- 1. L'illuminismo A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
- 1. Il programma illuministico.
3. 2. Premesse sociali e culturali dell'Illuminismo. 4. 3.
L'illuminismo e la critica alle costruzioni sistematiche della
metafisica. 5. 4. Illuminismo e religione. 6. 5. Illuminismo e
mondo storico. 7. 6. Illuminismo e
politica.Encyclopdie(1751)Articolo sulla chimica 8. 1. Il programma
illuministico.
- Il movimento culturale filosofico, politico, ideologico -
dell'Illuminismo occupa l'intero sviluppo storico del XVIII secolo
ed fondamentalmente caratterizzato dall'affermazione e
dall'esaltazione dellalibera e generale potenza della ragione umana
. Essa viene indicata come lo strumento principe ed essenziale per
laliberazione del genere umanodalle predeterminazioni, dai vincoli
e dalle condizioni negative nei quali l'uomo stato gettato dalla
tradizione filosofica, politica, ideologica e soprattutto
religiosa. Kant esemplifica questa condizione di soggezione o
minorit, scrivendo - nellaRisposta alla domanda: che cos'
l'illuminismo?(1784) che l'Illuminismo conduce l'uomo
all'affermazione dell' autonomia del proprio intelletto ,
sciogliendolo dalla propria precedente condizione di sottomissione
all'intelletto altrui. Il filosofo prussiano esibisce il motto e
l'emblema della nuova generazione di liberi pensatori, ammonendo:
>
9.
- Se dunque fare pubblico uso della propria ragione in tutti i
campi era il compito delle nuove generazioni di intellettuali,
l'affermazione di questa libert non si sarebbe realizzata senza
ostacoli e resistenze da parte dei poteri accademici, politici e
religiosi dominanti. Il diritto di analisi e di critica delle
determinazioni tradizionali avrebbe infatti comportato la
conseguente battaglia contro il pregiudizio, l'affermazione
fantasiosa ed infondata, la superstizione religiosa. La ragione che
in tal modo emergeva costituiva un orizzonte ed un ideale di
oggettivit ed universalit (verit) che avrebbero garantito il
necessario progresso e miglioramento delle generali condizioni di
vita dell'intero genere umano. Lume di chiarezza contro le tenebre
dell'autorit e della tradizione religiosa, la ragione avrebbe
illuminato tutte le coscienze, facendo in modo che tale rivelazione
laica avesse come conseguenza la liberazione delle energie pi
profonde e nello stesso tempo pi alte e migliori dello spirito
umano.
10.
- Tenebre, ignoranza e barbarie civile e politica sarebbero
allora state sconfitte dall'impegno razionale dei nuovi filosofi,
che avrebbero aperto il futuro di un mondo nuovo, di una nuova
repubblica umana piena e ricca di felicit e di gioia per tutti,
grazie alla riforma dello spirito umano. Contro la cultura astratta
e separata dalla vita i nuovi intellettuali avrebbero fatto della
conoscenza e del suo desiderio la forza pi dirompente e
trasformatrice del genere umano.
11. Di fronte a tale ideale il movimento illuministico cerc
sempre di mantenere vivo un orizzonte razionale universale, valido
per l'intero genere umano ed indipendente dalle posizioni
filosofiche dei singoli pensatori. Fu tale orizzonte a determinare
infatti l'oscillazione delle scelte intellettuali fra lo
spiritualismo ed il materialismo, il deismo e l'ateismo, il
riformismo politico e la spinta pi decisamente rivoluzionaria. 12.
2. Premesse sociale e culturali dell'Illuminismo.
- L'Illuminismo fu quindi un movimento che pretese di realizzare
un progresso ed un avanzamento delle capacit umane. Esso venne
preparato e fu accompagnato dallo sviluppo e dal perfezionamento
delle forze economico-sociali della borghesia. Questa classe
sociale avrebbe fatto - sino al momento storico della Rivoluzione
francese del 1789 - della sostituzione del potere feudale e della
neutralizzazione del condizionamento religioso l'obiettivo pratico
della propria battaglia per l'egemonia. Per questa ragione essa
avrebbe preteso di imporre una nuova forma di razionalizzazione
della vita comune, degli usi e costumi dei popoli e delle nazioni,
attraverso la negazione della tradizionale sottomissione feudale ed
ecclesiastica, operata contro la vita del soggetto umano e
naturale.
