Post on 19-Jul-2020
I nuovi scenari industriali:
sfide e opportunità
Livio Romano – Centro Studi Confindustria
sfide e opportunità
per le imprese italiane
Livio Romano
Centro Studi Confindustria
1
La buona notizia
L’industria italiana continua il percorso
di recupero dopo il minimo nel 2013.
– Mantiene stabilmente la 7ª posizione7ª posizione nella nella
Livio Romano – Centro Studi Confindustria
– Mantiene stabilmente la 7ª posizione7ª posizione nella nella
classifica mondialeclassifica mondiale, con una quota del 2,3%.
– Ha ricominciato (in modo simile a quanto
avvenuto in gran parte dell’Occidente) a
trainare la crescita dell’intera economiatrainare la crescita dell’intera economia.
Le quote sull’output globale…(Quote % sul valore aggiunto manifatturiero mondiale, cambi e prezzi correnti)
Paese produttore 2007 2013 2015 2016 2016-2007*
1 Cina 12,4 25,8 29,5 29,5 17,1
2 Stati Uniti 21,3 17,8 19,1 19,0 -2,2
3 Giappone 10,9 8,5 7,6 8,4 -2,4
4 Germania 8,2 6,3 5,8 5,9 -2,3
5 Corea del Sud 3,6 2,8 2,8 2,8 -0,8
6 India 2,1 2,2 2,4 2,5 0,4
7 Italia 3,9 2,5 2,3 2,3 -1,6
Livio Romano – Centro Studi Confindustria
Paesi ordinati in base alla quota nel 2016. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Giappone
e Corea del Sud. *Differenze assolute in punti percentuali, che possono risentire di arrotondamenti.
Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU.
7 Italia 3,9 2,5 2,3 2,3 -1,6
8 Francia 3,3 2,4 2,1 2,2 -1,1
9 Regno Unito 3,1 2,0 2,1 1,9 -1,3
10 Messico 2,0 1,8 1,7 1,5 -0,4
Paesi avanzati 63,1 49,3 48,0 48,6 -14,5
Area euro 22,0 15,8 14,7 15,0 -7,1
BRIC 18,5 32,7 34,8 34,7 16,2
VA manifatturieroDifferenziale di crescita
rispetto al PIL*
Paese produttore 2007- 2013 2013-2016 2007-2013 2013-2016
1 Cina 12,9 7,7 2,8 0,6
2 Stati Uniti -0,5 0,9 -1,2 -1,1
3 Giappone -0,8 2,1 -0,5 1,3
4 Germania -0,1 2,5 -0,6 1,0
5 Corea del Sud 4,8 2,5 1,6 -0,3
6 India 7,3 8,8 0,2 1,6
…e la dinamica della produzione(Var. % medie annue su dati a prezzi e cambi costanti)
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Paesi ordinati in base alla quota del VA manifatturiero nel 2016. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti,
Canada, Giappone e Corea del Sud. *Differenze assolute in punti percentuali.
Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU.
6 India 7,3 8,8 0,2 1,6
7 Italia -2,9 1,5 -1,5 0,9
8 Francia -0,5 1,4 -1,0 0,4
9 Regno Unito -1,4 1,1 -1,5 -1,7
10 Messico 1,4 2,7 -0,4 0,3
Mondo 2,5 3,4 0,5 0,8
Paesi avanzati -0,8 1,8 -1,2 0,0
Area euro -1,1 2,3 -1,0 0,9
BRIC 10,0 6,3 2,7 1,4
Le due grandi sfide per l’industria italiana
Sfruttare le opportunità commerciali offerte
dalla nuova fase della globalizzazionenuova fase della globalizzazione.
Non perdere il passo della rivoluzione rivoluzione
tecnologica di processi e prodottitecnologica di processi e prodotti, favorito
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tecnologica di processi e prodottitecnologica di processi e prodotti, favorito
anche da un nuovo ciclo globale
degli investimenti.
