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Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Motus – Monitoring Tablet Utilization in School
La sperimentazione del tablet nella scuola secondaria di secondo grado: risultati e notazioni
Direzione scientifica: Pier Cesare Rivoltella Coordinamento: Alessandra Carenzio Equipe di ricerca: Gloria Sinini Enrica Bricchetto Livia Petti Serena Triacca Giuseppe Pelosi Sara Lo Jacono
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
1. La sperimentazione: origini e obiettivi
Le tecnologie mobili, come il tablet, sono oggetto di interesse educativo con accenti differenti che
fanno leva su almeno tre discorsi: la portabilità del device, aspetto che renderebbe più “leggera” la
didattica in termini strutturali (banalmente le macchine sono piccole e prive di cavi che
ingombrano l'aula); la facilità d'uso, per cui si tratta di strumenti che dal punto di vista alfabetico,
seppur necessitino di uno sforzo iniziale, sono più accessibili rispetto ad altre categorie di
strumenti; la desiderabilità sociale, tale da renderle appetibili per i ragazzi, pensando così di
rendere più facile il fare scuola, la lezione, lo studio.
Questi tre discorsi, alcuni dei quali sono condivisibili con qualche precisazione, sono animati da
toni altrettanto diversi, aspetto che da sempre tocca il pensiero attorno alle tecnologie, fisse o
mobili che siano: gli scettici convinti, per i quali il tablet è solo uno spreco di denaro e di tempo,
non serve a nulla e, anzi, serve solo ad alimentare il mercato tecnologico (senza pensare ai
vantaggi); gli entusiasti a prescindere, che plaudono all'arrivo del tablet pensando a quanto
potrebbe essere divertente e facile usarlo con i ragazzi (senza pensare alle difficoltà); gli
sperimentatori realistici, che provano a capire se e come usare il tablet in classe attraverso una
prova sul campo, convinti della presenza di elementi di vantaggio (aggiungiamo qui la
contaminazione con le pratiche extrascolastiche) e di elementi critici (revisione della didattica e
ampliamento del metodo, perturbazione della classe, attenzione ai linguaggi multimediali).
La sperimentazione che abbiamo condotto nel corso dell'anno scolastico 2012/2013 ha incontrato
certamente tutti e tre i profili: insegnanti scettici che hanno accettato di partecipare con grandi
remore, insegnanti vivacemente contenti di poter usare il tablet, insegnanti cauti. In tutti i casi i
risultati del lavoro, discussi nei paragrafi successivi, e le evidenze che gli stessi docenti hanno
rilevato nel corso dell’autoanalisi del proprio modo di fare didattica con il tablet, suggeriscono
alcuni elementi che hanno a che fare soprattutto con la didattica e meno con lo strumento.
In sostanza, la retorica che dice, spesso in maniera sensazionalistica, che con il tablet si impara
meglio e con più interesse, si scontra con queste evidenze e con alcune condizioni di fattibilità che
ancora una volta sono attribuibili al setting didattico, alla struttura del lavoro, alla testa
dell'insegnante e all'architettura metodologica del proprio modo di stare in classe.
La sperimentazione Motus (Monitoing Tablet Utilization in School) proposta dal CREMIT ha avviato
questo percorso di riflessione coinvolgendo nove istituti scolastici, statali e non statali, che hanno
accettato la sfida di percorrere un pezzo di strada insieme ad alcuni ricercatori e insegnanti-‐
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ricercatori, per capire come impostare il proprio lavoro per gli anni successivi. Si tratta, ci pare di
poterlo dire, di un investimento educativo sulla scuola, sugli insegnanti e sui ragazzi.
Oltre a questo è innegabile che le azioni di finanziamento alle scuole per l’integrazione didattica di
tecnologie digitali, in particolare i dispositivi mobili, abbiamo risvegliato in molte scuole e in molti
insegnanti la possibilità/necessità di riflettere su questi aspetti, confrontandosi con le proprie
rappresentazioni sulla tecnologia.
La sperimentazione, in questo senso, si fonda sull'idea per cui il processo di introduzione massiva
di device mobili (come di tanti altri strumenti), ove non sorretto da dispositivi di monitoraggio di
qualità e di accompagnamento didattico/formativo, possa generare turbolenza senza risultati, con
due rischi imperdonabili: lasciare intatte le pratiche tradizionali degli insegnanti, confermando da
un lato le loro rappresentazioni negative sui media o riducendo le aspettative che si erano fatti
rispetto all'esperienza; confinare l’apporto dello strumento al suo semplice uso tecnico, risolvendo
quella che dovrebbe essere un’operazione didattica su un piano esclusivamente tecnologico. A
queste due notazioni se ne aggiunge una terza, che abbiamo raccolto nel corso dell'analisi dei dati:
mortificare il contributo dei ragazzi, annoiarli e rendere maggiore la frustrazione sperimentata a
scuola.
Il lavoro è stato costruito in modo da rispondere ai seguenti obiettivi:
-‐ raccogliere dati relativi all’utilizzo dello strumento e alle rappresentazioni del tablet fornite da
studenti e insegnanti;
-‐ accompagnare l’insegnante nell’utilizzo del tablet in chiave didattica;
-‐ favorire una appropriazione non solo tecnica del mezzo, fornendo un supporto didattico e di
sviluppo professionale degli insegnanti coinvolti dal punto di vista dell’integrazione del tablet nelle
loro pratiche;
-‐ verificare se e a quali condizioni il tablet possa diventare strumento “quotidiano” nella didattica;
-‐ garantire la comparabilità dei dati raccolti nelle diverse scuole della sperimentazione (per la
metodologia si rimanda al paragrafo dedicato);
-‐ favorire un controllo di processo funzionale a comprendere efficacia e margini di miglioramento
degli interventi;
-‐ prevedere momenti di condivisione di esperienza da parte degli insegnanti delle diverse scuole
coinvolte, attraverso l'organizzazione di tre seminari presenziali, come si vedrà tra breve, e la
possibilità di confrontarsi a distanza.
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2. Le scuole coinvolte e il modello formativo
La sperimentazione ha visto la partecipazione delle seguenti scuole: l’Istituto Pavoniano
Artigianelli di Milano, il Collegio San Carlo di Milano, il Centro Salesiano Don Bosco di Treviglio e di
Chiari1, l’ITSOS Gadda di Fornovo-‐Langhirano, il plesso montano di Bardi (Istituto Comprensivo Val
Ceno2), la Scuola Maria Ausiliatrice di Lecco, il Liceo Leonardo da Vinci di Jesi, la Fondazione Ikaros
di Grumello e Calcio3.
Il modello formativo adottato è il BLEC Model4, sviluppato da CREMIT nel corso di questi ultimi
anni di lavoro al fianco delle scuole, ed è composto da tre tasselli:
1. un percorso formativo misto (blended learning), che prevede tre incontri seminariali in
presenza (a inizio sperimentazione, nella parte centrale dell’anno scolastico e al
termine della sperimentazione, cfr. Tabella 1). L’obiettivo dei seminari è quello di
condividere teorie e idee che hanno un impatto diretto sul modo di fare didattica (la
prospettiva di Laurillard5 o il metodo di Freinet, solo per fare due esempi di senso) e di
sollevare la riflessione degli insegnanti;
2. un dispositivo di coaching, ovvero un percorso di accompagnamento da parte di una
figura esperta (il coach appunto) che diventa una guida didattica e metodologica per
l’insegnante, poiché conosce il gruppo, le problematiche e le risorse a disposizione. Il
coach svolge il proprio compito attraverso tre azioni: lancia attività brevi (a partire dalla
sperimentazione di una app fino alla progettazione di una attività specifica), raccoglie e
1 La sede di Chiari ha partecipato alla prime fasi di lavoro, inclusa la formazione, ma non ha partecipato alle
osservazioni e ai focus group, incluso anche il questionario finale. 2 Il plesso ha partecipato alla formazione in presenza e in parte al percorso di coaching, dal momento che gli
insegnanti della scuola di Fornovo e quelli di Bardi sono gli stessi. Poiché le classi non sono state osservate, i docenti hanno ricevuto un diverso strumento di rilevazione (questionario) e i ragazzi non sono stati coinvolti nel focus. Tuttavia, la scuola ha partecipato in forma differente al lavoro avanzato, ed è per questo che è stata citata in apertura. Si aggiungono, seppur con un percorso diverso, l'Istituto Zaccaria di Milano, l'Istituto San Francesco di Lodi, i docenti della rete HSH delle scuole in ospedale della Lombardia e la scuola primaria Curiel di Paullo. Queste scuole hanno attivato nel corso dell'anno un percorso simile, introducendo il tablet nella didattica e soprattutto nella formazione dei docenti, ma – come per il plesso di Bardi – hanno raccontato e commentato la propria esperienza tramite questionari e strumenti ad hoc, creati per meglio rispettare il lavoro svolto.
3 Le scuole hanno adottato tablet Apple (iPad), tranne nei seguenti casi: il liceo di Jesi ha adottato i netbook, l'ITSOS Gadda di Fornovo tablet Mediacom. Come avremo modo di vedere non ci sono differenze sostanziali tra tablet e netbook, semmai tra tablet e tablet, come una maggiore incidenza di problemi tecnici nel caso dei tablet non Apple. Nel corso del report parleremo generalmente di tablet per comodità nella trattazione (per non usare la dicitura iPad/altro tablet/netbook, l'etichetta di device mobili o ancora quella di mobile devices), ma di fatto facciamo riferimento a tutti i dispositivi usati in classe, siano essi iPad, tablet di qualsiasi genere o netbook.
4 Cfr. Rivoltella, P.C., Modenini, M. (eds.), La lavagna sul comodino, Vita e Pensiero, Milano 2012. 5 D. Laurillard, Teaching as a Design Science, Routledge, London 2011.
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fa sintesi di quanto svolto dagli insegnanti, suggerendo modifiche, integrazioni,
commenti (online e in presenza nel corso dei seminari e degli incontri diretti), supporta
il gruppo;
3. un insieme ben definito di attività (E-‐tivities) suggerite al gruppo e analizzate per
restituire il proprio commento e orientare le pratiche sul campo.
Tabella 1 – Momenti della sperimentazione
Gli incontri con il coach, dunque, sono stati pensati per lanciare attività di riflessione, riprendendo
i concetti e le idee discusse in plenaria, per progettare – al fianco degli insegnanti – le attività da
svolgere in classe con il tablet, per discutere insieme quanto svolto in classe attraverso feedback
mirati e orientativi della riprogettazione delle attività stesse. In questo modo il coach ha potuto
lavorare direttamente sul contesto specifico delle classi, prendendo le mosse dalle esigenze degli
insegnanti e dalla realtà dei ragazzi, piuttosto che ragionare in astratto e somministrare “soluzioni”
standardizzate valide per tutti.
3. Il piano di monitoraggio
Come visto, dal punto di vista della metodologia la sperimentazione ha previsto il ricorso in
parallelo a strumenti per il monitoraggio e a un dispositivo di accompagnamento didattico che
consente di attivare strategie di miglioramento e di risoluzione delle criticità.
Gli strumenti utilizzati per raccogliere le rappresentazioni dei docenti, analizzare le pratiche e
riflettere sulle esperienze con il tablet sono i seguenti:
− un questionario iniziale per indagare usi e aspettative, rivolto ai ragazzi, agli insegnanti e
alle famiglie;
− un focus group, che ha coinvolto gli studenti per approfondire le questioni di metodo e le
loro idee sulla presenza del tablet in classe (alla luce dell’esperienza condotta);
− due sessioni di osservazione in classe con il metodo della videoricerca (utilizzando la
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videocamera per riprendere la classe e una griglia di raccolta dei dati per sistematizzare
quanto rilevato dai ricercatori osservando la situazione didattica);
− un questionario finale per i docenti, per rilevare cambiamenti nelle pratiche, elementi
critici e rilievi positivi per quanto riguarda la loro esperienza diretta con il tablet.
La video-‐ricerca6 consente due guadagni importanti. Sul fronte dell’analisi dei dati, permette di
incrociare il dato osservato dal ricercatore (pur dotato di uno strumento di osservazione) con la
situazione per come è successa. Sul fronte della professionalità dell’insegnante e delle sue
competenze, consente di restituirgli una video-‐esemplificazione di quanto svolto in classe, facendo
attenzione agli elementi positivi di quanto registrato, ma anche alle criticità pur sempre in chiave
di miglioramento, per supportare la sua crescita professionale. In tabella una sintesi degli
strumenti e dei punti di attenzione.
Tabella 2 – Gli strumenti di ricerca
Il focus group e il piano delle osservazioni verranno presentati nel dettaglio nel corso della
discussione dei risultati.
6 Ricki Goldman, Roy Pea, Brigid Barron, Sharon J. Derry (eds.), Videoricerca nei contesti educativi, Raffaello Cortina,
Milano 2009.
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4. Analisi dei risultati
4.1 Il punto di vista dei docenti
Riportiamo di seguito il punto di vista dei docenti, attraverso i dati raccolti nel questionario iniziale
e nel questionario finale.
4.1.2 Il questionario iniziale
Prima di presentare i dati, vorremmo introdurre i docenti attraverso i media che sono presenti
nella loro quotidianità non scolastica. Si tratta di docenti che, come altre ricerche hanno già
confermato, dispongono di una dotazione tecnologica adeguata: 84 docenti su 95 possiedono
almeno un portatile, che è connesso nel 65% dei casi (11 non rispondono alla domanda), 71 hanno
un tablet (connesso nel 79% dei casi), 69 hanno almeno un cellulare (16 non rispondono) che,
nella metà dei casi, è connesso alla rete. 35 docenti infine possiedono una consolle videogame,
connessa nel 15% dei casi. Come dire: un profilo da “nativi digitali”.
Veniamo ai dati, indicando prima i rilievi più significativi relativi al questionario iniziale e
successivamente operando un confronto tra questi dati e quelli raccolti alla fine del percorso.
Rappresentazioni a confronto
Il questionario iniziale ha inaugurato la sperimentazione con la scelta di un’immagine, tra le otto
proposte, da associare al tablet per verificare le rappresentazioni attorno allo strumento, al suo
significato, alla sua presenza in classe. Riproponiamo nella pagina successiva le immagini
nell’ordine esatto con cui sono state proposte nel questionario.
Le immagini prevalenti, distanziate da uno scarto molto ridotto, sono quelle della cassetta degli
attrezzi (scelta dal 30,5% degli insegnanti) e quella della testa “creativa” (28,1%). La prima fa leva
sull'idea che il tablet sia un grande aggregatore di strumenti, mettendo insieme apps utili per la
didattica e lo svago, la videocamera, la fotocamera, il registratore vocale, la rete, la scrittura. Tutto
ciò che serve per fare scuola. La seconda rimanda alla posizione multicanale del tablet che può
favorire una maggiore creatività e l'espressione dei propri talenti. Seguono l'immagine del mondo
come occasione di connessione e confronto (23,2%), la lente di ingrandimento (11,6%), mentre le
rimanenti sono assai minoritarie, con valori molto bassi -‐ l'immagine del divieto e del “copy and
paste” (appiattimento della creatività, omologazione) raggiungono entrambe l'1,1,%). Questo
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ultimo dato è interessante rispetto a quanto abitualmente si pensa del PC e delle pratiche di
ricerca poco significative svolte dai ragazzi.
Forse si pensa che il tablet sia in un certo senso più significativo per i ragazzi e che il loro interesse
possa fare da traino a un maggiore coinvolgimento nei compiti e nelle scelte.
Figura 1 – Le immagini proposte nel questionario: che cosa significa per te il tablet?
Idee attorno alle tecnologie
Abbiamo chiesto agli insegnanti di esprimere il proprio parere rispetto ad alcune questioni
importanti (cfr. Allegati). In tema di tecnologie, gli insegnanti interpellati credono che – se non ci
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fossero – le cose cambierebbero solo per pochi, ma al contempo molti ammettono che si
sentirebbero spaesati, trattandosi di un elemento ormai presente 35,5% (per nulla 11,7%,
completamente 12,8%). Per molti, inoltre, non si tratta di una fonte di demotivazione per i ragazzi
(58% per nulla d'accordo).
Due dati interessanti chiudono questa domanda: la tecnologia non sembra far perdere tempo
(35,1% per nulla, cui si aggiunge un buon 30,9% di chi si avvicina a questa opinione) e non rende gli
studenti più responsabili. Quasi tutti invece sono abbastanza d'accordo sul fattore distraente (per
nulla d’accordo solo il 4,3%).
La didattica e i ragazzi
Sul fronte didattico, gli insegnanti pensano che la tecnologia necessiti di un cambiamento della
cornice metodologica (quasi l’83% è completamente o molto d'accordo) e che di conseguenza
abbia modificato il proprio approccio didattico, indicando una strada interessante: la tecnologia va
(deve) essere utilizzata con gli studenti (38,3% molto d'accordo e 51,1% completamente
d'accordo).