13.
- Lo sviluppo scientifico delle conoscenze naturali ripreso nel
XVII secolo avrebbe consentito quello sviluppo delle forze
produttive di tipo economico e sociale che avrebbe - a propria
volta comportato la necessaria trasformazione ed il rivolgimento
delle strutture politiche ed istituzionali comuni, collettive. In
questo senso l'ideologia preparata dal movimento storico della
borghesia avrebbe forzato l'ingegno umano verso il riconoscimento,
insieme, della potenza naturale e di quella intellettuale,
superiore, umana. In questa determinazione la relazione di scambio
con la natura ed il resto dell'umanit avrebbe conseguentemente
dovuto restare a costante vantaggio e profitto umano. In questo
modo la borghesia avrebbe creato la propria immagine di
riferimento, la propria sovra-struttura, grazie alla quale avrebbe
sottomesso le forze naturali, orientandole, strumentalizzandole e
sfruttandole per il dominio di un umano liberato da ipoteche
tradizionaliste od oscurantiste.
14.
- Pertanto come il Rinascimento aveva inaugurato l'et della
potenza creativa umana (ad immagine e riflesso di quella divina),
cos l'Illuminismo cerca di innestare lungo la medesima traiettoria
fabbrile il desiderio di una volont di potenza razionale
profondamente liberatrice ed innovativa: esso quindi riprende la
celebrazione dell'individuo, la difesa della sua dignit, il rifiuto
di sottomettere la ragione al principio d'autorit, facendo quindi
prevalere l'interesse per i valori laici e mondani, per fare
dell'uomo il padrone della terra, contro la sua sottomissione
feudale e medievale. Accentuando e radicalizzando il desiderio di
riscatto dell'uomo, l'Illuminismo relega cos Dio su di un piano di
trascendenza quasi neutrale (deismo), come se desiderasse lui
stesso lasciare alle sole forze umane la determinazione del proprio
destino. Ridotto al minimo se non addirittura annullato lo spazio
ed il tempo del dogma religioso, la ragione umana conquista
l'orizzonte della totalit, della pienezza e della concretezza.
15.
- Essa diviene quindi padrona assoluta di se stessa: delle
proprie espressioni e propensioni, degli strumenti che costruisce
per se stessa e dei fini o scopi ai quali adeguarli. Per questo
motivo l'unico possibile rapporto che la ragione illuministica
istituisce con la natura quello della conoscenza e dello
sfruttamento delle sue potenzialit, a vantaggio e profitto
dell'umanit intera. Cos il rapporto della ragione con la natura fa
s che la scienza moderna istituisca il proprio metodo sperimentale
come modello e criterio di comportamento per tutte le altre attivit
umane. Tutto ci che risulta incompatibile od eccedente rispetto ad
esso viene lasciato decadere a fantastica superstizione od a
dogmatica e metafisica imposizione.la stessa realizzazione
dell'umanit a richiedere l'applicazione radicale e necessaria del
metodo scientifico, contro un sapere tradizionaleche invece
lasciava le menti ed i cuori degli uomini nell'oscurit,
nell'ignoranza e nella soggezione.
16.
- la stessa prospettiva irenistica dello spirito universalistico
dell'Illuminismo a chiedere poi che il metodo scientifico debba
essere esteso dalle materie naturali a quelle umane, che cos vedono
il sorgere e lo svilupparsi di discipline che in precedenza non
sembravano godere dello statuto di scienze. L'economia, la
politica, la societ, la morale, la religione diventano luoghi
dell'esercizio razionale dell'intelletto: luoghi interconnessi nei
quali le immagini e le argomentazioni costruiscono fitte reti di
rapporti deduttivi, sempre aperti al riconoscimento del dato
sensibile ed alla verificazione sperimentale ed effettiva. Per
questo l'Illuminismo si propose di fondere insieme le riflessioni
immaginate dal razionalismo e gli apporti desunti dall'empirismo
sperimentale, unendo alla libert incondizionata dei movimenti dello
spirito inventivo umano la determinazione empirica dei fatti di
natura o di societ.
17.
