Post on 01-Jul-2015
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San
Giovanni
Bianco
chiesa
parrocchiale
di San
Giovanni
evangelista (sacrestia)
Madonna in
gloria,
Sant'Antonio
di Padova e
Sant'Antonio
abate e un
Vescovo
Olio su tela,
cm 161x138,
anteriore al
1630
La composizione si
sviluppa su uno
schema piramidale
ed è disposta
simmetricamente;
risale al periodo
giovanile del
Ceresa. Nella
parte superiore del
dipinto èrappresentata la
Madonna con il
Bambino
circondata dai
cherubini. In basso
Sant’Antonio di
Padova tende il
braccio per
prendere il giglio
che il Bambino gli
dona; accanto a lui
due Vescovi: quello
di destra èSant’Antonio
abate,
riconoscibile dal
fuoco, dalla
campanella e dal
maiale.
Madonna in
gloria venerata
da
Sant’Apollonia,
San Nicola da
Tolentino,
Santa Lucia e
due offerenti
Olio su tela, cm
250x180, 1633 ca.
San Giovanni
Bianco
chiesa
parrocchiale di
San Giovanni
evangelista (sacrestia)
Opera del periodo
giovanile del Ceresa
rappresenta
Sant’Apollonia e
Santa Lucia dai volti
“talmente
caratterizzati da
sembrare ritratti”; al
centro San Nicola da
Tolentino. Le due
Sante tengono fra le
mani la palma del
martirio e gli
attributi che le
caratterizzano (occhi
e tenaglia), in basso
si osservano i ritratti
degli offerenti. La
Vergine, seduta su
una nube plumbea,
tiene sulle ginocchia
il Bambino;
l’orizzonte ribassato
e gli elementi
architettonici
conferiscono
spazialità al dipinto.
chiesa
parrocchiale
di San
Giovanni
evangelista
(esposto a
“Casa Ceresa”)
Gregorio
Barbarigo,
vescovo di
Bergamo
Olio su tela,
cm 82x70
Gregorio Barbarigo
fu vescovo di
Bergamo per sette
anni e il 10 ottobre
1658 venne a San
Giovanni Bianco in
visita pastorale,
quindi è possibile
che il Ceresa “abbia
seguito non solo il
prototipo usato da
altri pittori” ma il
ricordo che aveva
del giovane vescovo.
Gregorio Barbarigo
è ritratto in piena
luce con lo sguardo
“più implorante che
protettivo”, e la
mano destra che
benedice i suoi
fedeli; sul tavolo il
libro della vita di
San Carlo Borromeo
suo grande modello.
Lo sfondo alle sue
spalle è rischiarato
da una grande
aureola.
frazione
Fuipiano al
Brembo
chiesa
parrocchiale
dei Santi
Filippo e Giacomo
Pietà con i
Santi Rocco,
Pietro,
Antonio di
Padova,
Sebastiano
Olio su tela, cm
280x195, 1628
E’ la prima opera
datata del Ceresa; i
“due lucidi ritratti in
primo piano“ denotano
la sua vocazione per la
ritrattistica. Il dipinto èstato allungato e
allargato (in origine
era, cm 210x150). Da
sinistra a destra sono
rappresentati San
Rocco con il cagnolino e
la piaga sulla coscia,
San Pietro con le chiavi,
la Vergine che regge il
Cristo morto (rilettura
del Goltzius),
Sant’Antonio di Padova
e San Sebastiano; in
basso, al centro, lo
stemma degli offerenti.
frazione Fuipiano al
Brembo
chiesa parrocchiale
dei Santi Filippo e
Giacomo
San Giovanni
Battista
Olio su tela, cm
136x50, 1636 ca.
Il Battista sembra uscire
dallo spazio compositivo,
come si vede dal piede
che sporge dal piedistallo
in primissimo piano. Èvestito di un grande
manto rosso che ricade in
pesanti pieghe; ai suoi
piedi l’agnello.
frazione Fuipiano al
Brembo
chiesa parrocchiale
dei Santi Filippo e
Giacomo
San Carlo Borromeo
Olio su tela, cm 136x70,
1636 ca.
