Post on 01-May-2015
DDAI: Deficit di Attenzione e dell’Iperattività
Dr.ssa Barbara Arfé
Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale
Facoltà di Scienze della Formazione
Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
La diagnosi
DSM-IV TR: Disturbo da deficit di attenzione e iperattività
ICD 10: Disturbo dell'attività e dell'attenzione
Incidenza: 7%. Maggiore tra i maschi (4:1 9:1)
A seconda del manuale diagnosi diverse:
DSM-IV-TR: sottotipi
ICD-10: sintomatologia combinata, con prevalenza di sintomi da disattenzione
Diverse comorbidità
Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
A lungo domina incertezza e ambiguità sul piano
diagnostico.
Il disturbo non viene facilmente riconosciuto.
Si preferisce l'etichetta generica di “disturbo
della personalità”
La diagnosi
Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
Criteri diagnostici generali:
Pervasività: numero minimo di sintomi
Persistenza: i sintomi devono presentarsi per un minimo di due mesi
Precocità: devono presentarsi prima dei 7 anni (DSM-IV-TR), già dai 3 anni (ICD 10)
Esito: devono compromettere il funzionamento scolastico e sociale
Specificità: non devono essere associati a disturbi generalizzati dello sviluppo
La diagnosi
Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
Classificazione nosografia
La più recente del DSM-IV-TR suddivide il disturbo in
tre distinti sotto-tipi:
Disattento
Iperattivito - Impulsivo
Combinato
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Disattenzione
Difficoltà a prestare attenzione ai dettagli
Difficoltà a mantenere l'attenzione
Distraibilità
Iperattività
Difficoltà a organizzare le attività o un compito
Instabilità motoria
Verbosità
Impulsività
Parlare/agire in modo impetuoso
Caratteristiche
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Aspetti evolutivi
Prime manifestazioni cliniche rilevanti 3-4 anni (segni precoci
del disturbo in tratti temperamentali del bambino)
Casi con sintomatologia tardiva: 6-7 anni (età limite)
Manifestazione evolutiva: mediata da variabili cognitive globali,
relazionali, contestuali, comorbidità con altri disturbi.
Fattori critici: modificazioni rilevanti nelle richieste ambientali
(ingresso a scuola)
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Fasi evolutive PrecociPrecoci: irritabilità alla nascita, irrequietezza, irregolarità nei ritmi sonno-
veglia [valutazione prospettica del rischio/valutazione retrospettiva
anamnestica]
Primi tre anni di vitaPrimi tre anni di vita: imprevedibilità delle risposte comportamentali, difficoltà
educative, impulsività, scarsa resistenza alla frustrazione, etc.
Scuola maternaScuola materna: maggiore caratterizzazione del disturbo (maggiori difficoltà
di pianificazione, difficoltà a procastinare, etc.)
Scuola elementareScuola elementare: immaturità nel comportamento
AdolescenzaAdolescenza: attenuazione quadro sintomatologico e comparsa di alcuni
quadri psicopatologici da esito (depressione, ansia, condotta antisociale)
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All'osservazione Gioco libero: motorio/spostamento continuo
dell'attenzione/semplice (stereotipato?)
Situazioni strutturate: regole e regolarità
Incostanza/variabilità del comportamento e della prestazione
Con l'età: diminuzione dell'iperattività vs insofferenza,
impazienza
Complessi gli apprendimenti scolastici ma anche gli
apprendimenti sociali (bassa autostima, tendenza all'azione,
labilità dell'umore, aggressività)
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La comorbiditàPresente nel 70% dei casi
Quadro clinico eterogeneo e confuso: Caratteri nucleari e definiti Caratteri variabili Comorbidità (DOP, DC, DSA, RM, Disturbi della sfera
emotiva)
Diagnosi differenziale: Ritardo evolutivo della coordinazione motoria e/o linguistico Ritardo evolutivo generalizzato Insufficienza mentale lieve
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Fattori prognostici
Età a cui il bambino viene sottoposto alla valutazione clinica
Comorbidità
Fattori legati al contesto sociale e familiare (stili, concezioni,
credenze, etc.)
Tratti temperamentali del bambino
Endofenotipi (rischio): caratteristiche legate a fattori genetici,
tipiche del comportamento del bambino e altri familiari
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Le cause Ipotesi genetica? Vulnerabilità genetica
Funzionalità neuro-anatomica: regioni prefrontali, cervelletto (circuito neuro-biologico
la cui funzionalità è alimentata da neurotrasmettitori quali dopamina e noradrenalina)
Ipotesi neuropsicologiche:
Modello energetico-cognitivo (Sergeant et al., 1990): Deficit nel sistema sovra-
ordinato (Funzioni Esecutive), mentre è preservato il circuito arousal-decodifica
Modello ibrido (Berkely, 1997): Deficit dei processi di inibizione che genera una
serie di esiti visibili sul piano comportamentale
Modello dei tre network (Swanson & Hoskyn, 1998):
Esecuzione/controllo Mantenimento allerta Orientamento
Modello a due vie (Sonuga-Barke, 2003)
Defici del controllo inibitorio (comportamentale e cognitivo) Stile motivazionale (tolleranza all'attesa)
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Le difficoltà della diagnosi
Il setting: contesto eterocontrollato (sui generis)
Osservazione comportamentale in contesti di vita diversi
Valutazione e approfondimento:
Fonti multiple (genitore, insegnante, bambino)
Intervista al bambino (consapevolezza del disturbo, vissuti, credenze e
convinzioni)
Valutazione (neuro-psicologica e degli apprendimenti)
Osservazione clinica in contesti di vita (relazione tra comportamento,
antecedenti e conseguenze)
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Trattamento Rivolto al bambino:
Farmacologico (metilfenidato, atomoxetima) Comportamentale Combinato
Effetti a lungo termine? Disegnato in base all'età: comportamentale vs metacognitivo
(auto-regolazione) Multifocale Rivolto al contesto:
Parent training Informativo/Consulenza (insegnanti)
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Tecniche Comportamentali: modificazione del
comportamento (rinforzo: token economy). Necessità
di feedback immediato e contingente
Tecniche Cognitive: modellamento/autoistruzioni
verbali e problem solving/ aspetti attribuzionali e
motivazionali
Trattamento
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