Post on 08-Mar-2020
LIBROMONDO CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
PACE - AMBIENTE –
INTERCULTURA
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE in memoria di Franco Falco
SETTEMBRE 2016 Newsletter n. 16/2016
Eccoci al sedicesimo appuntamento del 2016 con la newsletter di “LIBROMONDO”, Centro di
Documentazione sull’Educazione alla Pace e alla Mondialità che si trova all’interno della
Biblioteca del Campus Universitario di Legino a Savona. La Biblioteca o Centro di Documentazione è un servizio di completo volontariato. Le case editrici
e gli autori offrono libri come Saggi Gratuiti per l’uso in Biblioteca. I ragazzi delle Scuole
Superiori e alcuni adulti, in qualità di volontari, leggono per primi i libri nuovi e ne fanno la
recensione che viene pubblicata su newsletter come questa e poi inviata a un cospicuo
indirizzario. Le newsletter sono archiviate e sempre disponibili per consultazione su vari siti,
come annotato sotto.
Tutti gli autori di libri relativi alle nostre sezioni e le Case editrici che lo desiderino possono
inviare libri in saggio alla Biblioteca. I libri saranno recensiti come sopra. Per informazioni si
può scrivere a libromondo@hotmail.com
Le sezioni della Biblioteca di Documentazione sono: Europa, Asia, Africa, Americhe, Italia,
Donne, Bambini, Religioni, Cooperazione Internazionale, Migranti, Popoli, Diritti, Salute,
Hanseniani, Educazione alla Mondialità, Pace, Economia, Sviluppo, Alternative allo sviluppo,
Agricoltura, Ambiente, Terzo Settore, Mass Media, Protagonisti, Letterature, Fiabe, Favole,
Narrativa Ragazzi.
N.B. L’orario di apertura della Biblioteca segue l’orario della Biblioteca del Campus
Universitario, dal lunedì al giovedì: 9.00-17.45; venerdì 9.00-12.45. Il servizio è interrotto durante
le vacanze natalizie, pasquali, in agosto e il 18 marzo per la festa del S. Patrono di Savona.
Mercoledì e venerdì, ore 9 - 12, sono presenti in loco i volontari AUSER.
SOMMARIO NEWSLETTER
Libri Sezioni: DONNE, SALUTE, POPOLI, PROTAGONISTI, MIGRANTI,
EDUCAZIONE, NARRATIVA RAGAZZI, FAVOLE, RELIGIONI, PACE,
LETTERATURE, TERZO SETTORE
Da Medici senza Frontiere: YEMEN BOMBE SU CIVILI E OSPEDALI; SONO UNA
BELLA FAMIGLIA; SIAMO VICINI ALLE VITTIME DEL TERREMOTO DEL
CENTRO ITALIA
N.B. Le newsletter sono archiviate su:
www.ildialogo.org nella sezione Cultura;
www.zacem-online.org
http://artistiamatoriali.forumattivo.com/; Per informazioni è possibile visitare il sito dove si trova l’archivio delle precedenti newsletter (fino al maggio 2012):
http://informa.provincia.savona.it/cooperazione/libromondo
La Biblioteca è anche su http://www.campus-savona.it/biblioteca.htm e su
http://www.savonagiovani.it/IT/Page/t01/view_html?idp=24
La donna, se non viene preparata dall’istruzione a diventare la compagna
dell’uomo, fermerà il progresso del sapere e della virtù.
Mary Wollstonecraft, “I diritti delle donne”, 1792
LIBRI – SEZIONE DONNE
DONNE, DIRITTO, DIRITTI
Prospettive del giusfemminismo
a cura di Thomas Casadei, Giappichelli Editore, 2015, euro 26,00
Contributi di: Rosa M. Amorevole, Maria Giulia Bernardini, Patrizia
Borsellino, Caterina Botti, Brunella Casalini, Alessandra Facchi, Carla
Faralli, Orsetta Giolo, Susanna Pozzolo, Lucia Re, Chiara Sgarbi, Barbara
Spinelli
Oggi, il mondo globale, le migrazioni di massa e la crisi economica,
ripropongono in modo pressante il ripensamento dei diritti della donna e
la necessità di ricominciare a lottare (se mai si fosse smesso) perché tutte
le donne possano vederli riconosciuti, semplicemente per il fatto di essere
appartenenti alla specie umana, al di là di qualsiasi categoria di luoghi e di
tempi. Il testo "Donne, diritto, diritti", di grande interesse storico, politico,
filosofico e umano, si avvale di contributi di persone esperte a partire da
un'introduzione storica di Carla Faralli. Fin dalla fine del 1700, con le
Dichiarazioni dei diritti americana e francese, era risultato chiaro che tali
diritti non riguardavano le donne, creature "diverse" per natura. Inizia così la lotta di alcune
pensatrici come Olympe de Gouges (poi ghigliottinata), Mary Wollstonecraft, Harriet Taylor e
molte altre. Viene rivendicata l'estensione alle donne delle prerogative degli uomini, tra le quali
ricordiamo il diritto al voto reclamato dal movimento delle suffragette. Le Costituzioni
novecentesche, inoltre, sanciscono teoricamente l'uguaglianza dei diritti tra i sessi ma molti principi
sono rimasti solo sulla carta. In Italia, ad esempio, l'accesso delle donne alla magistratura risale al
1963, alle forze armate al 1999, il diritto di famiglia del 1975 riconosce la parità tra i coniugi e
abolisce l'istituto del capofamiglia e la patria potestà, il delitto d'onore é abolito nel 1981, la
violenza sessuale é definita solo nel 1966 delitto contro la persona e non più reato contro la morale,
dal 2011 si parla di "femminicidio". Naturalmente, non basta l'espressione giuridica -seppur
determinante- ma é necessaria la consapevolezza di uomini e donne, trasformazione culturale non
avvenuta del tutto, come si evince dalla vita quotidiana e dal comportamento di molte donne vittime
di violenza fisica o psicologica. La lunga crisi economica, infine, ha fatto perdere il lavoro a molte
donne, cioè l'autosufficienza economica oltre che l'opportunità di realizzare la propria persona nel
lavoro. Le questioni sono tante, dunque, ma emerge anche la cognizione che il punto di vista delle
donne preso in seria considerazione sia quello della donna bianca, occidentale, eterosessuale, di
classe media, laica o di religione cristiana. Le posizioni occidentaliste (figlie di imperialismo e neo-
colonialismo) e quelle relativiste (senza ingerenza nelle culture altrui, anche in caso di pratiche
aberranti) sono entrambe da ripensare. A fronte del disprezzo e dell’incomprensione delle tradizioni
altrui, senza possibilità di dialogo, mi viene in mente chi suggeriva, alcuni anni fa, di praticare in
Italia l'infibulazione, seppur minore, per accontentare le ragazze che, schiacciate dalla paura
dell'emarginazione dalla loro società, la volessero attuare. Certamente, é molto più difficile far
arrivare quelle ragazze, attraverso un percorso educativo, al rifiuto di pratiche lesive per la salute
delle donne, dei loro figli, e menomatrici della normale vita sessuale. Ma é quanto un paese civile
deve fare. Nel testo, quindi, si parla di tutto: dalle molestie sul luogo di lavoro allo stupro etnico
come atto di genocidio. Poi c'è la pornografia, la prostituzione, stabili fondamenta del dominio
dell'uomo. Persino la medicina si sviluppa basando le proprie conoscenze anche farmacologiche sul
corpo dell'uomo, aggiustando poi i risultati per le donne! La gravidanza, l'aborto, le cure, la morte,
molto deve essere riesaminato. L'etica dei diritti deve affiancarsi all'etica della responsabilità che
poggia sul riconoscimento della diversità dei bisogni e su una comprensione che fa nascere la
compassione e la cura. Secondo Gilligan, in una cultura patriarcale, la cura é espressione di un'etica
femminile che riflette la gerarchia patriarcale. In una società democratica, invece, la cura é un'etica
femminista che conduce verso una democrazia liberata dal patriarcato e dai mali a esso associati:
razzismo, sessismo, omofobia e tutte le altre forme di intolleranza e assenza di cura. Purtroppo,
l'Italia si classifica tra i paesi dell'Europa con minore uguaglianza di genere. Nonostante le donne
rappresentino il 60% dei laureati, arrivando al traguardo prima e con valutazioni superiori rispetto ai
maschi, nonostante il loro curriculum sia più ricco di tirocini e stage, a un anno dalla laurea,
risultano meno occupate dei maschi (-7%) e, in termini di retribuzione, registrano guadagni inferiori
del 30% a quelli dei laureati. Le donne hanno ancora molto cammino da fare, soprattutto perché
bisogna conquistare diritti per tutte le donne del mondo, perché siano davvero libere di esprimere se
stesse e non subire la volontà aperta o subdola del maschio. Questo testo può essere molto utile a
donne e uomini per individuare dei trampolini di lancio.
