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Città di SOLOFRA
L.n.1150 del 17/08/1942 e s.m.i. - L.R. n.14 del 20/03/1982 e s.m.i. L.R. n.16 del 22/12/2004 e s.m.i. - Reg. N.5 del 04/08/2011
Ar.T.Etica architetti associati
PIANO URBANISTICO COMUNALE
Largo Scoca 2, 83100 Avellino. tel/fax 0825/786473
TIMBRI E VISTI
VAS. 0.RP brev. 1
2015
PROGETTO URBANISTICO Arch. Raffaele Spagnuolo(progettista incaricato)
Arch. Luca BattistaArch. Eleonora Giaquinto
Arch. Flaviano Oliviero
Michele Vignola
Arch. Francesco Bottino
Avv. Antonio Esposito
Michele Russo
STUDIO GEOLOGICO: dr. Geol. Roberto D’ORSI
ZONIZZAZIONE ACUSTICA: ing Vincenzo LIMONE
STUDIO AGRONOMICO: dr. Agr. Mario SPAGNUOLO
P.U.T.: Ing. Tiziana AMATUCCI
PIANO ILLUMINOTECNICO: ing. A. DE MARCOgeom. M. CAPUTO, per. Ind. M. CIPRIANO
Collaboratore studio Ar.T.Etica:Arch. Caterina Avitabile
1:25000 1:10000 1:5000 1:2000
QUADRO CONOSCITIVO
PP
QUADRO STRUTTURALEPS
QC1 Attuazione PRG vigente
QC2 Uso e assetto storicodel territorio
QC3 Stato dell’ambiente
Q Assetti fisici, produttivie funzionali
C4
QC5 La rete delle infrastrutture
QC6 Il patrimonio dismesso,sottoutilizzato, degradato
QC7 Vincoli, tutele, vulnerabilità
QC0 Inquadramento territoriale.Coerenze con pianificazionisovracomunali
PS2 Norme di indirizzo prescrittivee direttive
PS3 Limitazioni ambientali, contestiurbani e dello spazio aperto,interrelazioni territoriali
PS4 Classificazione del territorio.Trasformabilità, standard,attrezzature, infrastrutture
PS1 Scelte strategiche, obiettivicriteri guida, forme di attuazione
RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (art.2 c.4 Reg. 5/11 ;D.L.vo 152/2006 c.1 art 13)ALLEGATO : (da Bozza Piano. Prel. 2012)STATO DELL’AMBIENTE - INDICATORI - SCHEDE DI SINTESI
DS - DOCUMENTO STRATEGICO
IL SEGRETARIO GENERALE
IL SINDACO
IL DELEGATO ALL’URBANISTICA
IL R.U.P. UFF. URBANISTICA
Qp2 Normativa di attuazione
QP3 Ambiti di pianificazione operativa
QP4 Azzonamento
Qp1 Prescrizioni operative
PIANO STRUTTURALE PIANO OPERATIVOL.R. n.16/2004 e s.m.i. art.3 c.3 lett.a) Reg. N.5/2011 art.2 c.4, art.9 c.3 e 5
RP - RAPPORTO PARTECIPAZIONE
VAS - VALUTAZIONE AMBIENTALESTRATEGICA
QUADRO STRATEGICOPIANO PRELIMINARE
QC
ELABORATI DI PROCESSOEP QUADRO PROGRAMMATICOPOC
ATTI DI PROGRAMMAZIONEDEGLI INTERVENTI
API
REGOLAMENTO URBANISTICOEDILIZIO COMUNALE
RUEC
RUEC1 Regolamento
RUEC2 Indirizzi in materiaenergetico ambientale
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L.R. n.16/2004 e s.m.i. art.3 c.3 lett.b) Reg. N.5/2011 art.9 c.4, art.9 c.6
rev. 2
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Bozza di Rapporto Ambientale (Documento di Scoping)
V.A.S. – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo finalizzato ad integrare
considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi, per migliorare la qualità
decisionale complessiva. In particolare l'obiettivo principale della VAS è valutare gli effetti
ambientali dei piani o dei programmi, prima della loro approvazione (ex ante), durante ed
al termine del loro periodo di validità (in-itinere, ex post). Ciò serve soprattutto a
sopperire alle mancanze di altre procedure parziali di valutazione ambientale, introducendo
l'esame degli aspetti ambientali già nella fase strategica. Altri obiettivi della VAS riguardano
sia il miglioramento dell'informazione della gente sia la promozione della partecipazione
pubblica nei processi di pianificazione-programmazione.
Quadro di riferimento normativo
Direttiva europea 2001/42/CE
D.Lvo 152 /2006 e successive modifiche e integrazioni (D.Lvo 4/2008)
L.R.16/2004 e s.m.i. art. 47 (Burc supp. n.65/2004 + Burc2/2011)
DPGR 17/2009 del 18 dicembre 2009 Regolamento attuazione VAS (Burc 77/2009)
D.G.R. 203/2010 del 5 marzo 2010 Indirizzi operativi e procedurali per VAS Area Generale
di Coordinamento 5
D.G.R. AGC 16 n. 834/2007 -Tabelle indicatori di efficacia (Burc 33/2007)
Regolamento attuazione L.R.16/2004 n.5 del 4 agosto 2011 art. 2 (Burc 53/2011)
Manuale Operativo 1 del Reg. Att. 5/2001 – Area Generale di Coordinamento 16
Prime linee guida regionali procedure e fasi della VAS a cura dell' ARPAC
Nella Comunità europea la valutazione degli effetti di determinati piani e
programmi sull'ambiente è stata introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001.
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Gli stati membri avrebbero dovuto recepire la Direttiva entro il 21 luglio del 2004. L’Italia
non ha rispettato tale termine ed ha recepito la Direttiva con la parte seconda del D.lgs. 3
aprile 2006, n. 152 entrata in vigore il 31 luglio 2007. Tale norma è stata sostanzialmente
modificata ed integrata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, entrato in vigore il 13/02/2008 e
nuovamente modificata dal D. Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 pubblicato nella Gazz. Uff. 11
agosto 2010, n. 186.
Normativa nazionale
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS), a livello nazionale, è regolata dalla Parte
seconda del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 così come modificata e integrata dal D.Lgs. 16
gennaio 2008, n. 4 e dal D. Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 (di seguito indicata “decreto”).
Finalità
Come stabilito nel decreto la valutazione di piani e programmi che possono avere un
impatto significativo sull’ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione
dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto
dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che
siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.
Soggetti coinvolti
I principali soggetti coinvolti nella procedura di VAS sono:
l’autorità procedente, la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma,
ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma, il proponente, sia
un diverso soggetto pubblico o privato, è la pubblica amministrazione che recepisce, adotta
o approva il piano, programma;
l’autorità competente, la pubblica amministrazione cui compete l’adozione del
provvedimento di verifica di assoggettabilità e l’elaborazione del parere motivato; in sede
statale autorità competente è il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare che esprime il parere motivato di concerto con il Ministro per i beni e le attività
culturali;
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la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale di cui all’articolo 7 del
decreto legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito nella legge 14 luglio 2008, n. 123, assicura
al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il supporto tecnico-
scientifico per l’attuazione di quanto stabilito nel decreto.
i soggetti competenti in materia ambientale, le pubbliche amministrazioni e gli enti
pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale,
possono essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione dei piani e
programmi.
Il parere motivato è il provvedimento obbligatorio con eventuali osservazioni e condizioni
che conclude la fase di valutazione di VAS, espresso dall’autorità competente sulla base
dell’istruttoria svolta e degli esiti delle consultazioni.
Ambito di applicazione
La VAS viene applicata sistematicamente ai piani e programmi che possono avere impatti
significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale:
i piani e programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria
ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti,
della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione
territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per
l’approvazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli
allegati II, III e IV del decreto;
per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti
designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli
classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della
flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d’incidenza ai sensi dell’
articolo 5 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.
Per i piani e programmi prima descritti che determinano l’uso di piccole aree a livello locale
e per le modifiche minori dei piani e programmi prima descritti, la valutazione ambientale è
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necessaria qualora l’autorità competente valuti che producano impatti significativi
sull’ambiente, mediante l’espletamento di una verifica di assoggettabilità e tenuto conto del
diverso livello di sensibilità ambientale dell’area oggetto di intervento.
L’autorità competente valuta mediante l’espletamento di una verifica di assoggettabilità se
piani e programmi, diversi da quelli prima descritti, che definiscono il quadro di riferimento
per l’autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull’ambiente.
Competenze
Per i piani e programmi da assoggettare a VAS:
sono sottoposti a VAS in sede statale i piani e programmi la cui approvazione compete ad
organi dello Stato;
sono sottoposti a VAS secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani e programmi la cui
approvazione compete alle regioni e province autonome o agli enti locali.
Fasi della procedura
La VAS è avviata dall’autorità procedente contestualmente al processo di formazione del
piano o programma ed è effettuata durante lo svolgimento del processo stesso e quindi
anteriormente all’approvazione del piano o programma.
Le fasi principali della procedura sono:
lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità;
l’elaborazione del rapporto ambientale;
lo svolgimento di consultazioni;
la valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni;
la decisione;
l’informazione sulla decisione;
il monitoraggio.
Il decreto stabilisce la durata di ciascuna fase della procedura.
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Verifica di assoggettabilità
L’autorità procedente trasmette all’autorità competente un rapporto preliminare
comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari
alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o programma,
facendo riferimento ai criteri dell’allegato I del decreto.
L’autorità competente trasmette il rapporto preliminare ai soggetti competenti in materia
ambientale, individuati in collaborazione con l’autorità procedente, per acquisirne il parere.
Sentita L’autorità procedente, tenuto conto delle osservazioni pervenute, verificato se il
piano o programma possa avere impatti significativi sull’ambiente, emette il provvedimento
di verifica, assoggettando o escludendo il piano o programma dalla valutazione.
La verifica di assoggettabilità a VAS ovvero la VAS relative a modifiche a piani e programmi
ovvero a strumenti attuativi di piani o programmi già sottoposti positivamente alla verifica di
assoggettabilità o alla VAS, si limita ai soli effetti significativi sull’ambiente che non siano
stati precedentemente considerati dagli strumenti normativamente sovraordinati.
Elaborazione del rapporto ambientale
Prima fase (detta fase di scoping)
Per i piani e programmi da assoggettare a VAS, il proponente e/o l’autorità procedente
elabora un rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali significativi dell’attuazione
del piano o programma ed entra in consultazione con l’autorità competente e con i soggetti
competenti in materia ambientale al fine definire la portata ed il livello di dettaglio delle
informazioni da includere nel rapporto ambientale.
