Post on 16-Feb-2019
Appunti sullo Sviluppo: miglioramento della tecnologia, della produzione e del benessere socio-economico;indicatori: PIL ; RNL (contiene le rimesse degli emigranti) Figura (2010); indice di dipendenza; livello di istruzione mortalità infantile; speranza di vita, calorie per abitante, %spesa per il cibo
primario secondario e terziario figura (2013) p. 158Modelli di sviluppoLa modernizzazione Rostow (tradizionale decollo, maturità, consumi di massa)
Da cosa dipende lo sviluppoForze che operano su più scale : neocolonialismo, teoria della dipendenza, dollarizzazioneIl contesto geografico: Centro, periferia e semiperiferiaBarriere allo sviluppo economico : obiettivi del millennio (p.264); il debito estero (il Neoliberismo); la saluteLe disparità regionali
Indice di Sviluppo Umano (ISU): pubblicato annualmente dal Rapporto sullo Sviluppo Umano (Human Development Report) per conto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), è la media ponderata di alcuni fattori di sviluppo attinenti la durata della vita (speranza di vita), il livello di istruzione (aspettativa di vita scolastica e durata media della scolarizzazione) e la ricchezza disponibile (Prodotto nazionale lordo per abitante). È espresso tramite un valore in millesimi e la posizione di un paese nella graduatoria mondiale (calendario 2013 p. 166)
English: The United Nations Human Development Index (HDI) rankings for 2009. For full details, see List of countries by Human Development Index (en.wikipedia)
0.950 and over 0.900–0.949 0.850–0.899 0.800–0.849 0.750–0.799
0.700–0.749 0.650–0.699 0.600–0.649 0.550–0.599 0.500–0.549
0.450–0.499 0.400–0.449 0.350–0.399 under 0.350 Data unavailable
OBIETTIVO 1
SRADICARE LA POVERTA' ESTREMA E LA FAME
I punti in cui si articola • Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone il cui reddito è inferiore ad 1 $ al giorno• Raggiungere un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti, inclusi donne e giovani• Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffre la fame
Lo stato dell'arte al 2005 Nel 1990 vivevano in povertà estrema più di 1 miliardo e 200 milioni di persone, il 28 per cento della popolazione dei paesi in via di sviluppo. Erano i più poveri dei poveri e combattevano per sopravvivere con meno di 1 dollaro al giorno. L’obiettivo del primo Milennium Development Goal è dimezzare la quantità di persone che soffrono la fame entro il 2015.
Nel 2001 la proporzione si è ridotta dal 28 al 21 per cento nel mondo in via di sviluppo: tra il 1990 e il 2001 quote di povertà estrema erano sparite rapidamente in gran parte dell’Asia – dove era sceso a 250 milioni il numero di individui che dispongono di meno di 1 dollaro al giorno – si erano ridotte lentamente in America Latina, si erano modificate leggermente in nord Africa e Asia occidentale, ed avevano avuto invece un incremento, dai livelli minimi in cui si trovavano, nell’Europa sudorientale e nell’ex Unione Sovietica in conseguenza della transizione politico-economica. Ma nell’Africa subsahariana, che già ospitava le più alte quote di povertà al mondo, milioni di nuovi poveri erano caduti nella miseria più profonda.
La fame è diffusa quasi come la povertà. Nel 2002 si stimavano in 815 milioni le persone che, nel mondo in via di sviluppo, avevano troppo poco da mangiare per soddisfare le minime esigenze di energia quotidiana. La proporzione di affamati era inferiore nel periodo 2000-2002 che tra il 1990 e il 1992 in tutte le regioni, fatta eccezione per l’Asia occidentale. Tuttavia il numero di quanti soffrivano la fame nel periodo 1997-2002 è aumentato.
