Post on 24-Aug-2020
LE RADICI DEL CONCETTO DI INTENZIONALITÀ
Giulia Palazzolo24/04/2018
INTENZIONALITÀ
Pagina 2
• Concetto cardine degli studi attuali di filosofia della
mente, filosofia del linguaggio e delle scienze cognitive
• Principio su cui si incardina il rapporto mente-mondo
• Dal verbo latino intendere: tendere verso, mirare a
INTENZIONALITÀ
Pagina 3
• Caratteristica di alcuni stati mentali di essere riferiti a
oggetti o a stati di cose (concreti, astratti, immaginari,
impossibili) - aboutness
• Percepire, ricordare, credere, desiderare, sperare,
sapere, intendere, sentire, amare, gioire, temere, etc.
FRANZ CLEMENS BRENTANO (1838-1917)
Pagina 4
• Psicologia dal punto di vista empirico (vol. I, 1874)
• Psicologia come scienza autonoma
• Fenomeni psichici (psychische Phänomene) come
oggetto di indagine della psicologia
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA
EMPIRICO (1874)
Pagina 5
«Ogni rappresentazione (jede Vorstellung) ottenuta mediante la
sensazione o la fantasia costituisce un esempio dei fenomeni psichici;
col termine rappresentazione non si intende qui ciò che viene
rappresentato (was vorgestellt wird), quanto piuttosto l'atto stesso del
rappresentare (den Akt des Vorstellens). L'udire un suono, il vedere un
oggetto colorato, il sentire il caldo e il freddo, così come le analoghe
situazioni nella fantasia [...]. Inoltre, ogni giudizio (jedes Urteil), ogni
ricordo, ogni attesa, ogni deduzione, ogni convinzione o opinione,
ogni dubbio - tutti questi sono fenomeni psichici. Fenomeni psichici
sono anche tutti i moti d'animo (jede Gemütsbewegung): gioia,
tristezza, paura, speranza, coraggio, viltà, ira, amore, odio, desiderio,
volontà, intenzione, stupore, meraviglia, disprezzo e così via.»
(Brentano 1989/1874: p. 165)
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA
EMPIRICO (1874)
Pagina 6
• Intenzionalità come marchio del mentale (das positive
Merkmal der psychischen Phänomene)
• I fenomeni psichici sono riferiti (sich beziehen) a oggetti
o a stati di cose
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA
EMPIRICO (1874)
Pagina 7
Tre classi principali di fenomeni psichici:
• Rappresentazioni (Vorstellungen)
• Giudizi (Urteile)
• Fenomeni di amore e odio (Phänomene der Liebe und
des Hasses)
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA
EMPIRICO (1874)
Pagina 8
«Ogni fenomeno psichico (jedes psychische Phänomene) è
caratterizzato da ciò che gli scolastici del medioevo chiamavano l'in-
esistenza intenzionale (o mentale) di un oggetto (die intentionale –
auch wohl mentale – Inexistenz eines Gegenstandes), e che noi,
anche se in modo non del tutto privo di ambiguità, definiamo il
rapporto con un contenuto (die Beziehung auf einen Inhalt), la
tensione all'oggetto (die Richtung auf ein Objekt) (che non va inteso
come realtà), oppure, infine, l'oggettività immanente (die immanente
Gegenständlichkeit).» (Brentano 1989/1874: p. 175)
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA
EMPIRICO (1874)
Pagina 9
«Ogni fenomeno psichico contiene (enthält) in sé qualcosa come
oggetto (etwas als Objekt in sich), anche se non ogni fenomeno lo fa
nello stesso modo (nicht jedes in gleicher Weise). Nella
rappresentazione qualcosa è rappresentato (vorgestellt), nel giudizio
qualcosa viene o accettato (anerkannt) o rifiutato (verworfen),
nell'amore c'è un amato (geliebt), nell'odio un odiato (gehaßt), nel
desiderio un desiderato (begehrt), ecc. Tale in-esistenza intenzionale
caratterizza esclusivamente i fenomeni psichici. Nessun fenomeno
