Post on 16-Feb-2019
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Contiene casi di studio
Spencer Bright
ImunoBran
e la lotta per rafforzare
il sistema immunitario
Immunomodulazione e i suoi
benefici per i pazienti ammalati di cancro
Prefazione del
Dr. Anthony Soyer M.B., B.S.
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Spencer Bright
ImunoBran
e la lotta per rafforzare
il sistema immunitario
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Copyright © Japan Functional Food Research Association (JAFRA) 2006-09-04
Editore: Merima Nikocevic Ibrahimpasic
Correttore delle Bozze: Geer Hunter
Disegno di Copertina: Zlatko Havoic
Disegno pagina interna e tipografia: DD Studio
Editato e stampato da Planetopia, 2006, Zagrabia, Croazia
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro potrà essere riprodotta in alcun modo ed in
nessuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, se non per alcune brevi citazioni riportate
in articoli o recensioni.
ISBN 4-9903039-0-3
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Spencer Bright
ImunoBran
e la lotta per rafforzare
il sistema immunitario
Immunomodulazione e i suoi
benefici per i pazienti ammalati di cancro
Prefazione del
Dr. Anthony Soyer M.B., B.S.
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INDICE
PREFAZIONE
INTRODUZIONE
IL SISTEMA IMMUNITARIO
Due sistemi
Riconoscimento
Mediazione del sistema immunitario
ImunoBran e il sistema immunitario
FIBRE ALIMENTARI E ImunoBran
Fibre alimentari
Carboidrati
Il collegamento fra fibre alimentari e carboidrati
Il collegamento con ImunoBran
AFFRONTARE I PROBLEMI DI SALUTE
COME SI È ARRIVATI A IMUNOBRAN
IL VALORE DI IMUNOBRAN COME FUNCTIONAL FOOD
PROVE DI RICERCA SULL’EFFICACIA DI IMUNOBRAN
AUMENTARE L’ATTIVITÀ DELLE CELLULE
NATURAL KILLER
AUMENTARE L’ATTIVITÀ DELLE CELLULE NATURAL
KILLER NEI PAZIENTI AMMALATI DI CANCRO
Proprietà anticancerogene: cancro al seno
Proprietà anticancerogene: cancro della pelle
Proprietà anticancerogene: leucemia
Pazienti con cancro avanzato
Inibire la crescita del cancro
Aumento dell’attività anti-tumorale delle cellule natural killer
Ammalati di cancro con bassa attività NK
Contrastare gli effetti della chemioterapia
Aumentare la produzione di interferone
Effetti antiossidanti
Rafforzare il sistema immunitario
Normalizzare l’attività delle cellule natural killer
Disfunzioni epatiche
Protezione dai prodotti chimici
Rafforzare il sistema immunitario
COSA DICONO I MEDICI
Dr. Patrick J. Kingsley
Dr. Ben Pfeifer
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Dr. Julian Kenyon
Professor Serge Jurasunas
Dr. Roger Lichy
CASI DI STUDIO
Cancro alla vescica
Cancro nasofaringeo
Cancro alla gola
Cancro allo stomaco
Carcinoma gastrico
Leucemia
Linfoma follicolare Non-Hodgkin
Carcinoma ovarico
Cancro al colon con metastasi al fegato
Cancro al colon
Cancro della pelle (melanoma)
Cancro prostatico
Cancro al seno
Melanoma maligno (gamba destra)
Cancro al polmone
Cancro diffuso ai polmoni
Mieloma multiplo (cancro diffuso al midollo osseo)
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
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PREFAZIONE
Quando ci chiediamo “che cosa è la salute?”, di solito ci troviamo a fronteggiare un numero
sbalorditivo di possibili risposte.
Di certo la sola forma fisica non è salute. Tuttavia sentiamo che c’è una verità nascosta nell’idea
della forma fisica.
Un sistema immunitario in forma è parte integrante della nostra salute. Senza un sistema
immunitario attivo, le difese cellulari, cioè il sistema dei globuli bianchi che proteggono il nostro
corpo, vagano addormentate nei nostri tessuti. Ora l’attenzione scientifica è incentrata proprio sul
potenziamento dei meccanismi di difesa cellulare.
L’impressionante aumento dell’incidenza di cancro di tutti i tipi ha richiesto innovazione, inventiva
ed investimenti per approfondire la nostra conoscenza dell’immunità. È diventato imperativo creare
metodi pratici di supporto e di rafforzamento della funzione immunitaria.
Il nostro livello di immunità, o quanto attivo sia il nostro sistema immunitario, dipende sia dalla
qualità e dalla quantità di nutrienti nella nostra dieta, che dalla quantità di inquinanti presenti nel
nostro organismo. Individui con sistema immunitario debole tendono più facilmente a sviluppare
malattie, cancro compreso, perchè il corpo ha meno possibilità di difendere la sua integrità. Dato
che la forza del sistema immunitario dipende da fattori esterni, quali la dieta e l’inquinamento, in
molti tipi di cancro si può individuare un agente ambientale che agisce come elemento scatenante.
Uno dei componente chiave del nostro sistema immunitario è la cellula Natural Killer (NK). Questo
tipo di globulo bianco, o linfocita, viene prodotto dal midollo osseo (insieme a tutti gli altri tipi di
linfociti quali le cellule T e B) e matura con la cellula T nella ghiandola del timo. La produzione di
queste cellule di difesa viene aumentata dalla presenza di cellule tumorali.
Di tutti i difensori del sistema immunitario, le cellule NK sono le più aggressive. Esse sono la spina
dorsale del sistema immunitario e la nostra prima linea di difesa contro le cellule mutanti e quelle
infettate dai virus, quali le cellule tumorali. Sono estremamente attive anche contro la recente
Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS), che minaccia la nostra salute.
Le cellule NK sono linfociti senza memoria immunologica e fanno parte del nostro innato sistema
immunitario. Ciò significa che agiscono per puro istinto, essendo pre-programmate per distruggere
le cellule infettate e cancerogene. Queste cellule costituiscono circa il 5-16% della popolazione
totale dei linfociti e sono interamente deputate a questo compito di ricerca e distruzione.
In ogni caso, le cellule NK non agiscono indiscriminatamente. Le cellule normali portano un
segnale e, se questo segnale viene trovato, le NK le risparmiano, dal momento che esso annulla il
loro impulso distruttivo. Se invece sulla cellula bersaglio manca il segnale, la cellula NK procede
con la suo azione distruttiva: si attacca all’obiettivo e rilascia una serie di soluzioni chimiche letali
che penetrano nella cellula anomala attraverso le pareti. I fluidi iniziano ad infiltrarsi e, alla fine, la
cellula va incontro a una vera e propria esplosione..
Le cellule NK si accumulano principalmente nei tessuti linfatici secondari - le tonsille, i linfonodi e
la milza – dopo essere stati prodotti dal midollo osseo. Qui le cellule natural killer aspettano
l’attivazione (probabilmente dopo stimolazione da parte di cellule sentinella dendritiche) prima di
iniziare ad agire in due modi distinti. Da una parte esse secernono prontamente citochine, piccole
proteine che agiscono da messaggeri intercellulari e che modulano le risposte dei linfociti T e B.
Dall’altra le cellule NK diventano dei potenti killer delle cellule tumorali o infettate da virus. Le
cellule NK sono una prima cruciale difesa contro molti agenti infettivi e cellule tumorali. La loro
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azione è per lo più discriminante, in quanto svolgono funzione di sorveglianza immunitaria,
esercitando un’azione citolitica spontanea su cellule tumorali e su cellule infettate da virus.
Occasionalmente però, le cellule NK non sono in grado di riconoscere come anomale le cellule
tumorali. Queste cellule tumorali non riconosciute, infatti, possono non possedere quelle proprietà
antigeniche che normalmente stimolano il sistema immunitario, oppure le cellule soppressore
possono limitare l’assalto delle cellule NK. La funzionalità delle cellule NK è di primaria
importanza per l’efficienza del sistema immunitario contro il cancro. Le cellule NK vengono
soppresse nel corso di malattie croniche, quali le malattie virali croniche, pertanto per un individuo
potrà essere necessario esaminare una gamma più vasta di fattori e non solo il numero totale delle
cellule NK.
E’ stato dimostrato che pazienti con tumori solidi e tumori molto gravi hanno una ridotta attività
delle cellule NK. Significativamente, una bassa attività delle cellule NK viene associata allo
sviluppo di metastasi. In pazienti con metastasi il tempo di sopravvivenza è direttamente correlato
al livello dell’attività delle cellule NK.
Durante la manipolazione chirurgica di un tumore primario, cellule potenzialmente maligne
possono essere rilasciate nella circolazione e svilupparsi in una metastasi secondaria. Inoltre gli
effetti soppressori degli interventi chirurgici e dell’anestesia sull’attività delle cellule NK possono
ulteriormente facilitare la sopravvivenza di cellule tumorali rilasciate dalla crescita del tumore
primario o metastatico e contribuire così ad aumentare ulteriormente l’incidenza delle metastasi.
Anche le radiazioni e la chemioterapia tendono a deprimere l’attività delle cellule NK, ed è pertanto
importante minimizzare gli effetti negativi su un sistema immunitario debole. Una bassa attività
delle cellule NK ha luogo anche nei casi di malattie autoimmuni e nella sindrome dell’affaticamento
cronico. E’ molto preoccupante che sia stato scoperto che molti comuni prodotti chimici
danneggiano, indeboliscono ed abbassano il numero ed la funzionalità delle cellule NK.
I modificatori della risposta biologica possono aumentare l’attivazione, la proliferazione o la
citotossicità delle cellule NK preesistenti. Le citochine, come l’interferone IL2 e IL12, i prodotti
batterici, le lectine e gli estratti vegetali, il fungo Coriolus versicolor, i funghi medicinali, il fattore
di trasferimento e gli antiossidanti, quali la vitamina C, sono molto potenti nell’aumentare le
funzioni immunitarie.
Si sta anche tentando di superare gli effetti soppressori della chirurgia e dell’anestesia sulle cellule
NK. Come già accennato, questa soppressione può ulteriormente facilitare la sopravvivenza di
cellule tumorali rilasciate dalla crescita dei tumori primari o metastatici e contribuire ad aumentare
l’incidenza delle metastasi. Pertanto piccole dosi di interferone e l’uso aggiuntivo di estratti vegetali
possono rivelarsi sicuri ed efficaci, se applicati in maniera opportuna, nella prevenzione di ulteriori
disseminazioni tumorali e di metastasi.
L’attivazione delle cellule NK può essere facilmente ottenuta tramite trattamenti con interferone,
attivatori di interferone, interleuchina-2 e coadiuvanti batterici. Comunque il costo è grande, sia in
termini monetari che in termini di effetti collaterali. Il desiderio di trovare delle alternative ha
portato alla ricerca di derivati di functional food capaci di produrre, senza effetti collaterali, effetti
positivi sull’attività delle cellule NK.
Questo libro focalizza la sua attenzione sul sostegno immunitario che deriva dall’uso di ImunoBran,
un estratto della crusca di riso. Nella ricerca sono stati evidenziati gli effetti benefici derivanti
dall’uso di ImunoBran sull’attività delle cellule NK. L’autore, Spencer Bright, è un esperto
giornalista britannico, che in questo libro ha raccolto molte interviste a medici e ricercatori di fama
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e a pazienti di tutto il mondo. Egli non ha preferenze e pregiudizi nei confronti dei rimedi naturali e
ha semplicemente riportato quanto gli è stato detto dalle persone coinvolte nell’uso di questo
integratore alimentare.
Io posso solo raccomandare di fare uso delle informazioni qui contenute e di trarre le vostre
conclusioni. Spero che farete uso di ImunoBran come parte integrante dei vostri protocolli di
sostegno immunitario. Senza dubbio funziona!
Dr. Anthony Soyer,
M.B., B.S.
Diagnostic Clinic
50 New Cavendish Street
London W1G 8TL
Londra, dicembre , 2004
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INTRODUZIONE
ImunoBran è un integratore alimentare con potente azione immunomodulante, cioè in grado di
rafforzare i sistemi immunitari indeboliti. La Daiwa Pharmaceutical lo ha sviluppato in Giappone
nei primi anni ’90. Da allora è diventato un integratore di prima scelta per i medici e per i loro
pazienti e un sostegno nei programmi di trattamento di malattie e disturbi che possono trarre
beneficio dall’ottimizzazione del sistema immunitario.
Il sistema immunitario non è solo la nostra difesa contro la malattie, ma anche il sistema tramite cui
il corpo mantiene la sua integrità e funzionalità. Fornisce le informazioni che regolano la vita di
tutti i giorni e che sono essenziali per mantenerci in vita. Quando noi usiamo i termini “salute” e
“vitalità”, in realtà ci riferiamo direttamente alla salute ed alla vitalità del nostro sistema
immunitario.
Gli scienziati considerano il sistema immunitario come “l’esterno” o “l’altro” sistema intelligente
del nostro corpo – diverso dal cervello e dal sistema nervoso. In effetti è leggermente ingannevole
usare i termini “esterno” e “altro”. Nuove ricerche hanno dimostrato che i due sono intimamente
connessi – una connessione che ha prodotto una nuova branca della medicina chiamata
psiconeuroimmunologia (PSI). Se ci sentiamo giù di tono, è molto facile che anche il nostro sistema
immunitario sia depresso, mentre se ci sentiamo in salute e felici, anche il nostro sistema
immunitario lo è. Non solo la nostra salute influenza le nostre emozioni – anche le emozioni
influenzano la nostra salute.
Alcune malattie – quali il cancro, l’AIDS e le infezioni – possono mettere sotto enorme pressione il
nostro sistema immunitario nel tentativo di riportare il corpo al suo stato di salute. Per ironia della
sorte, molti dei trattamenti previsti per queste condizioni hanno effetti collaterali che provocano un’
ulteriore depressione delle funzioni immunitarie. La chemioterapia e la radioterapia, ad esempio,
abbattono le difese immunitarie proprio quando sono più necessarie. Questo è il motivo per il quale
un numero crescente di medici sta usando integratori quali il ImunoBran per incrementare i
programmi di cura.
Questa è la storia del ImunoBran, di parte della ricerca che ci sta dietro e del perché è usato da un
grande numero di medici in tutto il mondo.
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IL SISTEMA IMMUNITARIO
Il termine “immunitario” deriva dal latino immunis, che significa “esente”, che nel contesto del
sistema immunitario si riferisce ad agenti estranei che invadono. Il sistema immunitario è il nostro
esercito collettivo – mille miliardi di globuli bianchi, midollo osseo, anticorpi, citochine e timo –
che aiutano a identificare e a distruggere i milioni di microbi (batteri, virus, parassiti e funghi) che
penetrano nel nostro corpo ogni giorno, nonché le migliaia di nostre cellule che diventano
geneticamente anormali o cancerogene. Compiendo questo lavoro, il nostro corpo mantiene la
propria integrità; senza questo sistema il nostro corpo morirebbe in pochi giorni.
Tutti gli animali – dall’ameba unicellulare agli esseri umani – posseggono un sistema immunitario.
In generale, più un organismo è complesso, più complesso è il suo sistema immunitario. I sistemi
immunitari umani sono complessi come i nostri sistemi nervosi e sono capaci di apprendere le
risposte a particolari malattie e a ricordare queste risposte anche a distanza di anni. Questa memoria
del sistema immunitario è, naturalmente, la base delle vaccinazioni – l’inoculazione di tossine della
malattia stimola una risposta immunitaria, in modo che, se la malattia reale ci assale qualche tempo
dopo, il sistema immunitario è già innescato per combatterla.
Due sistemi
Il sistema immunitario umano può essere diviso in due parti distinte che ci proteggono in modo
differente. Il primo è l’immunità naturale (o aspecifica) e il secondo è un’immunità acquisita. Il
primo è un riflesso o meglio un sistema di risposta automatica che è pre-progammato alla nascita
per proteggerci. Per esempio, se ci tagliamo c’è una immediata risposta infiammatoria, seguita da
un ammassarsi di macrofagi che fagocitano i batteri. Questa è una risposta aspecifica che avverrà
sempre allo stesso modo, qualsiasi sia la natura dell’infezione. L’attività della cellula NK è un altro
esempio di immunità aspecifica. Le cellule natural killer infatti possono distruggere le cellule
cancerose e le cellule infettate dai virus.
Il secondo tipo di immunità – acquisita – è molto più complesso ed è basato sull’abilità dei linfociti
T e B a rispondere in modo selettivo a migliaia di antigeni non propri dell’organismo – virus,
batteri, cellule, grandi proteine e molecole polisaccaridiche. In realtà, qualsiasi cosa scateni una
risposta immunitaria è un antigene. Questo sistema è in grado di dare una risposta specifica per
qualsiasi invasore con cui viene a contatto. La risposta resta poi memorizzata. Questo sistema
immunitario si forma impara dall’ ”esperienza”, in maniera molto simile al nostro sistema nervoso.
Anche se noi non abbiamo una buona memoria, il nostro sistema immunitario ce l’ha!
Riconoscimento
Il nostro sistema immunitario deve riconoscere gli invasori o le cellule cancerose, prima di poterle
distruggere. La grande maggioranza delle nostre cellule, che sono sane, non devono essere toccate.
In altre parole, il sistema immunitario deve essere in grado di distinguere ciò che fa parte
dell’organismo da ciò che non ne fa parte. Nel caso di una cellula geneticamente danneggiata, deve
essere in grado di leggere i segnali che indicano che qualcosa non va in quella cellula. Pertanto il
“riconoscimento” gioca un ruolo centrale nell’immunità ed è il problema più complesso per il
sistema immunitario – il nostro corpo e le sue cellule sono in continuo cambiamento e noi siamo
continuamente esposti a nuovi invasori. E’ necessario che si stabilisca un delicato equilibrio. Se il
sistema immunitario è troppo “rigoroso”, alla fine attacca l’organismo di cui fa parte, come nel caso
di malattie autoimmuni ed allergie. Se il sistema immunitario è troppo “rilassato”, gli invasori
possono provocare gravi danni al nostro corpo, come un cancro che può crescere senza controllo.