Redazione del rapporto ambientale e svolgimento delle consultazioni
Il rapporto ambientale, la cui redazione spetta al proponente o all’autorità procedente,
costituisce parte integrante del piano o programma e ne accompagna l’intero processo di
elaborazione ed approvazione.
Nel rapporto ambientale devono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi
che l’attuazione del piano o programma potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio
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culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli
obiettivi e dell’ambito di applicazione territoriale del piano o programma. Le informazioni da
fornire nel rapporto ambientale sono indicate nell’allegato VI del decreto.
Il Rapporto ambientale dà atto della consultazione della fase di scoping ed evidenzia come
sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti.
La proposta di piano o programma, con il rapporto ambientale ed una sintesi non tecnica
dello stesso, sono comunicati all’autorità competente e messi a disposizione dei soggetti
competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinché abbiano l’opportunità
di presentare le proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e
valutativi.
Valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti della consultazione
L’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, svolge le attività tecnico-
istruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni,
obiezioni e suggerimenti presentati durante la consultazione, ed esprime il proprio parere
motivato
L’autorità procedente, in collaborazione con l’autorità competente, provvede, prima della
presentazione del piano o programma per l’approvazione e tenendo conto delle risultanze
del parere motivato e dei risultati delle consultazioni transfrontaliere, alle opportune
revisioni del piano o programma.
Decisione e informazione sulla decisione
Il piano o programma ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la
documentazione acquisita nell’ambito della consultazione, sono trasmessi all’organo
competente all’adozione o approvazione del piano o programma.
La decisione finale è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale o sul Bollettino Ufficiale della Regione
con l’indicazione della sede ove si può prendere visione del piano o programma adottato e di
tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria.
Sono rese pubbliche sui siti web delle autorità interessate:
il parere motivato espresso dall’autorità competente;
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una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono
state integrate nel piano o programma , come si è tenuto conto del rapporto ambientale e
degli esiti delle consultazioni, le ragioni per le quali è stato scelto il piano o programma
adottato alla luce delle alternative possibili individuate;
le misure adottate in merito al monitoraggio.
Monitoraggio
Il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti
dall’attuazione dei piani e programmi approvati e la verifica dell raggiungimento degli
obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi
imprevisti ed adottare le opportune misure correttive.
Il monitoraggio è effettuato dall’Autorità procedente in collaborazione con l’Autorità
competente anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell’Istituto Superiore
per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Il piano o programma individua le responsabilità e le risorse necessarie per la realizzazione e
gestione del monitoraggio.
Normativa delle regioni
Nel periodo intercorso tra l’entrata in vigore della Direttiva e la sua trasposizione a livello
nazionale, alcune regioni hanno emanato disposizioni normative concernenti l’esercizio della
VAS talvolta con norme dedicate al recepimento della direttiva comunitaria, in altri casi
nell’ambito di norme sulla pianificazione territoriale o sulla VIA.
A seguito dell’entrata in vigore del decreto devono adeguare il proprio ordinamento a tale
disposizione.
Secondo quanto stabilito nel decreto le Regioni e le Province Autonome con le proprie leggi:
individuano l’Autorità competente tra le pubbliche amministrazioni con compiti di tutela,
protezione e valorizzazione ambientale;
disciplinano le proprie competenze e quelle degli altri enti locali; i criteri per individuare gli
enti locali territoriali interessati ed i soggetti competenti in materia ambientale; eventuali
ulteriori modalità, rispetto a quelle indicate nel decreto, per l’individuazione di piani e
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programmi da sottoporre a VAS; le modalità di partecipazione al processo di VAS, delle
regioni e province autonome confinanti.
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE A SOLOFRA
Obiettivo principale della stesura della Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Solofra è la
valutazione della qualità della vita e dell’ambiente di vita del territorio nei termini più rigorosi
consentiti dal livello e dalla disponibilità delle conoscenze in merito.
Tale elaborato si candida a rappresentare un insostituibile riferimento per calibrare
l’intervento politico e per definire gerarchie di priorità fra le azioni da compiere al fine di
raggiungere obiettivi che favoriscano uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio.
Il lavoro della RSA è stato strutturato nei seguenti step:
ο Analisi di esperienze similari legate ai processi di Agenda 21 Locale ed a programmi e
pianificazioni territoriali con spiccate connotazioni ambientali ed ecosistemiche.
ο Definizione di una metodologia di indagine e raccolta dati per il territorio.
ο Strutturazione di una prima lista di indicatori ambientali per Solofra.
ο Coinvolgimento di Enti, Associazioni, Aziende, che si occupano di problematiche
ambientali, economiche e sociali, attraverso un Forum, per approvare gli indicatori e
raccogliere informazioni integrate.
ο Incontri e collaborazioni con le strutture tecniche di riferimento per la raccolta dei dati
esistenti sul territorio di Solofra.
Nell’affrontare la progettazione del documento sono stati definiti i seguenti ambiti di
indagine:
I DETERMINANTI ECONOMICI
Struttura della popolazione
Agricoltura
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Industria
Energia
Trasporti
LE TEMATICHE AMBIENTALI
Aria
Suolo
Rifiuti
Biodiversità
Acque superficiali e sotterranee
Paesaggio
Inquinamento elettromagnetico
Cambiamenti climatici
Inquinamento acustico
I FATTORI DI RISCHIO
Rischi Naturali: il dissesto idrogeologico.
Rischi Naturali: il rischio sismico
AMBIENTE URBANO
Uso sostenibile del territorio comunale
Trasformazioni urbane
Territorio comunale
Ad ogni ambito è stata associata una matrice di indicatori1, che è stata riempita con dati
di dettaglio forniti da enti preposti, ma che ha visto anche elaborazioni originali da parte del
gruppo di lavoro per alcuni ambiti.
1 “Gli indicatori sono uno strumento per rappresentare in modo sintetico i diversi problemi indagati, senza che vada perso nella sintesi il contenuto informativo dell’analisi.” (Dal “1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente” del Comune di Bologna).
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Il modello utilizzato per sviluppare ed organizzare gli indicatori rappresenta una
rielaborazione del modello PSR dell’OCSE2: il modello DSPIR3, frutto delle attività
dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA).
Il modello DPSIR oltre a permettere una corretta organizzazione degli indicatori, e quindi dei
dati a cui essi sottendono, ha rappresentato un valido aiuto al riconoscimento delle tematiche
da analizzare per ottenere una corretta descrizione dello Stato dell’Ambiente.
Matrice degli indicatori del “reporting ambientale”
Per la definizione delle informazioni necessarie a descrivere lo stato dell’ambiente di Solofra
sono state elaborate delle matrici di indicatori ambientali.
La redazione degli indicatori rappresenta per quanto possibile, un work in progress, che si
avvarrà della partecipazione/condivisione di tutti i soggetti interessati alle prospettive di uno
sviluppo sostenibile.
L’attivazione dei processi di coinvolgimento e di reporting contribuisce, in parte, al
popolamento delle informazioni per elaborare gli indicatori e, quindi, alla continua
ridefinizione della struttura del documento fino alla sua redazione conclusiva.
Nella fase di costruzione del reporting si tenta di attivare relazioni fra gli enti interessati al
monitoraggio, attraverso la trasmissione, l’elaborazione ed il confronto dei dati.
Le attività di reporting, del resto, mirano a costruire una rete relazionale permanente, una
sorta di osservatorio che permetta una conoscenza dinamica del territorio.
2 “L’OCSE ha messo a punto un modello (modello PSR) basato sul concetto di causalità: le attività antropiche esercitano pressioni (pressures) sull’ambiente e inducono modificazioni nella sua qualità e nella quantità delle risorse naturali (stato, state). Queste ultime, attraverso le attività antropiche, si collegano di nuovo alle pressioni”. Il monitoraggio dello Stato dell’Ambiente in Italia-ANPA, Marzo 2000. 3 Modello DPSIR: Determinanti – Attività e comportamenti umani derivanti da bisogni individuali, sociali ed economici; stili di vita, processi economici, produttivi e di consumo che determinano pressioni sull’ambiente.
Pressioni – Pressioni esercitate sull’ambiente per effetto dei determinanti, cioè delle attività e dei comportamenti
umani. Stato – Qualità e caratteri dell’ambiente e delle risorse ambientali che possono essere messi in discussione
dalle pressioni e che occorre tutelare e difendere. Impatti – Cambiamenti significativi dello stato dell’ambiente che si
manifestano alterazioni negli ecosistemi. Risposte – Azioni di governo attuate per fronteggiare gli impatti, indirizzate
nei confronti di una qualsiasi componente DPSIR.
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Cos’è un indicatore
Un indicatore è la misura di qualcosa che ci permette di capire, in maniera più o meno
precisa e in relazione ad un certo obiettivo, "a che punto si è", "quanto si è distanti".
L'indicatore, è una misura che sia "sintomo" o "indice" dello stato di un sistema e che mostri
quantitativamente le condizioni del sistema stesso.
Nella misurazione, di solito, spesso si perde di vista l'obiettivo per il quale si effettua la
misura stessa. Il peso potrebbe quindi assumere maggior significatività rispetto all'obiettivo.
Di conseguenza è meglio pensare cosa misurare piuttosto che al punto a cui si vuole
arrivare.
Indicatori tradizionali e indicatori di sostenibilità
Nelle nostre città si eseguono misure "tradizionali" riguardanti il progresso sociale,
economico, ed ambientale (il tasso di disoccupazione, il prodotto interno lordo, la
retribuzione media, il consumo di risorse, sono solo alcuni dei molteplici esempi di indicatori
tradizionali che possono essere fatti). Indicatori di tal genere misurano cambiamenti in un
settore della società come se esso fosse completamente indipendente dagli altri.
Per esempio, il prodotto interno lordo misura il quantitativo di ricchezza prodotto in una
nazione. Esso è essenzialmente correlato al benessere economico della nazione di
riferimento; tuttavia, siccome è una misura solamente dell'attività economica di una
nazione, senza riferimenti alcuni alla sfera sociale ed ambientale, esso può crescere pur
comportando una diminuzione dello stato di salute della popolazione.
E' invece insita nel concetto di sostenibilità una visione integrata del mondo e la sostenibilità
stessa richiede indicatori che sintetizzino le relazioni tra il progresso economico, ambientale
e sociale di una comunità.
E' necessario quindi introdurre degli indicatori di sostenibilità che tengano in
considerazione la realtà che differenti settori della società possono essere strettamente
connessi tra loro.
