DISTURBI DEL COMPORTAMENTO - Istituto Comprensivo ... DEL... · raggruppate e classificate come...

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IC TRAVAGLIATO A.S. 2015/16 MARIO RENICA

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO

IC TRAVAGLIATO A.S. 2015/16 MARIO RENICA

Insieme eterogeneo di condotte socialmente

disfunzionali, che si caratterizzano

genericamente per una mancanza di controllo in

diversi ambiti o livelli, e che possono essere

raggruppate e classificate come “disturbi

esternalizzanti del comportamento”: i bambini

imparano a dirigere verso l’esterno le loro

emozioni critiche sotto forma di oppositività,

impulsività, iperattività e rabbia.

Cosa sono ?

Acquistapace/ Ruffoni

IC TRAVAGLIATO A.S. 2015/16 MARIO RENICA

• Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD)

• Disturbo oppositivo provocatorio (DOP)

• Disturbo della condotta (DC)

Quali sono ?

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Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività(ADHD)

Organizzazione e controllo dei processi cognitivi

Concentrazione ed attenzione sostenuta

Impulsività

Motivazione e fiducia nell’impegno e nello sforzo

Comportamento motorio

Emozioni

Autostima

Pianificazione e problem solving

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Spesso va in collera / Spesso litiga con gli adulti

Spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le

richieste o regole degli adulti

Spesso irrita deliberatamente le persone

Spesso accusa gli altri per il proprio comportamento o

errori

È spesso suscettibile o irritato dagli altri

È spesso arrabbiato e rancoroso

È spesso dispettoso e vendicativo

DOP: COMPORTAMENTO OPPOSITIVO PROVOCATORIO

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AGGRESSIONI A PERSONE O ANIMALI (fa il prepotente, minaccia o intimorisce gli altri; dà inizio a colluttazioni fisiche; ha usato un’arma; èstato fisicamente crudele con persone/ animali; ha rubato affrontando la vittima; ha forzato qualcuno ad attività sessuali)

DISTRUZIONI DELLA PROPRIETA’ (ha deliberatamente appiccato fuoco; ha deliberatamente distrutto proprietà altrui)

FRODE O FURTO (è penetrato in un edifico, un domicilio, o auto altrui; spesso mente eraggira gli altri; ha rubato articoli di valore senza affrontare la vittima)

GRAVI VIOLAZIONI DI REGOLE (spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni; marina la scuola; è fuggito da casa di notte)

DISTURBO DELLA CONDOTTAconsiderato spesso la prosecuzione del DOP A causa di comportamenti più gravi e persistenti.

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Caratteristiche comuni

Difficoltà scolastiche

Difficoltà di socializzazione

Bassa stima di sé

Resistenza alla disciplina

Tratti oppositivi e provocatori

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-BIOLOGICI

- FAMILIARI

- AMBIENTALI

Fattori di rischio diversi che porterebbero al DOP

Studi sistematici da pochi anni, quindi si parla di teorie e non di evidenze scientifiche.

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FATTORI BIOLOGICIquelli rilevati riguardano i LOBI FRONTALI

il sistema di attivazione del comportamento più attivo della norma (Arousal)

sistema di inibizione del comportamento meno attivo della norma

porta ad unascarsa capacità di controllo e regolazione delle azioni

correlate

BASSO LIVELLO DI SEROTONINA eALTO LIVELLO DI TESTOSTERONEil quale accentuerebbe lo stato di irrequietezza e aggressività.

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Un arousal molto sensibile potrebbe essere, quindi, la causa che induce il soggetto oppositivo ad essere sempre irascibile e pronto a reagire in manieraesagerata ad ogni piccola provocazione

I comportamenti aggressivi e disturbanti sono basati su DIFFICOLTÀ METACOGNITIVE

E DI MENTALIZZAZIONE

In questi bambini in sostanza i deficit NON consentirebbero loro di sviluppare un’adeguata

CONSAPEVOLEZZA DEGLI STATI MENTALI ALTRUIe quindi, un’appropriata considerazione

dei loro bisogni e sentimenti.