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Mediazione del sistema immunitario
Tutte le risposte del sistema immunitario sono mediate dai globuli bianchi (leucociti, incluse le
cellule T, B e NK; monociti; fagociti; basofili; neutrofili ed eosinofili), cellule specializzate
all’interno dei vari tessuti (macrofagi, mastociti) e ormoni e altri messaggeri chimici trasportati dal
sangue e dal sistema linfatico. La maggior parte delle cellule del sistema immunitario derivano da
precursori nel midollo osseo e circolano nel sangue e nei tessuti. Per esempio, i linfociti T e B, che
operano attraverso il sistema linfatico, hanno origine nel midollo osseo, ma le cellule T
successivamente si spostano nel timo per maturate (da qui deriva cellule “T”).
ImunoBran e il sistema immunitario
ImunoBran, un integratore alimentare estratto dalla crusca del riso trattata con gli enzimi del fungo
shiitake, può aumentare significativamente l’attività dei sistemi immunitari deboli. Sebbene non sia
completamente chiarito il modo in cui opera, si pensa che stimoli la produzione di citochine –
piccole proteine che agiscono da messaggeri intercellulari e che controllano l’attività del sistema
immunitario. Sicuramente il ImunoBran dimostra di avere capacità immunostimolanti, ottimizzando
la capacità dell’organismo di difendersi dalle malattie.
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FIBRE ALIMENTARI E IMUNOBRAN
Fibre alimentari
Leggiamo costantemente che nel mondo occidentale la salute è in crisi a causa di diete sbagliate e
obesità epidemica. C’è ancora molto da imparare sulla relazione esistente fra cibo e salute. Molti di
noi comprendono l’importanza di una nutrizione equilibrata, ma solo ora cominciamo a capire
l’effetto che alcune sostanze possono avere sul nostro sistema immunitario. Noi tutti sappiamo che
le fibre dietetiche fanno bene e sono una componente essenziale per il mantenimento della salute,
eppure nella moggior parte dei cibi industriali sono assenti.
Il termine “fibra dietetica” ha iniziato a circolare solo nei primi anni ’50. Da allora è aperto un
acceso dibattito per la sua definizione, in quanto può avere diverso significato a seconda dei popoli
e dei Paesi.
La maggior parte della gente la riferisce a cibi vegetali non raffinati, quali cereali, verdure e frutta –
che la contengono naturalmente. Le fibre alimentari sono parti di alimenti vegetali che il nostro
organismo non è in grado di assimilare.
È opinione comune che una dieta ricca di cibi vegetali non raffinati possa proteggerci dalla malattie
tipiche del mondo occidentale.
Carboidrati
I carboidrati risentono dei capricci della moda e dell’industria delle diete, e sono caduti un po’ in
disgrazia perchè considerati di scarso valore dietetico. I cibi contenenti carboidrati sono la fonte di
energia più economica. Noi li troviamo piacevoli da mangiare, specialmente sotto forma di
zuccheri. Se raffinati però possono contribuire a provocare carie dentali, diabete, obesità, malattie
coronariche e cancro.
I carboidrati si presentano sotto diverse forme. Dagli inizi degli anni ’80 si è iniziato a considerare i
carboidrati complessi un’importante fonte di energia e di nutrimento, nonché un’alternativa ai
grassi.
Gli zuccheri sono una forma semplice di carboidrati. Quando gli zuccheri sono uniti in una catena
prendono il nome di polisaccaridi.
I polisaccaridi possono essere digeribili, come ad esempio l’amido, oppure non digeribili, come la
cellulosa e l’emicellulosa. Al passaggio nel tratto gastro-intestinale i polisaccaridi digeribili
vengono scomposti in monosaccaridi dagli enzimi digestivi e quindi assorbiti; quelli non digeribili,
invece, non possono essere assimilati dal nostro organismo perché manca nel nostro apparato
digerente l'enzima appropriato (cellulasi).
Il collegamento fra fibre alimentari e carboidrati
Inizialmente si pensava che i residui vegetali non digeribili fossero privi di valore nutrizionale o che
ne avessero poco. Negli ultimi anni si è invece realizzato che la salute del tratto digestivo dipende
proprio dalle fibre dietetiche. Mantenendo la salute ed il tono dei muscoli che rivestono il tratto
digestivo, le fibre insolubili permettono il corretto assorbimento delle sostanze nutritive.
Il collegamento con ImunoBran
Le fibre insolubili però non agiscono solamente come agenti di massa che aiutano la digestione.
Scomponendo le fibre insolubili, si è infatti rivelata la loro capacità di stimolare il sistema
immunitario. ImunoBran è una fibra scomposta, o pre-digerita, derivata dalla crusca del riso – la
“buccia” ricca di principi nutritivi del riso grezzo e che viene scartata durante in processo di
pilatura, che trasforma i grani marroni nei più gradevoli chicchi bianchi.
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Il ImunoBran viene preparato utilizzando un processo che scompone il legame chimico tra la buccia
ed i grani di riso, usando le capacità enzimatiche del fungo shiitake. Conserva i benefici salutari
degli zuccheri complessi ma li rende solubili, digeribili e facilmente assorbibili nel flusso
sanguigno, da dove inizia il processo di rafforzamento del sistema immunitario.
Molti materiali di origine vegetale non riescono ad agire sul sistema immunitario in quanto, a causa
del loro alto peso molecolare e delle loro strutture complesse, vengono riconosciute come corpi
estranei e pertanto non sono assorbiti. ImunoBran, con il suo basso peso molecolare, può invece
essere facilmente assorbito dal tratto digestivo e riesce a stimolare il sistema immunitario.
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AFFRONTARE I PROBLEMI DI SALUTE
Nelle società sviluppate, il cancro è il più serio problema di salute che molte persone si trovano ad
affrontare. Quando gli si presenta un caso di tumore maligno, un medico di medicina occidentale
dispone di tre armi importanti: la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia. Anche se le tecniche
si sono affinate, i metodi generali sono cambiati poco durante gli ultimi cinquanta anni. Per molte
persone, una diagnosi di cancro è una sentenza di morte, sebbene ci siano state conquiste importanti
e confortanti nella leucemia infantile, nel cancro alla prostata e nel linfoma non-Hodgkin. Solo il
10% degli adulti con cancri comuni sopravvive più di cinque anni alla diagnosi.
E’ sorprendente come i chirurghi preferiscano gli assalti cruenti al corpo tramite la chirurgia, la
chemioterapia e la radioterapia senza prima stimolare il sistema immunitario, per contrastare la
distruzione simultanea delle cellule sane e cancerogene.
Mentre è nota l’importanza di rafforzare il sistema immunitario in pazienti affetti da HIV e AIDS,
per tenere sotto controllo le infezioni opportunistiche, questa stessa importanza non è data da chi si
occupa di cancro, dove il sostenere i globuli bianchi è altrettanto cruciale per contenere l’avanzata
dei tumori e per compensare gli effetti collaterali dei trattamenti utilizzati.
L’importanza dell’immunoterapia è aumentata man mano che sono aumentate le conoscenze delle
interazioni fra cellule. Le immunoterapie sono trattamenti che usano il sistema immunitario per
attaccare i tumori, i virus e altri patogeni. La medicina cellulare basata sull’immunità provoca una
risposta cellulo-mediata. Poiché le medicine immunoterapiche stimolano l’organismo a una risposta
biologica, a volte esse vengono chiamate Modificatori di Risposta Biologica (BRM).
Ora l’immunoterapia è considerata la quarta modalità di trattamento del cancro – in aggiunta alla
chirurgia, alla chemioterapia e alla radioterapia. Negli ultimi quarant’anni, la capacità di clonare le
citochine ha suscitato notevole interesse. Le citochine sono delle potenti molecole segnale che le
cellule dell’apparato immunitario usano per risvegliare, riunire e ri-direzionare una risposta
immunitaria.
Le citochine create artificialmente e tramite la bioingegneria – interferone, interleuchina ed il fattore
di necrosi tumorale (TNF) – costituiscono la speranza di poter creare un vaccino contro il cancro.
All’inizio degli anni ’90, tuttavia, i tentativi costosi, con scarsi risultati e pesanti effetti collaterali,
hanno rapidamente consigliato una valutazione più realistica della cosa. I sostenitori sono
comunque convinti che questa linea di ricerca finalmente porterà i suoi frutti per il trattamento delle
malattie virali, dei melanomi, del linfoma di Hodgkin e della leucemia.
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COME SI È ARRIVATI A IMUNOBRAN
I ricercatori di ImunoBran hanno scelto una strada diversa e più naturale rispetto a quanto
generalmente fa la ricerca farmaceutica. Così spiega il Sig. Yasuo Ninomiya, fondatore della Daiwa
Pharmaceutical, azienda produttrice di ImunoBran: “Noi crediamo che sia della massima
importanza avere fiducia nella natura con la quale dobbiamo coesistere. Siamo convinti che il
naturale potere di guarigione che possiede il nostro organismo sia un pilastro fondamentale per
correggere gli squilibri fisici”.
In Giappone, l’occidentalizzazione della dieta, e conseguente aumento di calorie e proteine, ha
portato a un aumento delle malattie dovute allo stile di vita, quali cancro, diabete, ipertensione e
cardiopatie. L’intento della Daiwa Pharmaceutical era di sviluppare un prodotto a base di fibra
dietetica che contrastasse gli effetti delle diete sbilanciate.
Il riso, oltre ad essere l’alimento principale dell’Asia, è stato a lungo venerato per le sue qualità
salutistiche. La letteratura indiana, vecchia di migliaia di anni, parla delle proprietà curative del riso
per il trattamento di ulcere gastriche, di ipertensione, di colesterolemia e glicemia elevate. Nella
crusca di riso, ricca di valori nutritivi, sono presenti zuccheri complessi (polisaccaridi), conosciuti
per le loro qualità antitumorali e stimolanti del sistema immunitario. Il Dr. Hiroaki Maeda,
responsabile della ricerca e dello sviluppo alla Daiwa, è interessato alla scoperta di composti
fitonutrienti sia per gli esseri umani che per l’agricoltura. Egli si è laureato in Chimica Nutrizionale
presso la Scuola Universitaria di Scienza e Tecnologia, Facoltà di Orticoltura dell’Università di
Chiba in Giappone. Dagli anni ’80 studia le proprità curative di zuccheri complessi estratti da piante
e dei funghi.
Nel 1992, durante una visita a Los Angeles con la Società Giapponese per la Medicina
Complementare e Alternativa, il Sig. Ninomiya fu presentato al Dr. Ghoneum, un immunologo che
all’epoca conduceva ricerche sugli inquinanti ambientali presso l’Università della California, Los
Angeles, per l’Istituto Nazionale della Salute (NIH). Da Tokyo, furono inviati al Dr. Mamdooh
Ghoneum cinque composti, ognuno con un diverso peso molecolare.
Il Dr Ghoneum è nato in Egitto e si è laureato in biologia presso la Mansura University. Ha vinto
una borsa di studio per proseguire gli studi in Giappone dove, nel 1980, ha ottenuto un dottorato
alla Tokyo University per i suoi studi sugli effetti delle radiazioni sul timo. A causa dell’eredità
lasciata dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, lo studio delle radiazioni in
Giappone è particolarmente sentito. Nel 1982 si è trasferito negli Stati Uniti, dove è diventato un
ricercatore associato presso al UCLA School of Medicine. Ora il Dr Ghoneum lavora presso i
laboratori di ricerca della Charles R. Drew University of Medicine and Science, Los Angeles, dove
è professore associato presso il dipartimento di Otorinolaringoiatria.
Il Dr. Ghoneum era interessato alle cellule natural killer (NK) e alla loro capacità di distruggere le
cellule tumorali, nonché alla capacità delle cellule cancerose di contrattaccare e distruggere a loro
volta le cellule NK indebolite.
“Ho studiato per circa dieci anni i fattori che indeboliscono le cellule NK e che sopprimono il
sistema immunitario. Tre di questi fattori li definisco inevitabili – lo stress, l’età e i carcinogeni
chimici. Sappiamo che lo stress sopprime il sistema immunitario, ma nessuno cerca i meccanismi di
come ciò possa succedere” spiega il Dr. Ghoneum.
Avendo studiato i fattori inibitori del sistema immunitario, il Dr. Ghoneum era curioso di scoprire
qualche modo per rafforzarlo. Iniziò a studiare l’immunoterapia e, più specificamente, i
Modificatori di Risposta Biologica BRM ( sostanze che rafforzano il sistema immunitario).
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Come in molti casi di sviluppo scientifico, l’incontro fra il Dr Ghoneum e il Sig. Ninomiya fu un
caso fortunato. La ricerca di rimedi a base vegetale del Dr. Maeda e l’interesse del Dr. Ghoneum
per l’attività delle cellule NK si combinarono e formarono il crogiuolo dal quale nacque il
ImunoBran e dal quale si ottennero le seguenti evidenze della sua efficacia.
Nei primi tempi della ricerca sul ImunoBran, il Dr. Maeda mandò al Dr. Ghoneum i risultati
ottenuti dai tentativi effettuati sulla crusca di riso ridotta a costituenti.
Il Dr Ghoneum usò una semplice tecnica per determinare l’efficacia di ogni costituente. Testò
l’efficacia contro le proprietà anti tumorali delle cellule NK e la capacità dei macrofagi (globuli
bianchi che circondano e uccidono i microrganismi, rimuovono le cellule morte e stimolano
l’azione delle altre cellule del sistema immunitario) di rilasciare le molecole segnale che stimolano
l’attività anti-tumorale.
Furono necessari parecchi mesi, a partire dall’inizio del 1995, prima di scoprire la struttura chimica
del polisaccaride, ottenuto da scissione enzimatica, che si rivelò essere il più efficace. “Inizialmente
non sapevamo se avrebbe funzionato. A volte non riuscivamo quasi a dormire la notte. Io mi
preoccupavo dei risultati, e loro si preoccupavano quando mi mandavano i campioni da testare. Era
un po’ come aspettare i risultati di un esame!”
Si è arrivati così a scoprire che uno dei prodotti ottenuti, un composto biologico solubile in acqua di
cellulosa modificata ricavata dalla crusca di riso, possiede la qualità molto importante di aumentare
l’immunità. Molti composti di derivazione vegetale non hanno la possibilità di agire sul sistema
immunitario perché il peso molecolare alto e la struttura complessa vengono riconosciuti come
corpi estranei e pertanto non vengono assorbiti. Un elemento chiave del successo del ImunoBran è
dato dalla facilità con la quale esso viene assorbito nel flusso sanguigno.
I primi test del Dr. Ghoneum furono condotti in vitro su cellule. Successivamente proseguì gli studi
sui topi e sui ratti. Come modelli di studio furono utilizzati animali anziani e con sistemi immunitari
ridotti. Tre dosi diverse di ImunoBran furono somministrate a gruppi di ratti, e l’attività delle
cellule NK aumentò fino al 142%, in proporzione alla dose. Quando il ImunoBran fu testato sulle
cellule di topo e su quelle dell’uomo, i risultati mostrarono un aumento dei segnali molecolari che
attivano l’attività antitumorale.
“Non riuscivo a credere ai miei occhi, anche davanti all’evidenza, quando vidi per la prima volta gli
effetti del ImunoBran” dice il Dr. Ghoneum. “ero in presenza di una sostanza che influisce sulle
funzioni immunitarie in maniera sostanziale, specialmente sull’attività delle cellule NK”:
Daiwa Pharmaceutical inizio la sperimentazione umana su ventuno persone sane, 9 uomini e 15
donne con un’età media di 34 anni. I soggetti furono divisi i tre diversi gruppi ai quali furono
somministrate dosi diverse di ImunoBran per 60 giorni. Durante il test, i partecipanti non potevano
assumere nessun tipo di medicinale o integratore. L’attività delle loro cellule NK fu misurata ad
intervalli.
Ad un mese dall’inizio della sperimentazione, l’attività cellulare quasi raddoppiò per il gruppo con
il dosaggio più basso mentre negli altri gruppi triplicò. Dopo due mesi l’aumento medio era di circa
cinque volte.
Furono condotti test su ratti ai quali erano stati somministrati due comuni medicinali chemioterapici
antitumorali, il cisplatino e l’adriamicina. I ratti ai quali era stato contemporaneamente
somministrato il ImunoBran mantennero un maggiore peso corporeo ed ebbero effetti collaterali più
moderati. I ratti ai quali era stato somministrato il cisplatino da solo o con basse dosaggi di
18
ImunoBran morirono, mentre quelli a cui era stato somministrata una dose alta di ImunoBran e
cisplatino sopravvissero.
Uno dei fattori più preoccupanti per Dr. Ghoneum era un’eventuale iposensibilità nei confronti del
ImunoBran. Nel campo della ricerca farmacologica, “iposensibilità” significa che è necessario
aumentare le dosi per ottenere effetti simili. Fu necessario molto tempo per condurre test per
valutare se questo era il caso del ImunoBran e, ad oggi, non c’è alcuna indicazione che
l’iposensibilità costituisca un problema.
Analogamente furono condotti studi sulla possibile tossicità. Dopo i test sui topi, il Dr. Ghoneum
dichiarò: “Il ImunoBran possiede alti livelli di sicurezza, alla stregua dei normali cibi consumati
abitualmente. Non ha effetti collaterali conosciuti.”
19
IL VALORE DI IMUNOBRAN
COME FUNCTIONAL FOOD
A causa del suo effetto immunostimolante, il ImunoBran è classificato tra gli alimenti funzionali.
Sebbene molte delle ricerche effettuate siano state concentrate sulle sue proprietà anti-tumorali e
anti-virali,, il prodotto viene usato dai medici per trattare una vasta gamma di condizioni.
