Post on 09-Jul-2021
Fabiano Rastelli
MESSAGGI DI RISVEGLIO
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Indice dei contenuti
Prefazione
Introduzione
Parte prima
Messaggio n° 1 Chi siamo?
Messaggio n° 2 Una lancia spezzata a favore della
scienza
Messaggio n° 3 Dio e Gesù
Messaggio n° 4 La Chiesa
Messaggio n° 5 Prigionieri della vita
Messaggio n° 6 Che mondo abbiamo creato?
Messaggio n° 7 L'arroganza che nulla possa accadere
Messaggio n° 8 Il sistema
Messaggio n° 9 L'addestramento
Messaggio n° 10 Prendiamo esempio dalla natura
Messaggio n° 11 La gratitudine
Parte seconda
Messaggio n° 12 Siamo esseri speciali
Messaggio n° 13 La Legge dell'Attrazione
Messaggio n° 14 Le emozioni come guida
Messaggio n° 15 Intelligenza emotiva
Messaggio n° 16 Chi si accontenta non gode
Messaggio n° 17 Da' libero sfogo alla tua anima
Messaggio n° 18 Imparare la positività
Messaggio n° 19 Creare una verità
Messaggio n° 20 L'investimento
Messaggio n° 21 Perché Dio non mi aiuta?
Messaggio n° 22 Il male
Messaggio n° 23 Trova la tua strada
Conclusioni
Ringraziamenti
PREFAZIONE
Questo piccolo libro è stato scritto per far luce su
quegli aspetti della vita che ognuno di noi conosce, che
ognuno di noi, nel profondo del suo cuore riconosce
come verità, ma che la maggior parte delle persone non
è in grado di esprimere perché la nostra società è
costituita da falsi valori, da elementi che non ci
appartengono, che non servono. Spesso ci sentiamo
diversi, oserei dire speciali, ma anche sbagliati, inadatti.
Perché la realtà che rende la vita possibile è quella che
tutti condividono, e quando avvertiamo di non
appartenere a questa realtà, nasce lo stress, l'ansia, la
depressione. Quando dentro di noi si accende il fuoco
dei perché non si riesce a guardare il mondo come
prima, perché non si riesce più a comprendere come gli
altri riescano a vivere in questo benessere apparente,
dominato da cose, in un mondo in cui si desidera
comprare oggetti che non sono di prima necessità e che
non sappiamo utilizzare, esclusivamente per dare
impressioni a terzi.
"Questa è la situazione di tutta l'umanità, è questo il punto
in cui ci troviamo: alcuni hanno dimenticato come ridere e altri
ridono in modo nevrotico."
Osho, Questa è la vita - Oscar Mondadori
.
''Messaggi di risveglio'' ci invita a riflettere, a porre
l'attenzione sulla nostra situazione, a renderci conto
dell'opportunità, ci invita ad essere grati per ciò che
abbiamo e consapevoli che siamo speciali, che
meritiamo il meglio dalla vita e che sentirci a disagio ci
ha portato ad avere fame di sapere, a dare risposte alla
voce interiore che risiede in ognuno di noi fino al
risveglio della coscienza, unica via per una vita libera.
INTRODUZIONE
Siamo troppo abituati ad osservare ciò che ci
circonda, abituati ad osservare la solita strada per andare
al lavoro, ad osservare il grigio delle case che ci lasciamo
alle spalle quando usciamo per andare a fare la spesa o a
pagare l'ennesima bolletta, e l'idea che oltre a ciò che
vediamo ci possa essere di più non sfiora nemmeno
l'anticamera del cervello. Ci lamentiamo sempre del
meteo, o troppo caldo o troppo freddo, e quando c'è il
Sole non ci rendiamo conto che ciò che dà luce alle
nostre giornate è una stella. Siamo così presi dalle
applicazioni del nostro cellulare al punto tale di non
volgere più lo sguardo al cielo, e se non lo osserviamo
come possiamo contemplarlo, come possiamo chiederci
perché ci troviamo qui? Chi siamo? Qual è il nostro
scopo? Perché tutto ciò?
Siamo spinti ad agire dalla paura del futuro, dalla
paura di non trovare un lavoro che ci permetta di pagare
il mutuo, di comprarci un'auto, uno smartphone, dalla
paura di non riuscire ad abbellire la prigione che ci
siamo costruiti, dalla paura di non renderla un po' più
accogliente, rendendoci alla fine conto di essere
costantemente infelici.
Chi ha deciso per noi? Chi ha deciso che il valore
della vita debba dipendere da un numero, dalla cifra di
uno stipendio? Perché lasciamo che altre persone
decidano il percorso della nostra vita?
In questo libro risponderemo insieme a queste e a
molte altre domande cercando di dare un senso alla Vita.
PARTE PRIMA
MESSAGGIO N° 1
CHI SIAMO?
Delimitiamo il luogo in cui viviamo dalle barriere
architettoniche che l'uomo ha creato. Quando una
persona ci chiede dove viviamo siamo abituati a dire il
nome di una città, perché siamo abituati a dare valore a
ciò che vediamo, ma quanti di noi considerano che sotto
i nostri piedi vive un pianeta? Un pianeta che è sparato
nello spazio a 107.000 km all'ora attorno ad una stella!
Questi numeri ci invitano un istante a pensare; non
siamo solo nel nostro appartamento, nel nostro ufficio,
nella nostra auto o nella nostra città, viaggiamo nello
spazio ad una velocità incredibile! Pensiamo ai 365
giorni che la Terra impiega per girare intorno al Sole
solamente come metodo di misurazione del tempo
tramite il calendario, determiniamo cosi la nostra
routine di compleanni, di natali e di altre feste facendo
apparire il tempo ancor più breve di quanto sia. Ma non
consideriamo che la Terra nell'arco di 365 giorni viaggia
ad una velocità che neanche la tecnologia più sofisticata
potrebbe raggiungere e percorre un'orbita di oltre
novecentoventi milioni di chilometri!
È tutto così perfetto in questo immenso spazio, tutto
esattamente calcolato per noi.
Ecco allora che ci rendiamo conto di essere speciali,
di non essere qui per caso, di meritare di più perché in
tutta questa perfezione abbiamo un'unica possibilità, e ce
l'abbiamo qui, sotto i nostri occhi e tra le nostre mani,
ma non la possiamo vedere né toccare perché abbiamo
altre domande a cui rispondere, dobbiamo chiederci
come pagheremo le tasse, come pagheremo le rate e i
debiti, domande da porci e riporci ogni mese, e in tutto
ciò anche lasciare un minimo spazio per noi. Ed è così
che non abbiamo tempo per considerare il valore della
nostra vita, un tempo bruciato a pensare a cose che la
nostra natura non ha preparato per noi, pensare a cose
per cui non siamo nati, a cose che altre persone hanno
deciso che dovessimo pensare per il resto della nostra
vita, per farci stare buoni, per non lasciarci il tempo di
riflettere. Ma noi siamo speciali, ognuno di noi è
speciale, siamo tutti unici e importanti. Altrimenti non
saremmo qui!
Le religioni ci spaventano da secoli, impedendoci di
vivere, giudicandoci dall'alto come grandi inquisitori,
facendoci sentire piccoli e facendoci credere che se non
ci comportiamo in un certo modo non meritiamo il
paradiso. Non meritiamo Dio.
Ma il Paradiso è qui! Ora! E Dio è qui, intorno a noi!
Il paradiso è l'opportunità che abbiamo di vivere,
altrimenti che senso avrebbe la vita?
Questo libro è scritto per coloro che sanno, che
hanno capito che c'è qualcosa che non va, che c'è
qualcosa di più per cui vivere, per chi non si accontenta,
per chi ha capito di essere speciale.
MESSAGGIO N° 2
UNA LANCIA SPEZZATA A
FAVORE DELLA SCIENZA
"La scienza senza religione è zoppa. La religione senza
scienza è cieca."
Albert Einstein
E così dove la prima non sa rispondere interviene la
seconda.
Da sempre la scienza ha cercato di aprirci la mente,
con i suoi grandi numeri e con le sue grandi scoperte. Ha
cercato di farci capire quanta perfezione ci sia a favore
della nostra vita. Dalla nascita dell'Universo si sono creati
una serie di processi che sono durati milioni di anni
affinché tutto si preparasse per noi. Basti pensare alla
stabilità del nostro sistema solare, alla distanza della
Terra dal Sole, la distanza perfetta da rendere la Terra né
troppo calda né troppo fredda, le condizioni perfette per
l'acqua e quindi la vita. Ma c'è di più! Se nel periodo
dell'adeano un pianeta non avesse urtato la Terra,
creando migliaia di frammenti che hanno cominciato a
girarle intorno, non si sarebbe poi formata la Luna. E
senza di essa la vita non sarebbe stata possibile, perché la
Luna non ha solo il merito di donarci una visione
meravigliosa, ma ha il compito di mantenere la Terra e le
maree stabili, altrimenti le condizioni sul nostro pianeta
sarebbero state improponibili per la nascita e la crescita
di organismi intelligenti come l'uomo, che hanno avuto
bisogno di secoli per svilupparsi.
Quindi la scienza ha sempre cercato di suggerirci
quanto siamo unici e quanto sia unico ciò che è stato
creato per noi. L'uomo cerca la felicità nella materia e nel
denaro, ma la Terra ci regala spettacoli naturali ben più
sani per occhi e anima, perché noi siamo parte di tutto
questo spettacolo. Ma uomini potenti ci hanno
allontanato da questa meraviglia perché ogni sistema
cerca di tirare acqua al suo mulino. La religione non
parla mai di Universo, di stelle, di perfezione naturale.
Perché? Perché non ha mai dato valore a ciò che ci
circonda? Ha ripetuto per secoli le parole di un uomo
risvegliato, di un uomo che sapeva, che aveva capito, e
tutt'oggi chi sta ai piani alti della religione non rende alla
scienza i suoi meriti. Perché non siamo grati all'Universo,
perché non ringraziarlo tutti i giorni per ciò che ci ha
dato? Perché se la religione è così vicina allo spirito non
ritorna a questo? Siamo nati per essere felici, con tutto
ciò che la natura ci ha donato e non abbiamo bisogno di
altro, abbiamo diritto ad essere felici altrimenti la nostra
unica possibilità è vana. La religione ci ha allontanato da
ciò che realmente siamo, affermando che qui, che in
questa vita, avremmo dovuto sacrificarci per un posto in
Paradiso. Ma il Paradiso è qui! Basta guardarci intorno
per capirlo.
E se la nostra anima si sarà realizzata in questa vita
terrena, allora vivrà in pace per il resto dell'eternità, e
porterà con sé la gioia di aver vissuto in serenità, di aver
vissuto felice, di aver appieno realizzato se stessa.
Basta parlare con i nostri nonni per capire quanto la
religione abbia avuto potere sulla nostra vita, basta
raccontare loro alcuni aspetti della scienza, ed ecco che
non credono che tutte queste cose siano possibili. Perché
la religione non ha consentito loro di sapere, di
conoscere.
"I farisei e gli scribi hanno preso le chiavi della conoscenza e
le hanno nascoste. Essi non sono entrati e non hanno lasciato
entrare quelli che lo volevano. Voi, però, siate prudenti come
serpenti e semplici come colombe."
Vangelo di Tomaso - I Vangeli Gnostici, a cura di
Luigi Moraldi - Adelphi Edizioni
MESSAGGIO N° 3
DIO E GESÙ
Chi è Dio e chi era Gesù? In genere si tende a dare a
Dio un aspetto umano probabilmente perché, in fede a
quanto scritto nella Bibbia, Dio creò l'uomo a sua
immagine e somiglianza. In secondo luogo perché Gesù
si riferiva a Dio chiamandolo Padre, ma per lui definirsi
figlio del Padre era il modo più semplice per dare una
definizione di sé, figlio del Padre del mondo, di colui che
tutto ha creato. Credenti e non, tutti consideriamo che
siamo figli di un processo, di un'energia che ha creato
l'Universo, la nostra galassia, il sistema solare, la Terra e
in fine noi. E che questa energia la si chiami Dio, o Forza
Universale, o Padre o Spirito Santo, o Fonte
"La Chiesa è esattamente ciò contro cui Gesù predicò e
contro cui insegnò ai suoi discepoli a combattere."
Friedrich Nietzsche
La resurrezione che Gesù intendeva per noi non è
altro che il risveglio della coscienza, il risveglio dello
spirito, quel risveglio che ci hanno sempre negato, ma
che fa parte del nostro reale e naturale stato dell'anima.
Gesù si incarnò nel ventre di Maria come salvezza ad un
mondo che già allora si nutriva di falsi valori, cosi
accadde per Buddha cinquecento anni prima di Gesù,
per Maometto cinquecento anni dopo Gesù e per chissà
quanti altri uomini nel resto del mondo! Se una persona
crede, allora è allo stesso tempo cristiano, buddhista o
musulmano, perché tutte le icone di queste religioni
fanno fede ad un unico Dio, ad un'unica energia
generatrice, perché in ogni tradizione, esiste una base di
verità che ha lo stesso succo di tutte le altre. Avatara, o
incarnazioni divine, così come sono conosciute
nell'induismo, e profeti fanno fede allo stesso principio
creatore di tutte le cose. Sono gli uomini che succedono
a questi Maestri che pretendono una qualche
primogenitura alla Verità. Ma la Verità è un qualche cosa
che non appartiene ad una religione in particolare, è una
dimensione interiore di beatitudine, che appartiene ad
ognuno di noi. A tal proposito consiglio un testo:
Cristianesimo Mistico di Yogi Ramacharaka, una raccolta
di saggi nella quale viene esposta la vita di Gesù da un
punto di vista esoterico, raccontando appunto tutto ciò
che accadde dai 13 ai 30 anni, periodo occulto sul quale
la Chiesa ha spento la luce.
MESSAGGIO N° 4
LA CHIESA
Che ruolo ha avuto la Chiesa nei secoli?
Non voglio ora condannare tutti i membri della
Chiesa, perché senz'altro vi fanno parte uomini di
grande valore e di grande spirito. Uomini che senz'altro
condividono un grande amore per Dio e per la vita, e
prendere i voti è per costoro il metodo più pratico per
riconoscere la loro fede.
Ma la Chiesa è un sistema vero e proprio.
