Letteratura Brasiliana contemporanea – l'Avvenire 6 Ottobre 2013

Post on 29-Nov-2015

27 views 0 download

description

Adriana Lisboa e Luiz Ruffato intervistati da l'Avvenire il 6 Ottobre 2013

Transcript of Letteratura Brasiliana contemporanea – l'Avvenire 6 Ottobre 2013

del gigante latino. A dispetto dellasua stessa volontà. Perché ilBrasile è un universo, ribadiva.Impossibile, dunque,"racchiuderlo" in una sola penna,quantunque eccezionale. Questo ètanto più vero ora, che un boomimpetuoso ha catapultato lanazione sul palcoscenico dellegrandi potenze in appena undecennio. Mentre reddito einvestimenti schizzano alle stelle,la lotta alla povertà si scontra conl’assenza di quei servizi – scuola,sanità, trasporti – indispensabiliper rendere omogenei e sostenibilinel tempo i progressi raggiunti. Losviluppo marcia dunque a velocitàdifferenti. Centro e periferie siallontanano nella realtà proprioadesso che Internet le avvicina. Eil Brasile si scompone in unarcipelago frastagliato di identità,contesti, microcosmi. E’ questocontesto complesso, cangiante,sfaccettato, quello con cui sitrovano a fare i conti gli oltre 70autori locali che, da mercoledì,affolleranno la Buchmesse diFrancoforte, in cui il Brasile èospite d’onore. Una generazione

che ha fatto della pluralità la suacifra – forse l’unica – distintiva. Laletteratura del Brasile "del miracoloeconomico" è un arcipelago. Disensibilità, prose, stili e contenutidifferenti. In cui l’eredità di Amadoe Machado de Assis si mescola coninfluenze d’oltreconfine. In primisil surrealismo latinoamericano diBorges e Bolaño. Ma anche – osoprattutto – la narrativa degliamati-odiati Stati Uniti.L’ambientazione prevalente delracconto è urbana, ogni scrittore,però, ne rappresenta un frammentodistinto. O lo ricrea. Si passadall’iperealismo di Paulo Lins,Reginaldo Ferreira da Silva, PatriciaMelo, Luiz Ruffato, RodrigoLacerda, Marcelo Aquino – in cuiriecheggiano tracce dei noirmetropolitani di Rubem Fonseca –all’intimismo lirico Milton Hatoum,Bernardo Carvalho e Tatiana SalemLevy – che richiama il romanzointrospettivo di Clarice Lispector –,al nuovo regionalismo di RonaldoBrito, alle memorie-romanzo diAdriana Lisboa. Il risultato è,secondo la formula dell’autore ecritico Altair Martins, un «insieme

Cinema e letteratura tengono altoil vessillo del Paese latinoamericano.I giovani narratori guardano la realtà

con occhi più liberi dei loro padri,mischiando generi espressivi e temi, esistenziali e sociali insieme.

Alle accuse di disimpegno, replicanocon storie ambientate nelle favelas o nei luoghi urbani del disagio

produzione letteraria attuale del"suo" Brasile. La nazione-continente per antonomasia, comeamava ripetere l’ideatore di DonnaFlor, Teresa Batista, Gabriela.Eroine sulle quali si è modellatol’immaginario mondiale a propositodella femminilità brasiliana.Eppure, quasi tutti i personaggi – ele storie – di Amado appartengonoalla geografia sensuale del nord-est, un porzione limitata del quintoPaese più grande del mondo. Per lomeno all’estero, però, tra gli anniSessanta e Ottanta, l’autore –sull’onda della scoperta delrealismo magico e dell’interesse perogni sua declinazione – è statoconsiderato come la voce narrante

