Post on 20-Mar-2017
Il perIodIco dI InformazIone sulla sanItà IntegratIva
HEALTHgennaio/febbraio 2017 - n°17
In evIdenzaborsa ItalIana: health ItalIa spa, socIetà leader nel mercato della sanItà IntegratIva, ha debuttato su aIm ItalIa (mercato alternatIvo del capItale)
rIcerca
alImentazIone
medIcIna e musIca
Airc, in corso uno studio anti cancro mirato all’orologio biologico delle cellule malate
Progetto EAT, l’educazione alimentare sostenibile del Gruppo San Donato
La musico-terapia aiuta a disfarsi della leucemia
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L’allestimento museale è stato progettato per offrire al visitatore un quadro completo ed esaustivo sulla storia delle società di mutuo soccorso. Il percorso si apre con dei pannelli informativi che raccontano, in una sequenza cronologica, il fenomeno del mutualismo e continua con delle grandi teche espositive in cui è racchiusa una notevole varietà di materiale documentario, nonché un ragguardevole insieme di medaglie, spille, distintivi ed alcuni cimeli di notevole rarità, riconducibilli ad oltre duecentro tra enti e società di mutuo soccorso, con sedi in Italia e all’estero.
All’interno del museo è presente uno spazio multifunzionale nel
quale coesistono un archivio storico, una biblioteca e un centro
studi. Inoltre, è stato riservato uno spazio per ospitare ogni forma
d’arte: mostre, concerti di musica e rappresentazioni teatrali.
Previa prenotazione, ogni artista potrà esporre o esibirsi
gratuitamente all’interno dello spazio dedicato.
Il Museo del Mutuo Soccorso, nato dalla volontà di valorizzare la storia delle società di mutuo soccorso, si prefigge di salvaguardare e rendere fruibile al pubblico i beni attualmente in dotazione e di promuovere la conoscenza e la ricerca sul tema della mutualità. Visitando il museo si ha la possibilità di conoscere da vicino le società di mutuo soccorso, le loro tradizioni e l’importanza sociale che hanno ricoperto nelle varie vicende storiche del nostro Paese.
La struttura accoglie i visitatori anche con visite guidate e per le scuole sono pensati percorsi e laboratori didattici tematici. Sono, inoltre, previste aperture straordinarie nelle quali sarà possibile visitare le mostre in corso, assistere agli spettacoli e partecipare ad eventi e attività didattiche
Apertura:Dal lunedì al venerdì previa prenotazione
11.00 - 13.00 | 15.00 - 18.00 Ultimo ingresso 17.30 (ingresso libero)
Info e prenotazioni:+39 337 1590905
info@fondazionebasis.orgwww.museomutuosoccorso.it
Indirizzo:Palasalute
via di Santa Cornelia, 900060 - Formello (RM)
health onlIne
perIodIco bImestrale dI InformazIone sulla sanItà
IntegratIva
anno 4° gennaio/febbraio 2017 - n°17
dIrettore responsabIleIng. roberto anzanello
comItato dI redazIonealessandro brigato
mariachiara manopulonicoletta mele giulia riganelli
fabio vitale
redazIone e produzIonefabio vitale
dIrezIone e proprIetàhealth Italia
via di santa cornelia, 900060 - formello (rm)
info@healthonline.it
tutti i diritti sono riservati.nessuna parte può essere
riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. articoli, notizie e recensioni firmati o siglati
esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di
conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta.
IscrItto presso Il regIstro stampa del trIbunale dI tIvolIn. 2/2016 - diffusione telematican.3/2016 - diffusione cartacea
9 maggio 2016
ImpagInazIone e grafIcagiulia riganelli
tiratura 101.423 copie
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HEALTH
Potremmo dire che ormai il puzzle si è completato: leggi, norme, disposizioni, in alcuni casi ultracentenarie, in altri ventennali ed in altri ancora emanate negli ultimissimi anni, che regolano la sanità integrativa ed i sistemi di welfare aziendale sono state composte in un quadro di insieme che possiamo sicuramente definire più che soddisfacente.
Ricordiamoci sempre che il modello sanitario italiano è stato per decenni un sistema di riferimento mondiale ed è opportuno constatare che l’evoluzione degli ultimi dieci anni, peraltro elaborata nella stessa direzione da governi bi, o meglio dire tri partisan ha creato un quadro d’insieme che potrà anch’esso essere un riferimento mondiale.
Da un lato abbiamo la sanità pubblica, il primo pilastro, che si sta riorganizzando e dove ci si può oggi concentrare, con il supporto di tutti, sul recupero degli sprechi, che pur ancora ci sono, e sull’efficientamento del sistema organizzativo, che sta procedendo in maniera spedita.
Dall’altro lato abbiamo la sanità integrativa e sostitutiva, il secondo pilastro, che può essere gestita esclusivamente da Fondi Sanitari, Società Generali di Mutuo Soccorso e Casse di Assistenza Sanitaria che, proprio per questo gode di interessanti vantaggi fiscali e consente di sollevare la sanità pubblica da oneri che non sarebbe in grado altrimenti di sostenere.
Infine abbiamo la sanità privata, il terzo pilastro, erogata tramite servizi sanitari a pagamento diretto o polizze assicurative che è un ulteriore opportunità per chi può permettersi di spendere senza badare ai costi.
Se il primo pilastro della sanità pubblica ha l’obiettivo di garantire le fasce più deboli della popolazione e il terzo della sanità privata ha lo scopo di offrire a pagamento servizi sanitari per le fasce meno deboli risulta evidente che l’adeguatezza del nuovo sistema sanitario italiano passa per i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso e le Casse di Assistenza Sanitaria.
E qui è necessario sottolineare che, affinché sia adeguato, il secondo pilastro, realizzato con il modello mutualistico quindi senza scopo di lucro, presupponga un approccio che permetta solo agli enti che lo seguono in termini di principio assoluto di offrire ai propri associati una garanzia di equità sociale ed economica.
è stato quindi indispensabile che questi enti si organizzassero secondo principi di efficienza gestionale, con strutture reali ed effettive e costituite da specialisti, con processi operativi informatizzati, con personale professionalizzato, con sistemi all’avanguardia per offrire servizi di sanità integrativa e sostitutiva innovativi, interiorizzando e facendo proprie le logiche di servizio all’associato.
Perché l’associato non è un cliente che ha comprato un prodotto ma è parte stessa integrante del sistema sanitario integrativo, è un individuo che si avvale di servizi sanitari ed assistenziali che gli vengono erogati dall’ente a cui ha aderito.
Molti Fondi Sanitari e molte Società di Mutuo Soccorso si sono attrezzate per questo ed oggi il modello italiano di sanità integrativa in molti casi funziona in modo adeguato, è operativo nella sua completezza e ben regolamentato.
In questo contesto si inseriscono le norme per il welfare aziendale, che ripensate in questi ultimi anni, danno ulteriore forza alla sanità integrativa e sostitutiva di secondo pilastro consentendo alle imprese ed ai dipendenti di canalizzare risorse verso le coperture sanitarie di matrice mutualistica con ulteriori vantaggi fiscali, economici ed organizzativi.
Sicuramente si tratta di un vantaggio di valore assoluto per le aziende in termini di gestione delle risorse umane, fidelizzazione dei dipendenti e defiscalizzazione, di un vantaggio significativo per i dipendenti e le loro famiglie in termini di protezione sanitaria, risparmio fiscale e economia famigliare e di un vantaggio importante per lo stato in termini di welfare sociale, bilancio e organizzazione sanitaria.
A questo punto è solo necessario che tutti i cittadini siano opportunamente informati e adeguatamente resi consapevoli per consentire che il modello si sviluppi compiutamente con grande soddisfazione di tutti gli attori coinvolti in termini di diritto alla salute, diritto che, come ricordiamo sempre, è costituzionalmente stabilito.
Anche in questo ambito qualcosa sta cambiando perché le testate giornalistiche stanno affrontando il tema sempre più spesso ed in modo sempre più preciso, il web consente di veicolare sempre più le esperienze di successo, Health Online continua con impegno a diffondere informazioni, il passa parola si sta rapidamente incrementando con il supporto degli enti di sanità integrativa che opportunamente, in alcuni casi, si sono organizzati con figure professionali adeguatamente formate, correttamente regolamentate e giuridicamente coerenti che promuovono i loro servizi mutualistici.
è quindi indispensabile che ogni cittadino, ogni famiglia, ogni dipendente, ogni manager, ogni imprenditore comprenda appieno il valore sociale, strategico, economico, motivazionale, economico e fiscale dei sistemi di sanità integrativa e sostitutiva e di quelli di welfare aziendale perché il puzzle è chiaro, legiferato, organizzato, usufruibile e completo e quindi è sufficiente, oltre che opportuno, aderire a questi programmi per la salvaguardia della salute di tutti noi.
A cura di Roberto AnzanelloedItorIaleaziende, famiglie individui: sanità integrativa
e welfare sono soluzioni ottimali
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La storia di Andrea, il Dj che SUOnA COn glI occHI sfidando la SLA
non aprite quella porta. Dimmi cHE vIta vIvI e ti dirò cHE Incubo avraI
Malattie rare: arriva “tu E DucHEnnE”, il sito web che aIuta I gEnItorI
rEflEssologIa plantarE: il benessere del nostro corpo passa anche attravErso I pIEDI
borsa Italiana: HEaltH ItalIa debutta sul mErcato aIm
In evIdenza
19malatI nEll’anIma, cresce il numero dei ragazzI cHE sI suIcIDano. Cosa sta succedendo?
29La sanItà che fa DIscutErE
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35Progetto Eat, l’EDucazIonE alImEntarE sostEnIbIlE del Gruppo San Donato
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“ricerca e armonia”. La musIco-tErapIa aiuta a DISFARSI DeLLA LeUCeMIA
lE rIcEttEDElla salutE
AIRC, in corso uno studio anti cancro mirato all’orologIo bIologIco DEllE cEllulE malatE
L’InquInamEnto è una MInACCIA per la salutE DEI capEllI
30Scegliere una buona sanItà con un clIck. Con la start up scEglIErEsalutE è possibile
HEaltH tIpsSapevi che...
l’occhio pigro è il più frequente disturbo visivo che si manifesta nei bambini, e consiste nell’indebolimento della vista di uno dei due occhi. un facile esercizio da far
fare ai piccoli per capire se soffrono di questo disturbo visivo è coprire con la mano prima un occhio e
poi l’altro e verificare se si vede bene da entrambi. se da uno dei due la visione risulta sfocata, è bene
fare un controllo subito!
a peggiorare la buccia d’arancia è di solito una forma di ritenzione idrica che peggiora quando il microrcircolo non è ben stimolato. una valida disciplina anaerobica, come il pilates, aiuta molto, migliorando postura e circolazione. e, in questo modo, l’aspetto generale delle gambe.
oltre ad avere un ruolo essenziale nell’aumentare le difese immunitarie, grazie alla sua capacità di aumentare la proliferazione
dei leucociti o globuli bianchi che hanno il ruolo di difenderci dagli agenti patogeni responsabili dei malanni di stagione, la vitamina c
ha una straordinaria azione antiossidante.
per ridurre i fastidi dovuti alla sindrome dell’occhio secco, è bene evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione e utilizzare occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggio uva o uvb o in caso di ambienti ventosi o polverosi. È inoltre importante seguire una alimentazione ricca di vitamina b3, b6, b12, omega 3/omega 6 e bere almeno un litro e mezzo di acqua fuori dai pasti principali.
l’ananas è un bruciagrassi naturale ed agisce efficacemente, permettendo di liberarsi dalla cellulite. contiene la bromelina, che aiuta a digerire più
facilmente le proteine, accelerando il metabolismo e contrastando le infiammazioni.
Il pepe nero favorisce la digestione e stimola il metabolismo; inoltre, secondo uno studio pubblicato sul Journal of food and chemical toxicology, i componenti alcaloidi della piperina aiutano i processi cognitivi e il buon funzionamento del cervello, con un’azione antidepressiva.
l’acquagym è un allenamento completo, che non pesa sulla colonna vertebrale: infatti, può essere praticata anche da chi è in forte sovrappeso e dalle donne in gravidanza.
Il kiwi protegge l’apparato
cardiovascolare, in particolare le
arterie: il merito è dell’acido proteico,
che combatte il colesterolo
cattivo, aiuta la circolazione e tende
a regolarizzare la pressione del
sangue.
l’ecografia di cute e sottocute è un esame diagnostico non invasivo che utilizza gli ultrasuoni – onde sonore ad alta frequenza innocue per il corpo umano e i suoi tessuti – per “vedere” e studiare le lesioni della pelle e dei tessuti sottostanti. serve a valutare le dimensioni di una tumefazione cutanea o sottocutanea, il suo sviluppo in profondità e i rapporti con strutture
profonde e vasi sanguigni.
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Reflessologia plantare: il benessere del nostro corpo passa anche attraverso i piedi
a cura dinicoletta mele
A chi non piace rilassarsi con un massaggio ai piedi? Al di là
del piacere, la riflessologia plantare è in grado di apportare
benefici al nostro organismo.
è una tecnica antica, naturale e non invasiva, basata sulla
digitopressione.
In Italia se ne trovano cenni nel 1500 grazie allo scultore
benvenuto cellini il quale, affetto da dolori diffusi al corpo,
si è fatto trattare con “robuste” pressioni sulle dita delle
mani e dei piedi.
nel tempo la riflessologia plantare si è affermata non solo
come tecnica, ma anche come metodo e arte.
Qual è il suo obiettivo principale? Secondo gli esperti
è quello di far scattare i meccanismi che portano
all’omeostasi, cioè a uno stato di equilibrio dei processi
che regolano l’organismo. per saperne di più abbiamo
intervistato Ivana Cariddi, Presidente della Federazione
Italiana reflessologia plantare, fIrp, istituzione presente sul
territorio italiano da oltre 30 anni.
quali sono i benefici dal punto di vista psicofisico?
