA citati comunque vive le sue difficoltà ci sono giornate di manifestazioni Campidoglio contrappunto l'operato del sindaco ci sono le proteste dei lavoratori licenziati della Multiservizi e adesso domani ci si mette anche uno sciopero l'ennesimo sciopero e questa volta punta fermarsi ancora una volta saranno gli operatori dei mezzi pubblici allora vediamo in questo servizio di Antonello di fortune esattamente che cosa accadde domani seguito Lopa attenzione se vi dovete spostare fanno in molti con i mezzi pubblici nella giornata di domani un altro venerdì nero guardate domani ci saranno disagi per i Utenti del trasporto pubblico le corse di bus metropolitane e ferrovie gestite da Atac potranno subire rallentamento stop del servizio per lo sciopero indetto da 3 sigle sindacali UGL Horse ~ l'agitazione prenderà il via alle 8 e 30 andò avanti fino alle 17 poi di nuovo braccia incrociate dalle 20 a fine servizio dopo le polemiche dello sciopero del dice 7 aprile un macchinista partito in fasce di garanzia pretesi fa scendere i passeggeri scatenando la loro protesta la Vacca specifica ove le corse di vetture 3 iniziate prima dell' inizio dello sciopero saranno portate a termine durante l' orario dell' agitazione le vetture provenienti dai capolinea potranno rientrare fuori servizio nei depositi lo sciopero non riguarda le vie periferiche quelle extraurbane della Cotral e sono come dire cittadini avvisati allora
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Data 26-06-2015 Pagina 02:13 Foglio 1
Teleroma 56 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 02.13 alle 02.14 (Ora: 02:13:43 Min: 1:03)
per i romani si prospetta l'ennesima giornata di passione sono state indette per domani 24 ore di sciopero del trasporto pubblico locale a decidere l'agitazione sono state le sigle sindacali UGL fast ~ e Orsa a rischio i mezzi pubblici attacca bus filobus tram metropolitane Abi ci Ferrovie termini Giardinetti Roma Lido di Ostia Roma Civitacastellana Viterbo la citazione prenderà il via alle 8 e 30 andrà avanti fino alle 17 poi di nuovo dalle 20 a fine servizio garantite le solite fasce di garanzia con i mezzi che passeranno dunque da inizio servizio alle 5 e 30 del mattino fino alle 8 e 30 e dalle 17 alle 20 anche servizio notturno di superficie di sabato 27 giugno potrebbe subire cancellazioni di corse le corse di vetture treni iniziate prima dell' inizio dello sciopero saranno portate a termine durante l'orario di sciopero le vetture i treni provenienti dai capolinea dalle stazioni terminali potranno rientrare fuori servizio in depositi capolinea
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I CiONACAQUI SOTTO PALAZZO CIVICO
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26-06-2015 15 1
Gli insegnanti sul piede di guerra contro Renzi «Continua la lotta per dire no alla Buona Scuola» Erano più di cento gli insegnanti che si sono ritrovati in piazza Palazzo di Città per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. Mentre il Parlamento dava l'ok al disegno di legge, di fronte al Comune i prof promettevano battaglia: «II governo prima di volersi confrontare e poi mette la fiducia. E' una scelta sbagliata, la scuola non è né di destra, né di sinistra, ma è di tutti», ha detto Diego Meli, segretario regionale della Uil Scuola. «Alcuni passaggi hanno portato miglioramenti positivi, ma l'architettura del disegno di legge non è cambiata, dunque la protesta va avanti», ha spiegato
Igor Piotto, leader provinciale della Flc-Cgil. Dura la La Cub Scuola, con Stefano Capello: «A settembre dobbiamo partire con la guerriglia nelle scuole e sabotare i progetti dei presidi-padroni». La manifestazione è stata indetta da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, _ Cub e Cobas e serviva per chiedere al governo di varare le assunzioni dei precari attraverso un decreto e rinviare la discussione sulla Buona scuola. I sindacati contestano soprattutto i criteri scelti per l'immissione in ruolo dei nuovi docenti, la figura del preside-manager e il mancato rinnovo del contratto nazionale.
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Data 25-06-2015 Pagina 19:33 RAI3 SARDEGNA
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Rai3 Sardegna - trasmissione del 25/06/2015 dalle 19.33 alle 19.35 (Ora: 19:33:27 Min: 2:30)
dei rifiuti. Parliamo ora di scuola. Terzo giorno di mobilitazione, nell'isola, in concomitanza con la fiducia posta dal governo sulla riforma . Vediamo il servizio di Rossella Romano. Passa la fiducia al Senato sulla
buona scuola, ma si alza la protesta fuori dal Palazzo . Anche a Cagliari, terza giornata di mobilitazione organizzata dai sindacati di tutte le sigle CGIL , CISL, UIL e m:t'l ,Cobas seggi da prove in concomitanza con l'imposizione della fiducia sulla riforma della scuola . Una decisione ancora più intolleranti che l'ennesimo atto di arroganza nei confronti della scuola e del Parlamento. Secondo i sindacati che promettono
battaglia . La scuola pubblica va difesa e annunciano iniziative che andranno avanti per tutto l'iter parlamentare del ddl e non nascondono le preoccupazioni per la scuola sarda. Se la riforma dovesse passare le conseguenze sarebbero devastanti. Il combinato disposto della riforma della scuola Legge di Stabilità aggio dimensionamento scolastico potrebbe mettere a rischio l'avvio del nuovo anno ,spiegano i rappresentanti dei
lavoratori . Mancano all'appello almeno mille docenti assistenti amministrativi e tecnici su circa 3000 contratti a tempo determinato. La riforma consentirebbe l'assunzione di una minima parte del personale che dovrebbe coprire le esigenze reali della scuola. Siamo tutti consapevoli che con la buona scuola di Renzi , le scuole sarde , dal primo settembre non potranno lavorare, dicono i sindacati . E anche il mondo dell'Università protesta ricercatori e docenti hanno gli stipendi bloccati da cinque anni . Il servizio di Cesarina Trillini. E hanno Sormani ,la classe dirigente del futuro stiamo instillando cultura, ma questo non ci viene riconosciuto. Evidentemente siamo finiti nel dimenticatoio. Non ci considerano niente io trovo molto . Piante, ricercatori, docenti ordinari e associati. Tutto il mondo dell'università ascendente protesta stipendio bloccato da 5 anni anche in Sardegna, come in altri 65 università italiane, una delegazione di manifestanti ha consegnato una lettera al rettore dell'ateneo non chiedono gli arretrati. Ma il governo deve intervenire, sbloccando le buste paga. Dal primo gennaio 2015 come hanno tenuto nei mesi scorsi magistrati Corpo Diplomatico e polizia. lo per esempio è stato assunto nel 2010 ,il che vuoI dire c'è lo Stato spagnoli famiglia noi giovani siamo, non per questo ,per questo motivo è una cosa sacrosanta. Una sola richiesta rivolta a tutti i lettori sostenere la protesta e fare pressione sul governo in tutti i modi possibili ,anche se serve,
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Gazzetta del Sud Data
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L'UNICA OFFERTA PER IL TERMINAL TREMESTIERI È QUELLA DELLA COMET: IL 7 LUGLIO S'INSEDIA LA COMMISSIONE
La gara per la gestione adesso può essere aggiudicata La società presieduta da Ivo Blandina aspetta di poter awiare la gestione
Domenico Bertè
La gara per la gestione degli approdi di Tremestieri adesso può essere aggiudiCata. L'Autorità portuale ha comunicato che il prossimo 7 luglìo si insedierà la commissione che si occuperà dell'analisi della documentazione pervenuta da parte dell'unica azienda che ha partecipato al bando. Si tratta della Comet, società messinese il cui amministratore è l'attuale commissario di Confindustria Siracusa, Ivo Blandina, che ha già guidato negli anni
Il responso parzialmente positivo delle prime analisi della ditta "Dhilt
ha dato il via libera
scorsi anche l'Associazione degli industriali della nostra provincia.
Le operazioni della commissione di gara potrebbero proseguire per altre due o tre sedute e quindi, entro il mese di agosto, salvo impedimenti, il contratto potrebbe essere firmato, mettendo fine al regime di ''bandùna libera" che prosegue da quando si è chiusa la gestione della Terminal Tremestieri, iniziata nel 2006.
Ad attendere con ansia l'esito di questa gara, che in una prima circostanza andò deserta, sono i lavoratori, nel frattempo divenuti 35, dell'approdo: gli addetti al molo, all'attracco e alla bi-
glietteria. «In extremis, dopo un lungo letargo che dura dal 31 marzo scorso, data in cui si sarebbe dovuto procedere all'apertura dell'unica offerta presentata, è arrivata la comunicazione che aspettavamo - dice Nino Di Mento, della Fasrttm'iUmtISiciliatutto è stato misteriosamente rinviato a data da destinarsi. È quanto m;U auspicabile, a questo punto, arrivare ad una veloce e rapida risoluzione delle attività concorsuali concludendo, ragionevolmente prima della pausa estiva, il nodo della vertenza occupazionale dei lavoratori della Tennìnal Tremestieri srl e della conseguenziale gestione della struttura ma-
nttlma». L'Autorità portuale nelle
scorse· settimane aveva giustificato il protrarsi dell'attesa, con la necessità di conoscere dalla "Dhi", la società danese di analisi e programmazione marina, se gli attuali approdi potessero essere difesi con efficacia dai continui insabbiamenti con soluzioni che fossero compatibili con budget e buon senso. Assegnare una gestione e poi non poter garantire al gestore la possibilità di operare non sembrava una strategia utile. Ora che la "Dhi"ha dato un primo, seppur parziale, esito delle sue analisi dell'area di Tremestieri, confermando che la soluzione "fossa" sia praticabile, ecco che l'Authority ha sciolto le riserve. ~
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l'Adige Data
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Contratti della P.a. Il blocco è illegittimo ma non per il passato MILANO - Un altro buco nei conti dello Stato dopo quello relativo alle pensioni. La Corte costituzionale, infatti, ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti sugli statali che vari governi hanno attuato a partire dal 2009. La sentenza avrà effetto da ora in avanti e questo permetterà al Tesoro di evitare i danni maggiori. Se, come accaduto per le pensioni, fosse stato adottato il criterio della retroattività ci sarebbe stato un aggravio straordinario di 35 miliardi per il passato, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi a partire dal 2016. In ogni caso la sentenza costerà da 5 a 7 miliardi, secondo le prime stime. Già oggi i sindacati chiederanno l'apertura del tavolo negoziale per una trattativa che non si annuncia per niente faci~ilIGl foto i lavoratori della. • Unsa, sindacato che ha promosso il ricorso contro il con-
gelamento degli aumenti). Marco Carlomagno, segretario generale della Flp, uno dei sindacati che hanno preso parte al giudizio davanti alla Corte, è stato esplicito: "Possiamo dire da subito che giustizia è fatta ed è stata restituita ai lavoratori pubblici la dignità del proprio lavoro. Ora il Governo non ha più scuse. Apra subito il negoziato e rinnovi i contratth>. Il risultato non è una sorpresa. A Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia il pessimismo era palpabile. La decisione, pur avendo un impatto minore a quella relativa alle pensioni, mette comunque a rischio il raggiungi mento dei traguardi di finanza pubblica annunciati dall'Italia a Bruxelles per il proSSimo anno. Mantenere il tetto del 3% sia quest'anno, sia il prossimo diventa più complicato, anche se non compromesso.
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Conf.s.a.l. Pag.39
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Docenti. Autorizzata l'istituzione di «un ulteriore contingente di posti»
A sorpresa tornano le supplenze La riforma della scuola aveva
un obiettivo preciso ripetuto a più riprese daMatteo Renzi e Stefania Giannini per "legittimare" le oltre 100mila stabilizzazioni di insegnanti: eliminare la "supplentite" e chiudere defInitivamente le graduatorie a esaurimento (le «Gae») che rappresentanolozoccolodurodelprecariato scolastico.
Ebbene, leggendo il testo finale del maxiemendamento del governo, si può già dire che l'obiettivo non verrà centrato. A settembre si continueranno a fIrmare contrattia tempo determinato, vista la tempistica sfasata delle immissioni in ruolo (tra due mesi e mezzo in cattedra saliranno 47476 professori - i restanti 55.258 doceJ;lti dell'autonomia entreranno in gioco in corso d'anno). Senza considerare, poi, che le «Gae» sono da anni esaurite nelle discipline scientifIche e tecniche. In altre parole, serviranno supplenti: e ciò spiega perché il governo, in fretta e furia, ha dovuto inserire una norma che autorizza l'istituzione di «un ulteriore contingente di posti» proprio per tamponarequestaesigenza(e,inmodocor-
relato, si è deciso di spostare allo settembrez0l6-enonsubito-ildivietodiautorizzareincarichitemporaneisuperioria36mesi,anche non continuativi - si prende più tempo, nonostante i rilievi Ue).
L'ulteriore contingente (diverso dall'organico dell'autonomia e non utilizzabile per mobilitàoassunzioniinruolo)potrebbe servire anche per "salvare" quei
IMMISSIOHIIH RUOLO A settembre si continueranno a firmare contratti a tempo determinato vista la tempistica sfasata delle immissioni in ruolo
posti che puntualmente si presentano in organico di fatto ma chenonsonopresentiinorganico didirittoperchénonriconducibili ad alcuna classe di concorso. Si trattadi postiinvisibili (che fanno aumentare i costi e infuriare il Mef), per esempio, alcune cattedreneiliceidiscienzeumane,nei licei musicali e coreutici e anche negli istituti tecnici e professio-
nali (vista la loro ampia autonomiacurriculare).
L'altra faccia della medaglia è che le «Gae» non chiuderanno subito, ilIo settembre: il comma 104 del maxiemendamento ne prevede la soppressione "differita",valeadirecheperdonodieffi~ cacia, mano amano che siesauriscono.Anchequi, eratuttoprevedibile: le discipline umanistiche delle «Gae» hanno code molto lunghe, soprattutto al Sud (mentre scarseggiano al CentroNord); e ciò quindi chiederà tempo per esaurirle.
Pertanto, la soluzione prospettata dal governo non eviterà il ricrearsi di un "nuovo esercito diriserva" di insegnanti che fanno supplenze. Come un èane che si morde la coda. Giànelzo07l'allora ministro, Giuseppe Fioroni, aveva provato a risolvere il problema Poi arrivarono i tagli della Gelmini Ma anche questo esecutivo, nonostante oltre 100milastabilizzazioni, che ci costeranno a reginIez,lmiliardil'anno-riuscirà a porre fine a questo scandalo di precariato. .
CI.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Scuola: testate nazionali Pag.42
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Le stabilizzazioni Sono state incrementate a l02mila: 47mila subito, 55mila in corso d'anno
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Defezioni nel pd nIa la maggioranza tiene Tra i Dem non hanno votato Mineo, Tocci e Ruta, ma il margine per il governo è ampio: 47 voti
Fiducia sulla scuola, 2mila assunti in più Via libera dal Senato con 159 sÌ e 112 no ma è bagarre in aula: l'opposizione protesta con fischietti e striscioni
Eugenio Bruno Claudio Tuta ROMA
11M Finale a sorpresa per la "Buona scuola" al Senato. Non tanto per la fiducia incassata dal governo con l59sÌel12no, quanto per l'aumento di 2mila unità delle assunzioni in progranllllaapartiredaliosettembre. DaÌloo.70l precari dastabilizzare previsti dal disegno di legge originario e confermati durante il primo passaggio parlamentare alla Camera si passa infatti a 102.734. Una novità che non emerge dal maxiemendamento presentato ieri mattina dal governo e approvato dall'aula di Palazzo Madama, bensì dalla relazione tecnica che lo accompagna.
Degne di nota sono poi altre due modifiche dell'ultim'ora: la ciainbella di salvataggio di quelle supplenze che l'esecutivo voleva cancellare (sul punto si veda l'articolo qui sotto) e lo slittamento allO settembre 2016 del tetto di 36 mesi agli incarichi a tempo determinato.
Gira e rigira a fare notizia è sempreilmaxi-piano diassunzioni. Come detto i posti da assegnare alle due categorie didocentiinteressati -vincitori e idonei dei vecchi concorsi incluso quello del2012e iscritti alle graduatorie a esaurimento -saranno duemila in più. Un incremento dovuto al maggior numero di cessazioni dal servizio verificatesi nel frattempo. Resta confermatainvece la tempistica per la loro assegnazione. A settembre 2015 verranno assegnate infatti 47476 cattedre tra turn over, posti disponibili enuoveimmissionisulsostegno. A queste si aggiungeranno altre 55.258 stabilizzazionisui posti di potenziamento che dal20l6/20l7
lasceranno spazio all'organico dell'autonomia. In questo caso, almeno stando alle stime del Miur, le assegnazioni dovrebbero concludersi entro novembre.
Rinviando alle schede quiaccanto per leprecisazionisulla tempistica delle immissioni in ruolo in questa sede conviene soffeflllarsi sulle altre novità contenute nel testo depositato ieri. A cominciare dallo
lEAlTRfHOVITÀ Slitta allO settembre 2016 il tetto di 36 mesi per i contratti a termine. Precisati i criteri per la quota perequativa del10% «sullo school bonus»
n_~il i'f\mm ~ \!IWJ.lII.com
SCUOt.Al4 Oggi numero speciale con tutte le novità sulla riforma Giannini
Da Ile assunzioni ai presidi, da Ilo school bonus alle paritarie:tutte le novità della "Buona scuola".
www.scuola24.ilsole24ore.tom
spostamento allO settembre 2016 del teflllÌne a partire dal quale i contratti a teflllÌne non potranno superare il tetto di 36 mesi ribadito dalla sentenza della Corte Ue del 26 novembre scorso. A completare il quadro dei cambiamenti finali c'è poi la precisazione dei criteri con cuiilMiur dovrà assegnare il 10% di fondi perequativi agli istituti meno fortunati nelle scelte dei privati che decideranno di utilizzareilneonato "school bonus". il provvedimento conferma,inoltre,ilrilanciodelrapporto scuola-impresa (più alternanzaconillavoroeoredilaboratorio); eil concorso da60mila posti da bandire a dicembre (qui non è prC" vista la riserva dei posti per gli abilitatiTfae Pas).
Portare acasail secondovialibera parlamentare sulla riforma della scuola è stato più complicato di quantonondicanoÌ47Votidimargine sulla fiducia. ilgoverno hadovutofareiconticonleprotestedell'opposizione (dai grillini listati a lutto per il funerale alla scuola pubblica, ai ripetuti insulti, ai fischietti dei senatori di Sel) e con le defezioni all'interno della maggiorarlZa (Mineo, Ruta e Tocci della minorarlZa Pd ad esempio non hanno votato, ndr). Da registrare la soddisfazione dellaministraStefaniaGianniniche ha parlato di «risultato straordinario» e ne ha anche approfittato per sottolineare: «Nonmisentoassolutamente commissariata».
LapallapassaoraallaCameraper . il terzo passaggio, che l'esecutivo spera definitivo. il ddl è calendarizzatoinaulaperil7luglio.Rispettare i tempinon sarà così facile visto che
. minoranza e sindacati restano sul piede di guerra.
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Scuola: testate nazionali Pag.43
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Le novità introdotte al Senato
Le modifiche contenute nel maxiemendamento del governo
Gli stabilizzati totali saranno 102.734.Iprimi47mila·che arriveranno da Gae e iscritti alle graduatorie dei vecchi concorsi· occuperannoiposti da turnover, quelli disponiblliequelli aggiuntivi sul sostegno. Qu~ti otterranno la nominaasettembre. Ilsecondocbntingentedi55mila PPsUtra potenziamentoe sò$tegnosarannoimmessi da settembre in poi
Gli Insegnanti saranno valutati, masi partirà invia.spèrimentale (in attesa deUe linee guida nazionali del Miur). Cambia poi la composilionedet comitato di valutazione: oltre al preside, etltranotre docenti, un rapprésèntal'1tedi .. enìtori~ uno degli stu~entl, é uitmembro esternoscetto dall'Osriche può ess.ereun professoie,.un presidé,unispettoretecnico}
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La riforma prova a rendere operativa l'autonomia scolastiça. Ogni scuola dovrà predisporre un pianotriennale (Pof), rivedibile annualmente,con le priorità didattiche e organizzative che s'intendono reallzzare. Nascerà anche. ma dat2016, un organico dell'autonornia;aggiuntivo rispetto a quello di diritto, che dovrà realizzare le novità individuate dall'istituto
Nellaversioneorlgil'1arla le erogazioni dei privatiaveval'10 carntterlditotaletiberatità. Ora, è statointrOdottoUi'ltettomassimodi lOomilaeuro:Nonècambiatoll rriéCcanismodelc~tod~mposta aI65%periprlmìdueanni,che . scende poiat50%. Masiprevede unfondoperequativo:il100A> dei . finanziamentlerogatièpresodal Miurche{odistribuiscenellescuole chenannoavutomenofondi
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Resta la chiamata diretta dei docenti dell'autonorniada parte dei presidi,ma viene ridimensionata e rinviata di fatto a12016. I presidi potranno poi assegnareifondi premialiagli ìnsegnllnti meritevoli,in base peròacriteriindicatidaun comitato di valutazione. Poteri ridotti anche su l fronte del Pof, che sarà"collegialeì'.Idirigentl saranno valutati ognitreanni
DaI2106saledallO%al30%la quota premia le peri migliori istituti. Perilriconoscimento.poi, lefondazioni dovranno essere dotatedi unpatrimcinio, uniforme intutrItalia, non imeriorea SOmilaeuro.Dopoilpéessing delle imprese. si riconOSce la possibilità che un sìngololtspossa attivare corsiin duediversi settori
le tecnologid.Conunvincolo:avere un patrimonio di lOOmila euro
I voti di fiduda al Senato
I voti favorevoli incassati dal governo Renzi dall'insediamento
Provvedimento Scuola
Terrorismo
Milleproroghe
Ilva
Jobsact
Giustizia civile
Stadi
Voti favorevoli
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..•....•.• 61
164 -------------h~~
Jobs act 16$
Comunitaria
Com petitività
Pa
Carceri
Cultura
Competitività
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Droga ------------+~~~~,
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Province
Governo
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Scuola: testate nazionali Pag, 44
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l'ANALISI
Luisa Ribolzi
Una riforma con poche luci, qualche ombra e tanti «dejà vu» I
I lmaxiemendamento che sintetizza(sifaper dire: 209 commi per 39 pagine) il testo ap
provato dalla Cameraelemigliaia di emendamenti presentati è oramainoto. Che dire che non sia già stato 'detto? Per esempi6, che la sensazione di déjà vù si è fatta semprepiùforte:prescriveazioni già previste dalle riforme degli ultime18anni.Citoacaso:ilcomma 3prevederarticolazionedelmonte ore o del gruppo classe, la programmazione flessibile e altro, tutte cose giàconsentite e attuate, cosìcomei180biettividelcomma 7, già inseribili nella programmazione; il piano triennale dell' offerta formativa previsto dal comma 12 ii àmpiamente realiZzato, ad esempio nella scuola media della mia nipotina; il comma 21 parla di un'equipollenza dei titoli fIssata dal "milleproroghe" del2012:esiamosolo a pagina 5.1 casi sono due: o il legislatore non sa che queste cose già esistono oppure vuole ribadire rimportanza che vengano realizzate.
della regolarità contabile (che se mai è competenza del Mef: sono imprese private) ci andrà la finanza? Naturalmente, a costo zero: il maxiemendamento prevede qualche frnanziamento, ma la maggiorparte delle innovazioni è a costo zero, concetto difficile da spiegare ai colleghi stranieri non per difficoltà di traduzione, rna perché è ormai acclarato ovunque, tranne che in Italia, che le riforme hanno sempre un costo, magarinonesplicito.
Fermiamoci q~ anche se potrei continuare a lungo (perché le Afam in un decreto sulla stuola? Perché il 10% alle Scuole che ricevonomenodonazioni,icuigenitorisono rnagarinon più poverirna più egoisti? Perché così tanto spazio alla decretazione entro 18mesi (commal]8,nove)quandoresperienzaci dice che non èinfrequente il caso incuii decretinon vengano emanati (o subiscano gravi ritardi). Non voglio qui entrare nel dIbattito inattodamesisuidocen~ sul loro numero e tipologia, su quandosarannoassuntiequando incominceranno a lavorare (sicl), sullo spazio lasciato ai giovani, su chilivaluterà,semaisarannovaluta~ spesso sulla base di informazioniinsufficienti oscorrette, e comunque quasi mai pensando a quelcheser\Te aglistudenti
Ci sono certamente molti aspetti positi~ come la parte sulraltemanza,unaqualcherivalutazione della formazione tecnica superiore, la disponibilità di fondi che negli anni scorsi erano stati sempre e solo ridotti Temo però che il clima di esasperata conflittualità che ha accompagnato la Buona Scuola, non sempre e non solo legato ai suoi contenu~ rendapartico1armenteproblernatico attuarne il dettato e soprattutto apportarvi le necessarie modifIche. Ne11999 il primo ministro di Singapore poneva come obiettivo della riforma della scuola: "Thinking school, learning nation": una scuola che pensa, una nazione che impara Ma in Italia, francamente, non saprei da quale delle due cose incominciare. .
