Post on 20-Jun-2018
♦ eSamizdat (V) , pp. - ♦
Katia Margolis Icon
eq
uoti
dia
ne
Kat� Margolis
Luce e materia.L’immagine come
punto del loroincontro. La luce
non e visibile di perse. Neanche la
materia e visibilesenza la luce. La
materia toccatadalla luce produce
l’immagine. Le cosetoccate
dall’invisibile, cioevissute o amate,
diventano reali. Inquesto senso l’arte e
sempre realistica.Cosı, viste e vissute,le immagini possonodiventare icone come
le intendeva PavelFlorenskij, ossiafinestre tra due
mondi: quelloinvisibile che,
attraverso l’icona, siproietta su quello
visibile. Anche iprimi passi sul pratoinnevato della dacia
della mia infanzia inRussia, visti
attraverso il vetrodella memoria, sono
icone che lascianoimpronte visibili sul
bianco infinito. . .
Svet i materi�.
Izobra�enie kak
mesto ih vstreqi.
Svet nevidim sam po
sebe. Materi�
nevidima bez sveta.
Materi�, kotoro�
kosnuls� svet,
poro�daet
izobra�enie. Vewi,
kotoryh kosnulos~
nevidimoe, vewi,
kotorye my pro�ili i
pol�bili, stanov�ts�
real~nymi. V �tom
smysle l�boe
iskusstvo –
realistiqno. Kogda
my tak pro�ivaem i
vidim izobra�eni�
takimi, oni mogut
stat~ v opredelennom
smysle ikonami. V
tom smysle, o kotorom
pisal o. Pavel
Florenski�: to est~,
oknami me�du dvum�
mirami – mirom
nevidimogo, kotory�
qerez �to okno
proeciruets� na mir
vidimy�. Qerez
steklo pam�ti vidny
pervye xagi na
zasne�ennom pole
moego detstva. �to
to�e poqti obraz:
vidimye sledy na
beskra�nem belom
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
La bellezza (delle cose) salvera il mondo. . .di Silvia Burini
Parafrasando questa celebre frase di Dostoevskij si puo dire che
nel pensiero russo e non solamente in quello artistico, la trasmis-
sione di sensazioni profonde e legata a un forte senso estetico, la
krasota, la quale e una spontanea bellezza interiore, difficilmente
definibile, di cui si fa paradigma l’icona, esprimendo la bellezza di
un messaggio profondo. Nel mondo russo prevale la concezione
della bellezza come sintesi della vita, concezione etico-estetica, che
e basilare per capire le posizioni nei confronti della filosofia dell’ar-
te, che non vale per se, ma che ha un valore precipuamente etico,
spirituale. Di conseguenza la bellezza e da vedere come una ca-
tegoria meno estetica e piu teologica, proprio in relazione a uno
strato superficiale e uno strato profondo, che corrisponde all’anti-
nomia visibile/invisibile. Pavel Evdokimov1 ha scritto che il valore
dell’icona deriva dal fatto che raccoglie frammenti di significato e
li sintetizza in un’immagine-guida per coloro che la contemplano.
Quindi l’esperienza della natura, del mondo e contemporaneamen-
te dell’invisibile, di cui l’icona e segno, e esperienza precipuamente
visuale. L’icona, come modello non estetico, ma addirittura teo-
logico, nella sua originaria funzione di biblia pauperum, assolve
la duplice funzione di indirizzare la coscienza del credente a mo-
dellizzare il mondo secondo il prototipo proposto dall’immagine.
Cosı, la considerazione della natura in termini visuali/pittorici non
e solamente un’esperienza estetica, che si sovrappone nella coscien-
za, ma e una sorta di esigenza interiore che deriva dall’esperire nel
quotidiano (byt) anche l’invisibile (nevidimoe), in modo totalmen-
te naturale, dato che il modello primordiale di tale comportamen-
to, cioe l’icona, e sinteticamente verbale e visivo. L’icona e la forma
artistica in grado di esprimere la rivelazione di Dio e lo svelamento
della verita dell’uomo, e il veicolo dell’ineffabile che cosı viene reso
presente nella sua realta simbolica, e un luogo teologico dove la pa-
rola e espressa in immagini o meglio: “e quello spazio sacro in cui,
nella bellezza, l’immagine compie la parola” (ancora Evdokimov)2.
