Post on 15-Apr-2020
Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com cinemaescuola01@gmail.com
ANGOLAZIONE / INCLINAZIONE / ALTEZZA
Per descrivere la struttura di un’inquadratura, occorre precisare 4 caratteristiche:
DISTANZA apparente (già esposta nel capitolo sulla scala delle inquadrature);
ANGOLAZIONE di ripresa;
INCLINAZIONE di ripresa;
ALTEZZA di ripresa.
Ognuna di queste caratteristiche si collega alle altre. Ogni diversa combinazione comunica allo
spettatore un diverso effetto.
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ANGOLAZIONE DI RIPRESA
L’angolazione di ripresa è il punto di vista attraverso il quale la cinepresa guarda il soggetto
(persona, animale, oggetto, scenografia). Varia in senso ORIZZONTALE e VERTICALE
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ANGOLAZIONI ORIZZONTALI
1. FRONTALE
La cinepresa è posta di fronte al
soggetto. A seconda della distanza,
vediamo ogni parte della sua figura o
del suo volto. Corrisponde alla nostra
posizione quando parliamo ad una
persona: per questo è il punto di vista
più adatto a coinvolgere lo spettatore in maniera diretta.
2. TRE QUARTI
La cinepresa mostra solo una parte del viso, insieme
ai capelli e a un orecchio. La linea dello sguardo del
personaggio non incontra lo spettatore.
Di solito, più un volto si allontana dall’angolazione
frontale, minore è il coinvolgimento emotivo: per
questo, il “tre quarti” è utilizzato per dare una
sensazione di distacco.
3. PROFILO
Il soggetto è inquadrato dal lato
destro o dal lato sinistro. La parte
espressiva del viso resta ai margini:
lasciando fuori campo un occhio e
metà della bocca, il pubblico viene privato di molti dettagli della mimica facciale.
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4. TRE QUARTI DI SPALLE
Il volto resta quasi del tutto nascosto.
Si impiega di solito per girare le scene di
dialogo: uno dei due personaggi, a turno,
viene filmato di tre quarti, mentre l’altro
ha un’angolazione frontale.
5. DI SPALLE (O DI QUINTA)
Il soggetto è filmato da dietro. Serve per
mostrare in secondo piano ciò che il
personaggio sta guardando (parlando di
“Focalizzazione” del personaggio, questo
punto di vista è chiamato SEMI-
SOGGETTIVA).
A volte l’inquadratura di spalle crea un
senso di mistero sul personaggio, o ci da la sensazione che sia pedinato da qualcuno.
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ANGOLAZIONI VERTICALI
1. A PIOMBO o PLONGÉE
La scena è filmata completamente dall’alto.
Serve per fornire un’idea chiara della scena (il
numero dei personaggi e il loro movimento)
o per farci provare una sensazione di
vertigine. Si tratta di una ripresa “fredda”,
perché da quest’angolazione non possiamo
capire l’espressione dei personaggi e
nemmeno gran parte dei loro gesti.
2. DALL’ALTO
Quest’angolazione ha due diversi impieghi.
Quando è diretta su un personaggio, può
indicare uno stato di soggezione: un
bambino nei confronti di un adulto, un
impiegato nei confronti del suo direttore…
Corrisponde alla nostra esperienza sensoriale:
siamo abituati a vedere i bambini “dall’alto”.
In una scena di massa, la visione dall’alto
mostra con chiarezza il movimento dei
personaggi e la loro posizione nello spazio.
Anche questa è un’inquadratura “fredda”, che
ci offre una visione oggettiva. Si collega alla
nostra vita reale: quando vogliamo osservare
bene un avvenimento, cerchiamo il punto più alto possibile.
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3. ORIZZONTALE
Corrisponde al nostro modo quotidiano di
osservare il mondo: all’altezza dei nostri
occhi. È un punto di vista abbastanza
“neutro”, ma può diventare molto
coinvolgente, perché il soggetto si rivolge a
noi da pari a pari, favorendo processi di
condivisione e immedesimazione.
4. DAL BASSO
Si usa per incutere timore o per
sottolineare l’autorevolezza di un
personaggio. Questa inquadratura
trasmette le stesse sensazioni che ogni
essere umano ha provato nella propria
infanzia, quando guardava gli adulti dal
basso. Tale punto di vista provocava in noi
vari sentimenti: rabbia, paura, impotenza,
ammirazione, desiderio di emulazione.
È usata anche nelle scene movimentate con
più personaggi, quando si vuole accentuare
l’aspetto caotico e concitato della
situazione. In tal modo, lo spettatore viene
inserito all’interno dell’evento.