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Proseguiamo. Sulla scuola paritaria viene ridimensionato il buono scuola, abbassato il limite perglisgravifIscalieincompenso il comma 150 prevede «un piano straordinario di verifIca della permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità scolastica». Magiàildl250/z005prevedeva che la parifIca fosse rilasciata dagliUsr,nondalministero,sulla base di un regolamento mai emanato, e quindi ancora una volta si tratterebbe di realizzare in forma straordinaria una prescrizione non realizzata in via ordinaria E po~ le paritarie ne120l3l14 erano circa 13.500, e anche limitandosi alle L 500 secondarie di secondo ~
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grado, .controllarle tutte, con le ri- ~ sorse disponibili alPattuale stato .8 di (dis)funzionamento del siste- {l
~ ma, non pare facile. Per il rispetto '6
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UNA LEGGE 25MILA PAROLE di Michele Ainis
he c'è in comune fra la Buona Scuola e l'Italicum? E fra quest'ultimo e il Jobs act, la legge
Delrio sulle Province, quella di Stabilità? Semplice: sono tutte figlie d'un maxiemendamento, sul quale cade poi come una scure il voto di fiducia. E almeno in questo, Renzi non si distingue dai suoi predecessori. Hanno maxiemendato Prodi (cui si deve il record di 1.365 commi stipati in un solo articolo di legge), Berlusconi, Monti, Letta. Sempre aggiungendo al testo un'invocazione amorosa al Parlamento, che Renzi ha ripetuto 30 volte (in media ogni 12 giorni) durante il suo primo anno di governo. «Ti
IL MAXIElVIENDAMENTO --------------------
UNA LEGGE IN 25 MILA PAROLE SEGUE DALLA PRIMA
Restano chiaroscuri anche sul maxiemendamento, rispetto al
_ te sto originario. Quanto al piano d'as
sunzioni, per esempio, è in chiaro il reclutamento degli idonei usciti dall'ultimo concorso, è in scuro il rinvio della pianta organica al 2016.
Niente di nuovo, succede con ogni maxiemendamento. Perché il suo primo effetto è di trasformare il Parlamento in organo consultivo del governo: quest'ultimo ascolta quanto hanno da dire gli onorevoli colleghi, leggiucchia le loro proposte di modifica, poi sceglie petalo da petalo, e li incarta in una rosa che ha per spina la fiducia. Sequestrando la libertà dei parlamentari, messi davanti a un prendere (la legge) o lasciare (la poltrona). Sommando su di sé il potere esecutivo e quello legislativo, specie se il testo contiene 9 deleghe al governo, come accade per la Buona Scuola. E sfidando infine il paradosso, la contorsione logica. TI maxiemendamento, difatti, è un autoemendamento, quando interviene su un progetto confezionato dallo stesso Consiglio dei ministri. Mentre emenda, il go-
verno fa ammenda. Ma l'ammenda non corregge i difetti originari: viceversa li moltiplica, giacché converte l'atto normativo in arzigogolo, che poi ciascuno interpreterà come gli pare, come gli fa più comodo.
Così, fra questi 209 commi che si succed()llo senza uno straccio di titolo per orientarne la lettura, fa capolino il comma 49, che introduce la lettera b-bis. Seguito a debita distanza dal comma 166, che a sua volta aggiunge il comma 2-octies. Mentre il comma 178 si divide in 9 lettere; la lettera b in 8 punti; il punto 3 in 4 sottopunti. Senza dire del comma 74, a proposito degli insegnanti di sostegno: un delirio di rinvii normativi, 23 numeri in 84 parole. Sarà per questo che l1talia è fanalino di coda nella classifica che misura la qualità della legislazione, 63 gradini in giù rispetto alla Germania. Sarà per questo che l'indice Doing Business 2015 ci situa al 56Q posto, dietro a tutte le principali economie. Con leggi così l'imprenditore, il lavoratore, e da domani pure lo studente, rimangono giocoforza ostaggio del burocrate. TI maxiemendamento è un campo di concentramento.
Michele Ainis michele.ainis@uniroma3.it
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fidi di me, mi vuoi ancora bene? Dimmelo di nuovo, giurami fiducia».
È la legge non scritta della Seconda Repubblica: se vuoi incassare una riforma, devi violentarne la forma. Nel caso della scuola, questa maschera deforme comprende 209 commi, che s'allungano per 25 mila parole. Neppure Samuel Beckett, conle sue frasi che riempivano una pagina, avrebbe osat0 tanto. Si dirà: una legge non è un romanzo, dobbiamo misurarne la sostanza, 'non lo stile.
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Vero, ma fino a un certo punto. Intanto, sui contenuti la riforma è in chiaroscuro, altrimenti non avrebbe innescato una valanga di proteste. Restano elementi critici sull'offerta formativa, sui poteri del preside-sceriffo (decide lui chi assumere), sul finanziamento alle scuole private (vietato dalla Costituzione). Dopo di che non mancano i progressi: maggiore autonomia, stabilizzazione dei precari, aiuti alle scuole disagiate, processi di valutazione dei dirigenti e dei docenti.
continua a pagina 27
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La :rifo:rnna Favorevoli 159, 112 i no, 4 dem non votano
Scuola, il primo.sì al Senato Bagarre in Aula dei 5 Stelle
il Senato ha approvato, con 159 voti favorevoli e 112 contrari, il maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge di riforma del si-
stema nazionale di istruzione, sul quale il governo aveva posto la fiducia. Non l'hanno votata i senatori del Pd Tocci, Mineo, Ruta e Casson, che era assente.
il provvedimento torna alla Camera. In Aula, caos e tensione. I senatori del Movimento 5 Stelle hanno protestato mettendo in scena il funerale della scuola
pubblica, con lumini elettrici da cimitero, simbolo usato anche dagli insegnanti nei flash mob e nelle manifestazioni.
a pagina 9 Santarpia e il commento di
Fabrizio Roncone
Caos in Aula, ma la fiducia sulla scuola passa Dalle magliette di SeI ai lumini del M5S, solo tre dem escono per non votare. Renzi: ce l'abbiamo fatta
ROMA Urla, fischi, lacrime, appelli, sms, striscioni, magliette di protesta con scritte rosse e blu: è da ultimo giorno di scuola il clima in cui il Senato vota e approva la fiducia del governo sulla riforma del sistema di istruzione, che dal 7 luglio pas-
. sa alla Camera per la terza e ultima lettura. Palazzo Madama dà il via libera al disegno di legge con 159 sì, 112 no (Forza Italia, Lega, SeI, Movimento 5 Stelle): sono 4 i senatori democratici che mancano all'appello, con Felice Casson assente e Walter Tocci, Corradiòo Mineo e Roberto Ruta che escono dall'Aula al momento del voto. Ma il loro è il gesto meno clamoroso di tutta la convulsa giòrnata, iniziata alle 9.30 con la richiesta del voto di fiducia del ministro Maria Elena Boschi, proseguita con un dibattito fiacco, e terminata nel caos. Fischiato dai Cinque Stelle il voto di fiducia dell'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano; derisi i sì degli ex azzurri (ora gruppo
I fischi a Napolitano Dai banchi dei 5 Stelle fischi all' ex presidente al momento della votazione
misto) Sandro Bondi e della compagna Manuela Repetti; contestata la senatrice Francesca Puglisi, che prova ancora a difendere il merito della riforma; insultata la ministra Stefania Giannini, che resta in silenzio per tutti lavori, salvo poi inviare un srns al premier Matteo Renzi subito dopo il voto: «Ce l'abbiamo fatla». Che ce l'avrebbero fatta era abbastanza chiar.o da qualche giorno, quando si è conclusa l'operazione «isolamento» dei parlamentari Pd contrari al ddl. Dopo l'uscita del presidente del Consiglio a Porta a Porta -«Fermiamoci, convochiamo una conferenza a luglio» - i democratici hanno capito che, se il governo avesse rinviato ancora la riforma, ci avrebbero rimesso la faccia: e così i 23 potenziali voti contrari che avrebbero potuto mettere in bilico la maggioranza (tra gli altri, Lucrezia Recchiuti, Miguel Gotor, Vannino Chiti) si sono trasformati in voti a favore. Sono rima-
100 3 miliardi di euro
mila le sarà il valore, stabilizzazioni, a regime, del annunciate dal finanziamento governo, per aggiuntivo il 2015/16, stanziato con il sì al testo sull'istruzione sulla scuola
sti in due, gli unici a non essere convocati a Palazzo Chigi venerdì scorso: «È amaro pensare che si siano tirati indietro - sottoli" nea Corradino Mineo - ma mi sento sereno, abbiamo fatto la nostra battaglia per ottenere il massimo del risultato sulla scuola. Non andiamo via, ma apriamo una riflessione nel partito», insiste. «Con dolore constato che le riforme Gelmini e Moratti sono state emendate, mentre la nostra è la prima riforma che passa al Senato blindata - aggiunge Tocci -. Ma il mio gesto non è un preludio all'uscita dal Pd, ho sperato fino all'ultimo in una mediazione». Ci sperava anche Ruta, il docente, che ha fatto una scelta più netta: «Voto in dissenso dal partito sul ddl perché mi sento vincolato dal programma: avevamo detto di voler cambiare la riforma insieme agli insegnanti, non lo stiamo facendo».
E loro, gli insegnanti, intanto sono fuori, attraversano il centro di Roma alzando cartelli:
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«Vergogna». Accusano il governo di aver detto «bugie», di non averli ascoltati, e restano in piazza anche quando ormai l'aula del Senato è vuota. «Hanno ucciso'la scuola pubblica, è la mazzata finale a un Paese già in ginocchio», scrive Beppe Grillo mentre i suoi, dopo aver messo in scena il funerale della scuola con tanto di lumini accesi in Aula e lutto al braccio, corrono in piazza dai manifestanti. «L'ennesima beffa che il governo si fa di noi», annuisce Alberto Irone, Rete degli studenti. Intanto i commessi stanno già sistemando i banchi e portano via le magliette indossate dai parlamentari per protesta. Una era quella dell'ono Maria Mussini (gruppo misto), che ha suscitato !'intervento del presidente del Senato Grasso: <<Non si può stare in Aula così». E lei: «Che faccio, uno strip-tease in classe?». La replica, serafica: «Non fa niente, c'è scritto Diritto allo studio, allora va bene».
Valentina Santarpia © RIPRODUZIONE RISERVATA
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COBBIEBE DELLA SEBA
I CONTENUTI esterni, che vengono infatti -1 potenziati. <D RIPRDDUZIO',Ul:SERVATA
, , Cento milioni!' anno I centomila ~sunti per!' alternanza Cattedra Sublt~ tra classe e lavoro solo per la meta
Se in Italia i Neet (giovani tra i
Sono il punto chiave del ddl, k_ 15 e i 29 anni che non k quello su cui il premier ha studiano né lavorano) sono puntato tutto e forse anche il oltre 2 mUioni, bisogna correre più contestato: le 100,701 ai ripari. In questa direzione va assunzioni dei precari delle il potenziamento della Graduatorie ad esaurimento. alternanza scuola-lavoro, con Secondo il maxiemendamento almeno 400 ore di stage approvato ieri dal Senato, che nell'ultimo triennio dei tecnici riscrive il ddl, gli insegnanti e dei professionali e 200 in saranno assunti giuridicamente quello dei licei. Grazie a uno dal 1 o settembre 2015, ma di stanziamento di 100
fatto solo una parte milioni l'anno, - poco più della l'alternanza si farà in metà - avrà subito azienda, in enti una cattedra su posto pubblici, musei ma vacante e disponibile. anche d'estate e all'estero. Sarà
Gli altri, stimati in 48 mila, predisposta una Carta.dirittic rappresentano quell'organico doveri degli studenti in funzionale o di potenziamento alternanza e istituito un che arricchirà l'offerta Registro nazionale in cui formativa e colmerà le carenze. saranno visibili enti e imprese Secondo i 5 Stelle, non saranno disponibili. E parte dei fondi realmente in classe prima del stanziati per gli Istituti tecnici 2016. n governo assicura che superiori sarà legata (per il entro ottobre, una volta 30%) agli esiti dei diplomati nel organizzate le scuole, lavoro. o RIORODUZIONE RISERVATA
lavorer~o. (c' QIPRO~UZIONE RISERVATA Edifici innovativi Sul presIde manager '
. tr ili "str tti' e Sicurezza, con o pIU e l ' d li , tt' st ,crescono e nsorse eg ISpe on e emI
I) reside manager, sceriffo, dittatore: le locuzioni si
sono sprecate negli ultimi mesi per definire il nuovo ruolo del dirigente scolastico. A scatenarle i nuovi poteri affidati a una figura che nella riforma potrà assegnare i premi economici, attraverso il fondo di 200 milioni stanziati ad hoc, ai professori; potrà scegliere i
docenti da chiamare nella sua scuola (<<chiamata diretta» ) valutando le loro competenze ed
I l ddl prevede un bando (300 i milioni a disposizione)
per la costruzione di scuole innovative dal punto di vista architettonico, scuole «greeID> e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L'Osservatorio per l'edilizia scolastica, istituito presso il Miur, coordinerà strategie e risorse per gli
interventi e promuoverà la cultura della sicurezza. È previsto poi un investimento
di 200 milioni per i mutui agevolati per la costruzione e la ristrutturazione delle scuole. Vengono recuP'i:rate risorse non spese da investire
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Lezioni sulla parità e contro la violenza di genere
L a riforma apre le porte all'insegnamento della
teoria gender nella scuola»: i senatori di Ap, mercoledì sera, hanno fatto scattare l'allarme, con il rischio che il maxiemendamento potesse saltare se si fossero messi di traverso. Ma è bastato un veloce chiarimento con il ministro Giannini ieri, prima
della seduta in Aula, a spiegare che il comma citato, il 16 dell'articolo 2, quello sulla promozione
dell'educazione «alla parità dei sessi e la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni», non nascondeva «trappole», È stato escluso che la teoria sulle differenze di genere sia prevista in attività scolastiche extracurriculari, che in ogni caso devono avere il consenso delle famiglie.: RIPPo:JlI?:ONE fllsrRV,\Tt.
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La vicenda
8 La riforma della scuola ottiene il via libera della Camera il 20 maggio, con 316sì,137 contrari e un astenuto. Non la votano 28 dissidenti pd. È crÌìicata dai sindacati della scuola,già scesi in piazza ad aprile
8 Il testo passa al Senato. È contestato dalle opposizioni, mentre anche la minoranza del Pd chiede modifiche, in particolare sui maggiori poteri concessi ai presidi: sono 3 mila gli emendamenti presentati
8 Il governo inizialmente annuncia la possibilità che la riforma slitti (insieme a 100 mila assunzioni di insegnanti). Poi recepisce alcune delle richieste di m.odifica con un maxiemendamento, su cui pone la fiducia. Ieri il voto dell'Aula del Senato, con 159 sì, 112 no e nessun astenuto
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esperienze e potrà scegliere un 10% di insegnanti da usare come collaboratori. Un ruolo che è stato stemperato dalla introduzione di un comitato di valutazione che lo affiancherà' nei suoi compiti, e da criteri precisi perché sia valutato egli stesso, attraverso gli ispettori
sulla sicurezza degli edifici. ~ . Stanziati 40 milioni per ~c finanziare indagini sui o
controsoffitti e istituita la {l giornata della Sicurezza a ~ scuola~ (C, r(IPRCDUZIONE RISERVi\TA :g
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Scuola: testate nazionali Pag.48
la Repubblica iLM:mOSC!:.NA
Il premier: il peggio è passato !
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PER Matteo Renzi, nonostante i tre dissidenti del Pd sulla fiducia, la giornata di
. ieri rappresenta il primo raggio di sole dopo giorni bui.
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"Ora il peggio .. il premiertra
alle sp Ile" con l sini tra
i rit chi al bicame li ma Soddisfazione per la tenuta del patto interno al Pd. Contatti con i dissidenti sulla nomina dei nuovi senatori: rispunta l'elettività in un listino a parte
«L'accordo interno ha tenutoosserva tuttavia il premier - e
prot, avevano toccato il punto più basso"
adesso possiamo rimettere i pista la riforma costituzionale per approvarla prima dell'estate».
quando andranno al voto MilaUn atteggiamento quasi spaval- no, Napoli, Torino, Genova. La do, ben diverso da quella sera di testa è già lì. II ministro della Didieci giorni fa quando il capo del fesa Roberta Pinotti, reduce dal-governo, tra il depresso e l'ar- la sconfitta della "sua" Paitaalle rabbiato, meditava di rimettere in un cassetto la riforma della regionali in Liguria, ammette scuola. «Se ci fossimo fermati _ che il governo e il Pd si gioche-
ranno il tutto per tutto. «Tra il riROMA. Per Matteo Renzi, nono- confida con il senno di poi il nu- sultato elettorale e il mondo del-
Dunque ci saranno candidati scelti dalla segreteria, dopo una consultazione con le componenti interne. Anche perché, dopo la rottura con SeI, è ormai impossibile la riproposizione di quella stagione di centrosinistra che portò alla vittoria dei sindaci arancioni a Cagliari, Genova, Milano e Napoli.
L'altra partita fondamentale, che s'intreccia con il rapporto che Renzi sta provando a ricucire con la sinistra interna, è quella che ha come posta la riforma della Costituzione. Su questo fronte è già ricominciato, in
stante i tre dissidenti del Pd sul- mero due renziano a palazzo la scuola mobilitato contro· di la fiducia, la giornata di ieri rap- Madama, Giorgio Tonini - sa- noi - spiega uscendo da palazzo presenta il primo raggio di sole rebbe stato un tragico errore, Madama da una stradinalateradopo giorni bui. Settimane diffi- !'inizio della fine. Ci avrebbero le - abbiamo toccato il più più
l fatti a pezzi su tutto. llnostro de- basso. Adesso ci dobbiamo met- ___________ _ cili, a partire dal cattivo risu ta- stino è andare avanti». In prima fila nell'agenda riforma Rai e unioni civili. E la revisione delle regole sulle primarie
to delle elezioni fino alla decapi- I numeri incoraggianti tere sotto per dare risposte al tazione del pd romano. il sospi- sull' aumento degli ordinativi paese e, soprattutto, preparare ro di sollievo, a cui silascia anda- dell'industria, sulle assunzioni, bene le amministrative. Arrire in privato, riguarda l'oggi e il sulla ripresa dei consumi inter- varci impreparati, all'ultimo futuro. «ll peggio è alle nostre ni, fanno ben sperare il premier mese, è pericoloso». Perdere nelspalle - confida ai suoi - gli inse- per i mesi a venire. E rafforzano le grandi città, tutte amminignanti capiranno. Da qui alla fi- !'idea di proseguire con l' oriz- strate dal centrosinistra, sareb- ------------ne dell'anno spenderemo oltre zonte puntato sulla fine natura- be per il governo Renzi il segna- via riservata, un dialogo che ha un miliardo di euro sulla scuola, le della legislatura. Portando a le del fine corsa. Per questo, a co- come protagonisti il ministro i soldi ci sono». casa il prima possibile la rifor- sto di smentire uno dei dogmi Boschi e alcuni esponenti della
Ma anche la situazione inter- ma costituzionale e tutto il re- del Pd, al N azareno si sta pen- minoranza dem come i senatori
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na ai gruppi parlamentari, do- sto che attende in coda, dalla sandodiprivilegiareicandidati Vannino Chiti e Claudio Martipo l'uscita di Civati e Fassina, Rai alle unioni civili. Con 1'0c- politicamentegiustisenzaricor- ni. il punto su cui il governo è appare più tranquilla. Certo, la chio puntato sulle amministrati- rere alle primarie. Pinotti pren- pronto a cedere è quello mobilitazione del mondo scola- ve della prossima primavera, de un respiro e annuisce: «Lepri- dell'elettività dei futuri mem- ~ stico ha toccato nervi sensibili e marie si fanno se c'è un percor- bri del Senato. Che saranno ~c i musi lunghi di molti senatori so politico, non alla "spe- sempre consiglieri regionali, o
della minoranza ieri testimonia- Il ministro Pinotti: "Tra ra-in-dio" e chi vuole si candida. scelti però su un listino a parte {l vano quanto sia stato amaro il regionali e proteste dei Specie in realtà molto ... complic che gli elettori si troveranno sul- ~ boccone ingoiato con la fiducia cate come Napoli». la scheda elettorale. A differen- 'g ~---------~~~-~--~----~~-~~~~~~-~~~~~==~~~~----------iu
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la Repubblica za della buona scuola, sulla riforma costituzionale Renzi non può forzare la mano alla sinistra interna con la fiducia. E quei 23 senatori se li può conquistare solo con la politica e il dialogo.
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IL NO AL GENDEII DEI LEGHISTI E I LUMINI DEI S STELLE In alto lo striscione della Lega contro l'educazione di genere, nella foto in basso i lumini a lutto dei cinque stelle per la "morte" della scuola pubblica
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I VOTI fAVOREVOLI DI IERI
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La fiducia sulla scuola è passata con due voti in meno della maggioranza assoluta, che è fissata a quota 161
169 lA PRIMA FIDUQA La prima fiducia al governo Renzi arriva nel febbraio . del 2014. All'esecutivo andarono169 sì
151 SOTTO lA SOGLIA Diversi i casi in cui il governo al Senato si è fermato sotto i 161 voti. Fra questi il decreto IIva: il governo ebbe in quel caso 151 voti
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la Repubblica Quotidiano I Data
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Scuola ok, Renzi incassa la fiducia tra urla, insulti e finti funerali In Senato 159sìe 112no.Protestano le opposizioni, M5S contro Napolitano Romani: "Governo senza maggioranza" La piazza con Fassina, fischi a Mineo
CARMELO LOPAPA
ROMA. La riforma della scuola passa l'esame più difficile, a Palazzo Madama i sì sono 159, i contrari 112, tra lumini mortuari, fischietti, fasce nere, striscioni in aula. La "buona scuola" diventerà legge a Montecitorio dove approderà già il 7 luglio. Bisogna correre, diconodal governo, per sbloccare le 103 mila assunzioniin tempo per settembre. "Ce l'abbiamo fatta" scrive via sms al premier Renzi la ministra dell'Istruzione Giannini. Ma si va sotto quota 160, la metà più uno dei senatori se si considerano quelli a vita. Tanto che il forzista Paolo Romani e illeghista Roberto Calderoli vantano una mezza vittoria, nella disfatta: «Il governo non ha più i numeri al Senato».
Fuori dall'aula i professori e gli studentidalle 17 attraversano Roma, partendo dalla Bocca della verità, saranno bloccati dalla polizia in stato antisommossa a piazza Sant' Andrea della Valle, poco distante da Palazzo Madama. I capannelli si animeranno parecchio in serata, quando i parlamentari grillini e quelli di SeI si uniranno ai manifestanti in piazza, per urlare anche da lì "vergogna" ai senatori di maggioranza che alla spicciolata escono e passano a tiro. I flash mob del pomeriggio lasciano il posto agli slogan urlati: "No pd, no pd, traditori, traditori". Si beccala contestazione ("Vattene buffone") Corradino Mineo, che pure ha negato la fiducia al governo con gli altri della sinistra pd: Roberto Ruta, Walter Tocci, Felice Casson. Pretendevano il no, piuttosto che la defezione dal voto. Tutt' altra accoglienza per l'ormai ex pd Stefano Fassina, applausi e abbracci dagli insegnanti: «È inaccettabile che vi sia stata sbattuta la porta in faccia», li consola lui. Dentro, l'aula è in subbuglio, lo sarà dal mattino fino al voto finale.
