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Le infezioni dell’apparato genito-urinario
Prof. Piergiorgio Catalanotti
marzo 20153/3
FORME ULCERO-PROLIFERATIVE
Le infezioni dell’apparato genito-urinario
Sifilide
Girolamo Fracastoro
1478-1553
32.000 casi in USA nel 2002, di cui 6.862 di sifilide primaria e secondaria.
Soggetti tra i 20 e i 39 anni di età.
Donne tra i 20 e i 24 anni; uomini tra i 35 e i 39 anni.
Nel 2001-2002 aumento del 12,4 %.
Il rapporto uomo/donna è di 1/3,5
Epidemiologia
Quadri clinici
Sifilide acquisita
Sifilide congenita
per contatto sessuale, vaginale, orale e anale
in gravidanza
per trasfusione di sangue o di emoderivati
Quadri clinici
Sifilide acquisita
precoce
primaria
secondaria
latente precoce
Entro 2 anni dal contagio (OMS). Entro 1 anno secondo il CDC.
tardiva
latente tardiva
terziaria (gomme e coinvolgimento cardiovascolare e neurosifilide)
Quadri clinici
S. primariaUlcere superficiali
Quadri clinici
Ulcere superficiali
Intenso infiltrato infiammatorio
Linfociti T e plasmacellule
S. primaria
Quadri clinici
Ulcere superficiali
Intenso infiltrato infiammatorio
Linfociti T e plasmacellule
Infiltrazione perivascolare
S. primaria
Quadri clinici
Ulcere superficiali
Intenso infiltrato infiammatorio
Linfociti T e plasmacellule
Infiltrazione perivascolare
Endoarterite
S. primaria
Quadri clinici
Rash cutaneo e lesioni mucoseS. secondaria
Quadri clinici
Rash cutaneo e lesioni mucose
Febbre
Tumefazione linfonodi
Alopecia
Perdita di peso
Affaticamento
S. secondaria
Quadri clinici
Aneurisma aortico, difetti valvolari (10-30 anni)
Uveite, irite (2-20 anni)
Neurosifilide
S. terziaria
Gomme sifilitiche
Manifestazioni oftalmiche a carico della pupilla
Quadri clinici
Assenza di manifestazioni cliniche
Sieropositività
Un terzo dei p. non trattati evolve verso lo stadio terziario
I p. latenti precoci sono contagiosi
S. latente
Due terzi dei p. non trattati restano asintomatici
Le p. latenti tardive possono trasmettere la sifilide congenita
Terapia
Fonte: Linee guida SIU, 2012
Schema terapeutico della sifilide
Terapia
Fonte: Linee guida SIU, 2012
Schema terapeutico della sifilide nelle allergie alla penicillina
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Ricerca colturale
Ricerca diretta rapida
Test di biologia molecolare
Es. microscopico
nelle lesioni recenti morfologia e motilità
Es. microscopico in campo oscuro
Essudato sieroso di lesioneprimaria di sifilide
nelle lesioni recenti morfologia e motilità
Es. microscopico in campo oscuro
Es. microscopico con impregnazione argentica
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Test lipoidei
Test treponemici
test di screening
Ricerca di Ig totali (IgG+IgM+IgA) in EIA
test di conferma
di facile esecuzione
sensibili e specifici
si positivizzano più tardivamente
generalmente non negativizzano neanche con la terapia
Treponema Pallidum Haemoagglutination Assay(TPHA)Micro Haemoagglutination Treponema Pallidum(MHA-TP)
test di conferma di secondo livello
Ricerca di IgG e IgM in immunoblotting
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Test lipoidei
Test treponemici
Venereal Disease Research Laboratory (VDRL)
Rapid Plasma Reagin (RPR) Test di conferma
Sospensione colloidale di cardiolipina(su matrice di carbone nel RPR)
Riproducibili
Sensibili ma non sempre specifici
Si positivizzano precocemente
Si negativizzano dopo la terapia
Sono correlati alla malattia (sono significative le variazioni di due diluizioni)
Fluorescent Treponema Antibody Absorbent (FTA-Abs)
positivizzazione più tardiva sensibile e specifico false positività (F. reumatoide, M. di Lyme)titolazione IgG e IgM
Treponema Pallidum Immobilization (TPI)
Fluorescent Treponema Antibody Absorbent (FTA-Abs)