La tela, allargata in
epoca successiva,
presenta lo stesso
impianto
compositivo del San
Giovanni Battista
con il quale e
probabilmente
formava una coppia.
Raffigura San Carlo
Borromeo in abiti
cardinalizi: il bianco
della cotta
fittamente
plissettata evidenzia
il rosso degli abiti
sullo sfondo grigio-
azzurro.
Oneta
chiesa del
Carmine
Natività della
Vergine
Olio su tela,
cm 90x60
In primo piano sono
rappresentate le
ancelle che prestano
le prime cure alla
Vergine; una scalda i
panni al fuoco, due
versano l’acqua in
una tinozza, un’altra
lava la neonata,
un’anziana
impartisce gli ordini,
tra loro un angioletto
dall’espressione seria
regge un
asciugamano. Nella
parte superiore,
Sant’Anna osserva la
scena mentre una
donna le porta due
uova. Le robuste
ancelle vestono colori
vivaci e contrastanti
mentre in alto, ad
eccezione del
lenzuolo e delle vesti
di Anna, tutto èverde petrolio.
frazione
Oneta
chiesa del
Carmine
Madonna
del
Carmelo
Olio su
tela, cm
110.5x95.
5
Secondo alcuni
storici la tela fu
commissionata
in occasione
dell’istituzione
ad Oneta della
Confraternita
per la devozione
alla Madonna
del Carmelo il
18 luglio 1660.
Nella tela
sagomata èrappresentata la
Vergine seduta
su soffici nuvole
con il Bambino
e lo scapolare,
lo sguardo
rivolto in basso,
sembra seguire
pensieri lontani,
ai lati due
cherubini.
frazione
Pianca
chiesa
parrocchiale
di Sant’Antonio
abate e
S.Nicola di
Bari
San Rocco fra i
Santi
Sebastiano e
Bartolomeo
Olio su tela, cm
155x104 (in
origine, cm
130x104), 1630
I sopravvissuti alla
peste, in
rendimento di
grazie,
commissionarono
al Ceresa il dipinto
in onore dei Santi
protettori contro le
pestilenze.
Quest’opera del
periodo giovanile
evidenzia come il
Ceresa facesse
ricorso a modelli
da Annibale
Carracci a Palma il
Giovane. La tela è
stata allungata di
25 cm.
frazione San
Gallo
chiesa
parrocchiale
di Santa Maria
Assunta e
S.Gallo
Visitazione e i
Santi Rocco e
Sebastiano
Olio su tela, cm
180x120, 1630
ca.
Opera giovanile nella
quale si evidenzia
come il Ceresa agli
esordi, non avendo
ancora acquisito una
padronanza
stilistica, facesse
ricorso a stampe e
modelli: Barocci,
Agostino Carracci,
Cavalier d’Arpino. Il
dipinto rappresenta
San Rocco che
guarda fuori dal
quadro, con la mano
sinistra indica la
piaga sulla coscia e
San Sebastiano il cui
corpo segue una
linea serpentinata.
Dietro di loro,
rialzate dai gradini,
Maria stringe la
mano a una robusta
e giovane Santa
Elisabetta. Gli
elementi
architettonici e
l’orizzonte
rischiarato creano
spazialità.
frazione San Gallo
Santuario della
Beata Vergine della Costa
Cristo in croce
venerato da San
Giovanni Battista,
San Francesco, San
Pietro
Olio su tela, cm
250x150, 1653 ca.