Gli usi comprendono:
❖ antiossidante scavenger
❖ incremento della tolleranza al glucosio
❖ potenziamento delle funzioni pancreatiche
❖ potenziamento delle funzioni epatiche
❖ riduzione degli effetti negativi della chemioterapia.
❖ miglioramento della qualità della vita.
20
PROVE DI RICERCA
SULL’EFFICACIA DI IMUNOBRAN
Sono stati effettuati test molto approfonditi per determinare la sicurezza e l’efficacia di ImunoBran
nel trattamento di una grande varietà di condizioni. Questi esami comprendono:
• Esami in vitro per determinare gli effetti di ImunoBran a livello cellulare.
• Esami in vivo. Sono stati condotti studi su topi, ratti ed esseri umani. I topi ed i ratti sono
stati infettati con tumori o diabete per cercare di riprodurre le malattie umane corrispondenti.
Ai topi e ai ratti fu somministrato il ImunoBran assieme ai medicinali usati comunemente
per trattare queste condizioni e vennero monitorati gli effetti.
• Esperimenti clinici durante i quali il ImunoBran viene somministrato a pazienti che soffrono
di malattie importanti e che hanno il sistema immunitario compromesso.
Per poter ottenere una comparazione, gli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani possono
includere un gruppo di controllo ai quale non viene somministrato il ImunoBran. Nel caso degli
esseri umani, il gruppo di controllo deve essere regolamentato in modo etico e con il consenso
informato.
21
AUMENTARE L’ATTIVITÀ DELLE
CELLULE NATURAL KILLER
Le cellule natural killer svolgono un ruolo essenziale per il rafforzamento del sistema immunitario e
per la protezione contro le malattie. Le cellule NK sono la prima linea di difesa contro lo sviluppo
dei tumori. Esse riconoscono ed uccidono particolari cellule tumorali e cellule infettate dai virus.
Le cellule natural killer sono state oggetto di considerevole attenzione a causa del loro potenziale
ruolo nell’opporre resistenza al cancro. Comunque non è ancora stato chiarito esattamente il modo
in cui esse si oppongano allo sviluppo, alla progressione ed alla diffusione di tumori spontanei o
indotti.
Studi hanno dimostrato che l’attività delle NK è soppressa nei ratti e nei topi portatori di tumore. Ci
sono stati quindi molti tentativi per aumentarne l’attività mediante l’uso di sostanze che possano
migliorare la naturale risposta dell’organismo alle malattie. Una di queste sostanze è il ImunoBran.
In un esperimento per determinare l’effetto di ImunoBran sull’attività delle cellule NK, a tre gruppi
di ratti furono somministrate concentrazioni diverse di ImunoBran e un quarto gruppo era di
controllo. Un ulteriore esperimento esaminava la possibilità che ci fosse una diversa risposta al
ImunoBran a seconda del sesso del soggetto sottoposto a sperimentazione.
Quattro giorni dopo la prima somministrazione di ImunoBran, i ratti trattati con la dose più alta
mostrarono un’aumentata attività delle cellule NK. Col progredire dell’esperimento, i ratti
mostrarono un incremento considerevole, che variava in media tra il 119 e il 142 %. Più alta era la
dose di prodotto somministrata, più significativo era l’aumento durante il corso dell’esperimento.
C’era anche una differenza tra i sessi. I ratti femmina, a parità di dosaggio e di tempo di
somministrazione, mostrarono un incremento del 162 % rispetto al 135 % dei maschi.
Il ImunoBran in realtà non aumentò il numero delle cellule NK ma rafforzò quelle esistenti,
rendendole più combattive ed efficienti . Non soltanto le cellule NK beneficiano dell’uso di
ImunoBran; le cellule NK rafforzate stimolano infatti a loro volta un tipo di cellula T che riconosce
i corpi estranei e li uccide, e pertanto potrebbe avere un ruolo anti-cancro.
Non è ancora stato pienamente compreso come il ImunoBran migliori l’attività delle cellule NK. È
noto che ImunoBran aumenta la produzione di interferone, una sostanza prodotta naturalmente che
migliora la capacità del corpo di combattere le infezioni e le malattie. L’interferone, a sua volta,
amplifica l’efficacia delle cellule NK.
22
AUMENTARE L’ATTIVITÀ DELLE CELLULE NATURAL
KILLER NEGLI AMMALATI DI CANCRO
La terapia convenzionale contro il cancro è immuno-soppressiva, pertanto influenza negativamente
la capacità dell’organismo di combattere per cercare di sconfiggere il cancro e per mantenere la
salute ottimale.
Fu compiuto uno studio su 90 pazienti affetti da cancro, alcuni ancora sottoposti a terapia
convenzionale – comprendente, chirurgia, chemioterapia, radiazioni e terapia ormonale – e altri che
avevano già completato il trattamento. Fu deciso di somministrare 3 g di ImunoBran al giorno, 45
mg per chilogrammo di peso corporeo, per una durata di 5 anni. L’attività delle cellule NK venne
misurata ogni mese, dopo gli iniziali esami settimanali, per valutare la sua efficacia contro le cellule
tumorali.
I pazienti soffrivano di diversi tipi di cancro: alla prostata (22), al seno (20), mieloma multiplo (16),
all’ovaio (5) e altri (27).
Dagli esami effettuati, 86 su 90 pazienti (95.5%) mostrarono un aumento dell’attività delle cellule
NK da due a dieci volte, già a partire dalla prima settimana di assunzione di ImunoBran. Questa
attività fu mantenuta ad alti livelli per tutti e 5 gli anni di durata della sperimentazione.
Si è scoperto che ImunoBran offre un nuovo approccio immunoterapico al cancro, aumentando la
risposta anti – tumorali del corpo grazie all’aumentata attività delle cellule NK. Il lungo periodo di
studio ha anche dato l’opportunità di misurare gli effetti di vari livelli di stress sull’attività delle
cellule NK. Lo stress può danneggiare notevolmente il sistema immunitario.
Durante il corso del trattamento, degli 86 pazienti la cui attività delle cellule NK era migliorata, 10
soffrivano di stress (mancanza di sonno, lutti, sovraccarichi di lavoro o problemi finanziari…).
Questi eventi stressanti diminuivano l’attività delle cellule NK del 40 – 75 %, in confronto ai livelli
precedenti. Comunque, dopo che lo stress era diminuito, l’attività delle cellule NK risalì ai valori
precedenti. Da qui la prova che la riduzione dello stress è una parte importante del trattamento con
il ImunoBran.
Questi risultati furono presentati alla Anti-Aging Conference and Exposition (Conferenza e
Manifestazione Anti–Invecchiamento) a Las Vegas nel dicembre del 1999. La conferenza era
sponsorizzata dalla American Academy of Anti-Aging Medicine ( Accademia Americana dell’Anti-
Invecchiamento) e dalla University of Arizona Health Sciences Center (Centro delle Scienze della
Salute dell’Università dell’Arizona).
Proprietà anti-cancerogene: cancro del seno
Cinque pazienti affette da tumore al seno presentavano una ridotta attività delle cellule NK dopo
essere state sottoposte al trattamento. Furono somministrate alte dosi giornaliere di ImunoBran ed
entro due settimane iniziarono a mostrare risultati positivi.
Prima di assumere ImunoBran, la loro attività NK era compresa tra il 12.7 % ed il 58.3 %. Durante
il periodo preso in esame, l’attività delle NK aumentò mediamente fra il 41.8 % e l’ 89.5 %, ben al
di sopra del normale range.
Due pazienti ebbero una completa remissione tra il sesto e l’ottavo mese, altre due ebbero una
remissione più tardi. Il trial fu effettuato mentre le pazienti erano sottoposte a chemioterapia.
23
Il ricercatore concludeva: “Nel nostro studio, abbiamo osservato che il ImunoBran aumenta
eccezionalmente l’attività delle cellule NK e non ha effetti collaterali degni di nota.
L’immunoterapia con il ImunoBran, unita alla chemioterapia, è considerata essere alquanto efficace
nel trattamento del cancro”.
I risultati furono presentati a Baltimora, Maryland, nel novembre 1995 alla conferenza chiamata:
Cancro:L’Interfaccia Tra la Ricerca di Base e Applicata. Lo sponsor della conferenza era
l’American Association for Cancer Research (Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro).
Proprietà anti-cancerogene: cancro della pelle
Il cancro della pelle sta diventando sempre più comune tra la popolazione dalla pelle chiara. Negli
Stati Uniti è la forma di cancro più comune, che colpisce un americano su sette – circa un milione di
persone – ogni anno.
Le cause della proliferazione del cancro della pelle sono molto varie e comprendono anche la
maggior durata della vita, che porta a una più prolungata esposizione ai raggi solari, anche in
considerazione dell’aumentato tempo libero e delle disponibilità, che incoraggiano le persone a
passare più tempo all’aperto.
La pelle è l’organo più esteso del corpo e ci protegge dal caldo, dalla luce e dalle infezioni. Regola
la temperatura del corpo ed immagazzina l’acqua, il grasso e la vitamina D. Lo strato estero della
pelle (epidermide) è per la maggior parte composto da cellule squamose.
Il ImunoBran fu usato per vedere se fosse efficace nel raggiungere cellule cancerogene particolari.
Cellule squamose cancerose furono messe a coltura con il ImunoBran. La crescita della cellula
tumorale venne arrestata, con una diminuzione del 30 % dopo 48 ore e della metà dopo 72 ore. Le
cellule non trattate con ImunoBran, ma incubate, continuarono a proliferare.
Ulteriori analisi dimostrarono che dopo 16 ore di trattamento delle cellule squamose con
ImunoBran, si incrementava di otto volte l’interluchina-10, una sostanza con funzione anti-
infiammatoria, e un incremento di tre volte dell’interluchina-12, una sostanza che attiva le cellule
natural killer e che gioca un ruolo critico nella difesa del sistema immunitario.
Al contrario si modificò di poco il livello di un tipo di interferone che altrove era stato notato
essere stimolato dall’effetto del ImunoBran sulle cellule NK. Questo tipo di interferone è pure un
componente importante per il rafforzamento del sistema immunitario.
Questo studio sembra indicare che il ImunoBran agisce non solo rafforzando la funzione
immunitaria ospite, ma anche tramite una diretta alterazione della crescita delle cellule tumorali e
tramite la produzione di citochine, sostanze che stimolano la risposta immunitaria. Il ImunoBran
ottenne anche un grande successo clinico su 32 pazienti, monitorati per più di quattro anni.
La scoperta fu presentata all’ International Congress on Anti-Aging and Biomedical Technologies
(Congresso sull’Anti-Invecchiamento e Tecnologie Biomedicali) a Las Vegas, Nevada nel dicembre
del 2000.
Proprietà anti-cancerogene: leucemia
E’ stato provato che il ImunoBran aumenta l’attività delle cellule NK. Uno degli effetti benefici di
questo aumento è quello diminuire gli effetti collaterali della chemioterapia, rendendola più
efficace. Alla luce di questa ricerca si era deciso di scoprire come il ImunoBran potesse aiutare
efficacemente il corpo a difendersi dalle cellule leucemiche.
24
Una delle linee di attacco del sistema immunitario è quello di indurre le cellule cancerogene a
suicidarsi. L’aiutare una certa varietà di cellule ad uccidersi è uno dei più importanti processi per
mantenere sano il sistema immunitario, tuttavia questo è un processo molto delicato che, se sfugge
dal controllo, potrebbe portare il sistema immunitario ad attaccare se stesso.
In un test di laboratorio, il ImunoBran fu combinato a cellule leucemiche e fu replicato il processo
tramite cui l’organismo stimola le cellule a suicidarsi. I risultati suggerirono che le cellule
leucemiche venivano distrutte in numero maggiore e più efficacemente in presenza di ImunoBran.
L’esperimento fu effettuato presso la Charles R. Drew University dal Dr. Ghoneum e dal suo
collega Dr. Sastry Gollapudi. Essi presentarono i loro risultati ad una conferenza organizzata dalla
American Association for Cancer Research nell’ottobre 2002.
Pazienti con cancro avanzato
Il ImunoBran fu sperimentato su dieci pazienti che soffrivano di forme maligne avanzate e che
erano sottoposti a terapie convenzionali. Tutti i pazienti vennero esaminati per sei mesi.
L’attività delle cellule NK aumentò più del doppio dopo solo due settimane. Ci fu anche un
miglioramento delle funzioni delle cellule T e B. L’effetto benefico del ImunoBran sull’attività
della cellula sembrò iniziare con la produzione del Fattore di Necrosi Tumorale (TNF) e
dell’interferone, sostanze che aumentano la risposta naturale del corpo nei confronti della malattia. I
risultati dello studio condotto dal Dr. Ghoneum e dal Dr. Maeda furono presentati nel 1998 a Kyoto
al First International Symposium On Disease Prevention By IP61 and Other Rice Components
(Primo Simposio Internazionale sulla Prevenzione delle Malattie tramite l’IP6 ed altri componenti
del Riso).
Inibire la crescita del cancro
Negli studi compiuti presso la Chiba University, si è scoperto che il ImunoBran ha un effetto
inibitorio sulla crescita di tre tipi di cancro – leucemia, stomaco e polmoni.
Nell’esperimento, il ImunoBran fu aggiunto a cellule cancerose associate alla leucemia ed ai cancri
allo stomaco ed a polmoni. Dopo tre giorni, l’attività delle celle diminuì in tutte e tre i tipi.
I test vennero effettuati presso la Graduate School of Science and Technology (Scuola di
Specializzazione della Scienza e Tecnologia) della Chiba University. I risultati vennero pubblicate
nel marzo del 2002 sul Journal of the Japanese Society for Bioscience, Biotechnology and
Agrochemistry (Rivista della Società Giapponese per la Bioscienza, Biotecnologia ed
Agrochimica).
Aumentare l’attività anti-tumorale delle cellule killer naturali
Le cellule natural killer possono sopprimere le cellule tumorali. Lo fanno con l’aiuto della
interleuchina-2, una citochina (sostanza capace di bersagliare cellule specifiche). L’efficacia del
ImunoBran nello stimolare l’interleuchina-2 fu testata in un laboratorio della Chiba University, in
Giappone.
Il ImunoBran venne aggiunto ai globuli bianchi e a cellule tumorali. Senza l’aiuto di una citochina,
il ImunoBran non ebbe effetti significativi. Comunque quando nell’esperimento venne aggiunta
l’interleuchina-2, si ottenne un evidente aumento dell’attività delle cellule NK.
1 IP6 è un componente delle fibra che si trova principalmente nei cereali integrali e nei legumi e può avere
effetti cancro-protettivi
25
Il team di cinque ricercatori –tra cui il Dr. Hiroaki Maeda della Daiwa Pharmaceutical – concluse
che, in presenza dell’interleuchina-2, il ImunoBran attiva le cellule NK. Le scoperte furono
pubblicate nel marzo 2002 sul Journal of the Japanese Society for Bioscience, Biotechnology and
Agrochemistry (Rivista della Società Giapponese per la Bioscienza, Biotecnologia ed
Agrochimica).
Ammalati di cancro con bassa attività NK
Pazienti con cancro in stato avanzato dimostrarono di poter rispondere al trattamento con il
ImunoBran. Tutti i 27 pazienti, di età compresa tra i 42 ai 57 anni, avevano una bassa attività delle
cellule NK. Soffrivano di tumori maligni in stato avanzato, fra cui cancri al seno, alla prostata,
cervice, mieloma multiplo e leucemia.
A tutti vennero somministrati 3 g di ImunoBran al giorno. Due settimane dopo la prima
somministrazione, ci fu un notevole aumento dell’attività delle cellule NK. Nei pazienti con
mieloma multiplo, l’attività aumentò più di cinque volte; nelle pazienti con cancro alla cervice
l’attività quasi triplicò; nei pazienti con cancro al seno, alla prostata e leucemia aumentò più del
doppio.
Sebbene la grande maggioranza dei pazienti migliorasse ad ogni periodo preso in esame – due
settimane, tre mesi e sei mesi – su tre pazienti il ImunoBran non ebbe alcun effetto.
Durante lo studio la forza delle cellule NK aumentò. Il citoplasma delle cellule NK contiene dei
granuli. Bassi livelli nel numero dei granuli stanno a significare che le cellule sono stanche od
immunosoppresse. L’effetto del ImunoBran fu quello di ri-granulare le cellule e ristabilirne
l’efficacia.
I ricercatori conclusero che il rafforzamento dell’attività delle cellule NK da parte del ImunoBran
può essere dovuto all’aumento dei granuli delle cellule NK. Queste scoperte furono presentate nel
1996 durante l’incontro annuale della American Association for Cancer Research (Associazione
Americana Ricerca sul Cancro) a Washington D.C.
Contrastare gli effetti della chemioterapia
La cisplatino e l’adriamicina sono due importanti farmaci usati per il trattamento del cancro. Il
cisplatino è un composto di platino; medicinali contenenti platino sono la pietra angolare del
trattamento moderno per il cancro alle ovaie, ai testicoli e per alcuni altri tipi. L’adriamicina è un
antibiotico. Entrambi i farmaci sono agenti chemioterapici che inibiscono la crescita delle cellule
cancerose nel sangue. Entrambi hanno però importanti effetti collaterali.
La validità del ImunoBran nel limitare gli effetti tossici di questi farmaci fu esaminato in uno studio
su piccoli animali. Essi furono divisi in diversi gruppi: quelli trattati solo con cisplatino; quelli con
cisplatino e ImunoBran (alta e bassa dose); quelli con solo adriamicina; quelli con adriamicina e
ImunoBran (alta e bassa dose) e un gruppo di controllo. Per undici giorni, il ImunoBran fu
somministrato in proporzione al peso corporeo e la sua capacità di mitigare gli effetti collaterali
della chemioterapia venne osservata monitorando le condizioni degli organi, in special modo il
tratto gastrointestinale.
I risultati di questa ricerca dimostrarono che la supplementazione con ImunoBran aiutò a prevenire
la perdita di peso nel 72 per cento dei soggetti che lo assumevano. Coloro trattati solo con cisplatino
persero l’1.5 per cento del peso, mentre quelli trattati solo con adriamicina aumentarono di peso del
30 per cento.