positivizzazione più tardivasensibile e specifico titolazione IgG e IgM
Treponema Pallidum Immobilization (TPI)
TPHA
FTA
RPR
Protocollo diagnostico per la sifilide acquisita
Protocollo diagnostico per la sifilide congenita
Herpes
Herpesviridae (HHV) α-herpesvirinae
β -herpesvirinae
• Herpes simplex virus 1 (HSV1, HHV1)Herpes labiale
• Herpes simplex virus 2 (HSV2, HHV2)Herpes genitale
• Varicella zoster virus (VZV, HHV3)
• Cytomegalovirus (CMV, HHV5)• Herpes virus 6 (HSV6, HHV6)
Esantema subitum (VI malattia)
• Herpes virus 7 (HSV7, HHV7)
γ-herpesvirinae• Epstein Barr virus (EBV, HHV4)
Mononucleosi infettiva• Herpes virus 8 (HSV8, HHV8)
Sarcoma di Kaposi
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto Test di biologia molecolare
Ricerca diretta rapida
Ricerca colturale
Isolamento colturale
elevata specificitànotevole sensibilità
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto Test di biologia molecolare
Ricerca colturale
Ricerca diretta rapida
Immunofluorescenza direttaspecificasensibile (70-90 %)
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Fissazione del complemento
ELISAIgG e IgM
Generalità• Il Virus del papilloma (HPV) colpisce l’uomo e gli
animali• Virus ubiquitari• Responsabili di malattie benigne e maligne Lesioni benigne (verruche plantari e della
mani, condilomi acuminati) Lesioni squamose benigne e premaligne della
cervice uterina Carcinoma della cervice uterina
Generalità• Alcuni geni di HPV hanno la capacità di
trasformare e immortalizzare le cellule in vitro• L’attività oncogenica è del tutto assente nei
ceppi cosiddetti a basso rischio (Low risk, LR)• Al contrario i genotipi ad alto rischio (High risk,
HR, per es. HPV16 e HPV18) correlano con l’attività oncogenica
• Il 98% dei carcinomi della cervice uterina ha eziologia HPV HR
Classificazione• Sulla base della proteina L1 gli HPV sono stati
suddivisi in: Generi Specie Genotipi
• Appartengono a uno stesso genere genotipi che hanno un’ identità < al 60% rispetto alla sequenza nucleotidica del gene L1
• Nell’ambito della stessa specie l’identità è tra il 60 e il 70%
• Nell’ambito dei genotipi l’identità è del 71-89 %
Struttura
• Sferico• 45-55 nm• Capsìde nudo• Il nucleocapsìde
presenta 72 capsomeri• ds DNA circolare
Genoma
• 6 geni E (da early, precoci) codificano proteine funzionali, non strutturali
• 2 geni L (da late, tardivi) codificano per geni strutturali del capsìde
Genoma
• E1 ed E2 sono coinvolte nella replicazione del DNA• E4 codifica per una fosfoproteina ad attività
sconosciuta
Genoma
• E5, E6 ed E7 codificano 3 proteine oncogene:
E5 attiva i recettori per fattori di crescita cellulare E6 induce la degradazione della proteina p53, tumor
suppressor E7 inattiva la forma ipofosforilata della proteina tumor
suppressor pRb
Potere patogeno• Infezioni comuni• Trasmissione interumana• La via di ingresso è rappresentata da microtraumi• Il recettore cellulare varia da genotipo a genotipo• Il 40 % dei genotipi è trasmesso per via sessuale• L’80 % delle donne di 50 a. ha contratto
un’infezione, sia pure benigna, da HPV• Vi è correlazione tra alcune lesioni e determinati
genotipi
Tipo Quadri clinici Potenzialità
59, 61, 62, 64, 67
53
42, 43, 44
41
16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68
6, 113, 10, 28
Displasie vaginali
Mucosa cervicale normale
Condilomi acuminati, displasie lievi
Condilomi, verruche cutanee piane
Displasie gravi, carcinomi invasivi
Condilomi acuminati, Condilomi
Sconosciuta
Sconosciuta
A basso rischio
Benigna
Ad alto rischio
A basso rischioRaramente maligna
Papillomi responsabili di patologie genitali
Papillomi Lesioni epiteliali benigne che interessano
l’epitelio squamoso stratificato. Sono dette verruche se coinvolgono la cute.