Un sistema che ha manipolato l'uomo, che ha
spaventato, che ha invitato l'uomo al sacrificio, al dolore,
alla rinuncia per un posto in Paradiso, non considerando
che il Paradiso è qui, è ora, e la felicità è un nostro
diritto.
Gesù disse: « Se coloro che vi guidano vi dicono: Ecco il
Regno (di Dio) è in cielo! Allora gli uccelli del cielo vi
precederanno. Se vi dicono: È nel mare! Allora i pesci del mare
vi precederanno. Il Regno invece è dentro di voi e fuori di voi» .
Il Vangelo di Tomaso - I Vangeli gnostici, a cura di
Luigi Moraldi - Adelphi Edizioni
La piena consapevolezza è un diritto che tutti hanno
e la povertà deve essere eliminata perché nella povertà
c'è tristezza, c'è dolore, c'è morte e malattia, e la povertà
indotta dal denaro, ovvero l'inaccessibilità alle risorse e ai
diritti fondamentali, è qualcosa di inconcepibile
nell'universo. La Chiesa ha sempre sostenuto la povertà
senza però eliminarla, perché nella povertà non ci si
pone domande ma ci si limita ad essere grati verso
coloro che gettano le briciole a terra, tenendo buone le
masse e non consentendo loro il risveglio, ovvero la
cosiddetta resurrezione, la rinascita, colpevolizzando
invece coloro che hanno raggiunto il benessere, quasi
come se il loro benessere avesse tolto qualità alla vita dei
poveri.
Nella povertà e nella fame non può esserci
l'illuminazione, perché il corpo ha bisogno di forza ed
energie, lo stesso Gautama Buddha capì che per giungere
e per sostenere un simile stato di conoscenza il corpo
deve essere in buone condizioni e non spossato dalla
fame e dalla sete.
Ma una persona saggia è pericolosa, e lo stesso Gesù
non ha avuto i suoi meriti perché spaventava chi gestiva
il potere di allora.
E per quale motivo la Chiesa, proibisce ai preti di
sposarsi e perché non ritiene che le suore abbiano diritto
ad essere al livello di un prete, di un vescovo, un
cardinale o un Papa?
Gesù mori a 33 anni, e all'epoca quando gli uomini si
sposavano erano molto più vecchi delle donne. Basta
pensare che le donne romane si sposavano a 12/13 anni, e
che i loro sposi avevano l'età dei loro padri!
Quindi non sapremo mai se Gesù si sarebbe sposato.
E se avesse voluto tramandare la sua fede ad un figlio? Su
questo discorso si apre un vasto mondo di speculazioni
riguardo la vita intima di Gesù. La teoria più comune è
che Gesù avesse una relazione particolarmente intima
con Maria Maddalena; infatti nel Vangelo di Filippo ( I
Vangeli Gnostici, Luigi Moraldi - Adelphi Edizioni) è
scritto testualmente così: "Il Signore amava Maria più di
tutti i discepoli, e spesso la baciava sulla bocca."
Maria non sarebbe stata solamente la compagna di
Gesù ma sarebbe anche stata l'iniziata preferita di Gesù,
ovvero la discepola che meritava più di tutti la
trasmissione della conoscenza. A tal proposito è uscito al
cinema un film (Maria Maddalena regia di Garth Davis -
2018) che narra appunto lo stretto legame tra Gesù e la
sua nobile discepola, la quale, unica tra i dodici, avrebbe
peraltro afferrato il senso metaforico del Regno a cui
Gesù alludeva. In questo senso anche la figura maschile
del pontefice verrebbe compromessa. Se Gesù assegnò ad
una donna la divulgazione della sua conoscenza, per
quale motivo deve essere un uomo il massimo esponente
della Chiesa, il ponte tra Dio e l'umanità?
Ritornando al celibato sacerdotale, per quale motivo
i preti che sentono le pulsioni primordiali come tutti
devono reprimerle, perché? Perché condannare il
processo più naturale che esista e più puro di
tramandare la vita? Perché sentirsi in colpa? Perché non
poter accogliere dentro il nostro cuore la fede e l'amore?
Quando un uomo è illuminato o è sulla via del
risveglio farà ciò che sentirà e ciò che sentirà sarà giusto.
Rischio qui di essere frainteso, ma se un uomo di fede
sente il bisogno di crearsi una famiglia perché non può
farlo? Perché scindere la fede e l'amore così
drasticamente? Bisogna tra l'altro considerare che il
rapporto di coppia è quanto di più nobile ci sia dato che
la vita, così come Dio stesso l'ha creata, si perpetua
proprio nella complementarietà dei poli, nell'unione
delle polarità che unendosi generano la vita, insomma
nel matrimonio.
Ma veniamo ad una questione ancor più
interessante.
Così come prima e dopo Gesù in altre parti del
mondo sono nati altri risvegliati, dai quali poi sono nate
le varie tradizioni religiose; se un giorno nascesse un
uomo saggio, illuminato, capace di avere poteri, nascesse
un Cristo, nascesse un uomo capace di insegnare a tutti
ad usare la mente, lo spirito e il corpo, e mostrasse
quindi la via per l'illuminazione, la via per una vita libera
da malattie e da ogni male, la Chiesa riconoscerebbe in
costui un nuovo Gesù o per paura di perdere i suoi
interessi, per paura che il suo potere porti via alla Chiesa
fedeli vi rinuncerebbe? Così mentre Gesù invitava ad una
proiezione interiore, in cui cercare le risposte, in cui
cercare l'amore, in cui cercare il Regno dei cieli, la Chiesa
ha invitato l'uomo alla proiezione verso essa stessa.
Il diritto al risveglio è di ognuno di noi e ogni uomo
potrebbe illuminarsi, potrebbe raggiungere la piena
coscienza del sé, così come Gesù, così come Buddha, ed
ecco perché gli occidentali si convertono alle religioni
orientali; proprio perché la filosofia orientale riconosce
questa possibilità. Ed ecco perché la Chiesa ha invitato
gli uomini a spogliarsi di tutto, ecco perché ha sostenuto
la povertà, perché nella povertà non può esserci il
risveglio. Se ogni persona vivesse nell'abbondanza,
ovvero nella ricchezza spirituale, nella comprensione di
ciò che davvero vale, nell'uso equilibrato delle risorse,
tutti avrebbero la possibilità di vivere una vita ricca, dato
che il pianeta sul quale viviamo è generoso, e ha frutti
per tutti.
MESSAGGIO N° 5
PRIGIONIERI DELLA VITA
Che senso ha la vita? La maggior parte delle persone
non se lo chiede, si chiede come pagare l'affitto, si chiede
che auto comprare o come rateizzare il proprio telefono.
Quindi ci svegliamo al mattino per iniziare la corsa.
Tutti corriamo. Per andare al lavoro, per andare alla
posta, o per andare a comprare l'ennesimo apparecchio
tecnologico, che per carità, aiuta e facilita la nostra vita
ma nessuno si chiede se pagare e lavorare sia giusto o
sbagliato, lo facciamo e basta, perché a fine mese ci
arriva lo stipendio e quindi la domanda non può sorgere
in maniera spontanea. Lo stipendio ci consente di
abbellire la prigione in cui viviamo, la prigione per cui
non siamo nati ma che ci hanno insegnato ad
apprezzare sin da piccoli. E quindi la nostra vita che
valore ha? Che valore diamo alla nostra vita qui? Il valore
di un'auto o di uno stipendio? Le persone si arrabbiano,
gridano, litigano durante la loro corsa giornaliera e in
tutto questo caos come facciamo a renderci conto che è
tutto sbagliato? Non c'è tempo per pensare. Non
abbiamo nemmeno tempo per alzare gli occhi al cielo e
contemplare l'Universo, come potremmo mai sognare?
Ritengo che ognuno di noi dovrebbe fare ciò che
sente, fare il lavoro che preferisce e gli artisti, ad
esempio, sono coloro che fanno della loro passione la
loro vita, loro sono liberi. E la mia è una lancia a favore
dei propri sogni, dei propri desideri, delle proprie
passioni, perché è lì che si libera lo spirito, è lì che il
nostro Dio interiore raggiunge il massimo della
realizzazione. Allora sì che la vita ha un senso, e nel
momento in cui siamo connessi con ciò che ci circonda
allora i nostri desideri si realizzano, perché questo è il
volere dell'universo: la nostra felicità.
Un amico mio caro, è spesso giù di morale perché la
vita non gli sorride. Il segreto è sorridere alla vita,
credere in un sogno, e far si che questo si realizzi. È
questo che rende la vita interessante. Era depresso
perché non aveva soldi per uscire, per portare a cena la
propria ragazza, e quando ha cominciato a lavorare le
cose non sono di molto migliorate. Anche in lui c'è un
Dio interiore che gli parla, che vuole realizzarsi, ma la
sua mente e i paletti con i quali cresciamo lo vogliono
tirare dentro quella prigione che il sistema tiene pronta
per noi e non gli consentono nemmeno di pensare a
cosa lui Vuole fare.
Una persona che abbia un minimo di coscienza non
riesce a rimanere in quel buco, un buco in cui ogni tanto
apriamo uno spiraglio per prendere una boccata d'aria!
Ed ecco perché vengono le malattie, vengono le
depressioni e i disturbi mentali. I lavori di una volta
erano differenti, si lavorava il campo per la propria
famiglia e in un certo senso si era più vicini alla natura,
si parlava con i frutti per farli crescere buoni e maturi, e
quindi si era connessi con l'Universo, un po’ come
succede nel film Avatar.
Quanti di noi rinunciano alla libertà interiore per
paura del futuro, per paura di non poter pagare? E si
abbandonano quindi ad un lavoro che non gli piace, in
ufficio tutto il giorno, vivendo di quello stipendio che
per altro non si possono godere del tutto, abbellendo di
tanto in tanto la loro prigione.
Il segreto è sognare, è volare, la nostra occasione è
unica, è una sola! Ecco allora che quelle persone che
sono così piene della loro passione avvertono anche un
desiderio sessuale inferiore, perché i loro centri
superiori sono così sazi che è un po’ come se avessero
fatto l'amore. Questo è ciò che accade a chi ha realizzato
i propri sogni; è così sazio e così pieno d'amore, così
vicino a Dio che non sente la necessità di ricercarlo nel
rapporto. Ma ciò non vuol dire che non debba mai avere
rapporti anzi, se avvertisse determinati stimoli perché
non soddisfarli? Non dimentichiamoci che il corpo fisico
è il mezzo che la nostra anima ha per provare emozioni,
gustare sapori, profumi, eccitazione e quant'altro. Ma
godere degli applausi di un pubblico dopo uno
spettacolo, i complimenti di persone che ti dicono di
aver sorriso grazie al tuo umorismo, o alla tua voce non
ha eguali, dà una continua sensazione di benessere e
stima di sé. Insomma sei felice! Anche perché il piacere
di dare appaga automaticamente. La differenza sta nel
fatto che una persona realizzata, in armonia con il
proprio Sé, non è dipendente dal sesso come se fosse una
valvola di sfogo dalla propria vita.
Senz'altro gli antichi avevano meno problemi e più
serenità, vivevano a contatto con ciò che è stato creato
per noi: la natura! Ma oggi l'uomo ha la possibilità di
sapere, ha la possibilità di realizzarsi in ciò che più sente
vicino alla sua anima, e le persone più sensibili oggi
possono avere la loro rivincita.
MESSAGGIO N° 6
CHE MONDO ABBIAMO
CREATO?
È incredibile come nel 2014 (anno in cui è stato
scritto il libro) non siamo riusciti a trovare un modo di
mettere pace sulla terra. Siamo incapaci di trovare una
politica che sia in grado di rispettare l'uomo, di dare
all'uomo il valore che merita, quale miglior frutto che
madre natura abbia creato.
C'è ancora gente che muore senza motivo, magari
perché porta avanti la sua idea, magari perché difende il
suo orientamento sessuale e questo solo perché viviamo
in un mondo alimentato dai pregiudizi. La mente
dell'uomo ha dimostrato di fare progressi in tutti settori,
possibile che salgano al potere uomini che non hanno
cuore, che non hanno un minimo di coscienza?
Possibile che si faccia ancora la guerra? La patria non
esiste, il confine è solo una linea immaginaria! Quando
l'uomo cesserà di creare armi? Come è possibile che ci
siano ancora persone disposte a cingere in mano
un'arma, a cingere in mano la morte? Quanto ancora ci
dobbiamo evolvere prima della pace? Oggi possiamo
scegliere!
Quando saremo tutti Terrestri? Quando smetteranno
di esistere le parole immigrato o emigrato? Quando
smetterà di esistere il permesso di soggiorno? Che parola
è? Io sono nato sulla Terra, che permesso devo avere per
soggiornare a casa mia? In un paese o in un altro, sarà
sempre casa mia! Tutto il mondo è paese!
Mettiamo l'attenzione su quanto una persona debba
scontare per un reato o sul fatto che le carceri siano
colme di detenuti. Se ci fosse la pace, non ci sarebbe
necessità di alcun carcere! Perché abbiamo sviluppato
l'intelligenza e non lo spirito? Perché siamo in grado di
creare le armi più potenti ma così impotenti di amare?
Il punto non è che se non ci fosse l'ordine ci sarebbe
il caos. Se ci fosse pace, se ci fosse amore, se ci fosse
umanità non vi sarebbe spazio per il crimine, non
farebbe nemmeno parte dei nostri pensieri. O esistono
alcune parole o ne esistono altre. Di questi tempi non
sappiamo neanche a cosa sia attribuibile il termine pace,
ma se vivessimo in armonia con il mondo che ci
circonda, quale nostro reale e naturale stato di vita, non
ci sarebbe neanche la necessità di coniare termini come,
guerra, crimine, armi, proiettili, e via discorrendo; se ci
fosse la pace sulla Terra non ci sarebbe la necessità di
celebrare la Giornata della Pace, dato che appunto le
feste sottolineano le mancanze che ci sono nel mondo.