26
Il gruppo trattato con cisplatino e bassa dose di ImunoBran aumentò di peso dell’11 per cento,
mentre coloro trattati con adriamicina e bassa dose di ImunoBran aumentarono del 46 per cento. Il
gruppo con cisplatino e alta dose di ImunoBran aumentò il proprio peso del 44 per cento; quelli con
adriamicina e alto dose di ImunoBran aumentarono il peso del 43 per cento.
Cosa più importante, nessuno del gruppo trattato con cisplatino e alta dose di ImunoBran morì
durante il test, mentre parecchi morirono nei gruppi che avevano ricevuto dosi minori di ImunoBran
o nessuna dose.
I ricercatori riportarono che i sopravissuti che avevano ricevuto il ImunoBran sembravano più in
salute, aumentavano di peso e avevano una minor incidenza di grossi danni all’intestino.
I ricercatori conclusero che il ImunoBran era efficace nel mantenere il peso corporeo dopo una dose
tossica sia di cisplatino che di adriamicina e dava protezione contro alcune grosse patologie
gastrointestinali.
Il ImunoBran può giocare un ruolo nel migliorare la qualità della vita dei pazienti che ricevono la
chemioterapia.
I test furono condotti da scienziati ricercatori, fra cui il Dr. Hiroaki Maeda, direttore della ricerca e
sviluppo presso la Daiwa Pharmaceutical; il Products Safety Lab (Laboratorio per la Sicurezza dei
Prodotti) di East Brunswick, New Jersey; e la Creative Strategy Inc. (Società di Creatività
Strategica) di Tokyo. Un rapporto conclusivo fu presentato all’incontro annuale della American
Gastroentereological Association (Associazione Americana per la Gastroentereologia) a San Diego,
California, nel maggio del 2000.
Aumentare la produzione di interferone
Il Dr. Ghoneum, in un rapporto del 1996, segnalò la validità del ImunoBran nell’aiutare le cellule
NK umane infettate da cellule tumorali. Egli misurò anche la capacità che le cellule NK più sane
hanno nell’aumentare la produzione di un tipo di interferone, sostanza che migliora la capacità del
corpo di combattere l’infezione e la malattia.
Si è scoperto che le cellule trattate con ImunoBran sono da due a cinque volte più efficaci nel
combattere le cellule tumorali, già dopo 16 ore dopo esserne venute a contatto. La produzione di
interferone viene aumentata di dieci volte. Per le proprietà curative e migliorative delle condizioni
di vita di cui sono dotate, è senza dubbio appropriato che la natura abbia creato le cellule NK a
forma di cuore!
Lo studio ha anche trovato che l’aumentata attività delle cellule NK sembra accrescere l’attività
delle cellule T e B. Come ha spiegato il Dr. Ghoneum, “il meccanismo tramite il quale tutto ciò si
ottiene sembra essere dovuto una catena di eventi: il ImunoBran stimola le cellule NK, che a loro
volta causano la secrezione di interferone gamma. Questo, a sua volta, induce un’ ulteriore
attivazione su una parte delle cellule immunitarie”. Le cellule T e B sono cruciali per mantenere in
salute il sistema immunitario.
Il Dr. Ghoneum conclude “il ImunoBran, come coadiuvante delle terapie convenzionali, è un
metodo facile, sicuro, non tossico per riportare forza nei pazienti.”
Effetti antiossidanti
L’effetto antiossidante scavenger del ImunoBran fu esaminato contro tre tipi di radicali liberi.
L’effetto dannoso dei radicali liberi è coinvolto sia nei fisiologici processi di invecchiamento che
nella maggior parte delle malattie gravi.
27
A secondo della dose, la percentuale dell’effetto scavenger dal 4.4 per cento al 64.4 per cento nel
primo caso, tra il 3.3 per cento ed il 94.9 per cento nel secondo caso e tra l’11.5 per cento ed il 72.6
per cento nel terzo caso.
Lo studio fu condotto assieme al Dr. Maeda al Department of Adult Nursing and Department of
Surgery (Dipartimento di Cura per gli Adulti e Dipartimento di Chirurgia) presso la Toyama
Medical and Pharmaceutical University. I risultati diedero conferma del notevole effetto scavenger
di ImunoBran.
Rafforzare il sistema immunitario
I macrofagi sono probabilmente il tipo di cellule singole più importanti del sistema immunitario.
Nello specifico, i macrofagi producono molecole che agiscono come mediatori cellulari. Si pensò di
compiere uno studio per determinare l’efficacia del ImunoBran come stimolatore della produzione
di questi mediatori da parte dei macrofagi.
Furono esaminate cellule umane e cellule di topo. I risultati dimostrarono che il ImunoBran
stimolava una forte attività sulle cellule dei topi ed era ancora più efficace sulle cellule umane.
A studio concluso, il Dr. Matsuura della Jichi Medical University, Department of Infection and
Immunity (Dipartimento delle Infezioni ed Immunità), scoprì che il ImunoBran è “una sostanza
molto potente” che attiva i macrofagi dei topi e degli umani.
Normalizzare l’attività delle cellule natural killer
Sebbene gli effetti benefici di ImunoBran sull’attività delle cellule NK fossero ben documentati,
non si sapeva come agisse sulle persone, che presentano livelli variabili di attività delle cellule NK.
Nelle ricerche svolte presso la Chiba University, si scoprì, così come ci si aspettava, che il
ImunoBran aumentava l’attività delle cellule NK nelle persone con un numero basso di cellule NK,
ma che diminuiva l’attività delle cellule NK nelle persone con un numero alto di cellule NK. (Il
ImunoBran è un immunomodulatore e non solamente un immunostimolatore, il che lo rende
estremamente sicuro da assumere).
Furono prelevati globuli bianchi da persone la cui attività delle cellule NK era del 20 % inferiore
rispetto ai valori normali e del 40 % superiore. Le cellule furono messe a coltura con ImunoBran.
Le cellule ematiche con minore attività delle cellule NK mostrarono un incremento significativo
dell’attività; mentre le cellule ematiche che già possedevano un’ alta attività mostrarono un basso o
addirittura nessun incremento e il numero registrò un decremento. I risultati ottenuti suggeriscono
che ImunoBran normalizza l’attività delle cellule NK.
Uno documento basato su questo studio fu pubblicato nell’edizione di ottobre 2002 del Journal of
the American College of Nutrition (Giornale del Collegio Americano per la Nutrizione).
Disfunzioni del fegato
L’efficacia del ImunoBran sulle disfunzioni epatiche non era mai stata oggetto di ricerca e così una
equipe iniziò una serie di esami su cavie da laboratorio presso la Chiba University in Giappone.
A cinque gruppi di cavie, a cui erano state indotte disfunzioni epatiche, furono somministrate dosi
diverse di ImunoBran, sia per via orale che iniettiva. Questi vennero confrontati con un ulteriore
gruppo di controllo, a cui erano state provocate disfunzioni epatiche ma a cui non era stato
somministrato il ImunoBran.
28
Tutti e cinque i gruppi di cavie a cui era stato somministrato il ImunoBran mostrarono una
significativa riduzione delle disfunzioni epatiche se confrontati con il gruppo di controllo.
L’equipe era formata da sei ricercatori della Graduate School of Science and Technology (Scuola di
Specializzazione della Scienza e Tecnologia) del Department of Bioproductions Science
(Dipartimento della Scienza delle Bioproduzioni) della Chiba University e dal Dr. Maeda della
Daiwa Pharmaceutical. Le loro scoperte sono state pubblicate sul Journal of the Japanese
Association for Dietary Fibre Research (Rivista dell’Associazione Giapponese per la Ricerca delle
Fibre Dietetiche).
Protezione dai prodotti chimici
Si sa che i prodotto chimici nell’atmosfera costituiscono un rischio di cancro e possono causare una
grande varietà di malattie. Poiché gli addetti alla produzione di prodotti chimici sono una categoria
molto esposta al rischio, furono scelti come soggetti ideali per testare l’efficacia di ImunoBran in
questo campo.
Venne ideato uno studio che prendeva in esame le alterazioni immunitarie associate all’esposizione
a prodotti chimici tossici e la possibilità di annullare gli effetti della tossicità chimica usando
ImunoBran.
Vennero considerati undici soggetti esposti a prodotti chimici sul posto di lavoro. Tutti mostravano
segni di disfunzioni immunitarie e bassi livelli di attività delle cellule NK. Inoltre tutti avevano un
misurabile danno di risposta sia delle cellule T-helper che B-killer che interferiva con la possibilità
di combattere le infezioni.
Ai soggetti fu somministrata quotidianamente una dose di mantenimento di ImunoBran di 45 mg/kg
di peso corporeo (circa 1 g) per quattro mesi. L’attività delle cellule NK aumentò rispettivamente di
quattro e sette volte a due e quattro mesi. L’attività delle cellule T- e B fu del 130/150 % più alta.
Questo studio, che era stato presentato alla Anti-Aging Conference and Exposition (Conferenza e
Manifestazione Anti–Invecchiamento) a Las Vegas nel 1999, dimostrò che la soppressione delle
cellule NK a causa dell’attività chimica, può essere completamente annullata con il ImunoBran.
L’eventi fu sponsorizzato dall’American Academy of Anti-Aging Medicine ( Accademia
Americana dell’Anti-Invecchiamento) e dall’University of Arizona Health Sciences Center (Centro
delle Scienze della Salute dell’Università dell’Arizona).
Rafforzare il sistema immunitario
Le cellule NK contengono sostanze che aiutano a combattere i tumori e alcuni virus. Le cellule NK
rilasciano il Fattore di Necrosi Tumorale (TNF) – che sembra giocare un ruolo importante nella
distruzione delle cellule tumorali - e l’interferone, che inibisce la proliferazione delle cellule
cancerogene e rallenta la crescita del tumore.
Quando il processo si mette in moto, anche le molecole legate alla superficie delle cellule NK
vengono attivate. Queste molecole segnalano alle cellule T che sta avvenendo un attacco e di
conseguenza queste possono partecipare alla risposta.
Venne iniziato uno studio per vedere se basse o alte dosi di ImunoBran potessero in qualche modo
aumentare l’attività delle cellule NK nel rilasciare di questi modulatori del sistema immunitario.
I risultati evidenziarono che ImunoBran era efficace per incrementare il Fattore di Necrosi
Tumorale. La produzione aumentò da 22 volte, usando una dose bassa di ImunoBran, a 47 volte
usando una dose alta.
29
Anche l’interferone mostrò un incremento, anche se a livelli inferiori rispetto al Fattore di Necrosi
Tumorale. Lo studio prese in esame anche sostanze che danno risposte immunitarie specifiche
ImunoBran si dimostrò efficace anche nella stimolazione di queste sostanze. Inoltre ImunoBran fu
efficace nel migliorare la capacità di reazione dell’interleuchina-2, una citochina che può aumentare
la fisiologica risposta dell’organismo a infezione e malattie.
ImunoBran necessita dell’aiuto delle citochine per essere efficace nel rafforzamento delle cellule
NK. Si scoprì infatti che le cellule NK attivate dall’interleuchina-2 stimolavano il rilascio del
Fattore di Necrosi Tumorale e dell’interferone.
I ricercatori conclusero che ImunoBran può essere usato come mezzo sicuro per la stimolazione del
sistema immunitario, in particolare nella lotta contro il cancro e alcuni virus, sia da solo che in
associazione ad altri trattamenti.
Nel 2000, sul Cancer Detection and Prevention (Individuazione e Prevenzione del Cancro), la
pubblicazione ufficiale della International Society for Preventive Oncology (Società Internazionale
dell’Oncologia Preventiva), il Dr. Ghoneum del Department of Neurobiology and Microbiology and
Immunology (Dipartimento di Neurobiologia e Microbiologia ed Immunologia) presso l’University
of California alla Los Angeles School of Medicine and Dentistry (Scuola si Medicina e Dentistica)
e il Dr. A. Jewett del Department of Neurobiology and Microbiology (Dipartimento di
Neurobiologia e Microbiologia) presso la stessa università, pubblicarono un articolo dettagliato su
queste ricerche.
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COSA DICONO I MEDICI
C’è un’attenzione sempre maggiore nei confronti di ImunoBran, sia da parte di persone affette da
gravi malattie che da parte di persone che vogliono semplicemente mantenere forte il proprio
sistema immunitario. Analogamente, molti medici stanno iniziando ad includere ImunoBran nei
loro protocolli terapeutici, a volte come sostanza più importante, altre volte come sostegno. Qui di
seguito è riportata una selezione di medici, per la maggior parte del Regno Unito, per i quali
ImunoBran è uno strumento molto apprezzato.
DR. PATRICK KINGSLEY
L’esperienza lavorativa presso una società farmaceutica e la sua attività di analizzatore di prodotti
chimici e farmaceutici del Dr. Patrick Kingsley si evidenziano nel suo approccio con i nuovi
pazienti.
I pazienti affettii cancro che visitano il suo ambulatorio vicino a Loughborough, Leicestershire,
arrivano in condizioni diverse – da coloro con una diagnosi recente e che ricercano trattamenti
alternativi, a coloro che sono coscienti del fatto che egli potrebbe essere l’ultima risorsa, dopo
essere stati sottoposti a interventi chirurgici, chemioterapia e radioterapia. La maggior parte di loro
arriva con un sistema immunitario fortemente compromesso. Durante la prima visita, i pazienti
vengono sottoposti ad una grande quantità di esami per determinare con precisione le loro
condizioni. Gli esami che determinano le funzioni immunitarie sono tra quelli più importanti.
Il Dr. Kingsley usa un test con interferone gamma per misurare l’attività delle cellule NK, “forse il
più importante approccio anti-cancro del sistema immunitario”. Usando valori di riferimento
compresi fra 3.000 e 10.000, egli sostiene che ha avuto pazienti in cui l’attività delle cellule NK è
partita da un valore inferiore a 50 al momento dell’arrivo per arrivare a un valore di oltre 10.000
dopo la cura.
Allo stesso modo il Dr. Kingsley usa un test con interleuchina-2 per misurare l’attività delle cellule
TH1, che sono importanti per aiutare le cellule a combattere i tumori, e un test con interleuchina-12
per misurare l’attività dei macrofagi e delle cellule dentritiche, entrambe importanti per combattere i
tumori.
Il Dr. Kingsley è orgoglioso dei propri programmi di trattamento personalizzati che nascono da
un’esperienza trentennale in cui ha messo in pratica quella che chiama “medicina nutrizionale
ambientale ”. La dieta e la nutrizione sono una parte integrante del programma di trattamento. Egli
utilizza anche enzimi, anti-ossidanti, acidofili, co-enzima Q10 e prodotti vegetali.
“Alcuni prodotti, tra i quali il ImunoBran, li faccio assumere quasi a tutti i pazienti ammalati di
cancro. Trovo che ImunoBran sia un prodotto sorprendentemente efficace nel rinforzare il sistema
immunitario”.
I suoi pazienti hanno per lo più un tumore al seno, ma tratta anche casi di cancro all’intestino, ai
polmoni, al cervello, mieloma multiplo e leucemie.
Così come ogni medico responsabile, egli è molto restio ad usare la parola “cura”. “Semplicemente
preferisco dire che ci sono molti pazienti con sclerosi multipla, con cancro o molte altre patologie
che sono venuti da me, si sono liberati dai sintomi e lo sono rimasti così per tanto tempo”.
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Purtroppo però, l’esito non è sempre buono. “Ci sono pazienti che sono in condizioni molto molto
critiche quando li vedo per la prima volta e io mi chiedo quante possibilità ci siano di aiutarli, ma
essi vogliono provare, così io provo”. Egli sostiene che coloro che sono deceduti e i loro parenti
credono che egli li abbia aiutati a prolungare la vita di parecchio.
ImunoBran ha un grande peso nella cura per combattere il cancro, ma il Dr. Kingsley lo usa anche
in casi molto meno gravi come infezioni, bronchiti e per prevenire l’influenza. Lo assume egli
stesso per malanni di diversa natura; una volta lo ha usato per un giradito ad un piede e ha detto:
“La sua efficacia è incredibile e sbalorditiva, già con le prime due dosi c’è stato un notevole
miglioramento e la guarigione è stata molto rapida.”
Egli usa ImunoBran anche quando va all’estero. “Assumo una dose di ImunoBran prima di salire
sull’aereo in modo da rafforzare il mio sistema immunitario sia rafforzato e possa tenere sotto
controllo qualsiasi infezione che potrei contrarre.”
DR. BEN PFEIFER
Il Dr. Ben Pfeifer ha raccolto i dati relativi a 250 pazienti ammalati di cancro alla prostata che sono
stati seguiti nella Aeskulap Clinic, vicino a Zurigo, per un periodo di tre anni. e ha prove
convincenti che il suo approccio fitoterapeutico nei confronti della malattia dia risultati molto
positivi.
Egli usa il ImunoBran insieme al Prostasol, una sinergia di estratti vegetali, e al Curcumin
Complex, prodotto a base di estratto di curcuma titolato.
Il Dr Pfeifer sostiene che, in base alla propria esperienza, un paziente con un carcinoma prostatico
in stadio avanzato non trae grande vantaggio dalla chemioterapia. Per questo egli ha cercato
un’alternativa nella fitoterapia.”
“Le terapie riconosciute oggigiorno per il cancro metastatico alla prostata sono l’ablazione
androgena (terapia ormonale), la chemioterapia o il “watchful waiting” che consiste in una strategia
di attesa "vigile". Scoraggiato da questo approccio, ho pertanto cercato di sviluppare un protocollo
fitoterapico.”
Egli usa il ImunoBran come parte integrante di questo approccio, in particolare per la sua proprietà
di rafforzare le cellule NK.