Il governo ce l'ha fatta sì, il ministro Stefania Giannini (<<Non sono commissariata») e il sottosegretario Davide Faraone si abbracciano. Ma con voti e assenze che pesano. Con i sì, ad esempio, degli ex Fi Sandro Bondi e Manuela Repetti, con l'assenza fin troppo evidente di Denis Verdini, ormai in rotta col suo partito. Se è per questo non si fanno vedere
nel giorno decisivo, ma per marcare la distan- te Grasso. Perderà le staffe solo quando i banza, nemmeno il senatore a vita Carlo Rubbia, chi M5S si trasformeranno in curva sud prone Elena Cattaneo e Mario Monti, uomini di ta a colpire chiunque voti a favore o quasi: scienza e di università. Tra le file della mag- «Questi sono gesti di intolleranza. Il voto degioranza spicca anche l'assenza di Carlo Gio- ve essere libero, non voglio commenti né privanardi, ma l'Ncd di cui fa parte è compatto e . ma, né dopo». Ma sarà inutile. Bondi e Repetdeterminante. ti, con Casini e tutti gli ex grillini, i più tartas-
Dagli ultrà grillini e Sei non sarà risparmia- sati. Beppe Grillo via Twitter sentenzia: «Hanto nessuno dei votanti a favore. Nemmeno, no ucciso la scuola pubblica». I centomila da per la prima volta, l'ex presidente Giorgio N a- assumere tirano un sospiro di sollievo. politano. Ha appena pronunciato il suo "sì" al-la prima chiama e finisce sopraffatto da cori di "buu", "bravo, bravo", "vergogna" e fischi dai banchi dei Cinque stelle. Lui si allontana lentamente sostenendosi sul bastone, senza voltarsi. Sono da poco passate le 18, è il mo-mento più basso di una giornata che è andata degradando come su piano inclinato verso il caos finale. Una corrida, protagonisti anche prof e studenti dalle tribune in alto, che si sca-tenerà contro tutti gli ex grillini che oseran-no pronunciare il "sì" alla chiama, ma anche contro chi, come Miguel Gotor sta alla sini-stra del pd, ma non al punto da negare la fidu-cia. «Voto sì per disciplina, ma gli elettori non ci perdoneranno», è il suo presagio. A mezzo-giorno i parlamentari di Sei compaiono con t-shirt bianche con la scritta "Libertà di inse-gnamento" e "Diritto allo studio", il clou sarà l'uso imperterrito dei fischietti in aula, stile Vuvuzelas ai mondiali del Sudafrica. La ma-glietta la indossa anche Maria Mussini del Mi-sto e il presidente Grasso le chiede di toglier-la. «Che faccio presidente, mi spoglio? Volete uno striptease?» La capogruppo SeI De Petris nel frattempo ha adagiato una di quelle ma-gliette sul banco del ministro Giannini. «Fuo-ri i bulli dalla scuola», campeggia sui cartelli mostrati dai leghisti con tanto di fotomontag-gio del premier Renzi nei panni del Fonzie di "Happy days". Nulla rispetto allo striscione che a un certo punto srotolano sempre i leghi-sti: «Difendiamo i nostri bambini dalla scuola di Satana», c'è scritto. Il loro Gian Marco Cen-tinaio si distinguerà per aver paragonato il ddl alla ;'vaselina". I grillini portano in aula i lumini mortuari, dopo averli ostentati in sala stampa a beneficio delle telecamere per il "fu_ nerale" della scuola. «Quei lumini che avete là non portano bene», li ammonisce con l'ulti-mo briciolo di ironia l'ormai esausto presiden-
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"Raccoglieremo le firme per abrogare queste regole"
CORRADO lUMINO ROMA. Giovanni Cocchi, maestro per vent'anni, prof di medie per i successivi quindici (al Guercino di Bologna). E' diventato il simbolo della protesta contro la riforma della scuola. «Ho discusso del disegno di legge con Renzi per un quarto d'ora, ognuno è rimasto delle
sue idee, poi, quando è andato alla lavagna, gli ho rifatto il verso in video».
Perché Bologna e perché lei al centro della rivolta? «Bologna ha la stessa tradizione forte
della scuola italiana: affonda le radici nella Resistenza e nella Costituzione. lo sono riconosciuto perché sono solo un insegnante. Non sono iscritto a un sindacato e da sempre sono un elettore di sinistra deluso. Quando il Pd va al governo diventa irriconoscibile».
Per ora ha vinto Renzi con la sua Buona scuola. Come reagirete? «Non è finita qui. D'istinto dico che da
settembre la scuola italiana farà di tutto per non far passare la riforma. Non ci sarà collahorazione con i presidi e i loro
staff, sulle scartoffie da firmare creeremo problemi. Ci dedicheremo a insegnare ai nostri ragazzi, quello è sacro».
E fuori? «Raccoglieremo le firme per ahrogare una legge
che divide territorio da territorio, quartiere da quartiere e che nelle scuole ricche formerà la nuova classe dirigente e in quelle povere manodopera disponibile impossibilitata ad affrancarsi nella vita. Un ritorno indietro di decenni».
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La Dliovaseuola. I capi istituto selezioneranno i docenti da graduatorie territoriali Duecento milioni all' anno per i premi di merito. Stage in azienda per tutti: 400 ore per gli alunni degli istituti tecnici, 200 per i liceali. Ecco i cardini della riforma che cambia il sistema-istruzione
Presidi con più poteri ma valutati ogni tre anni 1 00 mila precari assunti e bonus ai prof migliori COR~Wlm\ìO
ROMA. L'approvazione al Senato è stato il passaggio decisivo (e il più temuto) del disegno di legge "La buona scuola", immaginata da Matteo Renzi dal giorno dell'insediamento del suo governo (22 febbraio 2014) e portata avanti dagli uffici del ministero dell'Istruzione con strappi e rallentamenti da settembre scorso a ieri. Il ddl prevede 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione, un miliardo già nel 20 15. Servono soprattutto al piano straordinario di assunzioni per 100.701 docenti: il governo vuole assorbire il precariato storico (620.000, oggi, gli iscritti in tre distinte graduatorie) .. Dal 2016 si assumerà solo per concorso. Al centro del provvedimento l'autonomia scolastica. I presidi, nonostante gli interventi successivi, restano il centro della scuola italiana: pagati meglio, avranno la prima e ultima parola sulle assunzioni (da bacini territoriali), più soldi per far funzionare gli istituti (raddoppiato il fondo di base) e più insegnanti da far girare sulle nuove materie. Gli stessi dirigenti scolastici, come i docenti, saranno valutati. I presidi ogni tre anni, anche da ispettori ministeriali. Vengono rafforzate, o reinserite, dieci materie. Musica e arte, competenze digitali ( anche i social networ k) , economia, diritto, cittadinanza e discipline motorie. L'inglese sarà insegnato dalle scuole elementari e alcune discipline generaliste saranno spiegate nella lingua lingua straniera scelta (il
metodo Clil). Ci sarà, ancora, l'italiano dedicato agli studenti stranieri. La contestata" chiamata diretta" dei docenti (ma non è la legge Aprea, dove i presidi assumevano direttamente i loro insegnanti) slitta a settembre 2016. Per quest' anno assunzioni vecchio stile: 52.000 da settembre e 48.000 nel corso della stagione. I primi mesi si annunciano molto difficili. Alle superiori, il curriculum degli studenti diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali che consentiranno agli alunni di crearsi un percorso autonomo. Le competenze maturate dagli studenti fuori dalla scuola (volontariato, attività sportive, culturali, musicali) saranno inserite in un apposito curriculum digitale che conterrà informazioni per 1'orientamento e l'inserimento nel mondo del lavoro. Nei periodi di sospensione delle attività scolastiche il governo vuole mantenere gli istituti aperti, ma su questa partita per ora non ci sono risorse. L (alternanza scuola-lavoro diventa strutturale: 100 milioni 1'anno è lo stanziamento. Si farà in azienda, enti pubblici e musei. D'estate e all' estero. Almeno 400 le ore di lavoro nell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali, 200 ore nei licei. il 30 per cento dei fondi pubblici stanziati per gli Istituti tecnici, alternativa al percorso universitario, sarà legato agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro.
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Via a un piano straordinario di assunzioni: 100.701 precari (potranno salire a una cifra tra 103.000 e 107.000) vengono assunti a tempo indeterminato entro il 15 settembre prossimo. Solo i primi 52 mila nelle
Gae (Graduatorie ad esaurimento) avranno diritto a scegliere cattedre vacanti e insegneranno subito. Gli altri 48mila - organico del potenziamento - saranno distribuiti nel
corso del 2015-2016 alle regioni (per il 90% in base al numero degli studenti e per il 10% in base alla dispersione scolastica) e avranno lo stipendio quando saliranno in cattedra. Tra gli assunti subito ci saranno i 6.500 idonei ( cifra da precisare) del concorso 2012. n ministero prevede 7 docenti in più per ogni complesso scolastico italiano.
-+Com'era La Buona scuola nella versione di settembre 2014 prevedeva 148.000 assunzioni. La stabilizzazione avrebbe dovuto avvenire ilI" settembre 2015 per tutti.
Come indicato dalla Corte di giustizia europea, la nuiva legge mette un limite alla replica dei contratti a termine dei docenti: a partire dalI o settembre 2016 non si potrà andare oltre i 36 mesi (continuativi o no)
di supplenze. Dal 2017 non si potrà più entrare nelle graduatorie di istituto (seconda e terzafascia) senza abilitazione. Entro il primo dicembre 2015 il Miur bandirà un concorso
per titoli ed esami valido per il 2016-2019 per l'assunzione a tempo indeterminato di 60.000 docenti. Per questo concorso si prevedono punteggi aggiuntivi per chi ha fatto tirocini a pagamento per abilitarsi (Tfa e Pas) e per chi ha fatto supplenze di almeno 36 mesi (si potrà pescare anche dalla seconda e dalla terza fascia).
-+Com'era
tempo: la legge oggi consente a un dirigente scolastico di guidare un istituto fino a nove anni. I presidi, chiamati "leader educativi", dovranno promuovere il piano dell' of
ferta formativa, scegliere dagli ambiti territoriali ( a partire dall' anno scolastico 2016/17) idocentiritenuti per curriculum ed esperienze più adatti alloro progetto. Cori la
riforma a regime tutti gli insegnanti saranno scelti dal capo d'istituto, che potrà nominare fino al 10 per cento di docenti come collaboratori. Il preside assegnerà anche le supplenze fino a 10 giorni. I dirigenti scolastici saranno supervisionati ogni tre anni da ispettori esterni: risponderanno del successo o dell' abbandono degli studenti.
-+Com'era La riforma ha abolito subito i vicepresidi. A disposizione del dirigente in un primo tempo si erano immaginate nuove figure per formare e valutare i docenti: tutor e mentor.
Il Comitato di valutazione degli insegnanti sarà composto da sette membri: il preside, tre docenti insediati dal Consiglio d'istituto e per metà dal collegio docenti, un membro esterno (docente, preside o tecnico),
un genitore e uno studente (due genitori nelle scuole dell'infanzia). Genitori e studenti mantengono pieni poteri. Il comitato resta in carica tre anni. Viene istituito un fon
do da 200 milioni l'anno per premiare i docenti migliori e più impegnati: li sceglierà il preside, sentito il Consiglio d'istituto. I premi andranno in media al 5 per cento degli insegnanti e la loro distribuzione terrà conto dei territori più difficili. L'emanazione delle linee guida per valutare il premio dei docenti è prevista «entro il 2018».
-+Co.'era Gli insegnanti nel comitato sono saliti da due a tre. La "Buona scuola" originaria prevedeva l'annullamentò degli scatti d'anzianità e premi al 66 per cento dei docenti.
A settembre 2014 il limite dei 36 mesi era previsto da settembre 2015: c'è un anno in più di attesa. Nessun blocco, invece, sull'in-gresso in seconda e terza fascia. -+ maulaalm.'liiilliGiD..
Scuola: testate nazionali
Dal 2016 il numero degli alunni nelle classi dovrà scendere da 28 (legge Gelmini) a25. La riduzione del numero può essere disposta dal dirigente scolastico per la presenza di alunni con disabilità. Il preside può utiliz
zare i docenti in classi di concorso diverse da
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quelle per le quali sono abilitati purché posseggano titoli di studio validi e competenze professionali coerenti e purché non siano dispo
nibili nell'ambito territoriale docenti già abilitati in quelle materie. Ogni anno maestri e professori avranno una card caricata con 500 euro per aggiornarsi: libri, strumenti digitali, corsi, mostre e teatri. La formazione diventa obbligatoria e costerà 40 milioni l'anno. La carta dello studente consentirà pagamenti elettronici.
-+Cmn'era La legge per ridurre le classi pollaio è stat introdotta soltanto al Senato. E in una prima versione non c'era la card da 500 euro. Prevista subito la formazione obbligatoria.
Con lo "school bonus" chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, la manutenzione, la promozione di progetti dedicati alla futura occupazione degli studenti avrà un beneficio fi
scale (credito di imposta del 50% o del 65% ) al momento della dichiarazione dei redditi (persone o enti non commerciali). Il 10% andrà alle scuole con meno risorse. E' stato
stabilito un tetto per le erogazioni liberali: i versamenti saranno ammessi in detrazione nel limite massimo di 100.000 euro per ogni periodo di imposta. Scatta la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie (fino a 400 euro l'anno) quando i figli frequentano una scuola paritaria: la detrazione vale dalle materne fino alle superiori.
-+Com'era Le scuole superiori, nei vari passaggi, sono uscite e rientrate dalle detrazioni per le paritarie. Il tetto allo "schoolbonus". è arrivato s0-
lo in Senato su pressione di una parte del Pd.
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Ma la vergogna più grande è la disuguaglianza a scuola NICHOlAS KRISTOF
UPPONETE che gli afro-americani contrassegnino il loro retaggio con bandiere raffiguranti la rivolta di Nat Turner nel 1831,in cui gli schiavi massacrarono cir
ca 60 uomini bianchi prima di essere sopraffatti: la bandiera non celebrerebbe l'omicidio di bianchi, ma commemorerebbe semplicemente un evento centrale nella storia dei neri!
Supponete che i messicano-americani agitino una bandiera raffigurante la battaglia di Alamo: il punto non sarebbe celebrare la strage di texani, ma esprimere l'orgoglio delle origini messicane!
È questo che significava per molti di noi lo stendardo di battaglia dei Confederati. Nat Turner almeno combatteva per la propria libertà, mentre lo stendardo dei Con·· federati rappresentava quel
li che hanno combattuto contro la libertà, difeso la schiavitù, bastonato gli attivisti dei diritti civili - e, più recentemente, assassinato i neri che vanno in chiesa. Fa specie constatare la stessa avversione nell' opinione pubblica del Sud.
"TI vessillo di battaglia dei Confederati era l'emblema della sfida diJim Crow al movimento dei diritti civili, dell'opposizione dei Dixiecrat (Partito democratico dei diritti degli stati) all'integrazione, e del terrorismo nazionale del Ku Klux Klan», rimarcava Russell Moore del Congresso dei Battisti del Sud. "I cristiani bianchi dovrebbero pensare al significato di quella bandiera peri nostri fratelli e sorelle afroamericani».
L'anno scorso, in America, c'è stato un dibattito molto più esteso sulle razze. Ma gran parte del dibattito sembrava polarizzare più che chiarire, lasciando le parti più trincerate che mai sulle loro posizioni, per cui ora è emozionante vedere un' ondata di azioni.
Lo Stato del South Carolina può final-
mente togliere la bandiera dalla sede del Palazzo di Governo, l'Alabama ha rimosso quattro bandiere dei Confederati dalla sede del Campidoglio statale e il Missisipi potrebbe eliminare dalla bandiera statale la croce di battaglia dei Confederati. Walmart, Sears, Amazon, e-Bay non venderanno più prodotti con il simbolo degli Stati Confederati. Quindi non stiamo assistendo a dibattiti. ma ad azioni. Ma sono per certi aspetti illusorie: riguardano un simbolo, e ora, i loro progressi devono riflettersi sulle disuguaglianze razziali nel quotidiano.
La più grande vergogna dell'America nel 2015 non è un pezzo di stoffa. È che un ragazzo di colore ha un' aspettativa di vita inferiore di 5 anni a quella di un bianco; il reddito netto nel 2011 di una media famiglia nera corrispondeva a 6.314 dollari, contro i 110.500 dollari di una famiglia bianca; quasi due terzi dei bambini neri crescono in famiglie a basso reddito; più di un terzo dei bambini neri metropolitani sono avvelenati dal piombo (con danni cerebrali permanente)presente nelle vecchie vernici delle case sotto lo standard.
Più determinante di quella bandiera è il nostro carente sistema di rette scolastiche che perpetua la disuguaglianza. L'unico ente pubblico in cui l'America fornisce oltremodo servizi agli afroamericani è la prigione. I ventenni neri privi di un diploma di scuola superiore hanno più probabilità di essere incarcerati che impiegati, secondo una ricerca del N ational Bureau of Economic Research.
Quindi sono favorevole alla rimozione degli stendardi di battaglia confederati, ma ora passiamo dai gesti simbolici a quelli concreti. Via le bandiere degli Stati Confederati da tutto il Paese! E poi occupiamoci della maggiore sciagura nazionale: nel 2015, molti bambini non hanno ancora uguali opportunità a causa del colore della loro pelle.
(©2015New York TimesNewsService Traduzione di Ettore C. Iannelli)
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LA STAMPA
Servivano . , . plU coraggio
e meno fretta ANDREA GAVOSTO
'P rimavera 2016. Sala professori di una qualsiasi scuola secondaria: Ci
scino quattro docenti. TI primo è da anni in cattedra in quella scuola e per lui quasi nulla è cambiato con la riforma, se non che ora gli sarà più difficile ottenere il trasferimento in una scuola vicina a casa.
CONTINUAA PAGINA 25
,SERVIVANO PIU CORAGGIO
E MENO FRETTA ANDREA GAVOSTO' SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
erò, è preoccupato perché awerte tensioni fra i colleghi e il dirigente scolastico, dopo tutte le sparate mediatiche sui «presidi sceriffo». Il secondo è entrato in ruolo a set-
tembre con il piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma, prendendo una cattedra o -'come recita il burocratese«un posto vacante e disponibile nell'organico di diritto». Viene dalle graduatorie a esaurimento (Gae) e finalmente ha il posto fisso. Anche lui è preoccupato: negli anni di precariato ha insegnato pochissimo, perché era indietro nelle graduatorie, e in questi mesi qui a scuola si è accorto che le sue competenze didattiche sono un po' arrugginite. Nessuno, peraltro, ha mai voluto verificarle né proporgli un aggiornamento. Da persona coscienziosa, si chiede: sono all'altezza delle richieste dei Ìniei studenti? Il terzo è il più insoddisfatto. Viene anche lui dalle Gae e anche lui è stato assunto con il piano straordinario, ma a metà anno, non a settembre. La sua materia è diritto ed economia, però non la insegna, perché nella scuola non ci sono cattedre disponibili e così è finito nei «posti di potenziamento» dell'organico dell'autonomia. Il preside ogni tanto lo manda in classe per una supplenza breve, a coprire un collega assente. Per il resto, fa poco e si sente un prof di serie B. Il quarto, il più giovane, insegna matematica. Ha l'abilitazione dopo il tirocinio formativo, ma non è di ruolo: è un supplente annuale, che la scuola è stata costretta ancora a chiamare - nonostante la maxi-assunzione -perché le graduatorie Gae della sua materia sono esaurite. Divide il suo tempo fra l'insegnamento e la preparazione al concorso appena indetto, passando il quale nei prossimi tre anni forse
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avrà anche lui il suo posto di ruolo.
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Questa storiella esemplare può dare un'idea di come sarà la scuola dopo la riforma a quei lettori preoccupati per il futuro dell'istruzione, per il percorso scolastico dei figli e per il possibile caos organizzativo del prossimo anno (cioè, quasi tutti), ma poco sedotti dai tecnicismi della normativa.
Come ripetiamo da mesi, la Buona Scuola fin dall'autunno 2014 aveva un peccato originale difficile da correggere: una «logica capovolta» che partiva non da una ricognizione dei reali bisogni formativi delle scuole, ma da un pacchetto di assunzioni prede terminato, sostanzialmente confermato fino a oggi. Una logica fondata su due premesse false: che assumendo subito tutti e solo i docenti delle Gae si sarebbe risolto il problema del precariato e che queste assunzioni sarebbero state adeguate a soddisfare - per ogni materia e in ogni area d'Italia - la domanda di insegnamento che viene dalle scuole (ma allora che ci fa Il il supplente annuale della nostra storiella?).
I lettori capir~nno anche perché su questi aspetti decisivi la riforma non è emendabile, anche dopo le modifiche apportate con il maxiemendamento, sul quale ieri il governo ha chiesto e ricevuto il voto di fiducia del Senato. Certo, non tutto è da buttare nella Buona Scuola che ora diventerà legge dopo un ultimo passaggio alla Camera. Vanno apprezzate la volontà di tornare a investire sull'istruzione e la scelta di dare una salutare sterzata ai rapporti fra scuola e lavoro. Come pure ci convince la vera novità del maxiemendamento: un modello di valutazione dei presidi che può diventare un contrappeso ai maggiori poteri a loro assegnati; migliorabilissimo, ma coerente con la direzione presa in questi anni dalla valutazione degli istituti e con l'idea di introdurre più merito nella scuola. Non basta, però, e perciò pensiamo che sia stata persa un'altra occasione per migliorare la scuola. Perché questa riforma, che il governo ha voluto approvare frettolosamente all'ultimo respiro per ragioni di ordine politico, manca di una visione strategica chiara di che cosa e come debbano apprendere i nostri studenti nel prossimo decennio, sacrificata all'urgenza di portare a casa a ogni costo quel pacchetto di assunzioni. Un esempio? È buona l'idea di un organico dell'autonomia più ampio e flessibile, grazie al quale incrementare spettro e qualità dell'offerta formativa,dando gambe alla «scuola del pomeriggio». Ma se diventa il refugium peccatorum per i precari a cui non si può dare una cattedra, lo si svilisce e lo si affossa.
*Direttore Fondazione Agnelli '" O') 00
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 11/1 2 Foglio 1 /3
Paola Mastrocola, insegnante e scrittrice: su ogni èquipe, di ogni tipo, c'è sempre un capo
Il preside serve assolutamente Le scelte degli insegnanti non sono mai senza conseguenze
potersi prendere è un'altra. D. Una minoranza robu- D. Un'obiezione insistita DI GOFFREDO PISTELLI D. Quale? sta... al potenziamento del ruolo
R. Quella di non svolgere il R. Sì, non saremmo pochi dei presidi è quella del vi-
Sì, mi Piac. erebbe programma, di non insegnare alla fine. È che non sciope- zio italico del clientelismo.
« avere un capo, bene. riamo mai e, quindi, non fac- Si dice che un dirigente come in tutti i D. Qual è il problema, ciamo testo. La nostra è una con la libertà di assumelavori. Le pare professoressa? ribellione molto silenziosa... re, seppure da un albo di
un'idea così strampalata?». R. Che nessuno ha un ritor- D. Torno al preside, abilitati, sarebbe un disaParlare di scuola con Paola no di quello che fa, che faccia anzi al dirigente scolasti- stro. Mastrocola, scrittrice di suc- bene o male, che faccia Dan- co, come si vuole che si R. Appunto, da un albo di cesso, ma insegnante autenti- te o no, che legga i giornali o dica... abilitati; ci sarebbe un conca in quel di Chieri (Torino), spieghi letteratura. R. Anche questa è una cosa corso, prima, che accerta le nella sezione scientifica del li- D. Con quali conseguen- curiosa: si vuole un dirigen- competenze. E io comunque ceo Augusto Monti, parlare di ze? te ma che non diriga. O me- non credo a questa obiezione, scuola, dicevamo, con questa R. Qualsiasi scelta compia glio... che varrebbe per qualsiasi torinese, classe 1956, signifi- un insegnante, non è senza D. O meglio? ambito professionale: il pre-ca rifuggire il politicamente, conseguenze, può causare R. Che diriga nelle pulizie, side che mettesse a lavorare anzi il sindacalmente corretto, danni irreparabili agli studen- nell'edilizia, nella burocrazia, persone che non funzionano e stare sulla concretezza dei ti. Le faccio un esempio. n ci va bene. Ma che non diri- per il solo fatto che sono ami-problemi. D. Meglio. ga altrove, per carità! che o parenti, la pagherebbe.
Domanda. Professoressa, R. Insegno al biennio dello D. Lei in passato l'ha det- Studenti e famiglie si ribellenon si è ancora spenta l'eco scientifico e, ogni anno, quan- to apertis verbis: un pen- rebbero, cambierebbero scuodell'indignazione contro il do arriva una nuova prima siero che è figlio di una la: c'è sempre e comunque un preside-sceriffo, previsto classe, incontro ragazzi che certa deriva sindacale. controllo sociale. nella riforma della scuola, non sanno parlare,-non san- R. Sì e credo D. Meglio adesso, col e lei invoca il «capo»? no scrivere, non sanno capire chenonsiafini- temo a lotto: a insegnare
Risposta. A me pare impos- quello che leggono. E hanno ta. Il sindacato arriva chi arriva? sibile il contrario. già otto anni di studio alle non demorderà R. Qui si è per il lavoro ga-
D. Vale a dire? spalle. A quel punto facciamo perché il posto rantito per tutti. Capisco, per R. Insomma in tutti gli i corsi di metodo di studio, fisso, garantito carità. Ma allora cambiamo-
ambienti di lavoro c'è questa per imparare a studiare. Ma per tutti, è il glielo questo lavoro: se uno figura del capo. Prenda un le pare? Non si poteva inse- mantra ricor- non sa insegnare, potremmo ospedale: c'è un primario che gnarglielo prima, a studiare, rente. Ma così, trovargli altre occupazioni guida medici e infermieri, che semplicemente facendoli stu- davvero, non all'interno della scuola, al-gli sono sottoposti, perché tut- diare? ne verremo trettanto importanti e utili, to funzioni. D. Torno, se permette, fuori. Non si in Italia siamo abilissimi a in-
D. L'ho sentita parlare sulla parola «capo», da lei vuole vedere. ventarci funzioni. No, il punto con nostalgia di quei pre- usata. Si rende conto che è D . C h e è un altro. sidi che, a sorpresa, entra- indicibile, vero? cosa? D. Quale, professoressa? vano in classe e ascoltava- R. Lo so. Eppure un capo R. Ba s t a R. E che ci si oppone a che no la sua lezione. Quando che fosse tale, farebbe una spostare il gli insegnanti siano rivalutati tutta la scuola si ribella cosa importante, come distin- punto di vista culturalmente e non solo per agli esorbitanti poteri del guere fra chi lavora meglio e sulla cosiddet- via burocra-capo di istituto. Sarebbe- chi lavora peggio. ta utenza, cioè le famiglie: è tica. Anzi sa ro limitativi della libertà D. Oggi non accade. evidente che un insegnante cosa le dico? di insegnamento. R. No, e non mi chieda per- che insegni male o non inse- D. Dica.