“Icone quotidiane”, dunque, nell’opera di Katia Margolis, dove
il termine icona si sposa felicemente con un concetto che pervade
profondamente il mondo russo: il byt (il quotidiano). L’attenzione
dell’artista per gli oggetti e per la dacia, ossia per un microcosmo di
piccole dimensioni, si ricollega direttamente a uno dei cardini delle
teorie di Ju. Lotman3: il legame tra byt e cultura, dall’attenzione
all’oggetto singolo che determina l’articolazione dello spazio deriva
infatti la definizione di byt:
Byt e il consueto decorso della vita nelle sue forme pratico-reali, byt
1 P. Evdokimov, L’art de l’icone. Theologie de la beaute, Paris 1972 (trad. it.
La Teologia della Bellezza, traduzione. di P. Giuseppe da Vetralla, Roma
1984, p. 15).2 Ivi, p. 20.3 Ju. Lotman, Besedy o russkoj kul´ture, Sankt Peterburg 1994, p. 10.
sono le cose che ci circondano, le nostre abitudini, il nostro compor-
tamento di ogni giorno (. . . ) Cosı il byt si trova sempre nella sfera
pratica, e il mondo delle cose prima di tutto.
Percio il mondo delle idee e inscindibile dal mondo degli uo-
mini e le idee, a loro volta, sono indivisibili dalla realta quotidiana:
la cosa non esiste separatamente, come un qualcosa di isolato dal
contesto, gli oggetti sono correlati fra loro. L’interesse di Katia
Margolis per il mondo degli oggetti riflette l’attenzione verso “la
cosa come tale” che pervade da sempre la cultura russa. La partico-
lare sensibilita verso il mondo materiale permette a P.Florenskij4,
gia nel 1919, di affermare che la casa e emanazione dell’individuo
e gli oggetti dei quali costui si circonda non sarebbero altro che il
riflesso, per usare un’espressione di V. Kandinskij, di una “necessita
interiore”. Quasi si trattasse di nominazione pittorica, gli oggetti
entrano nel mondo dell’arte e ricevono il loro nome. L’assoluto
silenzio dello spazio e come se amplificasse le loro voci in un coro.
V. Toporov5 ha scritto che lo spazio e predestinato ad accogliere le
cose, e ricettivo e dona loro se stesso, cedendo agli oggetti la forma
e offrendo in cambio il proprio ordine. Cosı, l’assoluta impassi-
bilita, mutismo e cecita, dello spazio, si anima attraverso le cose.
Dagli oggetti lo spazio riceve una voce e un sembiante: diventa
udibile e visibile, il mondo si fa percepibile nella interrelazione tra
gli oggetti, nella loro sintassi. Il rapporto verso le cose come ver-
so “i nostri fratelli minori” appartiene profondamente alla cultura
russa dove vesc´ [la cosa], come incarnazione materiale, letterale,
della cultura e come prodotto dell’attivita manuale dell’uomo, e
una costante compagna di viaggio, un essenziale elemento costitu-
tivo del microcosmo umano. L’artista V. Domogackij6 esprime un
punto di vista personale ma anche caratteristico del pensiero russo
in generale, quando sostiene:
Tutti noi viviamo circondati da svariate cose, esse sono come il nostroguscio, la nostra conchiglia. Io ho la sensazione di avere un legame
di sangue con gli oggetti che mi circondano. Il mondo degli oggetti
e una parte inscindibile del byt. . . Il byt di per se non esiste, e il
manifestarsi esterno della cultura, una delle sue forme.
Da questa idea scaturisce la particolare visione del mondo og-
gettuale di Katia Margolis come mondo animato e prodigioso, un
vero e proprio universo, nel quale gli oggetti interagiscono e comu-
nicano nella loro lingua di oggetti. Oggetti che si fanno icone del
byt ossia icone quotidiane. La scoperta dei rapporti tra gli oggetti
sembra procurare all’artista una grande gioia perche le permette di
entrare nel mondo delle cose: metalli, liquidi, pietre, alberi. . . E
se Nietzsche nel 1889 scriveva che “l’uomo si riflette nelle cose”, in
Natura morta, di Iosif Brodskij leggiamo:
4 Si veda P. Florenskij, “Organoproekcija”, Dekorativnoe iskusstvo SSSR,
1969, XII, pp. 39-42.5 Si veda V. Toporov, “Prostranstvo i tekst”, Idem, O mifopoeticeskom
prostranstve, Genova 1994, pp. 17-125.6 Citato in T. Civ´jan, “K semantike i poetike vesci (neskol´ko primerov
iz russkoj prozy XX veka)”, Aequinox , Moskva 1993, p. 218.