Al vertice della
composizione è posta la
testa reclinata di Cristo
dal quale traspare
serenità e pacatezza,
due angioletti in volo gli
stanno accanto. In
basso spicca la figura
di San Giovanni
Battista per l’arioso
manto di un bel rosso
che lascia intravedere
le pelli di cui è vestito,
nella mano sinistra
tiene la croce con
cartiglio e ai piedi
l’Agnus Dei. Fanno da
contraltare un minuto
San Francesco con il
saio bruno e San Pietro
con una barba corta e
crespa, i lineamenti
segnati, lo sguardo
rivolto al Cristo, una
vivace tunica azzurro
chiaro e pallio
contrastante.
frazione San
Gallo
Santuario della
Beata Vergine
della Costa
Madonna in gloria
venerata da
Sant’Antonio
abate, San
Giuseppe e Santa
Monaca
Olio su tela, cm
250x150, 1653 ca.
Nella composizione la
Sacra Famiglia è
evidenziata dai colori
caldi e chiari degli
abiti; San Giuseppe
tiene in mano il
bastone fiorito, suo
attributo perché
facendo germogliare
la sua verga secca Dio
lo indicò come
prescelto per sposare
Maria, lo sguardo è
rivolto alla monaca
assorta in preghiera.
Alle spalle di San
Giuseppe è
rappresentato
Sant’Antonio abate
con il campanello, il
maiale e il fuoco; la
luce che proviene da
sinistra evidenzia i bei
volti dei tre Santi.
frazione San Pietro d’Orzio
chiesa
parrocchiale di
San Pietro
Sacra Famiglia
con San
Giovannino e
quattro Santi
Olio su tela, cm
207x131, 1631
Il dipinto si articola su
due registri, in quello
inferiore sono
rappresentati San Nicola
da Tolentino con l’abito
nero dei frati agostiniani
e un sole rosso in mezzo
al petto e San Rocco, con
lo sguardo rivolto verso
l’alto, che sembra entrare
di gran fretta nella scena.
Alle sue spalle
Sant’Alessandro vestito
da soldato con colori
contrastanti e San
Sebastiano dai tratti
anatomici imprecisi. Lo
sguardo corre sulla Sacra
Famiglia, rappresentata
in secondo piano, per
l’effetto prospettico
dell’architettura e perchéil Ceresa mette in luce il
volto giovane e dolce di
Maria, quello anziano e
pensoso di Giuseppe e il
Bambino che accoglie i
frutti che San
Giovannino gli dona.
frazione San
Pietro d’Orzio
chiesa
parrocchiale
di San
Pietro
Madonna in
gloria
venerata da
Sant’Anna,
San
Francesco e
due anziani
devoti
Olio su tela,
cm
160x130,
fine quinto
decennio
Sant’Anna è
rappresentata
in preghiera con
un arioso manto
arancio scuro, il
velo bianco che
le evidenzia il
volto; di fronte
San Francesco
minuto con il
saio bruno, le
mani giunte, lo
sguardo rivolto
verso l’alto. Al
centro la
Vergine con un
bel manto
azzurro-blu e il
Bambino sulle
ginocchia, lo
sguardo di
entrambi rivolto
verso il basso
dove, alle
estremità, sono
raffigurati i
committenti, i
coniugi
Giupponi. Al
centro lo
stemma dei
donatori.
frazione San
Pietro d’Orzio
chiesa
parrocchiale
di San Pietro
San Rocco
invoca la
Sacra Famiglia
in un consesso
di Santi
Olio su tela, cm
186x140, 1643
Bellissimo questo San
Rocco, forse il più bello
del Ceresa”. La tela, che
rivela la maturità artistica
del pittore, è organizzata
su due registri “uno
celeste e l’altro terrestre”.