R. Ma quella non c'è più, ché. Forse perché dobbiamo gni affatto produca un danno R. Tutto da tempo. essere tutti tenuti a bagno in irreversibile nella vita di un questo ra-
D. Prego? questa palude piatta, in cui, ragazzo. Perché quello che non gionamento R. Ma sì, non siamo più emergendo qualcuno, l'altro impara ora, quel giovane, non sul ruolo del
liberi ma non certo a causa potrebbe sentirsi affondato. lo impara più. E avrà quindi preside mi dei presidi. Ci sono direttive - D. Scusi ma lei, con que- una vita lavorativa peggiore, spaventerebeuropee, neanche più italia- ste idee, non ha mai avuto a seconda di quali insegnanti be un po' se ne, che impongono alla scuola problemi nelle scuole in abbia incontrato nella sua car- il dirigente verifiche di competenze, test a cui ha insegnato e inse- riera scolastica. Possibile che i r i m a n e s s e cui nessun insegnante, singo- gna? sindacalisti non abbiano figli? quello che è larmente, è in grado di oppor- R. Be', nel 2004, quando Possibile che non si rendano oggi ossia un si. Insegniamo ciò che serve a uscì La scuola raccontata al conto che l'idea di professori bur~rate. raggiungere gli obiettivi dei miocane(Guanda),alcunicol- inamovibili,palesemente,non D. Ieri, test. leghi la presero malissimo, ci funziona? n o n e r a
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D. Addio libertà? fu una mezza sollevazione nel- D. A una famiglia che in- così? R. No, poi la libertà di inse- la mia scuola. Adesso va un po' cappi in docenti così, non R. Nella mia lunghissima ~
gnamento ognuno se la pren- meglio, forse si sono abituati. resta che cambiare scuo- carriera ho conosciuto presidi ~ de, e fa solo ben~, una volt~ E comunque, sa, non sono sola, la... , . .. che erano intellettuali veri, .8 chiusa la porta dI classe. E Cl almeno il 20-30% dei docenti R. SI, smgolarmente Cl SI ar- studiosi, ognuno nell'ambito {l
mancherebbe. Semmai la vera in Italia la pensa così. r~ngia, certo. M~ ~man.e un della propria disciplina, alcuni ~ libertà che nessuno dovrebbe dIsastro per tuttI gh altri. scrivevano anche libri o arti- :g
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coli. Insomma, erano perso- continua a pago 12 nalità di rilievo. Perché vede, essendo la scuola un luogo di cultura, io credo che dovrebbe essere affidata a persone di cultura. D. Assolutamente no. Un tem-
D. E invece? po i presidi esercitavano una R. E invece le scuole sono certa moral suasion.
sempre più parcheggi, zone R. Ah certo. Se un docente non di intrattenimento, e di aiuto funzionava, un buon preside qualpsicologico. che modo lo trovava per persua-
D. Welfare per gli inse- derli ad andarsene. Giustamente, gnanti.... aggiungo, perché un cap? ~'i~titu-
R. Certo. Soprattutto c'è to deve te~ere ~Ila quahta dI una l'idea che ai ragazzi debbano scuo~a .. Pnma, .m~ essere offerte più ore, più ma- fath, Il presId~ terie, più opzioni extracuITÌ- cercaya anc~e dI colari e personalizzate, tutta valo~Izz.~re 1 d~. roba che non ha niente a che centI PIU bravl; fare con la cultura in senso magari, chessò, li stretto. Importa sempre meno incaricava di te-una istruzione profonda, seria, ner.e, conferenze, elevata: di base. Ecco, io temo o dI mtrodurre lo una cosa. scrittore che ve-
D. Vale a dire? niva a presentare R. Che oggi il preside di cui un libro. C'era un
sopra, quello che potesse sce- sistema, insomma, gliere i docenti, finirebbe per per far emergel'e orientarsi non sui più bravi, la qualità. C'era, ma su quelli disposti a fare soprattutto, una più ore, a partecipare a più qualità culturale commissioni, ad assisterlo cui si teneva molnella pratiche funzionali. Ma, to. insomma, questo di cui discor- D. Professo-riamo, lei ed io, è un puro eser- ressa, diciamolo, tutto questa cizio accademico. allergia al capo, sarà pure una
D. In che senso? resistenza corporativa, 'ma ha R. Tutto questo non ci sarà. dentro molta di queU'ideologia
Il governo ha fatto marcia in- respirata da un generazione, dietro sul potere ai presidi. che oggi è in cattedra. Ed è
D. Sì, ha annunciato un quella che ha contestato storipensamento ma forse, ricamente il principio di aunel frattempo, ci sarà un torità. ripensamento del ripen- R. Sì, questa ideologia, che nasce samento. dal Sessantotto, ha permeato tutti
R. Si parla di un comitato gli ambiti della società, inclusa la composto da genitori, studenti famiglia. Oggi il concetto stesso di e altri docenti che lo affianche- autorità non si può neppure evoca-rà. . re: si viene fucilati a vista.
D. Un pasticcio... D. Diceva anche nella fami-R. Sì, ma è grave. Ecco, vede, glia ...
lo scriva: io l'ultima cosa che R. Coi figli succede la stessa vorrei è essere giudicata dai cosa che con gli allievi. Non si deve· colleghi. Magari mi valutano più ordinare niente, e se il ragazproprio i tre colleghi a cui sto zo non fa, pazienza. Il problema è più antipatica.... che non abbiamo la convinzione di
D. O dai genitori... quello che richiediamo. Fatichia-R. Genitori di altre classi, mo a imporre qual-
già: che cosa ne saprebbero di cosa. C'è una debo-come insegno? lezza della volontà.
D. La valutazione do- Eppure ci sarebbero vrebbe essere terza per imposizioni giuste, definizione. educative, di cui i ra-
R. La valutazione è il pro- gazzi hanno grande blema: su questo cadono i bisogno. Noi adulti ministri e anche i governi, dovremmo indicare talvolta. Come debba essere una strada, anche fatta nessuno lo sa. lo credo perché qualcuno poi che istituire un ispettorato decida di non percor-vero, con funzionari che giri- rerla, dì deviare. Ma no le scuole, potrebbe essere senza indicazioni, un'idea. Perché non crederà come si può fare? mica che sia difficile capire se D. Lei ringrazia si insegna bene o no, vero? la.severità dei suoi
genitori e dei suoi insegnanti?
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R. Moltissimo. Ai miei bastava un'occhiata, un tono di voce, non c'era bisogno di andare oltre. La severità degli insegnati poi è preziosa. Invece prevale questa idea strampalata che siamo tutti uguali, tutti alla stessa altezza e, peggio, tutti della stessa età. È grottesco che un insegnante o un genitore si metta alla pari di un ragazzino di otto anni! La maestra che si fa dare del tu, che si fa chiamare Roberta, ma via .. .! Eppure a fare questi discorsi si viene bollati come retrogradi, fuori tempo.
D. Pl'ofessoressa, quando la intervistai, alcuni mesi fa, lei ricordò che l'allOra sindaco Matteo Renzi presentò a Firenze. con entusiasmo, il suo libro Togliamo il disturbo, e aggiun-se che ora gli sem-brava, da premier, di non riconoscerlo. Sulla scuola l'aveva convinta?
R. Certo che mi aveva convinta. Mi era parso che avessimo le stesse idee. Ma forse mi ero sbagliata. Sinceramente sulla scuola oggi non vedo nulla dei discorsi di Renzi del 2011. Spero che sia solo un inizio, che per il momento sì sia dedicato solo agli aspetti gestionali e occupazionali della scuola. Lo aspetto sui temi culturali.
D. Sui contenuti, lei dice. R. La vera riforma dovrà pro
nunciarsi su che cosa insegI}are. Teniamo tutto o qualcosa cade? Il latino nei licei: lo aboliamo o fingiamo di insegnarlo ancora, visto che ne è stato ridotto l'orario e che dobbiamo fronteggiare la sfida di Internet, per cui i ragazzi trovano tutto già fatto e copiano?
D. Quella del latino obbligatorio è una sua antica battaglia.
R. Vorrei che si facesse davvero, senza nnzioni. Vorrei che il latino fosse obbligatorio per tutti, fino a sedici anni. Significherebbe dare un aiuto vero ai ragazzi delle fami-glie più svantaggiate: nOn sarebbe affatto un'operazione elitaria~anzi, tutt'altro!
D. Non solo per dare un'istruzione solida, ma perché è propedeutico allo studio delle lingue, tema che tutti intenderebbero benissimo ...
R. Ma certo. Il latino è propedeutico a qualsiasi studio, perché è, in generale, un fan-
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tastico aiuto alla logica, al pensiero, al ragionamento. Quindi anche alle lin-
gue, ovviamente. Dovrebbe essere la base costruttiva di ogni tipo di istruzione, anche tecnica, anchè manuale.
D. Anche per fare il falegname?
R. Un ragazzo poi può andare a fare l'ingegnere o il falegname, ma almeno ha le basi logiche per sempre, per capire, per leggere i libri e il mondo, per esprimere con proprietà le sue idee. Ma ci vorrebbe coraggio a dire questo, in una riforma. Il coraggiQ delle idee magari controcorrente, Renzi, che vuoI cambiarè verso, potrebbe averlo questo coraggio, O no?
twitter @pistelligoffr ---© Ripmduzinne riseroata _____
Scuola: testate nazionali
Insegno nel biennio dello scientifico e, ogni anno, quando arriva una nuova prima classe, in
contro ragazzi che non sanno parlare, non sanno scrivere,
non sanno capire quel che leggono. E hanno già otto anni di studio alle spalle. Che cosa hanno
fatto prima?
Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 11/1 2
È chiaro che un in-segnante che insegni male o non insegni affatto produce un danno irreversibile nella vita di un ragazzo/a. Perché
quello che quel giovane non impara ora, non lo imparerà
mai più. Possibile che i sindacalisti
non abbiamo figli?
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 44 Foglio 1
Palazzo Chigi ha diffuso le istruzioni per aderire alla chance prevista dal di enti locali
Sconti Patto per rifare le scuole Per richiedere gli spazi finanziari c'è tempo fino al 30/6
Pagina a cura DI MATTEO BARBERO
Eo le istruzioni per ac
cedere ai 40 milioni di sconti sul Patto 2015
revisti dal decreto <<enti locali» per consentire ai comuni di sistemare le scuole. A dUfonderle è stata la Struttura di missione per il coordinamento e l'impulso per gli interventi di edilizia scolastica della presidenza del consiglio dei ministri, con la nota prot. Smes 0000199 del 22 giugno. Per presentare la richiesta c'è tempo solo fino a martedì prossimo 30 giugno.
L'art. 1, comma 2, letto b), del dI 78/2015 prevede l'attribuzione ai comuni di spazi finanziari fino ad un massimo di 40 milioni per sostenere spese per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici. il successivo comma 4 impone ai c0-
muni che desiderano accedere al riparto di comunicare, entro il termine perentorio di dieci giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, gli spazi finanziari di cui necessitano alla presidenza del Consiglio dei ministri-Struttura di missione per il coordinamento e l'impulso per gli interventi di edilizia
scolastica. Quest'ultima, a sua volta, dovrà comunicare alla Rgs, nei successivi 20 giorni, le quote assegnate a ciascun ente. Gli interventi candidabili sono quelli su edifici di proprietà pubblica finanziati dalla delibera Cipe n. 22 del 30 giugno 2014 (attuativa dell'art. 48 del dl6eJ2014), la cui aggiudicazione preliminare sia avvenuta prima dell'entrata in vigore del dl 78 (ossia entro il 20 giugno) e che prevedano l'effettuazione di pagamenti nell'anno in corso. Ogni ente potrà richiedere spazi finanziari solo per le spese provenienti da stanziamenti di bilancio o risotse ac-
quisiste mediante contrazione di mutuo da sostenere nell'anno 2015. I comuni interessati devono compilare il modulo scaricabile all'indirizzo http:// italiasicura.governo.itlsite/ home/scuole/articol0555.html e inviarlo via Pec all'indirizzo ediliziascolastica@pec.governo.it entro le ore 24.00 del 30 giugno prossimo. La domanda deve contenere tutti gli elementi indicati dalla nota, fra cui il codice Cup, la data di aggiudicazione e l'importo del quadro tecnico economico. Se le richieste dovessero superare l'importo disponibile, gli spazi verranno attribuiti su base proporzionale.
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Parla il capo dei presidi: «Si poteva avere più coraggio» l'INTERVISTA ROMA Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, come valuta il maxi-emendamento giunto dopo un percorso così lungo e sofferto? «Sicuramente - risponde il professore - il testo originario aveva un impianto più coerente ed era più innovatore. Va detto che il percorso di questo documento è iniziato molto prima del ddl e nell'iter le sollecitazioni esterne hanno portato a un parziale cambiamento delle linee iniziali. Il maxiemendamento mantiene, però, spunti importanti per l'organizzazione del lavoro. Il pericolo maggiore la Scuola lo ha corso quando sembrava che il premier si stesse orientando
per lo stralcio o il rinvio del provvedimento» . Quale punto costituisce la vittoria più importante per la scuola?, «Sicuramente, la possibilità dal 2016, per la prima volta, di assumere docenti negli ambiti territoriali, in base a competenze coerenti con gli obiettivi del piano di offerta formativa degli istituti e comprovate dal curriculum vitae. È una grande novità». Le assunzioni previste con il nuovo metodo saranno, però, anticipate da una serie di stabilizzazioni "tradizionali": lo ritiene uno svantaggio per le scuole? «Avrei ritenuto preferibile adottare subito il nuovo sistema, ma visti i tempi di approvazione della legge, non era verosimile che si arrivasse a mettere in campo
in tempo il nuovo meccanismo, decisamente più complesso, che richiede la definizione del piano formativo triennale e degli albi territoriali, oltre alla valutazione dei curricula. Ciò che conta è che non si pregiudichi il passaggio al nuovo sistema». Promosso anche il Super-preside? «C'è stata un'enorme strumentalizzazione su questo punto nel
ma fino ad oggi non attuato». Un'autonomia condivisa con il Comitato di Valutazione? «II Comitato è coinvolto per un parere nei premi e nelle assunzioni. Le scelte poi le fa il dirigente. È un organismo di supporto». Nessuna perplessità sulla presenza di genitori e studenti al suo interno? «II comitato è composto da sette membri: il dirigente, un membro esterno scelto dall'Ufficio Scolastico Regionale e un numero di docenti, che per le richieste dei Sindacati, è stato portato da due a tre. Rimangono due genitori o un genitore e uno studente. Credo si garantisca la rappre-
sentanza delle diverse parti nella scuola». La mancata estensione della valutazione al personale, può creare problemi di gestione? «Norme e sanzioni ci sono anche per il personale tecnico-amministrativo, basterebbe che fossero applicate. E d'altronde, è il profilo del docente a essere determinante. Se non si parte da quello, è difficile andare avanti. I presidi dunque approvano il maxiemendamento che ha ricritto il parte la riforma? «Sì, con la riserva delle troppe ripetizioni. Si poteva avere maggior coraggio e procedere con coerenza e determinazione verso la linea della riforma. Tra poco e nulla, però, io preferisco il poco».
Valeria Arnaldi © RIPRODLJZIONE RISERVATA
REMBADO: (SPUNTI IMPORTANTI PER l'ORGANIZZAZIONE DEL lAVORO, TO O~IGlNARIO P ERA PIU INNOVATORE)
Giorgio Rembado (foto IMAGO)
Scuola, primo sÌ al Senato nella bagarre ~:';~';,~,,,~' '~','~" ;;~.';:~:';~,:':' ,~"":;":o~"~',;" ;',,':;;',:;n,~;;~~ '.' ,,~:'~:;,' ,";:~:;',"::' '2o"~ ::" ,
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dibattito parlamentare. La vera ~ Q)
innovazione del sistema è nella ~ più matura interpretazione del ~ concetto di autonomia, ricono- ~
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Fiducia sulla scuola, il Pd più compatto del 'previsto Massimo Adinolfi
Con la'fiducia al Senato, la riforma della scuola del governo Renzi si avvia a diventare legge dello Stato. Alla Camera, infatti, i numeri non sono ballerini e sorprese non ce ne saranno. Chi ieri se
le aspettava è rimasto deluso da un voto netto, in cui il Pd si è mostrato persino più compatto del previsto.
, Eccezion fatta per tre senatori che hanno votato no, e che paiono decisamente propensi ad unirsi a Pippo Civati, già uscito dal Pd, i democratici hanno dimostrato che la tenuta della maggioranza è assicurata anche su materie dove molto forte è la frizione interna, e sulle quali probabilmente hanno perso non pochi consensi alle scorse elezioni regionali. Un segno di salute del governo, qualunque cosa si pensi della legge.
Non è stato, in verità, un passaggio semplice. Basta leggere l'intervento del senatore Miguel Gotor, tra i più vicini alla Ditta che fu di Bersani. Gotor, come molti altri della minoranza interna, ha votato sì alla fiducia per evitare, sono state le sue parole, che si aprisse una «crisi politica e istituzionale senza precedenti» (cioè che si andasse al voto), ma giudica questa «la peggior fiducia possibile» alla quale si è risolto «con un crescente disagio, misto a delusione e persino rabbia». Più duro di così c'è solo il voto contrario, ma il voto contrario non c'è stato.
Nel merito, Gotor può lamentare che la legge non fa nulla sulla dispersione scolastica, o che non si è messa mano ai cicli scolastici, ma ha purtuttavia dovuto riconoscere che nel lavoro parlamentare diversi aspetti controversi del testo sono stati modificati, o almeno smussati, e anche se lo considera un «mediocre intervento legislativo», invece di una vera riforma, ha dovuto prendere.atto che siamo dinanzi ad un cambiamento deciso dell'organizzazione del sistema dell'istruzione.
Questa presa d'atto è forse il più chiaro significato politico del voto di ieri. Renzi governa e non ha nessuna intenzione di mollare la presa, o di rallentare il passo. I conti si faranno alla fine, ma dinanzi agli elettori Renzi vuole presentarsi con un carniere di riforme pieno. Agli awersari interni non resta, appunto, che prenderne atto. Il governo non cade per un incidente parlamentare, o per la defezione di un pezzo del Pd: chi ci contava ha in realtà già lasciato o sta per lasciare il Pd. A quest'ultimo appuntamento Renzi non si presentava certo nel momento di
massima forza: il mondo della scuola gli si èfatto awerso, i sindacati gli hanno proclamato contro uno sciopero generale e ancora ieri gli insegnanti erano in piazza. Le opposizioni scalpitavano e igrillini non hanno certo perso tempo nel tentativo di ergersi a rappresentanti degli insegnanti e degli studenti delusi dalla sinistra. Per di più, nel voto regionale non sono state tutte rose e fiori, per il Pd. '
La maggioranza, comunque, ha seguito Renzi. In effetti, il Nuovo Centrodestra ha non poche gatte da pelare: difficile dunque che provi a sfilarsi. Non lo farà ora e non lo farà nei prossimi mesi. Quanto al Pd, il vero smottamento si è prodotto in realtà nelle file della sinistra interna, perché all'intransigenza un po' rancorosa della vecchia guardia di D'Alema e Bersani, sempre più inascoltata, si è sostituita la formazione dialogante dell' area guidata dal ministro Martina e da Cesare Damiano, che pur con tutti i distinguo non intendono affatto essere d'intralcio al governo. Sono gli ultimi arrivati al fatidico momento della presa d'atto: Renzi non è un energumeno estraneo al Pd, lo scassinatore irriguardoso della tradizione della sinistra; è invece colui che ne interpreta la proposta di cambiamento. Respingerla in toto, come ha fatto due giorni fa Fassina, significa uscire dal Pd.
Dunque la nave va, e il suo timoniere può giocarsi una nuova partita, quella delle riforme istituzionali che in corso d'anno, con la legge sul nuovo Senato, proverà a chiudere. Poi, forte del bottino di credibilità conquistato sin lì, proverà a dare una sterzata anche sul quadrante europeo, dove si gioca la vera partita dei conti pubblici italiani. Solo dopo comincerà a pensare al voto.
Dall'altra parte del campo di gioco, è ancora presto per dire se dawero Matteo Salvini riuscirà a prendere la guida del centrodestra. Ma intanto è lui che sembra disegnare i crinali lungo i quali si divide oggi l'opinione pubblica, cioè in tema di sicurezza e immigrazione. L'altro discrimine, quello contro la casta e la corruzione, è presidiato con i toni giustizialisti che le sono propri, dall'altra opposizione, quella a cinque stelle. Al Pd tocca il compito di tracciare la sua linea di demarcazione, e provare ad imporla presso l'opinione pubblica. Nelle settimane scorse, tra Mafia capitale e liste di impresentabili, sbarchi di profughi e paure di uscita dall'euro della Grecia, se ne era perso il segno. Ieri Renzi ha ripreso in mano il gessetto ed è tornato con decisione alla lavagna. E la maggioranza ha appreso la lezione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 1 Foglio 1
La riforma che scontenta tutti
Scuola, Renzi promosso ma ha già un debito
di ALESSANDRO ANTONINI
Un testo pasticciato, con le assunzioni prima della rifonna, votato a maggioranza, ma non assoluta, e salvato sul filo di lana dall' ennesimo intoppo contabile dal «cattivo» Antonio Azzollini. ( ... )
segue a pagina 8
La scuola del premier
Assunti 1 OOmila precari: metà lo resteranno Solo 45mila pro! possono insegnare da subito, gli altri devono aspettare la chiamata. Più poteri di scelta ai presidi
::: segue dalla prima
ALESSANDRO ANTONINI
( ... ) Alla fine, però, la Buona scuola ce l'ha fatta. Fiducia al Senato e ora in marcia verso la Camera. Ma Matteo Renzi se l'è vista brutta. E non tanto per la furia di tutte le opposizioni, compresa quella interna al Pd. Ad evitare lo scivolone peggiore è stato Azzollini, cioè il senatore del Nuovo Centrodestra perilquale la procura di Trani ha chiesto gli arresti domiciliari. Nella sua veste di presidente della Commissione Bilancio, il parlamentare si è accorto che il testo del maxi emendamento sul quale il governo ha messo la fiducia era scritto male, al punto da mettere a rischio l'equilibrio di bilancio del 2015. «CosÌ com' è», ha avvertito, la nonna sul fondo con cui finanziare le nuove assunzioni «non è coerente con i principi di contabilità», poiché «potrebbe prefigurare una sorta di prenotazione ex ante» delle risorse, che in teoria potrebbero essere usatw «per finalità più generali». Una questione tecnica che avrebbe potuto creare un precedente pericoloso. Tan-
to che il governo non ha fatto una piega: testo modificato, limitando solo al primo anno le modalità di reperimento dei soldi. Per il resto il maxiemendamento, che accoglie alcune proposte delle opposizioni, rifonna la scuola nella direzione più o meno prevista. Assunzioni. Saranno fatte subito con le vecchie regole per 100.700 precari. Solo 45mila, però, inizieranno a lavorare. Gli altri saranno chiamati nel corso dell'anno. Stanziato un finanziamento aggiuntivo che a regime arriverà a 3 miliardi. Dal 2016, poi, si assumerà solo per concorso: il primo bando dovrà essere emanato entro ilI dicembre. Presidi. Sempre dal 2016 i presidi avranno la possibilità di individuare, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti che ritengono più adatti, per curriculum ed esperienza fatta. L'operato dei presidi sarà sottoposto a valutazione triennale da ispettori esterni e questa valutazione influirà sulla loro retribuzione aggiuntiva. Valutazione dei professori. Nasce il Comitato di valutazione per gli insegnanti: avrà durata di tre anni e sarà
presieduto dal dirigente scolastico. Ne faranno parte, tra gli altri, un membro esterno, tre docenti e rappresentanti dei genitori. Viene istituito un fondo da 200 milioni l'anno per la valorizzazione del merito del personale docente. Le linee guida per valutare i docenti arriveranno nel 2018. Curriculum degli studenti. Arriva il curriculum dello studente, che conterrà i dati relativi al percorso di studi, alle competenze acquisite, agli insegnamenti opzionali, alle esperienze fonnative a alle attività extrascolastiche. L'alternanza scuola-lavoro diventa strutturale grazie ad uno stanziamento di 100 milioni all'anno. Si potrà fare in azienda e in enti pubblici. School bonus. Chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all' occupabilità degli studenti, avrà, in sede di dichiarazione dei redditi, un beneficio fiscale. Gender. L'Ncd ha strappato al ministro Giannini l'assicurazione che «tutte le attività extracurriculari» avranno bisogno del consenso infonnato delle famiglie.