Esiste il caos perché l’uomo ha creato il denaro, e chi
non ha denaro non ha accesso agli elementi
fondamentali per la sopravvivenza, ecco allora che le
persone che sono sul lastrico si danno a furti, rapine, e
spesso omicidi. Crediamo di poter comprare tutto con il
denaro, e perciò ci spingiamo oltre qualsiasi legge
naturale, umana e morale. È questa macchina infernale
che ci spinge a tali pazzie, perché il sistema non tutela
chi perde il lavoro, non tutela chi non ha i soldi per
pagare i debiti che si è fatto nel tentativo di realizzare i
propri sogni, non tutela chi non ha i soldi per fare la
spesa, o chi non ha la casa: mangia quanto può e quando
non hai più nulla ti mangia pure la dignità.
Non esiste il male, ma solo un freno al benessere, alla
serenità, un freno ad una felicità che meritiamo; ma noi
il benessere non lo possiamo vedere, perché ci hanno
insegnato sin da piccoli a rinunciarvi, a scambiare la
nostra vita con il denaro. E il denaro non è
effettivamente il responsabile di questo meccanismo;
come tutte le cose create dall'uomo, è l'uso che se ne fa
che lo rende sporco, il fatto è che il denaro viene usato
per rendere le masse schiave e dipendenti, quando
invece dovrebbe essere un mezzo a disposizione
dell'uomo per migliorare certamente la sua vita
materiale, ma soprattutto per dargli la possibilità di
realizzare i propri sogni, e quindi per star bene anche da
un punto di vista spirituale. L'abbondanza è una
dimensione di equilibrio nei vari aspetti della vita, e
quanto più una persona è serena interiormente tanto
meno sarà dipendente dal denaro, dato che le cose
davvero importanti non hanno alcun valore economico.
"I soldi non sono importanti...Dio è importante, il cielo,
l'aria sono importanti. I soldi non sono nulla, servono solo a
rendere l'uomo schiavo."
Bob Marley
Se qualche capitolo fa ho lanciato una lancia a favore
del progresso scientifico, qui devo dire che il lato oscuro
di questa evoluzione esteriore, è quello di averci portato
a creare un mondo in cui l'unico obiettivo è realizzare
l'ego individuale e di conseguenza produrre quanti più
mezzi possibili per giungere a questo scopo.
Naturalmente questo riflette un profondo vuoto
interiore.
MESSAGGIO N° 7
L'ARROGANZA CHE NULLAPOSSA ACCADERE
L’uomo vive con arroganza; si arrabbia, se la prende
con i suoi stessi simili, odia le persone di diverso colore,
di paese diverso, perfino chi cerca nel suo paese un
rifugio, un futuro, una speranza. Siamo arroganti,
crediamo di poter fare qualsiasi cosa, e viviamo con la
tranquillità che nulla di brutto ci possa accadere. Ma la
natura è imprevedibile e non sappiamo se questa sera ci
sarà un terremoto, non sappiamo se questa sera saremo
ancora qui, e tutte le nostre parole, le nostre
arrabbiature, i discorsi che ci impone la televisione, la
politica, il traffico che ci fa arrabbiare, la fretta che
abbiamo al supermercato, tutte queste cose non valgono
più niente! Non hanno alcun senso, perché nel momento
in cui la nostra routine viene interrotta, nessuna di
quelle parole, nessuna arrabbiatura, avrà avuto alcun
valore.
Ci arrabbiamo sempre e arrabbiandoci trattiamo
male i nostri parenti, le persone con cui abbiamo più
confidenza e perfino gli estranei, semplicemente perché
magari ci hanno fatto un torto banale, o solo perché
magari pensiamo che ci hanno fatto fare un brutta
figura, o perché semplicemente ci dà fastidio il fatto che
loro abbiano ragione; e non ci rendiamo conto che è
tutto tempo perso.
Perché stasera magari sarà troppo tardi, e non
avremo più tempo per chiedere scusa.
Il nostro tempo ha un valore immenso: vale più di
una discussione per essere primo in coda al
supermercato, vale più di passare con il rosso! E noi lo
sprechiamo, lo buttiamo senza dargli valore.
Odiamo e auguriamo il male agli altri solo perché
magari nel nostro paese non c’è lavoro e perché uno
straniero tenta una vita migliore a casa nostra.
Il punto cruciale è che abbiamo creato un realtà
fasulla, quasi come se vivessimo in un videogame e non
ci rendiamo più conto dei veri valori della vita.
I nostri valori sono l’auto di lusso, ma anche se
abbiamo l’auto di lusso comunque ci arrabbiamo. I nostri
valori sono i vestiti firmati, ma anche se li indossiamo ci
arrabbiamo lo stesso. I nostri valori sono i gioielli
costosi, ma anche se li indossiamo ci arrabbiamo lo
stesso, anzi pensiamo che le persone che non hanno
questi beni non meritino il nostro rispetto, la nostra
attenzione, al limite solo la nostra rabbia.
Come possiamo sentirci migliori di qualcuno solo
perché indossiamo qualcosa che abbiamo pagato caro?
Questo dimostra che viviamo in una realtà
camuffata, finta, e se in questo videogioco un blackout
dovesse togliere la corrente ci ritroveremmo al buio,
senza sapere più chi siamo! Allora ci renderemmo conto
che abbiamo passato del tempo a inseguire cose prive di
vero valore.
Spesso sacrifichiamo il presente per vivere un futuro
che magari non esisterà mai.
Ci arrabbiamo, basta che ci arrabbiamo.
Viviamo con l’arroganza di avere avanti a noi un
tempo illimitato, perché ci hanno insegnato che il
mondo è fatto di cose e non di emozioni, non di
rapporti. Ci hanno insegnato falsi valori affinché
potessimo sottometterci come formiche e lavorare, in
modo che qualcuno più in alto di noi potesse realizzare
sogni più grandi dei nostri.
Viviamo come se le catastrofi naturali non ci
toccheranno mai! Anche se ci sono i telegiornali
pensiamo che tali tragedie, essendo distanti da noi, non
siano realtà, che la morte per disgrazia o per catastrofe
non sia realtà, e dopo che abbiamo guardato il
telegiornale torniamo ad arrabbiarci perché la rete wi-fi
è debole o assente, e siamo perfino contenti se
l’imbarcazione piena di immigrati diretta nel nostro
paese affonda nel mezzo dell’oceano con donne e
bambini, quasi come se fossero diretti a casa nostra per
rubarci il futuro! Non solo non comprendiamo il valore
della nostra vita, ma disprezziamo la vita altrui! Non
abbiamo ancora capito che in realtà siamo tutti ospiti
della Terra.
"Quello che mi ha sorpreso di più degli uomini
dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi, e poi
perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro
che si dimenticano di vivere il presente, in tale maniera non
riescono a vivere il presente, né il futuro. Vivono come se non
dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai
vissuto."
Dalai Lama
MESSAGGIO N° 8
IL SISTEMA
"Abbiamo costruito un sistema che ci persuade a spendere
soldi che non abbiamo, in cose di cui non abbiamo bisogno, per
creare impressioni che non dureranno, in persone che non ci
interessano."
Emile Henry Gauvreay
Nasciamo e cresciamo in un sistema il cui unico
scopo è seppellire la nostra coscienza.
Riempiamo la nostra vita di oggetti perché crediamo
che la nostra felicità e il nostro benessere dipendano da
ciò che c'è fuori, da quante più cose materiali ci
appartengono. Il benessere bisogna cercarlo dentro di
noi, nella nostra anima!
Eliminare il sistema probabilmente è impossibile,
perché ormai abbiamo creato una dipendenza tale da
esso, che nel momento in cui si dovesse bloccare, si
verrebbe a creare un disagio inimmaginabile. Dato che
non si può uscire dal sistema, a meno che si vada a vivere
su un'isola deserta all’insaputa di tutti, ci si deve
convivere.
Il sistema ci tiene in vita e noi teniamo in vita il
sistema e se anche decidessimo di non appartenervi non
potremmo farlo. Il sistema è una macchina
incontrollabile che viaggia a tutta velocità e noi siamo
legati a questa macchina da una cintura di sicurezza, e
l’unico modo per restarne vivi è controllarla.
Se decidessimo di non appartenere al sistema e
vivere ad uno stato naturale, quindi vivere dei frutti che
la natura ci ha donato gratuitamente, non lo potremmo
fare, perché ormai non c’è piantagione, albero o frutto
che non sia proprietà di qualcuno, e non potremmo
strappare una mela da un albero e mangiarla. Quindi se
vogliamo vivere dobbiamo comunque appartenere al
sistema, siamo obbligati, a meno che ci accontentiamo di
vivere come un senzatetto e mangiare alla mensa dei
poveri, ma dato che l’uomo è un individuo sociale, è
molto difficile accettare una simile situazione.
Prima di esporre alcune possibilità di convivenza
con il sistema voglio riflettere sul nero periodo che
incombe sull'umanità.
La mancanza di lavoro e le sue tristi conseguenze
dovrebbero farci riflettere che non è questo che
bisognerebbe aspettarsi nella vita. La grande crisi
potrebbe essere l'occasione per inventarsi qualcosa che
ci faccia tornare a vivere, perché non è giusto che un
uomo senza lavoro, un uomo che non può pagare, debba
suicidarsi. Non è giusto che un uomo che non paga
venga sfrattato, venga umiliato per un male che non ha
commesso o a causa di un lavoro che non c'è. Ognuno di
noi ha il diritto di godere dei doni che Dio ci dà e la
mancanza di lavoro non è un buon motivo per privare
queste anime di ciò che la natura ci offre gratis, di
privare queste anime del diritto alla vita.
Detto questo, le opportunità di convivenza con il
sistema sono qui sotto elencate.
La prima opportunità e quella di farsi manipolare
dal mondo in cui viviamo e plasmarsi in base ad esso,
scambiando i valori essenziali della vita in cambio di
denaro, in modo tale da poter comprare tutte quelle cose
che non hanno alcun valore, ma che assumono il valore
che noi diamo ad esse, e quindi tutti gli oggetti materiali
che non sono di prima necessità per la nostra vita ma
che cercano di renderci la vita quanto più accettabile. Ci
sono persone che sono in grado di far parte del sistema,
che non vedono per se stesse alcun futuro speciale. Ci
sono persone che danno a se stesse e alla propria vita il
valore dello stipendio!
La tua vita vale solo 1200 euro al mese? Il tuo tempo
vale cosi poco?
''Nel tuo letto di morte, consapevole che il tuo tempo sulla
terra sta terminando, cerchi di comprare un'ora in più di vita.
Ma non puoi. Nemmeno offrendo tutte le tue fortune puoi
comprare un' ora di vita. Non puoi nemmeno comprare un
secondo. Allora ti rendi conto che un solo secondo del tuo tempo
ha un valore incalcolabile.''
Gazzettadelapocalipsis.com
La seconda opportunità è quella di cercare, per
quanto possibile, di non appartenere al sistema. Cercare
di creare qualcosa, lavorare per se stessi, fare qualcosa
che ci piace, perché la soddisfazione di far qualcosa che
amiamo vale più di qualsiasi stipendio; è il premio per la
nostra creatività, per il nostro genio, per la nostra anima
che ha deciso tramite il nostro corpo di creare. Il nostro
genio verrà apprezzato dagli altri, e venderemmo a
costoro la nostra creatività, la nostra arte. In tal modo
ogni risveglio sarà una gioia, perché la nostra fame di
creare verrebbe soddisfatta nell’arco della giornata.
Credo infatti che ogni persona debba cercare di
realizzare prima se stessa, prima di pensare a voler
creare una famiglia, perché altrimenti finirebbe per
dover accettare qualsiasi lavoro pur di mantenerla, e
dato che il senso della vita è il nostro benessere non
possiamo accettare di far qualcosa che non ci piace. La
famiglia deve essere quel nucleo che ci accompagna nella
nostra soddisfazione personale, anche perché più siamo
sereni con noi stessi, più siamo in grado di far star bene
chi ci accompagna in questo cammino.
La terza opportunità potrebbe essere quella di avere
una coscienza e una vocazione tali da dedicarsi ad una
vita religiosa nelle sue varie forme, e quindi potrebbe
essere una maniera per uscire dal sistema, per affidarsi a
Dio e per essere vicino ai più bisognosi, o diventare una
guida spirituale.
La quarta opportunità è quella di credere che ci
meritiamo ogni bene. Credere che possiamo raggiungere
qualsiasi obiettivo, e con questo atteggiamento, diventare
i leader della nostra vita, creare il nostro percorso,
diventare i creatori costanti del nostro domani,
sviluppare un potenziale spirituale e mentale che ci
consenta di fare o essere qualsiasi cosa, e di raggiungere
una pace ed un equilibrio tali da realizzare il reale senso
della vita quale la felicità. In poche parole fare un po’ ciò
che abbiamo detto nella seconda opportunità ma non
limitandosi al lavoro, ma aprendosi a qualsiasi desiderio
nasca nel nostro cuore. Se ogni persona credesse in
queste potenzialità non vi sarebbe motivo e spazio per
qualsiasi tipo di male al mondo, perché tutti capirebbero
che il potenziale è dentro di noi. Ognuno può avere
accesso a questa energia senza la necessità di dover
depredare nessun altro, dato che, innanzitutto, la felicità
è un percorso di realizzazione interiore e non è
sinonimo di accumulazione di beni.
MESSAGGIO N° 9
L'ADDESTRAMENTO
Sin da quando si è piccoli la scuola insegna ad essere
semplicemente un numero.
Ti addestrano ad essere quel numero che all’inizio
sarà un voto e poi diventerà uno stipendio, se porti a
casa un 10 vali ottimo, 7 buono, 6 sufficiente, e cosi a
scendere.
Quanti genitori urlano e si arrabbiano perché i loro
figli non portano bei voti a casa? Forse è la
dimostrazione che hanno carattere, che hanno curiosità
per il mondo che li circonda, e identificarsi con un
numero non li renderà persone migliori. La capacità di
un soggetto sta nel creare, nel tirar fuori dal suo spirito
qualcosa, e mi preoccuperei se mio figlio è meno bravo a
fare un disegno piuttosto che essere orgoglioso se
prende 10 per una poesia, o per aver memorizzato un
processo matematico, o per aver studiato fino ad
addormentarsi una vecchia vicenda storica. Imparare un
procedimento a memoria è come addestrare un cane a
fare un percorso in cambio di un bocconcino; se prendi
un bel voto sei bravo, quindi meriti, altrimenti castigo.