FRONTIERE

ADRIANA LISBOA«Oggi siamo più liberi dalle ideologie»

l rapporto con le parole è parte di ciò che sono. Eppure amo il silenzio. Anzi,dato che mi reputo un’introversa, i romanzi e i racconti mi permettono viverele parole nel mio intimo. Poi, escono e trovano la loro strada nel mondo».Adriana Lisboa è considerata una voci più promettenti dell’attualità letteraria

brasiliana. «Non so. Quando scrivo cerco di tenere in mente tre aggettivi: semplicità,leggerezza e precisione», dice prima di prendere l’aereo per Francoforte. Nota da temponegli Stati Uniti, dove risiede, ad aprirle le "porte" dell’Europa è stato il Premio Saramago,nel 2003. In Italia, la Nuova Frontiera ha appena pubblicato il romanzo Blu corvino, lastoria di un’adolescente trapiantata negli Usa e costretta a confrontarsi con il passato deisuoi genitori che affonda negli anni bui (1965-1985) della dittatura. Il regime, però, èsolo lo sfondo remoto di un’opera incentrata sulla difficile costruzione dell’identità.Questa è una differenza rispetto alla letteratura più spiccatamente politica deglianni Ottanta…«La situazione è cambiata e, dunque, anche la narrativa. Ora è più libera dalle definizioniideologiche. Dalle formule precostituite. Non c’è un canone a cui doversi adeguare o, perlo meno, confrontare. Questo ci consente di affrontare uno spettro molto più ampio ditemi».Quali in particolare?«Ribadisco: non c’è una "scuola". Le sensibilità sono diverse. Le violenza metropolitana èsenza dubbio abbastanza presente, come pure l’emigrazione e la perdita del senso diappartenenza, il noir, la complessità dei legami familiari. Anche gli stili sono molteplici.Alcuni preferiscono l’auto-fiction (un misto tra memoria e romanzo), altri i racconti brevi,di taglio giornalistico».Lei di che cosa scrive?«Nei miei primi romanzi mi sono occupata del tema della memoria. Ora mi stoconcentrando sull’idea dello sradicamento, sulla ricerca di un proprio posto nel mondo:molti dei miei personaggi più recenti sono migranti, rifugiati, esiliati. Allo stesso tempo,scrivo molto sulla transitorietà dell’esistenza. Una delle mie tematiche ricorrenti, oltreall’amore, è la morte: mi sforzo, però, di raccontarla con delicatezza e creatività». (L.C.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

a letteraturalatinoamericana nonesiste. Penso che sitratti di una

definizione colonialista. Ogni Paesedel continente ha una proprialetteratura. Che, tra parentesi, èmolto buona». Con tuttaprobabilità, a oltre trent’anni didistanza, Jorge Amadoriproporrebbe la stessaaffermazione a proposito della

L«di Lucia Capuzzi

3AGORÀDOMENICA DOMENICA6 OTTOBRE 2013

LUIZ RUFFATO«I miei modelli?Cosmopoliti»

i ha influenzato più Rubem Fonseca diJorge Amado. Anche se i miei modelli,come quelli della maggior parte dellamia generazione, sono cosmopoliti e

spaziano dagli Stati Uniti alla Francia». Luiz Ruffato ètra gli autori brasiliani più letti all’estero. In Italia èuscito Sono stato a Lisbona e ho pensato a te, edito daNuova Frontiera che, il prossimo anno, pubblicheràanche Di me neanche ti ricordi. Non a caso sarà Ruffatoa tenere, martedì, la conferenza inaugurale dellaBuchmesse. «Cercherò di riassumere la storia del Brasile,dalla "scoperta" all’attualità. Perché? Per mostrare checi sono nodi costantemente irrisolti».A che cosa si riferisce?«Al problema educativo: il principale fardello del Brasilecontemporaneo. Tuttora nel Paese esiste un 9-10 percento di analfabetismo. E un terzo della popolazionelegge e scrive a stento. Senza istruzione non puòesserci autentico esercizio della cittadinanza e, dunque,democrazia. Questo spiega il dilagare della corruzione».Che ruolo hanno i libri nella diffusione della culturaall’interno del Paese?«Negli ultimi 10-20, i governi hanno fatto uno sforzoper promuovere la circolazione dei libri. La domandapubblica ha fatto crescere il mercato editoriale, si parladi un giro d’affari da 2 miliardi di dollari. Il che haprodotto un paradosso. È aumentato il numero di autorimentre quello di lettori resta scarso: i brasiliani leggonoin media 4 libri in 12 mesi».Come lo spiega?«La pessima qualità dell’educazione pubblica nonincentiva la lettura. Così i privati non compranoromanzi. Questi, inoltre, hanno prezzi proibitivi per lefasce medio-basse».La presenza brasiliana sul mercato dell’editoriainternazionale sta crescendo?«Si fanno dei progressi. Il Brasile è diventato un Paeseimportante e questo attira gli sguardi del mondo».Se dovesse dire a uno straniero quali autori leggereper conoscere il Brasile reale, chi sceglierebbe?«Bernardo Carvalho, per il suo stile sofisticato, PauloLins e Marcelo Aquino per l’attenzione alle periferie,Adriana Lisboa, per la capacità introspettiva. E LuizRuffato ovviamente! Il perché lo trova nei miei libri...(ride)». (L.C.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di isole linguistiche sconnesse»,che ha fatto della pluralità l’armaper scongiurare lo stereotipo. Edimostrare che il Brasile è moltopiù del trinomio «samba-calcio-carnevale». La sfida è ardua. Aparte il "fenomeno Coelho" –dovuto però alla moda della NewAge –, gli autori attuali sono pocotradotti all’estero. La barrieralinguistica ne limita la proiezioneinternazionale: il portoghese, adifferenza dello spagnolo, è ancoraun idioma poco conosciuto. E se lamolteplicità è una ricchezza,