- Questa composizione fra l'aspetto immaginativo della ragione e
la determinazione proveniente dai fattori dell'esperienza sensibile
rinchiude la ragione stessa entro dei limiti invalicabili, interni
allo stesso darsi alla coscienza dei dati di sensibilit. La ragione
illuministica sembra allora involgersi in se stessa, lasciando al
di fuori di s temi e problemi precedentemente affrontati ed
apparentemente risolti dalla metafisica o dalla rivelazione
religiosa. Senza e contro ogni spirito di sistema che pretenda di
eterodeterminare ogni aspetto della vita teoretica e pratica
dell'uomo, del vivente o dell'inerte, la ragione illuministica non
ha comunque residui o spazi diinintelligibilit : tutto pu essere
rischiarato dai suoi lumi e portato ad evidenza, immediata o
mediata. Ogni particolare anche, se non soprattutto - umano pu
essere giustificato alla coscienza, compreso e proiettato o negato
nell'esperienza futura.
18.
- Morale, politica e religione vengono trascinate sotto
l'orizzonte di spiegazione umana, diventando fatti di coscienza
storicamente e geneticamente conoscibili e determinabili. Ecco
allora che ci che in precedenza aveva visto dispiegarsi fattori
imperscrutabili e/o trascendenti ora viene considerato ed
identificato nell'atto umano della sua posizione, dunque nella sua
positivit. Una positivit condizionata da fattori spaziali e
temporali (popoli e nazioni), dalla diversit dei contenuti
naturalmente, socialmente ed economicamente sviluppabili (climi,
usi e costumi, istituzioni). Lo studio di tutte queste strutture
naturali od umane porta la ragione illuministica a riconoscere sia
la presenza delle modalit costitutive interne dello spirito umano,
sia gli apporti desumibili od integrabili dall'esterno, limitando
in questo modo qualsiasi pretesa di auto-fondamento assolutistico
(come sar invece nel caso dell'idealismo successivo).
19.
- Il richiamo alla sensazione ed alla sensibilit nei rapporti con
il mondo esterno (natura e societ) rischiava poi di tenere come in
ombra e in disparte gli aspetti umani maggiormente legati alle
passioni, ai sentimenti, alle emozioni. Tutto questo coacervo di
apparente irrazionalit veniva per considerato come il sostrato
primario del soggetto, un po' oscuro e molto imprevedibile (se non
pericoloso). Per portare cos ad evidenza i dati nascosti della
soggettivit l'analisi critica dell'Illuminismo diede allora il via
a complesse ricerche psicologiche (p.es. con i moralisti francesi),
con il risultato di ribadire fortemente la necessit
dell'integrazione e del coordinamento delle potenze oscure
dell'anima con quelle chiare ed illuminate. Questa necessit di
coordinamento trover in Kant l'epigono del movimento illuministico
e l'iniziatore di una concezione e di un mondo diverso quello
legato al Romanticismo proprio attraverso l'affermazione autonoma
del sentimento ( Critica del Giudizio ).
20. 3. L'Illuminismo e la critica della metafisica.
- La polemica contro il sistema e lo spirito del sistema spinse
gli illuministi a demarcare fortemente la propria posizione critica
nei confronti di quelle riflessioni di tipo oggettivo, che
pretendevano di edificare un'immagine razionale separata e
prioritaria, che valesse a propria volta quale principio di
comprensione e di spiegazione della totalit del reale. Che fosse il
rapporto necessario cartesiano fra lares cogitanse Dio, oppure la
ripresa leibniziana della distinzione e separazione fra mondo della
grazia e mondo naturale, gli illuministi vedevano in queste
posizioni filosofiche una riduzione preventiva ed una successiva
forzatura nei confronti dei fenomeni, di ci che appariva invece
come dotato di una propria libert costitutiva (di movimento e di
affezione dello spirito umano).a questa libert potenziale di cause
e di finalit che gli illuministi rivolgono uno sguardo attento,
aprendo in tal modo una ricerca analitica dei principi, sempre
corroborata dagli apporti dell'esperienza.
21.
- Contro lo spirito sintetico e deduttivo dei sistemi metafisici
essi dunque aprirono un orizzonte razionale che sfruttava
l'osservazione metodica dei fenomeni, alla ricerca di leggi e
principi che potessero essere continuamente inverati ed applicati
dall'esperienza e nell'esperienza. Nasceva cos l'ideale della
modificazione continua delle conoscenze, alla ricerca di
quell'ordine reale e di quelle strutture oggettive che guidavano e
costituivano effettivamente la realt (cfr.Encyclopdie ).