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 8 Foglio 1 /2
lO SCONTRO I grillini hanno acceso dei lumini da cimitero. Magliette polemiche da parte di SeI, i lumbard mostrano striscioni e tubetti di vaselina
Renzi promosso coi debiti Fiducia tra i fischi sulla scuola Il decreto passa con 159 sÌ, due meno della maggioranza assoluta. Clima teso, quattro senatori pd non partecipano al voto. Il 7 luglio toccherà alla Camera
le aspettative. Mancano all'ap- Esposito e Carlo Giovanardi, questrare ogni oggetto simbo
::: BRUNELLA BOLLOLI pello, infatti, due voti per arri- coni primi due assentigiustifi- lo della protesta. «Oggi è il fuvare alla maggioranza assolu- cati per motivi di salute. Dei nerale della scuola», è stato lo ta (al Senato è di 161 voti) e, senatori a vita era presente so- slogan della giornata. Lutto al sebbene con questo ddl non lo Giorgio Napolitano, fischia- braccio peri pentastellati, ma
II1IIII1IIII1II Finisce con i professori si sia toccato il punto più bas- to dai pentastellati al momen- gliette con frasi contro il ddl che lasciano la tribuna del Se- . ( ·b· d SI·" ti· fu so perilgovemo RenZI era an- to del voto perché, ha osserva- eSI Ite a e, manlles ne-nato gridando frasi come «sa- datapeggiosull'Ilvaconappe- to Enza Blundo, «ha tenuto a bri «Rip scuola pubblica» da rà la guerra civile», «ora ba- na 151 sÌ e sul Milleproroghe lungo il Paese in scacco, que- parte della Lega. E la bagarre è sta», «Resistenza!» e tentano fermo a 156), al premier sono sta se la poteva risparmiare». servita. Tra le più accese le sidi penetrare nelle stanze dei arrivati segnali chiari anche Non pervenuto Carlo Rubbia, gnore senatrici, soprattutto senatori «venduti». Sono furio- dai suoi. Non hanno p arte ci- considerato su posizioni criti- grilline, con fischietti e insulto si. Cantano Bella Ciao, batto- pato al voto, e dunque non che, né Mario Monti né Elena libero (<<mafiosifascisti») all'inno i pugni sui tavoli sotto gli hanno dato la fiducia sulla ri- Cattaneo, né Renzo Piano. I dirizzo dei colleghi del Pd. Ci occhi increduli dei commessi, forma della scuola, ben quat- voti di scarto tra favorevoli e sono stati parecchi momenti e inveiscono contro una rifor- tro senatori dem: Corradino contrari sono stati 47, con un di tensione, botta e risposta de-ma della scuola mai come l· R b ti· ti· ,.. . . sa tra Mineo, Wa ter TocCl, o erto margine tutto sommato am- s na a SlOClare In ns adesso odiata. «Una vera por- Ruta e Felice Casson, anche pio, anche perché, nella nuo- esponenti del M5S e dem, se cata», la definiscono i piùgen- se su Casson non è chiaro se va geografia di Palazzo Mada- solo non fossero intervenuti i tili. Fuori la piazza è già invasa sia stata una assenza di prote- ma, dove l'esecutivo teme commessi e il presidente Piedalle bandiere rosse della sta o se l'ex magistrato fosse sempre le imboscate e non ha tro Grasso a ristabilire l'ordine Cgil, dal popolo grillino e dai giustificato. Indeciso fino al- la maggioranza della Camera, e a ordinare il silenzio. La mivari movimenti di protesta l'ultimo il dissidente Miguel stavolta ha potuto contare sul- nistra Giannini, di verde vestipronti ad attaccare il palazzo. Gotor, che alla fine ha detto sÌ le due new entry passate da ta, è stata a lungo criticata, ma
Il ddl sulla «buona scuola» II fi dd· f tta ·1 «per disciplina di partito, ma Forza Italia al Misto, Manuela a a ne era so IS a per 1 voluto da Matteo Renzi e dal basta con questo riformismo Repetti e Sandro Bondi, e sul risultato e perché «non è vero ministro dell'Istruzione, Stefa- dannunziano». Ruta, dopo soccorso azzurro dei verdinia- che sono commissariata». nia Giannini, dovrà tornare il l'intervento della relatrice, ni. Il gruppetto che fa capo al Anche per Renato Schifani, 7 luglio alla Camera perla ter- Francesca Puglisi, ha voluto potente ex coordinatore del presidente dei senatori di za e definitiva lettura, ma in-prendere la parola per spiega _ Pdl non si è proprio visto in Area Popolare, quella della tanto, ieri, il passaggio crucia- re all'Aula i motivi del suo dis- Aula, mentre il resto di Fi, scuola è «una grande riforma lealSenato,conun'opposizio- senso rispetto al partito. «Vo- compatto, ha scelto, come le di centrodestra che abbiamo ne molto agguerrita, ha segna - gliamo cambiare la scuola altre opposizioni, di non parte- approvato governando con il to un punto a favore del gover - con gli insegnanti, non con _ cip are alla prima chiama e poi centrosinistra». Schifani è anno. Promosso, nonostante tut- tro». I compagni di scranno lo di dire no alla seconda. che tornato sulla vicenda che
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to. Via libera alla fiducia con guardavano allibiti, mentre Tuttalasedutaèstatainfuo- ieri ha scatenato parecchie po-159 sÌ e 112 no e nessun aste- dai banchi del Movimento cata,nonfossealtroperilumi- lemiche, e cioè sull'ipotesi nuto. «Ce l'abbiamo fatta», è Cinque stelle e della Lega so- ni accesi chi i grillini hanno che la teoria delgendervenis-stato il commento stringato noscrociatigliapplausieicori piazzato qua e là, estraendoli se insegnata in classe, facen- ~ del ministro Giannini, che for- d'incoraggiamento. perfino di fronte al banco del- do insorgere i cattolici e so- ~c
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se si aspettava qualcosina in Tre assenze anche nelNuo- la presidenza al momento del prattutto la Lega, che in Aula o
più, visto che i 159 voti favore- vo Centrodestra di Alfano, alle- voto, anche lì con gran daffare ha srotolato lo striscione: «Di- {l voli rappresentano un risulta- ato di governo. Mancavano in- dei commessi incaricati di se- fendiamo i nostri bambini dal- ~ to non proprio all'altezza del- fatti Paolo Bonaiuti, Giuseppe la scuola di Satana». «Il mini- 8
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stra Giannini ha fugato ogni nata e chiarita nei giusti termidubbio», ha spiegato Schifani. ni in cui andava ricondotta». «La vicenda è stata ridimensio-
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Ma per i sindacati, per la si- professori in piazza promettonistra, per i grillini, la «buona no battaglia se non saranno scuola» è in realtà pessima. I stabilizzati i precari. E per il Pd
sono tutti voti in meno.
Furiose proteste perla riforma della scuola. La Lega ha esposto stri.çcioni e addirittura mostrato tubetti di vaselina {LaPr.}
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SCUOLA: LA QUESTIONE DEL METODO
VENGA L'ORA DEL «RENZI 3»
fRANCESCO RICCARIlI
ppena dieci giorni fa, il premier era stato perentorio come suo solito. <A luglio faremo una conferenza nazionale sulla scuola tutti insieme, con Cgil, Cisl, Uil, docenti,
studenti, famiglie, quelli che sono arrabbiati. li ascolteremo tutti, epoisidecide», aveva annunciato dal salotto di "Porta a porta". Quella conferenza non si terrà mai, in compenso Matteo Renzi ha deciso di porre la questione di fiducia e chiudere la partita con una prova di forza. la vicenda della riforma della scuola è em-
Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 1 Foglio 1
blematica della difficoltà di Renzi di individuare un vero metodo di governo. Arrivato a Palazzo Chigi con l'irruenza del "rottamatore", consolidatosi al comando sulla spinta dei progetti di innovazione (sostenuti dal consenso ottenuto alle elezioni europee), il presidente del Consiglio è riuscito addirittura nella "missione impossibile" di riformare il lavoro, cambiando profondamente il testo sacro della sinistra: lo Statuto dei lavoratori. Più tenendo duro e mostrando i muscoli che non ricorrendo alle arti del dialogo. Anzi, facendo del non-dialogo, del mancato riconoscimento degli interlocutori sociali la cifra della svolta. Ci è riuscito - tutto sommato con un' opposizione limitata a uno sciopero parziale delle sole Piom e Cgil- perché ha saputo interpretare e intercettare quella parte di Paese convinta da tempo che le regole scritte nel 1970 fossero ormai datate, inadeguate a proteggere i giovani. Quando invece ha provato a utilizzare lo stesso metodo per riformare la scuola - o meglio riorganizzarla - si è trovato di fronte a un muro compatto.
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VENGA LORA DEL «RENZI 3» retto da tutti i sindacati, scesi in piazza più volte, dagli studenti più organizzati (o più rumorosi) e dalle associazioni di settore (cosa che ha in qualche mi
sura influito sul deludente risultato elettorale alle recenti amministrative). E ciò nonostante sul piatto ci fossero 100mila assunzioni certe, nessun taglio e i contenuti del riassetto fossero assai meno dirompenti dell' abolizione dell' articolo 18. Certo la scuola - come la giustizia - è un terreno sensibile e insieme un campo minato dell'impiego pubblico, sul quale è facile" saltare in aria" e veder ridotti a brandelli i propri progetti di svolta. rimpressione, però, è che davvero il problema sia quello del metodo di governo. Nei giomi scorsi il premier aveva annunciato di voler tornare al "Renzi l" - il rottamatore - dopo essere stato, almeno così diceva, un "Renzi 2" istituzionale. Servirebbe piuttosto un "Renzi 3" , quello certo capace di innovare, anche tagliando i "nodi gordiani" con decisione. Ma solo dopo essersi confrontato e sintonizzato davvero con la società, con le sue molteplici espressioni (solo una delle quali è il sindacato). In fondo il vero punto di forza di Matteo Renzi è stato in passato e dovrebbe essere in futuro proprio questo: portare la società nella politica, facendo prevalere le ragioni misconosciute della prima sui vecchi e insopportabili giochi della seconda. Se la si vuollrarre, la lezione della riforma della scuola, in fondo, è facile da apprendere.
Francesco Riccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 5 Foglio 1
I Autonomia e assunzioni i punti forti Valorizzazione dei prof presidi-leader, più ore all'alternanza scuola-lavoro
ENRICO LENZI MUAi\'O
n solo articolo e 209 commi. Si presenta così il maxiemendamento sulla riforma della scuola. Un testo che
per gran parte è quello licenziato dalla Camera dei Deputati. La scelta del governo ha invece impedito che potessero prendere corpo le modifiche che si sperava di introdurre nel passaggio al Senato magari per sciogliere qualche punto critico. DIfficile, se non impossibile, che nel prossimo passaggio alla Camera si possa intervenire ulteIÌormente. Dunque si può parlare di un testo definitivo. Ma come cambia la scuola italiana? Autonomia, È il filo rosso dell'intero provvedimento. Cidea iniziale era quella di portare a compimento reale questa autonomia che nella scuola vige dal 1997, ma che non ha mai trovato un' applicazione. Vi sono comunque passaggi che rendono la singola scuola più protagonista del propIÌo operare.È il caso del Piano dell'offerta formativa, in cui si dovrà indicare per il successivo tIÌennio le necessità di organico e i progetti che caratterizzeranno l'azione del singolo istituto. Sarà elaborato dal diIigente scolastico con il collegio docenti e sottoposto al vaglio del Consiglio d'Istituto. Insomma una procedura che intende coinvolge tutte le parti in causa, cercando di dare risposte concrete alle esigenze di tutti. Assunzioni. Sono uno dei temi dominanti in questo provvedimento. Si procederà all'a<;sunzione complessiva di 1 07mila docenti precaIi. Per poco più dellametàdi loro ci sarà la possibilità di scegliere la cattedra tra quelle vacanti e quelle libere per il tum over. Gli altri 48mila sono inquadrati nell' organico di potenziamento, suddiviso secondo una tabella allegata alla legge stessa. lutti tra 1m anno andranno a fOlmare l'organico funziona-
Passano anche le norme sulla valutazione dei docenti e dei
dirigenti scolastici. Confermati lo School bonus e le detrazioni
sulle spese di frequenza Diverse deleghe
assegnate al governo
le. Quest'ultimo supera il concetto attuale dell'organico di diritto, cioè tanti docenti quante sono le cattedre realmente attivate. In futuro, invece, l'organico di una scuola comprenderà oltr'e le cattedre anche i posti necessari per realizzare l'offerta fOlmativa messa in campo dal singolo istituto. Altra novità il divieto per i contratti a tempo determinato nella scuola di superare complessivamente i 36 mesi. È il limite superato in migliaia di ca<;i nel pa'>Sato e che è costato all'italia una sentenza di condanna a livello europeo. AltranOlma per evitare illifonnarsi del precaIiato è il meccanismo del concorso per accedere al posto di ruolo. StrunIento già previsto, ma che negli ultimi] 5 anni si è spesso inceppato e soprattutto non ha messo in palio veli posti di lavoro. Gli insegnanti. Non solo assunzioni. Si punta sulla fOlm<l7Jone pelmanente obbligatoIÌa e strutturata e auiva la una card professionale personale di 500 euro per l'acquisto di libIÌ, testi, strumenti digitali, isclizione a corsi, ingressi a mostre ed eventi culturali. Stanziati 200 milioni l'anno per la valOlizzazione dei docenti. Sarà un nucleo di valutazione ad attribuire i fondi al docente. Sarà composto da preside (che presiede), tre docenti, due genitori (dall'infanzia alle medie)
oppure un genitore e uno studente (alle superioril, un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale. I dirigenti. I presidi diventano leader educativi: meno burocrazia e più attenzione all'organizzazione della vita scolastica, precisano al ministero dell'Istruzione. A paltire dal2016 dovranno «mettere in campo la loro squadra» individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti con il cuuiculum più adatto perrealizzare il progetto formativo del loro istituto. tindividuazione dei docenti da pmte dei presidi avvelTà all'interno di ambiti teuitoriali predisposti dagli Uffici Scola<;tici Hegionali. <&: lo Stato, e non il dirigente scolastico, ad assumere gli insegnantÌ». Anche per i dirigenti è prevista una valutazione ogni tre anni. Gli studenti. La scuola del futuro per loro prevede il potenziamento delle competenze linguistiche: l'ltaliano per gli studenti stranieri e l'Inglese per tutti. Vengono potenziate alcune materie: arte, musica, diritto, economia, discipline motOlie. 'Ih le novità l'aumento delle ore di alternanza scuola -lavoro: 400 ore annue nell'ultimo triennio di tecnici e professionali, 200 ore nei licei. Norme finanziarie. Confermato lo School bonus (cioè il credito d'imposta per chi fa donazioni alle scuole) e la detrazione delle spese per la frequenza fino ad un tetto massimo di 400 euro l'anno. Deleghe algovemo. Non tutto è stato deciso nel testo della legge. Alcuni temi sono finviati a una delega affidata al governo, fra cui la formazione in ingresso dei docenti, il diritto allo studio, il riordino delle norme in materia di scuola, la promozione dell'inclusione scolastica, le modalità di assunzione e formazione dei dirigenti scolastici, la creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.
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Scuole Tullio De Mauro
Esami bocciati
La primavera finisce e nelle terre d'Europa si compiono quei riti d'iniziazione designati in generale con i derivati di maturitas, parola di un'antica lingua sacra comune un tempo alle diverse popolazioni. I riti si svolgono in due fasi. Nella prima schiere di giovinetti e giovinette, dopo un periodo di stagionatura di alcuni anni, sono ammessi a presentarsi a gruppi di anziani che, dopo averli sottoposti a opportune prove, li giudicano ancora acerbi e bisognosi dunque d'ulteriore stagionatura oppure
ormai maturi o mature, secondo il sesso. I maturi e le mature, lasciati liberi, ricevono un premio: possono iscriversi all'università per maturare ancora di più.
Nella seconda fase altri gruppi di anziani, tutti a lor tempo maturi e ormai in via di marcire, intonano un compianto lamentando la crescente scarsità di acerbi e la sovrabbondanza di maturi. Quest'anno, probabilmente in nesso con gli sconvolgimenti climatici, in alcuni paesi la seconda fase si è venuta sovrapponendo
Settimanale Data 02-07 -2015 Pagina 89 Foglio 1
alla prima. come informano Le Monde (16 e 17 giugno) e Die Zeit (12 giugno). In Francia, malgrado le severe leggi contro l'uso di anglismi, il refrain del lamento di seconda fase è bac is back. In Germania il lamento sta per avere un esito operativo. In fatto di scuola i sedici land sono autonomi, ma sei dei sedici hanno deciso di aderire al progetto federale per introdurre prove nazionali standardizzate abbandonando le prove differenziate giudicate troppo facili, soprattutto quelle di Amburgo .•
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Senato, sì aUa IIBuona scuola" tra grida e cartelli LAULA APPROVA CON 159 VOTI A FAVORE. CLIMA INCANDESCENTE: I GRILLINI FANNO IL FUNERALE, LA LEGA PORTA LA VAS.E.LLII\!A. .
volte per rIChIamare alI ordme l
di Lorenzo Misuraca senatori più arrabbiati, come i le
Tra le grida dell'opposizione e la rovente protesta fuori da Palazzo Madama,
ieri il Senato ha approvato la riforma dell'istruzione. Quella "Buona scuola" tanto voluta da Renzi e tanto osteggiata da gran parte degli italiani, tanto da aver fatto prima tremare il premier e poi averlo spinto a mettere il voto di fiducia. Se la mossa di Renzi, che ha causato la fuoriuscita dal suo partito di ben due parlamentari Pd e dieci dirigenti pugliesi, sarà sufficiente, dopo la vittoria di ieri, a riconsegnargli un partito pacificato, si vedrà nei prossimi giorni. Intanto, restano i fatti, a partire dai numeri dell' Aula. La fiducia posta sul maxi-emendamento sostitutivo del ddl di riforma della scuola passa con 159 sì, 112 no. Non hanno votato, in dissenso dal gruppo dem, i senatori Pd Corradina Mineo, Walter Tocci e Roberto Ruta. Adesso il provvedimento tornerà il 7 luglio alla Camera per ottenere, salvo sorprese, il via libera definitivo. Prima del voto finale le opposizioni hanno contestato duramente il testo del Governo, mentre all'esterno, i sindacati della scuola e centinaia di insegnanti provenienti da tutta Italia protestavano rumorosamente. Il presidente del Senato Pietro Grasso è dovuto intervenire più
ghisti che sono arrivati a mostrare un barattolo di vasellina, durante l'intervento del capogruppo Gian Marco Centinaio: «La Lega vota contro, vota no a questa fiducia. Non tanto perché è una fiducia che non daremo mai a questo governo, ma a questo provvedimento, che è la vasellina che state dando agli studenti e ai professori italiani» ha detto Centinaro. In mattinata i parlamentari M5S avevano celebrato una sorta di "funerale" della scuola esponendo in Aula i cartelli con scritto "Riposi in pace" e accendendo dei lumini. Dura battaglia anche da parte di SeI, guidata dalla senatrice Loredana De Petris. Alcuni dei vendo li ani hanno indossato una maglietta con su scritto "libertà di insegnamento" e "diritto allo studio". «Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato "buona scuola". Quello che non è riuscito alla Gelmini contro la scuola pubblica lo sta facendo Renzi, il suo governo, il Pd» scrive su Twitter, Nichi Vendola. «Hanno ucciso la scuola pubblica». Anche Beppe Grillo, via Twitter, ha rilanciato il post dell' intervento del Movimento 5 stelle al Senato contro la riforma del governo sulla quale a palazzo Madama si sta votando la fiducia. «Questa non è una riforma, è una porcata, fatta a immagine e somiglianza del governo che l' ha voluta e imposta
prima al Parlamento, con l'ennesimo voto di fiducia, e poi a studenti, famiglie, insegnanti e tutti quei precari "usa e getta", quelli che il governo e il Pd hanno usato e illuso prima delle elezioni e
poi buttato un attim? dopo» h.a dichiarato il M5S. «E una peSSIma notizia per la scuola italiana ed è una dimostrazione delle tante bugie del governo Renzi» ha invece commentato il segretario della Cgil Susanna Camusso, riferendosi al voto. Intanto, il vincitore della giornata, Matteo Renzi festeggia rilanciando su Twitter, il messaggio dei senatori del Pd con le slide sulla riforma: «3 miliardi di investimenti e 100.000 nuovi docenti assunti». Glissando sull'accusa delle opposizioni di aver usato proprio quei centomila come scudi umani per la riforma, minacciando di fare saltare le assunzioni se non si fosse approvato il testo così com'era. Tra le novità previste dal maxiemendamento una valutazione dei presidi triennale e un Comitato di valutazione docenti rivisto nella sua composizione con una maggiore presenza di docenti e l'aggiunta di un membro esterno; l'assunzione dei circa 6 mila 500 idonei al concorso 2012 inseriti nel piano di assunzione straordi-
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naria dei docenti precari operati- ~
va da settembre; la destinazione ~c del 10% dello school bonus alle o
scuole con meno risorse e il tetto ~ di 100 mila euro per le erogazio- ~ ni liberali agli istituti. o
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Scuola, fiducia con voti bassi Proteste in aula
. . emplazza c CANNAVÒ A PAG. 4
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26-06-2015 4 1
',!lRhUjQ!;)I:d.' Sì alla riforma Contestati: Napolitano in Aula e Mineo in piazza con le monetine
Alla fine resta il solito tweet presidenziale: "Il Senato
approva #Iabuonascuola, 3 miliardi di investimenti e lOO.OOOnuovidocentiassunti". Firmato, Matteo Renzi. Così il presidente del Consiglio saluta il voto di fiducia al Senato sulla riforma della scuola approvata con 159 voti a favore e 112 voti contrari. una quarantina gli assenti per una votazione nella quale, per la prima volta, il governo scende sotto la maggioranza assoluta (161 considerando i senatori a vita) come sottolinea, interessato, il capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani.
A NON PARTECIPARE al voto sul fronte democratico sono stati in quattro: Walter Tocci, Corradino Mineo, Roberto Ruta e Felice Casson assente del tutto dal Senato. L'altra a-
n Senato ha fiducia, IDa i docenti no la della minoranza pd, guidata da Miguel Gotor, ha votato a favore turandosi il naso senza dare quindi segnali visibili.
L'atteggiamento dei parlamentari Dem è stato notato nel contemporaneo corteo degli insegnanti che si è svolto dalla Bocca della Verità fino al Senato. Corradino Mineo è stato accerchiato al grido di "buffone" e di "vai a votare No" beccandosi anche qualche monetina sul volto: "Mai più pd" lo slogan che lo ha salu ta to mentre è andata meglio a Stefano Fassina accolto solo dall'indifferenza.
Il corteo sindacale - dai Cobas alla Cgil alla Gilda - ha in realtà sperato fino all'ultimo che qualcosa accadesse nel voto finale, poco avvertito delle logiche politiche che hanno portato all'approvazione della riforma. Che, in ogni caso, agiudicare dalle voci e dalla rabbia diffusa che si re-
Lutto I ceri per la morte della scuola sui banchi 5 Stelle [aPresse
spirava ieri pomeriggio, ha creato un fossato tra il pd e il mondo della scuola.
Lodimostranoancheleimmagini interne a palazzo Madama dove, sul palco riservato agli ospiti, i numerosi insegnanti presenti sono scattati in fischi e boati al momento della approvazione finale supportati dal Movìmento 5 Stelle che ha esposto in aula dei lumini da cìmitero in se-6'110 di lutto.
Ieri,ad esempio, è stato diffuso il comunicato firmato da sigle come l'Azione cattolica o il Forum Terzo Settore - oltre a una trentina di associazioni tra cui Cgil, Cisl e Uil, Arci,Legambiente e altre promotrici dell'appello La scuola che cambia il Paese - che rimprovera al governo "la mancanza di ascolto". Per cercare di farsi sentire le associazioni dell'appello hanno raccolto il sostegno di esponenti del
mondo della cultura e di intellettuali della scuola disponibili aevidenziare "limi ti ed errori nel disegno di legge".
L'INIZIATIVA "Riforma sì ma non così" vede tra i firmatari anche i nomi di Luigi Berlinguer, già ministro dell'Istruzione e strenuo sostenitore della necessità di riformare la scuola,eTullioDe Mauro. Ma si leggono anche i nomi del professor Benedetto Vertecchi, dell'artista Moni Ovadia o del Rettore dell'Università di Milano Daniele Che echi. Segnali inequivocabili di uno scollamento, di una perdita di fiducia che Renzihagià pagato nel voto delle scorse Regionali. E che non sarà recuperata con sostegni anche vistosi come quello dell'expresidente Giorgio N apolitano che ieri ha votato, tra i fischi dell'opposizione, la fiducia al governo.