Facendo riferimento all'esempio di prima, si potrebbe introdurre un indice di benessere
economico sostenibile, che sulla base di calcolo del prodotto interno lordo, apporta
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correzioni considerando per esempio gli insediamenti produttivi tossici oppure il danno
derivante dall'inquinamento dell'aria dovuto a determinate aziende o ancora i costi derivanti
alla società dai cambiamenti climatici o da una inadeguata distribuzione delle ricchezze.
Come si può immediatamente comprendere, un indice di tal genere accorpa un numero
gigantesco di informazioni, senza rischiare di sottovalutare alcune delle innumerevoli
relazioni tra ambiente, economia, società.
Indicatori di stato, pressione e di risposta
Un’ulteriore distinzione possibile tra gli indicatori di sostenibilità è quella tra indicatori di
stato, di pressione e di risposta.
Parleremo di indicatori di stato se ci riferiremo al calcolo e alla misurazione di situazioni di
fatto in un preciso momento temporale. Gli indicatori di stato fanno riferimento alla qualità
dell'ambiente in tutte le sue componenti e alla qualità e quantità delle risorse disponibili.
Definiremo indicatori di pressione quelli che determinano la pressione esercitata dalle
attività umane sull'ambiente in un determinato periodo temporale. Gli indicatori di pressione
sono normalmente espressi in termini di emissioni o consumo di risorse.
Infine, intenderemo per indicatori di risposta quelli che ci permettono di determinare come
reagisce o potrebbe reagire la comunità a determinati cambiamenti in atto. Gli indicatori di
risposta sono necessari per mitigare o prevenire impatti negativi dell'attività umana e,
rispetto a quelli di pressione o di stato, sono ancora in fase di sviluppo. Questo perché gli
indicatori di risposta sono proiettati verso il futuro e quindi necessitano di essere
attentamente valutati prima di essere utilizzati.
Caratteristiche di un indicatore
A seconda di ciò che un indicatore deve misurare, esso deve avere determinate
caratteristiche. i indicatori ne possono essere costruiti innumerevoli e ciascuno avere in sé
proprie peculiarità. Tuttavia sono individuabili le seguenti caratteristiche comuni a tutti gli
indicatori.
• Un indicatore deve essere una misurazione numerica e quantificabile.
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83100 AVELLINO
Tel. +39 0825786473 fax +39
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• Un indicatore non è un'indicazione, che generalmente fornisce solo una direzione e non
un obiettivo preciso e definito.
• Un indicatore deve essere significativo, deve cioè esprimere, in maniera quantitativa,
"qualcosa" del sistema o della società che noi vogliamo effettivamente conoscere.
• Un indicatore deve essere comprensibile, cioè facile da spiegare anche ai non esperti.
• Un indicatore deve essere verificabile, ovvero si deve essere in grado di poter verificare
l'informazione che l'indicatore sta fornendo.
• Un indicatore deve essere riproducibile, cioè basato su dati accessibili.
• Un indicatore deve fornire una visione di medio lungo periodo (20/25 anni) per poter
meglio significare la direzione intrapresa verso la sostenibilità.
• Un indicatore, infine, deve mostrare i collegamenti tra i settori economico, sociale ed
ambientale della comunità.
Scegliere un indicatore
Come applicare i criteri di sostenibilità agli indicatori, sia per costruirne di nuovi, sia per
scegliere "i migliori" o "quelli che meglio si adattano a" tra quelli esistenti ? Prima di fornire
criteri per la scelta è opportuno precisare che tali criteri non sono assoluti, e che la
sostenibilità è una visione del futuro in possesso di una certa comunità. In tal senso gli
indicatori di sostenibilità non sono solo una quantificazione di ciò che esiste, ma sono una
quantificazione di ciò che esiste in funzione di esigenze e obiettivi futuri. Non sembra fuor di
luogo precisare inoltre che, in mancanza di un indicatore che soddisfi determinati requisiti, è
auspicabile cercare un indicatore forse qualitativamente peggiore, ma comunque un
indicatore che abbia alcuni dei requisiti cercati.
Per scegliere un indicatore è opportuno:
• Determinare la comunità cui applicare l'indicatore, ovvero se una città, una regione, una
nazione o un'area ancora più vasta;
• Scegliere il tipo di indicatore, ovvero se tradizionale o di sostenibilità e se di pressione, di
risposta o di stato;
• Capire se si possono reperire tutti i dati per il calcolo dell'indicatore;
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• Capire se l'indicatore è facilmente comprensibile dai componenti della comunità cui deve
essere applicato;
• Valutare l'ambito cui l'indicatore deve maggiormente far riferimento, ovvero valutare a
quale componente dell’indicatore (economica, sociale o ambientale) deve aver maggior
rilevanza;
• Scegliere l'orizzonte temporale di utilizzo dell'indicatore ovvero ogni quanto e per quanto
rilevare i dati necessari al calcolo dell'indicatore;
• Determinare il tipo di informazione che l'indicatore fornisce;
• Predisporre eventuali piani correttivi della politica della comunità qualora l'indicatore non
fornisca le risposte attese.
Scheda di analisi degli indicatori
Attraverso le schede di identificazione degli indicatori si fornisce lo strumento metodologico
per la validazione e, successivamente, la gestione del set di indicatori di sostenibilità
individuato.
Le schede contengono:
Nome dell’indicatore: definizione sintetica dell’indicatore
Tipologia: gli indicatori selezionati come:
• Indicatori di pressione che descrivono l’impatto di un’attività antropica sull’ambiente;
• Indicatori di stato utilizzati per la valutazione della qualità delle risorse naturali e
ambientali;
• Indicatori di risposta che considerano le azioni di tutela dell’ambiente delle
Amministrazioni locali o degli enti privati;
• Indicatori i sostenibilità che per loro natura comprendono più di un aspetto e si pestano
così ad una lettura trasversale e integrata propria della definizione di sostenibilità.
In questo campo si segnala, inoltre, l’appartenenza dell’indicatore ai dieci Indicatori Comuni
Europei4.
Oggetto della misurazione: descrizione sintetica delle variabili da misurare per il
calcolo dell’indicatore considerato.
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Unità di misura: specifica l’unità o le unità di misura considerate.
Descrizione: giustifica la scelta dell’indicatore e ne specifica il campo d’azione.
Metodologia di calcolo e di rilevamento: questo campo è dedicato alla disamina
delle fonti disponibili e alla specificazione delle procedure per il calcolo dell’indicatore.
Calcolabilità e comparabilità: lo scopo di questo campo è duplice; per quanto
riguarda la calcolabilità, si vogliono sottolineare le carenze attuali nel calcolo dell’indicatore e
le modalità ritenute più opportune per colmarle; per quanto riguarda, invece, l’aspetto di
comparabilità, si vuole sottolineare quali sono gli indicatori che per modalità di calcolo o di
rilevazione più si prestano a confronti intertemporali o tra diversi enti territoriali.
Frequenza delle misurazioni: un aspetto particolarmente critico, per una gestione
efficiente del set di indicatori, riguarda la frequenza con cui sono aggiornati o aggiornabili.
4 La Commissione Europea ha avviato il progetto “Verso un profilo di sostenibilità locale: Indicatori Comuni Europei”, finalizzato a definire un set europeo condiviso di indicatori in grado di monitorare la sostenibilità e fornire informazioni obiettive e comparabili. I dieci indicatori che costituiscono il set sono stati selezionati in base ai seguenti principi di sostenibilità: uguaglianza e inclusione sociale (accesso per tutti a servizi di base adeguati ed economici, ad esempio educazione, occupazione, energia, salute, alloggio, formazione, trasporto); gestione amministrativa a livello locale/conferimento di poteri/democrazia (partecipazione di tutti i settori della comunità locale ai processi decisionali e di pianificazione locale); relazione tra la dimensione locale e quella globale (soddisfazione dei bisogni locali a livello locale, dalla produzione al consumo e allo smaltimento dei rifiuti; soddisfazione dei bisogni che non possono essere soddisfatti a livello locale in maniera sostenibile); economia locale (far coincidere competenze e bisogni locali con la disponibilità di impiego e di strutture, secondo modalità rispettose delle risorse naturali e dell’ambiente); protezione ambientale (adozione di un approccio basato sulla nozione di ecosistema: minimizzazione dell’uso delle risorse naturali e del territorio, della generazione di rifiuti e emissioni inquinanti, accrescimento della biodiversità); patrimonio culturale/qualità dell’ambiente edificato (protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali e architettonici; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalità di spazi e edifici).
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Tabella di sintesi dei 10 indicatori
(Per ciascun indicatore sono contrassegnati i “principi di sostenibilità” di riferimento.
Cliccando il numero dell’indicatore si ottengono informazioni di dettaglio )
N° Indicatore 1 2 3 4 5 6
A 1 Obbligatorio
Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunità locale Soddisfazione dei cittadini (in generale e con riferimento a specifiche caratteristiche del Comune di appartenenza)
x x x x x
A 2 Obbligatorio Contributo locale al cambiamento climatico globale Emissioni di CO2 equivalente (valori assoluti e variazioni nel tempo)
x x x x
A3 Obbligatorio Mobilità locale e trasporto passeggeri N. spostamenti, tempo e modo di trasporto impiegato, distanze percorse
x x x x x
A4 Obbligatorio
Accessibilità delle aree verdi e dei servizi locali Distanza dei cittadini rispetto ad aree verdi (parchi, giardini, spazi aperti, attrezzature, verde privato fruibile,…) e ai servizi di base (sanitari, trasporto, istruzione, alimentari,…)
x x x x
A5 Obbligatorio Qualità dell’aria locale Numero di superamenti dei valori limite. Esistenza e attuazione di piani di risanamento
x x x
B6 Facoltativo Spostamenti casa – scuola dei bambini Modalità di trasporto utilizzate dai bambini per spostarsi fra casa e scuola e viceversa
x x x x
B7 Facoltativo
Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali Quota di organizzazioni pubbliche e private che abbiano adottato e facciano uso di procedure per una gestione ambientale e sociale
x x x
B8 Facoltativo
Inquinamento acustico Porzione della popolazione esposta, nel lungo periodo, ad elevati livelli di rumore o Livelli di rumore in aree definite; Esistenza e attuazione di Piani di Risanamento
x x x
B9 Facoltativo
Uso sostenibile del territorio Superfici artificializzate; Terreni abbandonati o contaminati; Intensità d’uso; Nuovo sviluppo; Ripristino territorio
x x x x
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B10 Facoltativo
Prodotti sostenibili Consumi locali di prodotti dotati di ecolabel, o certificati come biologici o energeticamente efficienti o provenienti da gestione forestale sostenibile o dal commercio equo e solidale; Offerta di tali prodotti sul mercato locale.