Spesso questo accade solo a causa della competitività che
si crea tra genitori, solo per essere orgogliosi che il
proprio figlio porta voti più buoni degli altri a casa, per
dare l'impressione di essere un genitore modello. Un po'
come quelle persone che prendono la razza di cane più
costosa per sfilare al parco quasi come se quell'animale
fosse un trofeo! La maggior parte dei bambini si rende
parte di questo meccanismo pur di dar soddisfazione alla
sua figura di riferimento, anche a costo di seppellire le
sue capacità artistiche, rischiando così di sfogare lo stress
in un qualche disturbo! O ancora c'è chi lotta e poi
finisce per ammalarsi o prendere una cattiva strada,
perché in un certo senso gli viene vietato di essere ciò
che egli è.
Bisogna preoccuparsi se un bambino dopo otto ore
di scuola continuerà a fare i compiti fino a cena, anziché
preoccuparsi se avrà voglia di andare a giocare con gli
amici o se sarà troppo preso dalla curiosità del mondo
che lo circonda.
Naturalmente non si può generalizzare, alcuni
svilupperanno determinate abilità piuttosto che altre,
dipende da ciò che sarà il suo spirito. Bisogna insomma
lasciare libertà a quello spirito di manifestarsi, ma ciò
che conta è di non insegnare ai bambini ad essere solo
un numero, perché il valore di una persona non dipende
da quello, perché altrimenti nella vita continueranno a
misurare gli altri e se stessi in base ai numeri, in base ai
soldi. Questo discorso vuole far comprendere che la cosa
principale per la nostra felicità e la nostra serenità, è dar
libero sfogo alla nostra anima e non quello di cercare
d'insegnare falsi valori sin da piccoli; non bisogna
insegnare che se prendi 10 sei più bravo e meriti il
rispetto e la stima di genitori, insegnanti e compagni, e
se prendi 6 invece no. Bisogna insegnare che il successo
non è dato in cambio per ciò che fai, ma che il successo è
fare ciò che senti, imparare a credere nella creatività,
perché non c’è miglior successo nel soddisfare la propria
anima, perché è questo che ti farà alzare tutti i giorni
con il sorriso, e non una banale cifra, un voto, o peggio
ancora uno stipendio.
Quante persone non hanno meritato la stima dei
propri suoceri solo perché non avevano un titolo? O
quante persone hanno dovuto compiere fughe d’amore
perché la famiglia non avrebbe mai accettato un partner
sognatore, un artista, un creatore?
MESSAGGIO N° 10
PRENDIAMO ESEMPIO DALLA
NATURA
Guardando un documentario sul mondo marino, mi
sono reso conto di quanto siano intelligenti, e simili a
noi, i nostri amici marini, in particolare i mammiferi.
La cosa che più mi ha colpito è che i mammiferi
marini, in questo caso erano le orche le protagoniste
dello schermo, sono molto simili all'uomo e peraltro
molto intelligenti. Difatti, come l'uomo, le orche vivono
in nuclei familiari, si legano quindi ai loro genitori, ai
loro figli e vivono insieme molto a lungo. Già il fatto di
vivere in un nucleo dimostra che la loro intelligenza è
innanzitutto emozionale, si legano ai loro parenti e
vivono con loro gran parte della vita, e ciò è dimostrato
in particolare nella caccia. È strepitoso osservare il
metodo in cui organizzano l'attacco ad una preda:
comunicano tra loro, hanno una coscienza. In secondo
luogo è impressionante la loro capacità di comunicare
nelle situazioni quotidiane, nella formazione da
assumere per agire, ognuno con il proprio ruolo
naturalmente, e cosa ancor più curiosa è la loro
generosità nel condividere la preda! L'egoismo non fa
parte del loro sistema!
La cosa che mi meraviglia di più però, è la loro
libertà di vivere nel mondo donatoci da Dio. Loro
cacciano, giocano e vivono liberi nell'habitat naturale
come noi dovremmo imparare a fare. Liberi dal denaro,
liberi dalla schiavitù del lavoro, liberi dalle tasse e liberi
dalla materia. Solo perché vivono così non dimostra che
siano meno intelligenti. Anzi, magari potrebbero avere
tutte le capacità di comunicare con l'uomo, ma
conoscendo la nostra cattiveria è probabile che per loro
sia una scelta vivere così, nel mare, senza creare alcun
contatto.
Le persone si lamentano di non avere abbastanza
denaro, o di non avere il lavoro adatto. Le orche non
lavorano e non hanno denaro, se hanno fame la natura
ha donato loro un immenso oceano pieno di frutti e lo
stesso ha fatto con noi, ma noi non sappiamo guardarci
intorno. Finché l'uomo darà peso al denaro, sarà sua
vittima. Viviamo per lavorare, ma dei nostri meriti non
siamo padroni. Se un artigiano vuol vendere la propria
arte, deve chiedere il permesso, se la sua anima vuole
creare qualcosa, deve pagare per poter creare. A chi
dobbiamo queste regole? Perché?
Naturalmente con il denaro si possono fare
moltissime cose, curare malattie, viaggiare, e tanto altro,
ma dovremmo imparare a vivere dai nostri amici
marini, liberi, liberi da ogni lavoro inutile e superfluo, o
almeno limitare la nostra dipendenza da quello che il
sistema in cui viviamo ci costringe ad utilizzare. Che
cosa dà lavorare per creare auto? Per i lunghi viaggi ci
sono i treni, gli aerei, le navi, ma le auto a cosa ci
servono? Per muoverci serve la benzina, (denaro che ci
viene tolto dallo stipendio), se c'è un guasto la
riparazione tocca a noi (denaro che ci viene tolto dallo
stipendio) o al limite da un'assicurazione che sempre noi
siamo tenuti a pagare. Siamo comunque dipendenti dal
dover pagare e dal dover lavorare. Forse non sarà
possibile un drastico cambiamento, ma cominciando a
fare un lavoro di distacco è possibile a lungo termine
vederne i benefici. Bisogna tra l'altro considerare che i
semi del futuro li piantiamo noi in questo momento,
quindi anche se non saremo noi i diretti beneficiari del
cambiamento, i nostri figli saranno coloro che
beneficeranno sicuramente di una vita più libera, più
serena e meno dipendente dal sistema in cui viviamo.
Insomma impariamo a guardarci intorno, la vita è
bella, e per paura dobbiamo vivere come schiavi, vivere
una schiavitù che addirittura abbiamo imparato ad
apprezzare.
MESSAGGIO N° 11
LA GRATITUDINE
"L'universo ama le persone grate, più siete grati, più
l'Universo vi darà cose per cui ringraziare."
Louise Hay
Cosa vuol dire essere grato?
Essere grato vuol dire essere riconoscente, prendere
coscienza, rendersi conto, avere consapevolezza di tutto
ciò.
Una persona media potrebbe dire: «tutto cosa?»
Vive per lavorare, lavora per guadagnare, guadagna
per pagare, e cosa le rimane? Come fa la sua anima a
vivere di gioia? Vive nel tormento quotidiano!
E anche se di tanto in tanto Dio le parlerà e la farà
riflettere sarà sempre colma di pensieri per andare
avanti e non potrà mai vedere le meraviglie del mondo.
Gratitudine vuol dire riconoscenza, rendersi conto
del valore della vita. Non solo essere grati di svegliarsi
tutti i giorni e andare a lavoro, ma prendere coscienza
della vita, quale unica occasione.
Se comprendessimo questo valore, allora nessuno
sarebbe più schiavo della paura del domani.
Ricercheremmo tutti la vera gioia in ciò che ci piace.
Per essere grati bisogna comprendere la perfezione
di tutto, una perfezione fatta a pennello per noi.
Allora si, comprenderemmo il valore della vita.
Il valore di un pianeta che vive, il valore che hanno il
giorno e la notte. Il valore della Luna. Il valore di vedere,
sentire, parlare, giocare. Perché il giardino dell'Eden è
questo!
La gente non potrà mai essere grata finché vivrà per
qualcos'altro.
Le persone non possono essere grate se vivono per
pagare.
Questo è il Paradiso, e l'uomo viene messo di fronte
ad una scelta; vivere con gratitudine e consapevolezza
ciò che il mondo gli ha donato ed essere felice, o essere
schiavo della paura, del denaro, della sofferenza, della
malattia.
Molti si chiedono: «perché l’uomo deve soffrire?»
L’uomo non è nato per soffrire, è nato per essere
felice!
Allora la domanda che segue è: «ma allora perché
esistono le malattie? Non è giusto!».
È giusto perché è così, perché è naturale. Siamo
materia organica, e questa materia si deteriora con il
tempo, e meglio ci trattiamo più probabilità ci sono di
mantenerci sani nell'arco della vita. Più siamo sereni, più
ci nutriamo bene, e meno stress abbiamo, più la nostra
macchina si manterrà in buone condizioni. Più felicità
per la nostra anima, meno malattia per il nostro corpo.
Bisogna inoltre considerare che noi potremmo davvero
fare qualsiasi cosa, se ci elevassimo all'essenza della
nostra vera natura saremmo in grado di fare cose
davvero miracolose.
Anima e corpo sono connessi.
"Tutte le infermità fisiche sono il tentativo di curare
un'infermità spirituale."
Alejandro Jodorowsky
La malattia e la morte servono per ricordarci che il
nostro tempo non è illimitato, che la nostra occasione ha
una durata, ed è troppo breve per volersi male, per
portare rancore. Dovremmo imparare ad accettare e a
osservare le cose per ciò che sono. Non è la vita ad essere
crudele, sono gli uomini che hanno un comportamento
crudele. Cosa c’è di più brutto di togliere ad un’altra
persona l’occasione di vita? Non è solo uccidere un essere
umano, è togliere a quell’anima l’opportunità!
L’opportunità di creare, l’opportunità di dare a
quell’energia incarnatasi in un corpo di manifestarsi sulla
Terra. Sono gli uomini che non hanno spirito e che non
hanno buon senso, perché abbiamo creato un mondo
sbagliato, un mondo non umano. E lo creiamo tutti i
giorni con tutta quella pubblicità che ci fa credere che è
quello il benessere; di conseguenza non riusciamo ad
essere grati, perché a causa della tv crediamo che per
essere felici abbiamo bisogno di tutti quei beni materiali
che la maggioranza del mondo non possiede. E dunque
la maggioranza segue il superfluo, ritrovandosi in uno
stato di ingratitudine, di insoddisfazione, stati che
conducono alla sofferenza dello spirito, e spesso ad
azioni inconcepibili.
''Perché non colui che ha poco, ma quello che molto desidera
è veramente povero.''
Giordano Bruno
Dobbiamo imparare ad essere riconoscenti alla vita,
bisogna essere grati perché già così, senza una villa a
Montecarlo, senza una Ferrari, senza yacht, senza
l'inutile, abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno: i
sensi per apprezzare il mondo fisico.
"Sono grato per avere la coscienza di comprendere che nel
magnifico caos universale e nei suoi grandi numeri mi sia stata
data l’occasione della vita, ma soprattutto grato per aver la
capacità di poterne comprendere il valore."
Fabiano Rastelli
PARTE SECONDA
MESSAGGIO N° 12
SIAMO ESSERI SPECIALI
Siamo polvere di Stelle. Nel vero senso della parola.
Pochi conoscono il vero senso di questa espressione,
e non considerano se stessi come il frutto di una stella.
Non ci rendiamo conto di quanto siamo speciali, di
quale processo pazzesco siamo frutto.
Gli elementi di cui siamo costituiti si formano
durante la morte delle stelle, nel momento in cui la stella
esplode in supernova, nel momento in cui viene
generata tanta più energia di quanta ne sia generata
nell'intera vita della stella stessa. L'esplosione delle stelle
dà origine a enormi nubi di gas e polveri chiamate
nebulose, ed è qui che prendono vita nuovi sistemi solari
e nuovi pianeti.
''Non comprendiamo quanto siamo speciali a tal punto di
accettare l'idea di non esserlo.''
Fabiano Rastelli
Invece dentro di noi scorre l'energia delle stelle!
Potremmo semplicemente ritenerci il frutto di un
processo naturale, che ha creato flora e fauna, ma c'è di
più oltre il nostro corpo e l'istinto che spinge il mondo
alla vita! C'è la consapevolezza!!
La consapevolezza è qualcosa di estremamente
essenziale, è quella parte di noi che ci fa rendere conto di
quali esseri speciali siamo, e grazie ad essa possiamo
essere grati, al principio che ha creato tutte le cose, della
possibilità di comprendere il valore di un'anima che per
mezzo del corpo vive!
Alcune persone al mondo hanno dei poteri veri e
propri, maggiore sensibilità, intuito, telepatia, poteri
curativi, e dai cosiddetti comuni mortali vengono visti
come degli individui eccezionali, unici, prescelti. Persone
di questo livello vengono considerate ineguagliabili,
inafferrabili, ma pochi considerano che il loro livello è in
realtà il nostro naturale stato di vita, che tutti nasciamo
con gli stessi poteri, che quello stato speciale, è il naturale
essere dell'uomo nel suo naturale ambiente.
Ci siamo totalmente dimenticati di ciò che siamo e
così, di generazione in generazione, nei primi anni di
vita, quei primi cenni di potere come la sensibilità,
l'emotività, la spiritualità, l'allegria, vengono considerate
debolezze che non devono fare parte di questo mondo,
che in questo mondo si sopravvive solo con la serietà, la
sicurezza, la forza e il rifiuto a qualsiasi accenno di
amore.
Abbiamo trasformato qualcosa di naturale e speciale
in qualcosa di raro e privilegiato, che adoriamo in chi lo
ha raggiunto, ma che consideriamo per noi inutile, al
punto tale da eliminarlo. Quel piccolo accenno di
coscienza viene sotterrato, anziché curato, alimentato e
trasformato in totale potere, in consapevolezza del sé.
Oggi però abbiamo la possibilità di ricordare chi
realmente siamo, abbiamo la possibilità di dar voce
all'anima che vive dentro di noi! Non sarà un evoluzione
rapida perché fino ad ora abbiamo vissuto con certi
schemi mentali che sono ben radicati nella nostra mente,
ma tramite lo studio e determinate tecniche possiamo
elevare il nostro spirito alla sua naturale essenza, e
sfruttare al 100% anima, mente e corpo.