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FATTORI FAMILIARI

1 Famiglie in cui almeno un genitore:

- ha alle spalle una storia di Disturbo dell’Umore - ha un pregresso in uno dei disturbi da

comportamento dirompente

- presenta segni di disturbo correlato all’uso di sostanze illecite

2 Depressione materna associata a comportamenti coercitivi e ridotte interazioni positive.

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FATTORI AMBIENTALI

LO SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO

MODELLI AGGRESSIVI TRASMESSI DAGLI ADULTI

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IL BAMBINO NON SI COMPORTA COSÌ

INTENZIONALMENTE,

CIOÈ CON COGNIZIONE DI CAUSA,

NON E’ RESPONSABILE

DEI SUOI COMPORTAMENTI

Consapevolezza 1

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L’ oppositività, se non gestita con criterio, porterebbe ad innescare quello che viene definitoCICLO DISFUNZIONALE .

Consapevolezza 2

I CICLI INTERPERSONALI DEFINITI DISFUNZIONALI,SONO QUEI CICLI COMUNICATIVI IN CUI ADULTO E BAMBINO ENTRANO IN COMPETIZIONEAUMENTANDO AGGRESSIVITÀ E VIOLENZA.

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A COSA SERVE UN COMPORTAMENTO INADEGUATO?COSA OTTIENE IL BAMBINO?

Consapevolezza 3

1.Ottenere l’attenzione, l’aiuto, la reazione degli altri

2. Fuga / evitamento di situazioni spiacevoli

3. Ottenere gratificazioni concrete: oggetti, attività

4. Ripristinare un “equilibrio” interno (ipo-attivazione)

5. Risposta alla noia, alla frustrazione, espressione di rabbia o di un’altra emozione

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Linee guida di intervento

EVITIARE DI RISPONDERE ALLE PROVOCAZIONI UTILIZZANDO

LA STESSA MODALITÀ COMUNICATIVA

STABILIRE DELLE PRIORITÀ

EVITARE CASTIGHI FERREI E UMILIANTI

LODARE COMPORTAMENTI POSITIVI anche minimi

NON AVERE FRETTA

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Principi generali di intervento

COSTRUIRE UN RAPPORTO PERSONALE

PRIVILEGIARE I PREMI ALLE PUNIZIONI

UTILIZZARE UN SISTEMA A PUNTI

PUNIRE SOLO I COMPORTAMENTI PIÙ’ GRAVI

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IL GRANDE DILEMMA DELL’INTERVENTO EDUCATIVO

SCIENZA DEL COMPORTAMENTO

Due macro-aree su cui è necessario intervenire sono

- la relazione sociale/interpersonale

-il rispetto delle regole/consegne.

L’INTERVENTO COINVOLGE IL SINGOLO E IL GRUPPO.

Segue il principio secondo il quale i comportamenti, sia quelli adattivi che quelli disadattivi, vengono appresi attraverso le interazioni sociali.

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Sapere dove andare

L’analisi funzionale osserva e valuta

la circolarità delle interazioni,

delle comunicazioni e delle azioni-reazioni che

coinvolgono il comportamento problema

dell’alunno, quello degli altri e

il livello di stimolazioni e attività ambientali

L’ANALISI FUNZIONALE

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Sapere dove andare

L’ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO

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Sapere dove andare

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L’obiettivo non vuole essere quello di

evidenziare i comportamenti

negativi, quelli cioè che devono essere

diminuiti attraverso l’uso di strategie, ma

anche quello di aiutare gli osservatori ad

individuare quelle condotte positive che

necessitano di maggiori rinforzi.

Sapere dove andare

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Occorre saper attivare le risorse e le

competenze del gruppo, svincolandosi da un

rapporto individuale con l’alunno in difficoltà,

restituendo l’oppositore ai suoi coetanei.