La mancanza di cibo può essere più pericolosa per i bambini in quanto può ritardare il loro sviluppo fisico e mentale. Più di 150 milioni di bambini sotto i cinque anni nei paesi in via di sviluppo sono sottopeso, dato che ne determina più della metà delle morti e nei sopravvissuti è causa di malattie ricorrenti e crescita anomala. La malnutrizione infantile è determinata non solo dalla privazione, ma anche da malattie infettive e mancanza di cure.
La proporzione di bimbi malnutriti è inferiore ai dieci anni precedenti dappertutto, con i progressi più veloci nell’Asia orientale. Alcuni paesi poverissimi sono riusciti a ridurre il tasso di malnutrizione anche in circostanze molto difficili. Nonostante ciò nell’Asia meridionale almeno la metà dei bambini continua a essere sottopeso. Progressi irrilevanti sono stati fatti nell’Africa subsahariana, dove il numero dei bambini malnutriti è addirittura aumentato in parte in seguito alla mancanza di progresso, in parte per l’aumento generale della popolazione.
Guerre e rovesci economici sempre più spesso determinano crisi alimentari. Fin dal 1992 la proporzione di emergenze alimentari dovute a cause indotte dall’uomo, più che alla siccità, sono raddoppiate. Nel 2004 dei 35 paesi che hanno richiesto aiuti d’emergenza, la maggior parte dei quali in Africa, nella maggioranza dei casi vivevano situazioni belliche o postbelliche.
Vincere la fame è possibile, come hanno dimostrato più di 30 paesi - 14 dei quali nell’Africa subsahariana - che l’hanno ridotta almeno del 25 per cento negli ultimi dieci anni. Sostenere l’agricoltura è una chiave accanto alla riduzione della povertà, che richiederà un’occupazione dignitosa e produttiva per 530 milioni di persone, uomini e donne, che ancora vivono con meno di 1 dollaro al giorno.
Luoghi di origine dell’agricoltura, p. 287Il modello di von ThunenDiversi tipi d’agricolturaL’impronta nel paesaggio
Sistemi di insediamentoMAPPA DELL’AGRICOLTURA MONDIALE SCANSIONE P.303
La G. può essere definita l’aumento degli scambi contatti e relazioni che prescindono dai confini politici. La struttura portante è il commercio internazionale, l’innovazione, le reti telematiche e i social network.Queste ultime in particolare mostrano la tendenza ad una nuova forma di potere orizzontale con scambi d’informazione continui. Le reti veicolate dal web influiscono sui trasporti, sulla distribuzione dei prodotti, sulle telecomunicazioni, sull’ informatica, sulla finanza , sulla pubblicità ecc.L’accesso alle reti ovviamente non è omogeneo e le disparità telematiche creano nuovi centri e nuove periferie (digital devide).I paesi ricchi dispongono di 527 linee telefoniche , 849 utenti di cellulari e 571 abitanti su 1000 che utilizzano internet. I Paesi poveri possono contare su 35 linee telefoniche78 telefoni cellulari e 43 utenti internetLa misurazione dei livelli di collegamento delle città globali Londra e New york tokio sono le città più collegate del pianeta. Queste città sono l’origine delle transazioni finanziarie, di marketing e di pubblicità
Il punto di partenza per un ragionamento sulla Network Society e una sua valutazione è il fondamentale testo di Manuel Castells “La nascita della società in rete”, Egea Bocconi, 2002. La lucida descrizione delle tendenze in atto a partire dalla metà degli anni ‘70, in particolare lo spostamento verso un assetto orizzontale delle organizzazioni umane (politiche, economiche, culturali e sociali), consente di seguire un filo logico sulla riconfigurazione della nostra quotidianità e della nostra società. Gli eventi che sono alla base del cambiamento, tuttora in atto, sono i seguenti: l’introduzione delle nuove tecnologie della Network Society (personal computer, il Web, i Social Network per fare solo alcuni esempi); la riorganizzazione economica seguita alla crisi petrolifera del 1973 che determina o almeno accelera il processo di globalizzazione delle aziende che elaborano strategie di