K. Margolis, Icone quotidiane
Gli uomini e gli oggetti ci circondano.
Ci dilaniano gli occhi gli uni e gli altri.
meglio vivere al buio.
[. . . ]
Io non sono degli uomini.
Mi e ostile il loro aspetto.
[. . . ]
Piu gradevoli son gli oggetti. In essi
non c’e male, ne bene esternamente.E a penetrare in loro, neanche dentro.
[. . . ]
Cade dal nostro mondo di parole
l’oggetto, offrendoci, come sorpresa,
la somma dei suoi angoli.
Non sta fermo l’oggetto e non si muove.
Noi deliriamo. La cosa e lo spazio
che occupa la cosa7.
ULIVO
Cera, collage, tecnica mista su compensato, cm 18x24
7 I. Brodskij, Izbrannye stichi 1962-1989, Moskva 1990 (trad. it. Fermatanel deserto, a cura di G. Buttafava, Milano 1979, pp. 103-107).
♦ ISTALLAZIONE. COSE DI DACIA ♦Per quella stessa via, per lestesse contrade degli angeli
andavano, mescolati alla folla.L’incorporeita li rendeva
invisibili, ma a ogni passolasciavano l’impronta d’un
piede.
BORIS PASTERNAK
Mi e capitato di crescere aPeredelkino, vicino a
Mosca, nella dacia cheapparteneva a Pasternak.
In un certo senso hovissuto nello spazio fisicodel Doktor Zivago, a cui
debbo tanto. Le poesiecontenute nel romanzo
sono state scritte aPeredelkino quasi “dal
vero” e anche lo sfondostorico del romanzo
prosegue nel tempo dellamia infanzia. Forse
proprio per questo miconsidero piu un abitante
che un lettore di questolibro. Tutte le cose, i
rumori e le immagini delladacia sono ormai
inseparabili dalle parolestesse che a loro voltadivengono immagini.
Per me tutto e iniziato dalı. La dacia della mia
infanzia mi si offre comelibro di poesie.
Pagine-lenzuola appesealle righe.
Metrica di passi su sentiericoperti di neve.
Rime di alberi lungo ilvialetto. Campo sconfinato
di significati dietro ilcancello, che ancora sto
attraversando.E le cose diventano parole.
Da vedere.Da toccare.Da sentire.Da capire.
Po to� �e doroge, qrez
�tu �e mestnost~. Xlo
neskol~ko angelov v guwe
tolpy.Nezrimymi delala
ih bestelesnost~, No xag
ostavl�l otpeqatok
stopy”.
B. Pasternak
Tak sluqilos~, qto do
xkoly � rosla na daqe
Pasternaka v
Peredelkine, nedaleko ot
Moskvy. I tem samym
otqasti v fiziqeskom
prostranstve romana
“Doktor �ivago”,
kotorom � stol~kim
ob�zana. Tem bolee, qto
stihi iz romana napisany
v Peredelkino poqti qto
“s natury”, a
istoriqeski� fon
“Doktora �ivago” plavno
perehodit v �pohu moego
detcyr stva. Navernoe
po�tomu, � owuwala seb�
skoree obitatelem,
ne�eli qitatelem �to�
knigi. A vse vewi, zvuki
i obrazy daqi u�e s
trudom otdelimy ot
stihov. Vse naqalos~ tam.
Daqa moego detcyr stva
predstavl�etcyr s� mne
stihotvornym sbornikom:
Stranicami bel~� na
verevkah strok
Metriko� xagov po
zasne�ennym alle�m
Rifmami derev~ev vdol~
allei
Beskra�nem polem smysla
za kalitko�
A vewi daqi – slovami.
Zrimymi, os�zaemymi,
zvuqawimi, napolnennymi
smyslom
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
COSE DI DACIA
L’istallazione e composta da disegni e quattrolibri-oggetti. Il loro insieme costituisce lo spazio
della casa.