Encyclopdie(1751)Sistema delle conoscenze umane 22.
- Seguendo questa procedura e questo modo di fare gli illuministi
misero da parte le finzioni soggettive dell'immaginazione
filosofica tradizionale, denunciandone per di pi il loro carattere
ideologico, la loro funzione politica conservatrice ed elitaria,
alleata della strumentalizzazione dogmatica e religiosa. Per questa
ragione gli illuministi allontanarono dalla propria considerazione
e valutazione i problemi tradizionali relativi alla sostanza
(spirituale o materiale), giudicandoli atti ad imporre quella
triangolazione e modo di vedere tradizionale che essi giudicavano
fuorviante ed illusorio. Essi preferirono quindi ammettere
l'esistenza di elementi e di relazioni razionali e spiegabili,
inserendoli all'interno di un orizzonte ed un ordine divino, che
dovevano bastare a giustificare unicamente la loro presenza ed il
loro movimento reciproco ed ordinato (deismo: Dio geometra e
meccanico).
23.
- Alcuni liberi pensatori andarono al di l di questa concezione,
liberandosi della concretezza e della realt di questo orizzonte e
di quest'ordine, e riaprendosi all'infinitezza impredeterminata
dell'esistente (a-teismo, materialismo e agnosticismo).
Encyclopdie(1751)Anatomia del corpo umano 24. 4. Illuminismo e
religione.
- La critica filosofica degli illuministi alla ipostasi
arbitraria ed ideologica del soggetto assoluto Dio come entit
trascendente e prioritaria, creatrice ed ordinatrice provvidente
del mondo li conduce verso la demolizione di tutte le narrazioni
mitologiche riguardanti la divinit occidentale (l'ebraismo, il
cristianesimo, l'islamismo), considerate forme attraverso le quali
il potere politico conservatore e tradizionale (feudale) giustifica
la propria applicazione indiscussa ed indiscutibile, il proprio
governo delle menti e delle coscienze personali. Quell'ipostasi
infatti prima afferma la costruzione di un mondo naturale ed umano
come propria rivelazione (rivelazione del proprio assoluto e
volontario intendimento amoroso), poi riempie di contenuti
dogmatici quest'apertura, attraverso la determinazione essenziale e
fondamentale dell'incarnazione e della morte per la salvezza
dell'umanit del Cristo.
25.
- In questa triangolazione positiva al contempo soggettiva ed
oggettiva essi ritenevano che si perdesse il concetto e la prassi
della libert e della razionalit universale, che la speculazione
filosofico-religiosa tradizionale approntasse uno strumento
indiscutibile di dominio e di controllo degli intelletti e delle
volont umani, chiudendone effettivamente sia l'apertura conoscitiva
e di ricerca, sia la libera applicazione pratica. Ignoranza e
servit diventavano allora delle virt e dei pregi, capaci di
garantire gli strumenti esteriori del proprio dominio, elitario e
distaccato, separato e superiore: intolleranza, fanatismo e
divisione fra gli uomini diventavano lo strumento privilegiato -
apparentemente immodificabile - per la conservazione dell'ordine
politico ed economico-sociale. Cos la negazione del progresso
scientifico diventava l'aspetto teorico di un'altra e pi
fondamentale censura: quella apportata alle possibilit di
miglioramento e di trasformazione dell'ordinamento economico,
sociale e politico dell'intera umanit occidentale.
26.
- La chiusura e l'alienazione della propria singola
determinazione naturale e razionale era poi confermata
dall'impianto punitivo connaturato alla dimensione
metafisico-religiosa tradizionale: la presupposizione
dell'esistenza di un peccato d'origine - non casualmente riferito
alla libert ed al desiderio della donna rispetto al quale la morte
veniva gi considerata come la relativa espiazione, era il primo
passo per l'imposizione di una necessaria scelta di salvezza, che
avrebbe svalutato sia la naturalit che la razionalit delle scelte
umane, richiedendo attraverso il pericolo ossessivo della
dannazione e dell'infelicit eterne (inferno) l'adesione ad una
volont e ad un intelletto separato. Alla volont ed all'intelletto
separato nelle sue proprie determinazioni - della Chiesa e dei suoi
dogmi e del potere politico e delle sue imposizioni e cogenti
necessit.
27.