Renata Rusca Zargar
FEMMINILE E MASCHILE NEL LAVORO E NEL DIRITTO
Una narrazione differente
a cura di Maria Dolores Sandoz Fernàndez, Ediesse, 2015, pagg.296, euro 14,00
Quattordici professori e professoresse italiani e spagnoli di Diritto del
Lavoro in Università italiane e spagnole, in un racconto corale, una koinè a
volte personale, a volte politicamente espressiva, ripercorrono il loro
excursus di vita e di studi che li porterà alla laurea in Diritto del Lavoro ed
all'insegnamento universitario nella medesima scienza giuridica. Il loro
percorso di pensiero giuridico e di studi li porterà a confrontarsi con il
problema del lavoro femminile e della parità dei diritti con l'uomo, solo in
parte risolto nei Paesi occidentali. Sono otto le Autrici del Manifesto
"Immagina che il lavoro" della "Libreria delle donne" di Milano con il
coordinamento di Giordana Masotto: un documento molto problematico
sulla reale situazione del lavoro delle donne in Italia. Molti progressi sono
stati fatti a seguito delle lotte del movimento femminista e del ‘68, ma le
donne italiane sono anche impegnate nel lavoro di cura familiare, le
gravidanze, la cura dei figli e dei genitori anziani, oltre al lavoro retribuito
esterno. In Italia, rispetto agli altri Paesi europei, è minore la
collaborazione del coniuge: - lavoro domestico donne 5h 47' italiane, 3h
36' norvegesi - lavoro domestico uomini 1h 55' italiani, 2h 24' norvegesi. Quella che il libro
definisce la cura dell'esistenza, cioè il tempo a disposizione per organizzare la propria vita
felicemente, al di fuori degli obblighi di lavoro, privati e pubblici, con la lettura, la visita ai musei,
le attività sportive, la semplice contemplazione della natura, gli incontri con gli amici, è sempre più
ridotto per uomini e donne. Questo libro, attraverso i racconti di professori e professoresse
universitari e donne socialmente impegnate, ci conduce su un percorso di riflessione sulla
condizione della società italiano di oggi, con una particolare attenzione a quella delle donne.
Giuseppe Alessandro
LE LETTERE DEL MIO NOME Simone de Beauvoir, Colette,Virginia Woolf, Gertrude
Stein,Gianna Manzini, Ingeborg Bachmann, Anna
Frank, Anna Banti, Carla Lonzi, Agnes Boiaxhiu Grazia Livi, Iacobelli, 2015, pagg. 256, euro 11,90
La scrittura di Grazia Livi attinge a orizzonti lessicali
sconfinati, il suo romanzo Le lettere del mio nome, premio
Viareggio1991, è una costruzione letteraria, che è insieme
romanzo, saggio narrante, biografie, storia del movimento
femminista. Un prodotto letterario originale che si avvale di
voci narranti, ricordi, stralci di libri, atti di convegni,
interviste, citazioni giudizi di critici. Le figure di alcune
scrittrici emergono dal racconto con la loro personalità
straordinaria come Gianna Manzini, scrittrice profonda dai neologismi musicali: fiorosità,
consumìo, ovattoso, affebbrato, sversatezza, abbrividente, appenato, giuncare, rivolare, dissugare,
focante, guazzoso, sugare, spighire. Anna Frank ci emoziona con il racconto della sua prigionia nel
piccolo appartamento di Amsterdam, Anna Banti dalla scrittura raffinata e la forte personalità. Un
libro che restituisce alla scrittura al femminile tutta la sua potenzialità e il suo valore letterario,
inserendolo nella storia del movimento femminista nato e cresciuto in modo dirompente nel secolo
scorso. Un libro che è un mosaico originale e godibilissimo di apporti letterari di diverso tipo:
romanzo, critica, storia, avventura sociale, tutto narrato con una esposizione lessicale di altissima
qualità.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE SALUTE
L’OCCHIO DELLA MENTE
Oliver Sacks, Adelphi, 2016, pagg. 271, euro 13,00
Oliver Sacks é un neurologo che si definisce "medico praticante": perciò si è
trovato davanti spesso a pazienti con patologie rare. Egli, dopo aver studiato i
casi e cercato di aiutare quelle persone, ha raccontato in vari libri, tra cui
questo, casi clinici di grande interesse neurologico. A fronte di una privazione,
che può essere la cecità o una malattia che altera la memoria, la lettura o
l'apprendimento, il cervello sviluppa altre capacità che permettono a quella
persona di continuare a vivere. Uno dei casi raccontati -tutti con parole
semplici e comprensibili - é quello di una famosa pianista. Ella, dopo i
sessant'anni, improvvisamente, non riusciva più a leggere le partiture ma, per
la sua grande memoria, continuava a insegnare e tenere concerti. Poi,
cominciò ad avere difficoltà a leggere, anche se poteva scrivere, infine a non
vedere ciò che si trovava alla sua destra. Mentre si sviluppavano quelle
enormi difficoltà, aumentava, però, la memoria uditiva, tanto che era in grado
di apprendere e riprodurre un brano a orecchio e persino arrangiarlo
mentalmente. In quel modo, riuscì ad avere una vita dignitosa per molti anni.
Anche le persone cieche -di nascita o colpite dalla perdita in periodi
successivi- sviluppano capacità mentali che sostituiscono la visione. "Mi piace viaggiare." racconta
una donna che ha perso la vista dopo i quarant'anni "Quando ci sono andata, io ho visto Venezia."
Infatti, i compagni di viaggio le descrivevano i luoghi ed ella si costruiva un'immagine visiva con
quei dettagli, le sue letture e i suoi ricordi precedenti. "Le persone vedenti - spiegava - si divertono
a viaggiare con me perché io faccio delle domande e loro osservano e vedono cose alle quali
altrimenti non avrebbero fatto caso. Troppo spesso le persone vedenti non vedono proprio nulla! É
un processo reciproco: arricchiamo vicendevolmente i nostri mondi." Il linguaggio, infatti, permette
a tutti noi, perfino a chi è cieco dalla nascita, di vedere con gli occhi di un altro. Il testo, oltre ad
aprirci uno spiraglio su un mondo tanto misterioso che è quello delle nostre capacità intellettuali, ci
dà la grande speranza che, qualunque cosa ci succeda, fino a quando avremo vita, saremo capaci di
trovare, come perfette divinità scese sulla terra, una soluzione vivibile.
Renata Rusca Zargar
LIBRI – SEZIONE POPOLI
SAI CHE GLI ALBERI PARLANO?
La saggezza degli indiani d’America
Käthe Recheis, Georg Bydlinski; Il punto d’Incontro, 2002, pagg. 140, euro 12,95
Questo è un libro bellissimo realizzato nell’ambito del progetto
“Saggezza Pellerossa” che contribuisce a diffondere la cultura e
gli insegnamenti degli Indiani d’America, affinché il patrimonio
spirituale della Nazione Pellerossa possa essere condiviso da
tutta la Grande Nazione degli Uomini. Un libro che insegna a
non dimenticare il rispetto che dobbiamo a tutto ciò che ci
circonda. Ci sono molti brani interessantissimi, poesie
magnifiche, preghiere e canzoni indiane. Leggendo questo libro,
si potrà comprendere meglio il magnifico popolo indiano
sterminato purtroppo dall’ignoranza dell’uomo bianco. Un libro
ricco di saggezza e rispetto, corredato da immagini fotografiche
d’epoca molto belle! ORSO IN PIEDI, TATANGA MANI,
MOMADAY, ALCE NERO e OHIYESA sono solo alcuni dei
tanti autori indiani chiamati a testimoniare in questo libro il
profondo amore e rispetto per la vita e la loro MADRE TERRA.