Verruca volgare
Verruca plana
Quadri clinici
I condilomi interessano la mucosa genitale.
condilomavulvare
condilomi acuminati
Quadri clinici
I papillomi sono caratterizzati da un ispessimento dello strato spinoso (acantosi), dello strato granuloso (paracheratosi) e dello strato corneo (ipercheratosi).
Le cellule degli strati più superficiali dell’epidermide possono presentare tipiche anomalie nucleari (nuclei eccentrici e picnoticicircondati da alone chiaro).
coilociti
Quadri clinici
Tumori maligni In soggetti immunodepressi o nella
epidermodisplasia verruciforme le verruche piane possono eccezionalmente trasformarsi in lesioni precancerose che evolvono verso carcinomi squamosi della fronte.
Quadri clinici
Tumori maligni HPV sono implicati anche nell’eziologia di Ca
del collo uterino (600.000 nuovi casi ogni anno nel mondo) e di altri distretti genitali oltre che dell’esofago e del crasso.
Nelle cellule cancerose non si trovano virioni per la loro scarsa capacità a differenziare e a replicarsi in cellule cheratinizzate.
Strettamente associati a HPV16 e HPV18 e, in misura minore, a HPV LR.
Quadri clinici
La trasformazione maligna richiede l’intervento di cofattori genetici, ormonali, immunologici, dietetici, etc.
Avviene dopo anni di latenza.
Quadri clinici
Prescrizione Prelievo
Trasporto Esame diretto
Test di biologia molecolare
Ricerca diretta rapida
Protocollo diagnostico
Prelievo
al momento giusto
idoneo e validato
Nel momento giusto del ciclo.
Non prima di due giorni da visite ginecologiche e da ecografie transvaginali.
Non prima di un mese dal parto.
Non oltre l’ottavo mese di gravidanza.
Non prima di un mese dal parto.
Prelievo
al momento giusto
idoneo e validato
In assenza di perdite ematiche e almeno tre giorni dopo la fine delle mestruazioni.
Lontano da rapporti sessuali anche con preservativo.
Lontano da terapie vaginali (ovuli, candelette, creme, lavande vaginali).
In assenza di perdite vaginali.
Segnalare l’uso di contraccettivi orali e/o meccanici (da non rimuovere).
Il test non trova applicazione nell’isterectomia totale per patologie non neoplastiche.
La chemioterapia non è controindicazione.
Imiquimod, podophyllin,e podophyllotoxinnon devono essere usate.
Prelievo
al momento giusto
idoneo e validato
monouso
Speculum
piccolo, medio o grande, in rapporto a:• età della donna
• trofismo del tessuto
• parità/modalità del parto (cesareo vs spontaneo)
• eventuale ansia o timore della donna
acqua e non lubrificante allontanare il muco in eccesso
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto
Ricerca colturale
Ricerca diretta rapida
Test di biologia molecolare
Es. colposcopico
Es. istologico
Test di biologia molecolare
Protocollo diagnostico
Es. citologico
La citologia cervicovaginale o Pap test fu ideata nel 1945 da George Papanicolau.
Svela lesioni citologiche precursoridi neoplasie cervicali.