x x x x
INDICE DEGLI INDICATORI
DETERMINANTI ECONOMICI
1. Struttura della popolazione
• Anziani per bambino
• Crescita naturale
• Crescita totale
• Incidenza popolazione straniera
• Indice di dipendenza strutturale
• Indice di dipendenza strutturale degli anziani
• Indice di dipendenza strutturale giovanile
• Indice di ricambio
• Indice di vecchiaia
• Popolazione anziana
• Popolazione giovane
• Popolazione in età lavorativa
• Popolazione residente
• Tasso di mortalità
• Tasso di natalità
• Tasso di occupazione
2. Agricoltura
• Numero agriturismo
• Numero aziende agricole per forma di conduzione
• Numero di aziende agricole per possesso di terreni
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• Numero e dimensione aziende agricole
• Numero posti letto per categoria albergo
• Numero unità locali e addetti
• Quota di territorio ad uso agricolo
• Rapporto numero di aziende sul numero totale
• SAT (Superficie Territoriale aziende Agricole)
• SAU (Superficie Agricola Utilizzabile)
• Rapporto SAU / SAT
3. Industria
• Addetti per settore
• Addetti per settore e imprese
• Estensione superficie con destinazione d’uso industriale
• Import – export settore conciario
• Numero di imprese e distribuzione
• Natalità e mortalità imprese
• Emissioni in atmosfera di NOX imputabili all’industria
4. Energia
• Consumo di energia per addetti
• Costi – consumi energia polo conciario
• Energia fatturata per settore
• Gestione sostenibile delle imprese locali
5. Trasporti
• Motorizzazione privata
• Parco veicolare per categoria
• Parco veicolare per combustione
LE TEMATICHE AMBIENTALI
1. Aria
• Biossido di Zolfo
• Monossido di Azoto
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• Ossidi di Azoto
2. Suolo
• Allevamenti zootecnici
• Uso del suolo
• Superficie percorsa da incendi
• Numero cave
• Siti contaminati
3. Rifiuti
• Apparecchiature ingombranti
• Costo servizio gestione rifiuti
• Incidenza RD su RSU
• Produzione pro - capite
• Produzione totale rifiuti
• Raccolta differenziata dei Comuni Conciari
• RU (Rifiuti Urbani) raccolti in modo differenziato
• Rifiuti Speciali pericolosi
4. Biodiversità
•••• Tipologia di tutela ambientale (Parco Regionale, SIC, ZPS) ed estensione delle aree
•••• Zonizzazione parco regionale e rapporto area parco - superficie territoriale
•••• Caratteri eco – sistemici
5. Acque superficiali e sotterranee
• Sistema fognario depurativo _ Carichi sversati
• Stato quantitativo acque sotterranee
• Stato qualitativo acque sotterranee
• IBE e LIM delle acque superficiali
• Prelievi idrici
6. Paesaggio
• Superfici tutelate da vincolo paesaggistico (art. 139 del D. Lgs. 490 del 1999)
• Superfici di importanza naturalistica
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• Superfici di importanza storica – monumentale e archeologica
7. Inquinamento elettromagnetico
•••• Misure ELF nel comune di Solofra
8. Inquinamento acustico
9. Cambiamenti climatici
I FATTORI DI RISCHIO
1. Rischi Naturali: il dissesto idrogeologico.
• Aree a vincolo idrogeologico
• Aree rischio frane
• Aree rischio alluvioni
2. Rischi Naturali: il rischio sismico
AMBIENTE URBANO
1. Trasformazioni urbane
•••• Espansione dell’edificato
•••• Abitazioni occupate e non occupate
•••• Concessioni rilasciate
•••• Cambi di destinazione d’uso
•••• Abitazioni occupate per periodo storico
2. Territorio comunale
•••• Superfici urbanizzate o artificializzate
•••• Numero di abitanti per Km2 dell’area classificata come “suolo urbanizzato”
•••• Indice di affollamento
•••• Superficie residenziale pro – capite
•••• Territorio vergine
•••• Offerta dei servizi
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•••• Estensione spazi pubblici esistente e prevista
•••• Edifici abbandonati e industrie dismesse
•••• Impronta ecologica
•••• Caratteristiche del patrimonio abitativo e condizione abitativa
3. Uso sostenibile del territorio comunale
•••• Nuovo sviluppo: quote annue di nuova edificazione su aree vergini e su suoli contaminati e
abbandonati
•••• Recupero e riconversione di edifici abbandonati
•••• Ricostruzione di aree abbandonate per nuovi usi urbani, incluse le aree verdi pubbliche
•••• Bonifica di suoli contaminati
Avellino il 20/04/2012 Il tecnico incaricato
Settore:
DPSRs Unità di
misura n° - %
Caratteri delle attività agricole presenti nel terr itorioAmbito tematico
Agricoltura
TabellaTipo di rap-
presentazione2002Periodo di riferimento
Indicatore n° 6
Livello di dettaglio
Il sistema degli agriturismi che si sta costruendo in provincia di Avellino, oltre ad avere ricadute generali sulla possibilità di avere sempre crescenti superfici adibite a coltivazioni a basso impatto ambientale, è elemento determinante per lo sviluppo di un turismo sostenibile
Commenti / problematiche:
Fonte dei datiCarta dell'Agriturismo in Irpinia - Assessorato all'Agricoltura Provincia di Avellino
Comprensoriale
Forma dei dati Cartografica
Titolo dell'indicatore
Agriturismi / aziende agricole
DescrizioneQuantifica il numero degli agriturismi presenti sul territorio e la percentuali rispetto alle aziende tradizionali.
AGRITURISMI del sistema urbano di Avellino
Solofra; 1
Summonte; 1
Mercogliano; 1
Forino; 1
Contrada ; 1
Cesinali ; 1
Capriglia I.; 1
;
Settore:
DPSRS Unità di misura
n°
Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborarre un rapporto percentuale globale.Commenti /
problematiche:
Numerici
2001Tipo di rap-
presentazione Grafico
Livello di dettaglioPeriodo di riferimento
ComunaleForma dei dati
DescrizioneQuantifica il numero medio di addetti per oigni tipologia del settore di attività
Fonte dei datiCamera di commercio di Avellino. www.ap.camcom.it
Caratteri e tipologia delle attività produttive
Ambito tematico IndustriaTitolo
dell'indicatoreNumero medio di addetti per imprese e
settore di attività
Indicatore n° 4
ADDETTI ed IMPRESE ATTIVE
4249
322 76 90 167 41 30721
6177
4395785
2
784
30323096263137781474
20
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Agr
icol
tura
e c
acci
a
Atti
vità
man
ifattu
riere
Cos
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Com
mer
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Tra
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Atti
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obili
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San
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zi
Altr
i ser
vizi
pub
blic
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li
Impr
ese
non
clas
sific
ate
TO
TA
LE
mig
liaio
addetti tot. imprese attive
ADDETTI IN MEDIA PER SETTORI DI ATTIVITA' - 2001
1,00
8,96
3,98
2,08
3,06
2,924,29
1,74
1,37
1,34
10,23
5,15
0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00
Agricoltura e caccia
Attività manifatturiere
Costruzioni
Commercio, ingrosso, dettaglio, rip.
Alberghi - Ristoranti e bar
Trasporti e comunicazioni
Intermediazione monet. E finanz.
Attivit immobiliari, informatica, professionali
Sanità ed altri servizi
Altri servizi pubblici e sociali
Imprese non classificate
TOTALE
ADDETTI per SETTORE DI ATTIVITA' Distribuzione perc entualeANNO 2001
Altri servizi pubblici e
sociali
0,70%
Sanità ed altri servizi
0,66%Attivit immobiliari,
informatica, professionali
2,70%Trasporti e comunicazioni
1,23%
Alberghi - Ristoranti e bar
1,54%
Imprese non classificate
4,97%
Agricoltura e caccia
0,03%
Costruzioni
5,21%
Attività manifatturiere
68,79%
Commercio, ingrosso,
dettaglio, rip.
12,71%
ADDETTI per SETTORE DI ATTIVITA' Distribuzione perc entualeANNO 2010
Commercio, ingrosso,
dettaglio, rip.
10,39%
Attività manifatturiere
73,09%
Costruzioni
7,60%
Agricoltura e caccia
0,42%
Imprese non classificate
1,36%
Alberghi - Ristoranti e bar
0,54%
Trasporti e comunicazioni
1,04%
Attivit immobiliari,
informatica, professionali
1,72%
Sanità ed altri servizi
0,23%
Altri servizi pubblici e
sociali
3,47%
Settore:
DPSRS Unità di misura
n° - %
Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborarre un rapporto percentuale globale.Commenti /
problematiche:
Periodo di riferimento 2001, 2010
Tipo di rap-presentazione Grafico
Livello di dettaglio ComunaleForma dei dati
Numerici
DescrizioneQuantifica il livello occupazionale degli addetti rapportato ai settori di attività per il Comune di Solofra
Fonte dei datiCamera di commercio di Avellino. www.ap.camcom.it
Caratteri e tipologia delle attività produttive
Ambito tematico IndustriaTitolo
dell'indicatoren° e rapporto % di addetti per settore di
attività
Indicatore n° 2
N° Addetti per settori di attività disarticolati - 2001
1 1 1 6178
3815
18 11 4 3 51 143 8 0 2 9322
58
483244 95 76 70 20 9 0 23 135 41 43
307
6177
010
0020
0030
0040
0050
0060
00
Agr
icol
tura
,cac
cia
e pe
sca
Est
razi
one
di m
iner
ali
Con
fez.
Ves
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Indu
s. L
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icol
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. Lav
. Pro
d. M
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lo
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tre
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strie
Cos
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Com
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fina
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Atti
vità
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obili
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ttivi
tà c
onne
sse
San
ità e
d al
tri s
ervi
zi
Impr
ese
non
clas
sific
ate
Settore:
DPSRS Unità di misura
ha/St
Nella tavola di analisi "Uso del Suolo", inerente la documentazione cartografica elaborata per la redazione del PRG, vigente dal febbraio del 2002, sono riportate due distinte aree: 1) Aree industriali, artigianali, commerciali
Commenti / problematiche:
Periodo di riferimento 2000
Tipo di rap-presentazione Grafico
Livello di dettaglio Comunale
Forma dei datiCartografici
DescrizioneQuantifica la quantità di superficie territoriale occupata da siti industriali, o comunque manifatturieri in attività.