fisico mostra qualcosa di simile. Di conseguenza, possiamo definire
fenomeni psichici (psychischen Phänomenen) quei fenomeni che
contengono intenzionalmente in sé un oggetto (intentional einen
Gegenstand in sich enthalten).» (Brentano 1989/1874: p. 175)
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA
EMPIRICO (1874)
Pagina 10
1. In-esistenza intenzionale (o mentale) di un oggetto (die
intentionale – auch wohl mentale – Inexistenz eines
Gegenstandes)
2. Riferimento a un contenuto (die Beziehung auf einen Inhalt)
3. Direzione a un oggetto (die Richtung auf ein Objekt)
4. Oggettività immanente (immanente Gegenständlichkeit)
RADICI ARISTOTELICO-SCOLASTICHE
Pagina 11
• «Già Aristotele ha fatto riferimento a questa particolarità psichica. Nei suoi
libri sull'anima egli dice che l'oggetto della sensibilità, in quanto sentito, è
contenuto nel senziente, che l'organo sensoriale recepisce l'oggetto
senza la materia […]» (Brentano 1989/1874: nota 67).
• «In generale, riguardo a ogni sensazione bisogna ritenere che il senso è
fatto per accogliere le forme sensibili senza la materia, come la cera
accoglie l’impronta dell’anello senza il ferro o l’oro e riceve l’impronta d’oro o
di bronzo, ma non in quanto è oro o bronzo […], ma in quanto è fornito di
una determinata qualità e secondo la forma.» (De Anima II, 12, 424a)
RADICI ARISTOTELICO-SCOLASTICHE
Pagina 12
«Tommaso d'Aquino insegna che il pensiero è intenzionale in colui che pensa,
così come l'oggetto d'amore lo è nell'amante e il desiderato nel desiderante, e
utilizza tali assunzioni a scopi teologici.» (Brentano 1989/1874: nota 67)
• Epistemologia tomistica: la species
• In-esistenza intenzionale (intentionale Inexistenz) = essere
obiective in qualcosa = essere oggettivamente immanente
(gegenständlich in etwas sein)
ORIGINALITÀ DI BRENTANO
Pagina 13
• Immanentismo del correlato intenzionale?
• Nozione di riferimento?
SPECIFICITÀ DELLA RELAZIONE INTENZIONALE
Pagina 14
.«Come credo di aver mostrato, l'elemento caratteristico di ogni attività psichica
(jede psychische Tätigkeit) sta nel riferirsi a qualcosa come obietto (in der
Beziehung zu etwas als Objekt) e, in questo senso, ogni attività psichica
sembra qualcosa di relativo (etwas Relatives). E in effetti, quando Aristotele
enumera le diverse classi principali del suo pros ti, ricorda anche il riferimento
psichico (der psychischen Beziehung) […]: se in altre relazioni sono reali sia il
fondamento (Fundament) che il termine (Terminus), qui lo è solo il
fondamento. Chiariamoci un poco la sua opinione. Quando dalla vasta classe
dei rapporti comparativi prendo un relativo, per esempio un più grande o un più
piccolo, allora se esiste il più grande deve esistere anche il più piccolo [...].
(Brentano 1997/1911: p. 118)
SPECIFICITÀ DELLA RELAZIONE INTENZIONALE
Pagina 15
.
«Completamente diverso è ciò che accade nel riferimento psichico (bei der
psychischen Beziehung). Se uno pensa qualcosa, deve esistere ciò che
pensa (das Denkende), ma non l'obietto del suo pensare (das Objekt seines
Denkens); [...]. Quindi ciò che pensa (das Denkende) è l'unica cosa richiesta
dal riferimento psichico e non occorre affatto che il termine della cosiddetta
relazione sia dato nella realtà effettiva. Si potrebbe dubitare, dunque, se ci si
trovi di fronte davvero a qualcosa di relativo e non piuttosto a qualcosa che per
un certo aspetto è simile ad un relativo, a ciò che dunque si potrebbe definire
qualcosa di "quasi-relativo" (etwas “Relativliches”).» (Brentano 1997/1911: p.