Evidenzia le infezioni cervicovaginali (virali, batteriche, micotiche, protozoarie)
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto
Ricerca colturale
Ricerca diretta rapida
Test di biologia molecolare
Es. citologico
Es. istologico
Test di biologia molecolare
Protocollo diagnostico
Es. colposcopico
La colposcopia è indicata in presenza di anomalie segnalate dal PAP test.
Essa permette la visione ingrandita della cervice uterina, grazie al colposcopio e a reagenti chimici (acido acetico e soluzione iodo-iodurata di Lugol).
La colposcopia consiste nella valutazione della superficie del collo dell' utero e delle pareti vaginali, pareti della vulva, con ingrandimenti 10-20 x, alla ricerca di eventuali aree anomale su cui effettuare una biopsia mirata (eseguita cioè sotto guida colposcopica).
Portio normale Displasia cervicale
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto
Ricerca colturale
Ricerca diretta rapida
Test di biologia molecolare
Es. citologico
Es. colposcopico
Test di biologia molecolare
Protocollo diagnostico
Es. istologico
Le biopsie prelevate con sezione trasversale pari a 2-5 mm devono essere poste nell’apposita soluzione di trasporto dei campioni.
I campioni bioptici devono essere immediatamente immersi in 1,0 mL di Speciment Transport Medium TM (STM), possono essere inviati al laboratorio di analisi a 2-30 °C, quindi conservati a 2-8°C fino all’esecuzione dell’esame.
Pap-Test (citologia) Sospetto diagnostico
Colposcopia Localizzazione della lesione
Biopsia Conferma istologica della lesione
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto
Ricerca colturale
Ricerca diretta rapida
Test di biologia molecolare
Es. citologico
Es. colposcopico
Es. istologico
Protocollo diagnostico
Test di biologia molecolare
Test HC2 del DNA di HPV è un test di ibridazione dell’acido nucleico in micropiastra con amplificazione del segnale e rilevazione qualitativa mediante chemiluminescenza di 18 tipi di DNA del papillomavirusumano a basso e alto rischio.
I campioni contenenti il DNA bersaglio ibridano con una miscela specifica di sonde di RNA dell’HPV.
GLI ibridi RNA/DNA risultanti vengono catturati sulla superficie di una micropiastra rivestita di anticorpi specifici per tali ibridi.
Gli ibridi immobilizzati reagiscono con anticorpi coniugati con fosfatasi alcalina e rilevati mediante un substrato chemiluminescente.
Comparazione tra le tecniche diagnostichedi biologia molecolare
dot blotibridazione
in situSouthern
blot PCR HC2
Sensibilità +++ ++ ++ ++++ ++
Specificità + ++ ++/+++* ++/+++*
++
Fattibilità ++ ++ + +++ ++
*in rapporto alle condizioni di uso
Vaccino bivalente HPV16 e HPV18 ricombinante di proteine L1.
Vaccino quadrivalente HPV6, HPV11, HPV16 e HPV18 ricombinante di proteine L1
entrambi danno protezione crociata per HPV31 e HPV45
Immunoprofilassi
Si effettua con tre somministrazioniintramuscolo a 0, 2 e 6 mesi.
Dal 2008 è gratuito nelle strutturepubbliche per le bambine sotto i 12 anni.
Ulcera molle(Cancroide)
Conosciuta anche come ulcera venerea è una IST causata da Haemophilus ducreyi.
Streptobacillo Gram -
La lesione è caratterizzata da una papula che si ulcera rapidamente circondata da un alone infiammatorio, notevolmente dolente. La localizzazione più frequente è a livello del glande, del frenulo e del solco balano prepuziale. Generalmente è presente linfoadenopatia per lo più monolaterale con tendenza alla suppurazione e alla fistolizzazione.
Questa infezione è rara nei Paesi occi-dentali, mentre sono presenti focolai di infezione soprattutto in Africa e nei Ca-raibi.