Restituire il distributore alla classe, significa

imparare ad utilizzare gli spunti problematici e

le inquietudini come elementi di lavoro che il

gruppo si assume.

Daniele Novara

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IL GRANDE DILEMMA DELL’INTERVENTO EDUCATIVO

STRATEGIE DI INTERVENTO

CONTROLLO DEGLI ANTECEDENTI

CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO

CONTROLLO DEI CONSEGUENTI

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CONTROLLO DEGLI ANTECEDENTI

Regolarità

Prevedibilità

Regole

Anticipazione

Organizzazione dell’aula

Organizzazione dei materiali

Attività routinarie

Organizzazione del lavoro

Attività di transizione e momenti liberi

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PREVEDIBILITA’ = PREPARARE

Routine, rituali = regolarità

Programmi della giornata, delle attività

Uso di segnali visivi che forniscano chiareindicazioni: immagini, foto, disegni

Vedere il tempo

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CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO

Training sull’attenzione

Istruzioni visive

Training su abilità sociali

Le regole efficaci

1- espresse come proposizioni, non divieti2- descrivono le azioni in modo operativo3- poche, brevi, semplici e chiare4- usano simboli, disegni, foto colorate5- concordate con i bambini

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Per insegnare abilità socio relazionali di base vaavviato un percorso strutturato di gruppo con leseguenti procedure:

– modeling (osservazione di un modello che emette un comportamento)

– il role playing (la simulazione di un ruolo da parte del bambino)

– il feedback (l’informazione retroattiva) sul comportamento emesso

– la generalizzazione degli apprendimenti in altri contesti

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Tale metodologia prevede una sorta di

«messa in scena»

più o meno mediata dal trainer

delle situazioni-problema,

in modo da poterle sperimentare e,

in seguito, generalizzare più facilmente in

ambito scolastico, domiciliare, sportivo, ecc.

Role-playing.

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Letteralmente «prendere come modello», rappresenta la tendenza dell’allievo, che ha stabilito un’alleanza, di osservare, impadronirsi e riprodurre specifici comportamenti (e competenze).

Modeling.

Grazie a telefonini, fotocamere, webcam…, possiamo utilizzare oggi il videomodeling.

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Letteralmente «modellaggio», rappresenta quella modalità che consente di arrivare a un obiettivo in modo progressivo, allo stesso modo con cui si «modella» un vaso, attraverso il rinforzo sistematico dei comportamenti che più si avvicinano a quello desiderato.

Shaping.

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La scelta del percorso di gruppo è stata inoltre supportata dalla convinzione che il rinforzo sociale dei pari risulta piùefficace di quello promosso dall’adulto in una situazione diadica e che l’apprendimento dal vivo sia fondamentale nella costruzione delle abilità relazionali interpersonali e delle competenze sociali del bambino.

(Lambruschi, 2004).

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CONTROLLO DEI CONSEGUENTI

Gratificare

Token economy

Ignorare - estinzione

Costo della risposta

Time out

Automonitoraggio

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Come si insegna gradualmente un’abilitàcognitiva, esempio leggere, allo stesso modo va allenata la capacità di controllare l’attenzione (“occhi e orecchie”) e l’attività(“mani e piedi”), spezzettando la meta in micro-obiettivi

Di solito si rinforza chi riesce già … però … ècome dare l’antibiotico ai bambini sani (i piùabili che sentendosi sempre dire “bravo” si indeboliscono e al primo insuccesso crollano), anziché ai malati (coloro che non riescono mai, ma necessitano di accumulare piccoli successi e gratificazioni)

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TOKEN ECONOMY

SERVE PERRinforzare tutti i piccoli e grandi successi

Spostare l’attenzione sui successi ed evitare di rinforzare – con l’attenzione negativa - gli insuccessi

COMEAttraverso i gettoni (simboli) si premia il bambino ogni volta che emette il comportamento desiderato

A scadenze predeterminate vengono scambiati i “token”con i premi stabiliti

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Trova applicazione sia nel rapporto individuale sia nel contesto di gruppo;

si fonda sull'attribuzione o la sottrazione di un rinforzo simbolico al manifestarsi di un comportamento adattivo o disfunzionale prestabilito.