“Per quanto riguarda ImunoBran, io volevo sapere se è importante l’aumento delle cellule NK nei
pazienti oncologici.” un caso di cancro ai polmoni mostrava una attività ridotta del 20 % delle
cellule NK, un cancro al colon ridotta di circa il 30 % e un cancro prostatico di circa il 25 %.”
Pensò che i dati fossero abbastanza significativi da meritare una sua indagine allo scopo di vedere
se ImunoBran fosse efficace per aumentare l’attività delle cellule NK dei suoi pazienti.
Egli somministrò a 15 pazienti con carcinoma prostatico una dose giornaliera di 2 g di ImunoBran,
per sei settimane. Con l’esclusione di uno, tutti mostrarono un aumento dell’attività delle cellule
NK, da un minimo del 90 % fino a oltre il 200 %.
Il Dr. Pfeifer sostiene che, nel complesso, ci sia un miglioramento delle condizioni generali nel 70
% dei pazienti sottoposti alla sua terapia. Egli si aspetta, e ottiene, una diminuzione del 50 % del
livello di antigene prostatico specifico (PSA) nel 65 % dei sui pazienti. Ha inoltre scoperto che, nel
caso il tumore provochi dolori, essi diminuiscono nel 70 % dei casi sottoposti alla sua terapia.
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DR. JULIAN KENYON
Il Dr. Julian Kenyon è costantemente alla ricerca di metodi efficaci per stimolare l’immunità
cellulo-mediata. Nel suo ambulatorio alla Dove Clinic for Integrated Medicine, vicino a
Winchester, Hampshire e Londra, egli pratica una serie di trattamenti che comprendono agopuntura,
vitamina C ad alte dosi e funghi medicinali.
Fondatore e presidente della British Society of Integrated Medicine, il Dr. Kenyon ha lavorato in
Cina e ha più di 25 anni di esperienza.
Si è convinto a includere ImunoBran nella sua terapia perché utilizzava già i protoglicani contenuti
nei funghi medicinali per stimolare il sistema immunitario.
“Un protoglicano è una proteina con l’aggiunta di uno zucchero semplice, che può essere xilosio,
mannosio, arabinosio o qualunque altra molecola appartenente alla vasta gamma degli zuccheri
semplici.” spiega il Dr. Kenyon.
“Questi composti costituiscono un alleato interessante per le cellule. La proteina si attacca
all’interno della membrana cellulare, mentre lo zucchero sporge verso l’esterno come una specie di
“antenna”. Mi sembra che sostanzialmente il ImunoBran connetta una cellula all’altra. Le cellule si
trovano in una matrice comune e i protoglicani, noti anche come glicoproteine, consentono il
collegamento delle cellule fra loro e con la matrice.” Il Dr. Kenyon ammette che la sua è
semplicemente un’intuizione e non una teoria pienamente provata.
La crusca di riso modificata, dalla quale è estratto il ImunoBran, permette al ImunoBran stesso di
essere più facilmente assorbito dal sistema digestivo e quindi di entrare più velocemente nel flusso
sanguigno. La sua capacità di incrementare la risposta immunitaria cellulo- mediata fa sì che questo
integratore sia efficace per combattere le malattie, fra le quali il cancro.
“La risposta immunitaria cellulo-mediata risulta essere molto efficace contro l’attacco di virus e
batteri, nonché una risposta anti tumorale molto potente. Questa tipo di risposta immunitaria,
purtroppo, sta diminuendo in modo generalizzato, probabilmente perché l’inquinamento favorisce
risposte immunitarie specifiche, con produzione troppo alta di anticorpi.”
“Parlando in generale, più dell’80 % dei nostri pazienti ammalati di cancro aveva una marcata
risposta immunitaria Th2 (una risposta umorale associata alla produzione di anticorpi), il che
comporta una notevolissima diminuzione della risposta immunitaria Th1 (immunità cellulo-
mediata). Pertanto è logico aspettarsi un aumento dell’incidenza del cancro”.
“Ci sono studi che dimostrano che un paziente ammalato di cancro, curato con chemioterapia o
radioterapia, ha il sistema immunitario estremamente indebolito. Nel momento in cui la sua
immunità cellulo-mediata viene riportata a valori normali, il paziente avrà il 50 % di probabilità in
meno di avere una recidiva.”
Inizialmente gli studi del Dr. Kenyon prendevano in considerazione funghi medicinali in grado di
stimolare il sistema immunitario, grazie al loro contenuto in protoglicani.
Successivamente, il Dr. Kenyon rivolse la sua attenzione al ImunoBran e la conclusione è stata che
“si assume facilmente, è sicuro, non dà effetti collaterali, può essere somministrato in grandi
quantità ed è di grande aiuto nelle malattie gravi.”
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“Se ci si trova di fronte a un paziente con bassa funzione immunitaria cellulo-mediata, è molto utile
iniziare una cura con ImunoBran. Non c’è nessun medicinale convenzionale che abbia tutte queste
proprietà e che si avvicini alla sua efficacia”.
PROFESSOR SERGE JURASUNAS
Il Professor Serge Jurasunas svolge la sua professione di medico naturopata da più di 35 anni. Per
più di 20 anni ha curato pazienti ammalati di cancro con prodotti diversi e con protocolli diversi
presso la sua clinica a Lisbona “Helioterapias Institute”.
I suoi trattamenti erano efficaci, quindi, quando gli venne presentato ImunoBran, impiegò parecchio
tempo prima di prenderne in considerazione i benefici. Il cambiamento per lui avvenne quando
iniziò a trattare pazienti ammalati di cancro alla prostata.
“Quando somministrai il ImunoBran a un paziente, il suo PSA (antigene prostatico specifico) si
abbassò. Quando cambiai il trattamento, il suo PSA ritornò a crescere.” Questa esperienza lo
convinse a considerare più seriamente il prodotto.
Ora egli dice: “Ho scoperto che è il prodotto migliore, non solo nei casi di cancro prostatico, ma
anche per i tumori al polmone. Ho buoni risultati con il cancro al seno.”
“Ho visto che ImunoBran stimola il sistema immunitario più di qualsiasi altro prodotto. I pazienti
sentono la differenza. Si sentono più forti.”
Il Dr. Jurasunas usa ImunoBran assieme a prodotti che lui stesso ha sviluppato, compreso Anoxe,
che contiene una vasta gamma di antiossidanti e “fattori nutritivi con molto utili nei casi di cancro”.
Egli assegna un grande valore alle tecniche diagnostiche, comprese l’iridologia e la microscopia a
contrasto di fase ad alta risoluzione. Egli è un guaritore ed enfatizza l’importanza della
detossificazione, per ridurre i disturbi intestinali, quale prerequisito per un trattamento di successo
del cancro.
DR. ROGER LICHY
Data la natura delle tecniche che usa – comprendenti la meditazione, la visualizzazione e la
psicoterapia – i risultati ottenuti dal Dr. Roger Lichy sono una sfida aperta per tutti coloro che si
sentono più a loro agio con gli aridi dati statistici.
In ogni caso le osservazioni ricche di aneddoti del Dr. Lichy e l’uso di ImunoBran sono degni di
nota, nonostante la mancanza di evidenze certe.
“Io non misuro il successo in termini di vita e morte” dice “Io misuro il successo in quanto bene si
sentono i pazienti e in quanto sia efficace quello che viene fatto per alleviare la sintomatologia.”
Ciò che dico loro è: “ Gli strumenti che vi fornisco, se continuerete a vivere, miglioreranno la
qualità della vostra vita. Se dovrete morire, miglioreranno la qualità della vostra morte. Vi
renderanno più attenti, più coscienti, più in contatto con tutto ciò che vi occorre per prepararvi.”
Ex medico generico, il Dr Lichy si ammalò di polmonite a causa del superlavoro durante la sua
attività per il National Health Service (Servizio Sanitario Nazionale). Questa polmonite lo portò a
un totale stato di deperimento e prese piena coscienza dei limiti della medicina ortodossa.
Il Dr. Lichy abbandonò la sua professione medica, cambiò il stile di vita e, gradualmente, la sua
salute migliorò. La conoscenza con una capoinfermiera ospedaliera in pensione che era diventata
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una erborista, lo spinse a rivolgere il proprio interesse verso le medicine complementari, fra cui
l’omeopatia. Successivamente diventò primario del rinomato Bristol Cancer Help Centre dove
tuttora lavora.
Egli ammette, così come fanno molti dottori di medicina complementare, di essere spesso il
“dottore dell’ultima speranza” per le persone a cui è stato detto che la medicina ortodossa non ha
più nulla da offrire.
“Molte delle persone che vengono da me stanno scivolando verso la fase terminale o hanno grosse
masse cancerose. Le tecniche che insegno loro sono la meditazione, la visualizzazione, l’uso della
omeopatia…Ci vogliono alcune settimane, anche un mese o due, per diventare esperti di
meditazione. Poiché non è possibile fare tutto insieme, potrebbero essere necessarie due, tre o
quattro settimane per riuscire a fare una sessione di visualizzazione che possa aiutarli a entrare in
contatto con le loro stesse emozioni”.
“Il ImunoBran è una strada veloce per aiutare a risollevare il sistema immunitario. C’è una mappa
che usiamo. Immaginate che l’attività delle cellule killer naturali sia 100 alla nascita. L’efficienza
del sistema immunitario diminuisce un pochino dopo ogni trauma (traumi infantili, prepotenze
subite a scuola, delusioni d’amore, divorzio, lavoro, disoccupazione…).
Quando la sua efficienza scende più o meno al di sotto del 30 %, si raggiunge il punto in cui
iniziamo ad ammalarci di cancro. Pertanto l’attività delle cellule NK in una persona ammalata di
cancro è pari od inferiore al 30 %. Il valore normale di efficacia è intorno al 60–70 %.”
Inevitabilmente la classe medica contesterà queste asserzioni.
Dopo che una giuria medica si ritenne soddisfatta della ricerca a loro presentata, ImunoBran viene
ora riconosciuto come un componente legittimo dei programmi di cura dei medici del Bristol
Cancer Help Centre. Poiché ImunoBran è stato introdotto solamente di recente, non sono ancora
disponibili dati relativi alla sua efficacia. Il centro non è una clinica; legalmente è un centro
educativo, il che significa che tutte le cure sono offerte come opzioni, con gli stessi pazienti che
scelgono il corso.
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CASI STUDIATI
Cancro alla vescica
Nel dicembre 1993, al Dr. JK, fumatore abituale di 49 anni, venne diagnosticato un cancro alla
vescica a Salisburgo, in Austria. Laureato in legge, a quel tempo era presidente di una
multinazionale europea.
Il tumore fu diagnosticato in uno stadio moderatamente avanzato, ma era molto aggressivo e stava
diffondendosi rapidamente. Gli furono dati dai tre ai cinque mesi di vita.
Accettò il consiglio dei suoi dottori e, il febbraio successivo, si sottopose all’ablazione della
prostata e dell’uretra, con conseguente applicazione di una vescica artificiale. Quello stesso mese
iniziò il primo dei quattro cicli di chemioterapia previsti, che si sarebbero dovuti concludere nel
mese di agosto.
“Gli effetti collaterali della chemioterapia erano veramente pesanti. Non mi era rimasta nessuna
forza”.
Sentì parlare del ImunoBran dalla sua segretaria di Tokyo, che ne aveva sentito parlare da suoi
amici, e decise di provarlo. Era scettico nei confronti della medicina complementare ma pensò
comunque che valesse la pena provare. Dopo aver terminato la chemioterapia, iniziò ad assumere da
tre a quattro compresse di ImunoBran al giorno.
“Cambiai completamente il mio stile di vita – cioè i ritmi di lavoro folli e una vita privata molto
impegnativa che, insieme a molti altri fattori, erano troppo pesanti da sopportare, sia
psicologicamente che fisicamente. A chiunque si trovi in una situazione come la mia, posso solo
raccomandare di cambiare radicalmente i propri ritmi, se vuole avere una possibilità di vita.
L’essere così vicino alla morte offre una buona occasione per cominciare a familiarizzare con essa,
vedendola non come un nemico, ma piuttosto come qualcuno che deve svolgere il proprio lavoro.”
JK impiegò più di tre anni per recuperare la sua forza fisica e mentale, e furono necessari atri tre
anni prima che si sentisse in grado di sconfiggere la malattia. Non si sa se per merito del ImunoBran
o della medicina tradizionale, ma sono passati dieci anni dalla prima diagnosi e JK sente di poter
dire che “il cancro non è più presente. Di solito, se il male non si ripresenta per 5-6 anni dalla fine
del trattamento, si dice che si è neutrali al cancro. Infatti non mi è mai stato comunicato che sono in
remissione, ma sono ancora vivo e mi sento bene.”
Riguardo la causa del suo cancro, egli pensa che lo stress, causato sia dal lavoro che dalla vita
sociale e familiare, giocò un ruolo fondamentale. JK assume ancora il ImunoBran una volta al
giorno e dice: “Ora vivo una vita più ricca e più significativa”.
Cancro nasofaringeo
Il Dr. Teiichiro Fukushima2 aveva 57 anni ed era primario al Department of Obstetrics and
Gynaecology, Charles R. Drew University of Medicine and Science, Los Angeles.
2 Rivelando l’identità del Dr. Fukushima abbiamo fatto un’ eccezione in nome della trasparenza e della
chiarezza
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Malgrado l’impegno all’ospedale dove lavorava da oltre 20 anni, il Dr. Teiichiro Fukushima era
preoccupato per la sua salute. Inizialmente pensava che la stitichezza di cui soffriva e le perdite di
sangue fossero da attribuire alle emorroidi, ma cominciò a preoccuparsi seriamente quando il
sanguinamento aumentò notevolmente. Una biopsia, eseguita nell’aprile del 1999, rivelò un cancro
al colon e ulteriori esami dimostrarono che si era esteso anche al fegato.
Su consiglio dei colleghi, si rivolse alla University of Southern California di Los Angeles, dove fu
deciso che due equipe chirurgiche lo operassero in sequenza. Dapprima fu rimossa una parte del
colon poi, mentre era ancora sotto anestesia, la seconda equipe si occupò del fegato. Quando lo
aprirono, però, furono sorpresi di trovare migliaia di piccoli tumori.
“Non sarebbe stato ragionevole asportare una parte del fegato e lasciare l’altra, che comunque era
pure piena di piccoli tumori, quindi l’intervento fu interrotto a quel punto” dice con calma il Dr.
Fukushima “La prospettiva non era molto confortante. I dottori mi dissero che avevo dai sei mesi a
un anno di vita.”
Era un cancro molto aggressivo ed egli era consapevole del fatto che non era il caso di effettuare un
trapianto di fegato, perché il cancro si sarebbe in ogni caso esteso rapidamente. Comunque, nel
tentativo di migliorargli la qualità della vita che gli rimaneva, quattro settimane dopo l’intervento
gli fu consigliato di iniziare un trattamento di chemioterapia (5-fluoro-uracile) tramite una pompa
ad infusione continua.
Dopo circa sei settimane dall’asportazione del colon, il Dr. Fukushima era di nuovo al lavoro,
continuando a vivere come meglio poteva. Fu lì che andò a fargli visita un suo collega immunologo,
il Dr Mamdooh Ghoneum, che gli consigliò di assumere il ImunoBran. Nel luglio del 1999
Fukushima iniziò ad assumere 3 g di ImunoBran al giorno.
Quando iniziò ad assumere il prodotto, l’attività delle cellule NK del Dr. Fukushima aveva un grado
di efficienza ridotto al 15 %. Tre settimane più tardi, l’attività era già salita al 35 %. Ogni due o tre
mesi il Dr. Fukushima si sottoponeva a una TAC per monitorare la situazione. Sebbene le lesioni
più minuscole non fossero visibile tramite la TAC, la più estesa, che misurava 1,1 cm., iniziò a
ridursi e, dopo un anno, non era più visibile.
Ma la TAC ha dei limiti e una PET, più accurata, rivelò che il cancro al fegato era ancora presente.
Continuò la chemioterapia per un altro mese. Il seguente esame PET risultò negativo. “Era la prova
oggettiva che il tumore stava regredendo e tutti cominciarono a chiamarmi ‘il miracolato’, perché
altre tre o quattro persone, in condizioni gravi come le mie e che avevano iniziato la chemioterapia
nel mio stesso periodo, erano decedute nel giro di un anno”.
A cosa fu dovuto il ‘miracolo’? “Ai ragazzi della chemioterapia piace che sia suo il merito, mentre
al mio pastore piace pensare che sia stato merito delle sue preghiere. Io credo che tutto mi abbia
aiutato.”
“Come scienziato credo che le cellule natural killer siano il solo mezzo per curare i tumori
dall’interno. Ci sono referti che parlano di remissioni miracolose di tumori vasti e ritenuti
incurabili; ciò può essere avvenuto solo ‘dall’interno’, cioè con l’organismo stesso che si occupa del
tumore, tramite le cellule NK. Non ho perciò dubbi sul fatto che il ImunoBran, stimolando le NK,
abbia aiutato il mio organismo a combattere il cancro.”
Il Dr. Fukushima continuò ad assumere dosi di 3 g al giorno di ImunoBran, per tre mesi.
Successivamente diminuì la dose a 2 g al giorno.
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Nel giugno 2002 egli notò un linfonodo gonfio sulla parte destra del collo: “Era abbastanza grande
da essere visibile a distanza”.
Una biopsia confermò che il nodulo era canceroso. Dopo una colonscopia di controllo, per
verificare che il cancro originale al colon non fosse tornato, e una TAC completa, non furono
scoperti ulteriori tumori. Ulteriori indagini portarono alla diagnosi di un raro caso di cancro
nasofaringeo. Era un tumore aggressivo, delle dimensioni di una oliva, proprio dietro al naso.
Fortunatamente, nonostante la sua prossimità, non c’era alcuna evidenza che si fosse esteso anche al
cervello.
Dall’agosto 2002 al febbraio 2003, il Dr Fukushima sopportò un trattamento radiante molto
intensivo, cinque volte alla settimana, e un pesante trattamento di chemioterapia, ogni tre settimane.