Nel periodo 1991-2009 il Sistema di Sor-veglianza Sentinella delle IST ne ha se-gnalati in Italia 38 casi (35 maschi e 3femmine).
La diagnosi prevede la ricerca di H. ducreyi(Gram negativo) nel materiale raccolto dalla ulcera o dal linfonodo o sull’isolamento col-turale che richiede particolari terreni se-lettivi e arricchiti.
I test di amplificazione dell’acido nucleico sono eccellenti per dimostrare il patogeno nei campioni biologici.
Diagnosi
Terapia
Schema terapeutico dell’ulcera molle
Fonte: Linee guida SIU, 2012
Linfogranulomavenereo
E’ una linfoadenopatia inguinale o femorale, tipicamente monolaterale causata da ceppi L1, L2 di Chlamydia trachomatis.
Nella zona di inoculazione può comparire un’ulcera genitale autolimitante.
E’ particolarmente diffuso negli omosessuali maschi, soprattutto in presenza di positività a HIV.
Il contagio a livello anale può causare proctiti e proctocoliti con sovrinfezionebatterica, disturbi della canalizzazione e fistole colorettali.
Il Sistema di Sorveglianza Sentinella delle IST, (1991-2009) ne riporta, in Italia; 40 casi (33 uomini e 7 donne)
La diagnosi si ottiene mediante l’identifica-zione dei sottotipi L1 e L2 di C. trachomatisnel materiale raccolto dall’ulcera, su tampo-ni rettali, su aspirato linfonodale.
Oltre ai test molecolari sono disponibili test sierologici: titoli elevati di IgA confermano la diagnosi nei pazienti con sintomatologia, tuttavia la presenza di un titolo anticorpalebasso o anche elevato non consente di esclu-dere il linfogranuloma venereo in un sogget-to asintomatico.
Diagnosi
Fonte: Linee guida SIU, 2012
Terapia
Schema terapeutico del LGV non complicato
Granuloma inguinaleo
Granuloma venereo
(Dovonanosi)
L’agente eziologico è la Klebsiellagranulomatis in passato conosciuto come Calymmatobacterium granulomatis.
La lesione iniziale è costituita da un nodulo indolore rosso-carne che si trasforma in una placca arrotondata, maleodorante, rilevata e vellutata facilmente sanguinante.
Le sedi dell'infezione nell’uomo sono il pene, lo scroto, l'inguine e le cosce; nelle donne, la vulva, la vagina e il perineo; nei maschi omosessuali, l'ano e le natiche; non èpresente linfoadenopatia.
Il granuloma inguinale è molto raro nei climi temperati, ma è più frequente nelle aree tropicali e subtropicali.
Nel periodo 1991-2009 il Sistema di Sorveglianza Sentinella delle IST ne ha segnalati in Italia 4 casi (2 maschi e 2 femmine).
La microscopia diretta è il metodo piùrapido ed efficace per identificare l’agente eziologico. La microscopia consente il rilievo dei caratteristici corpi di Donovan intramonocitari su strisci del materiale prelevato dalla lesione e colorato con Giemsa.
L’esame colturale e la PCR possono essere impiegati in casi selezionati.
Diagnosi
Fonte: Linee guida SIU, 2012
Terapia
Schema terapeutico del granuloma inguinale
FORME SISTEMICHE
Le infezioni dell’apparato genito-urinario
AIDS
Oggi sono noti due virus responsabili della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) umana: HIV-1 e HIV-2.
HIV-1 è diffuso in tutto il mondo ed è responsabile della maggior parte dei casi di AIDS.
HIV-2 è presente soprattutto in Africa occidentale, nei Caraibi e nell’America meridionale ed è di gran lunga meno virulento.
HIV
• HIV-2 comprende 6 distinte linee filogenetiche: da A ad F.
• La variabilità genetica può arrivare fino al 25 %.
HIV-2
Struttura di HIV-1• Capsìde a forma di
cono con doppio pericapsìde.