“la reflessologia ha un effetto rilassante, favorisce la
normalizzazione dei vari sistemi dell’organismo e in generale
produce un effetto rigenerante”.
non è solo un metodo e una tecnica ma anche arte,
ovvero?
“Le basi tecniche e metodologiche sono fondamentali,
ma sono anche necessarie intuizione e creatività come in
ogni situazione che ci pone in relazione con un altro essere
umano”.
chi è e quando affidarsi al reflessologo professionista? qual
è il rapporto che si instaura con lo specialista?
“la reflessologia plantare aiuta quando si ha una
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sensazione di malessere generale, è un sostegno in caso
di problemi specifici e relative terapie, è utile per gli effetti
derivanti dallo stress.
Il reflessologo è colui che aiuta il nostro corpo a
recuperare la sua naturale capacità
di autoregolazione, attraverso la
stimolazione dei punti riflessi situati
sul piede (e anche sulla mano), cui
corrispondono i vari organi e apparati.
Il rapporto con il cliente deve basarsi
sulla fiducia che spesso stimola la
confidenza. È quindi necessario mettere
la persona nelle migliori condizioni
possibili perché si senta accolta”.
Qual è il percorso?
“Si parte da un’indagine che somma
le informazioni ricevute dalla persona
a quelle ottenute dal piede attraverso
i primi trattamenti. Questi dati
permettono al reflessologo di mettere
a punto un iter personalizzato che verrà seguito durante
i trattamenti e modificato in base alle necessità che
verranno a manifestarsi nel tempo”.
ci sono patologie che traggono beneficio da questa
tecnica?
“La reflessologia plantare non si sostituisce mai alla pratica medica. agendo a beneficio dell’equilibrio psicofisico
della persona può essere un valido sostegno in molti casi.
In ogni caso, il bravo reflessologo non interferisce mai con
la terapia stabilita dal medico”.
Un buon massaggio ai piedi aiuta a contrastare lo
stress. Infatti, secondo l’università di Harvard, migliora
la circolazione complessiva nell’organismo, stimola la
muscolatura e ne riduce l’irrigidimento. L’Università ha
anche realizzato un vademecum per chi desidera praticare
un auto-massaggio. I passaggi sono semplici:
Signora Cariddi, cosa ne pensa? è possibile trarre dei
benefici anche senza l’aiuto di un reflessologo?
“Massaggiarsi i piedi è sicuramente una buona abitudine,
come fare attenzione a usare scarpe
comode. Questo però non può certo
sostituire il lavoro del reflessologo che
utilizza una tecnica sviluppata in anni di
studio ed è in grado di mettere a punto
un percorso sulle esigenze specifiche
della persona che ha di fronte”.
Il riflessologo è un professionista che
segue corsi di formazione come quelli
organizzati dalla Federazione Italiana
reflessologia plantare. quali sono i vostri
principali obiettivi?
“le finalità della fIrp sono promuovere
la conoscenza e la diffusione della
reflessologia plantare, sostenere e
sviluppare le competenze e gli interessi
dei professionisti della reflessologia. tutto questo lo facciamo
attraverso varie attività che vanno dalla formazione a vari
livelli e in linea con le norme stabilite dagli organi istituzionali,
all’organizzazione di eventi culturali per i soci, ad attività di
promozione verso il pubblico e altro ancora.
Ovviamente alla base del nostro agire c’è il rispetto di un
codice deontologico che diventa una guida per tutti i
nostri associati”.
Quali sono i suoi consigli?
“Le classiche regole del buon vivere sono ormai note:
attività fisica, alimentazione corretta, controllo della
respirazione, etc. Quello a cui forse si dà meno attenzione è
dedicare del tempo al recupero energetico e alla gestione
dello stress nella vita quotidiana. In questo, i trattamenti
di reflessologia plantare, ricevuti con cadenza regolare,
sono un aiuto efficace. È importante però affidarsi a mani
esperte nel settore, che sapranno indicare i tempi e i modi
per trarne i migliori benefici”.
I piedi sono una parte del nostro corpo molto importante
che va “coccolata” per ridurre lo stress, acerrimo nemico
della società 2.0.
Seguire un percorso con un professionista è sicuramente
un aiuto efficace per ottenere dei benefici psicofisici, ma
non dimentichiamo di massaggiare i nostri piedi prima di
cadere tra le braccia di Morfeo.
Sedersi comodi, piegare la gamba sinistra e appoggiarla sulla coscia destra dopodiché procedere con un leggero massaggio su tutta la lunghezza del piede, compresi
dita e talloni, aiutandosi con una crema. Dopo la prima fase rilassante
è possibile continuare con un massaggio più energetico. ripetere
anche con l’altro piede. Il consiglio è quello di praticarlo prima di andare
a dormire.
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a cura dimariachiara manopulo
Quando una malattia rara, ancora senza una cura
definitiva, come la distrofia muscolare di Duchenne,
colpisce un figlio, la paura è di solito la prima reazione
nei genitori. Si fanno tante, tantissime domande, a cui da
soli non riescono a rispondere. L’esperienza di chi ha già
vissuto questi momenti può sicuramente aiutarli. Anche per
questo, sono nati online siti appositi, specializzati, dove si
possono reperire informazioni e ci si può scambiare consigli
e opinioni.
tra questi, c’è anche il portale “tu e duchenne” (www.
duchenneandyou.it), realizzato dall’azienda Ptc
Therapeutics, impegnata nella ricerca di nuove terapie per
questa rara malattia. Il portale è disponibile in varie lingue,
anche in italiano, e si propone come strumento di aiuto
e di supporto per i genitori e per chi è costantemente a
fianco dei malati.
che cos’è la distrofia muscolare di Duchenne? come
evolverà? Cosa possono fare i genitori, la scuola, gli
amici? Come si devono comportare? Il sito cerca di
dare una risposta a tutte queste domande, utilizzando
un linguaggio semplice, ma preciso dal punto di vista
scientifico, e soprattutto basandosi sull’esperienza di chi
ha già affrontato questa malattia, come medico o come
familiare.
la distrofia muscolare di Duchenne è una malattia muscolare progressiva, causata dalla mancanza – per mutazione genetica - di distrofina, che colpisce soprattutto
i bambini maschi (possono esserne affette anche le bimbe,
che però di solito non subiscono gli effetti completi della
malattia). la distrofina è una proteina fondamentale per
la stabilità strutturale dei muscoli, del diaframma e del
cuore, garantendone la salute e il corretto funzionamento.
L’indebolimento dei muscoli peggiora nel tempo e
comporta difficoltà nelle funzioni fisiche: si fa fatica a stare
in piedi, a camminare e, nelle fasi successive, a respirare.
Con il deteriorarsi di queste funzioni, il malato ha sempre
più difficoltà a eseguire le attività di tutti i giorni, e piano
Malattie rare: arriva “tu e duchenne”, il sito web
che aiuta i genitori
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fonte: jamanetwork.com
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piano può arrivare a perdere la sua indipendenza.
I bambini affetti da duchenne appaiono in salute al momento della nascita, ma raggiungono molto più tardi rispetto agli altri bambini i traguardi importanti dello sviluppo, come sedersi, camminare e parlare.
Solitamente, tra i 2 e i 5 anni, i piccoli affetti da Duchenne
iniziano a mostrare i segni e i sintomi più evidenti della
malattia. negli anni successivi possono poi insorgere
complicazioni polmonari o cardiache, anche letali.
tra i sintomi della Duchenne ci possono essere:
• cadute frequenti
• Ingrossamento del polpaccio
• problemi di apprendimento e comportamentali, tra cui
scarsa attenzione e problemi di memoria
• ritardo nello sviluppo della parola
• ritardo nello sviluppo motorio
• Insolita andatura dondolante
• Difficoltà a stare al passo con gli
altri bambini durante il gioco e le
attività fisiche
• riflessi indeboliti
• Difficoltà di respirazione.
La malattia ha sostanzialmente
quattro fasi. nella fase iniziale
compaiono i primi sintomi, ed è
importante iniziare ad eseguire i
primi controlli regolari. nella seconda
fase camminare diventa sempre
più difficile, e i segni della malattia sempre più evidenti. È
importante già da ora il monitoraggio dei muscoli cardiaci
e respiratori. Con la terza fase, la maggior parte dei
malati non riesce più a camminare e ha bisogno di una
sedia a rotelle motorizzata. Con la quarta e ultima fase,
si aggiungono problemi importanti agli arti superiori e alla
postura. Potrebbero inoltre essere necessari farmaci per il
cuore e un supporto respiratorio.
la diagnosi precoce è importantissima: prima vengono
avviate le strategie di trattamento e gestione, maggiore è
la possibilità di preservare la forza e la funzione muscolare
per un periodo di tempo più lungo. Inoltre, fare il prima
possibile i test genetici può servire a capire la mutazione
specifica che ha causato la malattia, offrendo la possibilità
di gestirla con un approccio più mirato.
Ogni anno, nel mondo, la Duchenne colpisce circa 1
bambino su 3.600-6.000. Un tempo, chi veniva colpito
difficilmente superava i vent’anni. ma oggi, grazie ai
progressi della ricerca, l’aspettativa di vita è notevolmente
più alta e si sta facendo il possibile per trovare soluzioni
terapeutiche sempre più avanzate.
Attualmente, le strategie di gestione della malattia si
concentrano sul mantenimento della funzione muscolare
il più a lungo possibile e sulla gestione dei sintomi. I
farmaci utilizzati sono prevalentemente i corticosteroidi.
non affrontano le cause, ma aiutano nella gestione dei
sintomi, preservando la forza muscolare e il movimento
e riducendo la possibilità di avere complicanze come la
scoliosi o problemi di respirazione. Importanti sono anche
gli integratori, per mantenere le ossa forti, la fisioterapia, i
tutori, l’esercizio fisico regolare.
I bambini affetti da duchenne devono restare quanto più possibile indipendenti. È importante che abbiano degli hobby e seguano le loro passioni. Il tutto – come
ha sottolineato l’Osservatorio Malattie Rare - senza mai
dimenticare che anche l’equilibrio psicofisico dei genitori è
essenziale per far fronte al particolare impegno che questa
malattia richiede loro.
nel portale si possono leggere tantissimi consigli: fare
un elenco di amici, parenti e altre persone vicine alle
quali chiedere aiuto, perché molti vorrebbero dare una
mano ma potrebbero non sapere come. non bisogna
farsi assorbire completamente dal
ruolo di caregiver: non trascurare
la salute, mangiare in maniera
corretta e fare regolare attività
fisica è fondamentale. gli affetti da duchenne devono fare una vita il più possibile normale: avere amici, studiare. Insomma, non devono chiudersi tra le mura domestiche.
“Molto probabilmente - si legge nel
portale- le persone intorno a te non
conoscono la Duchenne. Spesso
le persone non sanno come reagire e possono aver paura
di ciò che non conoscono. Parlando a parenti, amici e
insegnanti della Duchenne e del suo sviluppo, le persone
che circondano te e tuo figlio possono sentirsi più a loro agio.
Quando parli della Duchenne ai bambini, per esempio ai
fratelli o agli amici di tuo figlio, fallo in modo che possano
comprendere ed essere pronti al modo in cui possono
esserne influenzati. Illustra il modo in cui la Duchenne avanza
e come verrà trattata. Lascia che esprimano le loro emozioni.
Incoraggia i bambini a trattare tuo figlio nel modo più normale
possibile. ricorda loro che tuo figlio è costituito da molto più
che la semplice diagnosi della Duchenne. tuo figlio ha sogni
e passioni, proprio come loro”.
Gli insegnanti devono essere coinvolti. A seconda dell’età,
il piccolo paziente avrà esigenze particolari anche a
scuola. è importante che sia spiegato ai maestri quali
sono i sintomi della malattia, trovare insieme soluzioni per
farlo partecipare alle gite, all’ora di educazione fisica, e,
soprattutto, farlo sentire il più possibile a suo agio.
nel portale “tu e Duchenne” è spiegato anche come
trovare un medico che tratti la malattia: l’elenco dei centri
specializzati si può trovare sul sito dell’Associazione italiana
di miologia (www.miologia.org).
Per maggiore supporto, i familiari dei malati possono anche
contattare due associazioni: Parent project onlus (www.
parentproject.it) e UILDM (www.uildm.org).
La Selvotta Suite è un’elegante Guest House nel cuore del Parco di Vejo, a pochi chilometri dallo storico comune di Formello ed a soli 17 Km a nord della città di Roma.
La bellezza del bosco di querce e la vicinanza al Parco della Selvotta rendono questa location unica nel suo genere, offrendo un’oasi di pace per varie specie di animali la cui compagnia sorprenderà piacevolmente i propri ospiti.
La camere, curate nei dettagli in forme e colori, dispongono tutte di servizi privati con doccia, asciugacapelli, TV, riscaldamento autonomo, aria condizionata, frigobar, cassaforte e Wi-Fi free. Su richiesta inoltre, è possibile usufruire del servizio lavanderia.
www.laselvottasuite.it | info@laselvottasuite.itVia della Selvotta, 23 | 00060 | Formello (RM)
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non aprite quella porta. Dimmi che vita vivi e ti dirò che incubo avrai
a cura dialessandro notarnicola
Un adulto su due soffre di incubi notturni, di fastidi che
nel corso della notte generano disagi di qualsiasi genere
i quali provocano a loro volta insonnia prima e un
malumore crescente nel corso della giornata. Per decenni
antropologi ed esperti di psicologia hanno cercato di
determinare la genealogia dell’incubo che, stando alla
sua radice etimologica risalente al latino tardo del XIV
secolo, significherebbe “spirito maligno che sta sopra”
(incubus deriva dal verbo incubare). Almeno una volta
nella vita questo spirito non solo è venuto a farci visita ma
ha anche condizionato – certamente in peggio – il nostro
stato d’animo.