118)
LO STATUTO ONTOLOGICO
DELL’OGGETTO INTENZIONALE
Pagina 16
• Oggettualità immanente, mentale, intra-psichica
• Oggetto concreto, reale, in carne ed ossa
CONCLUSIONI (1)
Pagina 17
• Rilevanza filosofica del concetto di intenzionalità
• Pertinenza della nozione di riferimento
• Il problema dello statuto ontologico dell’oggetto
intenzionale è lasciato irrisolto
EDMUND HUSSERL (1859-1938)
Pagina 18
• Le Ricerche logiche (1900-1901)
• Le Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia
fenomenologica (1913)
EDMUND HUSSERL
Pagina 19
•Coscienza (das Bewußtsein) come specifico oggetto di
indagine della fenomenologia husserliana
•Intenzionalità come proprietà della coscienza: la
coscienza è coscienza di qualche cosa (von etwas)
•Rilevanza del concetto di intenzionalità (die Intentionalität)
nell’ambito della fenomenologia husserliana
EDMUND HUSSERL
Pagina 20
«Noi intendemmo per intenzionalità la proprietà dei vissuti (die
Eigenheit von Erlebnissen) di essere “coscienza di qualche cosa”
(“Bewußtsein von etwas zu sein”). In questa mirabile proprietà [...] ci
imbattemmo dapprima analizzando il cogito esplicito: un percepire è
percepire di qualcosa (von etwas), poniamo di una cosa spaziale; un
giudicare è giudicare di uno stato di cose; un valutare è valutare di uno
stato di valore; un desiderare è desiderare di uno stato di desiderio,
ecc. L'agire va all'azione, il fare all'impresa, l'amare all'amato, il godere
al goduto, ecc. In ogni attuale cogito, uno “sguardo” (“Blick”), che si
irradia dall'io puro, si dirige (richtet sich) verso l’”oggetto” (auf den
“Gegenstand”)[...].» (Husserl 2002/1913: pp. 209-210).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 21
• Riduzione di generalità della tesi brentaniana
• L’atto di coscienza si riferisce al proprio oggetto in virtù
del proprio contenuto (Gehalt, Inhalt), della sua
struttura interna
• Kazimierz Twardowski (1866-1938): Zur Lehre vom
Inhalt und Gegenstand der Vorstellungen (1894)
• Distinzione tra contenuto (Gehalt, Inhalt) dell’atto e
oggetto (Gegenstand) dell’atto
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 22
«E naturalmente vi può essere nella coscienza (im Bewußtsein) un
vissuto (ein Erlebnis) di questo genere, senza che l'oggetto esista o
addirittura possa esistere; l'oggetto intenzionale è inteso (gemeint), cioè
intendere l'oggetto è un vissuto; ma l'oggetto stesso può essere
meramente presunto (bloß vermeint) e in realtà non sussistere
affatto. Se io mi rappresento il dio Giove, l'oggetto rappresentato è
questo dio, esso è “dato come immanente” (“immanent gegenwärtig”)
nel mio atto, esso ha in questo atto una “in-esistenza mentale”
(“mentale Inexistenz”)- tutte espressioni che, a una interpretazione
autentica, si rivelano falsificanti.» (Husserl 2015/1900-1901: p. 488).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 23
««Io rappresento il dio Giove» significa che io ho un certo vissuto
rappresentazionale (ein Vorstellungserlebnis): nella mia coscienza si
effettua l'atto di “rappresentare Giove” (das Den-Gott-Jupiter-
Vorstellen). Per quanto si possa smembrare analiticamente e
descrittivamente questo vissuto intenzionale, naturalmente non si
troverà mai in esso qualcosa come il dio Giove; l'oggetto “mentale”,
“immanente” non appartiene quindi alla consistenza descrittiva (reale)
del vissuto: perciò esso non è in effetti né immanente né reale.»