VEWI DAQI
Install�ci� sosotoit iz qetyreh knigob�ktov. Vmeste oni obrazu�tprostranstvo doma.
K. Margolis, Icone quotidiane
. . . Poggiato allo stipite della porta, vado cogliendo nell’eco lontanoquanto la vita mi riserva. . .
B. Pasternak
LIBRO 1. CANCELLO
<Una tavola con una maniglia (la copertina) e una corda con le
pagine stese come biancheria.>
Aprire un libro come aprire una porta o uncancello sullo spazio altro, ricettacolo di testi e
immagini. Ancora soltanto una promessa in attesadi espressione. . .
. . . prislon�s~ k drevnemu kos�ku, � lovl� v dalekomotgoloske, qto sluqits� na moem veku. . .B. Pasternak
KNIGA 1. KALITKA<Doska s drevno� ruqko� (oblo�ka) i verevki cpriwepkamin na kotoro� krep�ts� stranicy.>
Otkryt~ knigu, kak otkryt~ dver~ ilikalitku iz drugogo prostranstva izkotorogo ravoraqiva�ts�, stihi irisunki. Iz-za dveri, gde vse ewetol~ko obewaet byt~.
♦♦ ♦♦
CAMPO DI NEVE
Cera, tecnica mista su compensato, cm 47x50
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
E lı accanto, mai visto sino allora, piu modesta d’un lucignolo allafinestrella d’un capanno, traluceva una stella sulla strada di Betlemme
B. Pasternak
LIBRO 2. NATALE/NATIVITA
<Una tavola con un ferro e un foro. Vi e inserito un lungo foglio
arrotolato, una tela.>
Un libro-immagine. Natale. Infanzia. Inverno.Madonna col bambino. I Magi che camminano
per il nostro campo coperto di neve. . .
A r�dom, nevedoma� pered tem Zastenqive� ploxki vokonce storo�ki Mercala zvezda na puti v VifleemB. Pasternak
KNIGA 2. RO�DESTVO<Doska s �eleznym uhvatom i kruglo� prorezi, vkotoro� torcom krepits� svernuty� dlinny� list –holwova� stranica.>
Kniga-obraz. Ro�destvo. Detstvo.Zima. Bogomater~ s Mladencem.Peredelkinskoe pole za kalitko�, pokotoromu idut volhvy.
K. Margolis, Icone quotidiane
che in questo terribile frattempo avro raggiunto la massima pienezzaper il momento della resurrezione
B. Pasternak
LIBRO 3. STUFA
<Uno sportello apribile di stufa. Dentro fogli dai bordi bruciati. . . >
Stufa-libro.Stufa-memoria.
Stufa-casa.La cara stufa della mia infanzia, ma anche sorella
delle terribili stufe del XX secolo: le stufe dellarivoluzione, della guerra civile, dei GULAG, dellaSeconda Guerra Mondiale e della Shoah. Parole e
vite bruciate. La stufa conserva le ceneri e donacalore. . .
. . . qto za �tot straxny� prome�utok � doVoskresen~� dorastuB. Pasternak
KNIGA 3. PEQKA<Stara� peqna� dverca-oblo�ka. Vnutri le�atm�tye obgorelye stranicy grafiki.>
Peqka-kniga.Peqka-pam�t~.Peqka-dom.�to i u�tna� peqka detstva, no ona �esestra straxnym peqam HH veka:revol�cii, i gra�dansko� vo�ny,GULAGa, vo�ny i Holokosta.So��ennye slova i�izni. Peqkahranit ih pepel i otdaet ih teplo. Igreet segodn�xnih.
♦♦ ♦♦
ADDIO
Collage, inchiostro, penna stilografica, acquarello su carta, cm 24x32
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
A mia sorella Ira
LIBRO 4. LIBRO DI VIAGGIO
VALIGIA
<Una valigia aperta contenente uno schermo>
Sullo schermo si proiettano le immagini al ritmodi gocce cadenti – sono le foto della dacia. Sopra lacorda e appesa una pagina – l’ultima o la prima. . .
Moe� sestre Ire
KNIGA 4. Doro�na� kniga.Qemodan<Otkryty� qemodan s �kranom.>
Na �krane v ritme pada�wix kapel~proeciru�ts� izobra�eni� –fotografii daqi. Na verevke visitstranica – posledn��. Ili perva�. . .