Persino il cinema si è interessato a questo particolare
fenomeno della mente umana: ricordiamo film come
“Incubo finale”, film horror del 1998 con protagonista
Julie, una ragazza perseguitata da incubi e allucinazioni,
“nightmare - Incubi”, pellicola horror e di fantascienza del
1983 in cui un ragazzo finisce con l’essere catturato dal
suo videogioco preferito, “nightmare - Dal profondo della
notte”, pellicola horror del 1984 di Wes craven di grande
suggestione psicologica, e ancora “monster & co.”,
divertente pellicola d’animazione prodotta dalla Pixar con
protagonisti i mostri degli incubi dei bambini.
È proprio dall’infanzia che l’inquietudine notturna prende
avvio, quella fase della vita in cui tutto sembra essere
intrappolato nel buio, come fosse uno spazio così ampio
da contenere ogni paura e ogni singola angoscia. nel
prodotto d’animazione arrivato nei cinema nel 2001, al
centro di tutto ci sono le porte che rappresentano una
sorta di frontiera tra il bene e il male, e cioè tra l’abitazione
che come un nido rassicura e protegge e il mondo dei
mostri che notte tempo spaventano rubando la serenità
del sonno ai “cuccioli di uomo”. Dalla fantasia alla realtà,
pertanto, è davvero un attimo, tanto che diverse scoperte
hanno appurato che le paure sedimentano nelle mente
dell’uomo nella prima fase della crescita, tra i 3 e i 10 anni,
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cioè negli anni in cui il bambino si abitua a vedere il mondo
esterno con i propri occhi.
Crescendo, inoltre, l’origine dei sedicenti sogni inquietanti
non è più sita in paure infantili generate da una fervida
immaginazione ma ha a che vedere con momenti
particolari che scandiscono la giornata, con patologie, o
con il modo con cui si affronta quotidianamente la propria
vita. nella fase adulta, quindi, gli incubi si verificano con
maggiore frequenza durante la fase Rem (Rapid eyes
movements) del sonno, tipica soprattutto delle prime ore
del mattino anche se non è escluso che si ripetano più
volte durante la notte, facendo
ritornare lo stesso tema.
Secondo l’American Sleep
association, lo studio “the
reinterpretation of dreams” del
neuroscienziato finlandese antti
revonsuo e il libro “trauma
and dreams” di Deirdre barrett,
una delle cause degli incubi
potrebbe essere una cena
troppo abbondante: pietanze
condite oltremodo, o un
pasto completo di più portate
possono attivare il metabolismo,
aumentare la temperatura corporea e stimolare l’attività
cerebrale, causando sogni irrequieti.
Per riposare meglio, d’altra parte, gli esperti consigliano di
diminuire le dosi di caffeina già a partire dal pomeriggio e
di andare a dormire dopo almeno un paio d’ore dalla fine
dell’ultimo pasto magari dopo aver mangiato una banana
o un bicchiere di latte che attenuano l’appetito.
altre cause invece sono riconducibili alla scarsa presenza
di sonno dovuta spesso all’assenza di un ciclo sonno-
veglia abitudinario. Se infatti una notte si dorme poco,
in quella successiva con ogni probabilità potrà esserci il
rischio di sognare troppo ed intensamente essendo le fasi
rem prolungate. anche la visione di film horror potrebbe
ostacolare il sonno tranquillo, o ancora il troppo stress
dovuto a una giornata – o a una serie di giornate – frenetica.
“L’attività onirica trae spunto dalle preoccupazioni
quotidiane”, argomenta a tal riguardo antti revonsuo,
professore di Scienze cognitive all’Università di Skoevde,
in Svezia, aggiungendo che gli incubi avrebbero, infatti,
la funzione di riprodurre gli scenari difficili che potrebbero
capitare nella vita per allenare l’uomo a reagire di fronte
alle criticità, trovando più velocemente una soluzione.
Infine, un altro elemento che potrebbe contribuire alla
mancanza di un sonno sereno sarebbe rappresentato
da eventuali malattie o da patologie come epilessia,
broncopneumopatia cronica ostruttiva, apnee notturne,
sindrome delle gambe senza
riposo, ma anche di alcuni
disturbi psichiatrici, come ansia,
depressione, disturbo post-
traumatico da stress, attacchi
di panico.
l’errore più diffuso e da molti
ritenuto come una vera e
propria soluzione salva-sonno è
la somministrazione di farmaci.
Molti uomini e donne, infatti,
ritengono che assumendo
medicinali ansie e malumori
scompaiano garantendo un
sonno sereno. In realtà, alcuni farmaci sono noti proprio
per contribuire all’insorgenza degli incubi. I medicinali che
agiscono sulle sostanze chimiche presenti nel cervello,
come gli antidepressivi e i narcotici, sono spesso associati
agli incubi. Anche i farmaci non psicotropi, tra questi vi
sono alcuni atti a trattare la pressione sanguigna, possono
causare incubi nell’adulto. La cessazione dell’assunzione
di farmaci e sostanze, tra cui alcol e tranquillanti, può
provocare la comparsa di incubi. nel caso in cui si noti
una variazione nella ricorrenza degli incubi, a seguito di
un eventuale cambiamento alla terapia farmacologica, è
preferibile consultare uno specialista perché è vero che “il
sogno della ragione genera mostri” ma è anche vero che
senza dormire al mattino si diventa poco razionali e molto
emotivi.
CARDEACASSA MUTUA
La forza di un sistema mutualistico è determinata dalla consapevolezza che la contribuzione di ogni singolo Socio produrrà un vantaggio comune a tutti, senza arricchire soggetti terzi che si limitano a calcolare il rischio e, di fatto, a scommettere sulla nostra salute, peraltro a fine di lucro.
Una mUtUa che tUtela, Una mUtUa che previene,Una mUtUa che Unisce!
www.cassamutuacardea.org info@cassamutuacardea.org
19
a cura dinicoletta mele
I ragazzi si uccidono. Gli ultimi dati sono allarmanti: su 4mila
suicidi all’anno, il 12% vede protagonisti giovani sotto i 20
anni.
I recenti fatti di cronaca fanno riflettere: la lettera di
Michele, il dramma del giovane di Lavagna e del 22enne
di rovigo che ha scelto di morire il giorno prima della (finta)
laurea, sono solo alcune delle tragiche storie che abbiamo
sentito nelle ultime settimane. nel nostro Paese il suicidio è
la seconda causa di morte tra i ragazzi sotto i 20 anni. Cosa
sta succedendo?
Lo abbiamo chiesto al Prof. Armando Piccinni, Presidente
della fondazione brf onlus, Istituto per la ricerca scientifica
in Psichiatria e neuroscienze.
La seconda causa di morte per gli adolescenti, dopo gli
incidenti stradali, è il suicidio. cosa significa?
“è problematico individuare un elemento che possa dare
una risposta univoca a questa domanda. Il fenomeno è
complesso ed è sicuramente determinato da una serie
di fattori che si intrecciano inestricabilmente tra loro per
dare un risultato di tale gravità. Le differenze tra i ritmi della
malati nell’anima, cresce il numero dei ragazzi che si suicidano.
Cosa sta succedendo?
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20
società attuale confrontati
con quelli di solo 100 anni
fa sono enormemente
più veloci, le richieste e le
sollecitazioni che i giovani
oggi ricevono possono
essere un elemento
positivo per la crescita e
lo sviluppo del cervello,
ma anche una pericolosa
fonte di stress, che in alcune
situazioni ambientali
p a r t i c o l a r m e n t e
sfavorevoli o in alcuni
soggetti specificatamente
predisposti può diventare
talmente intollerabile
da arrivare ad un gesto
così estremo. L’interazione tra il soggetto e l’ambiente
circostante nelle fasi di vita precedenti è anche molto
importante in quanto modifica la costituzione mentale del
soggetto e lo predispone ai comportamenti successivi”.
Come può arrivare un giovane di soli 16 anni, nel pieno
della sua giovinezza, a togliersi la vita?
“L’adolescenza è un momento in cui le emozioni hanno
una forza possente e straordinaria, che trasforma gli eventi
della vita in situazioni assolute, definitive come se fossero
irrimediabili, insanabili, con conseguenze che dureranno
tutto il resto della vita.
non esiste a questa età, almeno nella maggioranza degli
adolescenti, la capacità di relativizzare gli eventi. Il motivo
per cui ciò avviene è da ricondurre a diverse cause, una
tra queste è la mancanza
di un archivio di esperienze
passate sufficientemente
ampio da poter utilizzare
come termine di confronto
per la situazione presente.
L’evento non riceve in
questo modo nessuna
guida di comportamento.
In questo ambito trova
facilmente spazio
lo smarrimento, la
disperazione e l’impulsività
dei gesti, che possono
andare dalla perdita del controllo fino al gesto estremo di
togliersi la vita”.
La depressione è un male che sta colpendo le nuove
generazioni. Cosa sta succedendo?
“Gli adolescenti ed i
giovani, specie nel mondo
occidentale, si trovano
per la prima volta in una
condizione di solitudine.
I genitori spesso sono al
lavoro tutto il giorno. non
esistono più nelle nostre
case gli spazi per ospitare
i nonni o gli anziani
del nucleo familiare.
Complessivamente ci
sono meno guide, meno
esempi da seguire o a cui
opporsi, in generale meno
possibilità di confrontarsi
per imparare e per
comprendere in quale
direzione dirigere il proprio comportamento e la propria
vita.
Ampliare il discorso alla società odierna ed alle sue
problematiche, con la perdita dei valori morali, religiosi,
tradizionali completa ma complica molto il quadro”.
La società moderna è digitalizzata. Che ruolo giocano i
social media?
“I social media giocano oggi un ruolo fondamentale
nella vita della nostra società ed in particolare degli
adolescenti e dei giovani. Oltre ad essere un punto di
incontro nuovo, un luogo di confronto ed apprendimento
che sostituisce quelli persi nell’ambito della famiglia e dei
vecchi nuclei di aggregazione, i social network possono
diventare uno spazio di confronto duro. Il luogo virtuale
a volte si dimostra spietato
e, per quanto possa essere
metabolizzato da parte di
un adulto, può purtroppo
diventare la fonte di una
irrimediabile tragedia per
un adolescente”.
Come si possono evitare
drammi come quelli
accaduti di recente?
“Dobbiamo imparare ad
ascoltare i ragazzi, cercare
di percepire i campanelli
d’allarme che lanciano e non sottovalutarne il disagio.
Paradossalmente proprio in questo momento di crisi della
scuola, della famiglia, della società, sarebbe necessaria
la massima attenzione da parte degli educatori, dei
genitori, delle strutture sociali per aiutare quei giovani che
Direzione operativa eD
organizzazione Back office
consulenza mirata per costituzione
o restyling societario
assistenza soci DeDicata aD hoc
con numero verDe e personale DeDicato
health service proviDer con 1560
strutture sanitarie sul territorio
marketing e strategie Di
comunicazione ai soci
organizzazione Di convegni
nazionali Di settore
formazione personale interno
eD incaricati al contatto
con i soci
social meDia strategist per una
comunicazione al passo con i tempi
consulenza per compliance e policy interna
consulenza giuriDica e fiscale
operation per la gestione Dei
regolamentiapplicativi
assistenza, realizzazione piattaforme,
siti weB eD aree intranet
Dati, stuDi e ricerche sul monDo
Della sanità integrativa
ansi, associazione nazionale sanità integrativa, nasce dalla volontà di alcuni primari fondi sanitari di creare non solo un’associazione di categoria “indipendente”, ma anche un interlocutore qualificato che si renda portavoce attivo tra istituzioni, sistema sanitario nazionale e fondi sanitari integrativi.
ansi vuole diventare il soggetto capace di tutelare, aggregare e sostenere le diverse forme mutualistiche operanti in italia, che garantiscono la salute di circa ¼ della popolazione italiana.
“Auspichiamo il benessere e la salute per tutti i cittadini, come diritto fondamentale dell’uomo
e patrimonio sociale della collettività”
www.sanitaintegrativa.org segreteria@sanitaintegrativa.com
sia perché hanno una struttura personale più vulnerabile,
sia perché vivono condizioni ambientali particolarmente
difficili hanno più bisogno di essere compresi e sostenuti.
Il sostegno e la vicinanza ai giovani manca, o in tante
situazioni è insufficiente nei differenti piani di intervento”.
Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare?
“I segnali da cogliere possono essere di natura differente
e vanno dai sintomi fisici - come stanchezza, fiacchezza
muscolare, facile esauribilità agli sforzi, mal di testa,
disturbi digestivi e gastro-intestinali, rallentamento
motorio, ridotta mimica facciale, dolori muscolari –
a sintomi comportamentali - come tristezza, pianto
frequente anche per futili motivi, irritabilità, intolleranza
a situazioni normalmente tollerate, riduzione del
rendimento scolastico, tendenza ad isolarsi, riduzione
o aumento dell’appetito con conseguente riduzione
o incremento del peso, minore produzione verbale,
comportamenti insoliti o bizzarri; sbalzi di umore tra la
tristezza e l’euforia o l’irritabilità, disturbi del sonno come
risveglio mattinale precoce o presenza di numerosi
risvegli durante la notte o tendenza ad addormentarsi
molto tardi con l’incapacità a risvegliarsi al mattino,
aumento complessivo del numero delle ore di sonno.
Spesso si ritrovano sintomi ideativi come tristezza,
apatia abulia, appiattimento affettivo, aumento della
tendenza a rimuginare con il pensiero, riduzione della
memoria, riduzione delle capacità di attenzione o
concentrazione, pensieri rivolti prevalentemente al
passato, senso di inesorabiltà della condizione attuale,
idea di inguaribilità”.
lei è il presidente dell’Istituto per la ricerca scientifica in
psichiatria e neuroscienze, fondazione brf onlus, quali
sono le vostre finalità?
