Post on 09-Jun-2020
Alimentazione • sicureI consigli del biologo
Non caderenella rete del
falso bio!I consigli per non cadere nella
rete di produttori e commerciantisenza scrupoli e scegliere sempre
prodotti veramente biologici
Con la consulenzadel dott.
LUCIANO ATZORI, La.riibi.di
biologo dello StudioABR, esperto di
sicurezza alimentare.www.
alimentiesicurezza.it
di Paola Rinaldi
i sempre maggiore attenzione alla qualità delcibo e il diffondersi della richiesta di prodottibiologici non solo hanno favorito lo sviluppoii una virtuosa filosofìa di coltivazione e alle-
vamento, ma hanno purtroppo anche attirato l'atten-zione di truffatori senza scrupoli che mirano a sfrut-tare la buona fede della gente spacciando prodotti perbiologici quando in realtà sono solo frutto di raggirie false attestazioni. "Ecco allora che è fondamentaleacquistare con la testa, anziché con gli occhi" racco-manda Atzori. "Non possiamo pretendere che fruttae verdura biologiche siano belle, lucide e prive di im-perfezioni come quelle convenzionali".
Due strumenti anti-frodePer controllare quanto
è biologico il cibo chevogliamo mettere in tavola, puòessere utile 1CEA Check Food,l'App - realizzata dall'Istitutocertificazione etica e ambientale(Icea) www.icea.info - checonsente di verificare se gliadditivi di un prodotto sonocompatibili con la produzionebiologica. Digitando la sostanzasospetta individuata in etichetta,ii nome viene visualizzato inverde, giallo o rosso: nel primocaso è ok, nell'ultimo no.Il giallo comprende invece gli
additivi che possono essereconsiderati bio o no a secondache interagiscano con prodottidi origine animale o vegetale.Altro strumento utile è Data Bio(www.databio.it), il databasesul quale si può verificarel'attendibilità delle aziendee tracciarne i prodotti: natodalla collaborazione tra laFederazione italiana agricolturabiologica e biodinamica(Federbio) e l'Ente italianodi accreditamento Accredia,questo strumento agevola lasorveglianza sul settore.
r EGOLE PERANGIARE SANO
Edulcoranti, destrosio, grassi idrogenati e altri __̂ingredienti che, sconosciuti alle nostre bisnonni,
vengono sempre più correlati dalle ricerche sdentiti,a un aumentato rischio di sviluppare malattie croniche e-degenerative. "Meno c'è, meglio è: gli ingredienti devono
essere pochi, riconoscibili e di provenienza tracciabile. Prii—dell'acquisto va verificata in etichetta l'assenza di additivi
cioè sostanze prive di valore nutritivo che vengono aggiuntedall'industria alimentare per uno specifico fine sensoriale o
tecnologico (coloranti, conservanti, antiossidanti, correttori diacidità, addensanti, emulsionanti e stabilizzanti),-
Anche se compresi nell'elenco degli additivi ammeibiologico, non sono mai una buona scelta a tavola" ,
raccomanda l'esperto di sicurezza alimentareL e biologo Luciano Atzori.
34 Diubelli.it
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
20/09/2016Pag. 34 N.10 - ottobre 2016
diffusione:66512tiratura:135833
L'etichettain primo piano
L'alimentazione biologica è solamente una:quella certificata. Ha un'etichetta trasparenteche - in base alle prescrizioni dei regolamenti
(Ce) n. 834/2007 e n. 889/2008 - deve riportarealcune indicazioni obbligatorie, oltre all'elemento
di garanzia più noto: il logo europeorappresentato da una foglia stilizzatacomposta da dodici stelle bianche su
fondo verde o nero. Nel caso di prodotti conpiù ingredienti (come i biscotti), la dicitura "daAgricoltura Biologica" può essere utilizzata apatto che la composizione organica oscilli fra
il 95 e il 100%: l'eventuale fetta mancante èrappresentata da ingredienti normalmente non
certificabili, di origine agricola o non agricola(come additivi, acqua, sale, ecc.) che devonocomunque essere compresi nell'elenco delle
sostanze autorizzate dal regolamento (Cee)n. 2092/91, allegato VI, parte B.