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IL FOGLIO
Cresce lo squilibrio tra pubblico e privato Cosa lega una riforma della scuola annacquata e una Corte pro travet
L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, dice il primo
articolo della Costituzione, e benché la formulazione del Dopoguerra sia un po' da socialismo reale non aggiunge che quel lavoro debba essere statale. Eppure le sentenze dei giudici costituzionali non fanno che aggravare lo squilibrio tra lavoratori pubblici e privati, e relative aree sociali; nonostante che l'articolo 3 della Carta predichi il contrario: "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese". Al contrario la sentenza che obbliga il governo a togliere il blocco ai contratti dei pubblici dipendenti allarga ulteriormente il solco, anche se non prevede il pagamento degli arretrati a differenza del verdetto sulle pensioni. Il quale, se fosse stato applicato interamente avrebbe prodotto un buco di bilancio a carico di tutti i cittadini e a beneficio di una minoranza. E per inciso: le pensioni sono certo pubbliche e private, ma anche li a ricorrere e vincere è sempre il top dello stato, per l'esattezza i magistrati. Torniamo all'oggi. I dati Istat parlano chiaro: la media retributiva del settore pubblico è superiore del 6 per cento al pri-
vato, pur scontando dal 2010 la dinamica negativa del blocco. Inoltre ad alcune categorie - magistrati, diplomatici, Forze armate - gli stipendi erano già stati sbloccati. Sia chiaro, non c'è da invocare un intervento a pareggio della Consulta sul lavoro privato, affidato com'è giusto al libero mercato. Sarebbe però l'ora di parlare oltre che di diritti anche di doveri. E per esempio spiegare perché a detta di molti giuristi, e dei politici che si accodano, non sia applicabile il Jobs Act a statali e affini in quanto la Costituzione non lo consentirebbe. Oppure come mai, in nome dei diritti e mai dei doveri, si siano opposti mille ostacoli sindacali, giuridici e mediatici a una riforma meritocratica della scuola, con i presidi definiti chissà perché "sceriffi". Ieri alla fine il ddl sulla riforma della scuola è stato approvato con voto di fiducia, ma parzialmente svuotato dei suoi contenuti più dirompenti. Rischia di andare così pure per la riforma della Pubblica amministrazione, con deroghe e tutele particolari sollecitate all'ombra delle audizioni parlamentari dai magistrati ai più alti livelli. Eppure un pubblico dipendente, e tanto più un pubblico dirigente, in quanto pagato da tutti, ha responsabilità e doveri in più, non in meno. Al contrario, c'è sempre una Consulta, un Consiglio di stato, un Tar, insomma qualche toga, o un sindacato, a tutelare solo i diritti.
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IL FOGLIO
tamente fatto scivolare sulla china del riporre la nostra speranza e la nostra dignità in un 'progetto' generato da noi". "Come se volessimo dimostrare che potevamo avere un'utopia migliore". Quando nacque il Movimento popolare, ricorda Borghesi, la questione di distinguere ciò che è politica da ciò che è chiesa si fece più urgente. Giussani arrivò a una posizione molto netta: "C'è fra noi tutti in quanto Cl, ed i nostri amici impegnati nel Movimento popolare e nella Dc, un'irrevocabile distanza critica".
Se questa "irrevocabile distanza critica" costituiva problema di difficile soluzione allora, quando c'erano il partitone unico dei cattolici e il collateralismo, tanto più complicato dovrebbe apparire adesso, in assenza di ambiti e filtri, definire la posizione di un movimento cattolico-politico di tipo valoriale. Come già ai tempi del referendum sul divorzio, ugualmente oggi al matrimonio omosessuale si può dire no. Ma si può dire no alle unioni civili? O meglio, perché il tema è questo, si può ritenere che una mobilitazione di massa - ma quante mobilitazioni di massa ci furono allora? -possa far valere senza altre mediazioni il proprio punto di vista?
Dagli anni Settanta le condizioni storiche mutarono velocemente anche nella chiesa. Ma non mutò il segno generale: "Che la teologia politica trapassi, agli inizi del 2000, da un forma di sinistra a una teocon, occidentali sta, non cambia i termini della questione" (Borghesi). Nel nuovo contesto i temi di difesa dell'antropologia divennero cruciali. Più che come teologia po-
litica, il ruinismo si è espresso come clericalismo, ruolo di supplenza e guida da parte della gerarchia all'iniziativa dei laici. Anche per Giussani "il giudizio critico sugli effetti nichilistici della secolarizzazione, sulla deriva individualistica del mondo senza legami", è "pienamente condiviso". Ma sarà lui a correggere in tiro, ancora una volta. Nel 1999 arriverà a stupirsi e dolersi per quelle "associazioni cattoliche che sono rimaste più colpite dai documenti sull'aborto, sull'inseminazione artificiale, sul divorzio che neanche dall'enciclica su Cristo Redentore dell'uomo". E individuerà il problema della chiesa nella "prevalenza dell'etica sull'ontologia", una "riduzione del cristianesimo nel mondo moderno". Dirà ancora: "Anche l'Action française di Charles Murras, àgli inizi 'del sec6lo, voleva riformare il mondo in nome dei valori cristiani, ma non era fede".
Ora anche quella stagione è finita, ed è finita la supplenza clericale. Non soltanto perché Ruini è in pensione, c'è Bergoglio e la classe dirigente della Cei è non proprio eccelsa. Ma perché è cambiato il mondo, e qualcuno, dal Papa in giù, si pone il problema di come testimoniare Cristo in un mondo che non solo non è più minimamente cristiano, ma addirittura ha cambiato sesso. Che un movimento di cattolici laici, senza bisogno di input vescovili, con la libertà dei figli di Dio voglia scendere in campo, nell'età della disruption e della disintermediazione, per la difesa di una posizione antropologica che non riguarda solo i cristiani, è la legittima novità. Bisognerebbe tenere presente che in Francia e in Spagna, dove
Prendersi la piazza, sfidare le ideologie maggioritarie. Un mondo cattolico molto ccciellinizzato". Eppure Cl in piazza non c'era
La "irrevocabile distanza critica" tra realtà ecclesiale e poUtica e le condizioni storiche per l'impegno antropologico di oggi
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la mobilitazione è stata guidata dai vescovi (tecnicamente: clericalismo) o in Irlanda, dove i vescovi non sono intervenuti (tecnicamente: insipienza?), gli esiti sono stati identici e fallimentari. Il metodo diretto e autoconvocato ha però il problema di distinguere. Far discendere dall'essere comunità ecclesiale l'impegno politico è, per l'appunto, un modello integri sta. Si torna alla casella di partenza, con in più l'aggravante di essere in una fase storica refrattaria. Scendere in piazza per difendere alcuni valori fondamentali senza il minimo filtro di mediazione tra comunità ecclesiale e momento politico si chiama, tecnicamente, fondamentalismo. Ovvio, le centinaia di migliaia di famiglie di San Giovanni questa cosa non l'hanno pensata, non la pensano. Più preoccupante è che la leadership, che invece i contorni di un progetto politico movimentista li sta con ogni evidenza rimuginando, non ci rifletta su. Non lo sappia pensare. L'opzione fondamentalista non ha funzionato neppure nella destra americana, che pure ogni quattro anni ha lo scatolone vuoto del Partito repubblicano da riempire. Per questo, con tutte le distinzioni e le sottigliezze del caso, per le quali rimandiamo allibro di Borghesi, la riflessione di Giussani sulla propria esperienza appare calzante anche oggi. Il problema è stabilire, kantianamente, quali siano le condizioni trascendentali in cui inquadrare un impegno politico-valoriale nelle condizioni storiche date. Prima di trasformare la spumeggiante Costanza Miriano nella Giorgia Meloni del nuovo intransigentismo, bisognerebbe pensarci. See the sky, about to rain.
di Maurizio Crippa
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Un Avvenimento di vita, cioè moderno. TI libro sul pensiero del Gius -Milano. "A me sembra un segno dei tem
pi che non è più il discorso sulla tradizione, non è più la storia che fonda o può fondare un richiamo o un'adesione al fatto cristiano ... Non è più - dico ora, ora - quello il motivo che spinge della gente, che possa spingere ad aderire al cristianesimo". Don Luigi Giussani esprimeva questo giudizio già nel 1968, a metà del guado tra l'esperienza educativa ormai conclusa di Gioventù studentesca e quella ancora non nata di Comunione e liberazione. Ma, soprattutto, in medias res alla riflessione sul destino del cristianesimo nel mondo contemporaneo, di cui lucidamente leggeva la fine in quanto sistema di valori del passato ma anche la possibilità di un nuovo inizio soltanto come Avvenimento, come esperienza di un "cammino al vero". Come scrive Massimo Borghesi: "Quello di Giussani è un 'itinerario moderno', un percorso cristiano che è stato in grado di sottrarsi all'alternativa che ha segnato il pensiero cattolico dopo il Concilio Vaticano II: quello tra modernismo e reazione conservatrice". A dieci anni dalla morte di Giussani, due anni dopo la monumentale "Vita di don Giussani" (lUzzoli) di Alberto Savorana, il saggio di Massimo Borghesi, "Luigi Giussani - Conoscenza amorosa ed esperienza del vero. Un itinerario moderno" (Edizioni di Pagina, 260 pp. 16 euro) costituisce ii primo saggio critico dedicato al pensiero, filosofico e teologico, del sacer-
dote e teologo lombardo. Un profilo non solo di educatore ma di grande rilievo intellettuale, tale da renderlo una figura protagonista nella vita ecclesiale del secondo Novecento.
Quello di Borghesi, ordinario di Filosofia morale all'Università di Perugia - autore, tra gli altri, di un saggio su "Augusto Del Noce. La legittimazione critica del moderno" (2011) e di una "Critica della teologia politica. Da Agostino a Peterson: la fine dell'èra costantiniana" (2013) - è un saggio di impianto accademico, che riprende e giustappone, con una prospettiva interpretativa originale, gli snodi centrali del pensiero di Giussani. Snodi che hanno una doppia particolarità: da un lato si legano costantemente alla sua storia di educatore e allo sviluppo del movimento da lui generato, giungendo a esserne un giudizio critico per molti versi inedito. Dall'altro i temi filosofici, te_o-logici, ecclesiali e persino poli-tici che Giussani ha affrontato sono gli stessi che hanno accompagnato la chiesa contem-poranea prima e dopo il Conci-lio, nel suo tumultuoso rappor-to con la modernità. Borghesi spiega, in modo convincente, come il "teologo di Venegono" sia tutt'altro che un rielaboratore-difensore di una tradizione
teologica ed ecclesiale attardata, come spesso si è detto, ma sappia creare un percorso nuo-vo, e moderno, alla comprensione della fede. A partire dalla originale elaborazione del tema del "senso religioso", in cui Giussani alla fine degli anni Cinquanta, in un rapporto organico e di sorprendete acutezza con il card. Montini, futuro Paolo VI, mette a punto un approccio al tema di tipo esistenziale e fuori dalla tradizionale apologetica, che prova a conciliare fede, ragione ed esperienza del vero nel contesto di una cultura laicizzata e plasmata dall'ateismo pratico e teorico. Ma soprattutto c'è la riflessione sul rapporto tra verità dogmatica e adesione razionale alla fede in prospettiva moderna. O meglio in una modernità che Giussani non teme e accetta con metodo critico, sottoponendola alla verifica di categorie come quelle di avvenimento ed esperienza. E' questa la parte del pensiero-metodo di Giussani che più è stata criticata, e lo è tutt'ora, da parte del tradizionalismo cattolico, incapace di staccarsi dal neotomismo nel suo tentativo di opporsi alla modernità (conciliare) solo attraverso la sua negazione. Borghesi dà conto di un serrato e cruciale dibattito, riprendendo anche quello svoltosi sul Foglio, lo scorso anno, su questi temi, con gli interventi di Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi e soprattutto dello storico Roberto de Mattei. Dibattito tutt'altro che chiuso, anzi assai attuale. (mc)
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Silenzio in. classe In Senato maxi-emendamento con fiducia, la ministra Boschi zittisce anche la collega Giannini: 159 sì, 112 no. Solo quattro Pd non partecipano al voto, ma Gotor confessa: «Non ci perdoneranno questo tradimento». Mineo contestato dai manifestanti che sfilano in difesa di una scuola non sussidiaria al pensiero unico PAGINA 2,3
Senato· Con 159 sì e 1 l:!, no passa 'il maxi-emendamento. Boschi annichilisce la ,collega Giannini, mentre i bersaniani si allineano altrettanto imbarazzi;;tti
A scuola di fiducia muta Solo 4 Pd non partecipano al voto
Gotor: «Voto per disciplina, ma non ci perdoneranno questo tradimento» Selfa la spolafra l'aula e la piazza
Andrea Colombo <,voto sì, solo per disciplina di gruppo gio sbagliato nelle norme di bilancio. e partito. Ma i nostri elettori non ci Tutte le opposizioni hanno preparato
Era cominciata male, finisce peg- perdoneranno facilmente questo tra- qualche forma di protesta vistosa. gioo A metà pomeriggio il gover- dimento». Parla con cognizione di L'M5S si presenta con addobbi funeno incassa la fiducia del Senato causa. Per tutto il giorno ai senatori rari e lumini a lutto, per celebrare le
con 159 sì contro 112 no, dopo una del Pd sono arrivati messaggi e telefo- esequie della scuola pubblica. giornata di tensioni e proteste conti- nate dai territori, tutti sullo stesso to- Il presidente Grasso sì adatta senza nue; fuori e dentro l'aula ma anche no, ricordando che non su questo sforw al ruolo di controllore dell'ordidalle tribune in cui sedevano rappre-programma il partito oggi di Renzi ne pubblica. Capisce l'antifona e per sentanti dei Cobas, al termine dell'en- aveva ottenuto il loro voto. un'ora almeno evita di dare la parola nesima giornata segnata dall'arrogan- Come previsto, la fiducia viene po- alla De Petris, per rinviare la protesta za e dall'ostentato disprezw del go- sta dal governo su un nuovo maxie- di SeI e di alcuni senatori del Gruppo verno per il Parlamento. Misto tra cui la Mussini, quella a cui
Quattro senatori del Pd non hanno mendamento, presentato dalla mini- lo stesso Grasso aveva cercato di nepartecipato al voto: i ribelli della com- stra Boschi proprio mentre stava per gare il diritto di far parte della commissione cultura, Corradino Mineo e intervenire la collega che guida 1'Istru - missioné Cultura: magliette bianche Walter Tocci, spiegano il loro gesto zione, Stefania Giannini: la cortesia con scritto sopra «Diritto allo studio» con apposito comunicato: <<Non pos- non è la dote principale di Matteo e «Diritto all'insegnamento», una delsiamo accettare un'altra riforma fin- Renzi e della sua corte. Sbrigativa, la le quali regalata alla ministra muta. ta, una nuova rottura con milioni di Boschi anticipa la Giannini, presenta La Lega deve differenziarsi: è pur elettori, l'ennesima mortificazione il nuovo maxi-emendamento e pone sempre un partito di destra. Srotola del Parlamento». Roberto Ruta, inve- la questione di fiducia. Da quel mo- uno striscione surreale: «Difendiamo ce, chiede la parola per esprimere il mento, la ministra dell'Istruzione fa- i bambini dalla scuola di Satana». voto in dissensò e in un intervento rà scena muta, senza rispondere a Non ce n'è bisogno. Ci hanno già pentanto stringato quanto perfetto de- una sola delle critiche mosse alla rifor - sato i senatori N cd, ottenendo in matmolisce la riforma evidenziandone ma per ore dall'opposizione. Un fan- tinata dalla ministra Giannini, poco tutti i punti debolissimi, non inutili toccio privo di parola. Una ministra prima che perdesse la favella, l'assicu-
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ma controproducenti. Felice Casson «commissariata», commenterà qual- razione che non si parlerà di gender. si limita a non presentarsi in alùa. Ai cuno. SeI protesta. «È assurdo che Sennò che «buona scuola» sarebbe? manifestanti assiepati di fronte al Se- non dica' una parola», sbotta Loreda- La sfilata dei senatori che dichiaranato però il non voto pare insuffi- na De Petris. La ministra non si tur- no il loro voto passando di fronte al ciente. Quando passa Mineo lo con- ba: resta bella statuina. banco della presidenza, come d'uso ~ testano rumorosamente: <,vai dentro Contrariamente alle ipotesi della vi- nei voti di fiducia, procede tra urla e ~c e vota no». gilia, il nuovo maxi-emendamento proteste e fischi, con il presidente che o
I bersaniani, invece, si piegano. non contiene norme sia pur lieve- si sgola minacciando di togliere ai {l Non è precisamente una novità. Mi- mente più favorevoli ai precari. La più rumorosi il diritto di votare la fidu- ~ guel Gotor annuncia mestola resa: correzione riguarda solo un passag- ciao Le opposizione disertano la pri- 'g
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il manifesto ma chiamata, nella speranza che i sì non arrivino al numero legale; poi votano contro in massa alla seconda.
Ma non sono lè proteste in aula a rendere livida la gior!1ata e posticcia
Pentastellati con i lumini a lutto, mentre Ncd incassa la garanzia che non si parla più di ccgenderll
la vittoria di Renzi. E la sensazione chiara, palpabile, confermata dalle proteste che piovono sui senatori piddini. Il vero divorzio tra Renzi e una parte sostanziosa quanto sostanziale
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del suo elettorato si è consumato davvero solo ieri,. Ineffabile, il presidente della commissione Cultura Marcucci dichiara «Oggi è una bella giornata». Forse si prende in giro da solo. Forse ci crede, e sarebbe peggio.
LA MANIFESTAZIONE 01 IERI CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA FOTO VINCENZO LlVIERI • LAPR~SE
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il manifesto DEMGCRACK • Con Tocci e Ruta non ha votato la fiducia alla legge
Mineo: «La peggiore legge di sempre Ma oggi il tema non- è lasciare idem»
· .. scatena per farsi riprendere mente i! ricatto sulla fiducia Damela PrezIosI dai telefonini e dallé telecame- ha funzionato su tutti gli altri.
re. Ma è una cosa marginale. Alla fine i! merito della legge è
C ome le altre riforme ' .. La cosa vera e che un pezzo . '« di Renzl, anche que- d l d d Il l l mteressato a me, a Ruta e a . e mon o e a scuo a ega . sta della scuola rifor" t . rif all Tocc!. · ques a pessima orma a re- . ,
~a i! comando. Crea la figura sponsabilità del Pd. Mi diceva- O!a lei ch~ fara? di un comandante delegato, h' t t h' Daro battaglia a tutto campo. che è i! dirigente scolastico, i! no: .non
t ID VOI pado no perc e Non ho nessuna paura di an-
al · d VUOI res are ne. d l t dal Pd ' qu e nspon e a un coman- E' '? A d' are on ano ne nessu-d · h "1 d l COSI. veva paura I esse- . t . di f altr ante m capo, c e e I capo e 'at d I Pd? na m enzlOne are un o
V l li d· re caccI o a all fr' . alli h . governo. uo e tog ere I mez- M 't' C T . h c t g etto a I tanti g c e CI . d'" . apercan a. on OCCI o la - .. zoo c?ntrattl e mtti per SO~tl- to la battaglia sulla scuola e sono m giro. . turrli con cadeaux, concesslO- ., t . h al Ce l'ha con quelh che sono
. . L l h' non CI m eressava, oggi, c e - gi' it'? nI e prem~. or~ a c Ia~ano la fine risultasse che la faceva- a usc I .. . de~ocrazIa dec~dente e mv~- ma per posizionamento oliti- Certo. Se passa una linea di n-ce e democrazia corporatl- f altr p pensamento comune a que-
Il C di M· co o per are un o gruppo a 'bi!' . h h' l va». senatore arra no 1- . . t d l Pd S i! sta tern e cnsl c e a travo -, f' . . I SlnIS ra e . e rompo con t l .. tr h h . neo e un lUme m piena. n- l c· h' tirO l o aSInIS a, c e - aragIone . governo o laccIO perc e o e . , sleme a Roberto Ruta e Wal- di trm' Podemos - non SI puo nean-
T · h l fi somme e an amo a cos re h ., hi .. tr b ter OCCI non a votato a - al d' di N . . c e plU c amare slms a, e-· . qu cosa I verso. on nu m-dUCla al ddl scuola. Sono glI t di' "G f "F ne. Ma se non parte questo unici tre del Pd. ~ressa " rMe .. c e Iva I, c e p's- dibattito siamo tutti sconfitti.
L, tt . d Il I sma e c e meo. M" tt al .. d' aspe o peggiore e a eg- P t . h - ot meo SI me e sefVlZlO I ge per lei è il potere che attri- er I~u~~ o . anzlc e ~ are questo dibattito, vuole dialo-buisce ai presidi? ~Ot a? a uCla non ay: e va- gare con i movimenti sociali, Certo. Ma anche !'idea gros- Abba. o. fid t R . O la scuola e la coalizione socia-l . lama s a o enZi. ra l
S? ana de.lla valutazIOne. Che che farà? Qualsiasi cosa avrà le e. Per q~e?to ~ono pronto a CI vuole, SICUro. Ma per valuta- risposte che merita. Non sono mett~rm~ I~ gl~C? Ma per re un docente serve uno che sa 't dall' ul questionI di poslZlOnamento d· d' h' USCIO a a per essere ac- 'd tr fu . dall Pd' " I pe agogIa, uno c e sia com- d t N" t t' en o o on , prele-. como an e. 01 siamo s a I· d petente della matena e che ab- c rn" i! ' d b nsco an are a casa.
. . . 10 e mvece governo e e 0- • bIa affiancato . il ~ocente l? le perché con un atto di impe-classe., Invece. CI sara un conu- rio ha fatto la peggiore riforma tat~ d esecuz~one formato da della scuola di tutti i tempi. altn pro~esso~ e ~ rappresen- Ma ha intenzione di lasciare tante del gemton che mente sa il Pd? del lavoro dell'insegnante e an- l ' . . , tutti' ., . di 'h' I punto e: se non SI costrUisce nuse~a. I SI ce. c e CI:CO- una soggettività sociale e politi-lana m gITa. Una follia. COSI co- ca che parta dall' offerta gene-me l'uso dei Gae (Graduatorie rosa di Landini e dal grande a esaurimento, ndrl per rom- movimento della scuola, una pere i! mondo del precariato. Tu prendi i Gae e invece quelli che da tre anni insegnano con due o tre abilitazioni li mandi fuori. Altra follia.
Pero dopo il voto lei è andato in piazza ed è stato contestato perché non ha votato no alla fiducia. Si è dato una spiegazione?
classe politica che ha fatto fallimento dentro e fuori dal Pd non potrà costruire niente di positivo. Vuole sapere se voglio fare un partito?
Melodica. Un partito non si fa alzando lo stendardo del più fico del ser-
«lo contestato in piazza? Non sarebbe successo niente se non ci si mettevano i sindacalisti»
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Sono andato in piazza, ho parlato con molte persone per bene che volevano capire, che erano arrabbiate, ma è stato bello. Poi c'erano alcuni, due, tre, che mi 'urlavano. Cose tipiche, ne ho fatte tante di manifestazioni. E sa quando la situazione si è complicata? Quando sono arrivati i sindacalisti: temendo che i! clima peggiorasse, mi hanno voluto portare fuori dal corteo. Una fesseria, un'imbecillità. È ovvio che quando si fa così qualcuno si
raglio. Un partito si fa se un ceto politico fallito come questo ha l'umiltà di rimettersi in gioco, si confronta con i movimenti reali, evita la puzza al naso e cerca di costruire soluzioni per i! paese. Si parte da cosa proponi per !'Italia e per l'Europa. La questione' dentro o fuori dal Pd' nasconde i! fatto che l'intera classe politica della si-nistra ha fallito. E Renzi è solo ~
l'e~~r~~~e:::li~e~~~~ rima- ~ sti in tre a opporvi al ddl ~ scuola? ~
Non lo chieda a me. Evidente- '6
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IL ,,"~MATTINO
Se il premier prende il gessetto e la maggioranza impara la lezione
MassimoAdinolfi
C on la fiducia al Senato, la riforma della scuola
del governo Renzi si avvia a diventare legge dello Stato. Alla Camera, infatti, i numeri non sono ballerini e sorprese non ce ne saranno. Chiieri se le aspettava, o anche solo ci sperava, è rimasto deluso da un voto netto, in cui il Pd si è mostrato persino più compatto del previsto. Eccezion fatta per due o tre senatori che non hanno partecipato al voto, e che paiono decisamente propensi ad unirsi a Pippo Civati, già uscito dal Pd, i democratici hanno dimostrato che la tenutadellamaggioranzaèassicurata anche su materie dove molto forte è la frizione interna, e sulle quali pro-
babilmente hanno perso non pochi consensi, alle scorse elezioni regionali. Un segno di salute del governo, qualunque cosa si pensi della legge.