“La Fondazione mira a promuovere le conoscenze
nell’ambito delle neuroscienze. Portiamo avanti studi,
realizziamo convegni e conferenze, ci impegniamo per
tendere una mano alle numerose persone che soffrono
ogni giorno nel nostro Paese a causa di un disagio
mentale.
Il programma della fondazione si realizza attraverso: la
promozione la divulgazione e la diffusione della cultura,
delle innovazioni e delle conquiste che riguardano
il cervello; l’approfondimento della conoscenza
delle malattie mentali mediante la progettazione
e l’esecuzione di protocolli di ricerca; l’incontro
di studiosi provenienti da differenti discipline delle
neuroscienze con l’obiettivo di favorire l’integrazione
delle conoscenze e la collaborazione multidisciplinare
in ambiti di ricerca comuni e l’istituzione di centri di
eccellenza per il trattamento di disturbi psichiatrici rari
o complessi che trovano risposte deboli nell’ambito
dell’attuale organizzazione sanitaria”.
Coopsalute è una cooperativa che nasce dalla volontà di costituire un unico punto di incontro tra la domanda e l’offerta di prestazioni e servizi socio- sanitari-assistenziali.
Peculiarità di Coopsalute è infatti quella di stipulare accordi e convenzioni con società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di Assicurazione da un lato e Cooperative, Società di Servizi e liberi professionisti dall’altro.Essere Cooperativa significa agire insieme per il benessere dell’ individuo e il miglioramento della qualità della vita, in un’ottica solidaristica e mutualistica.
Il primo network italiano dedicato all'assistenza domiciliare e a tutti quei servizi pensati e costruiti intorno alle esigenze dell'utente.
Coopsalute S.C.p.A. info@coopsalute.org www.coopsalute.org
Nello scenario socio-economico attuale, riveste un ruolo sempre più di rilievo l’assistenza domiciliare, rivolta ad anziani, disabili, malati e a chiunque si trovi a vivere particolari condizioni di fragilità. Per agevolare il paziente e la sua famiglia in termini di confort e privacy, è importante che tale prestazione sia svolta nel rispetto e nel mantenimento delle massime condizioni qualitative e con assoluta professionalità. Coopsalute assicura tali peculiarità, mediante un’accurata selezione su tutto il territorio nazionale degli erogatori di tali prestazioni, per poter poi formulare pacchetti di prestazioni e servizi ad hoc, da offrire ai suoi convenzionati.
Monitorando costantemente il mercato e i suoi mutamenti e i cambiamenti dei bisogni della collettività, Coopsalute, plasmandosi attorno ad essi, riesce a fornire prestazioni sempre innovative e attuali garantendo anche il costante supporto della sua Centrale Salute H24.
Coopsalute, convenzionata tra l’altro con oltre 20 Fondi Sanitari, casse di Assistenza e Società di Mutuo Soccorso, fruitori dei suoi servizi, intende proseguire la sua crescita, divenendo il principale punto di riferimento per tutti gli attori dello scenario socio-sanitario-assistenziale, il “regista” attraverso il quale le parti si incontrano, nel soddisfacimento di bisogni condivisi.
800 598 635
Centrale Cooperativa(riservato agli Assistiti)
06 90198069
info e ufficio convenzioni
aderente Aaderente Baderente Caderente D
aderente Aaderente Baderente Caderente D
aderente Aaderente Baderente Caderente D
aderente Aaderente Baderente Caderente D
L'assistito si affida a CoopsaLute per la propria esigenza sanitaria.
CoopsaLute si occupa di reperire, all'interno del suo network, le prestazioni richieste.
L'assistito usufruisce del servizio adatto alle proprie necessità.
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a cura dialessandro brigato
Andrea ha 29 anni, da 4 è malato di SLA da 4. La malattia
gli ha tolto la possibilità di muoversi, ma non la sua grande
e innata passione per la musica. “Ho perso il movimento,
ma con gli occhi riesco a fare (quasi) tutto”, dice sempre.
ed è davvero così: grazie ad un nuovo puntatore oculare
riesce persino a mixare i brani con gli occhi ed ha potuto
così riprendere l’attività di deejay. Il puntatore “è la mia
finestra sul mondo, la mia finestra sulla musica”, ha detto.
Ha creato una pagina facebook, “con gli occhi”, per
cercare persone che, come lui, utilizzano soltanto gli occhi
e che abbiano voglia di creare un progetto musicale.
“my window on the music” è
il suo primo singolo: da poche
settimane è scaricabile su
Itunes, e tutto il ricavato sarà
devoluto alla ricerca sulla
SLA: “spendendo la cifra che
quotidianamente pagate per
un caffè potete fare qualcosa
di grande, di grandissimo.
troviamo insieme la cura per la
Sla e, nel frattempo, ascoltiamo
bella musica!”. Ha tanti sogni,
Andrea, come quello creare
una associazione per aiutare
tutti i malati più sfortunati. ma
anche, perché no, partecipare
ai più grandi festival del mondo.
Per conoscerlo meglio, e
cercare di capire quanto
davvero la sua passione per la musica e l’aiuto della
tecnologia gli siano stati d’aiuto nella lotta contro la
malattia, lo abbiamo intervistato.
Andrea, prima di chiederti chi sei oggi, ci racconteresti di
chi era Andrea 5 anni fa?
“ero un ragazzo come tanti altri. Studiare non mi è mai
piaciuto, dunque, dopo aver acquisito la licenza media
inferiore, ho iniziato a lavorare nell’impresa edile di mio
zio, impegnandomi al massimo affinché un giorno potessi
aprire la mia di azienda. Lavoravo molte ore al giorno,
ma riuscivo comunque a dedicare del tempo alla mia
ragazza, che ho conosciuto quando avevo 18 anni e lei
16, ai miei moltissimi amici e all’allenamento in piscina. Le
mie passioni principali erano i viaggi (me ne concedevo
qualcuno all’anno), i motori ed ovviamente la musica”.
Poi un giorno è successo qualcosa di diverso, ci puoi
raccontare come hai vissuto i primi sintomi?
“Ho vissuto la cosa in maniera molto ingenua e
inconsapevole: ho praticamente ignorato i continui,
dolorosi crampi e le fascicolazioni che facevano vibrare
tutti i muscoli del mio corpo fin dall’età adolescenziale.
nell’aprile del 2012 inciampavo continuamente ed è così
che mi sono accorto che il mio piede sinistro ‘penzolava’
inerte dalla gamba, privo di vita. Soprattutto questo fatto,
unito alla continua, eccessiva stanchezza e generale
debolezza, mi convinsero ad andare a fare dei controlli
da uno specialista. In una prima
fase affrontavo la cosa dunque
molto serenamente e senza
preoccuparmi troppo, ignaro
di quello che sarebbe venuto in
seguito”.
Una volta avuta la diagnosi,
quali sono state le persone ed
eventualmente i medici e le
associazioni che ti sono state
vicine e in che modo?
“la persona che mi è stata più
vicino è stata Chiara, la mia
ragazza, che già dall’inizio aveva
intuito quanto la cosa fosse
grave. Mi ha sostenuto in tutto e
per tutto e mi ha accompagnato
nei vari ‘pellegrinaggi’ in giro per il mondo, in cerca di una
soluzione che purtroppo al momento non esiste. Per quanto
riguarda medici ed associazioni devo dire sinceramente
che, soprattutto all’inizio, mi hanno fatto sentire solo ed
abbandonato. Per carità, ho sempre avuto a che fare con
grandi professori che sanno quello che fanno e sono grandi
esperti, ma a cui purtroppo manca una certa umanità,
quell’empatia nei confronti del paziente. Per quanto
riguarda le associazioni invece la colpa è stata mia, nel
senso che sono stato io ad isolarmi, a chiudermi in me
stesso, a nascondermi e a non cercare l’aiuto di nessuno.
Infatti, quando sono venuti a sapere di me e del momento
criticissimo che stavo affrontando, mi sono stati molto vicini
e mi hanno aiutato, in particolare Aisla Sardegna, SLA:
un’isola nell’isola, e il Comitato 16 novembre Onlus nella
persona del grandissimo salvatore usala”.
nella malattia sei riuscito a trovare la forza di continuare
a fare, ad accettare la vita come se tutto questo fosse un
La storia di Andrea, il Dj che suona con gli occhi
sfidando la sla
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nuovo capitolo. Vuoi raccontarci di chi è Andrea oggi,
quali sono i suoi hobby, i suoi interessi?
“è vero, è un qualcosa a cui sono arrivato gradualmente
dopo un periodo di grande tristezza, depressione
e abbattimento. non so come spiegarlo ma dopo
l’intervento di tracheo è come se fossi rinato a nuova vita,
con una gran voglia di dare e di fare. Andrea oggi è un
ragazzo di 29 anni che non ha più
dalla sua la forza del corpo ma ha,
come mai l’ha avuta prima, quella
della sua mente. Sarà che ho tutto
il tempo del mondo a disposizione
ma mi interesso di tantissime cose,
studio e leggo tanto. Ciò che mi
appassiona maggiormente è però
la musica: grazie al mio puntatore
oculare ho potuto riprendere
l’attività di dj. con l’installazione
del software virtual dj mi è infatti
possibile mixare i vari brani con gli occhi!!!”.
nonostante la malattia, dai sempre un’immagine sorridente
di te, senza trascurare il tuo aspetto: occhiali nuovi, orologi
e tatuaggi. ti piace avere sempre cura dei dettagli e del
tuo aspetto?
“Si, mi piace sempre apparire bene nelle foto, e i tatuaggi
mi sono sempre piaciuti moltissimo solo che il lavoro me
lo impediva, mentre ora non ho di questi problemi, infatti
sono in arrivo ben tre tatuaggi! e gli orologi idem, a casa
possiedo una collezione”.
La musica svolge un ruolo molto importante nella tua
vita, ci racconti il tuo ultimo progetto “my Window on the
music”, come è nato e se ti sei ispirato a qualcuno?
“my Window on the music è per me la realizzazione di un
sogno. si tratta del mio primo brano, già scaricabile su itunes,
il cui ricavato andrà
interamente a favore
della ricerca contro la
SLA, nello specifico ad
aIsla, associazione
Italiana sclerosi
Laterale Amiotrofica.
La persona grazie alla
quale questo sogno
è divenuto realtà
risponde al nome di
Francesco Daros, un
ragazzo che ai primi
di dicembre mi ha
scritto ‘di non poter
sorvolare su questa
mia passione’, che poi è appunto il suo lavoro. Francesco,
giovanissimo, è infatti il responsabile nonché gestore
di due etichette internazionali ed ha voluto mettere a
disposizione i suoi artisti ed il suo studio per la realizzazione
di questo mio progetto. è stato lui a proporre l’idea di un
brano che fosse uno ‘slogan’ per tutte le persone nella
mia condizione, che potesse infondere in loro positività e
coraggio. e il grandissimo artista che Francesco ha messo
a mia disposizione è dj Gary Caos
che, con la collaborazione di nihil
Young, ha composto il mix della
canzone, che ho adorato fin dal
primo momento! Oltre ad essere
un dj di fama internazionale,
Gary è soprattutto una grande
persona, molto umile! Francesco
e Gary sono la dimostrazione che
il mondo della vita notturna e del
djing non è interessato solamente
al business e a cose frivole”.
Credi che la tecnologia abbia dato un contributo importante
a vivere meglio il decorso di questa patologia?
“Ciò che dico sempre e di cui sono fermamente convinto
è che la tecnologia sia l’unica vera ‘cura’ al momento
disponibile per questa patologia. Questa malattia ti priva
gradualmente di quelle che sono le cose principali della
vita, abbassandone drasticamente ed inesorabilmente la
qualità. In ultimo ti priva della cosa che, da che mondo
è mondo, è davvero essenziale, la comunicazione.
Fortunatamente si è riusciti a brevettare un dispositivo
altamente tecnologico come il puntatore oculare, che
riesce a sopperire in maniera egregia a questo gravissimo
deficit. Il puntatore oculare è la mia finestra sul mondo, la
mia finestra sulla musica”.
Per concludere, se incontrassi il famoso genio della
lampada, quali
desideri esprimeresti?
“Sicuramente quello
di riuscire a aiutare
il maggior numero
di persone possibili,
malati meno fortunati
di me ecc. Ho anche
in mente di creare
una associazione
proprio per questo.
e poi sicuramente
chiederei di aprirmi le
porte verso i più grandi
festival del mondo”.
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Siamo una delle più grandi realtà nel panorama della Sanità Integrativa e lo dobbiamo al lavoro, alla passione e alla professionalità che mettiamo in ogni sfida che dobbiamo affrontare.Siamo impegnati nella ricerca costante di nuovi traguardi da raggiungere, forti di un credo che vede la Salute e il Benessere della persona al centro di ogni nostra attività, diritti fondamentali da tutelare e promuovere.In questi anni abbiamo formato professionisti della Salute, sposando i principi di una Società moderna e collaborativa in cui tutti possano contribuire alla costruzione di un sistema socio-assistenziale solido, orientato sulla Cura Totale della persona.Insieme abbiamo creato una rete efficiente e ben organizzata sul territorio credendo nei nostri progetti, ma soprattutto nelle persone che ci hanno dimostrato, nel tempo, dedizione e disponibilità a formarsi. Persone che, ogni giorno, ci consentono di scrutare l’orizzonte con serenità e voglia di fare e alle quali vorremmo dire il nostro grazie.
ITALIA
“La salute è la più grande forza di un popolo civile”
26
a cura dinicoletta mele e
mariachiara manopulo
lo scorso 9 febbraio health Italia s.p.a, società leader
nel mercato della sanità Integrativa, ha debuttato su
aIm Italia (mercato alternativo del capitale), sistema
multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da
borsa Italiana e dedicato alle piccole e medie imprese,
salito così a quota 76 società quotate.