Al centro campeggia San
Rocco con un bel
panneggio albicocca, gli
stanno accanto in
simmetria San Sebastiano
e San Carlo Borromeo
dietro quattro frati:
Sant’Antonio abate con
bastone a T e campanella,
Sant’Antonio di Padova?,
San Nicola da Tolentino
con il sole rosso sul petto,
San Francesco d’Assisi in
preghiera. Nel registro
superiore la Sacra
Famiglia con San
Giovannino alla destra
della Vergine, San Pietro
con in mano una grande
chiave e Santa Lucia, alle
spalle di San Giuseppe
Santa Apollonia e San
Luca che guarda lo
spettatore. Secondo Luisa
Verteva, San Luca
potrebbe essere il ritratto
del Ceresa stesso e la
Madonna quello di sua
moglie, infatti la leggenda
attribuisce al pennello di
San Luca il primo ritratto
della Vergine. In alto la
Colomba Spirito Santo.
frazione
Sentino
chiesetta
di San
Marco
Pietà
Olio su tela,
cm 96x128,
1640 ca.
La luce proveniente dal basso a sinistra “taglia” diagonalmente la composizione, nella parte inferiore il corpo del Cristo
illuminato, in quella superiore dallo sfondo buio emergono solo le mani e il volto di Maria che guarda con pacato dolore
il figlio morto. Tra loro un angioletto, simbolo di devozione, sorregge il sudario quasi a voler avvolgere il corpo del
Cristo. In alto a sinistra il riferimento al calvario.
In questo
dipinto Cristo
non è sorretto
dalla madre ma
ha il capo
appoggiato ad
un tavolo, sul
volto i segni
della sofferenza.
Il corpo di
“levigata
classicità” ci
riporta alla
maturitàartistica del
Ceresa.
San Pellegrino
Terme
chiesa
parrocchiale di
San Pellegrino
La Madonna del
Carmelo appare ai
Santi Sebastiano,
Rocco, Pellegrino
Olio su tela, cm
250x140, 1653 ca.
In primo piano,
genuflessi, sono
rappresentati San
Sebastiano con forte
risalto plastico, lo
sguardo rivolto verso
l’alto; San Rocco, al
centro, con bastone,
cagnolino, gli abiti di
colore rosso e verde
che si esaltano per
contrasto e San
Pellegrino con piviale
rosso, oro e cremisi.
Nella parte superiore
il gruppo divino:
Maria, dal bel volto
ovale, mostra lo
scapolare. L’azzurro
e il rosa delle vesti
della Vergine ben si
intonano con lo
sfondo, ricoperto da
vaporose nubi, nel
quale due angioletti
reggono una corona
sul capo di Maria.
Santa Brigida
antica chiesa
parrocchiale di
Santa Brigida
Sant’Antonio di
Padova abbracciato
dal Bambino Gesù
Olio su tela, cm
180x130
Il Santo è
rappresentato in
piedi, circondato da
sette teste cherubiche
“le due in basso
aggiunte in un
secondo momento”.
Nelle mani regge il
libro che preme
contro l’anca perché
faccia d’appoggio a
Gesù Bambino che,
viso contro viso,
abbraccia con amore
il Santo.
Santa Brigida
antica chiesa
parrocchiale di
Santa Brigida
Madonna con
Bambino, con San
Carlo Borromeo e
il Battista
Olio su tela, cm
195x131, 1670 ca.
La Vergine,
teneramente materna,
è seduta sulle nuvole,
lo sguardo rivolto in
basso. Gesù, con le
braccia aperte in un
abbraccio che
riscatterà l’umanità, è
piegato verso i due
Santi. San Carlo, il cui
volto esprime
devozione, è ritratto in
abito cardinalizio. San
Giovanni Battista
sembra guardare lo
spettatore. I colori
accesi, il contrasto
chiaroscurale dei
panneggi conferiscono
plasticità ai personaggi
che si staccano dallo
sfondo sfumato e
neutro. Secondo alcuni
storici sarebbe
identificabile l’aiuto del
figlio Giuseppe e
comunque è opera del
periodo meno creativo
del Ceresa. Lo stemma
del committente non è
ancora identificato.
Serina
chiesa
parrocchiale
di Santa
Maria
Annunciata
Sant’Agostino;
Santa Monica
Olio su tela, cm
160x62
entrambi
Nelle due immagini
speculari sono
raffigurati
Sant’Agostino e la
madre Santa Monica.