I token devono essere agevolmente manipolabili o conteggiabili e commutati in rinforzo in momenti appositamente predisposti per questa azione.

Sotto il profilo operativo, è preferibile che lo scambio token-rinforzo abbia una frequenza elevata nelle fasi iniziale dell’intervento, e che si operi poi ad una sua progressiva diminuzione.

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Le attività per le quali l’allievo mostra una minore

disponibilità dovranno essere maggiormente

premiate delle attività verso le quali esiste invece

una maggiore attrazione.

Questo rapporto tra gravosità del compito da

eseguire e numero di token guadagnati corrisponde

al principio di equità, secondo cui maggiore è la

fatica o il lavoro necessario per l’esecuzione di una

determinata attività, maggiore dovrà essere la

ricompensa.

Meazzini, 1997

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Time Out

Generalmente questo comporta che la persona sperimenti per un certo periodo di tempo una condizione di isolamento.

Questa procedura, sebbene risulti efficace nel bloccare i comportamenti aggressivi, rischia di compromettere il rapporto affettivo e interpersonaletra gli attori dell'intervento educativo.

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Il costo della risposta = perdita di punti(token economy)

- Comunicato in anticipo al bambino o concordato con lui

- Proporzionale all’azione inadeguata

- Corredato da informazioni chiare circa il comportamento del bambino

- Controllabile nella sua applicazione

- Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione

- Il guadagno superiore alla perdita …

il bambino non deve andare in rosso!!!

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Per l'area relativa al rispetto delle regole/consegne è necessario focalizzarsi sulla costruzione di un repertorio comportamentale

adeguato – non in possesso della persona – e sul conseguente incremento della frequenza.

Il raggiungimento di queste mete educative

è facilitato dall'impiego del prompting.

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Il prompting, o suggerimento, costituisce una

tecnica di controllo dello stimolo volta

contemporaneamente a incrementare

dell’emissione dei comportamenti funzionali e alla

diminuzione di quelli disfunzionali; i prompt

possono essere di tipo verbale, gestuale, figurale,

fisico e modellante.

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I prompt verbali sono parole Diretti: una consegna rivolta al destinatario - ad esempio Siediti -

Indiretti: consegne espresse sotto forma di domandaad esempio Ricordi come devi proseguire ?

I prompt gestuali sono costituiti da tutti quei movimenti tesi a fornire informazioni sul comportamento da mettere in atto (comportamento funzionale) o da interrompere (comportamento disfunzionale).

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I prompt figurali sono immagini fisse o in movimento nelle quali viene illustrato il comportamento che deve essere appreso

I prompt fisici sono veri e propri supporti e si erogano nel momento in cui si è in presenza di una difficoltà fisica che impedisce l’esecuzione agevole di azioni o movimenti.

I prompt modellanti sono costituiti da esempi forniti da persone presenti nel setting, oppure presentati attraverso immagini (ad esempio filmati), i cui comportamenti devono essere imitati.

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Sostanzialmente, il prompting – in tutte le sue

varianti – offrendo aiuti in grado di controbilanciare la

componente relazionale con l'attività osservativa e

imitativa, si adegua alle caratteristiche tipiche del

Disturbo Oppositivo Provocatorio poiché abbassa il

grado di frustrazione connesso all'interazione sociale

e stabilizza l'autostima su livelli accettabili.

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AUTOMONITORAGGIO

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“…non possiamo fare a meno di accennare all’importanza che assume il lavoro cooperativo.Le attività di gruppo, si rivelano ottimi strumenti in grado di promuovere non solo la socializzazione, ma anche lo sviluppo morale e cognitivo. Un loro sistematico impiego nelle scuole e nei contesti educativi, quindi, può aiutare a prevenire e a contrastare diverse tipologie di problema…”

Ass. Nessuno Ostacoli l’Apprendimento

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