MESSAGGIO N° 13
LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE
Supponiamo che La Legge dell'Attrazione sia una
legge vera.
La Legge dell'Attrazione sostiene che ogni uomo può
ottenere ciò che desidera. Qualsiasi cosa: salute, amore,
fortuna, denaro.
In breve la Legge dell'Attrazione sostiene che la
nostra anima s'incarni in questo corpo affinché possa
godere del mondo fisico che è stato creato. In base alla
varietà dell'ambiente che ci circonda sviluppiamo i gusti
e di conseguenza alimentiamo desideri, desideri che
possiamo realizzare semplicemente porgendovi la nostra
attenzione.
Ma come è possibile tutto ciò?
Semplicemente concentrando il nostro pensiero su
ciò che desideriamo, ponendo l'attenzione su un oggetto,
o qualsiasi cosa ci possa dare gioia e piacere, perché
secondo la Legge dell'Attrazione, il pensiero corrisponde
ad una vibrazione. La vibrazione da noi emanata viene
captata dall'Universo, e questo risponde alla nostra
richiesta, facendo giungere a noi ciò che abbiamo
desiderato.
La libertà di credere o meno a questa legge sta in
ognuno di noi, ma il mondo ha sempre cercato di darci
dei segnali, tramite la religione, le storie e i detti
popolari.
Chiedi e ti sarà dato! Tramite la preghiera, ognuno di
noi può ottenere una grazia, e questo non lo dice una
persona qualsiasi, ma lo diceva Gesù già duemila anni fa!
E la fiaba di Aladino non dice la stessa cosa? Tramite
il genio, ognuno di noi può esprimere e realizzare
qualsiasi desiderio!
Alcune persone hanno questo dono innato e la loro
positività verso ciò che desiderano le porta a situazioni, a
persone e ad esperienze, affinché queste arrivano
definitivamente a soddisfare i propri desideri.
Se tutto ciò può sembrare impossibile sarà forse più
facile notare come questa legge abbia effetto se usata in
maniera negativa. Infatti abbiamo una stragrande
capacità di attrarre a noi cose negative senza
accorgercene, o quantomeno la capacità di non attrarre
le positive.
Più pensiamo con negatività e più cose negative
accadono, più ci concentriamo sulla mancanza di ciò che
desideriamo tante meno probabilità abbiamo che
l'oggetto dei desideri giunga a noi! Questa è una capacità
comune nell'uomo perché il nostro istinto ci invita a
pensare alle cose negative piuttosto che a quelle positive
perché siamo spinti ad agire per paura! La maggior
parte di noi guarda gli aspetti negativi delle cose
piuttosto che concentrarsi su quelli positivi.
Quante volte abbiamo cominciato a far qualcosa o a
creare qualcosa o abbiamo aspettato una risposta
importante, e per paura dell'invidia degli altri abbiamo
detto: «Non lo dico a nessuno che poi non accade!»,
appunto perché pensiamo che ci siano persone che con
la propria invidia riescano a intralciare lo sviluppo dei
nostri desideri, e così le cose che noi vogliamo non
accadono mai, ma ciò è dovuto al fatto che noi non
mettiamo in azione la legge di attrazione a nostro favore.
Abbiamo la capacità di decidere sulla nostra vita, sul
nostro destino, creiamo costantemente la nostra realtà!
Ma perché dovrebbe essere così? Perché il senso della
vita è la nostra felicità, il nostro benessere.
Non avete mai fatto caso che le persone che meno
hanno nella vita, le persone più sfortunate o come alcune
si ritengono ''sfigate'', sono anche quelle più lontane da
Dio? Quelle che di solito dicono: «Dio dov'è? Perché non
mi aiuta?», e più si allontano da Dio, e dall'idea di poter
chiedere, e meno hanno e meno avranno. Mi riferisco a
Dio, ma senza legarmi all'idea cristiana di Dio, al
concetto di un dio antropomorfo.
Se non credete che ciò sia possibile, allora guardatevi
intorno, vivete su di un pianeta vivo!! E il nostro pianeta
vive in un sistema solare equilibrato, che consente la vita,
solo su questo pianeta, solo in questo sistema solare,
perché gli altri sistemi non sono così equilibrati, non
hanno una stella come la nostra, e i pianeti non sono cosi
perfetti come la nostra Terra da poter ospitare la vita.
Di solito compriamo qualche cosa che sia
funzionalmente perfetto, perché faciliti la nostra vita,
e/o per il piacere che la sua perfezione estetica ci dà,
quindi quanto qualcosa è più bello e più perfetto, più ci
da piacere.
Che senso avrebbe allora la perfezione del mondo in
cui viviamo se non la nostra felicità?
Nel momento in cui riteniamo che qualcosa sia
impossibile dovremmo fermarci a osservare l'universo
nel quale ci troviamo. Se tutto ciò che è stato creato è
quanto di più impossibile possa esistere, eppur
realizzato, allora come non possono prendere vita i
nostri desideri e i nostri sogni?
MESSAGGIO N° 14
LE EMOZIONI COME GUIDA
La gente si domanda cosa sia giusto e cosa sia
sbagliato. Non esiste né l'uno né l'altro, esiste solo ciò che
ci fa stare bene o la sua negazione. Il segreto più
semplice per la via della felicità è ascoltare le nostre
emozioni, ascoltare quel Dio interiore, che è li seduto
all'interno della nostra pancia.
Basta immaginare di fare una cosa che ci piace
davvero ed eccolo lì che inizia a ballare e a saltare di
gioia, ed è seguendo questa danza che possiamo capire
ciò che è giusto per noi.
Immaginiamo ad esempio di fare quella cosa che ci
fa impazzire di gioia; dando sfogo alla nostra
immaginazione il nostro Dio inizia a ballare e a
sorridere, e mentre quello spirito che non conosce giusto
e sbagliato è lì, nella nostra pancia che danza libero, il
senso di colpa è dietro di noi, in alto sopra le spalle,
pronto a puntare il dito, a giudicare, come uno spione
che è pronto a rivelare a tutti il nostro segreto.
Prendiamo come esempio un amico immaginario
che magari nella vita voglia fare il pittore o il cantante,
ma il suo partner e la sua famiglia gli consigliano di
optare per un lavoro normale che tutti i mesi gli offra
uno stipendio sicuro, in modo tale da comprarsi una
casa, un auto, di sposarsi e coronare il sogno di una vita,
la famiglia.
Quando questa persona immagina di dipingere o
cantare il suo Dio, o la sua Dea interiore s'illumina; non a
caso si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima e
non a caso quando raccontiamo a qualcuno della nostra
passione gli occhi brillano! Ma parlando con i suoi cari
del suo sogno, questi le spezzano subito quest'allegria,
ponendo in evidenza gli aspetti materiali positivi di un
lavoro fisso. Immediatamente quel Dio o quella Dea
danzante si ritrova a braccia e a gambe incrociate,
evidentemente imbronciato/a, perché qualcuno lì fuori
ha l'espressione della sua libertà e della sua creatività.
Il nostro amico inizierà a valutare i suggerimenti di
chi gli vuole bene, e di chi vuole il meglio per lui, e si
convincerà ad accettare quel posto fisso spinto dalla
paura del futuro, spinto dalla paura di restare solo,
spinto dalla crisi economica, e in fine magari spinto dal
fatto di essere un po' più in là con gli anni, e avendo
quindi meno probabilità di essere assunto (forse questa
potrebbe essere veramente una grazia divina per
dedicarsi alla sua passione). Il suo Dio interiore inizierà
quindi ad invecchiare prematuramente, e lui con il suo
spirito, già me lo immagino quel Dio interiore: con i
capelli bianchi, la barba lunga, qualche chilo in
sovrappeso, e privo ormai di quella gaiezza e di quel
carisma tipici del carnevale di Rio! Insomma depresso!
Una persona normale potrebbe anche abituarsi ad
una vita così, ma una persona che abbia un minimo di
consapevolezza soffrirebbe, e rimpiangerebbe poi di non
aver fatto ciò che desiderava, entrando in depressione,
magari dandosi all'alcol e imbottendosi di psicofarmaci.
Quindi basta ascoltare le proprie emozioni, il
proprio spirito e considerare che non è mai troppo tardi
per ricominciare a vivere, perché l'anima non ha tempo,
l'anima non invecchia e siamo sempre in tempo per
capire qual è la strada giusta per noi.
"Se pensi che l' avventura è pericolosa, prova la routine, è
letale."
Paulo Coelho
MESSAGGIO N° 15
INTELLIGENZA EMOTIVA
Se ci insegnassero a sviluppare l’intelligenza emotiva,
sulla Terra ci sarebbe molta più pace e serenità. Questo a
partire dalla vita di tutti i giorni e dai piccoli rapporti
familiari, dai rapporti sul lavoro, e da qualsiasi altra
occasione di comunicazione tra individui.
Quante volte ci è capitato di litigare con qualcuno
perché il nostro comportamento non piaceva a
quest'ultimo?
Prendiamo in esame una scenata di gelosia da parte
di un. In amore è molto difficile gestire determinate
situazioni, soprattutto perché non usiamo il buon senso
e perchè ci hanno insegnato a difendere l'orgoglio. Se il
nostro partner ci fa una scenata di gelosia e noi non
siamo in grado di accogliere questo suo momento di
dolore, indipendente dal fatto che la sua scenata sia
realmente giustificata o meno, questi di conseguenza
tenderà a farcela pagare in qualche modo.
Sconsiglierei di litigare tramite sms o social network
o perfino al telefono, perché le persone dietro questi
mezzi cambiano totalmente e accecate dalla rabbia
cercheranno in qualsiasi modo di ritorcerci contro le
cose a loro piacimento, magari cercando di farci
ingelosire. Questo accende in noi rabbia, perché magari
non ci meritiamo questo comportamento, e quindi,
anche noi ci vendichiamo, innescando così una catena
che porta allo sfascio della relazione. Quindi affrontiamo
la situazione di persona, e per quanto possibile
cerchiamo di placare la rabbia altrui con saggezza,
mettendoci nei suoi panni, considerando che non siamo
tutti uguali e che l'altro potrebbe essere più sensibile, e
avere maggiore necessità di essere compreso. Dobbiamo
imparare a sentire ciò che sente chi abbiamo di fronte,
comprenderlo con compassione, a fare in modo che si
fidi di noi.
Se invece siamo noi ad infastidirci, dobbiamo
cercare di fare capire all'altro come ci sentiamo,
facendolo sentire nella nostra situazione, perché spesso
le persone non si rendono conto delle cose se non le
provano, ma l'immaginazione è una buona alternativa.
Se riteniamo che il nostro partner abbia sbagliato,
dobbiamo sperare che non sbagli più e dobbiamo
farglielo capire, evitando assolutamente di vendicarci
facendo qualcosa che ci porti dalla parte del torto.
Naturalmente sta in noi il giusto metro di giudizio delle
situazioni. A volte le persone che abbiamo davanti non
riusciranno mai a comprendere, perché magari non
sono sensibili come noi o perché non tutti sviluppano il
potere della sensibilità, e allora il lavoro è tutto nostro.
Siamo noi a dover capire se quella persona ci può stare
dietro oppure no. Perché non è il gesto di ciò che ha
fatto, ricordiamoci che sbagliare è umano e perdonare è
divino, ma è la dimostrazione di averci compreso che è
fondamentale, di aver compreso la nostra emozione, di
averci ascoltato.
Sul lavoro vale la stessa regola, spesso le persone con
cui lavoriamo ci trattano male, ma è comprensibile,
viviamo in un mondo in cui il lavoro non è la passione
della vita, ma un'alternativa alle paure che ci impone il
sistema. Quindi non lavoriamo per gusto ma perché quel
posto ci permette di pagare bollette, tasse e quant'altro! E
questo stressa l'anima, perché l'anima è qui per creare.
Dovremmo vivere cercando di comprendere che chi
abbiamo davanti, magari sta molto peggio di noi e ha
bisogno di aiuto. Spesso le persone compiono atti
incomprensibili, non perché siano cattive ma
semplicemente perché hanno bisogno di una mano.
Quante volte ci siamo trovati in auto, e non abbiamo
dato precedenza ai pedoni? Questa non è una banale
regola del codice della strada, probabilmente è una delle
regole più umane che siano state create. Tu che sei sulle
strisce, meriti di vivere perché nel tuo corpo vive
un'anima e quell’anima merita di creare; ti rispetto come
essere umano, ma non solo perché si rischia di investire
qualcuno, ma perché quel qualcuno merita la vita, e noi
non possiamo azzardare che questa vita rischi di morire.
Non è una sfida a chi ha il coraggio di passare prima,
anzi, il pedone dovrebbe avere la consapevolezza di
evitare di attraversare con l’arroganza di vedere se gli
daranno precedenza e avere un motivo per litigare in
più, ma avere considerazione di sé, perché viviamo in un
mondo che non ci appartiene, perché siamo distratti da
un sacco di cose, e spesso chi sta al volante è immerso in
un mondo di pensieri e non considera la vulnerabilità
del pedone. A proposito ricordo che il mio insegnante di
scuola guida diceva sempre che precedenza non esclude
prudenza!
Dovremmo vivere così tutte le situazioni quotidiane,
con coscienza e buon senso, ricordandoci, come disse
Buddha, che:
" L'odio non cessa con l'odio, in nessun tempo; l'odio cessa
con l'amore: questa è la legge eterna!"
MESSAGGIO N° 16
CHI SI ACCONTENTA NON
GODE
Accontentarsi è l’insegnamento che da piccoli ci
viene inculcato per tenerci buoni e non viziarci.
Accontentarsi non è sbagliato ma non è nemmeno
giusto. Le persone dovrebbero accontentarsi di ciò che
hanno, ma non smettere di sognare ciò che desiderano.
E credo che quando una persona s’illumina, desidera sì,
per la sua anima una creazione speciale, ma si
accontenta delle piccole cose quotidiane. Diciamo che la
parola che forse si avvicina di più a questa idea è Umiltà.