Bellissima una preghiera di ringraziamento della tribù degli IROCHESI: “Noi ringraziamo nostra
MADRE la TERRA che ci nutre. Ringraziamo i fiumi e i ruscelli, che ci danno acqua. Ringraziamo
le erbe, che ci donano forze risananti. Ringraziamo il mais e i suoi fratelli, il fagiolo e la zucca, che
ci tengono in vita. Ringraziamo i cespugli e gli alberi, che ci donano i loro frutti. Ringraziamo il
vento che muove l’aria e che allontana le malattie. Ringraziamo la luna e le stelle, che ci illuminano
con le loro luci, quando il sole è tramontato. Ringraziamo il nostro progenitore HE’-NO, che
protegge noi, suoi nipoti, e che ci dona la pioggia. Ringraziamo il sole, che ridente guarda giù sulla
terra. Ma soprattutto ringraziamo il GRANDE SPIRITO, che unisce in sé tutta la bontà e tutto volge
per il benessere dei suoi figli”. (HE’-NO è uno spirito protettore, che dona la pioggia dispensatrice
di vita e loro chiamano con il titolo onorifico di “Progenitore”, cioè nonno). Molto commovente un
brano scritto da una donna Irochese per la morte del figlio, che alla fine dice: “ Tu vai laggiù, dove
io non posso vederti. Presto saremo di nuovo riuniti e ci guarderemo in viso”. La fede in una vita
dopo la morte si trova in tutte le popolazioni indiane. Prima che gli Europei giungessero nel Nord
America, c’erano moltissime popolazioni indiane suddivise in molte tribù con altrettanti Capi. La
loro esistenza era semplice e serena, si vestivano di pelle d’alce e di pellicce, le loro borse erano
fatte con pelli di animali e anche i loro mocassini. Usavano coltelli fatti con la pietra e gli animali
venivano uccisi esclusivamente per cibarsene e usare le lo pelli per coprirsi. La religione insegnava
loro a credere al GRANDE SPIRITO che ha creato tutto e che è presente in tutto. Quando i bianchi
arrivarono in quei territori tutto questo ebbe fine. Vennero disboscati i boschi, sterminati i bisonti
fonti di cibo e indumenti per loro, i castori e le loro meravigliose opere architettoniche che erano le
loro dighe, le immense praterie vennero arate e i fiumi, i ruscelli, i laghi prosciugati e scomparsi.
Un intero popolo umiliato e spinto a vivere nelle riserve. Per gli indiani, e non solo, l’uomo bianco
è diventato simbolo dello sterminio di tutti gli esseri viventi su quel territorio. SAI CHE GLI
ALBERI PARLANO? è il titolo preso da un brano scritto da TATANGA MANI (Bisonte che
Cammina il nome indiano della tribù Stoney del Canada). Scrive Tatanga: “Sai che gli alberi
parlano? Sì parlano. Parlano l’un con l’altro, e parlano a te, se li sai ascoltare. Ma gli uomini bianchi
non ascoltano. Non hanno mai pensato che valga la pena di ascoltare noi indiani, e temo che non
ascolteranno nemmeno le altre voci della Natura. Io stesso ho imparato molto dagli alberi: talvolta
qualcosa sul tempo, talvolta qualcosa sugli animali, talvolta qualcosa sul GRANDE SPIRITO”. Se
noi avessimo imparato da loro! Oggi sapremmo veramente che cosa vuol dire vivere in armonia con
la Natura.
Maria Pera
LIBRI – SEZIONE PROTAGONISTI
CITTÀ DELL’UOMO
La speranza di un mondo nuovo è legata al destino di un'idea
Adriano Olivetti, a cura di Alberto Saibene, Edizioni di Comunità, 2015, pagg. 308, euro 13,60;
ebook 8,99
Gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso sono stati per il nostro Paese un
periodo di slanci ideali, tèsi alla sua ricostruzione e riqualificazione
morale, dopo il colonialismo, il fascismo, l'alleanza con il nazismo, una
guerra perduta. In quel periodo, l'Italia si presentava al mondo con tutte le
sue nuove potenzialità: in circa quattro anni completava la costruzione
dell'Autostrada A1, circa 860 km da Milano a Napoli in un territorio
difficile. L'industria degli elettrodomestici assumeva dimensioni di prima
grandezza a livello mondiale, come quella delle auto e degli scooter. In
questa nuova tèmperie ideale e produttiva, emergeva un'originale figura
di grande industriale, pensatore politico, sociologo: Adriano Olivetti,
Presidente dell'omonima Industria di macchine per ufficio. Questo libro
rappresenta una summa del pensiero di Adriano Olivetti in campo
politico-sociale, ne mette in rilievo le sue capacità profetiche, con la
previsione della crisi dei maggiori partiti politici italiani, e la proposta
delle autonomie regionali come strutture amministrative comprensive delle Comunità. Le Comunità
come Enti organizzati di uomini e di donne, operai, impiegati, contadini aventi la stessa
spiritualità, la stessa fede nella democrazia e amore per la loro terra di origine. Nella visione di
Adriano Olivetti, le unioni di Comunità avrebbero dovuto sostituire le Province; a un livello
amministrativo superiore le Regioni sarebbero state le realizzazioni dello Stato federale italiano. La
visione politica di Adriano Olivetti era animata da grande spirito civico, fede religiosa e un certo
grado di utopìa: si è realizzata negli anni ‘53-‘59 in alcuni Comuni del Canavese, con il movimento
di Comunità che ha sostituito i partiti tradizionali. Nella visione di Adriano Olivetti, lo sviluppo
economico e sociale del Sud d'Italia aveva un posto di rilievo: lo stabilimento di macchine da
calcolo di Procida raggiunse in pochi anni livelli di produttività eccellenti nell'ambito del Gruppo
Olivetti. Un libro complesso, affascinante, profetico e utopico al tempo stesso, che può essere
considerato il suo testamento spirituale: Adriano Olivetti è scomparso poco tempo dopo averlo
scritto.
Giuseppe Alessandro
VERSO LA GIUSTIZIA SOCIALE
Le ragioni di Alcide De Gasperi
Remo Roncati, Solfanelli, 2015, pagg. 248, euro 18,00; presentazione di Maria Romana De
Gasperi
Alcide De Gasperi fu un uomo di Stato che ebbe un'influenza
grandissima nella vita politica del nostro Paese in un periodo cruciale
per la sua storia, lungo l'arco di 7 decenni, pregni di avvenimenti di
straordinaria importanza per l'Europa e per il Mondo. Già deputato
nel Parlamento austriaco, poi in quello italiano, aderì fin da ragazzo
alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica, improntata a una
rivendicazione dei diritti dei lavoratori più bisognevoli e dei più
umili, secondo l'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. In seguito,
aggiungerà al suo pensiero le idealità espresse nell'enciclica
Quadragesimus Annus di Pio XI e nell'enciclica Divinis Redemptoris
di Pio XII. Durante il governo fascista e il periodo della seconda
guerra mondiale, Alcide De Gasperi visse nella Città del Vaticano
con l'incarico di bibliotecario. Aderì al Partito Popolare di don Luigi
Sturzo e fu successivamente fra i fondatori della Democrazia
Cristiana, Partito che avrebbe avuto un'influenza determinante per
molti decenni nella storia del nostro Paese, nel periodo della sua
ricostruzione e del cosiddetto miracolo economico. Ricoprì quattro
mandati come Presidente del Consiglio nel Governo del Paese, fu fra
i fondatori della Comunità Europea, all'interno della quale ebbe vari incarichi. Fu un vero Padre
della Patria. Remo Roncati è un grande storico che nel 1998 ha ricevuto la Medaglia d'oro quale
benemerito della cultura, dell'arte e della scuola.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE MIGRANTI
ITALIA-ROMANIA
L’esperienza completa della migrazione
Codrina Şandru, Florentina Scârneci; Kurumuny, 2014, pagg. 94, euro
9,50
Questo libro è stato scritto da due docenti dell'università Transilvania di
Braşov-Romania del dipartimento di scienze sociali e comunicazione
con l'obiettivo di analizzare il processo di migrazione di alcuni individui
selezionati presso la città di Drãguş. Attraverso l'intervista narrativa, le
persone hanno avuto l'opportunità di raccontare la loro esperienza in
modo completamente libero, senza dover rispondere a domande
standard ma dicendo le cose che hanno ritenuto più importanti, dalla
difficoltà di relazione alla gioia di rivedere i parenti durante le
periodiche vacanze che hanno affrontato. Consiglio di leggere questo
libro principalmente per far capire ai lettori le difficoltà che i migranti
incontrano per adattarsi alla loro nuova vita (argomento molto attuale).