Fonte dei datiP.R.G. vigente - Tavola Uso del suolo
Caratteri e tipologia delle attività produttive
Ambito tematico IndustriaTitolo
dell'indicatoreEstensione di superficie con destinazione
d'uso industriale o produttiva
Indicatore n° 1
Rapporto tra superfici industriali o produttive e Superficie territoriale
6%
94%
Aree industriali, artigianali,commerciali
Superficie territorialerestante
Settore:
DPSRS Unità di misura
Euro
Import - Export del settore conciario
Ambito tematico Industria
Titolo dell'indicatore
Dati import-export globali settorte attività C151
Indicatore n° 6
DescrizioneQuantifica la variazione assoluta e percentuale per l'import-export nei vari mercati. Interscambio commerciale provincia di Avellino. Settore ATECO C151
Fonte dei datiCoeweb- ISTAT
Livello di dettaglio Provincia di Avellino
Forma dei datiCartografici
Indicatore Determinante. La riduzione di pelli grezze importate nel periodo esaminato è notevole, sia in valore assoluto che percentuale, in un arco di tempo piuttosto ampio (2001-2010). Dall'analisi ambientale EMAS Dicembre 2010Commenti /
problematiche:
Periodo di riferimento 2001, 2007, 2009, 2010
Tipo di rap-presentazione Grafico
Importazioni del Settore conciario Provincia di Ave llino
0
50000000
100000000
150000000
200000000
AFRICA AMERICA ASIA EUROPA OCEANIA MONDO
IMP2001
IMP2007
IMP2009
IMP2010
Esportazioni del Settore conciario Provincia di Ave llino
0
50000000
100000000
150000000
200000000
250000000
300000000
350000000
400000000
AFRICA AMERICA ASIA EUROPA OCEANIA MONDO
EXP2001
EXP2007
EXP2009
EXP2010
IMPRESE ATTIVE - Distribuzione % - 2001
Attivit immobiliari, informatica, professionali
8%
Sanità ed altri servizi3%
Altri servizi pubblici e sociali
3%
Imprese non classificate3%
Intermediazione monet. 2%
Trasporti e comunicazioni2%
Alberghi - Ristoranti e bar3%
Agricoltura e caccia2%
Attività manifatturiere39%
Costruzioni7%
Commercio, ingrosso, dettaglio
46%
IMPRESE ATTIVE - Distribuzione % - 2004
Attivit immobiliari, informatica, professionali
4%
Sanità ed altri servizi0%
Altri servizi pubblici e sociali
2%Imprese non classificate
9%
Intermediazione monet. 2%
Trasporti e comunicazioni2%
Alberghi - Ristoranti e bar2%
Agricoltura e caccia2,85%
Attività manifatturiere41%
Costruzioni6%
Commercio, ingrosso, dettaglio
46%
IMPRESE ATTIVE - Distribuzione % - 2010
Attivit immobiliari, informatica, professionali
3%
Sanità ed altri servizi0%
Altri servizi pubblici e sociali
3%
Imprese non classificate5%
Intermediazione monet. 2%
Trasporti e comunicazioni2%
Alberghi - Ristoranti e bar5%
Agricoltura e caccia12,65%
Attività manifatturiere27%
Costruzioni10%
Commercio, ingrosso, dettaglio
46%
Settore:
DPSR
S Unità di misura
n° - %
Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborarre un rapporto percentuale globale.
Commenti / problematiche:
Periodo di riferimento 2001, 2004, 2010
Tipo di rap-presentazione Grafico
Livello di dettaglio Comunale
Forma dei datiNumerici
DescrizioneQuantifica il numero delle attività locali in percentaule alle attività produttive insistenti sul territorio di Solofra
Fonte dei datiCamera di commercio di Avellino. www.ap.camcom.it
Caratteri e tipologia delle attività produttive
Ambito tematico Industria
Titolo dell'indicatore
n° e rapporto % di imprese attive insediate sul territorio per settore di attività
Indicatore n° 3
IMPRESE ATTIVE disarticolate per settore di attivit à - 2001
1 1 1 557
372
5 4 2 1 0 9 11 3 1 0 2 181
31
188 158
31 12 14 6 0 15 8 0 781
2 30 0 2 30 30
020
040
060
080
010
0012
00
Agr
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PR
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E
Settore:
DPSIRS Unità di
misuraKWh, Euro
Indicatore n° 4 Energia
Ambito tematico Consumi e costi energia elettrica Polo Conciario
Titolo dell'indicatore Rapporti costi e consumi energia
Descrizione
Questo indicatore stima la quantità totale di energia consumata e il costo in un anno, permettendo quindi di analizzare da un punto di vista energetico lo stile di vita dei residenti su un territorio e la sostenibilità dei relativi consumi
Fonte dei dati Compagnia Cuoio 2004
ComunaleForma dei dati
tabellaLivello di dettaglio
Commenti / problematiche:
L’indicatore permette evidentemente di confrontare lo stile di vita e la sostenibilità dei consumi energetici specificatamente per il settore conciario
Periodo di riferimento 2000, 2001, 2002
Tipo di rap-presentazione tabella
2000
2001
2002
20768540
21184013
19820477
€ 3.410.969
€ 3.981.685
€ 2.671.482
ENERGIA ELETTRICA (KWh) COSTI (euro)
Settore:
DPSIR
S Unità di misura
Indicatore n° 3 Energia
Ambito tematico Numero di imprese in possesso di ISO 9001 o ISO 140 01
Titolo dell'indicatore
Numero delle imprese in possesso di una certificazione ISO 9001 o ISO 14001 o di una registrazione secondo il Regolamento EMAS
Descrizione
Questo indicatore, significativo della risposta delle imprese al miglioramento continuo, anche nei confronti della salvaguardia del territorio, è l'implementazione di strumenti volontari di gestione (qualità e/o ambiente).
Fonte dei dati EMAS Dicembre 2010
ComunaleForma dei dati
tabellaLivello di dettaglio
tabellaCommenti /
problematiche:
Periodo di riferimento 2009, 2010
Tipo di rap-presentazione
Numero imprese nel settore conciario in possesso di certificazione
28
12 12 11
0 0
20
5
1210
0 0
ISO 9001 ISO 9001 Settore05
ISO 14001 ISO 14001SETTORE 05
EMAS EMAS SETTORE15.11
Num
ero
impr
ese
2009 2010
Settore:
DPSIRR Unità di
misuraµg/m3
49,55 3052,63 30
NOX (µµµµg/m 3)MEDIA ANNUALE ( NO + NO2 )
Tempo di mediazione
20022002
LIVELLI CRITICI PER PROTEZIONE VEGETAZIONE
Indicatore n° 3
Ambito tematico ARIA
Titolo dell'indicatore Concentrazione di ossidi di azoto
Descrizione
L’analisi è stata utilizzando una tecnica regressiva lineare multipla che tramite interpolazione delle concentrazioni effettive presenti nello spazio viene utilizzata a fini predittivi, una volta individuati i parametri che determinano l’andamento della funzione interpolatrice. Per l’anno 2002 il valore limite orario imposto dal decreto ministeriale n. 60 per la protezione della salute è pari a 200 mg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile. Il limite incrementato del rispettivo margine di tolleranza per l’anno 2002 risulta pari a 280 mg/m3 . Il valore limite annuale è pari a 40 mg/m3 considerando il rispettivo margine di tolleranza viene incrementato a 56 mg/m3.
Fonte dei datiPIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006
maglia comunaleForma dei dati
tabelleLivello di dettaglio
Commenti / problematiche:
La qualità dell'aria con riferimento al biossido di azoto nelle aree urbane è fortemente critica e non presenta segnali rilevanti di miglioramento. La valutazione dell’evoluzione delle emissioni fa prevedere, a fronte di un ulteriore residuo miglioramento delle emissioni dai veicoli su strada, gli effetti peggiorativi dell’incremento della mobilità privata e delle politiche di riequilibrio del deficit regionale di produzione di energia elettrica contenuto negli atti di pianificazione regionale. Tale evoluzione va mitigata con opportune misure di piano, anche in funzione del contributo della Campania al raggiungimento degli obiettivi nazionali sui tetti di emissione. Va, infine, sottolineato come la riduzione delle emissioni di questo inquinante sia un forte elemento per il miglioramento della qualità dell’aria con riferimento all’ozono.
Periodo di riferimento 2002
Tipo di rappresentazione tabelle, grafici
Settore:
DPSIRR Unità
di misura
µg/m3
LIVELLO CRITICO PER LA PROTEZIONE VEGETALE
2002 202002 2017,94
Tempo di mediazione
MEDIA ANNUALE
16,12
Titolo dell'indicatore
Concentrazione media annuale di biossido di zolfo SO 2
Descrizione
i rilievi sono limitati nel tempo e nello spazio e come parametri analizzati. I dati raccolti non permettono la corretta valutazione del superamento puntiforme di alcuni valori limite previsti dalla normativa. I dati relativi alla media annuale di Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Monossido di Azoto per l'anno 2002 per il territorio di Solofra sono stati estratti dagli allegati al PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania.
Indicatore n°1Ambito
tematico ARIA
Fonte dei dati
PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006
maglia comunaleForma dei dati
tabelleLivello di dettaglio
Periodo di riferimento 2002
Tipo di rap-presentazione
SO2 (µµµµg/m 3)
Settore:
DPSIRR Unità di
misuraµg/m3
VALORE LIMITE D.M. 60/02
48,1 4051,07 40
Commenti / problematiche:
i rilievi sono limitati nel tempo e nello spazio e come parametri analizzati. I dati raccolti non permettono la corretta valutazione del superamento puntiforme di alcuni valori limite previsti dalla normativa. I dati relativi alla media annuale di Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Monossido di Azoto per l'anno 2002 per il territorio di Solofra sono stati estratti dagli allegati al PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania.
Periodo di riferimento 2002
Tipo di rappresentazione tabelle, grafici
Fonte dei datiPIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006
maglia comunaleForma dei dati
tabelleLivello di dettaglio
Titolo dell'indicatore Concentrazione di monossido di azoto
Descrizione
L’analisi è stata utilizzando una tecnica regressiva lineare multipla che tramite interpolazione delle concentrazioni effettive presenti nello spazio viene utilizzata a fini predittivi, una volta individuati i parametri che determinano l’andamento della funzione interpolatrice. Per l’anno 2002 il valore limite orario imposto dal decreto ministeriale n. 60 per la protezione della salute è pari a 200 mg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile. Il limite incrementato del rispettivo margine di tolleranza per l’anno 2002 risulta pari a 280 mg/m3 . Il valore limite annuale è pari a 40 mg/m3 considerando il rispettivo margine di tolleranza viene incrementato a 56 mg/m3 .