Desiderare e ottenere ciò che si vuole non deve essere un
modo frenetico per saziare la fame interiore, anzi
quanto più una persona è in equilibrio con se stessa e
quanto più aumenta la sua consapevolezza meno
desideri materiali avrà, perché raggiungerà una pace
interiore che non può essere scambiata con altro; ma se
una persona di alto livello di consapevolezza desiderasse
qualcosa di materiale perché non farlo? Anzi lei può farlo
proprio perché è consapevole, perché comprende il
valore di sé, e quindi darà maggior valore al suo
desiderio. Naturalmente è paradossale. Il desiderare
qualcosa significa far dipendere il nostro piacere da
quell'oggetto esteriore, ma allo stesso tempo il rifiuto
cocciuto è sinonimo di una persona che sta cercando di
fare una purificazione ma non è ancora pronta. Il
risvegliato sta nel mezzo, non è toccato dal desiderio
bramoso ma allo stesso tempo non si ostina a rifiutare
una determinata cosa. Lui è già felice in sé, il resto è
conseguenza.
Ma la cosa più importante è non rinunciare ai
propri sogni.
La filosofia di accontentarci per ciò che abbiamo e
dimenticare quello che ci sembra lontano o complesso
da conquistare ci induce a credere che sia giusto
rinunciarvi. Perché sogniamo? Perché i sogni
contengono dei desideri, ed esaudendo questi desideri
automaticamente esaudiamo il nostro desiderio più
grande, la felicità. Naturalmente qui si sta parlando di
desideri buoni, e non di semplici desideri materiali, qui
si sta parlando della realizzazione di idee, di archetipi.
E se noi rinunciamo a questi sogni perché dobbiamo
accontentarci di ciò che abbiamo, perché dobbiamo far
parte di quel sistema che ci insegna che è meglio un
lavoro sicuro che ci dà cibo quotidiano, perché domani
non sappiamo se le cose andranno bene, in un certo
senso rinunciamo alla felicità ed entriamo nell'ottica che
la vita è fatta per soffrire. Impariamo ad abituarci a quel
senso di frustrazione che ci fa compagnia al mattino
quando ci alziamo per andare a lavorare, ma ci sentiamo
forti e appagati perché rinunciare ai nostri sogni ci ha
permesso di tirare avanti fino ad oggi, e a causa di questo
atteggiamento non ci rendiamo conto che non stiamo
veramente vivendo.
Quindi accontentati di poco, desidera molto, sogna
all'infinito, e permetti tutto il benessere che meriti.
Il desiderio non è totalmente sbagliato, perché noi
essendo esseri spiritualmente incompleti, cerchiamo
qualcosa che ci dia il benessere. Chiaramente siamo tutti
su differenti livelli di consapevolezza, non tutti sentono il
bisogno di fare una vita eccessivamente limitata dal
punto di vista materiale, anche perché più ci si evolve
interiormente e meno ci si attacca alle cose esteriori.
Quindi questa evoluzione ha bisogno del suo tempo. Più
si avanza sul sentiero interiore, più si raggiunge una
serenità che ci consente di dipendere sempre meno dalla
necessità di possedere oggetti. In ogni caso la
realizzazione più benefica è quella ottenuta dal desiderio
di realizzarsi, di poter continuare anche da grandi a
giocare con la vita; vuoi con l'arte, vuoi lo sport, vuoi con
qualsivoglia forma creativa.
"Se la realtà spazio-temporale ha in sé la prerogativa
d'infondere in voi un desiderio, è assolutamente certo che ha
anche la prerogativa di portarvi una manifestazione piena e
soddisfacente di quel desiderio: è la Legge."
Esther e Jerry Hicks, Il denaro e la Legge dell'Attrazione
- TEA Editore
MESSAGGIO N° 17
DA' LIBERO SFOGO ALLA TUAANIMA
Hai mai osservato i bambini quando giocano a fare le
smorfie o quando si muovono in maniera scoordinata a
tempo di musica? Proprio in modo scoordinato, senza
seguire il ritmo. Facendo le smorfie o magari vestiti in
modo strampalato.
Quando non c’è giudizio possiamo fare qualsiasi cosa
che potrebbe sembrarci assurda o ridicola, sorridendo,
dando insomma libero sfogo all’anima, senza alcun
freno.
I bambini hanno questa capacità e quando crescono
tendono a dimenticarsene, perché la società ci insegna
che per poterle appartenere dobbiamo abbandonare lo
spirito bambino. Allora devi diventare serio, pensare
cose intelligenti e scherzare poco, altrimenti non
crescerai mai. Ma in questa crescita c’è l’assuefazione
dell’anima.
Se quella dose di allegria ci fa sentire liberi, allora è
meglio non appartenere ad alcun gruppo, se il gruppo
penserà che sei un cretino e che sei infantile solo perché
hai il coraggio di essere libero e felice.
Io per primo sono sempre stato me stesso, ma solo
con poche persone. Anche quand'ero in compagnia di
amici, indossavo una maschera, o solo per metà ero il
mio completo spirito. Perché sin da piccoli, sin da
quando frequentiamo le scuole elementari, le insegnanti
ci impongono di non essere infantili. Ma il segreto della
felicità è proprio quello di mantenere vivo quello spirito.
Quando siamo in presenza dei bambini diventiamo
come loro, ci ricordiamo di quello spirito che da sempre
è dentro di noi e ricominciamo a giocare, a correre, a
fare smorfie e pernacchie.
Non spegniamo il bambino che c'è in ognuno di noi,
non è importante ciò che penseranno gli altri! Adesso, in
questo momento, alzati e fai qualcosa di assurdo, spezza
la routine, e sentirai quella linfa di spirito tornare a
scorrere in te.
Ma ciò che più conta è non spegnere questa magia
nei bambini anzi, tiriamo fuori il loro spirito, il loro Dio,
e ne verrà fuori un capolavoro.
"Non appena un bambino nasce, la società inizia ad
ucciderne l'individualità; prima che abbia raggiunto i sette
anni la sua individualità è totalmente annientata. Qualsiasi
forma di istituzione sociale è solo un mezzo per uccidere
l'individuo e trasformarlo in macchina."
Osho
"Quando l'infanzia muore i suoi cadaveri vengono
chiamati adulti ed entrano in società. Uno dei nomi più garbati
dell'inferno. Per questo abbiamo paura dei bambini anche se li
amiamo; sono il metro del nostro sfacelo."
Brian Aldiss
MESSAGGIO N° 18
IMPARARE LA POSITIVITÀ
Nessuno ci insegna ad essere positivi, nessuno ci
insegna quell’atteggiamento mentale positivo che è il
segreto della vita.
È corretto dire che la felicità non è l'obbiettivo e che
la felicità è la strada, ma pochi di noi riescono a
mantenere e ad allenare la mente a mantenere queste
linee guida. È come se ci insegnassero che il male è parte
del mondo e che dobbiamo rassegnarci ed accettarlo
come parte. Ma non è cosi. Il male è semplicemente la
conseguenza della resistenza al benessere, è da qui che si
fondano le basi della criminalità e delle malattie.
La società in cui viviamo ci insegna a dipendere dal
denaro e a dare valore al denaro perché il denaro dà
valore a ciò che siamo. Questo messaggio è sbagliato, ed
è da qui che le persone che non hanno denaro si
spingono all’aggressività. Non è colpa loro. È colpa del
sistema in cui cresciamo. Per quale motivo i delinquenti
comprendono gli errori che hanno commesso quando
sono in carcere? Perché lì hanno tempo per pensare e
per riflettere, lì si apre la loro coscienza, e si rendono
conto di aver perso valori importanti come gli affetti a
causa di falsi valori.
Non è il denaro che rende la vita migliore, è il modo
di vedere la vita che rende migliori le cose, e quindi
permette il denaro. È solamente questione di crederci o
meno, è solo una questione di positività, e le cose buone
hanno un prezzo, e quel prezzo è il tempo. La positività
si sviluppa allenando la mente, ma ci vuole tempo per
cambiare questo modo di affrontare la vita se fino a ieri
un pensiero simile non ci passava nemmeno per la testa.
In genere si dice che la mente è in grado di fare cose
che neanche possiamo immaginare; ma questo pensiero
dura molto poco, perché non ci hanno insegnato a
credere in queste forze e a comprenderne l'agire, quindi
torniamo in fretta alla realtà.
Ci sono persone che hanno questo dono innato e
pare proprio che raggiungano qualsiasi cosa desiderino,
può sembrarci strano, possiamo semplicemente
attribuire le loro vittorie alla fortuna, e magari dire che
la loro gioia è data dalle loro vittorie, ma non è cosi.
"L’uomo fiducioso, impavido e ottimista che pensa 'Posso
farcela e ce la farò' è un potente magnete. Egli attrae a sé ciò di
cui ha bisogno per avere successo. Sembra che le cose gli vadano
incontro e la gente dice che è “fortunato”. Sciocchezze! La
"fortuna” non c’entra! Sta tutto nell'atteggiamento mentale."
William Walker Atkinson (Yogi Ramacharaka)
È la gioia per la vita, è credere che ci meritiamo di
più che ci porta il successo.
Se non siamo contenti dei risultati ottenuti fino ad
ora è perché fino ad ora abbiamo avuto un
atteggiamento sbagliato, abbiamo resistito al bene che ci
meritiamo solamente perché magari pensiamo di essere
sfortunati.
Non sarebbe bello imparare a cambiare la nostra vita
semplicemente allontanando dalla nostra attenzione i
pensieri negativi? Non è impossibile, non è fantascienza,
l’unica cosa è che nessuno ce lo ha insegnato! È
semplicemente una materia che a scuola non viene
insegnata!
Ci fanno fare anni di scuola senza insegnarci la
materia più importante, l’arte della felicità.
La Legge dell’Attrazione ci spiega semplicemente che
accadono nella nostra vita le cose a cui diamo attenzione.
Credi che se la tua vita vada a rotoli è giusto che sia
così? Perché è una conseguenza della crisi? Bene, allora
continuerà ad andare così, perché tu dai attenzione a
quel pensiero!
Dai attenzione a pensieri positivi? Accadranno cose
positive!
Nella vita tutti crediamo che le nostre condizioni
siano dovute a qualcun altro, ai genitori, ai politici, al
destino, e di conseguenza accettiamo tali condizioni.
Non sono le cose che fai che ti portano al successo,
ma è la gioia che ci metti nel farle, è l’atteggiamento
mentale che hai per la vita, e se dopo un percorso sei
arrivato al successo non è perché te lo sei guadagnato,
ma perché te lo meriti. È semplicemente questo. È
l’aspettativa che hai di una cosa che la fa giungere fino a
te. È il successo che verrà da te.
Un’altra cosa da tenere in considerazione è
l’obiettivo.
Molto spesso ci sono persone che ci giudicano
semplicemente perché seguiamo sogni che loro non
hanno.
Ma ognuno di noi cerca la soddisfazione in qualcosa
di diverso.
Facciamo un esempio:
Supponiamo che una ragazza che voglia fare la
cantante, e che per questo lavoro abbia una gioia e una
passione unica, venga convinta da alcuni parenti a fare
medicina, perché fare il medico è un mestiere che le
porterà sicuramente successo nella vita (soldi). Se questa
ragazza non proverà gioia, amore e soddisfazione da
questo mestiere, non avrà mai successo. Con la buona
volontà è probabile che raggiunga una buona posizione,
ma non potrà mai essere paragonabile al successo
conseguito dal suo sogno. Perché è l’animo che ci
mettiamo nelle cose che dà buoni risultati, il successo sta
nella gioia per ciò che facciamo, non nel profitto che ciò
che facciamo rende.
In genere il termine successo è associato ai lavori
artistici, danza, musica, canto, recitazione! Perché è nei
semplici gesti della nostra anima che c’è felicità; nel
cantare, o nel muoversi a ritmo di musica, in quelle
abilità che fanno dei sensi il mezzo per godere il
successo. I nostri sensi non devono essere venduti a
qualcun altro, non dobbiamo consumare i nostri sensi in
cambio di soldi, perché sono il canale per percepire il
mondo fisico.
Se una persona non avrà il coraggio e la forza
mentale da credere che il suo sogno sia realizzabile, si
dedicherà a qualcosa che non le piace, e molto
probabilmente quando avrà un figlio insegnerà le stesse
cose che ha imparato, ovvero che la vita non ce la
scegliamo e che i sogni devono rimanere tali.
Ma qual è l’atteggiamento mentale giusto?
Immagina di vincere un sacco di soldi, solo per
gioco, senza doverli guadagnare, solo perché sei speciale,
solo perché te lo meriti, solo perché la dea della fortuna
ti assiste! L'idea di vincere un jackpot altissimo ci fa
impazzire di gioia solo al pensiero delle cose che
potremmo fare! Sorridiamo semplicemente pensando e
fissando il vuoto davanti a noi! Gli occhi brillano!
Perché con il denaro potremmo soddisfare tutti i
nostri desideri, e quindi in fondo il desiderio di base: la
felicità!
Bisogna cercare di mantenere questo spirito più a
lungo possibile, perché sei già ricco così, con tutto te
stesso, senza dover vincere il jackpot, con il tuo corpo e
la tua salute, con la vita che hai dentro di te! E se
mantieni questo spirito, molto probabilmente il successo
arriverà.
Questo non è un invito al gioco d'azzardo, ma è un
metodo per concentrare le emozioni. Ecco, è quella
l’emozione che dovremmo provare tutti i giorni! Lo
spirito di meritarci la felicità, la gioia, la soddisfazione,
senza motivo!! Perché è così. Perché siamo esseri
speciali.
La malattia
Credi che questo tipo di atteggiamento non possa
funzionare con la malattia?
Teniamo ad esempio in considerazione l’effetto che
può avere un farmaco placebo su di un paziente. Il solo
fatto di assumere una pastiglia che crediamo ci dia un
beneficio causa un miglioramento, perché crediamo,
quindi diamo fiducia al farmaco e al fatto che possa
avere un buon effetto su di noi.
Naturalmente un farmaco placebo non ha nessun
principio, quindi è pura convinzione.
Se noi imparassimo a credere, e ad avere fiducia in
una buona guarigione, il nostro organismo, che è
qualcosa di perfetto ed ineguagliabile, si attiverebbe per
migliorare la nostra condizione, perché tutto parte dal
motore centrale, il cervello, la mente. E qui ritorniamo al
concetto che la mente è in grado di fare cose che
nemmeno immaginiamo.