Cosmina Chita – III B- Liceo Artistico Arturo Martini - Savona
NON SONO VENUTA PER SCOPRIRE LE SCARPE
Voci di donne immigrate in Liguria
a cura di Andrea T. Torre, Sensibili alle Foglie, 2001, pagg. 159, euro 13,42
In generale, l'immigrazione in Liguria ha un'incidenza minore che nelle altre
regioni, sia per le dimensioni ridotte che per le sue risorse produttive. La
maggior parte dell'immigrazione femminile proviene dall'Ecuador e il suo
impegno consiste principalmente nella cura familiare, prevalentemente in
quella degli anziani. Le cosiddette "badanti" provengono in prevalenza dai
paesi dell'Europa dell'Est. Dall'indagine condotta dall'autore risulta un certo
complesso d'inferiorità da parte delle immigrate rispetto alle italiane che sono
"più magre, invecchiano meglio, più curate, eleganti": una vera e propria
distinzione di casta o di appartenenza sociale che di solito le datrici di lavoro
non fanno. Una ricerca di grande attualità considerata la crescita irreversibile
dell'immigrazione e l'invecchiamento della popolazione, specie in Liguria.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE EDUCAZIONE
COSA FAREMO DA GRANDI?
Prontuario di mestieri per bambine e bambini Irene Biemmi, Lorenzo Terranera; Settenove, 2015, pagg. 48, euro 13,00; da 4 anni
Pubblicato a cura dell'UNICEF, il volume è improntato al criterio delle pari opportunità senza
alcuna discriminazione di genere fra bambine e bambini. Irene Biemmi è una ricercatrice di
pedagogia presso l'Università di Firenze. Lorenzo Terranova è illustratore e scenografo, lavora
presso RAI3 e La7. Chi di noi da bambina-bambino non ha fantasticato sul
mestiere che avrebbe fatto da grande, magari l'astronauta, o il torero o la
cantante lirica? In questo volume, la Maestra Matilde entra in classe e
assegna il compito: cosa vorresti fare da grande? Diego e Marta
incominciano a pensare… Bellissimi i disegni dei vari mestieri di Lorenzo
Terranera. Tutti i mestieri sono declinati sia al maschile che al femminile.
Giuseppe Alessandro
IL PANE IN FESTA
a cura di “La Lucerna” Laboratorio Interculturale, 2006, pagg. 160, euro 10,00
Questo è un libro curato da “LA LUCERNA” Laboratorio Interculturale. Una
poesia pubblicata all’inizio del volume dice: “ … e il pane è la festa / che illumina
gli occhi degli affamati / e ne riempie le bocche… / il pane che appaga lo spirito!”
Quella del pane è una grande storia di civiltà. È cibo antichissimo, fonte di
sopravvivenza, alimento irrinunciabile nell’alimentazione di tutti i popoli del
mondo. Lo possiamo consumare in ogni momento dalla giornata e in tutte le
stagioni della vita. Pane fatto di frumento, di riso, di manioca, di mais, di avena, di
segale, di farro, di grano saraceno, a seconda delle culture, ma questo alimento è
essenziale in tutte le culture, in tutte le religioni e in tutte le latitudini del mondo.
Pane, vero inno alla vita. Il pane lega uomini di paesi, lingue e culture diverse, chi
vuole conoscere un popolo deve conoscerne il pane. In questo libro sono raccolti
racconti di esperienze dei diversi Paesi del Pianeta che rispecchiano antiche
tradizioni culturali tramandate di famiglia in famiglia da secoli, ma in tutti i Paesi, in ogni occasione
di festa e, in alcuni casi anche di lutto, non può mancare il pane. In Camerun, il pane di manioca si
mangia durante la festa per un funerale, perché per loro la morte non è un avvenimento triste, ma fa
parte della vita, un passaggio da non rifiutare. Nel libro “IL PANE IN FESTA” si parla dell’uso del
pane nel continente africano, nel Nord Africa e Medio Oriente, America Latina, Asia ed Europa.
Sono racconti di persone che provengono da diversi Paesi e che si trovano qui in Italia, ma anche
racconti di tradizioni delle regioni italiane, offrendo elementi di cultura, idee, poesie e proverbi
riguardanti il pane pubblicati alla fine del volume. Il pane è festa per bambini, adulti e anziani, dalla
sua preparazione alla condivisione con la famiglia, con i vicini e spesso festa di solidarietà.
Maria Pera
IL CORAGGIO DI PENSARE A DIO
Diventare GRANDI senza dimenticare le cose GRANDI
Domenico Barillà, Emanuela Bussolati; Carthusia, 2012, pagg. 40, euro 12,66; da 5-6 anni
La religione insegnata ai bambini senza verità assolute precostituite
dagli adulti, senza la pretesa di raccontare che esistano religioni migliori
e religioni peggiori, imprimendo nei bambini il seme del dubbio, perché
il dubbio è al centro della cultura scientifica moderna. Senza paura di
essere blasfemi: Dio è maschio o femmina? come fa la pipì, in piedi o
come le femmine? In fondo, sono le domande che si pongono tutti i
bambini che, da grandi, trovano delle risposte che a molti sembrano
essere le uniche giuste e da là nascono le intolleranze, le guerre di
religione o le guerre tout court. O se non trovano le risposte, chiedono
ad altri che credono di averle: rabbini, sacerdoti o imam che siano. Un
libro per bambini che vogliono crescere, scritto da grandi che vogliono
vederli crescere: alcuni fanatici pensano anche che le nuove scoperte
fanno dimenticare Dio… Ma noi siamo un granellino di sabbia perso
nell'universo. È da presuntuosi credere che non ci sia più niente da scoprire. Il formato, le
illustrazioni, i colori, sono quelli di un libro destinato a bambini/e di 5-6 anni, ma le domande che si
pone e le risposte che cerca di darsi sono interessanti anche per età superiori.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE NARRATIVA RAGAZZI
IL GIORNO IN CUI GABRIEL SCOPRÌ DI CHIAMARSI MIGUEL ANGEL
Massimo Carlotto, Centoautori, 2016, pagg. 72, euro 8,00
Famoso scrittore di noir e di testi teatrali, tradotto in tutto il mondo, Massimo
Carlotto, in un breve racconto, propone la storia di Gabriel Matias Rolon, un
ragazzo argentino alla ricerca della sua identità. Il tema è quello drammatico
dei desaparesidos e delle adozioni illegali negli anni della dittatura in
Argentina. Le nonne di Plaza de Maio e l'esame del DNA lo metteranno in
grado di scoprire la sua vera identità. Un racconto che ripercorre avvenimenti
realmente accaduti nel corso della dittatura del generale Videla in Argentina
dal 1976 al 1981. Un racconto dal fraseggio breve e incisivo, dal taglio
teatrale.
Giuseppe Alessandro
Innanzitutto mi complimento con l’autore di cui ho già letto altri romanzi.
Questa è una storia vera (purtroppo) ne ho già lette in altri libri, peccato che sia
passato tanto tempo da quei giorni infausti, e mi si stringe il cuore a pensarci,
poveri orfani e povere mamme, che hanno fatto una brutta fine per mano di chi
si credeva “DIO” e invece era solo un povero pazzo megalomane. Spero tanto
che quei ragazzi siano venuti a conoscenza dei misfatti di chi li aveva adottati. Alcuni erano sterili,
non potevano procreare, e allora si presentava loro l’occasione per far le cose di nascosto, come
fecero col protagonista del racconto. Speriamo non succeda mai più.
Carla Robbiano
LIBRI – SEZIONE RELIGIONI
SE VINCE LA LUCE
Storie di emarginazione e di speranza
Vincenzo Sorce, Edizioni Paoline, 2016, pagg. 112, euro 8,50
La vita di un uomo fedele, devoto e disponibile costruita attraverso lo
stretto contatto con delusioni, difficoltà, emarginazione. Gli occhi di
chi ha visto la sua vita prendere una piega diversa rispetto alle
tradizioni e alle aspettative della sua famiglia; il coraggio di pochi che,
come lui, hanno deciso di vivere per gli altri, rischiando di morire felici
in mezzo ai poveri, agli ultimi, ai deboli e ai malati di AIDS,
tubercolosi, malaria. La coscienza e il cuore sono i punti cardinali che
orientano Don Vincenzo Sorce verso i paesi e i popoli più bisognosi
del suo amore, della sua misericordia e del suo immenso perdono.