Rimaniamo sul versante degli studenti, toccando i fattori di aggregazione, relazione, rendimento,
interesse e curiosità. Secondo gli insegnanti la tecnologia influisce abbastanza sull’aggregazione e
sulle relazioni, riducendo queste ultime (ma in questi due casi gli insegnanti sembrano dividersi in
tre categorie molto similari per composizione numerica); al contrario agisce da rinforzo positivo in
relazione alla motivazione (non è demotivante per circa l’80%), al rendimento (abbastanza
d'accordo e molto d'accordo ottengono il 37,6 e il 20,4%) e all'integrazione degli studenti stranieri
(più del 62% degli insegnanti concorda su questo punto) e diversamente abili (abbastanza
d’accordo per il 50,6%). Infine, la tecnologia -‐ in generale -‐ non sostituisce gli strumenti didattici
più tradizionali, ma va inserita in un contesto integrato (per il 70,2% non li sostituisce).
Attività, compiti e metodi in classe
I compiti che vengono assegnati agli studenti riguardano soprattutto ricerche (62,6%),
esercitazioni (56%) e produzione di testi, disegni, mappe (53,8%), presentazioni (37%), aspetto su
cui torneremo nel corso della restituzione di quanto osservato in classe.
Rispetto ai metodi e alle tecniche i grandi assenti sono la discussione online (mai per il 81,42%), il
diario di bordo (72,7%), i videogiochi (79,3%), mentre prevalgono la narrazione, il problem solving,
le attività di analisi e di produzione – individuale e collaborativa –, la visione di filmati, la lezione
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frontale e il lavoro di gruppo (44,6% in diverse occasioni, percentuale più alta dopo la lezione
frontale, che ottiene il massimo delle preferenze con il 55,4% indicandola come attività su cui si
basa la propria didattica). Sul lavoro di gruppo avremo modo di tornare nell'analisi delle
osservazioni, oltre che nelle parole dei ragazzi.
Gli applicativi informatici
Gli applicativi informatici, sul fronte docente, vengono usati per preparare attività e materiali
(programmi di videoscrittura, solo il 10,5% non li usa mai) e per la didattica in classe (programmi di
presentazione, qui il dato di non uso sale al 23,2%). Molto diffusi i siti per la disciplina usati
soprattutto in fase di preparazione del lavoro.
Molto meno presenti i blog (il 72,8% non li usa mai), Msn e chat (non utilizzati per il 70,7%) e i
social network (63,4%).
Quando si usa la rete in chiave sociale o comunicativa, il destinatario è di fatto la scuola o i
colleghi, mai gli studenti e raramente le famiglie.
Tecnologie e studenti: cosa cambia?
Sul fronte studenti, l'utilizzo delle tecnologie (sempre secondo i docenti) ha aumentato lievemente
l'interesse dei ragazzi nello stare a scuola (47,8%), nel seguire le lezioni (43,8%), nel dato di
partecipazione (46,7%). Rimane invariato il dato relativo ai compiti e allo studio (non vi sono
cambiamenti rispettivamente per il 66,7% e il 70%), mentre si indica un aumento di interesse nel
lavoro con i compagni (aumentato lievemente per quasi la metà dei docenti).
Tuttavia segnaliamo che l'aumento della partecipazione in classe risulta notevole e con maggiore
motivazione per il 20% dei docenti, così come il lavoro di gruppo (18,67%). Ci chiediamo però se
dipenda dallo strumento, o dal semplice fatto che lo strumento sia inserito in una cornice di
attività diverse. Se di solito ascolto la lezione, sono certamente più partecipe se lavoro con i miei
compagni nella preparazione di una presentazione o un video. Ma questo dipende dal fatto che
lavoro con i compagni, confrontandomi in piccolo gruppo e mettendo le mie competenze a
disposizione dell’altro, o dal fatto di usare una app o la videocamera presente nel tablet (se
abilitata)? Forse entrambi gli aspetti. Rimandiamo ai focus group per ulteriori approfondimenti.
L'uso della tecnologia non ha aiutato significativamente gli studenti a comprendere i concetti,
ricordare meglio e svolgere gli esercizi, ma lo ha fatto in relazione alla possibilità di approfondire,
fare sintesi e schemi, trovare collegamenti tra gli argomenti.
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Il tablet: usi e aspettative sullo strumento in chiave didattica
Passiamo invece al cuore della sperimentazione, ovvero il tablet. Nella risposta al questionario
iniziale il 33,7% degli insegnanti pensa di utilizzarlo in alcune lezioni e il 26,6% nella gran parte
delle lezioni (in tutte le lezioni per il 14,9%), indicando nel tablet uno strumento che non modifica
in maniera sostanziale il tempo di preparazione delle lezioni (per il 35,5% invariato, per il 32,3%
lievemente superiore, rendendo assolutamente equilibrata la disposizione dei docenti rispetto a
questo tema) e che implica una modifica ridotta dei tempi di gestione della classe (per il 36,5%
lievemente superiore, con una percentuale simile di docenti che ritiene che non ci siano modifiche
sostanziali), imputando l’eventuale aumento soprattutto a problemi di regolazione della classe,
ovvero alla gestione delle dinamiche legate alla disciplina e alla distrazione degli studenti (40,91%).
Il 27,3% pensa invece che questo aumento sia dovuto per lo più alla metodologia, ovvero alla
necessità di ristrutturare le attività, di lavorare in piccolo gruppo. Si tratta di aspetti molto
importanti per noi, sui quali ritorneremo a breve nell’analisi del questionario finale.
Rispetto al tablet le funzionalità che l’insegnante pensa di utilizzare maggiormente sono:
-‐ la proiezione di documenti (77,8%),
-‐ la ricerca di informazioni in rete (75,6%),
-‐ l'attività di scrittura e disegno (43,3%),
-‐ il supporto al lavoro di gruppo degli studenti (38,9%).
Meno presenti sono le funzionalità relative all'aspetto più comunicativo e relazionale, indicate da
pochissimi docenti. Ma vogliamo sottolineare l’ultimo dato rilevato, ovvero il tablet come
supporto per il lavoro di gruppo, aspetto non poco importante.
Sul fronte delle problematiche i docenti pensano di dover affrontare soprattutto problemi legati ai
seguenti fattori:
-‐ aspetti tecnici (68,5%),
-‐ gestione del gruppo classe (60%),
-‐ applicabilità di alcune funzioni (53,9%),
-‐ fattore tempo (46,1).
I vantaggi maggiormente percepiti, ricordando che siamo ancora in fase iniziale e che quindi si
tratta di idee che si basano su aspettative ed esperienze pregresse degli insegnanti, toccano le
seguenti aree:
-‐ la sperimentazione personale di nuove modalità didattiche (80,5%),
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-‐ l'incremento dell'interesse dei ragazzi, la personalizzazione dei percorsi e l’acquisizione di
nuove competenze informatiche (35,6% in tutti e tre i casi),
-‐ la facilitazione della comprensione da parte dei ragazzi (27%).
Evidentemente è molto forte la richiesta di formazione e di potenziamento delle competenze
d'uso e didattiche, aspetto che la sperimentazione ha scelto come focus di lavoro (anche se, di
fatto, la sperimentazione non si proponeva come un corso di formazione).
Chiudiamo con le aspettative. I tre aspetti maggiormente indicati dai docenti, ovvero ciò che nel
questionario iniziale si aspettano dall’intera sperimentazione, più che dal tablet nello specifico,
sono relativi all’incremento della propria professionalità, in relazione a quattro dimensioni chiave:
-‐ apprendere conoscenze, metodi e strumenti da usare nella didattica (56,2%),
-‐ produrre strumenti in classe (41,60%),
-‐ sviluppare competenze d'uso (32,6%),
-‐ recuperare materiali utili per l’attività didattica con gli alunni (30%).
Gli aspetti meno presenti riguardano l'apprendimento della lingua per studenti stranieri, la
personalizzazione della didattica in caso di disabilità, l'integrazione tra studenti italiani e stranieri.
Vedremo se le attese sono state rispettate e se la sperimentazione ha aiutato i docenti nella
costruzione di una professionalità in divenire e flessibile.
4.1. 2 Il questionario finale: i docenti fanno un bilancio
Confrontiamo in questa parte del report i dati del questionario iniziale con quelli ottenuti nel
questionario finale, somministrato in chiusura della sperimentazione. Il questionario è servito a
raccogliere le opinioni dei docenti, verificare quanto le loro aspettative abbiano trovato
opportunità per realizzarsi, identificare i punti di forza di tutto il lavoro e le criticità da risistemare
per il proseguimento della sperimentazione, nel caso degli stessi docenti e di nuovi colleghi.
Rispetto all'utilizzo reale del tablet, presentiamo in Tabelle 3 la situazione dichiarata dagli
insegnanti, per confrontare i dati con quelli registrati in apertura.
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In tutte le lezioni 14.75%
Nella maggior parte delle lezioni 36.07%
In circa metà delle lezioni 14.75%
In alcune lezioni 27.87%
L' ho sperimentate solo 1-2 volte 3.28%
Non ho mai utilizzato la tecnologia nella mia didattica 3.28%
Tabella 3 – Quanto hai usato il tablet nelle lezioni?
Registriamo un aumento nella seconda opzione (il tablet è stato usato nella gran parte delle
lezioni, con un aumento di circa 10 punti percentuali), e una lieve diminuzione della quarta
opzione (che è scesa di circa 5 punti percentuali). Secondo i docenti, dunque, il tablet è stato usato
in prevalenza come previsto (65,57%), più del previsto per il 14,75% e meno del previsto per il
19,67%.
Passiamo alla questione delle attività didattiche, per noi molto importante perchè consente in una
certa misura di attivare una riflessione sul modo di lavorare del docente con/senza il tablet e con
le tecnologie. Da un lato, esse rispecchiano gli aspetti dichiarati in apertura, in quel caso relativi
alle tecnologie in generale: l'utilizzo di presentazioni e la scrittura di documenti. Il dato
sembrerebbe, infatti, confermare come spesso nell'utilizzo di un nuovo strumento si seguano
logiche precedentemente sperimentate, quanto meno nella scelta delle attività (il tablet come
strumento di proiezione). D'altra parte aumenta l'uso della rete per fare ricerca (aspetto
prioritario con il 29,14% delle preferenze, oltre che attività gradita dai ragazzi come vedremo in
seguito). Gli aspetti comunicativi sembrano rispecchiare i dati iniziali, dove alto era il “non uso” (in
questo caso il 14,29% delle dichiarazioni sembra corrispondere a chi ha dichiarato di usare chat e
Facebook nel questionario iniziale).
Il tablet non ha spostato in maniera rilevante il baricentro della attività, se non per la possibilità di
svolgere ricerche e realizzare percorsi interattivi con i ragazzi, ma almeno ha mosso qualche
curiosità e ha consentito di proporre qualcosa di nuovo in termini didattici.
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Scrivere, disegnare e proporre esercizi, utilizzare software applicativi 17.71%
Proiettare documenti o materiali per la lezione 24.57%
Realizzare percorsi didattici interattivi (creazione di sequenze, giochi interattivi,learning object) 10.29%
Registrare le lezioni 4.00%
Navigare in rete per la ricerca di informazioni 29.14%
Comunicare in rete (forum, chat,instant messanging) 14.29%
Tabella 4 – Quali attività hai svolto con il tablet?
Ritorniamo ora sulla questione del tempo. Rispetto al questionario iniziale (per il 35,5% dei
docenti il tempo dedicato alla preparazione delle lezioni rimaneva invariato, per il 32,3%
aumentava lievemente) aumentano coloro che hanno rilevato un aumento dei tempi.
Ha aumentato notevolmente il carico di lavoro 31.67%
Ha aumentato lievemente il carico di lavoro 36.67%
Il carico di lavoro è rimasto sostanzialmente invariato anche con l’uso del tablet/notebook 30.00%
Ha diminuito lievemente il carico di lavoro 0.00%
Ha diminuito notevolmente il carico di lavoro 1.67%
Tabella 5 – Tablet e tempi di lavoro
Sempre in tema di tempo, la gestione della lezione registra qualche cambiamento rispetto alle
attese e alle dichiarazioni: aumenta il numero di docenti che ha rilevato un aumento notevole nei
tempi (si passa da un 10,6% al 15%), diminuisce quello dei docenti che appoggia l'ipotesi di un
aumento del tempo.
Ha aumentato notevolmente i tempi di gestione della lezione 15.00%
Ha aumentato lievemente i tempi di gestione della 30.00%
Il tempo della lezione rimane sostanzialmente invariato anche con l’uso dello strumento 46.67%
Ha diminuito lievemente i tempi di gestione della lezione 8.33%
Ha diminuito notevolmente i tempi di gestione della lezione 0.00%
Tabella 6 – Tablet e gestione della classe
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Di fatto il tempo rimane pressoché invariato, così come le motivazioni (gestione del clima e
risoluzione dei problemi tecnici), anche se si riduce il peso attribuito al lavoro di gruppo (che
quindi è risultato più gestibile) e aumenta lievemente il dato tecnologico (quindi i docenti hanno
incontrato qualche problema in più rispetto a quanto preventivato).
Gli aspetti problematici sono riportati nel grafico che segue e sono relativi alle questioni tecniche
e alla gestione del gruppo classe, con una parità sostanziale tra la questione dell'applicabilità delle
funzionalità del tablet e del tempo di lavoro dei docente.
Aspetti tecnici (utilizzo, malfunzionamento) 28.35%
Presenza costante in aula, e non nel laboratorio di informatica, che richiede lo spostamento degli studenti 3.94%
Applicabilità didattica di alcune funzionalità 17.32%
Scarsa alfabetizzazione informatica pregressa 6.30%
Incompleta preparazione sull’impiego delle ICT nella didattica 3.94%
Tempo da dedicare alla preparazione delle lezioni da svolgere 17.32%
Gestione del gruppo classe 22.83%
Tabella 7 – Tablet e problematiche incontrate
Un ulteriore aspetto da approfondire riguarda l'utilità del tablet nel favorire alcuni processi
emotivi, relazionali e cognitivi nei ragazzi. Secondo i docenti, alla fine della sperimentazione, il
tablet ha aiutato gli studenti nella comprensione dei concetti (abbastanza per il 35%), nel ripasso
(abbastanza per il 30,36%), molto nella possibilità di approfondimento (dichiarata dal 70% dei
docenti sommando i valori positivi della scala di valutazione – 4,5 e 6), aspetto questo che
racchiude la positività del tablet nelle opinioni dei ragazzi, nella possibilità di ricordare (46%) e nel
fare sintesi e schemi (56,14%). Più della metà considera il tablet come supporto alla possibilità di
trovare collegamenti, avendolo sperimentato in classe.
Al contrario non ha aiutato i ragazzi nello svolgimento degli esercizi con maggiore padronanza
(non lo pensa il 79%), elemento confermato dai ragazzi.
Rispetto ai vantaggi sperimentati, e non solo attesi, vengono confermate le aspettative, spostate
molto sull'arricchimento delle proprie conoscenze, competenze e modalità didattiche. Riportiamo
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di seguito le voci con le relative percentuali.
Incremento della partecipazione degli studenti 11.88%
Incremento dell’interesse degli studenti per le attività didattiche 6.88%
Incremento dell’efficacia didattica della lezione 10.00%
Facilitazione della comprensione degli studenti 9.38%
Miglioramento nell’organizzazione delle attività didattiche 9.38%
Personalizzazione dei percorsi di apprendimento 9.38%
Sperimentazione da parte mia di nuove modalità didattiche 28.12%
Mia acquisizione di nuove competenze informatiche 15.00%
Tabella 8 – Vantaggi sperimentati
Qualche notazione conclusiva. La partecipazione dei docenti è stata significativa, con una presenza
forte a tutti gli incontri presenziali previsti dal programma della sperimentazione. Il 36% è
abbastanza soddisfatto, molto soddisfatto il 38,06% (per nulla solo il 6,56%), con una buona
valutazione dei seminari, i cui contenuti sono stati ritenuti molto attuali, utili e interessanti, anche
se non proprio semplici (abbastanza per il 36%) e mediamente coinvolgenti (abbastanza per il
41,67%). Poche le valutazioni negative rispetto alla struttura della sperimentazione (il 12% non ha
gradito l'alternanza tra momenti presenziali, lavoro con il coach e progettazione).