Indicatore n° 2
Ambito tematico ARIA
NO (µµµµg/m 3)
MEDIA ANNUALETempo di
mediazione
20022002
Settore:
DPSIRR Unità di
misuraµg/m3
49,55 3052,63 30
NOX (µµµµg/m 3)MEDIA ANNUALE ( NO + NO2 )
Tempo di mediazione
20022002
LIVELLI CRITICI PER PROTEZIONE VEGETAZIONE
Indicatore n° 3
Ambito tematico ARIA
Titolo dell'indicatore Concentrazione di ossidi di azoto
Descrizione
L’analisi è stata utilizzando una tecnica regressiva lineare multipla che tramite interpolazione delle concentrazioni effettive presenti nello spazio viene utilizzata a fini predittivi, una volta individuati i parametri che determinano l’andamento della funzione interpolatrice. Per l’anno 2002 il valore limite orario imposto dal decreto ministeriale n. 60 per la protezione della salute è pari a 200 mg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile. Il limite incrementato del rispettivo margine di tolleranza per l’anno 2002 risulta pari a 280 mg/m3 . Il valore limite annuale è pari a 40 mg/m3 considerando il rispettivo margine di tolleranza viene incrementato a 56 mg/m3.
Fonte dei datiPIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006
maglia comunaleForma dei dati
tabelleLivello di dettaglio
Commenti / problematiche:
La qualità dell'aria con riferimento al biossido di azoto nelle aree urbane è fortemente critica e non presenta segnali rilevanti di miglioramento. La valutazione dell’evoluzione delle emissioni fa prevedere, a fronte di un ulteriore residuo miglioramento delle emissioni dai veicoli su strada, gli effetti peggiorativi dell’incremento della mobilità privata e delle politiche di riequilibrio del deficit regionale di produzione di energia elettrica contenuto negli atti di pianificazione regionale. Tale evoluzione va mitigata con opportune misure di piano, anche in funzione del contributo della Campania al raggiungimento degli obiettivi nazionali sui tetti di emissione. Va, infine, sottolineato come la riduzione delle emissioni di questo inquinante sia un forte elemento per il miglioramento della qualità dell’aria con riferimento all’ozono.
Periodo di riferimento 2002
Tipo di rappresentazione tabelle, grafici
Settore:
DPSIRS Unità di
misura
Commenti / problematiche:
Da queste tabelle è intuibile quanto sia peggiorata la situazione scendendo l'indice IBE, che classifica la qualità dei corsi d'acqua, da quasi 10 (ambiente non alterato in modo sensibile) a 3 (ambiente fortemente degradato).
Periodo di riferimento 2002, 2003, 2004, 2005, 2006
Tipo di rappresentazione tabella
Fonte dei dati Il monitoraggio in Campania 2002 - 2006. ARPAC, Napoli
bacino idrografico SolofranaForma dei dati
tabellaLivello di dettaglio
Titolo dell'indicatore parametri ex D.L.vo 152/99
Descrizione
La qualità chimico microbiologica o di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e i risultati dell' Indice Biotico Esteso (IBE) del torrente Solofrana. Il torrente Solofrana sottende un bacino imbrifero di circa 135,40 km2, nasce in località S. Agata Irpina, dove confluiscono le acque del Vallone Spirito Santo, provenienti da Solofra, le acque del Vallone dei Granci, provenienti dallo spartiacque del fiume Sabato. Le sue sorgenti sono ormai quasi un torrente artificiale, alimentato dagli scarichi delle concerie di Solofra.
Indicatore n°4 Il sistema e la qualità delle acque superficiali
Ambito tematico Acqua
Indice Biotico Esteso del torrente Solofrana (IBE)
0123456789
10
2002 2003 2004 2005
2002
2003
2004
2005
Livello di Inquinamento da Macrodescrittori torrent e Solofrana (LIM)
0
50
100
150
200
2002 2003 2004 2005 2006
2002
2003
2004
2005
2006
Dalla Campagna di Monitoraggio 2008 (LIM e IBE)
Punteggio Classe Punteggio Classe Valore ClasseSolofrana "bianco" 290 2 120 3 6 III SUFFICIENTE
Solofra 190 3 155 3 4 IV SCADENTE
CODISO 1 175 3 85 4 2 V PESSIMO
CODISO 2 120 3 90 4 2 V PESSIMO
Confluenza 180 3 55 5 2 V PESSIMO
Dalla Campagna di Monitoraggio 2008. Stazione Ponte S.Pietro - SACA 2002 - 2006
2002 100 4 1_2 5 5 > valore soglia
2003 70 4 1_2 5 5 > valore soglia
2004 90 4 1_2 5 5 > valore soglia
2005 185 3 4 4 4 > valore soglia
2006 65 4 > valore soglia
Anno Classe IBEIBEClasse LIM
Giudizio Colore
SECA
Stazione
LIM28/05/0817/04/08
LIM
IBE17/04/08
SECA SCCA Colore
Stato Ambientale Corsi d'Acqua (SACA) alla Stazione Ponte S. Pietro del Torrente Solofrana
2002 2003 2004 2005
2002
2003
2004
2005
Settore:
DPSIRS Unità di
misuramc/anno
Indicatore n°5 Prelievi idrici
Ambito tematico Acqua
Titolo dell'indicatore
Volumi emunti dal bacino della Solofrana
Descrizione
Dall'analisi dei prelievi idrici, forniti dall'Autorità di Bacino del Fiume Sarno, si evince come la presa venga effettuata prevalentemente da pozzi e l'uso per cui sono destinate sia essenzialmente quello industriale, anche se ci sono delle quote per uso irriguo e per consumo domestico
Fonte dei datiEMAS Dicembre 2010
bacino idrografico SolofranaForma dei dati
tabellaLivello di dettaglio
Commenti / problematiche:
Periodo di riferimento
2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009
Tipo di rappresentazione tabella
Volumi d'acqua emunti nel Bacino Solofrana (mc/anno )
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Volumi emunti
Settore:
DPSIR
S Unità di misura
SISTEMA DI ADDUZIONE
Copertura servizio %
Abitanti serviti
Abitanti servitifognatura
retefognaria [%]
Coperturadepurazione [%]
100 11.802 11814 100 70
BOD5 (kg/anno)
AZOTO (kg/anno)
FOSFORO (kg/anno)
BOD5 (kg/anno) AZOTO (kg/anno)
81.416 27.882 2.491 77.539 15.933
Fiume Solofrana
SISTEMA FOGNARIO - DEPURATIVO
FOSFORO (kg/anno)
2.372
Periodo di riferimento 2005
Tipo di rap-presentazione
CARICHI SVERSATI puntuali CARICHI SVERSATI diffusi
Commenti / problematiche
CORPO IDRICO RICETTORE
Titolo dell'indicatore
Sistema fognario depurativo ed indicazione dei recapiti degli scarichi nei corpi idrici superficiali D Lgs n 152/99 e s.m.i.
Descrizione
Classificazione dello stato qualitativo, quantitativo e ambientale dei corpi idrici sotterranei elaborata dai dati della rete di monitoraggio 2002-2006 e dai Piani di Tutela delle Acque (da SOGESID 2006, modificato ARPAC 2007).
Indicatore n°1 Sistema fognario depurativo e carichi sversati
Ambito tematico Acqua
Fonte dei dati da SOGESID SpA
Comunale, Fiume SolofranaForma dei dati
Livello di dettaglio
Settore:
DPSIRS Unità di
misura
tabella
tabella
CORPI IDRICI SOTTERRANEI ACQUIFERO STATO QUANTITATIVO
Monte Garofano o Monti di Solofra carbonatico CMonti di Villa e Canfora carbonatico AMonti Mai-Monte Cuculo carbonatico AIrno - Cologna carbonatico A
Indicatore n°3 Stato quantitativo delle acque sotterranee
Ambito tematico Acqua
Titolo dell'indicatore parametri ex D.L.vo 152/99
Descrizione
Nell'area studio gli unici corpi idrici sotterranei significativi sono gli acquiferi carbonatici profondi in quanto i sedimenti della piana alluvionale non contengono zone sature ovvero falde idriche, quantitativamente interessanti ai fini di un'eventuale utilizzazione.
Fonte dei datida SOGESID 2006
CORPO IDRICO SOTTERRANEO Forma dei datiLivello di
dettaglio
Commenti / problematiche:
I risultati ottenuti dal calcolo del bilancio idrico hanno evidenziato una situazione molto delicata nella quale i prelievi risultano molto prossimi alla potenzialità del corpo sotterraneo, determinando condizioni di sovra sfruttamento della falda.
Periodo di riferimento Febbraio 2007 - Marzo 2008
Tipo di rap-presentazione
Settore:
DPSIR
S Unità di misura
2003 LUGLIO 15 Solofra AV
Anno ProvComuneGiornoMese
Valore limite previsto nella tabella 1 allegato B
AL dpcm 08/07/03
0,93 100Zona cimitero
Indirizzo
Valore massimo del campo di induzione magnetica misurato
Commenti / problematiche:
L’indicatore permette evidentemente di integrare i controlli con un monitoraggio delle aree sensibili.
Periodo di riferimento 2003 - 2007
Tipo di rap-presentazione tabella
Fonte dei dati Agenti Fisici. Il monitoraggio della Campania 2003 - 2007 p.19
ComunaleForma dei dati
Livello di dettaglio
Titolo dell'indicatore
Superamento dei limiti di legge per i campi ELF (campi a bassa frequenza, da 30 a 300 Hz)
DescrizioneI livelli di riferimento sono stati specificati nel DPCM 08/07/2003.
Indicatore TEMATICHE AMBIENTALI
Ambito tematico Inquinamento elettromagnetico
22
STRUTTURA DELLA POLAZIONE
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Anziani per bambino S
Rapporto tra popolazione avente più di 65 anni e quella avente meno di 6 anni ☺ ↑
Crescita naturale
P
Differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità. ↔
Crescita totale P
Somma algebrica del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio netto. ☻ ↓
Incidenza popolazione straniera P
L'occupazione nel settore conciario incide sull'attrattività per i lavoratori immigrati.
↓
Indice di dipendenza strutturale S
Rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni).
☻ ↓
Indice di dipendenza strutturale degli
anziani S
Rapporto tra la popolazione in età non attiva da 65 anni e più e la popolazione in età attiva (15-64 anni).