È poi indispensabile la presenza del codicedell'Ente di certificazione che si è occupatodi verificare il rispetto di tutte le norme vigenti
in materia, garantendo sicurezza e trasparenzaverso i consumatori: a livello nazionale questi
organismi sono sedici - tutti riconosciuti dalMinistero delle politiche agricole, alimentari e
forestali - e il loro elenco può essere consultatoall'indirizzo www.sinab.it.
Anche per i prodotti venduti sfusi, come frutta everdura, è obbligatoria l'indicazione, che deve
essere presente sull'etichetta stampigliata almomento del peso. Più complicata è la tutela
degli acquisti in fiere o mercatini locali, spesso akm 0, dove non sempre i produttori dispongono
di bilance elettroniche simili a quelle di negozie supermercati che rilasciano la certificazione:
detto ciò, il consumatore ha il diritto di chiederela documentazione di conformità, che vaesposta in bella vista durante la vendita.
TERRENO FERTILEPER LE TRUFFENon è facile riconoscereun prodotto perfettamente bio
In continua espansione sulmercato, l'alimentazione bio-
logica si è trasformata in un set-tore molto appetibile per con-traffattori e furbetti, attratti dalforte riscontro fra i consumatori.Così può capitare di imbattersiin false delizie che - dietro eti-chette o attestazioni fraudolente- nascondono l'uso di concimi,diserbanti, insetticidi e altre so-stanze di sintesi chimica, tuttevietate per legge in questo tipodi agricoltura.Fra le ultime maxi-truffe rien-trano 3.800 tonnellate di risoprodotte da sei aziende agrico-le del vercellese, in Piemonte,che spacciavano per biologicauna coltivazione dove venivanoutilizzati diserbanti (non nocivi,ma proibiti nel biologico!) peraumentarne la resa. Poco pri-ma, tra Pesaro, Campobasso,Piacenza e Verona, erano stateindividuate e disgregate due as-sociazioni per delinquere, com-poste da imprenditori italiani cheimportavano soia, mais, granoe lino da Romania e Paesi ex-tra UÈ (come Moldavia, Ucrai-na e Kazakistan): le granaglie,falsamente certificate come"bio", erano state ottenute conil contributo di Organismi Ge-
La domanda sorgespontanea: "E se
l'etichetta fosse faisa?".Di fronte a questa ipotesicade ogni certezza,perché se la confezionerispetta tutti i requisitidi tegge (almeno inapparenza) diventacomplicato andare oltreie varie attestazioniaziendali. RaccomandaAtzori: "Frutta e verdurabioiogiche non possonoessere belle, lucide e
prive di imperfezioni comequelle convenzionali:è la garanzia di unaproduzione che avvienesecondo natura e rinunciaa tutti quei ritrovatimoderni in grado diaumentare quantità equalità". Eppure, queiìestesse irregolaritàrappresentano un limitesia per la fornituraall'interno della grandedistribuzione sia permolti consumatori. "Il
neticamente Modificati (OGM)e l'utilizzo di diserbanti perico-losi. La lista continua con oliolampante venduto come ex-travergine bio, kiwi trattati conpesticidi, carote al diserbante,merendine per bambini che dinaturale avevano poco o nulla:un enorme giro d'affari, insom-ma, con il doppio fine di truffarei clienti e accaparrarsi i finanzia-menti europei destinati all'agri-coltura biologica.
vero problema è chela richiesta di alimentibio cresce suii'ondadell'emotività e non peruna reale conoscenzadei metodo di coltura,consentendo quindi unaserie di speculazionida parte dei produttoridisonesti". Il consumatoredeve comprendereche il biologico non èun'attestazione di qualità,né di particolari proprietàsalutistiche, antiossidanti
jlllUlltlo vitaminiche del cibo, masemplicemente il risultatodi un lungo e complessoiter che esclude l'utilizzodi sostanze chimichenella coltivazione(antiparassitari, diserbanti,fertilizzanti chimici,anticrittogamici), evita losfruttamento eccessivodelie risorse naturali(suolo, acqua e aria)e predilige lavorazioninaturali che preservano iprincipi nutritivi.
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20/09/2016Pag. 34 N.10 - ottobre 2016
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