La cerimonia di quotazione si è svolta nell’Area Scavi,
sicuramente lo spazio più affascinante e scenografico di
palazzo mezzanotte, sede di borsa Italiana, alla presenza
del management di Health Italia, e dei rappresentanti
degli advisors che hanno partecipato all’operazione:
kpmg (revisione contabile), osborne clark (legal advisor)
studio frosio (commercialista), banca profilo (advisor
finanziario e specialist), Envent capital markets (nomad
e global coordinator), JcI capital (advisor finanziario),
Directa Sim (collocamento retail).
La cerimonia è iniziata con un breve saluto di un
rappresentante della borsa, che poco dopo è stato
raggiunto sul palco dal presidente di Health Italia,
l’Ing. Roberto Anzanello. un minuto prima delle 9, ora
di apertura dei mercati, è iniziato il countdown: finiti i
borsa Italiana: health Italia debutta sul mercato aIm
27
In evIdenza
sessanta secondi, il presidente ha suonato, come da rito,
la campanella, ufficializzando il debutto di Health Italia sul
mercato AIM.
“Il progetto di quotazione sul mercato AIM Italia
rappresenta una tappa fondamentale per health Italia – ha dichiarato Roberto Anzanello – che potrà cogliere
le opportunità derivanti dal progressivo sviluppo della sanità
integrativa, con l’obiettivo di consolidare il proprio
vantaggio competitivo e introdurre un range di servizi innovativi, che miglioreranno la qualità e l‘accessibilità dei
servizi sanitari e di welfare all‘individuo, alle famiglie ed
alle aziende”.
La società ha chiuso il 2015 con ricavi aggregati pari a €
11,8 milioni ed un EbItDa aggregato pari a € 4,4 milioni. Il
gruppo Health Italia prevede il raggiungimento nel 2016
di ricavi aggregati pari a circa €18,8 milioni, con un EbItDa
aggregato pari a circa €6,4 milioni.
“la prima società ad entrare in borsa nel 2017, è una società
AIM Italia. Questo ci rende particolarmente contenti,
visto il forte impegno che come borsa Italiana stiamo
mettendo sulle piccole e medie imprese, vero motore del
nostro tessuto economico. Siamo certi che la quotazione
supporterà l’azienda nel consolidare i propri risultati,
accelerando il percorso di crescita grazie all’accesso ai
capitali, anche quelli stimolati dai nuovi piani di risparmio”,
ha commentato barbara lunghi, Head of primary markets
di borsa Italiana.
Health Italia s.p.a. è specializzata nella promozione di
soluzioni di sanità integrativa e sostitutiva, nell’erogazione
di servizi amministrativi, liquidativi, informatici e consulenziali
a Fondi Sanitari, Casse di assistenza sanitaria e Società
di mutuo soccorso, nella gestione dei flexible benefit
(clientela Corporate) e nell’erogazione di prestazioni
sanitarie presso strutture di proprietà.
Il sistema sanitario nazionale è in crisi e non è più in grado
di rispondere alle reali esigenze dei cittadini. Il ricorso alla
Sanità Integrativa è l’unica soluzione per riportare il diritto
alla salute al centro della vita di ogni individuo.
Stando agli ultimi dati Censis, il 57,1% degli italiani è a
favore del cosiddetto “secondo pilastro” e sono 26,5 milioni
gli italiani che si dicono pronti a sottoscrivere una polizza
sanitaria o ad aderire a un Fondo sanitario integrativo. Il
gruppo Health Italia si propone quindi di fornire, per il
mercato Italiano, servizi innovativi che migliorino la qualità
e l’accessibilità ai servizi sanitari all’individuo, mediante
la propria organizzazione finalizzata alla divulgazione dei
principi mutualistici, all’allargamento della base sociale e
all’adesione a Società di Mutuo Soccorso, e alla promozione
di Sussidi Sanitari, anche tramite il coordinamento, la
gestione e la formazione di reti di Promotori mutualistici.
“grazie a Health Italia - ha aggiunto anzanello - è possibile
sottoscrivere un’ampia gamma di sussidi sanitari, e usufruire
quindi di prestazioni integrative del Servizio Sanitario
nazionale”.
Nessuna distinzione per numero di componenti della famiglia
Nessuna distinzione di etàSussidi per Single o Nucleo famigliare
Detraibilità fiscale (Art. 15 TUIR)Nessuna disdetta all’associato
Durata del rapporto associativo illimitataSoci e non “numeri”
peRché AbbIAmo ScelTo mbA?
rimborso interventi
home test
alta diagnostica
assistenza rimborso ticket
conservazione cellule staminali
visite specialistichesussidi per tutti check up
MBA si pone come “supplemento” alle carenze, ad oggi evidenti, del Servizio Sanitario Nazionale.
L’innovazione dei Sussidi che mette a disposizione dei propri associati identifica da sempre MBA come una vera “Sanità Integrativa” volta a migliorare la qualità di vita degli aderenti.
Mutua MBA
Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364www.mbamutua.org
29
a cura dilucrezia anzanello
l’elezione di Donald trump a quarantacinquesimo
Presidente degli Stati Uniti di America ha certamente
destato qualche perplessità nell’opinione pubblica
mondiale. Ancora prima del suo insediamento alla Casa
bianca, il futuro Presidente ha fatto discutere di sé e del suo
programma politico, ponendosi spesso in contrasto con le
scelte operate dal predecessore barack obama.
tra queste è senza dubbio rilevante la ferma opposizione
mostrata da trump nei confronti della riforma sanitaria
approvata e attuata nel corso della precedente presidenza.
Il primo atto firmato dal neo presidente nel notorio studio
ovale della residenza presidenziale è stato, infatti, un
decreto esecutivo diretto alle agenzie governative volto a
ridurre il peso della riforma sanitaria.
la riforma sanitaria the patient
Protection and Affordable
Care Act, meglio nota come
“obamacare”, è una legge
federale promulgata nel marzo del
2010 che ha sostanzialmente modificato le
modalità di accesso alle cure mediche negli
Stati Uniti d’America.
principio base della riforma è che la salute sia un
diritto inalienabile a prescindere dalla condizione
economica del singolo. L’affermazione di tale
principio nell’ambito americano non è assolutamente
banale, poiché la Costituzione americana non
garantisce il diritto alla salute, diversamente da quanto
invece accade nell’ordinamento italiano nel quale la
Carta Costituzionale contiene, all’articolo 32, un espresso
richiamo alla tutela della salute come diritto fondamentale
dell’individuo.
Per meglio comprendere il contesto di riferimento, è
necessario considerare che se il modello europeo di
assistenza sanitaria si fa risalire all’esempio tedesco di
assistenza sociale obbligatoria fondato nel 1883 da Otto
von bismarck, il modello americano si caratterizza per
l’origine recente.
Solo nel 1960 sono stati pensati, dall’allora Presidente J.F.
kennedy, i primi programmi di protezione sociale a favore
di anziani, disabili e persone economicamente disagiate; i
programmi sono stati approvati dal Congresso americano
nel 1965 e sono giunti immodificati sino al 2010 salvo
qualche parziale implementazione. Infatti, i pochi tentativi
di riformare organicamente il sistema sono naufragati a
causa delle forti resistenze politiche incontrate che hanno
neutralizzato ogni accenno di cambiamento.
I programmi operano su due piani differenti in quanto
il cd. Medicare ha rilievo nazionale mentre il Medicaid
prevede una gestione rimessa ai singoli stati federali.
nello specifico, il primo programma è rivolto a tutti gli
ultrasessantacinquenni ed ai disabili e garantisce tutela
attraverso medici e strutture sanitarie convenzionate con
il governo centrale. Il programma non copre però tutti i
servizi e le prestazioni mediche rimanendo di fatte escluse -
a titolo esemplificativo - le cure odontoiatriche, gli impianti
acustici e i servizi di assistenza di lungo periodo. Con il
programma Medicaid viene, invece, garantita l’assistenza
sanitaria dei cittadini che non raggiungono una soglia
minima di reddito e vengono dunque considerati indigenti.
tra i destinatari del programma si registrano anche le
donne in gravidanza e le famiglie con bambini, che
possono usufruire dei servizi erogati per le fasi del parto, le
cure neonatali e della prima infanzia.
Ciò detto, è di immediata
evidenza come la mancanza di
un sistema nazionale di protezione
sociale abbia reso decisamente
frammentata la rete assistenziale creando
delle discriminazioni importanti in relazione alla
tutela della salute dei cittadini. Oltre ai programmi
sopra menzionati, una tutela effettiva della salute
del singolo veniva tendenzialmente garantita solo
in presenza di un rapporto di lavoro dipendente o,
comunque, a colui che possedeva lo status sociale di
soggetto attivamente partecipe al mondo del lavoro.
L’Obamacare ha rivoluzionato il panorama descritto
sancendo il diritto ed il dovere per i quasi cinquanta milioni
di cittadini non aventi una copertura sanitaria di ottenere
una tutela con prestazioni minime garantite tra cui le cure
per i figli sino ai ventisei anni e alcuni esami preventivi. La
riforma, strutturale ma soprattutto culturale, ha accolto
alcune resistenze da parte del Congresso che ne hanno
contestato la legittimità in sede giudiziale; ciò nonostante
la Corte Suprema ne ha confermato la correttezza a
discapito delle critiche mosse.
Cosa accadrà adesso?
Dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente trump,
l’Obamacare dovrebbe diventare un lontano ricordo
entro il 2018 e sarà sostituita da un programma di
assistenza sanitaria per tutti che coinvolge anche le case
farmaceutiche. sul punto, certamente significativo è il
tweet del presidente trump che ha dichiarato “obamacare
continues to fail. Humana to pull out in 2018. Will repeal,
replace & save healthcare for all americans”.
La speranza, ovviamente, è che il principio della salute
quale diritto inviolabile del singolo venga mantenuto e anzi
riempito di significato dalle prossime riforme in materia.
La sanità che fa discutere
30
Scegliere una buona sanità con un click. Con la start up sceglieresalute è possibile
a cura dialessia elem
ScegliereSalute (www.sceglieresalute.it) è il portale che
con un solo click, grazie ad un vasto database completo
di medici, professionisti, strutture e centri sanitari, offre
uno strumento di confronto equo e partecipato, che
permette all’utente di conoscere la migliore offerta di
assistenza e aiuta le strutture stesse a migliorarsi.
L’obiettivo del progetto, presentato sul mercato nel
2015, è quello di scegliere consapevolmente da chi farsi
curare, lasciando e condividendo una recensione, o
semplicemente leggendo le esperienze degli altri.
per saperne di più, abbiamo intervistato gli ideatori della
start up, Giuseppe Lorusso e Angelo Marvulli.
“Abbiamo pensato – hanno spiegato - ad un innovativo
strumento di confronto, equo e partecipato, che
contribuisca a riconoscere e diffondere le buone pratiche
sanitarie, e a colmare il gap informativo esistente sulle
prestazioni erogate e lo stato delle strutture ospedaliere”.
Da dove nasce l’idea di questo progetto?
“L’idea è nata molto semplicemente da vicende
personali. Una nostra amica doveva partorire e non
riusciva a capire quale struttura preferire. Per decidere
l’ospedale al quale rivolgersi ha chiesto a tutti i suoi amici
e sulla base delle esperienze che le venivano raccontate
ha fatto la sua scelta. Ci siamo resi conto che l’unica
legge che vale in questi momenti è la condivisione di
esperienze. e allora abbiamo pensato che poteva essere
interessante metterle insieme, pubblicandole sul sito.
Abbiamo pensato agli studenti, o a chi si trasferisce in
grandi città e che può avere problemi seri a scegliere
30
31
strutture o professionisti a cui affidarsi. ma abbiamo
pensato anche ai medici, che si affacciano sul mercato
del lavoro in una grande città, e hanno la necessità di
farsi conoscere: noi offriamo sul sito una vetrina. Inoltre,
diamo la possibilità di poter prenotare online le visite
specialistiche, chiedendo ai medici un piccolo sconto
per poter usufruire del servizio
e assicurare ai pazienti tariffe
più eque. ad entrambe le
categorie, quindi, offriamo
strumenti di conoscenza”.
Come funziona?
“L’interazione è alla base
del progetto: ogni utente
può registrarsi e raccontare
la propria esperienza,
ma i contributi vengono
puntualmente filtrati e verificati
da noi. All’interno dell’archivio anche i singoli professionisti
(medici, odontoiatri, psicologi, etc) possono monitorare
e confermare la propria identità, oltre a seguire in tempo
reale l’evoluzione dei giudizi sul loro conto.
All’interno del sito web o tramite App, relativamente
alle strutture ospedaliere, gli utenti possono raccontare
la loro esperienza ed esprimere una valutazione, con
un punteggio che va da 1 a 5, relativamente ai quattro
parametri individuati. Per quel che riguarda invece
medici specialisti, centri diagnostici e professionisti
sanitari, da oggi è anche possibile acquistare online
le prestazioni a prezzi ridotti. è uno dei primi esempi di
booking online nella sanità”.
La tecnologia fa parte del nostro quotidiano ed anche in
campo sanitario i nuovi dispositivi si stanno imponendo.
sceglieresalute offre servizi più veloci all’utente che
spesso si trova a combattere con le lunghe liste di attesa?
“È il principio alla base dell’e-Health, per cui garantire
prestazioni migliori a prezzi più ragionevoli, abbattendo
le lunghe liste d’attesa, crediamo sia l’obiettivo che ci
ha portati ad impegnarci per questo progetto”.
Dalla parte delle strutture sanitarie che hanno aderito,
il vostro è uno strumento di feedback per migliorare i
servizi erogati, è così?