Sbalorditivo è il caso del miracolato Vittorio Micheli,
il quale, dopo il bagno nelle acque miracolose di Lourdes,
fu testimone della ricrescita delle ossa del bacino che gli
erano state distrutte da un osteosarcoma. Vittorio
Micheli riprese a camminare. Molti ritengono che, come
in questo caso, il miracolo non sia dovuto ad un entità
divina esteriore, ma al potere interiore della mente del
malato, che avendo fiducia nella divinità si vede
protagonista della guarigione. Nella mente è stampata la
mappa della salute perfetta del nostro corpo.
Riguardo il potere inconscio di guarigione consiglio
un libro meraviglioso: Anatomia della coscienza quantica
di Enrica Francesca Poli. L'autrice è medico psichiatra,
psicoterapeuta, counselor e membro di numerose società
scientifiche.
Ma che cos’è la malattia?
Siamo abituati a credere che esista una fonte di
malattia al mondo, e quindi ad accettare che questa
energia negativa prima o poi colpirà ognuno di noi; ecco
quindi il motivo che spinge le persone ad infliggersi del
male fumando o bevendo, perché tanto prima o poi la
malattia ci spetta!
La malattia è semplicemente una conseguenza della
resistenza al benessere. Viviamo in un mondo che ci
domina e dal quale non possiamo fuggire, ci stressiamo
perché i soldi non bastano mai, perché facciamo cose
che non ci piacciono, perché non sfoghiamo la nostra
fame di creatività, perché il sistema ci sfrutta, ci fa
sudare quel denaro e di quel denaro ce ne priva una
parte. È normale che l’adattamento a questo ambiente,
che non ci è naturale, ci provoca malattie. E per lo più ci
convinciamo che sia giusto cosi, e accettiamo tutto
questo cercando addirittura di sentirci dei veterani del
sistema.
Rabbia, stress, invidia per chi sta meglio di noi,
frustrazione per aver fatto tanto per stare bene e non
essere riusciti a raggiungere la serenità. Tutte emozioni
negative che generano malattie.
Ma se noi assumessimo un atteggiamento positivo
per la vita, perché la vita è bella, ed è un occasione unica
che ci è stata donata, allora riusciremmo a dominare
quelle emozioni negative che sono la grande causa dei
mali fisici.
Con i pensieri positivi cominceremmo ad attrarre
situazioni positive, persone, e altri eventi che ci
migliorerebbero la vita, perché le malattie sono un
segnale d’allarme! Abbiamo miliardi di cellule che sono
in grado di autogestirsi, e quando qualcosa nella nostra
vita non va loro ci lanciano dei messaggi. Noi dovremmo
coglierli e cambiare immediatamente il nostro
atteggiamento mentale, avere fiducia, ed ecco allora che
anche i grandi mali possono guarire. Ci sono cose al
mondo che non si possono spiegare, e quelle cose si
chiamano miracoli, ma chissà per quale avido motivo, o
per quale guadagno economico, nessuno mai ci
insegnerà l‘arte del benessere e l‘arte della positività;
perché ognuno di noi possiede i poteri che aveva Gesù,
ma il conflitto d'interessi che c'è alle nostre spalle è
troppo grande e vale più della nostra felicità! È risaputo
che in India, ci sono moltissimi uomini di spirito che
sono in grado di compiere miracoli. Al giorno d'oggi
sono innumerevoli le cure alternative che vengono
adottate per curare le malattie, ed è risaputo che
l'atteggiamento mentale è fondamentale per la
guarigione. A volte riteniamo miracolose certe
guarigioni, ma la cosa di cui dovremmo davvero
meravigliarci è il fatto che viviamo in un ambiente
miracoloso, e siamo parte di un qualcosa di incredibile,
siamo noi stessi creature miracolose! La vita è
miracolosa, un pianeta sparato nello spazio attorno ad
una stella è miracoloso. Insomma siamo immersi nel
miracolo! Il guaio è che cadiamo nell'inganno della
matrix, perché i padroni del mondo vogliono essere i re
del denaro, della materia, perché loro, grazie alla nostra
ignoranza, possono governare il pianeta. Il nostro
compito è quello di prendere consapevolezza di chi noi
siamo, per rendere il mondo un vero Eden!
MESSAGGIO N° 19
CREARE UNA VERITÀ
Quando crediamo in qualcosa, e questa cosa accade,
si presenta una verità.
È semplicemente un risultato. Qualche cosa a cui
qualcuno ha attribuito attenzione generando una verità,
una realtà. Si potrebbe per esempio dire che lavorare è
una cosa buona perché ci permette di andare avanti,
molte persone ci credono, lavorano e creano una verità,
una realtà. Quando si suol dire che senza soldi non si
mangia in genere si dice: "Questa è la verità!".
Qualcuno potrebbe dire che la Legge di Attrazione
non è una verità, è una bugia, una cazzata, perché in
genere si tende a dare per vero, per reale, qualcosa che
molti hanno vissuto, quindi se nessuno crede nel poter
ottenere qualcosa solamente con la forza del pensiero,
non nascerà mai alcuna verità in merito, perché nessuno
vi ha dato attenzione, e se uno su tanti ce la farà non
verrà creduto, perché una situazione deve essere
compresa e condivisa da molti per diventare una verità a
livello sociale.
Ma la verità è semplicemente qualcosa che si è
realizzato perché qualcuno vi ha dato attenzione.
Non crediamo nel potere della mente e dell’Universo,
ma crediamo ciecamente nella cura di un farmaco,
eppure siamo figli dell'Universo! Semplicemente assurdo!
Ad esempio: ci viene diagnosticata una malattia,
diciamo curabile, ma il medico non ci dà buone
probabilità di guarigione. Anche se la malattia è curabile
o se per assurdo non esistesse neanche nel nostro corpo,
iniziamo automaticamente a stare male, perché in quel
medico crediamo, abbiamo fiducia, e crediamo che ci
dica la verità, ed è probabile che la nostra situazione si
complichi sempre di più. Quindi anche qualcosa di non
vero si può realizzare, come la progressione di una
malattia, solo perché abbiamo fede in quella persona che
abbiamo davanti e che ci ha dato per spacciati.
Numerosi sono gli esperimenti con effetto nocebo.
È una verità condivisa da tutti quella che una
persona possa morire se non si cura, perché cosi ci
hanno insegnato, però esistono situazioni in cui persone
di grande fede guariscono inspiegabilmente e tali
esperienze vengono considerate miracolose.
Se qualcuno ha avuto fede che Dio potesse guarire la
sua malattia perché non possiamo allargare questa realtà
ad altri aspetti della vita? A tal proposito faccio una
piccola digressione: nei vangeli Gesù curava
esclusivamente quelli che avevano fede, come mai?
Semplicemente per il fatto che era la fede che c'era in
loro a curarli! Loro avevano bisogno solamente di un
segno, di qualcuno che desse forza a quella fede.
Esistono casi di persone che sono guarite da tumori
perché dalla diagnosi della malattia hanno cominciato a
mangiare solo verdure, però esistono persone che pur
essendo vegetariane contraggono comunque tumori.
Quindi è la fede che consente che qualcosa possa
accadere o aiutarti a guarire! Ci sono persone che
mangiano sano per stare in salute, ma se il loro spirito
non è felice, o se subiscono un trauma, è probabile che la
loro anima comunichi il disagio con una malattia.
Le emozioni negative sono un campanello d'allarme
e se noi maturiamo tali emozioni queste generano
malattie, anche se siamo vegetariani o vegani. Ma se
abbiamo fede nella guarigione il nostro corpo inizierà ad
agire in modo da eliminare la malattia, solo perché ci
crediamo, come ad esempio abbiamo miglioramenti con
un semplice farmaco placebo solo perché crediamo che
il principio che lo compone ci darà un effetto positivo.
Quindi se crediamo che mangiare verdure ci farà guarire
entreremo in una condizione positiva che consentirà al
nostro corpo la guarigione.
Potremmo usare come fonte di positività e
convinzione la verdura, oppure lo sport, o Dio o l'amore
per la vita!
Guarisci perché credi che quella cosa ti faccia guarire
e quindi crei una realtà. Se una persona è guarita
mangiando verdure, ha creato una convinzione, ha dato
attenzione alla dieta e ha creato la realtà che le verdure
fanno guarire. Usiamo praticamente un fattore esterno
per generare in noi una reazione interna, proprio come i
malati che toccando Gesù guarivano, usavano un fattore
esterno per scatenare una guarigione interna.
Se credi che quella cosa possa accadere, se ci credi
ciecamente, se ne sei convinto, se abbandoni ogni
dubbio e vivi come se quella cosa accadrà, anzi come se
fosse già accaduta, la otterrai, l’Universo te la donerà.
Quando una persona si convince che qualcosa può
migliorare le sue condizioni, o la può guarire, entra in
una proiezione positiva, si allinea all'energia della fonte,
questo allineamento permette il flusso di benessere, ed è
questo flusso che come una linfa elimina ogni male, e ci
allinea con ciò che veramente siamo: esseri speciali in
grado di fare cose straordinarie.
In ogni campo ci sono persone che hanno ottimi
risultati con alcuni metodi, mentre altre persone con i
medesimi metodi hanno pessimi risultati. Questa è la
dimostrazione che è solo una questione di dare fiducia,
dare attenzione a quel metodo o meno.
Vediamo la Luna perché la guardiamo, quindi
creiamo una realtà, diventa parte della nostra realtà
perché vi diamo attenzione.
Se una persona non ha mai alzato gli occhi al cielo
dirà che la Luna non esiste, perché non fa parte della sua
esperienza sensoriale.
La nostra realtà è fatta dalle cose a cui diamo
attenzione, auto di lusso, bella vita, vestiti firmati,
tecnologia e così via.
Se non guardiamo più il cielo non possiamo creare
nuove realtà, proprio per il fatto che non vi diamo
attenzione, ed è dal cielo che nascono le domande
profonde. Senza questo aspetto della vita non possiamo
risvegliare la nostra consapevolezza, non possiamo darci
risposte nuove sul senso della vita; e la maggioranza delle
persone cresce in una realtà imbottita di beni materiali,
in una scatola!
La nostra visione della vita è limitata, e le nostre
uniche verità sono limitate a ciò che ci viene insegnato, a
ciò che c'è fuori, a un mondo puramente fisico e
materialistico.
''Guardiamo poco il cielo perché i nostri pensieri tendono al
basso.''
Romano Battaglia, Silenzio
MESSAGGIO N° 20
L'INVESTIMENTO
Spesso accade che il sogno che avevamo da piccoli
non si sia realizzato. A causa di questa realizzazione
mancata perdiamo fede nel potenziale dei sogni.
Tendiamo a pensare che la vita sia fatta di momenti
di piacere, di intrattenimento, e quindi preferiamo un
lavoro che offra subito uno stipendio anziché investire la
nostra energia nella realizzazione di un sogno.
Abbiamo fretta, ci sentiamo troppo vecchi, e a causa
di questi fattori crediamo che le cose non possano
accadere, o che non abbiamo abbastanza tempo, e quindi
perché investire tempo ed energia se non abbiamo la
garanzia che ciò che desideriamo accada?
Dobbiamo imparare a considerare che la vita è
un’unica occasione nel caos universale, e se non
diventiamo qualcuno, anche nel nostro piccolo,
potremmo fare migliaia di cose per tenerci impegnati
ma non saremo mai realizzati. Comprendiamo il nostro
valore quando proviamo soddisfazione nel aver creato
qualcosa, quando ciò che creiamo lascia un segno nel
cuore di qualcun'altro e non esiste limite d'età per
cominciare a trasmettere emozioni, perché l’anima non
invecchia mai.
Non bisogna legarsi alle persone e farle diventare la
motivazione della nostra vita, perché non conosciamo il
corso delle cose, e se questa motivazione dovesse venire a
mancare non avremmo più motivo per alzarci la
mattina.
Le persone che hanno avuto successo nella vita ci
hanno creduto, e il mio consiglio è quello di cogliere
quanto prima la presa di coscienza e dopodiché
dedicarsi al sogno. Abbiamo rinunciato a sognare perché
non ci siamo evoluti in ciò che ci aspettavamo da piccoli,
ma il mondo offre molti stimoli e siamo sempre in
tempo per ricominciare a sognare.
Naturalmente il sogno non si realizzerà subito,
perché bisogna crederci, bisogna avere pazienza e saper
aspettare, perché le cose buone hanno un prezzo, ma la
soddisfazione finale non ha eguali. L'investimento è nella
fede, nella convinzione.
Forse chi opta per un lavoro semplice, avrà soldi
facili e potrà apparentemente fare molte cose rispetto a
chi aspetta che il suo sogno si realizzi, ma le cose che il
sogno porterà con sé non si possono comprare, hanno
un valore inestimabile.
Ogni investimento richiede ‘’un sacrificio’’ iniziale.
La nostra anima è disposta a questo, ma molto spesso la
mente no. Basta poco per comprendere il valore della
vita, bastano i grandi numeri dell’Universo per farci
comprendere quanto insignificante sia la vita dietro ad
uno sportello. Ogni volta che noi siamo soddisfatti, che
abbiamo creato qualcosa, che abbiamo superato noi
stessi, l’Universo si espande.
È come avere fede nel proprio Dio. Non lo hai mai
visto ma ci credi a priori, sai che esiste. La stessa cosa
vale per il tuo sogno, credi che si realizzerà, ne hai la
certezza anche se non hai alcuna garanzia.
MESSAGGIO N° 21
PERCHÉ DIO NON MI AIUTA?
Quante volte ci siamo fatti questa domanda?
Alcune persone sostengono di non credere in Dio
perché lui non si mostra nella loro esistenza, non le aiuta
a risolvere i problemi, non rende loro la vita migliore.
Non credono in Dio perché avvengono terremoti,
perché accadono disastri che causano milioni di vittime.
Queste persone non comprendono di essere una
piccolissima parte di un sistema universale, immenso e
complesso, e che il loro potere di azione è minimo
rispetto alla forza che ha generato l'Universo. Noi siamo
dei piccolissimi elementi rispetto alla grandezza e allo
spazio in cui ci troviamo, e come una formica trema al
nostro passaggio, noi tremiamo ai movimenti del
pianeta.
Le persone non capiscono che la natura crea e che la
natura distrugge per un processo naturale, è fatto cosi, è
perfetto cosi perché è un processo che genera altra vita.