decentramento a rete o a stella; le rivolte degli anni ’60 e ’70 che minano sul piano sociale la base dell’organizzazione verticale della società, il patriarcato. Nonostante la velocità e la vicinanza delle trasformazioni in corso e nonostante il numero limitato dei modelli teorici a nostra disposizione sull’argomento, alcune questioni centrali sono entrate in diversi modi (letteratura, cinema, altri media) anche nella nostra quotidianità, come ad esempio la domanda riguardante la dimensione del potere. Chi comanda oggi? La potenza democratica della rete sta riducendo il potere piramidale degli Stati, dei vecchi media come i giornali, la radio, e la televisione? O stanno emergendo nuovi poteri forti ancor più invasivi che utilizzano la rete per acquisire informazioni sempre più capillari su ognuno di noi? Chi controlla la rete? Tutti o alcuni?La risposta o meglio le risposte non sono univoche. La recente Primavera Araba 2011, l’affermazione di Obama sulla Clinton con la raccolta di fondi più democratica mai fatta negli USA lanciata su internet, e per contro l’esplosione della bolla speculativa finanziaria del 2008 che ha
messo in crisi l’intero sistema economico e che non sarebbe stata possibile senza le tecnologie telematiche, la constatazione che il 90-95% degli utenti internet usi Google, o che su Twitter scriva solo lo 0,05% delle persone che lo utilizzano (pochi scrivono e tutti gli altri leggono), dimostrano la non lineare e agevole possibilità di valutare anche l’aspetto teoricamente più positivo e più caratterizzante della Network Society che è la transizione verso un modello orizzontale della società.Ritengo che a livello individuale e sociale le risposte al quesito iniziale vadano ricercate su due piani: quello della conoscenza e quello dei diritti.Sul piano della conoscenza e dei diritti ci viene in aiuto ancora una volta Castells allorché introduce due concetti: lo spazio dei flussi e lo spazio dei luoghi evidenziando marcati squilibri in termini di inclusione ed esclusione, tra chi rimane fuori dalla rete e dalle opportunità della rete, e lo spazio dei flussi e dell’inclusione costituito specialmente dalle metropoli. Se sei nel “lato oscuro della rete”, sei svantaggiato economicamente, culturalmente e socialmente. Tutto ciò, se è probabilmente alla base di alcuni conseguenze osservate in questi anni di globalizzazione come il ritorno alle identità locali, l’emergere dei fondamentalismi, del terrorismo e il configurarsi di nuove fratture (ad es. il digital divide), pone anche un problema di conoscenza del un modello di organizzazione del territorio basato sulle reti. Arpanet (il primo nome della rete) ha creato una struttura priva di centro? Esiste un problema tecnico (soglie di saturazione, il modello del sesto grado di separazione, ecc.) che crea automaticamente una gerarchia imprevista nel cyberspazio, in Google e negli altri elementi cardine della società dell’informazione?Tutto questo non può che essere affrontato da una parte con la ricerca applicata alle conseguenze della Network Society e dall’altra con una maggiore consapevolezza del cittadino dei nodi problematici della rete al fine di poter individuare un corpus efficace di diritti per difendere specialmente i più deboli.Tutti noi percepiamo le potenzialità positive prevalenti della macchina universale di Turing e delle sue successive applicazioni. Lo dimostriamo ogni giorno servendoci e spesso affidandoci alle nuove tecnologie della nuova società orizzontale per affrontare molte cose. Il nodo da sciogliere è forse quello che la società della consapevolezza e dei diritti non procede ancora alla stessa velocità della tecnologia e della società dell’informazione.Un’ultima notazione tratta dalle recenti vicende politiche italiane: forse non è un caso che l’attuale Presidente del Consiglio italiano Monti sia un ex Commissario Europeo alla concorrenza divenuto famoso per una maxi multa comminata alla Microsoft.