l’assenza di un "cantore unico" oalmeno prevalente rende più arduoper il Brasile conquistarsi unospazio nel mercato letterariointernazionale. I segnali,comunque, sono incoraggianti. LaFiera di Francoforte dovrebbeportare alla pubblicazione di 250nuovi titoli in diverse nazioni. Coni grandi eventi sportivi – Mondialie Olimpiadi –, poi, l’interesse per ilBrasile è destinato a crescere. E laletteratura è pronta a coglierel’occasione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PAULO LINS«I film, nostromiracolo»

l cinema ci salverà». Adora scherzarePaulo Lins. «Ma non poi tanto» si affrettaa sottolineare, mentre prepara le valigieper la Buchmesse. Perché il successo

internazionale dei film brasiliani negli ultimi diecianni ha avuto un effetto-traino importante suiromanzi del gigante latinoamericano. Consentendo aquesti ultimi, nonostante lo scoglio della lingua, di"approdare" nell’altra riva dell’Atlantico. Paulo Lins losa bene. L’adattamento cinematografico della sua Cittàdi Dio – uscito nelle sale italiane con il titolo City ofGod – da parte del regista Fernando Meirelles, nel2002, ha trasformato il libro in un caso editoriale.Anche in Italia – dove l’opera è stata pubblicata daEinaudi –, il nome "Città di Dio" è diventato sinonimodi tutte le favelas di Rio de Janeiro. E, per estensione,del Brasile. Pensa che la magia potrebbe ripetersi?«Si è già ripetuto. Mi riferisco a Tropa de elite di JoséPadilla. Il successo del film ha spinto addirittura gliautori ha scrivere il proseguo: Tropa de elite 2. E iriscontri sono stati ottimi». Perché il cinema ha questo potere?«Perché riesce a catturare l’essenza del Brasile. Benoltre gli stereotipi "samba e pallone". Il cinemaattuale sta mostrando il Paese nella sua crudezza,complessità, poesia, ambivalenza. Basta pensare aCentral do Brasil di Walter Sellers. I film, inoltre,circolano più facilmente sul mercato internazionale,facendo crescere l’interesse per il Brasile. E questo haricadute positive sulla cultura a 360 gradi». I suoi libri raccontano la violenza el’emarginazione delle favelas. Hanno dunque unforte contenuto di denuncia sociale. Eppure tantisostengono che la letteratura brasiliana attuale siapoco impegnata rispetto al passato…«Non è così. È solo cambiato il modo di vivere enarrare l’impegno. Gli autori ora rivendicano libertàdai cliché ideologici. Questo non implica undisinteresse per ciò che accade. Anzi, tanti di noicercano di portare alla luce i lati "bui" del "miracolo"entrando in quei mondi separati che sono le favelas.Anche in questo caso, però, si deve andare oltre lostereotipo: Cidade de Deus è miseria, discriminazionee rabbia ma anche un concentrato di speranza». (L.C.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Una generazione di scrittorisalpa verso Francoforte

UN’IMMAGINE DELLA LIVRARIA CULTURA, CHE VANTA UNO DEI PIÙ VASTI ASSORTIMENTI LIBRARI DI SAN PAOLO, IN BRASILE (© PAULO FRIDMAN/CORBIS)

Brasile

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30