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5. SUPINA o CONTRE-PLONGÉE
Corrisponde alla visione di un personaggio sdraiato che guarda in alto. Serve per inquadrare
una figura di grandi dimensioni o che si trova ad alta quota: un grattacielo, uno stormo di
uccelli, un aereo... Il contre-plongée amplifica le sensazioni provocate dalle inquadrature dal
basso. È un punto di vista che provoca inquietudine, perché nella vita reale è poco impiegato.
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INCLINAZIONE DI RIPRESA
L’inclinazione di una ripresa indica il rapporto tra la linea d’orizzonte della scena, la verticale
dell’inquadratura e la base dell’inquadratura. La linea dell’orizzonte separa il campo
dell’inquadratura in due “semicampi”, quasi sempre di diversa ampiezza.
Le immagini inclinate vengono utilizzate per:
• descrivere la visione soggettiva di un personaggio;
• mostrare una scena irreale: sogno, incubo, allucinazione;
• drammatizzare scene d’azione concitate e confuse;
• descrivere un ambiente ostile o un personaggio cattivo (in tal caso è spesso associata
all’angolazione dal basso).
base
dell’inquadratura
linea
dell’orizzonte
90°
base dell’
inquadratura
linea dell’
orizzonte
verticale
dell’inquadratura
semicampo inferiore
semicampo superiore
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L’inclinazione può essere di 4 tipi: in piano, obliqua, verticale, capovolta.
1. IN PIANO, ovvero perpendicolare (90°)
È la posizione più utilizzata in assoluto: corrisponde alla visione normale dello sguardo umano.
2. OBLIQUA (da 90° a 180°)
Il piano dell’orizzonte appare
inclinato.
Le inquadrature oblique sono
sempre disturbanti, poiché non
corrispondono alla nostra
esperienza reale. L’occhio
umano, infatti, non percepisce
mai un’immagine obliqua: anche quando pieghiamo la testa, il nostro cervello ricostruisce
comunque un’immagine “diritta”.
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3. VERTICALE (180°)
L’orizzonte che appare nell’immagine è perpendicolare rispetto
all’orizzonte reale.
4. CAPOVOLTA (270°)
L’immagine è completamente ribaltata: il semi-campo superiore si trova in basso, mentre il
semi-campo inferiore si trova in altro.
semicampo inferiore
semicampo superiore
orizzonte
dell’immagine
orizzonte
reale
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ALTEZZA DI RIPRESA
L’altezza di ripresa è la distanza tra il suolo e il punto di ripresa. L’altezza è a volte collegata
all’ANGOLAZIONE, ma si tratta di due concetti diversi. Se ad esempio si gira un’angolazione dal
basso, è molto frequente che si abbassi l’altezza della camera. Ma non sempre questo accade:
ecco perché le due indicazioni sono tenute separate.
Tenendo come punto di riferimento l’altezza degli occhi del personaggio in posizione eretta
(definita “altezza d’occhi” o “altezza testa”), l’altezza di ripresa si suddivide in tre categorie.
1. STANDARD
L’operatore mantiene la posizione eretta e ha la camera in spalla.
La ripresa è all’altezza degli occhi. È la più utilizzata, perché è da questo punto di vista che
siamo abituati ad osservare il mondo. Da questa altezza si possono realizzare non solo le
inquadrature orizzontali, ma anche gran parte le inquadrature dall’alto e dal basso che
simulano il punto di vista soggettivo di un personaggio.
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2. RIBASSATA.
L’operatore si inginocchia o tiene la camera all’altezza della vita o la appoggia a terra. A volte,
per filmare da posizioni ancora più basse, è necessario girare da dentro una buca.
Il punto di ripresa è più in basso rispetto alla linea degli occhi. Questa altezza, associata
all’angolazione dal basso, può simulare il punto di vista di un personaggio che (per varie ragioni)
è situato a un livello “inferiore” rispetto ad un altro personaggio.
L’altezza ribassata con angolazione orizzontale può servire anche per filmare un personaggio di
bassa statura, ad esempio un bambino.
Ad altezza terra e angolazione orizzontale, la camera può offrire il punto di vista inusuale di chi
è sdraiato e guarda di fronte a sé. Quest’altezza può scendere anche “sotto terra”, ad esempio
nel caso di una inquadratura contre-plongée.
3. RIALZATA
L’altezza rialzata si ottiene quando l’operatore tiene la camera con le braccia alzate. Per
ottenere altezze più elevate, si utilizzano vari macchinari come il dolly o la gru.
Il punto di ripresa è più in alto rispetto alla linea degli occhi. Quest’altezza è utile quando si ha
bisogno di un punto di vista elevato: per le riprese sportive (associata all’angolazione dall’alto),
per mostrare bene i movimenti di singoli o di gruppi, o per inquadrare città o grandi edifici.