↔
Indice di dipendenza strutturale giovanile S
Rapporto tra la popolazione giovane (0-14 anni ) e la popolazione in età attiva (15-64 anni)
☻ ↓
Indice di ricambio S
Rapporto tra la classe popolazione di 55- 64 anni (e più) e la classe popolazione di 15- 24 anni
☺ ↑
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Indice di vecchiaia S
Rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni S
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☺ ↑
23
STRUTTURA DELLA POLAZIONE Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Popolazione anziana P
Individua la percentuale di popolazione oltre i 64 anni sull'intera popolazione residente
↔
Popolazione giovane P Individua la percentuale di popolazione tra 0 e 14 anni sull'intera popolazione residente ☻ ↓
Popolazione in età lavorativa P
Individua la percentuale di popolazione tra15 e 64 anni sull'intera popolazione residente ☺ ↑
Popolazione
residente P
Individua la popolazione residente e l'andamento temporale di crescita o decrescita
☺ ↑
Tasso di mortalità P
Rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente
☻ ↓
Tasso di natalità P
Rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente
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Tasso di occupazione P
il tasso di occupazione descrive molto sinteticamente, ma efficacemente, l’andamento del mercato locale del lavoro, quindi, le opportunità lavorative esistenti. S
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24
AGRICOLTURA
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore
DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Numero agriturismo /
aziende agricole
D ↔
Numero aziende
agricole per forma di
conduzione
D
Il sistema degli agriturismi che si sta costruendo in provincia di Avellino, oltre ad avere ricadute generali sulla possibilità di avere sempre crescenti superfici adibite a coltivazioni a basso impatto ambientale, è elemento determinante per lo sviluppo di un turismo sostenibile ↔
Numero aziende
agricole per possesso di
terreni
D
Individua il titolo dei possessi dei terreni. In valore assoluto e in rapporto alla SAT.
↔
Numero e dimensione
aziende agricole
D
Rappresenta il cambiamento nel numero e nelle dimensioni delle aziende agricole in classi di superficie totale agricola media
↔ Numero posti
letto per categoria albergo
S
Quantifica il numero di posti letto disponibili nei territori limitrofi e potenzialmente fruibili anche da utenti interessati a Solofra
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Quota di
territorio ad uso agricolo
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25
AGRICOLTURA
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore
DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Rapporto numero di
aziende sul numero totale
D Numero Aziende, Superficie Agricola Totale e Superficie Agricola Utilizzata
☺ ↓ SAT
(Superficie Territoriale
aziende Agricole)
D Fornisce indicazioni sull'andamento e sull'estensione del suolo agrario nel territorio.
↔
SAU (Superficie
Agricola Utilizzabile)
D Individua la percentuale di popolazione oltre i 64 anni sull'intera popolazione residente
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Rapporto SAU / SAT D
Definisce la parte di suolo delle aziende agrarie effettivamente utilizzata per le colture e fornisce un chiarimento in merito alla destinazione d'uso principale del suolo agrario.
↔
26
INDUSTRIA
Riferimenti normativi, linee
guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato
VI D. L.vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento
Scoping (bozza Rapporto
preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Addetti per settore S
Quantifica il livello occupazionale degli addetti rapportato ai settori di attività per il Comune di Solofra. Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborare un rapporto percentuale globale.
Addetti per settore e imprese S Quantifica il numero medio di addetti per ogni tipologia del
settore di attività.
Estensione superficie con
destinazione d’uso industriale
S Quantifica la quantità di superficie territoriale occupata da siti industriali, o comunque manifatturieri in attività.
Import – export settore conciario D
Quantifica la variazione assoluta e percentuale per l' import-export nei vari mercati. Interscambio commerciale provincia di Avellino. Settore ATECO C151
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Numero di imprese e distribuzione S Quantifica il numero delle attività locali in percentuale alle
attività produttive insistenti sul territorio di Solofra
Natalità e mortalità imprese S
Quantifica il saldo tra imprese iscritte e cessate. Si nota un andamento decrescente a partire dal 2001 con una prima inversione di tendenza a partire dal 2006. Il tasso di mortalità ha un andamento che potremmo definire altalenante. Ad un drastico aumento nel 2002 segue una discesa del tasso nel 2003 per poi riprendere a salire nel 2004e, ancora di più nel 2005.
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• Prime linee guida regionali. Procedura e fasi della VAS Redazione del rapporto ambientale ARPAC
• Primo Atlante Ambientale della Campania 2003. Sintesi della seconda relazione sullo stato dell’ambiente
Emissioni in atmosfera di NOX
imputabili all’industria
I Emissioni in atmosfera di ossidi di azoto connessi con l’attività industriale.
27
ENERGIA
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di
qualità ambientale Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND
Consumo di energia per
addetti D
Quantifica la quantità media di energia espressa in kWh, per ogni Unità lavorativa e per ogni addetto.
Riduzione dei consumi di energia elettrica ☺ ↑
Costi – consumi
energia polo conciario
D / R
Questo indicatore stima la quantità totale di energia consumata e il costo in un anno, permettendo quindi di analizzare da un punto di vista energetico lo stile di vita dei residenti su un territorio e la sostenibilità dei relativi consumi.
Riduzione dei consumi e dei relativi costi di energia elettrica ☺ ↑
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Energia fatturata per
settore D / R
Quantifica per le aziende prese in considerazione la quantità di energia espressa in kWh che necessita per le loro produzioni.
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Indicatore N°B7 nel C.L.E.A.R. ( City and Local Environmental Accounting and Reporting )
Gestione sostenibile
delle imprese
locali
R
Quota di imprese locali che facciano uso di procedure per una gestione ambientale e sociale. E’ il numero di imprese in possesso di una certificazione ISO 9001 o ISO 14001 o di una registrazione secondo il Regolamento EMAS.
Questo indicatore, significativo della risposta delle imprese al miglioramento continuo, anche nei confronti della salvaguardia del territorio, è l'implementazione di strumenti volontari di gestione (qualità e/o ambiente).
☻ ↓
28
TRASPORTI
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di
qualità ambientale Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND
Motorizzazione privata P
Quantifica il numero di veicoli circolanti ed immatricolati nel comune di Solofra.
Parco veicolare P Quantifica il numero e la tipologia di veicoli afferenti al Parco veicolare.
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Parco veicolare per combustione P
Descrive la composizione del parco veicolare circolante per combustibile.
Fornisce l’indicazione delle pressioni antropiche sul sistema di mobilità ed il numero di autoveicoli per abitanti. Seppur in assenza di obiettivi specifici, in Europa si riconosce la necessità di ridurre la domanda di mobilità e in particolare di motorizzazione individuale. Si riconosce inoltre l’importanza di favorire modi di trasporto leggeri e alternativi ( come il trasporto collettivo, o ove possibile, la bicicletta), specialmente nel contesto urbano, anche con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’automobile.
☻ ↓
29
ARIA
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore
di qualità ambientale Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND
Biossido di Zolfo S
Quantifica la concentrazione media annuale di biossido di zolfo SO2
Rientrare nei valori limite della qualità dell’aria per il biossido di Zolfo previsti per la protezione della salute umana e dell’ ecosistema . ( D.M. Ambiente 60/2002 ). Per SO2 il valore limite è 20 (µg/m 3)
☺ ↔
Monossido di Azoto S
Quantifica la concentrazione media annuale di biossido di zolfo NO
Rientrare nei valori limite della qualità dell’aria per il monossido di Azoto previsti per la protezione della salute umana e dell’ ecosistema . ( D.M. Ambiente 60/2002 ). Per NO il valore limite è 40 (µg/m 3)
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Ossidi di Azoto I
Quantifica la concentrazione media annuale di biossido di zolfo NOX
Rientrare nei valori limite della qualità dell’aria per il monossido di Azoto previsti per la protezione della salute umana e dell’ ecosistema . ( D.M. Ambiente 60/2002 ). Per NOX il valore limite è 30 (µg/m 3)
☺ ↔
30
SUOLO
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Allevamenti zootecnici P
La consistenza del numero dei capi per tipo di animale, rispecchia la dimensione delle aziende agricole, quasi tutte a conduzione familiare e con una preponderante percentuale di microaziende
Occorre relazionare ed equilibrare il numero di capi allevati con il territorio disponibile per gli spandimenti.
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Uso del suolo D
Descrive la variazione quantitativa dei vari tipi di aree (urbane, industriali, agricole, forestali, naturalistiche etc.), presenti su un determinato territorio. I dati si ricavano da Corine Land Cover della Regione Campania.
Non esistono obiettivi specifici nelle norme internazionali e nazionali. Gli ultimi due programmi di azione europei in campo ambientale (The Fifth Enviromental Action Programme e The Sixth Enviromental Action Programme) e l’Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l’uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità.
↔
Superficie percorsa dagli
incendi I
Superfici interessata da incendi negli ultimi dieci anni.
Non sono presenti riferimenti normativi relativi a questo indicatore; l’obiettivo ultimo è costituito dalla prevenzione degli incendi
☻ ↓
Numero cave P Numero cave presenti sul
territorio comunale – N°1
Il Piano delle Attività Estrattive prevede linee di intervento atte a conseguire, nello stesso tempo, la salvaguardia dell’ambiente e il rilancio dello sviluppo e occupazione del settore.
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Siti contaminati P Aree contaminate sul territorio comunale
Riduzione del numero di aree contaminate ☻ ↔
31
RIFIUTI
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Apparecchiature
ingombranti P
Definisce la quantità di apparecchiature fuori uso e di ingombranti prodotti annualmente.
Aumento della quantità di apparecchiature in disuso da smaltire negli impianti preposti.
↓
Costo servizio gestione rifiuti R
Definisce il costo pro - capite delle attività di gestione dei rifiuti urbani. Negli anni 1999- 2000, periodo di chiusura dell'impianto di smaltimento di Ariano, il Comune ha provveduto con forme di stoccaggio provvisorie allo smaltimento di RU e RA che ha comportato un aumento del costo del servizio in quegli anni.
Ridurre i costi pro – capite per la gestione dei rifiuti. ☻ ↔
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Definisce l'incidenza percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato sul totale dei rifiuti prodotti.
Aumentare l’incidenza dei rifiuti raccolti in modo differenziato sul totale dei rifiuti prodotti da Solofra.
☻ ↔
32
RIFIUTI
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Produzione pro - capite D, P
Quantità dei rifiuti solidi urbani prodotta annualmente per quota pro – capite.
Riduzione della produzione di RU ☻ ↔
Produzione totale rifiuti (RU) P Quantità totale dei rifiuti
solidi urbani. Riduzione della produzione di RU ☻ ↔
Raccolta differenziata dei Comuni Conciari
S, R
Incidenza raccolta differenziata: nei tre comuni sede di distretti conciari osserviamo tassi di RD più alti rispetto ai dati provinciali
Aumento della percentuale di raccolta differenziata nel distretto dei Comuni Conciari. ☻ ↔
RU (Rifiuti Urbani) raccolti in modo differenziato
S Definisce la quantità dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato.