Perse 25 libbre. Contemporaneamente riportò la sua dose giornaliera di ImunoBran a 3 g al giorno.
Poco dopo l’inizio della radioterapia e un trattamento di chemioterapia, il linfonodo del Dr.
Fukushima fu controllato dal suo radiologo. Egli notò che il tumore si stava già riducendo e non
grazie alle radiazioni, che impiegano settimane a manifestare i loro effetti. Questo poteva
significare soltanto che, fortunatamente, il tumore era molto sensibile a qualcosa che veniva
somministrata (chemioterapico o ImunoBran?).
Il Dr. Fukushima completò i trattamenti radianti e chemioterapici e i due controlli successivi non
evidenziarono la presenza del tumore.
“Molta gente mi chiede –Se quello che stai prendendo è così efficace, come è possibile che tu abbia
sviluppato un secondo cancro?- Io però non so da quanto tempo lo avessi, perché era a lenta
crescita. Era tanto che avevo il fiato corto e mi sentivo stanco, probabilmente proprio a causa del
tumore.” Poiché è ancora un mistero la causa che può scatenare il cancro, è impossibile sapere quale
differenza possano aver fatto dosi regolari (2 g) o alte (3 g) di Imunobran.
“Pochissime persone possono dire di essere sopravvissute a due cancri molto significativi – un
cancro al colon molto avanzato e un cancro nasofaringeo completamente differenziato, molto
aggressivo e in stadio III. Entrambi i cancri sono in completa remissione. Io sono tra quel 5 % di
persone con cancri in stadio IV che sono sopravvissuti cinque anni.
Cancro alla gola
Nel febbraio del 2003, a un quarantasettenne della Repubblica Ceca, HK, fu diagnosticato un
carcinoma alla gola. I suoi sintomi erano difficoltà a deglutire e stanchezza. Il medico di HK gli
spiegò la necessità di iniziare immediatamente chemioterapia e radioterapia e lo mise al corrente
degli effetti collaterali che avrebbe dovuto aspettarsi da questo pesante trattamento.
“Sapevo che avrei dovuto rafforzare il mio sistema immunitario per avere le maggiori possibilità di
guarigione, e quindi chiesi informazioni alle farmacie e cercai anche in internet per trovare approcci
complementari che mi potessero aiutare in questa sfida. È così che scoprii ImunoBran. Iniziai subito
ad assumerne 1000 mg al giorno e continuai così per tutto il periodo del trattamento. Non informai
il mio dottore che stavo assumendo ImunoBran perchè, in generale, i medici non apprezzano il
ruolo svolto dagli integratori (il ImunoBran fu il solo integratore che HK aggiunse alla sua dieta
durante questo periodo).
Diversamente da quanto ci si aspettava, durante i trattamenti HK non lamentò né perdita di peso, né
dolori, né mancanza d’energia. Il suo umore durante questo periodo restò buono e, sebbene avesse
problemi a inghiottire, il suo appetito si mantenne robusto. Il trattamento comprendeva una dose
giornaliera di chemioterapico più un’ulteriore alta dose settimanale e la radioterapia; malgrado ciò il
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suo stato fisico era abbastanza buono e conduceva una vita attiva, dividendo le sue giornata fra
ospedale e lavoro.
Durante il periodo di cura, HK cercò in ogni modo di mantenere bassi i suoi livelli di stress, cosa
piuttosto impegnativa considerando che aveva deciso di non smettere di lavorare. “Riuscivo a
rilassarmi più spesso di prima” ammise. “Per me fu molto importante lo stato mentale, grazie al
fatto che non sentivo effetti collaterali, mi sentivo in buone condizioni. Cercai di mangiare in modo
più sano e smisi di bere alcool”.
HK terminò i previsti cinque mesi di chemioterapia nel luglio 2003. Fu poi sottoposto a un
intervento per rimuovere quanto era rimasto del tumore. Oggi è in buone condizioni ma continua ad
assumere 500 mg di ImunoBran al giorno per mantenere un’ immunità forte. “Non so esattamente
come il ImunoBran mi possa aver aiutato, ma durante tutto il trattamento mi sentivo molto bene e
sono ancora vivo. Sono rimasto molto sorpreso dell’efficacia di questo integratore e credo che la
combinazione del trattamento convenzionale con il ImunoBran mi abbiano aiutato in maniera molto
efficace a combattere il cancro e a mantenere alta la qualità della vita”.
Carcinoma gastrico
A parte l’essere diventato diabetico poco dopo aver compiuto 50 anni, SN godeva di buona salute.
A fine 2001 inizio 2002 però cominciò a stare poco bene. Nel maggio 2002 notò per la prima volta
sangue nelle feci, ma rifiutò di prendere in considerazione la possibilità che ci fosse qualcosa che
non andava e nascose i sintomi al medico e ai suoi familiari.
Durante un viaggio d’affari a Singapore fu costretto a rivolgersi al National University Hospital per
problemi di stomaco. Soffriva di nausee persistenti, vomito, diarrea occasionale e sangue nelle feci.
Nell’agosto 2002, all’età di 57 anni gli venne diagnosticato un carcinoma gastrico –un piccolo
tumore ulcerativo all’esofago.
Fu sottoposto ad un trattamento di chemioterapia di tre mesi, ma la cura non ebbe successo e le sue
condizioni peggiorarono.
Di ritorno a casa, a Ras Al Khaimah negli Emirati Arabi Uniti, gli capitò sotto gli occhi una
pubblicità di ImunoBran. Era sempre stato interessato dalla medicina alternativa ed usava
regolarmente pappa reale e altri preparati vegetali.
Nel dicembre 2002, dopo un’indecisione iniziale, iniziò ad assumere 3 g di ImunoBran al giorno.
Contemporaneamente, sotto le cure del Dr. Rafe’h Bechir, cambiò la sua dieta. Smise di mangiare
carne e latticini, iniziò a mangiare verdure cotte e crude, frutta fresca di stagione e a bere grandi
quantità d’acqua. Riuscì a ridurre anche i suoi livelli di stress.
Già dopo un mese, SN sosteneva di sentirsi meglio e che i suoi problemi di diarrea, vomito e
anemia erano diminuiti. Gli passarono i bruciori e l’acidità di stomaco e non aveva più sangue nelle
feci. Anche appetito e digestione migliorarono. Lentamente la perdita di capelli, dovuta alla
chemioterapia, era regredita e i valori dell’emoglobina e la conta dei globuli bianchi erano
migliorati.
L’indecisione iniziale di assumere o meno ImunoBran si sostituì alla certezza che aveva la
possibilità di guarire. SN è convinto che il merito di questa guarigione sia al 100 % del ImunoBran.
Leucemia
Dopo una vita lunga e attiva vita, senza importanti malattie, la 72enne EC scoprì dal suo oncologo
che non poteva aspettarsi più di un anno di vita.
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Nel luglio 2001 si era recata dal medico generico, lamentando ulcere in bocca che non volevano
scomparire. EC, che aveva passato tutta la sua vita in un villaggio vicino a Pontefract, nello
Yorkshire occidentale, fu ricoverata presso il Pontefract General Hospital. Soltanto nel novembre
dello stesso anno, le fu diagnosticata una leucemia mieloide acuta.
“L’oncologo disse che non avrebbe potuto vedere il Natale del 2001.” disse la figlia JT. Le fu
comunque consigliato di ricoverarsi per i successivi due mesi e di sottoporsi immediatamente a un
trattamento chemioterapico, da cui doveva aspettarsi pesanti effetti collaterali. Le fu anche detto che
questo non avrebbe aumentato le sue aspettative di vita.
EC si rassegnò a morire entro 10-12 mesi, sperando di riuscire a fare in tempo a “mettere in ordine
la sua casa”.
Spinta da quello che considerava “l’insensibilità del sistema”, dalla prognosi funesta e dalla
rassegnazione della madre, JT cercò di trovare una cura alternativa. Passò giorni a fare ricerche su
internet e si recò al Bristol Cancer Help Centre, prima che sua madre fosse ricoverata.
“Ero convinta che la chemioterapia non fosse la strada giusta da percorrere. I valori ematici erano
molto bassi e la chemioterapia avrebbe potuto distruggere completamente il suo sistema
immunitario, tanto che avrebbe potuto morire per una banale infezione.”
JT elaborò una dieta disintossicante intensiva che comprendeva l’assoluta esclusione di carne e
latticini e l’assunzione di frutta e verdure biologiche, con l’aggiunta di integratori vitaminico-
minerali. “Lo scopo era quello di ridurre il più possibile le tossine che il sistema immunitario
doveva fronteggiare, in modo che maggiori sarebbero state le possibilità di centrare quello che non
funzionava in lei.”
Il programma di dieta disintossicante intensiva funzionò bene per i successivi 18/24 mesi e tutti i
valori di EC si stabilizzarono. Il suo oncologo espresse la sua sorpresa e consigliò di continuare; i
controlli vennero spostati da ogni tre settimane a ogni due mesi.
Purtroppo, dal novembre 2002, la conta dei globuli bianchi riprese ad abbassarsi a poco a poco, il
calo continuò per tutto il gennaio 2003 e i controlli dovettero nuovamente essere intensificati. JT
lesse in internet che ImunoBran avrebbe potuto essere utile a sua madre, che iniziò ad assumerlo nel
febbraio del 2003. Dopo 6-8 settimane, con una dose di 3 g di ImunoBran al giorno, i valori di EC
ricominciarono a salire.
“Preferii ImunoBran rispetto ad altri prodotti perché mi dava grande affidabilità l’alta qualità della
ricerca che sta dietro ad esso” sostiene JT. “La conta dei globuli bianchi (linfociti CD4+) cominciò
a risalire, e così fecero le sue piastrine. I valori dell’emoglobina invece erano fluttuanti. Comunque
ciò che mi preoccupava maggiormente erano i globuli bianchi, perché ero convinta che se la loro
conta fosse ulteriormente risalita, le cellule cancerose potevano essere sconfitte, così mi concentrai
su quello.”
“ImunoBran iniziò rapidamente ad avere effetto e i controlli vennero ridotti a ogni sei settimane,
invece che ogni tre. I suoi valori ematici ebbero un costante incremento e la qualità della sua vita
migliorò notevolmente, con grande soddisfazione di tutti.”
Linfoma follicolare non-Hodgkin
JL è una donna di 39 anni che vive a Rijeka, in Croazia. Nel marzo 2005 le fu diagnosticato un
linfoma follicolare non-Hodgkin allo stadio IIIA. Il mese successivo iniziò un trattamento di
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chemioterapia come paziente esterna. Prima però, JL aveva cercato un modo per aiutare il suo
sistema immunitario e aveva scoperto ImunoBran, che iniziò immediatamente ad assumere alla
“dose di attacco” di 3 g al giorno, che mantenne anche per i primi due mesi di chemioterapia.
Contemporaneamente iniziò anche una dieta macrobiotica.
Il risultato di questo approccio alternativo fu che durante la chemioterapia poté mantenere una
buona qualità di vita e livelli migliori di energia. Sebbene il suo medico le avesse descritto gli effetti
collaterali della chemioterapia, JL fu piacevolmente sorpresa di scoprire di soffrire molto meno di
quanto si fosse aspettata. Questo non vuol dire che la chemioterapia non fosse pesante, ma la dieta e
il ImunoBran la aiutarono a sopportarla e la misero in grado di continuarla.
JL sta continuando la chemioterapia e ha ridotto il dosaggio del ImunoBran da 3 g al giorno ad una
“dose di mantenimento” di 1 g al giorno. Crede fermamente che il ImunoBran, assieme alla dieta
macrobiotica, la aiuti a sopportare i trattamenti e la aiuti a recuperare più velocemente tra una ciclo
e l’altro.
Carcinoma dell’ovaia
Nel febbraio del 1993, a una donna di 53 anni fu diagnosticato un cancro aggressivo ad entrambe le
ovaie. L’intervento chirurgico fu seguito dalla chemioterapia. Contemporaneamente iniziò ad
assumere 3 g di ImunoBran al giorno.
Le sue condizioni iniziarono a stabilizzarsi e l’attività delle sue cellule NK migliorò sensibilmente
dopo solo tre settimane dall’inizio del trattamento con la chemioterapia e con il ImunoBran. I valori
continuarono a migliorare e, dopo quattro mesi e mezzo, l’attività delle cellule NK era del 72.6 %
più alta del normale.
* * *
JF è una bibliotecaria della Repubblica Ceca di 43 anni a cui fu diagnosticato un cancro alle ovaie
nel marzo del 2005, dopo che le era stato scoperto un gonfiore all’inguine. Sfortunatamente, il
tumore era in una fase molto avanzata e la prognosi non era molto buona.
Un mese dopo la diagnosi, JF fu ricoverata per essere sottoposta ad un intervento di rimozione del
tumore, dopo il quale fu trattata con chemioterapia come paziente esterna.
Subito dopo l’intervento e prima di iniziare la chemioterapia, JF cominciò ad assumere 1000 mg di
ImunoBran al giorno, seguendo il consiglio di un suo amico. JF non assunse nessun altro integratore
ma cercò di seguire una dieta salutare. Dopo l’intervento non soffrì di dolori particolarmente forti e
il suo appetito era migliore rispetto a quello di altre pazienti che avevano subito un intervento
analogo, ma non avevano potenziato il sistema immunitario. “Il ImunoBran mi ha aiutato a gestire il
peggior momento della mia vita” dice JF. Durante il secondo ciclo di chemioterapia, che per la
maggioranza delle persone è molto debilitante, JF si sentì estremamente in forma, sia fisicamente
che emotivamente. Un’eccezione a questo stato di relativo benessere fu l’impatto emotivo dovuto
alla caduta dei capelli e a una perdita di peso di 8 kg, comunque inferiore a quella di molte altre.
“Quando iniziai ad usare ImunoBran, ero sicura di guarire. ImunoBran è ottimo per la psiche!”
Il medico di JF è un medico convenzionale e ha poca fiducia nelle terapie alternative, ma non
ostacolò in alcun modo la decisione della sua paziente. Può anzi testimoniare che i marker tumorali,
da un valore iniziale di 1980, erano scesi a 78 piuttosto rapidamente (il trattamento sta ancora
continuando, pertanto non sono ancora disponibili i valori finali).
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JF continua ad assumere 1000 mg di ImunoBran al giorno per favorire il suo recupero. “Sono
convinta che è grazie al ImunoBran se oggi mi sento così in forze e in grado di fronteggiare la
malattia nel modo migliore. “La mia battaglia continua, ma affronto questa sfida piena di coraggio e
di fiducia, con lo scopo di tornare al più presto al mio lavoro, da cui manco da sei mesi.”
Cancro al colon con metastasi al fegato
La diffusione del cancro al colon, nonostante tre interventi chirurgici e la chemioterapia, costrinse i
medici a dire al paziente che non c’era più nulla da fare. Il paziente, allora di 67 anni, era stato
sottoposto ad un primo intervento chirurgico nel gennaio del 1996 in un ospedale a Sizuka, una
regione del Giappone.
Nonostante la chemioterapia, c’erano indicazioni che il cancro si stava estendendo e, nel novembre
1996, furono scoperte metastasi al fegato. Nell’aprile 1997e nel febbraio 1998 fu sottoposto ad un
altri due interventi chirurgici. A questo punto il paziente fu informato che la chirurgia non era più
una opzione da prendere in considerazione.
Nel gennaio del 1999 si sottopose a un ciclo di chemioterapia tramite iniezione, ma il paziente non
era in grado di sopportarla. Il mese seguente egli si recò presso una clinica olistica, dove fu
sottoposto ad un parziale digiuno, considerato un buon metodo per regolare le condizioni
dell’intestino.
Contemporaneamente fu somministrata al paziente una dose insolitamente alta di 5 g al giorno di
ImunoBran per cinque giorni, seguita da due giorni di sospensione, quindi ancora la stessa dose alta.
Nell’aprile 1999 il tumore posizionato nel lobo destro del fegato iniziò a ridursi. Il mese seguente i
marker tumorali furono trovati nella norma. Il paziente riacquistò rapidamente forza fisica e iniziò a
godere di una buona salute. Ha continuato ad assumere ImunoBran.
Cancro della pelle (Melanoma)
IP viveva a Split, in Croazia, e aveva sempre avuto uno stile di vita sano.
Nel marzo del 1999 divenne madre e, secondo IP, lo stress conseguente fece sì che si ammalasse di
cancro. Infatti, durante il parto, la figlia non ricevette un’adeguata dose di ossigeno, e la stessa IP
soffrì di un’infezione all’utero e di emorroidi. La prognosi della figlia non era buona e i medici
resero noto che avrebbe potuto rimanere disabile, sia fisicamente che mentalmente. Fortunatamente,
dopo due anni di terapia intensiva le condizioni della figlia migliorarono in modo stupefacente,
tanto da non aver più bisogno di cure e da poter condurre una vita normale.
Nel maggio 2001, all’età di 31 anni e al sesto mese della sua seconda gravidanza, un neo sulla
schiena di IP cominciò a sanguinare. Purtroppo la biopsia rivelò un melanoma aggressivo (fase IV,
grado V) e l’unica possibilità era il sottoporsi immediatamente ad un intervento chirurgico. IP fu poi
ospedalizzata per tutto il resto della gravidanza.
Due mesi dopo aver partorito, una recidiva del tumore riportò IP nella disperazione. Tornò in
ospedale, dove venne nuovamente operata, questa volta sotto il braccio sinistro, e fu sottoposta ad
un ciclo di sei trattamenti chemioterapici (dacarbazina DTIC).
“E’ stato estremamente difficile per me affrontare la chemioterapia, sia fisicamente che
psicologicamente. Avevo costantemente un senso di nausea e mi sentivo molto debole.”
Dopo il trattamento chemioterapico finale, nell’agosto del 2002, IP venne visitata da un oncologo
presso una clinica privata a Londra. “Mi fu detto che, a causa della natura della mia malattia, non
avevo molte speranze di guarigione. Secondo le statistiche, solo il 30 % delle persone riesce a
guarire e a sopravvivere cinque anni dopo che la malattia è stata scoperta.”