- Ecco spiegata allora la ragione per la quale, di fronte a testi
filosofici esplicitamente critici della tradizione
metafisico-religiosa occidentale I tre impostori ,Manoscritti
clandestini esploda l'indicazione ideale di un nuovo ed incorrotto
stile di vita, al contempo naturale e razionale, ricercato e
trovato presso quelle popolazioni dell'estremo oriente ed
occidente, lontane ed estranee ai fenomeni della civilizzazione,
che erano state recentemente scoperte dai viaggi della
colonizzazione occidentale.
28.
- La critica illuministica alle forme ed alle disposizioni
regolative delle religioni positive si accompagna alla riscoperta
della dimensione aperta ed unitaria della religiosit naturale ed al
suo orizzonte ideale e razionale. In essa compare un unico assunto
essenziale la fede nell'esistenza di un unico Dio, universalmente
valido per tutte le genti e la conseguente e fondamentale
asserzione pratica circa la necessaria e morale praticabilit
dell'amore fraterno ed universale. Questa posizione deista
acconsente quindi alla formazione di un'etica razionale universale,
valida per tutti i tempi e per tutte le genti, i popoli e le
nazioni, nelle quali viene convenzionalmente e storicamente
dividendosi l'unica famiglia umana. Secondo questa linea direttiva
la libert umana accompagnata dalla libert divina: incontrando in
tal modo gli sviluppi pi moderni del protestantesimo, l'illuminismo
rende non necessari i dogmi, i culti esteriori e la stessa
divisione fra clero e laici.
29.
- Mentre quindi la molteplicit delle religioni positive frantuma
l'integrit del genere umano, contrapponendo i diversi credi e le
diverse comunit dei fedeli (guerre settarie di religione) -
attraverso proprie finzioni immaginative, varie e diverse pratiche
illusorie, e grazie soprattutto all'usurpazione (espropriazione)
del rapporto con il divino l'unica ed universale religione naturale
non aliena la libert dell'uomo, ma la accorda e raccorda con quella
di Dio, mostrando - oltre e contro la relativit e la variabile
attendibilit storica delle diverse rivelazioni la manifestazione di
un'unica potenza naturale e razionale, valida per tutti gli esseri
creati. In virt di questa potenza e della fede razionale in essa
depositata l'umanit intera riesce a demolire le pratiche
artificiose e ad annullarne la carica discriminatoria e violenta,
completamente arbitraria ed ingiustificata.
30.
- Il fatto poi che la stessa riduzione ad un unico Dio potesse
comunque suscitare la riduzione della libert umana a fattore
secondario e conseguente spinse alcuni illuministi ad aprire ancora
di pi in maniera tendenzialmente infinita la propria riflessione
filosofica e ad ammettere l'inesistenza e la non-necessit di un
unico principio primo regolativo ed ordinatore (a-teismo),
lasciando alla materia le proprie virt autoanimatrici ed
autodispositive. Cos mentreJean Meslierrinuncia alla struttura del
Cristianesimo, per conservare contro lo spirito umano di
sottomissione e d'obbedienza tradizionale - lo spirito e la piet
dell'amore infinito ed universale,Paul Henri
Dietrichbaroned'Holbachriconosce la genesi e l'atto costitutivo
delle religioni in genere nella paura dell'uomo di fronte ai
pericoli ed alla vastit incomprensibile del cosmo. Per questo
libero pensatore la viva ed intelligente materia naturale nella
propria necessaria ed intrinseca dialetticit - avrebbe potuto
costituire anche la forma generale di ogni determinazione etica e
politica, invalidando cos la necessit di implicare un agente divino
separato, fondamento ed ordinatore della vita naturale e
morale.
31. 5. Illuminismo e mondo storico.
- Prima dell'et dell'Illuminismo la storia era vista come il
luogo nel quale lo spirito di Dio imponeva all'uomo le proprie
determinazioni di volont e di intelletto: l'uomo veniva in tal modo
considerato a partire dalla agostinianaCitt di Dio come il soggetto
dei piani e dei progetti della provvidenza divina; egli avrebbe
dovuto cooperare al piano di salvezza divino realizzato grazie
all'accordo fra i poteri temporali e il magistero ecclesiastico per
poter dare cos luogo in terra alla preparazione al regno di Dio nei
cieli. Ancora Bossuet Discorso sulla storia universale(1681) e lo
stesso Vico Scienza nuova(1730) avevano considerato l'orizzonte e
l'ordine superiore e trascendente della provvidenza come il piano
rispetto al quale l'ideale pratico dell'uomo potesse e dovesse
dispiegarsi e svilupparsi. Con l'Illuminismo invece l'azione umana
diviene il fattore principale del movimento e delle trasformazioni
storiche.