Aumento del recupero delle frazioni riciclabili di RU ↔
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Definisce il volume dei rifiuti contenenti un'elevata dose di sostanze pericolose.
Riduzione della produzione di RS pericolosi ☻ ↓
33
BIODIVERSITA’
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND
Tipologia di tutela ambientale (Parco
Regionale, SIC, ZPS) ed estensione
delle aree
R
Individua rispetto all'intera superficie comunale il rapporto percentuale e la estensione in ha. delle tipologie di vincolo di porzioni territoriali
↔
Zonizzazione parco regionale e
rapporto area parco - superficie territoriale
R
Individua rispetto all'intera superficie comunale il rapporto percentuale e la estensione in ha. delle aree protette e sotto vincolo paesistico
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Caratteri eco – sistemici R ↔
34
ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore
DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Sistema fognario depurativo _
Carichi sversati P
Sistema fognario depurativo ed indicazione dei recapiti degli scarichi nei corpi idrici superficiali D Lgs n 152/99 e s.m.i.
Classificazione dello stato qualitativo, quantitativo e ambientale dei corpi idrici sotterranei elaborata dai dati della rete di monitoraggio 2002-2006 e dai Piani di Tutela delle Acque.
↔
Stato quantitativo
acque sotterranee
S Equilibrio del bilancio idrico delle fonti sotterranee.
Secondo i parametri Ex D.Lgs. 152/99 ridurre il sovra sfruttamento della falda.
☻ ↔
Stato qualitativo acque
sotterranee S
Definire il grado di vulnerabilità intrinseca all'inquinamento dei diversi acquiferi ricadenti e cioè l'attitudine dei corpi sotterranei a subire inquinamento.
Secondo i parametri Ex D.Lgs. 152/99 Classe 0 - Qualità particolare Classe 1 – Qualità pregiata Classe 2 - Qualità buona Classe 3 - Qualità sufficiente Classe 4 - Qualità scadente
☻ ↔
IBE e LIM delle acque
superficiali S
La qualità chimica microbiologica o di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e i risultati dell' Indice Biotico Esteso (IBE) del torrente Solofrana.
Secondo i parametri Ex D.Lgs. 152/99
• SCADENTE • MEDIOCRE • BUONO • ELEVATO
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Prelievi idrici P Quantifica i volumi d’acqua emunti.
Equilibrio del bilancio idrico e del risparmio idrico ☻ ↔
35
PAESAGGIO
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore
DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Superfici tutelate da vincolo
paesaggistico (art. 139 del
d.lgs. 490 del 1999)
R
• Boschi (Kmq) • Fasce marine, fluviali,
lacustri (Kmq) • Aree Montane (Kmq)
Tutelare le aree che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale in ragione del loro interesse paesaggistico.
☺ ↔
Siti di importanza naturalistica
R
Tutelare le aree che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale in ragione del loro interesse paesaggistico.
☺ ↔
Siti di importanza
storico - monumentale
R
Garantire la protezione, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle future generazioni del patrimonio naturale e culturale.
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36
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO - INQUINAMENTO ACUSTI CO – CAMBIAMENTI CLIMATICI
Riferimenti normativi, linee guida, ecc…
Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4
Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)
Nome Indicatore
DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale
Target/ obiettivo di qualità ambientale
STATO TREND
Superamento dei limiti di legge per i campi ELF (campi a bassa frequenza, da 30 a 300 Hz)
S I livelli di riferimento sono stati specificati nel DPCM 08/07/2003.
Integrare i controlli con un monitoraggio delle aree sensibili. ☺ ↔
Piani di zonizzazione acustica
R Controllo del territorio e stima della esposizione della popolazione. ☺ ↔
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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica
Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale
1 / 6
FORMULARIO RELATIVO AL RAPPORTO DI SCOPING SUI POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL’ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE.
DATI
SOGGETTO COMPETENTE IN
MATERIA AMBIENTALE DI
APPARTENENZA
RIFERIMENTO (NOME E COGNOME)
TELEFONO
FAX
SITO INTERNET
LIVELLO DI DETTAGLIO PROPOSTO PER IL RAPPORTO AMBIENTALE
LA STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE
RITENETE CHE SIANO STATE PRESE IN CONSIDERAZIONE TUTTE LE COMPONENTI E LE TEMATICHE AMBIENTALI PERTINTI AL
PUC DI SOLOFRA?
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, DEPENNATE DALL’ELENCO SOTTOSTANTE LE COMPONENTI E/O LE TEMATICHE
AMBIENTALI CHE RITENETE NON DEBBANO ESSERE PRESE IN CONSIDERAZIONE E/O AGGIUNGETE LE COMPONENTI E LE
TEMATICHE AMBIENTALI CHE RITENETE DEBBANO ESSERE CONSIDERATE, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE
PROPOSTE:
COMPONENTI E TEMATICHE
AMBIENTALI MOTIVO DELL’ESCLUSIONE INTEGRAZIONE
Ambiente e salute umana
Aria e Cambiamenti Climatici
Risorse idriche
Suolo
Biodiversità e Aree Naturali Protette
Paesaggio e Beni Culturali
Bonifiche
Rifiuti
Ambiente Urbano
COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica
Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale
2 / 6
RITENETE CHE LA STRUTTURA DELL’INDICE SIA RISPONDENTE AI DETTAMI DELL’ALLEGATO VI DEL D.LGS 152/2006 E
SS.MM.II.? (L’ALLEGATO E’ SCARICABILE DAL SITO WWW.PUCSOLOFRA.IT )
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLA TABELLA SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:
RIFERIMENTO A CAPITOLO E/O
PARAGRAFO MODIFICA E/O INTEGRAZIONE
PROPOSTA MOTIVAZIONE
RAPPORTO DEL PIANO CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI PERTINENTI
RITENETE ESAUSTIVO L’ELENCO DEI PIANI E PROGRAMMI PERTINENTI AL PUC DI SOLOFRA PER I QUALI DOVRANNO ESSERE
SPECIFICATI I RAPPORTI E LE EVENTUALI INTERFERENZE CON IL PIANO STESSO?
SI □ NO □
INDICATE NELLA TABELLA SOTTOSTANTE I PIANI E I PROGRAMMI CHE RITENETE NON DEBBANO ESSERE PRESI IN
CONSIDERAZIONE E/O AGGIUNGETE QUELLI CHE RITENETE DEBBANO ESSERE CONSIDERATI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO
LE VOSTRE PROPOSTE:
PIANI E PROGRAMMI MOTIVO DELL’ESCLUSIONE INTEGRAZIONE (ALTRI PIANI/PROGRAMMI,
PROVVEDIMENTI DI
ADOZIONE/APPROVAZIONE, ECC.)
Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (in via di adozione)
Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Speciali (in via di adozione)
Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati della Regione Campania (in aggiornamento)
Piano Territoriale Regionale (PTR)
Piani dei Parchi Regionali
Piani regionali di gestione
COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica
Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale
3 / 6
delle zone naturali protette
Piano Regionale per le Attività Estrattive (PRAE)
Linee guida in materia di politica regionale di sviluppo sostenibile nel settore energetico
Piano d’Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER)
Piano Sanitario Regionale della Campania
Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria
Piano di Gestione delle acque del distretto idrografico dell’Appennino meridionale
Pianificazione delle Autorità di Bacino
Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania 2007-2013
PO FSE della Regione Campania 2007-2013 (FSE)
PO FESR della Regione Campania 2007-2013
Piano d’azione per gli Obiettivi di Servizio - PO FESR della Regione Campania 2007-2013
PianO Pluriennale di Sviluppo della Comunità Montana
COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica
Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale
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FONTI INFORMATIVE
RITENETE ADEGUATE LE FONTI INFORMATIVE DI CUI SI INTENDE AVVALERSI?
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE ULTERIORI FONTI INFORMATIVE, FORNENDO IL
RIFERIMENTO AI DATI E/O AGLI INDICATORI SPECIFICI CHE TALI FONTI SONO IN GRADO DI FORNIRE:
IDENTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE
RITENETE ESAUSTIVO L’ELENCO DELLA NORMATIVA INTERNAZIONALE, NAZIONALE E REGIONALE UTILIZZATO PER LA
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE?
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:
COMPONENTI E TEMATICHE
AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE
PROPOSTA - (NORMATIVA) MOTIVAZIONE
Ambiente e salute umana
Aria e Cambiamenti Climatici
Risorse idriche
Suolo
Biodiversità e Aree Naturali Protette
Paesaggio e Beni Culturali
Bonifiche
Rifiuti
Ambiente Urbano
COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica
Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale
5 / 6
RITENETE ESAUSTIVI GLI OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO INDIVIDUATI PER LA VALUTAZIONE?
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:
COMPONENTI E TEMATICHE
AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE
PROPOSTA - (OBIETTIVI) MOTIVAZIONE
Ambiente e salute umana
Aria e Cambiamenti Climatici
Risorse idriche
Suolo
Biodiversità e Aree Naturali Protette
Paesaggio e Beni Culturali
Bonifiche
Rifiuti
Ambiente Urbano
IDENTIFICAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI
SULLA SCORTA DEI CONTENUTI DELLA PORPOSTA DI PIANO, RITENETE ESAUSTIVI I POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI
IDENTIFICATI?
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:
COMPONENTI E TEMATICHE
AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE
PROPOSTA - (IMPATTI) MOTIVAZIONE
Ambiente e salute umana
Aria e Cambiamenti Climatici
Risorse idriche
Suolo
Biodiversità e Aree Naturali Protette
COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica
Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale
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COMPONENTI E TEMATICHE
AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE
PROPOSTA - (IMPATTI) MOTIVAZIONE
Paesaggio e Beni Culturali
Bonifiche
Rifiuti
Ambiente Urbano
ANALISI DELLE ALTERNATIVE
RITENETE CONDIVISIBILE L’APPROCCIO CHE SI INTENDE UTILIZZARE PER L’ANALISI DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE?
SI □ NO □
IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA INDICARNE LE MOTIVAZIONI E FORMULARE PROPOSTE METODOLOGICHE:
ULTERIORI OSSERVAZIONI
AI FINI DELLO SVOLGIMENTO DELLA CONSULTAZIONE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE AL RAPPORTO AMBIENTALE AI SENSI
DEL D.LGS 152/2006 E SS.MM.II., RITENETE VI SIANO SUGGERIMENTI E/O ASPETTI DA FAR EMERGERE O CONTRIBUTI
UTILI DA POTER FORNIRE?
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