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“Mi sentii sopraffatta dal panico e dalla paura. Sino a quel momento non mi ero resa conto di
quanto fossi in pericolo”.
Nell’ottobre 2002 ebbe un’altra recidiva, sotto il braccio destro, e ancora il tumore venne rimosso. I
medici suggerirono un altro ciclo di chemioterapia, che però IP rifiutò.
“Sentivo che il primo ciclo di chemioterapia non aveva aiutato e non me la sentivo di affrontare di
nuovo lo stesso tormento fisico e psicologico.”
A questo punto IP iniziò a cercare dei trattamenti alternativi. Contattò un’erborista nella vicina
Bosnia, e l’erborista le diede informazioni sul ImunoBran.
“Iniziai ad assumere il ImunoBran e una combinazione di erbe. Dopo 45 giorni mi sottoposi a una
biopsia e, incredibilmente, il tessuto risultò negativo. I medici erano scioccati e sostennero che non
avevano mai assistito a qualcosa del genere in 20 anni di pratica medica. Continuai a prendere il
ImunoBran e le erbe per un anno”.
IP non sa quantificare quanto della sua guarigione sia dovuto al ImunoBran, ma sicuramente, dal
momento in cui iniziò a usarlo, iniziò a sentirsi meno stanca ed il suo umore era migliore. “Ci fu un
periodo in cui restai senza il ImunoBran e notai che stavano tornando tutti i sintomi spiacevoli che
mi avevano accompagnato prima della sua assunzione. Questo mi ha convinto sull’efficacia del
ImunoBran”.
Cambiò anche la sua dieta. “Ora mangio solamente cibi naturali e integrali, carne bianca, pesce,
verdure, frutta, cereali e legumi. Non mangio cibi fritti e arrostiti, cibi precotti o trattati e latticini.
Insieme al ImunoBran bevo tisane e assumo vitamina C ed E, beta carotene e integratori
energetici.”
Nel tentativo di ridurre lo stress, cercò anche di mantenere un atteggiamento positivo nei pensieri e
nelle azioni e trovò la fede in Dio. La famiglia e gli amici diedero il loro determinante sostegno, sia
morale che materiale. “Hanno lavorato sodo per reperire i fondi che mi permettessero di pagare le
medicine. Senza il loro aiuto non sarei guarita.”
Un anno e mezzo dopo l’ultima operazione, i medici scoprirono un nodulo sul suo collo, ma una
biopsia nel febbraio del 2004 confermò che era benigno. “Non auguro a nessuno di vivere quello
che ho vissuto io, e spero di non dover affrontare più niente del genere. È stato estremamente
difficile e al tempo stesso mi sembrava ‘irreale’. Mi aspetto un futuro migliore.”
* * *
Nel gennaio del 2001 SM, un uomo d’affari di 42 anni, notò che un dito della mano destra aveva
qualcosa di strano. Gli fu diagnosticato un melanoma e venne trattato con la chemioterapia.
Un successivo controllo, a Coimbra, in Portogallo, nel febbraio 2002, verificò che il cancro si era
esteso ai polmoni e al fegato e che SM non poteva aspettarsi più di quattro mesi di vita. Fu
sottoposta ad un altro trattamento di chemioterapia, ma andò anche a farsi visitare dal Professor
Jurasunas che, oltre a consigliargli di cambiare dieta, gli prescrisse ImunoBran e altri integratori.
“Credo che il mio cancro sia stato provocato da un’eccessiva esposizione al sole e ad una vita molto
intensa e stressante” dice SM. “Dopo aver visto il Professor Jurasunas, cambiai il mio stile di vita
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ed accettai tutto ciò che mi aveva prescritto, pur continuando ad assumere i medicinali. Circa due
mesi dopo aver visto il Professor Jurasunas per la prima volta, ci furono dei segni di
miglioramento”. Gli effetti collaterali della chemioterapia stavano infatti diminuendo.
Terminò il trattamento di chemioterapia nel luglio 2002. “Il mio medico non voleva credere ai
propri occhi, ma la verità era che tutto andava bene. Pensavo di sognare. Sono molto felice e mi
sento come se fossi rinato”.
Nel novembre 2002 a SM fu detto di considerarsi guarito dal cancro al fegato e che i noduli ai
polmoni si erano ridotti in modo considerevole. Nel marzo 2003 fu dichiarato completamente
guarito.
Cancro alla prostata
Quando a JR, un camionista di 63 anni, fu diagnosticato un cancro alla prostata, fu anche detto che
la soluzione migliore sarebbe stata quella di intervenire chirurgicamente. Sfortunatamente, i ritardi
del servizio sanitario portoghese facevano ritardare l’intervento. Nel frattempo l’unica cosa da fare
era somministrargli analgesici contro il dolore.
Finalmente fu programmata l’operazione per il gennaio 2002, cinque mesi dopo la diagnosi iniziale.
All’arrivo all’ospedale gli fu detto che non ci sarebbe stata alcuna operazione perchè il cancro si era
ormai esteso in tutto il corpo e non c’era nulla che i medici potessero fare.
Il mese seguente andò a trovare un oncologo, che gli disse che le sue aspettative di vita erano dai sei
ai dodici mesi. A questo punto era incapace di camminare da solo.
All’inizio dell’aprile 2002, JR ottenne il suo primo appuntamento con il Professor Jurasunas, a
Lisbona. JR iniziò un trattamento che prevedeva 3 g di ImunoBran al giorno, unito ad altre sostanze
e ad una dieta più salutare rispetto alla tradizionale dieta portoghese, ricca di grassi, a base
soprattutto di pesce fresco e verdure.
Un mese dopo l’inizio del trattamento con il Professor Jurasunas, JR iniziò a sentirsi meglio e
cominciò ad aumentare di peso. Un esame del sangue mostrò segni di miglioramento dei parametri
prostatici. Nell’aprile 2003, i valori si erano normalizzati e non c’erano più segni di tumore in
nessuna parte del corpo.
JR sostiene inequivocabilmente che il ImunoBran gli ha salvato la vita e ora è ora un pensionato che
ha ricominciato a godersi la vita.
* * *
Un ex capitano della marina mercantile, AK, aveva goduto di ottima salute per tutta la vita, fattore
determinante per poter svolgere un lavoro duro come lo era stato il suo. Successivamente era stato
trasferito a Londra ad un incarico d’ufficio, fisicamente molto meno pesante. Il suo compito era
curare gli affari per conto di compagnie di navigazione giapponesi.
Nel luglio 2001, all’età di 62 anni, si sottopose ad un routinario esame di controllo annuale e gli fu
detto che i suoi livelli di antigene specifico prostatico (PSA) indicavano che c’erano problemi.
Esami successivi confermarono la presenza di un cancro moderatamente aggressivo. Accettò di
sottoporsi a un intervento chirurgico e nel settembre 2001 fu operato. I risultati della biopsia
indicarono l’opportunità di far seguire un trattamento di sei settimane di radioterapia.
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Nel frattempo, mentre era ancora in convalescenza in ospedale, un amico gli aveva mandato del
ImunoBran, ma AK non lo aveva preso. Quando però gli fu comunicato di aver bisogno della
radioterapia, iniziò ad assumerne 3 g al giorno, nella speranza che potesse essergli di aiuto, quanto
muno per alleviare gli effetti collaterali della radioterapia.
“Sono convinto che, grazie al ImunoBran, gli effetti collaterali della radioterapia furono minimi il
che, mi è stato detto, è alquanto insolito. Da allora assumo 2 g di ImunoBran ogni giorno”.
Il primo esame del sangue, dopo il completamento del trattamento di radioterapia e l’assunzione
regolare di ImunoBran, mostrarono che il livello del PSA era quasi a zero, senza presenza
percepibile di cellule cancerose. Da allora, gli esami di controllo sono passati da ogni tre mesi a
ogni quattro e, infine, a ogni sei.
“Il mio medico disse inaspettatamente era andato tutto nel migliore dei modi. Sono sempre stato una
persona in ottima salute, come lo devi essere quando lavori a bordo di una nave, e questo ha reso
tutto molto più facile.”
“Non so se il ImunoBran mi abbia o no salvato la vita, ma ho deciso di continuare a prenderlo per
tutta la vita. In più, contrariamente al solito, negli ultimi due inverni non ho preso nemmeno un
raffreddore.”
* * *
Il ImunoBran e un lungo trattamento chemioterapico aiutarono un giapponese, a cui era stato
diagnosticato un cancro alla prostata, a ritornare alla vita normale di un uomo di 78 anni sano.
Nel settembre 1994 gli fu diagnosticato un tumore alla prostata, che si stava estendendo alla spina
dorsale. L’uomo si sottopose ad un intervento chirurgico il mese successivo.
Più di un anno dopo, nel dicembre 1995, iniziò ad assumere una dose giornaliera di 2 g di
ImunoBran, pur continuando con la chemioterapia, che però fu costretto a interrompere a causa di
una grave anemia. Continuò comunque a prendere ImunoBran, convinto che potesse aiutarlo a
superare l’anemia e dargli quindi la possibilità di ricominciare il trattamento farmacologico.
Nel giugno 1996 si scoprì che il tumore alla spina dorsale si era ridotto della metà e, nel dicembre
1996, non presentava più alcuna traccia di tumore.
* * *
Nel luglio 1995, un uomo americano di 68 anni, colpito da un aggressivo cancro prostatico, non
ebbe nessun beneficio da due diversi trattamenti chemioterapici.
Nel gennaio 1996 iniziò ad assumere 3 g di ImunoBran al giorno. L’aprile seguente subì un
intervento per rimuovere parte del tumore e già a novembre le sue funzioni corporee si erano
normalizzate. L’attività delle cellule NK era alta, il livello di PSA era tornato normale e si riteneva
che il cancro fosse in piena remissione.
* * *
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Ad un uomo di 56 anni fu scoperto un cancro alla prostata aggressivo che si era già esteso ai
linfonodi. Nel novembre 1998, fu sottoposto a terapia ormonale nell’ospedale di Sizuoka, un
distretto del Giappone. Il trattamento ebbe un certo impatto positivo sulla dimensione e sul numero
dei tumori, ma questi erano pur sempre rimasti grandi e numerosi quando lasciò l’ospedale, nel
gennaio 1999.
Il paziente continuò con la terapia, che però non portava a ulteriori progressi. Convinto dei limiti
della terapia ormonale, nell’aprile del 1999 l’uomo si rivolse ad una clinica di medicina alternativa
che offriva anche il ImunoBran come parte di un trattamento che comprendeva anche un digiuno
parziale. Gli furono somministrate dosi di 5 g di ImunoBran al giorno per cinque giorni con due
giorni di intervallo, continuando questa rotazione per due mesi.
Due settimane dopo aver iniziato questa cura, i dolori addominali erano scomparsi.
Contemporaneamente il livello di PSA si era drasticamente ridotto e, nel giugno 1999, si era
normalizzato. Anche a livello dei linfonodi non c’era più nessuna anomalia.
Sembra che la terapia ormonale abbia avuto successo nel sopprimere la crescita delle cellule
tumorali, sebbene non sia stata in grado di distruggere completamente il tumore, mentre il
ImunoBran abbia aiutato a potenziarne gli effetti, permettendo l’eliminazione del tumore.
Cancro al seno
DS, che aveva come attività la costruzione di giocattoli per i luna park, si era ritirata dal lavoro
abbastanza presto e passava le giornate a lavorare nel suo giardino. Quasi quattro anni dopo che le
era stato diagnosticato un cancro e dopo che le era stato rimosso un nodulo dal seno ed essersi
sottoposta a chemioterapia, DS percepì che il cancro era tornato.
Il suo medico fece un esame fisico e disse che non c’era nulla di male. Ma il dolore persisteva e
quattro mesi dopo, nel settembre 2002, diventò così forte da dover telefonare per fissare un ulteriore
appuntamento.
A questo punto il suo seno si era dilatato e diceva di sentirsi come se stesse trasportando “una
borsetta rigida” sotto il braccio. Questa volta il medico disse che avrebbe effettuato una biopsia per
scoprire “a che gioco stessero giocando queste cellule”
Una settimana più tardi a DS, a quel tempo di 57 anni, fu diagnosticato un cancro per la seconda
volta. Le fu scannerizzato il fegato e le fu detto che il cancro si era diffuso. Al principio DS non si
rese conto di quanto la diagnosi fosse seria. Quando le fu detto che aveva “solo mesi”, credette che
il medico si stesse riferendo a quanto avrebbe dovuto aspettare per l’operazione, e non a quanto le
restava da vivere.
In uno stato di shock, fissò un appuntamento per vedere il suo vecchio medico presso la Dumfries
and Galloway Infirmary, in Scozia. Le fu detto che la chirurgia non era più adatta e che avrebbe
dovuto sottoporsi ad un trattamento “forte” di chemioterapia. “Non potevo dormire a causa della
tumefazione. Provavo un dolore terribile”.
Iniziò il trattamento di chemioterapia a metà dicembre 2002. fu durante il trattamento che sentì
parlare del ImunoBran ed il 15 gennaio 2003 –la data è stampata nella sua memoria- iniziò ad
assumere 3 g di ImunoBran al giorno. Entro tre giorni, dice, “Mi sentii una persona diversa. Avevo
molta più energia e ricominciai a sentirmi normale”.
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Dopo una settimana dall’inizio della cura con il ImunoBran la tumefazione nel suo seno aveva
iniziò a ridursi ed i dolori scomparvero. Dopo due settimane si sottopose ad un ulteriore esame del
fegato e delle ossa. Le fu comunicato che il tumore era scomparso dal suo fegato.
Il suo dottore espresse sorpresa. “E’ strano”, disse, “Non riesco a credere che sia scomparso dal
fegato, ma lo terremo d’occhio”.
“E’ certamente stato il ImunoBran, non la chemioterapia, perchè la tumefazione sembrò sparire
alcuni giorni dopo che avevo iniziato a prenderlo”, dice DS. “E’ chiaramente avvenuto un miracolo,
perchè quando ti viene un cancro al fegato non c’è cura. Ho avuto degli amici che ebbero un cancro
al fegato, che si sottoposero alla chemioterapia, che non fece nulla di buono ed essi morirono. Ho
sempre sostenuto che se tu credi in qualche cosa, funzionerà se la tua mente lavora insieme con
quella cosa. Se tu dici –starò meglio- allora starai meglio. Il ImunoBran ha fatto la differenza”.
Il 7 marzo 2003, DS andò alla Dumfries and Galloway Hospital per l’esame finale al fegato. La
lettera dichiara “L’esame del fegato compiuto oggi con gli utra-suoni ha confermato l’assoluta
mancanza di malattia metastatica”. Dopo più di un anno è ancora esente dal cancro.
* * *
Dopo che le fu trovato un tumore nel seno destro, una donna di 51 anni iniziò una terapia a base di
ormoni e radioterapia. Non ci fu alcun miglioramento delle sue condizioni.
Nel marzo del 1995 iniziò ad assumere una dose giornaliera di 3 g di ImunoBran, e l’attività delle
sue cellule NK subito raddoppiò. Una mammografia fatta nel luglio 1995 non riscontrò alcun segno
del tumore. Continuò a prendere il ImunoBran e fu di nuovo esaminata nel gennaio 1997. non fu
riscontrato alcun tumore.
* * *
Ad una paziente giapponese di 75 anni fu diagnosticato un cancro al seno e il suo seno sinistro
venne rimosso nel novembre 1998, a cui seguì una terapia ormonale che finì nell’aprile 1999. il
giugno seguente si scoprì che il tumore era ricomparso e fu sottoposta ad un trattamento di
chemioterapia ed ad una dose giornaliera di 3 g di ImunoBran.
Durante le prime quattro settimane del primo ciclo di trattamento il tumore si ridusse. Alla fine di
luglio 1999, dopo un secondo ciclo di trattamento, la paziente, che era stata di nuovo ospedalizzata
quando il tumore era ricomparso, stava abbastanza bene da essere dimessa per continuare il
trattamento a casa. Durante i quattro mesi del trattamento, un marker chiave si ridusse
considerevolmente ed alla fine ritornò normale.
Sembra che il ImunoBran abbia ridotto gli effetti collaterali della chemioterapia ed allo stesso
tempo ne abbia aumentato l’efficacia mantenendo forte il suo sistema immunitario. La paziente si
riprese con continuità nonostante la sua età e durante il trattamento di chemioterapia mantenne il
suo appetito e la sua energia.
Melanoma maligno (gamba destra).
Sebbene pensionata da un certo numero di anni, LS crede che il suo vecchio lavoro in una fabbrica
di prodotti chimici in Slovacchia sia stata la causa del suo melanoma maligno che le fu
diagnosticato sulla sua gamba destra nell’ottobre 2002 quando aveva 66 anni. Si sottopose
immediatamente ad un intervento chirurgico per rimuovere i linfonodi nella gamba e quindi fu
sottoposta ad un trattamento di chemioterapia localizzata.
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Essendo stata informata da una amica dell’importanza di avere un sistema immunitario forte,
specialmente alla sua età, LS usò il ImunoBran proprio dall’inizio, assumendo 3 g per giorno per i
primi due mesi, riducendo poi la dose a 2 g al giorno per i seguenti sette mesi, e finalmente
scendendo ad una dose di mantenimento di 1 g al giorno sino alla fine del 2003. Non assunse altri
integratori durante tutto il periodo, comunque LS incluse più frutta e verdure nella sua dieta e
ridusse l’uso di cibi ricchi di grassi.