La sperimentazione ha aiutato i docenti a riflettere sulla presenza del tablet in classe e sul suo
significato (aspetto evidenziato con forza da più del 60% dei docenti che hanno compilato il
questionario), meno forte invece la presenza delle voci relative al potenziamento della capacità di
progettare percorsi per la propria classe (lo stesso vale per la possibilità di costruire gruppi di
discussione, aspetto che andrebbe potenziato visto che i docenti hanno lavorato per scuola e non
trasversalmente alla loro appartenenza di istituto). In questi casi le opinioni si spaccano in due:
circa la metà (o poco più) è soddisfatta, il rimanente si divide tra chi ha percepito pochi guadagni e
chi è totalmente o per nulla soddisfatto (gli estremi in sostanza, che rimangono minoritari con un
1,8% dei totalmente soddisfatti e un 8% di coloro che sono per nulla soddisfatti). Un dato su cui
molti convergono riguarda la possibilità di supportare i diversi stili di apprendimento dei ragazzi,
per cui la sperimentazione è stata positiva e garante di questo obiettivo (fortemente sentito dalla
metà dei docenti, abbastanza dal 24%).
Veniamo alla figura del coach, molto apprezzata (circa l'80% ha espresso giudizi positivi), il cui
valore è dato dal supporto nel processo di revisione e ripensamento delle attività didattiche, in
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qualità di punto di riferimento (19%) per tutta la sperimentazione e strumento di orientamento
nella definizione del progetto (19,05%). L'andamento della sperimentazione in classe è stato
valutato positivamente, come riportato nella tabella che segue.
6=completamente soddisfacente 1.64%
5 11.48%
4 44.26%
3 34.43%
2 3.28%
1=per nulla soddisfacente 4.92%
Tabella 9 – Come valuti la sperimentazione?
Chiudiamo con i suggerimenti forniti dai docenti.
Meno teoria e più pratica, questa sembra la richiesta, con un maggior numero di incontri e una
proposta più tecnica/tecnologica e un approccio più operativo così definito:
-‐ “basato su esempi di effettivo e concreto utilizzo, mettendo in luce punti di forza senza
nascondere quelli di debolezza”;
-‐ “con esempi reali o reali progettazioni di lezioni digitali in classe, possibilmente distinti per
ambiti disciplinari”;
-‐ “che indichi in maniera più precisa alcune applicazioni e il loro utilizzo profondo, soprattutto
nel momento in cui si ritiene che siano importanti e utili dal punto di vista della didattica”.
Oltre a questo dato, la richiesta è quella di adeguarsi maggiormente ai tempi della scuola, che
come notato non sono quelli dell'università.
Un suggerimento ulteriore è di designare coach che siano allo stesso tempo insegnanti, impegnati
nella scuola (un aspetto, questo, che peraltro è stato già tenuto in considerazione).
Infine, un docente avanza una proposta: organizzare un incontro in plenaria con tutti i ragazzi, per
renderli consapevoli del lavoro, delle possibilità e delle strade che possono percorrere con il
tablet, così come fatto con gli insegnanti e i dirigenti che ci hanno accolto quest'anno.
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4.2 I genitori e il tablet
Abbiamo raggiunto con un questionario anche i genitori dei ragazzi coinvolti nella
sperimentazione: il ritorno in termini quantitativi non è stato molto significativo, con 73
restituzioni complessive (il 60% delle compilazioni è stato svolto dalle mamme, il 40% dai papà).
Le rappresentazioni del tablet sono tre, con percentuali quasi identiche: uno strumento di
apertura al mondo, un supporto alla creatività, una cassetta degli attrezzi.
Si tratta di genitori che hanno una dotazione tecnologica forte, con almeno un computer fisso e un
PC portatile connesso a Internet, nel 47% dei casi dichiarano di essere connessi da 1 a 3 ore al
giorno (sempre connesso il 10,5%) e controllano la mail tutti i giorni.
L'uso delle tecnologie da parte del figlio è aumentato per quanto riguarda lo svolgimento dei
compiti, rimane invariato rispetto ai giochi, alla comunicazione con i pari e agli interessi personali.
Le aspettative in tema di tablet sono così riassumibili.
si senta più motivato verso le attività svolte in classe 40.5%
abbia la possibilità di partecipare attivamente alla lezione 24.3%
sia facilitato nelle attività di apprendimento ed uso della lingua 21.6%
vada meglio a scuola 2,7%
capisca meglio i contenuti delle lezioni 10,8%
Tabella 9 – Aspettative dei genitori: mi aspetto che mio figlio...
Le attese hanno a che fare con aspetti importanti, che arrivano a toccare il rendimento a partire
dalla motivazione (elemento forte per la riuscita) e la partecipazione attiva alla lezione. Si tratta di
un dato che anche i ragazzi, come vedremo, esprimono con forza quando dicono che con il tablet è
occasione di partecipazione.
4.3 La parola ai ragazzi
I ragazzi sono stati interpellati in due occasioni: nella loro totalità in fase iniziale, attraverso la
somministrazione di un questionario che voleva raccogliere aspettative, pratiche, contesto
tecnologico e una prima analisi delle percezioni del lavoro con il tablet dopo circa un mese di
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utilizzo; in numero ristretto nel corso dei focus group (uno per consiglio di classe coinvolto nella
sperimentazione) per una totalità di 10 sessioni di focus group di 8 studenti ciascuno. Gli studenti
sono stati selezionati sulla base di tre criteri: il genere, la loro posizione rispetto al tablet
(entusiasti/scettici) e il loro grado di coinvolgimento nell'uso (utilizzatori bassi/alti).
4.3.1 Il questionario
Sono 276 gli studenti che hanno risposto al questionario iniziale (50% sono ragazzi, 39,9% ragazze,
il resto dei rispondenti non lo dichiara). Avviamo il discorso proprio dalle rappresentazioni, come
nel caso dei docenti.
Il tablet è per gli studenti soprattutto uno strumento di espressione della creatività e delle idee,
aspetto che forse prevale nel loro uso domestico e che nei focus group è stato indicato come
vantaggio associato alla presenza del tablet in classe. Seguono le immagini della lente di
ingrandimento (21,6%), della cassetta degli attrezzi (20,1%) e del mondo a portata di mano
(15,5%). Le rimanenti sono poco significative, con dati minoritari.
Abbiamo poi chiesto ai ragazzi di autovalutarsi come studenti. Il 44% dichiara di andare
abbastanza bene, il 29,3% è sufficiente in tutte le materie, il 14% in quasi tutte e il 10,4% si
considera tra i primi della classe. Solo l'1,1% ammette di andare molto male a scuola.
Il tempo dedicato allo studio è per la gran parte dei ragazzi (30%) quasi costante (quasi tutti i
giorni), seguito dallo studio associato ai compiti in classe (solo quando ci sono verifiche e
interrogazioni raccoglie il 28% delle risposte), mentre lo studio è pratica quotidiana per 25,2% dei
ragazzi.
Rispetto alla dotazione tecnologica, si ribadisce un trend per il quale i ragazzi vivono a stretto
contatto con computer, consolle e telefoni cellulari. Su 264 rispondenti, il 77,3% dichiara di avere
almeno un computer connesso, l'83% un portatile connesso, il 92,5% un tablet connesso, il 56,5%
una consolle connessa. Il dato di connessione è importante e non un semplice accessorio,
soprattutto nel caso dei device mobili per i quali la connessione è spazio di sperimentazione,
lavoro, creatività e comunicazione. E i ragazzi sono connessi (cfr. tabella 10).
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mai 1,5 %
meno di 1 ora al giorno 8.9%
1 - 3 ore al giorno 46.1%
4-6 ore al giorno 11,2%
7-9 ore al giorno 11.5%
sempre 20.8%
Tabella 10 – Tempi di connessione
Rispetto agli strumenti utilizzati (eBook Creator, Notes, Goodreader, Evernote e altri), spiccano gli
applicativi per prendere appunti (il 43,8% usa ad esempio Notes molto spesso e lo stesso vale per
Evernote che raggiunge il 33%). Seguono per presenza le piattaforme di condivisione come Google
Groups indicate dal 31,3% (tutti i giorni o più volte), mentre Youtube raggiunge il 54,1% (con la
stessa frequenza) e le email circa il 50,1%. il 57% infine usa i social network tutti i giorni (abbiamo
anche qui sommato le percentuali raccolte dall'opzione più volte al giorno e una volta al giorno,
per indicare un uso abituale dell'applicazione o dello spazio online). L'81,2% dichiara invece di
ricorrere ai motori di ricerca come pratica quotidiana e costante. Minore l'uso di Word, Neu.Draw
e di GoodReader, un po' più alto quello di eBook Creator (30,4%).
In merito al tablet abbiamo potuto raccogliere alcuni pareri che riguardano la sua presenza in
classe. Nello specifico secondo i ragazzi il tablet è completamente utile (estremo positivo della
scala di valutazione) per il 40,5% (per nulla per il 2,2%), motivante (completamente per il 26.5%, gli
studenti tuttavia lo ritengono tale con alte percentuali in tutta la scala, per il valore 4 e 5 che
raccoglie rispettivamente il 24,3% e il 20,1% delle preferenze), per nulla per il 5,6%.
Allo stesso tempo è coinvolgente, con il 31,1% della massima preferenza e le restanti opinioni ben
suddivise tra le opinioni più favorevoli (per nulla coinvolgente raccoglie il 5,2% dei consensi).
Diverse sono le opinioni rispetto all'attenzione. Il tablet non aumenta l'attenzione, secondo i
ragazzi con la seguente distribuzione: per nulla per il 20,2% mentre il 28,5% esprime un parere che
si colloca a metà della scala. Si tratta comunque di un argomento su cui gli studenti esprimono un
parere simile a quello di molti docenti, forse perchè conoscono da vicino le attività che il tablet
consente di svolgere. Un dato atteso riguarda il divertimento associato al tablet, che è molto
divertente per il 73,4% dei ragazzi. Dal punto di vista dell'integrazione del tablet con gli altri
strumenti a disposizione, gli studenti dichiarano il loro accordo: per il 41,6% si integra
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perfettamente, per il 23,5% invece si integra a fatica.
Proviamo ad approfondire il dato relativo all’attenzione, attraverso un quesito che ha voluto
chiedere ai ragazzi in quali occasioni la distrazione sarebbe più ricorrente con il tablet sul banco.
Pensando a situazioni tipo, i ragazzi considerano il tablet abbastanza distraente durante la
spiegazione dell'insegnante (quando cioè devono ascoltare e magari la tentazione di non prendere
nota e di rispondere allo status di un amico in Facebook è forte), pur non avendo rilevato forti
spaccature nelle risposte, che si assestano nel centro della scala di valutazione. Il tema della
distrazione e dell'attenzione verrà approfondito nel corso della discussione del focus group, ma di
fatto è elemento ricorrente (non solo dunque nelle parole dei docenti).
La situazione è molto simile nel caso dei compiti, ma qui sono lievemente diverse le risposte agli
estremi della scala: il 19% non considera il tablet una distrazione (per nulla), mentre sale al 6,3%
chi lo considera una totale fonte di distrazione. Si tratta di dati ridotti, come si vede nel Grafico 1.
Ben più chiara è la situazione nel caso del lavoro con altri compagni, durante il quale il tablet non è
considerato distraente con estrema convinzione. I valori bassi della scala ottengono ben il 60,3%
delle preferenze. Lo stesso discorso vale per il caso del lavoro di gruppo (per nulla e il valore 2 si
assestano al 58%).
Grafico 1 – Device mobile e distrazione
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Il device in sostanza non è un fattore di distrazione in quel caso, proprio perchè il lavoro di gruppo
comporta interazione, confronto, attenzione agli altri, possibilità di lavorare su aspetti più
operativi in prima persona. Potremmo dire che sono la tipologia di lavoro e la cornice
metodologica a favorire una maggiore o minore attenzione/distrazione, non tanto il tablet in se
stesso.
Abbiamo poi chiesto ai ragazzi di giudicare, per quanto solo in fase embrionale, il peso del tablet
rispetto alla comprensione di quanto spiegato, alla lettura, alla scrittura, alla memorizzazione e as
altre attività che influiscono sul rendimento e il benessere scolastico.
Lo strumento incide in maniera adeguata per:
− capire ciò che si legge -‐ che raccoglie nei valori della scala spostati sul versante positivo
(ovvero 4, 5 e 6 che corrisponde al giudizio “molto”) un buon 53,3%,
− comprendere ciò che si sta studiando (61,1%),
− comprendere gli errori di scrittura (55,8%),
− ottimizzare il tempo di studio (59,9%),
− favorire il ricordo (59%).
Il tablet, invece, sembra decisivo nell'organizzazione delle proprie esposizioni davanti alla classe
(77,4%), ricalcando la metafora scelta in apertura: se il device mobile è strumento per esprimersi
creativamente, ecco che l'attività nella quale avrà maggiore peso è la presentazione delle
produzioni dello studente e nell'organizzazione dell'esposizione in classe.
Sullo stesso piano si collocano:
− l'attività dello scrivere (70,73%),
− la comunicazione con il docente (64%), aspetto molto importante. Il tablet, in questo
senso, sembra attivare una vicinanza tra studente e insegnante e tra i ragazzi stessi,
− fare sintesi e schemi (70,4%),
− trovare collegamenti tra le materie (68,7%),
− ritornare sui concetti in fase di ripasso (72,82%),
− eseguire i lavori con più precisione.
Ma più di tutti sembrano prevalere alcune attività (con percentuali superiori all'80%), nelle quali il
tablet sta aiutando i ragazzi a:
− lavorare con i compagni (aspetto rilevato dall'87,3%), indicando nello strumento un
tramite, una connessione possibile,
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− approfondire temi e argomenti (83,4%),
− comunicare con i compagni (80,8%).
Il tablet è poco influente, infine, nella possibilità di svolgere gli esercizi con padronanza (per nulla
per il 19,51%), poco per il 14,15%, molto solo per l'8,78%).
Il giudizio si scorpora in blocchi quasi identici nel caso della concentrazione; riportiamo i dati in
Tabella 11, perchè qui gli studenti sono poco decisi, mettendo in evidenza come solo il 3,43%
consideri il tablet un supporto per essere più concentrato.
1 per nulla 18.63%
2 22.06%
3 24.51%
4 20.59%
5 10.78%
6 molto 3.43%
Tabella 11 – Tablet e concentrazione
Prevalgono, è il caso di dirlo, la dimensione comunicativa e gruppale, nelle quali è il confronto
a regolare la didattica.
Chiudiamo con le aspettative: grazie al tablet i ragazzi si aspettano soprattutto di avere la
possibilità di partecipare attivamente alle lezione. Il resto dei dati viene presentato nella Tabella
12.
sentirmi più coinvolto in classe 15.92%
avere la possibilità di partecipare attivamente alla lezione 39.30%
poter affrontare le mie difficoltà linguistiche 7.96%
andare meglio a scuola 6.47%
capire meglio i contenuti delle lezioni 30.35%
Tabella 12 – Aspettative degli studenti
4.3.2 Il focus group
Due parole sulla struttura e gli obiettivi del focus group condotto in ogni scuola (rimandiamo agli
allegati per completare la descrizione delle fasi), per un totale di 10 focus group. Il confronto è
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stato diviso in tre momenti: il primo, di riscaldamento, organizzato attorno allo stimolo: “Dai un
voto da 1 a 10 all’uso del tablet nella tua classe e spiega perchè” (per raccogliere l'opinione dei
ragazzi, ricordandoci che il focus è stato condotto alla fine della sperimentazione); il secondo,
dedicato al brainstorming attorno al tema dell'apprendimento (Quando imparo? E il tablet mi
aiuta?), evidenziando non solo il dato di prestazione – il voto – ma anche il benessere legato al
processo di apprendimento; il terzo è tipicamente di gruppo e consiste nell'organizzazione di un
processo al tablet, in cui l'accusa e la difesa preparano la loro arringa a partire da frasi stimolo.
Riportiamo qualche esempio di frase stimolo:
L'ipad in classe crea solo distrazione
L'ipad in classe si usa solo per prendere appunti
E' giusto impedire agli studenti di fare foto e video con l'Ipad
Gli insegnanti non sanno usare l'Ipad perchè appartengono a un'altra generazione
L'ipad in classe migliora il modo di insegnare
Con l'Ipad in classe si impara meglio
Con l'ipad è più divertente studiare e fare i compiti
4.3.2.1 Diamo un voto al tablet!
Rispetto al giudizio sullo strumento, i ragazzi si dimostrano maturi e non semplicemente catturati
dal fascino che spesso le tecnologie digitali esercitano, anzi sono molti critici e attenti ad aspetti
quali attenzione (messa alla prova), vista (che peggiora), relazioni (che migliorano).
Ecco i voti per scuola (non tutti si attestano sulla sufficienza):
− Calcio acconciature 5,9,
− Calcio impresa 6,6,
− Fornovo 6,8,
− Lecco 7,7,
− Pavoniani 7,2,
− San Carlo 8,7,
− Treviglio liceo classico 5,4,
− Treviglio istituto professionale, 7,7,
− Jesi 6.5.