Il nostro pianeta non sarebbe cosi bello se non avesse
avuto ere di freddo estremo o situazioni di iperattività
vulcanica. Si crea forma e poi si fa spazio, poi di nuovo si
crea forma, poi spazio e poi di nuovo forma.
Però Dio ci ha donato qualcosa di molto speciale, la
consapevolezza. La consapevolezza di comprendere il
valore della vita, e poterne essere grati, per la durata che
essa avrà.
Non possiamo attribuire a Dio la colpa delle nostre
sofferenze, perché ognuno di noi nella vita ha
l’opportunità di scegliere. Possiamo scegliere di far ciò
che più ci piace, ma se non abbiamo fede, se noi
abbiamo paura, non avremmo mai la grande gioia e
soddisfazione di vedere un sogno prendere vita. Bisogna
credere. Avere fede che i nostri sogni si realizzeranno,
che riusciremo a fare ciò che tanto desideriamo, perché
coloro che sono arrivati, ci sono riusciti solo perché ci
hanno creduto. Naturalmente, tutto questo ha un prezzo,
il prezzo di saper aspettare, il prezzo di crederci.
L'elisir di lunga vita è alla portata di tutti: è
solamente un misto di fede, consapevolezza, amore,
serenità, pace. La trasformazione non avviene da un
giorno all'altro perché ci siamo dimenticati quali esseri
speciali eravamo quando siamo nati.
La resurrezione, così come la intendeva Gesù, non
era altro che il risveglio dell’anima, la presa di coscienza,
la consapevolezza, la rinascita!
Dio non ti libererà mai da quel lavoro che non ti
piace e che hai scelto di fare perché avevi paura di non
mangiare.
Devi darti da fare e credere che ciò che desideri
arriverà, metterci tutto l’impegno, la buona volontà, la
fiducia. E quando otterrai ciò che desideri, non ci sarà
stipendio che potrà comprare la soddisfazione della tua
anima.
A Dio non spetta risolvere i nostri problemi, ci ha
donato una coscienza, ci ha donato le emozioni per farci
guida nella vita, ci ha dato la possibilità di scegliere e la
coscienza è la sua voce dentro di noi. Dobbiamo lasciarci
guidare da quella voce, da quella energia infinita che non
conosce limiti.
MESSAGGIO N° 22
IL MALE
La maggior parte di noi è cresciuta con una visione
del male legata alla Chiesa, e quindi all'idea che Gesù e
Dio combattono un'eterna guerra contro il Diavolo.
Molte persone hanno questa chiara idea del Diavolo
come un cane rabbioso, o come una persona che assume
un aspetto spaventoso perché impossessata dal demonio.
Ma ragionando, su ciò che Abraham, guida emotiva
di Esther, scrittrice, insieme al marito Jerry, del libro
''Chiedi e ti sarà dato'', sono giunto ad una riflessione.
Abraham, la coscienza comune da cui ognuno di noi
proviene prima di incarnarsi in un corpo fisico, questa
energia non fisica che comunemente chiamiamo Dio,
afferma che non esiste male, esiste solo resistenza al
benessere. Un benessere che ognuno di noi merita come
essere vivente ma dal quale veniamo allontanati a causa
degli schemi del sistema in cui cresciamo.
Secondo questa teoria esistono essenzialmente le
emozioni a guidarci nella nostra vita, e se qualcosa ci fa
stare bene, se qualcosa ci trasmette amore, allegria,
serenità, felicità, allora è cosa buona farla, provarla,
insegnarla, perché il sorriso che nasce da questa cosa è il
chiaro segno che questa ci fa stare bene, di conseguenza
privarci o resistere a questo benessere, crea dolore, crea
insoddisfazione, tristezza, malattia, depressione e
quant’altro rispecchi l'aspetto negativo delle cose.
Se cosi fosse, è possibile che il Diavolo che Padre Pio
affrontava nella notte fosse frutto della resistenza ad un
piacere primordiale, resistenza ad un amore, resistenza
ad un emozione, e che quindi fosse il sesso il demonio da
vincere?
È possibile che lottasse con un senso di colpa frutto
del desiderio di abbandonarsi a due piaceri come Dio e
come l’amore per una donna?
È probabile che il Diavolo tentatore, che la
tentazione che lo faceva soffrire la notte, non fosse altro
che la resistenza ad un benessere che alla fine meritiamo,
un impulso alla vita che madre natura ha creato per noi?
Ma che la Chiesa colpevolizza in modo cosi cruento, da
considerarlo un peccato, una tentazione, da considerarlo
il diavolo?
È ovvio che questa visione è legata al desiderio
sessuale, al famoso drago, che spesso è stato
rappresentato in scene pittoriche come San Giorgio e il
drago o come San Michele e il drago, insomma alla
vittoria dell'uomo sul suo stesso desiderio.
Com'è possibile che la Chiesa che tanto loda Dio,
non accetti il processo più naturale e semplice che lui ha
creato? Tutto il mondo fa l’amore dall'inizio dei tempi.
Com'è possibile che ci sia del male in questo? Mi sembra
un atto di superbia giudicare male qualcosa che Dio ha
creato, dato che è nell'unione dei complementari che si
traduce la creazione.
Non esiste male in questo, perché è un processo
naturale, e tutto ciò che è naturale è perfetto. Natura est
Deus in rebus disse Giordano bruno.
Il male che nasce da questo drago o serpente, la
grande energia sessuale, è la distorsione di una forza che
come tutti gli elementi può essere utilizzata come
energia creativa o distruttiva. In sé questa energia non ha
alcun attributo negativo, è l'uso che se ne fa che la rende
positiva o negativa. O la si domina e la si utilizza a scopo
creativo o se ne diventa schiavi. In questo senso, quando
si viene dominati dal desiderio allora la forza assume una
forma maligna; tutto il male del mondo nasce da questo
desiderio di possesso che si manifesta a livello sessuale e
a livello materiale. E questo "desiderio" è anche il fattore
su cui si regge tutto il sistema.
Prima di essere uomini, prima di essere persone,
siamo esseri viventi, siamo parte della natura, siamo
frutto di un processo che va avanti da milioni di anni,
perfetto in se stesso, che oggi consente a noi, consente a
te che stai leggendo la vita. Il peccato, il grande errore
che l'uomo ha commesso, non è il sesso, ma è la
separazione, l'inganno della dualità con il mondo
esterno. L'uomo nascendo sulla Terra alimenta il suo ego,
cadendo così nell'illusione che il resto è separato da se
stesso, quando in realtà siamo tutti Uno, tutti connessi,
tutti collegati. Dunque l'uomo crede che il mondo
esterno sia qualcosa da consumare, qualcosa che gli deve
appartenere. Questo è il grande peccato: la separazione
dal mondo esterno e dalle altre persone è la causa di ogni
male, ed è contro questo male che dobbiamo lottare, e
non contro un impulso naturale che spinge il mondo alla
vita. Seppur l'energia sessuale è ciò che scatena questa
sete di dominio nel mondo, non è da ricercare in essa la
radice del male, ma nell'uomo che non è in grado di
farne uno uso creativo, positivo.
L'inganno della separazione fa parte tuttavia di un
percorso che ci spinge a desiderare l'unione che abbiamo
dimenticato, ma che in realtà è sempre lì. L'unico male è
la divisione, la separazione; ma in un'ottica olistica
questo fa parte di un movimento eterno che spinge le
cose a cercare l'unità primordiale. Questa separazione è
frutto dell'ignoranza riguardo le cose spirituali, quindi
per eliminare questo demone non ci resta che avanzare
lungo il cammino interiore affinché l'illusione di
separazione svanisca, e si risvegli in noi la visione
dell'unità. Un giorno questa energia, questo motore che
spinge il mondo alla vita verrà visto come qualcosa di
sacro, una forza che mentre fino ad oggi è stata il
simbolo del peccato, domani sarà il motore che ci
porterà alla realizzazione sia interiore che esteriore.
"Il diavolo esiste solo perché gli uomini sono malvagi."
Donato Carrisi, Il tribunale delle anime - TEA
Editore
MESSAGGIO N° 23
TROVA LA TUA STRADA
Ognuno di noi dovrebbe trovare la sua strada, e poi
trovare un partner.
Probabilmente molti penseranno che la cosa più
importante è la famiglia, e a mio avviso Ia famiglia è
molto importante, ma non deve diventare la primaria
motivazione della vita.
Il nostro obbiettivo principale è la completa
realizzazione dell'energia non fisica, che ha deciso di
incarnarsi nel corpo fisico.
L'errore che la maggior parte di noi fa è innamorarsi
quando non ci si è ancora realizzati dal punto di vista
professionale, o comunque quando non si è completi a
livello energetico, e mettere al centro della propria vita il
partner. Questo errore nasce dal bisogno d'amore, dalla
dipendenza dell'amore che nella vita non ci è stato dato.
Noi ricerchiamo questo benessere nell'altro e ne
diventiamo dipendenti, quando in realtà dobbiamo
essere completi e maturi a livello interiore. Solo allora
possiamo essere in grado di dare amore in maniera
matura.
Quel che in genere accade è che quando una persona
s'innamora sarà ancor più motivata a trovare un lavoro
qualsiasi pur di mantenere stabile il rapporto, e quindi
disposta a ''sacrificare'' il proprio tempo e i propri sogni
per il suo partner e per condividere momenti di piacere
con lui, proprio perché tende a dipendere dall'amore
dell'altro. La sua anima all'inizio sarà entusiasta di quella
situazione, anche se non si è ancora realizzata ed
espressa creativamente in questa realtà perché infatuata
dall'eros e dalla novità. Ma quando le passioni iniziali
svaniranno, e spesso questo accade proprio perché non
si è completi e maturi a livello interiore, la sua anima
comincerà a domandarsi se vale veramente la pena
continuare a sacrificare il proprio tempo, i propri sogni
e i propri piaceri personali per qualcun'altro, e qual'ora
decidesse di intraprendere un percorso di crescita
personale, verrebbe probabilmente ostacolata dal
partner che vedrebbe compromessa la qualità e la
stabilità della relazione, senza comunque considerare che
ai tempi d'oggi un uomo medio non guadagna uno
stipendio che gli permetta di creare una famiglia.
Una persona che invece coltiverà due amori e si
realizzerà dal punto di vista professionale, potrà
condividere con il partner i frutti del suo lavoro,
godendo di pace e serenità che trasmetterà a tutta la
famiglia. Infine il suo partner non solo sarà felice perché
consentirà il mantenimento di una buona condizione
familiare, ma avrà anche stima dell'altro per ciò che sarà
diventato, per la sua evoluzione.
In qualsiasi campo la sua anima avrà desiderato
svilupparsi, nel suo piccolo sarà diventato qualcuno, avrà
raggiunto il successo personale.
Questo spiega la grande differenza tra una persona
adulta e una persona matura. La prima cresce solo a
livello fisico, e non sistema le questioni interiori che la
portano a dipendere da piaceri esteriori, mentre la
seconda è una persona che è innanzitutto in pace con se
stessa, che si ama, e che è realizzata nella vita. Questo è il
nostro dovere: crescere dal punto di vista interiore per
poter dare vita a relazioni mature e durature.
"Lo scopo della vita è lo sviluppo del proprio io. Il completo
sviluppo di noi stessi - ecco la ragione d'essere di ognuno di noi."
Oscar Wilde
CONCLUSIONI
Molti considerano quest'epoca un periodo di
perdizione, in cui tutto ciò che è stato creato dai nostri
genitori sembra essersi perso, a partire dai matrimoni
che non durano alla mancanza di lavoro, dallo scandalo
del sesso ai media che trasmettono quante più oscenità.
Ma questa è anche un'era di riflessione, di domande e
di risposte, un'era in cui abbiamo la possibilità di sapere,
di conoscere, e di sfruttare i moderni canali per avere
una vita migliore e per contribuire alla creazione di un
mondo migliore, per risvegliare un pianeta che sta
morendo dentro. Oggi possiamo essere veramente liberi,
possiamo rinascere e consentire alla nostra anima la sua
creazione, lasciarla libera di godere questa speciale e
perfetta realtà, unica nel caos universale.
Ora abbiamo la possibilità di comprendere questa
opportunità e di renderle il giusto valore che merita. E
c'è un senso se noi viviamo proprio questo momento,
nulla è per caso.
"Abbiamo un dono così grande che sfugge alla nostra
ragione."
Fabiano Rastelli
RINGRAZIAMENTI
Alla fine di questa esperienza non mi rendo ancora
conto di avere messo su carta cosi tante parole.
Eppure c'è stato un giorno in cui ho iniziato, un
giorno in cui ho detto: «e se scrivessi un libro?».
Probabilmente in principio neanche io ci credevo,
ma ho fatto il primo passo, e giorno dopo giorno l'opera
ha preso forma e mi sono lasciato convincere dall'idea
che scrivere fosse possibile. Così ho scritto.
Ringrazio Dio, l'Uno, l'energia della fonte, l'Universo,
ognuno lo chiami come preferisca, insomma ciò da cui
tutto proviene, per avermi trasmesso tramite i pensieri i
concetti di questo testo; ringrazio per aver avuto il
tempo di scrivere, per aver avuto vicino persone che
ascoltassero le mie idee, persone che hanno visto una
verità in ciò che avevo da dire. Ma ringrazio anche chi
vedeva in quest'opera l'ennesima perdita di tempo di un
ragazzo indeciso, perché solo così è nato in me il fuoco
che mi ha dato l'energia di scrivere, perché sono proprio
i NO che rinforzano lo spirito e fanno crescere la voglia
di realizzare i propri sogni.
Grazie Mamma, grazie alla mia famiglia, ai miei
amici e a tutte quelle persone che parlando con me
hanno contribuito allo sviluppo di Messaggi di risveglio.
Grazie Miriam per essere stata la mia prima lettrice
ufficiale. Ringrazio chi mi vuole bene senza interessi, e
grazie a chi da lassù mi osserva e si augura per me il
meglio dalla vita, grazie Nonna e grazie Nonno.
Non sono un maestro, né uno yogi, né un guru. Sono
una persona come le altre, che ha scritto qualcosa per
esprimersi, per mettersi in relazione prima di tutto con
se stesso, una persona che si pone delle domande sul
perché si trova qui, sul perché della propria vita, e in
cammino come tutti.