Non è stato, in verità, un passaggio semplice. Basta leggere l'intervento del senatore Miguel Gotor, tra i più vicini alla Ditta che fu di Bersani. Gotor, come molti altri della minoranza interna, ha votato sÌ alla fiducia per evitare, sono state le sue parole, che si aprisse una «crisi politica e istituzionale senza precedenti» (cioè che siandassealvoto),magiudica questa <<la peggior fiducia possibile» alla quale si è risolto «con un crescente disagio' misto a delusione e persino rabbia». Più duro di cosÌ c'è solo il voto contrario. ma il voto contrario non
Quotidiano
c'è'stato. Nel merito, Gotorpuòla
mentare che la legge non fa nulla sulla dispersione scolastica, o che non si è messa mano ai cicli scolastici, ma ha purtuttavia dovuto riconoscere che nel lavoro parlamentare diversi aspetti controversi del testo sono stati modificati, o almeno smussati, e anche se lo considera un «mediocre intervento legislativo», invece di una vera riforma, ha dovuto prendere atto che siamo dinanzi ad un cambiamento deciso dell' organizzazione del sistema dell'istruzione, quasi brusco.
Questa presa d'atto è forse il più chiaro significato politico del voto diieri. Renzi governa, e non ha nessuna intenzione di mollare la
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presa, o di rallentare il passo. I conti si faranno alla fine, ma dinanzi agli elettori Renzi vuole presentarsi con un carniere di riforme pieno. Agli avversari interni non resta, appunto, che prenderne atto. Il governo non cade per un incidente parlamentare, o per la defezione di un pezzo del Pd: chi ci contava ha in realtà già lasciato o sta per lasciare il Pd, ma i numeri sono comunque dalla parte del governo. A quest'ultimo appuntamento Renzi non si presentava certo nel momento di massima forza: il mondo della scuola gli si è fatto avverso, i sindacati gli hanno proclamato contro uno sciopero generale e ancora ieri gli insegnanti erano in piazza.
> Segue a pago 50
Il premier, il gessetto e la maggioranza
Martina e da Cesare Damiano, che pur con tutti i distinguo non intendono affatto essere d'intralcio al governo. Sono gli ultimi arrivati al fatidico momento della presa d'atto: Renzi non è un energumeno estraneo al Pd, lo scassinatore irriguardoso della tradizione della sinistra; è invece colui che ne interpreta la proposta di cambiamento. Respingerla in to-
capitale» e liste di impresentabili, sbarchi di profughi e paure di uscita dall'Euro della Grecia, se ne era perso il segno. Ieri Renzi ha ripreso in mano il gessetto ed è tornato con decisione alla lavagna. E la maggioranza ha appreso la lezione.
che impara la lezione Massimo Adinolfi
to, come ha fatto due giorni fa Fassina, significa uscire dal Pd.
Dunque la nave va, e il suo timoniere può giocarsi una nuova partita, quella delle riforme istituzionali che in corso d'anno, con la legge sul nuovo Senato, proverà a chiudere. Poi, forte del bottino di credibilità conquistato sin lì, proverà a dare una sterzata anche sul quadrante europeo, dove si gioca la vera partita dei conti pubblici italiani. Solo dopo comincerà a pensare al voto, magari aiutato dai primi, timidi segnali di ripresa.
Dall' altra parte del campo di gioco, è ancora presto per dire se davvero Matteo Salvini riuscirà a prendere la guida del centrodestra. Ma intanto è lui che sembra disegnare i crinali lungo i quali si divide oggi l'opinione pubblica, cioè in tema di sicurezza e di immigrazione. L'altro discrimine, quello contro la casta e contro la corruzione, è presidiato
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Le opposizioni scalpitavano e i grillini non hanno certo perso tempo nel tentativo di ergersi a rappresentanti degli insegnanti e degli studenti delusi dalla sinistra. Per di più, nel voto regionale non sono state tutte rose e fiori, per il Pd. Però le cose sono andate come sono andate: Renzi ha tirato dritto e la maggioranza lo ha seguito. In effetti, il Nuovo Centrodestra ha non poche gatte da pelare (vedi il caso Castiglione) e soprattutto pare tenuto insieme quasi solo dalla presenza nelle istituzioni: difficile dunque che provi a sfilarsi. Non lo farà ora e non lo farà nei prossimi mesi. Quanto al Pd, il vero smottamento si è prodotto in realtà nelle file della sinistra interna, perché all'intransigenza un po' rancorosa della vecchia guardia di D'Alema e Bersani, sempre più inascoltata, si è sostituita la formazione dialogante dell'area guidata dal ministro
con i toni giustizialisti che le sono pro- ~ pri, dall'altra opposizione, quella a cin- ~c que stelle. Al Pd, tocca il compito di trac- o
ciare la sua linea di demarcazione, e pro- {l vare ad imporla presso l'opinione pub- ~ blica. Nelle settimane scorse, tra «mafia 'g
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Scuola: testate nazionali Pag, 85
SUPPLEMENTO DE
la Repubblica
Settimanale Data 26-06-2015 Pagina 39 Foglio 1
SE LA BUONA SCUOLA I\RRANCA LA BUONA UNIVERSITA SI FERMA ...
INGRESSI PIÙ FACILI PER DOCENTI E RICERCATORI, UN NUOVO
SISTEMA DI FINANZIAMENTI... IJDEA C'È GIÀ. LE PROTESTE ANCHE.
MA IL GOVERNO ORA FRENA. E GLI ATENEI DEVONO ATTENDERE
di Claudio Vi sani
BOLOGNA. Mentre la Buona Scuola si impantana al Sen. ato t~ slitta l'assunzione di centomila insegnanti, da Bologna e Padova parte la protest.a contro la Buona
Università. Il più antico ateneo del mondo e Palazzo Bo, nel 2013 primo in Italia per qualità della ricerca, contestano le idee lmticipate da governo. Non piacciono la riforma dei contratti (una sorta di Jobs aet per gli Atenei) e l'idea di privilegiare nei finanziamenti solo 4-5 poli. «Misure che porterebbero alla precarizzazione stmtturata e alla fine della Iìbertà di ricerca e insegnamento» denuncia il sito dell'orgoglio accademico roars.it.
Ma per la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola e università del Pd, si tratta di «proteste sul nulla buone solo per
la campagna elettorale degli aspiranti rettori perché non e'è ancora alcun testo di riforma».
Viste le difficoltà della riforma delle superiori, governo e Pd proeedono ora con cautela. Il percorso avviato a fine t'ebbr,ùo al
Sotto, da sinistra, Stefano Paleari, Giuseppe Zaccaria e Francesca Puglisi
Nazareno con YOUniversity.lab, «l-,riornata nazionale di ascolto» del mondo dell'Università, è fermo e riprenderà solo in autunno. Puglisi giw>a ehe «il 2015 sarà l'anno costituente», mette l'accento «sul coinvolgimento di tutti» per una riforma condivisa chc restituisca «piena autonomia e responsabilità» alle Universitù, sblocchi !'ingresso dei giovani docenti e r'Ìcel'catori e istit.uisca «un coordinamento centrale a Palazzo Chihri per finanziare la ricerca». Proposte che coincidono solo in parte con le aspettati-ve dei rettori. Il loro presidente, Stefano Paleari, ha scritto a Renzi e al ministro Giannini chiedendo che la riforma contenga «un piano per ridurre drasticamente l'età media dei docenti e dei ricercatori» (oggi è di 59 anni per i professori ordinari, 53 per gli associati e 46 per i ricercatori), un «nuo-vo diritto allo studio», una reale «semplificazione» e il «sostegno alla ricerca in rapporto con ten'itorio e imprese».
«Oggi la Buona Università è uno slogan» dice Giuseppe Zaccaria, rettore dell'Universit.à di Pavia «e su alcuni dei punti finora noti restano ambiguità. Sull'autonomia basterebbe attenersi all'articolo 33 della Costituzione ... E, col precariato che dilaga, chi non è favorevole a tutele crescenti per favorire l'ingresso dei giovani? Poi però bisogna garantire investimenti certi e di lungo periodo». E sui finanziamenti privilegiati agli hub della ricerca: «Il punto di forza dell'Università it.aliana è la media alta, che va garantita ponendo fine ai tagli e dando certezza ai finanziamenti ordinarÌ)). Il
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Il rapporto Inps-Istat. L'analisi dei dati 2013
Ogni 100 occupati i pensionati sono 72 ROMA
_ Nello stesso. giorno in cui dalla Corte dei conti arriva l'ennesimo rilievo sulla «forte rigidità» della spesa pensionistica che cresce a un ritmo sostenibile ma anche «continuo ed elevato», come ha detto Enrica Laterza nella relazione per il giudizio sul rendiconto dello Stato, Inps e Istat sfornano il consueto report sui trattamenti previdenziali (sull'anno 20l3)chemetteafuocoladistribuzione di quella spesa. Essa oscilla attorno al 16,8% del PiI, media nazionale tra iI 20-21 % di Sud e Isole e iI 15% del Nord.
Con quella spesa due anni fa son state erogate 23,3 milioni di prestazioni a 16,4 milioni di pensionati con le donne in lieve maggioranza sugli uomini (52,9% pari a 8,7 milioni). Nel Nord-ovest risiede oltre l.\n
quarto dei pensionatiCcirca il 28%) e prevalgono gli assegni di anzianità e vecchiaia mentre i record di pensioni di invalidità sono al Sud (7-8% contro il 3% del Nord).
Fin qui una fotografia piuttosto nota, come è noto iI fatto che gli assegni delle donne sono in media molto più bassi di quelli dei maschi, protagonisti di carriere lavorative e contributive meno idiscontinue. Nel 2013, in particolare, oltre la metà delle donne (50,5%) ha ricevuto meno di mille euro al mese, contro un terzo (31%) degli uomini. Ma attenziqne alle fasce più ricche: iI numero di uomini (178 mila) con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5mila euro è stato di cinque volte superiore a quello delle donne (35 mila).
Le cifre che più colpiscono del focus Inps-Istat girano però at-
torno al cosiddetto "rapporto di dipendenza", ovvero iI rapporto tra il numero dei pensionati e quello degli occupati: siamo al 71,9% . Anche ·qui lo svantaggio delle donne è maggiore: 91 pensionate ogni 100 lavoratrici, a fronte di 58,2 uomini ogni 100 lavoratori. Sono cifre quasiinlinea con quelle di dieci anni prima, per prendere un anno di riferimento (nel 2003 erano 72 i pensionati ogni 100 occupati mentre ne1I997 erano 78). È anche a causadi quéstaquasi-invarianza, generatada vari fattori, che laspesa pensionistica come dice la Corte continua a crescere. Con quali costi? Dietro quel 16% sul PiI c'è una spesa pensionistica equivalente a 12.224 euro annui per occupato (media nazionale) con picchi fmo a 15.674 euro in regioni come la Liguria. Con un sistema contributivo fmanziato coniI criterio della ripartizione, meglio sarebbero tassi di occupazione più elevati e conseguenti rapporti di dipendenza più bassi.
D.Col. W @columbus63 © RIPRODUZIONE RISER\/AT A
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Lavoro e previdenza Pag.92
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Da agosto l'Inps darà corso alla sentenza della Consulta - Le somme anche agli eredi
Pensioni, rimborsi al via CosÌ l'assegno ricalcolato A chi percepisce 1.500 euro «una tantum» di 796 euro
Le fasi dell'operazione - I pensionati riceveranno gli arretrati delle rivalutazioni dell'assegno previdenzialedallOagosto. Lo precisa l'Inps in una circolare sulle modalità di applicazione della recente sentenza della Consulta: chi ha im assegno mensiledil·500euroavràunrimborso unatantunl di796 euro.lrimborsi saranno versati anche agli eredi, incasodimorte, «adomandaenei limiti della prescrizione».
Servizi ~ p1lgina7
Per chi ha una pensione lorda di 1.500 euro, i ntorno ai 1.200 euro netti, ha diritto a ricevere un rimborso di 796,27 euro
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Hannoil reintegro più alto,le pensioni comprese tra 1.450 e 1.900 euro tordi. AI di sotto dei 1.450 euro la rivalutarione è stata nè9noscluta
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La circolare Inps 125 pubblicataien dispone che le somme arretrate siano corrisposte a dì';correre dal1()agosto2~lS
Il calendario e gli bnporti I limiti In una circolare l'Istituto definisce Liquidazione decrescente per i trattamenti
compresi tra 1.450 e 2.850 euro lordi mensili i tempi e le modalità dell' operazione
I Pensioni, al via i rimborsi Da agosto la restituzione di una parte dei tagli bocciati dalla Consulta
F1Ibio Venanzi
,. Estate un po' più ricca per i pensionati italiani. L'Inps, conl'assegno di agosto, pagherà i soldi trattenuti in questi ultimi quattro anni con i tagli alle rivalutazioni, decisi dal Governo Monti nel 2011 con il Salva Italia e bocciati di recente dalla Corte costituzionale.
2012/2013. La circolare 125 prevede sero diritto a un adeguamento pari nualità avverrà, invece, in misura ilricalcolo d'ufficio (non serve do- al 100% dell'inflazione mentre gli parziale. I pensionati con assegni manda)degliarretraticonlarata altri non avrebbero avuto niente. di importo compreso tra tre e diagosto. TI diritto al rimborso sa- La sentenza avrebbe potuto quattro volte il trattamento miniràriconosciuto anche agli eredi di avere effetti ad alto impatto fman- mo si vedranno riconoscere una chi,nelfrattempo,èdeceduto,ma ziario se il Governo non avesse maggiorazione pari al 40% delsolo se presentano una richiesta studiatounmeccanismopermiti- l'inflazione piena. Q\.!.elli di imall'istituto entro i tennini di pre- gare il cosiddetto "effetto trasci- porto superiore e fino a cinque scrizione (di norma 5 anni). namento". In altri termini, l'attri- volte il trattamento minimo si ve-
II decreto legge 65,ancorainat- buzione della perequazione sul- dranno attribuire il 20 per cento. tesa di conversione in legge, ha re- l'anno 2012, partendo dall'asse- Tale percentuale scenderà al 10% cepito gli effetti della ruchiarazio- gno in godimento nel 2011, per gli importi compresi tra cin-ne di incostituzionalità della Ri- avrebbe determinato a cascata queeseivolteiltrattamentomini-
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La "restituzione" sarà parziale e decrescente per gli assegni piùricchi e interessa le pensioni comprese tra i 1.450 ai 2.850 euro lordi mensili. A dare il via all' operazione la pubblicazione, ieri;della circolare Inps 125 che ha defmito le modalità applicative previste nel Dl 65 del 21 maggio inmateriadi attribuzione dell'indicizzazione all'inflazione dei trattamenti pensionistici superiori a tre volte il trattamento mininlO nel bielillÌo
forma Monti-Fornero che aveva una base di calcolo maggiore an- momentrenonsaràriconosciuto bloccato la perequazione delle che per il calcolo dell'assegno nulla per gli importi superiori a pensioni. La Corte aveva ritenuto 2013 che, asua volta,sarebbe stato sei volte il predetto trattamento che la norma avesse leso i pensio- calcolato sull'importo definitivo minimo. Tale modalità opera nati la cui capacità di integrare i del 2012 e cosÌ via. Su questo esclusivamente ai fini della deter- ~ propri redditi risulta limitata. avrebbe pesato anche l'inflazione minazionedegliimpòrtiarretrati ~ Inoltre non era stata prevista una che negli anni di "blocco" l'infla- relativi agli anni 2012-2013. o
gradualitàdelblocco,masierasta- zione è stata pari al3 % per la pri- Tuttavia l'incremento pere- {l bilito che solo gli importi fmo a tre ma armualità e al 2,7 % nel 2013. quativoattribuito pertalianni, che ~ volte il trattamento minimo aves- TI riconoscimento sulle due an- 'g
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n Sole9]{l mmrn costituisce la base di calcolo per determinare gli importi mensili delle pensioni a partire dal 2014,
viene riconosciuto in misura parziale. Più precisamente nella llÌisura del 20% dell'aumento per gli anni 2014 e 2015 e nella lnisura del 50% dell'aumento ottenuto relativamente al 2016. Pertanto r effetto trascinamento perglianni successivi al 2013, sarà contenuto.
In occasione del rinnovo delle pensioni, che avverrà entro la fme di quest'anno,l'Inps provvederà a
I calcoli dell'Inps
ricalcolarelepensioniapartiredal 2012, fino al 2016.
Per avere un'idea delle cifre in gioco prendiamo una pensione lorda di 1.900 euro al mese - che è poi quella che avrà l'integrazione più alta perché si avvicina ma non supera quattro volte il minimo Inps - che netti sono circa 1.500: il rimborso sarà intorno ai mille euro. L'Inps fa un esempio di calcolo suunapensione di 1.5.00 euro lordi: in questo caso il rimborso è di 796 euro (si vedano le tabelle riportate
in pagina). TI nuovo importo della pensio
ne del 2016 sarà poi,la nuova base per ilcalcolo della perequazione a regime per le annualità successive. La "nuova" pèrequazione sarà attribuita a ogni singolo b.eneficiario in funzione dell'importo complessivo di tutti i trattamenti pensionistici in godimento, inclusi gli assegni vitalizi derivanti da uffici elettivi. TI calcolo dell'aumento di rivalutazione automatica deve essereeffettuatosulcumulodeitrat-
Gli esempi dirivalutazione delle pensioni nei bienni 2012·2013, 2014·2015 e perl'anno 2016
ANNI 2012 E 2013
·.lntPortqplfl$ii)lle ,.' ,ÀllpUcazione articolo t,comma l, $Pettantt,rimdè"" ~.t) del DL n. 65/2015.Nllovo S'lIti!nz.n;7~/2015 {i.>··~omma 25 Arretrati Anni
2012 '1500 1.500 x 0,4 x 2,7%= 16;20
2013 1.500 1.516,20 x 0,4 x 3% = 18,20
16,20 x 13 '" :ZIO,fiO
(16.20+18,20) x U ..• 447,20
ANNI 2014 E 2015
I1I\po~' PeÌl."
ApptiaìifC)nèarticolol~tomma t, -.rìtffìi(n. Nuovo ·èlella$eQt.~zt. ... 2) IWlDI.n..65/24»5.Nuovo mensile in
Anni n:70l2&'S tdnlln'.1Sb~s •. .. . AlTetrati pagamento
2012 1.500 1.500 x (l +0,2xO,4x2,7%) = 1503,24
2013 1.500 1.503,24 x (l +0,2xO,4x3%) = 1506,85
2014 1.515,68 1.506,85 x (l + 0,95 x 1,1%) = l (1.522,60-1.515,68) x 13 = 1.522,60 89,96
2015 1.518,56* 1.522,60 x (l + 0,95 x 0,2%) = (1.525,49-1.518,56) x 7 = €1.525,49 1.525,49 48,51 da agosto
TOTALE ARRETRATI 210.6 ;,447.2 ~89,96+48,51:;; ADAGOST0201S 79(l,27
ANNO 2016
Nllovomensile
2012 1.500 1.500 x (l + 0,5 x 0,4 x 2,7%)= 1508,10
2013 1.500 1508,1 x (l + 0,5 x 0,4 x 3%)= 1.517,15
2014 1.515,68 1.517,15x(1+0,95x1,1%)= 1.533
2015 1~518,56 1533 x (l + 0,95 x 0,2%) = 1535,91
2016 1.524,33" 1.535,91 x (l + 0.95 x 0,4%) = 1541,75
Nota: (*) Nel determinare l'importo spettante perii 2015 è stato utilizzato il coefficiente di perequazione definitivo pari perii 2015 allo 0,2%; ("')f-lel determinare l'importo spettante peril2016 è stato utilizzato il coefficiente di perequazione
,I>o t provvisorio pari per il 2016 allo 0,4%
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tamentierogatidall'Inps e dagli altri enti, presenti nel Casellario centrale, per ciascun pensionato. Allaricostituzione dei trattamenti pensionistici l'Istituto provvederàd'ufficio.
Sul versante fiscale, ihfme, le somme arretrate saranno assoggettate a tassazione separatamentre quelle di competenza del 2015
saranno assoggettate a tassazione ordinaria
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I punti principali
Sarà l'lnps a lÌCustrui re d'uffidoi trattamerìti fH!liSfonistid ,rionèquindl ne~essariò presentare . . dÒ.rnanda. l'unica eccezione riguarda glhrididel . pensto_deéeduto;in questo caso la domandava presentata entrò i termini di prescrizione (di norma 5 anni). Hanno diritto al rimborso le pensioni che vanno da 1.450 euro lordì (sotto questa soglia la perequazione~ stàta riconosciuta) a 2.850 euro tordi. Gli enti die erogano vitalf%i a chi ha svolto uffici elettivi,non dovrannocomunicarenuUa al casellario centrale dei pensionati ma dovranno rispilndeteatlenchieste che l'Inpssta'inviano loro (codici fiscali e importi erogati)
Il meccanismo studiato prevede un'a fest1tu~lone parzialedf;llla~_ nortriconosduta: tralU_eil
. 4O%di'quantòperliopergti anni2012-2Q13eil20%di quanto erogato pE!rglianni precedenti per il 2014. pfOin' dettaglio: perle penidQnl tra le tre e (e.quattro v«*eUroinimo (tra 1.500 e 2milaeurò lor,di al mese) la rivalutaziòne per il 201H3 sarà del 40% . dell'inflazione (2,1% perii
.2012,3% per U 2(13); perlè pensioni tra quattro e dnque volte il minimo (tra 2 mila e 2.500) sarà del 20%ì perle pensioni trat2.S00. e 13rnlla euro La rivalutazione.sarà sole> pari al10%ùl quantu pe~ò.le pensjoni di impe>rto superiore a sei volte il minimo Mn avrannonessun rimborso.
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Il rimborso sarà sottoposto ata~onesepar.da. QUesta modalità di
. tassazione consente di evitare di éumulàre con il' reddito complessivo di un dato anno fredditiprodotti in periodi di imposta precedenti, che vengono quindi sottratti alt'assoggettamento fiscale progressivo. Suquesti an'etrati l'imposizione amene con un'aUquota media (calcolata sullà semisomma del redaito complessivo netto del biennio precedente all'annodi percezione del trattamento),generalmente più favorevole per il contribuente e non vengono a ppticate te addizionati comunali e regionali
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Dopo la Consulta. Nodo risorse per la «vacanza contrattuale» sugli ultimi mesi dell'anno - Tempi incerti sulla pubblicazione delle sentenza
Contratti statali, prima copertura già nel 2015 Davide Colombo ROMA
Lo scenario più probabile, diceva ieri il presidente dell'Aran, Sergio Gasparrini, è che la contrattazione per il pubblico impiego riprenda nel 2016. Si dovrà aspettare la legge di stabilità, che solitamente fissa l'importo dedicato per il rinnovo dei contratti: «senza non è possibile. Successivamente, dal governo viene dato a noi il mandato per l'avvio delle trattative» ha spiegato il responsabile dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.
Per il momento non si può che aspettare, dunque. Innanzitutto la pubblicazione della sentenza, che potrebbe arrivare tra un mese o più, visto che la precedente sulle pens~oni è arrivata un mese e 2!? giorni dopo l'udienza. Ma questa voltac'èdimezzoanchelascadenza del mandato di uno dei giudici (Paolo Maria Napolitano, il lO luglio prossimo, e prassi vorrebbe che tutto il collegio sia insediato al momento della pubblicazione) e
ARAN E fUNZIONE PUBBLICA Gasparrini: «Possibile la ripresa della contrattazione nel 2016». . Rughetti: «Prima legge di Stabilità e riforma Pa»
c'è anche la pausa estiva della Corte in avvicinamento. Si vedrà
Dal giorno della pubblicazione decadono le norme che hanno disposto il blocco dei rinnovi contrattuali (di 78/2010 e successive proroghe) esi tratteràdicapirecome frnanziare la cosiddetta "vacanza contrattuale" che matura per gli ultimi mesi del 2015. Secondo fonti tecniche dovrebbe valere la stessa logica contabile del rimborso pensioni: l'impatto, sia pur molto modesto, sarà sui saldi 201S e quindi bisognerà fare una norma e trovare un copertura tra la legge di assestamento in preparazione (il ddl dev~ essere presentato da Pier Carlo Padoan entro fine giugno)ela Nota di aggiotnamentoal Def di settembre. Ma il condizionale è quanto mai d'obbligo. Mentreè certo che afinanziareilrinnovo sul prossimo triennio sarà la Stabilità 2016: «immagino che il momento topico sarà la legge di Stabilità» ha affermato sempre ieriil sottosegretario allaPa,Angelo Rughetti, intervistato da Radio .24-La riforma della Pa per Rughetti è «il binario su cui poi i treni della
contrattazione dovrebbero andare, quindisàrebbe buonsenso arrivare prima con la riforma della Pa», ovvero il ddl Madia, ora all'esame della Camera «Credo che la sentenza della Consulta vada colta come occasione per aprire unragionamento nuovo su come è organizzata la pubblica amministrazione» ha aggiunto il sottosegretarioallaPresidenzadel Consiglio, Claudio De Vincenti, secondo il quale è ancora prematuro ragionare sulle coperture.
