Post on 02-May-2015
Camera di CommercioRovigo
Intervento:
PAOLO BORDIN
La giornata dell’economia evento provinciale, regionale e nazionale
La base statistica informativa è stata fornita da Unioncamere e consente di analizzare la situazione provinciale ed operare confronti interprovinciali, regionali e nazionali.
Unioncamere ha fornito anche dati utili a valutare il grado di efficienza e il livello di competitività dei sistemi economici provinciali
LA GIORNATA DELL’ECONOMIA
I MATERIALI PER L’ANALISI
Fascicolo “Economia Polesana – Dati 2002
Riporta i dati Unioncamere, assieme ai dati di valenza locale, raccolti dall’Ufficio Statistica camerale.
Rapporto Tagliacarne
La Camera di Commercio, inoltre, ha commissionato all’Istituto Tagliacarne, struttura del sistema camerale, di redigere una relazione sull’economia polesana alla luce dei dati forniti da Unioncamere.
LA GIORNATA DELL’ECONOMIA
Il rapporto redatto dall’Istituto Tagliacarne costituisce il punto di partenza per le analisi e le riflessioni sullo stato dell’economia polesana.
Il rapporto è strutturato in 4 sezioni :le precondizioni dello sviluppo nella provincia di Rovigo:
il sistema creditiziola dotazione infrastrutturale
i fattori di contesto Rovigo tra agricoltura e terziarizzazione debole la struttura provinciale dell’occupazione
i motori dello sviluppoil tessuto imprenditoriale provincialel’apertura verso i mercati internazionali
lo sviluppo sostenibile
GIORNATA DELL’ECONOMIA: IL RAPPORTO TAGLIACARNE
L’analisi operata dal Tagliacarne, in conformità
all’approccio voluto da Unioncamere per la
Giornata dell’Economia, è modulata sulla base
dell’interconnessione tra dati di natura
congiunturali e dati di natura strutturale che
portano a delineare il “posizionamento
strategico” della provincia di Rovigo in ambito
regionale e nazionale.
GIORNATA DELL’ECONOMIA: IL RAPPORTO TAGLIACARNE
Dall’analisi operata dall’istituto Tagliacarne, la provincia di Rovigo
appare caratterizzata da “un’economia attardata”, priva di slanci e
con un basso livello di dinamicità dal punto di vista strutturale, che la
portano a perdere posizioni competitive nei confronti delle altre
province del Veneto, ma anche rispetto al contesto del Nord-Est e
del Centro-Nord.
Ciò a causa di limiti dei fattori locali di sviluppo e dell’insufficienza di
fondamentali assetti dell’economia provinciale
GIORNATA DELL’ECONOMIA: IL RAPPORTO TAGLIACARNE
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO
LE PRECONDIZIONI DELLO SVILUPPO
Il sistema creditizio polesano è caratterizzato da un certo
disequilibrio tra la fase di raccolta di risorse e la ridistribuzione
delle stesse attraverso l’erogazione di prestiti, finanziamenti,
ecc. e da una scarsa fluidità, anche a causa di un elevato tasso
delle sofferenze, peraltro in diminuzione.
La dotazione infrastrutturale manifesta carenze sul piano dei
servizi aeroportuali, portuali, delle di reti telefoniche e telematiche,
delle strutture culturali e per l’istruzione, e delle strutture stradali.
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO
I FATTORI DI CONTESTO TRA AGRICOLTURA E TERZIARIZZAZIONE DEBOLE
Il PIL pro-capite pari a 18.334 euro, è al di sotto del valore medio nazionale, attestato su un livello più vicino a quello del Centro-Sud che a quello del Settentrione.
PIL provinciale caratterizzata da
un contributo dell’agricoltura che è oltre il doppio di quello regionale e nazionale;
un apporto del terziario, superiore a quello del Veneto ma inferiore a quello nazionale;
una quota del settore industriale che si situa a metà fra il valore nazionale e quello regionale.
La propensione al risparmio, pur risultando omogenea alla tendenza del Nord Italia, appare di livello medio-basso. La propensione al risparmio, pur risultando omogenea alla tendenza del Nord Italia, appare di livello medio-basso.