(Husserl 2015/1900-1901: p. 488).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 24
Se d'altro lato l'oggetto intenzionato (der intendierte Gegenstand)
esistesse realmente, dal punto di vista fenomenologico non muterebbe
nulla. Per la coscienza il dato resta quello che è, sia che l'oggetto
rappresentato esista (existiert) oppure che esso sia solo
immaginario (fingiert) o addirittura assurdo (widersinnig). Io
rappresento Giove così come Bismarck, la torre di Babele così come la
cattedrale di Colonia, un chiliogono regolare così come un chiliedro
regolare.» (Husserl 2015/1900-1901: p. 488).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 25
• Allontanamento dal presunto immanentismo
brentaniano
• Trascendenza dell’oggetto (Gegenstand)
• Irrilevanza dell’oggetto in riferimento all’intenzionalità
dell’atto
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 26
• Matrice del riferimento intenzionale all’oggettualità
trascendente è il contenuto (Inhalt) immanente dell’atto
• Si tratta di un contenuto ideale, oggettivo, a-
temporale, pubblico (condivisibile), instanziabile
dall’atto nella concretezza dell’hic et nunc
• Detto anche: essenza intenzionale (das intentionale
Wesen), senso (Sinn), significato (Bedeutung)
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 27
L’essenza intenzionale (das intentionale Wesen) dell’atto si
compone di due momenti:
• Qualità (Qualität): individua la tipologia di atto (giudizio,
percezione, immaginazione, desiderio, speranza,
sentimento di amore, di gioia, etc.)
• Materia (Materie): fornisce all’atto il riferimento
all’oggettualità, presentata sempre secondo una data
prospettiva, sotto certe determinazioni
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 28
«[...] si trova una distinzione molto importante e in un primo tempo del
tutto ovvia – la distinzione, cioè, tra il carattere generale dell'atto che
lo contraddistingue di volta in volta come un atto di mera
rappresentazione, oppure di giudizio, di sentimento, di desiderio
ecc., e il suo “contenuto” (Inhalt), che lo contraddistingue come
rappresentazione di ciò che viene rappresentato, come giudizio su ciò
che viene giudicato ecc. Per esempio, le asserzioni 2x2=4 e Ibsen
è il fondatore del realismo moderno nell'arte drammatica appartengono
entrambe a un'unica specie, ognuna viene qualificata come
asserzione. Noi chiamiamo questo carattere come qualità del giudizio
(Urteilsqualität). Ma poiché il primo giudizio ha un certo “contenuto” e il
secondo un altro, noi parliamo qui […] di materia del giudizio
(Urteilsmaterie). Distinguiamo in modo analogo tra qualità (Qualität) e
materia (Materie) nel caso di tutti gli atti.» (Husserl 2015/1900-1901: p.
514).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 29
«[...] se noi fissiamo nello stesso tempo la qualità (die Qualität) e la
direzione verso l'oggetto (die gegenständliche Richtung), sono possibili
ancora certe variazioni. Due atti qualificati in modo identico, per
esempio, come rappresentazioni, possono presentarsi con evidenza
come diretti (gerichtet) allo stesso oggetto, senza che per questo essi
giungano a coincidere nella loro piena essenza intenzionale
(intentionalen Wesen). Così le rappresentazioni il triangolo equilatero
e il triangolo equiangolo sono contenutisticamente (inhaltlich)
diverse, eppure entrambe sono rivolte allo stesso oggetto, come è
possibile dimostrare in modo evidente. Esse rappresentano lo stesso
oggetto (denselben Gegenstand), ma ancora in “modi diversi” (“in
verschiedener Weise”). » (Husserl 2015/1900-1901: pp. 516-517).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 30
«La necessità della distinzione tra significato -contenuto- (Bedeutung,
Inhalt) e oggetto (Gegenstand) risulta chiara se, mettendo a confronto
gli esempi tra loro, ci convinciamo che molteplici espressioni
(Ausdrücke) possono avere […] diversi significati ma il medesimo
oggetto. [...]. Gli esempi più chiari per distinguere il significato
(Bedeutung) e il riferimento all'oggetto (gegenständlicher Beziehung) ci
sono offerti dai nomi. […]. Due nomi possono avere significati diversi,
ma denominare la stessa cosa. Per esempio: il vincitore di Jena - il
vinto di Waterloo; il triangolo equilatero - il triangolo equiangolo. Il
significato espresso in queste coppie è evidentemente diverso, benché
si intenda sempre lo stesso oggetto.» (Husserl 2015/1900-1901: pp.