32.
- Mentre Dio o la natura materiale rimaneva il garante
dell'ordine e della disposizione del mondo naturale, il mondo
storico diventava il luogo dell'esercizio predominante dell'azione
umana, della sua idealit, della sua volont determinatrice e
dell'applicazione dei propri strumenti inventivi (scienza ed
apparati tecnologici). Mentre il mondo fisico, naturale e
materiale, rimaneva fermo e stabile sotto il giogo delle sue leggi
e principi, quello storico mostrava un nuovo intento, una rinnovata
energia ed una disposizione ad un nuovo ordinamento, nel quale
l'ideale trasformativo sublimava le forze produttive della nascente
societ capitalistica. Contro l'inerzia generale delle masse
popolari, indotta dalla concezione provvidenzialistica
tradizionale, gli intellettuali di questo nuovo movimento culturale
spingono gli uomini alla presa in carico del proprio destino,
rispetto al quale Dio rimane o assente od indifferente (problema
del male e della sofferenza nel mondo).
33.
- In questo modo l'Illuminismo prepara la strada per la
successiva affermazione romantica dell'ideale eroico e titanico,
quando la potenza dell'uomo sarebbe stata poi ulteriormente
ingigantita nel periodo positivistico dall'ampia congerie delle
nuove scoperte scientifiche e dalla prima, notevole, ricaduta delle
relative applicazioni tecnologiche. L'uomo quindi produce ora il
proprio futuro, abbandonando l'idea e la convinzione che esso possa
essere costituito come destino causato e diretto in modo necessario
e/o fatalistico (metafisicamente realizzato). L'uomo produce il
proprio futuro secondo un proprio progetto consapevole, variando e
modificando le proprie condizioni d'esistenza e dando cos luogo
alle opportune trasformazioni economico-sociali. Nello stesso
momento in cui la storia viene definita come processo e
trasformazione, ad essa viene per addossato un esito solamente
probabilistico, non alieno da possibili ricadute ed insuccessi, che
apparentemente e momentaneamente paiono come inceppare od arrestare
il movimento verso il progresso.
34.
- Se la storia dunque movimento verso un ideale che costituisce
il termine finale di un progresso, allora alcune fasi che paiono
avere bloccato od inibito le capacit umane - sia dal punto di vista
conoscitivo, che pratico non possono non essere viste, considerate
e qualificate se non come et negative e di regresso. Per questa
ragione l'Illuminismo riprende, sottolinea ed accentua, dal
Rinascimento la polemica contro il Medioevo, come et di barbarie ed
oscurantismo, momento nel quale ignoranza e fanatismo religioso
opprimevano e pervertivano la vita intellettuale e morale dei
popoli e delle nazioni. Al contrario l'et precedente il classicismo
greco-latino viene considerata come una fase propositiva e felice
della civilt umana. Contro l'appello alla tradizione gli
illuministi fecero valere quindi l'istanza del giudizio critico,
anti-autoritario, sui fatti della storia e sugli eventi e processi
della sua civilizzazione.
35.
- Lo sforzo critico rivolto al passato quindi mosso dalla
tensione positiva verso il futuro: gli illuministi intendono
utilizzare il cammino riaperto alle libere possibilit e potenzialit
umane per il miglioramento generale delle condizioni di vita
dell'umanit. Essa, partendo da uno stadio primitivo di esistenza
selvaggia, attraverso una condizione intermedia di barbarie, giunge
ad uno stato di civilt effettiva e in costante progresso. Questo
progresso consentito dal libero sviluppo delle capacit razionali
dell'uomo (scienze e arti), a loro volta capaci di educare quella
parte apparentemente irrazionale (sentimenti, passioni, emozioni)
altrimenti lasciata come possibile preda delle illusioni
dell'immaginazione e della fantasia, e delle conseguenti
manipolazioni fideistiche ed ideologiche. Per questo motivo le arti
in particolare dovevano ottenere nel progetto delle scelte
educative illuministiche una posizione fondamentale
(cfr.Encyclopdie ).
