Post on 15-Feb-2019
2 marzo 2016 – Cagliari
Elisa Carboni – Cristiana Verde
I processi partecipativi:il ruolo del facilitatore dei gruppi
Quali funzioni?
Quali ambiti di intervento?
Il facilitatore: una nuova professione
Quali competenze?
Quali strumenti?
Quali compiti e tecniche
operative?
Quali competenze?
Il facilitatore: quali funzioni?
Un consulente di processoSi occupa di favorire il buon esito/l’esito costruttivo dei processi comunicativo-relazionaliSi astiene dal portare proprie dottrine/ricette precostituite, tipico della consulenza top-downAgisce una modalità di consulenza facilitativa di tipo bottom-up, pone al centro gli attori – non è direttivodirettivoLa sua azione è orientata alla crescita dei potenziali dei singoli all'interno degli obiettivi del gruppoAccompagna le organizzazioni a perseguire i risultati progettati
Un traduttore/mediatore di linguaggi aiuta i soggetti a prevenire o gestire eventuali incomprensioni e conflitti
Un metodologo “puro”aiuta a lavorare meglio i gruppi senza essere esperto dei contenuti/del tema
Il facilitatore: quali funzioni?
gestire eventuali incomprensioni e conflitti
Un catalizzatore o “enzima”agisce all’interno dei processi
Un attore neutrale – la terzietànon equidistante ma equivicino
Il facilitatore: in quali ambiti?
Due contesti chiave:
�Organizzazioni - pubbliche e private
�Territorio - processi partecipativi: sviluppo locale, ambiente, urbanistica, sociale, ecc.
Diversi ambiti:� Riunioni di gruppo di lavoro
� Tavoli multiattore
� Forum e workshop partecipati
Diversi ambiti:
� Reti sociali – reti tra pari
Capacità di prendere decisioniSoluzione di problemiPensiero critico e pensiero creativo
Il facilitatore: quali competenze?
Intelligenza emotiva
Pensiero critico e pensiero creativoComunicazione efficaceCapacità di relazioni interpersonaliEmpatiaConsapevolezza di séMotivazioneGestione delle emozioni e dello stress
Struttura l’incontro di lavoroDefinisce e condivide obiettivi, regole, fasi, tempi e modalità di lavoro.
La sua azione ha due direzioni:
il compito (cosa) e la relazione (come).
Il facilitatore: quali compiti?
il compito (cosa) e la relazione (come).
�Definire e chiarire il compito�Stabilire procedure e metodi�Connettere diverse informazioni�Approfondire dati�Mantenere il gruppo sul tema�Riassumere e fare sintesi tecniche�Valutare il lavoro svolto
……
Struttura l’incontro di lavoroDefinisce e condivide obiettivi, regole, fasi, tempi e modalità di lavoro.
La sua azione ha due direzioni:
il compito (cosa) e la relazione (come).
Il facilitatore: quali compiti?
il compito (cosa) e la relazione (come).
�Aiutare i “timidi” a dire la loro apertamente�Verificare la comprensione�Aiutare a comunicare in modo chiaro�Incoraggiare e sostenere il gruppo�Aiutare il gruppo nei momenti di difficoltà�Mediare le posizioni
……
Cura l’apertura e la chiusura di un incontroMomenti strategici per la buona riuscita!
apertura e chiusura
Il facilitatore: quali compiti?
�Accogliere e mettere tutti a proprio agio�Creare una positiva atmosfera di lavoro�Presentare il programma�Stabilire un collegamento tra programma e aspettative
�Evidenziare gli elementi emersi�Manifestare soddisfazione /apprezzamento per il lavoro svolto�Indicare i passi/impegni che attendono il gruppo
Cura e organizza l’ambiente di lavoroL’ambiente fisico condiziona il buon esito del lavoro del gruppo
Il facilitatore: quali compiti?
�Funzionalità dell’aula e comodità dei partecipanti – dimensione, visibilità, illuminazione, acustica, microclima, sedie, piani di lavoro, supporti acustica, microclima, sedie, piani di lavoro, supporti per l’uso degli strumenti tecnologici, pannelli…
�Disposizione dei posti – può essere più o meno funzionale allo scambio tra i partecipanti: sedersi in cerchio (o tavolo tondo) è l’emblema della collaborazione e della circolarità, della cooperatività e dell’inclusione; tavolo da riunione rettangolaresottolinea le posizioni, i ruoli di potere (capotavola/fronte porta)
Favorisce un clima costruttivo, spinge a lavorare insiemePer costruire un clima accogliente orientato al benessere può fare leva su diverse qualità:
�Semplicità – facilita l’azione, comporta naturalezza e spontaneità
Il facilitatore: quali compiti?
�Semplicitànaturalezza e spontaneità
�Fiducia – nasce dalla convinzione che ci si può rivolgere all’altro per ottenere incoraggiamento, sicurezza, tranquillità
�Accoglienza – condizione di base, il partecipante sente di stare bene nel gruppo quando si sente rispettato, stimato, valorizzato
Favorisce un clima costruttivo, spinge a lavorare insiemeAlcuni passi utili:
Il facilitatore: quali compiti?
�Autopresentazione – il facilitatore accoglie il gruppo salutandolo e presentandosi gruppo salutandolo e presentandosi
�Giro di brevi presentazioni – orientato alle persone, alle relazioni allo scambio di informazioni
�Rompi-ghiaccio tramite “segni aperti”: mimica facciale distesa, occhi rilassati, sorriso, parole di interessamento….�trattare con attenzione, stimolare coloro che non parlano, dare del tu?, linguaggio del “noi”…
Accompagna il problema/soluzione
Il facilitatore: quali compiti?
Facilita il gruppo nella presa di decisionidecisioni
Alterna direttività e non-direttività
Sa stare nel processo, sostare nelle difficoltà, nel conflitto
Fa domande – aperte, chiuse, ipotetiche. Sono lo strumento del facilitatore!
Il facilitatore: quali compiti?
Promuove una comunicazione partecipata – chiede interventi brevi, partecipata – chiede interventi brevi, mantiene alta l’interazione, tiene il ritmo, gestisce i turni, toglie la parola, attiva feedback e ascolto, ringrazia…
Usa il linguaggio gestuale - gestualità intenzionale, comunicazione non verbale, prossemica con due obiettivi: creare clima e gestire i flussi comunicativi.