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Nelle giustificazioni addotte per speigare la votazione, emergono tre dati importanti:
-‐ il tablet è utile soprattutto se usato per lavorare insieme, poiché favorisce la
comunicazione;
-‐ al contempo è fonte di distrazione, ma pur sempre utile anche in chiave di
“alleggerimento” dello zaino;
-‐ come suggerito da un ragazzo, dipende anche da chi lo usa, dalle sue intenzioni, perchè se
ci si vuole distrarre lo si fa comunque anche con un foglietto e una penna, per giocare alla
vecchia battaglia navale.
In chiave didattica, i ragazzi esprimono pareri positivi sulla possibilità di fare schemi con il tablet,
fare sintesi (come rilevato anche nel questionario di apertura) e lavorare in gruppo (dimensione
centrale per apprendere con il tablet).
Raccogliamo di seguito alcune delle affermazioni più interessanti raccolte nel focus a questo
riguardo.
Valutazioni negative
-‐ È utile fino a un certo punto, è più un elemento di distrazione.
-‐ Il libro e il quaderno sono più agevoli.
-‐ Lo usiamo poco e quelle volte che lo usiamo mi distraggo o gioco, resto indietro perché gli
altri scrivono con l’iPad e io con la penna, quindi sono più veloci di me. La cartella pesa il
triplo e non riesco a studiare sopra l’iPad.
-‐ Gravi problemi di lentezza a livello di hardware e software, il che fa perdere tempo anche
nelle operazioni più semplici.
-‐ Ho dovuto cambiare il mio metodo di studio a causa dell’I-‐PAD, non posso scrivere a bordo
pagina e la sera spesso ho mal di testa con un allungamento dei tempi di studio.
Valutazioni bilanciate
-‐ È utile perché pesa di meno (rispetto ai libri), ma è difficile prendere appunti, non è possibile
tenere aperti contemporaneamente due libri.
-‐ È comodo per la comunicazione perché in confronto all’anno scorso comunichiamo più
facilmente tra di noi , esprimiamo di più le nostre idee e come andamento siamo migliorati.
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Però è scomodo se non hai la connessione internet e poi ci sono i giochi e ti distrai.
-‐ Ha tanti lati negativi, dipende però anche dalla persona che lo usa per esempio una cosa
comoda è la condivisione dei dati (è più facile scambiarsi gli appunti), ma tante persone non
hanno il Wi-‐Fi a casa (quindi posso usare la rete solo a scuola).
-‐ Preferisco mille volte il libro, ma una cosa positiva che ho trovato con l’iPad sono i lavori di
gruppo, è più facile per cercare le cose su internet e fare presentazioni, però certe volte mi
fanno male anche gli occhi usandolo perché lo schermo è appiccicato agli occhi.
Sinceramente per me l’iPad poteva stare a casa, è meglio un portatile con Word, Excel, etc.
-‐ A scuola i professori ce lo fanno usare in modo positivo, non ho più la cartella pesante. Di
contro: distrazione che porta con sé e tanti libri sono ancora solo in Pdf, quindi non si
possono sfruttare al massimo.
-‐ Perché può distrarre, ma se uno ha la coscienza di usarlo bene è utile. Si dovrebbe
migliorare l’App per i libri, faccio note più ordinate ma è più difficile fare gli esercizi del libro
sull’iPad.
Valutazioni positive
-‐ Favorisce molto il metodo di studio, è interattivo e coinvolgente, anche lo stare in classe è
più coinvolgente.
-‐ Mi sto trovando molto bene, infatti riesco a studiare, abbiamo dei programmi per fare gli
schemi, posso fare ricerche in Internet e approfondire un argomento, è più leggera la
cartella, anche se a scuola ci sono cambi di orario i libri sono tutti lì, anche gli appunti sono
tutti raccolti lì e non rischi di perderli.
-‐ Perché non hai più i libri cartacei e poi mi trovo bene per fare gli schemi.
4.3.2.2 Riflessioni sull'apprendimento. E con il tablet cosa succede?
Il secondo momento del focus è stato dedicato alla discussione sulle occasioni nelle quali si
apprende.
A scuola succede meno che in altri contesti informali (es. sport, internet, amici…). A scuola dipende
dall’argomento della materia.
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Impariamo se l'argomento ci stimola, vogliono dire i ragazzi, o se è reso stimolante dall'attività
predisposta a far apprendere, aggiungiamo noi sulla scorta di quanto emerso durante il confronto:
Quando un insegnante riesce a trasmetterti la sua passione per la disciplina, ti fa sentire che è una
cosa bella quella che sta spiegando (…). E’ la modalità con cui l’insegnante spiega e insegna che è
interessante…alcune lezioni sono troppo noiose! E’ la persona, quando un insegnante mi coinvolge
nella disciplina, mi rende partecipe, quindi è la modalità quella che conta.
Riportiamo di seguito alcuni punti chiave che sintetizzano i rilievi che accomunano il pensiero di
tutti i ragazzi. Si impara:
-‐ quando si studia per se stessi e non per il voto;
-‐ quando vengono fatti esempi concreti, legati alla vita quotidiana, e quando si possono
visualizzare subito le informazioni di approfondimento (video, fotografie recuperati in Internet
durante la lezione);
-‐ quando si prova a spiegare un concetto con le proprie parole e si fanno collegamenti;
-‐ quando si schematizza quanto ascoltato in classe (aspetto molto presente nelle pratiche con il
tablet);
-‐ quando oltre a comunicarti il voto te ne spiegano il motivo;
-‐ quando ci si confronta (qui entra in gioco il lavoro di gruppo che vedremo protagonista delle
riflessioni sulle osservazioni svolte in classe).
Si tratta di aspetti che valgono con o senza tablet, mentre quest'ultimo risulta giocare un ruolo
importante in chiave di approfondimento, più che di apprendimento iniziale dei concetti: agisce
quindi da rinforzo e da supporto alla chiarificazione attraverso la possibilità di recuperare materiali
aggiuntivi che estendono il concetto emerso in classe o esposto sul libro di testo.
Riportiamo due frasi che fanno sintesi di tanti pareri emersi in questo senso:
-‐ L’iPad non mi aiuta a imparare, ma ad approfondire perché per imparare c’è già il
professore. Per materie di dialogo come storia e geografia, grazie all’iPad posso andare su
internet e vedere altre fonti diverse sullo stesso argomento. Per imparare è ancora più utile
l’insegnamento della professoressa in classe.
-‐ Per essere connessi con tutto il mondo e tutte le notizie, non tanto uno strumento per
imparare ma per essere supportati per approfondimenti.
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Le difficoltà che i ragazzi incontrano riguardano soprattutto la pratica del sottolineare:
Sul libro è molto più facile prendere appunti e sottolineare o scrivere note a margine, sul tablet ci
vuole più tempo e poi anche la luce ti dà fastidio agli occhi.
Ma subito un compagno incalza dicendo che:
Studiare in digitale è solo un fatto di abitudine, che si apprende, quindi noi fin da piccoli siamo stati
abituati a leggere e studiare sulla carta.
Certamente siamo in una fase di transizione, spesso sperimentiamo come difficili attività e
procedure che tra qualche anno saranno routinarie e in un qualche misura irrinunciabili.
Potremmo dire allora che il tablet funziona da rinforzo, aggancia il nuovo a esempi e dati concreti,
visibili e facilmente reperibili (il rinforzo per essere valido deve essere contestuale a quanto
appreso, vicino al momento nel quale si incontra il concetto per la prima volta).
Il tablet, inoltre, se usato in modo organizzato insegna un metodo, insegna a essere ordinati, come
conferma un ragazzo:
"La scuola racchiusa in un tablet": libri, quaderno, diario tutto deve essere organizzato sennò
sarebbe "un casino", gli insegnanti ci hanno insegnato come tenere tutto organizzato e questo si è
rivelato molto funzionale.
Spostando il focus sul benessere a scuola, alla domanda: “Quando state bene quando siete a
scuola? E che ruolo gioca l’iPad per il vostro benessere scolastico?” gli alunni forniscono risposte
varie. C’è chi ha migliorato il proprio rendimento scolastico grazie al tablet, che lo spinge a
impegnarsi di più; c’è chi ne apprezza le possibilità come “aggregatore del gruppo”, facilitatore
della comunicazione e strumento di condivisione; chi sottolinea il fatto che il device rende le
lezioni più leggere, pertanto più gradevole lo stare a scuola; chi sottolinea l’aspetto della
distrazione che, però, non si risolve togliendo l’iPad, ma “educando a un corretto utilizzo”.
Questo è per il nostro discorso un nodo centrale. Come spesso abbiamo evidenziato e come gli
stessi ragazzi rilevano, bloccare la videocamera, limitare l’accesso alla Rete, non consentire l’uso di
Facebook, non serve come soluzione né alla distrazione (i ragazzi, lo dicono chiaro, si distraggono
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se la lezione non è piacevole e quando l'attività li coinvolge diventa tutto più semplice, cacciando
la distrazione sotto la cartella) né a evitare il rischio di un uso improprio del dispositivo.
Gli studenti segnalano quanto sia incrementata la dimensione comunicativa non solo tra di loro,
ma anche tra docenti e studenti: la disponibilità dei docenti a rispondere anche via mail e a
comunicare con loro anche fuori dall’aula scolastica, aspetto che è per i ragazzi un notevole punto
di forza (che incide sul rendimento e sul benessere).
Molti evidenziano come il versante comunicativo sia alimentato dalle ricerche in gruppo, pratica
molto diffusa da quando è entrato l’ipad in classe, e questo cambiamento nelle pratiche di classe è
segnalato positivamente dalla maggior parte del gruppo, proprio perché facilita la comunicazione
e lo scambio. In tutte le materie sono incrementati i lavori in gruppo e i ragazzi apprezzano perché
“si condivide”. Solo uno studente, con alto rendimento, dichiara di non gradire i lavori di gruppo
per i motivi legati alla valutazione. Lavorare in gruppo, così dicono, è più coinvolgente e invoglia i
ragazzi a studiare di più.
Riportiamo in questo spazio un'opinione contraria a quanto detto, di fatto l'unica in questa
direzione. Ci piaceva però evidenziare anche chi, pur in minoranza, esprime un punto di vista
diverso
Il tablet isola, poiché giocando e navigando mi dimentico degli altri. In questa classe siamo un po’
tutti chiusi, però l’ipad tende a chiuderci ancor di più.
Una constatazione interessante, su cui è bene comunque riflettere.
4.3.2.3 Il tablet sotto processo
Nel terzo e ultimo momento del focus, i ragazzi si sono organizzati in due gruppi opposti, difesa e
accusa, secondo lo schema classico del “Processo a…”.
Riportiamo nella sua interezza (non itervenendo, volutamente, sullo stile colloquiale usato dai
ragazzi) uno dei processi realizzati, perchè mette insieme in modo ordinato e consapevole i nodi
che i gruppi di tutte le classi hanno messo in evidenza, con notazioni e affermazioni mature, a
volte più di quelle di tanti adulti.
Ci siamo permessi di mettere in evidenza in grassetto gli argomenti usati in chiave di difesa e
accusa, in modo da rendere facile la ricognizione sui temi più importanti per i ragazzi, i pro e i
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contro del tablet.
Accusa: il tablet crea distrazione, si fa finta di stare sui libri, mentre il prof si gira vai su tutt'altra
pagina; ScuolaBook funziona male rispetto ai libri cartacei, è molto lento a cambiare pagina,
spesso si impalla, le pagine sono in pdf e non sono modificabili, inoltre le pagine del pdf non
corrispondono esattamente a quelle del libro.
Difesa: rispetto alla distrazione non siamo d'accordo, uno in base alla sua coscienza deve sapere
che non deve fare certe cose perché ne va del suo apprendimento; comunque siamo anche
abbastanza controllati dai docenti che vengono a vedere se abbiamo altre app che non c'entrano
con la scuola, sta a noi pensare di essere a scuola per studiare e non per divertirci perché allora
possiamo anche starcene a casa a giocare, comunque ti potresti distrarre a prescindere dall'iPad
e farti i viaggi mentali... alle medie giocavamo a tris sul foglio.
Accusa: è un pò diverso giocare a tris o con le app dell'iPad, ti distraggono di più, perdi molto più
tempo, se è un gioco come Fifa13 stai tutto il pomeriggio a giocare, anche fare video e foto in
classe non è opportuno, fa parte del distrarsi.
Difesa: le foto possono distrarre ma anche servire, quando ci consegnano le verifiche che non
possiamo portare a casa le fotografiamo e rimangono archiviate; anche per i video, ci sono alcuni
concetti difficili che si potrebbero registrare e riascoltare a casa.
Accusa:con l'iPad le foto quando le zoomi si vedono sfocate mentre invece una bella fotocopia...
lo schermo è piccolo e si fa fatica a leggere anche gli appunti che si prendono.
Difesa: ma si può ingrandire, non ci sono problemi!
Accusa: l'iPad si usa solo come libro o per gli appunti o passarsi documenti... alla fine potresti fare
tutto con i libri cartacei e passarsi i documenti tramite computer.
Difesa: ma comunque si tratta di un'innovazione! è tutto più immediato, prendere appunti sul
quaderno, avere il libro e le cose sul pc hai tutto sparso mentre con l'iPad hai tutto subito e
riunito, anche se stai studiando e ti devi spostare hai tutto quanto ti serve.
Accusa: e se l'iPad cadesse? cosa succederebbe?
Difesa: per quanto riguarda i libri è nostro dovere fare la sincronizzazione in modo che i libri e le
note rimangano salve in caso di problemi, puoi sincronizzare tutto con il tuo computer... anche con
la sincronizzazione automatica... se faccio cadere la cartella giù dalla finestra mi si rompono i libri e
allora? se metto il libro sotto l'acqua non si legge più. Se sei cosciente di avere in mano un
oggetto che è una cosa si valore non lo tratteresti come se avessi in mano una penna Bic.
Accusa: tutti gli schemi che ci fanno fare sono un pò noiosi da fare... sono ripetitivi e poi è una
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scelta personale come prendere appunti e se fare schemi.
Difesa: ma se i prof stanno facendo questo progetto ed è il primo anno è ovvio che siano delle
cose da provare per capire cosa funziona; poi comunque ci sono degli schemi come il lessico di
spagnolo che stiamo facendo, dividendo per aree semantiche, che secondo me è una cosa
utilissima perché arriveremo in V e avremo tutto, se l'avessimo fatto su un quaderno avremmo
avuto il problema di non avere abbastanza pagine o di non poter modificare quello che si è scritto
Accusa: scrivere su una pagina dell'iPad è difficilissimo, chi non ha il pennino deve usare il dito,
negli esercizi di compilazione di inglese senza pennino è impossibile stare nello spazio, dovresti
creare una pagina a parte in cui mettere le risposte, con il libro sarebbe un'altra cosa.
Difesa: se non hai il pennino, puoi usare le note e metterle di fianco all'esercizio... oppure la prof
di inglese chiede di ricopiarli sul quaderno.
Accusa: ma così dovresti continuare a passare da una pagina all'altra non è fluido, devi fare troppi
passaggi.
Difesa: dipende da persona a persona, io riesco benissimo a scrivere negli spazi, poi essendo
questo il primo anno andrà migliorando la situazione e anche le persone di ScuolaBook se noi
scriviamo loro i nostri problemi come abbiamo già fatto abbiamo visto che alcune cose le hanno
migliorate, da settembre con la versione aggiornata di ScuolaBook ci saranno dei miglioramenti
come avere dei taccuini direttamente nell'app.
Accusa: quando zoomi non vedi tutta la pagina, in caso di pagine doppie non puoi vedere i
concetti collegati, vedi solo dei pezzi.
Difesa: ma sono problemi irrilevanti! esiste un'app per fare la foto alle pagine, puoi usi i collage e
le unisci! questi problemi ci sono perché i libri sono in pdf e poi sono stati messi per l'iPad mentre
in futuro creeranno direttamente libri per iPad.
Accusa: poi è complicato passare da una pagina all'altra.
Difesa: puoi mettere i segnalibri.
Accusa: l'iPad rovina la vista perché devi continuare a guardare lo schermo.
Difesa: esiste la luminosità che si può abbassare, io sono andata dall'oculista e mi ha detto che
basta non fissare continuamente lo schermo ma alzare gli occhi e cambiare la messa a fuoco,
comunque una postura corretta aiuta, almeno a 30 cm, poi esistono gli occhiali riposanti.
Ci sono dei passaggi molto divertenti (con annessi punti esclamativi) e al contempo estremamente
profondi. Per ogni problema, potremmo riassumere, c'è una soluzione. Per ogni novità c'è un
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piccolo prezzo da pagare.