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Il new normal della globalizzazione
1) Le catene globali del valore (GVC) Le catene globali del valore (GVC)
hanno smesso di allungarsi e sono in
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hanno smesso di allungarsi e sono in
fase di stabilizzazione.
6
Si è fermata l’espansione delle GVC(Mondo, dati in % del PIL e rapporto percentuale)
138,0
142,0
25,0
30,0Export lordo/export in VA (scala destra)
Export lordo
Export in VA
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Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati WIOD.
130,0
134,0
15,0
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Gli IDE si riducono, ma il livello resta alto(IDE in uscita in % del PIL)
40
50
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2,5
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4,5
5,0Stock paesi sviluppati (scala destra)
Stock paesi in via di sviluppo (scala destra )
Flussi paesi sviluppati
Flussi paesi in via di sviluppo
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Fonte: elaborazioni CSC su dati UNCTAD.
0
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Il new normal della globalizzazione
2) la CinaCina consolida il ruolo di hub
mondiale degli scambi e guarda
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mondiale degli scambi e guarda
sempre più alla crescitacrescita deldel suosuo
mercatomercato internointerno.
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Scambi mondiali sempre più tripartiti/1(2015, commercio internazionale di semilavorati, dollari correnti)
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Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
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Scambi mondiali sempre più tripartiti/2(2015, commercio internazionale di beni d’investimento, dollari correnti)
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Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
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Scambi mondiali sempre più tripartiti/3(2015, commercio internazionale di beni di consumo, dollari correnti)
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Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
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Cina meno dipendente dall’export…(% export su produzione manifatturiera, prezzi correnti)
25
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2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Cina India Russia Brasile
Fonte: elaborazioni CSC su dati IHS.
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… e dall’import (% import su domanda interna apparente manifatturiera, prezzi correnti)
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2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Cina India Russia Brasile
Fonte: elaborazioni CSC su dati IHS.
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Qual è la posizione dell’Italia nelle GVC?
L’Italia si colloca soprattutto a monte
delle filiere, cioè come fornitrice fornitrice
di semilavoratidi semilavorati, in primis nei confronti
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di semilavoratidi semilavorati, in primis nei confronti
della Germania.
15
Dal 2000 al 2014 la partecipazione
del manifatturiero italiano alle GVC
è aumentata più rapidamente a monteè aumentata più rapidamente a monte
delle filiere (come misurato dal VA italiano
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delle filiere (come misurato dal VA italiano
attivato da produzioni estere) che a valle
(VA estero incorporato nei beni italiani).
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L’Italia sempre più integrata nelle GVC(Manif. escl. petrolif., VA attivato negli scambi con l’estero in % del VA totale)
40,0
50,0
60,0
70,0
Domanda finale
GVC corte
GVC lunghe
Export (forward) Import (backward)
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Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati WIOD.
Domanda finale GVC corte GVC lunghe
0,0
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30,0
2000 2008 2014 2000 2008 2014
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Vantaggi Vantaggi del posizionamento a monte:Minore esposizione a shock di costo.
Maggior controllo del know-how.
SvantaggiSvantaggi del posizionamento a monte:
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SvantaggiSvantaggi del posizionamento a monte:Scarsa brand-awareness degli utilizzatori finali.
Minor capacità di contaminare saperi.
Maggiore vulnerabilità a shock di domanda.
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La sfida tecnologica sfida tecnologica per l’industria occidentale
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Fonte: KPMG per il Comitato Leonardo.
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Il Piano 4.0 del MISE è coerente
con il modello di innovazione modello di innovazione
tecnologica prevalente tecnologica prevalente nell’industria
italiana, incentrato su miglioramenti
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italiana, incentrato su miglioramenti
incrementali di processi e prodotti,
con poco ricorso alla poco ricorso alla R&SR&S formalizzataformalizzata.