• 110 nm• I peplomeri sono
costituiti da 4 eterodimeri.
gp120, antirecettore
gp41, proteina ad attività fusogena.
Gli anticorpi specifici sono duraturi
Struttura di HIV-1• Associata alla faccia
interna del doppio pericapsìde si trova la proteina di membrana p17.
• Il nucleocapsìde a cono misura 60 nmnella base maggiore e 20 nm in quella minore.
• E’ costituito dalla proteina p24.
Struttura di HIV-1
• Il capsìde contiene• 2 copie identiche di ssRNA a polaritàpositiva
•tRNA•trascrittasi inversa (RT)•invertasi•proteasi
RT serve per la replicazione dell’RNA
Struttura di HIV-1
RT è responsabile della enorme variabilità genetica dei retrovirus.
Non riesce a riparare gli errori che si verificano durante la retrotrascrizione.
La frequenza di errore è di 1/2000-10000 basi.
Considerato che l’RNA di HIV è di circa 9,2 kb, ogni nuovo genoma contiene una mutazione.
L’accumulo di varianti virali nell’ospite è legato a due fattori:
1. elevato numero di mutazioni
2. pressione selettiva di risposte immuni antivirali, di tropismo cellulare e citopaticità del virus.
Gli errori di retrotrascrizione sono fonte di mutanti farmacoresistenti.
L’infezione da HIV è ematogena (per scambio di siringhe con tracce di sangue infetto, attraverso la trasfusione di sangue o emoderivati infetti) per via omo- ed etero-sessuale, per trasmissione perinatale.
Il sangue intero e i suoi derivati sono infettanti ma non le immunoglobuline o l’albumina.
Non sono fonte di infezione altri liquidi biologici (saliva, urina), i contatti umani extra sessuali, gli insetti.
Patogenesi dell’AIDS
Infezione primariaLatenza clinicaAIDS
Manifestazioni cliniche
Le cellule target nel retto, nel tratto genitale o nel circolo non sono state identificate.
Probabilmente sono cellule dendritiche e monocito-macrofagiche (C. di Langherans) in grado di presentare l’antigene ai linfociti T CD4+
Il periodo di incubazione dura 3-6 settimane e culmina in una sintomatologia acuta a rapida evoluzione che si esaurisce spontaneamente in media in meno di 14 gg.
La sintomatologia è caratterizzata da :Infezione primaria
Manifestazioni cliniche
manifestazioni simil-mononucleosiche o simil-influenzali
meningoencefalite a liquor limpido linfoadenopatia con inversione del rapporto
CD4+/CD8+, per marcata riduzione dei linfociti T-CD4+ (normalmente circa 1.000/L).
La latenza clinica è caratterizzata da massiva riduzione della viremia, per la risposta immune.
Il virus è sequestrato nei linfonodi, dove rimane attivo.
La durata èvariabile.
La sintomatologia è assente se i CD4+ sono > 300-350/L.
Latenza clinicaManifestazioni cliniche
Carica virale
Carica virale
T CD4+
Con la riduzione dei linfociti T-CD4+ al di sotto di una soglia critica (in genere, < 350/L) e con la conseguente compromissione della capacità di risposta immune (soprattutto cellulo-mediata) ha inizio la fase sintomatica.
Le manifestazioni cliniche fondamentali sono rappresentate dalla comparsa di infezioni “opportunistiche”, dalla comparsa di tumori non usuali (linfomi cerebrali primitivi, sarcoma di Kaposi epidemico) e dalla compromissione del SNC (AIDS dementia complex).
AIDSManifestazioni cliniche
La progressione verso la malattia è in rapporto alla quantità di virus infettante alla capacità replicativa del virus ai caratteri fenotipici del virus (è più
rapida con la comparsa di varianti rapid/high) alla diminuzione nel numero dei linfociti T
CD4+ (lisi dei CD4+ infetti).