Al di là dei dati che abbiamo potuto raccogliere per capire cosa funziona e cosa non funziona nella
presenza del tablet in classe, è chiaro che il focus è servito ai ragazzi per pensare, ragionare
insieme, confrontarsi e provare insieme, come gruppo, a confrontarsi, anche per trovare in modo
congiunto le soluzioni più sensate ai problemi che il tablet porta tra i banchi, insieme ai vantaggi
rilevati.
Riassumiamo gli elementi più presenti dei discorsi dei ragazzi che hanno preso parte al processo al
tablet.
Per l'accusa:
-‐ difficoltà nel sottolineare e nel leggere (accusa: non si capisce nemmeno dove sei e quanto
ti manca, con il libro vedevi lo spessore del capitolo! Difesa: c’è il numero delle pagine
sotto! Se sei sentimentale rispetto alla carta è un altro discorso!);
-‐ necessità di trovare app adeguate alle esigenze di ognuno;
− distrazione;
− difficoltà nello scrivere direttamente sul device;
− affaticamento della vista;
− noia causata da alcune routine tipiche della carta e della didattica tradizionale (un po’
diventa noioso se c’è il professore che legge quello che c’è scritto sull’i-‐Pad);
− scarsa dimestichezza del docente nell'utilizzo dello strumento (gli insegnanti perdono
tempo, non riescono a fare quello che vogliono, non ricordano le password);
− vastità di contenuti potenzialmente raggiungibili con l’iPad (crea confusione);
− delicatezza dello strumento (se il quaderno si bagna hai perso tutto! Con il tablet hai la
nuvola);
− necessità di una rete solida per supportare gli accessi al wifi.
Per la difesa:
− portabilità (studi ovunque se necessario, hai tutto con te);
− il peso ridotto (la sera non devi fare la cartella);
− organizzazione in un unico strumento di più funzioni prima disseminate tra quaderni,
libri, appunti, internet e video (convergenza in un unico device di linguaggi e strumenti
diversificati);
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− app specifiche per le esigenze di ognuno;
− la distrazione è un fattore che non dipende dal tablet (alla fine è la persona che gioca e
decide di fare o non fare una cosa, con il libro magari non gioco e dormo, ma alla fine
cosa cambia? Non seguo lo stesso);
− possibilità di lavorare in gruppo (una precisazione: anche il lavoro di gruppo va
progettato, pensato e organizzato, altrimenti è un collage di pezzi individuali, come
nota uno studente quando dice che si fanno lavori di gruppi, ma dipende perché per
esempio oggi eravamo in gruppo ma ciascuno faceva una sua parte e lo inviava a un
compagno che si occupava di unire le parti);
− responsabilità nell'uso e consapevolezza critica del proprio ruolo attivo (l’iPad non è
uno strumento che ti aiuta a studiare dieci ore al giorno, ma è più utile del libro perché
aggiunge, aggiorna, ti tiene in contatto e condiviso; è un aiuto che ti viene dato, poi
tocca alla persona scegliere);
− possibilità di ascoltare i maggiori esperti e scienziati che, a volte, sono anche meglio
degli stessi insegnanti;
− possibilità di esprimere la propria creatività personale, secondo i propri gusti e stili
(finché è una lezione con regole come latino e matematica è praticamente inutile
cercare su internet altre cose, ma se è una lezione in cui si può dar spazio alla creatività
e alla mente è molto utile usare l’iPad);
− supporto a studenti con difficoltà nello scrivere o studenti stranieri (con il problema
della dislessia è utile rispetto all’uso del foglio di carta in cui non mi potrei accorgere
degli errori e capirli, rivederli; se sbaglio mi corregge le doppie automaticamente e
posso accorgermene e capire).
4.4 Le osservazioni in classe
Come anticipato, la caratteristica del modello BLEC è data dall'integrazione di una proposta
formativa – tra online e presenza – e l'accompagnamento didattico-‐metodologico attraverso la
figura del coach. Per osservare in presa diretta la presenza dello strumento nell'organizzazione
della lezione in classe, sono state predisposte due sessioni di osservazione, una a metà della
sperimentazione e una alla fine. Nello specifico, le osservazioni hanno funzionato in chiave di
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occasione di feedback da parte del coach: l'insegnante che ha aperto le porte della propria classe,
infatti, si è messo in gioco lasciandosi osservare e riprendere dalla videocamera, ricevendo dal
coach una sorta di revisione critica in chiave di miglioramento delle pratiche, raccolta di
suggerimenti di azioni da attivare in occasioni specifiche (non sulla base di un implicito, ma in
relazione a quanto concretamente osservato) e contemporaneamente una analisi dettagliata delle
buone pratiche (quelle azioni virtuose che l'insegnante ha messo in atto volontariamente, per
rispondere a un bisogno rilevato, o involontariamente, sulla base della propria esperienza in
classe). In tutti i casi, laddove siano stati “gesti” agiti di proposito, meditati o frutto di
improvvisazione, l'analisi del coach funziona per ottenere da un esperto un occhio critico, fermo
restando che il coach vuole valorizzare e non mortificare il lavoro dell'insegnante. La restituzione
funziona non solo per il docente osservato, ma per tutti i colleghi coinvolti nella sperimentazione,
per fornire a tutti esempi e occasioni di rilancio didattico.
Facciamo un esempio: l'insegnante decide di lasciare la parola ai ragazzi, chiedendo loro di
presentare con il tablet il lavoro svolto a casa. Se il lavoro non è gestito in maniera attiva, la classe
tende a rilassarsi, non tutti osservano il compagno alla cattedra, qualcuno si distrae e fa fatica ad
ascoltare. L'insegnante a questo punto fa continuare le presentazioni senza intervenire, se non per
risollevare l'attenzione degli studenti. Il coach, alla luce dell'osservazione, potrebbe quindi
suggerire in fase di confronto di rimodellare la struttura della lezione, magari scegliendo una fase
di show down divisa in più sessioni, scegliendo di far presentare solo tre prodotti, dando alla classe
una griglia di analisi delle presentazioni e del modo di presentare dei compagni, rendendoli capaci
di dare un feedback in chiave di peer review.
Oltre a questo, l'osservazione funziona come strumento di rilevazione delle pratiche e di raccolta
di dati utili per posizionare il tablet nella didattica, per capire meglio cosa cambi fattivamente nella
classe (oltre alle aspettative e alle parole sensazionalistiche), ottenendo “prove” e non solo
sensazioni su cui basare i propri assunti.
Dal punto di vista numerico, sono state condotte 27 ore di osservazione, la cui distribuzione nelle
scuole della rete Motus è restituita nella tabella 13.
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Scuola Osservazioni Classe Materie Data Ore di osservazione
IKAROS -‐ Calcio 2 IV acconciature IV impresa
Italiano, inglese
27/03/13 2
IKAROS -‐ Grumello
2 II acconciature II cuochi
Italiano, geografia, anatomia e fisiologia
18/03/13 16/04/13
3
Gadda -‐ Fornovo
2 II ITIS indirizzo informatico
Informatica, inglese
21/03/13 10/05/13
3
Leonardo da Vinci -‐ Jesi
2 I Italiano, disegno, latino, storia, scienze
22/03/13 17/05/13
5
Istituto Maria Ausiliatrice -‐ Lecco
2 1 LES Religione, scienze umane, inglese
12/03/13 6/05/13
3
Istituto Pavoniano Artigianelli -‐ Milano
1 I IeFP (Istruzione e formazione professionale)
Italiano 14/03/13 1
Collegio San Carlo -‐ Milano
1 I sezione interculturale dei licei classico e scientifico
italiano 21/03/13 1
Salesiani Treviglio
2 2
IV Ginnasio 3 istituto Professionale
Inglese, italiano, greco, matematica Economia, inglese, religione, matematica, storia, italiano
19/03/12 8/4/12 8/03/13 10/04/12
4 6
Tabella 13 – Osservazioni in classe
Per motivi legati all'organizzazione del tempo della scuola, gite, uscite e in alcuni casi stage, le
osservazioni non rispecchiano esattamente il planning ipotizzato all'inizio della sperimentazione
(con una osservazione iniziale e una osservazione finale per ciascun consiglio di classe coinvolto in
ogni istituto). In alcuni casi, invece, il numero di osservazioni supera quanto preventivato,
garantendo non solo il minimo indispensabile per un ritorno significativo per la scuola, ma anche
una ulteriore possibilità di riflessione in termini di ricerca.
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Il coach ha prodotto un diario di bordo per ogni lezione osservata, appuntando alcuni dati di
riferimento:
− disciplina;
− argomento;
− setting d'aula (disposizione dei banchi, connessione wifi, strumenti a disposizione);
− numero alunni ed età dei ragazzi.
Il diario ha previsto la descrizione delle fasi della lezione (attività, durata delle microfasi,
osservazioni sulla classe, commenti e annotazioni aggiuntive frutto di una interpretazione del
coach) e in dettaglio la definizione di sei dimensioni:
1. la metodologia, a sua volta suddivisa in tipologia prevalente (lavoro individuale, in gruppo,
lezione frontale), fase EAS della lezione (preparatoria, operatoria, ristrutturativa)7, attività (ad
esempio, la produzione di un testo libero, attività di ricerca), il riferimento alla didattica web 2.0
(autoriale/esecutiva, web based/off line, sociale/individuale);
2. il docente e il suo ruolo (erogatore, facilitatore, conduttore, integrato);
3. lo studente e il suo ruolo nella lezione (passivo-‐ricettivo, passivo-‐reattivo, attivo-‐cooperativo,
attivo-‐collaborativo), la partecipazione e gli stili di apprendimento attivati (intelligenza verbale,
logica, visiva, cinestetica e via discorrendo);
4. aspetti legati all'apprendimento (attenzione condivisa, autorialità, problematizzazione,
apprendimento significativo, metacognizione);
5. tecnologia a disposizione (apps o sotfware per scrivere, comunicare, collaborare, disegnare);
6. setting (file di banchi, aula ad area, a isola, a ferro di cavallo/semicerchio).
Questa griglia ha orientato l'osservazione in funzione della rilevazione congiunta dei medesimi
punti di attenzione, trattandosi di coach diversi in contesti diversi, e in funzione di una analisi più
agile e chiara dei dati raccolti nel dettaglio dagli osservatori.
Vediamo dunque i risultati delle 27 ore di osservazione svolte, riprendendo i punti di attenzione
presentati poco sopra e includendo nella restituzione anche gli script prodotti dai coach nei diari,
ovvero la descrizione delle attività e le riflessioni a margine, così da entrare più direttamente nella
situazione didattica. Per riconoscere graficamente queste battute abbiamo scelto di presentarle in
corsivo, indicando tra parentesi la scuola cui l'osservazione fa riferimento.
Premettiamo infine il dato relativo alle discipline coinvolte, codificate in tabella 14.
7 Sul tema degli EAS, Episodi di Apprendimento Situato, cfr.: P. C. Rivoltella, Fare didattica con gli EAS, La Scuola,
Brescia 2013.
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italiano 42,3%
matematica 3,8%
scienze 3,8%
geografia 3,8%
storia 3,8%
scienze religiose 11,5%
lingua straniera 19,2%
laboratorio 7,7%
trasversale 3,8%
Tabella 14 – Osservazioni: discipline coinvolte
La dotazione tecnologica
Rispetto alla distribuzione delle tecnologie, il quadro è il seguente: il 69% delle classi osservate
possiede un ipad, l'11,5% un tablet (non Apple) e il 19,2% un notebook (le classi del liceo
scientifico di Jesi per intenderci). In tabella riportiamo la tipologia delle apps e dei software
utilizzati in classe, notando come prevalgano di fatto le apps per comunicare e per
leggere/calcolare.
app per produrre 72,7%
app per comunicare 59,1%
app per condividere 36,4%
app per leggere 50,0%
app per calcolare 50,0%
per scrivere 4,5%
Tabella 15 – Tipologia di apps/software usati in classe
Il setting
Le aule osservate nella gran parte dei casi rappresentano l'aula tipica della scuola italiana, con file
di banchi (61,5%), aule a isola nel 30,8% dei casi e nei restanti (7,7% ovvero due casi) una
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disposizione a ferro di cavallo.
La cornice metodologica: il lavoro in classe
In chiave metodologica, aspetto chiave per parlare di didattica “mobile”, prevale una lezione che
sceglie il lavoro di gruppo8, molto meno presente la lezione frontale, mentre in chiave di EAS le
osservazioni hanno ritrovato la lezione nella sua fase centrale, ovvero il momento operatorio, del
fare insieme e del produrre (80%), il 15% si colloca nella fase preoperatoria, il 20% nella fase
ristrutturativa.
Riportiamo alcune descrizioni delle lezioni osservate che rispecchiano i tre principali tipi di
impostazione della lezione.
-‐ Lezione frontale:
L'insegnante chiede ai ragazzi il punto dell'e-‐book in cui sono arrivati a leggere insieme le regole
per formare i comparativi di maggioranza con aggettivi. Proseguono la lettura del testo e la
spiegazione, riprendendo quanto fatto la settimana prima e indicando ai ragazzi cosa sottolineare.
-‐ Lavoro di gruppo:
La docente compone i gruppi e gli studenti si dividono.
La docente quindi mostra i materiali condivisi in Dropbox: testi dove gli studenti possono reperire
informazioni, immagini.
Gli studenti in gruppo devono cominciare leggendo i testi, evidenziare le principali informazioni e
raccoglierle, elaborarle in una mappa. La docente parla quasi sempre in lingua.
Ogni studente realizzerà poi una mappa individuale su un singolo aspetto che verrà in un secondo
momento presentato alla classe.
In questa prima fase del lavoro i ragazzi dovranno invece realizzare una mappa di gruppo su tutti
gli aspetti.
A partire dalla visione di un video in inglese, i ragazzi vengono stimolati a riflettere su quanto
hanno compreso del video e sulla tematica a esso relativa: i Musei di Londra. Successivamente
vengono divisi in sottogruppi; obiettivo del lavoro: creare un dépliant (100-‐150 parole) di due
8 Qui occorrerebbe approfondire se si tratti di una prassi consolidata o non piuttosto il risultato del fatto che la sessione di osservazione fosse programmata e quindi attesa dall’insegnante.
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musei a scelta (tra quelli trovati prima) che risponda ad alcuni punti (segnalati dall’insegnante a
video). Permessa la ricerca in Google di siti in inglese e di un sito consigliato dall’insegnante.
Lavoro individuale:
Assegnazione di un problema inerente la programmazione informatica in GDrive. Viene chiamata
un’alunna alla LIM. I ragazzi sono attenti, qua e là qualche segno di disattenzione, ma tutti cercano
di svolgere l’esercizio sul proprio foglio/quaderno. Il tablet serve come display personale per
visualizzare quello che viene scritto in piccolo alla lavagna (con GDrive). Il docente per compito
consiglia di riguardare l’esercizio svolto in classe completando con i diagrammi di flusso la
procedura.
Le attività privilegiate, in linea con i dati presentati, riguardano il testo libero (attività prevalente
nel 52% dei casi), seguono l'attività di ricerca, la presentazione di prodotti, la progettazione e la
valutazione.
Riportiamo ancora qualche descrizione sintetica di quanto osservato in termini di attività svolte.
-‐ Presentazione di prodotti:
Esce alla LIM la prima portavoce, che connette il suo iPad al PC: inizia a spiegare come ha costruito
la mappa. Presenta prima le mappe delle singole religioni già create e infine mostra quella che
dovrebbe essere il prodotto del gruppo. Dà le spalle alla classe, si volta solo lateralmente per
guardare la docente, non guarda mai i compagni. La docente spiega cosa va tolto o aggiunto.
Una ragazza si siede alla cattedra ed espone la regione Trentino.
Un alunno domanda alla studentessa alla cattedra una ulteriore spiegazione riguardo alla regione,
ma quest’ultima non ha risposta. La studentessa usa l’iPad per esporre il proprio lavoro e
interagisce con esso per far vedere ai compagni quanto fatto.
Il docente riprende un lavoro avviato e svolto in gruppi. Il docente invita gli studenti a entrare i
Dropbox, la cartella di storia e aprire il lavoro preparato dal gruppo 1. Ogni gruppo avrebbe dovuto
proiettare il proprio lavoro ma il proiettore non funziona, quindi gli studenti lo visualizza da
Dropbox. Gli schemi realizzati dai ragazzi saranno oggetto di verifica. Il primo gruppo comincia
l’esposizione della propria mappa alla classe e il docente interviene sollecitando il gruppo con
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domande.
-‐ Valutazione:
Il docente si siede e accende il proiettore per poi proiettare i risultati della verifica.
Nel fare questo, l’insegnante indica agli alunni di aprire l’App Socrative, quindi dà le indicazioni per
raggiungere la “Room n.13776” e svolgere il test ideato dal professore come analisi di
comprensione del testo.