Madagascar, Libia, Tanzania, Senegal, Brasile, i paesi che lo hanno
accolto. La sua terra: la splendida e macabra Sicilia combattuta tra la
sincerità della gente e le bugie della mafia. Questa è la vita di un uomo
che ha portato e continua a portare, attraverso la semplicità della sua fede, un sorriso di speranza in
mezzo a fango, macerie, detriti, strade rese buie da infamia e prostituzione, prepotenza, malattia e
morte. Un unico desiderio: che vinca la luce.
Marzia Sari - Liceo Scientifico Grassi - Savona
GIOVANNI BOSCO ALLEGRIA E SANTITÀ
testi scelti e presentati da Alice Franceschini, Edizioni Messaggero
Padova, 2015, pagg. 104, euro 9,00
In questo libretto è raccontata la straordinaria vita del Santo che, nella
Torino dell’Ottocento, si prende cura di ragazzi poveri e disagiati.
L’autrice, ex allieva salesiana, racconta come il giovane (allora)
sacerdote prende coscienza della necessità di un’opera di aiuto e
recupero in occasione della visita ai giovani carcerati. Il racconto
prosegue con le grosse inevitabili difficoltà incontrate per mettere in
pratica questo difficile percorso che, gradatamente, viene attuato con
l’incrollabile ostinazione del grande sacerdote, fino all’attuazione, dopo
essere sfuggito anche a numerosi attentati! Grande ma umile, ha lasciato
numerosi scritti sulle sue teorie educative (per l’epoca del tutto
innovative), ma è veramente commovente il testamento spirituale, frutto
di una personalità intrisa di una fede perfetta.
Annamaria Cordano
LIBRI – SEZIONE FAVOLE
IL LEONE E L'UCCELLINO
Marianne Dubuc, Orecchio Acerbo, 2014, pagg. euro 15,30; da 3 anni
Non sempre il leone è espressione di forza e aggressività. Nella favola
di Marianne Dubuc, il leone è un bravo agricoltore che, mentre lavora
nel suo orto, si accorge che un uccellino con l'ala ferita è caduto a terra
abbandonando il suo stormo. Lo mette nella sua criniera per ripararlo
dal freddo e lo porta a casa sua per medicargli la ferita. Convivranno
amorevolmente durante tutto l'inverno nella casa del leone, che prima
viveva tutto solo. In primavera lo stormo ritornerà ma l'uccellino
resterà con il suo leone. Non sempre l'uso della forza conduce a
risultati positivi, anzi un generoso comportamento protettivo del più
forte verso il più debole può portare a una bella amicizia. Belle le
illustrazioni colorate, dalla grafica elementare ma efficace. Età 4-5
anni.
Giuseppe Alessandro
UN LIBRO
Hervé Tunet, Franco Cosimo Panini, 2010, pagg. 60, euro 10,20;
da 3 anni
Un libro illustrato con pallini rossi azzurri e gialli di varia
grandezza disposti in varia posizione. Il bambino è invitato a
compiere diverse operazioni con le dita sui pallini colorati. Sono
movimenti atti a sviluppare la lateralità, il coordinamento
psicomotorio e il riconoscimento dei colori. Età 1-2 anni.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE PACE
LETTERA DALLA CECENIA P. Bohelay, O. Daubard; Libri Bianchi, pagg. 96, euro 13,00; traduzione di Raffaella Chelotti
Le due guerre russo-cecene, con bombardamenti massicci su Groznyj, le stragi,
le violenze sulla popolazione civile, i conseguenti campi profughi, sono una
macchia indelebile sulla Russia di Boris Eltsin e di Vladimir Putin. Dopo la fine
dell'Unione Sovietica, sono emersi innumerevoli movimenti di separazione fra le
varie etnie e nazionalità del suo sterminato territorio. Questi movimenti già
preesistevano alla rivoluzione del 1917; essi sono riemersi, come nel caso del
Caucaso del Nord, all'interno del quale c'è la Cecenia, territorio strategico, ricco
di petrolio e di gas. Il petrolio, lungi dall'essere una risorsa per la popolazione,
inquina ogni luogo e cosa. Il giovane Ramzan che si accompagna ai due autori è
un probabile kamikaze della guerriglia armata. Nella popolazione vi sono
contrasti religiosi: i wahhabiti sono sospettati di essere manipolati da Mosca. La
maggioranza della popolazione è sunnita. Le gelide fotografie in bianco e nero dei campi profughi,
delle tende, delle misere case, documentano in modo mirabile la drammatica realtà della Cecenia.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE LETTERATURE
I NOSTRI ANNI VIA IN UN SOSPIRO
John Deane, Eva Edizioni, 2000, pagg. 96, euro7,85; traduttore Giuseppe Napolitano
“(…) Sono stato a passeggiare fra i morti / ragionando con loro e pregandoli, / a
parlare di vecchie credenze e di certezza, / della facilità di respirare per interminati /
spazi - come potessi camminare sul mare / e inoltrarmi insieme a loro in un viaggio /
verso l’innocenza; / mentre nel cimitero le loro tombe annegano / poggiate in mari di
aquilegia. (…)” dalla poesia “Camminare sull’acqua”.
“I nostri anni via in un sospiro” di John Deane è una silloge di poesie
che narra episodi, scene, immagini di vita reali. Già il titolo fa
riferimento agli anni che passano in fretta, che svaniscono in un
niente, e che terminano, magari, con un ultimo sospiro. Argomento
ricorrente, infatti, in ogni poesia, in ogni frase, è la morte che
percepiamo attraverso qualsiasi descrizione. Così scrive l’autore nella
poesia “Spiaggia di corallo”: “(…) Come potevo, amandola, immaginare allora / la
sua morte, lì fermo sugli scogli sull’orlo/del suo mistero?(…)” E ancora nella
poesia “Collina”: “(…) La tua estrema solitudine / era dolore che montava fino al
grido / a scoppiare nel tuo petto, nel tuo cranio, / finché i tuoi occhi di pietra si
fissarono / contro il cielo. (…)” Ogni immagine descritta, quindi, seppur possa
rappresentare apparentemente qualcosa di sereno, sul finale viene “abbracciato dalla
morte”. Si nota, pertanto, ricorrente contrapposizione luce-buio, vita-morte.
L’autore descrive anche un elemento costante della vita: l’amore. Scrive in più versi di innamorati
che passeggiano mano nella mano, che trascorrono il tempo insieme… E, nonostante l’amore sia da
sempre raccontato e considerato come qualcosa di eterno, l’autore, invece, ci dice che anche
quell’amore finirà, magari semplicemente inghiottito dal tempo o dal mare. Recita così, infatti, nella
poesia “Amore”: “(…) scompariranno, emblematici, insieme / come se il mare li avesse inghiottiti, /
nell’eco in crescendo di una musica bassa. (…)” L’autore, quindi, prosegue così per tutto il testo, di
verso in verso, di pagina in pagina, nel costante interrogarsi sugli aspetti dell’esistenza. “I nostri
anni via in un sospiro” è un volumetto apparentemente breve, veloce da leggere, ma che racchiude
l’essenza di domande, dubbi, pensieri, paure, che ognuno di noi nasconde nel più profondo
dell’anima. Che ne sarà di noi?
Samina Zargar
LA PIETRA DELL'AMORE
Anna Rita Mascio, Volturnia edizioni, 2016, pagg. 56,
euro 15,00
La pietra dell'amore non è solo un racconto di Natale,
è anche una tessitura di ricordi di Anna Rita, ricordi
belli e brutti, come accade spesso. L'incontro con
Giovanni, in ospedale per lo stesso tipo di operazione,
l'appendicite, le passeggiate per andare a vedere la
pietra dell'amore, collocata nel tempietto Italico dedicato a Ercole in Piano Sant’Angelo in
Provincia di Isernia. Una pietra alla quale tornerà spesso con il suo amore Giovanni, un amore che
durerà tutta la vita, eterno come la pietra sulla quale hanno giurato. Un racconto intessuto di episodi
familiari, i ricordi di scuola, i pranzi in famiglia, le cerimonie, la morte di nonno Domenico: un
come eravamo in cui si manifesta al meglio l'ars scribendi di Anna Rita Mascio.