Gli spazi agricoli, industriali e terziari
Spazi agricoli e le miniere, L’industria, l’energia, il commercio, comunicazioni e telecomunicazioni, turismo
Gli elementi del paesaggio rurale
Agricolo, agrario, rurale
L’atlante tematico dell’agricoltura
Tecniche di dissodamento
Rittochino, cavalcapoggio, girapoggio reggipoggio: sistemazione dei pendii meno acclivi
Terrazzi e ciglioni contro l’erosione dei versanti più acclivi
Muretti a secco
Il degrado dei pendii
Tecniche di drenaggio e valorizzazione delle paludi
Idrovore
Invasi artificiali
Bonifiche per colmata
Aree di bonifica
Borghi di servizio
Casali della bonifica
Chiaviche per regolare il drenaggio delle acque
Frangivento
Opere di canalizzazione, strade interpoderali
Tecniche di controllo del ciclo vegetativo
Muretti a secco
Frangivento
Reti antigrandine
Serre, tunnel,
La gestione delle acque irrigue
Chiaviche, abbeveratoi, torri d’acqua, laghetti collinari
Irrigazione a pioggia, per aspersione, a goccia
Bocche dei moderni canali di irrigazione sotterranei
La forma dei campi
Campi aperti (openfield, insediamento accentrato) e campi chiusi (bocage, insediamento sparso)
Geometrici, allungati, irregolari
Diversi tipi di recinzione dei campi (siepi, canali, filari di alberi)
Ordinamenti colturali
Seminativi specializzati, agricoltura promiscua, monocoltura
Le diverse associazioni
Il paesaggio dell’alboricoltura
La vite : ad alberello, a pergolato o tendone, maritata, a filari
L’olivo
L’agrumeto
Corilicoltura (coltivazione del nocciolo)
Gli spazi dell’allevamento
Tabulare, brado, misto
L’alpeggio e la transumanza
I pascoli
Fienili silos stalle
Chiesette della transumanza
I tratturi
Centrali del latte
Lo stazzo (dove vengono raccolti gli animali)
Gli annessi alla casa rurale per la lavorazione del latte
Stalle
Colombaie
L’abitazione rurale
Residenze di campagna
I trulli
I casali
Abitazioni polifamiliari (masserie cascine a corte, casino, dimore temporanee)
Villaggi rurali di pendio, di sprone, di cocuzzolo
I nuclei abitati
Aziende agrituristiche
Schema di riferimento del paesaggio rurale
Altitudine, morfologia, idrografia e vegetazione naturale
Coltivazioni, forma e dimensione dei campi
Recinzioni, serbatoi d’acqua, silos, canalizzazioni, impianti irrigui
Presenza di attività extragricole
Rete di sentieri e strade rurali, insediamenti permanenti e temporanei, ripari per il bestiame
Rapporti tra gli elementi es. morfologia e ordinamenti colturali; tipo di agricoltura e tipo di insediamenti
Legenda della carta topografica
Frutteti e seminativi specializzati nel paesaggio urbano e industriale di Imola Emilia
Il modello di sviluppo basato sull’industrializzazione il polo di sviluppo era costituito da un’areaindustriale, di dimensioni variabili, collocata nei pressi di un centro urbano giàdotato di infrastrutture e di servizi (in particolare un porto, un aeroporto e terminaliferroviari). E poiché le stesse dimensioni delle aziende richiedevano investimentidi capitali e di ricerca di non poco conto, accanto all’iniziativaprivata agiva contemporaneamente una «industria di stato» cheaveva nell’IRI e nell’ENI i punti di riferimento.
Le «grandi industrie», a capitale privato italiano ed estero e/o conL’intervento economico statale (incentivi finanziari e fiscali, capitalepubblico di dotazione, costruzione di infrastrutture e/o costruzioneed installazione degli impianti) erano rappresentate dalla cosiddetta«industria di base» dei grandi complessi a ciclo integrale dellametallurgia e della siderurgia (Genova-Cornegliano, Piombino,Napoli-Bagnoli, Taranto) e della chimica e petrolchimica (PortoMarghera, Gela, Siracusa), nonché da quelli dell’industria manifatturiera(rappresentati dagli impianti automobilistici di Cassino, cosìcome quelli di Melfi).