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO
I FATTORI DI CONTESTOSTRUTTURA PROVINCIALE DELL’OCCUPAZIONE
PREMESSA:
Il Tagliacarne ha analizzato l’occupazione creata dalle imprese polesane.
L’analisi si riferisce, quindi, agli addetti (dipendenti e indipendenti) alle imprese che hanno sede in provincia di Rovigo, indipendentemente dal fatto che essi siano impiegati presso unità locali all’interno o fuori dal territorio provinciale.
I dati analizzati, pertanto, non comprendono gli addetti alle Unità locali site in Polesine ma dipendenti da imprese con sede fuori provincia.
Non vengono, inoltre, considerati gli addetti alle attività professionali che non hanno obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese e gli occupati nel Settore Pubblico.
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO
I FATTORI DI CONTESTO
STRUTTURA PROVINCIALE DELL’OCCUPAZIONE
L’occupazione creata dalle imprese polesane si concentra per oltre il 20,0% in agricoltura, per il 44,0% nell’industria e per il 35,2% nei servizi.
Gli indipendenti sono poco meno della metà degli addetti, e prevalgano nell’agricoltura e nel terziario; nel settore primario e nel commercio notevole è il ricorso al lavoro flessibile.
In base all’indagine Excelsior, la richiesta di professionalità è rivolta a professioni legate alla vendite e ai servizi per le famiglie ed verso personale poco qualificato, mentre è ridotta la domanda di tecnici.
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO I MOTORI DELLO SVILUPPO IL TESSUTO IMPRENDITORIALE
più accentuata presenza di imprese agricole e ancor limitata componente “terziaria”, senza un eguale peso dell’industria rispetto al Veneto, regione a “bassa terziarizzazione”; dalla prevalenza di forme aziendali semplici, per la limitata la presenza di forme d’impresa più complesse, come le società;una debole dinamica imprenditoriale, che nel 2002 ha fatto registrare un tasso di sviluppo negativo del sistema locale delle imprese;
un ridotta presenza di gruppi di impresa, rilevante solo nei settori alimentare e finanziario, per insediamenti di importanti gruppi industriali e bancari nazionali e internazionali,
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO
I MOTORI DELLO SVILUPPOL’APPERTURA VERSO I MERCATI INTERNAZIONALI
Scarsa apertura, anche per la modesta propensione
all’esportazione, verso i mercati internazionali, con la maggior parte
delle esportazioni dirette verso l’Unione Europea, anche se consistenti
appaiono i flussi verso l’Europa dell’Est e dell’Asia.
Bassa copertura dell’export nei confronti dell’import
Minore incidenza dei beni meno tradizionali nelle esportazioni,
ad eccezione dei prodotti della chimica e della plastica, anche se la
quota maggiore delle esportazioni provinciali è costituita da prodotti
della metalmeccanica.
Marginale attività di internazionalizzazione delle imprese, sia
per quanto concerne gli investimenti da l’estero che per l’estero.
IL RAPPORTO TAGLIACARNE: LE RAGIONI DEL RITARDO
UNA PRIMA CONCLUSIONE
La relazione del Tagliacarne descrive l’economia polesana:
come un’economia lenta
ad elevato tasso di sensibilità alle variazioni del ciclo congiunturale
frenata dalla configurazione di alcuni elementi fondamentali.
Un’analisi che non avalla l’immagine di un’economia in ripresa, grazie a un apprezzabile dinamismo che si è venuto a manifestare negli ultimi anni.
E’ opportuno, pertanto, approfondire alcuni dati per comprendere le ragioni di questa “contraddizione”.