“esatto, infatti il nostro slogan è “Scegliere la buona
sanità”, ed in rete le opinioni, specialmente quelle
positive, sono numerose. questo ci porta ad avere più
fiducia sulla qualità dei nostri professionisti sanitari”.
In questo momento storico dove è sempre più evidente
la crisi del Sistema Sanitario nazionale, quanto è
importante avere a disposizione uno strumento come il
vostro?
“Direi che è fondamentale. si parla di digitalizzazione
delle imprese, della pubblica amministrazione, ma sulla
sanità si è rimasti indietro
di qualche decennio.
Chiediamo in particolare ai
medici uno sforzo ulteriore
per diventare “più social”
e facilmente reperibili dai
pazienti.
“La salute è il primo dovere
della vita” (oscar Wilde), e
l’idea di ScegliereSalute è
quella di avere la possibilità
di migliorare il livello
qualitativo dell’offerta
sanitaria soltanto grazie al
contributo attivo dei destinatari finali delle cure”.
quali sono stati i risultati raggiunti fino ad oggi? siete
soddisfatti?
“Le strutture ed i medici, vessati ogni giorno da nostri
competitors, hanno apprezzato il nostro approccio
commerciale: una mail di invito ad iscriversi, semplici
passaggi per creare il profilo ed ecco completata
l’iscrizione. nessuna quota di iscrizione né tantomeno
quote di rinnovo annuale, ma una percentuale (molto
bassa) sulle prestazioni acquistate dai pazienti”.
Progetti per il futuro?
“Abbiamo in mente un grande progetto, di cui non posso
anticipare i contenuti, ma che sarà in grado di coinvolgere
il mondo del sociale e delle realtà associative a difesa
del diritto alle cure. non ci fermiamo, ovviamente, ed
abbiamo grandi idee da sviluppare, assieme ai nostri
partner di Health Italia, una delle più grandi società
presenti nel panorama della sanità Integrativa”.
fare delle scelte per la propria salute, affidarsi a
professionisti del settore ed a strutture qualificate
non è spesso semplice, ma grazie a strumenti come
ScegliereSalute è possibile, con un solo click, aiutare
gli utenti risparmiando del tempo prezioso per propria
salute.
ScegliereSalute
32
aIrc, in corso uno studio anti cancro mirato all’orologio biologico delle cellule malate
a cura dinicoletta mele
Le cellule del nostro organismo sono dotate di un
“orologio biologico”, che determina un’oscillazione
ciclica di numerosi processi: l’alternanza del sonno e
della veglia, il ritmico succedersi dei pasti, le variazioni
giornaliere della pressione sanguigna e di gran parte
degli ormoni; è quindi necessario per gestire la quantità
di energia di cui le cellule hanno bisogno per svolgere
una serie di funzioni.
dormire poco, mangiare male e
non fare attività fisica sono azioni
che hanno un grosso effetto
negativo sull’orologio biologico,
che alla lunga può “rompersi”
causando così lo sviluppo di
neoplasie.
per saperne di più abbiamo
intervistato il dottor Benedetto
Grimaldi, ricercatore AIRC presso
l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
di Genova:
“Gli stili di vita inadeguati possono
causare un malfunzionamento
dell’orologio biologico delle cellule
sane, inducendo lo sviluppo del
cancro. non solo, ad esempio
un’alimentazione sbilanciata,
può influenzare il ciclo vitale delle
cellule tumorali, favorendo lo
sviluppo della malattia. Infatti,
anche queste cellule sono dotate
dell’orologio biologico, ma è danneggiato; così i tumori,
anziché per gestire la dotazione energetica, lo usano
solo per crescere ed espandersi”.
Con il contributo dell’AIRC, Associazione Italiana per la
Ricerca sul Cancro, state portando avanti uno studio
su come le cellule tumorali riescano ad alterare il loro
orologio biologico. Ad oggi, quali sono i risultati raggiunti?
“Il nostro gruppo ha recentemente messo in luce il modo
in cui vengono alterati alcuni ingranaggi dell’orologio
molecolare e ha fornito la prima evidenza sperimentale:
un approccio di ricerca e sviluppo di nuovi farmaci, basato
sulla modulazione di proteine circadiane, può essere
utilizzato per lo sviluppo di nuovi agenti chemioterapici
innovativi. In particolare, abbiamo identificato delle
correlazioni tra alcune lancette molecolari dell’orologio
delle cellule di cancro e il processo di autofagia, una
sorta di apparato digerente delle cellule, utilizzato per
riciclare energia e consentire al tumore di crescere.
Grazie ad AIRC, stiamo adesso comprendendo
sempre più a fondo le molteplici connessioni esistenti
tra l’orologio difettoso dei tumori e la loro capacità di
accrescersi. nell’insieme, questi
studi porteranno all’individuazione
di nuovi approcci terapeutici per la
cura del cancro, in cui specifiche
molecole chimiche andranno
a bloccare gli ingranaggi
malfunzionanti e potranno far
capire alle cellule malate che è
ora di ‘dormire’ per sempre.
La futura ‘ottimizzazione’ di queste
molecole chimiche potrebbe
generare innovativi medicinali
che potremmo chiamare
cronofarmaci, da utilizzare come
nuove armi per combattere i
tumori e per il miglioramento della
cura del cancro che colpisce il
fegato, il pancreas, la prostata e la
mammella”.
si tratta di un filone di ricerca ancora
aperto a cui Grimaldi ha deciso di
dedicare gran parte del suo lavoro
e ancora prima i suoi studi. Infatti,
dopo essersi specializzato nella
biologia molecolare dei ritmi circadiani all’Università
La Sapienza di Roma, città dove è cresciuto, e presso
l’università della california, dal 2011 lavora all’IIt dove
dirige un laboratorio di medicina molecolare per lo
sviluppo di innovativi cronofarmaci le cui proprietà
curative risiedono nello spostare “le lancette delle cellule
malate alla giusta ora”.
Cosa accadrà nell’attesa che questi farmaci arrivino in
clinica?
“È possibile fin da ora sfruttare alcune delle conoscenze
acquisite sull’orologio biologico delle cellule per prevenire
il cancro o renderlo meno aggressivo. è stato dimostrato
che sia l’azione benefica che gli effetti collaterali di
33
molti farmaci attualmente utilizzati per combattere i
tumori dipendono anche dall’orologio biologico. Le
molecole che bloccano gli orologi tumorali potrebbero
significativamente implementare l’azione di medicinali
già esistenti, aumentando
la loro efficacia sul tumore,
ma diminuendo i loro effetti
indesiderati nei confronti
delle cellule sane”.
Il dottor Grimaldi ha 42 anni,
nel pieno della sua carriera,
è sposato, ha due figli e
sta lavorando affinché un
giorno le nuove generazioni
abbiano a disposizione un
farmaco per le cure.
“è una corsa contro il tempo - ha detto - ma ad oggi
il tumore non è più considerato un male incurabile. la
raccolta fondi per la ricerca è fondamentale per vincere
la sfida contro il cancro”.
una sfida che l’aIrc porta avanti da 50 anni. grazie
a un investimento complessivo di 102 milioni di euro,
l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e la
sua Fondazione hanno
recentemente assegnato
i fondi per 602 progetti di
ricerca e 78 borse di studio.
Circa 5.000 ricercatori
possono così lavorare in
laboratori di università,
ospedali e istituzioni di
ricerca in tutta Italia,
prevalentemente in strutture
pubbliche, con un beneficio
tangibile per i sistemi della
ricerca e della sanità del nostro Paese.
Un vero e proprio esercito di scienziati composto per
il 63% da donne e per il 52% da under 40, impegnati a
rendere il cancro sempre più curabile.
ScegliereSalute
ITALIA
35
a cura dimariachiara manopulo
Mangiare sano: è questa la prima cosa da fare per
mantenersi in salute. Un imperativo, quasi, che però ancora
troppe persone non seguono. tra junk food, cibo di bassa
qualità, e sedentarietà, lo stile di vita di molti italiani non
sembra essere infatti troppo corretto.
Mangiare sano vuol dire imparare a conoscere i prodotti
ortofrutticoli e la loro stagionalità, ma anche fare una
spesa consapevole. fare attività fisica poi fa bene anche
all’ambiente: scegliere le scale e non usare l’ascensore,
lasciare a casa la macchina, camminare il più possibile e
utilizzare i mezzi pubblici o la bicicletta per recarsi a scuola
o al lavoro.
I più giovani purtroppo sono i primi a non magiare
correttamente, e questo perché molte volte manca una
vera e propria educazione
alimentare, che li stimoli ad
uno stile di vita sano. I rischi
di obesità e sovrappeso sono
dietro l’angolo, e possono
portare i ragazzi a sviluppare
malattie come il diabete di tipo
2 e l’ipertensione arteriosa.
La Fondazione del Gruppo San
Donato ha lanciato un progetto
proprio con questo obiettivo,
focalizzare l’attenzione sul tema dell’alimentazione
sostenibile, per l’organismo, ma anche per l’ambiente. Si
chiama “progetto eat”, alimentazione sostenibile (www.
progetto-eat.it); inizialmente si è rivolto soprattutto agli
adolescenti, tra i 12 e i 14 anni, con diverse iniziative
nelle scuole, educandoli ad una corretta alimentazione
e all’attività fisica – tant’è che Eat è l’acronimo di
“Educazione alimentare teenagers”.
Lo scopo era stimolarli ad adottare comportamenti
semplici ma virtuosi, far capire loro che anche a quella
età è importante mangiare bene, fare attività fisica, non
fumare. In primis, sono stati analizzati i loro comportamenti
alimentari; sono stati poi organizzati degli incontri con
dei nutrizionisti, per parlare di cibo, insegnare ai ragazzi
a conoscerlo e a sceglierlo con consapevolezza. Hanno
insegnato loro a conoscere i macronutrienti, la stagionalità
di frutta e verdura e il processo digestivo. sono stati dimostrati
i benefici che scelte alimentari consapevoli possono avere
sul clima e sul tessuto sociale. Agli incontri, fuori e dentro la
scuola, hanno partecipato anche i genitori e gli insegnanti,
che sono quindi stati parte attiva del programma. Ai ragazzi
sono stati dati dei contapassi, affinché si rendessero conto
dell’effettiva attività fisica quotidiana.
I risultati sono stati buoni e, visto il successo, il Gruppo
San Donato ha deciso di proseguire e andare oltre,
intraprendendo un percorso focalizzato sulla prevenzione:
eat oggi non è più un solo un progetto di educazione
alimentare per adolescenti, ma si è allargato a tutti coloro
desiderosi di abbracciare uno stile di vita sostenibile.
Una parte importante del progetto è dedicata alle
donne in stato di gravidanza. Durante la dolce attesa,
è fondamentale seguire una alimentazione sana, sia
per la salute della futura mamma che del nascituro. La
gravidanza è un periodo di trasformazione profonda: la
donna aumenta di peso, cambiano gli equilibri ormonali,
la respirazione, ma anche il
sistema cardiovascolare e
il metabolismo. Per questo
scegliere i cibi con attenzione è
importante per vivere al meglio
questo periodo, e anche i primi
mesi dopo la nascita. Sul sito
internet del progetto, le future
mamme possono tra l’altro
trovare tante notizie e consigli
utili.
Eat non è solo un progetto di educazione alimentare,
capace di farci conoscere meglio il cibo e le materie prime;
è un vero e proprio stile di vita che segue una semplice
filosofia: l’alimentazione non è solo la migliore forma di
prevenzione, è anche la più piacevole.
Il progetto racchiude in sé tre elementi molto importanti:
il “Piatto In-Forma”, la piramide ambientale e la piramide
comportamentale.
Il “piatto In-forma” è una sorta di piramide alimentare e
si propone di rappresentare il giusto equilibrio alimentare.
è diviso in quattro spicchi: frutta, ortaggi, cereali integrali,
proteine di qualità. Frutta e ortaggi sono una fonte
importantissima di sostanze protettive e antiossidanti con
azione anti-infiammatoria, fibre, sali minerali e vitamine
responsabili del corretto funzionamento del metabolismo;
i cereali integrali sono fonte di carboidrati complessi non
raffinati, ricchi di fibre e con un basso indice glicemico.
Le proteine sono rappresentate dal pesce e dai legumi:
entrambi sono un’ottima alternativa alla carne rossa e
ai formaggi, che contengono grassi saturi che possono
Progetto eat, l’educazione alimentare sostenibile del
Gruppo San Donato
36
essere pericolosi per la salute.
la “piramide ambientale”, invece, evidenzia l’impatto
ecologico dei diversi cibi sull’ambiente. In alto si trovano
i cibi la cui produzione inquina di più (carni e latticini) e
richiede più acqua, andrebbero pertanto consumati con
moderazione. In basso quelli più sostenibili (frutta, verdura
e cereali), da assumere più frequentemente.
Infine, c’è la “piramide comportamentale”: il simbolo di
un “sano ed equilibrato stile di vita”, che ha l’obiettivo di
guidarci nella scelta degli alimenti e dei comportamenti
quotidiani. è formata da sei sezioni, contenenti vari gruppi
di alimenti, più una sezione dedicata all’attività fisica.
Ciascun gruppo alimentare deve essere presente nella
nostra dieta in modo proporzionale alla grandezza della
sua sezione. Alla base della Piramide troviamo gli alimenti
che possiamo utilizzare più spesso mentre, al vertice,
troviamo quelli che è meglio
limitare. Dal basso verso l’alto
ci sono: acqua, verdura,
frutta e ortaggi; pane,
patate, riso e pasta;
legumi, uova, carne
bianca e olio d’oliva;
formaggi, pizza, fritti;
e in cima dolci e fritti.
bisognerebbe poi
dedicare 60 minuti
al giorno all’attività
fisica e allo sport: calcio,
tennis, bicicletta, basket.