Giuseppe Alessandro
COLORI E SUONI NELLE PAROLE
Poesie dalle raccolte 1973-2011
Franca Maria Ferraris, edizioni Helicon, 2013, pagg. 170, e
Calycantus, del 1973 è la prima prova letteraria di Franca Maria Ferraris.
Franca Maria è una musicista di parole, perché esse hanno una tessitura
armonica ritmica e melodica, ma anche perché aspirano spesso a farsi
pura suggestione cioè pura emozione. Il cosiddetto contenuto sfuma,
evapora, per lasciare spazio al trionfo della suggestione. Alla lingua
dell'anima, non mediata dalla ragione che il minimo indispensabile,
dimenticando i tormenti e le persecuzioni del mondo in una specie di
dolcissimo cupio dissolvi sonoro, ma anche e soprattutto perché ella
concepisce la parola come arte del respiro e del sospiro. Frequenti gli
abbandoni lirici ai colori e ai profumi della sua Liguria: La sera estiva si
attarda con un raggio languente prima che il buio stenda il suo mantello.
Chi ascolterà in quest'ora tardiva il canto dell'allodola sperduta?
Giuseppe Alessandro
MIRACOLO A PIOMBINO
Storia di Marco e di un gabbiano
Gordiano Lupi, Historica, 2015, euro 11,40
Questo è un romanzo breve il cui autore è GORDIANO LUPI, collaboratore
di molte riviste, traduttore di scrittori cubani e scrittore egli stesso. Il suo
ultimo romanzo, CALCIO e ACCIAIO – DIMENTICARE PIOMBINO, nel
2014 è stato presentato al Premio Strega. I protagonisti di Miracolo a
Piombino sono Marco e Robert. Uno è un gabbiano solitario e triste perché
incapace di vivere la vita del branco con gli altri gabbiani che, vistolo così, lo
evitano e non scambiano mai le loro grida festose con lui. Esso abitava una
scogliera protesa sul mare, senza amici con cui pescare e fare incetta degli
avanzi lasciati in spiaggia dai bagnanti, quando lasciavano la spiaggia per fare
ritorno alle loro case. Marco è un adolescente nel cui animo si annida
l’anticonformismo e la ribellione. Non comprende sé stesso, per cui gli è
quasi impossibile comprendere gli altri. MIRACOLO A PIOMBINO sembra
una favola moderna. La storia si svolge sulla banchina del molo del porto di
Piombino, città natale dell’autore. Marco è un 17enne solitario che intreccia la
sua storia con quella del gabbiano che lui chiama Robert. Entrambi non riescono a convivere con i
loro simili e sono tutti e due affezionati ai loro ricordi, sia dolorosi che belli, e vorrebbero soltanto
volare lontano. Il gabbiano Robert, essendo dotato di ali, lo potrà fare veramente, volando verso
isole sconosciute, e Marco, dopo aver confidato, o aver creduto di confidare, i suoi segreti a un
gabbiano di grande esperienza e averne seguito i consigli, potrà finalmente condividere il mondo
dei suoi simili. In appendice, c’è un breve racconto il cui protagonista è Yuanito, un ragazzino di
qualche anno più giovane di Marco. Yuanito è brasiliano e vive in un quartiere peggiore delle note
favelas brasiliane. Il suo più grande desiderio è quello di diventare un famoso calciatore e poter così
aiutare la sua povera famiglia e se stesso a cambiare vita. Marco, Robert e Yuanito sono
protagonisti di un romanzo che presenta 3 storie toccanti, adatto a tutti, adulti, giovani e
adolescenti, sognatori e non che hanno voglia di emozioni.
Maria Pera
IL TEMPO SOSPESO
Francesco Baldarelli, Aras, 205, pagg. 198, euro 14,00
Il racconto come una sinfonia di voci. Francesco Baldarelli conosce
l'arte sublime della parola: "Il tempo sospeso" è un coro di ricordi, di
suoni, di "colori": la seconda guerra mondiale che passa da Bellocchi e
Fano coinvolge fascisti, Partigiani, militari tedeschi, SS, contadini
italiani, truppe alleate angloamericane, "bianche" e "di colore",
australiane, canadesi. Storie d'amore, di resistenza al nazifascismo,
di sopravvivenza agli stenti della guerra, speranze, paure, si intrecciano
ai ricordi delle passeggiate lungo il canale, ai tentativi di dimenticare i
bombardamenti con i balli, i dischi di Enrico Caruso, Alberto
Rabagliati, il Trio Lescano, Natalino Otto, poi anche Lili Marleen
tradotta in italiano da Lina Termini. Con l'arrivo degli Alleati
arriveranno i dischi francesi e poi lo swing e il charleston. Non
mancano le orchestre che suonano Verdi, Mozart, La Tosca, L'Aida…
Un percorso letterario di grande realismo poetico.
Giuseppe Alessandro
TI CHIAMERÒ MIMOSA
…e altre storie a tema femminile e due racconti di Zarina e Samina Zargar
Renata Rusca Zargar con Samina Zargar e Zarina Zargar, Associazione 25 novembre Giornata
Mondiale contro la violenza alle donne, 2011, pagg. 110, euro 12,00
Non occorre dover rievocare la figura di Grazia Deledda, premio Nobel
per la letteratura nel 1926, per affermare il valore delle scrittrici
italiane. Sono moltissime le scrittrici italiane di grande valore, tradotte
anche in molte lingue. La donna in Italia ha potuto iniziare ad esprimere
tutte le sue potenzialità quando i primi movimenti per l'emancipazione
della donna in Europa, nei primi anni del 900 le hanno consentito di
andare oltre i suoi obblighi di moglie, di madre, costruendosi una
legittima dimensione professionale. Sarebbe impossibile fare l'elenco
delle scrittrici italiane di alto valore letterario senza travalicare i limiti
dovuti. Renata Rusca Zargar può essere annoverata a buon diritto fra le
scrittrici italiane contemporanee di grande valore letterario: già
insegnante di italiano, storia, geografia nelle Scuole Superiori,
impegnata socialmente, moglie, madre, riesce in questo breve romanzo,
intenso e commovente, ad esprimere tutto l'orrore per una pratica come
l'infibulazione genitale femminile, ancora diffusa in alcuni Paesi
orientali. Altrettanto commovente il racconto della tragica fine della
giovanissima Serena, scritto con la consulenza di Zarina Zargar, allora
diciottenne, per le informazioni sugli adolescenti. La condizione della
donna nel mondo, industrializzato e non, è il filo conduttore di questo romanzo e dei due racconti
promettenti di Zarina e Samina che evidentemente hanno ereditato dalla mamma l'arte dello
scrivere.
Giuseppe Alessandro
LIBRI – SEZIONE TERZO SETTORE
ANDATA E RITORNO
Scambi ad occhi aperti tra Nord e Sud del mondo a cura di Mariangela Querin, In Dialogo, 2008, pagg. 208
La conoscenza fra popoli diversi, per origini, cultura, condizioni
economiche, è il presupposto più importante per assicurarne la
convivenza pacifica: la reciproca conoscenza non può che favorirne
anche la cultura. A questi principi si ispirano le Ong CeLIM di Milano,
ASPEM di Cantù, le Associazioni Cooperativa Itaca e Hand in Hand.
Andata e Ritorno è uno scambio internazionale di visite fra insegnanti,
formatori, educatori, di Paesi del Nord e del Sud del Mondo progettato
dalle predette Ong. Il libro porta i contributi (Diari) di Bruno
Scortegagna e Federica Lozej (Albania); Silvina Iparraguirre e Pedro
Ferragut (Argentina); Alessia Cacocciola, Franca Fiorini, Mariangela
Querin, Bob Fenton (Israele e Palestina); Cecilia Miranda Prieto,
Elisabetta Arnaboldi (Perù); Stefania Corrado, Marilena Rossato, Joe
Kaluba Mwansa Lombe Kaluba (Zambia); Angela Carrajola, Giorgio
Tosoni e Mariangela Querin (Mozambico); Anne Gomes de Oliverira
(Brasile). Memorabile per la partecipazione emotiva il racconto di
Alessia Cacocciola da Palestina e Israele, a causa della situazione storico-politica dei due Paesi.
