Post on 02-May-2015
“Dove è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore”,
aveva detto un giorno Gesù.
E quella notte il giovane Alberione
capì chiaramente
dove era il suo cuore e il suo
tesoro.
Non si accorgeva che il tempo passava: un’ora, due ore, tre ore, quattro… Cavaliere innamorato sostava vigile, irresistibilmente attratto dall’Ostia santa solennemente esposta nel Duomo di Alba.
Una luce lo avvinceva e gli feriva il cuore per sempre.
Si, era decisamente innamorato.
Quella notte di preghiera in cui la mente vagava nel futuro generò un sogno e una passione forte, un bisogno dirompente di far conoscere l’Amato non solo ai pochi devoti che frequentavano le chiese, ma alle grandi moltitudini di uomini e donne che ricercano la verità camminando al buio.
Bisognava valorizzare tutti i mezzi della scienza e del progresso, le nuove tecnologie della comunicazione e in prima istanza la santità di nuove schiere di apostoli.
Mirava in alto, sognava ardito… E soprattutto era testardo.
Ma un adolescente testardo e innamorato che sogna grandi cose, ha tutta la stoffa per essere santo. Come l’apostolo Paolo!
Ardito il sogno di Giacomo Alberione:
essere Paolo oggi.
Ma non da solo.
Pensava in grande,
pensava moltiplicato per dieci,
pensava “Famiglia Paolina”.
I sogni dei ragazzi testardi e innamorati, Dio li prende sul serio.
E fu così che cominciò una delle avventure più belle del secolo;
l’avventura di Don Alberione
e della Famiglia Paolina.
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