Cominciando ad assumere il ImunoBran, LS immediatamente notò che di starsi riprendendo in
modo più veloce rispetto quanto ci si potesse aspettare dopo l’intervento, tenendo anche conto che
soffriva di diabete. La stessa ripresa veloce avvenne anche per la sua chemioterapia. Sebbene come
persona anziana dovesse soffrire molto di più a causa dei trattamenti –si sentiva depressa, ed anche
le più elementari attività quali il cucinare ed il pulire la lasciavano esausta- sentì che con il
ImunoBran il suo recupero fu più veloce del normale ed il suo livello d’energie più facile da
mantenere. Comunque, anche il ImunoBran non poté fare in modo che il suo sistema immunitario
scendesse a livelli molto bassi alla fine del suo trattamento di chemioterapia. Continua ad insistere e
sebbene lei “non avesse più lo spirito di continuare a vivere”, scoprì che il trattamento con il
ImunoBran fece tornare in fretta il suo ottimismo e la sua vitalità.
Oggi LS si sta godendo una ritrovata salute “Mi godo la mia pensione e mi piace prendermi cura dei
miei nipotini”.
Cancro al polmone
Sebbene non soffrisse di importanti problemi di salute YB, un fumatore cronico, soffriva di attacchi
di tosse.
Nel settembre 2002 la sua tosse diventò persistente. Scoprì sangue nel suo sputo, e perse l’appetito e
peso. Per dicembre 2002 le sue condizioni peggiorarono. Il suo peso era diminuito da 87 kg a 73 kg,
provava dolore in tutto l’addome ed ebbe una totale perdita di appetito ed una stitichezza
consistente.
In gennaio una MRI ed una biopsia rivelarono un esteso cancro alle cellule piccole del polmone che
si era esteso ai suoi linfonodi. Gli fu detto di avere pochi mesi di vita.
Un insegnante di origine siriana; YB risiede in Dubai, Emirati Arabi Uniti. La diagnosi gli fu fatta
all’American University Hospital di Beirut, dove iniziò un corso di quattro sessioni di
chemioterapia nel febbraio 2003. Ciò condusse ad un miglioramento del suo appetito. Sentiva che il
cancro stava regredendo e che stava tornando ad essere normale, sebbene soffrisse di terribili effetti
collaterali, compresa la mancanza di sonno e la perdita dei capelli.
Al suo ritorno negli Emirati Arabi Uniti all’inizio del marzo 2003, si sottopose ad un ulteriore
trattamento di chemioterapia presso il Tawam Hospital di Al Ain. Nel contempo avendo sentito
parlare del ImunoBran ed avendo consultato il Dr. Bechir, YB iniziò ad assumere 4 g di ImunoBran
al giorno come dose di carico e dalla metà di marzo sentì che le sue condizioni stavano migliorando.
Un mese dopo aver iniziato con il ImunoBran, il suo appetito era tornato normale ed aveva quasi
riacquistato il suo peso normale. Le sue nausee erano scomparse, la perdita di capelli dovuta alla
chemioterapia era ridotta al minimo, la sua tosse era scomparsa ed il suo sputo era libero dal
sangue. Comunque persistevano alcuni dolori addominali, sebbene di molto ridotti.
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Due mesi dopo aver iniziato con il ImunoBran, YB sentì che avrebbe potuto tenere a bada il suo
cancro. Per l’agosto 2003 il tumore era regredito per il 90 per cento ed era sicuro di poter
sopravvivere. Ridusse la sua dose di ImunoBran ad un livello di mantenimento di 1 g.
Era convinto che l’essere un forte fumatore ed una predisposizione genetica al cancro –tutti i suoi
sei fratelli erano morti di cancro- si fossero combinati per farlo ammalare. Ora svolge una missione
per convincere gli altri a smettere di fumare.
* * *
Ad un maschio di 67 anni che aver perso peso, che soffriva di una tosse stizzosa ed aveva sangue
nello sputo, fu diagnosticato un cancro ai polmoni ed una tubercolosi polmonare presso durante una
visita presso un ospedale di Osaka in Giappone nell’agosto 1996.
In ottobre 1996 fu sottoposto ad una cura di antibiotici per curare la tubercolosi e di trattamenti di
radioterapia per il cancro. In dicembre la parte inferiore del polmone che conteneva il cancro fu
rimossa e nel gennaio 1997 fu dimesso dall’ospedale.
Cinque mesi più tardi sentì un dolore nella parte destra del petto e dopo un esame si scoprì che il
cancro si era diffuso alle ossa. La sorgente primaria del cancro era localizzata nelle costole nella
parte destra della cassa toracica.
Gli venne somministrata morfina per combattere il dolore ed iniziò ad assumere una dose
giornaliera di 3 g di ImunoBran. Sei mesi dopo aver iniziato con il ImunoBran, il dosaggio di
morfina venne gradualmente ridotto mentre il dolore scompariva, ed infine la somministrazione
venne sospesa.
Durante l’assunzione del ImunoBran, i marker del tumore si ridussero gradualmente ed alla fine
tornarono a livelli normali, indicando così che il cancro era in remissione completa.
Si ritiene che il ImunoBran fu il motivo del successo nel trattamento del difficile caso di cancro alle
ossa.
* * *
A DF fu diagnosticato un cancro ai polmoni moderatamente aggressivo che si era diffuso
all’addome ed alla pelvi nell’agosto 2002. Il cancro non era operabile e DF, allora dell’età di 57
anni, fu sottoposto a chemioterapia. DF crede che il cancro sia dovuto allo stress ed all’uso del
tabacco.
Il mese seguente incontro il Professor Jurasunas presso la clinica a Lisbona. Jurasunas notò che DF
stava soffrendo per gli effetti collaterali della chemioterapia e lo sottopose ad un protocollo che
comprendeva il ImunoBran.
DF segnalò di sentirsi meglio, e per novembre 2002 disse di non soffrire più degli effetti collaterali
dovuti alla chemioterapia alla quale si stava ancora sottoponendo. Per la fine dell’anno ricominciò a
pensare ottimisticamente di poter ricominciare a vivere.
Nel gennaio 2003 fu sottoposto ad una TAC. L’esame mostrò che il tumore ai polmoni si era ridotto
di due terzi e non c’era più alcuna evidenza che il cancro si fosse diffuso. Dice che i dottori erano
sbalorditi e che non credevano possibile un tale progresso.
49
Nel marzo 2003 il tumore ai polmoni era scomparso. Il suo dottore era sbalordito “Nella mia
esperienza credo fosse inevitabile il dovermi sottoporre ad un trattamento di chemioterapia, ma
senza il ImunoBran e la medicina alternativa non avrei avuto la possibilità di ottenere buoni
risultati” dice DF.
Mieloma multiplo (tumori diffusi al midollo osseo)
JM era in condizioni critiche quando fu visitato dal Professor Jurasunas presso la clinica a Lisbona,
Portogallo nel dicembre 1999. JM era stato un entusiasta giocatore di calcio ed uno sportivo, ma ora
all’età di 38 anni soffriva di un mieloma multiplo aggressivo.
Aveva iniziato un trattamento di chemioterapia a Lisbona e continuò con la chemio a Londra su
consiglio dei medici che pensavano che la avrebbe potuto godere di cure migliori là. I medici a
Londra sostenevano che avrebbe dovuto sottoporsi ad un trapianto di midollo, ma egli non riteneva
opportuno di subire l’operazione.
“Era un caso disperato e ci vollero parecchi mesi prima che cominciasse a recuperare” dice il
Professor Jurasunas che gli somministrò tutta una varietà di prodotti compreso il ImunoBran,
mentre si stava ancora sottoponendo alla chemioterapia.
Dopo aver completato il trattamento di chemioterapia, a JM fu detto di essere in completa
remissione. Egli aveva rifiutato il consiglio dei medici di sottoporsi ad un trapianto di midollo.
Il Professor Jurasunas pensa di essere stato in grado di fermare la diffusione del cancro “Ancora una
volta ho potuto osservare la grande efficienza del ImunoBran in questo caso difficile”.
* * *
Ad un musicista di 46 anni fu diagnosticato un mieloma multiplo nel marzo 1994 con una bassa
concentrazione di globuli bianchi. Nel febbraio 1995 iniziò ad assumere il ImunoBran.
Dopo una settimana dall’inizio, l’attività delle sue cellule NK raddoppiò al 38 per cento.
Per novembre 1995 i suoi esami del sangue mostravano livelli normali, es in dicembre il suo dottore
disse che non aveva più i sintomi del mieloma multiplo. Ha continuato ad assumere il ImunoBran
per altri due anni e mezzo e crede di essersi liberato del cancro.
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CONCLUSIONE
In questo libro sono state presentate alcune testimonianze sul fatto che il ImunoBran –un
modificatore di risposta biologica (BRM), ricavato dalla crusca del riso ed enzimi del fungo
shiitake- possono avere un effetto potente e benefico sui sistemi immunitari indeboliti.
Ora che siamo nel ventunesimo secolo, la salute del sistema immunitario è finalmente considerata
un perno per ottenere una guarigione dalla malattia e per mantenersi in ottima salute. Le
informazioni in questo libro daranno certamente impulso all’uso del ImunoBran come coadiuvante
di qualsiasi programma di trattamento. Come ha detto il Dr. Soyer nella sua introduzione,
“Funziona”. Il ImunoBran non ha effetti collaterali e non è tossico, pertanto potete capire perchè
molte migliaia di medici in tutto il mondo lo stanno raccomandando ai loro pazienti, e perchè il
ImunoBran è diventato l’integratore più valido per il sistema immunitario in tutto il mondo.
Sebbene molti medici ortodossi stiano cominciando a riconoscere l’importanza dei BRM naturali,
come in ImunoBran, quali integratori di successo per i loro programmi di cura, alcuni medici li
respingono perchè non sono ancora stati effettuati test clinici a doppio controllo su larga scala. Si
deve comunque comprendere che il ImunoBran è un composto di complessi naturali e non un
farmaco, e chiunque si interessi di questi prodotti naturali sarà a conoscenza delle difficoltà di
riuscire a convincere le cliniche, gli ospedali e le università ad effettuare studi clinici a doppio
controllo su larga scala, specialmente perchè questi studi di solito richiedono una quantità di fondi
che solo le società farmaceutiche multinazionali hanno a disposizione. L’attuale mancanza di questi
studi, tuttavia, non significa che non saranno mai effettuati test a doppio controllo a larga scala –
l’integratore è così efficace che tali esami diventeranno inevitabili in un prossimo futuro.
Al momento, molta della ricerca sul ImunoBran è stata condotta su pazienti ammalati di cancro
perchè essi tendono ad avere il sistema immunitario più debole, sia a causa degli effetti stessi del
cancro che a causa del risultato derivante dagli intensi trattamenti ortodossi, quali la chemioterapia
e la radioterapia. Quando le risorse sono limitate, è saggio concentrare la ricerca in questo modo.
Comunque studi pilota hanno indicato che il ImunoBran può anche essere un integratore utile per il
trattamento dell’HIV, diabete, epatite B e C e malattie generiche (quali il comunissimo raffreddore).
Ulteriori ricerche spazieranno su altre aree, ma per il momento la ricerca maggiore sul ImunoBran
rimane quella orientata verso il cancro.
Gli sviluppatori di integratori innovativi quali il ImunoBran hanno bisogno di raggiungere il giusto
equilibrio tra l’innovazione del prodotto e la ricerca sullo stesso. Senza una adeguata ricerca non
possiamo dire quale sia la differenza tra un prodotto eccezionale ed una campagna pubblicitaria
eccezionale. Molti produttori di prodotti immunitari al giorno d’oggi tendono a fare ogni sorte di
proclami, ma sono molto riluttanti a sostenere tali proclami con la ricerca clinica. Al contrario,
menzionano la ricerca per sostenere una categoria generica di prodotti piuttosto che per un prodotto
specifico. In questo modo i proclami sembrano essere sostenuti da una ricerca copiosa, quando in
effetti la verità è molto diversa.
Il ImunoBran è sostenuto da una quantità crescente di ricerca medica fatta in buona fede. Per un
prodotto naturale, questo sostegno è alquanto insolito. Significa che i pazienti che desiderano
migliorare il sistema immunitario possono essere sicuri che, scegliendo il ImunoBran, stanno
investendo in un prodotto testato e provato che da effettivi benefici. Questa ricerca è uno dei
maggiori vantaggi del ImunoBran sugli integratori del sistema immunitario rivali, molti dei quali
non posseggono il livello di ricerca del ImunoBran. In aggiunta, gli studi dimostrano che il
ImunoBran e significativamente più efficace dei prodotti standard derivati dai funghi e dalle
combinazioni, delle formule vegetali, delle formule vitaminiche e mineralogiche e degli altri
composti arabinoxylan.
51
Quando un prodotto è il migliore della categoria, è importante che l’innovazione e la ricerca
continuino ad assicurare che tale rimanga. Ed è proprio ciò che la Daiwa Pharmaceutical, la ditta
che ha sviluppato e prodotto il ImunoBran, sta facendo. In futuro, noi certamente vedremo la Daiwa
Pharmaceutical produrre una nuova generazione di integratori del sistema immunitario, e molte
altre migliaia di persone in tutto il mondo saranno aiutate a guarire ed a cercare di mantenere ottima
la propria salute. Per il momento, comunque, abbiamo il ImunoBran –il più efficace, il più sicuro, il
più sottoposto a ricerca e l’immunomodulatore naturale il più facile da ingerire attualmente
disponibile sul mercato.
Spero che abbiate apprezzato con me questo viaggio nel mondo del ImunoBran e
dell’immunomodulazione, e Vi auguro la migliore salute ora ed in futuro.
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crusca del riso”. 4 “Attività anti-HIV in vitro del MGN-3 un ’Arabinoxylan attivato derivato dalla crusca di riso” . 5 “Immunorestaurazione NK di pazienti di cancro tramite il MGN-3 un l’Arabinoxylan modificato derivato
dalla crusca del riso (Studio su 32 pazienti seguiti fino a 4 anni)”, Terapeutica medica anti-invecchiamento. 6 “Crusca di riso modificata, MGN-3 migliora la tolleranza al glucosio nei ratti adulti diabete mellito non
insulino-dipendenti (NIDDM) a cui è stato somministrato Streptozotocin appena nati” 7 “Produzione di fattore di necrosi tumorale (TNF) ed interferone (IFN-A) dai linfociti del sangue periferici
tramite MGN-3, un Arabinoxylan modificato dalla crusca del riso” 8 “gli effetti del MGN-3 sulla tossicità del Cisplatin e dell’Adriamycin indotta nei ratti” 9 “Effetti della crusca di riso modificata sul siero dei lipidi e sulle preferenze del gusto nei ratti con diabete
indotto da Streptozotocin”
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avverso provocato dal Cisplatin” 11 “crusca di riso modificata Arabinoxylan sensibilizza le cellule della leucemia T (linfociti) ai recettori di
distruzione –apoptosi indotta” 12 “Aumento della fagocitosi macrofaga della crusca di riso modificata Arabinoxylan (MGN-3 / biobran)” 13 “Rafforzamento dell’attività delle cellule killer naturali dei topi anziani da parte della crusca di riso modificata
Arabinoxylan (MGN-3 / biobran)” 14 “La somministrazione per via orale della crusca di riso idrolizzata previene le comuni sindromi da
raffreddamento negli anziani basandosi sulla sua azione immunomodulatoria” 15 “ La crusca di riso modificata Arabinoxylan (MGN-3 / biobran) rafforza l’apoptosi indotta dal lievito nei casi
di cellule di cancro al seno umano in vitro” 16 “Il ruolo della sinergia della crusca di riso Arabinoxylan (MGN-3 / Biobran) nella apoptosi indotta dalla
S.cerevisiae (lievito di birra) delle cellule MCF-7 nel cancro al seno” 17 “Effetti di immuno potenziamento della crusca di riso Arabinoxylan” 18 “Attività depurativa del MGN-3 (Arabinoxylan dalla crusca di riso) con l’attività delle cellule killer naturale
sui radicali liberi” 19 “Studio di base del complesso Arabinoxylan (MGN-3) sull’attività delle difese naturali”
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raffreddamento negli anziani basandosi sulla sua funzione immunomodulatoria” 22 “Il significato clinico del Biobran (derivato arabinoxylan dalla crusca di riso) nell’immunoterapia del cancro” 23 “ Un caso in cui un alimento è stato efficace nella terapia conservativa in cancro pancreatico progressivo e
terminale” 24 “Un caso di un paziente con metastasi ombelicali di un cancro ricorrente (nodulo di Sorella Mary Joseph
SMJN) che è sopravvissuto per molto tempo sotto una terapia di integratori immunomodulatori” 25 “Il prolungamento della vita e gli effetti di miglioramento della qualità della vita (QOL) dell’Arabinoxylan
derivato della crusca di riso sul cancro progressivo” 26 “L’effetto a lungo termine della somministrazione di alimenti immunomodulatori sui pazienti di cancro che
stanno completando trattamenti convenzionali” 27 “Esperienza di somministrazione del biobran in pazienti con reumatismi cronici”
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Il ImunoBran è il più sicuro ed efficace integratore per
stimolare la funzione immunitaria. Sviluppato dalla Daiwa
Pharmaceutical in Giappone, questo composto della crusca di riso
Arabinoxylan è fabbricato usando gli enzimi dal fungo
Shiitake, ed è stato accuratamente studiato dall’immunologo
Dr. Ghoneum della Charles R. Drew University of Medicine and
Science, Los Angeles, che ha dichiarato che il composto è il più
efficace immunomodulatore che abbia mai esaminato.
Questo libro racconta la storia del ImunoBran e di come stia aiutando
molte migliaia di persone in tutto il mondo nella loro ricerca della salute
e della integrità
“In questo 21mo secolo stiamo vivendo un’era di benessere e di longevità parzialmente anche grazie
agli integratori. Il precursore di questi è il ImunoBran, un dono che ci viene dalla saggezza di vita
giapponese, creato dalla crusca del riso. Il ImunoBran è un potente immunoregolatore e fornisce
delle strategie versatili per combattere le malattie associate allo stile di vita, ed in particolare il
cancro e l’invecchiamento”.
Dr. Yuzo Endo, MD PhD, Hamamatsu University
Medical School, Department of Pathology
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