K. Margolis, Icone quotidiane
♦ PITTURA ♦
IRA. TRITTICO I. PRIMAVERA IN OSPEDALE
collage, tecnica mista su compensato, cm 18x30
IRA. TRITTICO II. ROMASKOVO
collage, tecnica mista su compensato, cm 18x30
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
IRA. TRITTICO III. AGOSTO
collage, tecnica mista su compensato, cm 18x30
a
SECCHIO
collage, tecnica mista su compensato, cm 45x50
K. Margolis, Icone quotidiane
a
ANNI ’70. MEMORIA
collage, tecnica mista su compensato, cm 18,5x30
PRESENTAZIONE
acquarello su carta, tecnica mista su vetro, cm 33x44
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
INCONTRO
acquarello su carta, tecnica mista su vetro, cm 26x51
a
VOLTO
acquarello su carta, tecnica mista su vetro, cm 26x51
K. Margolis, Icone quotidiane
a
SABATO SERA
tecnica mista su compensato, cm 85x35
DUE SALMI. I. SALMO 70
acquarello, cera su carta, cm 18x26
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
DUE SALMI. II. SALMO 71
acquarello, cera su carta, cm 18x26
a
L’UOMO
tecnica mista su tela, cm 20x30
K. Margolis, Icone quotidiane
a
L’ENTRATA A GERUSALEMME
tecnica mista su compensato, cm 45x50
AGLONA
cera, tecnica mista su compensato, cm 45x50
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
VASCA IN GIARDINO
cera, tecnica mista su compensato, cm 45x50
a
TARUSA
tecnica mista su tela, cm 25x40
K. Margolis, Icone quotidiane
a
PINI D’AUTUNNO
tecnica mista su tela, cm 20x30
IN ATTESA
tecnica mista, cm 64x93
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
♦ GRAFICA ♦
DACIA
acquarello, penna stilografica su carta, matita, cm 20x28
a
COSE D’ESTATE
acquarello, penna stilografica su carta, cm 24x35
K. Margolis, Icone quotidiane
a
TERRAZZA
acquarello, penna stilografica su carta, cm 22x25
a
MELO
acquarello, penna stilografica su carta, cm 22x25
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
a
VASCA NEL GIARDINO
acquarello, penna stilografica su carta, cm 22x25
a
CANCELLO
acquarello, penna stilografica su carta, cm 24x35
K. Margolis, Icone quotidiane
a
UN VECCHIO MELO
acquarello, penna stilografica su carta, cm 24x35
a
BARACCA
acquarello, penna stilografica su carta, cm 24x35
eSamizdat 2007 (V) 3 ♦ Intersezioni ♦
a
BOLLITORE
acquarello, penna stilografica su carta, cm 24x35
K. Margolis, Icone quotidiane
Personale di Katia Margolis
A cura di Silvia Burini
katia.margolis.ru
MOSTRE
Collettive
- Scuola del Design Grafico (Mosca)
Biennale di Calcografia (Venezia, Pa-
lazzo delle Prigioni)
Artista-in-Formato Venezia, Galleria
Venezia Viva
Art-Manege (Moscow)
Sixty Square Inches (Perdue Universi-
ty Galleries, USA)
Gallery “Europe”, USA
Personali
Mosca, Museo Okudzava,
Mosca, Museo Cukovskij,
Mosca, Centro Studi Italiani,
Russian Reflections, Washington DC, Rus-
sian Cultural Center, giugno
Cose di dacia, Venezia, Ca’ Bernardo, Univer-
sita Ca’ Foscari, marzo
Private gallery, Venezia, maggio
Icone quotidiane, Venezia, SPAZIOEVENTI
– LIBRERIA MONDADORI, Galleria “In
Paradiso”, - novembre
BIOGRAFIA
Nata nel a Mosca, laureatasi in lingui-
stica nel , Katia Margolis ha poi conti-
nuato gli studi in Australia e Italia. Si dedica
alla pittura, alla grafica e all’illustrazione e al
design dei libri. Vive e lavora a Venezia.
CONTATTI:
ART-NORKA studio artistico San Marco
2922 a Venezia (VE) 30124 Italiatel. +39
347 507 3618
e-mail: katia-margolis@libero.it