PROVINCIA DI ROVIGO
IMPRESE REGISTRATE ALL’ANAGRAFE CCIAA
Elaborazione su dati Infocamere
SETTORE DI ATTIVITA' 1997 2001 2002Var % 2001-2002
Var. % 1997-2002
Agricoltura 9.920 8.347 7.873 -5,7 -20,6Pesca 876 1.310 1.342 2,4 53,2Industria 3.541 3.741 3.773 0,9 6,6Costruzioni 2.529 3.105 3.274 5,4 29,5Commercio 5.796 5.816 5.777 -0,7 -0,3Alberghi rist. 1.025 1.059 1.075 1,5 4,9Trasporti e comunicazioni 935 937 936 -0,1 0,1Credito assic. 321 387 400 3,4 24,6Servizi alle imprese 1.422 1.737 1.885 8,5 32,6Altre attività 1.053 1.119 1.131 1,1 7,4Imprese n. c. 812 1.161 1.097 -5,5 35,1
TOTALE 28.230 28.719 28.563 -0,5 1,2
PROVINCIA DI ROVIGOVARIAZIONI % DELLE IMPRESE REGISTRATE C/O CCIAA
PER MACROSETTORE 1997 - 2002
75,0
80,0
85,0
90,0
95,0
100,0
105,0
110,0
115,0
1 2
Agricoltura SETTORI EXTRAGRICOLI TOTALE
N.B. i settori extragricoli non comprendono la pesca
-10,00
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
Società dicapitali
Società dipersone
Ditteindividuali
Altre forme TOTALE
PROVINCIA DI ROVIGOVARIAZIONI % DELLE IMPRESE REGISTRATE C/O CCIAA
PER FORMA GIURIDICA 1997 - 2002
PROVINCIA DI ROVIGO
DISTRIBUZIONE % IMPRESE REGISTRATE C/O CCIAA
PER FORMA GIURIDICA
6,94
15,51
75,72
1,82
10,21
19,49
68,16
2,14
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
1 2
1997 2002
Altre forme
Ditte individuali
Società di persone
Società di capitali
15,55
23,22
59,54
1,69
10,21
19,49
68,16
2,14
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1 2
VENETO ROVIGO
Altre forme
Ditteindividuali
Società dipersone
Società dicapitali
DISTRIBUZIONE % IMPRESE REGISTRATE C/O CCIAA
PER FORMA GIURIDICA
ANNO 2002
AREE 95/97 97/96 98/97 99/98 00/99 01/00
VENETO 6,9 3,9 2,7 2,3 5,1 4,1ROVIGO 9,0 3,6 2,0 2,9 5,1 3,6ITALIA 6,6 3,7 3,9 2,9 4,9 4,8
VARIAZIONI % ANNUE DEL VALORE AGGIUNTO PRO CAPITE
Fonte: Unioncamere – Istituto Tagliacarne
VALORE ASSOLUTO
(euro)ITALIA=100
VENETO 21.803,2 116,0 27,6
ROVIGO 18.334,3 97,6 29,1
NORD EST 22.755,8 111,6 28,0
CENTRO 20.389,9 108,5 30,2
SUD 12.617,4 67,1 32,3
ITALIA 18.794,3 100,0 30,0
VALORE AGGIUNTO PRO CAPITE
VAR % 2001/1995
AREE
VALORE AGGIUNTO PRO CAPITE
ANNO 2001
Fonte: Unioncamere – Istituto Taglicarne
REDDITO DISPONIBILE PRO CAPITE DELLE FAMIGLIE
2000 2001 2002
milioni di euro
milioni di euro
milioni di euro
VENETO 37.279,7 39.424,9 38.637,2 -2,0 3,6
ROVIGO 688,1 757,6 795,4 5,0 15,6
NORD EST 80.463,5
AREE
83.633,6
ITALIA 260.282,3 272.920,2 265.298,4
84.599,4
-2,8 1,9
VAR. % 2002/2001
VAR. % 2002/2000
-1,1 3,9
VALORE DELLE ESPORTAZIONI E VARIAZIONI %
ANNI 2000 - 2002
Fonte: Unioncamere - ISTAT
VENETO 131,8 139,4 132,4
ROVIGO 115,9 126,4 108,8
ITALIA 95,4 103,5 103,3
2000 2001 2002
NORD EST 147,6 150,3 148,6
AREE
RAPPORTO
VALORE ESPORTAZIONI/VALORE IMPORTAZIONI
Fonte: elaborazione su dati Unioncamere - ISTAT
Camera di CommercioRovigo
Il confronto tra dati congiunturali di medio periodo e l’analisi operata dall’Istituto Tagliacarne consentono di evidenziare che:
l’economia polesana ha manifestato negli ultimi anni un un indubbio dinamismo, ma questo non è stato sufficiente a togliere il freno ai meccanismi di accumulazione e di consolidamento degli effetti espansivi, il cui pieno dispiegamento è alla base di uno sviluppo stabile e duraturo.