Rendono visita: Cecilia Miranda Prieto (Como); Joe Kaluba, (Milano, Vicenza e Valdagno),
Angela Carrajola (Milano, Conegliano Veneto). Un programma ricco di suggestioni; uno scambio
ad occhi aperti, promotore di un arricchimento umano da parte dei paesi del Nord del mondo e di
un miglioramento economico e sociale da quelli del Sud. Le predette Ong si fanno promotrici per lo
sviluppo equo e sostenibile di quelle parti del Mondo. L'impegno di Andata e ritorno è auspicabile
che prosegua in un programma di gemellaggio delle scuole, formazione reciproca fra gli adulti,
perché solo la conoscenza fra i popoli può condurre alla crescita e alla pace. Israele-Palestina Lo
Stato d'Israele è stato fondato nel 1947, con l'opposizione dei Paesi Arabi e del popolo palestinese il
quale è stato costretto, in gran parte, ad abbandonare la sua terra. Popolo che non ha avuto nessuna
responsabilità nello sterminio degli ebrei nel corso della seconda guerra mondiale in Europa, opera
dei regimi nazifascisti. A partire da quella data, la regione è stata tormentata e lacerata da conflitti,
violenze, instabilità. Una regione di immensa importanza storico-religiosa, che ha dato origine alle
tre religioni monoteiste: l'ebraica, la cristiana, l'islamica. La spiritualità regna nelle vie di
Gerusalemme, al muro del pianto, nella via dolorosa, nella spianata delle moschee. Nelle vie di
Gerusalemme gli imam si incrociano con i frati francescani, con gli ebrei ortodossi tutti vestiti di
nero… Gerusalemme è una città bellissima, dall'atmosfera indimenticabile per i profumi, i colori, le
musiche sacre. Le preghiere dei muezzin al mattino che provengono dalle moschee si confondono
col suono delle campane. I diari delle operatrici delle ong sono intrisi di commozione e anche di
pianto, a causa della visita al museo dello Yad Vashem. Diario di Bob Fenton: un diario attento alla
natura della società italiana e alle sue problematiche, il divario Nord - Sud nello sviluppo
economico, il difficile inserimento scolastico dei ragazzi immigrati e la diversa sensibilità del
personale insegnante rispetto ai problemi di integrazione degli stessi. Il non omogeneo sentimento
europeista. Un diario fra il critico e il realistico, senza nessun entusiasmo di circostanza… Brasile
Il Brasile è una repubblica federale di circa 188 milioni di abitanti. La popolazione discende dagli
indios, i coloni portoghesi, gli schiavi africani, cui si sono aggiunti gli immigrati italiani,
portoghesi, spagnoli, giapponesi, siriano-libanesi. La Lingua ufficiale è il portoghese. La
popolazione brasiliana è cattolica per il 73,6 %, protestante per il 15,4 e si contano numerose sette.
Anne Gomes de Oliverira è arrivata in Italia il 4 Maggio 2007, accolta nella Casa di Gian Antonio
Rasia nel Comune di Brogliano, dove ha conosciuto Giovanna, Michela, Mariano, Roberta, Elena,
Arianna, Sabina, Anna, Stella, Ezio, Enzo, Denis, Simone, Maria, Ettore, Martina, Dafne e altri,
tutti volontari. Anne Gomes è molto brava negli esercizi ludico-circensi, come fare saltare per aria
palline o birilli e riprenderli con le mani. Questi esercizi di abilità li ha insegnati ad alcuni dei
volontari italiani. Le esperienze sono state al "Centro anch'io", all'asilo nido di Quargnenta di
Brogliano, all'asilo Nido Cucu, al Centro educativo di Trissino, all'asilo Nido di Belfiore, all'asilo
Nido Maglio, alla scuola Media Garbin di Valdagno in provincia di Vicenza. Non è mancata una vi-
sita al Castello di Giulietta e Romeo a Montecchio. Nel mese di Giugno, esperienza presso l'asilo
nido Belfiore, il servizio educativo Ambarabai, Centro estivo Maglio e Centro estivo Piana, con una
parentesi al Campeggio di Lignano Sabbiadoro. È stata un'esperienza esaltante per Anne per avere
sperimentato le capacità professionali, la dedizione, l'entusiasmo degli operatori, dei volontari delle
ong, che si dedicano al lavoro di assistenza alla fragilità e al bisogno sociale. Bellissimo il
paesaggio, meravigliose le persone. Anne è ripartita entusiasta dell'Italia. Argentina La
popolazione argentina è prevalentemente di origine europea, italiana e spagnola, immigrata a
partire dalla metà del secolo XIX. La lingua ufficiale è lo spagnolo. La religione ufficiale è quella
cattolica apostolica romana. Tandil è la città nella quale si sono soffermati gli autori del diario, nel
loro lavoro di scambio culturale, perché rappresenta la situazione media della provincia argentina.
La stessa che aveva in passato un discreto sviluppo industriale, mentre attualmente attraversa un
periodo di crisi economica, con chiusura di stabilimenti e riduzione dell'occupazione. Nei quartieri
della periferia di Tandil si concentrano i maggiori indici di povertà e di assistenza con distribuzione
di alimentari e di vestiario. I quartieri urbani sono molto impoveriti: la classe media che l'abitava ha
visto ridursi in modo significativo la sua qualità di vita a causa della disoccupazione. I quartieri
abitati dalla classe media e medio-alta hanno avuto un incremento della popolazione derivante
dall'immigrazione dalle grandi città, come Buenos Aires, di cittadini desiderosi di abitare in piccoli
centri, aventi una migliore qualità di vita. Infatti, Tandil è situata in una valle circondata da colline:
un meraviglioso paesaggio, con l'opportunità di passeggiate e percorsi molto apprezzati dai turisti
argentini e provenienti dall'estero. La situazione educativa in tutta l'Argentina è precaria, a causa
degli scioperi e dello scontento dei docenti. Ma esistono molti centri educativi organizzati da
giovani insegnanti che agiscono con grande dedizione ed entusiasmo per prendersi cura dei bambini
laddove manca la scuola pubblica. Il Centro Sociale La Via, la ludoteca, la scuola statale per
disabili e la cooperativa Nuestra terra sono iniziative tese a realizzare condizioni di vita migliori
per la popolazione giovane in situazione di disagio umano e culturale. Mozambico Il Mozambico è
una Repubblica confinante con il Sudafrica, lo Zimbawe, lo Zambia, il Malawi e la Tanzania a
Nord. La lingua ufficiale è il portoghese. La popolazione è costituita da etnie locali la maggior parte
delle quali appartengono a quella dei bantu meridionali. Le religioni osservate: Culti locali 50%,
Cristiani 30 %, Musulmani 20%. Gli incontri, organizzati dal CeLIM, avevano lo scopo di
realizzare un confronto fra la situazione scolastica mozambicana e quella italiana e trarre esperienze
utili a un miglioramento reciproco, ove possibile. In Mozambico, la situazione è molto precaria, sia
per lo stato di degrado degli edifici scolastici, che per la scarsa preparazione dei docenti, scoraggiati
nella loro professione anche dagli stipendi che variano da 20 a 90 euro al mese, insufficienti per un
decoroso regime di vita, anche in Mozambico. La condizione inoltre è anche aggravata
dall'insufficienza degli impianti scolastici: gli alunni, su quattro turni, arrivano anche a 100 per aula.
Un altro problema è quello delle gravidanze precoci delle alunne che sono costrette a frequentare
turni pomeridiani organizzati solo per loro. Le linee pedagogiche mozambicane fanno capo al
costruttivismo, pensiero filosofico occidentale, mentre non si esplorano possibili linee filosofiche e
pedagogiche che facciano riferimento alla cultura locale. Gli incontri sono stati molto interessanti:
vengono citati nei DIARI quelli con i volontari italiani in Mozambico Giovanni Guido, Luca
Chionni, "le due Francesche": Fra e Sca, come si fanno chiamare, i padri della Missione di Guiua,
quelli di Maxixe. Angela Carrajola il 27 Gennaio 2007 è arrivata in Italia allo scopo di restituire la
visita di studio. Si è recata presso l'Istituto Magistrale Gaetana Agnesi di Conegliano Veneto. È
seguito un intenso programma di viaggi a Roma e Milano, organizzato dal CeLIM (Centro Laici
Italiani per Le Missioni). Il Mozambico è un Paese affascinante dal punto di vista paesaggistico, il
libro non manca di esaltarne le bellezze naturali e di descrivere anche il degrado delle città…
Zambia La repubblica dello Zambia in passato aveva il nome di Rhodesia; ha come lingua
ufficiale l'inglese e come religione predominante il cristianesimo. Nello Zambia convivono circa 70
diversi gruppi etnici Bantu. Circa il 16 5 % (stima 2003) della popolazione è malata di AIDS.