Confrontando le due
piramidi, quella ambientale
e quella comportamentale, si
vede come i cibi più sani siano
anche quelli più ecologici.
Sul sito si possono anche leggere i dieci
consigli per un piatto “In-forma”:
1. Quando scegliete cosa mangiare, fatelo con la testa e
non solo con la gola. Varia le tue scelte in modo da dare
all’organismo tutto quello di cui ha bisogno. Metti sulla
bilancia le calorie: quelle assunte devono corrispondere il
più possibile a quelle spese
2. mangia più cereali, meglio se integrali. consumate
almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, fonti di
vitamine, sali minerali, fibre, acqua e sostanze antiossidanti.
3. Limita i grassi ma non rinunciare al gusto. Prediligi quelli
di origine vedetale, come l’olio extravergine di oliva.
Mangiate pesce due o tre volte a settimana: è ricco di
preziosi acidi grassi Omega 3.
4. bere acqua purifica il corpo. consumatene almeno 1,5-
2 litri al giorno. Andateci piano invece con le bevande
zuccherate.
5. Fate la spesa a stomaco pieno e con la lista di cosa
comprare. eviterete di farvi guidare dalla gola: ne
beneficeranno la vostra salute e le vostre tasche.
6. Fate tre pasti al giorno e, se preferite, fate due spuntini al
giorno: sono una buona soluzione per disinnescare la fame
e avere l’energia necessaria per nutrire mente e corpo.
7. non sottovalutate la prima colazione e non saltate mai
i pasti.
8. Consumate legumi 1-2 volte alla settimana, anche
abbinati con pasta e riso. Sono una fonte preziosa di
proteine e possono sostituire carne
e pesce.
9. non credete ai
miracoli: bando
alle diete restrittive.
Causano il
cosiddetto “effetto
yoyo”: prima si
dimagrisce e poi si
ingrassa. Per essere
in buona salute non
servono digiuni,
fatiche eccessive
in palestra e diete
sbilanciate.
10. Usate poco sale. non serve
per gustare il cibo al meglio. Il
sale è già presente in tanti alimenti e
l’eccesso potrebbe favorire la comparsa
di problemi come l’ipertensione arteriosa. Usate
sale iodato per prevenire alcune malattie della tiroide.
Si possono trovare anche consigli utili per fare la spesa
al meglio e in maniera consapevole, e c’è persino una
sezione con tante ricette, sane e appetitose.
Fare attenzione agli alimenti non significa essere a dieta,
o fare grandi rinunce: ogni cibo ha le sue proprietà e,
se consumato in quantità corretta, non fa male. Eat si
propone di far conoscere il cibo, in modo sostenibile;
sostenibile per il nostro organismo, sostenibile per
l’ambiente che ci circonda. Perché rispettare noi stessi
significa anche rispettare l’ambiente, assecondare il
ritmo delle stagioni e ridurre lo spreco. Se la sostenibilità
ambientale è il futuro del pianeta, quella alimentare
sarà il testamento da trasmettere alle generazioni
future.
36
“HeAltH Book”il priMo liBro di MutuA MBA dedicAto AllA prevenzione!
L‘ importanza della prevenzione in un libro
Health book
I libri della salute di Mutua MBA
Da un recente studio effettuato in Italia è emerso come quasi una persona
adulta su due sia completamente avulsa dall’adottare una linea di prevenzione
medica adeguata.Prerogativa di una società di Mutuo
Soccorso non può, pertanto, essere “solo” quella di garantire l’accesso privilegiato alla
salute attraverso una valida integrazione al Sistema Sanitario Nazionale, ma deve forzatamente infondere la cultura della
prevenzione intesa come cura di sé stessi, poiché in essa stessa risiede l’unica via
utile a soddisfare la crescente domanda di assistenza che la sanità pubblica non riesce
– e non riuscirà - ad accontentare. Per tale motivo Mutua MBA ha deciso
di raccogliere interviste, analisi e studi di settore, ma soprattutto consigli pratici,
esercizi e ricette culinarie per innescare l’attitudine a prendersi cura di noi stessi, con l’intento di prevenire il più possibile
malattie e infortuni.
vuoi ricevere “HeAltH Book - l’iMportAnzA dellA prevenzione” nellA tuA cAsellA di postA elettronicA?
Invia una email a info@healthonline.it e segnalaci i tuoi contatti, ti sarà inviato senza alcuna spesa aggiuntiva.
Inoltre, su espressa richiesta e con un contributo di soli 10€ (+s.s.), potrai ricevere direttamente a casa la versione cartacea del libro.La somma sarà devoluta da Mutua MBA alla Fondazione Basis, ente no-profit dedicato alla promozione e allo sviluppo di iniziative culturali, educative, formative, di integrazione sociale e assistenza sanitaria.
38
L’inquinamento è una minaccia per la salute dei capelli
a cura dialessia elem
I capelli sono una parte importante del nostro organismo
e come tale devono essere tenuti in buona salute.
Mediamente sono circa 100.000-150.000 i capelli che
ognuno ha sul proprio cuoio capelluto.
Il capello è composto all’85% di cheratina, 0.1% di melanina,
3% di lipidi, il 12% è acqua. La sua struttura si compone di
tre parti: il fusto, ossia la parte visibile, costituita da cellule
completamente cheratinizzate che hanno perso il nucleo
e le loro funzioni vitali; la radice che si trova sotto la cute ed
è collegata al fusto erettore del pelo; il bulbo, alloggiato
nella parte più profonda del follicolo in cui il capello nasce
e si sviluppa.
Da cosa è costituito il fusto? Dal midollo, dalla cuticola e
dalla corteccia.
Il midollo è lo strato interno e costituisce la colonna centrale
del fusto. In esso si trovano cellule che degenerano
velocemente alternate da bolle d’aria.
La cuticola è invece lo strato esterno ed è costituita da
più strati di cellule sovrapposte che formano le squame
del capello. tali cellule, appiattite e allungate, vengono
chiamate cheratinociti perché ricche della proteina
cheratina.
La cheratina è la parte fondamentale del capello ed è
formata da carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno e zolfo.
Come tutte le proteine è una lunga catena di aminoacidi.
se non è disponibile in quantità sufficiente, i capelli
diventano più fragili e quindi meno resistenti alle aggressioni
esterne.
La corteccia invece è la parte intermedia e contiene la
melanina, responsabile del colore dei capelli. Oltre a
rappresentare la porzione più importante del fusto è anche
la prima parte a subire danni in caso di utilizzo di prodotti
aggressivi o agenti atmosferici.
è stata condotta a Seoul, in Corea, in collaborazione tra
il Dipartimento di Scienze naturali dell’Università delle
Donne Sookmyung, del Dipartimento di Dermatologia
dell’Ospedale Yeouido di Santa Maria e dell’Università
38
39
Cattolica, e pubblicata a marzo scorso, una ricerca
(www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27018067) che dimostra
come l’inquinamento dell’aria nell’ultimo decennio abbia
aumentato, tra gli altri, anche i problemi alla cute con
conseguente caduta dei capelli.
Come proteggere i nostri capelli dall’inquinamento? Quali
sono le armi di prevenzione che
abbiamo a disposizione?
Abbiamo intervistato la dottoressa
Patrizia Teofoli, Dirigente I
livello Istituto Dermopatico
dell’Immacolata, IRCCS-Roma.
Quali sono le maggiori
conseguenze dell’infiammazione
del cuoio capelluto da parte delle
polveri sottili?
“le polveri sottili possono
causare irritazione del cuoio
capelluto con arrossamento,
prurito, desquamazione furfuracea, eccessiva secrezione
sebacea, tricodinia (sensazione di indolenzimento del
cuoio capelluto) e provocare la perdita di capelli diffusa
su tutto il cuoio capelluto o tipo alopecia androgenetica
cioè con diradamento frontoparietale e assottigliamento
del capillizio. è stato ipotizzato che tali particelle possano
servire come carrier di agenti chimici e metalli che si
localizzano nel mitocondrio e generano le specie reattive
dell’ossigeno (ROS).
Oltre alla produzione di radicali liberi, si osserva il rilascio
di citochine proinfiammatorie (tnfalfa, Il1alfa, Il8) e di
metalloproteasi che degradano il collagene. Da non
sottovalutare anche l’inquinamento domestico e il fumo
di sigaretta che per la loro azione ossidativa possono
peggiorare o mimare una caduta di capelli di tipo
androgenetico”.
Oltre all’inquinamento quali sono le altre cause? Anche lavarsi
i capelli con acqua “trattata” può causarne la caduta?
“è ormai noto che utilizzare detergenti troppo aggressivi
è un’azione che può indebolire la funzione ‘barriera’ del
capello, con maggiore penetrazione di agenti nocivi e
irritanti. Anche le acque troppo ricche di carbonato di
calcio, di magnesio solfato e di cloro possono danneggiare
il capello, rendendolo più sottile. Infine, la contaminazione
di metalli pesanti anche nei cosmetici può danneggiare la
capacità rigenerativa del bulbo pilifero”.
I rischi sono maggiori in periodi specifici dell’anno e in
determinati Paesi del mondo?
“La quantità di inquinanti emessa non è costante nel corso
dell’anno, è maggiore nella stagione invernale e nei luoghi
con molto traffico, perché si aggiungono le emissioni
da parte degli impianti di riscaldamento. un’influenza
determinante sulla concentrazione di sostanze inquinanti
hanno inoltre le condizioni meteo-climatiche che possono
o meno favorire la loro dispersione in atmosfera (vento,
pioggia, nebbia). In estate, d’altra
parte, il forte irraggiamento solare
provoca spesso la formazione
dello smog fotochimico, ovvero le
sostanze organiche volatili, emesse
dagli autoveicoli e dalle industrie,
e gli ossidi di azoto, che colpiti
dall’intensa radiazione luminosa
reagiscono tra loro per formare
ozono e una gran varietà di altri
composti, spesso dannosi.
Ovviamente le caratteristiche
climatiche e il controllo delle aree
industrializzate diversifica i livelli di
inquinamento ambientale”.
Spesso si confonde l’irritazione da smog e inquinamento
con la forfora, è così? Come riconoscerla?
“è possibile grazie all’esame clinico diretto del cuoio
capelluto o con tricoscopio, ovvero l’esame con il
microscopio digitale a luce polarizzata, entrambi in grado
di valutare le modificazioni dello stato di salute del cuoio
capelluto e le modificazioni qualitative e quantitative dei
capelli.
Le alterazioni da inquinamento del cuoio capelluto
non sono specifiche per cui è molto utile la valutazione
anamnestica che rivela il cambiamento di città,
paese, ambiente lavorativo o mansione lavorativo che
possono aver esposto maggiormente il paziente a tali
agenti nocivi con insorgenza improvvisa di condizioni
quali arrossamento del cuoio capelluto, aumento
della secrezione sebacea, edema perifollicolare e
desquamazione o cumuli di squame secche perifollicolari
con assottigliamento e caduta di capelli diffusa o a tipo
androgenetico”.
Ognuno di noi ha una propria struttura del capello. Quali
sono i soggetti più a rischio?
“I soggetti affetti da patologie infiammatorie del cuoio
capelluto sono i pazienti con fototipo chiaro perché
hanno minor difesa contro i raggi ultravioletti, ma anche
chi segue diete sbilanciate o chi è già affetto da problemi
di alopecia”.
In presenza di irritazione del cuoio capelluto è bene
rivolgersi ad uno specialista dermatologo?
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“Certamente, perché lo specialista dermatologo è in
grado di eseguire una diagnosi clinica anche con l’ausilio
del tricoscopio e di consigliare così prodotti per l’igiene e
la cura del cuoio capelluto e dei capelli”.
Come proteggere i nostri
capelli? Quali sono le
accortezze da adottare?
“è importante la protezione
dai raggi ultravioletti sia con
integratori da assumere per via
sistemica durante i mesi estivi
o meglio ancora con prodotti
fotoprotettivi per contrastare i
radicali liberi”.
Anche i lavaggi frequenti sono
uno strumento di prevenzione? Lavarsi spesso è un atto
dannoso per i capelli o è un falso mito da sfatare?
“In genere è sufficiente lavarsi i capelli 2-3 volte alla
settimana soprattutto nei casi di elevata secrezione
sebacea. Se è necessario invece un lavaggio quotidiano
meglio usare pochissimo shampoo diluito con acqua
perché altrimenti il rischio è quello di impoverire la struttura
del capello.
I lavaggi possono proteggere i capelli per la rimozione
di agenti inquinanti, ma non bisogna esagerare perché
si danneggia la guaina esterna del capello. nei casi
specifici di elevato inquinamento ambientale è consigliato
il lavaggio con detergenti delicati con agenti chelanti e
l’utilizzo di sieri o balsami protettivi da applicare sui capelli
(non sul cuoio capelluto). particolarmente efficaci sono
i balsami (leave on, senza risciacquo) a base di olio di
cocco, un trigliceride dell’acido laurico con alta affinità
per la cheratina e che può aiutare la rigenerazione dei lipidi
del fusto del capello che oltre ad agire come barriera è in
grado di penetrare, grazie al suo basso peso molecolare,
fino alla guaina del capello”.
Quanto un equilibrato regime alimentare aiuta la salute
dei nostri capelli?
“è molto importante seguire un sano regime alimentare
con cibi che contengono ferro, zinco, vitamine come
biotina, vitamina D e vitamina b6, proteine contenenti
aminoacidi solforati, di cui è ricca la cheratina, e infine
acidi grassi polinsaturi (omega3 e omega6). Una dieta
ricca di germogli, vegetali a foglie verdi, legumi, frutta
secca può contenere tutto quello che è necessario per
avere capelli sani”.
sono efficaci gli integratori anti caduta?
“Gli integratori antiossidanti, vitamine, ferro, acido folico,
biotina, minerali e aminoacidi solforati risultano utili per
coadiuvare la ricrescita del follicolo pilifero anche se i dati
in letteratura sono spesso contrastanti”.