-‐ Chiude la lista l'attività di documentazione, che descriviamo con un esempio.
E’ partita dalla lettura di un brano in lingua sul libro di testo, per poi leggere alcuni articoli della
BBC trovati sul portale “Learning English”. L’insegnante ha diviso i ragazzi in due gruppi: ottimisti e
pessimisti: una ragazza faceva l’insegnante/moderatrice.
La moderatrice ha pubblicato in GDrive alcune domande di riflessione (es. “Is it possible to live
green?”): gli studenti hanno risposto per iscritto alle domande proposte. In sottogruppo scrittura su
Gdrive di un testo unico rispetto a quanto emerso nella discussione e creazione di una mappa.
Sempre dal punto di vista didattico, non prevale un solo tipo di didattica, anche se si deve rilevare
una certa presenza della didattica autoriale (cfr. Grafico 2).
Grafico 2 – Cornice metodologica
Riportiamo qualche esempio.
didattica autorialedidattica w eb based
didattica sociale
0,00%
10,00%
20,00%
30,00%
40,00%
50,00%
60,00%
per nullaabbastanzamolto
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Nel file ci sono tre link: devono costruire una linea del tempo collocando gli eventi essenziali della
vita di Boccaccio. I tre link sono tratti da Enciclopedia Treccani e letteraturaitaliana.net.
Il docente invita a suddividersi in gruppi e suddividersi i ruoli all’interno de gruppo.
Ogni gruppo dovrà realizzare la sua linea del tempo. I gruppi si formano e il docente si sposta tra i
gruppi spiegando la possibile utilità dei tre link. Il docente invita a suddividersi il lavoro all’interno
dei gruppi.
Un gruppo decide di usare Popplet per realizzare la mappa, un altro Evernote.
La docente gira tra i gruppi e verifica che gli studenti stiano organizzando il lavoro dividendosi
ruoli e incarichi. I gruppi non sono particolarmente rumorosi, stanno lavorando leggendo i vari
materiali e cercando altre informazioni e materiali in rete: la docente si sposta tra i gruppi
facilitando il lavoro di ricerca dei ragazzi.
L'insegnante fa un breve riepilogo dei capitoli letti del libro "Qualcuno con cui correre". Espone,
attraverso delle slides, gli elementi chiave del testo da tenere a mente. Chiede alla classe di creare,
a coppie, una presentazione riassuntiva degli elementi chiave del testo fino a quel momento letto,
a partire da alcuni spunti/vincoli forniti dall'insegnante.
La classe si divide in coppie, crea gli elaborati e alcuni gruppi espongono il proprio lavoro alle
compagne.
La classe deve creare un libro dal titolo: “The UK” [titolo dell’argomento del gruppo]”. La classe
lavora in autonomia, chiedendo l’aiuto dell’insegnante solo per suggerimenti tecnici e per
insicurezze grammaticali/lessicali.
L'osservazione ha poi rilevato una presenza forte dell'impostazione tecnologica nel caso delle
lezioni nelle quali il coach ha potuto presenziare, quindi nelle sole lezioni con il tablet o il
notebook: nel 60% dei casi il metodo è improntato alle tecnologie digitali, mentre nel 16% prevale
il metodo analogico.
Il ruolo del docente
Prevale nelle osservazioni un docente conduttore di gruppi (44%), che sollecita il lavoro e lo
monitora, seguito dal docente facilitatore (40%) che spiega e sollecita i ragazzi con domande.
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Vediamo come si ponga il docente facilitatore nelle lezioni con il tablet:
La lezione prosegue in questo modo per le diverse lezioni del libro digitale: ogni capitolo,
visualizzato tramite proiettore e visualizzato dagli studenti sul loro i-‐pad viene preso in
considerazione invitando gli studenti a formulare delle domande che poi saranno condivise via mail
in preparazione della verifica. Gli studenti seguono sul loro i-‐pad il libro digitale e partecipano alla
lezione. Il docente sollecita un paio di studenti che ancora non sono intervenuti.
Il 12% dei profili è rispondente al profilo del docente integrato, che mette insieme i tre profili puri
individuati, mentre il 4% rimane ancora vincolato alla figura dell'insegnante erogatore che dall'alto
spiega i contenuti della lezione, anche con il tablet sul banco.
Il ruolo degli studenti
Riproponiamo seppur brevemente la descrizione dei profili utilizzati come orientamento di analisi.
1. Passivo-‐Ricettivo: non viene coinvolto attivamente nelle attività didattiche, non è sollecitato con
frequenti domande.
2. Passivo-‐reattivo: non è coinvolto attivamente nelle attività ma è sollecitato a fornire feed-‐back,
interventi.
3. Attivo-‐cooperativo: coinvolto in modo attivo nelle attività, ma vengono dati limiti all’autonomia
di azione.
4. Attivo-‐collaborativo: viene data piena autonomia e libertà nella gestione del lavoro.
Rispetto alla nostra sperimentazione, prevale il profilo attivo-‐collaborativo, forse il più adeguato a
lavorare con il tablet e le tecnologie mobili, a sua volta rispondente a una logica del lavoro in
classe che fa leva sul fare, sul confronto, più che sulla spiegazione dalla cattedra e sull'ascolto.
Vediamo uno script associato al profilo prevalente:
Gli studenti pongono alcune domande circa l’analisi della fiaba e fanno emergere
riflessioni/analogie con fiabe affrontate in altre lezioni. Di fronte ai numerosi interrogativi, il
docente spiega loro che occorrerà inserire il proprio nome e cognome, poi compariranno delle
domande a risposta multipla o che necessitano l’inserimento di una sola parola.
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Grafico 3 – Il profilo dello studente
La partecipazione degli studenti è abbastanza buona: il 34,6% partecipa pienamente, molto il
23,1%, il 3,8% non partecipa (lo stesso vale per chi partecipa poco).
Riprendendo le attese dei ragazzi, potremmo dire che almeno nelle ore osservate la loro
aspettativa (partecipare più attivamente alle lezioni) è stata soddisfatta.
Aspetti legati all'apprendimento
Lasciamo al Grafico 4 la sintesi degli stili di apprendimento, evidenziando come lavorare in
maniera attiva con il tablet, favorendo il confronto e la condivisione della risorse, non possa che
facilitare lo sviluppo dell'intelligenza interpersonale, così come di quella visiva (prevalente nelle
attività osservate) e verbale, di cui riportiamo alcuni esempi a partire dalle osservazioni.
A partire da alcune brevi frasi scritte in greco e fatte vedere servendosi della I-‐Pad TV l’insegnante
invita gli studenti a tradurle senza vocabolario.
La traduzione viene fatta al momento dal ragazzo/a che l’insegnante chiama. Se il ragazzo non sa
si passa al successivo (di solito si offre con la mano alzata). L’insegnante nel caso di indecisioni o
errori ne approfitta anche per ri-‐spiegare la grammatica.
L’insegnante usa l’iPad per sciogliere alcuni dubbi in merito a come si scrivono alcune parole. Le
ragazze usano Note, “Note Anytime” e “Pic Collage”.
0,00% 20,00% 40,00% 60,00%
passivo-ricettivopassivo-reattivoattivo-cooperativoAttivo-collaborativo
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Grafico 4 – Aspetti di apprendimento
Crediamo ancora un volta di poter dire che l’importante non è lo strumento, ma l'attività che lo
piega a rispondere a determinate esigenze e soprattutto il modo di porsi del docente, come
appare in queste brevi righe:
La docente non si siede mai, si muove continuamente tra i banchi, invita gli studenti a passarsi le
mappe già create (viene attivato il wi-‐fi), a confrontarle e crearne una condivisa. Supporta gli
studenti che vede in difficoltà e che le chiedono chiarimenti.
Non sono state rilevate correlazioni significative dal punto di vista statistico (incroci che
rispondano positivamente ai test statistici di correlazione), anche per la esigua numerosità delle
osservazioni.
Tuttavia, emergono alcune notazioni che rappresentiamo graficamente, ribadendo che non si
tratta di correlazioni statisticamente significative.
In primo luogo, a una prima analisi generale emerge che il tipo di supporto, ovverosia la variabile
“tipo di supporto”, non influisce sui processi didattici o di apprendimento, fatta eccezione per un
aspetto: il processo di apprendimento legato alla problematizzazione, ovvero la capacità degli
studenti di formulare ipotesi, di problematizzare i concetti che sembra essere incrementata
laddove sia presente l’utilizzo del netbook.
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
problematizzazionemoltoabbastanza
Percent
100,0%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0%
0,0%
80,0%
20,0%
…
100,0%
22,2%
77,8%
NetbookTabletI-pad
tipo_supporto
Grafico 5 – Tipologia di strumento e problematizzazione
Nel Grafico 6 notiamo invece come la dimensione del lavoro di gruppo quale metodologia
didattica, per altro tra le più ricorrenti nelle lezioni osservate, influisca positivamente sul processo
di apprendimento legato alla problematizzazione.
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
problematizzazionemoltoabbastanza
Percent
100,0%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0%
0,0%
33,3%
66,7%
27,3%
72,7%
SìNo
lavoro di gruppo
Grafico 6 – Lavoro di gruppo e problematizzazione
Lo stesso discorso vale per l'attenzione condivisa, processo che si attiva nel caso di situazioni di
apprendimento tra pari dove l'attenzione sia sollecitata all’interno del gruppo e dal gruppo, per cui
gli studenti si influenzano reciprocamente in maniera positiva. L'attenzione condivisa si
incrementa laddove sia applicata la metodologia del lavoro di gruppo (cfr. Grafico 7).
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
attenzione condivisamoltoabbastanzaper nulla
Perc
ent
100,0%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0%
0,0%
26,7%
46,7%
26,7%
18,2%
45,5%
36,4%
SìNo
lavoro di gruppo
Grafico 7 – Lavoro di gruppo e attenzione condivisa
Una precisazione è obbligatoria: si tratta di dati non associati al tablet, ma rilevati nelle
osservazioni svolte, che possiamo attribuire generalmente proprio alla tipologia di lavoro, al
quadro metodologico. E' chiaro che l'attenzione condivisa e la problematizzazione sono aspetti
favoriti dal e nel lavoro di gruppo, che se ben organizzato è fatto di confronto, scambi, dibattiti,
ipotesi. Non è merito né del tablet, né del notebook, e di fatto non si tratta di sorprese ma di
aspetti attesi.
In sostanza, si tratta di aspetti che vengono modificati all'interno di una precisa cornice didattica
nella quale spiccano il lavoro di gruppo, la possibilità di essere autori del percorso, di confrontarsi
apertamente senza paura di essere giudicati. In poche battute, una didattica attiva, che può
condurre a un apprendimento significativo.
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
5. Conclusioni
In conclusione ci permettiamo di evidenziare alcuni degli aspetti sui quali il report invita
probabilmente a riflettere.
Un primo elemento è rappresentato dall’impegno fattivo degli insegnanti. La tecnologia è entrata
nella loro agenda scolastica quotidiana: la percentuale di chi afferma di usare il tablet con
continuità nella sua didattica è importante. E i risultati della sperimentazione presentati nel
seminario di chiusura (il 30 maggio 2013, a Milano) testimoniano questo fatto. Non era scontato.
La contrapposizione tra Vecchio e Nuovo, Cultura e Tecnologia, Libro e Digitale, è ancora molto
forte nei nostri contesti scolastici e questo porta spesso ad atteggiamenti di resistenza o di
esplicito rifiuto. Un primo elemento a favore la sperimentazione lo ha lasciato registrare proprio in
relazione allo spostamento di questa inerzia: gli insegnanti si sono messi in gioco, hanno accettao
la sfida.
Certo, questo non significa che non vi siano elementi di criticità che attestano tutte le difficoltà
che l’innovazione incontra nella scuola. Ci si riferisce in particolare a due aspetti.
Il primo ha a che fare con la variabile tempo. Da tempo la ricerca didattica e le pratiche esperte
degli insegnanti hanno fissato due leggi non scritte cui una didattica attenta agli apprendimenti
profondi (con o senza le tecnologie) deve adeguarsi: richiede molto più tempo di preparazione e
anche molto più tempo in classe. Nello specifico, se voglio selezionare risorse da far navigare nel
web ai miei studenti, se voglio predisporre uno story-‐board della lezione, se organizzo la mia
didattica pensando a un ruolo significativo e attivo degli studenti, ho bisogno di molto più tempo
di quanto non me ne serva se faccio lezione frontale usando a supporto i miei materiali,
accumulati negli anni nel mio portfolio dell’insegnante. Allo stesso modo, se voglio che i miei
studenti apprendano per scoperta, se la mia didattica intende essere attiva e prevede spesso
attività di produzione e di collaborazione degli studenti, devo immaginare che essa occupi più
tempo di quanto non me ne servirebbe se “spiegassi” tradizionalmente “chalk and talk”, “gesso e
discorso”. Ora, se il monitoraggio restituisce il giudizio di un 30% degli insegnanti della
sperimentazione che ritengono non siano cambiati i loro tempi di preparazione e di quasi un 50%
che ritengono non siano cambiati i tempi della didattica in classe, viene da pensare che forse con il
tablet si tendano a fare le stesse cose di prima. In buona sostanza, in vista del loro lavoro futuro,
agli insegnanti diciamo: “Controlla il tuo tempo, a casa e in classe! Se te ne serve di più, stai
lavorando bene!”.
Il secondo aspetto è relativo al primato che, anche con il tablet, viene riconosciuto alle intelligenze
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
visiva e verbale, per dirla con Gardner. Questo significa che, anche con il tablet, per l’insegnante
parlare e sostenere la sua spiegazione con la visualizzazione continua a essere l’attività essenziale.
Una logica di pieno sfruttamento delle potenzialità della tecnologia, invece, dovrebbe favorire il
più possibile una logica “flipped” in cui il lavoro di reperimento e di prima appropriazione
dell’informazione sia svolto a casa dallo studente, mentre al contrario il tempo della lezione
dovrebbe essere liberato per il problem solving (individuale e collaborativo), la discussione,
l’attività laboratoriale, l’esperienza. In tutti questi casi il fare prende il sopravvento sul dire, il
costruire sul vedere. Questo si traduce in una seconda indicazione per gli insegnanti: “Controlla la
tua iniziativa in classe! Se ti accorgi di parlare di meno, stai lavorando bene!”.
Questi due problemi – quello del tempo e del lavoro dell’insegnante – rappresentano
probabilmente i due snodi cruciali su cui le scuole che vorrano proseguire la sperimentazione
dovranno lavorare in futuro.
Un ultimo dato ci preme far rilevare. Come sempre accade quando nella ricerca educativa si
ascolta il parere degli studenti, l’équipe di ricerca è rimasta impressionata favorevolmente dalla
lucidità, dalla consapevolezza, dalla maturità delle osservazioni dei ragazzi. Se il report si leggesse
in controluce, riflettendo anche solo sulle loro osservazioni, se ne ricaverebbero molte interessanti
indicazioni per migliorare la qualità didattica: non solo con i tablet.
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Al legato 1 -‐ Quest ionar io in i z ia le insegnant i
Gentilissimo professore,
come già sa, alcune scuole presenti nelle regioni Lombardia-‐Emilia-‐Marche hanno deciso di utilizzare l’I-‐pad come strumento di supporto alle attività didattiche e per garantire la qualità di tale processo sperimentale hanno chiesto al Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai media, all’informazione e alla tecnologia) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano di attivare in parallelo un percorso di ricerca per capire utilità e difficoltà di questa introduzione. Proprio in virtù di tale percorso di ricerca, denominata “MOTUS”, le chiediamo la disponibilità a compilare il seguente questionario, somministrato per scopi di ricerca, con la fiducia che il maggior numero di risposte ricevute possa contribuire al miglioramento del progetto. Le risposte fornite a tutte le domande contenute nel questionario rimarranno strettamente confidenziali e saranno trattate da CREMIT dell’Università Cattolica in garantita riservatezza e tutela di coloro che hanno contribuito allo sviluppo di questa ricerca. La ringraziamo in anticipo per la collaborazione. Scuola Materia insegnata Anno di nascita ________ Sesso: ¨ maschio ¨ femmina Che cosa significa per te il tablet/iPad? Metti una crocetta sull’immagine tra le 8 proposte che corrisponde maggiormente alla tua idea…
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Per ciascuna delle seguenti affermazioni indichi il suo grado di accordo utilizzando una scala da 1 a 6 dove: 1 = per nulla d’accordo e 6 = completamente d’accordo 1= per
nulla 2 3 4 5 6 =
completamente se non ci fosse la tecnologia a scuola, le cose cambierebbero solo per pochi insegnanti del cdc
se non ci fosse la tecnologia a scuola, mi sentirei spaesato, ormai è naturale
se non ci fosse la tecnologia, sarebbe un peccato perché perderei il tablet/iPad
la tecnologia fa perdere tempo la tecnologia rende gli studenti più responsabili la tecnologia distrae gli studenti la tecnologia richiede un cambiamento di metodologia
la tecnologia non ha modificato la metodologia la tecnologia influisce positivamente sul rendimento
la tecnologia crea aggregazione la tecnologia riduce le relazioni interpersonali la tecnologia è per me fonte di demotivazione la tecnologia può essere utilizzata insieme agli strumenti didattici più tradizionali
la tecnologia sostituisce gli strumenti didattici tradizionali
la tecnologia favorisce l’integrazione degli studenti
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
stranieri la tecnologia favorisce l’integrazione di studenti diversamente abili
Quali dispositivi ha a casa? Per ciascuna tipologia indicata di seguito specifichi il numero e se connesso a internet
tipologia Numero connessione alla rete
Computer fisso Pc portatile Tablet/iPad Cellulare Consolle (es. wii, playstation, nintendo…)
Che tipologia di compiti è solito dare ai suoi studenti? (può scegliere più di una risposta)
− ricerche/approfondimenti online − materiale da studiare aggiunta − presentazioni − esercitazioni − test − produzione (mappe/testi/disegni…) − analisi e sintesi − altro....(specificare)
Attualmente, per ciascuna delle attività, quanto utilizza nella didattica Non
conosco
Mai
In alcune occasioni
In diverse occasioni
Baso la mia didattica su questa attività
Discussione on line Simulazione/roleplaying Narrazione Problem solving Studio di caso Attività di analisi (di un testo,…) Attività di produzione individuale (es. mappa, ipertesto, podcast etc..)