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Investimenti in M&A: la costante strategica(Italia, manifattura, innovazioni di prodotto e/o processo, 2010-2012)
Innovatori strutturati
Innovatori mediamente
strutturati
Innovatori poco
strutturati
Non innovatori
Investimento in R&S Strategico Di supporto Di supporto -
Investimento in Macchine & Attrezzature Strategico Strategico Strategico -
Altre attività per l'innovazione Residuali Residuali Residuali -
Informazioni dai fornitori Importanti Importanti Importanti -
Informazioni dai clienti Importanti Importanti Irrilevanti -
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Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
Informazioni dai clienti Importanti Importanti Irrilevanti -
Informazioni da imprese del settore Importanti Importanti Irrilevanti -
Informazioni da università Poco importanti Poco importanti Irrilevanti -
Marchi e brevetti Poco importanti Irrilevanti Irrilevanti -
Complessità design per celare l'innovazione Importante Irrilevante Irrilevante -
Innovazione organizzativa Molto frequente Frequente Frequente Rara
Innovazione di marketing Molto frequente Frequente Frequente Rara
% sul totale delle imprese manifatturiere* 12,7% 14,4% 18,5% 54,3%
* imprese con almeno 10 addetti.
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Le imprese che innovano crescono di più(Var. % 2012-2015, distrib. kernel valori stimati, manifattura italiana)
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Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.22
Le imprese che innovano crescono di più(Var. % 2012-2015, distrib. kernel valori stimati, manifattura italiana)
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Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.23
I limiti della via italiana all’innovazione
1) Scarso investimento 1) Scarso investimento nel capitale capitale
umanoumano, che è altrettanto importante
di quello in capitale fisico.
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Fonte: KPMG per il Comitato Leonardo.
di quello in capitale fisico.
Ciò riguarda sia le competenze competenze
managerialimanageriali sia quelle tecnichetecniche.
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Pochi specialisti per la transizione al 4.0(2015, totale economia)
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0 1 2 3 4 5 6 7
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
% occupati ICT su totale occupati
% l
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I limiti della via italiana all’innovazione
2) PartecillizzazionePartecillizzazione degli investimenti degli investimenti
innovativi tra i tanti soggetti imprenditoriali
che compongono le filiere produttive
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Fonte: KPMG per il Comitato Leonardo.
che compongono le filiere produttive
italiane, con bassi livelli di coordinamento.
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Un maggior coordinamento degli sforzi
imprenditoriali lungo le filiere aiuterebbe
l’industria italiana non solo a superare la superare la
debolezza del suo modello d’innovazione debolezza del suo modello d’innovazione
Unire le forze conviene alle imprese
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debolezza del suo modello d’innovazione debolezza del suo modello d’innovazione
tecnologica ma anche a mitigare i rischi mitigare i rischi
della sua specializzazione a monte della sua specializzazione a monte
nelle GVC.
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Condividere strategie e risorse…
... per raggiungere una scala efficiente raggiungere una scala efficiente dei
processi produttivi;
per diversificare mercati di sbocco e fonti diversificare mercati di sbocco e fonti
di finanziamentodi finanziamento, riducendo l’esposizione
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di finanziamentodi finanziamento, riducendo l’esposizione
agli shock negativi;
per contaminare saperi contaminare saperi e affacciarsi sui mercati
esteri con maggior potere contrattualemaggior potere contrattuale.
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Una possibile soluzione: mettersi in Rete(% di Reti in base all’obiettivo programmatico sul totale 2010 - 2017)
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0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0
Reti per internazionalizzare**
Reti per la ricerca e l'innovazione tecnologica**
Reti per l'efficienza produttiva**
** Definizione basata sulla ricerca per parole chiave nell'oggetto del
contratto di Rete. Le categorie non sono mutualmente esclusive.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Infocamere.
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Effetto Rete positivo e crescente (Punti % di differenza tra imprese in Rete e non in Rete*)
7.46.6
14.4
8.1
11.2
8.0
10.0
12.0
14.0
16.0
Fatturato Addetti
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Fonte: elaborazioni CSC-ISTAT su dati Infocamere e ISTAT.
6.6
5.2
0.0
2.0
4.0
6.0
1 anno 2 anni 3 anni
* Medie calcolate per le imprese entrate in Rete tra il 2011 e il 2014 e osservate fino al 2015.
30