Mestre, il polo industriale di Porto Marghera
Taranto (quadri 3, 4 e 5). L’espressione di «acciaio tra gliulivi» per il IV centro siderurgico integrale è quanto maiopportuna. È infatti sufficiente la tavoletta 1:25 000 del 1947per evidenziare la destinazione ad uso agricolo dell’area in cui si localizzerà lagrande unità produttiva dell’Italsider.L’impianto, localizzato lungo l’asse viario che collega Bari a Taranto a N dellacittà, fu installato con alcuni primi comparti nel 1964, successivamente ingranditonella seconda metà degli anni .60 e «raddoppiato» nel 1970. Esso, avvalendosianche delle consulenze tecniche e gestionali estere, avrebbe dovuto costituireuna tappa fondamentale nel graduale spostamento del baricentro siderurgiconazionale verso il Mezzogiorno.
Gli stabilimenti industriali dell’Ilva di Taranto
Il terziario
Negli scenari post-fordista e post-moderno, ove si combinano fattori economiciinsieme a motivazioni sociali e culturali, si innescano cambiamentinella struttura dell’offerta e della domanda di beni e servizi, che comunqueripropongono, almeno in parte, il gioco combinato delle economie di agglomerazionee del fattore accessibilità. Nelle aree urbane e periurbane si addensanotuttora le attività commerciali in base al primo principio, mentre la diffusioneterritoriale di varie funzioni, tra cui quelle commerciali, grazie al decisomiglioramento delle infrastrutture per la mobilità e al contributo dellenuove tecnologie, fa crescere l’importanza dei fattori collegati all’accessibilità(anche derivante dall’inserimento in rete), accanto alla riaffermazione dellepolarità urbane e metropolitane.
Nell’ambito dei processi di ri-territorializzazione, tipici del post-fordismo,le forme di insediamenti di attività commerciali appaiono fra le più rilevanti,con impatti territoriali che si fanno sempre più consistenti. La diffusione deipunti di offerta fa sì che l’effetto-città si manifesti in molti contesti territorialiextraurbani, offrendo sostegno agli insediamenti commerciali, specie a quellidi ultima generazione come i centri commerciali e i factory outlet , che siavvalgono anche di politiche di marketing aggressive per attirare i flussi diclientela.
sulla spinta delle nuove tecnologie,come la telematica e l’informatica che, ad esempio, permettono il controllocapillare delle attività di compravendita e di razionalizzare la gestione dellalogistica e del magazzino;
Lucca (Toscana) esempio di città diffusa: le città nel dopoguerra si sono moltiplicateed è cresciuta considerevolmente la quantità dei loro abitanti; ma ancoramaggiore è stata la loro dilatazione spaziale in quanto la logica di localizzazionedelle nuove attività «centrali» e di rilocalizzazione delle attività tradizionalie delle residenze ha comportato, oltre ad un uso intensivo del suolourbano, un’espansione fisica della città sugli spazi finitimi.
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La rivoluzione industriale : mappa della diffusione i Europa (giacimenti carboniferi in Europa) Ruhr –Reno Rotterdam aree urbane – collegamenti ferroviari
La teoria della localizzazione industriale e l’attrito della distanza; il modello di Weber(costi trasporto materie prime e manufatti e manodopera; agglomerazione : la vicinanza con altre industrie crea situazioni favorevoli di contesto) ;
le principali regioni industriali dell’europa degli usa, russia e cina.
SERVIZI
Quaternario (servizi informatici, finanza amministrazione, assicurazioni, servizi legali) E Quinario (ricerca scientifica, istruzione superiore, direzione)
I corridoi dell’alta tecnologia le tecnopoli : Silicon Valley vicino alla Stanford e Berkeley Univ. ; Route 128 vicino al MIT e a Harward presso Boston.