Attività di produzione collaborativa (es. mappa, ipertesto, podcast etc..)
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Diario di bordo Lezione frontale Lezione laboratoriale Lavoro di gruppo Fornire materiali di approfondimento in formato digitale (podcast, ebook, sitografie, video…)
Attività di robotica Svolgimento di ricerche online Uso delle tecnologie per compiere esperimenti
Uso dei videogiochi per apprendere Visione di filmati/video a supporto della lezione
Webquest Per quali attività utilizza i seguenti strumenti/applicativi informatici nella sua professione? Non
lo utilizzo
Organizzare/gestire attività scolastiche (orario, biblioteca, registro,…)
Preparare attività/materiali
Documentazione attività didattiche (relazioni)
Utilizzo diretto nella didattica, uso in classe
Programmi di videoscrittura
Programmi di presentazione
Fogli di calcolo Siti che riguardano la tua disciplina
Software specifici per la didattica (esclusi i programmi di Office come Excel, Power Point, ecc.)
Blog Per quali attività utilizza i seguenti strumenti/applicativi informatici di comunicazione nella sua professione? Non
lo utilizzo
Comunicare/ confrontarmi con docenti della mia scuola
Comunicare/ confrontarmi con docenti di altre scuole
Comunicare/ confrontarmi con gli studenti
Comunicare/ confrontarmi con le famiglie
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Posta elettronica
Forum Messenger / chat (MSN, Skype, …)
Strumenti di social network (Facebook,ecc.)
Quanto pensa di utilizzare il tablet/iPad nella sua didattica durante questo anno scolastico?
− In tutte le lezioni − Nella maggior parte delle lezioni − In circa metà delle lezioni − In alcune lezioni − Lo sperimenterò solo 1-‐2 volte − Non utilizzerò mai la tecnologia nella mia didattica
Per ogni ora di lezione in aula, mediamente quante ore di programmazione/progettazione pensa che dedicherà (consideri tutto il tempo di programmazione)?
− Meno di 1 ora − 1 ora − 1 ora e mezza − 2 ore − 2 ore e mezza − 3 ore o più
In che misura ritiene che l'utilizzo del tablet/iPad possa modificare il carico di lavoro per la preparazione delle lezioni?
a) Il tablet/iPad aumenterà notevolmente il carico di lavoro b) Il tablet/iPad aumenterà lievemente il carico di lavoro c) Il carico di lavoro rimarrà sostanzialmente invariato anche con l’uso del tablet/iPad d) Il tablet/iPad diminuirà lievemente il carico di lavoro e) Il tablet/iPad diminuirà notevolmente il carico di lavoro
In che misura ritiene che l’utilizzo del tablet/iPad modificherà i tempi di gestione della lezione (tempo richiesto per fare le stesse cose)? Il tablet/iPad aumenterà notevolmente i tempi di gestione della lezione Il tablet/iPad aumenterà lievemente i tempi di gestione della lezione Il tempo della lezione rimarrà sostanzialmente invariato anche con l’uso del tablet/iPad Il tablet/iPad diminuirà lievemente i tempi di gestione della lezione Il tablet/iPad diminuirà notevolmente i tempi di gestione della lezione
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
[se aumentato tempi di gestione] A cosa pensa sia imputabile questo aumento? a) Prevalentemente a tempi di preparazione e risoluzione di problemi legati all’iPad/tablet b) Prevalentemente a problemi legati al clima della classe e distrazione degli studenti c) Prevalentemente legato all’adozione del lavoro di gruppo e alla didattica laboratoriale d) Prevalentemente legato ad altri fattori (specificare…)
Lascia la possibilità agli studenti di scegliere se usare o meno il tablet/iPad per svolgere i compiti?
− Si, gli studenti possono scegliere se usare o meno il tablet/iPad per svolgere i compiti − Generalmente si, ma non in tutti i casi − Solo a studenti con particolari esigenze (stranieri, difficoltà di apprendimento, disabilità…) − No, se chiedo il compito in formato tradizionale o tecnologico, non deve essere svolto in
altro modo Indichi quanto l'utilizzo delle tecnologie ha influito a suo parere sull’interesse degli studenti: Le
tecnologie hanno diminuito notevolmente l’interesse
Le tecnologie hanno diminuito lievemente l’interesse
L’interesse è rimasto sostanzialmente invariato
Le tecnologie hanno aumentato lievemente l’interesse
Le tecnologie hanno aumentato notevolmente l’interesse
Stare a scuola Seguire le lezioni Partecipare alle attività in classe
Lavorare con i compagni
Fare i compiti Studiare
A suo parere, quanto ritiene che l'utilizzo delle tecnologie abbia aiutato gli studenti nello studio rispetto a questi aspetti? 1 = per nulla 2 3 4 5 6 =
completamente Ottimizzare il tempo di studio Comprendere meglio i concetti Approfondire Sapere svolgere con maggiore padronanza gli esercizi
Fare sintesi e schemi Trovare collegamenti tra gli argomenti e le discipline
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Ritornare sui concetti per il ripasso Ricordare con maggiore facilità
Riportiamo di seguito alcune funzionalità del tablet/iPad. Indichi quelle che pensa di attivare con maggiore frequenza durante questo anno scolastico. Spunti le 3 prevalenti.
- Scrivere, disegnare e proporre esercizi, utilizzare software applicativi - Proiettare documenti o materiali per la lezione - Realizzare percorsi didattici interattivi (creazione di sequenze, giochi interattivi, learning
object) - Registrare le lezioni - Registrare gli esercizi per comporre il portfolio di lavoro dei singoli studenti - Navigare in rete per la ricerca di informazioni - Comunicare in rete (forum, chat, instant messaging) - Utilizzare il software per la videoconferenza con altri studenti, docenti, scuole... - Supporto nei lavori di gruppo degli studenti - Supporto nelle riunioni di lavoro dei docenti
Riportiamo di seguito alcune problematiche connesse all’utilizzo del tablet/iPad. Indichi quali temi ritiene di dover affrontare. Spunti le 3 prevalenti.
a) Aspetti tecnici (utilizzo, malfunzionamento iPad) b) Presenza costante dell’iPad in aula, e non nel laboratorio di informatica, che richiede lo
spostamento degli studenti c) Applicabilità didattica di alcune funzionalità dell’iPad d) Scarsa alfabetizzazione informatica pregressa e) Incompleta preparazione sull’impiego delle ICT nella didattica f) Tempo da dedicare alla preparazione delle lezioni da svolgere con l’iPad g) Gestione del gruppo classe
Riportiamo di seguito alcuni vantaggi connessi all’utilizzo dell’iPad/Tablet. Indichi i tre che pensa di poter maggiormente riscontrare
− Incremento della partecipazione degli studenti − Incremento dell’interesse degli studenti per le attività didattiche − Incremento dell’efficacia didattica della lezione − Facilitazione della comprensione degli studenti − Miglioramento nell’organizzazione delle attività didattiche − Personalizzazione dei percorsi di apprendimento − Sperimentazione da parte mia di nuove modalità didattiche − Mia acquisizione di nuove competenze informatiche
Quali sono le sue aspettative rispetto al progetto? (scelga al massimo 3 risposte)
4. Recuperare materiali/contenuti utili per l’attività didattica con gli alunni 5. Confrontarmi e collaborare con docenti miei colleghi 6. Confrontarmi e collaborare con docenti di altri istituti 7. Ricevere supporto nella progettazione del percorso 8. Apprendere conoscenze, metodi e strumenti spendibili nella didattica disciplinare 9. Sviluppare competenze adeguate sull’utilizzo didattico dell’iPad
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
10. Produrre strumenti e materiali utili in classe 11. Riflettere sulle potenzialità didattiche dell’iPad 12. Implementare la metodologia dell’apprendimento collaborativo in classe 13. Recupero per studenti con difficoltà di apprendimento 14. Personalizzazione del percorso per studenti diversamente abili 15. aumentare i livelli di motivazione degli studenti 16. favorire l’apprendimento della lingua italiana per gli studenti stranieri 17. creare attività di scambio culturale che favoriscano l’integrazione tra studenti italiani e
stranieri 18. realizzazione di attività e progetti facilmente realizzabili anche dagli studenti
diversamente abili
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
A l l e ga to 2 -‐ Ques t i ona r i o f i na l e i n segnan t i
Il questionario, in forma anonima, è utile per raccogliere i dati finali, necessari alla rilevazione della valutazione del percorso intrapreso con l’Università Cattolica. La ringraziamo per il tempo che dedicherà alla sua compilazione, sicuri che il contributo di ciascuno migliorerà la qualità del processo di monitoraggio del corso 1. Indichi la scuola sede di insegnamento 2. A quanti incontri di formazione ha partecipato? (5 settembre,28 gennaio, 30 maggio) 3. Complessivamente come valuta l’intero percorso di formazione/consulenza/ricerca attivato dall’Università Cattolica? Esprima una valutazione in una scala che va da 1=per nulla soddisfacente a 6=completamente soddisfacente 6=completamente soddisfacente 5 4 3 2 1=per nulla soddisfacente 4. Complessivamente come valuta gli incontri in presenza (plenarie)? Esprima una valutazione in una scala che va da 1=per nulla soddisfacente a 6=completamente soddisfacente 6=completamente soddisfacente 5 4 3 2 1=per nulla soddisfacente 5. Come valuta i contenuti affrontati durante la formazione in presenza? Per ciascun aggettivo contrassegnare il codice prescelto 1=per nulla 2 3 4 5 6=completamente Utili Semplici Interessanti Coinvolgenti Attuali 6. Rispetto alla struttura della sperimentazione (alternanza tra incontri in presenza e lavoro in classe), Esprima una valutazione in una scala che va da 1=per nulla adeguata ai tempi dell'insegnante a 6=completamente adeguata ai tempi dell'insegnante 6=completamente soddisfacente 5 4 3 2
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
1=per nulla soddisfacente 7. In che misura il progetto le ha consentito di raggiungere i seguenti risultati? Esprima una valutazione in una scala che va da 1=per nulla a 6=completamente 1=per nulla 2 3 4 5 6=completamente Capire le funzionalità del tablet/notebook Riflettere sulle potenzialità didattiche delle tecnologie utilizzate (tablet/notebook Progettare percorsi didattici che integrino il tablet/notebook nella mia disciplina Attuare percorsi e attività in classe Avviare una rete di comunicazione tra i docenti coinvolti nel progetto Attivare gruppi di lavoro tra studenti Migliorare la comunicazione docenti/studenti Supportare i diversi stili di apprendimento degli studenti Supportare processi di meta-‐riflessione 8. Come valuta Il supporto ricevuto dal suo coach? esprima una valutazione in una scala che va da 1=per nulla soddisfacente a 6=completamente soddisfacente 6=completamente soddisfacente 5 4 3 2 1=per nulla soddisfacente 9. In cosa il coach l'ha principalmente aiutata durante il percorso? indichi due risposte Punto di riferimento durante il percors Orientamento nella costruzione del progetto di sperimentazione Supporto emotivo Comprendere meglio i contenuti/approfondirli Rivedere/ripensare l’attività in classe Supporto nella documentazione dell’attività Supporto tecnico 10. Le chiediamo di indicare qualche suggerimento per migliorare la formazione per edizioni successive della sperimentazione 11.Quanto ha utilizzato il tablet/notebook nella sua didattica? In tutte le lezioni Nella maggior parte delle lezioni In circa metà delle lezioni In alcune lezioni Le ho sperimentate solo 1-‐2 volte Non ho mai utilizzato la tecnologia nella mia didattica 12. Rispetto a quanto si era immaginato o prefissato, lo ha usato Più del previsto Meno del previsto
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Come previsto 12.a. Se lo ha usato meno del previsto, indichi le due motivazioni prevalenti (vincolata a 14) Non ho avuto tempo Non sono stato capace I miei studenti non erano disponibili Non ho avuto il supporto necessario Non lo trovo utile Problemi tecnici e infrastrutturali legati alla tecnologia 12.b Se lo ha usato più del previsto, indichi le due motivazioni prevalenti (vincolata a 14) È stato motivante per me I ragazzi hanno risposto bene alle attività La tecnologia ha sempre funzionato Ho avuto il supporto necessario Ho trovato il tablet/notebook utile per la mia didattica 13. Complessivamente come valuta l’andamento della sperimentazione nella sua classe? Esprima
una valutazione in una scala che va da 1=per nulla soddisfacente a 6=completamente
soddisfacente
6=completamente soddisfacente
5
4
3
2
1=per nulla soddisfacente
14. Quali tra i seguenti vantaggi connessi all’utilizzo del tablet/notebook ha riscontrato in questo
anno di attività? Indichi tre prevalenti
Incremento della partecipazione degli studenti
Incremento dell’interesse degli studenti per le attività didattiche
Incremento dell’efficacia didattica della lezione
Facilitazione della comprensione dgli studenti
Miglioramento nell’organizzazione delle attività didattiche
Personalizzazione dei percorsi di apprendimento
Sperimentazione da parte mia di nuove modalità didattiche
Mia acquisizione di nuove competenze informatiche
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
15. Riportiamo di seguito alcune funzionalità del tablet/notebook. Pensando a questo anno,
indichi le tre prevalenti che ha avuto modo di attivare
Scrivere, disegnare e proporre esercizi
Proiettare documenti o materiali per la lezione
Realizzare percorsi didattici interattivi (creazione di sequenze, giochi interattivi,learning object)
Registrare le lezioni
Registrare gli esercizi
Navigare in rete per la ricerca di informazioni
Comunicare in rete (forum, chat,instant messanging)
16. In che misura ritiene che l'utilizzo del tablet /notebook abbia modificato il carico di lavoro per
la preparazione delle lezioni?
Ha aumentato notevolmente il carico di lavoro
Ha aumentato lievemente il carico di lavoro
Il carico di lavoro è rimasto sostanzialmente invariato anche con l’uso del tablet/notebook
Ha diminuito lievemente il carico di lavoro
Ha diminuito notevolmente il carico di lavoro
17. In che misura ritiene che l’utilizzo del tablet/notebook abbia modificato i tempi di gestione
della lezione (tempo richiesto per fare le stesse
cose)?
Ha aumentato notevolmente i tempi di gestione della lezione
Ha aumenta lievemente i tempi di gestione della lezione
Il tempo della lezione rimane sostanzialmente invariato anche con l’uso dell’iPad
Ha diminuito lievemente i tempi di gestione della lezione
Ha diminuito notevolmente i tempi di gestione della lezione
17.a A cosa pensa sia imputabile questo aumento?(vincolata a 16)
Prevalentemente a tempi di preparazione e risoluzione di problemi legati al tablet/ notebook
Prevalentemente a problemi legati al clima della classe e distrazione degli studenti
Prevalentemente all’adozione del lavoro di gruppo e alla didattica laboratoriale
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Prevalentemente ad altri fattori (specificare…)
Altro
18. Riportiamo di seguito alcune problematiche connesse all’utilizzo del tablet//notebook. Indichi
quali ha dovuto affrontare in classe
Spunti le 3 prevalenti.