Il primo, che aveva
aiutato e poi
sostituito il vescovo di
Ippona, indossa il
piviale rosso e rosa
antico, la mitria e con
la mano sinistra
regge il pastorale
mentre la destra
indica la Trinità. La
luce, utilizzata come
elemento espressivo,
colpisce il volto dallo
sguardo pensoso,
l’abito vescovile, la
mano destra e il
pastorale dipinti con
bellissimi colori caldi,
messi ancor più in
evidenza dalla tunica
scura e dallo sfondo
neutro. Santa Monica
è raffigurata con
l’abito nero delle
monache agostiniane
e il crocifisso. Il
soggolo candido
colpito dalla luce le
illumina il volto, lo
sguardo è rivolto al
cielo, a sottolineare la
cristiana devozione
che accompagnò la
vita della Santa. Ai
piedi lo stemma del
donatore.
chiesa
parrocchiale di
Santa Maria
Annunciata
(sacrestia)
Sant’Elena
Olio su tela, cm
166x60, 1636 ca.
Sant’Elena, imperatrice e
madre di Costantino, andò
in pellegrinaggio in
Terrasanta e ritrovò la
Croce di Cristo che
divenne il suo attributo.
Qui è rappresentata con la
corona regale e con l’abito
grigio-blu per indicare la
sobrietà dei costumi dopo
la conversione.
chiesa parrocchiale
di Santa Maria
Annunciata
(sacrestia)
L’Imperatore Eraclio
Olio su tela, cm 166x60,
1636 ca.
Dopo aver recuperato la
croce di Gesù, che
Sant’Elena aveva
identificata, Eraclio la
porta a Gerusalemme,
ma prima di entrare in
città viene fermato da un
Angelo che gli ordina di
togliersi le vesti e le
insegne regali.
Ubbidiente l’imperatore
romano entra nella Città
Santa spogliato e scalzo
come Gesù ne era uscito.
Nel dipinto Eraclio porta
la croce, ai suoi piedi, le
vesti, la corona e lo
scettro.
chiesa
parrocchiale
di Santa
Maria
Annunciata
Santa
Lucia
Olio su
tela, cm
58x58,
1660
ca.
La Santa èrappresentata
come una
giovane donna
e guarda lo
spettatore, con
la mano destra
indica gli occhi
appoggiati sul
tavolo mentre
nella mano
sinistra stringe
la palma del
martirio. La
figura occupa
tutto lo spazio
compositivo, i
colori caldi
delle vesti e i
forti contrasti
chiaroscurali
le conferiscono
plasticitàfacendola
emergere dallo
sfondo.
chiesa
parrocchiale dell’Annunciata
(sacrestia)
L’Angelo
custode
Olio su tela,
cm 57x55
La sproporzione
del corpo
dell’Angelo e
l’aspetto statico
del bimbo, i
colori sommessi,
inducono la
Vertova a
considerare
questo dipinto
tra le opere di
bottega,
probabilmente
eseguita con
l’aiuto del figlio
Giuseppe.
Ubiale(frazioneClanezzo)
chiesa
parrocchiale
di San Gottardo
Sant’Antonio
di Padova a
colloquio con
il Bambino
Gesù
Olio su tela, cm
125x85, inizio
settimo
decennio
Sia il Bambino che
Sant’Antonio si
portano una mano
al cuore e l’altra ad
indicare i fedeli che
chiedono soccorso,
il Santo guarda
fisso Gesù certo
della sua
intercessione.
“L’Angioletto
pensoso e corposo,
che regge il giglio
sedendo ai piedi di
un tavolo coperto
da un panno rosa-
violaceo, giustifica
l’ammirazione dei
vecchi scrittori per
i putti di Carlo
Ceresa”.
Valleve
chiesa
parrocchiale
dei Santi
Pietro e
Paolo
Annunciazione
Olio su tela, cm
127x98, 1663
ca.