36. 6. Illuminismo e politica.
- L'attenzione illuministica nei confronti dell'integralit
dell'esperienza umana e verso le scaturigini originarie e profonde
naturali dell'azione umana spinse gli intellettuali illuministi a
considerare e valutare con particolare precisione il rapporto fra
l'emergere del diritto e la sua realizzazione politica. In un
momento in cui le forze borghesi cercavano di superare il vincolo
stabilito dall'assolutismo regio il movimento culturale
dell'Illuminismo prepar la strada prima alle riforme del cosiddetto
dispotismo illuminato, poi alle premesse filosofico-politiche della
successiva rottura rivoluzionaria (Rivoluzione francese, 1789). La
trasformazione in senso pratico dell'evoluzione teorica generale
individuava proprio nella politica e nella filosofia politica e
sociale lo strumento per la realizzazione degli obiettivi di
miglioramento collettivo cari al movimento illuministico.
37.
- L'impegno riformatore verso il presente ed il futuro superava
quindi la concezione della politica come tecnica per la conquista e
la conservazione (od esercizio) del potere, per diventare
riflessione tesa a realizzare un'umanit ideale, che potesse godere
nella propria pienezza quei diritti naturali e razionali che lo
stesso divino creatore aveva immesso nella sua natura e nelle sue
possibilit. Il fulcro della riflessione politica illuministica
diventa quindi l'unit nel diritto di naturalit e ragione
riflessiva: se la naturalit sulle tracce della riflessione di Locke
impone il rispetto di alcune movenze fondamentali dello spirito
umano (vita, libert, propriet, felicit), la riflessione razionale
deve consentire che l'espressione singolare di queste possa trovare
composizione in una serie di doveri collettivamente impugnati, atti
a definire il mutuo e reciproco rispetto dell'atto costitutivo
delle istituzioni politiche generali (Stato e sua
organizzazione).
38.
- In questo modo si apriva il riferimento triplice all'idea,
all'ideale ed alla prassi, dell'eguaglianza di fronte alla legge
fondamentale (Costituzione) come condizione generale di assunzione
di responsabilit individuale e di sussunzione entro la stessa
personalit dello Stato. In questo modo venivano annullate tutte le
stratificazioni e differenziazioni dell'ordine feudale (nobilt,
clero, terzo stato), portando l'individuo singolo ad essere oggetto
- neutrale nel dispotismo illuminato, quindi come suddito; centrale
nel liberismo politico, quindi come cittadino - della propria
azione e dei rapporti e relazioni con gli altri individui. Rapporti
e relazioni improntate all'ideale della mutua e reciproca
soddisfazione dei propri bisogni materiali e spirituali (pubblica
felicit). In questo modo lo Stato realizza la finalit per la quale
viene istituito solamente qualora renda effettiva tale pubblica
felicit, determinando la condizione generale (interna ed esterna)
per la pace e la giustizia.
39.
- Perseguendo la pace e la giustizia all'interno ed all'esterno i
singoli Stati portano quindi a compimento l'ideale dell'umanit
stessa: la vita in un mondo unico, abitato con reciproca fraternit,
senza nazioni, confini e reciproci conflitti (filantropia,
pacifismo, cosmopolitismo). Senza poi separare e contrapporre
l'aspetto materiale a quello spirituale, l'Illuminismo svilupp la
ricerca e l'attuazione di tutte quelle condizioni che sarebbero
state capaci una volta instaurate - di portare ad esito positivo
tutti gli sforzi per l'emancipazione umana (lotta contro la miseria
e le discriminazioni, ricerca del benessere collettivo). Esso
quindi da un lato promosse le industrie, le arti ed i commerci;
dall'altro svilupp le ricerche teoriche delle scienze economiche e
sociali ad essi dedicati.
40.