Stefania Corrado, nell'arco di tre settimane ha visitato sedici istituti scolastici e tre centri di
formazione: nove Primary Community School, due Primary Government School, quattro Secondary
School, una Primary and Secondary School, due Centri di formazione gestiti da Ong italiane in
collaborazione con diocesi locali. Un progetto di formazione per giovani leader gestito da CeLIM.
Negli incontri con gli operatori scolastici locali, Stefania Corrado ha notato delle risposte reticenti
degli stessi, rispetto alle reali condizioni locali dell'educazione scolastica. Marilena Rossato è
rimasta particolarmente colpita dalla bellezza del paesaggio e degli animali selvatici. Joe Kaluba ha
intrapreso l'esperienza d scambio culturale educativo a Milano, Vicenza, Valdagno. Ha notato con
sorpresa che in Italia anche gli uomini cucinano, puliscono e lavano i piatti! Perù Il Perù è una
repubblica presidenziale, la lingua ufficiale è lo spagnolo, la religione è cattolica all'89 % e
protestante al 7 %. Cecilia Miranda Prieto è una psicologa che in Perù si occupa prevalentemente
della situazione delle fasce deboli, i bambini e le donne, le quali sono spesso vittime delle violenze
domestiche. In Perù gli atteggiamenti vessatori degli uomini verso le donne, nell'ambito familiare,
sono molto frequenti. Successiva, l'esperienza in Italia che è consistita in alcune visite a scuole
secondarie di primo e secondo grado in provincia di Como. È stata una visita molto proficua anche
se faticosa. Elisabetta Arnaboldi è laureata in Mediazione linguistica e culturale. La sua visita è
iniziata a Lima presso la sede di ASPEm Perù ed è continuata fino a Tambo de Mora dove
nell'Agosto del 2007 un terremoto ha distrutto la maggior parte delle abitazioni. Un'esperienza
molto positiva per ambedue volontarie che hanno lavorato molto fattivamente nel programma di
conoscenza fra popoli del Nord e del Sud del mondo.
Giuseppe Alessandro
Bello questo scambio di idee e altro con tutto il mondo, speriamo che abbia uno sviluppo positivo,
tra gemellaggi e sensibilizzazioni fra i popoli, spero e prego che il tutto si possa sviluppare per un
futuro migliore.
Carla Robbiano
Da MEDICI SENZA FRONTIERE
YEMEN, BOMBE SU CIVILI E OSPEDALI
Mentre in Italia si festeggiava Ferragosto, notizie terribili ci sono arrivate dallo Yemen! Sabato scorso, l'ospedale che supportiamo ad Haydan ha ricevuto 28 bambini feriti e 10 morti, dopo un attacco aereo che ha colpito una scuola. Tutti avevano tra i 6 e i 15 anni. Due giorni dopo, il 15 agosto alle 15.45, una bomba è caduta sull'ospedale supportato da MSF ad Abs, nella parte nord-occidentale del Paese. Proviamo enorme rabbia perchè l'attacco aereo ha ucciso 14 persone, tra cui un membro del nostro staff, e ne ha ferite almeno 24 nel posto in cui dovevano essere più al sicuro. In Yemen, le persone continuano a essere uccise e ferite mentre cercano di essere curate. Abbiamo subito quattro attacchi in meno di 12 mesi. È inaccettabile! Al momento del bombardamento, nell'ospedale c’erano 23 pazienti in chirurgia, 25 nel reparto di maternità – tra cui 13 neonati – e 12 in pediatria.
In questo momento 2.000 operatori umanitari MSF sono impegnati in Yemen dove lavoriamo in 11 ospedali e ne supportiamo altri 18. Se riusciamo a intervenire in modo rapido, efficace e indipendente in contesti di urgenza come questo, è solo grazie all'aiuto di singole persone.
Sono una bella famiglia. Finalmente sorridono, pieni
di speranza. Michael, Laura e il piccolo David hanno trascorso gli ultimi due anni delle loro vite in Libia, prima di riuscire a imbarcarsi su un gommone. Li abbiamo conosciuti a bordo della nave Bourbon Argos, soccorsi dai nostri team in mezzo al Mediterraneo. Erano insieme ad altre centinaia di persone che, con la stessa disperazione, hanno rischiato la vita pur di scappare dalla Libia. Ci hanno raccontato che in Libia la notte non c’è riposo.
Polizia e criminali possono entrare in qualsiasi momento nella tua casa e picchiarti e rapirti. “Abbiamo preferito correre il rischio di morire – dice Michael - piuttosto che rimanere all’inferno per sempre. Mio figlio David è nato in Libia. Sogno un futuro migliore per lui e per la nostra famiglia, dove sentirci liberi e al sicuro”. Laura è incinta. Per lei è stato ancora più difficile affrontare la pericolosa traversata in mare. “Quando mio marito tornava da lavoro, anche un suo piccolo ritardo mi faceva salire il cuore in gola…avevo paura che lo arrestassero. Anche se i tuoi documenti sono in regola, lì ti portano in prigione e poi ti chiedono soldi per rilasciarti.”
Con queste testimonianze rispondiamo a quanti ci dicono di “riportarli a casa loro”. Noi non lasciamo che muoiano in mare, non li riporteremo nell’inferno da cui sono scappati. Da aprile abbiamo soccorso oltre 7000 persone attraverso 55 operazioni di salvataggio. Non resteremo mai a guardare quando le risposte politiche alle crisi umanitarie sono vergognose.
SIAMO VICINI ALLE VITTIME DEL TERREMOTO DEL CENTRO ITALIA
Mi chiamo Francesco e sono il coordinatore medico dei progetti di Medici Senza
Frontiere in Italia. Mi faceva piacere aggiornarla su quello che facciamo anche nel
nostro territorio. In questi giorni i nostri pensieri, la nostra solidarietà e vicinanza
vanno a tutte le persone che hanno perso familiari o amici e le cui vite sono state
sconvolte dal terremoto avvenuto nel Centro Italia.
Il giorno dopo il terremoto siamo andati sul posto per valutare i bisogni della popolazione e l'eventuale
necessità di un nostro intervento a sostegno dei sopravvissuti. Al mio arrivo ad Amatrice mi sono
trovato davanti ad una città rasa al suolo. Immagini che mi hanno ricordato lo scenario tragico che ho
visto ad Haiti nel 2010, a Leogane, dove l’intera cittadina era stata spazzata via dal sisma. In queste
situazioni di caos totale è difficile comprendere la portata della tragedia e costruire una risposta
all’emergenza.
Ad Amatrice, però, le istituzioni e le organizzazioni di volontari hanno agito tempestivamente: le
ricerche tra le macerie sono iniziate sin da subito, parallelamente all’assistenza ai sopravvissuti, grazie
al lavoro congiunto della Protezione Civile, della Croce Rossa e dei dipartimenti regionali di sanità,
insieme alle tante organizzazioni e volontari presenti sul campo. Davanti all’ospedale di Amatrice, mi ha
colpito moltissimo vedere un medico che continuava a fornire assistenza e soccorso sotto una tenda,
nonostante avesse perso amici e familiari nel crollo.
Qualche anno fa, in seguito al terremoto dell’Aquila, avevamo collaborato con il dipartimento di salute
mentale dell’ospedale San Salvatore per fornire supporto psicologico ai sopravvissuti e alle équipe di
soccorritori. In questi casi, infatti, i disturbi mentali legati al trauma del sisma si presentano soprattutto
in una seconda fase. Per questo motivo stiamo continuando a monitorare la situazione e
continueremo a farlo nei prossimi giorni. Se sarà necessario, ci impegneremo a intervenire con
la determinazione di sempre.
Francesco di Donna
Coordinatore medico per i progetti di MSF in Italia