I «treni della contrattazione» di cuiparlaRughettinonavranno però bisogno solo dirisorse certe per camminare. n quadro normativo di riferimento è infatti cambiato con la riforma Brunetta (legge 1S e dlgs 1S0 del 2009) e si è passati dai vecchicompartieareedirigenziali a un'ipotesi di massimo 4 nuovi comparti, che Aran potrebbe definire sulla base di un atto diindirizzo già scritto a suo tempo da Funzione pubblica se il Governo non decidesse di mandarne uno nuovo.Novitàsui comparti potrebbero arrivare anche dai ritocchi al Ddi delega (si potrebbe passare da
4as)mailproblemaresterebbesul fronte delle rappresentanze. I sindacati del pubblico impiego hanno infatti appena rinnovato i loro organismi sulla base dei vecchi comparti (elezioni a marzo, verifica risultati in corso e nuove rappresentanze attese entro settembre). Adottare i nuovi comparti significherebbe toccare equilibri che incidono sul tavolo negoziale futuro. Ma e dalla composizione anche di questi nodi (dunque non solodalreperimentodellerisorse) chepassail vialiberaai «treni della contrattazione».
I sindacati, sia pure in ordine sparso, chiedono l'apertura immediata del confronto e trovano un supporto in questo da voci autorevoli della maggioranza come quella del presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano: «È una scelta -spiegal'esponentePd -che può essete fatta prima dell'estate per avviareunatrattativachenonriguar: da soltanto il tema del salario».
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 8 Foglio 1
Landini si fa la sUa Festa Fiom a Bologna: per quattro giorni terremo Renzi sulla griglia
Ponziano a pago 8
Per quattro giorni, alla Festa nazionale della Fiom dove nemmeno la Camusso osa presentarsi
Renziresterà sulla graticola Landini dice che ha più iscritti 'ui che non l'intero Pd
DI GIORGIO PoNZIANO
A;che Landini vuole la sua festa. E l'organizza proprio a Bologna, roc
orte Pd, a due passi da dove i pidiessini celebrano ogni anno la loro, che qui ancora chiamano festa dell1Jnità. La festa nazionale della Fiom, costellata di gigantografie del leader Maurizio Landini e della sua felpa, di cui rivendica la primogenitura rispetto a quella di Matteo Salvini, si apre oggi e si concluderà domenica. Titolo: Unions. Ovvero la voglia di unificazione a sinistra ma anche il riferimento ai sindacati inglesi, culla del movimento sindacale mondiale. Un ricordo di quelle origini che gli organizzatori spiegano così: «Perché il sindacato ha una crisi di legittimità aperta e perché all'epoca del jobs act stiamo tornando indietro".
Si svolge alle Caserme Rosse, in Bolognina, quartiere operaio dove il Pci contava il 91% dei voti e scelto non a caso da Achille Occhetto per l'ormai famosa assemblea in cui decretò la fine del Pci. Un luogo simbolico, quindi, in cui Landini intende prom)lovere quella Coalizione sociale ancora dai confini non definiti. All'invito ha subito aderito Sergio Cofferati, che tornerà così nella città di cui è stato sindaco e dalla quale ha incominciato una carriera politica (dopo quella sindacale) che lo ha portato al parlamento europeo, seggio che ha tenuto
anche dopo l'uscita dal Pd. Se Cofferati sarà Pospite
d'onore politico, quello intellettuale sarà Gustavo Zagrebelsky. Poi i riferimenti oltre confine: interverranno il ministro del Lavoro greco Skourletis Panagiotis e il segretario di Podemos a Madrid, Jesus Maria Montero. Spieg il responsabile organizzativo della Fiom Emilia-Romagna, Valerio Bondi, che sta dando gli ultimi ritocchi alla macchina della festa: «Vogliamo mettere assieme le esperienze sociali e culturali che hanno ragionato con la Fiom di coalizione sociale. n sindacato è in crisi, anche assieme a loro vogliamo ricostruire e autoriformarci. Vogliamo aggregare pezzi di società in un progetto sociale, parlare con chi non ha rappresentanza sindacale. Non ho difficoltà a dire che la nostra linea è diversa da quella della Cgil. TI loro orizzonte è quello di accordarsi con Cisl e Uil, siamo lontani".
CosÌ nessun esponente del Pd (ma neppure di SeI) è stato invitato. Non sono previsti nella Coalizione sociale di Landini, che dice: «Nella Dc, nel Pci, nel Psi c'era una rappresentanza trasversale. Oggi, nella storia di questo Paese per la prima volta non c'è la rappresentanza dei lavoratori ma soltanto di Confindustria». Neppure,Susanna Camusso si farà vedere, c'è chi dice per non allargare il solco tra Cgil e Fiom ma forse per evitate contestazioni dopo le sue affer-
. jf/iS6inw CaCciari ". pre",lk.let1ist~: «Landini». dice «è una
pel'$()lW(}lU!$t(S·mo·.non tlU·dtt '1iésmM parte. Prima di cambiare il
mazioni: «Landini deve scegliere tra due ruoli che diventano inevitabilmente contradditori, perché un conto è la rappresentanza del lavoro e un conto è la rappresentanza politica». Pane, Vangelo e radicalismo. Nel calderone fiommino vi sono anche Carlo Petrini di Slow Food e don Luigi Ciotti di Libera. Poi una schiera di giornalisti Rai capitanati da Massimo Giannini (Ballarò), Lucia Annunziata (In mezz'ora), Paolo Mondani (Report). .
A Bologna la Fiom ha 19.500 iscritti, record nazionale. Perciò alla festa si attendono il tutto esaurito. «La Fiom ha 350mila iscritti, più del partito di Renzi- dice Landini. -E non facciamo cene da 1.000 euro (come quella organizzata recentemente da Massimo D'Alema, ndr). TI fatto è che c'è un rischio per la tenuta democratica del Paese». Soprattutto a Landini brucia l'avvio del Jobs act: «Non ho capito cosa di male hanno fatto a Renzi i lavoratori. Quando dice 'ti posso licenziare anche se hai ragione e te lo monetizzo', Renzi non capisce il dramma dei lavoratori. Le imprese non assumono per il Jobs act ma perché c'è la ripresa e anche perché il governo ha finanziato ogni assunzione con 8.000 euro. Poi il jobs act ha cancellato lo statuto dei lavoratori e quindi il consenso delle imprese è scontato. Le politiche sul layoro di questo governo sono peggiori di quelle dei governi di centrodestra».
Un altro attacco a Renzi è sull'auspicato sindacato unico: «è la conseguenza di un modello autoritario.- assicura Landini. -Renzi invece di disegnare modelli sindacali, che non è il suo mestiere, dovrebbe varare una legge che ripristini la democrazia in fabbrica dando ai lavoratori la possibilità di decidere sui contratti che li riguardano». Saranno quattro giorni con Renzi sulla graticola. Dopo un'iniziale love sto:ry Landini lo ha scaricato e a Bologna andrà all'assalto, trovando un presidente del consiglio più debole a causa dell'insuccesso elettorale e delle defezioni nel Pd. Ma Renzi non è uomo da giocare in difesa: «La Coalizione sociale è destinata ad essere sconfitta non solo dai numeri ma anche dalla logica. Landini fa più comparsate in tv di quante sono le persone che scioperano a Pomigliano. E' demagogia pura».
La festa Fiom sarà un sasso lanciato nello stagno della politica. Mentre a Landini arriva un consiglio dal filopolitologo Massimo Cacciaci: «E' una persona onesta, anche simpatica, ma non va da nessuna parte. Lo avrei apprezzato di più se fosse partito dal cambiare il sindacato, prima si lavora in casa propria, poi si guarda fuori. E comunque le sue idee non tengono conto del cambiamento dei tempi, a partire dal mercato del lavoro».
TwiUer: @gpon%iano -;-----© Riproduzu:mR riseroata ____
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Allo Stato il 500/0 del costo dei dipendenti 'lhl ritenute previdenziali a carico del lavoratore e rite
nute fiscali operate come sostituto d'imposta dal datore di lavoro, in media, il primo 30% delle entrate per le casse dello Stato esce diretto dalla busta paga dei lavoratori. Ma ad operazioni terminate (aggiungendo premi !nail, addizionali regionali e altro) si arriva anche il 50% del costo complessivo sostenuto dal datore di lavoro per ogni singolo lavoratore. Per alcuni settori poi, come per esempio l'edilizia, le percentuali aumentano. Quasi mai i lavoratori sono consci del costo complessivo sostenuto dal datore di lavoro per ognuno di loro, né quanto di questo loro costo transita effettivamente nelle Casse statali. n più delle volte il lavoratore, infatti, si ferma solo al netto in basso a destra del cedolino. Ma la busta paga è molto di più. Per questo motivo la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro ha messo a punto un vademecum per capire come leggerIa. Da una semplice esposizione di ore lavorate con relativa quota retributiva e trattenute si è passati negli anni, spiegano gli esperti della Fondazione, a un prospetto composto anche da più pagine e da decine di acronimi non sempre di immediata comprensione. Varie e molteplici sono le situazioni del lavoratore che transitano in busta paga: dalle presenze alle assenze, alla composizione del proprio nucleo familiare, alla variazione del luogo di lavoro, alla fuoriuscita dal mondo del lavoro. Moltissime le informazioni contenute per garantire al lavoratore la massima trasparenza, dalle ferie e i permessi, alla quota di tfr accantonata, all'imponibile previdenziale e fiscale con le relative somme a debito e credito. La busta paga è il prospetto che in termini monetari evidenzia il rapporto che si instaura tra datore di lavoro e lavoratore, rapporto che poi si estende anche agli enti previdenziali e al Fisco.
La busta paga non è. solo il minimo tabellare, ci sono le competenze fisse e quelle variabili. Dal 1993 in particolare le dinamiche salariali si sono evolute con diverse ripercussioni sul lavoratore e sul datore di lavoro. «Conoscere queste dinamiche e le regole per una corretta imposizione previdenziale e fiscale», spiegano i consulenti, «fa la differenza e aiuta a costruire una cultura del lavoro basata su trasparenza e fiducia reciproca che si trasforma in sviluppo, progresso e competitività».
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Consulenti ponte per il lavoro Uccorre tifruU-are Il> oCl'lMioni. Che sono alme_ 29 mila
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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 41 Foglio 1 /2
L'sos dell'A nel: non basta la proroga di 30 giorni per gli adempimenti
Inps, COSÌ non può andare Da rivedere le comunicazioni di irregolarità
Abbiamo contestato nell'occasione sia il merito di quelle comunicazioni che il metodo. A fronte di una così massiccia operazione di allerta regolarizzazione contributiva delle aziende assistite dai colleghi, sarebbe bastato consultare preventivamente gli organi rappresentativi dei consulen-ti del lavoro per concordare
Solo pochi giorni fa, un'azione maggiormente arl'lnps ha effettuato monizzata alle reciproche un invio massivo di esigenze. comunicazioni di irre- D. Quindi non si conte
golarità contributiva tramite stano le irregolarità delle Pec, che ha interessato gran aziende, ma il come si è parte dei consulenti del lavo- intervenuto? ro su tutto il territorio nazio- R. Esatto: noi consulenti naIe. In tali mail, venivano del lavoro siamo i primi eduanche assegnati 15 giorni per catori alla regolarità ed alla la regolarizzazione. La vicen- legalità, ma per questo non da ha suscitato vibratissime possiamo essere considerati proteste dei Consulenti del i telelavoratori della pubblica lavoro, riversate al sindacato amministrazione a seconda di categoria, che è intervenu- degli umori o delle improv;.to con una propria azione di vise necessità della stessa. E contestazione nei confronti una questione di dignità prodei vertici dell'lnps. L'istituto fessionale che spesso viene poi, in presenza dell'evidente calpestata. disagio dei CdI così come rap- D. Eppure i consulenti presentato anche dal Consi- . del lavoro sono i principaglio nazionale dell'Ordine, ha li intermediari dell'lnps. accordato ulteriori 30 giorni per gli adempimenti. Ma ciò non ha soddisfatto del tutto il Sindacato di categoria Ancl, che abbiamo interpellato nella persona del suo presidente, Francesco Longobardi.
D. Presidente, ennesima frizione con l'Inps?
R. Abbiamo accolto con favore la nomina del nuovo presidente dell'Istituto al quale abbiamo formulato sinceri auguri di buon lavoro. Evidentemente si è da subito concretizzato uno degli aspetti su cui lavorare da subito, ovvero il rapporto paritario che deve intercorrere con i professionisti intermediari.
R. Essere i principali interlocutori dell'Istituto non vuoI dire poterli usare come si crede. Ho peraltro molti dubbi che ci si debba ritenere i primi intermediari nei casi di inadempimento delle aziende.
D. Ci spieghi meglio. R. La figura di interme
diario nasce e si consolida per effettuare adempimenti nei confronti della pubblica amministrazione in nome e per conto dell'azienda che l'ha delegato. Non per questo però può essere considerato il soggetto giuridico responsabile di un debito o di un ina-
dempimento di terzi. Anche dal punto di vista civilistico, in caso di pretese economiche, l'Istituto dovrebbe rivolgersi al diretto debitore che poi solo per sua scelta può farsi assistere dal professionista nel-
la soluzione del caso. È una questione delicata sulla quale sarebbe necessario un definitivo chiarimento con enti ed istituti.
D. Cos'altro non va nella procedura adottata dall'Istituto?
R. La risposta sta nelle varie situazione che mi hanno rappresentato gli stessi Colleghi da tutto il territorio nazionale: è risultato diffusamente che numerosissime comunicazioni di irregolarità sono state inerenti situazioni debitorie acclarate da:bltre un anno, ma anche rigUardanti rateazioni autorizzate ed in corso, delle quali non si è tenuto conto, aziende anche regolari, e sospensioni regolarmente comunicate all'Inps ma dallo stesso dall'ente ignorate. Non ultime le incomprensibili causali «cartella non riscossa, cartella non notificata, inadempienza relativa al periodo, F24 non presente, dml0 non presente» ecc. È di tutta evidenza che nessun controllo è stato operato in origine dall'Istituto che evidentemente soffre di mancato collegamento ed interazione interna tra le varie procedure amministrative.
D. Comunque è arrivata la proroga.
R. Sì, ma questo non risolve il problema. Non è il consulente del lavoro che deve dedicare gran parte del suo tempo per verificare la legittimità di una richiesta: sono le
richieste di regolarizzazione stesse che devono partire solo se fondate su certezze e risultanze acclarate. Ho fatto pub-blicamente presente che nei confronti di aziende e datori di lavoro, l'azione intrapresa dall'Istituto previdenziale, sulla base di dati di archivio non aggiornati o coniunque non attendibili, costituisce un atto gravemente illegittimo che colpisce ingiustamente realtà produttive che stanno faticosamente risalendo la china della ripresa economica, grazie anche agli interventi ed agli incentivi recentemente messi in campo dal governo. E mentre tutti sono in attesa dei primi segnali di ripresa, l'Istituto non si fa scrupolo alcuno, così colpendo, per esigenze meramente purocratiche, anche aziende del tutto incolpevoli. Così non va, e la proroga è l'ennesima toppa.
D. Come si può invertire la tendenza?
R. Abbiamo numerosi tavoli di consultazione con l'Istituto, nei quali i consulenti del lavoro hanno sempre apportato valore aggiunto e collaborazione. Da parte nostra non c'è nessuna avversazione, anzi massima intenzione di migliorare le procedure. Ma per centrare l'Qbiettivo, bisogna essere in due.
Pagina a cura DELL'UFFICIO STAMPA
E RELAZIONI ESTERNE DELL'ANcL,
AssOCIAZIONE NAZIONALE
CONSULENTI DEL LAVORO
Tel. 06/5415742 www.anclsu.com
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Lavoro e previdenza Pago 106
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Con il rinnovo scatteranno gli stipendi
in base al merito Oliveri a pago 42
Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 42 Foglio 1
Gli effetti della sentenza della Consulta. Il blocco ha finora congelato la valutazione per fasce
Statali pagati in base al merito I nuovi contratti dovranno applicare la legge Brunetta
DI LUIGI OLIVERI
Dietro ai possibili rinnovi contrattuali, le mine vaganti dell'attivazione delle fasce di
valutazione e della modifica dei fondi contrattuali decentrati.
Nonostante la soddisfazione espressa dalle organizzazioni sindacali per la nuova stagione della contrattazione collettiva che potrebbe riaprirsi a seguito della sentenza della Corte costituzionale (si veda ltaliaOggi di ieri) che ha considerato incostituzionale il blocco dei rinnovi, ma solo per il futuro, sono molte le <<insidie» che si nascondono dietro i rinnovi contrattuali.
Fasce retributive. La necessità di distinguere in tre fasce di merito i dipendenti pubblici per effetto della valutazione del loro rendimento, imposta dalla riforma Brunetta, è stata quasi messa nel dimenticatoio, dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo 14112011, che aveva
di fatto «sospeso» gli effetti della riforma. Uarticolo 6, comma 1, del citato decreto legislativo stabilisce, infatti, che «la differenziazione retributiva in fasce prevista dagli articoli 19, commi 2 e 3, e 31, comma 2, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, si applica a partire dalla tornata di contrattazione collettiva successiva a quella relativa al quadriennio 2006-2009». n blocco dei contratti, protrattosi fino al 2015, ha di fatto impedito che le fasce di valutazione riprendessero vita, per ben quattro anni.
Se e quando ripartirà la contrattazione nazionale collettiva, tuttavia, essa non potrà limitarsi a regolare gli adeguamenti stipendiali dei lavoratori pubblici, ma dovrà anche curarsi di attivare la valutazione per fasce, cioè quella parte della riforma Brunetta più invisa alle organizzazioni sindacali. Infatti, il decreto legislativo 150/2009 impone di riservare la metà delle risorse
destinate all'incentivazione al 25% dei dipendenti inseriti nella prima fascia, lasciando il restante 50% delle risorse al 50% dei dipendenti, mentre l'ultimo 25% non potrebbe percepire alCW} incentivo. C'è, comunque, da sottolineare che il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione all'esame in questi giorni alla Càm.era contiene, tra gli altri, anche l'indirizzo al governo di rivedere le norme sui sistemi di incentivazione. I tempi verosimilmente lunghi della nuova stagione contrattuale potrebbero quindi anche consentire di modificare l'attuale assetto.
Fondi contrattuali. La seconda insidia è stata sempre introdotta dalla riforma Brunetta, per effetto della quale è stato introdotto all'articolo 40 del dIgs 16512001 il comma 3-bis, il quale stabilisce che la contrattazione integrativa di secondo livello <<destina al trattamento economico accessorio collegato alla performance individuale
una quota prevalente del trattamento accessorio compla<lSivo comunque denominato». Pertanto, se la riforma della p.a. non modificherà la disciplina in vigore, la contrattazione nazionale collettiva dovrà ridefinire la struttura: del trattamento economico incentivante e le regole della contrattazione decentrata. I contratti di secondo livello dovrebbero destinare la maggior parte delle risorse del salario accessorio proprio alla valutazione dei risultati da premiare col sistema delle fasce.
Dunque, dalla nuova contrattazione nazionale collettiva p0-trebbe derivare la conseguenza che per molti dipendenti pubblici il salario complessivo, potrebbe ridursi anche significativamente, applicando le regole imposte dalla riforma Brunetta, per anni rimaste nell'oblio.
Supplemento a cura di FRANCESCO CERISANO
jcerisano@class.it
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Lavoro e previdenza Pago 108
H dato
Al Sud il record dei baby pensionati 115,2% dei pensionati del Sud ha meno di 40 anni a fronte di appena il 2,9% di quelli del Nord Ovest e del 3% di quelli del Nord Est. Lo rileva l'Istat nel documento sui trattamenti pensionistici e beneficiari. Il dato risente dei numeri delle pensioni assistenziali e di invalidità. Nel complesso l'età media delle pensionate è superiore a-quella dei pensionati (7l,8 anni contro 68,6) soprattutto tra i beneficiari di prestazioni di invalidità civile e di guerra.
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Lavoro e previdenza Pago 110
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26-06-2015 6 1 /2
Corte dei conti: «La pressione fiscale ha raggiunto livelli ormai intollerabili»
LA RELAZIONE ROMA Una denuncia netta, di quelle che non possono essere equivocate: la pressione fiscale in Italia è «intollerabile». Il livello ormai è così elevato che «difficilmente il sistema economico potrebbe sopportare ulteriori aumenti». A dirlo è la Corte dei conti, con la relazione sul rendiconto generale dello Stato 2014 illustrata dal presidente di coordinamento delle sezioni riunite, Enrica Laterza.
D'altronde in questi anni, per far fronte all'emergenza economico-finanziaria e rispettare i vincoli di bilancio, «la politica fiscale è stata piegata ad obiettivi di gettito immediato», e così facendo è stata «sacrificata l'esigenza di una ragionata revisione strutturale del sistema». In sei anni, tra il 2008 e il 2014, sono state adottate - continua la Corte - «oltre 700 misure di intervento tra aggravi e sgravi del prelievo» con un aumento di 55 miliardi del gettito. Arrivati a questo punto, però, c'è «la necessità di un intervento di segno opposto, volto a restituire capacità di spesa a famiglia e imprese». Il bonus di 80 euro varato dal governo Renzi, pur andando in questa direzione, non è sufficiente.
LA STRADA AMBIZIOSA
«DIFFICOLTÀ OGGETTIVE PER LA SPENDING REVIEW SERVE UN NUOVO PATTO SUL WElFARE:J CITTADINI PAGHINO DI PIU PER ALCUNI SERVIZI PUBBLICI)
Non potendo alzare le tasse, resta il dilemma di come assicurare la sostenibilità della finanza pubblica. Anche la spending review, infatti, è di difficile attuazione. I magistrati contabili, guidati dal presidente Raffaele Squitieri, sottolineano le «oggettive difficoltà»: nel quadriennio 2010-2014 i tagli si sono concentrati su personale, acquisti di beni e servizi e investimenti, a fronte del «continuo ed elevato ritmo di espansione delle prestazioni pensionistiche». Ed è proprio «la forte rigidità» della spesa per le pensioni ad aver rappresentano uno scoglio insormontabile. Essendo i redditi da lavoro e i consumi intermedi «già ripetutamente colpiti», i margini di risparmio si sono molto ristretti. In questo scenario per mantenere in equilibrio i conti pubblici sarebbe necessaria - calcola la Corte - una crescita di Pil e produttività «non inferiori all'I,5% annuo» e una disoccupazione intorno «al tasso fisiologico del 7%». Target che in questo momento appaiono irraggiungibili.
E allora? Una strada c'è, dice Squitieri. È ambiziosa, ma fattibile: riorganizzare i servizi di welfa: re sulla base di una «riscrittura del patto sociale tra cittadini e governo». Obiettivo: ridurre il «perimetro dell'intervento pubblico». Per alcuni servizi servirebbe «una maggiore partecipazione dei citta-
dini alla copertura dei costi». Non per tutti allo stesso modo, però. L'operazione infatti - aggiunge la Corte - deve essere fatta contestualmente a una «rigorosa articolazione tariffaria, che realizzi il precetto costituzionale della concorrenza alle spese pubbliche in ragione della diversa capacità contributiva».
Altra operazione suggerita dalla magistratura contabile: razionalizzare l'universo degli enti parastatali, 320 soggetti «denominati, istifuiti, controllati e finanziati dai ministeri». Di questi - hanno
calcolato i magistrati contabili -165 hanno comportato un costo per le casse dello Stato pari a 45 miliardi in due anni. La Corte poi accende un faro sui derivati: occorre un «puntuale monitoraggio» dei rischi che questi contratti «possono comportare sugli equilibri di bilancio» e una normativa ad hoc. L'allarme è alto: a fine 2014 su un valore dei derivati in circolazione pari a 160 miliardi (9% sul totale dei titoli di Stato), un quarto - 42 miliardi - sono perdite. Data la struttura dei pagamenti tipica dei derivati, avvertono i magistrati contabili, «è assai probabile che parte di questi 42 miliardi si concretizzerà in pagamenti nei prossimi semestri».
Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Lavoro e previdenza Pago 111
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I Pressione fiscale in Area Euro ~-- --_ .. _- --- -- -_ .. - ._._- - - ---- ~~._.-- _ .. _~--- .. _._-
I Anno 2014, % del Pii Il ITALIA 43,5 Il Belgio 47,2 Ili! 1111. Il'IUn I III! [ nl_
I :,:Germania 39,4 I I
- Estonia 31,9 I ! I
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Il Irlanda 30,2 I
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Il Francia 47,6 Cipro 31,6 I
I = LussembUrgo 40,4 I
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43,3 _ .Austria • Portogallo 37,0 I
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,_ Slovacchia 30,2 I I +- Finlandia 44,0 , I_ Areaeuro 41,8
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l Fonte: Banca d'Italia _ ... _ .. - --- ---_ .. -_ ..... - ANSA1Ce1lT~m_erri I -_._-- _ .. _- ~ ... -
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Lavoro e previdenza
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