238-239).
RICERCHE LOGICHE (1900-1901)
Pagina 31
• Distinzione tra contenuto (significato) e oggetto
dell’atto
• Inessenzialità dell’oggetto in riferimento all’intenzionalità
dell’atto
• Trasposizione linguistica: inessenzialità del riferimento
rispetto alla significatività dell’espressione
• Intenzionalità, come puro riferirsi, radicata nel
contenuto, nell’essenza intenzionale dell’atto
IDEE PER UNA FENOMENOLOGIA PURA E
PER UNA FILOSOFIA FENOMENOLOGICA
(1913)
Pagina 32
• Introduzione dell’ambiguo concetto di noema
• Noema come senso (Sinn), significato (Bedeutung)
• Entità ideale, oggettiva, pubblica, medium del riferimento
a una oggettualità (interpretazione analitica)
CONCLUSIONI (2)
Pagina 33
• Il significato (Bedeutung), o senso (Sinn), è ciò che
garantisce all’atto il riferimento a una oggettualità,
colta sempre secondo una data prospettiva
• Va tenuto distinto dall’oggetto intenzionato
(Gegenstand), sua eventuale traduzione intuitiva, ma di
per sé inessenziale al riferimento
• Non è legato al possesso di un linguaggio verbale: è
proprio di tutti gli Erlebnisse intenzionali, anche degli
atti percettivi o emotivi. Si insiste solo sulla sua idealità
ANIMALI NON UMANI (1)
Pagina 34
«Al cospetto di quella umana, non solo la vita psichica degli animali
inferiori e privi dell’uno o dell’altro senso, ma anche quella delle specie
animali più sviluppate appare straordinariamente semplice e limitata.
Ciò accade sia per il fatto che gli animali possiedono le stesse facoltà
dell’uomo, ma in grado assai minore, sia perché determinate classi di
fenomeni psichici negli animali semplicemente non ci sono.» (Brentano
1989/1874: p. 117).
ANIMALI NON UMANI (2)
Pagina 35
«Possiamo definire un io «desto» come quello che, nell'ambito del suo
flusso di vissuti, attua costantemente la coscienza nella forma specifica
del cogito; il che, naturalmente, non significa che esso esprima, o
possa esprimere, costantemente questi vissuti in forma predicativa.
Infatti ci sono anche dei soggetti egologici animali.» (Husserl
2002/1913: p. 84).
RIFERIMENTI TESTUALI
Pagina 36
Brentano, F.C. (1989), Psicologia dal punto di vista empirico (vol. I),
trad. it. G. Gurisatti, Trento, Luigi Reverdito Editore (ed. or. 1874)
Brentano, F.C. (1997), La psicologia dal punto di vista empirico (vol. II),
trad. it. R. Latanza Dappiano, Roma-Bari, Editori Laterza (ed. or. 1911)
Husserl, E. (2015), Ricerche logiche, trad. it. G. Piana, Milano, Il
Saggiatore (ed. or. 1900-1901)
Husserl, E. (2002), Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia
fenomenologica (vol. I), trad. it. V. Costa, Torino, Einaudi Editori (ed.
or. 1913)