Post on 22-Feb-2016
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LE MALEBOLGE
I BOLGIA:SEDUTTORI E RUFFIANI
Questa bolgia comprende quelli che in vita commisero colpe vergognose; ora sono condannati ad una pena altrettanto vergognosa : corrono nudi, frustati dai diavoli.
La seconda bolgia trattiene i dannati che in vita si sporcarono moralmente con le menzogne; ora sono immersi nello sterco.
II BOLGIA: GLI
ADULATORI
Questa bolgia comprende quelli che in vita intascarono denaro; ora sono conficcati in buche di pietra simili a tasche; poiché capovolsero la legge di Cristo, ora tengono la testa in giù ; poiché calpestarono la fiamma dello Spirito Santo, ora hanno le piante dei piedi lambite dalle fiamme.
III BOLGIA: I SIMONIACI
IV BOLGIA: MAGHI ED INDOVINI
La quarta bolgia comprende i dannati che in vita vollero guardare troppo nel futuro, tentando di penetrare i segreti di Dio; ora hanno la testa attaccata al contrario e sono costretti a guardare e a camminare sempre all’ indietro.
V BOLGIA; I BARATTIERI
Questa bolgia comprende coloro che in vita usarono arti subdole e malvagie per procurarsi guadagni illeciti. Ora sono immersi nella nera pece bollente.
VI BOLGIA: GLI IPOCRITI
Nella bolgia degli ipocriti ci sono gli individui che in vita nascosero i loro veri sentimenti , malvagi e corrotti sotto un’ingannevole finzione di rettitudine e bontà ; ora sono nascosti da cappe rivestite esternamente d’ oro ma internamente costituite da pesante piombo.
VII BOLGIA:
I LADRIIn questa bolgia stanno i dannati che in vita ricorsero all’astuzia e usarono le mani per spogliare le altre persone dei loro beni; ora corrono nudi con le mani legate dietro la schiena in una fossa di serpenti .Talora si trasformano essi stessi in serpenti, simbolo di malizia.
VIII BOLGIA: I CONSIGLIERI D’
INGANNI
Questa bolgia comprende quelli che in vita suscitarono, con la loro lingua, liti e sventure devastanti come incendi . Ora sono dolorosamente avviluppati da lingue di fuoco.
Il personaggio più importante di questa bolgia è Ulisse . Dante continuò la storia di Ulisse, narrando cosa avvenne dopo il ritorno ad Itaca…
[… ]Lo maggior corno della fiamma anticacominciò a crollarsi mormorandopur come quella che il vento affatica:
indi la cima qua e là menandocome fosse la lingua che parlasse,gittò voce di fuori e disse: “…Quando
“..-mi dipartii da Circe, che sottrasseme più d’un anno là presso Gaeta,prima che sì Enea la nominasse;
né dolcezza di figlio, né la pietàdel vecchio padre, né il debito amorelo quale dovea Penelope far lieta,
vincer poter dentro da me l’ardorech’i’ ebbi a divenir del mondo espertoe delli vizi umani e del valore:
ma misi me per l’alto mare aperto,sol con un legno e con quella compagna picciola della qual non fui diserto.
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagnafin nel Morrocco, e l’isola de’ Sardi,e le altre che quel mar intorno bagna.
Io e i compagni eravam vecchi e tardiquando venimmo a quella foce strettadov’Ercole segnò li suoi riguardi,
a ciò che l’uom più oltre non si metta:dalla man destra mi lasciai Sibilia,dall’altra già m’avea lasciata Setta.
-O frati, - dissi- che per centomiliaperigli siete giunti all’occidente;a questa tanto picciola vigilia
de’ nostri ch’è del rimanente,non vogliate negar l’esperienza,di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e conoscenza –
Li miei compagni fec’ io sì aguti,con questa orazion picciola, al cammino,che a pena poscia li avrei ritenuti.
E,volta nostra poppa nel mattino,de ‘ remi facemmo ali al folle volo,sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già dell’ altro polovedea la notte, e il nostro tanto bassoche non surgea fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante cassolo lume era di sotto dalla luna,poi ch ‘entrati eravam nell’alto passo,
quando n’apparve una montagna ,brunaper la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avea alcuna.
Noi ci allegrammo,e tosto tornò in pianto;chè della nuova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fe’ girar con tutte l’ acque;alla quarta levar la poppa in suso ,e la prora ire in giù, com’ altrui piacque,
Infin che il mar fu sopra noi richiuso-
IX BOLGIA: SEMINATORI DI DISCORDIE
Nella nona bolgia ci sono i seminatori di discordie. In vita favorirono ogni forma di discordia e divisione; ora sono orrendamente lacerati e mutilati da colpi di spada.
La decima bolgia comprende quelli che in vita sfigurarono in vari modi la verità, ora sono orrendamente sfigurati da diverse malattie.
X BOLGIA: I FALSARI
A cura diLaura AmorosoGaia Scrimali