Epidemiologia
Epidemiologia
Età mediana e sesso dei nuovi pazienti affetti da HIV nei vari anni
Fonte: ISS, settembre 2012
Epidemiologia
Distribuzione percentuale delle nuove diagnosi di infezione da HIV, per modalita di trasmissione e anno di diagnosi
Fonte: ISS, settembre 2012
Epidemiologia
Incidenza annuale delle nuove diagnosi di infezione da HIV per genere, anno di diagnosi e percentuale di copertura del Sistema di sorveglianza
Fonte: ISS, settembre 2012
Epidemiologia
Incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV (per 100.000 abitanti). Anno 2011
Fonte: ISS, settembre 2012
Epidemiologia
Caratteristiche delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV e CD4 <200 cell/μL (Anno 2011)
Fonte: ISS, settembre 2012
Epidemiologia
Casi di AIDS in Italia per anno di diagnosi, corretti per ritardo di notifica e tasso annuale di incidenza al 31 dicembre 2011
Fonte: ISS, settembre 2012
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Test di biologia molecolare
Antigenemia
Isolamento colturale
A) Coltura di macrofagi umani non infettatiB) Modesto effetto citopatico (sincizi) dopo 20 gg dall’infezione con HIV
• L’isolamento del virus in colture di cellule è indicata: –a) nel follow-up del paziente per il monitoraggio del feno-
tipo (sinciziogeno, a crescita rapida, etc.) dello stipite virale e/o della sua resistenza ai farmaci antiretrovirali
–b) nel monitoraggio delle varianti antigeniche circolanti in un determinato territorio
Isolamento colturale
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Test di biologia molecolare
Isolamento colturale
Antigenemia
Determinazione della proteina del core p24 nel sangue.
Antigenemia
Tecnica immunoenzimatica La positività sta a indicare attiva replicazione
virale Il test è positivo dopo il contagio e nelle fasi
più avanzate della malattia. Attualmente è stato sostituito dalla più
sensibile rilevazione dello RNA virale.
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Isolamento colturale
Antigenemia
Test di biologia molecolare
Viremia (HIV RNA)Determinazione della carica viremica
di HIV RNA Tecnica PCR La viremia viene espressa come numero di cpie
di HIV RNA /mL I test più sensibili in commercio hanno una
sensibilità di 300-1.000.000 copie/mL Viene utilizzato per
la stadiazione della malattia il monitoraggio della terapia antiretrovirale La diagnosi precoce di infezione in caso di
esposizione accidentale (operatori sanitari) e di trasmissione materno fetale
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Immunoblotting
Test immunoenzimatici
Test immunoenzimaticiDeterminazione degli anticorpi anti
HIV Tecnica immunoenzimatica Evidenzia gli anticorpi anti gp120 e gp41 di
HIV-1 e gp36 e gp 105 di HIV-2 Si tratta di anticorpi duraturi Viene utilizzato come test di screening
Risultati falsi positivi si possono avere in casi di disfunzione del sistema immunitario (leucemie, linfomi, epatopatie gravi, malattie autoimmuni) e in neonati di madri infette da HIV (anticorpi siericimaterni)
Risultati falsi negativi sono dovuti al periodo finestra (stadio iniziale dell’infezione 4-6 settimane con test di vecchia generazione; 22 gg con i test attuali, secondo CDC e FDA).
In una modesta percentuale di soggetti si possono avere risultati borderline.
Protocollo diagnostico
Prescrizione
Prelievo Trasporto Esame diretto Esame indiretto
Test immunoenzimatici
Immunoblotting
Western blotStrisce con i diversi peptidi di HIV-1 e
gp36 di HIV-2 Il test si considera positivo quando si
riscontrano bande anticorpali verso almeno due proteine virali.
Il saggio è altamente specifico ed è effettuato come test di conferma alla ricerca di anticorpi in EIA.
Protocollo diagnosticoHIVAb
(dopo 30-45 gg dal contatto sospetto)
WB
Infez.da HIV
HIV-RNA
+
HIVAb3-6 mesi -
-
+-
+
indeterminato
WB3-4 sett.