Lo spazio
compositivo è
interamente
occupato dalla figura
della Vergine e da
quella dell’arcangelo
Gabriele. La
posizione del corpo e
l’espressione del
volto di Maria fanno
trasparire la sua
sottomissione alla
volontà divina, la
mano sinistra
sembra confermare
la sua fede o
chiedere “perché
io?”. L’angelo,
maestoso, con le ali
ancora aperte e le
vesti mosse dall’aria,
ha un’espressione
pensosa e ferma,
quasi a voler
rassicurare la
Vergine. I bellissimi
bianchi del giglio,
delle roselline e della
veste dell’angelo
esaltano il verde
foresta, il senape,
l’arancio scuro, il
rosa antico delle
vesti in un delicato
contrasto.
Valleve
chiesa
parrocchiale
dei Santi Pietro e Paolo
Sant’Antonio di
Padova
Olio su tela, cm
127x98, 1663 ca.
Sant’Antonio
genuflesso
abbraccia
estasiato il
Bambino che
ritto sul libro
gli si avvicina.
Alle spalle del
Santo una
tenda dello
stesso colore
della tovaglia
sulla quale
spicca un giglio
bianco.
Valnegra
chiesa
parrocchiale
di San
MicheleMadonna del
Rosario con
quattro Santi
e i quindici
Misteri
Olio su tela, cm
175x125, 1650
Nella parte inferiore del
dipinto sono rappresentati i
due Santi genuflessi, in abiti
monacali, dietro di loro due
immagini emergono
simmetricamente e secondo
alcuni studiosi sarebbero San
Silvestro Papa con piviale
dorato e triregno e San
Costantino con corona e
corazza. Nella parte superiore
la Vergine, avvolta in un
mantello di un vivace blu
elettrico, con un viso giovane e
pensoso, guarda Santa
Caterina, mentre il Bambino
seduto sulle sue ginocchia
sembra guardare lo spettatore.
I Misteri del Rosario, che
rappresentano i vari momenti
della vita di Cristo e della
Vergine, sono inseriti lungo
tutto il bordo e racchiusi entro
cornici intercalate da foglie e
rose. Sopra il capo della
Madonna c’è la scena
dell’incoronazione che nel ‘600
rappresentava uno dei
momenti più alti della
narrazione; seguono le altre
sequenze del racconto
evangelico. Per avere una
simmetria al centro, in basso,
è stata posta una sedicesima
formella che lascia intravedere
un’adorazione dei Magi.
La devozione alla
Madonna del Rosario
era molto sentita e
nelle opere del Ceresa
si esprime in una
serie di pale che
rappresentano la
Madonna con il
Bambino, San
Domenico che
secondo la tradizione
aveva ricevuto dalla
Vergine la corona del
Rosario con cui
avrebbe sconfitto
l’eresia e Santa
Caterina da Siena.
Zogno
(località
Castegnone)
chiesa di
Maria Bambina
Madonna in gloria con Bambino benedicenteOlio su tela, cm 185x145, inizio settimo decennio
La Vergine, seduta su vaporose nubi, cinge con il braccio il Bambino benedicente. Due angioletti reggono una corona fiorita sopra la testa della Madonna.
Zogno (frazione Somendenna) chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore
La SS.ma
Trinità
venerata da
San Rocco e
Sant’Antonio
di Padova
Olio su tela,
cm 200x145,
1665
Luigi Pagnoni
ritiene che questa
pala sia stata
dipinta da
Giuseppe, figlio di
Carlo Ceresa. In
alto al centro è
rappresentato Dio
in abiti rosa e
manto verde e
intorno a Lui i
cherubini quindi
la colomba Spirito
Santo e Cristo in
croce. Ai lati della
Croce San Rocco
e Sant’Antonio di
Padova. Sullo
sfondo di nuvole
plumbee si apre
l’orizzonte
azzurro.