- Il riferimento triplice all'idea, all'ideale ed alla prassi,
dell'eguaglianza di fronte alla legge fondamentale (Costituzione) -
come condizione generale di assunzione di responsabilit individuale
e di sussunzione entro la stessa personalit dello Stato viene
naturalmente giustificato dalla comune partecipazione dei soggetti
umani all'ordine ed all'orizzonte razionale. La sua universalit
avrebbe quindi legittimato il richiamo ed il riconoscimento da
parte delle istituzioni costituite dei diritti di libert e di
eguaglianza di tutti i cittadini attivi. Se questo richiamo e
questo riconoscimento non potevano non realizzare una relazione
politica che abbandonasse e negasse ogni tipo di differenziazione
d'ordine feudale, essi al contempo avrebbero potuto escludere come
all'inizio in realt fecero sia l'estensione generalizzata di quei
diritti anche ai cittadini non attivi, ossia non proprietari
uguaglianza democratica sia la loro concretizzazione materiale
uguaglianza sociale.
41.
- Cos il movimento illuminista fu inizialmente teso ad un'azione
moderatamente riformatrice delle forme e delle strutture
politico-istituzionali, considerando come naturali e fruttuose le
differenziazioni socio-economiche e di cittadinanza politica. In
seguito lo stesso movimento svilupp al proprio interno delle spinte
pi radicali e rivoluzionarie cfr. Rousseau e la sua influenza sulla
Rivoluzione francese puntando verso forme di eguaglianza
democratica ed anche sociale, che fossero sempre pi capaci di
rendere in atto l'integralit e la totalit del rapporto fra libert
ed eguaglianza (progresso dall'eguaglianza formale a quella
sostanziale). Esso in tal modo riusc ad influenzare fenomeni
rilevanti come le dichiarazioni dei diritti dell'uomo e del
cittadino, presenti nelle prime costituzioni (americana e
francese), e tutti i connessi movimenti politici
rivoluzionari.
42.
- Ci che dunque importante tematizzare all'interno degli sviluppi
propri del movimento illuminista il problema del rapporto fra
libert ed eguaglianza. Se nel pensiero liberale Locke, Voltaire la
libert un concetto ed una prassi che si costituisce in modo
principalmente negativo, come libert da e rispetto al potere
assolutistico del monarca o della Chiesa, nel pensiero democratico
Rousseau la libert si fa costituzione positiva, allargando il campo
delle espressioni e delle manifestazioni il pensiero, la parola e
la stampa al concreto delle azioni delega e rappresentanza
politica, lavoro, organizzazione sociale. Se nel primo caso il
concetto e la prassi dell'eguaglianza sembrano rimanere subordinati
ad un campo ristretto e limitato di soggetti e di comportamenti,
nel secondo invece essi vengono estesi in modo illimitato a tutti i
soggetti e progressivamente a tutti i campi d'interesse pratico
degli stessi.
43.
- La diversa modulazione del rapporto fra libert ed eguaglianza
investe poi il problema della definizione e determinazione della
loro stessa unit. Nel caso del pensiero e della prassi liberale
l'ambito ristretto dei comportamenti riducibili al principio
d'eguaglianza (sviluppo di una vita libera nell'uso delle propriet,
del proprio corpo e della propria mente) ed il campo ridotto dei
soggetti di esso beneficiari (proprietari dei mezzi di produzione e
riproduzione) richiedono che ogni rapporto sia improntato al
rispetto reciproco, secondo il criterio della reciproca
riconoscibilit (tolleranza, come assenza e negazione attiva del
fanatismo, religioso e politico). Nel caso invece del pensiero e
della prassi democratica ancora nei suoi primi abbozzi la relazione
libera ed eguale investe non tanto il dovere reciproco alla
tolleranza (funzione reciprocamente negativa del negativo), quanto
piuttosto sospinge la reciproca esaltazione del positivo
(fratellanza).
44.
- Dall'oggettivit delle leggi naturali dei fisiocratici e dalla
forma di governo da loro auspicata il dispotismo illuminato alla
soggettivit delle libere, ma coordinate disposizioni individuali il
governo liberale e borghese dei cittadini attivi e proprietari alla
sovranit democratica dei liberi ed eguali, il movimento degli
illuministi sembra attraversare un processo di graduale, ma
progressiva radicalizzazione (nella generazione soprattutto dei
post-enciclopedisti). Questo processo, attraverso le fasi appena
indicate, mostra un primo livello di apparente contraddizione fra
l'universalit degli ideali illuministici e la moderazione dei
propri obiettivi politici, successivamente e progressivamente
ridotta ed annullata dalla loro radicalit e dalla spontanea e
diretta loro estensione. .
45. Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino(agosto
1789) Dichiarazioni dei dirittidurante la Rivoluzione francese