Alla luce di quanto detto, quali
sono i suoi consigli?
“Fare sempre attenzione ai
cambiamenti delle condizioni
del cuoio capelluto, alla caduta
dei capelli con arrossamento
del cuoio capelluto, alla
desquamazione, all’aumento
della secrezione sebacea. In
questi casi rivolgersi sempre a
un dermatologo.
Utilizzare prodotti per l’igiene
dei capelli con detergenti delicati possibilmente testati per
il contenuto di metalli, eseguire lavaggi possibilmente non
più di 2-3 volte alla settimana con poco shampoo diluito
in acqua e usare accorgimenti nel caso di acque con
elevato contenuto di calcio e magnesio solfato utilizzando
acque demineralizzate”.
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Il Fondo Garanzia Salute nasce nell’ottica di offrire un servizio in linea con i principi cardine cui si ispira una Società di Mutuo Soccorso, la solidarietà e la cooperazione, che riconoscono
nella sanità integrativa l’unica forma di assistenza concreta e sostenibile che opera senza scopo di lucro.
La volontà di diffondere il più possibile il principio di prevenzione ha spinto Mutua MBA ad affidarsi a Radio Radio, emittente radiofonica romana che sin dalla sua nascita si è caratterizzata come talk radio, ed elaborare per gli ascoltatori un’offerta di 9 sussidi:
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“ricerca e armonia”. La musico-terapia aiuta a disfarsi della leucemia
a cura dialessandro notarnicola
“Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la
musica lo esprime”. E ancora: “la musica aiuta a non
sentire dentro il silenzio che c’è fuori”. né victor Hugo né
Johann sebastian bach avrebbero mai potuto immaginare
che un giorno, prima o poi, musica e medicina sarebbero
convolate a nozze per il bene stesso dell’uomo. Del resto,
da che mondo è mondo, la musica nasce proprio come
un fenomeno ludico-terapeutico che, se da un lato era
atto ad allietare i momenti conviviali, dall’altro sollevava
le menti da pensieri troppo bui e pesanti che procuravano
tristezza. Oggi, nel terzo millennio, negli anni hi tech in cui
tutto procede per mezzo di hashtag e grazie alle tecnologie
ultimate, la ricerca e l’armonia si sono unite ulteriormente
per fare del bene a chi è affetto dalla leucemia.
Il 2 febbraio scorso presso il
conservatorio di santa cecilia,
a roma, ha avuto luogo il
concerto “armonie e ricerca”
per sostenere la ricerca sulle
leucemie mieloidi acute che
annualmente colpiscono
migliaia di persone (1200 uomini
e 900 donne). e in particolare
quella condotta dall’Istituto di
Ricerche Farmacologiche Mario
negri con la collaborazione della
Fondazione Ginema (Gruppo
Italiano Malattie eMAtologiche dell’Adulto). Maestri
e allievi del conservatorio stesso si sono esibiti in temi
classici per poi riprodurre famosi brani folk per terminare
sulle colonne sonore di nino Rota. Ma sul palcoscenico
accanto alla musica è salita anche la ricerca medica
impegnata contro la leucemia. non è la prima volta
che la ricerca chiede il sostegno a “sorella musica” per
far accendere i riflettori su se stessa: lo scorso gennaio
anche il teatro alla scala di milano si è prestato a questo
connubio favorendo la raccolta fondi per un farmaco
che potrebbe combattere gradualmente le leucemia
mieloide acuta, forma di tumore del sangue difficile
da debellare. Il 60% di coloro che sono affetti da tale
malattia, infatti, dopo il dovuto ciclo di chemioterapia
tende a ripresentarsi dopo pochi giorni probabilmente a
causa di alcune cellule leucemiche madri che restano
nel sangue.
Lo sviluppo di nuove strategie per uccidere le cellule
staminali leucemiche è dunque la grande sfida per la
cura della leucemia. Per questa ragione la medicina
chiede supporto alle arti e in particolar modo alla musica
che non solo contribuisce economicamente ma è anche
una terapia di sollievo per i pazienti che attraversano dei
periodi di cura molto dolorosi e difficili da affrontare senza
delle distrazioni “educative”. ne sa qualcosa il tenore
spagnolo José Carreras, ammalatosi di tumore proprio
quando viveva il periodo d’oro della sua carriera.
Era il 1987, si trovava a parigi per le riprese della bohème
cinematografica diretta da luigi comencini quando a
causa di un malore fu ricoverato d’urgenza in ospedale.
Dopo 48 ore i medici gli comunicarono la diagnosi:
leucemia. Da quel momento
ebbe inizio il lungo calvario che
tenne incollato l’artista in un letto
d’ospedale per undici mesi e
che lo vide sottoporsi al trapianto
di midollo osseo. In quei giorni bui
e di desolazione, oltre ad amici
e famigliari che si sostituivano
di continuo per non lasciarlo
solo, la musica fu la sua migliore
compagna, quella che per tutta
la vita lo ha sorretto. “Ascoltare
musica, senza dubbio, è stato di
grande aiuto visto che permette di allontanarti, anche
solo per un momento, dalla realtà. Ciò che preferivo
ascoltare in quei lunghi mesi di ospedale era un concerto
per pianoforte: il numero 2 in do minore del compositore
russo sergej rachmaninov”. E con la musica, questa
volta non soltanto ascoltata, il grande tenore catalano
ha capito che era definitivamente guarito: “è stato un
momento molto speciale – ha confessato – il ritorno sul
palcoscenico in un concerto pubblico presso l’Arco di
trionfo a barcellona. Ho deciso che la prima canzone
da cantare doveva essere “t’estimo”, un adattamento
catalano di “Io t’amo” di Edvard grieg. volevo che in quel
momento ogni persona presente si sentisse personalmente
chiamata in causa”.
Come ha dimostrato il padre della musico-terapia
rolando benenzon, la musica influisce sul cervello sin
da quando si è nel grembo materno, pertanto non
risulta difficile scorgere la sua valenza terapica anche
nel corso di periodi duri della vita. Chiaramente non è
corretto affermare che ascoltando musica si guarisce
dalla leucemia, non è certamente questo lo scopo della
disciplina, ma essa stimola le betaendorfine, ormoni del
cervello, che hanno una capacità analgesica. Con l’inizio
del 2017 anche in Italia sono stati aperti i battenti di una
scuola di musicoterapia a enna, nel cuore della Sicilia,
diretta dal docente tullio scrimali. “tutte le aree della
psicoterapia e della riabilitazione – spiega Scrimali – oggi si
avvalgono della collaborazione del musicoterapeuta. La
musicoterapia si inserisce in tutti i contesti dove si sviluppa
la personalità e dove si cura il disagio di quest’ultima, il
musicoterapeuta in futuro affiancherà sempre più lo
psichiatra e il medico.
la musicoterapia è anche un potente strumento per gli
interventi per la terza età, pensiamo ai centri alzheimer
ma un valido aiuto alla psico-oncologia, per le persone
che portano un dolore profondo dovuto alla neoplasia.
questa nuova figura professionale è infatti richiesta
nell’ambito delle strutture sanitarie, socio-sanitarie,
assistenziali e scolastiche, sia pubbliche che private.
Usciranno presto i concorsi, questa nuova normativa
europea interesserà anche le Asp, e per accedere
saranno necessari la qualifica e l’iscrizione all’albo”.
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lE rIcEttE DElla salutE
Come di consueto abbiamo il piacere di presentare ricette sane e gustose per promuovere uno stile di vita corretto ed equilibrato, che parta proprio dalle nostre tavole.non sempre “piatto saporito” equivale a dire “sano” per questo è importante incentivare, per noi che abbiamo a cuore la salute dei nostri lettori, la riscoperta di gusti e ingredienti genuini e proporre soluzioni che preservino da patologie più o meno rischiose.In questo numero Health online ha il piacere di presentare una ricetta elaborata con fagioli adzuki fitowell, l’innovativa linea di prodotti vegetali ad alto contenuto proteico pensata per apportare all’organismo più proteine salubri possibili, senza ricorrere ad un uso smodato della carne e dei suoi derivati.
per scoprire le altre ricette Fitowell visita il sito www.fitowell.com
Polpette di Fagioli Adzuki con salsa all’arancia
Procedimento
Mettere in ammollo gli Adzuki per 6–8 ore cambiando l’acqua di tanto in tanto per eliminare eventuali impurità. Versarli quindi in pentola con l’acqua a disposizione e una manciatina di sale e cuocerli finchè non risulteranno ben morbidi. Nel frattempo, in una pentola capiente versare un filo d’olio evo e far insaporire il porro tagliato a fettine. Farlo stufare bene ed unirvi quindi i fagioli, facendoli insaporire per circa una decina di minuti a fiamma bassa.
Lasciare intiepidire e successivamente aggiungere la fecola, il pangrattato ed una spolverata di pepe. Mescolare bene per ottenere un composto morbido
ma lavorabile con cui realizzare le polpette.Nel frattempo preparare la salsa facendo sciogliere dolcemente in un
pentolino la margarina. Aggiunervi la panna, la scorza d’arancia grattugiata (attenzione a non grattare anche la parte bianca), tre cucchiai di succo
fresco d’arancia, il lievito alimentare, una leggere spolverata di pepe ed un pizzico di sale e spegnere il fuoco appena il tutto inizia a sobbollire.Passare in padella antiaderente le polpette con un filo d’olio per
circa 10 minuti e servire con la salsa.
di “Riganelli Alessandro Azienda Agraria”
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Ingredianti per le polpette
250 gr di Fagioli Adzuki1,5 litri di acqua
2 cucchiai di fecola di patate1 porro
pangrattato q.b.pepe in polvere q.b.
olio evo q.b.sale fino q.b.
Ingredienti per la salsa
30 gr di margarina (o burro di soia)200 ml di panna vegetale
3 cucchiai di succo d’aranciascorza di un arancia
1 cucchiaio e 1/2 di lievito alimentare
pepe in polvere q.b.sale fino q.b.
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Spesso l’importanza e i benefici che contraddistinguono i prodotti ricchi di proteine di origine vegetale vengono sottovalutati e l’apporto giornaliero della componente
proteica avviene per lo più tramite il consumo di carne e suoi derivati.
Vi è ampio accordo nel mondo scientifico, nel consigliare una dieta basata sul minor utilizzo di carne, di buona qualità, alternata a fonti proteiche di origine vegetale.Seguire una dieta il più possibile varia, infatti, assicura all’organismo tutti i nutrienti
necessari a vivere in salute e favorisce un migliore benessere psico-fisico.
DonA il meglio Al tuo benesseRe e vARiA lA tuA AlimentAzione con Fitowell, lA lineA Di pRoDotti
vegetAli AD Alto contenuto pRoteico!
Speltaperlato
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Grano saraceno
FagioliMung
FagioliAdzuki
Fienogreco
Lenticchiarossa
Riganelli Alessandro Azienda AgrariaVia Matteotti, 5 - 06055 - Compignano (PG) - Italia
Segui Fitowellanche su facebook!
+39 340 3566581www.fitowell.com - info@fitowell.com
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Caritas della ParroCChia di san lorenzo Martire
la Fondazione ha elaborato un sussidio sanitario che consente la copertura di spese per medicinali e spese mediche che il servizio sanitario nazionale non copre
adeguatamente. in questo modo i costi medici sostenuti dalle
famiglie sono alleggeriti e le stesse famiglie sono stimolate a curare e
preservare la loro salute!
Museo del Mutuo soCCorso
la Fondazione ha ereditato da MBa la collezione del Museo del Mutuo
soccorso; il museo, nato con la volontà di raccogliere significative testimonianze sulla storia del movimento mutualistico dal 1886 ad oggi, si prefigge da un lato
di salvaguardare e rendere fruibile al pubblico i beni attualmente in dotazione e dall’altro di promuovere la conoscenza e
la ricerca sul tema della Mutualità.
la Fondazione Basis, costituita per iniziativa congiunta di Mutua MBa, health italia e Coopsalute, insieme di realtà impegnate nel sociale e operanti primariamente nel settore della sanità integrativa, si propone di svolgere le proprie attività nei settori dell’assistenza socio-sanitaria, nella promozione e nella gestione di servizi educativi, culturali, sportivi e ricreativi, nella istituzione di borse di studio ed iniziative volte a migliorare e gratificare l’esperienza didattica, avvalendosi di strutture ricettive e servizi di accoglienza per giovani e per studenti.
Fondazione Basis | Via di santa Cornelia, 9 | 00060 | Formello (rM) | www.fondazionebasis.org | info@fondazionebasis.org
supportarefavorire
promuovereUn servizio dedicato alle realtà che costituiscono espressione della Società Civile!
tra le varie attività, la Fondazione Basis si è dedicata a:
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nel prossImo numero...
haI qualcosa dI Interessante da raccontare e tI pIacerebbe collaborare attIvamente alle prossIme uscIte dI health onlIne?
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La chirurgia robotica si è affermata nel campo dell’urologia, ed in particolare, nella terapia del cancro della prostata.in italia la prostatectomia radicale robotica si sta quindi
progressivamente diffondendo, in quanto rispetto alla chirurgia tradizionale è molto meno invasiva, molto meno traumatica
e più delicata.
Ed è così che alla Paideia si sta lavorando per un miglioramento rispetto agli standard già raggiunti con la prostatectomia
radicale tradizionale e laparoscopica grazie al neonato centro multispecialistico di alta tecnologia in chirurgia robotica.
in cosa consiste l’intervento chirurgico alla prostata con la tecnologia robotica? Quali sono i vantaggi rispetto ai metodi tradizionali?
Ne parleremo nell’intervista al Prof. Gianluca D’Elia, Direttore Urologia Ospedale San Giovanni di Roma e Direttore Scientifico
Fondazione per la ricerca in Urologia.
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