Aspetti tecnici (utilizzo, malfunzionamento iPad)
Presenza costante dell’iPad in aula, e non nel laboratorio di informatica, che richiede lo
spostamento degli studenti
Applicabilità didattica di alcune funzionalità dell’iPa
Scarsa alfabetizzazione informatica pregressa
Incompleta preparazione sull’impiego delle ICT nella didattica
Tempo da dedicare alla preparazione delle lezioni da svolgere con l’iPad
Gestione del gruppo classe
19.A suo parere, quanto ritiene che l'utilizzo del tablet/notebook abbia aiutato gli studenti nello
studio rispetto a questi aspetti?
1=per nulla 2 3 4 5 6=completamente
Comprendere meglio i concetti
Approfondire
Sapere svolgere con maggiore padronanza gli esercizi
Fare sintesi e schemi
Trovare collegamenti tra gli argomenti e le discipline
Ritornare sui concetti per il ripasso
Ricordare con maggiore facilità
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
A l l e ga to 3 -‐ Ques t i ona r i o s tuden t i
Caro studente, come sai la tua scuola ha deciso di sperimentare l’utilizzo dell’I-‐pad/tablet come strumento di supporto alle attività didattiche. Per garantire la qualità di tale processo ha chiesto al Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai media, all’informazione e alla tecnologia) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano di attivare in parallelo un percorso di ricerca per capire utilità e difficoltà di questa introduzione. Proprio in virtù di tale percorso di ricerca, denominata “MOTUS”, ti chiediamo la disponibilità a compilare gentilmente il seguente questionario, somministrato per scopi di ricerca, con la fiducia che il maggior numero di risposte ricevute possa contribuire al miglioramento del progetto. Le risposte fornite a tutte le domande contenute nel questionario rimarranno strettamente confidenziali e saranno trattate da CREMIT in garantita riservatezza e tutela di coloro che hanno contribuito allo sviluppo di questa ricerca. Ti ringraziamo in anticipo per la tua collaborazione. Durante la compilazione scegli la risposta che ti sembra più vicina a quella che rappresenta il tuo pensiero. E’ molto importante rispondere al questionario da soli, senza confrontarsi con i compagni, l’insegnante o altre persone, per evitare di essere influenzati durante la compilazione. Ti ringraziamo per la gentile collaborazione Scuola
− Salesiani – Treviglio − Fondazione Ikaros – Bergamo − Collegio San Carlo – Milano − Liceo Classico – Jesi − ITSOS – Fornovo − ITI – Artigianelli − IFP – Artigianelli − Liceo Maria Ausiliatrice – Lecco − Istituto Padre Monti Saronno
Corso Anno di nascita ________ Sesso: ¨ maschio ¨ femmina Che cosa significa per te l’iPad? Metti una crocetta sull’immagine tra le 8 proposte che corrisponde maggiormente alla tua idea
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Come ti valuti come studente? Barra la voce che più ti rappresenta
− Sono tra i primi della classe − Vado piuttosto bene − Sono sufficiente in quasi tutte le materie − sono sufficiente in alcune materie ma insufficiente in altre − Vado piuttosto male
Quanto tempo dedichi generalmente allo studio?
-‐ Studio tutti i giorni in modo da arrivare preparato in tutte le materie -‐ Studio tutti i giorni lo stretto indispensabile per raggiungere la sufficienza -‐ Studio quasi tutti i giorni -‐ Studio solo quando devo prepararmi per una verifica o interrogazione -‐ Studio poco -‐ Non studio mai -‐ Altro (specificare ………………………..)
Come valuti il tablet/iPad a scuola: 1 2 3 4 5 6
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
inutile utile demotivante motivante isolante coinvolgente distrae aumenta l’attenzione divertente noioso sostituisce gli altri strumenti (es. libro di testo)
si usa insieme ad altri strumenti (es.libro di testo)
Quali dispositivi hai a casa? Per ciascuna tipologia indicata di seguito, specifica il numero e se connesso a internet
tipologia numero connessione alla rete
Computer fisso Pc portatile Tablet/iPad Cellulare Consolle (es. wii, playstation, nintendo…)
Quante ore al giorno sei connesso ad Internet? ¨ mai ¨ meno di 1 ora al giorno ¨1 -‐ 3 ore al giorno ¨ 4-‐6 ore al giorno ¨ 7-‐9 ore al giorno ¨sempre
Quanto spesso utilizzi questi strumenti? 1=ma
i 2 3 4 5 6=più volte al giorno
eBook Creator (libri e dispense digitali) GoodReader Notes/Neo.note (per gli appunti) Evernote (per gli appunti) Word/Pages Excel/Numbers Powerpoint/Keynote Neu.Draw Altri software Youtube (video)-‐ I-‐tune Piattaforme online (es. Moodle, Docebo…) Spazi di lavoro collaborativo (Google Groups…) E-‐mail Messenger o Skype, chat di Google Social Network (es. Facebook, Twitter…) Motori di ricerca (es. Google, Yahoo…)
Motus – CREMIT a.s. 2012/2013 – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Lo scorso anno scolastico, in che misura Lavagna interattiva multimediale e PC/netbook sono stati utilizzato durante le lezioni? Mai Una o due
volte in un anno
In alcune occasioni
In diverse lezioni
Spesso, in molte lezioni
Sempre, in tutte le lezioni
Italiano Storia Geografia Inglese Laboratori Matematica Scienze Tecnologia Musica Arte ed Immagine
Scienze motorie e sportive
Religione Quanto il tablet/iPad ti sta aiutando a: Rispondi scegliendo una gradazione che va da 1 = per nulla a 6 = molto 1 = per nulla 2 3 4 5 6 = molto Capire ciò che viene spiegato Capire ciò che leggo Comprendere ciò che studio Organizzare le mie esposizioni in classe Scrivere Capire gli errori che faccio mentre scrivo Svolgere con maggiore padronanza gli esercizi Concentrarmi Comunicare col docente Comunicare coi miei compagni Lavorare con i compagni Ottimizzare il tempo di studio Fare sintesi e schemi Approfondire Trovare collegamenti tra gli argomenti e le materie
Ritornare sui concetti per il ripasso Ricordare con maggiore facilità Eseguire con maggiore ordine e precisione i
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lavori Pensi che il tablet/iPad sia fonte di distrazione in classe? Rispondi scegliendo una gradazione che va da 1 = mai a 6 = sempre 1 = mai 2 3 4 5 6 = sempre Mi distraggo mentre l’insegnante spiega Mi distraggo mentre faccio i compiti Mi distraggo mentre sto lavorando con gli altri Ci distraiamo mentre stiamo lavorando in gruppo
Grazie all’uso del tablet/iPad in classe, quest’anno mi aspetto di:
1. sentirmi più coinvolto in classe 2. avere la possibilità di partecipare attivamente alla lezione 3. poter affrontare le mie difficoltà linguistiche 4. andare meglio a scuola 5. capire meglio i contenuti delle lezioni
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A l l e ga to 4 -‐ Ques t i ona r i o gen i to r i
Gentile signore/a, la scuola di suo figlio/a ha deciso di utilizzare l’I-‐pad/bablet come strumento di supporto alle attività didattiche e per garantire qualità a tale processo sperimentale ha chiesto al Cremit Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano di attivare in parallelo un percorso di ricerca per capire utilità e difficoltà di questa introduzione. Proprio in virtù di tale percorso di ricerca, denominata “MOTUS”, le chiediamo la disponibilità a compilare gentilmente il seguente questionario, somministrato per scopi di ricerca, con la fiducia che il maggior numero di risposte ricevute possa contribuire al miglioramento del progetto. Le risposte fornite a tutte le domande contenute nel questionario rimarranno strettamente confidenziali e saranno trattate da CREMIT dell’Università Cattolica in garantita riservatezza e tutela di coloro che hanno contribuito allo sviluppo di questa ricerca. La ringraziamo in anticipo per la tua collaborazione. Scuola del/la figlio/a Anno di nascita ________ Sesso: ¨ maschio ¨ femmina Titolo di studio __________________________________ Che cosa significa per te il tablet/iPad? Metti una crocetta sull’immagine tra le 8 proposte che corrisponde maggiormente alla tua idea…
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Quali dispositivi ha a casa? Per ciascuna tipologia indicata di seguito specifichi il numero e se connesso a internet
tipologia numero connessione alla rete
Computer fisso Pc portatile Tablet/iPad Cellulare Consolle (es. wii, playstation, nintendo…)
Quante ore al giorno è connesso ad Internet? ¨ mai ¨ meno di 1 ora al giorno ¨1 -‐ 3 ore al giorno ¨ 4-‐6 ore al giorno ¨ 7-‐9 ore al giorno ¨sempre Ha una casella di posta elettronica (e-‐mail)?
− Si, la leggo tutti i giorni − Si, la leggo quasi tutti i giorni − Si, la leggo almeno una volta a settimana − Si, la leggo 1-‐2 volte al mese − Si, ma la leggo molto raramente − No
Quanto tempo dedica generalmente allo studio suo figlio?
a) Studia tutti i giorni in modo da arrivare preparato in tutte le materie b) Studia tutti i giorni lo stretto indispensabile per raggiungere la sufficienza
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c) Studia quasi tutti i giorni d) Studia solo quando deve prepararsi per una verifica o interrogazione e) Studia poco f) Non studia mai g) Non sono in grado di rispondere
Rispetto all’inizio del progetto c’è stato un incremento o diminuzione nell’uso delle tecnologie da parte di suo figlio? Metta una X in corrispondenza della risposta per ogni voce Non le ha
mai usate in questo ambito
Notevolmente diminuito
Lievemente diminuito
Come prima
Lievemente aumentato
Notevolmente aumentato
per studiare e fare i compiti
per giocare per comunicare con gli amici
per hobby e interessi
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A l l e ga to 5 -‐ T r a c c i a f o cu s g roup
Presentazione conduttore del focus e del recorder
Presentazione dei ragazzi con stimolo: presentazione, nome, classe, “dai un voto da 1 a 10 all’uso
del tablet nella tua classe e perchè” – 5 minuti
Attività 1: Brainstorming:
Secondo voi quando imparate? (in generale)
L’ipad /notebook/tablet ti aiuta a imparere?
15 minuti
Attività 2 : processo al tablet
Processo allo strumento come attività di gruppo. Accusa e difesa preparano la loro arringa a
partire da frasi stimolo sul tablet a scuola (frasi su docenti, gestione, apprendimento, inclusione,
materiali)
Esempio:
L'ipad in classe crea solo distrazione
L'ipad in classe si usa solo per prendere appunti
E' giusto impedire agli studenti di fare foto e video con l'Ipad
Gli insegnanti non sanno usare l'Ipad perchè appartengono a un'altra generazione
L'ipad in classe migliora il modo di insegnare
Con l'Ipad in classe si impara meglio
Con l'ipad è più divertente studiare e fare i compiti
Per la preprarazione 10 munuti
Per la discussione 20 minuti
Conclusione e chiusura – 10 minuti
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A l l e ga to 6 -‐ D i a r i o a suppo r to de l l e o s se r va z i on i
Dati contesto Scuola Data Disciplina Argomento Breve descrizione
Setting - Disposizione aula:
- tipologia(ordinaria, lab info, extraodirnaria): - n°PC/tablet/i-‐pad: - Tipo LIM(penna, tattile, entrambe) : - Connessione internet (wireless, cavi):
N. Alunni in classe
Età
Durata osservazione
Descrizione degli eventi in sequenza della lezione (descrizione o videoregistrazione) Attività (Dato operativo)
Durata delle fasi Osservazioni sul gruppo classe (dato presentato)
Commenti (Interpretazioni, note osservatore)
Aspetti che guidano l’osservazione e diventano successivamente criteri di decodifica note Dimensioni Descrittori Definizione operativa indicatore Metodologia Tipologia prevalente
(Multipla) Lavoro individuale Lavoro in gruppi Lezione frontale
Fasi EAS (M) Preoperatoria Operatoria Ristrutturativa
Tipologia attività (M) 1= creazione testo libero (per testo si identifica qualsiasi attività produttiva: testo videoscrittura, testo a mano, video/audio spontanei, disegno) 2= presentazione prodotti/contenuti (presentazione del docente, relazioni degli studenti, lezioni realizzate dagli studenti) 3= progettazione (attività di progettazione,di un testo, di un prodotto multimediale, video[storyboard..ecc ] 4= documentazione (archiviazione materiali,creazione
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di repository) 6=attività di ricerca ( su libri di testo, documenti, video, internet) 7=attività di valutazione(verifica degli apprendimenti)
Didattica web 2.0 (S) Autoriale 6 5 4 3 2 1Esecutiva Web based 6 5 4 3 2 1Off line Sociale 6 5 4 3 2 1 Individuale
Docente Ruolo docente (S) 1=Erogatore: docente si limita a spiegare contenuti, non interagisce con gli studenti; 2=Facilitatore: docente spiega, sollecita gli studenti con domande, 3=Conduttore: sollecita lavori in gruppo, 4=integrato: erogatore, facilitatore,conduttore
Studenti Ruolo alunni(S) 1= Passivo-‐Ricettivo: non viene coinvolto attivamente nelle attività didattiche, non è sollecitato con frequenti domande 2= Passivo-‐reattivo: non è coinvolto attivamente nelle attività ma è sollecitato a fornire feed-‐back, interventi 3= Attivo-‐cooperativo: coinvolto in modo attivo nelle attività, ma vengono dati limiti all’autonomia di azione 4= Attivo-‐collaborativo: viene data piena autonomia e libertà nella gestione del lavoro
Partecipazione studenti (S)
1= per nulla: gli alunni sono tendenzialmente distratti, non prestano attenzione all’attività, non svolgono quanto richiesto 2= la maggior parte degli alunni è tendenzialmente distratta, non presta attenzione all’attività, non svolge quanto richiesto, solo alcuni alunni(¼) seguono con attenzione le attività 3= gli alunni seguono con attenzione le attività, svolgono quanto richiesto, solo pochi alunni (¼) non prestano attenzione 4= tendenzialmente tutti gli alunni seguono con attenzione le attività, ma non partecipano con domande , riflessioni personali 5= tendenzialmente tutti seguono con attenzione e quasi ¼ degli alunni partecipa attivamente con domande, riflessioni 6=completamente: tendenzialmente tutti seguono con attenzione e partecipano attivamente con interventi, domande e riflessioni
Stili di apprendimento attivati (M)
Verbale Lettura collettiva,scrittura ( Tastiera, penna,evidenziatori,posta elettronica, fogli mobili, programma OCR). Logica
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Connettori temporali, connettori logici, topografia, ordinamento (Calcolatrice grafiche,righello, goniometro; diagrammi, motori di ricerca) Visiva Immagini, fotografie (Videoproiettore, Monitor,connessione a macchine fotografiche digitali,videocamere, scanner. Registrazione e riproduzione. Immagini, libri illustrati) Cinestetica Esperienze manipolative (Touch screen, drag and drop, cattura schermo, rotazione solidi, figure) Musicale Riconoscimento suoni, espressione emotiva attraverso suoni o suscitati da suoni (Altoparlanti, CD-‐ROM, lettori CD-‐ROM) Intrapersonale Consapevolezza di sé, riflessione sulle proprie azioni svolte alla LIM, (progetti in tempo reale, portfolio studente, registrazione esercizi, ripresa attività precedetemnte svolte dall’alunno) Interpersonale Costruzione di rapporti sociali, Uso di strategie per rapportarsi con gli altri (Co-‐costruzione in tempo reale, Chat line, instant messanger) Naturalistica catalogazione, raggruppamenti per categorie, sequenze temporali (File manager,strumenti per la creazione di mappe semantiche, grafici, diagrammi) Esistenziale Giochi e simulazioni di esperienze reali, del quotidiano (Riproduzione giochi, realtà virtuale comunità virtuale, blog, wiki, simulazioni)
Problematizzazione: gli alunni sono incoraggiati a riflettere, a porsi domande
1=per nulla 2=abbastanza 3= molto
Autorialità: gli alunni sono lasciati liberi di giungere alla soluzione, di sbagliare
1=per nulla 2=abbastanza 3=molto
Attenzione condivisa: gli alunni si influenzano reciprocamente nel
1=per nulla 2=abbastanza 3=molto
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giungere ad una soluzione, es: completano la frase del compagno (problem solving collaborativo)
Metacognizione: gli alunni sono invitati a riflettere sui processi e le procedure
1=per nulla 2=abbastanza 3=molto
Apprendimento significativo: gli alunni formulano collegamenti ad altri contenuti, esperienze, discipline
1=per nulla 2=abbastanza 3=molto
Tecnologia Software utilizzati a supporto dell’attività (M)
1=app per produrre 2=app per comunicare 3=app per condividere 4= app per leggere 5=app per calcolare
Setting
Ambiente (S) 1= file di banchi 2= aula ad aree 3= aula ad isole 4=ferro di cavallo/semicerchio